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nellindustria alimentare
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EDITORIALE
Realizzando questo inserto, ci siamo trovati a rifettere sulla qualit dei cibi a
chilometro zero e sul piacere di portare in tavola la verdura coltivata in proprio.
Si tratta, per, di rifessioni che non possono prescindere dalla nostra esigenza di
unalimentazione completa: del resto nessuno di noi sarebbe disposto a mangiare
mele e patate per tutto linverno. Lindustria alimentare, che sfrutta sempre pi le
tecnologie di automazione, quindi fondamentale per la qualit della nostra vita,
permette infatti di conservare e distribuire, a prezzi accessibili, prodotti alimentari
che vengono cos resi disponibili per lintero anno.
In un settore che, solo in Italia, fattura 130 miliardi di euro allanno, si verifcano
anche comportamenti fraudolenti, con conseguenze pericolose per la nostra salute.
Ce lo raccontano le cronache recenti della carne equina allinterno di ravioli e
lasagne, ma anche, negli anni scorsi, luso di metanolo per adulterare il vino o le
sostanze tossiche nel latte per bambini.
Anche per queste ragioni lindustria alimentare soggetta a controlli rigorosi, ai
quali si aggiungono norme di tracciabilit ed etichettatura destinate proprio ad
aumentare la sicurezza dei consumatori.
Simili imposizioni, in alcuni casi, sono vissute in modo negativo dallindustria
stessa. Al contrario, grazie alle soluzioni in grado di automatizzare il processo
produttivo, efcienza e qualit vengono migliorate, con vantaggi anche economici.
Senza dimenticare che solo attraverso prodotti di qualit sempre pi elevata
e certifcata sar possibile valorizzare il settore alimentare, che rappresenta
uneccellenza italiana nel mondo. I tentativi di imitazione fraudolenti, purtroppo
sempre pi difusi a livello internazionale, dimostrano quanto il food made in
Italy rappresenti unassoluta eccellenza per il nostro Paese. Un fattore non solo
dimmagine, ma soprattutto economico. Come testimonia il fatto che, nel 2012,
lindustria alimentare italiana ha esportato beni per 24,8 miliardi di euro, in
crescita dell8% rispetto allanno precedente.
Lindustria
alimentare fa bene
MASSIMILIANO CASSINELLI
4
7
SCENARI
di euro. Il nostro un settore indubbiamente
allavanguardia dal punto di vista tecnologico; i costruttori
di macchine per il Food lavorano per produttori i cui
clienti, i consumatori, sono particolarmente esigenti
e la tecnologia diventata un elemento essenziale per
garantire una produzione che non impoverisca la qualit
della materia prima, continua Arosio.
Quella rappresentata da Assofoodtec unindustria
in buona salute, che trae forza dalla sua competitivit
sul mercato internazionale e dal buon andamento
delle esportazioni, mentre il mercato interno molto
penalizzato dallincertezza e da un sentimento di
negativit difuso, che frenano gli investimenti da
parte delle aziende. La quota di export per il settore
rappresentato da Assofoodtec si attesta mediamente
sul 74% della produzione. Lassociazione rappresenta
oggi sei diversi ambiti produttivi. Le tabelle in queste
pagine riportano, a titolo esemplifcativo, landamento
di tre comparti: impianti per lavorazione delle carni, per
produzione di pasta e per la macinazione.
Qual il denominatore comune di Assofoodtec e
quali sono le attivit svolte a supporto delle aziende
del settore?
Le aziende associate sono accomunate da un ricco
patrimonio di conoscenze nei vari comparti di
riferimento, maturato coniugando tradizione,
qualit ed evoluzione tecnologica. Assofoodtec, la
e Africa Subsahariana, ad esempio, e con
la tenuta del mercato nord americano.
Dal punto di vista dei macchinari quali
sono gli elementi che ci distinguono
dalla concorrenza internazionale?
Premetto che le aziende italiane che
esportano i loro macchinari non hanno
grandi concorrenti. Lelevato standard
qualitativo delle macchine - concepite,
progettate e realizzate in Italia - e il totale
rispetto delle normative di settore sono
elementi alla base della nostra competi-
tivit. A ci si aggiunge che il costruttore
italiano non si limita a vendere un pro-
dotto, ma ofre tecnologia di alto livello,
know how e un servizio di assistenza
qualifcato e afdabile. Questi fattori,
che si traducono in versatilit e adattabi-
lit delle soluzioni proposte, alimentano
il successo delle nostre tecnologie nel
mondo.
Cultura alimentare e capacit di espor-
tare tecnologia personalizzata sono i
nostri punti di forza. Ci sono, per contro,
dei limiti che penalizzano le nostre
aziende?
Credo che i limiti principali siano di quei
costruttori di dimensioni molto piccole,
che devono crescere dal punto di vista
del know how tecnologico e della cono-
scenza delle normative. Ci sono ancora
realt vincolate allaspetto puramente
meccanico del macchinario, che faticano
a costruire attorno alle soluzioni che
propongono un ventaglio di servizi e di
competenze tecnologiche in grado di
dare un valore aggiunto alla loro oferta.
Consapevole di queste difcolt, Ucma
impegnata nel fare cultura presso le
aziende del settore, soprattutto in ambito
normativo.
Alla forte propensione allexport pos-
siamo dire che si abbina anche una
marcata sensibilit verso linnovazione
tecnologica?
LAVORAZIONE DELLE CARNI, I NUMERI DEL COMPARTO (UFFICIO STUDI ANIMA, DICEMBRE 2012)
Variabili Consuntivo 2011 Preconsuntivo 2012 Previsioni 2013 % 12/11 % 13/12
Produzione mln euro 219,00 221,00 227,55 0,9 3,0
Esportazione mln euro 148,00 149,50 156,00 1,0 4,3
Export/produzione % 68 68 69
Occupazione unit 1.200 1.200 1.200 0,0 0,0
Investimenti mln euro 8,00 8,00 8,00 0,0 0,0
Utilizzo impianti % 75 75 75
Prezzi % 0 0 0
Le cifre soprariportate si riferiscono ai seguenti prodotti: macchine e attrezzature per salumici, impianti di macellazione, impianti per la lavorazione di
sottoprodotti, impianti di stagionatura e cottura, impianti frigoriferi, impianti di lavaggio.
8
9
SCENARI
cos come nel trattamento delle carni il
materiale di riferimento lacciaio inox.
La vera nuova frontiera , tuttavia, fare in
modo che le nostre macchine siano usate
allestero per produrre gli alimenti delle
tradizioni e delle culture locali: siamo
riusciti a industrializzare con successo i
processi di lavorazione dei nostri cibi tra-
dizionali, credo abbiamo le potenzialit
per fare lo stesso anche con alimenti pi
difusi in altri Paesi.
La qualit del nostro cibo nota, meno
lo che ad alimentarla sia molto spesso
una tecnologia italiana. Come agite per
dare pi visibilit al vostro settore?
In campo alimentare vantiamo una
conoscenza empirica di lunga data,
ma solo alla fne degli anni Settanta
questo know how ha ricevuto un rico-
noscimento scientifco, con la nascita
dei primi corsi universitari di scienze
e tecnologie alimentari. Questano-
malia spiega la scarsa conoscenza, da
parte del grande pubblico, del fatto
che molti dei cibi consumati sono pro-
dotti e lavorati con tecnologia made
in Italy.
Con Assofoodtec vorremmo cogliere
loccasione di Ipack Ima 2015 e dellExpo
di Milano, che ha per motto nutrire il
pianeta, per lanciare a un pubblico pi
ampio un messaggio positivo sulleccel-
lenza italiana nel settore dei macchinari
per il Food. In quellambito vorremmo
afermare lidea che il problema globale
della nutrizione pu essere risolto instal-
lando localmente piccoli impianti di tra-
sformazione delle materie prime, delle
quali nessun Paese totalmente privo.
Penso che con piccole unit produttive,
in grado di soddisfare il fabbisogno ali-
mentare della popolazione nel raggio
di 100 km dalla loro sede, si possano
ottenere buoni risultati anche nelle zone
pi povere del mondo e si possano dare
opportunit di crescita a molti dei nostri
costruttori di macchine.
determinazione, contando sulle proprie forze. La loro
competitivit nasce dalla capacit di innovare, nonostante
il poco supporto fornito dalle istituzioni e la difcolt
nellaccedere alle linee di credito. A livello di tecnologie
disponibili non abbiamo lacune, ci che ci penalizza,
ad esempio nel confronto con i concorrenti tedeschi,
lincapacit di raggiungere i mercati esteri con un
approccio sistemico, che coinvolga imprese, istituzioni e
mondo del credito.
Teniamo lo sguardo sui mercati esteri: quali sono
le aree che orono pi possibilit di crescita per i
costruttori italiani?
Le aree tradizionali di sbocco delle nostre macchine sono
Francia, Germania, Spagna ed Est Europeo. Da seguire
con crescente attenzione sono Cina, India, Vietnam,
Brasile, Argentina e gli altri Paesi nei quali le comunit
italiane sono numerose. Dobbiamo presidiare i mercati
emergenti, caratterizzati da un aumento dei consumi e da
una variet di materie prime dalle quali, impiegando una
tecnologia avanzata come quella proposta dai costruttori
di macchine italiani, si potrebbero ottenere prodotti
alimentari di elevata qualit. Deve essere chiara lidea
che non solamente usando materia prima di ottima
qualit che si ottiene un prodotto fnito altrettanto valido:
un elemento fondamentale nel processo di lavorazione
dato dalla tecnologia e quella italiana ha tutte le
credenziali per essere considerata al top.
MACINAZIONE GRANO, MAIS E CEREALI, I NUMERI DEL COMPARTO (UFFICIO STUDI ANIMA, DICEMBRE 2012)
Variabili Consuntivo 2011 Preconsuntivo 2012 Previsioni 2013 % 12/11 % 13/12
Produzione mln euro 201,00 215,00 220,00 7,0 2,3
Esportazione mln euro 168,00 182,00 188,00 8,3 3,3
Export/produzione % 84 85 85
Occupazione unit 780 812 810 4,1 -0,2
Investimenti mln euro 4,50 4,50 4,50 0,0 0,0
Utilizzo impianti % 68 68 68
Prezzi % 0 0 0
Le cifre soprariportate si riferiscono ai seguenti prodotti: impianti per la macinazione del grano, mais e cereali in genere, impianti di stoccaggio, trasporti
meccanici e pneumatici per cereali.
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SCENARI
C una stretta connessione tra le aziende alimentari
e il confezionamento, spiega Luciano Sottile, vice
presidente coordinatore del Centro Studi Ucima.
Il confezionamento infatti la parte terminale del
processo di produzione alimentare. La maggior
parte della produzione delle macchine per il
confezionamento e limballaggio viene assorbita
proprio dal comparto alimentare, oltre il 40% del
fatturato del settore. Il confezionamento, insieme al
settore delle macchine utensili, uno dei due settori pi
grandi delleconomia italiana. Fin dagli anni Settanta
le aziende alimentari hanno dovuto misurarsi con un
mercato del lavoro irrigidito, prosegue Sottile. nata
da qui lesigenza dellautomazione, con le prime aziende
che entrano nel settore del confezionamento, con un
efetto traino per le aziende alimentari italiane.
I numeri delle macchine
Da quando scoppiata la crisi, il 2009 ha rappresentato
lanno di maggiore difcolt del settore, con un
fatturato crollato fno a una percentuale del 20%. Il
2010 per riuscito a passare agli annali come lanno
del recupero. Fino ad arrivare al 2011 come anno
dei record, con il fatturato pi alto mai raggiunto
di 4,3 miliardi di euro, racconta Sottile. Nel 2012
abbiamo registrato di nuovo una frenata degli
ordinativi. LEuropa oggi compra meno macchinari
per limballaggio dei prodotti alimentari. Se nel 2001
rappresentava il mercato di riferimento per i costruttori
(assorbiva il 40% circa dellexport mondiale), nel 2012
ha visto una fessione di quasi 10 punti sotto il peso
delle tigri asiatiche, in futuro al centro nel business
dellimballaggio. LAsia passata dal 20% al 30%
nella quota export, specifca Sottile. Gli Stati Uniti
vivacchiano, mentre lEuropa extra UE e il Centro-Sud
America hanno un ruolo di comprimari. Anche se
al momento la maggiore parte dellexport dellItalia
ancora verso i Paesi maturi (Stati Uniti, Germania,
Francia), i mercati che rappresentano per il nostro
Paese un potenziale di sviluppo nel commercio di
macchinari sono oggi India, Iran, Nigeria, Vietnam,
Turchia e Cina.
Fare rete per crescere
Se vero che il settore
cresce nei Paesi in via di
sviluppo molto pi che in
Europa, grande importanza
acquisisce il tema della
rete. opportuno mettere
insieme le forze in una sorta
di federazione che riunisce
i costruttori di macchinari
per il Food, proprio come
fanno i tedeschi, commenta
Sottile. In questo modo si
riuscirebbe a confrontarsi
con politici e istituzioni
rappresentando un fatturato
di decine di miliardi di
euro. Noi siamo un piccolo
esempio di cosa si possa
fare in questa direzione: con
Acimac (associazione dei
costruttori di macchine per ceramica, ndr) abbiamo
avviato un processo di integrazione dei servizi erogati
agli associati e di razionalizzazione delle nostre
strutture. Quello che ci auguriamo arrivare in breve a
dare vita a una Federmacchine operativa che si muova
facendo sentire le esigenze del sistema alimentare.
Con i concorrenti tedeschi, le aziende italiane stanno
peraltro vivendo un avvincente testa a testa. Cosa fare
per procedere fnalmente al soprasso? Un punto di
forza fno a oggi stato quello di lavorare come sistema
da parte di costruttori, subfornitura e produttori,
prosegue Sottile. Ora con la globalizzazione questo
modello in difcolt a causa delle dimensioni delle
medie aziende. Le piccole sono in crisi perch ci
vuole innovazione e capacit di raggiungere nuovi
mercati esotici dal punto di vista del business. quindi
necessaria la concentrazione del settore. Anche per
raggiungere questo obiettivo necessario fare sistema.
I tedeschi sono supportati dalle istituzioni. In Italia
invece non viene fatto nulla per favorire laggregazione
a livello fscale delle aziende.
La maggior parte
della produzione
di macchine per il
confezionamento
e limballaggio
assorbita proprio
dal comparto
alimentare
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SCENARI
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
115,5
110,5
105,5
100,5
95,5
90,5
85,5
80,5
75,5
Indi. alim. indici grezzi (medie annue) Indi. tot. indici grezzi (medie annue)
2012), nel periodo 2011-2012 lindustria alimentare
ha perso 5mila posti di lavoro, ha visto scendere dal
58% al 45% la percentuale delle imprese disposte
a efettuare investimenti per il prossimo biennio e
crescere il numero di aziende con difcolt di accesso
al credito: negli ultimi due anni 1/3 delle imprese che
ha chiesto un fdo ha avuto un esito negativo.
A segnalare queste cifre, in occasione della
presentazione del bilancio 2012 e della valutazione
delle prospettive per il 2013, stato il Centro Studi
di Federalimentare, il cui presidente Filippo Ferrua
Magliani non ha nascosto preoccupazione e non
ha esitato a richiamare lattenzione delle istituzioni.
Nella crisi non esistono isole felici. Finora
lindustria alimentare ha saputo confermare la sua
vocazione alla qualit, ma lerosione delloccupazione,
la riduzione della propensione agli investimenti e
la difcolt nellaccesso al credito sono il rifesso di
una spirale involutiva del Paese che ci fa guardare al
futuro con preoccupazione. Portiamo allattenzione
Produzione industria
alimentare e totale
industria - indici
annuali (fonte:
Elaborazione
Federalimentare su
dati Istat)
AllItalia il record UE per Dop e Igp
Lindustria alimentare italiana detiene il record UE per numero
di prodotti a denominazione garantita: sono oltre 210 le unit
riconosciute Dop (Denominazione origine protetta) e Igp
(Indicazione geografca protetta) e 530 i prodotti nella piramide
del vino.
2001 2000 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
210,0
205,0
200,0
198,0
190,0
185,0
180,0
175,0
170,0
165,0
160,0
155,0
150,0
145,0
140,0
135,0
130,0
125,0
120,0
115,0
110,0
105,0
100,0
Export industria alimentare
Export totale Italia
Export industra alimentare ed export totale italia (fonte: Elaborazione Federalimentare su dati Istat)
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17
SCENARI
Distretto Industriale Agroalimentare Nocera-Gragnano
Il territorio del Distretto Industriale
Agroalimentare Nocera-Gragnano
si sviluppa su una superfcie di 293
km
2
, al centro di un triangolo ideale
ai cui vertici si trovano le province
di Salerno, Napoli e Avellino. La sua
dimensione lo pone al primo posto
tra i distretti dellItalia meridionale.
Le realt produttive del Distretto
sono multiple, dalla trasformazione
del famoso pomodoro di San Mar-
zano, lOro Rosso, alla produzione
della Pasta di Gragnano, al cipollotto
Nocerino. La nascita e lo sviluppo di
questo distretto hanno una denota-
zione decisamente spontanea dovuta
soprattutto alla grande tradizione
agroalimentare del salernitano. La
maggior parte delle unit produttive
presenta la connotazione della piccola
impresa. Le esportazioni costituiscono
circa il 50% della produzione annua
del distretto.
Aniello Pietro Torino, presidente del
Distretto di Nocera Inferiore ha spie-
gato come in questa fase le aziende
del Distretto, la cui vocazione a espor-
tare profondamente radicata, stanno
ancora di pi spingendo sulla leva
dellexport. Per muoversi con proftto
sui mercati stranieri, per, la qualit
dei prodotti e i valori insiti nel made
in Italy sono condizioni s necessarie
eppure non sufcienti. Il Distretto di
Nocera e Gragnano ha anche altre
armi a propria disposizione per com-
petere da una posizione vantaggiosa,
ad esempio pu contare su processi
di trasformazione allavanguardia, che
rappresentano un punto di forza delle
aziende del Distretto. E oggi le realt
produttive dellAgro nocerino-sarnese
spiccano per lelevata specializzazione
produttiva e per il soddisfacente livello
tecnologico, con speciale riferimento
al segmento dedicato al packaging.
Ne un esempio virtuoso Sabox,
azienda sita in Nocera Superiore,
specializzata nel packaging ecososte-
nibile in cartone ondulato che, attra-
verso la progettazione di imballaggi
innovativi, contribuisce a sviluppare
comportamenti ecosostenibili sul
territorio. Nel corso del 2008 Sabox
ha adottato il Greenproject, un pro-
gramma di sostenibilit dal quale
sono nati prodotti innovativi, riciclati
e riciclabili al 100%, come GreenboxX,
un packaging ottenuto processando
il macero della raccolta diferenziata
campana. A parit di prestazioni
pi leggero, consente di risparmiare
notevoli risorse nella sua produzione
rispetto alla fbra vergine e soprat-
tutto costituisce il risultato di un
processo virtuoso che coinvolgendo
i cittadini e il territorio contribuisce
alla societ del riciclo. Per ogni ton-
nellata di GreenboxX prodotta si
risparmiano 1.250 kg di CO
2
rispetto
alla fbra vergine.
Tra i responsabili del vostro Distretto
c ottimismo: i punti di forza su cui
fare perno sono tanti, le prospettive
per il futuro prossimo del settore
restano positive. Ciononostante non
vanno dimenticati i fattori di criticit,
a cominciare da una crisi che non ha
smesso di premere sulle imprese...
La competitivit delle nostre realt
produttive sul mercato globale pu e
deve essere implementata, attraverso
azioni di sistema e sinergie parteci-
pate da tutti gli attori istituzionali. Un
aspetto interessante della corrente
progettazione del Distretto Industriale
la partecipazione alla Rete Carte-
sio, la pi importante rete italiana
per la gestione sostenibile di cluster,
aree territoriali e sistema dimprese,
che ha scelto proprio il Distretto di
Nocera Inferiore come riferimento in
Regione Campania per lapplicazione
delle nuove frontiere ambientali, sia
in termini di sviluppo ecosostenibile
del territorio sia in termini di sicurezza
ambientale del prodotto.
Aniello Pietro Torino, presidente
del Distretto di Nocera Inferiore
18
19
SCENARI
Parco Agroalimentare di San Daniele
I sette comuni del Parco Agroali-
mentare di San Daniele, posti come
sono nel cuore del Friuli, nella pro-
vincia di Udine, sulle principali vie di
comunicazione che uniscono i paesi
di lingua tedesca con il Mar Mediter-
raneo, hanno coltivato sin dallanti-
chit una forte tradizione artigianale
e commerciale. Oggi il Parco conta
in ambito agroalimentare circa
100 imprese che coinvolgono un
migliaio di addetti in forma diretta e
altri 700 nellindotto.
Ecco invece cosa ha detto Claudio
Filipuzzi, presidente del Parco Agro-
alimentare di San Daniele: Siamo
concordi nel ritenere linnovazione
nei processi produttivi e di prodotto
fattore di sviluppo oggi risolutivo.
Le pmi locali, nonostante il com-
parto agroalimentare tenga anche
negli scenari di crisi attuali, per il loro
dimensionamento ridotto hanno
oggi parecchie difcolt a innovare
per gli alti tassi di interesse praticati
sul credito. Proprio allo scopo di
ofrire alle aziende una struttura che
consente alle idee industriali di rea-
lizzarsi riducendo al minimo i fattori
di rischio iniziali nato lAtelier di
Asdi. Si tratta di un incubatore evo-
luto di azienda capace di supportare
gli imprenditori sino alla realizza-
zione di market test. I progetti che
il Parco ha messo in campo sono
relativi, ad esempio, alla valorizza-
zione degli scarti delle industrie del
territorio: il reimpiego dei carnicci,
per cui stato realizzato un impianto
di produzione pet-food, e del sale,
recuperato e destinato a lavorazioni
industriali. Rilevante anche latten-
zione rivolta al controllo rapido e non
distruttivo dei parametri qualitativi e
di processo, per cui sono stati svilup-
pati i sistemi Nir industriali dedicati
al Prosciutto Crudo e al Formaggio
stagionato. Questi operano in linea
e sono in grado di monitorare preci-
samente le caratteristiche di ciascun
pezzo lavorato di cui possibile, gi
oggi, avere una scheda nutrizionale
specifca. Sono in corso di realiz-
zazione, inoltre, progetti mirati a
sviluppare sistemi di monitoraggio
delle condizioni di stagionatura per
prodotti carnei e formaggi in grado
di intervenire prima dello sviluppo
di microrganismi di danno e un pro-
getto specifco sulla refrigerazione
avanzata dedicato in particolare al
settore ittico e dellacqua cultura.
Claudio Filipuzzi, presidente del Parco
Agroalimentare di San Daniele
25,8% un aumento della produzione, il 18,8%
un aumento della redditivit. Un fenomeno
estremamente interessante quello relativo
allexport, che mantiene un trend positivo, se
pur con cifre molto ridotte rispetto allo scorso
anno (nei primi nove mesi del 2012 le vendite
allestero sono aumentate appena dell1,9%,
contro il +10,5% nello stesso periodo del 2011,
ndr). Complessivamente sono 62 i distretti del
campione che hanno registrato una crescita
dellexport, compensando la diminuzione degli
altri 39 distretti.
Si assiste quindi a un paradosso: la crescita
delle esportazioni e lintensifcazione dei
processi di internazionalizzazione sembrano
non riuscire a incidere in modo signifcativo
sul rilancio del territorio e sulle fliere. Gli
esperti hanno identifcato le cause di questa
nuova competitivit senza sviluppo e senza
crescita in una serie di criticit, quali scarsit
di fgure manageriali, bassa presenza di
terziario innovativo, politiche di fliera ancora
deboli e, soprattutto, un rapporto di difcile
interlocuzione tra il sistema bancario e quello
delle imprese.
Rispetto a questo quadro, le strategie intraprese
dagli enti distrettuali puntano essenzialmente
su efcientamento e innovazione
dellorganizzazione aziendale attraverso
linnalzamento delle competenze interne,
lallungamento delle fliere, la partecipazione
a reti intelligenti, linternazionalizzazione
sempre pi spinta e il riposizionamento sui
mercati esteri, la ridefnizione del rapporto
con le banche e il miglioramento della gestione
fnanziaria.
Le tensioni e le tendenze fn qui emerse
ci sono state confermate e testimoniate
dai rappresentanti di quattro tra le realt
distrettuali nazionali del settore alimentare cui
il Rapporto, nonostante la crisi, attribuisce un
percorso di crescita attestato sul 6%.
20
23
TECNOLOGIE
diverse da quelle dei prodotti ad alto valore aggiunto
che rappresentavano il vero core business della
multinazionale.
Nel 1994 si apre una nuova fase con lacquisizione
dellazienda da parte di Francesco Sempio, che,
inserendola nel Gruppo Euricom (European Rice
Company), riconduce la realt Curtiriso a una logica
di gestione familiare orientata, per, allespansione
sul mercato internazionale. Dice ancora Lonati:
Loperazione svolta dalla famiglia Sempio non fu
semplice, perch in quegli anni il marchio si trovava a
competere con nuove realt, che si erano imposte sul
mercato italiano grazie a politiche di marketing molto
incisive; fno al 2000 la propriet rimase concentrata
sul mercato estero, puntando maggiormente sui
prodotti destinati allexport.
Consolidato il business internazionale, dal 2011 la
propriet torna a focalizzarsi sul mercato domestico
e concentra le sue risorse sul rilancio del marchio
Curtiriso. Un avvicendamento nel management
e nuovi progetti dinvestimento, uniti alla volont
di valorizzare il legame del nostro prodotto con il
territorio, hanno dato vita, in poco pi di un anno,
a risultati eccellenti, prosegue Lonati. Il marchio
Curtiriso stato riposizionato sul mercato e oggi
identifca un riso della tradizione che guarda per con
attenzione alla tutela del territorio e alle generazioni
future, perch la sua produzione avviene in modo
sostenibile.
Un processo da cui trarre valore
La sostenibilit pu rappresentare un plus per un
prodotto come il riso che, per sua natura, ha un valore
aggiunto molto basso: esso non trattato o trasformato
insieme con altri ingredienti e, come prodotto fnito, ha
una marginalit mediamente dell1%, un dato molto
inferiore rispetto, ad esempio, ai prodotti da forno, che
si aggirano attorno al 10% di margine annuale.
Il processo produttivo in Curti essenzialmente
di pulitura della materia prima, o risone, e di
confezionamento del riso in diversi formati. Un
prodotto a valore aggiunto cos basso crea esigenze di
automazione molto alte che, a loro volta, alimentano
elevati consumi di energia, dice Alessandro Irico,
Quality Manager dellazienda di Valle Lomellina. Le
quantit di riso che lavoriamo rendono ancora meglio
lidea: ogni anno mettiamo sul mercato circa 150
milioni di pacchetti di riso.
Sulla tecnologia impiegata nella risiera, si gioca
cos una parte importante della competitivit del
produttore di riso, che deve tenere bassa lincidenza
della manodopera e puntare su apparecchiature
che garantiscano un livello di qualit del prodotto
il pi possibile elevato, tanto nella fase di pulitura,
che avviene nel mulino, quanto in quella di
confezionamento, che avviene su linee completamente
automatizzate.
Dallagricoltore arriva una materia prima che porta
con s una quantit elevata di scarto, perch la pulizia
fatta sul campo una volta raccolta la pianta solo
superfciale, dice Irico.
Quello degli scarti di lavorazione per Curti stato un
problema rilevante fno a che lazienda non ha scelto
In Curti, 11 linee
automatizzate
impacchettano
il riso in diverse
modalit, secondo
le richieste della
clientela
24
29
TECNOLOGIE
Limpiego delle tecnologie informatiche
nellautomazione ofre nuove oppor-
tunit, ma occorre preparare adegua-
tamente il personale, soprattutto in
considerazione delle molteplici norma-
tive che deve rispettare una linea per la
produzione alimentare, dalla preven-
zione delle contaminazioni alla traccia-
bilit dellintera produzione. Per questa
ragione, come spiega lAutomation Trai-
ner di Area Professional, Cesare Chiodelli,
chi opera in questo settore chiamato a
implementare le tecnologie informatiche
pi innovative per fronteggiare la concor-
renza internazionale.
Come si evoluta la presenza dellIct
nellautomazione delle macchine desti-
nate al settore alimentare?
Negli ultimi anni cambiato soprat-
tutto lapproccio alla progettazione del
software, anche in considerazione del
fatto che i plc, rispetto al passato, sono
sempre pi aperti al mondo esterno. Gli
stessi costruttori di macchine, inoltre,
sono attenti alla standardizzazione e, per
tale ragione, costituiscono anche con-
sorzi specifci. Questo perch la neces-
sit di ridurre i tempi di realizzazione
delle linee induce a sfruttare al meglio
lesistente. Anche per tale ragione la pro-
grammazione a oggetti divenuta parte
integrante dei sistemi di controllo. Non
dobbiamo inoltre dimenticare che si
assiste a una progressiva integrazione di
sistemi ibridi e questo porta, necessaria-
mente, allafermazione di nuove profes-
sionalit.
Che ruolo rivestono le universit in
questo processo di sviluppo?
Esistono facolt, soprattutto quelle cre-
sciute a ridosso di aree territoriali in cui
esistono signifcativi distretti di automa-
zione, in grado di formare tecnici di buon
livello. In numerosi casi, al contrario, la
formazione rimane troppo teorica e lon-
tana dalle reali esigenze del mondo pro-
duttivo.
Sta per cambiando anche la fgura del
tecnico dellautomazione?
Il progettista non pi lelettrotecnico
o lelettricista evoluto. Oggi necessa-
ria unestrazione informatica. Questo
perch chi proviene dallautomazione
tradizionale spesso legato alla logica
dellelettromeccanica, ormai superata o
comunque da integrare con linformatica.
Chi proviene dallinformatica, per,
non rischia di perdere il contatto con la
realt fsica di una macchina?
Questo un rischio potenzialmente pre-
sente, perch esistono una serie di proble-
matiche di tipo pratico che si apprendono
solo sul campo. Anche per tale ragione, le
aziende pi lungimiranti formano auten-
tici esperti della macchina, in grado di
interpretare tutte le problematiche, non
solo quelle di una specifca branca. Pro-
prio partendo da una conoscenza reale,
infatti, possibile sapere come integrare
al meglio le nuove tecnologie messe a
disposizione dal mercato. Nellambito
dellautomazione, inoltre, non si pu
avere un approccio esclusivamente infor-
matico, ma necessario conoscere bene
il contesto in cui si opera e le sue pecu-
liarit. Un caso classico quello delle eti-
chettatrici: scrivere il sistema di controllo
non estremamente complesso in con-
dizioni ottimali, ma le variabili diventano
moltissime quando bisogna tener conto
delle condizioni ambientali e operative
e del comportamento del prodotto eti-
chetta in tali contesti.
Quando accenna alle nuove tecnologie,
a cosa fa riferimento?
Le soluzione meccaniche, come i robot
e i sistemi di motion control, sono le pi
visibili. Devono per essere messe in
comunicazione tra loro e con il mondo
che le circonda. Da qui lintroduzione
dei bus Ethernet, ormai parte integrante
dei principali progetti di automazione
delle macchine per il settore alimentare.
Proprio attraverso Ethernet, infatti, pos-
sibile gestire lautomazione, ma anche
raccogliere e centralizzare una serie di
informazioni necessarie per ottimizzare i
processi di tracciabilit, qualit e monito-
raggio delle prestazioni.
La tecnologia Mes, ovvero la possibilit
di gestire e monitorare in modo intel-
ligente le linee produttive, sembrava
dovesse avere unesplosione. Invece
la sua difusione appare inferiore alle
aspettative...
In efetti si tratta di una tecnologia molto
promettente, ma non ampiamente adot-
tata dalle aziende italiane. Questo perch
lesigenza di un controllo, basato anche
su specifci indicatori, noti con lacronimo
di Kpi (Key performance indicator), per-
cepita soprattutto nei grandi impianti.
Sui piccoli, invece, ancora difusa la ten-
denza ad afdarsi agli operatori di linea.
Una scelta che dipende soprattutto da
barriere mentali, in quanto limpatto per-
centuale dei costi abbastanza simile,
perch sui grandi impianti pi com-
plessa lattivit di raccolta e correlazione
dei dati.
Abbracciare le tecnologie informati-
che ofre notevoli vantaggi, ma espone
anche al rischio di violazioni. Le aziende
dellalimentare ne sono consapevoli?
Purtroppo il problema ancora sotto-
valutato, soprattutto sulle macchine
singole. Le linee di produzione delle
realt pi articolate, infatti, stanno adot-
tando adeguati strumenti di protezione,
di derivazione propriamente informa-
tica. I piccoli fornitori, un po per scarsa
conoscenza del problema e un po per
la mancanza di professionalit al proprio
interno, tendono ancora a ritenersi invio-
labili, come accadeva in passato, quando
si utilizzavano sistemi proprietari.
Non abbiate paura dellIct
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Tutto questo impone, ai singoli attori della
filiera produttiva e distributiva, di creare
sistemi di tracciabilit solidi e condivisi,
favorendo i processi di comunicazione interni
ed esterni.
In pratica, quindi, la rintracciabilit ha
lobiettivo di risalire alle caratteristiche,
ovvero materie utilizzate, lotto di
appartenenza e processi produttivi coinvolti,
ma, allo stesso tempo, deve permettere di
ricostruire tutti i passaggi dei componenti
impiegati, compresi eventuali inconvenienti
registrati. La rintracciabilit mette quindi a
disposizione tutte le informazioni necessarie
alle autorit per monitorare un singolo
prodotto e ai consumatori per compiere scelte
consapevoli.
La tracciabilit consente di riconoscere, in
modo univoco, tutte le unit logistiche e i
lotti produttivi che hanno subito il medesimo
processo di trasformazione. Per questo non si
limita a registrare la produzione di unazienda,
ma ricostruisce i componenti di ogni singolo
lotto, identificando, anche i fornitori di
materie prime, semilavorati o componenti di
imballaggio.
Informazioni di valore
In teoria, per rintracciare un prodotto,
sarebbe sufficiente tenere traccia solo delle
informazioni relative ai flussi di entrata/uscita.
In pratica quali prodotti sono stati utilizzati
in un singolo lotto, chi il fornitore e dove
stato spedito il lotto in questione. A questi si
aggiungono gli obblighi normativi, soprattutto
per quanto riguarda le informazioni da fornire
attraverso le etichette.
Infine, ogni singola azienda pu ritenere
utile memorizzare una serie di informazioni
sullorigine, la composizione o il metodo
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Posti limitati
di lavorazione adottato. Proprio la corretta
definizione di tutte le informazioni da
raccogliere e gestire rappresenta uno
degli aspetti pi delicati in un processo di
tracciabilit.
Da un punto di vista pratico, ma anche
normativo, qualunque sistema di
rintracciabilit deve essere, oltre che
costantemente aggiornato, anche in grado di
fornire rapidamente una serie di informazioni
utili allazienda stessa o allautorit preposta.
I sistemi cartacei e, pi tipicamente, manuali,
si dimostrano cos inadeguati alle esigenze
delle moderne aziende. Simili sistemi,
infatti, vengono resi facilmente operativi,
a costi pressoch nulli. Due vantaggi
che, per, mostrano limiti in termini di
efficienza operativa. Le persone impegnate
nella trascrizione di migliaia di dati, oltre a
costituire un costo rilevante, possono incorrere
in errori e imprecisioni. Senza dimenticare
che, a differenza di un sistema automatico,
anche i tempi di trascrizione e archiviazione
risultano spesso lunghi. Basti pensare, ad
esempio, al latte che reso disponibile sugli
scaffali dei supermercati poche ore dopo
la mungitura. Alla luce di questi limiti, si
affermato limpiego di tecnologie dedicate,
che permettono un utilizzo semplice, oltre a
garantire un rapido accesso alle informazioni
necessarie.
Di contro occorre sottolineare come
la tracciabilit non sia connessa solo
allidentificazione di componenti, fornitori e
clienti, ma deve registrare anche i legami tra i
lotti e le unit logistiche successive. Anche per
questa ragione fondamentale che ogni attore
della filiera contribuisca correttamente alla
rilevazione dei dati necessari, prevenendo la
rottura (o perdita) della tracciabilit.
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39
SUCCESS STORY
Rittal e Pavan
collaborazione deccellenza
SINONIMO DI QUALIT E INNOVAZIONE TECNOLOGICA NELLA COSTRUZIONE DI MACCHINE PER IL SETTORE ALIMENTARE, GRUPPO
PAVAN SCEGLIE I QUADRI ELETTRICI DI COMANDO RITTAL TS 8 IN ACCIAIO VERNICIATO CERTIFICATI UL508A
F
ondato nel 1946, il
Gruppo Pavan (www.
pavan.com) ha acquisito
una leadership mondiale
nellindustria alimentare
a livello di processo, tecnologia
proposta e innovazione. In virt di
ci, da qualche anno il Gruppo Pavan
ha intrapreso una collaborazione con
Barilla per la fornitura di impianti per
la produzione di pasta secca in vari
pastifci presenti soprattutto in America centrale e meridionale.
Con lo scambio reciproco di esperienze maturate nel settore
stato possibile sviluppare progetti di elevato contenuto
tecnologico, con riferimento particolare ai processi produttivi e ai
sistemi di automazione. Tra i vari progetti, Pavan stata incaricata
da Barilla della realizzazione e della fornitura di due impianti di
lavorazione pasta lunga della capacit complessiva di 8.000 kg/h
e di un impianto di stoccaggio per pasta corta da 200 t, inseriti
in un progetto pi ampio nello stabilimento di Avon, negli Stati
Uniti. Laumento consistente della presenza di Barilla sul mercato
americano in termini di produzione, il consolidamento di un
grande marchio a livello mondiale, nonch la grande visibilit
mediatica hanno comportato richieste particolarmente pressanti
in termini di capacit di pianifcazione e organizzazione delle
attivit, competenze su normative locali, integrazione con
limpiantistica dei vari fornitori, potenzialit e formazione delle
risorse. Per lautomazione degli impianti sono state sviluppate
diverse soluzioni, tutte di elevato contenuto tecnologico, in
relazione alle sezioni di impianto da
controllare. Le scelte fnali adottate
per ciascun impianto di pasta lunga
hanno previsto la realizzazione di un
quadro elettrico di comando per la
sezione di formatura ed estrusione,
uno per la sezione di essiccazione e
uno per la sezione di stoccaggio. Per
quanto riguarda invece la sezione di
stoccaggio pasta corta da 200 t sono
stati realizzati due quadri elettrici. In
totale sono stati utilizzati 50 moduli di carpenteria a modularit
800 mm per una lunghezza quadri complessiva di 40 m.
Dovendo rispettare la normativa locale e principalmente quanto
prescritto dal Nec (National Electrical Code), la scelta della
carpenteria stata orientata verso prodotti certifcati per UL508a
(Industrial control panel con grado di protezione Nema Type
12) di comprovata qualit riconosciuta a livello internazionale.
Questi requisiti sono stati riscontrati in pieno sugli armadi di
comando Rittal (www.rittal.it), sistemi TS 8, in acciaio verniciato.
Da lungo tempo Rittal rappresenta per Pavan una scelta sicura
e afdabile molto apprezzata dai clienti a livello mondiale, in
virt di punti di forza come la piena rispondenza agli standard
internazionali, la qualit e la facilit di assemblaggio, la qualit
della verniciatura, lottima modularit, la completezza dei dati
tecnici, lampia gamma di accessori e il design dei componenti.
Inoltre, la presenza di Rittal in tutto il mondo consente di gestire
in modo efcace la logistica, le tempistiche di consegna e il
supporto tecnico.
40
43
SUCCESS STORY
gestiti lotti da migliaia di litri, ma Farchioni stata la prima
azienda di settore a mettere a disposizione la tracciabilit via
Web di ogni singola bottiglia.
Un cocktail tecnologico perfetto
In mancanza di un sofware specifco, Violetti ha realizzato sia
lo studio di fattibilit sia il progetto del sistema informativo e lo
ha fatto sviluppare da una societ privata. Tutta linfrastruttura
basata su soluzioni Wonderware (www.wonderware.it), brand
di Invensys Operations Management (http://iom.invensys.
com/it), leader nei sofware per la gestione in tempo reale delle
attivit industriali. Wonderware, infatti, conta oltre 675mila
licenze sofware attive in pi di 125mila impianti industriali
nel mondo. Una caratteristica che garantisce, in primo luogo,
lafdabilit dellintero sistema. Del resto un eventuale errore,
con il rischio di dover eliminare lintero lotto produttivo,
provocherebbe danni economici notevoli. In realt, spiega
Violetti, un simile incidente non mai accaduto in Farchioni.
Simili risultati, per, erano frutto di rigide modalit operative e
di controlli incrociati che, immancabilmente, incidevano sulla
produttivit. Senza dimenticare che,
dovendo combinare oli diferenti
per ottenere uno specifco prodotto,
i laboratori interni erano chiamati a
controlli ripetuti sulle caratteristiche
organolettiche e sulla quantit dei
prodotti.
Conoscere limpianto
A tutti questi limiti ha posto rimedio
lintegrazione di InTouch, lHmi di
Wonderware caratterizzato da elevate
capacit grafche. Una peculiarit
che consente di trasformare i dati
raccolti nellimpianto in diagrammi
di immediata interpretazione.
Tutti i valori misurati dai contatori
massici e dai sistemi di analisi
distribuiti lungo limpianto
convergono cos in un unico
punto. Da qui vengono poi gestite
le decine di valvole incaricate di
convogliare lolio stoccato nelle diverse cisterne. Una modalit
che consente a responsabili di operare allinterno di unarea
separata rispetto a quella prettamente produttiva e, quindi, in
condizioni di assoluta sicurezza e tranquillit. Contrariamente
a quanto accade in altre realt, dove il processo ancora dettato
da metodi sostanzialmente empirici, in Farchioni ogni singola
operazione viene gestita in modo scientifco, attraverso ricette
predeterminate, e visualizzata sugli schermi dello Scada targato
Wonderware. In questo modo i responsabili di linea sono
costantemente aggiornati su quanto sta accadendo in ogni
punto dellimpianto. Inoltre, in fase di sviluppo, sono state
implementate una serie di soglie dallarme, in grado di segnalare
tempestivamente anche trend non perfettamente congrui con
quanto pianifcato. Una capacit che stata validata solo dopo
aver testato, singolarmente, le oltre 600 possibilit di miscelazione
dellimpianto.
Il tutto, spiega Violetti, esaltato dal fatto che Wonderware,
essendo focalizzata sulle tecnologie di supervisione e gestione,
garantisce unevoluzione continua e compatibile con le versioni
precedenti. Una flosofa che ci permette di disporre sempre di un
sistema allavanguardia e compatibile
anche con levoluzione normativa del
settore alimentare. Un ambito nel
quale la tracciabilit viene gestita, in
automatico, attraverso il DataBase
Historian di Wonderware che,
essendo sviluppato per raccogliere
enormi quantit di dati, memorizza
tutte le informazioni relative a ogni
singolo lotto.
La competenza informatica di
Violetti ha avuto un impatto
signifcativo sulle sue valutazioni
e sulla sua capacit di intuire le
evoluzioni del settore, per sfruttare
al meglio le opportunit oferte
dalle nuove tecnologie: Quello
di Wonderware lunico Scada
certifcato da VMware, una
peculiarit che ci permette di
afrontare con serenit il processo di
virtualizzazione.
44
45
IN VETRINA
Al via la terza edizione
di SPS IPC Drives Italia
LAUTOMAZIONE IN FIERA A PARMA, DAL 21 AL 23 MAGGIO 2013: LEVENTO REGISTRA UNA CRESCITA A DUE CIFRE SUL 2012,
ATTESTANDOSI ALLA SOGLIA DEI 40MILA M
2
. CRESCONO LA STABILIT E LA FIDUCIA, IN UN CONTESTO POSITIVO E INCORAGGIANTE
D
opo un periodo di attesa da parte del settore
dellautomazione industriale, fnalmente
una manifestazione tailor made che ha
incontrato il gusto e lapprovazione sia degli
espositori sia dei visitatori che nel 2012 sono
stati pi di 14mila. Le ragioni di questo successo sono da
ricercarsi nella cura che pone lorganizzazione nel soddisfare
le richieste degli attori del mercato e la variet di progetti
messi in campo oltre ai continui investimenti in termini di
comunicazione. Francesca Selva, Exhibition Director di SPS
IPC Drives Italia (www.sps-italia.net), esprime soddisfazione
ed entusiasmo per levento che organizza con passione da
tre anni. Mi sono accostata a questo mondo di tecnici e
ingegneri con grande timore, ma anche grande rispetto, e ho
potuto scoprire tantissima professionalit, seriet ed etica,
ma anche entusiasmo, voglia di fare e molta ironia. Laver
saputo cogliere questi aspetti con gli occhi e lesperienza
di chi viene da altri ambiti ci ha permesso di sviluppare al
meglio una collaborazione che si andata intensifcando e
sviluppando a tal punto dallaverci suggerito il nostro adagio
lavoriamo insieme: solo con lapporto e la cooperazione
fattiva di professionalit e competenze diverse si realizzano
progetti importanti e duraturi. Da qui i progetti We Love
Our Customer rivolto agli end-user, questanno focalizzato
sul settore food & beverage, Linking University, dedicato
al mondo accademico, System Integrator on Demand, per
garantire il trait dunion fra fornitori di prodotti e tecnologia
e coloro che realizzano i sistemi, e Innovation Research, per
dare visibilit e smalto alle start-up e agli spin of universitari.
Questanno gli organizzatori (www.messefrankfurt.com)
segnalano anche il rinnovamento dellaltra anima della
manifestazione, le tavole rotonde: la terza edizione vedr
un programma convegnistico pi interattivo e stimolante
che seguir il format della tavola rotonda. Il 21 maggio si
terr la prima, Automazione: Scenari Futuri, Lautomazione
industriale e il re-made in Italy, il 22 maggio sar la volta
di Automazione: Tecnologie Attuali e Nascenti - Internet of
Tings, Tecnologie Wireless e Cloud Computing, Sistemi
di Progettazione e Simulazione, mentre il 23 maggio
prevista la terza tavola rotonda, Automazione e Industria
Alimentare, in collaborazione con CibusTec, un imperdibile
momento di confronto tra esponenti della produzione,
della distribuzione alimentare e fornitori di automazione
industriale su temi quali efcienza, produttivit, sicurezza,
tracciabilit, servizio e qualit.
46
47
IN VETRINA
La famiglia di touch panel
Phoenix Contact si allarga
PHOENIX CONTACT PROPONE DEI PANNELLI TOUCHSCREEN CON IL SISTEMA OPERATIVO MICROSOFT WINDOWS CE 6
E IL SOFTWARE DI VISUALIZZAZIONE VISU+ PREINSTALLATI
I
pannelli operatore con touchscreen della serie
TP 3000 sono proposti da Phoenix Contact
(www.phoenixcontact.it) equipaggiati con processori
XScale Pxa320 con frequenza 806 MHz e sono provvisti
di due porte Usb e una porta Ethernet con supporto dei
protocolli Modbus Tcp, Ethernet/IP e Siemens S7 Tcp. Come
opzione possibile avere una porta aggiuntiva Mpi, Profbus,
CanOpen o RS232, questultima con il supporto
del protocollo Modbus Rtu.
Disponibili con display touchscreen in diverse taglie, da
5,7 monocromatico e colori fno a 12 a colori, i pannelli
operatore della serie TP 3000 sono realizzati con il pannello
frontale in alluminio, che li rende particolarmente robusti
ed eleganti. Inoltre, i display da 5,7 e 7 widescreen sono
provvisti di retroilluminazione a Led, una tecnologia
innovativa che garantisce consumi minori.
Per applicazioni in cui siano richieste prestazioni superiori,
Phoenix Contact propone i pannelli operatore della serie
TP 5000 basati su processore Intel Atom 1,6 GHz, o
processore Intel Celeron M 1,01 GHz, dedicato ad
applicazioni con esigenze grafche elevate. La gamma TP
5000 composta da tre modelli che si diferenziano per le
dimensioni del display: da 12,1 fno a 17, passando per la
taglia da 15. In aggiunta alle interfacce standard (due porte
Ethernet Gigabit, quattro porte Usb e una porta RS232), i
pannelli operatore della serie TP 5000 dispongono anche di
uninterfaccia Vga per il collegamento di un monitor esterno
aggiuntivo.
Oltre ai plc di Phoenix Contact, i pannelli operatore si
interfacciano ai plc di Siemens, Schneider Electric
e Rockwell Automation con il supporto dei protocolli
Modbus Tcp e Modbus Rtu.
Il sistema operativo Microsof Windows CE 6, il sofware di
visualizzazione Scada Visu+ e lOpc Server sono preinstallati.
La programmazione delle applicazioni di supervisione
realizzata tramite interfaccia Ethernet con il sofware Scada
Visu+ che, oltre a funzioni di comando e supervisione, ofre
funzioni di rappresentazione di trend e gestione di allarmi,
di rilevamento dei dati di funzionamento e storicizzazione e
di gestione degli accessi mediante password.
Grazie al sofware Visu+ anche possibile, tramite nuove
variabili di sistema, monitorare la temperatura interna e la
tensione di alimentazione del pannello operatore, regolarne
la luminosit e il contrasto e gestire il funzionamento del
buzzer integrato.
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49
IN VETRINA
Le soluzioni Sick
per il settore alimentare
R
ealt dal proflo internazionale fra le pi
note nella produzione di sensori dedicati ad
automazione industriale, logistica e processo,
Sick (www.sick.it) presente anche questanno
a SPS IPC Drives di Parma, dal 21 al 23 maggio,
dove (pad. 2, stand K002) esporr, allinterno dellampia
gamma di soluzioni specifche per i diversi settori industriali,
anche diverse famiglie di sensori particolarmente indicati
per applicazioni nel food & beverage e nel packaging. Il
sensore di livello LFP (in foto), ad esempio, totalmente
conforme allambiente igienico, resistente ai prodotti
chimicamente aggressivi e perfettamente in grado di lavorare
con cicli Sip e Cip, grazie alle certifcazioni Ehedg ed Ecolab;
tutte le parti a contatto con lesterno sono invece conformi
Fda. Il sensore in acciaio Inox 316L, in custodia con
diametro di 54 mm, ha protezione
IP69K e IP67, dotato di display con
quattro pulsanti, resiste a temperature
fno a 150 C e a pressione di processo
fno a 16 bar, prevede interfaccia
IO link, consente allacciamenti di
processo secondo le pi comuni
interfacce meccaniche e opera in
base al principio di radar guidato
(Time Domain Refectometry).
Le propriet del liquido non
infuenzano la funzionalit dellLFP:
non viene richiesta infatti una
nuova parametrizzazione in caso
di alterazioni della composizione del liquido. La sonda
costituita da unasticella in acciaio inossidabile con
lunghezza massima di 2.000 mm, che consente un ottimo e
semplice lavaggio secondo le normative vigenti.
Dimensioni compatte (33,3x11x21 mm
3
), anticorrosione
(custodia in acciaio Inox con inserti plastici) e completezza di
gamma sono invece le principali caratteristiche della nuova
serie di sensori miniaturizzati W8 Inox che Sick ha studiato
per macchine e impianti del settore alimentare, farmaceutico
e cosmetico. Con protezione IP69K, la fotocellula W8 Inox
si caratterizza per la resistenza agli agenti chimici e lassoluta
impermeabilit, che la rendono adatta al contatto con gli alimenti,
mentre il design, adatto ai lavaggi ad alta pressione, conferisce alla
serie unelevata afdabilit anche in ambienti difcili o in presenza
di detergenti caustici e disinfettanti utilizzati a temperature
elevate. Linterasse meccanico, relativo ai fori di fssaggio M3,
rende i W8 Inox compatibili con le comuni serie miniaturizzate.
La connessione elettrica pu essere efettuata con connettore
M8 o M12 predisposto con cavetto di prolunga di 300 mm di
lunghezza, caratteristica richiesta ad
esempio nel settore del packaging. La
proposta di Sick per il settore alimentare
e del confezionamento include anche
unampia gamma di soluzioni per la
visione, a partire dalla famiglia di sensori
di visione Inspector per continuare con
le smart camera della serie IVC 2D e 3D,
per applicazioni di controllo livello ed
etichettatura, e le telecamere 3D Ranger,
ideali, ad esempio, per applicazioni di
controllo forma, volume e grado di
cottura nella lavorazione di prodotti
da forno.
LA RICETTA GIUSTA PER OTTIMIZZARE LEFFICIENZA DELLE
MACCHINE INDUSTRIALI NEL SETTORE FOOD & BEVERAGE
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