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Lievitazione Naturale
Fatto a Casa Tua! YES!
Pane di farro e quinoa giugno 2010
AA.VV. . . . con le istruzioni passo-dopo-passo
. . . a colei che sar` a la mia futura mamma,
nella mia prossima vita . . .
Capitolo 1
La trappola nascosta
dei cereali integrali:
acido tico e tati
I cereali integrali sono da preferire a quelli rafnati, ma ATTENZIONE!
C` e una trappola in cui non si deve cadere: sono ricchi di acido tico (e tati) . Chi
consuma molti cereali integrali, pu` o avere problemi: demineralizzazione (minaccia per
denti e ossa) e carenze di oligoelementi (anemia, carenza di zinco).
SOLUZIONE: mettere sempre a bagno i cereali in chicchi, come si fa con i legumi.
Anche quelli macinati grossolanamente o ridotti in occhi possono scontare un ammollo
da 1 a 3 ore.
Io tosto i cereali in chicchi (orzo, riso), in una padella, prima di cuocerli nella pentola
a pressione. Possono essere fatti anche germogliare
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.
Nel caso del pane integrale, una lievitazione naturale lunga molte ore ` e assolutamente
necessaria.
Ecco perch` e i macrobiotici tostano sempre il sesamo.
CONSIGLIO: evitare di acquistare i prodotti da forno integrali (anche BIO), se lie-
vitati con lievito di birra o lievito chimico (es. bicarbonato di sodio) o non lievitati e
consumare raramente la pasta integrale. C` e troppo acido tico.
2 RIMEDI: se hai le unghie pi` u bianche che rosa, sei anemico. Ho preso le alghe
Klamath (3gr/g = 6 compresse) e dopo le prime 3 settimane i primi notevoli risultati si
sono visti.
Se hai i denti con tracce di carie . . . non correre dal dentista! Si massaggiano le gengive e i
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Leggi nel Vangelo Esseno della Pace come veniva fatto il pane.
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Il Pane Integrale a Lievitazione Naturale
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Alimenti % peso secco
Sesamo 5,4
Fagioli di Lima 2,5
Arachidi 1.9
Cacao in polvere 1,9
Soia 1,4
Mais 1,1
Orzo 1,0
Riso 0,9
Grano 0,9
Avena 0,8
Tabella 1.1: Presenza di tati nei cereali ed in altri alimenti
denti con olio di oliva dopo averli lavati e quella carie non progredisce, se lalimentazione
dora in poi sar` a corretta.
Leggete larticolo che segue, scovato su internet.
dal link: http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/acido-tico.html
Lacido tico ` e tradizionalmente considerato un fattore antinutrizionale, cio` e una sostan-
za in grado di limitare lassorbimento o lutilizzo dei nutrienti. Nel caso specico, legan-
dosi ad essi a formare sali insolubili (tati e tina), lacido tico ostacola lassorbi-
mento di alcuni minerali (calcio, ferro, magnesio e zinco). I tati sono diffusi soprat-
tutto nei cereali e nei legumi, dove si concentrano nei semi e nelle parti brose; per questo
motivo sono abbondanti nei prodotti integrali e praticamente assenti in quelli rafna-
ti. La crusca, per esempio, ` e particolarmente ricca di tati ed anche per questo motivo
i nutrizionisti consigliano di ricavare la propria razione quotidiana di bra dagli alimen-
ti, piuttosto che ricorrere ad integratori specici. I tati vengono inattivati dal calore e
dalla fermentazione. Anche lammollo prolungato, classico metodo per migliorare la
digeribilit` a dei legumi, contribuisce a ridurre fortemente le concentrazioni di acido
tico nellalimento. Per quanto riguarda il pane, la lievitazione lenta a pasta acida ` e
in grado di abbattere il contenuto di questi fattori antinutrizionali, mentre lievito di
birra e lieviti industriali non sono altrettanto efcaci, perch e promuovono una lie-
vitazione eccessivamente rapida. Anche una buona cottura del pane contribuisce ad
eliminare lacido tico presente nellalimento.
Tra le tante ombre emergono anche alcune propriet` a interessanti, legate al buon potere
antiossidante dei tati. Queste sostanze sono infatti in grado di chelare il ferro, un
elemento che, quando ` e presente in eccesso, favorisce la produzione del radicale libero
ossidrile (OH-), un agente chimico particolarmente pericoloso per lorganismo.
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. . . ma quando non ` e presente in eccesso . . . allora ` e un grosso problema!
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. . . come una foglia nel vento. . .
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Parte I
I migliori contributi di AA.VV.
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Capitolo 2
dal . . . Vangelo Esseno della Pace
pubblicato a cura di Edmond B. Szekely
. . .
E qualcuno, meravigliato, chiese:
Maestro, come possiamo preparare il nostro pane
quotidiano senza fuoco?
Lasciate che siano gli angeli di Dio a preparare il vostro pane. Bagnate il vostro
grano afnch` e possa penetrarvi langelo dellacqua, quindi disponetelo allaria afnch e
sia abbracciato anche dallangelo dellaria; poi lasciatelo al sole del mattino alla sera
afnch e possa discendervi anche langelo della luce del sole. E la benedizione di questi
tre angeli far` a sbocciare in fretta nel vostro grano il germoglio della vita. Poi macinate il
vostro grano e ricavatene delle cialde sottili come fecero i vostri padri quando lasciarono
lEgitto, la dimora della schiavit` u. Quindi disponete di nuovo quelle cialde al sole n dal
mattino e a mezzogiorno giratele afnch` e, prima del tramonto, langelo del sole possa
abbracciarle anche dal lato opposto. Perch` e il vostro pane deve essere preparato da quegli
stessi angeli che hanno nutrito e maturato il grano nei campi. E lo stesso sole che, grazie al
fuoco della vita, fece crescere e maturare il grano dovr` a, con quello stesso fuoco, cucinare
anche il vostro pane. Perch` e il fuoco del sole d a la vita al grano, al pane e al corpo; ma il
fuoco della morte uccide il grano, il pane e il corpo. E gli angeli viventi del Dio vivente
servono solo gli uomini vivi, perch` e Dio e il Dio della vita e non il Dio della morte
Dunque mangiate soltanto alla mensa di Dio: la frutta degli alberi, il grano e le
erbe dei campi, il latte degli animali e il miele delle api, perch` e tutto il resto ` e di
Satana e, attraverso la via dei peccati e delle malattie, conduce alla morte. Ma il cibo
che mangerete alla ricca mensa di Dio rafforzer` a e ringiovanir` a il vostro corpo e voi non
vedrete mai la malattia. Perch` e nellantichit` a la mensa di Dio nutr` Matusalemme e vi
dico, in verit` a, che se vivrete come visse lui il Dio vivente dar` a anche a voi, sulla terra,
una vita lunga come la sua
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Capitolo 3
di Udo Renzembrink
estratto dal libro:
LALIMENTAZIONE nella seconda met` a della vita
Capitolo 18: IL PANE
Lalimento pi` u nobile che luomo prepara col grano ` e il pane, considerato limmagine
archetipale del cibo. Anche nel quarto verso del Padre Nostro esso rappresenta la
prosperit` a del corpo.
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Nella storia dellalimentazione a base di cereali, prima si ebbero le pappe di cereali,
poi le focacce e inne la pasta salata e fermentata. Chi oggi possiede una consapevolezza
alimentare prepara il pane con il lievito speciale di Hugo Erbe, oppure col miele e sale.
Entrambe le preparazioni si basano sulla fermentazione della pasta.
Nella cottura del pane sono presenti i quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco che
a loro volta sono collegati ai quattro componenti delluomo. La farina, che rappresenta
lelemento terra, viene impastata con laggiunta di acqua, poi nella lievitazione agisce
lelemento aria e, inne, nella cottura lelemento fuoco. Cos` il pane ` e gradito a tutti e
quattro i corpi delluomo, quello sico, quello eterico, quello astrale e allIo.
La fermentazione della pasta ` e un processo naturale che avviene con laiuto di batteri
e di lieviti in modo da ottenere un impasto lievitato molto sofce che poi si cuoce in forno.
Nella pasta acida classica questo processo si compie in pi` u fasi, aggiungendo via via al
preimpasto gi` a completamente lievitato nuova farina o cruschello. Con il lievito speciale
di Hugo Erbe questo processo pu` o essere intensicato e abbreviato senza che ne soffra
la qualit` a; al contrario, il pane acquista pi ` u gusto e sapore. Lo stesso avviene con il
pane al miele e sale la cui lievitazione ` e provocata dai fermenti del nettare delle api.
Il pane assai diffuso preparato con il lievito di birra (o dei fornai) non ` e cos` saporito
e nutriente. Il lievito di birra pressato ` e unintensa concentrazione di cellule dei lieviti. Il
suo terreno di coltura ` e costituito per lo pi` u dalla melassa (sciroppo risultante dalla fab-
bricazione dello zucchero), alla quale per integrare le sostanze nutritive vengono aggiunte
sostanze inorganiche e acidicanti. Per questo i processi sono parziali dato che il lievito di
birra ` e una monocoltura di fermenti e soltanto poche sostanze vengono sciolte nella farina
che ha bisogno di lievito per la moltiplicazione delle sue cellule. In quasi tutti i forni
oggi non si usa pi ` u il procedimento a lievitazione naturale perch` e richiede troppo
tempo e troppo lavoro. Si prepara cos` un processo di fabbricazione chimico separato,
il cosiddetto lievito chimico, con il quale limpasto ` e pronto velocemente per essere
infornato. Questo proviene spesso da un cereale coltivato con fertilizzanti chimici che dai
campi passano cos` nel lievito chimico usato nelle panetterie. In pi` u si aggiungono altri
additivi per evitare la formazione della muffa. La domanda ` e ora: cosa resta della qualit` a
del vivente? Non si ottiene forse cos` il pane dalle pietre?
Nel nostro tempo ` e diventata una necessit` a crescente sia per le donne che per gli
uomini di farsi il proprio pane e tagliare la prima fetta di un pane cotto in casa ` e
sempre un avvenimento gioioso per la famiglia.
Servendosi del lievito naturale si possono cuocere anche gustosi panini integrali, pa-
nettoni, biscotti, torte e dolci. Perch` e si devono preparare dolci e torte con la farina bianca
privata dei suoi valori nutritivi? Il nostro rapporto con lalimento pi` u nobile, il grano,
richiede un atteggiamento responsabile. Ci` o non signica unastinenza spartana e man-
giare e bere senza gioia. Al contrario: la gioia di mangiare un cibo integro, gustoso,
preparato con fantasia, invece di un prodotto snaturato e scipito, ` e unesperienza profonda
e durevole.
Gravati dalle abitudini della nostra civilizzazione decadente sotto molti aspetti, dob-
biamo sviluppare nuove qualit` a per il nostro senso del gusto, cosa sulla quale bisogna
riettere quando iniziano i processi dinvecchiamento nella seconda met` a della vita. Ogni
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atto volitivo costruisce sia il nostro futuro che quello del mondo. Per questo le scelte quo-
tidiane sono importanti e impegnative, soprattutto nei confronti dellalimentazione, i cui
processi sici e materiali sono profondamente legati allentit` a spirituale che dimora in noi
e il rapporto con il pane quotidiano pu` o renderci coscienti di questo.
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Capitolo 4
di Ada Pokorny
estratto dal libro: Pane Gustoso e Salutare
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4.1 Tipi di lievito
4.1.1 La pasta acida
La pasta acida (= acidicazione naturale) va considerata il lievito pi` u antico. Limpa-
sto acido ha origini molto diverse. A seconda delle specie di cereali che servono di
base allimpasto si sviluppano differenti organismi di fermentazione, ognuno con le
proprie caratteristiche speciche. Da ci` o derivano svariate possibilit` a di impiego e di
lavorazione.
Non siamo in grado di individuare quale sia stata la pasta acida usata nella lontana
preistoria. Quella che oggi chiamiamo pasta acida ` e fatta con un impasto di farina di
segale. Qualsiasi fornaio esperto ` e in grado di preparare da s e una pasta acida mescolando
farina di segale integrale e acqua. Essa ` e frutto di una fermentazione spontanea in cui i
batteri dellacido lattico e i lieviti (che in tal caso vengono detti lieviti di pasta acida),
grazie ad adeguate precauzioni, quali lopportuna consistenza, la temperatura ottimale e
un periodo di riposo dellimpasto, giungono a uno sviluppo tale da produrre un lievito
adatto alla panicazione.
Allinterno di questa pasta acida vive un mondo di particolarissimi microrganismi il
cui sviluppo ed esistenza armonizzano col terreno nutritivo della farina di segale. Nel
corso della selezione naturale, questi microrganismi raggiungono uno sviluppo tale da
potersi considerare organismi di coltura, dato che sono frutto di unattivit` a umana.
Oggi, le industrie di prodotti utili alla panicazione producono un cosiddetto acido
di coltura monocitogenica. Si tratta di colture monocitogeniche di ben determinati batteri
e lieviti di pasta acida selezionati, presi da una pasta acida a fermentazione spontanea e
riprodotti su terreno di coltura. Di solito il panettiere si avvale di questi acidi di coltura
monocitogenica quando la sua pasta acida non ` e pi` u utilizzabile e li usa come mezzo
davvio (miscelati a farina di segale e acqua) per preparare unaltra pasta acida.
Dato che la preparazione di una buona pasta acida non ` e facile, ai privati si con-
siglia di trovare una panetteria che la produce per proprio uso e che sar` a certo disposta a
venderne la quantit` a richiesta.
La pasta acida pu` o venire tranquillamente usata ogni volta che si devono lavorare
impasti ad alta percentuale di farina di segale.
In caso di lievitazione ottenuta esclusivamente tramite pasta acida, per ottenere una
graduale lievitazione ` e opportuno mescolare 3 volte la pasta acida in quantit` a pari all1%
dellintera quantit` a di Schrot o di farina, il che signica mescolare in tre fasi Schrot o
farina di segale e acqua. Tutti gli impasti (si tratta di primi impasti) di queste tre fasi
devono riposare per un certo periodo di tempo a una temperatura idonea alla relativa fase.
Dopo la terza fase i microrganismi della pasta acida devono essersi moltiplicati in misura
sufciente da poter far lievitare in maniera adeguata limpasto principale che, ora, pu` o
venire approntato cos` da ottenere del pane in grado di soddisfare elevate esigenze.
Nel linguaggio tecnico dei panettieri queste tre fasi vengono cos` denite:
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a
fase: acido di risveglio
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a
fase: acido di base
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a
fase: acido totale
Prima di preparare limpasto principale va messa da parte per la volta successiva la
necessaria quantit` a di acido totale (e cio` e del primo impasto nito della 3
a
fase). Nel
linguaggio tecnico, il tipo di lavorazione qui descritta viene detta lavorazione in tre fasi.
Essa richiede attenzione e capacit` a professionali.
In generale, le panetterie non producono quasi pi` u pane di pasta acida puro, cio` e senza
aggiunta di altri lieviti (sintende qui il lievito di birra), dato che la delicatezza della pa-
sta acida non garantisce la qualit` a dei prodotti dipendente da una sufciente lievitazione.
Ormai esse ricorrono prevalentemente a un procedimento a tempi brevi in cui, per
acidicare limpasto, viene preparato un primo impasto a una sola fase di fermen-
tazione. Nel corso di questo procedimento rapido, tuttavia, la lievitazione dellimpasto
principale viene afdata soprattutto al lievito di birra gi` a menzionato. In ogni caso, nel
corso di tale procedimento di lievitazione rapida, detto anche procedimento a una sola
fase, viene sempre usato un impasto acido naturale.
Oggi, in conformit` a con la tendenza a razionalizzare, vengono adottati sistemi per la
preparazione di pane di segale o di segale e frumento, che non hanno pi` u nulla a che
vedere con la pasta acida naturale e che verranno descritti in seguito.
Il pane fatto con pasta acida naturale ` e molto apprezzato per il suo profumo e
per il suo sapore. Di solito il pane di pasta acida ` e ben tolleralo dalla maggior parte delle
persone.
. . .
4.1.4 Pane al sale e miele
Come si legger` a pi` u avanti ` e probabile che un uso simile del miele risalga ai tempi antichi
e che esso sia quindi il lievito pi` u antico conosciuto dallumanit` a. Oggi, tuttavia, un simile
rinnovato interesse e lo sviluppo di questa concezione corrisponde a un nuovo impulso.
Ci sono differenti pareri sul motivo che sta alla base di questo rinnovato interesse per luso
del miele nella panicazione che spesso vengono sostenuti con entusiasmo.
Per chiarire, per quanto possibile, questa questione riportiamo qui di seguito gli arti-
coli in merito, a nostra disposizione.
Nella rivista Mitteilungen des landwirtschaftlichen Versuchsringes der Antroposo-
phischen Gesellschaft (Comunicazioni del centro agricolo sperimentale della Societ` a
Antroposoca) nr. 14, marzo 1928, si trova il seguente articolo:
Brotbereitung mit Honig (Panicare col miele) a cura di Paul Burghardt.
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. . . come una foglia nel vento. . .
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. . . Gi ` a nel Medioevo e, come sostengono i seguaci della dottrina di Mazdaz-
nan (o del mazdeismo), gi ` a in Persia, si era soliti fare il pane con aggiunta di
miele, sale e olio. Anche ai giorni nostri si trovano in commercio simili pani
mazdaznan spesso detti pani azzimi o non lievitati, prodotti industrialmen-
te. Ovviamente sostenere che non siano lievitali ` e assurdo. Non esiste pane
non lievitato. Non lievitato ` e solo il pane fatto coi lieviti chimici, ad es.
col tartaro, col bicarbonato di sodio, col cloruro di ammonio o con lacqua
ossigenata. Quando per` o viene fatto un dolce che apre i pori senza laggiun-
ta di prodotti chimici, si pu` o essere certi che c` e stata una lievitazione, sia
spontanea che provocata da lievito di birra o da pasta acida.
Anni addietro ho avuto occasione di intrattenermi col dottor Steiner sullar-
gonnento del pane, sui lieviti e sulle caratteristiche che dovrebbero avere le
farine usate.
Allepoca egli attribuiva minore importanza ai lieviti che al fatto che per
la panicazione venisse usato il chicco intero, germe, involucro esterno in-
clusi (la cosiddetta pellicola argentea) e le cellule albuminiche. Da quel
colloquio concessomi allora dal venerato dollor Steiner ` e nato il cosiddetto
pane Burghardt.
Io stesso mi sono cimentalo per anni prima di riuscire ad ottenere un buon
pane fatto con sale e miele. Laggiunta di miele, forse anche per il fatto di
essere mischiato ad olio, favorisce la fermentazione spontanea e omogenea
del pane e la formazione di una crosta croccante. Ritengo che per 10 chili
di farina integrale di frumento occorrano 250 grammi di miele, di litro
di olio vegetale di buona qualit ` a, 7 litri di acqua a 40 e 150 grammi di
sale. Per fare un pane di questo tipo non si deve preparare il primo impasto o
lievito, si deve invece sciogliere il miele e il sale nellacqua e mescolarli poi
allolio e alla farina. La quantit ` a di acqua necessaria varia al variare delle
caratteristiche della farina.
`
E opportuno impastare bene per almeno unora.
Dopo aver messo limpasto entro stampi, deve poi riposare per alcune ore in
luogo caldo, al riparo da correnti daria, per venire poi cotto nel forno a
media temperatura. A 200 il tempo di cottura ` e di circa 2 ore e , o 3. Ci
sarebbe ancora da dire che la lievitazione spontanea si addice pi ` u al pane di
farina integrale che a quello di farina bianca.
Questo ` e larticolo di P. Burghardt.
Nel medesimo numero della succitata rivista, nellarticolo Denkschirift uber Berei-
tung von Mehl und Brot (Appunti sulla preparazione di farina e pane) di Fr. Schyre,
il pane di Burghardt viene caratterizzato come segue da:
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. . . come una foglia nel vento. . .
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1. Uso contemporaneo dei 4 cereali principali secondo le proporzioni date
dal dollor Sleiner.
2. Uso di molti ingredienti: oltre al nocchio, al cumino e allanice oggi
ancora normalmente in uso, al pane vengono aggiunti soprattutto noci
e nocciole toslate.
3. Per la lievitazione del palle non va usato n e lievito di birra, n e pasta
acida, ma un lievito di sale e miele.
Va attirata lattenzione in modo particolare sulluso del miele che pu` o essere
bene inteso sulla base dellimportanza attribuita dal dottor Steiner al miele
nellalimentazione degli adulti. . .
Alcuni lettori, hanno pensato di potere interpretare lultima frase di questo memoran-
dum, come consiglio del dottor Steiner ad usare il miele per la panicazione. A parte il
fatto che a una lettura pi` u attenta tale conclusione risulta ingiusticata, essa contraddice
quanto segue:
1. Paul Burghardt nel suo articolo Brotbacken mit Honig (Panicare col miele), co-
me si pu` o leggere sopra, dice:
Egli (intendendo qui il dottor Steiner) dava meno
importanza al lievito...
.
2. Nel succitato Denkschrift uber Bereitung von Mehl and Brot (Appunti sulla pre-
parazione di farina e pane) Fr. Schyre scrive:
Riassumendo, il signor Ehrenfried
Pfeiffer dice: le indicazioni del dottor Steiner vertevano sostanzialmente sul fat-
to di usare soprattutto lievito acido, di lasciare lievitare limpasto nottetempo e di
infornare la mattina
.
NellErn ahrungslehre (Teoria dellalimentazione, prima edizione 1951) del dottor
Rudolf Hauschka, al capitolo 27, a proposito delluso del miele nella panicazione, si
trova unaltra indicazione scritta. Essa recita:
Miele e sale, uno la sostanza pi ` u densa e laltro la pi ` u ne, creano tra loro un campo
di forze. Rudolf Steiner ha accennato al fatto che il pane del futuro deve venire preparato
entro il campo di tensione di sale e miele
.
Purtroppo il dottor Hauschka non cita in alcun modo le fonti del rapporto che egli
stabilisce tra il dottor Steiner e la preparazione del pane con sale e miele.
`
E un peccato,
tanto pi` u che ci sono pareri discordi in merito alla sopra citata pubblicazione del 1928.
Il dottor Albert Diefenbach si ` e premurato di chiarire questa contraddizione. Nel
numero 44 della rivista Beitr age zu einer geisteswissenschaftlichen Ern ahrungshygiene
(Contributi per una igiene alimentare ispirata alla scienza dello spirito) dellinverno 1971,
nellarticolo Warum ist Brot nicht mehr unser Hauptnahrungsmittel (perch e il pane
non ` e pi ` u il nostro alimento principale?) a pagina 68 scrive:
Lunica indicazione probabilmente data dal dottor Steiner su come fare il pane ` e
il consiglio di aggiungervi noci macinate. E neppure esso pare essere sicuramente suo.
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Anche se sarebbe comprensibile che abbia voluto integrare il cereale con prodotti di unal-
tra sfera, quella dei frutti. Ritorniamo ancora al pane di sale e miele. In esso il processo di
oritura, che nel miele ` e quasi al suo culmine, viene trasmesso alla preparazione del pane.
Quello qui intrapreso ` e un nuovo cammino. Allo Schrot di frumento appena macinato si
aggiunge un po di miele, dellacqua e del sale, limpasto va poi lasciato fermentare spon-
taneamente negli stampi per alcune ore e poi infornato. Il prodotto che si ottiene ` e un pane
molto saporito che si mantiene fresco a lungo e sazia molto. Lunica difcolt` a che presenta
questo modo di panicare ` e la lieve iperacidit` a che si sviluppa nellimpasto sensibilis-
simo al calore. Questo pane veniva prodotto nelle cucine del Klinisch-therapeutischen
Institut (lIstituto clinico-terapeutico) della dottoressa Ita Wegman attorno al 1930. An-
che se, in modo artigianale, non si ` e mai riusciti a produrlo sempre uguale. La ricetta era
stata presa dal ricettario Mazdaznan del 1912, pagina 9 e seguito. A suo tempo, in esso,
erano state riposte molte speranze, ragione per cui erano stati fatti molti esperimenti sia
in cucina che in laboratorio. (Il dottor Hauschka credeva che la ricetta fosse del dottor
Steiner. Chi scrive, per` o, si ` e intrattenuto col dottor Hauschka pochi anni fa ed ha chiarito
lequivoco.) Successivamente ad occuparsi della lievitazione col miele ` e stato un esper-
to panettiere della Germania meridionale, Hugo Erbe, che ha tentato di superare le
menzionate difcolt` a aggiungendo farina di leguminose al primo impasto a base di miele.
Anche il suo procedimento non ` e riuscito ad affermarsi nonostante sia stato brevettato.
Ada Pokorny (Baumschulenweg, D-6100 Darmstadt-Land 3), sviluppando le idee di
Hugo Erbe ha messo a punto un lievito che facilita la preparazione di questo pane.
Il lievito Hugo Erbe viene prodotto e diffuso dalla ditta Backtechnik GMBH di Florstadt
(indirizzo a ne testo)
.
Per la preparazione del pane al sale e miele ci sono molte ricette in circolazione.
Quella seguita da Paul Burghardt labbiamo riportata prima. La ricetta originale del mo-
vimento Mazdaznan ` e stata ritrovata dal dottor Diefenbach ed ` e inoltre nota la ricetta di
Hans Leinhos di Kassel, che per molti anni nella sua panetteria produsse il pane al sale
e miele. Come ha gi` a detto Burghardt nellarticolo sopra citato, nel pane al sale e miele
ha luogo un processo di fermentazione spontanea inuenzata dal miele che deve venire
avviato da principio ogni volta che si fa il pane.
`
E risaputo che il miele, se si supera una
certa percentuale di acqua, comincia a fermentare. Tale caratteristica e stata sfruttata
dai popoli antichi per la produzione di bevande fermentate quali ad esempio il Met. La
lievitazione del miele ` e frutto dei fermenti del nettare che le api risucchiano assieme
al nettare stesso.
Il lievito del nettare (Anthomyces reukauf) ` e un lievito speciale. In questo contesto
va ricordato che in natura esistono moltissimi lieviti. Essi sinsediano soprattutto laddove
trovano migliori condizioni di vita. Quando trovano lopportuno terreno nutritivo, oltre
a sufciente acqua e calore, si attivano (e cio` e iniziano metabolismo e moltiplicazione)
con tanta maggiore intensit` a, quanto pi` u trovano favorevoli condizioni di vita. Questo, e
cio` e che si devono creare le condizioni particolarmente adatte ad avviare correttamente la
lievitazione, va tenuto presente nella preparazione del pane al sale e miele. Allo scopo
occorrono unopportuna densit` a e una corretta lavorazione dellimpasto, un lasso di tempo
e il calore sempre adeguati allimpasto, cosa non facile a realizzarla e che richiede grande
esperienza. Da queste condizioni dipende il fatto che la qualit` a del pane al sale e miele
vari di volta in volta. Per preparare questo pane non si usano lieviti pronti; lesito dipende
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dalla misura in cui il miele entra spontaneamente in fermentazione.
Nel migliore dei casi il pane al sale e miele ` e un pane corposo e pesante, che va
masticato bene. Se i tempi di panicazione durano parecchie ore si pu` o avvertire un
sapore dolciastro dovuto alla destrinizzazione.
Il gradimento e la digeribilit` a del pane al sale e miele varia da persona a persona. Va
da grandi entusiasmi al totale riuto.
4.1.5 Lievito speciale di Hugo Erbe
Come gi` a detto prima, negli anni Trenta (del 1900), Hugo Erbe diede un nuovo impulso
alla preparazione del pane a base di miele. La sua scoperta consistette nellimpedire che
la fermentazione spontanea, descritta prima a proposito del pane al sale e miele, evol-
vesse direttamente nella preparazione del pane e nellanticipare e rendere autonomo, a
determinate condizioni, il processo di lievitazione del miele, cos` da produrre un lievito
pronto che, aggiunto allimpasto di pane e biscotti, ne provocasse la vivace fermentazione
dellimpasto.
Per consentire ai fermenti del nettare di svilupparsi nel miglior modo possibile, per
nutrirli, allimpasto viene aggiunta della farina di leguminose dallelevato contenuto
proteico. La maggior parte del processo di fermentazione spontanea del miele viene
garantita dalla farina di cereali.
Gi` a nellantichit` a si era soliti usare farina di leguminose. Nel libro So wurde Brot
aus Halm und Glut (La nascita del pane da culmi e braci) di Walther Adrian si trova la
seguente annotazione:
Preparazione dei fermenti nellantica Roma. Traduzione letterale dalla Naturalis Hi-
storia di Plinio, XVIII 102: tuttavia, per ricavare le sostanze dei fermenti che servono
alla fabbricazione del pane dorzo si usa farina di vecciolo (ervum: una leguminosa del-
la famiglia della veccia) o di piselli. Per 5 moggi di farina basta un chilo di sostanza
lievitante.
La novit` a introdotta da Hugo Erbe ` e labbinamento del miele alla farina di legumi-
nose e di cereali che da allora si sono congiunti a formare il nuovo lievito detto lievito
speciale. Il miele proviene dalla sfera dei ori, la leguminosa dalla sfera della terra e
il cereale rappresenta il centro. Esso funge da mediatore, connette, armonizza. Cos` ` e
nato un nuovo lievito dalle nuove, straordinarie caratteristiche. I risultati ottenuti a Ulm
nella panetteria di Hugo Erbe e di sua moglie, andarono quasi persi in tempo di guerra.
Nel 1965, anno di morte di Hugo Erbe, chi scrive riusc` a riprendere gli studi sul lievito
speciale nel laboratorio del centro di Ricerche sul Metodo Biodinamico di Darmstadt e a
sviluppare questultimo sino alla sua applicazione pratica. Il lievito speciale pu` o veni-
re usato con buoni risultati, come di fatto accade, sia dagli addetti ai lavori che dai
profani.
Questo ` e stato possibile solo grazie al generoso sostegno del dottor Peter von Siemens
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Figura 4.1: Il lievito speciale di Hugo Herbe , marchio Sekova,
confezione da 250gr, scadenza 1 anno, prezzo 5.70, venduto in Slovenia.
cui desideriamo, in questa sede, porgere i nostri sentiti ringraziamenti.
Il lievito speciale ` e un lievito pronto in quanto sviluppa la lievitazione desiderata e
non costringe a provocare la cosiddetta lievitazione spontanea, di per s e problematica
perch e difcile da controllare. Il lievito speciale va impiegato da solo, senza aggiun-
ta di altro lievito o della solita pasta acida o di altra sostanza. Esso ha propriet` a
fermentanti equilibrate che ne consentono il facile impiego anche da parte dei non
addetti ai lavori.
Ci si ` e chiesti quale fosse la forma migliore in cui offrire al consumatore il lievito
speciale.
Si ` e giunti alla conclusione che esso si conserva pi` u a lungo e pu` o venire impiegato
meglio sotto forma di granuli secchi contenenti una percentuale di acqua del 10%.
Il lievito speciale viene quindi prodotto sotto forma di granuli secchi.
Questa forma garantisce una buona conservazione dato che gli organismi della fer-
mentazione, allo stato secco, si modicano pochissimo. Ci` o ne consente la conservazione
sia a livello industriale che privato. La peculiarit` a di questo stato secco, inoltre, ` e che il
lievito speciale in granuli pu` o venire spedito, come di fatto avviene, senza pericolo alcuno
in qualsiasi parte della terra.
Il lievito speciale in granuli ha una durata minima di un anno.
I vantaggi dellimpiego di questo nuovo lievito consistono, dal punto di vista delle tec-
niche di panicazione, nella sua universalit` a. Mentre la pasta acida pu` o venire impiegata
solo in un impasto con una percentuale preponderante di farina di segale e il lievito di
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birra, invece, (a meno che non vengano usati metodi di acidicazione) ` e adatto solo alla
lavorazione di farine di frumento, col fermento speciale possono venire prodotti senza
difcolt` a pane e dolci sia di farina di segale che di farina di frumento (o qualsiasi
miscela di questi due cereali).
Si ` e inoltre dimostrato che, a condizione di rispettare le loro particolari caratteristiche,
col lievito speciale si pu` o preparare un buon pane dorzo o di avena, ritenuti di difcile
panicazione negli ambienti degli addetti ai lavori, sia mescolati in percentuali elevate che
impiegati da soli (lavena deve in tal caso venire usata sotto forma di occhi). Con luso
di alcuni accorgimenti e del lievito speciale, possono essere trasformati in pane saporito
persino i cereali ritenuti non panicatili e cio` e mais, miglio, riso e grano saraceno (=
poligonacea). Questo ` e di grande utilit` a per chi deve seguire un regime alimentare speciale
(ad esempio in caso di celiachia o di sprue). Si pu` o persino usare farina di manioca (un
tubero tropicale) mischiata al 60% con farina di frumento senza rischiare di far decadere
la qualit` a del pane.
Il pane e i dolci preparati con competenza col lievito speciale hanno un aspetto grade-
vole, una mollica di buona consistenza, sono facili da tagliare e da masticare e, soprattutto,
hanno un sapore delicato, un buon aroma e sono di facile digestione. Dal punto di vista
della qualit` a nutritiva va sottolineata la buona digeribilit` a del pane e dei dolci preparati
col lievito speciale e consigliabili soprattutto nei casi di intolleranza al pane e ai dolci
preparati con la pasta acida o col lievito di birra. Tutte queste caratteristiche fanno s` che
questo nuovo lievito sia apprezzato da unampia cerchia di persone.
Quando per panicare sintende usare il lievito speciale (sotto forma di granuli secchi),
bisogna per prima cosa provvedere a risvegliare i fermenti essiccati. Allo scopo
bisogna aggiungere ai granuli di fermento i seguenti ingredienti:
1. acqua
2. sostanze ricche di carboidrati
3. calore
Questo signica che il lievito speciale va prima sciolto in acqua e poi mischiato a
Schrot di cereali e a farina bianca e che va lasciato riposare a lungo in luogo caldo. I
fermenti e i lieviti che sotto forma di granuli si trovano gi` a nellambiente acido a loro
consono, a poco a poco, si attivano; ci` o si manifesta nel fatto che limpasto cui ` e stato
mischiato il lievito speciale viene pervaso da bollicine.
Se ad esso si aggiunge di nuovo acqua calda, Schrot di cereali e farina, i fermenti
vengono messi in condizione di spiegare appieno la loro forza. Il metabolismo e la ri-
produzione dei fermenti si attivano sempre pi` u. Dopo alcune ore di riposo in luogo caldo
ha luogo una vivace crescita dellimpasto che, giunto al massimo delle sue possibilit` a,
raggiunge un volume pari a tre volte quello iniziale. Questo impasto giunto al termine
delle propria maturazione ` e un particolare tipo di impasto acido.
A questo punto pu` o venire impiegato per la preparazione di pane e dolci ed ` e sempre
disponibile dato che pu` o venire conservato in frigorifero per lungo tempo (da 3 a 6
mesi).
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Questo impasto viene detto composto di base, dato che costituisce la base necessaria
alla preparazione di pane e dolci. Il composto di base, come il lievito speciale in granuli,
contiene i fermenti derivati soprattutto dal fermento di partenza e cio` e dal miele.
Tutti possono prepararsi da s e il composto di base partendo dal lievito speciale in
granuli e seguendo le precise indicazioni date nella seguente ricetta. Tuttavia si pu` o anche
richiedere il composto di base al produttore del lievito in granuli. Cosa consigliabile
soprattutto ai profani le prime volte che fanno il pane col lievito speciale onde consentire
loro di rispettare tutte le condizioni necessarie alla buona riuscita di pane e dolci. Spesso,
le panetterie, per risparmiare tempo, si fanno spedire il composto di base pronto, a regolari
intervalli di tempo.
Il lievito speciale viene messo in commercio sia sotto forma di granuli che di composto
di base.
Diamo ora le indicazioni precise per coloro che desiderano preparare da s e il composto
di base.
4.1.6 Preparazione del composto di base
1
a
fase: in un recipiente appropriato sciogliere
20 g di lievito speciale in granuli che equivale a circa 1 cucchiaio
da minestra colmo
in 220 cc di acqua, badando che non si formino grumi.
Lacqua deve essere a 40.
A ci ` o vanno aggiunti
100 g di Schrot di frumento a grana media e
100 g di farina frumento (ad es. qualit ` a DEMETER tipo 550).
Mescolate bene! Limpasto deve risultare morbido, ma non deve trasudare acqua.
Lasciatelo riposare coperto da 15 a 24 ore. La temperatura ottimale si aggira attorno
a 30. A questa temperatura limpasto di questa prima fase ` e gi` a maturo dopo 15
ore, cosa individuabile dalla formazione di bollicine.
La temperatura minima ` e di 25. A questa temperatura limpasto deve riposare per 24
ore circa.
2
a
fase: aggiungete poi
70-90 cc di acqua a 40.
Fatela assorbire dallimpasto aggiungendovi
150 g di Schrot di frumento a grana media e
150 g di farina di frumento (ad es. qualit ` a DEMETER tipo 550).
Impastate di nuovo tutto bene! Limpasto risulter` a pi` u o meno denso a seconda della
quantit` a di acqua aggiunta. Lasciatelo di nuovo riposare ben coperto. Anche la tempera-
tura di questa seconda fase preparatoria del composto di base si aggira attorno a 30. A
questa temperatura e dopo 5 ore, limpasto ` e gi` a aumentato da 2 volte e a 3, rispetto al
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volume iniziale ed ` e pronto per luso. A temperature inferiori, ad esempio a 25, il tempo
di maturazione si protrae sino a 24 ore. Il risultato di questa manipolazione ` e il composto
di base pronto, che ` e ora uno strumento di fermentazione e deve emanare un delicato,
piacevole profumo di fermentazione.
Afnch e questo composto di base si conservi il pi` u a lungo possibile e sia sempre
disponibile, va conservato in frigorifero in un recipiente di vetro col coperchio a vite.
Nonostante le precise indicazioni fornite a chi intende panicare coi fermenti speciali,
possono sorgere degli interrogativi. Tentiamo di fornire un aiuto riassumendo di seguito
le domande che ci vengono rivolte pi` u di frequente e le relative risposte. Per una migliore
comprensione forniamo le spiegazioni delle misure e dei pesi adottati in questo volume:
1 chilo = 1.000 grammi (g)
= 500 grammi
1 litro = 1.000 centimetri cubi (cc)
1 CM = 1 cucchiaio da minestra
1 CT = 1 cucchiaino da t` e
1 PC = 1 punta di coltello.
La temperatura viene indicata in gradi Celsius.
Anche i panettieri casalinghi dovrebbero munirsi di un recipiente graduato in centi-
metri cubici (cc) e possibilmente anche di un termometro in grado di segnare i 50. Oltre
che, ovviamente, di una bilancia da cucina che si d` a per scontata.
1
a
domanda: per fare il pane col lievito speciale ` e indispensabile il composto di base?
Risposta: s`. Una corretta preparazione del composto di base garantisce unintensa
lievitazione dellimpasto sia del pane che dei dolci consentendo di ottenere prodotti
di buona qualit` a. La cattiva riuscita di pane e dolci dipende spesso dalla scadente
qualit` a del composto di base.
2
a
domanda: cosa sintende quando si parla di recipiente appropriato alla preparazione
del composto di base?
Risposta: sintende, ad esempio un recipiente di vetro per conserve alto, della ca-
pienza di 2-3 litri. In un recipiente del genere limpasto non rischia di lievitare in
larghezza. Inoltre il vetro consente di osservare bene tutti i processi. Il recipiente
deve poter essere coperto con un coperchio o con un piatto. Questo ` e della massima
importanza perch e deve esserci ricambio daria ma la pasta non deve asciugarsi in
supercie, altrimenti viene compromessa la fermentazione.
3
a
domanda: perch e per la preparazione del composto di base si usa Schrot medio di
frumento assieme alla proibita farina bianca?
Risposta: per ottenere il desiderato impasto di base dolce si prestano meglio i ma-
cinati di frumento. Grazie allo Schrot medio di frumento limpasto acquisisce una
struttura morbida e ariosa. La farina bianca di frumento offre ai fermenti un ali-
mento ricco di carboidrati di cui essi hanno assolutamente bisogno e che consente
loro un rapido sviluppo. Se si usasse una farina scura o esclusivamente Schrot di
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frumento si provocherebbe dellacidicazione che inuenzerebbe anche il sapore
del pane e dei dolci. (Si pu` o ricorrere al composto di base ogni volta che non ` e
indispensabile seguire la dieta indicata ai malati di celiachia, dato che in tal caso
vanno evitati frumento, segale, orzo e avena).
4
a
domanda: che inuenza ha la temperatura ambientale sulla preparazione del compo-
sto di base?
Risposta: anche gli esseri viventi microscopici hanno bisogno di determinate con-
dizioni di vita che consentano loro di svilupparsi al meglio. Nel caso dei lieviti e
dei fermenti lattici la temperatura ottimale oscilla tra i 27 e i 33 e mediamente ` e
di 30. A questa temperatura il composto di base riesce sempre, a condizione che
si rispettino tutte le altre premesse. Se la temperatura scende al di sotto dei 25 le
condizioni diventano talmente sfavorevoli ai fermenti che il loro sviluppo continua
solo lentamente mettendo cos` in forse la riuscita del composto di base. A tempe-
rature troppo basse il composto di base non pu` o maturare e non ` e pi` u adatto alla
preparazione di pane e dolci.
5
a
domanda: come si pu` o raggiungere la temperatura ambientale necessaria alla prepa-
razione casalinga del composto di base?
Risposta: esistono molti sistemi per ottenere la temperatura desiderata per il com-
posto di base che va dai 27 ai 33. Ad es. si pu` o mettere il recipiente contenente
la pasta in prossimit` a del calorifero (ma mai sul calorifero stesso, a meno che non
abbia una temperatura inferiore ai 35). Ottima la temperatura costante del locale
caldaia. Pu` o servire allo scopo anche uno scaldavivande fatto in casa e mantenuto
a temperatura costante con borse dellacqua calda o con mattoni caldi. Anche il
forno di cucina portato a temperatura corporea e mantenuto caldo lasciando
accesala lampadina interna pu` o fornire per tutta la notte la temperatura suf-
ciente (30 circa) e necessaria alla preparazione del composto base. (Vedere anche
la domanda e la risposta 4 del capitolo Metodi di panicazione rapida).
6
a
domanda: se il composto di base, aumentato nella seconda fase di 2-3 volte il volume
di partenza, si afoscia, la cosa incide negativamente sulle fasi successive?
Risposta: no. Se il composto di base, dopo essere aumentato nel corso della se-
conda fase di 2-3 volte il volume di partenza si afoscia, vuole solo dire che si ` e
superato il momento ottimale di fermentazione e che ora esso ` e maturo e pronto
per venire impiegato nella preparazione di pane e dolci. A questo punto il compo-
sto di base dovrebbe essere messo anche in recipienti di vetro col coperchio a vite
(riempiti per 3/4) e messo in frigorifero.
7
a
domanda: cosa vuol dire se il composto di base riposto in frigorifero (dentro un re-
cipiente di vetro dal coperchio saldamente avvitato) riprende a fermentare intensa-
mente?
Risposta: quando il composto di base riposto in frigorifero riprende a fermentare
considerevolmente signica che non aveva portato a termine la maturazione, che
la fermentazione era stata, per un qualche motivo, bloccata. Questo per lo pi` u a
causa di un recipiente troppo largo, del prosciugamento della pasta o della
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temperatura troppo bassa. Ad ogni modo si pu` o notare una prosecuzione della
fermentazione anche nel composto di base maturo quando viene travasato da un
recipiente di vetro allaltro e cio` e se si smuove limpasto.
`
E per questa ragione che
il recipiente di vetro a vite dovrebbe essere messo in frigorifero solo pieno per 3/4.
8
a
domanda: quanto tempo si conserva in frigorifero il composto di base?
Risposta: quanto pi` u il composto di base ` e consistente, tanto meglio si conserva.
Riposto, dentro vari recipienti di vetro col tappo a vite, nella parte pi` u fredda del
frigorifero, esso si conserva per molti mesi sino a un massimo di sei.
9
a
domanda: il composto di base vecchio di mesi ` e attivo quanto quello fresco e ce ne
vuole sempre la stessa quantit` a?
Risposta nel caso del composto di base fresco basta la ridotta quantit` a di 10 g (1
cucchiaino da t` e colmo) indicata nelle ricette. Se invece ` e vecchio di alcuni mesi
perde un po di efcacia cosicch e, per sicurezza, ` e meglio usarne 20 g (2 cucchiaini
da t` e colmi).
10
a
domanda: il composto di base conservato a lungo forma in supercie una patina
grigia o trasuda un liquido scuro. Che signica?
Risposta quando si forma una patina grigia in supercie signica che si stanno
sviluppando dei fermenti spontanei che di preferenza si depositano in supercie.
I lieviti sono per loro natura grigi. Quanto al liquido ` e solo acqua in eccedenza
che pu` o venire gettata via. Nella prossima preparazione del composto di base, per
limpasto della seconda fase, andr` a usata una minor quantit` a di acqua.
11
a
domanda: si pu` o allungare in qualche modo il composto di base che sta per nire?
Risposta: si, lo si pu` o fare benissimo e a temperatura ambiente moltiplicandolo
dieci volte. Allo scopo sciogliete 100 g di composto di base e 30 g di fermenti
speciali in granuli in 350-400 cc di acqua a 40 senza lasciare che si formino gru-
mi. Aggiungetevi poi una miscela di 300 g di Schrot di frumento e 300 g di farina
di frumento (ad es. qualit` a DEMETER tipo 550) in modo da ottenere un impasto
omogeneo. Lasciatelo riposare per una notte in una ciotola non troppo bassa a tem-
peratura ambiente (non inferiore a 20) facendo attenzione a non farne prosciugare
la supercie. Dopo 12 ore circa questo composto di base riprodotto sar` a talmen-
te ben lievitato da poter venire messo in recipienti di vetro dal tappo a vite (colmi
per 3/4) e riposto in frigorifero. Questo composto di base riprodotto va usato nello
stesso modo in cui viene usato quello fresco e quando anchesso sta per nire, pu` o
venire rifatto con lo stesso procedimento di cui sopra usando allo scopo il composto
di base gi` a riprodotto una volta. Laggiunta di lievito speciale in granuli ravviva
sempre limpasto. Se dopo alcune volte che si ripete tale procedimento si nota un
calo della forza fermentativa si decide di preparare di nuovo del composto di base
fresco o di farselo spedire.
12
a
domanda: al posto del composto di base si pu` o tenere da parte un po di pasta
preparata per fare il pane e usarla per panicare di nuovo?
Risposta: si, si pu` o e il procedimento verr` a descritto pi` u avanti.
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a
domanda: il composto di base pu` o venire preparato anche secondo altre ricette de-
scritte da altri libri di cucina?
Risposta: la ricetta proposta in questo libro per la preparazione del composto di
base ` e stata accuratamente sperimentata. Non si vede perch e la si debba modicare
se lautrice, dopo molti esperimenti, lha ritenuta la pi` u efcace e la migliore. Se
il composto di base viene preparato e usato secondo le indicazioni date, i tempi di
fermentazione del pane e dei dolci coincidono con quelli delle ricette descritte e si
possono ottenere prodotti molto saporiti.
Il lettore potr` a controllare personalmente se sia possibile ottenere gli stessi risultati
modicando la ricetta del composto di base. Il tempo di fermentazione pi` u lungo e il sa-
pore acidulo del prodotto testimonieranno che il composto di base usato non ha consentito
di ottenere un pane e dei dolci della massima qualit` a.
4.2 Panicare col lievito speciale Hugo Erbe
Come gi` a detto il composto di base ` e un tipo particolare di lievito naturale (pasta acida)
in cui sono presenti in forma concentrata tutti gli agenti della fermentazione, i fermenti
del miele e gli aromatizzanti. Nel corso della preparazione del pane e dei dolci ha luogo
unulteriore moltiplicazione di tali fermenti. Ci` o si verica preparando, la sera, un primo
impasto con composto di base, lievito speciale in granuli, acqua e Schrot di cereali o
farina o una miscela dei due.
Il primo impasto deve essere lasciato riposare per tutta la notte, ben coperto, a una tem-
peratura costante di 23-25. La mattina successiva il primo impasto ` e tutto un fermento
di bollicine, come si pu` o notare particolarmente bene lacerando la supercie dellimpasto.
Aggiungendo dello Schrot di cereali o della farina o una miscela di ambedue, sale e
acqua molto calda a questa fase dellimpasto maturo, si ottiene un impasto molto elastico,
limpasto principale. Esso deve essere lasciato riposare per breve tempo ben coperto in
luogo caldo. Dopo questulteriore lievitazione limpasto risulta ben lievitato, morbido e
leggero. A questo punto lo si pu` o dividere in parti cui dare forma e mettere negli stampi
o nei cestini di lievitazione. Dopo un altro breve lasso di tempo le porzioni di pasta sono
ulteriormente lievitate tanto da poter essere infornate per la cottura.
Gli addetti ai lavori deniscono questo procedimento lavorazione a un passaggio per-
ch e prima dellimpasto principale viene preparato un primo impasto e cio` e un primo stadio
di impasto. Nelluso del lievito speciale questa lavorazione comprendente una sola fase
preparatoria pu` o essere considerata il metodo classico. Le preparazioni a parecchie fasi
(certe ne prevedono quattro), per lo pi` u non sono i nteressanti a causa della quantit` a di
tempo che richiedono. Diamo di seguito brevi suggerimenti per la lavorazione.
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4.2.1 Preparazione del pane
Diamo ora di seguito una ricetta con le esatte quantit` a di macinato di frumento e segale
necessarie.
Schrot di frumento e di segale (ambedue integrali, possibilmente) e farina di segale si
possono usare nelle quantit` a desiderate. I succitati macinati si possono panicare anche
da soli.
Nellimpiego di farina di frumento, per la panicazione, si dovrebbe aggiungere al-
meno 1/3 di Schrot di frumento (vedere anche al n.9 delle seguenti domande e risposte).
Per semplicit` a nella seguente ricetta, parlando di macinati, si user` a il termine
Schrot, fermo restando la possibilit` a di usare cereali di diverso tipo.
Ricetta base per la preparazione del pane con una
Lavorazione in una fase
1. Primo impasto:
10-20 g di composto di base, da 1 a 2 cucchiaini da t ` e colmi
3 g di fermento speciale in granuli, 1 cucchiaino da t ` e colmo
300-400 g di Schrot
300-400 cc di acqua a 40circa.
Sciogliere in un recipiente di adeguate proporzioni (n e di plastica, n e di alluminio) il
composto di base e il lievito speciale in granuli in poca acqua, facendo attenzione che non
si formino grumi. Aggiungere poi lacqua restante e lo Schrot, mescolando bene. Se per
il primo impasto si usano 300 g di Schrot il pane risulter` a particolarmente delicato.
Questo primo impasto deve riposare, coperto con un coperchio, un piatto o un foglio
di alluminio, almeno per 12 ore a 23-25.
`
E importante che la temperatura non scenda al
di sotto dei 23.
Si pu` o mettere da parte una piccola quantit` a di primo impasto maturato per usarla al
posto del composto di base alla prossima panicazione. Analogamente al composto di
base esso va conservato in frigorifero in un recipiente di vetro col coperchio a vite. Ogni
tanto, per` o, sar` a opportuno rifare il pane ripartendo dal composto di base fresco.
2. Impasto principale:
aggiungere al primo impasto maturo
600-700 g di Schrot
(in modo da portare la quantit ` a complessiva di primo impasto e
impasto principale a 1 kg)
10-18 g di sale
(da aggiungere allo Schrot sciolto in poca acqua)
e tanta acqua caldissima a 60 da ottenere un impasto elastico. La quantit` a di acqua
necessaria dipende dallo Schrot o dalla farina usati. Per lavorare 1 kg di Schrot sono com-
plessivamente necessari 750 cc di acqua (per il primo impasto e per limpasto principale).
Limpasto principale deve raggiungere 30 circa.
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Ora limpasto principale va lavorato a fondo in modo da ottenere una massa molto
omogenea, cosa che avviene entro 5-10 minuti al massimo. Successivamente lo si pu` o la-
sciare riposare in luogo caldo (non oltre i 35), ben coperto in modo che non asciughi.
Dopo 40-50 minuti dovrebbe essere ben lievitato.
Ora limpasto ben lievitato viene suddiviso in porzioni cui viene data una forma. Esse
vengono poste entro stampi imburrati o in cestini da lievitazione cosparsi di farina ove re-
steranno a riposare ben coperti dai 30 ai 40 minuti. La supercie delle porzioni dimpasto
non deve asciugare. Le porzioni di pasta potranno essere infornate quando saranno ben
lievitate.
La temperatura del forno deve essere di circa 220. Con 1.160 g di pasta si ottiene
1 kg di pane che, alla temperatura indicata, sar` a cotto a fondo e ben dorato nellarco di
unora.
domande e risposte
Con le seguenti domande e risposte intendiamo chiarire alcune questioni importanti ed
eliminare eventuali dubbi.
1
a
domanda: cosa si intende per recipiente di adeguate proporzioni e di che materiale
devessere fatto?
Risposta: le dimensioni del recipiente dipendono dalla quantit` a di macinato da
utilizzare. Per lavorare 1 kg di Schrot ci vuole un recipiente della capienza di 5
litri. Esso non deve mai essere troppo grande per evitare che il primo impasto lieviti
troppo e che sinterrompa cos` la lievitazione. Se si possiede solo un recipiente
eccessivamente capace ` e opportuno usarlo tenendolo obliquo in modo che il primo
impasto formi uno strato dello spessore di un pugno.
I recipienti di terraglia o di porcellana sono particolarmente adatti alla panicazione
casalinga. Si possono per` o usare anche recipienti di acciaio inossidabile: o teglie o
pentole smaltale e non scheggiate.
2
a
domanda: che fare se la temperatura ambiente non ` e quella ideale, se, ad esempio, ` e
inferiore ai 23?
Risposta: in tal caso, il privato, pu` o ricorrere a uno scaldavivande o avvolgere il
recipiente contenente il primo impasto in una coperta di lana.
Non usate mai un primo impasto insufcientemente lievitato perch e non pu` o dare
buoni risultati. Un primo impasto non lievitato va tenuto ben coperto per alcune
ore in luogo caldo o a bagnomaria (a una temperatura non superiore a 35) sinch e
matura.
3
a
domanda: qual ` e la temperatura ottimale per la lievitazione del primo impasto?
Risposta: la temperatura ottirnale oscilla tra i 23 e i 25. Il primo impasto non deve
mai riposare nottetempo in luogo troppo caldo. In tal caso, ad esempio a 30, lievita
prima che siano trascorse 12 ore e, continuando a stare al caldo, supera il limite
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di fermentazione. Ci` o inuirebbe in maniera negativa sui successivi processi di
maturazione dellimpasto principale e delle porzioni di pasta. Questo pericolo non
sussiste se il primo impasto continua a lievitare per oltre 12 ore a una temperatura
bassa (di 23-25).
4
a
domanda: come si fa a capire se il primo impasto ` e lievitato a dovere?
Risposta: i segni caratteristici dellavvenuta lievitazione sono questi: il primo im-
pasto ` e aumentato di volume a causa della fermentazione; scavando sotto la super-
cie esso risulta molto poroso ed emana un gradevole profumo di fermentazione
(non acido). Laspetto ` e talmente convincente che non viene neppure da chiedersi
se limpasto ` e lievitato bene.
5
a
domanda: una certa quantit` a di primo impasto conservata in frigorifero entro un reci-
piente di vetro col tappo a vite si conserva a lungo quanto il composto di base?
Risposta: il primo impasto lievitato non dovrebbe essere conservato troppo a lun-
go, al massimo 14 giorni. Fare il pane spesso non solo consente di fare molta
esperienza, ma anche di evitare i fastidi connessi allinvecchiamento del primo
impasto.
6
a
domanda: come mai usando minori quantit` a di Schrot nel primo impasto (300 g
anzich e 400 g) il pane risulta meno acido?
Risposta: ai ni dellacido lattico contenuto nei prodotti preparati ottenuti con una
lavorazione in una fase sola, sono decisivi in primo luogo la quantit` a di Schrot
usata per il primo impasto e poi il tempo di fermentazione. Per lievitare a fondo, il
primo impasto ha bisogno di un tempo di fermentazione di almeno 12 ore (vedere
le sottostanti ricette). Dato che tale tempo di fermentazione ` e indispensabile, la
quantit` a di acido lattico pu` o essere inuenzata solo dallappropriata scelta della
quantit` a di Schrot. Per capire meglio ` e utile il seguente schema in cui viene data la
quantit` a di Schrot necessario sia per il primo impasto che per limpasto principale
e che descrive leffetto che esso ha sul sapore del prodotto.
Primo impasto 300 g di Schrot, impasto principale 700 g di Schrot:
sapore molto delicato, adatto per il pane e i dolci
Primo impasto 400 g di Schrot, impasto principale 600 g di Schrot:
sapore delicato, adatto per il pane
Primo impasto 500 g di Schrot, impasto principale 500 g di Schrot:
sapore lievemente acidulo, adatto per il pane (soprattutto di segale).
7
a
domanda: quali specie di cereali si prestano meglio alla lavorazione col lievito spe-
ciale?
Risposta: con le ricette sopra indicate si possono preparare vari tipi di pane di
segale e di frumento, anche aggiungendo 1/3 di orzo e/o di avena. Se il pane deve
essere preparato solo coi cosiddetti cereali di difcile panicazione quali lorzo e
lavena, oppure coi cosiddetti cereali non panicabili quali mais, miglio e grano
saraceno (= poligonacea), bisogna ricorrere a ricette speciali che, dettagliatamente
descritte, si trovano nella seconda parte del volume. Il farro va lavorato come il
frumento.
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8
a
domanda: come deve essere lo Schrot impiegato per la panicazione?
Risposta: lorganismo umano digerisce meglio un cereale macinato ne che, tra
laltro, ` e anche pi` u facile da lavorare. Quando si usano Schrot macinati grossolana-
mente bisogna fare attenzione che vi sia una sufciente percentuale di componente
farinacea per garantire ai fermenti sufciente alimento per svilupparsi.
9
a
domanda: per fare il pane si pu` o usare anche solo farina (senza Schrot)?
Risposta: la farina di segale pu` o essere usata da sola o mescolata alla farina di
frumento in una percentuale del 50%. Luso di sola farina di frumento, ricca di
glutine, d` a prodotti pi` u compatti di quelli che si ` e abituati a consumare. Usando
farina di frumento conviene quindi aggiungere sempre 1/3 di Schrot di frumento o
di segale.
10
a
domanda: durante la preparazione dellimpasto principale si pu` o versare acqua cal-
dissima (da 55 a 6O) direttamente sul primo impasto?
Risposta: non ` e n e consigliabile, n e necessario. Se al primo impasto lievitato si
aggiunge prima lo Schrot di cereale e poi vi si versa sopra lacqua calda e si inizia
subito ad impastare, la temperatura si diffonde rapidamente in tutto limpasto.
11
a
domanda: come si fa a capire se la densit` a dellimpasto principale ` e quella giusta?
Risposta: individuare la giusta densit` a dellimpasto ` e questione di esperienza e
dipende anche dal tipo di cereale e dal modo in cui viene cotto il pane, se dentro
uno stampo o sulla placca. I 750 cc di acqua consigliati nella ricetta (sia per il
primo impasto che per quello principale) e per la lavorazione di 1 kg di Schrot,
vanno considerati una regola generale.
Quando si lavorano macinati di frumento, limpasto principale, se cotto entro stam-
pi, pu` o anche essere morbido. Grazie alle sue particolari proteine (glutine), gli
impasti di frumento hanno una buona coesione. Se, invece, un prodotto di fari-
na di frumento viene cotto senza stampo, per evitare che la pasta si spanda
durante la cottura, bisogna prepararla pi ` u densa.
Normalmente gli impasti a base di farina di segale vengono preparati pi` u densi e
cio` e vengono preparati con meno acqua. Questo dipende da una caratteristica della
segale che, in fase di cottura, ha una minore capacit` a di legarsi allacqua di quanto
non labbia il frumento.
Solo a cottura ultimata si pu` o capire se la quantit` a di acqua aggiunta allim-
pasto principale era pi ` u o meno sufciente. Quando se ne ` e aggiunta troppo
poca si ottiene del pane dalla mollica secca. Quando se ne ` e aggiunta troppa la
mollica ` e umida. La giusta quantit` a di acqua ` e decisiva anche ai ni dellaroma
e del sapore.
12
a
domanda: che fare per suddividere in porzioni e dare forma anche agli impasti mor-
bidi?
Risposta: per lavorare, suddividere e dare forma allimpasto principale occorre
sempre spolverarlo di farina. Le pi` u adatte allo scopo sono la farina di frumento o
quella di segale macinate nemente.
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. . . come una foglia nel vento. . .
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Per suddividere la pasta senza che appiccichi alle dita, bisogna lavorare con rapidit` a,
toccandola come se scottasse. Prima di lavorare le porzioni ` e opportuno infarinare
le dita e il ripiano di lavoro. Se limpasto risulta troppo morbido si pu` o aggiungere
un po di Schrot macinato ne per correggere la densit` a dellimpasto. Quando la
densit` a dellimpasto principale ` e quella giusta lavorare le porzioni di pasta risulta
facile e richiede laggiunta di poca farina (Schrot macinato ne).
13
a
domanda: come lavorare e dare forma alle porzioni di pasta?
Risposta: potendo, sarebbe opportuno farselo insegnare al rallentatore da un ad-
detto ai lavori. Ai profani possono essere utili le seguenti indicazioni: disponete
le porzioni di pasta davanti a voi sul ripiano infarinato. Prendetene uno per i bordi
(meglio a due mani) e ripiegatelo verso linterno. Ruotate poi la porzione di pasta
e ripiegate verso linterno unaltra parte del bordo. Continuate cos` sino a che sulla
parte superiore della porzione (grazie allintervento fatto su tutto il bordo esterno
della porzione di pasta) si sar` a venuta a formare una serie di rughe mentre il resto
della porzione di pasta rester` a liscio e teso. Se questoperazione non riesce al primo
colpo, va ripetuta. Essa viene denita impastare. La porzione di pasta impa-
stata tutto in tondo pu` o quindi essere messa a lievitare in un apposito cestino
(rotondo) con la parte lavorata rivolta verso lalto. Se si desidera una forma
di pane allungata occorre schiacciare leggermente al centro col pugno chiuso la
porzione di pasta impastata in tondo, ripiegando verso il centro le due parti in cui
viene a trovarsi diviso e arrotolando poi la pasta a formare un cilindro percorso da
una linea di divisione. Il cilindro di pasta va poi posto in una forma imburrata con
la scanalatura centrale volta verso il basso, oppure in un cestino da lievitazione in-
farinato, con la scanalatura centrale volta verso lalto. Prima di essere infornate, le
porzioni di pasta messe nei cestini da lievitazione vengono rovesciate sulla piastra
cos` che la scanalatura centrale resta rivolta verso il basso. (I cestini di lievitazione
sono di vimini e sono in vendita nei negozi specializzati).
14
a
domanda: come si fa a giudicare se la fermentazione dellimpasto principale e delle
porzioni della pasta ha raggiunto un buon punto?
Risposta: limpasto principale deve essere talmente elastico da suscitare entusia-
smo e da escludere a priori questo interrogativo. La lievitazione pu` o essere osserva-
ta scavando un po sotto la supercie. La premessa di una perfetta lievitazione del-
limpasto principale ` e un ottimo primo impasto, quale quello descritto alle risposte
n.2 e n.5.
Limportante ` e che limpasto principale sia caldo al punto giusto. La temperatura
ottimale si aggira attorno ai 30. Essa si ottiene con luso di acqua molto calda per
la preparazione dellimpasto principale. Limpasto principale preparato a tale tem-
peratura (circa 30) lievita bene, anche a temperatura ambiente, in 40-50 minuti. Se
lo si mette in luogo caldo (che non superi i 35) il tempo di fermentazione si ac-
corcia. Ovviamente limpasto principale deve venire coperto in ogni caso, in modo
che la supercie non asciughi. Qualora limpasto venga suddiviso in porzioni, esse
vanno poste in forme preriscaldate. Ci` o evita che la pasta si raffreddi. Se limpasto
principale era caldo abbastanza (circa 30) si possono lasciar lievitare le porzioni
di pasta, ben coperte, anche a temperatura ambiente. Il tempo di lievitazione delle
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porzioni della pasta si accorcia se le si pone in luogo caldo. Anche in tal caso, per` o,
la temperatura non dovrebbe superare i 35; in caso contrario la pasta lievita troppo
e troppo in fretta.
Se i tempi di fermentazione dellimpasto principale e delle porzioni della pasta su-
perano quelli indicati dalla ricetta vuol dire che si ` e compiuto un errore che andr` a
scoperto la volta successiva analizzando attentamente le singole fasi di fermenta-
zione e rispettando rigorosamente i consigli relativi alla lievitazione. Il pane che
ha richiesto un tempo di lievitazione superiore alla norma ha un sapore lievemente
acidulo.
15
a
domanda: che stampi usare?
Risposta: si possono usare stampi di lamiera nera o bianca, di vetro da forno o di
terracotta. Le forme di terracotta vanno bagnate prima delluso e poi asciugate e
imburrate come si fa solitamente con gli stampi.
Quando si cuoce il pane senza stampo, le porzioni di pasta vanno messe in cestini
speciali (gi` a descritti alla domanda n.13) e, a lievitazione conclusa, vanno rovesciate
sulla teglia del forno per essere cotte. Dato che la teglia ` e liscia, la pasta tende
ad allargarsi; onde evitarlo, ` e opportuno preparare un impasto pi` u consistente e
cospargere la teglia con un po di Schrot, oppure circondare la porzione di pasta con
un cerchio di teglia imburrato e della misura giusta, il che le impedir` a di dilatarsi.
A met` a cottura tale cerchio andr` a tolto. Questa precauzione consente di preparare
un impasto meno consistente e di ottenere quindi del pane pi ` u sofce.
Qualora il pane posto negli stampi di lamiera bianca non raggiungesse una suf-
ciente doratura lo si pu` o estrarre dagli stampi dopo 3/4 dora di cottura per lasciargli
terminare la coloritura sino a doratura completa.
16
a
domanda: qual ` e la temperatura di cottura ottimale?
Risposta: la giusta temperatura del forno dipende dal tipo di forno e da quanto lo si
riempie. La temperatura iniziale consigliata oscilla tra i 220 e i 250. Dopo ora
di cottura la si pu` o abbassare a 200. La temperatura pu` o dirsi corretta se un kg di
pane (pari a 1.160 g di pasta) cuoce a fondo e risulta ben dorato nellarco di unora.
Va tenuto inoltre presente che in molti forni casalinghi la temperatura indicata non
corrisponde effettivamente a quella reale.
17
a
domanda: come evitare la formazione di croste troppo spesse?
Risposta: perch e si formi una bella crosta la pasta deve essere lievitata bene. Lun-
ghe cotture a basse temperature danno come risultato croste spesse, mentre rapide
cotture a temperature elevate danno croste sottili. Vedere anche la domanda e la
risposta n.16.
18
a
domanda: che fare per evitare che pane e dolci si screpolino durante la cottura?
Risposta: la prima condizione perch e la pasta non si spacchi durante la cottura (e
questo vale per tutti i tipi dimpasto) ` e che sia ben lievitata. Inoltre, prima della
cottura, limpasto andrebbe inumidito in supercie. Se limpasto ` e prevalentemente
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a base di frumento ha una forza particolare (conferitagli dal glutine denso) e no-
nostante tutte le precauzioni si spacca. In tal caso, poco prima di infornarli e di
inumidirli, ` e opportuno praticare sulle porzioni di pasta unincisione longitudinale
di 3-5 cm con un coltello da cucina a lama liscia. In tal caso se il pane o i dolci
dovessero spaccarsi comunque, lo faranno lungo la linea dincisione. La spaccatura
` e per` o in tal caso guidata, gli addetti ai lavori la deniscono una spaccatura tipo
e conferisce a pane e dolci un aspetto pi` u gradevole.
19
a
domanda: le elevate temperature di cottura diminuiscono il valore nutritivo del pa-
ne?
Risposta: le elevate temperature (attorno ai 220) provocano una rapida doratura
della supercie. Allinterno dellimpasto, tuttavia, sino al termine della cottura la
temperatura non supera la temperatura di ebollizione (100). La perdita di vitamine
` e pi` u elevata a basse temperature e con tempi pi` u lunghi di cottura (alcune ore) che
non a elevate temperature e a pi` u rapidi tempi di cottura (da unora a unora e ).
20
a
domanda: come mai, nonostante una prolungata cottura la crosta superciale del
pane non risulta ben dorata?
Risposta: pane e dolci possono dorare bene in supercie solo se in fase di cottura
non si asciugano troppo in fretta. Nei panici lemissione di vapore allinterno
del forno ` e garantita da un apposito dispositivo. I panettieri casalinghi, invece,
a meno che non cuociano il loro pane entro stampi muniti di coperchio, devono
adottare degli accorgimenti speciali. La coltura del pane entro stampi col coperchio,
impedisce lasciugarsi della supercie dellimpasto. Il coperchio andr` a rimosso a
met` a cottura onde consentire la coloritura. Quando limpasto viene cotto in un forno
casalingo entro stampi aperti bisogna collocare sul ripiano pi` u basso del forno una
pirola colma di acqua bollente e toglierla a met` a cottura. Bisogna inoltre ricordarsi
di inumidire le porzioni di pasta prima di infornarle.
Nel forno di casa, bisogna fare attenzione che si sviluppi abbastanza vapore so-
prattutto quando si cuociono dolci di piccole pezzature onde favorirne la buona
lievitazione ed evitarne il prosciugamento. In tal caso, oltre ad introdurre nel forno
una pirola colma di acqua bollente ` e opportuno spruzzare le porzioni prima di in-
fornarle e lo stesso forno, caldo, con un vaporizzatore per i ori. Questultimo non
deve assolutamente essere di rame o di alluminio onde evitare il verde rame. Va
bene un vaporizzatore di plastica bianca, ben pulito, da riempire di acqua fresca a
temperatura corporea solo poco prima delluso.
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a
domanda: ` e opportuno lasciare raffreddare il pane entro gli stampi?
Risposta: se si sono usati stampi di alluminio, no! Il pane va estratto subito altri-
menti ne assorbe lodore e il sapore. Se si sono usate pirole o stampi di terracotta lo
si pu` o lasciare raffreddare dentro gli stampi solo se si desidera una crosta morbida.
Una crosta umida e molle comporta, per` o, un maggiore pericolo di formazione
di muffe che non una crosta asciutta. Per una migliore conservazione del pane
` e meglio estrarlo dagli stampi e lasciarlo raffreddare su di una graticola prima di
riporlo.
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a
domanda: come va conservato il pane per farlo durare pi` u a lungo?
Risposta: perch e il pane si conservi il pi` u a lungo possibile deve essere ben cotto
e ben dorato. Il pane va riposto in modo da avere ricambio daria, dato che
deve poter respirare. Laria umida e calda favorisce la formazione di muffe.
La maggior parte dei contenitori in cui viene conservato il pane non garantiscono
una sufciente circolazione daria. In tal caso meglio lasciare una fessura aperta
che consenta il ricambio daria.
Per conservare il pane vanno molto bene i recipienti di terracotta. Anche in tal caso
bisogna badare a un opportuno ricambio daria. Il pane non va mai conservato per
lungo tempo entro sacchetti di plastica tranne che in frigorifero.
Rispettando queste condizioni lo si pu` o conservare anche 14 giorni.
23
a
domanda: il pane conservato pu` o essere fatto rivivere?
Risposta: si, inumidendolo tutto con acqua fredda e riscaldandolo a 200 per mez-
zora nel forno preriscaldato. La temperatura del forno ` e corretta se impedisce che
il pane dori ulteriormente. Qualora il pane fosse surgelato, prima di passarlo di
nuovo in forno come spiegato prima, bisogna sgelarlo completamente. (Quando si
inumidisce il pane bisogna badare a non far nire troppa acqua nella fenditura per
evitare di inumidire troppo la mollica). Il pane cos` riscaldato ha quasi la stessa
freschezza del pane appena cotto e si mantiene fresco per alcuni giorni. Uno dei
vantaggi di tale processo ` e che il riscaldamento blocca il pericolo di sviluppo di
muffe che rischiano di prodursi nel pane conservato a lungo.
24
a
domanda: quali ingredienti e spezie ` e consigliabile aggiungere al pane?
Risposta: si possono aggiungere noci o nocciole (a pezzetti o macinate grosso-
lanamente), semi di girasole, semi di lino (macinati o meno) e di sesamo. Come
spezie si possono aggiungere il cumino, il coriandolo, lanice e il nocchio (maci-
nato o meno). La prima parte di questo volume si conclude con una serie di ricette
di diversi tipi di pane a base di svariate miscele di cereali e che prevedono pure
laggiunta di differenti ingredienti e spezie.
. . .
4.3 Metodi rapidi
ai bei tempi
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andati
.
Oggi purtroppo, dimentichi della saggia lezione che ci viene suggerita dallosservanza
di uno stile di vita semplice e armonioso, il pane ` e stato relegato al ruolo di cibo di
accompagnamento di piatti assai
ricchi
prezioso
degenerata
, poich e sensibilmen-
te lontana dalla forma equilibrata con cui il chicco si presenta in natura. Per questo ` e asso-
lutamente importante salvaguardare la farina stessa dai processi di impoverimento, quali
lossidazione, cui lesposizione allaria e il passare del tempo la sottopongono. Ecco per-
ch e si raccomanda sempre luso di farine macinate di fresco oltre che, ovviamente, il
pi ` u possibile integrali e ottenute da cereali coltivati biologicamente.
Per quel che riguarda lacqua, ` e inutile nascondere che quanto esce dai nostri rubinet-
ti di casa ` e spesso un prodotto scadente, quando non a rischio: batteri nocivi, solventi,
metalli pesanti (piombo, cromo, mercurio eccetera), cloro (elemento sterilizzante ma che,
frequentemente, diventa con i suoi derivati, altamente nocivo), fosfati, le famigerate dios-
sine, sono solo i principali elementi della grande famiglia degli inquinanti che si arricchi-
sce di anno in anno. Pertanto ` e prudente quantomeno sottoporre lacqua a bollitura
prima delluso o ricorrere agli appositi depuratori (ionizzatori o semplice ltro a carbo-
ni). E ancora, lesposizione alla luce solare per qualche ora e una vigorosa mescolata
ossigeneranno lacqua e la arricchiranno caricandola energicamente.
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7.2 Preparazione casalinga del pane
Mescolare assieme acqua e farina no a ottenere un impasto morbido ed elastico
nello stesso tempo, grande quanto una pallina da tennis e riporlo in una ciotola,
coperta con un panno umido, in un angolo temperato della casa ove si lascer` a per
2-3 giorni, a seconda della temperatura. Da quel momento inizieranno a svilupparsi
diverse specie di lieviti e batteri che, per effetto di una fermentazione in parte lattica
e in parte alcoolica, goneranno limpasto, conferendogli un caratteristico odore
acido. Per favorire tale processo si potr` a aggiungere una punta di malto o usare, in
luogo dellacqua, il liquido di cottura della pasta (vedere al capitolo successivo);
passato questo periodo, limpasto va rinfrescato mediante aggiunta di nuova farina
e acqua no a raddoppiare il volume;
lasciate riposare ancora ventiquattrore per permettere ai fermenti di ripopolare la
nuova massa, dopo aver lavorato energicamente limpasto per una decina di minuti;
prima dellultimo rinfresco, incorporare un pizzico di sale disciolto in poca acqua e
impastare ancora una volta, per dar modo allaria di penetrare per bene allinterno
e per consentire alle molecole liformi del glutine di disporsi parallelamente tra
loro cedendo, in tal modo, al pane la caratteristica struttura spugnosa e alveolare,
favorevole a una buona digestione e assimilazione;
mettete il pane a cuocere in uno stampo a cassetta o direttamente sulla piastra
in forno a una temperatura media (120-150) avendo lavvertenza di inciderne la
supercie con un coltello;
dopo 15-20 minuti allincirca, alzate la temperatura e portarla a 200-220 prose-
guendo la cottura. Allinterno del forno ` e bene inserire una tazza piena dacqua
per creare un ambiente opportunamente umido ed evitare il formarsi di una
crosta eccessivamente secca e dura;
dopo circa 50 minuti il pane dovrebbe essere pronto. Si pu` o vericare col tradi-
zionale metodo dello stuzzicadenti o del coltello che, una volta inserito ed estratto,
dovrebbe risultare perfettamente asciutto.
Una volta estratto dal forno, il pane va avvolto in un panno appena umido e fatto
asciugare a temperatura ambiente. Un pane del genere ` e un alimento sostanzialmente
vivo e, in quanto tale, sensibile a mille e mille variabili (temperatura e caratteristiche
del forno di casa, condizioni atmosferiche, esperienza e stato danimo di chi lo prepara)
per cui non ci si dovr` a abbattere se i primi risultati non saranno allaltezza delle
aspettative. Limportante ` e provare pi` u volte tenendo presente, in ogni caso, che questo
tipo di pane difcilmente sar` a morbido e
gono
sottoprodotto
che una brioche vera e propria, cos` come quelle che siamo
abituati a veder tuffare nei cappuccini al mattino, questo classico delle colazioni dome-
nicali pu` o accompagnare le creme e i dessert. I pochi e semplici ingredienti ne fanno un
buon esempio di sana pasticceria. . .
Ingredienti (per uno stampo di circa 20-25 centimetri): 5 tazze di farina integrale
o parzialmente setacciata, 2 tazze di acqua di cottura della pasta fermentata, di
tazza di olio di mais, una tazza di uvetta, cucchiaino di sale marino integrale
Come per la ricetta precedente, scaldare appena, in una casseruola, lacqua, lolio,
il malto e il sale e versare il liquido, una volta intiepidito, sulla farina disposta in
una terrina;
mescolare per bene il tutto e disporre in uno stampo oliato a fermentare, coperto
con un panno umido, per unintera notte a una temperatura di 30;
inserire a forno freddo e cuocere a media temperatura per circa 40-50 minuti;
togliere dallo stampo e far raffreddare su una griglia.
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Pasticcini
Se non si vuole lasciarsi andare a un eccessivo consumo di pasticceria industriale, questi
dolcetti, leggeri e croccanti, potranno costituire degli ottimi e vantaggiosi sostituti.
Ingredienti: 2 tazze di farina integrale, 2 tazze di acqua di cottura della pasta
fermentata, tazza di arrowroot, di tazza di olio di mais, Cucchiaino di sale
marino integrale
Mescolare assieme tutti gli ingredienti e lasciare riposare 6-8 ore prima di cuocerli;
si possono passare al forno freddo, a media temperatura, o cuocere direttamente sul
fuoco, munendosi di una pesante padella appena unta e con la piastra spargiamma
inserita.
Figura 7.1: Incubatrice
7.5 Come costruire unincubatrice
Munirsi di una scatola in legno, provvista di coperchio, di 40-50 cm di lato;
ssare al centro del coperchio una lampadina (non a basso consumo), ovviamente ri-
volta verso linterno, alla quale si collegher` a un interruttore in grado di regolarne la
luminosit` a (cd dimer);
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alloggiare sul fondo della scatola due listelli in legno alti alcuni centimetri sui quali
andr` a appoggiata una griglia metallica da frigorifero. In tal modo, quanto si inserir` a
nellincubatrice risulter` a sollevato dal fondo e ci` o permetter` a una migliore diffusione
del calore;
inserire in una delle facce esterne della scatola un termometro con il bulbo rivolto al-
linterno e a unaltezza pi` u o meno corrispondente a quella della griglia. Il termome-
tro sar` a disposto in maniera tale da poter agevolmente leggere sulla scala graduata la
temperatura sviluppatasi allinterno della scatola senza bisogno di aprirne il coperchio;
dopo alcuni tentativi di prova si potr` a regolare a proprio piacimento lintensit` a lumi-
nosa, e la corrispondente temperatura, aiutandosi, in caso, col segnare alcune tacche di
riferimento sullinterruttore.
La perdita di tempo per costruire in casa una piccola incubatrice sar` a ampiamente
compensata dalle molteplici possibilit` a duso. Creando un ambiente a temperatura costan-
te e controllata, infatti, si potr` a procedere a esperimenti e preparazioni semplici, gustose
e salutari quali natto, tempeh, amasake, pasta acida per il pane. . .
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Capitolo 8
di Teresa Tranfaglia Ritonnaro
estratto dal libro: Amore in Pentola
8.1 3.6 Il pane e le pizze senza glutine
Nel testo di Elena Ruggero Guglielmo Cucinare per il corpo e lo spirito, ho trovato queste
frasi:
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Luomo saggio che sente parlare della Via
la segue diligentemente.
Luomo medio che sente parlare della Via
A volte la segue a volte no.
Luomo sciocco che sente parlare della Via
ci ride sopra.
Se cos` non fosse, la via non sarebbe tale.
Tao-te-ching, Lao-tzu
Mi sono soffermata un bel po a rileggere questi versi e a pensare. . . , poi ho detto a
me stessa:
Quale di queste righe riguarda me?
,
`
E stato cos` che mi sono incamminata verso una straordinaria dimensione!
8.1.1 Il pane di riso biologico integrale a lievitazione naturale
Mi ero convinta, negli anni, che non fosse possibile ottenerlo. Mi dicevo:
Forse chiedo
troppo?