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- Attività di base: la sostanza può essere irritante, sensibilizzante, cancerogena; può
determinare sterilità, agire in acuto o in cronico, avere effetti sull’uomo o sull’ambiente;
anche una sostanza che determina un cattivo odore può creare notevoli disagi;
- Concentrazione nell’ambiente di lavoro;
- Durata d’esposizione;
- Frazione respirata (per le sostanze particolate);
- Conoscenze epidemiologiche.
Le sostanze chimiche devono essere obbligatoriamente provviste di schede di sicurezza (fornite dal
venditore), che devono essere scritte in italiano, devono constare di 16 parti (talora 15 se la sostanza
è innocua), devono essere regolarmente aggiornate (per il rapido variare delle conoscenze grazie
anche a studi epidemiologici sulle varie sostanze: ad es. la dimetilformamide aveva nel ’95 un TLV
di 40, mentre attualmente è calato a 15 perché viene considerata più pericolosa).
I punti principali delle schede (di cui non bisogna mai fidarsi ciecamente) sono:
1 Identificazione del prodotto e della società che lo produce
2 Composizione/informazioni sugli ingredienti (è importante conoscere anche i prodotti
intermedi, come invece non avvenne a Seveso per la diossina)
3 Identificazione dei pericoli (sono importanti le frasi di rischio, caratterizzate da una R
seguita da un numero; attualmente ne esistono 68 e sono gravi quelle da 39 in su, ad es.
R39→ pericolo di effetti irreversibili molto gravi; R45→ può provocare il cancro; R46→ può
provocare alterazioni genetiche ereditarie; R49→ può provocare il cancro per inalazione;
R60→ può ridurre la fertilità)
4 Misure di primo soccorso (per i fitofarmaci le misure da attuare sono spesso opposte rispetto
a quelle per gli altri prodotti: non dare ossigeno, aminofillina..)
5 Misure antincendio
6 Misure in caso di fuoriuscita accidentale
7 Manipolazione e stoccaggio
8 Informazioni ecologiche
9 Smaltimento
10 Trasporto
11 Informazioni sulla regolamentazione
12 Altre informazioni
MONITORAGGIO
Limiti principali:
- stima indiretta della dose assorbita
- assorbimento diverso per un tossico in rapporto a:
- fattori ambientali ( microclima )
- fattori ergonomici ( ventilazione maggiore per carico maggiore )
- diverse vie di penetrazione
- fattori individuali
- presenza del tossico anche in ambiente extra-lavorativo
- spostamenti nell’ambiente di lavoro
MAC: concentrazione massima che non deve mai essere superata neppure per periodi brevissimi
TIV.VLP: concentrazione media valutata durante tutto il turno lavorativo
TLV.TVA: concentrazione media ponderata nel tempo
TLV.STEL: valore di soglia limite per brevi periodi di esposizione.Massima concentrazione cui un
soggetto può essere esposto per un periodo di 15 minuti senza che insorgano 1) irritazione 2)
alterazione cronica ed irreversibile dei tessuti 3) narcosi tale da provocare potenzialmente infortuni
sul lavoro.
TLV.CEILING: è praticamente uguale al MAC, se viene superato questo valore si deve intervenire
sull’ambiente.
[ il prof ha detto che è importante solo ricordarsi le sigle ]
livello di rischio (R)= magnitudo del danno (D) X probabilita’ che esso avvenga (P)
In questo modo si ottiene un R che varia tra 1 e 16; a seconda del valore ottenuto si ha una scala di
priorità degli interventi da eseguire: ad esempio R>8 richiede azioni correttive indilazionabili;
4<R<8 richiede azioni azioni correttive da programmare con urgenza.
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Le visite ai lavoratori si distinguono in:
• Preadibitorie: si effettuano prima di entrare in una lavorazione a rischio, o passando da una
lavorazione a rischio ad un’altra;
• Periodiche: per alcune lavorazioni a rischio la periodicità è obbligatoria (lavoro notturno→
ogni 2 anni; rumore→ ogni 1-2 anni; piombo→ ogni anno; asbesto→ ogni anno; con la nuova
legge in pratica si fa una visita annuale a tutti i lavoratori con rischio maggiore di moderato:
le visite sono aumentate di numero).
Le visite sono un diritto del lavoratore ed un obbligo del datore di lavoro; inoltre col decreto 626
il lavoratore può richiedere la visita in qualsiasi momento (se ritiene di non essere più in grado di
svolgere quel lavoro o se accusa delle affezioni, ad es. un muratore a cui compare un eczema alle
mani; anche uno studente di medicina può richiedere la visita, es. per imbrattamento con sangue
infetto o sospetto). Tali visite non possono essere rimandate.
L’approccio al paziente lavoratore deve dare molto peso all’anamnesi lavorativa, con particolare
attenzione all’anzianità lavorativa (soprattutto nel settore a rischio); è importante poi conoscere da
quanto tempo è stato abbandonato il lavoro a rischio, e ciò anche per motivi legali (l’INAIL
indennizza se la comparsa dei sintomi è avvenuta entro un certo tempo a seconda della patologia,
anche se per alcune tale limite non esiste, es. la silicosi, il cancro da amianto..).
Anche il monitoraggio biologico viene guidato dall’anamnesi lavorativa, ad esempio in particolari
casi si devono raccogliere le urine delle ultime 24 ore in cui il soggetto ha lavorato, altrimenti i
parametri risultano alterati e la valutazione poco attendibile.
Infine occorre indagare anche sulle abitudini di vita, su eventuali passatempi che possono porre il
soggetto in rapporto con sostanze nocive, sull’alimentazione; alcuni composti chimici si ritrovano
infatti anche negli alimenti: l’acido benzoico, un metabolica del toluolo, è contenuto nelle prugne,
in alcuni ricostituenti..; per valutare correttamente e non sovrastimare l’esposizione al toluolo,
dobbiamo conoscere anche l’eventuale assunzione alimentare di acido benzoico, in quanto entrambe
queste sostanze portano alla formazione di acido ippurico che è poi il composto monitorizzato nei
liquidi biologici.
Quadri clinici che si possono presentare in occasione di lavoro ( interessano ovviamente il medico
del lavoro ma anche tutti gli altri )
- comuni patologie ad insorgenza spontanea : necessitano di provvedimenti sul singolo
lavoratore di carattere temporaneo o permanente: idoneità al lavoro specifico. Un esmpio
può essere il diabete; un soggetto diabetico scompensato non può fare un lavoro notturno.
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- comuni patologie ad insorgenza spontanea e diffusibili. L’esempio classico è l’influenza;
tali patologie necessitano di provvedimenti globali sulla popolazione di tipo preventivo per i
quali va fatta una analisi costi/benefici ( vaccinazioni, campagne di educazione sanitaria.. )
- patologie cronico degenerative a genesi multifattoriale in cui il lavoro può fungere da agente
aggravante, ad esempio l’artrosi. Necessitano di provvedimenti sul singolo lavoratore di
carattere temporaneo o permanente e di provvedimenti sull’ambiente di lavoro di modifica
del ciclo tecnologico o di prevenzione primaria come idoneità al lavoro specifico;
campagne di educazione sanitaria; mezzi di protezione individuale o ambientale ( corsetto
ortopedico, sollevatori,…)
- patologie aspecifiche a genesi multifattoriale in cui il lavoro può essere agente concausale
come nella bronchite cronica; necessitano di provvedimenti sia sul singolo che sull’ambiente
( soggetto fumatore con esposizione a fattori irritanti )
- Patologie in cui il lavoro è agente causale: sono le più facili da individuare )
La prevenzione si attua su
Lavoratore
Mezzo meccanico
Ambiente di lavoro
Organizzazione del lavoro
L’infortunio in itinere è quello che avviene sul tragitto per raggiungere il posto di lavoro quando
non ci sia un mezzo pubblico ma sia necessario utilizzare mezzi propri