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MACCHINA A INDUZIONE (ASINCRONA).



PARTE I. STRUTTURA E PRINCIPIO FUNZIONAMENTO

1. Cenni costruttivi.

La Macchina Asincrona (MA) una macchina rotante a corrente alternata, cos chiamata perch la velocit di rotazione
del rotore diversa da quella del campo rotante; il nome Macchina ad Induzione (MI) deriva invece dal fatto che non vi
un avvolgimento di eccitazione ed uno sede di f.e.m. indotta, ma tutti gli avvolgimenti sono sede di f.e.m. indotta; la
cosa intuibile, proprio perch il rotore (e quindi il suo avvolgimento) non sincrono col campo, e quindi il campo
rotante induce fem anche nellavvolgimento di rotore.
Nel tempo lo sviluppo stato tale che questa macchina una delle pi diffuse, sia nelle
applicazioni industriali che domestiche.
La struttura meccanica la stessa di quella analizzata per studiare il campo rotante: due cilindri
ferromagnetici, uno pieno, interno, laltro cavo, esterno, separati da un sottile spessore daria
(traferro, indicato con ), che il minimo compatibilmente con le esigenze meccaniche.
Usualmente l'armatura esterna costituisce la parte fissa della macchina (statore) mentre quella
interna, calettata su un albero (per la trasmissione della potenza meccanica), rotante (rotore).
STATORE
ROTORE

Allo scopo di limitare le perdite nel materiale ferromagnetico (causate dalle correnti parassite), le armature magnetiche
sono realizzate in lamierini di acciaio a basso tenore di carbonio e di solito con una modesta percentuale di silicio.
Inoltre, lo spessore pari a (0.50.65) mm ed i piani di laminazione risultano perpendicolari all'asse della macchina.
Ciascuna struttura ha cave tutte uguali e uniformemente distribuite lungo la periferia, nella zona prospiciente il
traferro (v. fig. 01), in cui sono inseriti i conduttori per realizzare gli avvolgimenti elettrici.

Fig. 01 Rappresentazione di un lamierino statorico e di uno rotorico e del loro assieme in una macchina asincrona.

Come detto, gli avvolgimenti di entrambe le strutture sono sede di fem indotte (perch, come detto, il campo
asincrono col rotore, quindi induce sia nellavvolgimento di statore, sia in quello di rotore). I due avvolgimenti sono
dunque entrambi degli indotti; per distinguerli allora si fa come nel trasformatore, cio si definisce primario
lavvolgimento alimentato, e secondario quello non alimentato; se invece entrambi gli avvolgimenti sono alimentati, si
parla semplicemente di avvolgimento di statore e di rotore.
L'avvolgimento primario solitamente di tipo polifase (in genere trifase), ma pu essere anche monofase.
L'avvolgimento secondario sempre polifase (solitamente trifase), ha lo stesso numero di poli di quello dello statore e
pu essere un avvolgimento vero e proprio, oppure avere la struttura di una gabbia.
Se il secondario un avvolgimento, la macchina si dice "a rotore avvolto"; se lavvolgimento trifase, ognuno dei tre
capi liberi connesso ad un anello conduttore (collettore ad anelli). Durante la rotazione del rotore, su ciascuno dei tre
anelli (isolati fra loro, coassiali e solidali con l'albero) possono strisciare altrettante spazzole (fisse rispetto allo statore):
queste spazzole costituiscono tre morsetti per il collegamento degli avvolgimenti rotorici con eventuali circuiti fissi,
esterni alla macchina (fig. 02). In particolare, si collega un reostato, per agevolare lavviamento, oppure una sorgente di
tensione o corrente, nel caso si voglia alimentare lavvolgimento rotorico (si parla di Doubly Fed Induction Machine).
Lavvolgimento a gabbia costituito da conduttori attivi con forma di barre, che riempiono le cave, connesse fra loro
sulle parti frontali da due anelli di corto circuito; si ottiene una struttura simile ad una gabbia, spesso detta gabbia di
scoiattolo (squirrel cage). La gabbia pu essere di tipo semplice (come in fig. 02), multipla (con due o pi ordini di
barre sovrapposte radialmente), o con barre di forma particolare (profonda, trapezoidale, rettangolare). Le sbarre sono
solitamente inclinate, per ridurre leffetto nocivo (coppie parassite e rumore) di alcuni campi armonici della f.m.m..
Mentre nell'arco di un passo polare in un avvolgimento trifase si trovano conduttori appartenenti alle tre fasi, le barre di
una gabbia comprese entro un passo polare costituiscono un avvolgimento polifase, con un numero di fasi Nf
g
pari al
numero di barre comprese entro un passo polare: Nf
g
=(N totale barre rotore) / (N poli avvolgimento statore); quindi
un indotto a gabbia non ha un suo determinato numero di poli, ma assume la medesima polarit dell'avvolgimento
induttore con cui concatenato.
1
2


I vantaggi della struttura a gabbia rispetto ad un avvolgimento normale sono: 1) semplicit realizzativa;
2) grande robustezza meccanica e possibilit di costruzione meccanizzata;
3) massimo sfruttamento della sezione delle cave: dato infatti il modesto valore delle f.e.m. indotta per conduttore non
necessario isolare il conduttore rispetto il circuito magnetico (la fem indotta proporzionale al numero di conduttori
della bobina e alla velocit relativa campo-conduttore; il numero di conduttori 1, perch la sola sbarra, e la velocit
bassa, perch di solito la differenza di velocit fra campo e rotore piccola); la corrente d'altra parte circola quasi
esclusivamente nella barra in ragione della molto maggior conduttivit delle barre (in rame o alluminio) rispetto al
materiale magnetico;
4) possibilit per il rotore di raggiungere una elevata temperatura, non pi limitata dalla presenza di materiali isolanti.
Il rotore a gabbia usato per qualsiasi potenza del motore, da alcuni MW a qualche decina di W; in grosse macchine il
materiale impiegato il rame, mentre per potenze dell'ordine delle decine di KW e inferiori di regola impiegato
l'alluminio. In quest'ultimo caso la gabbia direttamente fusa sul circuito magnetico gi calettato sull'albero motore,
realizzando cos un insieme meccanicamente assai robusto e semplice.



Strutture di statore e
rotore

.
+
.
.
.
.
.
+
+
+
+
+
.
.
+
+
+
.
.
+

Esempio di realizzazione dellavvolgimento della fase o
di statore
. +
. +
+
.
FASE
FASE
FASE

Avvolgim.
statorico a Y
. +
. +
+
.
FASE
FASE
FASE

Avvolgim.
statorico a A
FASE
FASE
FASE

Avvolgim. di rotore
in c.to c.to


Avvolgim. di rotore a
gabbia



Fig. 02. Sezione schematica della struttura della macchina con rotore di tipo avvolto.
Gli avvolgimenti sono indicati come bobine concentrate in corrispondenza dei
rispettivi assi magnetici; vi sono tre morsetti (a
s
, b
s
, c
s
) per l'avvolgimento di statore
(primario) ed altri tre (a
r
, b
r
, c
r
) per l'avvolgimento di rotore (secondario).
E poi messi in evidenza il sistema di anelli e spazzole.


Fig. 03. Avvolgimento a gabbia
di scoiattolo posto sul rotore.

In linea di principio, come tutte le macchine rotanti, anche la macchina asincrona ha un funzionamento reversibile:
quando assorbe potenza elettrica ai morsetti e, tramite una conversione di energia, la eroga in forma meccanica
all'albero, la macchina funziona come motore. Se il flusso di potenza si inverte, essa funziona come generatore.
Nel seguito si studier prevalentemente il funzionamento della macchina asincrona come motore, perch il modo di
funzionamento pi comune. Per questo impiego si utilizza soprattutto il tipo con rotore a gabbia mentre quello con
rotore ad anelli destinato ad impieghi particolari; per semplicit didattica si fa per qui riferimento proprio al tipo con
rotore avvolto, essendo comunque sostanzialmente analogo lo studio del funzionamento per le due tipologie.

2
3

2. Principio di funzionamento come motore.

Il funzionamento della MI si basa sul principio del campo magnetico rotante (studi di G. Ferraris, nel 1890).
Alimentando lo statore con una terna simmetrica di tensioni, si genera una terna simmetrica di correnti (gli
avvolgimenti sono uguali, =>le impedenze di carico sono uguali =>il sistema trifase equilibrato). Come visto, un
avvolgimento trifase (3 bobine uguali sfasate di 120 meccanici) percorso da una terna equilibrata di correnti (3 correnti
uguali, sfasate di 120 elettrici) produce un campo rotante.
I conduttori elettrici (sia di statore, sia di rotore) vedono un campo che si
muove, per cui per la legge elementare dellinduzione elettromagnetica in
essi indotta una feme =v B l (oppure: le spire vedono un flusso che
varia nel tempo, per cui in esse viene indotta una fem e =d / dt). Se si
analizza il verso di tale fem, si verifica che nello statore essa si oppone
alla corrente; nel rotore invece, tale fem, applicata allimpedenza del
rotore, fa circolare una corrente. Ma allora i conduttori di rotore sono
percorsi da corrente ed immersi in un campo magnetico =>sui conduttori
agisce una forza F =B l i. Linsieme di tali forze produce una coppia, che
mette in rotazione il rotore.
o
v
B

e B
v

e
campo rotante
a velocit o

fem indotta nel rotore
o
F
B

i B
F

i
campo rotante
a velocit o

forza agente sul rotore
Dal punto di vista energetico, lo statore si comporta da utilizzatore elettrico, dato che la fem e opposta alla corrente i
=>assorbe una potenza elettrica 3ei. Tramite il campo magnetico rotante, tale potenza elettrica si converte in potenza
meccanica C, per far ruotare il carico meccanico (una quota parte della potenza elettrica assorbita viene dissipata in
perdite nel ferro e negli avvolgimenti).
statore rotore
Vs
Macchina non alimentata

statore
rotore
Vs
Macchina alimentata: il campo rotante induce fem
fem fem
i
rot
i
stat



La presenza del carico meccanico fa s che il rotore non raggiunga mai la velocit del campo rotante, ma sia sempre un
po pi lento (da qui il nome di macchina asincrona). Detta o la velocit del campo, e quella del rotore, la
differenza di velocit relativa (riferita a o) detta scorrimento, e si indica con s s =(o - ) / o =1 - / o
o detta velocit di sincronismo, e come visto nello studio del campo rotante pari a o =120 f / p.
Il fatto che deve sempre risultare <o deriva anche da un semplice ragionamento fisico: se =o, non si ha
velocit relativa fra conduttori e campo =>nella espressione della fem, la velocit nulla =>la fem nulla =>non c
corrente di rotore =>non c coppia sul rotore =>il rotore rallenta => <o.
Si considerino ora le velocit dei campi. Il campo rotante statorico (generato dallo statore) ruota a o; se il rotore ruota
a velocit , vede il campo ruotare a velocit (o - ) =s o =>le f.e.m. indotte nel rotore (e le conseguenti correnti)
hanno pulsazione s o p/2 (si ricorda che le f.e.m. indotte da un campo rotante hanno pulsazione pari alla velocit
elettrica relativa fra campo e conduttore). Le correnti rotoriche, a pulsazione s o p/2, generano un campo rotorico che,
rispetto al rotore, ruota a velocit s o. Ma il rotore ruota a velocit rispetto allo statore =>il campo rotorico, rispetto
allo statore, ruota a velocit +s o = +(o - ) =o. Si conclude che i due campi, statorico e rotorico, sono
sincroni; questo in accordo con quanto visto nella parte introduttiva alle Macchine Rotanti, secondo cui la coppia
media non nulla solo se i due campi sono sincroni.
Si osserva anche che se il campo ruota a o, le correnti statoriche hanno frequenza f = / 2 =o (p/2) / 2, e se le
correnti rotoriche hanno pulsazione s o p/2, la loro frequenza s o (p/2) / 2 =s f.

3
4

PARTE II. CIRCUITO EQUIVALENTE

3. Teoria Trasformatorica e determinazione del Circuito Equivalente

Per ricavare il circuito equivalente della MI si parte dalla condizione di rotore bloccato e avvolgimento di rotore aperto,
e si osserva che in tale condizione la macchina si comporta in modo molto simile ad un trasformatore trifase: il campo
rotante di statore induce in entrambi gli avvolgimenti (quello di statore e quello di rotore) un sistema trifase di fem.
La macchina (meglio, 1 fase della macchina) pu quindi essere rappresentata col circuito equivalente del trasformatore.
La fem di rotore E
rot
e la reattanza rotorica X
rot
sono entrambe proporzionali alla pulsazione elettrica, e questa
proporzionale alla velocit di scorrimento (cio la velocit relativa campo avvolgimento).
A rotore bloccato, la velocit di scorrimento la velocit di
sincronismo Oo, quindi E
rotK
= k1 Oo, X
rotK
= k2 Oo
(il pedice K identifica la condizione di rotore bloccato).
Se il rotore viene chiuso in corto circuito, si visto che
iniziano a circolare delle correnti che fanno nascere una
coppia, e il rotore inizia a ruotare a velocit O; la velocit di
scorrimento (Oo- O), quindi
R
s
X
s

R
fe X


Rrot X
rotK
E
s
E
rotK


E
rot
= k1 (Oo- O) = k1 Oo (Oo - O) /Oo = s E
rotK
,
X
rot
= k2 (Oo - O) = k2 Oo (Oo - O) /Oo = s X
rotK
.
Il rotore pu allora essere rappresentato da due circuiti equivalenti,
ma nessuno dei due pu essere unito al circuito equivalente di
statore, perch i circuiti di rotore operano a frequenza diversa da
quella del circuito di statore (nello statore la pulsazione s Oo p/2,
nel rotore (Oo- O) p/2 = s Oo p/2).


Rrot X
rot

E
rot



Rrot s X
rotK
s E
rotK


Daltra parte, si osserva che la corrente rotorica esprimibile come
( ) ( ) ( )
2 2 2 2 2
2
rot rotK rotK
rot
rot rot
rot rot rot rot
E sE E
I
R X
R sX R s X
= = =
+
+ +
;
questa espressione si interpreta con un circuito con sorgente E
rotK
e impedenza R
rot
/s + j X
rotK
.



Rrot/s X
rotK

E
rotK

In questo circuito, la corrente ha lo stesso valore efficace dei
circuiti precedenti, per cui la corrente produce gli stessi effetti
energetici (perdite e coppia utile), ma in tale circuito si pu
immaginare che le grandezze abbiano la pulsazione di statore
Oo p/2, perch sono le grandezze iniziali E
rotK
e R
rotK
.
Questo circuito pu quindi essere unito al circuito statorico,
ottenendo il circuito equivalente globale.


R
s
X
s

R
fe X


Rrot /s X
rotK
E
s
E
rotK



A questo punto, si effettuano semplificazioni analoghe a
quelle attuate per il trasformatore: si riportano i parametri
rotorici R
rotK
/s e X
rotK
sul lato statorico, ottenendo R
R
/s e
X
R
; in tal modo si pu eliminare il trasformatore ideale, e si
ottiene il circuito solitamente utilizzato.



R
s
X
s

R
fe X


R
R
/s X
R


Accettando una certa approssimazione, si pu spostare il ramo
derivato a monte dellimpedenza statorica; il circuito che si
ottiene detto circuito semplificato, o approssimato, perch
pi semplice, ma anche pi approssimato (infatti, i risultati
che si ottengono non sono quantitativamente corretti)



R
s
X
s

R
fe X


R
R
/s X
R

Ci si pu chiedere perch lo spostamento del ramo derivato a monte accettabile nel trasformatore, e non qui. La
ragione il differente circuito magnetico: nel trasformatore non vi sono traferri, perci la reattanza di dispersione Xd
piccola e la reattanza magnetizzante X alta; qui, al contrario, il traferro fa aumentare le dispersioni, e calare la
reattanza magnetizzante (X = N
2
/ (utraf + ufe) ; se utraf sale, X cala). Quindi, nel trasformatore X >> Xd, qui no.

NOTA su COMPOSIZIONE di fmm e FLUSSI.
Parlando del funzionamento fisico del trasformatore, si era mostrato che passando dal funzionamento a vuoto a quello a
carico il flusso nel nucleo non cambia: aumentano insieme i flussi di entrambi gli avvolgimenti, ma la loro somma non
cambia, e rimane appunto pari al flusso nel nucleo. Si era poi osservato che ci rappresentato anche nel circuito
equivalente: il flusso nel nucleo rappresentato dalla corrente nella reattanza X, e questa corrente non cambia
passando da vuoto a carico, dato che tale reattanza alimentata direttamente dalla tensione di alimentazione.
4
5

Dato che una MI ha comportamento e circuito equivalente analoghi a quello di un trasformatore, si pu ripetere la stessa
considerazione: passando da funzionamento a vuoto (meccanico) a carico, la corrente e il flusso magnetizzanti non
cambiano, mentre aumentano le correnti e i flussi di entrambi gli avvolgimenti (statore e rotore).
Se il ragionamento fatto in termini di vettori spaziali, si pu dire cha a vuoto il
vettore spaziale fmm di statore Ms

coincide col vettore spaziale fmm di


magnetizzazione
M

, a carico si genera un vettore spaziale fmm di rotore Mr

, ma
contemporaneamente aumenta il vettore spaziale fmm di statore Ms

, in modo che la
composizione di Ms

e Mr

dia sempre
M

. Si osservi anche che questa situazione


di vettori spaziali simile a quella vista per la MS: si conclude che sia nella MS, sia
nella MI, vi sono due avvolgimenti che creano delle fmm, e lattrazione reciproca
delle due fmm (principio di allineamento) causa la rotazione della struttura mobile.
VUOTO CARICO
Ms

Mr


M Ms =



attrazione =>
rotazione
Ms

Mr


4. Considerazioni sulle potenze

IDENTIFICAZIONE DELLA POTENZA MECCANICA
Un circuito equivalente tale se rende ragione dei fenomeni fisici che avvengono nel sistema reale; in particolare, deve
rendere ragione dei fenomeni energetici, cio delle potenze assorbite e rese. Allora, se a ciascun parametro si associa la
corrispondente potenza, si riconosce che la potenza meccanica associata alla resistenza Rr(1/s 1).

Is
Rfe
X
Rs
Xk
R
R

I
R

R
R
(1/s 1)
3
Valim

Pm
PASS
Pfe
Q
PcuS
Qk
a
a b
b
Q
ASS
PcuR
Pt


ESPRESSIONE DELLE POTENZE ATTIVE e LEGAMI
q = Pm / P
ASS
cos = P
ASS
/ A
ASS
A
ASS
= Pm / (q cos) = \3 Valim Is

Pt = 3 (R
R
/s) I
R
2
PcuR = 3 R
R
I
R
2
Pm = Pt PcuR = > Pm = 3 R
R
(1/s - 1) I
R
2


PcuR = s Pt Pm = (1 s) Pt Pt = PcuR + Pm P
ASS
= Pt + PcuS + Pfe

SIGNIFICATI FISICO DELLO SCORRIMENTO
Dalle relazioni precedenti, si riconosce che s = PcuR / Pt, cio lo scorrimento il rapporto fra le perdite nel circuito
rotorico e la totale potenza trasmessa da statore a rotore. Da ci si intuisce che il funzionamento migliore si ha se s
piccolo, perch se s aumenta, aumentano le perdite di rotore, e quindi cala il rendimento.

5. Caratteristiche di funzionamento
La definizione di potenza nominale per un motore asincrono non presenta difficolt, in quanto pari alla potenza
meccanica disponibile all'asse nelle condizioni di alimentazione nominali.
Definita la potenza nominale Pn, tramite il rendimento q ed il fattore di potenza cos si determina la potenza apparente
assorbita in condizioni nominali An e da questa la corrente nominale In: An = Pn / (q cos) In = An / (\3 Vn)
Poich q e cos non sono noti a priori, sulla targa del motore di solito riportato tanto Pn che In.
N poli
p
o
t
e
n
z
a

q, cos
q = 0.750.94
cos = 0.70.94

5
6

La tabella precedente fornisce dei dati orientativi sui valori assunti
da q e cos in funzione della potenza nominale, del numero di
poli, e del tipo di rotore.

Dal punto di vista della rete di alimentazione un motore asincrono
si presenta come un carico variabile, in cui via via che il carico
meccanico aumenta variano valori di corrente e fattore di potenza.
Contemporaneamente variano il rendimento della macchina e le
perdite, e di conseguenza lo scorrimento.
Tutte queste quantit vengono di solito rappresentate in un
diagramma in funzione della potenza resa, e le curve vengono dette
caratteristiche di funzionamento della macchina (figura). La loro
determinazione si pu fare sia con metodo diretto (prova al freno),
sia con metodo indiretto (calcolo dal circuito equivalente).

Caratteristiche di funzionamento di un MI. La scala di
sinistra quella di q e cos; la scala a destra quella
dello scorrimento; I e Ep hanno scala arbitraria.

6. Determinazione dei parametri
I parametri della MI si determinano da due prove.
PROVA A ROTORE BLOCCATO

PROVA A VUOTO
Modo esatto: esiste un motore
primo che pone il rotore in
rotazione a = o.
Modo approssimato: si fa
ruotare il rotore senza carico
meccanico.

Rfe, X. Si ricavano da prova a vuoto, perch = o => s = 0 => Rr/s => nel
circuito equivalente scompare il ramo di rotore, e rimane solo Rfe // X. Allora
( )
2
3
3
Vo
Po
Rfe
=

( )
2
3
3
Vo
Qo
X
=
=>
2
Vo
Rfe
Po
=

2
Vo
X
Qo
=

con
( )
2
2 2 2
3 Qo Ao Po VoIo Po = =


Io
Rfe
X
Vo
3

Po

Rk, Xk. Si ricavano da prova a rotore bloccato, perch = 0 => s = 1 => Rr/s
= Rr => nel circuito equivalente il ramo di rotore si riduce proprio a Rk e Xk.
Applicando Boucherot, si ricavano le potenze e la corrente nel ramo rotorico:
P
Rk
= Pk Vk
2
/ Rfe, Q
Xk
= Qk Vk
2
/ X, con
( )
2
2
3 Qk VkIk Pk =

2 2
3
Rk Xk
Rk
P Q
I
Vk
+
=

2
3
Rk
Rk
P
Rk
I
=

2
3
Xk
Rk
Q
Xk
I
=


Ik
Rfe
X
Xk
Rk
I
Rk

Vk
3

Pk

Rs si ricava da misure ai morsetti di statore.

Rr si ricava solitamente per differenza, note Rk e Rs: Rr = Rk Rs.
Altro modo per ricavare Rr basarsi sulle condizioni di
funzionamento nominali: note tutte le grandezze in condizioni
nominali (tensione Vn, corrente In, fattore di potenza cosn,
potenza Pn, scorrimento sn), si pu ricavare la corrente rotorica I
Rn
,
e dalla relazione Pn = 3 Rr (1/sn 1) I
Rn
2
si ricava Rr.
La corrente I
Rn
si ricava applicando Boucherot:
2
3 cos
Rn
Vn
P Vn In n
Rfe
=

2
3 sin
Rn
Vn
Q Vn In n
X


=

2 2
3
Rn Xn
Rn
P Q
I
Vn
+
=


In
Rfe
X
Xk
Rr (1/s 1)
I
Rn

Vn
3

Pn
Rk
P
Rn

QRn

Nota: in maniera analoga a come si ricava Rr, anche Rk ed Xk possono essere ricavate dalle condizioni nominali; si
ottengono dei risultati leggermente diversi da quelli ottenuti dalle condizioni di rotore bloccato. Tale differenza dovuta
a due ragioni: 1) il circuito equivalente approssimato, per cui i parametri del circuito equivalente non saranno mai
rappresentativi del comportamento reale della macchina; 2) il campo di dispersione cambia con le condizioni di
funzionamento, per cui anche i parametri del circuito cambiano.

V
o

I
o

P
o

= o
V
k

I
k

P
k

= 0
6
7
8
9

PARTE III. COPPIA E PUNTO DI LAVORO

8. Coppia e Caratteristica Meccanica
( ) ( )
( )
2 2
2
1
3 1 3 1
3
1
r
r r r
mecc t r
r
o o o
R
R I s I
P P R
s s
C I
s s

= = = = =
O O O O O
( ) | |
2
k
2
r
s
2
n
2
k
2
r k
2
n 2
r
X
s
R
R
1
3
V
X 1
s
1
R R
1
3
V
I
+
(

+
=
+ +
|
|
.
|

\
|
=
R
k
X
k
R
fe
X

R
r
(1/s 1)
I
r
V
r
/ \3

2
k
2
r
s
2
n
o
r
X
s
R
R
V
s
R
s C
+
(

+
O
= ) (
Dato che O = Oo (1 s), dalla C(s)
si ricava la C(O).
0
C
s 1

0
C
O
O
o
NOTA: Il punto in cui la caratteristica meccanica interseca lasse orizzontale corrisponde a s = 0, quindi O = Oo. Ci
significa che in corrispondenza di coppia nulla si ha la velocit di sincronismo. Come detto, tale velocit non potr mai
essere raggiunta nel normale funzionamento da motore.
Sul piano C-O, si possono identificare le varie zone di funzionamento:
C > 0, O > 0 => motore C < 0, O > 0 => generatore C < 0, O < 0 => freno
Queste si riportano poi sul piano C-s, ottenendo: s < 0 => generatore 0 < s < 1 => motore s > 1 => freno
0
C
O
O
o
FRENO
MOT
GENERAT
0
C
s 1
GENERAT
MOT
FRENO

Nellespressione di C(s), ponendo s = 1 si ricava la coppia di spunto Ck (coppia per velocit nulla):
| |
2
k
2
k
2
n
o
r
2
k
2
r s
2
n
o
r
k
X R
V R
X R R
V R
1 s C C
+
O
=
+ +
O
= = = ) ( .
Sempre da C(s), derivando e uguagliando a 0, si ha il valore di scorrimento s
Cmax
che rende massima la coppia:
2 2
2 2
2
1 ( ) 1
( ) ... 0 0
1
2
n n sk r r
sk s r
o o sk r sk
r
s k
r sk sk
V V Z R R dC s
C s
Z R R
s Z ds R Z
s R
s
R X
s R Z Z s
| |
= = = = => + =
|
O O
\ .
(
+ +
+ +
(


2
2 2
max max max
1
( )
2
1
n r
C sk s k C
s sk o sk
sk
V R
s Z R X C C s
R Z Z
Z
= = + = =
O | |
+
|
\ .

Considerato che R
s
< Z
sk
, nel denominatore si ha che il segno + d una coppia positiva, e quindi corrisponde alla coppia
massima nel funzionamento da motore C
MAX.MOT
, mentre il segno - d una coppia negativa, e quindi corrisponde alla
coppia massima nel funzionamento da generatore C
MAX.GEN
.
Inoltre, sempre in conseguenza a R
s
< Z
sk
, si ha ( )
sk s sk s
Z R Z R + > + 1 1 e quindi C
MAX.MOT
< C
MAX.GEN
.
Nel funzionamento da motore, il punto di lavoro si ottiene intersecando la caratteristica meccanica del motore con
quella del carico. Si riconosce che la velocit di lavoro O
LAV
vicina a quella del campo Oo, ma inferiore.
0
C
O
O
o
C
MAX
MOT
C
MAX
GEN
0
C
O
O
o
CARATT.
MOTORE
CARATT.
CARICO
PUNTO
DI LAVORO
O
LAV
C
LAV

NOTA: Rr va intesa come la resistenza di tutto il circuito rotorico, cio avvolgimento e (se presente) reostato.
9
10

9. Determinazione del punto di lavoro in alcuni casi particolari

Determinare il punto di lavoro significa determinare le grandezze elettriche e meccaniche nel punto di funzionamento.
Si osserva che tutte le grandezze possono essere ricavate dal circuito equivalente, se noto lo scorrimento; si tratta
allora di determinare il valore dello scorrimento nel punto di funzionamento. Lo scorrimento si calcola dalla velocit, e
lunico modo per determinare questultima intersecare le caratteristiche meccaniche di motore e carico, perch la
velocit di funzionamento stabilita dallequilibrio meccanico fra le coppie motrice e resistente. Intersecare le
caratteristiche corrisponde a mettere a sistema le espressioni analitiche delle caratteristiche stesse. Nel seguito si mostra
come si opera nei casi pi comuni. Si premette il metodo di linearizzazione della caratteristica meccanica della MI.

LINEARIZZAZIONE DELLA CARATTERISTICA MECCANICA DI UNA MI.
Nella zona di normale funzionamento di una MI (zona a scorrimento piccolo), si visto che la caratteristica meccanica
abbastanza lineare, per cui lecito linearizzare la caratteristica stessa. Solitamente si linearizza la C(s), non la C(O),
perch pi semplice (la C(s) una retta passante per lorigine). Si pu procedere in 2 modi:
1) Se sono noti i parametri del circuito equivalente, si parte dallespressione completa di C(s), e si fa tendere s a 0:
( ) ( )
2 2 2 2
0
2 2 2
2
( ) ( )
s n n r n r n r r
lin eq eq
o o o o
s r k r
s k
V V s R V RV R R
C s s C s C s C
s
sR R sX R
R X
s

= = = =
O O O O
+ + (
+ +
(


NOTA: questa equazione corrisponde alla tangente alla caratteristica reale nel punto O = Oo .
2) Se si conosce un punto (C*, s*) della caratteristica, si scrive lequazione della retta passante per lorigine e per quel
punto, che ancora del tipo C
lin
(s) = C
eq
s, con C
eq
= C* / s*.
NOTA: la linearizzazione lecita solo se il punto di funzionamento prossimo a s = 0 (ossia O = Oo); ad es., se vi un
reostato di avviamento, il punto di funzionamento lontano da Oo, per cui la caratteristica non lineare, e la
linearizzazione non lecita.

DETERMINAZIONE DEL PUNTO DI LAVORO, DATA UNA COPPIA DI CARICO COSTANTE C
CAR
= C
LAV
.
Ponendo C(s) = C
LAV
, si ha unequazione di 2 grado in s, che risolta d lo scorrimento s
LAV
nel punto di funzionamento.
( ) ( )
( ) ( )
2 2
2 2
2 2
( ) 0
n r n r
LAV s r k
o o LAV
s r k
V s RV R
C s C sR R sX s
C
sR R sX
= = => + + =
O O
+ +

( )
2
2 2 2 2
2 0
n
s k r s r
o LAV
V
s R X sR R R
C
| |
+ + =
|
O
\ .
.
Si hanno 2 soluzioni; quella accettabile quella prossima a 0 (s1), perch laltra (s2)
nella zona instabile della caratteristica.
0
C
C
LAV
s
1
s
2
s


DETERMINAZIONE DEL PUNTO DI LAVORO, DATA UNA COPPIA DI CARICO FUNZIONE QUADRATICA
DELLA VELOCITA C
CAR
(O)= a +bO
2
.
Questo il caso tipico di un carico fluidodinamico (ventilatore, pompa). Dato che O = Oo(1 s), si pu esprimere la
coppia di carico in funzione di s, e quindi si pu effettuare il sistema con C(s):
( ) ( )
( )
2
2
2 2
( ) 1
n r
o
s r k
V s R
C s a b o s
sR R sX
= = + O (

O
+ +
. Si ha unequazione di 4 grado in s, che risolta d s
LAV
.
Unequazione di 4 grado ha 4 soluzioni, ma se si considerano i grafici, si vede che
le intersezioni sono solo 2: ci significa che delle 4 soluzioni, solo 2 sono reali.
Inoltre, delle 2 soluzioni reali, quella con velocit negativa (O
2
in figura), cio s>1,
non accettabile, perch non ha senso fisico: un carico passivo (ventilatore o pompa)
non pu far invertire il senso di rotazione del motore. Si conclude che la soluzione
accettabile quella con velocit positiva (O
1
in figura), cio 0 < s < 1.

0
C
O
o
O
2
O
1
Se vi un reostato, il punto di lavoro pu essere distante dal sincronismo (O
o
in figura); invece, se si sicuri di essere
in prossimit del sincronismo, si pu adottare per la caratteristica del motore lespressione linearizzata; lequazione
diventa di 2 grado, e si pu quindi effettuare una soluzione analitica:
( )
2
1 ( )
lin eq
a b o s C s C s + O = = (

.
Come detto, la soluzione accettabile quella con 0 < s < 1.






10
11

DETERMINAZIONE DEL PUNTO DI LAVORO, DATA LA POTENZA MECCANICA P
CAR
= P
LAV
.
In questo caso, lo scorrimento di lavoro s
LAV
si trova uguagliando a P
LAV
lespressione della potenza in funzione dello
scorrimento: si ottiene unequazione di 2 grado.
( ) ( ) ( ) ( )
2 2
2 2
2
2
( ) 1 1
n r n r
lav s r k
lav
r
s k
V RV R
P s s P s s sR R sX
s P
R
R X
s
= = => = + +
(
+ +
(


2 2
2 2 2 2
2 0
r n n
s k r s r
lav lav
RV V
s R X sR R R
P P
( (
+ + + + =
( (

La soluzione accettabile quella con s~ 0.
Solitamente, si pu trascurare R
s
rispetto a V
n
2
/ P
lav
; inoltre, se si sicuri che il punto di lavoro prossimo al
sincronismo (cio lo scorrimento prossimo a 0), si possono annullare tutti i termini che sono moltiplicati per s
2
,
perci
2
2
2
r n r lav
r lav
lav n
RV R P
s R s
P V
= => =



PARTE IV. AVVIAMENTO IN ASSENZA DI CONVERTITORI ELETTRONICI

Allavviamento si ha scorrimento unitario (s = 1) => limpedenza del circuito rotorico bassa (Rr / s bassa) => la
corrente assorbita elevata (6-7 volte la corrente nominale della macchina) => possono esserci problemi => occorre
ridurre la corrente allavviamento. Oggigiorno, il problema di solito affrontato tramite metodi di regolazione
elettronica: gli stessi regolatori che regolano coppia e velocit, provvedono anche a regolare la corrente di avviamento.
Per motori privi di regolazione elettronica, si hanno diverse possibilit, in relazione al tipo di rotore:
- nel caso di rotori a gabbia semplice, si effettua una riduzione della tensione di alimentazione, tramite trasformatore a
prese, oppure commutazione stella-triangolo dellavvolgimento statorico;
- se si vuole un rotore a gabbia, ma una coppia di spunto elevata, occorre realizzare una gabbia profonda o una gabbia
doppia;
- nel caso di rotori avvolti, si effettua solitamente una regolazione della resistenza dellavvolgimento rotorico
(regolazione reostatica).
Nel seguito vengono analizzati in dettaglio i vari casi presentati

10. Riduzione della tensione di alimentazione.
Ci sono due metodi principali: a) utilizzare un trasformatore a prese: si tratta di un trasformatore con pi uscite,
ciascuna con un valore di tensione; collegando il motore a uscite diverse, si varia Valim; b) effettuare un avviamento
stella-triangolo: gli avvolgimenti di statore sono inizialmente collegati a stella, in modo che la tensione sugli
avvolgimenti quella di fase (Valim/\3); poi si passa al collegamento a triangolo, e sugli avvolgimenti c la tensione
concatenata Valim.
Sono metodi semplici, ma la coppia cala molto (la coppia proporzionale al quadrato della tensione) => questi metodi
vanno bene solo se la coppia di spunto del carico bassa.




11
12

11 Avviamento reostatico
Si considerino le espressioni di coppia massima Cmax, corrente di spunto Ik, coppia di spunto Ck, scorrimento di
coppia massima sCmax:
2
max
1
2
1
n
s o sk
sk
V
C
R Z
Z
=
O | |
+
|
\ .

3
n
k
k
V
I
Z
=
2
2 2
n r
k
o k k
V R
C
R X
=
O +

max
r
C
sk
R
s
Z
=

2 2
sk s k
Z R X = +
2 2
k k k
Z R X = +
k s r
R R R = + . Si osserva che:
- Cmax non dipende da Rr, mentre Ik, Ck, sCmax ne
dipendono;
- se Rr aumenta, Ck aumenta, ma Ik cala;
- se Rr aumenta, sCmax aumenta.
Si conclude che allaumentare di Rr la caratteristica si modifica,
mantenendo lo stesso valore di Cmax, ma spostando il valore di
Cmax verso velocit pi basse (lo scorrimento di coppia
massima aumenta).
Il metodo consente quindi di ridurre Ik, ma non ridurre Ck.
Gli inconvenienti di questo metodo sono che si abbassa il
rendimento (perch il reostato introduce perdite ulteriori), e che
si pu fare solo con rotori ad avvolgimento (non con rotori a
gabbia). Inoltre, serve un sistema di anelli e spazzole per
collegare il reostato (che fisso) con il rotore (che ruota).




Parte rotante
Parte fissa
CALCOLO DEL REOSTATO PER AVERE C
MAX
ALLA VELOCITA O*
A velocit O*, lo scorrimento s* = 1 - O* / O ; lo scorrimento di coppia massima sCmax = Rr.eq / Zsk , dove con
Rr.eq si indicata la resistenza equivalente dellavvolgimento rotorico, cio la somma della resistenza di rotore Rr e
della resistenza del reostato Rreo (Rr.eq = Rr + Rreo); se si vuole la coppia massima a velocit O*, occorre imporre
s* = sCmax => s* = Rr.eq / Zsk => Rr.eq = s* Zsk => Rreo = s* Zsk Rr .
Tutte le resistenze considerate (Rr , Rreo , Rr.eq) sono riportate allo statore (le resistenze fisiche del rotore e del
reostato sono Rrotore e Rreostato); per avere la resistenza fisica del reostato Rreostato occorre riportare Rreo da
statore a rotore tramite il fattore di trasporto Kz = Rrot / Rrotore = Rreostato / Rreo.
Il valore di Kz si determina dal rapporto fra i fattori di trasporto di tensione Kv e di corrente Ki , cio Kz = Kv / Ki .
Siano far, Ur, mr, fas , Us, ms, i fattori di avvolgimento, numero di conduttori, numero di fasi degli avvolgimenti di
rotore e statore; siano poi Er, Ir, Er, Ir le fem e le correnti proprie del rotore e riportate allo statore.
Kv si ricava dalluguaglianza delle fem di spira: e_ spira = Er / far Ur = Er/ fas Us => Kv = Er / Er = fas Us/ far Ur
Ki si ricava da uguaglianza di fmm totali: fmm = mr far Ur Ir = mr fas Us Ir => Ki = Ir / Ir = mr far Ur / ms fas Us
Kz = Kv / Ki = (ms/mr)( fas Us/ far Ur)
2
.




12
13


12. Macchine a Doppia Gabbia o a Gabbia Profonda
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
Nelle macchine a doppia gabbia, vi sono 2 gabbie coassiali
Gabbia interna: sezione grande => resistenza piccola r ;
lontano da traferro => molto flusso disperso => induttanza grande L.
Gabbia esterna: sezione piccola => resistenza grande R ;
vicino a traferro => poco flusso disperso => induttanza piccola l.
E
I
E I
R
L l
r
Avviamento: s =1 => R/s bassa e sL alta => limpedenza prevalentemente reattiva => il percorso della corrente
dipende prevalentemente dalla X => la corrente va nel ramo con X bassa, cio nel ramo esterno; ma questo ramo con
R alta => si ha coppia alta.
Condizioni nominali: s <<1 => sL bassa => limpedenza prevalentemente resistiva => il percorso della corrente
dipende prevalentemente dalla R => la corrente va nel ramo con R bassa, cio nel ramo interno; ma questo ramo con
R bassa => perdite basse.
Si quindi ottenuto lobiettivo di avere R alta allo spunto, ma bassa in condizioni nominali, in modo da avere coppi alta
allo spunto, ma perdite basse nel funzionamento normale.
Situazione analoga si ottiene se la cava molto allungata verso linterno (rotore a gabbia profonda), perch il fenomeno
delladdensamento della corrente produce un effetto simile a quello presente nella doppia gabbbia:
avviamento: frequenza alta (f = fo) => addensamento significativo => R alta
regime: frequenza bassa (f = s fo) => addensamento trascurabile => R bassa.

DETERMINAZIONE CIRCUITO EQUIVALENTE
Per determinare il circuito equivalente si utilizza il metodo di dualit: andamento reale dei flussi andamento
approssimato dei flussi rete magnetica (tramite dualit) circuito equivalente elettrico

flussi reali flussi approssimati

Rete magnetica

Circuito equivalente elettrico

Poi si aggiungono le resistenze e si annullano le
sorgenti rotoriche (perch lavvolgimento in c.to c.to)

Infine, si sposta il ramo derivato a monte e si introduce la
dipendenza dallo scorrimento.

Con questa rete si pu analizzare il funzionamento del motore.

Ciascuna delle due gabbie d origine ad
una coppia; la coppia Ci della gabbia
interna simile a quella di un motore a
gabbia normale; la coppia Ce della
gabbia esterna simile a quella prodotta
da un motore con reostato di
avviamento; la coppia risultante Ctot
la somma delle due.
0 0.2 0.4 0.6 0.8
0
100
200
300
400
Ct
i
x ( )
Ct
e
x ( )
Ct
tot
x ( )
x
13
14

PARTE V. REGOLAZIONE TRAMITE CONVERTITORI ELETRONICI

13. Metodi di Regolazione di Coppia e Velocit

A. CAMBIA SOLO LAMPIEZZA DELLA CARATTERISTICA NATURALE.
Si ottiene regolando il valor efficace della tensione di alimentazione V
alim
. Infatti la
coppia proporzionale al quadrato della tensione, per cui riducendo la tensione di
alimentazione di un fattore k, la coppia si riduce di k
2
.
2
2
2
alim
) (
k
r
s
o
r
X
s
R
R
V
s
R
s C
+
(

+
O
=

Per ridurre la tensione, si pu usare un TRIAC, una valvola elettronica che parzializza la
sinusoide di alimentazione => si riduce il valor efficace della tensione applicata. Tale
valore regolabile a piacere, perch regolabile langolo di parzializzazione o. Questo
metodo molto economico, ma fornisce basse prestazioni, perch la forma donda della
tensione distorta, per cui il motore non lavora bene.
B. CAMBIA LA FORMA DELLA CARATTERISTICA NATURALE.
Si ottiene regolando contemporaneamente forma, valore, frequenza, della tensione di alimentazione, tramite un
convertitore CA/CA. Un convertitore CA/CA un dispositivo che, partendo dalla tensione di rete (forma donda
sinusoidale, valore efficace V = 400 V, frequenza f = 50 Hz) produce una tensione di forma, valore e frequenza
desiderate. Questo metodo pi costoso, ma fornisce ottime prestazioni, perch consente di andare a lavorare in un
punto qualsiasi del piano C-O (compatibilmente con i limiti meccanici, termici, elettrici, dei vari dispositivi).

ESEMPIO DI SISTEMA DI REGOLAZIONE
Per realizzare un sistema di regolazione, oltre al
convertitore CA/CA necessario un sistema di misura
di C ed O, ed un sistema di controllo che, in base ai
valori attuali e di riferimento di C ed O, decida come
pilotare il convertitore, per ottenere V ed f necessarie
per avere C ed O volute.

14. Esempio di Regolazione di C ed O: Metodo Volt Su Hertz.
Questo metodo il pi semplice. Si definisce velocit base O
b
quella per cui la tensione di alimentazione (variabile)
V
alim
pari alla tensione nominale V
n
.
Per 0 < O < O
b
, si regolano ampiezza V
alim
e frequenza f
alim
della tensione di alimentazione in modo che siano
proporzionali alla velocit di rotazione O. In tal modo, V
alim
/ f
alim
= cost (da qui il nome volt su Hertz). Ne segue che
il flusso pressoch costante. Infatti: la legge dellinduzione elettromagnetica e = d/dt in regime sinusoidale
diventaE = je, e come moduli E = e, da cui = E/e ; si visto, studiando il campo rotante, che la velocit del
campo Oo legata alla pulsazione elettrica e dal numero di poli p della macchina Oo/e = 2/p, quindi = (E/Oo)
(2/p); approssimando la velocit del campo Oo con la velocit della macchina O e la tensione di alimentazione V
alim
con
la fem E si ha ~ (V
alim
/O) (2/p); dato che V
alim
proporzionale alla velocit di rotazione O, il flusso risulta costante.
Si pu dimostrare che la conseguenza che anche la coppia costante, quindi flusso e coppia si
comportano allo stesso modo. La potenza, che pari al prodotto di coppia e velocit, risulta
quindi proporzionale alla velocit, quindi si comporta come la tensione.
Al crescere di O cresce anche V
alim
, finch per O = O
b
si raggiunge V
n
. Per O > O
b
, si pone
V
alim
= V
n
= cost (V
alim
non pu aumentare ulteriormente, perch ha raggiunto il valore
nominale, che di solito il massimo ammissibile per il convertitore e per lisolamento della
macchina). Dato che V non pu aumentare, anche E non pu aumentare, ma siccome e
aumenta (perch aumenta O), occorre calare il flusso come 1 / O, in modo che E = e rimanga
costante. Contestualmente, si fa in modo che f
alim
di sia proporzionale alla velocit. Si dimostra
che la conseguenza che la coppia inversamente proporzionale alla velocit, quindi ancora la
coppia si comporta come il flusso. La potenza dunque costante: C 1 / O => P = C O = cost.

C,
O
O
b

O
P, V
O
f






14
15

15
16

16
17

PARTE VI. MOTORI ASINCRONI MONOFASI

Un motore asincrono (MA) monofase un MA alimentato da una sorgente monofase. Il rotore praticamente sempre a
gabbia, lo statore ha tipicamente 2 avvolgimenti, perch per il funzionamento basterebbe 1 solo avvolgimento, ma per
lavviamento serve un sistema bifase; daltra parte, lalimentazione monofase; un MA monofase quindi
unapprossimazione di un MA bifase. Si spiega ora il motivo.

Un MA monofase puro un motore che ha la stessa struttura meccanica di un MA trifase, ha rotore a gabbia, ed ha 1
solo avvolgimento di statore. Si visto che un avvolgimento monofase genera un campo pulsante, che un campo
pulsante equivalente a due campi controrotanti, e che ad un campo rotante associabile il circuito equivalente di un
MA trifase. Ne segue che ad un avvolgimento monofase sono associabili i circuiti equivalenti di 2 MA trifasi
controrotanti. Quindi, anche la caratteristica meccanica di un MA monofase puro quella che si ottiene sovrapponendo
le caratteristiche meccaniche di 2 MA trifasi controrotanti. Ma, se cambia il senso di rotazione, cambia anche il verso
della coppia => le caratteristiche meccaniche dei due motori sono simmetriche rispetto allorigine, e la caratteristica
risultante passa per lorigine.

0
C
O
+

0
C
O
=
0
C
O

Dato che la caratteristica passa per lorigine, la coppia di spunto nulla, per cui un MA monofase puro non riesce ad
avviarsi. Tuttavia, se viene avviato in un verso, riesce poi a portarsi a regime, in quel verso di rotazione (perch si vede
dalla caratteristica che a velocit prossime al sincronismo, la coppia del campo opposto molto ridotta).

Un motore che non si avvia per poco utile. Per ovviare, si cerca di realizzare un MA bifase.
Un MA bifase puro un motore che ha la stessa struttura meccanica di un MA trifase, ha rotore a gabbia, ed ha 2
avvolgimenti di statore, sfasati di 90 meccanici, e percorsi da due correnti uguali in modulo e sfasate di 90 elettrici.
Per quanto riguarda i campi magnetici, la situazione che si viene a creare simile a quella di un MA trifase: ogni
avvolgimento genera 2 campi controrotanti, per cui si hanno 4 campi rotanti, ma 2 campi sono costantemente in
opposizione di fase e si elidono, mentre 2 sono in fase e si sommano; il risultato un unico campo rotante, per cui anche
la caratteristica meccanica come quella di un MA trifase.

Partendo da una alimentazione monofase non si riesce ad avere due correnti uguali in quadratura. Ne segue che i MA
monofasi sono dei MA bifasi approssimati, nel senso che le correnti sono in generale diverse in modulo, e non in
quadratura. Lo sfasamento fra le due correnti ottenuto nella pratica modificando limpedenza dei due avvolgimenti
alimentati dalla stessa tensione. Le soluzioni usate nella pratica sono molteplici.
La 1 soluzione il motore a polo schermato (shaded pole): in questo caso vi 1
solo avvolgimento, concentrato su un corpo polare; una porzione dellespansione
polare viene circondata da una spira chiusa in corto circuito; la fem indotta in tale
spira fa circolare una corrente, che genera un flusso in ritardo rispetto al flusso che
passa nella porzione di espansione senza spira; lo sfasamento temporale fra i due
flussi sufficiente per generare un debole campo rotante, che consente alla macchina
di avviarsi. E una soluzione usata solo per piccoli motori, perch molto
economica, ma molto poco efficiente.
spira in ctocto
1
2
1 = flusso nella porzione senza spira
2 = flusso nella porzione con spira
Tutte le altre soluzioni prevedono invece luso di 2 avvolgimenti di impedenza diversa; di solito un avvolgimento il
principale, ed sempre inserito, laltro quello ausiliario e viene inserito solo allavviamento; viene poi escluso o da un
interruttore centrifugo, o da un resistore PTC (Positive Temperature Coefficient). Il PTC un resistore che
normalmente (cio quando non percorso da corrente) freddo e ha una resistenza molto bassa; col passaggio di
corrente, si scalda repentinamente, e aumenta notevolmente la sua resistenza, fino a rappresentare praticamente un
circuito aperto, e ad impedire quindi il passaggio di ulteriore corrente.
Nellavvolgimento ausiliario, la diversit di impedenza ottenuta aggiungendo una resistenza o un condensatore:
- avvolgimento resistivo: lavvolgimento realizzato con fili di sezione sottile (in modo
da aumentare la resistenza), e collocati in cima alla cava, cio vicino al traferro (in
modo da avere bassa induttanza di dispersione); al contrario, lavvolgimento principale
realizzato con filo di sezione elevata (bassa resistenza) e collocato in fondo alla cava
(alta induttanza di dispersione); i due avvolgimenti sono entrambi di natura ohmico
induttiva, ma nel primo prevale la natura ohmica, per cui la corrente poco sfasata
dalla tensione, mentre nel secondo prevale la natura induttiva, per cui la corrente
molto sfasata; le correnti non sono a 90, ma lo sfasamento che hanno genera un
campo rotante sufficiente per far avviare la macchina;

Valim
Ia (resistiva)
Ip (induttiva)


17
18

- avvolgimento capacitivo: il condensatore porta la corrente in anticipo rispetto alla
tensione, per cui si possono ottenere effettivamente due correnti in quadratura;
purtroppo, dato che le reattanze dipendono dalla frequenza, e questa dipende
dallo scorrimento (cio dal carico), la reattanza del rotore cambia col carico, per
cui la condizione di quadratura ottenibile solo per una determinata condizione
di funzionamento, che solitamente lo spunto. Altre volte, il condensatore viene
mantenuto inserito anche nel funzionamento normale, per rifasare il MA, e in tal
caso occorre effettuare un compromesso fra le esigenze dellavviamento e del
funzionamento a regime.

Valim
Ia (capacitiva)
Ip (induttiva)


In tutti i casi, lavvolgimento principale d una caratteristica meccanica simile a quella solita del MAT, mentre
lavvolgimento ausiliario d una caratteristica con coppia di spunto elevata; la caratteristica risultante la somma delle
due, finch lavvolgimento ausiliario inserito, poi diventa la sola caratteristica dellavvolgimento principale (quando
lavvolgimento ausiliario viene escluso).

Es.: motori di lavatrici di qualche anno fa (oggi si usano motori
sincroni a MP, con convertitore elettronico). E un MA monofase
con condensatore. In questo caso, non c un avvolgimento
principale ed uno ausiliario, ma i due avvolgimenti sono uguali;
questo perch previsto un deviatore che consente di collegare
alternativamente il condensatore in serie alluno o allaltro dei
due avvolgimenti, cos le impedenze degli avvolgimenti si
scambiano => le correnti del diagramma vettoriale si scambiano
di posizione => si inverte il senso di rotazione del rotore (questo
per avere un lavaggio migliore).
V
p = 10
p = 10
p = 2

I due avvolgimenti hanno un numero di poli p elevato, cos la velocit di rotazione N bassa (N = 120 f / p). Per ridurre
ulteriormente la velocit di rotazione del cestello, di solito vi anche un accoppiamento meccanico a cinghia e
puleggia, con raggi diversi delle due pulegge. Vi poi un 3 avvolgimento con p basso (di solito p = 2), che serve per la
centrifuga. Questo avvolgimento singolo, perch non richiede lavviamento (il rotore gi in rotazione grazie agli altri
due avvolgimenti). Es.: supponiamo che gli avvolgimenti per il lavaggio abbiano p_lav = 10 poli, lavvolgimento per la
centrifuga abbia p_cent = 2 poli, e che il rapporto tra i raggi delle pulegge sia t = 10. Allora, le velocit di rotazione del
rotore durante il lavaggio e la centrifuga sono N_lav = 600 giri/min, N_cent = 3000 giri/min, mentre le velocit del
cestello sono N_lav_cest = 60 giri/min = 1 giro/s, N_cent_cest = 300 giri/min = 5 giri/s.







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