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www.allenatore.net - Magazine n.

06 Febbraio 2004

FOCUS

A R T I C O L O 1
Ancora novit!
La presentazione del
palinsesto mensile.

A cura di Team Allenatore.net

A R T I C O L O 2
Il rilancio del
portiere con le
mani.
Teoria ed
esercitazioni per
allenare la rimessa
del portiere.

A cura di Claudio Rapacioli

A R T I C O L O 3
Riscaldarsi usando
la palla.
Alcune proposte per
utilizzare la palla
durante la fase di
riscaldamento.

A cura di Michele Tossani

A R T I C O L O 4
Il Mister dei
giovani: piccolo
allenatore o grande
insegnante?
La figura
dellallenatore nelle
fasce det pi
basse: ruoli e
competenze.

A cura di Fausto Garcea

A R T I C O L O 5
Ottimizzare la
contrapposizione
tattica: affrontare il 4-
4-2.
Le possibili soluzioni per
mettere in difficolt un
avversario schierato
con il 4-4-2.

A cura di Luca Prestigiacomo

A R T I C O L O 6
La difesa bassa.
Esempi e soluzioni per
gestire correttamente il
forcing avversario.

A cura di Alessandro Giuliano

A R T I C O L O 7
Lallenamento della
velocit nel settore
giovanile, con lutilizzo
di esercitazioni
psicocinetiche e
comandi vocali.
Gli esercizi di velocit
da fare con i giovani.

A cura di Pasquale Cossu

A R T I C O L O 8
Allenare la velocit nel
calcio.
I principi base e le
esercitazioni tipiche per
allenare la velocit.

A cura di Carlo Del Fiorentino

A R T I C O L O 9
Alla battuta del calcio
di rigore.
Psicologia e tecnica per
non fallire dagli 11 mt.

A cura di Roberto Bonacini

A R T I C O L O 1 0
A tutto pressing.
Il Lumezzane di
DAstoli.

A cura di Massimo Lucchesi


STUDIOS

R E P O R T 1
CHELSEA ARSENAL

LONDRA 21/ 02/ 04

R E P O R T 2
SPARTA P MILAN

PRAGA 24/ 02/ 04

R E P O R T 3
DEPORTIVO - JUVENTUS

LA CORUNA 25/ 02/ 04


S
O
M
M
A
RI
O
EDIZIONI
WWW.ALLENATORE.NET
SEDE: Via E.Francalanci, 418 -
55050 Bozzano (LU)
Partita IVA: 01781660467,
C.C.I.A.A. Lucca, R.E.A.
170681, Reg. Imp. 21776
Tel: 0584 976585
Fax: 0584 977273

Alla realizzazione
del presente
numero hanno
collaborato:
Tossani M., Garcea
F., Giuliano A.,
Rapacioli C.,
Del Fiorentino C.,
Cossu P.,Lucchesi M.,
Bonacini R.,
Prestigiacomo L.

WWW.ALLENATORE.NET - MAGAZINE una pubblicazione mensile edita da edizioni
www.allenatore.net ed iscritta nel registro Periodici del Tribunale di Lucca con il n.785 del
15/07/03
Direttore Responsabile: Fabrizio Ferrari; Coordinatore tecnico: Massimo Lucchesi
Luogo di stampa: Bozzano, via Francalanci 418 (LU)
Provider-stampatore: I.NET SpA (Web: www.inet.it) via Caldera 21/D - 20153 Milano

Ancora novit !
A curadi TEAM www.allenatore.net
La presentazionedel palinsesto di Febbraio.

Febbraio il mese in cui riprende la Champions League e noi di Allenatore.net forniremo in dettaglio, i report delle gare
dove sono impegnate Milan e Juventus.
Ma un altro grande appuntamento ci aspetta. Entro fine mese infatti sia la home page che la sezione archivio verranno
modificate e rese pi funzionali.
Tutto ci al fine di facilitare la consultazione del sito e permetterVi una migliore gestione dei contenuti.

Prima di arrivare alle attese novit comunque doveroso dare uno sguardo ai contributi on line questo mese.
Per la sezione tattica sono disponibili tre interessanti contributi di Prestigiacomo , Lucchesi e Giuliano. Il primo ha
scritto un articolo sullottimizzazione della contrapposizione tattica al 4-4-2 mentre il secondo ha analizzato nei dettagli
schemi e strategia di una squadra non molto conosciuta (il Lumezzane) ma in grado di giocare un ottimo calcio.
Giuliano infine propone idee e suggerimenti per gestire correttamente il forcing avversario in situazioni di squadra
arretrata.
La parte relativa alla preparazione atletica vede un articolo di Del Fiorentino relativo allallenamento delle comp onenti
della velocit del calciatore. La velocit inoltre oggetto del contributo scritto da Pasquale Cossu, con allinterno
interessanti esercitazioni da proporre ai giovani.
Per quel che concerne la preparazione del portiere, viene sviscerato nei dettagli il gesto tecnico del rilancio. Claudio
Rapacioli, con la consueta efficacia, riesce ad evidenziare tutti i particolari che deve conoscere il portiere moderno.
Fausto Garcea propone invece un brano sulla corretta interpretazione del ruolo dellallenatore-insegnante nel settore
giovanile. Riuscire a proporsi ed a relazionarsi in maniera ottimale con i giovani fondamentale per vederli migliorare.
Per concludere vogliamo presentare larticolo forse pi interessante del mese, alla battuta del calcio di rigore.
Roberto Bonacini evidenzia quanti e quali fattori stiano dietro allattimo in cui si concretizza il calcio di rigore.

Inoltre vogliamo segnalarVi che la sezione CLUB si arricchisce infine di nuovi argomenti di discussione allo scopo di
coinvolgere pi appassionati possibile.ed allora



Buona Lettura, Team www.allenatore.net
a ar rt t i ic co ol lo o
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N. 0 6 F E BBRAI O 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

R RR R E EE E D DD D A AA A Z ZZ Z I II I O OO O N NN N A AA A L LL L E EE E

Il rilancio del port iere con le mani.
A curadi CLAUDIO RAPACIOLI prep.portieri Sett. Giov. Brescia Calcio
Teoriaedesercitazioni per allenarelarimessaconlemani del portiere.
Dopo aver analizzato nei precedenti articoli le varie situazioni di uscita sia alta che bassa, e lorganizzazione delle palle
inattive, passiamo ora a focalizzare lattenzione sulla fase successiva.

Nel momento in cui il portiere ha il pallone tra le mani finisce di essere lultimo baluardo difensivo, e diventa il primo
attaccante, perci deve trasmettere la palla ai compagni con precisione senza che la squadra ne perda il possesso.
In questa fase, la trasmissione ai propri compagni pu essere effettuata sia con i piedi che con le mani, il presente
articolo prende in esame questa seconda tipologia rimandando al prossimo la prima.
Vengono esposte le componenti tecniche e le relative esercitazioni, seguendo una progressione dapprima tecnica e
successivamente tattica, cos da fornire un ventaglio di proposte che possono essere utilizzate a seconda delle capacit
dei soggetti con in quali ci si trova a lavorare.

Gli scopi principali da perseguire nelle esercitazioni combinate per i rilanci sono la precisione, la forza ma soprattutto la
velocit di lettura della situazione, la fase di transizione, ovvero, il tempo che passa tra il momento in cui portiere
intercetta la palla e quando lo rilancia verso un compagno. Minore il tempo e maggiore lefficacia del rilancio con la
probabilit di cogliere impreparati gli avversari.
E soprattutto durante le partitelle che il portiere trova le migliori occasioni per allenarsi in situazionalit sia in fase di
difensiva che in fase di ripartenza, perci anche questo particolare deve essere particolarmente curato. Soprattutto se si
trova ad operare con i giovani il preparatore deve seguire e se necessario evidenziare gli errori commessi e le possibili
soluzioni alternative.

A differenza del rilancio con i piedi, solitamente utilizzato per coprire grandi
distanze, quello con le mani viene adottato per distribuire il pallone a distanze che
di norma non superano la linea di met campo.
Solo il Mitico Seba Rossi possedeva la capacit di rilanciare con l e mani ben oltre
la linea mediana.

Data la minima distanza dalla porta, il rilancio con le mani deve essere indirizzato
verso un compagno libero e comunque deve essere estremamente veloce e preciso
sia come direzione sia come tipologia di palla trasmessa.
La direzione della palla deve sempre essere nel senso del movimento del compagno
e nel limite del possibile sempre avanti. La tipologia della palla servita deve
permettere a questultimo di poterla controllare in modo semplice e veloce per
renderla subit o giocabile efficacemente, senza correre il rischio di venire pressato a
causa di un controllo difficoltoso.
Un errore porterebbe gli avversari a una situazione di possesso palla o di pressing in
una zona pericolosamente troppo vicino alla porta.

a ar rt t i ic co ol lo o
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N . 06 F E B B R A I O 2004
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I I L L N N U U M M E E R R O O 1 1
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Solitamente si consiglia di indirizzare il passaggio nella zona laterale del campo opposta a quella di provenienza della
palla in quanto la si presume meno affollata e con un maggior spazio di manovra.
Cos facendo spesso si possono creare gi nei pressi della met campo situazioni di superiorit numerica, soprattutto
quando la ripartenza avviene dopo aver intercettato un cross da corner o da punizione e gli avversari si sono sbilanciati
in avanti alla ricerca della rete.
Queste situazioni di uscita rapida e attacco del portiere sono situazioni tattiche che possono essere provate con i
compagni di squadra durante lallenamento delle palle inattive.
Il passaggio nella zona centrale da evitare in quanto il ricevente potrebbe essere facilmente pressato da pi fronti ed
essere costretto, nel migliore dei casi, ad una affrettata giocata lunga. Solo quando gli avanti avversari sono molto bassi
e si intende ripartire con una azione manovrata di possesso palla ritengo possa essere accettabile questo tipo di
appoggio.

Come gi accennato, la qualit del rilancio con le mani molto importante per avviare una veloce ripartenza della
squadra. Si deve perci curare in fase di esercitazione, attraverso progressioni didattiche, la coordinazione gamba-
braccio, la direzione (deve essere sempre sulla corsa del compagno) e larrivo della palla a destinazione che, come visto,
deve sempre essere facilmente giocabile.

Spesso il rilancio viene eseguito in corsa in quanto la palla viene raccolta
con un movimento di avanzamento, oppure, dopo aver effettuato unuscita
alta, il portiere si toglie dal punto di atterraggio e si trova pronto alla
distribuzione. Il rilancio effettuato in corsa risulta essere pi efficace e deve
sempre essere allenato.
Dopo aver effettuato il rilancio il portiere deve essere immediatamente in
condizione di equilibrio e riprendere prontamente la posizione pi corretta
rispetto allo sviluppo dellazione.
In tutte le esercitazioni, e particolarmente per i giovani, importante
abituare il portiere allambidestrismo, utilizzando per i rilanci a sinistra il
braccio sinistro per quelli a destra il destro, anche se poi in partita utilizzeranno larto dominante.

Il portiere gi dalla giovane et deve essere abituato a leggere velocemente la situazione tattica e individuare se esiste
un compagno pronto a ricevere un eventuale rilancio. A questo scopo in allenamento si possono proporre esercitazioni
combinate che lo obblighino ad una veloce interpretazione e decisione nelle pi svariate situazioni

Al fine di ridurre la minimo le incomprensioni, la comunicazione verbale con i compagni ricopre un ruolo estremamente
importante. Prima di trasmettere la palla consigliabile che il portiere chiami il nome del compagno, cos da fissare
senza ombra di dubbio chi il destinatario del passaggio. Ci permette inoltre di richiamare, se gi non lo fosse, il
compagno pronto per ricevere il pallone, alla massima attenzione, altrimenti si sceglie una soluzione alternativa. Inoltre
per evitare disguidi di trasmissione (palla lunga e il compagno viene incontro o viceversa) importante che il portiere e
i compagni si intendano, se necessario anche verbalmente, sul tipo di palla giocata.


Le t ipologie di rilancio.

Le varie tipologie di rilancio sono le seguenti e come gi accennato possono essere scelte in base alla distanza che il
rilancio deve coprire.

RASOTERRA o ROTOLATO (foto 1 e 2)

Viene effettuato quando la distanza tra il portiere ed il compagno a cui indirizzato il pallone non superiore ai 20-25
mt. e non vi sono avversari tra i due.
La palla deve essere portata dietro al fianco e oscillando il braccio va spinta quando quasi a terra (tipo boccia), cos da
evitare che lanciata dallalto abbia un angolo di uscita tale da generare rimbalzi.
La gamba opposta alla mano di lancio deve essere pi avanti , cos da offrire un maggiore equilibrio e buona ampiezza
di rilancio, quella omologa pi arretrata e maggiormente flessa allo scopo di non disturbare con il ginocchio luscita
della palla.
Il braccio che non effettua il rinvio va tenuto largo.
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E la tipologia di rilancio pi pericolosa in quanto viaggia a terra e maggiore la velocit, minore il tempo a
disposizione dellavversario per intercettarlo.












Foto 1 Foto 2

BILANCIERE (foto 3 e 4)

Viene effettuato quando si deve raggiungere un compagno lontano o vi sia la presenza di avversari tra questo e il
portiere.
La palla portata dietro al corpo con il braccio parallelo al terreno viene lanciata con unazione congiunta
allavanzamento della gamba opposta allarto di lancio.
La traiettoria se la palla viene rilasciata dietro la testa risulta arquata mentre se viene rilasciata sopra la testa risulta tesa.
Il braccio che non lancia deve essere posto quasi fosse un mirino teso in avanti, al pari della gamba opposta al braccio di
lancio cos da offrire un maggior equilibrio e coordinazione al momento delluscita del pallone.
Il corpo dopo il lancio subisce un avanzamento per inerzia nella direzione di lancio della palla.
E un rilancio pi sicuro in quanto viaggia ad una altezza, fin quando la palla in volo, difficilmente intercettabile dagli
avversari.











Foto 3 Foto 4

GIAVELLOTTO (foto 5)

E una variante al rilancio a bilanciere. Non viene utilizzato spesso ma permette
di trasmettere una palla precisa con una traiettoria quasi rasoterra a una distanza
anche ridotta.
La palla viene portata perpendicolare al terreno sopra la testa. Il movimento di
lancio avviene contemporaneamente allavanzamento della gamba opposta
allarto di lancio e la mano esegue la frustata finale. E consigliabile luso in caso
di campo pesante cos da ridurre al minimo lo spazio che il pallone percorre a
terra riducendo il rischio che si possa fermare in qualche pozzanghera. Anchesso
deve essere veloce in quanto viaggia ad un altezza intercettabile dagli avversari


Foto 5


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LATERALE (foto 6 e 7)
Permette di eseguire un lancio abbastanza lungo ma risulta essere spesso impreciso a causa della curva di giro che viene
impressa nel momento in cui la palla lascia la mano. Non lo ritengo un rilancio efficace da allenare anche se talvolta
viene eseguito anche da portieri di buon livello.





Foto 6 Foto 7


Tipi di ricezione.

A seconda di come il compagno riceve la palla possiamo suddividere i rilanci in:

PALLA A COMPAGNO FERMO
Quando il compagno ricevente fermo. Questi ha sicuramente una maggiore facilit di controllo ma al tempo stesso
anche pi facilmente attaccabile dagli avversari.

PALLA ADDOSSO DA CONTROLLARE BASSA
La palla arriva direttamente addosso al compagno fermo e solitamente il controllo viene fatto con il piatto del
piede.

PALLA ADDOSSO DA CONTROLLARE ALTA
La palla arriva direttamente addosso al compagno fermo e solitamente il controllo viene fatto di petto o con il
piatto del piede o con la coscia a seconda del tipo di rilancio utilizzato.


PALLA SULLA CORSA
Quando il compagno destinatario del passaggio in movimento, il controllo un po pi difficoltoso ma offre la
possibilit di essere gi pronto a lla giocata successiva.

ADDOSSO DA CONTROLLARE
La palla arriva direttamente addosso al compagno, solitamente il controllo viene fatto di petto o di piatto a
seconda del tipo di rilancio utilizzato

CON RIMBALZO A TERRA
Quando e possibile questo risulta il modo pi veloce per una veloce ripartenza del gioco offensivo. La palla
rimbalza a non pi di 2 metri avanti nella direzione della corsa del ricevente. Il controllo viene effettuato di
piatto.

NELLO SPAZIO
Viene rilanciato il pallone in una zona di campo libero che deve essere occupato velocemente da un compagno.






Si ringrazia per la
collaborazione
Livio Girelli,
portiere della
primavera del
Brescia Calcio.
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Progressione didat t ica per i rilanci con le mani.

La progressione didattica da seguire al fine di proporre esercitazioni sui rilanci la seguente:

RILANCIO STATICO
Portieri fermi a coppie o al muro eseguono tutti i tipi di rilancio. (Esercizio 1).

RILANCIO DINAMICO
Come prima ma dopo aver effettuato uno spostamento frontale, diagonale o laterale. (Esercizio 2, 3).

RILANCIO VERSO ZONE DEFINITE
Indirizzare correttamente la palla nella zona (Porta o quadrato) predefinita. (Esercizio 4,5,6,7,8).

RILANCIO VERSO COMPAGNO FERMO
Indirizzare la palla in modo giocabile verso un compagno fermo. (Esercizio 9,10).

RILANCIO VERSO COMPAGNO IN MOVIMENTO
Effettuare un rilancio verso un compagno in movimento che deve essere posto in grado di controllare facilmente il
rilancio. (Esercizio 11, 12).

RILANCIO IN SITUAZIONE
Dopo avere intercettato la palla, anche superando il disturbo degli avversari, si deve cercare il rilancio corretto verso il
compagno pi pronto a ricevere la palla. (Esercizio 13,14).


Esercit azioni.

1) Esercitazioni a coppie statiche frontali. I portieri si lanciano la palla a seconda del tipo di rilancio stabilito, curando
tutte le componenti tecniche, gestualit, velocit della palla e precisione. Le distanza tra i portieri variano a seconda del
tipo di rilancio utilizzato.

2) A gioca la palla con un rilancio rasoterra allallenatore, questi gli restituisce la palla sempre rasoterra. Effettuata la
presa esegue un rilancio a bilanciere verso B che intercetta la palla in presa alta ed esegue un rilancio rasoterra verso
lallenatore che come fatto per A gli restituisce la palla rasoterra. B rilancia a sua volta bilanciere verso A.


Fig. 1 Fig. 1
A
B
ALLENATORE

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3) Si definiscono con i paletti due porte frontali dove si posizionano due portieri entrambi con un pallone in mano. A
lancia la palla (con un rilancio rotolato o giavellotto) diritta verso la porta del compagno e contemporaneamente va a
raccogliere o controllare con i piedi la palla lanciata da B (che nel frattempo ha fatto la stessa cosa). Lesercizio viene
ripetuto su entrambi i lati. La palla deve essere lanciata con sinistro quando ci si sposta verso destra e viceversa. Oltre
ad abituare allambidestrismo questo esercizio costringendo il portiere a modulare la forza di lancio sviluppa la capacit
di differenziazione muscolare.

Fig. 2 Fig. 2
B
A


4) Tiro a segno. Si definiscono delle aree concentriche con dei cinesini di diverso colore. I portieri devono cercare con
un rilancio a bilanciere di centrare la zona pi interna che attribuisce loro un numero maggiore di punti.

Fig. 3 Fig. 3
1
2
3


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5) Gara di rilancio pu essere effettuata a seconda della distanza con rilancio rasoterra o a bilanciere, magari anche dopo
aver inserito un intervento su palla alta. A chi indirizza il pallone nella porta pi centrale vengono assegnati 3 punti, 2
punti per le porte appena pi laterale 1 punto per le porte pi esterne.

Fi g. 4 Fi g. 4
1
2
3
2
1


6) Si posizionano due porte frontali ad una distanza di 20-25 metri. Due portieri si affrontano e devono cercare i farsi
gol utilizzando il rilancio stabilito e a seconda del tipo con determinate regole, pena lannullamento della rete segnata
- Rotolato, la palla deve essere sempre rasoterra
- Giavellotto la palla pu toccare terra solo nella zona limite
- Bilanciere la palla non pu toccare terra.
Se il portiere intercetta il tiro della avversario deve rapidamente assumere un ruolo offensivo e cercare a sua volta di
fare gol.
Il lancio del pallone non pu essere fatto oltre la zona limite.
Se si vuole rendere ulteriormente difficile lesercitazione si possono introdurre delle zone limite dove poter segnare
(paletti tratteggiati) cos da obbligare il portiere ad una migliore precisione di lancio.
Unulteriore variante quella che ciascun portiere in possesso di un pallone ed nello stesso tempo sia attaccante che
difensore. Il lancio viene fatto contemporaneamente al comando dellallenatore.
Il gioco pu essere effettuato sia per raggiungimento di punteggio sia con un limite di tempo.

Fi g. 5 Fi g. 5 B
A
Zona l i mi t e
Zona l i mi t e


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8
7) P1, P2, e P3 si fronteggiano al gioco del muro. Questa esercitazione ha come scopo allenare il portiere a raccogliere
la palla in corsa e senza interromperla, dopo aver fatto qualche passo rilanciare immediatamente rasoterra.
P1 lancia la palla allinterno della porticina delimitata sul muro, P2 prima che la palla esca dallarea delimitata deve
raccoglierla in corsa e rilanciare immediatamente cercando di centrare a propria volta la porticina. P3 Come ha fatto P2
deve raccogliere e rilanciare, il successivo portiere succede a P3, fino a quando la palla non esce dal limite.
Se si assegna il punto al portiere che riuscito a far uscire la palla vince la gara chi totalizza pi punti. Se il punto viene
invece attribuito al portiere che non riuscito a raccogliere la palla nella zona delimitata, vince la gara chi totalizza
meno punti.
P1
Fig. 6 Fig. 6
P2 P3


8) A seconda del numero dei portieri (et e numero) si definiscono dei quadrati con un lato di 10-15 metri. I portieri a
turno dovranno rilanciando a bilanciere cercare di fare cadere la palla nel quadrato di un altro portiere, Se la palla cade
al di fuori del quadrato al portiere che ha effettuato il lancio viene sommato un punto. Se la palla invece tocca terra
allinterno del quadrato senza che il difendente riesca ad intercettarla, questi subisce un punto. Vince chi alla fine del
tempo prestabilito ha meno punti.

Fig. 7 Fig. 7
P3
P1
P2

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9
9) Esercitazione combinata con pi portieri. P4 esegue un cross con i piedi che P1 deve intercettare e rilanciare
immediatamente con le mani verso P2, il quale controlla con i piedi ed effettua un cambio di giuoco verso P3 che
intercetta la palla e con un rilancio rotolato la ritorna a P4. Dopo aver effettuato 3-4 giri i portieri cambiano stazione. Se
i portieri a disposizione sono pi di 4 lesercizio pu essere eseguito a giro dove i portieri, dopo aver effettuato la
trasmissione della palla, cambiano rapidamente stazione.

Fig. 8 Fig. 8
P4
P1
P2
P3



10) A mette un cross dalla fascia laterale P intercetta e richiama lattenzione di B, il quale se girato verso il portiere
intende ricevere il rilancio, che deve essere effettuato addosso. B riceve la palla e molt o velocemente controlla e a sua
volta esegue un cross sul quale P si ripete.
Se il destinatario ha le spalle volontariamente girate al portiere segnala implicitamente che non pu ricevere la palla,
perci il N1 dopo un secondo richiamo calcia la palla lunga. Questo esercizio, oltre che per la tecnica di rilancio, serve
per allenare il portiere a chiamare ed a verificare che il compagno ricevente sia attento e pronto ad entrare in possesso
della palla.

Fig. 9 Fig. 9
P
B
A

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10
11) P1 Mette un cross con i piedi cercando di fare intervenire in presa P2. A e B fungono da avversari attivi e possono
segnare con un massimo di 2 tocchi. Se il portiere P2 riesce ad intercettare la palla in presa deve rilanciare
immediatamente verso P1 che nel frattempo ha iniziato a correre verso la porta posta verso il centrocampo. P2 non pu
interrompere la corsa e nemmeno indietreggiare, perci P1 deve effettuare correttamente il rilancio sulla corsa. P2 una
volta ricevuto la palla ha un numero di tocchi predefiniti (2-3) per condurre o inviare la palla nella porticina e per
segnare un punto a favore suo e del portiere.

Fi g. Fi g. 10 10
P 2
B
A
P 1


12) Si definiscono due quadrati (Zona Lunga e Zona Corta) per ciascuna fascia laterale. Lallenatore posto a
centrocampo effettua dei cross o dei lanci bassi nello spazio e dopo aver calciato segnala al portiere utilizzando il
braccio destro o sinistro il lato dove effettuare il rilancio. Se il braccio alzato il rilancio deve essere indirizzato nella
zona lunga se pi basso in quella corta. Si possono anche introdurre 2 compagni A e B che nel momento in cui
lallenatore calcia il pallone iniziano a risalire con una corsa leggera, che verr poi accelerata per farsi trovare pronti a
raccogliere il rilancio del portiere nella zona definita. Il portiere al momento del rilancio deve sempre dichiarare ad alta
voce la zona dove deve inviare il pallone e se presente un compagno anche il suo nome.
Anche in questo esercizio si possono introdurre disturbi al portiere sia in fase di intercettamento della palla sia in fase di
rilancio.
Fig. 11 Fig. 11
P
B
A
ZONA
LUNGA
ZONA
CORTA
ZONA
CORTA
ZONA
LUNGA


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11
13) Lallenatore esegue un cross dalla fascia laterale o dal centro, il portiere intercetta il pallone in presa e rilancia.
A lo deve disturbare sia in fase di uscita che in fase di rilancio. B e C fungono da compagni del portiere e nel momento
in cui questo entra in possesso della palla si allargano velocemente verso la zona laterale.
D funge da attaccante e va a coprire uno dei due difensori. Il portiere deve essere estremamente rapido a leggere la
situazione e a indirizzare il pi velocemente possibile il pallone verso il compagno libero evitando anche il disturbo di
A.

Fi g. Fi g. 12 12
P
D
A
M
C
B


14) Simile al precedente, Lallenatore effettua un cross, P deve intercettarlo e rilanciare prontamente. A e B fungono da
compagni, il primo si alza il secondo si abbassa, C invece un attaccante che pu scegliere se andare verso A o B. Il
portiere deve scegliere ed effettuare nel pi breve tempo possibile il passaggio verso il compagno smarcato (bilanciere
verso A, rotolato o giavellotto verso B).
E possibile eseguire lesercizio, se si dispone di giocatori a sufficienza , in modo speculare introducendo sulla fascia
sinistra A1, B1 come compagni del portiere e C1 come attaccante con gli stessi compiti della fascia opposta. Quando P
intercetta il pallone deve dapprima verificare se esiste la possibilit di una giocata alta, con precedenza alla fascia
opposta alla quella di provenienza della palla (C ha attaccato B). Se non ce questa possibilit (C ha attaccato A)
verifica se A1 (altro compagno alto) libero (C1 ha attaccato B1) e nel caso gli gioca un rilancio a bilanciere.
Altrimenti se il cross corto gioca la palla verso B1 se lungo verso B.
Nel caso non si disponga di giocatori a sufficienza A, B, A1 e B1 possono essere sostituit i da sagome.

Fi g. Fi g. 13 13
P
A
M
C
B

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12

BIBLIOGRAFIA
- Antonio Odasso Il numero 1 Edizioni Tipovelox
- Francisco Garcia Ocana El portero de futbol Eduzioni Paido Tribo

Riscaldarsi usando la palla.
A curadi MICHELE TOSSANI
Alcuneproposteper utilizzarela palladurantelafasedi riscaldamento..
Per tutte le squadre e principalmente per quelle che non possono effettuare molti allenamenti in settimana, il
riscaldamento diventa un momento fondamentale, al di l delle caratteristiche specifiche di questa attivit.
Infatti, lutilizzo del riscaldamento come mix tra un lavoro di avviamento motorio e un lavoro tecnico tattico con il
pallone, permette di fare, del periodo iniziale dellallenamento, un momento di progresso per la propria compagine in
funzione dello specifico apprendimento di determinati principi del gioco sui quali vogliamo forgiare i nostri uomini o in
funzione di un allenamento dellaspetto pi squisitamente tecnico, spesso trascurato nel resto della seduta per mancanza
di tempo.
Sono 2 le possibilit fondamentali di fare riscaldamento con la palla; la prima prevede lutilizzo di esercitazioni di
tecnica di base, comprendente training di passaggio, dribbling, conduzione della sfera etc; la seconda consiste
nellutilizzo di forme particolari di partitelle con vari obbiettivi.
Ovviamente, lottimale sarebbe, se il tempo a nostra disposizione lo permette, introdurre entrambe le soluzioni nella
parte iniziale dellallenamento.
Prima di passare ad alcuni esempi pratici su come iniziare la nostra seduta, occorre ricordare un fatto importante: il
riscaldamento con la palla comporta, in base allintensit ed alla durata delle esercitazioni, un certo carico ed una certa
qualit di lavoro fisico (aerobico o anaerobico), del quale andr tenuto conto al momento di scegliere le esercitazioni da
proporre durante il riscaldamento.
E infatti evidente che dovremo scegliere un tipo di riscaldamento che si adatti al resto della seduta; se vogliamo usare,
ad esempio, un possesso palla ad alta intensit con elevato carico aerobico - anaerobico lattacido sar meglio inserirlo
nella giornata di capacit e potenza aerobica o di capacit e potenza lattacida e non in quello di velocit e rapidit, cio
del lavoro alattacido.
Cominciamo la nostra analisi proponendo i lavori da fare in forma di partitella.

Le part it elle nel riscaldament o.

La seduta inizia con una messa in moto di 6- 8 durante il quale faremo eseguire corsa lenta ed esercizi di mobilitazione
generale per braccia, tronco e gambe.
Al termine buona norma effettuare 5 di esercizi di stretching per tutti i principali distretti muscolari.
Dopo di che passeremo al lavoro con il pallone. Nelle pause faremo altro stretching.

Proposta 1
In un quadrato di lato variabile (ad esempio quello formato da 4 paletti posti: 2 allestremit dellarea di rigore in
corrispondenza con le 2 linee immaginarie che congiungono larea piccola di porta e larea di rigore stessa e gli altri 2
allaltezza della campo a completare il nostro quadrato) si affrontano 2 squadre di colore diverso in un possesso
palla; la squadra che arriva a 10 passaggi consecutivi ottiene 1 punto x 2 tempi di 5.
Varianti:
si ottiene 1 punto quando tutti i giocatori di una squadra toccano la sfera;
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COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

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si ottiene 1 punto quando si completa un numero di passaggi uguale al numero di giocatori della propria squadra+1
(es. 7 contro 7; 1 punto ogni 8 passaggi).
regola del 3 uomo; non si pu passare la palla al compagno dal quale si ricevuta la sfera;
si gioca con le mani con divieto di tenere il pallone pi di 3 secondi, divieto di avanzare con la palla, divieto di
strappare il pallone dalle mani avversarie in modo da giocare sullanticipo;
si gioca un tempo con le mani con le regole sopra descritte ed uno con i piedi.
Obbiettivi:
sviluppo rapido delle azioni di gioco;
miglioramento tecnico;
apprendimento di un gioco corale;
abitudine al pressing eseguito e subito;
transizione positiva e negativa.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguo della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi.
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari allenare alla rapidit la squadra, facciamo giocare ad 1 tocco .

Proposta 2
In un campo di lato variabile, disseminato di miniporte in numero uguale a quello dei componenti di ogni compagine +
1 (es. 7contro 7 > 8 porticine), 2 squadre si affrontano con lobbiettivo di segnare pi punti; 1 punto viene ottenuto
ogni volta che una squadra riesce a far passare la palla attraverso 1 miniporta con un passaggio che venga ricevuto da un
altro componente della squadra medesima.
Varianti:
si gioca sul 3 uomo, vale a dire che il giocatore che riceve il passaggio oltre la porticina deve essere diverso da quello
che aveva ceduto la sfera al compagno che calcia attraverso la miniporta.
Obbiettivi:
cambio di gioco;
pressing;
sviluppo rapido della manovra;
transizione positiva e negativa.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguio della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi.
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari allenare alla rapidit la squadra, facciamo giocare ad 1 tocco .

Proposta 3 (Fig.1 a pagina successiva)
Si dispongono in campo vari quadrati di 10 metri circa di lato;
in ogni quadrato si esegue un 3 contro 1 con i 3 giocatori che si possono portare solo sui vertici del quadrato e mai
nel centro
Obbiettivi:
smarcamento;
aiuto al portatore di palla;
intercettamento per il difensore.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguo della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi.
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari allenare alla rapidit la squadra, facciamo giocare ad 1 tocco .

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N. 1 N. 1

Proposta 4
Si dispongono in campo vari quadrati di 10 metri circa di lato;
in ogni quadrato si esegue un 2 contro 2 con i giocatori che si muovono liberamente allinterno del quadrato di
gioco;
si gioca con continuit.
Varianti:
ogni squadra realizza 1 punto dopo alcuni passaggi consecutivi, ad esempio 5.
Obbiettivi:
attacco e copertura;
pressing;
transizione.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguo della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari allenare alla rapidit la squadra, facciamo gioc are ad 1 tocco

Proposta 5
Si dispongono in campo vari quadrati di 10 metri circa di lato;
in ogni quadrato si esegue un 3 contro 3 con i giocatori che si muovono liberamente allinterno dello spazio di
gioco; allenamento essenziale per abituare alla difesa a 3;
si gioca con continuit.
Varianti:
ogni squadra fa 1 punto dopo alcuni passaggi consecutivi, come ad esempio 7.
Obbiettivi:
attacco e copertura;
pressing;
transizione;
abitudine a scegliere lopzione di passaggio migliore.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguo della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi.
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari allenare alla rapidit la squadra, facciamo giocare ad 1 tocco .


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Proposta 6 (Fig.2)
Si dispongono in campo vari quadrati di 10 metri circa di lato;
in ogni quadrato si esegue un 4 contro 2 con i giocatori liberi di muoversi nello spazio;
la squadra di 4 conquista 1 punto dopo un certo numero di passaggi, ad esempio 8;
la squadra di 2 esegue un punto ogni volta che interrompe lazione avversaria mediante la riconquista della sfera.
Varianti:
la squadra di 2 segna anche se riesce, senza averne il possesso, ad interrompere lazione avversaria, ad esempio
spedendo fuori del quadrato il pallone;
la squadra di 2 fa il punto se fa 1 passaggio, cio se entrambi gli elementi toccano la sfera;
la squadra di 2 conquista 1 punto solamente quando riesce ad effettuare certo numero di passaggi, ad esempio 3; ,
cio se i 2 compagni riescono a fare 1 triangolazione.
Obbiettivi:
pressing;
aiuto e copertura;
difesa in inferiorit numerica;
copertura preventiva, appena perdono il pallone i 4 non posso scappare allindietro ma vanno alla riconquista
immediata;
abitudine a scegliere lopzione di passaggio migliore.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguo della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi.
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari allenare alla rapidit la squadra, fa cciamo giocare ad 1 tocco.

N. 2 N. 2


Proposta 7 (Fig.3)
In un quadrato di10-15 metri di lato, 2 squadre si affrontano in un 4 contro 4;
allesterno, sono disposti altri 4 giocatori di unaltra squadra, 1 su ogni lato;
si gioca un possesso palla, con 1 punto segnato dopo un certo numero di passaggi consecutivi, ad esempio 10, ma
con laiuto dei 4 giocatori esterni che, muovendosi ognuno lungo il proprio lato giocano sempre con la squadra in
possesso di palla:
dopo alcuni minuti 1 delle squadre allinterno del campo sostituisce i 4 allesterno che ne prendono il posto; tutte le
squadre giocano allesterno un numero uguale di volte.
Varianti:
si gioca sul 3 uomo, cio i giocatori esterni non possono dare la sfera al giocatore dal quale lhanno ricevuta.
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Obbiettivi:
pressing;
smarcamento;
transizione.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguo della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari allenare alla ra pidit la squadra, facciamo giocare ad 1 tocco

N. 3 N. 3


Dopo questi esempi, vediamo possibili lavoro da effettuare in forma tecnica semplice, senza cio lutilizzo di partitelle


Esercit azioni t ecniche nel riscaldament o.

Proposta 1
Nello spazio di gioco a propria disposizione, i giocatori si muovono con 1 pallone a testa eseguendo i comandi che d
lallenatore; ad esempio i giocatori si muovo in fila indiana ed alla voce destra da parte del coach, cambiano direzione
verso destra, alla voce indietro invertono il senso di marcia
Quando il mister chiama un numero (ad esempio due) i giocatori devono proseguire nel senso nel quale stavano
procedendo disponendosi, dopo una veloce auto organizzazione, in file del numero di elementi chiamato
Obbiettivi:
esercitazione di conduzione tecnica e di concentrazione

Proposta 2
In uno spazio quadrangolare, disseminato di cinesini o birilli, i giocatori si muovono liberamente con 1 pallone a testa
evitando di scontrarsi o di far scontrare i palloni
Varianti:
al segnale dellallenatore, con organizzazione autonoma, i giocatori chiamano per nome un compagno con il quale
scambiarsi il pallone;
al segnale dellallenatore, i giocatori abbandonano la sfera ed escono dal quadrato per muoversi verso 1 direzione
stabilita effettuando esercizi di mobilit articolare per poi nuovamente tornare nel quadrato a condurre il pallone;
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al segnalo convenuto i giocatori fermano il pallone e si muovono a prendere, per condurlo nuovamente, il pallone
lasciato da un compagno.
Obbiettivi:
dribbling in spazi stretti;
conduzione tecnica e concentrazione.

Proposta 3
In un quadrato, i giocatori, con 1 pallone a testa, eseguono un conduzione libera della sfera; al richiamo dellallenatore,
gli atleti eseguono il gesto tecnico richiesto dal coach: ad esempio, se il mister dice palleggio alternato, ecco che i
giocatori cominceranno a fermarsi sul posto ed a eseguire palleggi destro e sinistro alternati, al comando testa i
giocatori cominceranno a palleggiare di testa, al comando misto i giocatori effettueranno palleggio piede destro-
coscia destra- testa- coscia sinistra- piede sinis tro
Varianti:
il coach pu richiedere, durante la conduzione, 1 scambio di palla fra i giocatori;
il coach chiede scambi continui del pallone;
si gioca con 1 pallone in meno rispetto al numero di giocatori presenti nel quadrato, i giocatori si scambiano i
palloni a 3, 2 o 1 tocco fra loro ed, al segnale dellallenatore, ogni elemento deve correre e prendere 1 pallone; il
giocatore che rimane senza pallone viene punito con 3 flessioni.
Obbiettivi:
tecnica e concentrazione.

Proposta 4
In una zona di campo, ad esempio allaltezza del centrocampo, i giocatori sono distribuiti a coppie; mentre uno dei due
palleggia in vario modo, libero o suggerito di volta in volta dallallenatore, laltro si muove in corsa blanda, eseguendo
vari esercizi di mobilit articolare, verso larea di rigore per poi tornare verso il compagno e scambiarsi i compiti
Obbiettivi:
avviamento motorio e tecnica di base.

Proposta 5
I giocatori si dispongono in cerchio di diametro variabile in funzione dellintensit che si vuol dare al riscaldamento.
1 giocatore si trova nel mezzo al cerchio con la sfera; al segnale dellallenatore cede la sfera verso un compagno, che
viene incontro per ricevere, e ne prende il posto; il compagno venuto incontro si avventa sul pallone e lo cede ad un
altro per prenderne a sua volta la posizione e cos di seguito
Obbiettivi:
tecnica in velocit.

Proposta 6
I giocatori si dispongono a coppie, 1 di fronte allaltro, sulla linea di campo, con 1 pallone a coppia; il giocatore senza
palla arretra spalle alla linea di fondo campo, mentre il compagno gli cede la palla; il giocatore che riceve il passaggio la
stoppa e riprende a muoversi allindietro mentre il suo compagno si avventa per effettuare un nuovo passaggio; arrivati
in fondo al campo si invertono i ruoli;
alternare destro e sinistro
Obbiettivi:
tecnica in movimento.

Proposta 7
Viene disposto un cerchio formato da birilli in numero superiore di 1 a quello dei giocatori che formeranno il cerchio; il
giocatore A ha il pallone ed inizia lesercizio cedendolo ad un compagno B ed andando ad occupare il birillo vuoto; il
giocatore B verso il quale diretta la palla si avventa sul pallone e, dopo averlo ceduto ad un 3 compagno C, va ad
occupare la posizione lasciata libera da B e cos di seguito
Obbiettivi:
tecnica e concentrazione.

Proposta 8
Vengono preparati vari quadrati di 10 metri circa di lato; in ogni quadrato vengono posti 3 giocatori , ognuno dei quali
ad un vertice del quadrato, con 1 pallone in totale; il giocatore A cede la palla a B e va ad occupare il vertice libero; B
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cede a C e va ad occupare il vertice lasciato libero da A; C ricede ad A e va a posizionarsi nel posto lasciato vacante da
B e cos di seguito
Obbiettivi:
tecnica e concentrazione

Proposta 9
I giocatori si dispongono in 3 file a formare un triangolo; il primo giocatore della fila A cede la palla al primo della fila
B e va a posizionarsi in fondo alla stessa fila B; il giocatore della fila B cede al primo della fila C e va in fondo alla fila
C; il primo della fila C cede al secondo, diventato ora il nuovo primo, della fila A e cos di seguito
Varianti:
il primo giocatore della fila A cede al primo della fila B e va in fondo alla fila C; il primo della fila B cede al primo
della fila C e va in fondo alla fila A; il primo della fila C cede al nuovo primo della fila A e va in fondo alla fila B e cos
di seguito
Obbiettivi:
tecnica in velocit e concentrazione

La psicocineti ca nel riscaldament o.

Infine, trattiamo lutilizzo della psicocinetica nel riscaldamento.
Un riscaldamento di questo tipo, pu presupporre un carico elevato a livello mentale, ma lutilizzo della psicocinetica
di indubbia importanza; infatti il gioco del calcio un gioco situazionale e, quindi, diventa, ovviamente,
importantissima la capacit di leggere le situazioni da parte del calciatore.
Capire quale sia la soluzione migliore per affrontare un problema, attingendo dalla propria memoria e, quindi, dal
proprio passato, diventa di fondamentale importanza nel gioco moderno; allenarsi con la psicocinetica, significa allenare
il giocatore a scegliere coscientemente una soluzione razionale, il pi velocemente possibile, per far fronte ad un
determinato problema.
E di primaria importanza inserire questa attivit gi nei riscaldamenti delle sedute della fase del ritiro precampionato,
per abituare i calciatori ad un intenso lavoro mentale. Tali proposte devono poi essere gradamente aumentate di
difficolt una volta assimilate. Infatti, la giusta progressione consente di migliorare costantemente le abilit del
calciatore
Ecco alcuni esempi, in ordine di difficolt sparso, di riscaldamento psicocinetico:

Proposta 1
In un quadrato di 10 metri circa di lato, giocano 2 squadre, A e B, con 1 pallone in totale;
eseguire dei passaggi in sequenza da una squadra allaltra;
mantenere i giocatori in continuo movimento.
Varianti:
il giocatore della squadra A esegue un 1-2 con un compagno di squadra e passa poi ad un giocatore della squadra B
il quale effettua un 1-2 con un compagno della squadra B prima di cedere ad un giocatore della squadra A e cos di
seguito;
si gioca sul 3 uomo, vale a dire con il divieto di passa la palla al giocatore dellaltra squadra dal quale si ricevuta
la sfera;
giocare 2 tempi, un tempo con le mani e il 2 con i piedi.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguo della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi.
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari allenare alla rapidit la squadra, facciamo giocare ad 1 tocco.

Proposta 2
In un quadrato di 10 metri circa di lato, giocano 3 squadre A, B e C con 1 pallone in totale;
Eseguire dei passaggi in sequenza da una squadra allaltra;
mantenere in movimento tutti i giocatori.
Varianti:
giocare 2 tempi, un tempo con le mani e il 2 con i piedi;
si gioca sul 3 uomo, vale a dire con il divieto di passa la palla al giocatore dellaltra squadra dal quale si ricevuta
la sfera;
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si mantiene sempre una sequenza nei passaggi, ad esempio da A ad B a C o da B ad A ad C;
si esegue un 1-2 fra compagni e poi si passa ad unaltra squadra, ad esemp io A1 ad A2 ad A1 che cede a B1.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguo della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari all enare alla rapidit la squadra, facciamo giocare ad 1 tocco

Proposta 3
In quadrato di 10-15 metri di lato si affrontano in un possesso palla 3 squadre A, B e C con, per esempio, 1 punto
ogni 10 passaggi consecutivi;
2 squadre, poniamo A e B, giocano insieme e la terza, cio in questo caso C, gioca per la riconquista: quando C
conquista la sfera passa a giocare per il possesso contro la squadra che ha sbagliato il passaggio, mettiamo A, insieme
allaltra squadra, dunque nel nostro esempio con B.
Varianti:
giocare 2 tempi, un tempo con le mani e il 2 con i piedi;
le 2 squadre in possesso sono obbligate a giocare in sequenza, ad esempio se giocano insieme A e B i giocatori di A
devono passare solo a quelli di B, e mai fra di loro, e viceversa.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguo della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari allenare alla rapidit la squadra, facciamo giocare ad 1 tocco

Proposta 4
In un quadrato di lato variabile in funzione dellabilit tecnica dei giocatori, del numero dei ragazzi e dellintensit della
seduta di riscaldamento, giocano 4 squadre, A, B, C e D.
I giocatori si passano la palla secondo una sequenza prestabilita, ad esempio da A1 a B1 a C1 a D1.
Varianti:
giocare 2 tempi, un tempo con le mani e il 2 con i piedi;
1-2 con 1 compagno di squadra e passaggio ad unaltra squadra, ad esempio da A1 ad A2 , nuovamente ad A1 che
cede a B1, B1 esegue l1-2 con B2 e passa a C1 e cos di seguito;
si gioca un possesso palla con, per esempio, 1 punto ogni 10 passaggi consecutivi, 2 squadre contro le altre 2,
poniamo A e B contro C e D.
Se si decide di dare un indirizzo blando allesercitazione, magari in previsione di un grosso carico di lavoro nel
proseguo della seduta, possiamo far giocare a 2 o 3 tocchi
Se vogliamo dare intensit, invece, e magari allenare alla rapidit la squadra, facciamo giocare ad 1 tocco


Il Mist er dei giovani: piccolo
allenat ore o grande insegnant e?
A curadel Prof. Fausto Garcea
Docente di Calcio per la materia Teoria, tecnica e didattica degli Sport di
squadra presso luniversit di Scienze Motorie di Firenze.
Istruttore nel Settore Giovanile del PISA S.C.
Lafiguradellallenatoredi calcionellefascedetpibasse: ruoli ecompetenze.

I ruoli dellallenatore di Settore Giovanile.

Insegnare, trasmettere, educare, prima ancora che allenare, sono le azioni che mi vengono in mente pensando al tema da
trattare.
A livello giovanile, il target principale di colui che responsabile del gruppo (chi se non lallenatore?), parte dalla
promozione dellalfabetizzazione motoria e della propedeutica alla disciplina, per giungere al consolidamento della
tecnica applicata e alla tattica.
Si passa, per, attraverso un percorso lungo, tortuoso ed oltremodo impegnativo, ricco di competenze e conoscenze in
ambiti vari, dalla psicologia alla fisiologia, dallanatomia alla metodologia dallenamento, dalla tecnica di base ai principi
tattici.
E allora, cerchiamo di capire in quanti e quali ruoli debba via via presentarsi la guida di una giovane squadra di calcio .

EDUCATORE

Il mister dei giovani non pu non essere considerato innanzitutto un educatore.
Si occupa delleducazione del movimento, nelle sue molteplici forme: gli schemi motori di base, le capacit
coordinative e motorie, le capacit tecniche, le capacit tattiche, lo sviluppo della capacit di prestazione.
Si occupa anche delleducazione mediante il movimento: lo sviluppo e potenziamento della personalit degli allievi sia
a livello emotivo che relazionale e cognitivo.
La pratica sportiva deve essere vista dalleducatore come il mezzo per raggiungere quella che amo definire cultura
sportiva: abitudini sane, sviluppo psico-fisico, sentimento di onest nella competizione e nella performance, rifiuto di
alchimie illecite per raggiungere prestazioni migliori, senso dellintegrazione e della socialit.

ISTRUTTORE-INSEGNANTE

Fungere da istruttore assolutamente necessario, ma il termine, a mio avviso, riduttivo, perch istruttore colui che
addestra trasmettendo rigidi modelli da seguire; sappiamo quanto laddestramento, da riferire a particolari attivit
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operative o agli animali, sia stato messo al bando per dare spazio allidea pi completa e raffinata di allenamento; sorge
spontaneo, quindi, parlare di insegnante e non distruttore.
Non dimentichiamoci, per, che insegnare non affatto facile, anzi, oserei dire che da sempre uno dei mestieri pi
gravosi, perch non basta conoscere e sapere, ma occorre trasmettere in maniera appropriata ci che si sa, ed inoltre
essere capaci di programmare, organizzare e motivare.
Il mister dei piccoli deve conoscere le tappe dei processi dapprendimento cognitivi e motori, ma anche quelle dei
processi di accrescimento fisiologico, osseo e muscolare, oltre ai principi di base della didattica; altrimenti come pu
inventare e offrire delle sedute allenanti, cio che incidano veramente sullio strutturale dellallievo, e soprattutto non
siano nocive al suo sviluppo sia psicologico che organico?
Basti pensare ai danni, procurati dallerrata metodologia di lavoro in campo e fuori dal campo, a livello scheletrico sui
nuclei daccrescimento osteo-cartilaginei, come nel caso del morbo di Osgood-Schlatter, ma anche a livello psichico, con
i sempre pi frequenti abbandoni precoci dello sport, danni che si riflettono irreversibilmente sulla stessa vita sociale
futura di chi li subisce..

PSICOLOGO

Il mister dei giovani deve essere consapevole delle necessit e dei bisogni dei giocatorini, con la coscienza che le
aspettative dei ragazzi, in una ipotetica scala gerarchica, sono da porre su uno scalino pi alto rispetto alle proprie.
Deve conoscere il significato vero della competizione e dellaggressivit, elementi positivi se canalizzati nella giusta
direzione, negativi se trascinano alla guerra con lavversario.
Democrazia, collaborazione, dialogo, sono punti cardine di un giusto rapporto interpersonale che qualcosa di molto di
pi profondo dellincontro per due, tre volte alla settimana, tra uno che comanda col fischietto e tanti che ubbidiscono
correndo dietro ad un pallone.
Lempatia, particolare, intimo sentimento che stimola il ragazzo allapprendimento e a seguire realmente le indicazioni
del proprio istituzionalmente legittimato leader, si ottiene con un comportamento coerente del leader stesso, mostrando
pazienza ed equilibrio tanto nelle situazioni favorevoli che in quelle sfavorevoli per s e per la squadra.
Allenatore-psicologo, quindi fine osservatore, attento anche alle minime sfumature, per non alimentare eventuali stati di
malessere emozionali che nel tempo portano a disturbi della personalit sportiva o , come dicevamo prima, a drastiche
decisioni di rinuncia e abbandono.
Allenatore-motivatore, che sappia spiegare il significato delle proposte, riuscendo ad alimentare lautostima dellallievo
esaltando al tempo stesso i valori del gruppo.

TECNICO

Il mister dei giovani e dei giovanissimi non pu esimersi dallinsegnamento della tecnica.
Che poi si parta dalla tecnica di base, dai fondamentali, come si chiamavano una volta, per passare alla tecnica
applicata, detta di situazione o tattica individuale, a mano a mano che let degli allievi aumenta, un altro paio di
maniche.
Labc, cio, la sensibilizzazione, il palleggio, la guida della palla, lo stop, il calcio di interno, esterno, dorso-collo, ecc.,
non va mai dimenticato nelle proprie sedute dallenamento.
Le ossa crescono, il peso aumenta o diminuisce, la coordinazione muta repentinamente e con essa tutti i piccoli
movimenti che il corpo ed i suoi segmenti devono attuare per eseguire, ad esempio, un abile controllo di palla.
Il modo di atteggiarsi per calciare a12 anni non sar uguale per lo stesso individuo a 16, e perci bisogner continuare a
proporre esercitazioni tecniche sia ai dodicenni che ai sedicenni, esercitazioni studiate e mirate, ma sempre di semplice,
spicciola, tecnica di base.
Cos come vantaggioso risulta, senza dubbio, variare il repertorio delle proposte operative, alimentandolo ed
arricchendolo senza soluzione di continuit.

INTRATTENITORE-ANIMATORE

Dal senso ludico delle attivit nellapprendimento della tecnica, a mio avviso, non si pu prescindere, perch il gioco ,
di per s, stimolante, motivante, piacevole, gradito e sicuramente proficuo.
In generale, ottenere il coinvolgimento di tutti, perch tutti hanno una molla interna che li spinge a partecipare, basta
saperla individuare, il primo degli obiettivi da perseguire quando si guida un gruppo.
Se anche solo uno degli allievi non si integra, gi una sconfitta.
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Attenzione, concentrazione, applicazione ed impegno, insomma, si ottengono pi facilmente creando un ambiente di
lavoro accogliente, divertente, non stressante, o meglio, stressante nella giusta misura, perch anche gli agenti stressogeni
diventano positivi se forniscono stimoli adeguati.

MODELLO

Unaltra strategia fondamentale nellinsegnamento-apprendimento del gesto tecnico il modeling, il mostrare come si
fa.
Spero non si arrabbi nessuno, ma sono certo che chi non sa effettuare nella giusta maniera uno stop di petto, difficilmente
possa riuscire ad insegnarlo correttamente ai propri allievi; ed allora, personalmente, preferisco un allenatore dei giovani
che abbia giocato in prima categoria, ma sappia eseguire perfettamente il gesto e mostri come si realizzi, ad un ex
calciatore di serie A che, non abbia voglia di farlo per pigrizia o superficialit, o ad un saccente teorico della palla
rotonda che sia al corrente di ogni tipo di disposizione tattica, ma che non colga in un cocomero.
Purtroppo, giocoforza, questa affermazione taglia fuori tutti coloro che operano con i giovanissimi, ma che, detto in altre
parole, non hanno mai dato un calcio ad un pallone.
Lungi da me il pensiero, oltremodo snob, che chi non ha mai giocato a calcio non possa aspirare a lavorare nel sacro
mondo della pedata; ribadisco, tuttavia, la mia convinzione che pi la fascia det scivola verso il basso, maggiore
bisogno si abbia del modello tecnico da imitare; cos come una maestra che non sa scrivere non potr insegnare a nessun
bambino del mondo a farlo, nessun pur eccelso mister o prof., profondo conoscitore di alchimie tattiche o di metodologie
dallenamento organico, che, per, non sa palleggiare, potr insegnare un abile palleggio.
Allenatore-modello anche, ovviamente, nel comportamento fuori dal campo.
Il nostro allievo ci spia, ci scruta, ci analizza, ci segue e si fida di noi come di nessun altro al mondo.
Guai a sostenere una tesi per poi agire in modo contrario; si disperdono immediatamente tutti quei crediti di autorit e
credibilit faticosamente ottenuti con atteggiamenti coerenti e intellettualmente onesti; il leader viene irrimediabilmente
delegittimato.

TATTICO

E perch no?
Il mio credo : tecnica, tecnica, tecnica, ma sarebbe assurdo pensare ad un qualsiasi allenatore di calcio privo di
conoscenze e curiosit dal punto di vista tattico.
Limportante, come al solito, il sapiente dosaggio nella programmazione delle proposte, per poi metterle in pratica
senza scadere nello scimmiottamento del mister vero, quello con la m maiuscola, ma che, meschino, se perde una
partita e due le pareggia, dice ciao alla panchina.
Auspicando, invece, di relazionare con dirigenti di settore giovanile pi lungimiranti dei loro colleghi delle prime
squadre e perci di potere lavorare senza la scure del risultato sul collo, ben vengano esercitazioni tecnico-tattiche mirate
al potenziamento di quel bagaglio di conoscenze motorie, spaziali e temporali, proprie del futuro atleta-calciatore e
mascherate da movimenti pseudo-scientifici come tagli, sovrapposizioni, incroci, raddoppi, diagonali e ripartenze.
Obbligatorio non fossilizzarsi su questo aspetto, ma miscelarlo ad hoc con il tiro in porta, la finta e il dribbling, la
parata o il colpo di testa per trasformare la seduta dallenamento in vero e proprio laboratorio, in cui niente viene lasciato
al caso e tutto finalizzato ad uno scopo ben preciso: la costruzione del giocatore di calcio, non importa se per giocare in
serie A o in Promozione.

PROFESSIONALE

Lo chi capace di svolgere la propria attivit con competenza ed efficienza, mentre il professionista colui che esercita
unattivit traendone mezzi di sostentamento, essendo lattivit in questione il suo lavoro.
Ed allora, pur rilevando, ahim, che lallenatore professionista dei giovani non sempre agisce in modo professionalmente
adeguato, sono stanco di coloro i quali, dietro allalibi del lo faccio gratis o quasi, non trovano di meglio che urlare in
panchina e imporre inutili giri di corsa intorno al campo.
E troppo delicato il materiale umano a disposizione: quando si ha a che fare con individui in et evolutiva, e questo vale
sia per il calcio che per ogni attivit cognitiva o psico-fisica, bisogna avere piena consapevolezza del proprio operato.
Il vecchio detto, i ragazzi sono spugne, assorbono tutto drammaticamente vero.
Quando il messaggio parte, deve arrivare chiaro, ricco, significativo.
La fonte del messaggio, la persona che si assunta questa enorme responsabilit, deve possedere un mix di tutto ci di
cui abbiamo parlato, altrimenti, che cambi hobby, il mondo non ne soffrir.
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Deve finire lera degli ignoranti, di chi non sa, nel senso etimologico del termine; iniziata lera di quelli che si
informano, si aggiornano, studiano e, con enorme fatica ma altrettanta soddisfazione, cercano di commettere il minor
numero di errori.
Cos facendo, credetemi, comunque vadasar un successo.

Ot t imizzare la cont rapposizione
t at t ica: affront are il 4-4-2.
A curadi LUCA PRESTIGIACOMO
Lepossibili soluzioni per metterein difficoltun avversariochegiocaconil 4-4-2,
in relazionealleesigenzedella partita.

La scelta del modul o ideale .


Nel corso della partita possono verificarsi una serie di situazioni critiche, che lallenatore deve sapere affrontare in
maniera ottimale, al fine di poter poi raggiungere un risultato positivo. Quando si sta vincendo o perdendo, importante
dare alla squadra delle indicazioni di vario tipo per mantenere il risultato (nel primo caso) o per ribaltarlo (nel secondo
caso). In questi casi, a seconda della situazione tattica, il tecnico potr comportarsi in diversi modi. Lo strumento pi
semplice a disposizione dellallenatore quello di dare semplici consigli e raccomandazioni ai suoi giocatori. Potr
altres apportare delle modifiche tattiche al proprio modulo. Senza variarlo, si pu infatti chiedere ai giocatori di
comportarsi in maniera differente in fase offensiva, preferendo certi movimenti e schemi a discapito di altri, puntando
maggiormente sulla profondit piuttosto che sullampiezza o viceversa, etc; in fase difensiva, ad esempio, si possono
variare i movimenti a scalare, o la linea di inizio pressing. Altri modi attraverso cui lallenatore pu affrontare una
situazione critica, linterscambio di posizioni fra due o pi giocatori presenti in campo e la sostituzione di questi con
delle riserve. Infine, si pu intervenire per portare a casa il risultato cambiando il proprio sistema di gioco,
adottandone uno attraverso il quale mettere in difficolt offensiva o difensiva quello avversario. Tutti questi strumenti
naturalmente possono essere adottati congiuntamente: ad esempio si pu cambiare modulo inserendo nello stesso tempo
nuovi giocatori in campo.
Ovviamente, tanto pi la situazione tattica vede la nostra squadra in crisi, tanto pi occorre agire in maniera decisa. Se si
sta vincendo ma lavversario non pare metterci minimamente in difficolt, baster dare qualche raccomandazione ai
nostri giocatori. Se viceversa stiamo vincendo e la squadra avversaria ci sta mettendo in seria difficolt, oppure stiamo
perdendo e non c modo di renderci pericolosi, pu addirittura essere opportuno modificare il modulo di gioco iniziale.
Ci dipende anche da quanto tempo manca al termine della gara: ovvio che se il tempo a disposizione poco vi un
naturale incentivo ad apportare dei cambiamenti via via sempre pi radicali.
Affrontiamo ora le modalit attraverso cui lallenatore deve decidere che modulo scegliere, a gara in corso, contro un
determinato avversario. Partiamo per dal presupposto che, essendo il cambio di modulo una modalit dintervento da
usare con cautela, meglio attuarlo solo in situazioni di grande difficolt. Infatti, soprattutto se la squadra stata
organizzata alla perfezione sulla base di un determinato modulo, variandolo si rischia di togliere ai giocatori importanti
punti di riferimento sul campo.
Il sistema di gioco da contrapporre a quello rivale per metterlo in difficolt deve essere scelto basandoci sui suoi punti
deboli e i suoi punti di forza , al fine di esaltare i primi e limitare i secondi. Tutto ci dipende ovviamente non solo dal
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COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
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modulo adottato dallavversario, ma soprattutto da come lo interpreta nelle due fasi, ossia dagli specifici movimenti
attuati dai giocatori in fase offensiva e dagli specifici movimenti a scalare attuati in fase difensiva.
Determinanti sono poi le caratteristiche dei giocatori avversari: il sistema di gioco ottimale va scelto anche in base al
principio che vanno limitate le loro individualit pi pericolose, cercando altres di mettere in difficolt quelle pi
deboli.
Il nuovo modulo va scelto anche cercando di non scombussolare troppo quello di partenza: i due moduli devono essere
in qualche modo compatibili, sarebbe rischioso se il cambiamento fosse troppo radicale. Chiedere movimenti totalmente
sconosciuti alla squadra non gioverebbe sicuramente al fine di portare a casa il risultato. Il nuovo modulo deve poi
essere tale da esaltare le caratteristiche dei nostri giocatori presenti in campo. Comunque, vale il discorso fatto prima:
quanto meno manca al termine e quanto pi la situazione critica, tanto pi lecito apportare cambiamenti
rivoluzionari.
Per ricapitolare, il sistema di gioco ottimale da opporre a quello rivale va scelto in base ai seguenti fattori:

Livello di criticit della situazione
Tempo rimanente al termine della gara
Punti deboli e punti di forza del sistema avversario, in base a come lo interpreta
Caratteristiche giocatori avversari: individualit forti e deboli
Livello di compatibilit del nuovo sistema con quello di partenza (ampiezza del cambiamento)
Livello di compatibilit con le caratteristiche dei nostri giocatori (esaltarne le caratteristiche)

Dal punto di vista di come attuare il cambio di modulo, c da dire che vi sono due modalit: lo spostamento dei
giocatori gi presenti in campo o linserimento di nuovi giocatori dalla panchina pi adatti al nuovo sistema di gioco. Il
tecnico deve poi essere chiaro e rapido nel dare indicazioni ai suoi circa la nuova disposizione in campo e i movimenti
richiesti.

Ipotizziamo ora di stare affrontando una squadra schierata col 4-4-2 nei due casi in cui si sta perdendo e vincendo, e di
essere costretti a cambiare modulo per via della situazione tattica che ci vede in netta difficolt. Ovviamente, questa
analis i non pu tenere in considerazione alcuni dei fattori visti sopra. Infatti, si deve per forza prescindere dal modo in
cui lavversario interpreta il modulo e dalle sue individualit. Allo stesso tempo si deve per forza presumere che il
modulo scelto sia compatibile con quello di partenza, e che esso sia sufficientemente compatibile con le caratteristiche
dei nostri giocatori. Quindi, questa analisi va interpretata dal punto di vista strettamente teorico, e le proposte che
verranno fatte non hanno nessuna pretesa di oggettivit.

At t accare un avversario dispost o con il 4-4-2.

Nel caso in cui si stia perdendo contro una squadra disposta con un 4-4-2, un sistema di gioco ideale per metterla in
difficolt potrebbe essere il 4-2-3-1 (fig.1).
In linea di massima, le situazioni numeriche che si verranno a creare in campo sono le seguenti:

4 contro 2 dei nostri difensori nei confronti delle loro punte (2 contro 2 quando avanzano i terzini)
2 contro 4 dei nostri mediani nei confronti dei loro (4 contro 4 quando avanzano i terzini)
4 contro 4 in attacco
2 contro 2 su ciascuna fascia
2 contro 2 in mezzo al campo
2 contro 2 in mezzo alla difesa rivale (quando il nostro trequartista si inserisce in avanti)
2 contro 2 dei nostri difensori centrali nei confronti delle loro punte

Dato che occorre ribaltare il risultato, bisogna che i due terzini giochino molto avanzati, partendo quasi a livello dei due
mediani interni, e che siano sempre pronti alle sovrapposizioni ed agli sganciamenti sulle fasce. A seguito di ci, i due
difensori centrali si troveranno in parit numerica con le punte rivali, ma ci ovviamente un rischio che bisogna
accettare in questi frangenti. Chiedendo ai due terzini di giocare alti, aumenta per il nostro grado di pericolosit sulle
corsie esterne, dove occorre cercare di sfondare quando la squadra avversaria si chiude nella propria met campo a
difesa del risultato (dobbiamo infatti partire dal presupposto che siamo riusciti a prendere in mano il pallino del gioco,
schiacciando lavversario nella sua area attraverso un pressing ultraoffensivo e costante e ad una buona circolazione di
palla).
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3 3
Come si pu notare in fig.2, ci che rende il 4-2-3-1
particolarmente pericoloso nei confronti di un 4-4-2 il
posizionamento dei quattro giocatori avanzati: le due ali e
soprattutto la punta e il trequartista. Punta centrale e trequartista,
disposti fra loro ad asse, possono mettere in seria difficolt la
coppia di centrali difensivi avversaria. La mezzapunta, disposta
nelle spazio neutro fra le seconda e la terza linea rivale,
costringer infatti un difensore centrale ad uscire per chiuderla:
lo spazio che si verr a creare potr essere aggredito da una
delle due ali tramite taglio dallesterno verso linterno. Il
trequartista potr anche inserirsi in avanti affiancando la punta
centrale. In tal modo si viene a creare una coppia di attacco
disposta in linea: il 2:2 nei confronti della coppia centrale della
difesa rivale potr di conseguenza essere sfruttato attraverso
combinazioni fra le due punte stesse.
Punta e trequartista potranno quindi interagire secondo una
vasta gamma di movimenti. Importante soprattutto che i due
eseguano dei movimenti uno va-uno viene, per mettere in crisi i
centrali difensivi rivali, come illustrato in fig.3. Con palla in
possesso di un mediano interno, la punta viene incontro, mentre
la mezzapunta si getta nello spazio venutosi a creare, e viene
appunto servita dal portatore di palla in profondit.
Le ali hanno il compito primario di partire larghe, in modo da
tenere occupati i terzini rivali dilatando la difesa, e obbligando
quindi i due difensori centrali a trovarsi due contro due nei
confronti della nostra punta e del nostro trequartista. Poi, le ali dovranno essere pronte ad aggredire, attraverso dei tagli
ad entrare, gli spazi creati dai movimenti della punta.

In alternativa, le ali possono posizionarsi negli interspazi fra i terzini e i difensori centrali, per poi aggredire la
profondit scattando verso la porta al momento opportuno.
Con palla in possesso di un terzino, compito dellala sar quello di dargli profondit sulla fascia, scattando verso il
fondo o venendo incontro a secondo di cosa sia pi conveniente.
Le due ali devono anche interagire con la punta e il trequartista, in modo che vi sia una concatenazione nei loro
movimenti di creazione e aggressione degli spazi. In fig.4 a pagina successiva, vi un esempio di questi movimenti
coordinati che creano problemi alla retroguardia rivale. In questo esempio, il portatore di palla la mezzapunta; la punta
e lala destra si incrociano effettuando due tagli opposti: la punta libera lo spazio centrale scattando verso la zona
esterna dellarea di rigore, mentre lala aggredisce lo spazio creato dal compagno con un taglio ad entrare. Nello stesso
momento, lala opposta, quella sinistra, viene incontro al portatore di palla, offrendogli la possibilit di un passaggio
sicuro, e liberando lo spazio sulla fascia per linserimento dellesterno difensivo sinistro.
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Per quanto riguarda il comportamento dei due centrali di centrocampo, essi dovranno cercare di far circolare palla con
velocit, privilegiando il passaggio verso il trequartista o la punta al fine di mettere in difficolt la coppia di difensori
interni avversari; nel caso in cui il passaggio centrale sia sconveniente, per via dellottimale chiusura degli spazi da
parte degli avversari in queste zone, i due centrali dovranno optare per lapertura verso le fasce a favore dei terzini o
delle ali.
Comunque, dovendo cercare di scardinare il
sistema difensivo di un 4-4-2, meglio non
puntare troppo sullo sfondamento nelle corsie
esterne, dis ponendo questo modulo di una
coppia di laterali per fascia, che rende agevole
per gli avversari le chiusure e i raddoppi di
marcature in queste zone. Essendosi
lavversario chiuso nella sua met campo
occorre per ribadire che dilatarne il sistema
difensivo tenendolo occupato sulle corsie
esterne sempre importante, cos come
lesecuzione di continui e rapidi cambi di
gioco e di un incessante movimento senza
palla generale.
E per importante, al fine di conquistare il
possesso palla e di schiacciare lavversario
nella sua met campo, applicare un pressing
alto e costante: da ci ne deriva che i giocatori
devono anche sapere applicare in maniera
esauriente la fase difensiva del nuovo modulo. A tal riguardo il 4-2-3-1 si trasforma con naturalezza in un 4-4-2 in fase
di non possesso, con lo scivolamento delle due ali ai lati degli interni di centrocampo. Se per si vuole puntare su una
veloce ripartenza una volta riconquistata palla, meglio rischiare qualcosa in pi in fase difensiva (soprattutto se manca
poco alla fine del match), lasciando le due ali in posizione avanzata.
Quindi, contro un 4-4-2 occorre in generale cercare di sfruttare gli interspazi fra un difensore e laltro e la zona neutra
fra la seconda e la terza linea, e il 4-2-3-1 pu essere il mo dulo adatto ad ottenere ci.

Imbrigliare una squadra che attacca con il 4-4-2.

Ipotizziamo ora che il risultato ci veda in vantaggio, con la squadra rivale che ci sta per schiacciando nella nostra met
campo mettendoci in seria difficolt tattica, senza possibilit di riuscire a riprendere in mano il pallino del gioco con un
efficace pressing alto. In tale situazione, in cui si pu reputare opportuno modificare il sistema di gioco per limitare la
fase offensiva rivale, il modulo di gioco pi opportuno per contrapporsi a un 4-4-2 pu essere il 5-4-1 (fig.5).
Questo modulo permette infatti una ottimale copertura di tutte le zone difensive; infatti, le situazioni numeriche che si
vengono a creare nelle varie zone sono le seguenti (considerando che in fase offensiva, il 4-4-2 avversario, dovendo
ribaltare il risultato, si trasforma in un 2-4-4 con lavanzata di terzini ed esterni di centrocampo):

5 contro 4 in difesa
4 contro 4 a centrocampo
1 contro 2 in attacco
2 contro 2 su ciascuna fascia
3 contro 2 al centro della difesa
2 contro 2 al centro del campo

Come si vede, le loro punte si trovano ad affrontare i nostri tre difensori centrali, mentre le loro coppie di esterni si
troveranno contro le nostre coppie: ci permette a noi di gestire al meglio questi giocatori basilari nei temi offensivi di
una squadra schierata col 4-4-2. Ovviamente, dei tre difensori, quello in mezzo dovr staccarsi dagli altri arretrando di
qualche metro, fungendo da libero per una migliore copertura degli spazi. Lapplicazione del fuorigioco deve essere
infatti fortemente limitata in frangenti in cui la squadra in difficolt tattica. In queste situazioni il dispositivo difensivo
deve garantire la massima sicurezza e deve basarsi su movimenti e scalate semplici che si adattino alla disposizione
dellavversario. Anche il pressing alto deve essere tentato solo se la squadra in grado di attuarlo senza rischi, e perch
ci si verifichi necessario che i nostri giocatori non sia in difficolt tattica e psicologica.
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Riguardo allapplicazione del 4-5-1 contro il 4-4-2, occorre che
il tecnico dia indicazioni ai suoi circa le modalit delle scalate
difensive. Con palla centrale, i quattro centrocampisti devono
stringersi, in modo da chiudere gli spazi ai due interni di
centrocampo rivali. Limitarne la libert significa infatti
annullare buona parte del gioco avversario, essendo i due
centrocampisti interni degli importanti punti di riferimento per
la manovra. Con questa disposizione infatti, i nostri mediani
potranno agevolmente attuare dei raddoppi di marcatura nei
confronti dei centrocampisti centrali, una volta che questi
abbiano ricevuta palla.
Di facile applicazione saranno inoltre i raddoppi da parte della
nostra coppia di esterni nei confronti dei centrocampisti laterali
rivali, se il portatore di palla opter per una apertura del gioco
indirizzando loro la sfera. La disposizione della squadra con
palla centrale mostrata in figura 6.
Nel caso in cui il portatore di palla avversario posizionato
centralmente trasmetter la sfera a un terzino, il meccanismo a
scalare relativo mostrato in figura 7. Nella figura si pu vedere
come il nostro mediano laterale vada a chiudere il nuovo
portatore di palla, mentre il nostro terzino avanza pronto a
contrastare lesterno rivale. Tutti gli altri 4 membri della difesa
completano il movimento a scalare. Si noti come vi sia sempre
una situazione di 3 contro 2 nei confronti delle punte avversarie
anche su palla laterale. Anche gli altri 3 mediani scalano verso il
lato forte, creando anche qui una situazione di 3 contro 2 nei confronti dei centrocampisti interni rivali: se la palla
dovesse essere trasmessa a uno di questultimi, il raddoppio di marcatura sar di facile esecuzione.
Per il resto, il tecnico deve chiedere alle coppie di esterni di stare sempre piuttosto vicini per essere pronti a raddoppiare
sui laterali rivali, e a tutta la squadra di rimanere corta e stretta allinterno della propria met campo.

Una volta riconquistata palla, occorre cercare di ribaltare immediatamente il gioco, avendo come punto di riferimento la
punta avanzata che deve venire incontro per dare alla squadra i tempi per salire. La punta potr poi fare sponda agli
inserimenti dei mediani. Dato che in copertura preventiva gli avversari disporranno probabilmente dei soli due difensori
centrali, consigliabile che la punta cerchi di smarcarsi verso le fasce (rimaste libere), in modo da portare uno di essi
fuori zona. Il 5-4-1 pu al limite trasformarsi in un 3-4-3 in fase offensiva, con la salita delle coppie di esterni.

In definitiva, le proposte fatte in relazione a come affrontare un 4-4-2 in situazioni critiche sono soggettive, ma sono
state finalizzate a far capire i criteri e le modalit attraverso cui un tecnico pu operare per raggiungere un risultato
positivo nel corso del match che si sta disputando.

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LUCA PRESTIGIACOMO E NATO A MILANO IL 07/06/1982.

STUDIOSO ED APPASSIONATO DEGLI ASPETTI TECNICO-TATTICI
DEL GIOCO DEL CALCIO, AUTORE DI DIVERSI CONTRIBUTI
APPARSI SU ALLENATORE.NET. HA SCRITTO IL LIBRO STRATEGIA
E TATTICA DI GARA.





La difesa bassa .
A curadi ALESSANDRO GIULIANO
Esempi esoluzioni per gestirecorrettamenteil forcingavversario.
Quando il mister analizza una gara, cerca sempre di scorporare la partita, ovvero suddividere la stessa in base ai
minuti, alle zone del campo ed alle situazioni con cui si sviluppa il gioco. Questa sostanziale distinzione serve
allallenatore per individuare in maniera dettagliata i pregi o i difetti della propria squadra e successivamente effettuare
le eventuali correzioni. In questo articolo analizzeremo in maniera dettagliata il reparto difensivo in una particolare
situazione della partita, ovvero in fase di ripiegamento. Possiamo quindi definire che per concetto di difesa si intende il
movimento tattico del reparto pi arretrato con lobbligo di limitare o fermare lazione avversaria. Il marcatore
il giocatore che individualmente, o con laiuto del compagno, cerca di ostacolare lavanzata di uno o pi avversari. Due
sono i fondamentali tipi di marcatura:

1) Marcatura a uomo;
2) Marcatura a zona.

La marcatura a uomo quella pi asfissiante, prevede spesso un contatto fisico col diretto avversario. Essa diventa
sempre pi stretta e serrata (con lobiettivo di ridurre gli spazi allavversario) man mano che lattaccante si avvicina
allarea di rigore. Questa tecnica impiegata prevalentemente nella situazione in cui il reparto arretrato basso
(vicino alla propria porta) in quanto si tenta di ridurre gli spazi e di conseguenza la possibilit per lavversario di vedere
la porta per unimmediata conclusione.
La marcatura zona invece pi elastica
ed generata dal movimento tattico di
tutto il reparto difensivo. Essa pu essere
adottata con successo fuori dallarea di
rigore con lobiettivo di giocare
danticipo e di riproporre immediate
ripartenze.

Un fattore molto importante da
analizzare riguarda la diversa posizione
del marcatore in base allattacco
proposto dalla squadra ospite. Possiamo
quindi suddividere in due parti i tipi di
incursione:

1) Attacchi per vie centrali;
2) Attacchi per vie laterali.

Negli attacchi per vie centrali il giocatore
che si trova a difendere la porta deve
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Fig. 1 Fig. 1
Il difensore rosso
non permette
allattaccante blu
di vedere lo
specchio della
porta
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coprire fisicamente la visuale della stessa al diretto avversario. Il movimento corretto delle gambe quello dello
scivolamento arretrato con il busto leggermente flesso in avanti. Se il tutto viene abbinato alla corretta posizione del
difensore, lattaccante non riuscir n a superare il marcatore n a vedere lo specchio della porta (fig. 1a pagina
precedente).
Negli attacchi per vie laterali, la posizione del marcatore deve essere leggermente pi defilata verso linterno dellarea
in modo da invitare lala o lattaccante
esterno a non convergere verso il centro
ma ad allargarsi per evitare che il
possessore della palla possa tirare in porta
(fig. 2).

Quando la squadra avversaria, continua
incessantemente ad attaccare, la difesa
non dovrebbe sempre ripiegare in quanto
rischierebbe di essere schiacciata
allinterno dellarea di rigore per troppo
tempo. A volte, per evitare questa
delicata situazione viene impiegata la
tattica del fuorigioco che ha lobiettivo di
accorciare la squadra (col movimento
simultaneo del reparto difensivo), fermare
lazione avversaria e guadagnare metri
sul campo potendo far rifiatare la
squadra sotto assedio.


LA DIFESA BASSA

Per difesa bassa, si intende lo stazionamento della squadra nei pressi della propria area di rigore con lobiettivo di
chiudere gli spazi e nello stesso tempo non dare la possibilit alla squadra avversaria di andare alla conclusione. Durante
la gara, le domande che dobbiamo porci per analizzare il comportamento della squadra possono essere
fondamentalmente quattro:

1) Quanto deve ripiegare la difesa?
2) Qual lesatta posizione dei giocatori senza palla?
3) Quali sono i compiti di ciascun giocatore?
4) Come esercitare i movimenti dei difensori?

Una difesa costretta a ripiegare quando la squadra avversaria effettua una manovra offensiva con pi di due attaccanti
o semplicemente sfrutta linserimento dei mediani interni o dei laterali. Il limite estremo di ripiegamento della squadra
pu considerarsi allinterno dellarea. La posizione individuale corretta quella elencata nelle figure precedenti (fig. 1 e
fig. 2) con scivolamento difensivo e marcatura serrata nel tentativo di evitare il superamento del marcatore allinterno
dellarea o al limite della stessa. Quando una squadra difende bassa significa che sta subendo il gioco degli avversari per
cui, fuorigioco a parte, i tentavi per alleviare la manovra sono proprio nellesatto movimento dei compagni senza palla.
Niente deve essere casuale ma tutti i giocatori devono sapere come muoversi in modo da coprire al meglio larea. Ora
verranno analizzata in dettaglio alcune tipiche situazioni che si possono verificare durante la partita.










Fig. 2 Fig. 2
Il difensore rosso non permette
allattaccante blu di vedere lo
specchio della porta
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3 3
GESTIONE DIFENSIVA SU ATTACCO CENTRALE

In questa situazione di gioco A conduce la sfera fino al limite dellarea di rigore mentre B, senza farsi saltare, effettua
uno scivolamento difensivo allindietro; larretramento in area non deve essere eccessivo altrimenti lattaccante
potrebbe vedere la porta e quindi andare alla conclusione. Lattaccante C effettua un movimento ad allargare per creare
spazio per laccorrente D in D1 ma E copre il taglio. A effettuer il passaggio ad F che per marcato nella posizione
corretta (come mostrato dalla fig.2) da G (fig.3 a pagina successiva).

H
B
A
C
D
Fig. 3 Fig. 3
D1
E G
F


N.B.:In questo modo la difesa allinterno dellarea di rigore ha avuto successo in quanto ogni movimento degli
attaccanti stato controllato dalla difesa e ogni tentativo di conclusione si sarebbe infranto contro il diretto marcatore.


GESTIONE DIFENSIVA SU ATTACCO LATERALE

A palla al piede giunge fino a 20 metri dalla porta ed effettua un cross per B che, dopo aver controllato la sfera in B1 la
indirizza in E1. Il portiere, in maniera tempestiva, uscir dai pali anticipando nellarea piccola il cross di B1 per E1.
N.B.: Il recupero della sfera dato dal simultaneo movimento dei difensori, ogni marcatore ha il ruolo specifico nella
sua zona di competenza in funzione del movimento della palla e degli avversari. Qui sotto verr elencato ogni singolo
giocatore col rispettivo movimento della controparte.

A marcato da H con scivolamento difensivo allindietro in modo da non essere saltato per vie centrali.
B marcato lateralmente da I che laccompagna sul fondo. Labilit di B1 nel trovare lo spazio gli permette di
effettuare il cross.
C effettua il movimento di taglio in C1 seguito dal difensore G che pone la massima attenzione per evitare di esser
anticipato.
D effettua il movimento di taglio in D1 seguito dal difensore F che pone la massima attenzione per evitare di esser
anticipato.
E, in velocit, supera L e in E1 si appresta per la ricezione della palla ma la copertura della zona effettuata da M
impedisce allattaccante di ricevere la sfera e favorisce luscita del portiere (fig.4).

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4 4
C B
F
G1
D1
Fig. 4 Fig. 4
I
D
B1
A
H
C1
E
L
E1
G
F1
M
M1


A effettua un dai e vai con B per ricevere la sfera in A1. Successivamente crossa per linserimento di C sul secondo
palo. Lesatto arretramento della difesa permette ad A1 di crossare in maniera disturbata, e a C di non poter ricevere la
sfera perch anticipato da D. Anche il taglio degli attaccanti sul primo palo per creare spazio a C viene seguito con
marcatura a uomo dai diretti difensori (fig.5).

B
Fig. 5 Fig. 5
A1
A
C
D




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5 5
GESTIONE DIFENSIVA DELLA SPONDA

A in possesso di palla giunge in A1 con simultaneo arretramenti di D che ha il compito di non farsi saltare e di
temporeggiare. A1 scarica la palla alla punta centrale B che, in situazione di spalle alla porta effettuer una sponda
allaccorrente E in E1. Questultimo, prover la conclusione da fuori area di prima intenzione per evitare la pronta
chiusura dellaccorrente H.
N.B.: E1 ha solo come soluzione efficace la conclusione in porta in quanto stato liberato dal movimento di C ed F che
si sono allargati. Un eventuale passaggio sullinserimento di C in C1 oppure sul movimento di F farebbe scattare la
trappola del fuorigioco nonostante la difesa si trovi a difendere in una situazione molto ravvicinata della porta. Neppure
una soluzione personale di E1 sarebbe una soluzione sicura in quando luscita a pressione del mediano va a limitare
tempi e spazi allavversario con palla. In questo modo la squadra non ha impedito una conclusione avversaria ma ha
reso minime le possibilit di realizzazione. (fig.6).

E
Fig. 6 Fig. 6
B
E1
C
D
A
A1
C1
F H




GESTIONE DELLA SUPERIORITA NUMERICA SU SMARCAMENTO
SUL LATO CIECO

Per analizzare meglio questa situazione verranno esaminate singolarmente le due fasi; ovvero quella della squadra che
attacca e quella della squadra che difende.
Squadra attaccante: A palla al piede effettua unapertura per B che, posto sul lato corto dellarea di rigore, effettua un
passaggio di prima intenzione sul movimento di C in C1. Questultimo effettuer una sponda sul taglio di A in A1 che a
sua volta crosser la sfera sullo spostamento di C1 in C2. Questa situazione di sponda a tre premette di mandare alla
conclusione C senza essere prevedibile, ora verranno analizzati i movimenti della difesa per contrastare lavanzata.
Squadra difendente: A e B durante la fase di transazione del passaggio della palla sono rispettivamente marcati a
uomo dai diretti difensori. Il movimento inaspettato di A in A1 (generalmente associato ad un cambio di velocit)
permette al proponitore dellazione (generalmente il regista) di smarcarsi e di avere lo spazio sufficiente per ricevere lo
scarico di C1 (marcato alle spalle da E) ed effettuare il cross. E, controllore diretto di C, sar aiutato da D nella gestione
dello smarcamento di C verso il palo lontano. Infatti lo smarcamento di C avviene sul lato cieco di E ed quindi
auspicabile la collaborazione di D che pu attaccare frontalmente il cross di A1 (fig. 7 a pagina successiva).

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6 6
A1
B
Fig. 7 Fig. 7
E
C
C1
E1
C2
A
D
D1



LA DIFESA BASSA CON SCHIERAMENTO A 5 DIFENSORI

Come si pu dedurre, la difesa a cinque per la sua ampiezza quella che copre maggiormente la superficie del campo
per cui si verifica una situazione di maggior sicurezza rispetto ad una retroguardia composta da quattro giocatori.
Quando una squadra ospite attacca in maniera incessante con una difesa a cinque si hanno quattro grossi vantaggi:

1) La possibilit di assegnare ad ogni difensore un avversario diretto da controllare onde limitare al massimo lesigenza
di difendersi attraverso lutilizzo delle scalate.
2) Gestire con efficacia sia il centro dellarea che le zone laterali.
3) La possibilit di raddoppiare sul portatore di palla senza perdere un uomo dalla difesa.
4) Andare a coprire su un eventuale passaggio allinterno dellarea di rigore limitando la possibilit allattaccante di
trovare un compagno smarcato.

In questa esercitazione, A palla al piede giunge nei pressi dellarea di rigore ed effettua un passaggio a B. Questultimo
ha molta difficolt ad impostare il gioco in quanto:

I due esterni sono marcati a uomo dai due terzini, quindi un eventuale passaggio non farebbe guadagnare profondit alla
manovra;
Il compagno C non pu essere servito in quanto effettua un movimento ad allargarsi per linserimento di D in D1 che a
sua volta viene marcato dal doppio ruolo di E.

E da notare come sia importante la doppia funzione di E, ovvero quella poter di raddoppiare su B e
contemporaneamente coprire un eventuale passaggio per linserimento in D1 (fig.8 a pagina successiva).

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7 7
B
Fig. 8 Fig. 8
A
C
D
D1
E



A Effettua un lungo cross in direzione di B in B1 (sul lato sinistro e al centro della difesa sono tutti marcati a uomo). C
accompagna in C1 il movimento dellaccorrente B che, dopo aver controllato la sfera cercher di servirla per
linserimento di E. D sar andato al raddoppio in B1 e nello stesso tempo a coprire linserimento di E (fig.9).

E
Fig. 9 Fig. 9
C1
A
B1
B
C
D




Lallenament o della velocit nel
set t ore giovanile, con lut ilizzo di
esercit azioni psicocinet iche e
comandi vocali.
A curadi PASQUALE COSSU
Allenatore Giovanissimi Regionali Olbia Calcio
Proposteper lallenamentodellavelocitconesenza palla.
Principi

Lallenamento della Velocit ricopre nel settore giovanile notevole importanza, soprattutto nella fascia det che va
dagli otto ai sedici anni, periodo in cui consigliabile allenare questa capacit condizionale non solo una volta a
settimana ( anzi, a mio avviso, opportuno prevedere esercitazioni di velocit in almeno due sedute). Tutto questo
perch nei soggetti delle fasce det pocanzi evidenziate, la fase di sviluppo e la maggiore capacit dapprendimento
del sistema neuro muscolare permettono di massimizzare lefficacia del lavoro svolto proprio in quegli anni.

Credo che, analizzando la performance atletica del calciatore moderno, si possa tranquillamente affermare che lutilizzo
di un metodo di allenamento che prevede scatti e ripetizioni su distanze lineari di 10-15-20-25-30 mt sia ormai
insufficiente.
Lallenamento a secco della velocit con semplici sprint su distanza predefinite non sembra in grado di allenare in
contemporanea mescoli e cervello.
Essendo il calcio uno sport situazionale, molto raramente accade infatti che un atleta si trovi a scattare per 20 30 mt.
senza modificare direzione od intensit della corsa.
Ritengo quindi che le esercitazioni classiche (ad es. un ragazzo, che si trova su una linea bianca con di fronte un
cinesino a 10 mt. di distanza, deve fare lo sprint alla massima intensit e dopo il giusto recupero ripartire) debbano
essere integrate con esercizi di sprint correlati a stimoli psicocinetici e comandi vocali.
Il calciatore moderno oltre a dover possedere doti fisico-atletiche elevate deve sviluppare una spiccata reattivit mentale
al fine di poter reagire agli innumerevoli stimoli di varia natura che si susseguono durante un incontro di calcio.

Se vero che la reattivit mentale in genere, dipende comunemente dal patrimonio genetico dogni singolo giocatore,
per altrettanto vero che se le capacit cognitive sono allenate attraverso lavori accurati e pianificati migliorano
sensibilmente.
Proprio per questi motivi ritengo utile lintroduzione della psicocinetica nellallenamento della velocit.

a ar rt t i ic co ol lo o
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2 2
E inoltre basilare rispettare determinate condizioni affinch lallenamento della velocit sia effettuato in maniera
ottimale.

Le esercitazioni della velocit devono svolgersi in condizioni di freschezza fisica (nella parte iniziale
dellallenamento), subito dopo un adeguato riscaldamento.

Le ripetute devono sempre essere fatte con la massima intensit.

E importante rispettare i tempi di recupero altrimenti non si allena pi la velocit ma le componenti della
resistenza alla velocit, (il recupero tra una serie e laltra deve essere completo in modo da consentire il sopraggiungere
della fatica)

E consigliabile effettuare esercitazioni sia con la palla che senza. Proprio perch la corsa con la palla ha
caratteristiche diverse rispetto a quella senza palla opportuno stimolare latleta nelle due situazioni.

La durata dello stimolo non deve essere superiore agli otto secondi


Esercit azioni

Queste esercitazioni da me proposte non sono tassativamente da prendere come esempio ma vogliono confrontarsi con
altre esercitazioni proposte da altri miei colleghi.

Proposta n.1 a secco- (vedi Fig.1)

Sprint sui 10 mt (lallenatore chiama un colore rosso o giallo e il giocatore
si dirige nella direzione del colore da lui chiamato)

Distanza 15 mt (2 x 3 ripetizioni) rec.tra rip. 1 tra serie 3 (Attivo)

Eser ci t azi one con Comandi Vocal i

Materiale necessario n. 4 delimitatori o cinesini


N. 1 N. 1
PARTENZA
5 mt. 5 mt.
10 mt.

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3 3
Proposta n.2 con palla- (vedi Fig.2)

Sprint sui 10 mt (lallenatore chiama un colore rosso o giallo e il giocatore
si dirige nella direzione del colore da lui chiamato con il pallone)

Distanza 15 mt (2 x 3 ripetizioni) rec.tra rip. 1 tra serie 3 (Attivo)

Eser ci t azi one con Comandi Vocal i

Materiale necessario n. 4 delimitatori o cinesini + 1 pallone

N. 2 N. 2
PARTENZA
5 mt. 5 mt.
10 mt.


Proposta n.3 a secco- (vedi Fig.1)

Sprint sui 10 mt (lallenatore ha in mano due cartellini da arbitro, rosso e
giallo. Il giocatore si deve dirigere verso il cinesino dello stesso colore del
cartellino mostrato)

Distanza 15 mt (2 x 3 ripetizioni) rec.tra rip. 1 tra serie 3 (Attivo)

Eser ci t azi one Psi coci net i ca

Materiale necessario n. 4 delimitatori o cinesini + 2 cartellini

Proposta n.4 con palla- (vedi Fig.2)

Sprint sui 10 mt (lallenatore ha in mano due cartellini da arbitro, rosso e
giallo. Il giocatore si deve dirigere, guidando la palla, verso il cinesino dello
stesso colore del cartellino mostrato)

Distanza 15 mt (2 x 3 ripetizioni) rec.tra rip. 1 tra serie 3 (Attivo)

Eser ci t azi one Psi coci net i ca

Materiale necessario n. 4 delimitatori o cinesini + 2 cartellini


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4 4
Proposta n.5 a secco- (vedi Fig.1)

Sprint sui 10 mt (lallenatore stabilisce che nel caso chiami un numero pari il
giocatore vada verso il cinesino rosso mentre se viene chiamato un numero dispari
il giocatore deve dirigersi verso il cinesino giallo o viceversa)

Distanza 15 mt (2 x 3 ripetizioni) rec.tra rip. 1 tra serie 3 (Attivo)

Eser ci t azi one con Comandi vocal i numer i par i e numer i di spar i

Materiale necessario n. 4 delimitatori o cinesini

Proposta n.6 con palla- (vedi Fig.2)

Sprint sui 10 mt (lallenatore stabilisce che nel caso chiami un numero pari il
giocatore vada verso il cinesino rosso mentre se viene chiamato un numero dispari
il giocatore deve dirigersi verso il cinesino giallo o viceversa. Il giocatore
effettua il tratto di campo in guida rapida della palla)

Distanza 15 mt (2 x 3 ripetizioni) rec.tra rip. 1 tra serie 3 (Attivo)

Eser ci t azi one con Comandi vocal i numer i par i e numer i di spar i

Materiale necessario n. 4 delimitatori o cinesini + 1 pallone

Proposta n.7 a secco- (vedi Fig.3)

Sprint sui 5 mt (lallenatore chiama un colore ed il giocatore va a toccare
tutti i cinesini del colore chiamato)

Distanza 15 mt (2 x 3 ripetizioni) rec.tra rip. 1 tra serie 3 (Attivo)

Eser ci t azi one con Comandi vocal i

Materiale necessario n. 13 delimitatori o cinesini


N. 3 N. 3
PARTENZA
5 mt.

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Proposta n.8 a secco- (vedi Fig.3)

Sprint sui 5 mt (lallenatore dopo che il giocatore ha effettuato i primi 5 mt.
di scatto mostra il cartellino, rosso o giallo. Il giocatore deve quindi andare a
toccare tutti i cinesini del colore opposto a quello che gli stato indicato)

Distanza 15 mt (2 x 3 ripetizioni) rec.tra rip. 1 tra serie 3 (Attivo)

Eser ci t azi one Psi coci net i ca

Materiale necessario n. 13 delimitatori o cinesini + 2 cartellini



Tutte le esercitazioni proposte non sono che alcuni esempi tra tutte quelle proponibili. In base allet dei giocatori, al
materiale tecnico a disposizione ed alle strutture, ogni allenatore potr delineare gli esercizi pi idonei.









PASQUALE COSSU, OLTRE CHE UN GIOVANE ALLENATORE EMERGENTE, E IDEATORE ED
ORGANIZZATORE DI UNO DEI CAMP ESTIVI PER GIOVANI CALCIATORI PIU IMPORTANTI
IN ITALIA.
IL CAMPARZACHENA , CHE SI SVOLGE OGNI ANNO IN COSTA SMERANDA, VEDE LA
PARTECIPAZIONE DI NUMEROSI CALCIATORI E MINI-CALCIATORI DALLITALIA E
DALLESTERO E LA PRESENZA DI FAMOSI PROFESSIONISTI.



PER ULTERIORI INFORMAZIONI E POSSIBILE VISITARE IL SITO INTERNET

WWW.CAMPARZACHENA.IT

Allenare la velocit nel calcio.
A curadel Prof. CARLO DEL FIORENTINO
Preparatore atletico professionista
I principi baseeleesercitazioni tipicheper allenarela velocit.

Principi t eorici per lallenament o della velocit .

La velocit una delle capacit fisiche di fondamentale importanza nei giochi di squadra e di grande interesse per il
lavoro del preparatore atletico. Spesso ci viene richiesto di migliorare questo aspetto, magari come unico difetto di un
giocatore bravo ma un po lento, senza per sapere quali e quanto complessi siano i fattori che determinano la
differenza individuale di una prestazione di velocit.
Cosa possiamo fare allora per migliorare i tempi e la velocit
dei gesti tecnici e delle azioni motorie?
Purtroppo (o per fortuna) la velocit legata essenzialmente a
fattori neuromuscolari, genetici, sensoriali, biochimici, di
forza, di mobilit e di coordinazione motoria ed essa
migliorabile in una percentuale di circa il 20% rispetto alla
potenzialit iniziale.
Questa premessa era doverosa, per capire che se non si hanno
alcune doti fondamentali richieste per praticare gli sport di
squadra difficile se non impossibile costruirle con
lallenamento. I presupposti sono diversi se invece
necessario impostare un lavoro di velocit (ed questo il
nostro caso) per una squadra di calcio, dove, anche se
abbiamo giocatori con le caratteristiche pi diverse, si deve
mantenere oppure impostare un microciclo specifico a
completamento della preparazione precampionato che ha
come obiettivo principale la prestazione di velocit (che comunque definiremo i modo pi preciso nel corso di questo
articolo).
Nel Calcio come in tutti gli sport aciclici, che non richiedono movimenti continui e ripetuti, importante che latleta
elabori risposte adeguate a stimoli complessi nel tempo pi veloce possibile.
E importante riassumere in modo molto semplice alcuni aspetti fondamentali di questa capacit:

1) rapidit: la capacit di eseguire un gesto nel minor tempo possibile (es. skip rapido)

2) velocit: in questo caso si intende la velocit di spostamento (lo spazio percorso) nellunit di tempo; nel calcio per
le caratteristiche della prestazione, di rilevante importanza la capacit di accelerazione, che permette cio di
raggiungere alte velocit in breve tempo (es. sprint 20m)


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La rapidit.

La rapidit determinata dai seguenti fattori:

T.L.R.M. tempo latente di reazione motoria a stimoli di tipo semplice (partenza di un gara di corsa) o complesso (
quasi tutte le azioni degli sport di squadra).
Velocit del singolo gesto: tempo impiegato a compiere un gesto motorio.
Frequenza: la capacit di compiere pi gesti motori nel minor tempo possibile.

Allenare il TLRM.

Lo stimolo semplice difficilmente allenabile, si pu solo EDUCARE (come dice in un suo ottimo lavoro il Prof.
Trachelio) con:
stimoli di breve durata
ad altissima intensit
con pause tra le prove ottimali per un completo recupero

Lo stimolo complesso invece allenabile perch latleta deve nel minor tempo possibile:
riconoscere lo stimolo
elaborare l adeguata risposta motoria
verificarne lattuabilit

Esempio: tutti gli esercizi di sprint breve con cambio di direzione ad un segnale.

Allenare la velocit del singolo gesto.

Per allenare la velocit di un singolo gesto si deve innanzitutto pulire un movimento, migliorando lelasticit
muscolare e tendinea. Quindi molto importante utilizzare lo stretching in modo adeguato, per rendere il movimento
pi fluido.
Si deve poi in modo pi specifico:
migliorare le abilit tecniche
raggiungere un buon controllo propriocettivo
esercizi fondamentali per questi obiettivi sono:
tutti gli esercizi d skip
gli esercizi tecnici finalizzati allutilizzo dellattrezzo
gli esercizi che migliorano lequilibrio statico e dinamico

Allenare la frequenza.

Le caratteristiche degli esercizi devono essere:
di breve durata (10 - 15)
di elevatissima intensit di esecuzione
con resistenze molto basse o nulle

Esempio: tutte le esercitazioni di sprint 10-15 mt alla massima intensit.

Come abbiamo precedentemente spiegato nel calcio si deve parlare pi che di velocit di capacit di accelerazione,
vediamo adesso alcuni dei mezzi di allenamento per migliorarla:
miglioramento della forza muscolare specifica (es. 4-5 serie al 60%1RM per 8-10 ripetizioni eseguite alla massima
velocit)
salite da 5 a 30 mt su pendenze del 12 15%
traino su distanze di 20 mt con 10 mt di sprint di trasformazione
potenziamento arti inferiori con ostacoli (controllate con cura la corretta esecuzione).
Navette su 3-5-10 mt con cambi di direzione alla massima intensit

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3 3
Alcuni esempi di sedut e di allenament o:




















Conclusioni

Come al solito, le sedute di allenamento qui riportate rappresentano soltanto un esempio, da filtrare e adattare alle
esigenze della propria squadra o del singolo giocatore, se si ha lesigenza di compiere un lavoro differenziato. E
comunque importante tenere sempre presente le considerazioni sulle componenti ed i concetti di rapidit ed
accelerazione esposti nella prima parte di questo articolo.





Bibliografia:
Gilles Cometti Lallenamento della velocit Ed. S.S.S. Roma.
Claudio Trachelio La preparazione fisica agli sport di squadra Ed.Libreria dello Sport.

Seduta 1
Circuiti di rapidit e velocit:
navetta 3 mt + 5 paletti in slalom + 10 mt sprint x 5 rip
3 recupero
2 cambi di direzione + over e sprint x 5 rip
3 recupero
5 over + slalom con palla + sprint 10 mt x 5 rip
5 recupero
a coppie, lavoro su 8+8 mt
scatto, cambio direzione, scatto
scatto, piede scaccia piede, scatto
scatto,incrocio, scatto
doppio incrocio
tutti gli esercizi x 2 ripetizioni

Seduta 2
traino 2-3 x 20 mt x 5 rip + 10 mt
sprint (3 recupero tra le serie).
3 recupero
1:1 e tiro in porta 6-8 ripetizioni a
coppia, tempi di lavoro intorno ai
10-15

Seduta 3
ostacoli alti-bassi alternati 5 x 5 rip + trasf. 1.30 tra le ripetizioni
3 recupero
ostacoli crescenti bassi-alti 5 x 5 rip + trasf. 1.30 tra le ripetizioni
3 recupero
2 cambi di direzione + over x 5 rip
3 recupero
navetta + guida palla tra i paletti x 5 rip

Seduta 4
Salite:
skip alla massima intensit su brevi salite
molto ripide 2 x 10 ripetizioni con 3 recupero
tra le serie
4 recupero
salite con pendenza 12-15%:
5 x 10 mt 1 recupero tra le prove
3 recupero
5 x 15 mt 1 recupero tra le prove
4 recupero
5 x 20 mt 1 recupero tra le prove

Seduta 5
Circuito di forza e velocit, gli esercizi vengono
organizzati sul campo in modo da effettuare un
recupero ottimale tra le ripetizioni:

1) 30 squat isometrico + 10 rip squat veloce
2) skip rapido 5 mt
3) ostacolo e porticina dx, sx e sprint
4) passaggio laterale su nastro in skip rapido e
sprint
5) ostacoli + skip su over
6) partenza da seduto, valicamento ostacolo e sprint
3 5 ripetizioni per esercizio con 3-5 di recupero
tra i circuiti.


Alla bat t ut a del calcio di rigore.
A curadi ROBERTO BONACINI
Psicologiaetecnicaper nonfalliredagli 11 mt.
Nel mese di Gennaio, grazie al contributo di Claudio Rapacioli, stata esaminata, allinterno dellarticolo riguardante le
contromosse del portiere alle palle inattive, anche la situazione del calcio di rigore. Per arricchire largomento
sembrato utile con questarticolo calarci nelle vesti di colui che invece, posto il pallone su un dischetto bianco, a 11
metri dalla porta, il portiere se lo trova di fronte e, ben conscio delle gioie o dei dolori alle quali va incontro, prende la
rincorsa e


Il rigore e laspet t o psicologico.

La battuta di un calcio di rigore rappresenta, tra le situazioni di palla inattiva, quella in cui laspetto psicologico di
gran lunga maggiore.
Laspetto emotivo (che pu coinvolgere sia giocatori per loro natura gi emotivi, sia calciatori ritenuti solitamente meno
sensibili), svolge un ruolo molto importante per lalta responsabilizzazione che coinvolge colui che si appresta a calciare
un rigore.
Solitamente rigoristi sono i giocatori con elevata personalit e fiducia nei propri mezzi; ancora meglio coloro che, dotati
di personalit e autostima, risultano dotati anche tecnicamente, avendo a questo punto, rispetto ad altri, anche maggiori
possibilit di calciare il pallone dove e come vogliono.
Psicologicamente parlando potremmo quindi affermare che avremo un buon tiratore di penalty quanto maggiori saranno
le proprie qualit e caratteristiche scelte tra:

personalit
autostima
fiducia nei propri mezzi
fiducia in se stesso
coraggio
tranquillit (il giocatore deve sempre sapere che comunque vada sar elogiato per la responsabilit che si assunto)
capacit di concentrazione
scarsa emotivit (deve essere freddo)
capacit di non farsi condizionare da possibili fattori esterni di distrazione.






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2 2
Il rigore e la t ecnica individuale.

Ricercando per cos dire il pelo nelluovo, un buon rigorista inoltre avvantaggiato se dispone anche di una buona
forma e preparazione coordinativa-condizionale che, seppur non indispensabile, lo rende sempre pi completo. Non
dispiacer se quindi il nostro tiratore dispone di:

potenza e velocit nel tiro
precisione nel tiro (tecnica individuale)
capacit di recupero e quindi lucidit prima dellesecuzione
reattivit per saper fronteggiare uneventuale respinta della palla da parte del portiere, seguendo il tiro e realizzando
in seconda battuta;

importante inoltre per una buona esecuzione:

buona stabilit del piede in appoggio al terreno nel momento del calcio
buona mobilit dellarto calciante a livello dellanca, del ginocchio e della caviglia
buona mobilit del tronco
buona mobilit delle braccia.

Le soluzioni per t irare il penalt y.

In linea generale possiamo avere una prima doppia scelta sul come calciare il rigore:

scelta anticipata e decisa di un lato della porta (battezzare un angolo) non considerando leventuale movimento
del portiere
scelta di aspettare il movimento del portiere per poi calciare dalla parte opposta.

Parallelamente a questa prima classificazione potremo poi tirare il rigore:

di potenza
di precisione
dastuzia

decidendo conseguentemente di tirarlo:

angolato rasoterra
angolato a mezza altezza (opzione rischiosa poich rispetto alla soluzione rasoterra favorisce lintervento del
portiere)
angolato alto (opzione difficile perch rispetto alla soluzione rasoterra favorisce lintervento del portiere e comincia
a risultare troppo preciso e rischioso)
centrale di potenza (occorre buona coordinazione e tecnica allo scopo di evitare di alzare il pallone oltre alla
traversa)
centrale a cucchiaio.

La rincorsa prima della battuta.

Molto importante risulta la rincorsa (quindi la fase di
preparazione) che consente al giocatore di arrivare in maniera
ottimale sulla palla. Il rigorista pu quindi prepararsi:

A) con una rincorsa rettilinea rispetto al pallone(vedi figura
1). Questo tipo di rincorsa non corretto, ha il solo vantaggio
di offrire al portiere meno indicazioni possibili riguardo alla
Figura 1
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3 3
soluzione di tiro scelta ma implica, una volta giunti sul pallone, una sorta di movimento obbligato (biomeccanicamente
non corretto) che permetta di spostare il corpo per aprire il tiro

B) con una rincorsa in diagonale rispetto al pallone (vedi
figura 2). Questa tipologia di rincorsa corretta. Essa permette
al giocatore, una volta giunto in prossimit del dischetto, di
indirizzare la palla alla destra o alla sinistra del portiere solo
con una semplice modifica della parte anatomica del piede che
impatta sul pallone (rincorsa biomeccanicamente corretta); ha lo
svantaggio che pu offrire qualche segnale desecuzione
allestremo difensore

C) senza rincorsa. Il tiro senza rincorsa (poco utilizzato)
richiede notevole mobilit dellarto calciante; il portiere,
mancando la fase di rincorsa, cerca risposte dalla posizione di
partenza del rigorista; si tratta di un rigore anomalo e
inconsueto e pertanto lestremo difensore pu trovare qualche
difficolt dalla rapidit desecuzione; solitamente questa
rincorsa precede un rigore di precisione, giacch la mancanza di rincorsa non permette di imprimere grande forza al tiro

D) con una rincorsa breve. Essa agevola un perfetto arrivo sulla palla e accorcia la tensione psicologica; non concede
un gran tempo per studiare il comportamento del portiere

E) con una rincorsa lunga. La distanza che separa il giocatore dal punto di battuta permette di guardare maggiormente il
portiere e di effettuare maggiori movimenti dinganno (come per esempio partire per un tiro di potenza modificandolo
poi in un tiro di precisione); allunga per la tensione psicologica e pu comportare (sbagliando la corsa) un arrivo non
coordinato sulla palla

F) con una rincorsa continua.

G) con una rincorsa non continua (rincorsa rallentata o rincorsa quasi interrotta senza per fermarla).

Lesecuzione.

In base alla rincorsa in diagonale lesecuzione pu poi
avvenire:

A) con rincorsa da sinistra a destra (vedi figura 3)
indirizzando il tiro:

alla sinistra del portiere utilizzando il piatto-
interno piede dx (figura 3 A)
alla destra del portiere utilizzando il collo-interno
piede dx (figura 3 B)
a destra/sinistra/centrale utilizzando il pieno collo
piede dx (figura 3 C)
generalmente centrale a pallonetto/cucchiaio
dinterno-collo o collo dx puntando la pianta anteriore
del piede dx sul terreno e colpendo il pallone da sotto
(tocco palla utilizzato nei tiri o passaggi a pallonetto)
(figura 3D)

B) con rincorsa da destra a sinistra indirizzando il tiro (come figura 3 cambiando parte):

alla destra del portiere utilizzando il piatto-interno piede sx
alla sinistra del portiere utilizzando il collo-interno piede sx
Figura 2
Figura 3
B
A
C
D
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4 4
a destra/sinistra/centralmente utilizzando il pieno collo piede sx
generalmente centrale a pallonetto/cucchiaio dinterno-collo o collo sx puntando la pianta anteriore del piede sx
sul terreno e colpendo il pallone da sotto (tocco palla utilizzato nei tiri o passaggi a pallonetto).

Rigorist a e port iere.

A prima vista realizzare un calcio di rigore pu sembrare una cosa scontata. Come scontato pu essere il realizzare un
penalty durante la partita con gli amici o durante lallenamento. Le cose cambiano quando veniamo per a trovarci nel
contesto di una partita ufficiale dove la porta diventa sempre pi piccola e il portiere, sempre pi preparato, grande
grande. Il rigorista infatti ben conscio che, nonostante il rigore pu sbagliarlo solo lui, il portiere pu utilizzare a suo
favore diversi mezzi quali:

studiare lavversario rigorista attraverso relazioni e video (soprattutto nelle categorie maggiori)
studiare lavversario prima della battuta considerando la direzione dello sguardo del rigorista, la dominanza
dellarto calciante, la posizione di partenza sulla palla
effettuare una leggera finta su un lato per poi tuffarsi sul lato opposto
cercare lanticipo della palla facendo un passo in avanti (non regolare)
scegliere preventivamente un angolo dove tuffarsi
innervosire il rigorista con parole provocatorie (questo rigore te lo paro!!!, ecc.), con determinati comportamenti
(prendere in mano la palla posta sul dischetto; ritardare lesecuzione girando e rigirando tra i pali della porta ecc.)
osservarne il piede dappoggio: la punta funge quasi sempre da indicatore della direzione dove presumibilmente
sar diretto il tiro
osservarne il braccio opposto al piede calciante: braccio lungo il corpo tiro verso lo stesso lato dellarto calciante,
braccio lontano dal corpo tiro presumibilmente incrociato.

Lallenament o del rigorist a.

Molti pensano che il calcio di rigore sia un puro terno al lotto. Mentre infatti alcuni considerano opportuna una
preparazione tecnica specifica, altri non ritengono necessaria alcuna preparazione, considerando i rigori una semplice
questione di nervi. Concordando sul fatto che il lato emotivo-psicologico rappresenta una parte importante e che alla
fin fine il rigore lo deve tirare il giocatore che se la sente, ritengo doveroso schierarmi con coloro che sono convinti che
pi aspetti, psicologici, tecnici, condizionali-coordinativi, scientifici (che esamineremo nellultima parte della
trattazione), influiscono e consentono di effettuare un tiro efficace dagli undici metri. Diamo quindi spazio, per quanto
possibile (non certo in maniera prioritaria), ad alcuni piccoli momenti in cui allenarsi ed esercitarsi a tirare penalty, sia
da un punto di vista tecnico sia da un punto di vista psicologico.

Tecnicamente ci divertiremo a calciare rigori avendo cura di provare e sperimentare con la massima intensit e
determinazione:

la rincorsa
limpatto con la palla (interno, interno collo, collo piede)
la forza-velocit del tiro utilizzando, per i tiri di potenza, del nastro legato tra i due pali che rappresenti il limite
massimo daltezza consentito (figura 4 a pagina successiva)
la precisione del tiro utilizzando dei paletti per delimitare le zone da mirare (quelle a 30-40 cm dal palo) (figura 5 a
pagina successiva)
la ribattuta della palla in un secondo tempo se il primo tiro parato (dopo il tiro proseguire la rincorsa senza
arrestarsi sul posto).

Psicologicamente ci divertiremo calciando dagli undici metri in un contesto di:

sfide;
confronti;
scommesse.
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5 5
In generale con esercitazioni che simulano al massimo la realt della gara al fine di creare situazioni emotive il pi
vicine possibile al clima che si respira durante la partita dove la responsabilizzazione (con conseguente pressione
psicologica) diventa notevole.

Vediamo per esempio alcuni modi per allenarsi in un contesto che si avvicini il pi possibile alla situazione reale:

esecuzione del tiro con allenatore nella classica posizione dellarbitro
esecuzione del rigore partendo solo dopo il fischio dellallenatore
esecuzione del rigore disturbati talvolta dallallenatore che fingendo di dare consigli sposta il pallone dal dischetto
esecuzione del rigore con compagni ed avversari che, posti al limite dellarea, distraggono e fischiano il rigorista
durante la battuta
esecuzione del rigore con portiere che cerca con vari espedienti di perdere tempo e far perdere concentrazione al
rigorista
esecuzione del rigore con portiere che di tanto in tanto effettua prima del tiro movimenti in avanti (oltre che
orizzontali) rispetto alla linea di porta
esecuzione del rigore ribadendo al rigorista di seguire il tiro poich valida per la realizzazione anche la battuta in
secondo tempo
ecc

Proporre inoltre esercitazioni di tiro cercando, con alcune regole, di indurre un minimo di pressione psicologica in chi
batte; ad esempio:

ogni volta che il rigore sbagliato un giro di campo
ogni volta che il rigore sbagliato un giro di campo e al turno successivo nuova possibilit di calciare il rigore
comunicando per in anticipo langolo di tiro (lulteriore errore prevede un altro giro di campo)
ogni volta che un rigore sbagliato 10 flessioni
fare una gara tra due squadre di rigoristi, la squadra che dopo X rigori perde, simpegna a portare bere e mangiare
al successivo allenamento (al bere e al mangiare possiamo sostituire quale penitenza flessioni e giri di campo per tutti
i componenti la squadra); in questo modo ogni giocatore si sentir, non solo responsabilizzato verso se stesso, ma anche
nei confronti dei compagni
gratificare chi vince
ecc

Il rigore analizzat o scient ificament e.

Il confronto fra rigorista e portiere sbilanciato in favore del rigorista, nel senso che pi facile senzaltro segnare un
gol su rigore che pararlo, nonostante anche il portiere abbia frecce nel suo arco per rendere il compito del rigorista non
cos semplice.
Figura 4 Figura 5
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6 6
Parlando di calcio di rigore possiamo identificare, per il rigorista, due classi di strategie nellesecuzione di questo
fondamento del calcio.
Con la prima strategia il rigorista decide di agire secondo un suo piano predeterminato non lasciandosi quindi
influenzare dal comportamento e dalle azioni del portiere.
Con la seconda strategia il rigorista decide di agire osservando il portiere e decidendo conseguentemente dove piazzare
la palla allultimo momento possibile, cercando di individuare da che parte la porta rimarr vuota.
E importante a questo punto precisare che in contrapposizione a queste due soluzioni offendenti il portiere pu adottare
a sua volta due classi di strategie parallele.
Con una strategia il portiere decide da che parte tuffarsi solo nel momento del tiro, o immediatamente prima, cercando
di scegliere e individuare per quanto possibile il lato dove sar calciato il rigore. E chiaro che con questa soluzione il
portiere avr lhandicap di avere meno tempo per poi arrivare tecnicamente fino alla palla.
Con l altra strategia il portiere decide invece in anticipo dove tuffarsi cercando possibilmente di indovinare da che parte
andr la palla. Adottando questa seconda strategia lestremo difensore dovr scegliere con cura il momento in cui
tuffarsi, giacch se parte troppo presto agevola il rigorista, (maggiormente se questo a scelto contemporaneamente la
soluzione di osservare il portiere prima della battuta), se parte troppo tardi riduce notevolmente le proprie possibilit di
arrivare fino alla palla (maggiormente se questa calciata vicino al palo o con molta forza o addirittura vicino al palo
con forza).

Lasciando da parte lesecuzione del rigore con tiro deciso a priori, prendiamo ora in esame il rigore non battezzato,
quello in cui occorre losservanza del portiere.
In questo tipo di esecuzione risulta importante capire e studiare il tempo che intercorre tra questi due momenti:

momento in cui il portiere inizia il suo movimento, per esempio verso destra
momento in cui il rigorista, dopo aver percepito lintenzione del portiere e programmato il proprio movimento, in
condizione di calciare la palla a sinistra.
Chiameremo questo tempo momento di percezione-decisione-esecuzione del rigorista.

Per cercare di ottenere questo tempo stato effettuato una studio del calcio di rigore al computer. La simulazione era
cos organizzata (figura 6). Si fatto vedere a dei volontari, sullo schermo di un monitor, tre punti e una porta. Il punto
rosso sotto la porta rappresenta il portiere, il punto in basso giallo rappresenta il rigorista e il punto in mezzo bianco
rappresenta la palla sul dischetto del rigore. Allinizio del test il rigorista (punto giallo) si sposta a velocit costante
verso la palla (punto bianco) con il compito, nellesatto momento in cui punto giallo e bianco (rigorista e palla) si
sovrappongono di indirizzare il punto giallo verso destra o verso sinistra (simulando quindi un tiro verso destra o
sinistra). Intanto il portiere (punto rosso) pu restare fermo, oppure, in momenti precisi, prima che il rigorista arrivi
sulla palla, muoversi, aleatoriamente, a destra o a sinistra. Le istruzioni date ai volontari sono che, idealmente, il
rigorista deve calciare la palla (dare il comando per la direzione destra o sinistra) dal lato opposto al movimento del
portiere. Se per listante in cui il volontario imputa questo comando non coincide con la sovrapposizione dei due punti
rappresentanti rigorista e palla (punto giallo e punto bianco), questo significherebbe aver calciato fuori. In questo modo
garantito che il comando (destra o sinistra) sia dato tempestivamente senza lattesa del movimento del portiere per poi
reagire (figura 7).


Figura 6
portiere
rigorista
palla sul dischetto
Figura 7
portiere
rigorista
palla sul dischetto
DX
SX
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7 7
Vediamo ora dalla tabella alcuni dati che sono emersi dal test:

TEMPO CHE
INTERCORRE TRA
MOVIMENTO DEL
PORTIERE E
ARRIVO SULLA
PALLA DEL
RIGORISTA
% RISPOSTE
CORRETTE DEL
RIGORISTA
% RISPOSTE
SBAGLIATE DEL
RIGORISTA
COMMENTO
50 millisecondi 50% 50%
Il rigorista non ha il tempo per reagire, con il
risultato che pu indovinare il lato giusto solo per
il 50% delle volte, ossia casualmente.
200 millisecondi 62,5% 37,5%
250 millisecondi
comprese tra
62,5% - 75%
comprese tra
37,5% - 25%

280 millisecondi
comprese tra
75% - 87,5%
comprese tra
25% - 12,5%
Al rigorista, sapendo che 280 millisecondi prima
di arrivare sulla palla ha una probabilit uguale o
superiore al 75% di riuscire a reagire
correttamente al movimento del portiere, ma
sapendo anche che questa probabilit cade
rapidamente se aspetta ulteriormente,
raccomandabile che, arrivato a questo punto,
dimentichi il portiere e si concentri su un tiro
secco e angolato, di modo che se anche il portiere
azzecca il lato giusto, avr difficolt ad arrivare
sulla palla.
tra 300 e 450
millisecondi
compreso tra
87,5% - 100%
compreso tra
12,5% - 0%

pi di 450
millisecondi
100% 0%
Il movimento del portiere comincia molto prima
che il rigorista arrivi sul dischetto, pertanto
questultimo avr abbastanza tempo per azzeccare
per il 100% delle volte il lato giusto.

Ricordiamo che i dati riportati sono il risultato di una simulazione al computer e che solo ulteriori misure sul campo
potranno portare a conclusioni sicure. Quanto studiato risulta comunque importante per stabilire una linea di base sulla
quale poi programmare le misure definitive sul campo (molto pi complesse e costose da eseguire) per dare la
possibilit di stabilire con precisione i limiti fisiologici e gli effetti specifici di diversi parametri, come la lunghezza
della rincorsa, la velocit di avvicinamento alla palla ecc

Quanto esposto permette di consigliare al rigorista di:

non cercare di indovinare dove va il portiere oltre X tempo prima di arrivare sulla palla (questo tempo potrebbe
essere determinato sperimentando per esempio che il tempo X equivale al quinto passo della propria caratteristica di
rincorsa)
scegliere gi in precedenza, come soluzione secondaria, un determinato angolo dove piazzare preciso il tiro, qualora
non sia stato percepito nel tempo necessario il movimento del portiere
scegliere gi in precedenza, come soluzione secondaria, il tiro di potenza, qualora non sia stato percepito nel tempo
necessario il movimento del portiere
cercare di individuare il tempo X di movimento del portiere osservandolo e individuando per esempio
nellestremo difensore:
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8 8
leventuale movimento dellarto in appoggio che precede la spinta dellaltro piede
leventuale movimento di uno o entrambi gli arti superiori
leventuale movimento del tronco
gesti, riti, tradizioni, abitudini dei quali siamo gi a conoscenza riguardo al portiere

Rigorist a e sit uazioni di gara.


Tempi
regolamentari,
risultato di
parit
(es. 0-0)
Tempi
regolamentari,
risultato di
vantaggio
minimo
(es. 1-0)

Tempi
regolamentari,
risultato di
vantaggio
ampio
(es. 3-0)

Tempi
regolamentari,
risultato di
svantaggio
minimo
(es. 0-1)
Tempi
regolamentari,
risultato di
svantaggio
ampio
(es. 0-3)
Calci di rigori
dopo i tempi
supplementari
Rigorista
tecnico

indifferente indifferente indifferente indifferente indifferente
Indifferente in
caso di
giocatori
freschi (es.
fatti entrare
appositamente
per calciare i
rigori)
Rigorista di
potenza

indifferente indifferente indifferente indifferente indifferente
Da preferire in
caso di gio-
catori stanchi
Rigorista
sempre sicuro
(1 rigorista)
1 1 1 1 1 1
Rigorista
abitualmente
sicuro
(2 rigorista)

2 2 1 2 1 2
Rigorista
alloccorrenza

3 3 2 3 2 3
Rigorista
stanco
Da valutare in
base ai minuti
di gara e
allintensit del
match
Da valutare in
base ai minuti
di gara e
allintensit del
match
Da valutare ma
non prioritario
Da valutare in
base ai minuti
di gara e
allintensit del
match
Da valutare ma
non prioritario
Molto
importante,
quasi
prioritario
*** i numeri indicano la priorit di scelta


Rigorist a e regolament o.

Un calcio di rigore assegnato contro la squadra che commette, nella propria area di rigore e con il pallone in gioco,
uno dei dieci falli punibili con un calcio di punizione diretto. Una rete pu essere segnata direttamente su calcio di
rigore.
Considerando la regola 14 tratta dal regolamento del gioco del calcio e che inizia come appena riportato, vediamo ora
brevemente di elencare e analizzare alcuni punti dinteresse per colui che si appresta a tirare un penalty.



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9 9
Posizione del pallone e dei calciatori:

a) il pallone deve essere posizionato nel punto del calcio di rigore, in quanto essendo questo un punto fisso la sfera non
pu essere collocata in un punto diverso da quello appositamente segnato sul terreno di gioco; ne consegue che il
rigorista deve:

- posizionare sempre personalmente il pallone sul dischetto del rigore al fine di:
1. da un punto di vista tecnico ricercare anche in questo piccolo dettaglio i centimetri di terreno migliore
per la massima perfezione dellesecuzione;
2. da un punto di vista psicologico per dimostrare sicurezza, competenza ed esperienza nella fase
preparatoria.
- In caso di campi pesanti e fangosi livellare al meglio il punto di battuta e optare possibilmente per unesecuzione di
potenza rispetto ad unesecuzione pi elegante e precisa

b) il portiere che subisce il calcio di rigore deve assumere la posizione prescritta dal regolamento e successivamente
durante lesecuzione del rigore restare sulla propria linea di porta, facendo fronte a chi batte fra i pali della porta stessa,
fino a quando il pallone stato calciato (se il portiere oltre che muoversi orizzontalmente sulla linea si muove anche in
avanti, qualora pari il tiro, il calcio di rigore deve essere ripetuto); ne consegue che il rigorista deve:

- disinteressarsi dellatteggiamento del portiere qualora ritardi con qualsiasi espediente il suo ritorno tra i pali
rimanendo calmo ed emotivamente tranquillo.
- Anche dopo il fischio dellarbitro cercare di rimanere freddo per capire se il caso di interrompere lesecuzione
del calcio di rigore qualora il portiere, oltre che orizzontalmente tra i pali, si muova in avanti per chiudere
maggiormente la porta, richiamando lattenzione dellarbitro per esigere una regolare esecuzione; questo
comportamento da parte del rigorista dovr essere ripetuto (succede poche volte) qualora lestremo difensore continui
ad atteggiarsi in modo non regolamentare; il tutto servir almeno per incidere negativamente e psicologicamente sul
portiere

c) tutti i calciatori, allinfuori dellincaricato del tiro, devono posizionarsi al di fuori dellarea di rigore, dietro la linea
del punto di battuta, ad almeno 9,15 metri dal dischetto del rigore; se un calciatore avversario entra nellarea di rigore
prima dellesecuzione del tiro, il penalty deve essere ripetuto; ne consegue che il rigorista deve:

richiamare per quanto possibile lattenzione del direttore di gara sulleventuale entrata in area di giocatori avversari
in modo da andare allesecuzione del penalty cautelato contro comportamenti scorretti che il regolamento punisce;
anche questo servir per incidere negativamente e psicologicamente sul portiere e sugli avversari dimostrando
sicurezza dei propri mezzi e pieno controllo della situazione

riguardo allesecuzione:

d) il giocatore incaricato del tiro non pu giocare o toccare una seconda volta il pallone prima che lo stesso sia stato
giocato o toccato da un altro giocatore; ne consegue che il rigorista deve:

- seguire sempre il tiro per potere, in caso di respinta del portiere, arrivare prima degli altri e realizzare in seconda
battuta
- Seguire sempre il tiro avendo laccortezza (sembra facile), in caso che questo impatti su pali o traversa (senza essere
toccato dal portiere), di non realizzare in seconda battuta (rete non valida) ma piuttosto di defilarsi dalla zona palla
per consentire ad eventuali compagni la battuta a rete

e) non consentito al calciatore incaricato del tiro di arrestare la corsa allo scopo di indurre il portiere a muoversi in una
direzione per poi successivamente batterlo calciando il pallone nella direzione opposta; ne consegue che il rigorista
deve:

portarsi allesecuzione del calcio di rigore con concentrazione e per quanto possibile con un minimo di organizzazione
di idee sul come tirare questa massima punizione (evitare di interrompere e riprendere la corsa in modo antisportivo o
solo perch si andati allesecuzione senza un minimo di idee sul come agire).


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10 10

In questarticolo si cercato di analizzare il calcio di rigore a 360. Alcune cose riportate possono quindi risultare banali
e per molti addetti ai lavori lontane dalla realt. Lo scopo ricercato stato comunque quello, come per ogni altro
argomento, di dare opportunit a chi lo desidera di cogliere, fra qualche riga qua e l, spunti interessanti e di riflessione
da potere successivamente in qualche modo rendere proficui nellambiente e nelle situazioni dove ci si trova ad operare.

A t ut t o pressing.
A cura di MASSI MO LUCCHESI
Fari puntati su una dellesquadrerivelazionedel gironeA della serieC1.
Il 4-5-1 di Giancarlo DAst oli.

Al di l di rare eccezioni, molti allenatori
che adesso sono impegnati sullimportante e
luccicante palcoscenico della serie A
provengono dalle categorie inferiori. Il
campionato di serie C, senza gli eccessi e le
pressioni esasperanti della massima serie,
spesso palestra ed allo stesso tempo
laboratorio per moltissimi tecnici. Provo
oggi ad evidenziare, attraverso questo
articolo, i pregi e le particolarit di una delle
squadre rivelazione del girone nord della
serie C, il Lumezzane di DAstoli.
Lumezzane un piccolo e laborioso centro
della Val Trompia in provincia di Brescia.
La squadra lombarda non ha il seguito di
spettatori che possono vantare societ pi
blasonate come Pisa, Reggiana e Padova
ma, la sapiente guida di Giancarlo DAstoli
unita al lavoro di dirigenza e collaboratori,
ha permesso alla squadra capitanata da
Strada (il giocatore pi rappresentativo dei
rossobl, con trascorsi nel Parma) di recitare un ruolo di primissimo piano in un campionato che, alla vigilia, non la
vedeva come una delle favorite.

I lombardi giocano con un modulo piuttosto inusuale per una squadra di alta classifica (il 4-5-1) e particolare anche la
tipologia del gioco espresso.

La st rat egia offensiva: t ransizione a t ut t o gas.

La strategia offensiva della squadra lombarda essenziale, semp lice ed allo stesso tempo efficace. Da dietro la
manovra ha spesso inizio con il lancio lungo. Tale scelta potrebbe sembrare contraria ad una logica di gioco che farebbe
presumere un agevole possesso palla visto il numero di centrocampisti (ben 5) che il Lumezzane schiera. Lopzione
prioritaria degli uomini di DAstoli sembra per quella di evitare che la squadra perda la palla in zone di campo o
a ar rt t i ic co ol lo o
1
1
0
0

N . 06 F E B B R A I O 2004
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

A A T T T T U U A A L L I I T T A A
Fig. 1 Fig. 1
9
2
8
11
3 5
6
7
4
10
DALLA MANO
CENTI
STRADA
FRACASSETTI
ZANOLETTI
CORTELLINI
BOTTI
ZANINELLI
COPPINI
SINIGAGLIA
1
BORGHETTO
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2
situazioni critiche. Ecco quindi che i difensori vanno spesso alla ricerca dellunico riferimento avanzato (Sinigaglia) che
per altro non ha, per struttura fisica, la possibilit di far da pivot sullo stile di centravanti come Bierhoff o Corradi.
Sinigaglia per straordinario, per prontezza e velocit, nel pressare i difensori e nel cacciare i rimbalzi. Tale azione
favorisce il lavoro dei centrocampisti, abilissimi nellaccorciare in avanti e nellaggredire avversari e/o palle vaganti.
In pratica se il primo stadio della strategia offensiva lombarda prevede levitare di perdere il possesso palla nella propria
met campo, il passo successivo finalizzato sullabilit di pressare e recuperar palla nella met campo avversaria.
Una volta riconquistata palla in zona dattacco ha inizio il vero e proprio gioco offensivo.
Se la palla viene recuperata da uno degli interni, come solitamente accade, le opzioni di gioco sono le seguenti:
veloce percussione individuale allo scopo di penetrare la retroguardia avversaria;
scarico sul centromediano che apre prontamente il gioco sul lato debole del campo.

Sulla percussione individuale sia la punta centrale che lesterno vicino sono pronti a proiettarsi in profondit o a
muoversi incontro per fungere da muro per una eventuale combinazione.
Sullo scarico invece pronto il centromediano (Strada), abile poi ad orientare la manovra con unapertura lunga
indirizzata per lesterno sul lato debole. Questa
giocata (scarico + apertura) fondamentale
nelleconomia del gioco dei ragazzi di DAstoli. Il
doppio passaggio ed il tempo che la palla impiega
a raggiungere il lato debole permette allesterno di
alzarsi ed andare ad occupare una zona di campo
spesso scoperta.
Una volta ricevuta palla lesterno ha anchesso un
paio di opzioni prioritarie:
la ricerca del fondo per il cross;
il filtrante per Sinigaglia scattato nello spazio;
la combinazione (scarico e riparto) con
linterno a sostegno.

In particolare questultima soluzione una delle
ultime trovate per battere la zona.
Se infatti i difensori a zona sanno ormai a memoria
le contromosse a sovrapposizioni, triangoli, veli ed
inserimenti su sponda ancora non sono prontissimi a parare la combinazione evidenziata dalla figura 2.

In sostanza il Lumezzane una squadra che sviluppa una fase offensiva pratica ed estremamente efficace. La mano
dellallenatore evidente e molto interessanti ris altano essere le tematiche di gioco in rapporto al modulo tattico
adottato. I giocatori hanno una serie di opzioni ben delineate (non tantissime ma estremamente chiare) che soddisfano le
esigenze di un calcio veloce e strutturato in modo tale da battere i dispositivi tattici delle squadre moderne.
Fase difensiva: il pressing come
element o essenziale.

Se la manovra offensiva basata sullabilit di
giocare una transizione positiva estremamente
rapida, la fase difensiva imperniata sul pressing e
sullabilit dei giocatori di recuperare (transizione
negativa) in modo veloce sotto la linea della palla.
Il Lumezzane in fase di non possesso si difende
seguendo i dettami della zona riuscendo spesso a
creare superiorit numerica a centrocampo.
La presenza del mediano basso permette allinterno
sul lato forte di alzarsi per supportare Sinigaglia
nel pressing avversario (vedi fig.3). La presenza
del mediano basso garantisce inoltre alla squadra
Fig. 2 Fig. 2
9
2
7
8
3 5
6
11
4
10
Fig. 3 Fig. 3
9
2
8
10
5 3
6
7 4
11
11
1
7
8
4
2
3
5
6
9
10
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3
rossoblu un filtro adeguato nel caso gli uomini di DAstoli siano costretti a difender basso.
Notevole inoltre la mole di lavoro senza palla che svolgono gli esterni, abilissimi sia a proiettarsi in avanti che a fare i
5 di difesa.
Il reparto arretrato potendo contare sul ripiegamento del centrocampista sul lato debole abile nellaccorciare in zona
palla, nelle coperture e negli accorciamenti.
In sostanza il lavoro collettivo di tutta la squadra riduce tempi e spazi di giocata agli avversari e permette una elevata
concentrazione dei giocatori rossubl in zona palla.

Met t ere in difficolt il Lumezzane.

Le due partite (perse in casa contro Arezzo e
Spezia) hanno avuto come caratteristica quella che
entrambi le compagini avversarie adottavano il
sistema 4-2-3-1. Tale modulo di gioco va a
specchiarsi in modo naturale con quello proposto
dagli uomini di DAstoli, con la conseguenza che vi
ugual densit di giocatori nella zona di
centrocampo. Nelle situazioni di gara con parit
numerica a centrocampo molto pi difficile risulta
la compensazione delluscita a pressione
dellinterno (vedi fig.3 a pagina precedente) con la
scalata in avanti del mediano. Costui infatti deve
controllare il trequartista avversario e non sempre
pu esser libero di sostituire il compagno venuto
avanti. Ci pu aver ripercussioni negative
sullefficacia del pressing in mezzo al campo e
conseguentemente sulla capacit della squadra di
rubar palla e ripartire a tutta velocit verso la porta
avversaria.
Nella figura sopra evidenziata una possibile soluzione del possessore pressato dallinterno rossoblu senza adeguato
movimento compensatorio del mediano.


Fig. 4 Fig. 4
9
2
8
10
5
3
6
7
4
11
9
1
7
8
4
2
3
5
6
10
11

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