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RINALDI C., CON C. CAPPOTTO (2004). Genere, sessualit e societ. In: AA.VV.. Pensare
la complessit. Itinerari interdisciplinari. p. 299-338, PALERMO: SIGMA, ISBN/ISSN:
88.7231.072.6


Ho scritto sempre con tutto il mio corpo e con tutta la mia anima:
ignoro i problemi puramente spirituali. []
Tutte le verit per me sono delle verit di sangue
Nietzsche


Se lunica costante allalba del terzo millennio il cambiamento. Allora la sfida sta nel pensare ai processi,
piuttosto che ai concetti. Si tratta di un compito non facile n particolarmente ben visto nel linguaggio e nelle
convenzioni teoriche divenuti la norma tanto nella teoria sociale e politiche quanto nella critica culturale.
Nonostante i ripetuti sforzi di molti critici radicali, labitudine mentale a ragionare in termini di linearit e
oggettivit continua ad esercitare la sua egemonia sul nostro modo di pensare. Di fatto, assai pi semplice
concepire A o B, o B come non-A, che non il processo di ci che avviene tra A e B. Pensare per flussi e
interconnessioni resta una sfida difficile. Il fatto che la ragione teoretica sia vincolata a concetti e fissata a
nozioni essenziali rende difficile trovare rappresentazioni adeguate per processi, fluide correnti intermedie di
dati, esperienza e informazioni. Essi tendono a irrigidirsi in modalit spaziali e metaforiche di
rappresentazione, che li riducono a problemi (Braidotti, 2003: 9-10)


Introduzione
(Cirus Rinaldi)

Le riflessioni seguenti si pongono come obiettivo di delineare, in termini generali, le dimensioni
sociali delle sessualit umane e di indicare i motivi per i quali la sociologia dovrebbe occuparsi, pi
di quanto gi non accada, di sessualit. La voce presentata non intende essere esaustiva, quanto
piuttosto problematizzare il concetto di sessualit, esplicitandolo attraverso la lettura di alcuni
approcci e prospettive teoriche.
La sessualit ed i suoi componenti, il desiderio, il piacere, leros, il corpo, sono pi che semplici
caratteristiche individuali o personali, essi sono stati concepiti in maniera differente nei vari periodi
storici e sono considerati in maniera differente nelle diverse societ e allinterno di queste dai
diversi gruppi ed individui che le compongono, sino a potere ipotizzare lesistenza di diverse
subculture sessuali.
La sessualit stata dominata dal paradigma medico-biologico ed antropologico, solo recentemente,
con rare eccezioni, stata acquisita nelle trattazioni sociologiche anglo-americane. In Italia sembra
essere ancora argomento marginale: non un caso che vi sia una carenza di riflessioni e
tematizzazioni nei principali manuali ad uso degli studenti universitari.
Le sessualit, tuttavia, non sono semplicemente espressione di impulsi e dati biologici, ma
corrispondono a costruzioni sociali e culturali che necessitano di analisi: esse sono prodotti della
societ, regolate, mantenute e trasformate da processi sociali (Plummer, 2002: 489).
La necessit di esplorare un campo di studio cos trascurato pone il problema e lesigenza anche di
dotare la ricerca sociale degli strumenti analitico-concettuali che meglio possano cogliere le
trasformazioni in atto nella sfera delle sessualit umane.
I motivi della marginalit delloggetto di studio possono riscontrarsi nella distinzione tra sfera
pubblica e privata; nella competizione con altre prospettive disciplinari; nel prevalere di paradigmi
sistemici che hanno privilegiato lanalisi macro-strutturale e nella difficolt di ordine metodologico,
trattandosi di sensitive topic che mal si presta alle generalizzazioni quantitative nonch intriso di
problemi relativi alla desiderabilit sociale.
2
A queste motivazioni possono aggiungersi altres dimensioni valoriali e culturali fortemente
condizionate dal pensiero giudaico-cristiano e dalla dicotomia mente-corpo caldeggiata dalla
scienza moderna (vd. Voce CORPO, supra).
Non raro incontrare, anche allinterno dellaccademia, disinteresse, incomprensione e una pi
diffusa pruderie nei confronti della sessualit in quanto oggetto di studio, atteggiamenti che si
trasformano in piena ostilit intellettuale: dal momento che in Italia, come altrove, il prestigio di un
accademico valutato anche in rapporto allo status e al riconoscimento del suo oggetto di studio.
La sociologia della sessualit incontra altres difficolt ad individuarsi e a costituirsi come
sociologia specifica, dal momento che varie trattazioni sono state dirottate allinterno della
sociologia della famiglia, della salute o della devianza, impedendo, o ostacolando, di fatto, che la
disciplina acquisisse uno statuto autonomo
1
.
I risultati, talora paradossali, sono da ravvisarsi nella tendenza a studiare la sessualit come tab, e a
focalizzare la ricerca su tutti quei fenomeni che si discosta(va)no dalle normali pratiche sessuali,
riproducendo teorizzazioni limitate da scelte sessiste, ed inglobando, aspetto forse pi problematico,
laporia relativa alla difficolt di produrre teorie su un aspetto che studiato solo se deviante.
Lo studio della sessualit umana, delle sue pratiche e delle sue espressioni culturali rinvia allanalisi
di varie relazioni sociali, spesso interconnesse e autoimplicanti.
Riferirsi alla sessualit nellaccezione di comportamento sessuale rimanda, [], allinsieme delle
pratiche individuali e sociali (relazionali o comunicative) che costituiscono la premessa o il
correlato della pulsione erotica e/o della sua realizzazione sociale. Queste possono o meno
strutturarsi in relazioni intime tra due o pi individui di sessi diversi o dello stesso sesso, pi o
meno stabili e pi o meno istituzionalizzate. Rimandano, comunque, agli universi semantici entro
cui esse vengono culturalmente definite (anche nelle connessioni tra le nozioni di sessualit ed
erotismo ed altre nozioni quali amore, passione, affetto, amicizia, ecc.); alla considerazione della
loro relazione reciproca e della loro organizzazione in sequenze pi o meno ritualizzate (per
esempio quelle che nella relazione sessuale procedono dalla conoscenza alla comunicazione del
desiderio, attraverso il corteggiamento e la seduzione, fino alla relazione sessuale vera e propria) o
in strutture (per esempio quelle che governano le relazioni di coppia etero- o omo-sessuali); agli
artefatti normativi che ne regolano formalmente il grado di legittimit; ai contenuti del processo di
socializzazione che ne governa la plausibilit e la valutazione soggettiva; alle conseguenze socio-
relazionali che si possono determinare sulla base della loro attuazione; agli eventi di cui si possono
costituire a premessa (per esempio la genitorialit) (Furlotti, 1996: 197-198; enfasi mia).
La definizione di Furlotti individua sinteticamente le principali dimensioni e livelli di analisi della
sessualit secondo un approccio di tipo sociologico:
a) viene individuata la dimensione delle pratiche sessuali e della loro realizzazione;
b) delle possibili configurazioni sessuali e relazionali tra soggetti e le varie gradualit di
istituzionalizzazione delle medesime relazioni;
c) si tiene conto altres delle rappresentazioni socio-culturali della sessualit e
dellorganizzazione sociale della sessualit;
d) nonch si ricorda la socializzazione di genere e sessuale ed
e) i ruoli connessi allo status sessuale o da questo derivanti.

Identit, sessualit e societ contemporanea
(Cirus Rinaldi)

Lapproccio attraverso il quale la sociologia si occupata di sessualit fa esplicito riferimento alle
posizioni costruttiviste ed antinaturaliste che tendono alla problematizzazione dei comportamenti
sessualit e delle sessualit in quanto costrutti socio-culturali e non determinanti definitori delle
relazioni sociali (sessuali) umane.

1
Altre prospettive quali quelle dei Cultural studies sono pi interessati alle rappresentazioni e non alla ricerca empirica.
3
Secondo tale prospettiva concetti quali sesso, genere, desiderio, orientamento e comportamento
sessuali, emozioni e corpo sono da considerarsi concetti sociologici in quanto espressivi non solo di
peculiari forme di relazioni sociali, ma di per s pratiche simbolico-culturali analizzabili in termini
di relazione di potere, genere, significato, rappresentazioni sociali.
La sessualit umana a differenza di quella animale caratterizzata da un alto grado di elasticit
non solo relativamente indipendente dai cicli temporali, ma elastica sia in rapporto agli oggetti
verso cui pu essere indirizzata, sia in rapporto alle modalit di espressione. La documentazione
degli etnologi mostra che, in campo sessuale, luomo capace pressoch di qualsiasi cosa (Berger
e Luckmann, 1969: 77).
Le societ e le culture posseggono una propria configurazione sessuale (Berger e Luckmann, ibid.),
e forniscono pertanto modelli di condotta sessuale specifici e definiti culturalmente, nonch
repertori di senso comune e discorsi specialistici sulla sessualit.
Le societ controllano i corpi monitorando anche la sessualit, o definendo alcune pratiche sessuali
come moralmente desiderabili ed altre come abiette, o ancora classificando i comportamenti
sessuali.
Per Michel Foucault, autore di vari lavori tra i quali una Storia della sessualit declinata nella
trilogia composta da La volont de savoir (1976), Lusage des plaisirs (1984), e Le souci de soi
(1984), la sessualit lungi dallessere repressa, censurata e negata nella societ capitalistica e
borghese, come viene sostenuto da quella che chiama l ipotesi repressiva, essa stata
organizzata, regolata, registrata, classificata nei discorsi scientifici, per esempio della psichiatria,
della medicina, della criminologia, al fine di controllare gli individui. Vi stato un proliferare di
discorsi sul sesso e la sessualit.
I discorsi e le discipline scientifiche, secondo la sua genealogia dei rapporti tra potere e sapere, in-
formano le strutture sociali nelle quali la cultura definisce ci che accettabile e ci che non lo .
Dunque non bisogna soltanto constatare se il sesso in un dato contesto sociale negato o affermato,
[] se se ne affermano limportanza o se ne negano gli effetti, se si castigano o no le parole di cui
ci si serve per designarlo; ma prendere in considerazione il fatto stesso che se ne parla, chi ne parla,
i luoghi e i punti di vista da cui se ne parla, le istituzione che incitano a parlarne, che accumulano e
diffondono quel che se ne dice, in breve, il fatto discorsivo globale, la trasposizione in discorso
del sesso. Limportante sar ancora sapere sotto quali forme, attraverso quali canali, insinuandosi in
quali discorsi il potere arriva fino ai comportamenti pi minuti e pi individuali, quali vie gli
permettono di raggiungere le forme rare o appena percettibili del desiderio, come penetra e
controlla il piacere quotidiano tutto ci con effetti che possono essere di rifiuto, di ostruzione, di
squalificazione, ma anche di incitazione, dintensificazione, in breve le tecniche polimorfe del
potere (Foucault, 1999:16-17).
Per Foucault lanalisi deve rivolgersi alle produzioni discorsive, alla produzione di potere e la
produzione di sapere intorno a sesso e sessualit, focalizzando sulle pratiche di trasposizione e
discrizione discorsiva che hanno incitato a parlare di sesso (sia che si tratti della confessione della
pastorale cattolica o di un trattato di criminologia).
Per esempio, Foucault sostiene che durante let vittoriana, la produzione del sesso in termini di
tab o di proibito, sia stata funzionale alla creazione di particolari istituzioni ed apparati di controllo
che lo potessero regolare e amministrare: medici e psichiatri catalogarono e classificarono numerose
perversioni ed anomalie
2
, momento che permise il monitoraggio della sessualit da parte delle
emergenti scienze mediche e psichiatrico-forensi.
Nella societ contemporanea la sessualit invece meno legata alle strutture di controllo
tradizionali (sebbene esse continuino a fornire rappresentazioni e formulare discorsi scientifici e
non) ed associata alla scelta individuale. Ci riferiamo ai processi di individualizzazione, cos come
definiti da Beck (1986), ed in particolar modo vogliamo considerare i processi di auto-costruzione,

2
[] ci sono gli esibizionisti di Lasgue, i feticisti di Binet, gli zoofili e zooerasti di Krafft-Ebing, gli
automonosessualisti di Rohleder; ci saranno i missoscopofili, i ginecomasti, i presbiofili, gli invertiti sessoestetici e le
donne dispareuniste (Foucault, 1999:43).
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nei quali il forgiare lidentit e la sessualit sono meno dipendenti dalle tradizioni sociali e si
organizzano invece intorno alla scelta personale degli individui.
Gli individui diventano artefici della propria biografia personale. Anthony Giddens afferma che il s
sempre pi individualizzato, diventa progetto riflessivo (reflexive project) (Giddens, 1991),
intendendo con riflessivit il processo di continuo auto-monitoraggio, nel quale le pratiche sociali
sono di contino monitorate e ricombinate alla luce di nuove informazioni e sviluppi intorno proprio
a quelle pratiche. La riflessivit della modernit si riferisce alla suscettibilit della maggior parte
degli aspetti dellattivit sociale e alle relazioni materiali con la natura, alla revisione continua
derivante da nuove informazioni e conoscenze (Giddens, 1999: 27). Pertanto lidentit non un
dato quanto piuttosto essa [] s cos come viene riflessivamente concepito dalla persona nei
termini della sua stessa biografia (Giddens, 1999: 68).
La sessualit sembrerebbe pi propriamente rispondere a settori di stile di vita, a quelle particolari
frange spazio-temporali delle azioni generiche di un individuo in cui si compiono un insieme
coerente di pratiche sociali. Nella tarda modernit, tutti noi non solo seguiamo stili di vita, ma
siamo costretti a farlo non abbiamo scelta, dobbiamo scegliere. Uno stile di vita pu essere
definito come un sistema pi o meno integrato di pratiche che un individuo abbraccia, non solo
perch tali pratiche soddisfano bisogni utilitaristici, ma perch danno forma materiale a una
particolare narrazione dellidentit (Giddens, 1999: 106).
Le spinte edonistiche, sostenute anche da recenti sviluppi nei processi e nelle relazioni sociali legati
al consumo nella postmodernit, alimentano forme inedite di sensorialit, di ricerca di emozioni
forti, di nuova acclamazione del corpo ed insieme di ricerca di sicurezza, [] la sicurezza
ontologica che la modernit ha raggiunto, al livello di routine quotidiana, dipende dallesclusione
istituzionale dalla vita sociale dei problemi esistenziali fondamentali che potrebbero creare i
principali dilemmi morali per gli esseri umani (Giddens, 1999: 206, in corsivo nel testo).
La sessualit se da un lato diventa duttile (Giddens, 1992), informandosi al concetto di relazione
pura (pure relationship), intendendo con questa espressione quella forma di legame (che non ha a
che fare con la purezza sessuale) non ancorata a condizionamenti esterni della vita sociale o
economica (pensate alle differenze con il matrimonio di una volta), organizzata riflessivamente, in
maniera aperta, duratura finch apporta soddisfazioni e ricompense inerenti le relazioni stesse a
ciascuno dei soggetti coinvolti, dallaltro viene separata dalla routine della vita quotidiana,
attraverso forme di esproprio dellesperienza e processi di privatizzazione della passione che, di
fatto, riducono la passione allambito sessuale e separano questultimo dallo sguardo pubblico
La sessualit, tra ricerca individualizzata di piacere e controllo del rischio, rimane tuttavia il mezzo
attraverso il quale si esplorano le frontiere del possibile, limmaginario e la natura.
In particolare lerotismo postmoderno libero dai vincoli della riproduzione e dellesclusivit e dai
legami amorosi si lancia verso ogni forma di sperimentazione.
Lerotismo postmoderno libero di fluttuare di innescare reazioni chimiche praticamente con ogni
altra specie di sostanza, di alimentarsi ed estrarre la propria linfa da qualsiasi altra emozione o
attivit umana; divenuto un significante senza legami capace di sposarsi semioticamente con un
schiera pressoch infinita di significati, ma anche un significato suscettibile di essere rappresentato
da uno qualsiasi dei significati disponibili (Bauman, 2002: 287).
In tal senso lidentit, nelle sue componenti sessuali (ma non solo), non data una volte per tutte,
ma pu e deve essere scelta e scartata quando non si reputa soddisfacente.
Seguendo le riflessioni di Bauman, la sessualizzazione (postmoderna) delle relazioni sociali porta a
due conclusioni principali: a) la seduzione, non il controllo panottico, si configura come processo di
integrazione, di creazione dei bisogni anzich prescrittivi e, b) relativamente alle prestazioni a cui
il corpo sottoposto negli usi postmoderni del sesso, la forma fisica si sostituisce al concetto di
sana costituzione. Non pi la sana costituzione, con la sua connotazione di stato stabile, di
obiettivo immobile verso il quale convergono tutti i corpi adeguatamente addestrati, ma la forma
fisica concetto che implica lessere sempre in movimento o pronti a muoversi, la capacit di
assorbire e digerire stimoli in quantit sempre crescenti, la flessibilit e unavversione a ogni forma
5
di chiusura a esprimere la qualit richiesta al collezionista di esperienze, la qualit che costui deve
davvero possedere per poter cercare e assimilare le sensazioni. E laddove il segno della malattia
era un tempo linidoneit al lavoro di fabbrica o al servizio militare, il segno dellessere fuori
forma la mancanza di lan vital, lincapacit di avere sensazioni forti, lennui, laccidia, una
carenza di energia, di vigore, d interesse per quello che la vita variopinta ha da offrire, unassenza
di desiderio e di desiderio di desiderare (Bauman, 2002: 281-282).
Le bio-tecnologie riproduttive e anticoncezionali non sganciano soltanto la sessualit dalla
procreazione, ma riconfigurano lontologia medesima della sessualit, ridefinendo le categorie
sessuali, gli status, le relazioni giuridiche, i corpi, le stesse categorie del maschile e del femminile.
[], la riproduzione sempre stata uno dei poli di maggiore coinvolgimento delluomo con la
natura, in quanto realt separata da lui (in cui aveva luogo la morte). Lingegneria genetica, le cui
possibilit sono ancora inesplorate, rappresenta una nuova negazione della riproduzione come
processo naturale. Luomo pu determinare grazie ad essa la trasmissione genetica, tagliando cos
gli ultimi legami che collegavano la vita della specie allevoluzione biologica. In questo processo di
scomparsa della natura, certe sfere decisionali non riguardano solo il processo propriamente detto
della riproduzione, bens la costituzione fisica del corpo e le manifestazioni della sessualit. [].
Le tecnologie riproduttive alterano le antiche opposizioni tra fertilit e sterilit. Linseminazione
artificiale e la fertilizzazione in vitro dissociano in maggior o minor misura la riproduzione delle
categorie tradizionali dellesperienza eterosessuale. La persona sterile pu diventare fertile, ed in tal
modo possono realizzarsi diverse combinazioni di parentela. Lopportunit che presenta, per
esempio, alle coppie omosessuali di procreare e crescere figli, una tra le varie scelte di stile di vita
che derivano da tali innovazioni. Il fatto che la sessualit non abbia bisogno di dover dipendere
dalla riproduzione o viceversa serve a riorganizzare la sessualit in relazione agli stili di vita
(Giddens, 1999: 291).

Lidentit sessuale
(Claudio Cappotto)

I due principali filoni teorici che hanno spiegato ed interpretato la sessualit, ed i concetti di
mascolinit e femminilit sono lessenzialismo e il costruttivismo sociale.
Lessenzialismo si fonda sullassunto che prevede lorientamento sessuale come componente
profonda dellessere di un individuo: omosessualit, eterosessualit e bisessualit sono sempre
esistite attraverso la storia e le culture. Lorientamento sessuale rifletterebbe pertanto un aspetto
essenziale dellesperienza umana.
Il costruttivismo sociale concepisce omosessualit, eterosessualit e bisessualit quali prodotto di
una specifica concezione storica e culturale e non come aspetti universali ed immutabili
dellesperienza umana: le teorie costruttiviste considereranno il concetto di identit sessuale come
fortemente dipendente dalle definizioni socio-culturali, pertanto questa non sarebbe una inherent
part dellindividuo bens esisterebbe solo grazie a tali definizioni sociali
3
.
Definire lidentit sessuale compito arduo. Mentre alcuni considerano identit sessuale e genere
quali termini interscambiabili, definendo (grossolanamente) un individuo un maschio o una
femmina; altri invece la utilizzano come sinonimo di orientamento sessuale, altri ancora
considerano lidentit sessuale composta di diversi componenti (Shively e DeCecco, 1993).
Shively e DeCecco hanno fornito il modello pi completo, considerando diversi fattori concorrenti
alla definizione dellidentit sessuale.
In particolare vengono considerati:
a) i fattori anatomici e biologici del genere fisico (la configurazione cromosomica; i livelli
ormonali; le caratteristiche sessuali secondarie; le strutture genitali interne ed esterne);

3
La posizione essenzialista considerando la sessualit come data, come carattere stabile, inalterabile rinforza di fatto le
norme di comportamento eterosessuale che giustificano, per esempio, la sessualit maschile aggressiva come qualcosa
che cos come e certi comportamenti e desideri sessuali, luomo cacciatore, come innati.
6
b) lidentit di genere (come pensiamo noi stessi, ovvero il senso psichico dellessere maschio,
femmina, transgender
4
);
c) il ruolo sessuale sociale (come ci comportiamo da uomini e da donne, in termini di
copioni definiti personalmente e culturalmente: si pensi in particolare alle dicotomie non
mascolino/mascolino e non femminile/femminile);
d) lorientamento sessuale (da chi siamo attratti: intendendo le attrazioni sesso-affetivo-
emotive, le fantasie e lauto-identificazione come eterosessuale, omosessuale o bisessuale);
e) le pratiche e comportamenti sessuali (cosa troviamo stimolante: esistono una diversit di
forme di espressione sessuale, tale diversit maggiore allinterno dei gruppi di persone pi che tra
gruppi).
Il modello di Shively e DeCecco, sintetizzandolo, comprende pertanto quattro componenti:
1. sesso biologico ;
2. identit di genere;
3. ruolo sessuale sociale;
4. orientamento sessuale
Il sesso biologico facile da determinare in tutti quei casi in cui possibile determinarlo
visivamente (nei casi di intersessualit ed in altri pi rari, il sesso si determina attraverso un
indagine cromosomica o per decisione di un equipe medica); per identit di genere si intende la
convinzione personale di essere maschio o femmina, essa indipendente dal sesso biologico; il
ruolo sessuale sociale innanzitutto ruolo di genere: si riferisce alle caratteristiche ascritte
socialmente di cosa femminile e cosa maschile. Lorientamento sessuale come prima ricordato
relativo allattrazione sesso-affettiva nei confronti di un individuo di sesso opposto (eterosessualit),
dello stesso sesso (bisessualit) o per individui dei entrambi i sessi (bisessualit).
Lorientamento sessuale stato considerato storicamente come modello bipolare il cui range parte
dalleterosessualit, attraversa la bisessualit e comprende lomosessualit (Kinsey et al., 1953).
Shively e DeCecco (1993) suggeriscono due usi principali del modello considerato: uno relativo
alla preferenza fisica, laltro relativo alla preferenza affettiva. Infatti, un individuo pu presentare
preferenze affettive per lo stesso sesso e non per questo essere omosessuale
5
: le fantasie, il
comportamento ed gli altri componenti del modello definiscono lidentit sessuale.
La dicotomia dellidentit sessuale fu introdotta circa 40 anni fa (Kinsey et al., 1953): la scala
Kinsey (Kinsey Heterosexual-Homosexual Scale o KHHS) presentava tuttavia dei limiti,
lindividuo era rinchiuso in una delle categorie sessuali individuate ed inoltre aspetti variabili
dellorientamento sessuale (quali lattrazione, il comportamento, le fantasie, le preferenze
emozionali, le preferenze sociali, lauto-identificazione) erano ignorati.
Klein (1980) ha sviluppato la Klein Sexual Orientation Grid (KSOG) per estendere lambito del
modello di Kinsey: insieme ad altri (Klein, Sepekoff e Wolf, 1986) ha offerto un modello
multivariato che consiste di 7 componenti:
1. comportamento sessuale: con chi fai sesso?;
2. preferenze emozionali: chi ti piace o ami?;
3. fantasie sessuali: rispetto a chi hai delle fantasie?;
4. attrazione sessuale: da chi sei attratto?;
5. preferenze sociali: con chi socializzi?;

4
Se transessuale si dice della persona che transita da un sesso (una sessuazione biologica) a un altro (da maschio a
femmina MtF, da femmina a maschio FtM), assumendo tutti i caratteri propri del genere di destinazione
(conformazione corporea, gestuale, ecc.); il termine transgender si dice della persona che transita variabilmente da un
genere allaltro: pu presentare caratteri propri (culturalmente) di entrambi i generi, pu anche transitare in senso
chirurgico da un sesso allaltro, ma conservando in modo indeterminato caratteri del genere di origine.
5
Alcune ricerche con lobiettivo peraltro di evitare facili discriminazioni- preferiscono optare per lindividuazione
della categoria Uomini che fanno sesso con uomini ( Men who have sex with men ovvero MSM; cfr. in particolare
Benotsch, Kalichman e Cage, 2002)
7
6. stile di vita, mondo sociale e comunit: dove tendi a trascorrere il tuo tempo e con
chi?;
7. auto-identificazione: come ti identifichi?.
Ciascuna di queste aree sono misurate come nella scala Kinsey lungo una scala Likert a 7 punti da 1
(solo laltro sesso) a 7 (solo lo stesso sesso). Le riflessioni della Klein ci permettono di
considerare lorientamento sessuale come aspetto mutevole del S e non come categoria reificata.




Figura 1:Tratto da Cappotto
in Rinaldi e Cappotto (a cura di), 2003: 55

Il concetto di identit sessuale pertanto un concetto complesso, un concetto olistico (Taylor, 1999:
520) che individua ed interseca varie dimensioni di natura emozionale, fisica, socio-culturale,
inglobando non solo il comportamento sessuale ma anche la percezione di tale comportamento ed il
contesto socio-culturale in cui si manifesta.


Genere, strategie identitarie e performance
(Cirus Rinaldi)


Il paragrafo precedente ha introdotto la differenza tra sesso e genere in termini di componenti
dellidentit sessuale, come evinto, quando consideriamo il concetto di sesso ci riferiamo alle
fondamenta biologiche e fisiologiche della sessualit, mentre se parliamo di genere le nostre
riflessioni si concentrano sulla costruzione socio-culturale della appartenenza di sesso.
In tal senso, il genere costrutto relazionale fortemente implicato nei processi socio-culturali
caratterizzanti il contesto sociale, il genere il campo nel quale si manifesta il potere (Scott, 1988),
la subordinazione e la disuguaglianza, la differenza, la stratificazione costante di simboli e di
significati.
Secondo Erving Goffman, gli arrangements tra i sessi sono dispositivi comunicativi utili a costruire
non solo interazioni ma anche le strutture sociali.
Egli analizza, soprattutto in Gender advertisements (1979), attraverso lanalisi dei frames le
rappresentazioni del genere maschile e femminile nelle immagini pubblicitarie, distinguendole per
soggetto ritratto e per stereotipo comportamentale raffigurato, al fine di evidenziare le tipizzazioni
di genere o pi correttamente i gender display riprodotti. Con la stessa funzione di una cornice che
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separa la tela dallo spazio e la definisce, per esempio, rispetto ad una parete, il frame suggerisce ci
che rilevante e ci che non lo . La nozione di frame traducibile con cornice, intelaiatura,
quadro, modello: esso suggerisce linclusione e lesclusione, limpermeabilit e la permeabilit
insieme
6
, la separazione ed il contatto. Nella formulazione proposta da Goffman (1974) il concetto
di frame si riferisce a schemi di interpretazione che consentono alle persone di individuare,
percepire, scorgere, identificare e classificare gli eventi dellinformazione. I frame consistono in
filtri o mappe cognitive che permettono ad un pubblico di interpretare e valutare un dato messaggio
e pi precisamente comunicano come interpretare un messaggio, indicandone le parti che pi
contano a discapito di altre da ignorare. Da un punto di vista prettamente sociologico si considera il
concetto di frame per riferirsi sia al modo in cui il significato codificato e incorporato in un
messaggio (encoding) sia alle etichette che faciliterebbero la comprensione individuale e collettiva e
la strutturazione della conoscenza secondo modelli basati su esperienze passate, convinzioni,
aspettative, identificazioni e proiezioni. I frame intervengono pertanto nellorientare ed organizzare
la conoscenza della realt, il giudizio sulla realt, il discorso sulla realt.
I frame sono definibili pertanto come linterfaccia attraverso cui gli individui si relazionano con la
realt, i principi di organizzazione che regolano gli eventi e il nostro coinvolgimento soggettivo al
loro interno: essi permetterebbero di comprendere la realt, scegliendo tra appropriati repertori
cognitivi ed esperenziali. Le cornici interpretative infatti assolvono due compiti fondamentali: in
primo luogo fornirebbero una semplificazione della realt, e in secondo luogo sono strumenti
attraverso i quali vengono creati particolari contesti di consumo per il pubblico (in senso lato).
I codici simbolici e i repertori espressivi di genere precostituiti nei frames servirebbero come risorsa
prevedibile in termini di aspettative simbolico-culturali.
Una particolare enfasi posta su alcuni particolari di genere (donne raffigurate da sole in
atteggiamenti di fragilit, gentilezza o ingenuit; uomini e donne raffigurati insieme con personaggi
maschili in atteggiamento protettivo o mentre svolgono ruoli attivi che pongono i soggetti femminili
in subordinazione) dipende dal grado di associazione e di prevedibilit che la medesima possiede
nei confronti del contesto culturale in cui ha luogo lattivit di produzione delle immagini (o delle
interazioni): in questo caso limmagine o i repertori comunicativi utilizzati nellinterazione saranno
confezionati attraverso lausilio di linguaggio e simboli familiari a quel contesto, culturalmente
rodati e sedimentati.
Le risorse simboliche riprodotte saranno utilizzate non solo nel contesto degli incontri e
dellinterazione faccia a faccia ma anche nellorganizzazione delle istituzioni sociali, ottemperando
a una logica di divisione sociale binaria (Goffman, 1977: 306), nella quale una delle due categorie
subordinata allaltra.
La diffusioni di questi copioni di genere sono utilizzati a livello istituzionale al fine di organizzare i
modelli dellordine sociale (contribuendo di fatto ad una stratificazione sessuale dei soggetti),
mentre nel caso delle interazione tra i soggetti, essi sono risorse per lidentificazione ed insieme
fungono da regole di comportamento utilizzate per salvare la faccia, ovvero per perseguire lo
scopo, in maniera visibilmente adeguate nellazioni performative ed interattive.
Nella definizione e nella gestione della propria identit sessuale i soggetti utilizzano i repertori
comunicativi e simbolici congruenti al proprio genere.
Appartenere alla propria categoria di genere significa, dunque, essere abili utilizzatori di determinati
codici culturali, utili non solo a definire la propria reputazione ma anche ad apparire membri
competenti di quel particolare gruppo di genere: si tratterebbe pertanto di comportarsi
correttamente, di apprendere i modi di manifestare il proprio desiderio, quali tipi di desideri siano
auspicabili da desiderare, a interpretare le proprie emozioni in termini sessuali coerenti con il
proprio genere. In definitiva si tratta di acquisire abilit di codifica e decodifica dei copioni

6
Per una lettura critica del concetto di frame associata alla cibernetica di Bateson e al decostruttivismo di Derida si
rinvia a Zoletto (2003), mentre per una disamina delluso del concetto in ambito fenomenologico si consideri De Biasi
(2001).
9
necessari ad auto-rappresenterarsi o a fingersi (passing) attore competente allinterno delle
rappresentazioni sessuali della societ.
Si pensi a quei casi in cui alcune espressioni sesso-affettive soggetti omosessuali non dispongono,
come normalmente avviene per gli individui di orientamento eterosessuale, di validazioni e
approvazioni da parte della collettivit sociale nelle interazioni quotidiane. Tali conferme si
configurano sovente sotto forma di aspettative: nel caso dei giovani omosessuali, ci significa che
essi vengono educati e socializzati, a scuola cos come allinterno delle famiglie, secondo valori e
prospettive eteronormative non coerenti con la propria soggettivit.
Le indicazioni disponibili fornite dal contesto sociale saranno le etichette utili alla definizione della
propria identit, degli aggiustamenti da apportare, degli escamotages utili ad un management
strategico e al controllo di espressioni identitarie sociali non riconosciute o negate.
Lutilizzo di strategie identitarie e di controllo di informazioni diffusa anche alla gestione delle
indicazioni relative al proprio genere e al proprio orientamento sessuale. Si pensi alla necessaria
validazione sociale delle proprie performance di genere (Kimmel, 2002: 182-183) e alladeguatezza
e coerenza delle rappresentazioni legate al proprio genere di appartenenza (Goffman, 1976;
Ruggerone, 1992). I soggetti omosessuali, per esempio, non dispongono, come diffusamente
avviene per gli individui di orientamento eterosessuale, di conferme, validazioni e approvazioni da
parte della collettivit sociale nelle interazioni quotidiane
7
.
Il rapporto tra i sessi diventa pertanto un principio ordinativo fondamentale allinterno dei processi
sociali configurandosi pi precisamente come struttura sociale di genere
8
(Scott, 1986), attraverso
la quale vengono apprese norme e valori relativi al complesso processo di costruzione sociale e
simbolica dellappartenenza e dei rapporti di sesso, che costituisce una vera e propria struttura
sociale (Saraceno, 1996: 61). Le riflessioni precedenti ci portano a considerare il genere come
identit che si assume: lidentit di genere pertanto attivit perfomativa informata ai modelli
sessuali prevalenti nel discorso pubblico
9
.

7
Basti pensare a quanto accade nelle scuole italiane, agli adolescenti omosessuali o a quanti/e vivano in un clima di
emarginazione, derisione e/o di violenza, nella mancanza di modelli positivi che esprimano la valorizzazione delle
differenze (Plummer, 1989).
8
Si consideri Saraceno e Naldini, 2001: 79 ss.
9
Considerate le rappresentazioni cinematografiche legate alle performance di genere e alle sanzioni sociali ed in
particolare: Orlando (1992) di Sally Potter, The Crying game (La moglie del soldato) (1992) di Neil Jordan, The
adventures of Priscilla, queen of the desert (1994) di Stephen Elliott, Boys dont cry (1999) di Kimberly Peirce.
Particolarmente suggestivo e toccante Ma vie en rose (1997) di Alain Berliner a cui stato assegnato il Golden Globe
quale migliore film straniero nel 1998 che narra la storia del piccolo Ludovic che, appena arrivato con la sua famiglia in
citt, per comparire alla festa organizzata dal quartiere per il loro arrivo si presenta truccato e con i tacchi a spillo rosa.
Il piccolo Ludovic dovr tener testa alle discriminazioni e la violenza da parte dei compagni di scuola, alle
incomprensione dei genitori. Ludovic reclama soltanto di essere semplicemente se stesso, alla fine lui e la sua famiglia
riusciranno a rimanere uniti. Il film si conclude con lincontro con Christine e la sua famiglia: I due scambiandosi i
vestiti, anche se per un attimo, realizzeranno il loro sogno di diversit. Estremamente drammatico In einem Jahr mit 13
Monden (Un anno con tredici lune) (1978) di Werner Fassbinder: la storia racconta di Elvira, una transessuale post op.,
e delle sue difficili relazioni con la societ, alla ricerca di comprensione, affetto o semplicemente di contatto fisico. Si
ritrover a travestirsi da uomo con la speranza di adescare giovani, ma subir lennesima delusione nonch vessazioni
verbali e fisiche. Decider di togliersi la vita. Sulla mutabilit dellidentit sessuale si rinvia allopera di David
Cronenberg ed in particolare a Dead Ringers (Inseparabili, 1988) e M. Butterfly (1993). Ancora sullinstabilit dei ruoli
(sessuali ma anche sociali) e la confusione culturale della contemporaneit il romanzo in due atti Cock & Bull (Misto
Maschio, 1992) di Will Self, che narra della metamorfosi a cui sono sottoposti i due protagonisti: Carol si riscatter
dalla sua condizione di donna frustrata grazie ad una mutazione sorprendente che la dota di un pene; Bull si scoprir nel
cavo popliteo del ginocchio sinistro una vagina, vivr il ruolo del sedotto abbandonato e del ragazzo padre.
Struggente, estremo e nonostante tutto dolorosamente autentico Sarah (2001) romanzo di J.T. Leroy che narra di Sarah,
dodicenne, un bambino. Il nome darte lo prende dalla madre, una lucertola da parcheggio, come vengono chiamate le
prostitute che nel West Virginia battono le stazioni di servizio. Sarah desidera fare il suo stesso mestiere, sua madre lo
incoraggia e lo traveste per gioco da donna, e lui inizia a rubarle gli abiti dallarmadio. La sua et gli consente di essere
considerato una ragazzina e Glad, pappone-sciamano di origine indiana, lo prende sotto la sua egida e gli dona
lamuleto delle sue protette, un osso di pene di procione. Inizia cos questa storia che ricerca di affetto e
riconoscimento.
10
Il genere in quanto performativit incorporata (embodied performativity) tenderebbe, in quanto
prodotto di sedimentazione socio-culturale, ad implicare processi di mimetismo convergenti sugli
ideali pubblici prevalenti (Bell, 1999). I medesimi modelli di comportamento eterosessuale
implicano processi di mimetismo sociale nei quali gli ideali mimati pubblicamente sono quelli delle
norme socialmente reiterate e vengono utilizzati per la sopravvivenza culturale (cultural survival)
(Bell, ibid.: 137)
10
.
Ritornando a Goffman, il genere inteso come partitura, come ruolo da impersonare affinch la
relazione vada a buon fine, presuppone che vi siano canoni da osservare, per evitare di andare
incontro sanzioni sociali.
Nelle modalit performative di genere bisogner prestare attenzione anche a dimostrare abilit e
competenze per eseguire quel ruolo, dimostrare pertanto di possedere quei peculiari requisiti.
possibile tuttavia distanziarsi dal ruolo, in tutti quei casi in cui si vuole determinare un divario fra
individuo e suo ruolo, fra fare ed essere.
Si pensi per a tutti i casi in cui alcuni ruoli possono mettere in discussione la mascolinit o la
femminilit degli attori sociali: gli attori, impegnati nella reiterazione delle caratteristiche associate
al proprio genere di appartenenza, al fine di eludere ogni possibilit di ambigua interpretazione da
parte degli astanti, utilizzeranno tecniche di distanziazione dal ruolo (Goffman, 1961).
Immaginate il caso in cui una moglie, per un qualche motivo, affidi in custodia la propria borsa al
marito (o un qualunque altro oggetto fortemente connotato da caratteristiche di genere): il luogo in
cui avviene linterazione, la fila allufficio postale, diventa lambiente sociale non solo dei processi
interattivi, ma anche luogo dellesibizione di genere, il marito ha tutte le ragioni, considerate le
variabili socio-culturali contingenti, di creare una impressione chiara, negli astanti, di ci che decide
di non pretendere di essere. In questo caso allontanando la borsa da s e manifestando palesemente
imbarazzo e distanza cognitiva ed emotiva dalloggetto in questione e pertanto dal ruolo (di genere)
ad esso associato. Pi lorganizzazione di un ruolo complessa, maggiori saranno le occasioni per
esibire distanza dal ruolo.
possibile inoltre che gli individui utilizzino dispositivi di presentazione di genere in quanto
indicatori di autenticit, questo il caso di Agnes, descritto da Garfinkel (1967).
Agnes una transessuale che, in cambio delloperazione per modificare i propri genitali, accetta di
farsi studiare come caso clinico da unequipe medica di cui Garfinkel membro: vengono registrate
35 ore di colloqui, da cui viene tratto il materiale empirico per uno dei saggi pi corposi di Studies
in Ethnomethology (1967).
Agnes consapevole dei potenziali rischi di degradazione che corre quotidianamente per affermare
la propria identit, deve fare in modo di gestirla strategicamente, utilizzando e controllando ogni
possibile informazione al fine di nascondere ogni esperienza di mascolinit e di sottolineare, invece,
ogni possibile aspetto della propria femminilit.
In tal modo vengono esplicitati le pratiche, i comportamenti pi appropriati per essere donna: Agnes
fornisce spiegazioni (accounts) e discorsi rispetto al suo essere donna e ai processi di mimetismo e
finzione (passing) (passaggio di status sessuale), in tal modo svela, esplicita e rende visibile il
carattere routinizzato delle aspettative culturali legate allessere donna e possedere caratteristiche
femminili.
Agnes femminilizza il proprio aspetto esteriore, impara a gestire la propria sessualit e i desideri
erotici, femminilizza il proprio genere, Agnes consapevole di veicolare e controllare le
informazioni relative al suo genere al fine di fare apparire la sua femminilit come ordinaria, ovvia,
riconoscibile. Agnese usava una serie di tecniche, tutte abbastanza familiari, per riuscire a non
darci informazioni. [].Una delle tecniche preferite era lasciare che fossero le altre persone, in
molte occasioni io, a condurre la conversazione in modo divedere da che parte tirava il vento prima
di dare una risposta. Cercava di permettere allambiente di insegnarle le risposte che si aspettava

10
Heterosexuality, [], involves a process of mimicry, where the ideals that are mimed are the publicly and socially
reiterated norms (Bell, 1999:137).

11
alle domande che poneva. Talvolta Agnese tradiva questa strategia chiedendomi, dopo un colloquio,
se pensavo che avesse dato delle risposte normali. Era particolarmente abile nel fornire
informazioni che avrebbero reso difficile allaltra persona sospettare che era stata cresciuta come un
maschio []. Perci evitava di dare informazioni nei questionari che avrebbero indotto il datore di
lavoro a fare controlli. Descriveva cos la procedura che seguiva nel riempire i moduli: quando la
domanda era avete mai subito operazioni chirurgiche di rilievo? rispondevo sempre di no. Avete
qualche difetto fisico?, rispondevo sempre di no. Avreste delle obiezioni a un esame fisico molto
approfondito?, rispondevo di sempre di no.dicevo che non avrei protestato perch se dicevo di s lo
avrebbero probabilmente notato e avrebbero chiesto spiegazioni. Cos facevo pi o meno in modo
da non dare nellocchio (Garfinkel, p.104-107)
La preoccupazione principale di Agnes quella di mostrare di essere competente come soggetto di
sesso femminile: ella impara il nuovo ruolo soltanto nel momento in cui lo mette in pratica. Ci ci
porta a riflettere sullaspetto performativo del genere e sulle pratiche di esibizione di genere che ci
costringono a dare prova di essere maschi o femmine in presenza degli altri al fine di evitare la
perdita di reputazione e la degradazione di status. Lo studio di Garfinkel fornisce importanti
suggerimenti rispetto ai soggetti sessuati in quanto rappresentazioni e performance culturali,
composte sia da pratiche esecutive e di display che dal necessario riconoscimento pubblico.
Secondo quanto descritto precedentemente possiamo guardare al genere come metafora e come
codice di comunicazione, individuando in esso non soltanto un sistema semiotico, che significa
attraverso labito, i gesti, la voce e cos via, ma anche un sistema retorico: [] se i segni del
genere sessuale sono disposti a regola darte, allora cessano di essere indicatori di unidentit
fondata sulla reale differenza sessuale, e divengono un sistema atto a persuadere il fruitore della
presenza di unidentit di genere particolare a prescindere dalla reale identit sessuale della
persona (Buchbinder, 2004: 81)
11
.
Il genere in quanto costrutto socio-culturale dipendente pertanto dalle definizioni storico-culturali
nelle quali inscritto; in taluni casi si pu fare persino riferimento allesistenza di stereotipi di
genere legati a rappresentazioni culturali definite storicamente.
Elisabetta Ruspini riporta le polarizzazioni emerse negli studi di Broverman et al. (1972) e Born
(1992), rispettivamente negli Stati Uniti e in Germania, relativamente agli stereotipi connessi al
modello femminile e a quello maschile negli anni Sessanta e negli anni Novanta.
Nella tabella che segue viene evidenziato che i principali stereotipi di genere e le pi ricorrenti
idealizzazioni di maschile e femminile sono rappresentati come opposizioni polarizzate e
dicotomiche, tuttavia necessario ricordare che si tratta soltanto di un esempio illustrativo e che,
nella realt delle interazioni quotidiane, il maschile e il femminile sono categorie che vivono di
ibridazioni e confluenze reciproche, e facendo riferimento alle pluralit delle esistenze sessuali e
delle pratiche sessuali, di sicuro, non possono intendersi come le uniche categorie di riferimento.


Stereotipi connessi al modello femminile
(anni Sessanta)
Stereotipi connessi al modello maschile
(anni Sessanta)

Non usano parole aspre e sgradevoli
Parlano molto
Hanno tatto
Sono gentili
Sono molto attente ai sentimenti altrui

Sono molto aggressivi e
indipendenti
Non sono per nulla emotivi
Nascondono quasi sempre le
proprie emozioni

11
Buchbinder continua le sue riflessioni asserendo che [] allinterno di una cultura che nega la mascolinit agli
uomini omosessuali, possibile, per questi, produrre segni retorici di mascolinit eterosessuale e quindi impersonare
unidentit accettabile ed appropriata. Questa linea interpretativa conduce ad unulteriore ipotesi, vale a dire che forse
lidentit dominante di genere della mascolinit omosessuale unimpersonizzazione appresa da altri uomini allinterno
del sistema culturale []. (Buchbinder, ibid.: 81-82).
12
Sono molto religiose
Sono molto interessate alla propria immagine
Sono precise e accurate
Sono molto tranquille
Hanno un forte bisogno di sicurezza
Amano larte e la letteratura
Esprimono con facilit sentimenti di tenerezza
Sono molto obiettivi
Non si fanno influenzare facilmente
Sono autorevoli
Amano la matematica e le scienze
Non sono facile preda di crisi
Sono molto attivi, competitivi,
logici
Si dedicano ai piaceri della vita
Sono bravi negli affari
Sono molto diretti
Sono avventurosi
Riescono facilmente a prendere
decisioni
Non piangono
Si comportano da leader
Credono molto in se stessi
Esercitano senza sensi di colpa
laggressivit
Sono molto ambiziosi
Separano facilmente i sentimenti
dalle idee
Non sono per nulla dipendenti
Non si preoccupano della loro
immagine
Pensano che gli uomini siano
superiori alle donne
Parlano senza pudori di sesso con
altri uomini

Stereotipi connessi al modello femminile
(anni Novanta)
Stereotipi connessi al modello maschile
(anni Novanta)
Non sono aggressive
Sono tranquille
Sono molto riconoscenti
Amano larte e la letteratura
Non si percepiscono come leader
Hanno molta comprensione per gli altri
Non si sentono per nulla a disagio
quando altre persone esternano i propri
sentimenti
Non si sentono mai invadenti
Sono molto affettuose
Hanno una coscienza molto marcata
Sono piene di riguardi
Irradiano calore
Hanno una buona capacit di adattamento
Sono molto cordiali
Utilizzano molto raramente parolacce
Sono molto fedeli
Sono molto realistici
difficile influenzarli
Amano molto la matematica
e le scienze naturali
Hanno una personalit molto forte
Sono molto attivi
Hanno ottime capacit logiche
Non sono per nulla vulnerabili
Non sono mai preoccupati, inquieti
Separano il pensiero dai sentimenti
Non sono per nulla dipendenti
Hanno una grande propensione
per le attivit tecniche
Si difendono se sotto pressione
Non hanno paura
Sanno analizzare molto bene le
circostanze
Difendono sempre le loro opinioni
13
Sono quasi sempre disponibili a consolare glia
ltri
Sono molto sensibili nei confronti dei bisogni e
dei sentimenti altrui
Svolgono spesso una funzione
Hanno attitudine al comando
Sono amanti del rischio
Non sono per nulla ingenui
Sono molto discreti
Sono molto sistematici
Sanno imporsi e affermarsi


Tabella 1: Elaborato su Broverman et al. (1972) e Born (1992), tratto da Ruspini (2003)



Sessualit, comportamenti ed interazioni sociali
(Cirus Rinaldi)

Gli individui costruiscono e scoprono la propria identit in maniera autoriflessiva attraverso i ruoli
socio-culturali, situazionali e il contesto simbolico-normativo in cui essi si situano. Il ruolo
pertanto da considerarsi non come un attributo statico, bens come quellinsieme di aspettative
scaturenti nell'interazione sociale. Esso pu essere distinto secondo una valenza prettamente
normativa (insieme di obblighi) nonch interattiva e comunicativa: in questultimo caso, ci si
riferirebbe al ruolo come un insieme di simboli significativi (significant symbols
12
) attraverso cui gli
individui definiscono la relazione che contribuiscono a determinare.
Le categorie "maschio" e "femmina" non sono solo categorie biologiche ma schemi cognitivi
attraverso cui leggiamo la realt sociale, imponendo un ordine, delle norme e dei valori.
Un transessuale pertanto interpretato come deviante non perch violi quelle particolari norme
morali che sono le norme sessuali, ma perch fonte di dissonanza rispetto al sistema di
categorizzazione dei ruoli sessuali.
Gli individui, pertanto, assumerebbero, fin dalla loro nascita, un identit di genere (maschile o
femminile) corrispondente al loro sesso biologico: ci avviene attraverso la pressione sociale ed
un'elaborazione soggettiva ed interiorizzata di tale pressione educativa.
Attraverso ruoli, rituali e azioni simboliche si costruiscono, si perfezionano e si mantengono le
differenze attribuibili alle identit di genere e ai ruoli sociali a queste attribuiti, volendo con questi
indicare non solo i comportamenti socialmente attesi, ma anche i sentimenti e il corredo emozionale
che ne differenziano la normativit.
Lo sviluppo dellidentit di genere deriva dunque dalle forme di apprendimento sociale dei ruoli,
dallidentificazione con gli schemi espressivi e di comportamento sessualmente tipizzati. Principali
fonti sono i genitori, gli altri adulti significativi (parenti o insegnanti), tutti gli altri possibili agenti
di socializzazione primaria e secondaria (mass media inclusi).
Gagnon e Simon nel loro ormai classico Sexual Conduct (1973) individuano il concetto di copioni
sessuali (sexual scripts) per indicare i processi di apprendimento dei significati da attribuire ad
alcuni stati emotivi, di organizzazione delle sequenze e delle pratiche di atti specificatamente
sessuali, di decodifica di situazioni inedite, di controllo delle risposte sessuali, di ancoraggio di
significati da accadimenti ed aspetti non sessuali della vita quotidiana alla dimensione pi
propriamente sessuale.
I sexual scripts forniscono il ventaglio di comportamenti da adottare nello svolgersi di interazioni
socialmente appropriate in contesti sociali specifici.
Essi possono essere definiti come strutture cognitive formate dallunione di diversi complessi di
concetti strutturati (gli schemi, i quali individuano conoscenze generali su oggetti, eventi e
comportamenti), configuranti una sequenza stereotipata, organizzata ed adeguata di azioni che

12
Lespressione di G.H.Mead (1934).
14
ricorre in determinate circostanze, in un dato contesto, per raggiungere un determinato scopo
(Bower, Black e Turner, 1979; Shank e Abelson, 1977).
I sexual scripts, nello specifico, possono essere pertanto considerati come mappe di significati e
comportamenti posti in essere dai gruppi sociali e trasformati da ciascun individuo al fine di
contestualizzare le proprie esperienze (sessuali).
Simon and Gagnon (1986) sostengono che gli scripts operino a tre livelli: quello culturale, quello
interpersonale e quello intrapsichico. Gli scripts culturali (cultural scripts) si riferiscono in
particolare agli orientamenti, alle mappe di istruzioni che, a livello di vita collettiva, guidano gli
individui nella ricerca dei requisiti necessari per lo svolgimento di ruoli specifici allinterno della
relazione. Gli script interpersonali (interpersonal scripts) riguardano lapplicazione di scenari
culturali da parte degli individui alloccorrere di uno specifico contesto sociale. Gli script
intrapsichici (intrapsychic scripts) rappresentano il mondo intimo dei desideri degli individui.
Il comportamento la risultante della combinazione dei tre tipi di script, ma nella maggior parte dei
casi, rendere una relazioni soddisfacente significa, in senso lato, adoperare i codici culturali forniti
dagli script culturali. Sebbene ciascuno dei tre livelli possa essere identificato in termini analitici,
ciascuno dei livelli inestricabilmente collegato allaltro.
La teoria dei sexual scripts permette di esaminare le modalit attraverso le quali gli individui
organizzano e costruiscono i propri significati e comportamenti sessuali, permettendo che emerga,
fenomenologicamente, la storia e la voce degli stessi attori ed esplicitando, altres, il rapporto tra
costruzioni socio-culturali della sessualit e la negoziazione delle medesime costruzioni
nellesperienza individuale. Alcuni comportamenti ed aspettative sessuali sono presentano script
fortemente attesi e routinizzati: si pensi, in particolar modo, al paradigma culturale dominante delle
relazioni romantiche eterosessuali. Questo script culturale specifica chiaramente ed in maniera
dettagliata di chi bisogna innamorarsi (persona di sesso opposto), perch (lamore, la passione, il
desiderio), quali sono le fasi della relazione (appuntamenti (dating), fidanzamento, matrimonio), il
dare inizio al ciclo di vita familiare (procreazione, genitorialit).
La teoria dei sexual script ponendo laccento sulla complessit delle modalit attraverso le quali i
comportamenti e i significati sono appresi, sembra prestarsi ad una declinazione simbolico-
interazionista della comprensione della sessualit (Longmore, 1998).
Secondo Ken Plummer (1991), gli approcci simbolico-interazionisti sono accomunati dai seguenti
temi: a) che la realt umana non semplicemente oggettiva e materiale ma immensamente
simbolica; b) linterpretazione un processo: identit, ruoli e significati si evolvono continuamente;
c) la societ costituita attraverso linterazione, e d) il focus si concentra sulle modalit attraverso
le quali la gente fa delle cose insieme.
La Longmore (1998) identifica tre correnti allinterno dellapproccio simbolico-interazionista:
quella situazionista, quella strutturale e la storico-biografica. La prima si concentra sulle interazioni
umane faccia-a-faccia, impiegamendo concetti quali game-playing, face-work, management dello
stigma, perdere la faccia (loss of face), cos come incontrati nei lavori e nellapproccio
drammaturgico di Erving Goffman. La seconda categoria pi consona alla sociologia tradizionale, si
concentra su concetti esplicativi su larga scala, quali razza, classe, reddito pur mantenendo una
griglia di analisi interazionista che riconosce la natura fluida ed emergente delle categorie sociali.
La terza corrente include gli approcci poststrutturalisti.
Dopo lanalisi delle tre correnti, la Longmore elenca alcune delle caratteristiche principali della
ricerca simbolico-interazionista: a) il comportamento umano significativo; b) diventiamo umani
attraverso il contatto sociale; c) la societ processo mutevole e non entit statica; d) il
comportamento umano contiene componenti intenzionali; e) ed di tipo emergente, costruttivo,
negoziato; f) la mente un costrutto dialogico, relazionale e riflessivo ed infine g) lintrospezione
empatica necessaria per comprendere la realt dalla prospettiva dellaltro.
Tali assunzioni rivestono particolare importanza per la ricerca sociale della sessualit. Come
afferma Longmore, la gente non interpreta semplicemente le sensazioni fisiologico-sessuali bens
anche il loro sistema simbolico presiede lesperienza sessuale. I simboli, la loro produzione ed il
15
loro scambio, pertanto producono esperienza. Le pratiche sessuali, in qualunque modo possano
essere classificate, devianti o conformi, normali o patologiche, sono previste, classificate,
sanzionate allinterno del sistema simbolico-culturale di un dato contesto sociale e non possono
prescindere da questultimo e dai copioni che presiede, dal momento che, proprio per mezzo degli
script, si definisce la situazione, si attribuiscono i nomi e i ruoli agli attori, si tematizzano i
comportamenti sessuali (Gagnon e Simon, 1973: 19)
13
.

Identit sessuale e negoziazioni di senso: il caso dellomosessualit
(di Claudio Cappotto)


Gli individui costruiscono e scoprono la propria identit in maniera autoriflessiva attraverso i ruoli
socio-culturali, situazionali e il contesto simbolico-normativo in cui essi si situano. Il ruolo
pertanto da considerarsi non come un attributo statico, bens come quellinsieme di aspettative
scaturenti nell'interazione sociale. Esso pu essere distinto secondo una valenza prettamente
normativa (insieme di obblighi) nonch interattiva e comunicativa: in questultimo caso, ci si
riferirebbe al ruolo come un insieme di simboli significativi (significant symbols
14
) attraverso cui gli
individui definiscono la relazione che contribuiscono a determinare. Se pensiamo alle categorie
"maschio" e "femmina": queste non sono solo categorie biologiche ma schemi cognitivi attraverso
cui leggiamo la realt sociale, imponendo un ordine, delle norme e dei valori.
Un transessuale pertanto interpretato come deviante non perch violi quelle particolari norme
morali che sono le norme sessuali, ma perch fonte di dissonanza rispetto al sistema di
categorizzazione dei ruoli sessuali.
Gli individui, pertanto, assumerebbero, in et precoce, un identit di genere (maschile o femminile)
corrispondente al loro sesso biologico: ci avviene attraverso la pressione sociale ed
un'elaborazione soggettiva ed interiorizzata di tale pressione educativa. Lo sviluppo dellidentit di
genere deriva dunque dalle forme di apprendimento sociale dei ruoli, dallidentificazione con gli
schemi espressivi e di comportamento sessualmente tipizzati. Principali fonti sono i genitori, gli
altri adulti significativi (parenti o insegnanti), tutti gli altri possibili agenti di socializzazione
primaria e secondaria (mass media inclusi).
Come abbiamo mostrato precedentemente i due principali filoni teorici che spiegano sessualit ed
orientamento sessuale sono lessenzialismo e il costruzionismo sociale: il primo si fonda
sullassunto che prevede lorientamento sessuale come componente profonda dellessere di un
individuo, il secondo concepisce omosessualit, eterosessualit e bisessualit come fortemente
dipendenti dalle definizioni socio-culturali. Nelle riflessioni seguenti ci concentreremo sui
principali modelli di analisi dello sviluppo delle identit omosessuali in ambito psico-sociale.

13
In grado di fornire alcuni stimoli la lettura dellindagine Censis (2003) su I comportamenti sessuali degli italiani,
effettuata su un campione di 1.503 soggetti (dai 18 agli 80 anni). Essa presenta alcuni elementi relativamente alla
sessualit cos come raccontata dagli italiani (dimensione culturale e valoriale; comportamenti concreti; disturbi
sessuali) e ribalta alcune false mitizzazioni (si veda in particolare limmagine del single; i nuovi sviluppi dellidentit
sessuale maschile e della rottura della relazione tra sesso e performance fisica negli anziani). Offre altres interessanti
risultati riguardo le forme di trasgressione e i rapporti sessuali alternativi nonch i rapporti sessuali a pagamento;
considera anche i nuovi rapporti con la sessualit nella popolazione dei giovani e le abitudini sessuali prevalenti
allinterno della coppia e nella convivenza. Non permette di apprezzare le differenze comportamentali sessuali per
orientamento sessuale dal momento che [] per quanto riguarda la distribuzione del campione per orientamento
sessuale si constata che la quasi totalit della popolazione italiana (96,9%) eterosessuale, lo 0,8% omosessuale e il
2,3% bisessuale (Censis, 2003: 205) (sic!).
14
Lespressione di G.H.Mead (1934).
16
I primi studi sui processi di formazione delle identit gay e lesbiche
15
proponevano un modello di

15
Secondo Bohan (1996), nella cultura melanesiana primitiva, il comportamento omosessuale tra giovani ed adulti era
parte integrante della transizione del giovane allet adulta. Tali pratiche includevano spesso lingestione dello sperma
delladulto. Allinterno di queste comunit, lomosessualit era pratica essenziale e non rappresentava una minaccia nei
confronti della mascolinit. Williams (1986) riferendo delle principali pratiche culturali degli Indiani americani,
sottolinea quanto al berdache (luomo dai due spiriti) fossero prestati rispetto e cura: a costui era infatti permesso di
trovare un partner dello stesso sesso e di assumere il ruolo di genere opposto, rappresentato nel travestimento (cross-
dressing). Conner (1993) fornisce numerosi esempi storici e culturali rispetto ad individui dal genere variabile
(gender-variant) e di come fossero considerati speciali, doni, come esseri dotati di una particolare spiritualit in
continuo contatto con le divinit. Il concetto di omosessualit inizia a prendere forma intorno alla fine del XIX secolo
(Miller, 1995). Uno dei principali contributi alla sua definizione fu fornito dalle scienze biomediche che nelle loro
trattazioni medicalizzarono la condotta omosessuale, stigmatizzandola, e la rappresentarono quale condizione medica,
patologica e sintomo di degenerazione fisica e morale (Foucault, 1976). Tra i fattori culturali e sociali che, secondo
Lfstrm (1997), hanno influenzato fortemente la costruzione della categoria omosessuale hanno giocato un ruolo
fondamentale: gli effetti del capitalismo sulla economia politica della sessualit e della morale sessuale della borghesia
e della classe media; la nascita dei sistemi di controllo e delle moderne burocrazie; le tensione allinterno dellordine di
genere e i conflitti sulle nuove definizioni di ruolo di genere; la nascita del lavoro salariato e la proliferazione
dellanonimit urbana. Lo sviluppo del capitalismo industriale e linizio del lavoro salariato significarono per
lomosessuale lesclusione dalla famiglia eterosessuale e la costruzione di una vita personale. Lurbanizzazione inoltre
forn la possibilit di trovare nelle citt gente simile a se stessi: ci signific la possibilit di vivere al di fuori sia
dellistituto matrimoniale sia della struttura della famiglia. Negli USA le politiche dellidentit (identity politics)
divennero discorso diffuso subito dopo gli anni 60: fu proprio in quel momento che la comunit gay e lesbica fu
considerata come gruppo e che sempre pi individui fecero il proprio coming out (Lfstrm, ibidem). Consideriamo
pi in dettaglio il contesto socio-culturale statunitense. Gli Stati Uniti rappresentano il contesto di critica sociale che,
negli anni Settanta, ha favorito lesplodere della contestazione studentesca e lemergere dei movimenti emancipazionisti
dei neri, delle donne, e degli omosessuali. E se nelle piazze si scende a reclamare i propri diritti civili ancora negati,
nelle universit si d vita ai cultural studies. Il sapere critico che si va costruendo in questi anni mette in discussione i
modelli culturali WHASP (White Anglosaxon Protestant), e la loro egemonia allinterno di un universo sociale
variegato, non pi disposto a negare le proprie specificit. Al contrario, i cultural studies elaborano un approccio alla
cultura basato sulle differenze dando voce a tutti quei soggetti sociali che vedevano la propria diversit o tacciata
danormalit o censurata, in ogni caso repressa. La psicologia, lantropologia, la sociologia, la critica letteraria portano
alla luce i meccanismi di potere tramite i quali chi non si uniforma ai valori dominanti viene relegato ai margini.
La lotta degli omosessuali prende le mosse da un episodio di ribellione avvenuto nel 1969 in un bar frequentato da
omosessuali, lo Stonewall, in seguito alle ripetute umiliazioni e violenze subite dagli avventori da parte della polizia. A
differenza degli studenti per, che sono tali solo per un periodo della loro vita, dei neri, che portano la diversit
inscritta sulla pelle, delle donne, la cui specificit modellata nel corpo, gli omosessuali, pur rimanendo, di solito, tali
durante tutto il corso della loro esistenza, hanno lopportunit di celare la fonte di ci che li distingue, essi possono
occultare o mistificare il proprio orientamento sessuale. un particolare non secondario. Molti gay e lesbiche si sono
sposati e hanno avuto figli, relegando a momenti marginali o allinconscio lespressione di una sessualit difficoltosa da
vivere pienamente. Pu rivelarsi una scelta drammatica quella di approfittare del vantaggio di non portare disegnata sul
corpo la propria diversit: essa comporta il rischio del sacrificio di una parte di s in nome della pace sociale, della
rinuncia allespressione di pulsioni vitali fondamentali che trovano canali, a volte distruttivi, di sfogo.
Per capire a fondo le trasformazioni nel modo di concepire la sessualit che si realizzano negli anni settanta necessario
accennare agli women studies (studi delle donne). in questambito che nasce la categoria di analisi nota come gender
(genere). Il genere, in breve, pu essere definito quale la complessa interrelazione di ruoli, rappresentazioni,
comportamenti, atteggiamenti, attitudini che una societ attribuisce ad un sesso, allestendo dei modelli in base ai quali
vengono regolati e riprodotti i rapporti tra gli individui. Se la femminilit dunque costruita lo naturalmente anche la
mascolinit. Lo stereotipo normativo maschile nasce nel 700. Non diamo qui, alla parola stereotipo il senso negativo di
caricatura che nel linguaggio comune assume, ma quello di modello, di rappresentazione strutturata, provvista di un
certo grado di coerenza, ci riferiamo al prodotto di quelle operazioni di sintesi e generalizzazione che ogni societ
compie per facilitare la comunicazione tra gli individui (ma anche il predominio politico di alcuni gruppi su di altri) e la
sua riproduzione nel tempo, appiattendo il pi possibile le diversit e quindi la possibilit dellimmissione di incoerenze
culturali. Lo stereotipo della virilit, connotata dai caratteri di forza, di coraggio, ecc., nasce nel 700, configurando, in
tal modo, classi nelle quali si deve forzatamente entrare. In epoca moderna lo stereotipo si medicalizza (Foucault,
1976). Questo vuol dire che a fare da riferimento e a confermare le rappresentazioni sociali connesse al sesso non pi
chiamata per esempio la teologia o la ragione, ma la scienza, in particolare, la medicina. Ad esempio, al termine
sodomita, sinizia a sostituire quello di omosessuale. La differenza concettuale evidente: mentre il primo termine
definisce colui che commette una serie datti peccaminosi, il secondo si riferisce non alle pratiche compiute dal
soggetto, ma alla sua natura, percepita come malata, invertita, della cui devianza si cercano le ragioni nella biografia
dellindividuo. Non sparisce del tutto il carattere peccaminoso attribuito allomosessuale ma vi si stratifica sopra quello
17
sviluppo lineare e per stadi (Cass, 1979; Chapman e Brannock, 1987; Coleman, 1981/1982;
Henchen e ODowd, 1977; Lee, 1977; Lewis, 1984; Martin, 1991; Minton e McDonald, 1984;
Sophie, 1985; Troiden, 1989) che, attraverso fasi iniziali che si sostanziavano nellinterpretazione
da parte del soggetto delle proprie esperienze come omosessuali o nella definizione confusa e/o
incongruente della propria identit, progressivamente vedeva confermato un assetto identitario che
diveniva stabile e integrato grazie a processi di significazione, esplorazione nonch attraverso di
etichettamento dei propri sentimenti come omosessuali, la tolleranza e laccettazione. Alcuni
studiosi (Horowitz e Newcomb, 2001; McDonald, 1982; Morris, 1997; Weinberg, 1984) sono
propensi nellindividuare nei modelli di sviluppo dellidentit omosessuale lineari e stadiali forti
componenti derivanti dal paradigma essenzialista: pertanto il processo di acquisizione di identit
omosessuale si baserebbe esclusivamente sulla consapevolezza del proprio orientamento sessuale e
[] una volta che lorientamento omosessuale identificato, lunico legittimo risultato
sviluppare unidentit omosessuale e alla fine incorporare quellidentit come un aspetto del s
globale (Horowitz e Newcomb, 2001:1). Nei modelli di sviluppo dellidentit omosessuale di tipo
monodimesionale-lineare per stadi (monodimensional linear developmental stage models)
nonostante i diversi contesti storico-culturali in cui sono stati sviluppati- presentano le seguenti
caratteristiche, qui generalizzate per comodit illustrativa ed esplicativa:
1. la loro derivazione essenzialista li pone a considerare intanto lidentit sessuale
come gi fissata e stabile: lindividuo pertanto ne alla ricerca e/o scoperta;
2. lindividuo percorrerebbe per sviluppi e stadi necessari la scoperta e
consapevolezza della propria identit, lo stadio finale di questo processo di presa di consapevolezza
costituito dallacquisizione di unidentit omosessuale risultante dallintegrazione o sintesi con la
pi generale identit personale (Cass, 1979; Coleman, 1982; Martin, 1991; Minton e MacDonald,
1984; Troiden, 1989);
3. Il loro framework generale si riduce a quattro stadi principali (Horowitz e
Newcomb, 2001:5): a) la consapevolezza o sensibilizzazione (Awareness or Sensitization); b)
Interiorizzazione o accettazione (Interiorization or Acceptance); c) apertura (Disclosing) e d) sintesi
o integrazione (Synthesis or Integration)
4. Tali modelli pur rappresentando una griglia utile per il couselor perch in un
certo qual modo forniscono possibilit di categorizzare, predire, articolare e normalizzare le
esperienze comuni nello sviluppo e nella gestione di identit stigmatizzate (McCarn e Fassinger,
1996: 508)- presentano caratteri di staticit, semplicit e determinismo (Horowitz e Newcomb,
2001: 4 ss.), negando cos la variet di esperienze omosessuali; rappresentando gi semanticamente
un carattere di progressione lineare inevitabile (Weinber, 1984); ignorando le differenze individuali
rispetto a variabili socio-culturali quali comunit, gruppo, razza, etnia, luogo, et, etc. (Fuji Collins,
2000: 225 ss.) che possono influenzare lo sviluppo dellidentit.
Dank (1971), secondo una prospettiva di tipo sociologico, focalizza lattenzione sui processi di
socializzazione che influenzano lomosessuale sul contesto sociale. Rispetto alla socializzazione

di malato, che pu essere curato e quindi normalizzato, reintegrato (Gnerre, op.cit.). La creazione dello stereotipo, d
impulso allelaborazione di un controstereotipo, che sintetizza quelle caratteristiche pi lontane da quelle previste per la
mascolinit o per la femminilit dalla propria societ: o ci si uniforma castrando una parte di se stessi ai modelli
dominanti, o si marca la propria differenza entrando in una classe totalmente altra, divenendo donne maschili o
uomini femminili. In Italia il particolare tipo di censura, dorigine controriformistica, consister nel non parlare,
neanche al negativo, di ci che si allontana dalla norma. Se ne negher pertanto lesistenza.
I cultural studies ebbero la funzione primaria di indagare e riabilitare la cultura dei gruppi fino ad allora emarginati o
ridotti al silenzio, ad una condizione di non-esistenza. Perch in Italia un approccio culturale basato sulle differenze
trova difficolt a diffondersi? Le risposte sono almeno tre: Il contesto sociale che favorisce lincontro con laltro negli
Stati Uniti manca totalmente in Italia: nel nostro paese limmigrazione un fenomeno recente, n si trovavano a vivere
fianco a fianco gruppi etnici diversi. La prevalenza di modelli culturali di tipo universalistici, in accordo ai quali esiste
un concetto universale di Uomo nel quale bisogna riconoscersi. La diversit, resa esplicita, diviene una colpa poich
palesa la volont di allontanarsi da esso. Linfluenza del marxismo, che sebbene accetta le differenze, prevede tra di
esse una gerarchia politica, al cui vertice sta la differenza di classe che dordine strutturale, al contrario di quella
sessuale che dordine sovrastrutturale, quindi di secondaria importanza o relativa al privato
18
egli si sofferma sulla mancanza delle dinamiche di socializzazione anticipatoria: gli individui
omosessuali se attraversano il periodo della socializzazione nella prima infanzia lo fanno in
rapporto alleterosessualit e non allomosessualit. []i genitori di una persona che diventer
omosessuale non preparano il loro figlio ad essere omosessuale- essi stessi non sono omosessuali, e
non gli comunicano cosa significa essere omosessuale. La persona che prova attrazione sessuale e
desideri per persone dello stesso sesso non possiede il vocabolario per spiegarsi ci che significano
queste sensazioni (Dank, 1971:182; traduzione mia). Tra i momenti pi significativi per
lindividuo omosessuale verso la propria consapevolezza Dank indica:
Un cambiamento di tipo cognitivo che determina nel soggetto il
piazzamento in una determinata categoria, quella dellomosessuale, e laccettazione di tale
categoria. Accedendo a questa fase lindividuo procede attraverso de-etichettamento finalizzati
alleliminazione degli stereotipi negativi attribuiti al comportamento omosessuale.
Il soggetto si impegna in una fase detta di identificazione e auto-
accettazione: lauto-identificazione in omosessuale correlata allaccesso ad informazioni e
conoscenza riguardo lomosessualit. Lo sviluppo di una identit omosessuale dipender inoltre dai
significati che lindividuo attribuisce al comportamento omosessuale.
Dank riconosce le cause dei fallimenti dello sviluppo armonico dellidentit omosessuale nelle forze
repressive delle norme sociali che dipingono lomosessualit come malattia (homosexuality-as-
mental-illness view point) ed insiste nel prospettare lomosessualit come piuttosto stile di vita
(homosexuality-as-way-of-life-viewpoint) (Dank, 1975:195).
Cass (1979) propone ad esempio un modello di sviluppo dellidentit omosessuale che si sviluppa
da una iniziale consapevolezza dellattrazione verso lo stesso sesso sino allauto-etichettamento, la
dischiusura (disclosure), e ladozione di una identit omosessuale positiva. Egli individua nel suo
modello di formazione dellidentit omosessuale (HIM: Homosexual identity formation ) sei fasi
individuate in:
1. confusione (identity confusion);
2. comparazione/confronto (identity comparison);
3. tolleranza (identity tolerance );
4. accettazione (identity acceptance);
5. orgoglio (identity pride);
6. sintesi (identity synthesis).
Il passaggio attraverso le varie fasi motivato dalla necessit e dal desiderio di stabilire congruenze
tra lauto-percezione dellindividuo e lambiente. Lo stesso Festinger (1957) attraverso la teoria
della dissonanza cognitiva suggeriva che se gli individui sono consapevoli che le loro attitudini o i
loro comportamenti non sono consoni alle aspettative sociali percepite, essi tenderanno a modificare
tali attitudini e comportamenti con lobiettivo di ridurre la tensione e la dissonanza. Alla fase della
confusione identitaria e riconosciuta limportanza della propria omosessualit, riconosciutale
fondamentale importanza, lindividuo tender a raggiungere la con-sonanza identificandosi con un
gruppo allinterno del quale lomosessualit la norma. E attraverso il contatto con la sub-cultura
omosessuale che lindividuo potr normalizzare la propria condotta, le proprie emozioni, la
propria affettivit. Da qui preme sottolineare che la formazione dellidentit omosessuale []
una issue dellidentit di gruppo tanto quanto dellidentit individuale (Cox e Gallois, 1996:9) ed
essa deve essere considerata in rapporto al contesto socio-culturale piuttosto che esclusivamente a
livello individuale, divenendo la costruzione sociale elemento chiave della formazione e della
stabilizzazione dellidentit .
Troiden (1989) nel suo modello pi recente
16
di formazione dellidentit omosessuale individua
quattro fasi:
la fase della sensibilizzazione (sensitization): in questa fase, che precede la pubert,
lindividuo soffre lemarginazione e lesclusione, nonch una forte sensazione di disagio e di

16
Una prima teorizzazione contenuta in Troiden (1979).
19
diversit rispetto al gruppo dei pari. Tali esperienze avranno delle ripercussione pi tardi nello
sviluppo dellidentit del soggetto: in questa stadio, tuttavia, lindividuo coinvolto nei processi
identificativi di genere piuttosto che nella sessualit, questultima infatti non ancora da essere
collegata al senso di inadeguatezza e diversit (differentness). La derisione e le etichette negative
attribuite a tratti marginali, che siano oggetto di esperienza o di semplice testimonianza,
contribuiscono allinteriorizzazione di negative self-concept.
La seconda fase quella della identity confusion: diretta conseguenza della percezione di
incongruenza e/o di instabilit della propria identit. Tale fase a volte si manifesta durante
ladolescenza, nel momento in cui lindividuo inizia a riconoscere sensazioni e comportamenti che
possono essere etichettati come chiaramente omosessuali. In tal caso il/la giovane pu essere
sottoposto/a a severe forme di conflitto tra lidentit sviluppata da bambini e la nuova a cui si
sottoposti da adolescenti: un diretto effetto la non chiara identificazione di traiettorie di inclusione
sociale. Il soggetto adolescente esperisce forti conflitti tra la sua precedente identit ( sia che si
tratti di una falsa identit o di una basati su attributi positivi, non sessuali del periodo precedente)
e i nuovi impulsi sessuali emergenti che sono denigrati e ostracizzati apertamente nel contesto
sociale di appartenenza. Non bisogna inoltre trascura che il soggetto in questione pur sempre
impegnato nei processi di sviluppo e di formazione dellidentit complessiva e dellintimit con gli
altri. Nel caso di un adolescente omosessuale questi processi, questi compiti di sviluppo, diventano
di difficile implementazione a causa della sovrapposizione e degli attacchi sostenuti nelle relazioni
sociali. Ladolescente continua ad esperire la denigrazione o ad esserne testimone; a provare
emarginazione e non-appartenenza; la socializzazione eterosessuale dellinfanzia non li prepara ad
uno sviluppo armonico ed affermativo della propria omosessualit; essi rispondono alle pressioni
sociali divenendo rigidi, reprimendo lespressione delle proprie emozioni, riducendo il contato
interpersonale, formando unidentit falsata. La terza fase corrisponde allassunzione dellidentit
(Identity assumption); si manifesta nei ragazzi intorno al loro 19-21esimo anno di vita e nelle
ragazze intorno ai 21-23 anni. Il periodo legato alla riduzione delle forme di (auto)isolamento
sociale e allinfittirsi di contati con altri omosessuali. Uno dei compiti principali in questa fase
imparare a controllare lo stigma sociale. Le principali tecniche di coping utilizzate a tal fine si
riassumono in: a) Capitualization (gli individuano si arrendono (capitulate) ad una visione negativa
dellomosessualit ma riconoscono la loro appartenenza al gruppo); b) Minstralization (il soggetto
adotta comportamenti e manierismi esageratamente e stereotipicamente omosessuali); c) Passing ( il
soggetto svela la propria omosessualit, riconoscendo, alla fine pur semplicemente interiormente, la
propria omosessualit, ad un numero ristretto di persone; d) Group alignment (il soggetto
immerso nel pieno delle interazioni allinterno della comunit gay spesso escludendo i contesti
eterosessuali). Dal momento che la maggior parte degli adolescenti gay non dispongono di un
ambiente relazionale allinterno delle proprie famiglie di supporto per tale processo, essi possono
avere difficolt nel risolvere una separazione adattativa dalla famiglia.
Lultima fase quella dellimpegno (commitment): lomosessualit diventa uno stato o un
modo di essere piuttosto che la descrizione del comportamento sessuale. Il soggetto si auto-
identifica come omosessuale, facendo importanti scelte di vita e relazionali. La stessa omosessualit
diventa una parte di minore importanza dellidentit complessiva: il soggetto sperimenta
laccorpamento della propria sessualit nella propria identit e nello stile di vita. Tale fase si
verificherebbe per i ragazzi intorno ai 21-24 anni e per le ragazze intorno ai 22-23.
Le teorie dello sviluppo lineare di Troiden (1979) e Cass (1979) andarono incontro a critiche di
ordine concettuale e metodologico. In particolare Brady e Brusse ( 1994) non sono riusciti in fase di
applicazione del modello di Cass ad individuare soggetti delle prime due fasi: gli studiosi che
avevano considerato queste prime fasi si erano basati soprattutto sui resoconti retrospettivi di gay e
lesbiche e gli individui delle fasi iniziali di sviluppo e transizione che non avevano espresso dubbi
rispetto la loro identit sessuale non erano facilmente identificabili. Brady e Brusse hanno pertanto
semplificato il modello di Cass riducendolo in due fasi principali (two-stage process): la distinzione
tra le due fasi consiste nella consapevolezza [] se lindividuo ha risolto o meno un auto-identit
20
coerente (coherent self-identity) come omosessuale e se posseggono, sono consapevoli del, senso di
appartenenza al gruppo degli (Brady e Brusse, 1994: 13). I modelli inoltre presentavano diverse
spiegazioni rispetto al rapporto tra auto-definizione ed esperienze di comportamento sessuale. Gli
approcci che si fondavano sullo sviluppo per stadi della formazione dellidentit trascuravano
tuttavia un elemento di fondamentale interesse : la costruzione sociale dei fenomeni.
Gli studiosi che seguono porranno maggiore attenzione sul contesto sociale e sui processi di
costruzione sociale delle identit omosessuali, considerando non solo il ruolo svolto dalla
negoziazione di senso da parte degli attori sociali e dalle loro pratiche interpretative, ma anche le
implicazioni e le influenze di tipo politico, economico, socio-culturale, giuridico: interessante
notare altres che tali dimensioni si incroceranno negli studi europei con un rinnovato interesse per
la ricerca e le tecniche qualitative (Coyle, 2000).
Gli interessi si rivolgono pertanto al concetto di identit omosessuali co-determinate oltre che dal
riconoscimento e dallaccettazione del soggetto da una serie di istanze che trovano nelle forze e
nelle dinamiche del contesto sociale la loro cifra e la loro forma: le emergenze legate allo sviluppo
di una identit omosessuale sin-formeranno alle esigenze del contesto sociale di appartenenza, dei
suoi discorsi (Foucault), delle sue rappresentazioni e costruzioni collettive sia di natura scientifica
che puramente sub-culturale (Coyle, 1998; Schippers, 2001).
La prospettiva socio-costruttivista considera la formazione e lo sviluppo dellidentit un processo
bi-direzionale e interattivo tra individuo e ambiente sociale: i significati che lindividuo assegner a
questi fattori ne influenzeranno lo sviluppo identitario.
Lidentit sessuale si sviluppa allinterno di questo contesto e ne influenzata dalle interazioni, si
delinea come processo fluido che continua e si evolve nel tempo attraverso la vita dellindividuo.
Le posizioni socio-costruttiviste, che si rifanno alla fenomenologia e allinterazionismo simbolico,
piuttosto che considerare modelli di sviluppo unilineari e a stadi, considerano le interazioni che si
manifestano tra determinati costrutti (desiderio, comportamento, identit) e lidentit sessuale.
Allinterno della prospettiva costruttivista si includono vari modelli e teorizzazioni, la maggior
parte si connota per le seguenti caratteristiche:
Lidentit sessuale mantenuta e resa significativa attraverso le interazioni sociali. La
prospettiva socio-costruttivista considera lidentit sessuale come fluida e pertanto correlata alle
interazioni individuali e sociali;
Integrazione dellidentit individuale e identit di gruppo e identit sociale: come lidentit
sociale e di gruppo interagiscono con la struttura sociale, attraverso dimensioni in continua
comunicazione, confronto e cambiamento dialettico;
Multidimensionalit: per rendere conto della diversit delle esperienze sessuali non si pu
tener conto esclusivamente di comportamenti, desideri e contesti sociali. La prospettiva offre invece
modelli fluidi e comprensivi che esaminano le relazioni e le compenetrazioni di vari aspetti
dellidentit individuale, cos come il ruolo svolto dal contesto socio-politico e storico nello
sviluppo identitario (Horowitz e Newcomb, 2001).
Secondo la prospettiva socio-costruttivista, il coming-out pertanto da considerarsi secondo modelli
che via via sono pi complessi e che intersecano la dimensione individuale e sociale dellindividuo
omosessuale tanto da considerarlo nelle parole di Monteflores e Schultz- quale processo circolare
di ritorno che regola la relazione tra la persona omosessuale e la societ.
Gli individui nel loro fluttuare verso un determinato grado di apertura non mostrano altro che il
grado di tensione tra lindividuo e la societ, tra la conformit a norme e a valori determinati che
stabilizzano la societ e la variazione che mette alla prova le norme e produce mutamento sociale
(Monteflores e Schultz, 1978: 71).
Negli ultimi anni, gli autori si sono concentrati sulla determinazione di identit multiple (multiple
identities) (Markowe, 2002) relative allinterazione tra identit omo- e bi-sessuale e diverse
variabili quali: genere ( Savin-Williams e Diamond, 2000), razza (Carrier, 2001; Espin, 1987; Fuji
Collins, 2000; Teunis, 2001; Wooden, Kawasaki e Mayeda, 1983), cultura, et, status sociale ed
economico, disabilit: le analisi hanno ulteriormente evidenziato i rapporti tra identit e
21
comunit/contesto sociale di appartenenza, sottolineando non solo gli adattamenti identitari al
contesto e alle rappresentazioni collettive, ma le produzioni sociali identitarie rappresentative delle
varie intersecazioni sociali, arrivando a sostenere che i diversi contesti sociali e culturali
influenzano i processi di formazione delle identit omosessuali in maniera differente.
Allinterno di tale cornice da inserirsi lo studio del management dellidentit omosessuale nelle
sue dinamiche generazionali. Gli studiosi di estrazione psico-sociale e sociologica -rispetto ai temi
dellacquisizione, della stabilizzazione e del management dellidentit omosessuale- hanno
ultimamente preferito interessarsi allo sviluppo dellidentit nel corso di vita (life span) e nella et
adulta in particolare (Rosenfeld, 1999; Peacock, 2000) , proponendo percorsi di sovente trascurati
dagli studi psicologici, definiti a ben ragione youth-centric (Peacock, 2000:14).
Si pu pertanto affermare che i pi recenti modelli teorici per lo studio della formazione
dellidentit omosessuale siano caratterizzati per una trattazione complessa dellacquisizione e
gestione dellidentit omosessuale, proponendo lapplicazione di framework multidimensionali e
processuali (multidimesional process-oriented framework; vd Elizur e Mintzer, 2001) in netta e
risoluta contrapposizione
17
e superamento dei modelli stadiali e lineari di formazione dellidentit
omosessuale [Cass 1979; Troiden, 1989]. Se le identit omosessuali multiple sono co-determinate
dal ricorrere degli incontri tra le istanze discorsive che ci convocano come soggetti in un certo
contesto e i processi di identificazione che ci portano ad accettare quella convocazione, proprio in
tale contesto che svolgerebbero un ruolo determinante le varie forme di incontro fra il/i discorso/i,
lindividuale e le forme di riconoscimento gruppale ed in particolar modo le rappresentazioni
sociali.

La dimensione delle politiche pubbliche: diversit sessuali e riconoscimento

Nelle pagine precedenti abbiamo osservato come lidentit, cos come lidentit sessuale, abbiano
bisogno al fine della loro costruzione di risorse simboliche, frutto delle interazioni e dei
riconoscimenti tra i vari attori sociali. [] per poter arrivare a un rapporto non frammentato con
se stessi i soggetti umani hanno sempre bisogno, oltre che dellinvestimento affettivo e del
riconoscimento giuridico, anche di una stima sociale che consente loro di riferirsi positivamente alle
proprie concrete qualit e capacit (Honneth, 2002: 147).
Il nodo centrale attorno il quale bisogna concentrarsi lesigenza di nuove interpretazioni e di
strumenti efficaci per innescare il cambiamento e per arricchire il vocabolario dei valori sociali, a
partire dal riconoscimento delle esistenze sessuali. Nel caso delle alterit sessuali, i mutamenti di
cui la ricerca sociale necessita devono coincidere non solo con nuove riflessioni teoriche, ma con
verifiche rapportate a dati di natura empirica e non a supposizioni, rappresentazioni e interpretazioni
implicanti necessariamente controllo critico, ma che abbiamo soprattutto ricadute in nuovo senso
comune condiviso ed inneschino insieme cambiamenti istituzionali in grado di gestirne la diversit.
In una frase abbiamo bisogno di rappresentare e considerare lalterit senza distorcerla in
alterazione.
Il riconoscimento, in primo luogo culturale, dovrebbe partire a cominciare dalle istituzioni
educative, dal mondo accademico, acquisendo la consapevolezza che lo studio dei processi sociali
che entrano in gioco nella complessa realizzazione della sessualit rappresenta una percentuale
ancora minima (Laumann, 1992: 4) e che gran parte delle mistificazioni riguardo lomosessualit
derivano da pregiudizio e da forme di sapere ancora troppo pesantemente condizionate da forme di
pensiero binario (Braidotti, 2003).
Lomosessualit, per esempio, stata spesso de-finita per opposizione culturale, per scarto e per
distanziamento: ne stata trascurata la natura di fenomeno interattivo, in perenne mutamento con i
processi che caratterizzano la fluidit del sistema sociale.



22
Lomosessualit stata per lungo tempo trattata come fenomeno reificato, disincarnato, ne sono
state spesso trascurate, in quanto oggetto culturale, le valenze interpretativo-simboliche.
opportuno ribadire tuttavia che [] soltanto gli esseri umani definiscono, regolano e controllano
il comportamento degli altri esseri umani. Se si prescinde da ci, ben difficile trovare dei referenti
chiari e specifici di un sistema cultura o di una gerarchia culturale di valori. Con ci non si vuole
negare lesistenza di gerarchie di valori, quanto invece ribadire che soltanto gli individui possiedono
delle gerarchie di valori, che determinano, per convenzione, le risposte affettive cos come quelle
cognitive (Berger e Luckmann, 1969: 39).
I gruppi attraverso linterazione in reticoli associativi creano e percepiscono le norme come
imperative, definiscono lagenda dei valori, sia in termini transculturali che secondo bisogni
contingenti di regolazione: essi ne decidono la gerarchia, attraverso il formicolio di impulsi
significativi contrapposti e conflittuali, i gruppi convergono su una direzione di senso, che meno
netta ed improbabile quanto pi i reticoli sono coinvolti nel mutamento sociale.
La comunit si prefigura come lo stage in cui gran parte della dialettica tra intersoggettivit e
soggettivit, pubblico e privato, tra noi e io, tra individuale e sociale si manifesta (Howarth,
2001: 226 ss.).
Nella comunit lindividuo si integra come essere sociale, con la sua storia personale e la sua
soggettivit, incorporando pratiche culturali, significati condivisi e valori comuni, condividendo
con altri soggetti conoscenze, pratiche, identit collettive, tuttavia disponendo della possibilit di
distanziarsi dalle condivisioni, e di esprimere le proprie differenze, individualit, azioni singole.
Considerare il rapporto dialettico tra rappresentazioni dellomosessualit e loro declinazione
allinterno della comunit sottolinea la tensione che esiste tra individuo e societ, tra pensiero
individuale e realt sociale, legami che sono da considerarsi mutuamente interdipendenti, costitutivi
e trasformativi (Howarth, ibidem: 229). Le rappresentazioni sociali sono sistemi dinamici di
conoscenza, comprensione reciproca e di pratiche: esse sono strumenti che gli individui usano per
rendere significativi i propri mondi, e che pi esprimono gli intrecci tra il sociale e lindividuale.
Al fine di rendere possibile lo scambio di idee, ed il sostegno di istituzioni e pratiche, le comunit
devono condividere strumenti comuni si scambio di significati ed idee, nonch particolari simboli,
storie ed aspirazioni (Howarth, ibid.: 230). Le rappresentazioni sociali, qui intese come forme di
conoscenza comuni e condivise, fungono da mediatori e filtri per la conoscenza e strumenti per
imparare quale significato assegnare ad una classe di eventi. Condividendo le medesime
rappresentazioni sociali, non solo partecipiamo alla costruzione della conoscenza sociale (senso
comune), ma radichiamo ed incorporiamo noi stessi nei segmenti significativi delle diverse
comunit - che si tratti di classe, genere, religione, stile di vita, valori generazionali, e cos via.
Le comunit si basano su e si costituiscono attraverso rappresentazioni sociali, le quali, permettendo
la condivisione di simboli, storie, rituali ed aspirazioni, danno forma alle pratiche culturali, le
istituzioni e le tradizioni che costituiscono lesperienza condivisa di una comunit (Jodelet, 1991).
Determinati gruppi specialmente quelli che hanno accesso ai media e che posseggono dunque pi
risorse per imporre i propri interessi- sono in grado di controllare e manipolare la distribuzione e la
circolazione di particolari rappresentazioni.
Queste ultime saranno implementate al fine di rispecchiare e supportare gli interessi e le visioni del
mondo di quei gruppi. Le visioni e limmagine delle comunit marginali saranno influenzate dalle
visioni e dalle immagini dominanti: si innescheranno processi di rigetto, accettazione o di
negoziazione. Nel caso in cui prevalga il rigetto, i valori, i sistemi di simboli, le credenze della
comunit marginale saranno oggetto di processi di stigmatizzazione (Goffman, 1963) ossia di
enfatizzazione dellestraneit, della distanza, dellinferiorit, della minaccia di cui si suppone la
comunit sia portatrice. In questo caso le rappresentazioni sociali servono per prendere le distanze
da valori che non si condividono, sono utilizzate da strumenti difensivi di annichilazione (Berger e
Luckmann, 1969: 158 ss.), mezzi che giustificano lesclusione di determinate categorie e comunit.
Lo spazio che si crea tra le rappresentazioni che gli altri creano e quella propria comunque uno
spazio potenziale, uno spazio per la protesta, per il cambiamento (Winnicott, 1971).
23


Per saperne di pi

Omosessualit: situazione legislativa europea e mondiale

Per comprendere la situazione normativa europea relativamente allomosessualit utile ricordare alcuni riferimenti
giuridici fondamentali nel contesto delle azioni dellUnione europea volte a combattere la discriminazione motivata
dallorientamento sessuale. Se le prime discussioni sulla discriminazione motivata dallorientamento sessuale nellUnione
europea risalgono al 1984, gli sviluppi pi importanti in questo ambito sono avvenute dopo il 1994, a seguito della
relazione proposta da Claudia Roth al Parlamento Europeo su Pari diritti per omosessuali e lesbiche nella Comunit
Europea.
Successivamente il Trattato di Amsterdam del 1997 ha fondato una competenza giuridica esplicita della Comunit europea
atta ad intraprendere azioni volte a combattere la discriminazione motivata dallorientamento sessuale. In particolare
larticolo 13 recita: Fatte salve le altre disposizioni del presente trattato e nellambito delle competenze da esso conferite
alla Comunit, il Consiglio, deliberando allunanimit su proposta della Commissione e previa consultazione del
Parlamento europeo, pu prendere i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza
o lorigine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli handicap, let o le tendenze sessuali.
Nel novembre 2000, il Consiglio dellUnione Europea ha adottato la direttiva quadro sulla parit di trattamento in materia
di occupazione e di condizioni di lavoro: essa vieta qualsiasi discriminazione fondata su religione o convinzioni personali,
handicap, et e orientamento sessuale. A tale scopo lUnione si dotata di un piano quinquennale e di fondo economico
volti a combattere attivamente la discriminazione subita dalle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender nel campo del
lavoro.
Infine, vera e propria pietra miliare stata ladozione da parte del Consiglio Europeo di Nizza del dicembre 2000 della
Carta dei Diritti Fondamentali dellUnione Europea: larticolo 21 in particolare vieta qualsiasi forma di discriminazione
fondata, in specifico sul sesso, la razza, il colore della pelle o lorigine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la
lingua, la religione o le condizioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi natura, lappartenenza ad una minoranza
nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, let o le tendenze sessuali.
In questo modo lUnione Europea ha inserito lorientamento sessuale pienamente tra i diritti umani, assumendolo tra i
valori fondamentali. Questo quadro giuridico, cui si giunti anche attraverso il lavoro di sensibilizzazione e di pressione
delle associazioni gay, lesbiche, transessuali internazionali, non senzaltro un punto di arrivo, bens un segmento
importantissimo di un percorso aperto. Da un lato, pu fungere da strumento di pressione per azioni positive allinterno
dei paesi membri dellUnione; dallaltro, pu accelerare modifiche del diritto penale di paesi in via di adesione, come
mostra il caso Romania. In questo paese, in cui lomosessualit non pi reato dal 2001, la legge che prevedeva la
carcerazione fino a cinque anni per rapporti omosessuali tra adulti consenzienti non solo stata emendata, ma stata
sostituita da una legge antidiscriminazione del febbraio 2002, che considera le persone omosessuali come minoranza da
proteggere. E significativo che una svolta giuridica straordinaria come questa, che pone la Romania tra i pochi paesi al
mondo ad avere una legislazione decisamente progressista, sia stata accolta con silente indifferenza dalla stampa rumena e
dallopinione pubblica. Lesempio rumeno appare paradigmatico per indicare che piano normativo e piano culturale non
seguono percorsi dati una volta per tutte: un avanzamento legislativo pu non provenire da avanzamento culturale e
sociale, cos come forti campagne sociali possono incontrare ostacoli a tradursi in diritto positivo.
Nel gennaio 2003 Il Parlamento europeo ha approvato un articolo della relazione annuale sullo stato dei diritti umani nella
UE, che chiede ai governi dellUnione che non labbiano gi fatto di legalizzare le relazioni di coppia anche tra persone
dello stesso sesso, con gli stessi diritti riconosciuti al matrimonio. Il riconoscimento legale delle coppie omosessuali
negli stati membri dell'Unione Europea attualmente il seguente:

Austria: non previsto;
Belgio: due possibilit: Matrimonio; "Coabitazione legale", con diritti legali limitati;
Danimarca: "Unione Registrata", con quasi gli stessi diritti del matrimonio;
Finlandia: "Unione Registrata" con quasi gli stessi diritti del matrimonio;
Francia : "Patto Civile di Solidariet" (Pacs), diritti limitati rispetto al matrimonio;
Germania: "Unione Registrata", diritti limitati rispetto al matrimonio;
Grecia: non previsto;
Irlanda: non previsto;
Lussemburgo: non previsto;
Olanda: due possibilit: Matrimonio; "Unione Registrata, quasi identica al matrimonio;
Portogallo: due possibilit, entrambe con diritti limitati rispetto al matrimonio: "Unione di Fatto" e
"Economia comune";
Spagna: in alcune regioni sono previste forme di riconoscimento con diritti limitati rispetto al
matrimonio;
Svezia: "Unione Registrata", con quasi gli stessi diritti del matrimonio;
24
Regno Unito: non previsto.



La situazione a livello mondiale

Attualmente il panorama culturale e legislativo a livello mondiale si presenta a macchia di leopardo: in tutti i continenti
sono presenti aree in cui lomosessualit viene perseguita dalle leggi e sanzionata socialmente; cos come, daltronde, in
tutti i continenti sono presenti gruppi, associazioni forti o debolissime e coraggiose che lottano per modificare il diritto
penale e, soprattutto, lavorano per superare a livello sociale, culturale, il pregiudizio anti-omosessuale, spesso allinterno
di battaglie di civilt per il rispetto delle persone e dei loro diritti.
Nei paesi occidentali, in seno a societ formalmente laiche, agiscono potentemente ancora gli insegnamenti morali e etici
di due grandi religioni monoteiste, cristianesimo e ebraismo. Per quanto riguarda larea cristiano-cattolica, a fronte di
posizioni rigidamente conservatrici espresse dal Vaticano, dalla base si esprimono istanze di libert, di approccio
progressista alla dottrina, da parte sia di associazioni di omosessuali credenti, sia di esponenti della teologia. Rispetto
allarea protestante, si conferma il panorama di chiaro-scuri che caratterizza il quadro mondiale: sono presenti soprattutto
a livello europeo esperienze protestanti illuminate cos come, soprattutto nel Nordamerica, prese di posizione apertamente
oscurantiste.
Lebraismo, in ragione dei suoi sviluppi storici, privo di una struttura unitaria e gerarchica e si articola intorno a diversi
centri e orientamenti, comprendendo uno spettro vasto che va dalla piena accettazione dellomosessualit alla condanna
integrale.
Rispetto allinfluenza culturale di unaltra grande religione monoteista, lislam, la situazione apparentemente meno
sfaccettata. E significativo ricordare che la pena di morte per comportamenti omosessuali prevista ormai solo da stati
in cui in vigore la sharia, imposta come vero diritto islamico, mentre in realt, come appare da un approccio
minimamente serio, si tratta solo di una sua barbara interpretazione. Anche in area islamica, sia nelle terre di origine sia
nelloccidente delle migrazioni, si contano sempre pi numerosi i gruppi di credenti musulmani, gay, lesbiche e
transgender che si battono per laccettazione e il rispetto del loro orientamento e dellidentit in seno alla comunit
religiosa, con un impegno esegetico rispetto ai testi e comunicativo con linsieme dei credenti e con il resto della societ.
Fuori del mondo occidentale, da un punto di vista culturale le influenze sono variegate, affondano le radici in culture
politeiste non omologabili dietro nessuna etichetta. Esistono tradizioni politeiste africane, asiatiche o amerinde che
celebrano lomosessualit come valore, attribuendo alle persone omosessuali un ruolo sciamanico, di medium tra mondo
materiale e spirituale; cos come esistono tradizioni che accolgono lomosessualit come una delle varianti delle relazioni
umane; cos, ancora esistono contesti politeisti che radicalmente condannano e sanzionano lomosessualit.
Allo stato attuale, giovane, delle ricerche si pu affermare che le culture che esprimono maggior rispetto per la diversit
sono in qualche modo collegabili a strutture sociali non nettamente patriarcali, caratterizzate cio dal potere del maschio
adulto e dalloppressione di donne, bambini e persone che sfuggono alla norma riproduttiva. Tracce di tale retaggio, tipico
di antiche civilt matrilineari, sono rintracciabili soprattutto in aree di paesi del cosiddetto Terzo Mondo, sia in forma di
testimonianze del passato sia presenti in raggruppamenti umani che hanno mantenuto legami con la tradizione passata,
soprattutto in Africa centrale e presso alcune culture dei nativi dAmerica.
Per quanto riguarda i cosiddetti Paesi in Via Di Sviluppo, occorre segnalare il ruolo avuto dalla colonizzazione e dal
contraddittorio processo di de-colonizzazione. Scoprire la verit del patrimonio precedente un operazione difficile, che
fa i conti spesso con la cancellazione delle tracce culturali operata dalla colonizzazione, come denunciano quegli studiosi
che hanno recentemente intrapreso questi percorsi di ricerca: e se ci vero per la cultura in generale, lo tanto pi per
lomosessualit che si colloca in una zona dombra. Spesso il potere coloniale, imponendo il proprio codice penale ad
esempio la legislazione vittoriana estesa a tutti i paesi del Commonwealth ha diffuso la propria morale omofoba e
sessuofoba in aree del mondo che non la conoscevano; successivamente quello stesso potere coloniale ha esportato nei
territori ancora in vario modo controllati, sia pur in forme pi moderne doccupazione, una nuova visione pi aperta e
libera della sessualit e dellomosessualit, con il risultato paradossale che spesso il rifiuto dello strapotere occidentale in
questi Paesi si unisce al rifiuto dellomosessualit, considerata anchessa un prodotto di quelloccidente da cui si cerca
unemancipazione. E il caso dellIndia, cos come di molti paesi dellAfrica in cui la retorica nazionalista dei governi si
esprime anche nel rifiuto e disprezzo dellomosessualit, considerata un prodotto della decadente civilt occidentale, con il
risultato di una doppia marginalizzazione delle persone omosessuali.
Nel corso del XX secolo lideologia socialista ha avuto un grande ruolo nella produzione dimmaginario anche nel campo
della sessualit. Pur se lidealit che lha animato muoveva da un progetto di liberazione dellumanit da ogni forma
doppressione, il socialismo non ha espresso tale forza nel contribuire a modificare la morale sessista, soprattutto nei paesi
del cosiddetto socialismo reale, lURSS e gli stati satellite del Patto di Varsavia. Ugualmente i partiti comunisti che a
quel modello, in varie forme, si ispiravano non hanno avuto un ruolo progressista rispetto al superamento del pregiudizio
anti-omosessuale. In seno al movimento socialista alcune correnti si sono fatte portatrici distanze libertarie, ma hanno
rappresentato essenzialmente una voce critica, di outsider, anche se indubbiamente la loro influenza stata culturalmente
forte.
Su un piano legislativo si conferma il quadro contraddittorio e poco lineare: a questo proposito esemplare la situazione
degli Stati Uniti nei quali solo recentemente la Corte Costituzionale ha messo in discussione un sistema nel quale vi erano
25
stati che perseguivano penalmente lomosessualit in s, accanto stati le cui maggiori citt sono addirittura il simbolo della
libera espressione dei diversi orientamenti sessuali e identit di genere. Nel resto del mondo molti sono ancora i paesi in
cui prevista la pena di morte o il carcere per i comportamenti omosessuali, moltissimi sono quelli in cui a un silenzio
legislativo corrisponde la sanzione sociale, spesso efficace nel determinare loppressione quanto larticolo di un codice
penale.

Di grande utilit il sito dellILGA, www.ilga-europe.org/, i links consigliati e la periodica newsletter.

Tratto da Agedo (Associazione Genitori e Amidi di omosessuali), Omosessualitper saperne di pi, Ila Palma,
Palermo, 2003, pp. 22-27.

Nessuna rappresentazione incontestabile: ogni rappresentazione sempre relazionale, contingente
e reattiva (Howarth, op.cit.: 233).
Quando gli individui di una comunit stigmatizzata riescono a costruire una versione affermativa
della loro comunit, la loro vita di membri della comunit ne acquista in assertivit e
potenziamento. Le rappresentazioni sociali di una comunit possono potenziare e trasmettere forza
ai gruppi ed individui per opporsi alle costruzioni ideologiche che altrimenti delimiterebbero le
proprie identit
18
. La costruzione sociale delle comunit base principale per lempowerment.
La comunit il locus nel quale la nostra identit prende forma: attraverso lappartenenza e la
differenza localizziamo la nostra identit e siamo localizzati dagli altri.
Le identit sono pertanto costrutti co-operativi e le rappresentazioni sociali forniscono i blocchi per
la costruzione delle medesime
19
.
Appartenere ad una comunit significa subire le imposizioni dello sguardo degli altri (Howarth,
ibid.:231). La comunit infatti non una costruzione volontaria.
Le rappresentazioni allinterno di una comunit non sono immuni dalle pressioni da parte delle
rappresentazioni al di fuori di quella comunit: il significato che le comunit acquisiscono
pertanto ci che viene contestato, continuamente contestato, da coloro che stanno sui entrambi i
lati dei loro confini materiali e simbolici (Howarth, ibid.:231).
Alla comunit scientifica sono mancati gli strumenti analitici per analizzare lomosessualit (e le
sessualit), in quanto fenomeni che si esprimono attraverso una mutata rappresentazione dei bisogni
spesso mediati dalla propria corporeit: sono stati trascurati i mutamenti in atto nelle societ
postindustriali complesse, relativamente soprattutto alle rivendicazioni dei soggetti che prefigurano
la costituzione di una sfera pubblica dellemotivit ed una democrazia affettiva e incarnata.
Il risultato che non siamo in grado di utilizzare un vocabolario linguistico e sociale per
comprendere e poter chiamare le nuove soggettivit e le nuove corporeit emergenti, abbiamo
invece utilizzato il bieco linguaggio del pregiudizio e dellabiezione, della rimozione culturale.
Non siamo in grado e temiamo il mutamento cos come ci distanziamo e siamo morbosamente
affascinati dallalterit mostruosa, mutante o ibrida forse proprio perch proviamo unangoscia
profonda rispetto alla velocit di trasformazione delle identit e anche alla povert dellimmaginario
sociale, nonch la nostra incapacit di affrontare creativamente le trasformazioni in corso
(Braidotti, ibidem: 13).
Tale immobilismo si spesso tradotto a livello culturale, teorico ed epistemologico in resistenza ed
incomprensione nei confronti di processi fluidi, di transizione, di composizione e ri-composizione,
di ibridazione.
Anzich porci in ascolto, comprendere e com-muoverci di fronte alla differenza, nel senso latino del
termine, che indica il muoversi insieme con e verso la differenza, interpretiamo questultima
dequalificandola simbolicamente, in termini peggiorativi, inferiori, negandole dignit e fornendo
rappresentazioni negative, in maniera dicotomica e per opposizione binaria.
Nel caso delle diversit sessuali, il codice dellillecito stato definito per scarto, per difetto, dal
modello e dal paradigma eterosessuale.

18
Si pensi alle comunit che mobilitandosi sono coinvolte nellabbattimento dello stigma, e sviluppano rappresentazioni sociali di
tipo affermativo: come Black is beautiful o Gay Pride.
19
quanto stato mostrato da Lloyd e Duveen (1992) nel loro lavoro sulla costruzione sociale dellidentit di genere nei bambini.
26
Ma la complessit innanzitutto interdipendenza, sovrapposizione e meticciamento di sistemi
culturali, molteplicit di codici, di riferimenti valoriali e normativi, di rappresentazioni pluriverse
della normativit.
Come concepire che gli individui, nelle loro interazioni quotidiane, attingano da ununica mappa
orientativa e normativa?
Le soggettivit si configurano pi verosimilmente attraverso adeguamenti ed influenze reciproche,
ridefinendo le proprie mappe cognitive nelle intersezioni di ordinamenti normativi, sociali e
culturali plurimi.
I processi di risignificazione hanno luogo pertanto attraverso unermeneutica critica che possa
(ri)contestualizzare le soggettivit, i corpi e i desideri, perch nel rispetto della cultura delle
differenze tutte le soggettivit producono cultura e senso. Tuttavia il riconoscimento attribuito a tali
produzioni di senso e la rilevanza sociale variano fortemente.
Unanalisi critica e pluralista delle diverse soggettivit emergenti porta a riflettere e considerare il
carattere di sovrapposizione, intersezione, complementariet, antagonismo, porosit dei diversi
gruppi, delle diverse comunit ed ordinamenti simbolici che attraversiamo ed esperiamo.
Le soggettivit emergenti non presentano una configurazione fissa di soggettivit , esse piuttosto
sono caratterizzate dal mutamento e dalla transizione, [] il mutamento costante, in funzione
delle condizioni che contestualizzano la nostra pratica sociale (De Sousa Santos, 1990: 29).
In tale contesto, si presentano varie sfide alla epistemologia binaria della modernit occidentale: in
che modo fronteggiare la rottura e la dispersione delle dicotomie classiche della modernit
(natura/societ; corpo/non corpo; maschile/femminile)? In che modo configurare la contaminazione
libridazione, la porosit come categorie dindagine sociale? Come riconsiderare la spazialit e la
temporalit e le loro declinazioni soggettive? Come fronteggiare il mutamento come costante e la
sua individuazione in termini di direzioni di senso? Come utilizzare la negoziazione, intesa
principalmente come attivit ermeneutica e fondante la reciprocit, nella direzione della
differenziazione e della affermazione delle diversit?
Lomosessualit rappresenta la cartina di tornasole del mutamento sociale e culturale, in essa
possibile scorgere la molteplicit, lambiguit e la contraddittoriet dei diversi codici che la
definiscono e che ad essa reagiscono, i cambiamenti in atto e le resistenze opposte, le pratiche, la
multidimensionalit e linterdisciplinarit dei livelli che implica, un campo di ricerca fertile,
fecondo ed euristicamente stimolante.
Riconoscere i mutamenti in atto delle rappresentazioni legate allomosessualit, e renderli
significativi, non significa soltanto percepirne la complessit, ma favorirne rappresentazioni
adeguate e pratiche interpretative che abbiano ricadute immediate nel vissuto quotidiano e nel senso
comune.
Un primo passo potrebbe consistere nella considerazione, in fase di individuazione del problema e
di formulazione di politiche sociali, dellesistenza di una popolazione omosessuale, sovente
ignorata. Relativamente ai temi dellempowerment dei gruppi marginali le proposte pi innovative
provengono dai gruppi di studiose che, muovendo da premesse femministe ed utilizzando una
prospettiva danalisi costruttivista, sviluppano le proprie teorie in direzione del riconoscimento delle
istanze e dei punti di vista di cui sono portatrici le minoranze (Fraser, 1995; Benhabib, 1992;
Young, 1990, 1996) allinterno della sfera pubblica. Secondo questa prospettiva, anche la vita
private e le pi banali azioni quotidiane hanno valenza e valori politici, porre allattenzione
dellagenda politica il privato significa svelarne le relazioni di potere esistenti: al centro della
tradizione costruttivista risiede la domanda di inclusione popolare allinterno del dibattito pubblico
e politico, inclusione a cui legato concettualmente il riconoscimento dei distinti punti di vista degli
attori.
Riconoscimento significa innanzitutto attribuire particolare valore alle differenze sociali, alle
esperienze e alle identit. Piuttosto che produrre un sistema comune di significati, il discorso
politico ha il compito necessario di comprendere la realt e lesperienza delle differenze
dellalterit, abbattendo, in primo luogo cognitivamente, il pregiudizio del dato per scontato.
27
Il vero riconoscimento presupporrebbe un processo di de-centramento (de-centering), di
estraneazione: un riconoscimento non solo del fatto che io sia il centro, nel senso che laltro
diverso da me, ma anche che lui il centro, rendendo me laltro differente. Cosi attraverso il
rendere estraneo e lesperire lalterit, le due parti del dialogo possono essere realizzate (Gurevich,
1988: 1189).
Ci significa che quante pi diverse sono le identit che partecipano al discorso pubblico, pi vasto
diventa il range di opzioni e di implicazioni che possono essere immaginate.
Il richiamo ai criteri di universalit e lenfasi al consenso in realt non sarebbe altro che norme
fortemente dipendenti dalle culture in cui sono prodotte, espressioni di forme di potere che invece di
valorizzare la differenza mirano a calpestarne la valenza (Young, 1996; Gould, 1996).
Lattenzione nei confronti della differenza si esprime anche attraverso il particolare risalto dato ai
mondi vitali dei soggetti, alle conoscenze incarnate dei cittadini ordinari, attraverso la
legittimazione delle narrazioni (narrative) quali forme appropriate del discorso politico, si
promuovono lempatia e la possibilit di comprendere esperienze e vissuti a livello fisico, emotivo,
peculiari alle soggettivit.
La riflessione da indirizzare pertanto al modo in cui le persone definiscono ed esprimono i propri
bisogni: il grave problema della disaffezione nei confronti del Welfare state proprio da individuare
nello scostamento di questultimo dai problemi e dalle domande sociali alimentati nella vita
quotidiana.
Infatti le categorizzazioni su cui si fondano le moderne politiche sociali svolgono una funzione di
sterilizzazione delle differenze e di omologazione dei bisogni, assicurandone la gestione nello
stesso momento in cui si approssimano luguaglianza dei diritti minimi attraverso una loro
rappresentazione standardizzata (Fazzi, 2003: 19).
Un rispetto delle differenze implica pertanto un cambio di rotta e una svolta linguistica e
comunicativa delle politiche sociali che devono mirare a valorizzare le esperienze e le dimensioni
della vita quotidiana, rispondendo ai bisogni cos come sono concretamente vissuti, [] al di l di
ogni oggettivazione delle conoscenze e di ogni rappresentazione predefinita di cosa sia il bisogno e
di quali siano le aspettative ed i progetti di vita individuali (Fazzi, ibidem; vd. Young, 1990: 38
ss.
20
).
Nel riconoscimento delle varie diversit incorporate il ricercatore sociale non dovr mai perdere di
vista lespressivit, il desiderio, laffettivit, la sessualit e la dimensione corporea
21
,
contestualizzando il proprio intervento ed analizzando nel fenomeno le componenti particolari
piuttosto che presupporre generalizzazioni.
Proposte notevoli che vanno in questa direzione, pur attestandosi sui temi della filosofia politica,
fondano le riflessioni critiche di Marion Iris Young (Young, 1990). La Young contesta gli
atteggiamenti riduzionisti di costruzione di criteri astratti e aprioristici di giustizia e di categorie
sociali, rielaborando i principali assunti sviluppati da autori postmoderni come Foucault, Derrida,
Lyotard, Kristeva, e prestando particolare attenzione alle rivendicazioni e alle istanze sostenute dai
movimenti delle identity politics. Gli elementi centrali della sua riflessione ruotano intorno
allimportanza del prestare ascolto a uninvocazione, sottolineando il carattere necessariamente
responsivo (responsive) delle politiche sociali, e del riconoscere la specificit dellappello. Il
tentativo, proprio della nostra tradizione, di trascendere questa finitezza nellaspirazione ad una
teoria universale non produce altro che costrutti finiti, i quali eludono il carattere della contingenza
di solito riproponendo il dato sotto le spoglie del necessario (Young, ibidem: 7-8).

20
Nelle citazioni si tiene conto delledizione italiana.
21
Jennifer Nedelski, studiosa di rapporti tra genere e diritto, attingendo dalle ricerche di Antonio Damasio, un neurologo che ha
dimostrato limportanza del corpo e delle emozioni nei processi di ragionamento e di giudizio, sostiene che lesposizione alla
diversit facilita non solo laccettazione di esperienze e prospettive diverse ma anche la trasformazione delle proprie risposte affettive
(vd. Nedelski, 1997). Particolare riconoscimento della dimensione soggettiva e delle sue dimensioni estetiche e patemiche giunge
dagli studi semiotici: vd. Greimas e Fontanille, 1991; Fontanille, 2004; Marrone, 2001; sullanalisi semiotica del soggetto sessuato si
consiglia la lettura di Demaria, 2003. Utili riferimenti anche nel Dizionario degli studi culturali di Cometa, 2004, soprattutto alle
voci curate da Marco Pustianaz che presentano una sintetica ma utile bibliografia degli study gay e lesbici, e degli studi queer.
28
Lideale universalistico di cittadino ha di fatto determinato lesclusione dalla cittadinanza di tutti
quei soggetti, i cui bisogni esistenziali, espressivi, ed affettivi mal si coniugavano con il carattere di
astrattezza e di universalit sostenuti dallo stato. Rispetto alle minoranze sessuali, si pu affermare
che lo sguardo normativo dello stato ha difatti situato le corporeit secondo un asse estetico che
ha legittimato la denigrazione e labiezione di quei corpi (donne, immigrati, omosessuali, etc.) che
si allontanano dalla norma.
La violenza (dalle aggressioni fisiche, alle molestie, le intimidazioni, le ingiurie, il bullismo) verso
gli omosessuali pu essere pertanto interpretata, come suggerisce la Young, come pratica sociale,
sottolineandone il carattere sistemico, perch il contesto sociale la rende ammissibile e, in certi casi,
persino accettabile: [] lidea di perseguitare o schernire il compagno gay si presenter a molti
studenti normali della sua scuola (Young, ibid.: 80).
29
Lessico
Omofobia

Il termine omofobia di coniazione relativamente recente, che si pu far risalire al 1972 e in alcuni vocabolari risulta
ancora non registrato. Questo dato ci pu far riflettere sulle ragioni per cui stato da un lato possibile - e dallaltro
sentito come necessario - utilizzare una parola nuova per indicare un atteggiamento negativo nei confronti
dellomosessualit.
Letteralmente esso indica una paura nei confronti dellomosessualit e delle persone omosessuali. In realt viene
usato in senso pi ampio per indicare linsieme datteggiamenti, espressioni, gesti, credenze attraverso le quali si
manifesta un disprezzo sia verso lorientamento omosessuale che verso le persone che lo incarnano. Di fatto lomofobia
rappresenta una forma specifica di pregiudizio e sta alla base di una discriminazione, che viene considerata giustificata
nella convinzione di una supposta superiorit del modello eterosessuale. Spesso lomofobia talmente radicata nella
mentalit comune da non venire nemmeno rilevata come tale, esprimendosi per esempio con espressioni che irridono
volgarmente alla relazione fisica omosessuale, considerata in s negativamente; uno dei terreni pi espliciti
dellomofobia pertanto il linguaggio comune, sia nella forma parlata che nelle iscrizioni e graffiti che campeggiano su
molte pareti anche in aule scolastiche. Sarebbe invece il caso di non considerare tali elementi in modo superficiale o di
scarsa importanza, se pensiamo per esempio a come possa essere rilevante per un/a adolescente trovare rappresentato in
questi termini intorno a s quel che sente faticosamente affermarsi nella propria identit come un elemento centrale e
caratterizzante.
Lomofobia ha indubbiamente radici antiche, che possiamo ritrovare anche prima che si definisse lo stesso concetto
domosessualit, se intendiamo indicare con questo termine ogni forma di pregiudizio, condanna e discriminazione nei
confronti di relazioni sessuali e/o affettive verso persone dello stesso sesso. Non c dubbio per che lomofobia si
manifestata e si manifesta in modo pi esplicito in societ e culture nelle quali lorientamento omosessuale diventato
pi visibile; si pu ipotizzare che questo dimostri la difficolt, soggettiva e da parte di una visione generale egemone, a
fare i conti con qualcosa che si sarebbe preferito ignorare.
Lomofobia di per s termine che non si riferisce ad un genere specifico, ma indubbiamente pi marcata la sua
espressione nei confronti dellomosessualit maschile. Si pu ipotizzare che questo succeda per diverse ragioni. Da un
lato la minor visibilit sociale dellomosessualit femminile potrebbe attrarre minore carica di contrapposizione in
questo caso da caratterizzare specificamente come lesbofobia ed anzi spesso si assiste ad unappropriazione indebita
della sessualit tra donne nellimmaginario maschile. Dallaltro la constatazione che lomofobia praticata in
larghissima parte da maschi e verso maschi fa ritenere plausibile lipotesi fatta in diversi studi: che cio si esprime
attraverso questi atteggiamenti la difficolt a fare i conti con la propria sessualit. Chi sereno rispetto alla propria
identit ed al proprio orientamento sessuale infatti ha pochissime ragioni per produrre manifestazioni di scherno verso
altre forme che non lo vedano coinvolto.
In taluni casi le stesse persone ad orientamento omosessuale possono assumere, verso altri/e o verso se stesse, un
atteggiamento di scarso rispetto, dovuto proprio ad una mancata autoaccettazione, arrivando cos ad esprimere quella
che stata definita omofobia interiorizzata.
Una delle forme pi tipiche domofobia consiste nellaccostamento, quando non addirittura nellidentificazione, tra
omosessualit e pedofilia. La pedofilia intesa nel senso comune datti sessuali cui una persona adulta conduce o
addirittura costringe un minore non ha infatti alcuna correlazione con lorientamento sessuale: si manifesta infatti in
forma largamente maggioritaria in rapporti a carattere eterosessuale. Poich ovvio che verso questo tipo dazioni si
esprima una generale condanna, accostarle allomosessualit quindi di fatto unespressione, anche indiretta,
domofobia.
Bench lomofobia sia una forma specifica di pregiudizio, dovrebbe risultare abbastanza immediato il fatto che
combattere e superare gli atteggiamenti omofobi non vuol dire solo rendere pi sereno il percorso di chi sta cercando di
definire in s desideri ed identit gi di per s comunque un obiettivo valido e che non deve sentirsi circondato da
una dimensione di minaccia e condanna. Infatti, come ogni forma di discriminazione, lomofobia non riguarda solo chi
soggettivamente ne viene colpito, ma contribuisce a creare anche quel sottofondo dincultura e intolleranza che
inaridisce lo stesso senso del vivere civile. Per questo capire le ragioni che la motivano e superarne i presupposti
interesse comune.
Tratto da Agedo (Associazione Genitori e Amidi di omosessuali), Omosessualitper saperne di pi, Ila Palma, Palermo, 2003, pp.10.12.



(la violenza) inoltre una pratica che si pu quasi considerare legittima, nel senso che tollerata.
Poich cos frequente ed sempre presente come possibilit allorizzonte dellimmaginazione
collettiva, anche chi vi estraneo finisce per assuefarsi alla violenza. E poi, molte volte, chi compie
atti di violenza contro gruppi, ammesso che venga preso, riceve pene lievi o addirittura inesistenti.
In questa medesima misura la societ rende i loro gesti accettabili (Young, ibid.).
30
Il ri-conoscimento dellomosessualit deve configurarsi non solo sottoforma di mutato
atteggiamento cognitivo, ma anche come processo di considerazione delle diverse fenomenologie
che essa sottende
22
e delle diverse risposte sociali che innesca e con le quali dialoga, mutandosi e
mutandole. Riconoscere i processi sociali che creano, regolano ed esprimono le omosessualit
23

significa, per la ricerca sociale, generare questioni critiche che altrimenti rimarrebbero sopite e
pensare al mutamento sociale come processo che ingloba le differenze anzich livellarle. Tener
conto dei processi sociali che negano, controllano e rendono invisibili tali desideri forse ci
porterebbe a riflettere criticamente sulle strutture sociali e la stratificazione dei corpi (Young,
1990), animando un dibattito assai necessario sia in ambito accademico che nella societ civile del
nostro paese.

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Non bisogna peraltro cadere nel vizio epistemologico di considerare i gruppi minoritari come gruppi omogenei, dal momento che
essi stessi rispecchiano le differenziazioni interne degli altri gruppi, quanto piuttosto considerare il gruppo come [] qualcosa di
plurimo, trasversale, fluido ed elastico (Young, ibid.: 62).
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Cos come le altre forme di esistenza sessuale.
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