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RIVISTA DI STUDI TRADIZIONALI

delle nostre creazioni mentali, Ishvara descritto come


il nostro Creatore. Non contraddittorio?
M.: No. Nello stato di sogno, un uomo vede suo
padre da tempo defunto. Sebbene il padre visto in so-
gno non sia che una sua creazione, egli lo percepisce
come altri che se stesso e riconosce se stesso come suo
figlio: in questo modo crea illusoriamente un individuo
e stabilisce con esso una relazione: parimenti succede
per ci che concerne Ishvara jagat e jtva: solo l'ingan-
no di My che pu rendere ci possibile.
D.: Come pu essere My cosi potente?
M.: Non c' da stupirsi. Qualsiasi mago pu far
apparire ad una moltitudine una citt sospesa nell'aria,
o voi stesso potete creare nei vostri sogni un mondo
fantastico. Se ci possibile per degli esseri dalle pos-
sibilit limitate, come tutto il resto non potrebbe essere
possibile a My, la causa universale?
Per concludere, Ishvara, i jzva ed il jagat non sono
che apparenze illusorie, risultanti dalla propria igno-
ranza e sovrapposte all'Unica Realt, il S. Occorre
dunque considerare quali sono i mezzi per rimuovere la
falsa attribuzione.
(traduzione dal sanscrito di Giorgio Conte)
Fine del capitolo I
\
IMPEDIMENTI ED EQUIVOCI
NELLA RICERCA DI UNA VIA INIZIATICA
I
REAZIONI
Bench le circostanze difficili o dolorose siano sicu-
ramente comuni alla vita di tutti gli uomini) succede
abbastanza spesso che coloro che seguono una via inizia-
tica le vedano moltiplicarsi in modo insolito. Questo
fatto dovuto semplicemente a una sorta di ostilit
incosciente del!) ambiente ... : sembra che questo mon-
do ... si sforzi con tutti i mezzi di trattenere chi vici-
no a sfuggirgli; tali reazioni non hanno in fondo nulla
che non sia perfettamente normale e comprensibile e)
per quanto spiacevoli possano essere) non certo il
caso di stupirsene
1

Nel passo citato troviamo espressa, nel modo piu
distaccato, la spiegazione di una constatazione che do-
vette essere per Ren Gunon assai di piu che una
semplice enunciazione teorica. D'altra parte, questa ten-
denza dell'ambiente ad ostacolare chi vicino a sfuggir-
gli pu senza dubbio presentarsi sotto aspetti ed a livel-
li molto diversi, nei momenti critici incontrati, in
1
l\111o ( :11111111 1, !lperus sur l'Initiation, cap. XXV; Des
1 ~ / 1 1 1 1 1 1 1 1 /11/llolllo/111'1 (v In tr:tduzi ne nel n. 52 di questa rivista,
p. Il
l
RIVISTA DI STUDI TRADIZIONALI
special modo per il superamento di determinati vinco-
li. Gi in un'altra occasione accennammo a questo argo-
mento
2
, parlando dell'importanza delle manifestazio-
ni delle stesse possibilit avverse quale strumento di
realizzazione, per chi le assuma correttamente, come
del resto viene chiaramente indicato nei testi sacri di
diverse forme tradizionali.
Peraltro, non intendiamo soffermarci su aspetti che
riguardano fasi riscontrabili nello sviluppo del cammi-
no dell'iniziazione, prendendo qui piuttosto in conside-
razione la situazione di chi si trova appena a comincia-
re la ricerca di una via iniziatica, in particolare a segui-
to dell'incontro con l'opera di Gunon.
ben comprensibile che in questi casi un ambiente
per sua natura fondamentalmente antitradizionale mani-
festi delle reazioni ostili, se non altro per una istintiva e
quasi automatica autodifesa. Questa autodifesa dell'am-
biente fa leva naturalmente sui legami specifici di chi
vorrebbe intraprendere la propria ricerca, talvolta sot-
to forme per lui inaspettate e di fronte alle quali si
trova impreparato. Vi possono essere, ad esempio, sp -
ci ali circostanze familiari, e persino quanto rimane d i
tradizionale sotto l'aspetto religioso pu essere utilizza-
to quale barriera, anche da parte di persone che d lln
religione si disinteressavano del tutto fino al mom nl o
di scoprire inopinatamente l'importanza strum n 1 a l1
di certe sue manifestazioni, appunto per distogli r 'l t
una ricerca di altra e piu profonda natura. Di f ronl t' n
queste ed altre possibili reazioni converrebb ovvianwtt
te il massimo riserbo, in modo da non accr se 1 :111 ., ,
ra le difficolt che inevitabilmente siston 1 l tJIIIIHI "
attuale.
2
1\ qLI s to propos it o rilll nndi nlli O :dl 'nrti volo ' f' l'llr! hltl//r ' r l t 1
t/il/ICI/IO, Il i 1111 . ,H 'J') di (/11\ 'H t:l 1ivi stn , pp. Il l 1 ,
IMPEDIMENTI ED EQUIVOCI NELLA RI CERCA DI UNA VIA INIZI ATICA
D'altro canto, parlando di reazioni dell'ambiente oc-
corre naturalmente considerare che esso non soltan-
to quello che appare esteriormente in modo sensibile,
ma anche e soprattutto l'ambiente sottile, del quale
il ricercatore si trova ad essere partecipe con la pro-
pria anima. Appunto dalle modalit sottili dipende la
stessa determinazione e l'orientamento degli accadimen-
ti esteriori, anche per quanto in essi pu apparire co-
me dovuto al caso; ed in tali modalit che i legami
sono veramente stretti ed insidiosi, tanto da poter im-
pedire in molti casi sul nascere quella ricerca di cui
abbiamo parlato.
Si potr obiettare che dove esistono un'autentica
aspirazione iniziatica e le necessarie qualificazioni, non
potranno che manifestarsi le possibilit corrisponden
ti, e dunque la ricerca non potr che avere allora esito
positivo; si potr anche ricordare a questo proposito il
detto tradizionale dove c' un cela c' un Guru
dove c' un discepolo c' pure per lui un Maestro. Ci
senza dubbio vero, ma rischia di restare un'afferma-
zione troppo astratta e verificabile per cosi dire soltan-
to a posteriori. Del resto, lo stesso Gunon accenn al
aso di coloro ai quali pu mancare l'occasione per la
pr sa di coscienza e lo sviluppo delle loro facolt laten-
1 i \ nell'ordine delle contingenze, c' dunque un'esi-
l\ n:r.a di maturazione delle possibilit affinch queste
si all uino effettivamente, e questo processo di matura-
Y. ion 1 u corrispondere a una fase particolarmente deli-
( n l n i n u i basta l'intervento di qualche fattore apparen-
lt 'IIJVtl l l l tutto secondario, come ad esempio di qual-
' 1,, . vquivoc , p r compromettere qualsiasi corretto svi-
111ppo 11l1 ri r , a]m no fino a quando l'ostacolo non
't' ll't l
1
( 'l1 ()l' ici// cl Orrirle/11, p:l l' t Il , <'l lj l. I V.
l'
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Aggiungiamo che talvolta si direbbe anzi che l'indi-
vidualit stessa di chi teoricamente aspira a una piu
impegnativa ricerca produca o quasi si appoggi a certi
equivoci, allo scopo piu o meno incosciente di evitare
di procedere troppo oltre nel proprio temibile impe-
gno. Anche questi casi, in fondo, fanno dunque parte
di quelle reazioni di autodifesa di cui abbiamo parlato;
in quanto tali, si tratta anche qui di fenomeni ben com-
prensibili, e rendersene conto per superarli gi un
modo per giungere ad affrontare la propria ricerca.
II
A PROPOSITO DI PREPARAZIONE TEORICA
Vi un tipo di equivoci che si appoggia al concetto
piu volte espresso da Ren Gunon secondo il l.a
preparazione teorica costituisce un presupposto mdl-
spensabile: in certi casi, proprio al contrario di quanto
dovrebbe avvenire, anche questo diventa un'occasione
di dispersione, con letture e studi in cui la curiosit e
il desiderio di acquisizioni mentali disordinate riscbi a
di prevalere su di un'iniziale aspirazione di ordine piC1
profondo. Nello stesso tempo, quel concetto di presup-
posto indispensabile viene frainteso nel senso di stq -
porre che fino a un rimandato completamento della pr
parazione teorica (o di quello che si ritiene essere L<tl <.:)
non ci si debba preoccupare di alcuna altra cosa, 1
camente subendo frattanto in modo passivo le influ 11
ze e gli impulsi individuali e ambientali; si pu<
arrivare a una sorta di quietismo pratico (cont rappo1Ji
bile a quelle forme di attivismo tradizionali sta hc .' Ul H 1
legate ad altri modi di incomprensi.on ) . .
A que to proposito, si d v n tar h prl'p:ir:I Y. II l
n t ri ca approfo1 di cui pn1b .u( noll (In q111
l '- solit amcnt poss il ilv sult :Jillo :IIII' II V( ' l ".' O < 1,,,, , ,111
IMPEDIMENTI ED EQUIVOCI NELLA RICERCA DI UNA VIA INIZIATICA
sforzi )
4
qualcosa di ben piu impegnativo di un' av-
ventura mentale. Senza poter generalizzare le condizio-
ni necessarie per compiere tale approfondimento (del
resto attuabile soltanto fino al grado consentito dalle
qualificazioni intellettuali di ciascuno), occorre tener
presente l'importanza che, almeno indirettamente, pu
assumere a tale scopo ci che contribuisce a liberare dal-
la mentalit profana e a combatterne l'influenza, e ci
che pu aiutare a superare i propr: specifici condiziona-
menti individuali. Inoltre, Ren Gunon accenn an-
che alla situazione di chi possieda gi un ricollegamen-
to iniziatico e, mentre la sua iniziazione ancora soltan-
to virtuale, pu continuare a un grado piu profondo
una preparazione dottrinale rimasta incompleta fino a
quel momento
5
Senza affatto sminuire l'esigenza
preliminare di un'adeguata chiarificazione teorica pri-
ma dell'iniziazione, ci lascia intendere chiaramente
che vi la possibilit di un approfondimento dottrina-
le successivo al momento in cui si entra a far parte di
un'organizzazione iniziatica, approfondimento che pu
sere aiutato nell'ambito di quest'ultima. Nello stesso
l ' mpo, bisogna pure ammettere che si tratta soltanto
di una possibilit, restando poi problematica per un
aspirante, specialmente nelle condizioni attuali, la que-
sl ion di trovare un ricollegamento iniziatico attraver-
. o i l quale si incontri effettivamente un orientamento
d !I li ri n al valido e - se tale la natura della sua
l fn r ;, - corrispondente alla dottrina tradizionale inte-
, r:dl s posta nell'opera di Ren Gunon: ma si tratta
d lt ll 'n d i una questione pratica, sulla quale non pensia-
'"' 1 : i 11 i l a o di soffermarci.
l <: 1. Ori ' nl et ccident , pa rte n, CflJ. TTT.
1\ < :,, :, ,111
1
l ll il inl it)ll N spir i! Nelle, cnp. V: Il
'' '''' ' ' ,/11 l'tl lltid)('lllt '/11 i l! i tinli tfll l', j) . ' (p. >7 d ll n lracluzionv
li .JJil l ol )
RIVISTA DI STUDI TRADIZIONALI
III
VIVERE E MORIRE
Vi anche un altro tipo di equivoci, riconducibile
ad argomentazioni di questo genere: prima di pensare
alla via iniziatica occorre vivere la vita umana di que-
sto mondo; se con l'iniziazione si tratta di affrontare
la morte iniziatica , e se questa, ben lungi dall'esse-
re soltanto simbolica , anzi assai piu reale e radica-
le della morte fi sica
6
, allora bisogna prima essere gi
pronti a morire, e a questo scopo occorrerebbe avere
gi sufficientemente vissuto, almeno quanto dovuto
per consumare il proprio bagaglio di illusioni.
A dire il vero, il ragionare in questo modo gi un
segno della mancanza di un'aspirazione iniziatica, o
del fatto che essa non ancora matura, e non certo il
caso di opporsi a questa constatazione. Quello che oc-
corre fare a questo proposito soltanto cercare di chia-
rire i malintesi che si dissimulano in quel ragionamen-
to che pu apparire, sotto un certo aspetto, giustificato.
Se per vivere in questo mondo si intende voler par-
tecipare alla corrente dell'ambiente profano, bisogne-
rebbe essere consapevoli di quello che ci pu comp r-
tare per la propria individualit, nel senso di uno svi -
luppo indefinito di determinazioni e di legami che di
per s non conducono affatto all'esaurimento dell i llll -
sioni, e rischiano di produrre piuttosto una molti p l i<: a
zione di barriere sempre piu difficilmente superabi l i.
Quanto alla vera portata della mor te iniziati a,
ben giustificato tenerla presente ed essern cos ictl l i,
sia pure necessariamente soltanto in modo t ri o, pt i
ma di assumere l'impegno di un'iniziazion n n ci :n
< J r. l . ; u( non, !l pl'r('/1 1' .l'Ili' f' l lli l int ioll, t'np. XX VI, / >, /,J
111111'1 illilitl litfl ll' (v . In ll'lld"zilll l\ ' l> tl 11. '1 1 di I'viNIII) .
I MPEDIMENTI ED EQUIVOCI NELLA RICERCA DI UNA VIA INIZIATICA
r poi nulla di strano se se ne trarr la conclusione che
in fondo ci non corrisponde alla propria reale aspira-
zione, almeno al momento presente; e si potrebbe ag-
giungere che appunto per corrispondere a questo tipo
di situazione umana esistono e si sono diffuse le religio-
ni nel mondo, con possibilit di adesione a forme exote-
riche della tradizione tali da garantire la salvezza indivi-
duale
7

Nello stesso tempo, occorre per anche tener presen-
te che, pur essendo l'essenza dell'iniziazione sempre
identica e al di sopra delle forme, essa assume tuttavia
modalit molto diverse che comportano, per chi si acco-
sti ad esse, delle distinzioni assai rilevanti.
A questo proposito, accenniamo appena alla distin-
zione generale tra i grandi misteri ed i piccoli
misteri che sono ad essi subordinati: La conoscen-
za dei "piccoli misteri", che la conoscenza delle leggi
del divenire, si ottiene percorrendo la " ruota delle co-
se", ma la conoscenza dei "grandi misteri", che quel-
la dei principi immutabili, esige la contemplazione im-
mobile nella "grande solitudine", nel punto fisso che
iL centro della ruota, nel polo invariabile attorno al
r; ttale si compiono, senza che esso vi partecipi, le rivolu-
zioni dell'Universo manifestato
8
Quanto poi alle
cond izioni preliminari richieste, ricordiamo che esisto-
7
'Na iLiralmente, espnm1amo questa considerazione in modo
d,l ltlll o g n ri co, restando poi da vedere in modo specifico se si
l111 11 i di forme religiose autentiche, quali siano le conseguenze di
Vl' lllll nl i d generazioni, e quali siano le condizioni di efficaci a a
' Ili 1 i H i dov r attenere nei singoli casi.
11
(:l'r. lv onclusioni dell'articolo di Ren Gunon, A propos de
/', l rndott o nel n. 54-55 eli questa rivista; su questo argo-
Ili< 11 111 , t il', nn 1, ll pf!r11s s11r t'Initiation, cap. XXXIX, Grands
1'1/r'll' l t'l f 11 '1i l1' 111)1.\' l hcs, Lr <t lott o nel n. 37 el i qLi es la rivista.
l' lll lll t'' lll , ij ll ts tv 'OII sidt. rnzioni rigu:lrd<lnti In nntu ra intr insc a d l-
l 11 i11 ll ll t r11 111 11 dvi 11111 n indip 'IHivnti d:dlt- situnzioni di fnt to
11, 1 VI I 1111 1111 11 i 11 SIII 1111 itc n dt v intr .
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no vie iniziatiche che presuppongono gi indispensabil-
mente il distacco da questo mondo e persino dai mon-
di superiori, con l'avvertimento di conseguenze cata-
strofiche per chi si sia ricollegato ad esse senza rispetta-
re tale presupposto
9
; ed esistono vie graduali che, con
metodi diversi, assumono l'individualit dell'iniziato
quale essa in partenza con i naturali legami e bisogni
di questo mondo, e, se esistono le qualificazioni adegua-
te, sono suscettibili di inglobare e ordinare tutta la sua
vita (a cominciare da un necessario lavoro di purifica-
zione). In tal modo, il ciclo di esistenza terrestre potr
essere qualificato ed orientato al compimento integrale
delle possibilit umane
10
, non certo ottenibile median-
te uno sviluppo indefinito, ma proprio nel sacrificio
11
dell'individualit, indispensabile per condurre nel sen-
9
Ci riferiamo in particolare agli espliciti avvertimenti di Shri
Schankaracharya e di altri testi tradizionali a proposito della <<via
diretta del Vdnta: su questo argomento, rimandiamo alle citazio-
ni del Viveka-chUda-mani contenute nell'articolo Questioni prati-
che, nel n. 13 di questa rivista, pp. I69-17r.
10
A tale fine, si comprender l'importanza di ricollegarsi a
una forma iniziatica appropriata, a cui la propria individualit si
possa conformare. Inoltre, sotto questo aspetto e con il presuppo-
sto di una preparazione adeguata, indubbiamente preferibile che
il ricollegamento avvenga al piu presto per quanto riguarda l'et
dell'aspirante all'iniziazione ( noto che per l'apprendistato nell'anti-
ca Massoneria operativa, peraltro in condizioni molto diverse da
quelle attuali , si parlava del periodo dai 14 a 2I anni di et) : per
forza di cose, ci consente infatti di operare con un'individualit
piu facilmente o meno difficilmente plasmabile, oltre a corrisponde-
re all'avvertimento Ars longa, Vita brevis ; ed all'esigenza di
non trascurare possibilit che, nel continuo mutare delle circostanze
del mondo attuale, potrebbero non piu presentarsi in un momento
successivo.
Il Si pu naturalmente ricordare, a questo riguardo, oltre al
senso solitamente acquisito dalla parola sacrificio, il suo significato
etimologico da sacrum facere , rendere sacro, con implicazio-
ni di carattere simbolico e rituale e con una conseguente partecipa-
zione a un ordine superi ore di r alt?t.
) .
IMPEDIMENTI ED EQUIVOCI NELLA RICERCA DI UNA VIA INIZIATICA
so pm pieno all' effettiva morte iniziatica
12
, pre-
supposto a sua volta di ogni realizzazione sopra-indivi-
duale.
Si comprender dunque come, dal punto di vista
dell'aspirante all'iniziazione, si prospetti come negati-
va (sia ai fini della realizzazione sopra-individuale che
per la stessa realizzazione sul piano umano) l'eventuali-
t di rimanere imprigionato nelle spire della condizio-
ne profana, quali che siano la gravit e i rischi dell'im-
pegno iniziatico.
IV
LA GRANDE DISCREPANZA
In generale, coloro che a seguito dell'opera di Gu-
non sono interessati ad una ricerca iniziatica sembrano
portati assai piu spesso a illudersi sulle loro possibilit
e ad apprezzare eccessivamente le loro qualificazioni
piuttosto che a sottovalutarle.
Ci abbastanza naturalmente legato al punto di
vista individuale di ciascuno. Ma vi pure il caso con-
trario, quello di chi, almeno in certi momenti e per
certi aspetti, tende a sminuire le sue possibilit; e an-
che questo fatto pu dissimulare in fondo un equivoco
strumentale per non affrontare certe cose, alle quali
del resto pu darsi che non si sia preparati. Ci non
toglie che sia opportuno chiarire certi malintesi al ri-
guardo, abbastanza facili nelle condizioni attuali.
12
Questo senso piu pieno propriamente quello della secon-
da morte , la morte psichica che segna il passaggio alla resur-
r zion<.: n l dominio della spiritualit. Si pu d'altra parte osserva-
r ck , pri1nn di ci, ogni cambiamento di stato comporta una
rdnti vn < IIHII'It > ri sp lto alle condizioni prece lenti e una nasci-
In 1i rqwll 11 11 essive; per cui al c n lt o d i via iniziatica
gl'lHIII HI 11111 i '111111111' logic: tm n te anche una pmd u;dit i\ di morti
' "', ""'' JII 'I'JII II 'I\Zion al sup tan vnt o dell o stn to umano
( l t 1'11
1
11/,1 ,/, \'tllrll l'ttirlizionnfi, n. pp. 1(1 6t)) .
RIVISTA DI STUDI TRADIZIONALI
Il fatto che il contatto con l'opera di Gunon
suscettibile di risvegliare una rispondenza di una pro-
fondit inaspettata e sconvolgente, la quale si trova
per almeno inizialmente a coesistere con inclinazioni
e aspetti individuali del tutto eterogenei e contrastan-
ti. Senza dubbio necessario e utile esserne in qualche
modo coscienti; ma ci pu anche portare talvolta a
squilibr eccessivi, ai quali si possono ricollegare poi
forme di autodifesa e di disimpegno del genere di
quelle a cui abbiamo appunto accennato in precedenza.
A questo proposito, importante capire una situa-
zione generale in cui l'eterogeneit difficile da coordina-
re degli aspetti individuali non solo possibile, ma per
lo piu conforme alla natura delle cose in questa fase
finale del ciclo di manifestazione della presente umani-
t. Vi da applicare in questo contesto la concezione
gi ricordata del rapporto esistente tra l'uomo e l'am-
biente, in una relazione intima e qualitativa che va
ben al di l di ci che visibile secondo le semplici
apparenze della vita ordinaria. Cosi, mentre la con-
dizione primordiale di uomo vero , passivo verso il
Cielo e attivo verso. la Terra , implica di per se stessa
l'effettiva capacit di determinare e ordinare tutto il
mondo terrestre
13
, le diverse fasi di allontanamento
da quella condizione hanno avuto il loro riscontro im-
mediato nelle diverse fasi di modificazione dell'ambien-
te. Appunto a questa generale modificazione corrispon-
de tra l'altro il fatto che le individualit degli uomini
si sono solidificate in modo sempre piu separati-
va nella modalit corporea, per trovarsi poi spinte ver-
so la dissoluzione
14
Ricordiamo soltanto di sfuggita
13
Su questo tema rimandiamo al libro di Gunon La Grande
Triade.
14
Come noto, questi argomenti si trovano ampiamente espo-
sti nell 'opera di Gunon Le Rgne de la Quantit et les Signes des
Temps.
IMPEDIMENTI ED EQUIVOCI NELLA RICERCA DI UNA VIA INIZIATICA
questi aspetti caratteristici del mondo attuale, che del
resto assumono forme largamente differenziate nei sin-
goli casi individuali; e in questo quadro generale si
pu dire che ciascuno si trova a suo modo a portare il
carico dei condizionamenti che si sono accumulati fino-
ra attraverso tutto lo sviluppo ciclico dell'umanit:
una sorta di malattia cosmica ereditata e fattasi per
tanti sintomi acuta in questi ultimi tempi .
Prender coscienza di questa malattia cosmica e
delle forme che di essa sono discernibili nel caso della
propria individualit non dovrebbe per indurre allo
scoraggiamento, ma dovrebbe piuttosto suscitare l'esi-
genza impellente di una corrispondente guarigio-
ne 15 .
Senza dubbio i sintomi di quella malattia cosmi-
ca possono essere piu o meno gravi nei singoli casi; i
difetti possono essere piu o meno irrimediabili, le con-
traddizioni piu o meno ardue da risolvere, le dispersio-
ni piu o meno difficili da ricondurre all'unificazione e
gli squilibr piu o meno determinanti (tanto da essere
spesso di fatto delle vere e proprie squalificazioni per
l'una o per l'altra via iniziatica, secondo un giudizio
che del resto non spetta a chi ad esse estraneo). Ma
in certo qual modo ancor piu fondamentale dei sintomi
della malattia da curare il senso attribuito alla
guarigione che, in definitiva, si aspira ad ottenere,
e che pu essere intesa con significati ed a livelli molto
diversi. Da ci dipende tutto il cammino da percorrere
ed il modo di affrontarlo, e a questo proposito non
dovrebbero esserci equivoci.
Ora, per la dottrina tradizionale integrale esposta
da ., n < u <n n e per chi ha aderito ad essa, qualun-
11
A qlll ' il l tint1111do, \ in l rcssa nte notare che la parte della
vi11 i1ti :J: III Ii111 1!11 llt llolll ll ' td 1i. tnhil im nto dell o stato primordia-
1<- >' Jl"" 1 111 ' ''l 'l'" 1 "'"'" 1 " ''"' t fll !l r s ~ l t ~ l1n o il ciclo di
HviltiJII "' dlil
1
11111 tllill l, li1111 11li 11 11 11 ""i11i 11 v.
l l
RIVISTA DI STUDI TRADIZIONALI
que siano le difficolt, il peso dei condizionamenti del
proprio punto di partenza e la lunghezza della via da
percorrere passo per passo nel campo relativo delle con-
tingenze, non si tratta soltanto di una guarigione
da determinate condizioni sfavorevoli, come quelle del-
la nostra epoca, o di tutto il kali yuga , o di qualun-
que altra specifica condizione: si tratta della guarigio-
ne totale dalla separativit della manifestazione, o,
per esprimerci piu semplicemente, della guarigione
dall'esistenza: non per nulla nell'esoterismo islamico
detto che l'esistenza un peccato al quale nessun
altro pu essere paragonato.
Ricordiamo questa espressione soltanto in forma al-
lusiva, senza certo pretendere di formulare qui la conce-
zione metafisica che vi implicita
16
; aggiungiamo sol-
tanto che si tratta di una concezione della Verit tale
che, quando un essere si sia risvegliato ad essa, non
potr piu riconoscere nessun'altra realt e nessun'altra
meta come assoluta e definitiva, qualunque siano le
sue provvisorie barriere e illusioni.
Si potr forse restare sbigottiti nell'intravedere la
grande discrepanza tra quella concezione metafisica e i
vincoli delle proprie caratteristiche individuali di occi-
dentali alle soglie dell'anno 2000 (anche se in realt,
per la propria costituzione profonda, non ci si riduce
ad essere degli uomini moderni )
17
; ma, una volta
16 Ovviamente, il riferimento allusivo di cm Cl serviamo po-
trebbe anche suscitare altri equivoci ; a questo proposito, potrem-
mo ad esempio rimandare, oltre che all'opera di Gunon, ai testi
tradizionali in corso di pubblicazione su questa rivista, come quello
dell'esoterismo islamico sulla povert che si trova in questo
stesso numero, o il Trattato dell'Unit (pubblicato nei nn. 7 e 8),
e quelli che espongono la dottrina dell'Advaita-Vdanta.
17
Ricordiamo a questo proposito queste importanti precisazio-
ni di Ren Gunon: L'" uomo moderno" veramente non atto a
ricevere un'iniziazione, o per lo meno a pervenire all'iniziazione
effettiva; ma dobbiamo aggiungere cbe vi sono tuttavia delle eccezio-
IMPEDIMENTI ED EQUIVOCI NELLA RICERCA DI UNA VIA INIZIATICA
che sia sorta una reale comprensione al riguardo, non
la si potr piu ignorare, e quella grande discrepan-
za dovr pure essere affrontata. Si pu dire allora
che quanto piu stretti sono i condizionamenti, gli attac-
camenti e i legami che vincolano alla dispersione della
propria individualit, tanto piu lunga e travagliata ap-
parir la via da percorrere e tanto maggiori saranno gli
sforzi richiesti
18
; ma ci non toglie nulla all'esigenza
di cui si tratta.
Nella conclusione di Oriente e Occidente Ren
Gunon scriveva che quando vengono assimilate cer-
te verit non si pu piu perderle di vista n rifiutare di
accettarne tutte le conseguenze; esistono degli obbli-
ghi inerenti ad ogni vera conoscenza) in confronto ai
quali tutti gli impegni esteriori appaiono vani e deriso-
ri) tali obblighi) proprio perch puramente interiori)
sono i soli che non si possono mai eludere
19
Que-
ste considerazioni, riferibili a gradi di conoscenza diver-
si, trovano senza dubbio una loro applicazione anche
per ciascuno di coloro che hanno riconosciuto interior-
mente un'effettiva rispondenza alla dottrina tradiziona-
le che hanno trovato esposta nell'opera di Gunon.
ni, e ci percb, nonostante tutto, esistono ancora attualmente,
anche in Occidente, degli uomini che, per la loro "costituzione
interiore", non sono degli "uomini moderni", che sono capaci di
comprendere che cos' essenzialmente la tradizione, e che non accet-
tano di considerare l'errore profano come un "fatto compiuto"; ed
esclusivamente a questi che abbiamo sempre inteso rivolgerei.
(Mtaphysique et Dialectique, II cap. di Initiation et Ralisation
s pirituelle).
18
Peraltro, importante osservare, sotto un altro aspetto,
cl l:1 di s T p8 nza tra la relativit dell'esistenza illusoria e la Veri-
svmprv 11 1\ ll:tlm nte incommensurabile qualunque sia il punto
di pnrl t' II Y, n, 1111 11 vssvndo i omune misura tra i due termini; men-
I l'l' dn 1111 plllil ll di visln nn or:1 piu vero e definitivo non vi
nvpplll 't ' 11111 1111 11 1111 11 l't n l t .
1
'
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RIVISTA DI STUDI TRADIZIONALI
Nello stesso brano, egli parlava di un cmpito arduo
e non privo di contrariet , ma affermava anche netta-
mente quale sia la potenza insita nella verit, e di
certo le sue affermazioni al riguardo valgono per ciascu-
no esattamente nella misura in cui aderisca effettiva-
mente ad essa e mantenga tale adesione: Quando si
ha dalla propria parte la potenza della verit, quand'an-
che non si possieda nient'altro di fronte agli ostacoli
piu temibili, non si pu cedere allo scoraggiamento per-
ch questa potenza tale che nulla riuscir infine a
prevalere su di essa: soli possono dubitarne coloro che
non sanno che tutti gli squilibrt parziali e transitori
devono necessariamente concorrere al grande equili-
brio totale dell'Universo.
GIOVANNI PoNTE
POVERT E RICCHEZZA
una constatazione corrente che il numero di colo-
ro che ai giorni nostri sono attratti dalle dottrine tradi-
zionali, e quindi in grado di comprenderle in qualche
misura, non molto elevato; l'essere compresi in que-
sto numero perci gi l'indizio di una condizione
favorevole abbastanza eccezionale, della quale norma-
le che ciascuno approfitti concentrando tutte le sue for-
ze per portare le proprie conoscenze fino al termine
consentito dal suo orizzonte intellettuale .
Non bisogna per credere che, per il solo fatto di
essersi accostati alle dottrine tradizionali e di aver ma-
gari ottenuto un ricollegamento iniziatico valido e rego-
lare, si sia assiomaticamente al riparo dal pericolo di
interpretazioni dottrinali ancora molto superficiali e,
in quanto tali, soggette all'influsso della mentalit del-
l'ambiente in cui ci si trova in conseguenza della pro-
pria nascita, mentalit che, nel nostro caso di Occiden-
tali moderni , come si sa, il prodotto di tendenze
esattamente opposte a quelle che concorrono a forma-
re la mentalit tradizionale.
Sar anzi proprio in questa fase iniziale della pro-
pria carriera iniziatica che si correranno i maggiori
r.ischi di 1rovarsi impreparati di fronte ad attacchi del-
l forz' avv ' rs' , suscitati dallo stesso tentativo di
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