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DE Kerkhove D.

“…i nativi rendono pubblica la loro identità.


La socializzano sui blog e i social network,mettendo in atto una trasversalità espressiva nuova, in
cui la reputazione pubblica diventa il loro capitale. E questo potrebbe sembrare un dato positivo, ma
ha anche i suoi lati negativi. …la memoria personale è ovunque…l’identità diventa sempre più
fluida. In rete ci sono moltissime tracce del nostro sé: quelle lasciate da noi e quelle pubblicate da
altri.”

I nativi digitali

È indubbio che chi è nato e cresciuto in piena rivoluzione neotecnologico porta con sé qualcosa di
profondamente differente rispetto a chi è nato e cresciuto prima di questa rivoluzione. Nascere e
crescere in un mondo stravolto celermente dall’affermarsi delle nuove tecnologie ha implicato un
cambiamento dei processi cognitivi di base. I giovanissimi, oggi, non prendono possesso del mondo
nello stesso modo in cui l’abbiamo preso noi durante i nostri anni: è una condizione che si avverte
profondamente tanto da creare un divario tecnologico generazionale tra essi,chiamati nativi digitali,
e noi…immigrati digitali. Ma con la nascita dei social network si è affermato un nuovo modo di
socializzare che coinvolge, anzi è diventato parte integrante della vita quotidiana di ognuno di noi,
indipendentemente dalla generazione cui si appartiene.
Pensieri, drammi interiori, semplici battute, riflessioni ma anche risse: sul web tutto ciò che privato
diventa pubblico; istantaneamente in ogni parte del mondo. Con tutti i rischi che a volte questo
comporta: chi condivide filmati, foto,momenti di vita attraverso Internet spesso si rivolge ad una
fascia di utenti ristretta, come gli amici, ignorando però che esiste una fascia molto più estesa di
persone che possono leggere o guardare tali contenuti. Quindi possiamo affermare che se da un lato
la rete rappresenta uno strumento per isolarsi, dall’altro lato è uno spazio per dire cose private in
pubblico; per esprimersi, per iniziare conversazioni attraverso blog e forum su temi trascurati dalla
televisione , dalla radio e dai giornali, talvolta anche dalla famiglia. È qui che i ragazzi si sfogano, si
confrontano e filmano quello che vedono.
Ciò che avviene con i social network è un processo che vede aggregarsi i pattern identitari: i diversi
strumenti posseduti non costituiscono elementi che ci permettono di sviluppare identità sociali
mutiple ma forniscono diverse espressioni che contribuiscono a rappresentare la propria identità;
per cui l’identità reale e quella virtuale si sovrappongono trasformandosi in identità fisica e identità
digitale ma entrambe assolutamente reali. Infatti l’intento non quello di mascherare la propria
identità ma di esprimerla in forme e con strumenti diversi. Anche nella vita quotidiana ognuno di
noi assume identità e atteggiamenti sottilmente differenti, basti pensare ad esempio al nostro modo
di comportarci quando stiamo con gli amici che è totalmente diverso da quello che utilizziamo in
famiglia o in ambiente di lavoro ecc.. .
La rete nei social network come Facebook diventa un ambiente in cui il diario che si era sempre
aperto ad un circolo ristretto di persone generalmente diverse da quelle frequentate tutti i
giorni,diviene un diario pubblico aperto,in cui l’autore rischia di esporsi troppo se non ha la
consapevolezza della scomparsa di quelle barriere che prima dividevano i diversi universi nei quali
normalmente ci muoviamo. Qui l’identità diventa condivisa e le reti sociali che si sviluppano on
line fanno di Internet un “condominio”,una piazza, come definiscono alcuni studiosi,in cui tutti
possono sapere tutto di tutti.
La privacy è un altro grande argomento su cui si discute di più da quando esistono blog e social
network come Badoo,Facebook. Dovrebbe rientrare nelle norme del buon senso il fatto che
pubblicando qualcosa, ad esempio su Facebook, essa diventa di fatto dominio pubblico. Tuttavia
molti lo dimenticano e non è la prima volta che si assiste a situazioni in cui incauti utenti finiscono
per essere vittime delle loro confessioni on line. Sarebbe consigliabile quindi leggere attentamente
tutti i diritti sulla privacy prima di iscriversi.
D’altro canto i lati negativi sono più legati alla salute: molti studi hanno affermato che abusare di
social network può portare le giovani menti alla depressione; quindi proprio i social network creati
per stimolare l’interazione tra le persone ha contribuito alloro isolamento e all’impoverimento della
capacità delle persone di leggere il linguaggio del corpo.
A mio parere,ora il problema non sta nel quantificare i lati negativi e i lati positivi apportati dalla
rete sociale dei network,del resto tutto ciò che riguarda la socializzazione e la comunicazione porta
con sé il suo grande bagaglio di elementi che giocano a favore degli utenti e la loro controparte.
Bisogna quindi trovare il modo per far sì che gli elementi positivi prevalgano sugli elementi
negativi.

Capasso Assunta

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