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Siamo soliti dire: questi libri sono di Cicerone; i medesimi, il libraio dice sono suoi. Luna e laltra cosa /ambedue le
cose sono vere:luno infatti se li attribuisce come autore, laltro come compratore, e giustamente si dice che siano di
ambedue:infatti sono di ambedue (=appartengono ad ambedue),anche se non allo stesso modo. Fabulla giura che
sono i suoi, i capelli che ha comprato. Giura forse il falso? /Forse che giura il falso? Non credo / credo di no: infatti, una
volta che si pagato il prezzo, i capelli diventano un buon diritto di colui che ha sborsato il denaro.

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Pericle, uomo di somma facondia, impose il gioco della servit sul collo della libera Atene: infatti gir e rigir quella
citt a suo arbitrio, e pur parlando contro la volont del popolo, nondimeno, le sue parole erano piacevoli e gradite al
popolo. E cosi la mala lingua della Commedia Antica, sebbene desiderasse criticare la potenza delluomo, tuttavia
ammetteva che sulle sue labbra risiedeva una grazia pi dolce del miele e diceva che nei cuori di coloro che lo avevano
ascoltato, restavano come degli aculei. Si tramanda che un tale, avendo presenziato, quando era molto vecchio, al
primo discorso di Pericle giovinetto e avendo egli stesso da giovane ascoltato Pisistrato, gi molto avanti negli anni che
parlava in assemblea, non si trattenne dallesclamare che bisognava guardarsi da quel cittadino perch il suo modo di
parlare assomigliava moltissimo al modo di parlare di Pisistrato. E quelluomo non singanno ne nella valutazione
delleloquio, ne nella previsione del suo carattere. Che differenza ci fu intatti tra Pericle e Pisistrato, se non che il
primo resse la tirannide con le armi e il secondo senza?

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Tranquillo mio intimo amico, vuole comprare un piccolo campo, che si dice che lamico tuo intende vendere. Ti chiedo
di aver premura che quello paghi il giusto prezzo. Cos infatti si compiacer di averlo comprato. Infatti, un cattivo
acquisto sempre fastidioso, tanto pi perch sembra rinfacciare al padrone la stupidit. Ma molte cose in quel
podere, stuzzicano lappetito del mio Tranquillo, se solamente il prezzo fosse giusto: la vicinanza della citt, la
comodit della strada, la dimensione misurata della fattoria, un terreno di dotti, come Tranquillo, basta e avanza
tanta terra da poter distendere i nervi, rifarsi gli occhi, camminare piano lungo il confine della propriet, percorrere un
solo sentiero, imparare a conoscere, tutte le loro pianticelle di vite e contare gli arboscelli. Ti ho esposto questi infatti
affinch tu comprenda meglio quanto quello sar debitore, e quanto io ti sar debitore, nel caso possa comprare
questo piccolo podere che reso pregiato da queste qualit, tanto a buon prezzo che non lasci spazio al
ripensamento.

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Augusto, dopo la battaglia di Azio, mentre raccoglieva un grandissimo trionfo a Roma, tra quelli che si congratulavano,
si fece avanti un tale che teneva in mano un corvo, al quale aveva insegnato a dire: Ave cesare, imperatore
vittorioso. Ottaviano, a cui interessava conciliare a s lanimo dei cittadini, fece acquistare il servizievole pennuto al
prezzo di 20000 sesterzi. Poco dopo essere avanzato per la via, fu salutato nello stesso modo da un pappagallo, che
ordin di comprare allo stesso prezzo. Lesempio di tanta liberalit sollecit un calzolaio, che altrettanto cominci ad
insegnare a un corvo lo stesso saluto. Ma alluccello che non rispondeva, il padrone spesso era solito dire: il lavoro e
il sacrificio sono sprecati. Un giorno tuttavia, quando il corvo cominci a pronunciare il saluto (6), il calzolaio attese
Augusto per la via. Ma udite le parole, limperatore, indifferente a tale saluto, disse: mi basta il saluto come quelli di
casa. Allora il corvo, ricordando le parole che il padrone soleva dire disse: il lavoro e il sacrificio sono sprecati!.
Cesare rise,e comand di comprare luccello ad un prezzo che nessuno aveva pagato prima.

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Catone in tutti i campi fu di singolare operosit. Infatti fu sia un abile contadino, sia un esperto giurista, sia un grande
comandante, sia un oratore degno di nota, sia un uomo interessatissimo alle lettere. Bench avesse intrapreso lo
studio delle lettere vecchio di cinquanta anni, fece tuttavia un tale progresso in esse da non potersi trovare
assolutamente niente che gli fosse sconosciuto n nelle cose Greche n in quelle Italiche. A partire dalladolescenza
scrisse molte orazioni, nelle quali si scopre molto vigore; da vecchio intraprese la stesura di opere storiche. Di queste
esistono sette libri, il primo dei quali contiene le imprese dei re del popolo Romano, il secondo ed il terzo
comprendono le origini di ciascuna civilt italica, e per questo decise di chiamare questi libri tutte le origini. Poi, nel
quarto libro ce la prima guerra Punica, nel quinto la seconda. Allo stesso modo tratt delle altre guerre fino alla
pretura di Servio Galba, che sconfisse i Lusitani. Di queste guerre non nomin i comandanti, ma annot le vicende
senza fare nomi. In tutti i suoi libri compare molto loperosa e diligente ricerca, per niente la dottrina. In Catone
(scittore), poi vedo soprattutto come dalladolescenza fino alla vecchiaia avanzata, mai smise di farsi dei nemici per
difendere la causa della cosa pubblica.

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Non ammiriamo forse la fermezza di Teodoro, non sconosciuto filosofo di Cirene? In effetti, poich il re Lisimaco aveva
ordinato che fosse messo in croce, disse: Queste terribili minacce possono essere per codesti tuoi dignitari: a me per
la verit non interessa per niente se imputridisca a terra o sollevato in alto. Mi viene in mente anche di Socrate, il
quale, dopo aver discusso dellimmortalit delle anime e mentre gi incalzava il momento della morte, essendogli
stato chiesto dove volesse essere sepolto, disse Ho impiegato molto lavoro invano, amici miei: non sono infatti
riuscito a convincere il nostro Critone che io me ne voler via da qui dopo la morte, e che non lascer nulla di me.
Tuttavia, Critone, se sarai riuscito (riuscirai) a seguirmi, seppelliscimi, come ti sembrer opportuno, ma , credimi,
nessuno di voi, mi raggiunger, quando me ne sar andato da qui. Pi duro di queste parole, Diogene ordin di
essere gettato insepolto disse ma mettermi vicino un bastone, col quale possa scacciare le belve, Ma in che
modo potrai farlo, chiesero quelli, se non sentirai nulla?. in che cosa allora nuoceranno- rispose il filosofo- le
lacerazioni delle belve a me, che non sentir nulla?

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Dopo Servio Tullio ottenne il regno Lucio Tarquinio, al quale i Romani diedero il soprannome di Superbo, non solo
perch aveva proibito la sepoltura del suocero dicendo che anche Romolo, morendo, non aveva avuto sepoltura, ma
anche per la durezza del suo comportamento. Infatti, dal momento che gli interessava soprattutto regnare senza
avversari, colp con lesilio o altre pene i pi insigni tra i senatori, che riteneva avessero parteggiato per la causa di
Servio. E noto a tutti che egli, primo tra i re, avesse amministrato lo stato con un proposito personale e familiare.
Infatti effettu guerre, accordi di pace, trattati e alleanze per il suo vantaggio privato, e si riappacific con chiunque
volle, senza lapprovazione del popolo e senato. Infine i Romani si stancarono delliniquo dispotismo dei Tarquini, e
cos mentre il re assediava Ardea, citt dei Rutuli non lontana da Roma, perse l regno. Infatti, poich suo figlio Sesto
aveva oltraggiato con unignobile offesa Lucrezia, nobilissima donna, che Collatino aveva sposato, e costei, per lonta
dellaffronto si era suicidata, L. Giunio Bruto eccit il popolo e lo convinse ad abrogare il potere al re e a cacciarlo in
esilio.

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Antioco, re della Siria, trasfer contro i Romani in Grecia milizie tanto grandi quanto mai nessun imperatore trasfer in
oriente. Ma tuttavia egli, avendo trascurato la disciplina militare e del suo esercito, fu sconfitto dai Romani. Infatti,
essendosi recato presso Calcide, preso dallamore di una vergine di straordinaria bellezza, come se fosse nella pace
centrale, celebr le nozze e trascorse il resto dellinverno, tralasciata ogni preoccupazione delle imprese militari,
dimenticandosi della guerra, nei banchetti e nel sonno. Lo stesso lusso conquist tutti gli ufficiali che erano stati posti
al comando dei quartieri invernali dappertutto in Beozia; si erano dati allo stesso lusso anche i soldati, e nessuno di
loro fece avanzare le armi o mantenne il luogo di sosta o la veglia o fece qualunque cosa che spettasse allopera
militare o allincarico, ma dimentic ogni disciplina militare. Perci allinizio della primavera quando il re era giunto a
Cheronea dove era convenuto tutto lesercito, not facilmente che i soldati avevano trascorso linverno con nessuna
disciplina pi severa del comandante. Un poco dopo vinto, presso Termopili, da Manio Acilio Glabrione, console
romano. Fu scacciato dalla Grecia e la maggior pare dei suoi soldati o furono uccisi o catturati.

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Damone e Finzia, filosofi pitagorici e uomini di eccellente virt, avevano stretto amicizia tra loro. Quando Dionisio,
tiranno di Siracusa, condann a morte uno dei due e quello chiese al tiranno un po di tempo per tornare a casa, prima
di morire, e riordinare le sue cose, laltro non esit a offrirsi come garante per il ritorno dellamico. Era stato salvato
dal pericolo di morte uno che poco prima aveva il collo messo sotto la spada; sotto quella stessa spada mise il suo
collo quello che poteva vivere sicuro. Pertanto tutti e per primo Dionisio videro lesito di quel nuovo e incerto
avvenimento. Avvicinandosi il giorno stabilito e non tornando quello, ciascuno tacciava quel temerario garante di
stoltezza: ma egli ammoniva di non temere nulla della coerenza dellamico: infatti in quello stesso momento giunsero
il tempo stabilito da Dionisio e laltro. Allora il tiranno si pent della sua crudelt e non solo revoc la pena ma inoltre
chiese a Damone e Finzia di accoglierlo come terzo amico.

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Tutte le cose sono misere nelle guerre civili, ma nulla pi misero della stessa vittoria che, sebbene giunga ai migliori,
li rende pi feroci e prepotenti: infatti dopo la vittoria, il vincitore deve fare molte cose, anche per lo sconfitto,
affinch il giudizio che ebbe in guerra come alleati e fautori, sia soddisfacente e compiacente. Se pertanto ti stette a
cuore non essere supplice del vincitore e porre tra le cose trascurabili le tue cose e prenderti maggior pena della
Repubblica, vedi di non essere di animo superbo e di non respingere la liberalit del vincitore. Ora infatti nessun luogo
ti deve essere pi dolce della patria e non devi preferirla di meno perch malridotta, piuttosto compatiscila e non
privarla, gi stata privata di molti e illustri uomini, anche del tuo aiuto. Se meglio essere senza patria piuttosto che
prendere le armi contro i cittadini, tipico dellanimo severo non desiderare per lungo tempo la patria nel caso in cui
la pace faccia il ritorno. E infine se codesta vita ti sembra essere pi conveniente, compi molte opere affinch tu sia
anche pi sicuro; pertanto spetta a te provvedere allincolumit sia della (tua) vita sia dei tuoi beni.

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M. Pomponio accusava L. Manlio di aver violato la legge e di eccessiva severit, giacch Manlio, contravvenendo
(appunto) alle leggi, aveva protratto i giorni della propria dittatura ed aveva segregato il figlio Tito dal consorzio
umano, costrigendolo a vivere in campagna. Della qual cosa Tito si rincresceva moltissimo. Ciononostante, quando
Tito venne a sapere che il padre aveva delle noie da Pomponio, fece ritorno a Roma di nascosto e, giunto sul far del
giorno a casa sua, impugnata la spada sopra il capo di lui, lo costrinse a giurare che avrebbe desistito dallaccusa di
Manlio. A Pomponio, chera tribuno della plebe, interessava moltissimo accusare Manlio, sostenitore dei patrizi,
eppure, bench avesse giurato costretto con la forza e atterito dalla spada, rinunci allaccusa e mantenne la parola
data. Tanto grande era ritenuto il valore del giuramento, presso gli antichi, che la realt veniva anteposta a
qualsivoglia vantaggio. Si riteneva, in effetti, che fosse di sommo interesse per lo stato che i cittadini fossero non solo
valorosi, ma anche onesti e leali, e disposti a subire ogni cosa piuttosto che venir meno alla parola data. A (buon)
diritto, dunque, presso di loro furono tenuti sempre in gran conto quei cittadini che mantennero, con scrupolo
donore, la parola data; di contro, furono puniti con lignominia, con la perdita dei diritti civili, con lesilio o con la
prigione coloro che avessero considerato di nessun conto un giuramento e violato

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Presso i Greci si dice che Temistocle lateniese fosse stato di incredibile saggezza ed intelligenza. Riguardo
questuomo mi sovviene alla memoria di quella battuta, con la quale rispose, quando una volta gli si era
avvicinato un certo tizio, di certo di gran cultura ma pure di notevole superficialit, che gli promise (di
istruirlo nell?arte della memoria, che a quel tempo, in Greca, veniva tenuta in grande prestigio. Quando
Temistocle gli domand quale utilit gli potesse portare tale arte, quel maestro di sapienza (gli) rispose che
coloro che essa faceva in modo che gli uomini, che lavessero conseguita potessero sempre ricordare tutto.
Al che Temistocle gli ribatt: Mi farai cosa assai pi gradita se mi insegnassi a dimenticare piuttosto che a
ricordare le cose che non voglio ricordare ( non stata ricopiata parte di questa frase). Che profondit di
giudizio in queste parole ! Di quanto acuto ingegno fu dotato queluomo! Riteneva infatti che molti sono gli
oltraggi e i torti, che sarebbe pi utile alluomo dimenticare e che inoltre molte sono le traversie, che
ricordare e cosa molto gravosa. Dal sapiente pi viene tenuta in stima la dimenticanza che il ricordo: infatti
duro, come dice il poeta Virgilio, rinnovare il dolore delle disgrazie passate.

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Silla, raccolto un esercito, torn a Roma e la occup militarmente (con le armi), cacci dalla citt Mario col
figlio r con Publio Sulpicio e, fatta una legge, li fece mettere al bando. I cavalieri, avendo raggiunto Sulpicio
nelle paludi di Laurento, lo trucidarono e la sua testa innalzata ed esposta davanti ai rostri fu come il
presagio delle imminenti proscrizioni. Mario, dopo il sesto consolato e a settantanni di et, spoglio/ in
veste succinta e ricoperto di fango, sporgendo soltanto con gli occhi e il naso, tratto fuori dal canneto
intorno alla palude di Marcia, nella quale si era nascosto mentre sfuggiva ai cavalieri di Silla che lo
inseguivano, gettatagli una corda intorno al collo, fu condotto per ordine del duumviro nel carcere di
Minturno. Mandato con la spada a ucciderlo uno schiavo pubblico, Germano di Stirpe, che nel caso era
stato catturato da quel comandante nella guerra contro i Cimbri, quando/come riconobbe Mario,
emettendo un forte grido per esprimere (lett. Con un forte grido che esprimeva) il suo sdegno per la
condizione di un uomo cos importante, gettata via la spada, fuggi dal carcere. Allora i cittadini, imparando
da un nemico a provar compassione di un uomo che poco prima era stato il primo cittadino di Roma,
fornitogli del denaro per il viaggio e procuratigli dei vestiti, lo imbarcarono sulla nave.

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