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Il regime fascista non fu un regime liberale. Non ci fu libertà di stampa, non ci fu libertà di associazione, non ci furono libere elezioni.
Eppure nessun governo dalla nascita dello Stato italiano ad oggi ha mai goduto di un consenso così vasto come quello goduto dal governo Mussolini. Forse per la prima volta nella storia il popolo si sentiva partecipe della vita e del destino della Patria.
Poteva questo esser merito esclusivamente, come qualcuno ha tentato di affermare, del potente apparato propagandistico del regime o, addirittura, dal magnetismo che emanava dalla figura del Duce? È difficile crederlo.
O era, più probabilmente, la percezione che le successive realizzazioni del regime in campo previdenziale e a tutela del lavoro, di organizzazione e assistenza dei giovani (dall’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, alle colonie marine e montane, alle organizzazioni giovanili, alle scuole), nel campo delle bonifiche, delle grandi opere pubbliche… rientravano in un grande disegno, alimentato da una ideologia che tutti intravedevano e della quale tutti si sentivano partecipi?
Eppure la storiografia antifascista ha tentato per anni di descrivere il Fascismo come un movimento privo di ideologia e basato unicamente sulla violenza e su un pragmatismo esasperato teso unicamente alla gestione del potere e alla sua conservazione.
E ciò malgrado che storici seri ed onesti abbiano nel tempo dato contributi inoppugnabili che mostravano la insostenibilità della tesi grossolana della vulgata antifascista.
Ultimo, importantissimo, contributo in questo senso è quello di cui dà notizia Acta, pubblicazione della Fondazione Istituto Storico della R.S.I. nel n.3, Anno XX del settembre–novembre 2006.
Si tratta dell’opera Mussolini’s intellectuals – Fascist social and political thought, del Prof. A. James Gregor, edito dalla Princeton University Press (Princeton, New Jersey, U.S.A.).
In essa, frutto di lunghi e approfonditi studi, col sostegno di una amplissima documentazione, si dimostra che il Fascismo, lungi dall’essere quel movimento privo di una vera ideologia preteso dall’antifascismo, “rappresentava la sintesi tra una visione organica del nazionalismo ed una revisione antimaterialistica del marxismo”. Il tutto sostenuto da una robusta ideologia che, malgrado i compromessi che il regime ha dovuto accettare nel corso del ventennio per conciliare, nell’interesse di tutti, tendenze e interessi diversi, ha continuato a svilupparsi coerentemente fino al Fascismo Repubblicano della R.S.I.
A conclusione della sua opera il Gregor “analizza quale sia stata nel dopoguerra e quale sia oggi l’incidenza della dottrina del Fascismo…” Perché tale dottrina, anche se chiamata con altri nomi, non è scomparsa e, come affermato a commento del Progetto di Costituzione di Biggini sul sito internet da cui è Stato scaricato il testo del Progetto (vedi Appendice 1), può avere ancora qualcosa da dire agli uomini del nostro tempo.
Il presente lavoro, analizzando un documento rimasto ignorato per più di mezzo secolo, e che a nostro parere rappresenta il punto di arrivo di quella coerente ideologia fascista, avrebbe l’ambizione di contribuire a dimostrare non solo l’esistenza di tale ideologia, ma anche la coerenza del suo sviluppo fino alla sua compiuta formulazione.
Il regime fascista non fu un regime liberale. Non ci fu libertà di stampa, non ci fu libertà di associazione, non ci furono libere elezioni.
Eppure nessun governo dalla nascita dello Stato italiano ad oggi ha mai goduto di un consenso così vasto come quello goduto dal governo Mussolini. Forse per la prima volta nella storia il popolo si sentiva partecipe della vita e del destino della Patria.
Poteva questo esser merito esclusivamente, come qualcuno ha tentato di affermare, del potente apparato propagandistico del regime o, addirittura, dal magnetismo che emanava dalla figura del Duce? È difficile crederlo.
O era, più probabilmente, la percezione che le successive realizzazioni del regime in campo previdenziale e a tutela del lavoro, di organizzazione e assistenza dei giovani (dall’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, alle colonie marine e montane, alle organizzazioni giovanili, alle scuole), nel campo delle bonifiche, delle grandi opere pubbliche… rientravano in un grande disegno, alimentato da una ideologia che tutti intravedevano e della quale tutti si sentivano partecipi?
Eppure la storiografia antifascista ha tentato per anni di descrivere il Fascismo come un movimento privo di ideologia e basato unicamente sulla violenza e su un pragmatismo esasperato teso unicamente alla gestione del potere e alla sua conservazione.
E ciò malgrado che storici seri ed onesti abbiano nel tempo dato contributi inoppugnabili che mostravano la insostenibilità della tesi grossolana della vulgata antifascista.
Ultimo, importantissimo, contributo in questo senso è quello di cui dà notizia Acta, pubblicazione della Fondazione Istituto Storico della R.S.I. nel n.3, Anno XX del settembre–novembre 2006.
Si tratta dell’opera Mussolini’s intellectuals – Fascist social and political thought, del Prof. A. James Gregor, edito dalla Princeton University Press (Princeton, New Jersey, U.S.A.).
In essa, frutto di lunghi e approfonditi studi, col sostegno di una amplissima documentazione, si dimostra che il Fascismo, lungi dall’essere quel movimento privo di una vera ideologia preteso dall’antifascismo, “rappresentava la sintesi tra una visione organica del nazionalismo ed una revisione antimaterialistica del marxismo”. Il tutto sostenuto da una robusta ideologia che, malgrado i compromessi che il regime ha dovuto accettare nel corso del ventennio per conciliare, nell’interesse di tutti, tendenze e interessi diversi, ha continuato a svilupparsi coerentemente fino al Fascismo Repubblicano della R.S.I.
A conclusione della sua opera il Gregor “analizza quale sia stata nel dopoguerra e quale sia oggi l’incidenza della dottrina del Fascismo…” Perché tale dottrina, anche se chiamata con altri nomi, non è scomparsa e, come affermato a commento del Progetto di Costituzione di Biggini sul sito internet da cui è Stato scaricato il testo del Progetto (vedi Appendice 1), può avere ancora qualcosa da dire agli uomini del nostro tempo.
Il presente lavoro, analizzando un documento rimasto ignorato per più di mezzo secolo, e che a nostro parere rappresenta il punto di arrivo di quella coerente ideologia fascista, avrebbe l’ambizione di contribuire a dimostrare non solo l’esistenza di tale ideologia, ma anche la coerenza del suo sviluppo fino alla sua compiuta formulazione.
Il regime fascista non fu un regime liberale. Non ci fu libertà di stampa, non ci fu libertà di associazione, non ci furono libere elezioni.
Eppure nessun governo dalla nascita dello Stato italiano ad oggi ha mai goduto di un consenso così vasto come quello goduto dal governo Mussolini. Forse per la prima volta nella storia il popolo si sentiva partecipe della vita e del destino della Patria.
Poteva questo esser merito esclusivamente, come qualcuno ha tentato di affermare, del potente apparato propagandistico del regime o, addirittura, dal magnetismo che emanava dalla figura del Duce? È difficile crederlo.
O era, più probabilmente, la percezione che le successive realizzazioni del regime in campo previdenziale e a tutela del lavoro, di organizzazione e assistenza dei giovani (dall’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, alle colonie marine e montane, alle organizzazioni giovanili, alle scuole), nel campo delle bonifiche, delle grandi opere pubbliche… rientravano in un grande disegno, alimentato da una ideologia che tutti intravedevano e della quale tutti si sentivano partecipi?
Eppure la storiografia antifascista ha tentato per anni di descrivere il Fascismo come un movimento privo di ideologia e basato unicamente sulla violenza e su un pragmatismo esasperato teso unicamente alla gestione del potere e alla sua conservazione.
E ciò malgrado che storici seri ed onesti abbiano nel tempo dato contributi inoppugnabili che mostravano la insostenibilità della tesi grossolana della vulgata antifascista.
Ultimo, importantissimo, contributo in questo senso è quello di cui dà notizia Acta, pubblicazione della Fondazione Istituto Storico della R.S.I. nel n.3, Anno XX del settembre–novembre 2006.
Si tratta dell’opera Mussolini’s intellectuals – Fascist social and political thought, del Prof. A. James Gregor, edito dalla Princeton University Press (Princeton, New Jersey, U.S.A.).
In essa, frutto di lunghi e approfonditi studi, col sostegno di una amplissima documentazione, si dimostra che il Fascismo, lungi dall’essere quel movimento privo di una vera ideologia preteso dall’antifascismo, “rappresentava la sintesi tra una visione organica del nazionalismo ed una revisione antimaterialistica del marxismo”. Il tutto sostenuto da una robusta ideologia che, malgrado i compromessi che il regime ha dovuto accettare nel corso del ventennio per conciliare, nell’interesse di tutti, tendenze e interessi diversi, ha continuato a svilupparsi coerentemente fino al Fascismo Repubblicano della R.S.I.
A conclusione della sua opera il Gregor “analizza quale sia stata nel dopoguerra e quale sia oggi l’incidenza della dottrina del Fascismo…” Perché tale dottrina, anche se chiamata con altri nomi, non è scomparsa e, come affermato a commento del Progetto di Costituzione di Biggini sul sito internet da cui è Stato scaricato il testo del Progetto (vedi Appendice 1), può avere ancora qualcosa da dire agli uomini del nostro tempo.
Il presente lavoro, analizzando un documento rimasto ignorato per più di mezzo secolo, e che a nostro parere rappresenta il punto di arrivo di quella coerente ideologia fascista, avrebbe l’ambizione di contribuire a dimostrare non solo l’esistenza di tale ideologia, ma anche la coerenza del suo sviluppo fino alla sua compiuta formulazione.
FASCISMO E ANTIFASCISMO PER UNA NUOVA COSTITUZIONE
Analisi e commento delle varie proposte di costituzione della R.S.I. confrontate con la proposta di cost ituzione europea del partigiano Duccio Galimbert i
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0 Indice 0 INDICE .................................................................................................................................................................................. 2 1 PREMESSA ........................................................................................................................................................................... 5 2 LE COSTITUZIONI DELLA R.S.I. ..................................................................................................................................... 6 3 ALCUNE IDEE SUL FUTURO ASSETTO POLITICO E SOCIALE DEL POPOLO ITALIANO ................................... 9 4 IL PROGETTO DI COSTITUZIONE EUROPEA DI DUCCIO GALIMBERTI ............................................................. 10 5 IL BIGGINI DUE LA VERA COSTITUZIONE DELLA R.S.I ......................................................................................... 10 5.1 LASSETTO ISTITUZIONALE ................................................................................................................................................. 10 5.1.1 Confronti con gli altri progetti.................................................................................................................................. 11 5.1.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 11 5.1.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 11 5.1.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 12 5.1.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 12 5.1.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 12 5.1.2 Considerazioni e commenti ....................................................................................................................................... 13 5.2 LA DEMOCRAZIA ................................................................................................................................................................ 13 5.2.1 Confronti con gli altri progetti.................................................................................................................................. 14 5.2.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 14 5.2.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 14 5.2.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 14 5.2.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 14 5.2.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 14 5.2.2 Considerazioni e commenti ....................................................................................................................................... 14 5.3 LA GIUSTIZIA (ART. 4) ........................................................................................................................................................ 15 5.3.1 Confronti con gli altri progetti.................................................................................................................................. 15 5.3.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 15 5.3.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 15 5.3.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 15 5.3.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 15 5.3.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 16 5.3.2 Considerazioni e commenti ....................................................................................................................................... 16 5.4 LA MILIZIA NAZIONALE VOLONTARIA (ART. 9) .................................................................................................................... 16 5.4.1 Confronti con gli altri progetti.................................................................................................................................. 16 5.4.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 16 5.4.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 16 5.4.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 16 5.4.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 16 5.4.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 16 5.4.2 Considerazioni e commenti ....................................................................................................................................... 17 5.5 LA SOPPRESSIONE DEI TITOLI NOBILIARI .............................................................................................................................. 17 5.5.1 Confronti con gli altri progetti.................................................................................................................................. 17 5.5.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 17 5.5.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 17 5.5.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 17 5.5.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 17 5.5.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 17 5.5.2 Considerazioni e commenti ....................................................................................................................................... 17 5.6 IL SISTEMA TRIBUTARIO ..................................................................................................................................................... 17 5.6.1 Confronti con gli altri progetti.................................................................................................................................. 18 5.6.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 18 5.6.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 18 5.6.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 18 5.6.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 18 5.6.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 18 5.6.2 Considerazioni e commenti ....................................................................................................................................... 18 5.7 POLITICA ESTERA E POLITICA RAZZIALE .............................................................................................................................. 18 5.7.1 Confronti con gli altri progetti.................................................................................................................................. 19 3
5.7.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 19 5.7.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 19 5.7.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 19 5.7.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 19 5.7.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 19 5.7.2 Considerazioni e commenti ....................................................................................................................................... 19 5.8 LA SCUOLA E LO SPORT ...................................................................................................................................................... 20 5.8.1 Confronti con gli altri progetti.................................................................................................................................. 20 5.8.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 20 5.8.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 20 5.8.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 20 5.8.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 20 5.8.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 20 5.8.2 Considerazioni e commenti ....................................................................................................................................... 20 5.9 LA RELIGIONE ................................................................................................................................................................... 21 5.9.1 Confronti con gli altri progetti.................................................................................................................................. 21 5.9.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 21 5.9.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 21 5.9.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 21 5.9.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 21 5.9.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 21 5.9.2 Considerazioni e commenti ....................................................................................................................................... 21 5.10 IL LAVORO E I RAPPORTI SOCIALI .................................................................................................................................... 21 5.10.1 Confronti con gli altri progetti ............................................................................................................................. 23 5.10.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 23 5.10.1.2 Vittorio Rolandi Ricci: ...................................................................................................................................................... 23 5.10.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 23 5.10.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 23 5.10.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 24 5.10.2 Considerazioni e commenti .................................................................................................................................. 25 5.11 LORGANIZZAZIONE SINDACALE .................................................................................................................................... 25 5.11.1 Confronti con gli altri progetti ............................................................................................................................. 26 5.11.1.1 I diciotto punti di Verona:.................................................................................................................................................. 26 5.11.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 26 5.11.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 26 5.11.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 26 5.11.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 26 5.11.2 Considerazioni e commenti .................................................................................................................................. 26 5.12 LA CASA, IL RISPARMIO ................................................................................................................................................. 27 5.12.1 Confronti con gli altri progetti ............................................................................................................................. 27 5.12.1.1 I diciotto punti di Verona:.................................................................................................................................................. 27 5.12.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 27 5.12.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 27 5.12.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 27 5.12.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 28 5.12.2 Considerazioni e commenti .................................................................................................................................. 28 5.13 LA BANCA DI STATO ...................................................................................................................................................... 28 5.13.1 Confronti con gli altri progetti ............................................................................................................................. 28 5.13.1.1 I diciotto punti di Verona:.................................................................................................................................................. 28 5.13.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 28 5.13.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 28 5.13.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 28 5.13.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 29 5.13.2 Considerazioni e commenti .................................................................................................................................. 29 5.14 I SERVIZI SOCIALI .......................................................................................................................................................... 29 5.14.1 Confronti con gli altri progetti ............................................................................................................................. 29 5.14.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 29 5.14.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 29 5.14.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 29 5.14.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 29 4
5.14.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 29 5.14.2 Considerazioni e commenti .................................................................................................................................. 30 5.15 CORRETTO UTILIZZO DELLE RISORSE DELLA NAZIONE: I PRODOTTI TIPICI, IL TURISMO ...................................................... 30 5.15.1 Confronti con gli altri progetti ............................................................................................................................. 30 5.15.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 30 5.15.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 30 5.15.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 30 5.15.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 30 5.15.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 30 5.15.2 Considerazioni e commenti .................................................................................................................................. 30 5.16 LO STATO COORDINATORE............................................................................................................................................. 30 5.16.1 Confronti con gli altri progetti ............................................................................................................................. 31 5.16.1.1 I diciotto punti di Verona ................................................................................................................................................... 31 5.16.1.2 Vittorio Rolandi Ricci ....................................................................................................................................................... 31 5.16.1.3 Spampanato ...................................................................................................................................................................... 31 5.16.1.4 Biggini uno ....................................................................................................................................................................... 31 5.16.1.5 Galimberti......................................................................................................................................................................... 31 5.16.2 Considerazioni e commenti .................................................................................................................................. 31 5.17 APPENDICE ................................................................................................................................................................... 31 6 RIFLESSIONI CONCLUSIVE ........................................................................................................................................... 32 6.1 LA VOLONT COSTITUENTE ....................................................................................................................................... 32 6.2 INSIEME PER UNA NUOVA ITALIA ............................................................................................................................. 32 6.3 IL RITORNO ALLE ORIGINI .......................................................................................................................................... 33 6.3.1 Per il problema politico............................................................................................................................................ 34 6.3.2 Per il problema sociale ............................................................................................................................................ 34 6.3.3 Per il problema finanziario....................................................................................................................................... 34 6.4 LA COSTITUZIONE DEL 1948........................................................................................................................................ 34 7 APPENDICE 1 PROGETTO DI COSTITUZIONE PREPARATO, SU INCARICO DEL GOVERNO DELLA R.S.I., DAL MINISTRO DELLEDUCAZIONE NAZIONALE, BIGGINI (PRESENTATO IL 16 DICEMBRE 1943 ALLA RIUNIONE DEL GOVERNO NELLA QUALE VENNE DELIBERATA LA COSTITUZIONE DELLASSEMBLEA COSTITUENTE) .......................................................................................................................................................................... 36 7.1 APPENDICE ........................................................................................................................................................................ 46 8 APPENDICE 2 PROGRAMMA DEI FASCI DI COMBATTIMENTO (DAL POPOLO DITALIA DEL 6 GIUGNO 1919) 47 8.1 SUCCESSIVO AGGIUSTAMENTO DEL PROGRAMMA SEMPRE DEL 1919 .................................................................................... 48 8.2 PROGRAMMA DI SAN SEPOLCRO, FONDAZIONE DEI FASCI DI COMBATTIMENTO (PUBBLICATO SU IL POPOLO DITALIA DEL 24 MARZO 1919) .............................................................................................................................................................................. 49
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1 Premessa Il regime fascista non fu un regime liberale. Non ci fu libert di stampa, non ci fu libert di associazione, non ci furono libere elezioni. Eppure nessun governo dalla nascita dello Stato italiano ad oggi ha mai goduto di un consenso cos vasto come quello goduto dal governo Mussolini. Forse per la prima volta nella storia il popolo si sentiva partecipe della vita e del destino della Patria. Poteva questo esser merito esclusivamente, come qualcuno ha tentato di affermare, del potente apparato propagandistico del regime o, addirittura, dal magnetismo che emanava dalla figura del Duce? difficile crederlo. O era, pi probabilmente, la percezione che le successive realizzazioni del regime in campo previdenziale e a tutela del lavoro, di organizzazione e assistenza dei giovani (dallOpera Nazionale Maternit e Infanzia, alle colonie marine e montane, alle organizzazioni giovanili, alle scuole), nel campo delle bonifiche, delle grandi opere pubbliche rientravano in un grande disegno, alimentato da una ideologia che tutti intravedevano e della quale tutti si sentivano partecipi? Eppure la storiografia antifascista ha tentato per anni di descrivere il Fascismo come un movimento privo di ideologia e basato unicamente sulla violenza e su un pragmatismo esasperato teso unicamente alla gestione del potere e alla sua conservazione. E ci malgrado che storici seri ed onesti abbiano nel tempo dato contributi inoppugnabili che mostravano la insostenibilit della tesi grossolana della vulgata antifascista. Ultimo, importantissimo, contributo in questo senso quello di cui d notizia Acta, pubblicazione della Fondazione Istituto Storico della R.S.I. nel n.3, Anno XX del settembrenovembre 2006. Si tratta dellopera Mussolinis intellectuals Fascist social and political thought, del Prof. A. James Gregor, edito dalla Princeton University Press (Princeton, New Jersey, U.S.A.). In essa, frutto di lunghi e approfonditi studi, col sostegno di una amplissima documentazione, si dimostra che il Fascismo, lungi dallessere quel movimento privo di una vera ideologia preteso dallantifascismo, rappresentava la sintesi tra una visione organica del nazionalismo ed una revisione antimaterialistica del marxismo. Il tutto sostenuto da una robusta ideologia che, malgrado i compromessi che il regime ha dovuto accettare nel corso del ventennio per conciliare, nellinteresse di tutti, tendenze e interessi diversi, ha continuato a svilupparsi coerentemente fino al Fascismo Repubblicano della R.S.I. A conclusione della sua opera il Gregor analizza quale sia stata nel dopoguerra e quale sia oggi lincidenza della dottrina del Fascismo Perch tale dottrina, anche se chiamata con altri nomi, non scomparsa e, come affermato a commento del Progetto di Costituzione di Biggini sul sito internet da cui Stato scaricato il testo del Progetto (vedi Appendice 1), pu avere ancora qualcosa da dire agli uomini del nostro tempo. Il presente lavoro, analizzando un documento rimasto ignorato per pi di mezzo secolo, e che a nostro parere rappresenta il punto di arrivo di quella coerente ideologia fascista, avrebbe lambizione di contribuire a dimostrare non solo lesistenza di tale ideologia, ma anche la coerenza del suo sviluppo fino alla sua compiuta formulazione.
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2 Le Costituzioni della R.S.I. Nellanno 2002 la Direzione Generale per gli archivi del Ministero per i beni e le attivit culturali pubblic unedizione critica, a cura di Francesca Romana Scardaccione, dei Verbali del Consiglio dei Ministri della Repubblica Sociale Italiana Settembre 1943 Aprile 1945. Tale importantissima opera, in due grossi volumi rilegati in tela rossa per un totale di oltre 1600 pagine, contiene il testo integrale dei Verbali delle sedute, nonch tutta la documentazione presentata relativa alle proposte di provvedimento, approvate o non. Vi si trovano, pertanto, i testi completi delle proposte di legge, le relazioni e tutti i documenti presentati a sostegno delle proposte stesse. La pubblicazione non in vendita ma destinata alle sole biblioteche statali, istituti di ricerca e simili. Ha avuto, cio, una diffusione limitata. E non sembra avere avuto lattenzione che meritava, attesoch le conoscenze nuove che da questa opera derivano non hanno dato luogo, a tuttoggi, a pubblicazioni, convegni di studio, conferenze veramente significative. Cos sono rimasti in ombra, e sconosciuti ai pi, documenti che, a parere nostro, meritano molta maggiore attenzione. Uno di questi , senza dubbio, il Progetto di Costituzione preparato, su incarico del governo, dal Ministro dellEducazione Nazionale, Biggini. Tale progetto reca il titolo ALCUNE IDEE SUL FUTURO ASSETTO POLITICO E SOCIALE DEL POPOLO ITALIANO e si trova allegato al Verbale della riunione del Consiglio dei Ministri del 16 dicembre 1943 XXII. Allinizio di tale seduta fu deliberata la composizione della Assemblea Costituente che avrebbe dovuto redigere la nuova Costituzione della Repubblica e alla quale sarebbe Stato consegnato, come base per la discussione, il suddetto progetto di Biggini. A far parte dellAssemblea Costituente avrebbero dovuto essere chiamati: i componenti del Governo Fascista Repubblicano, il Direttorio del Partito Fascista Repubblicano, i Capi delle Province, i Triunviri federali del partito, i presidi delle province, i podest dei capoluoghi di provincia con popolazione superiore ai 50 mila abitanti, i rappresentanti dei lavoratori, dei tecnici e dei dirigenti dellindustria, dellagricoltura, del commercio, del credito e dellassicurazione, dellartigianato, della cooperazione, i rappresentanti dei professionisti e degli artisti, i rappresentanti dei dipendenti statali, i rappresentanti delle province invase, i rappresentanti degli italiani allestero, i presidenti delle associazioni nazionali delle famiglie dei caduti in guerra, delle famiglie dei caduti, dei mutilati, dei feriti per la rivoluzione, dei mutilati e invalidi di guerra, delle medaglie dOro, del Nastro Azzurro, dei combattenti, dei volontari dItalia, della legione garibaldina, delle associazioni darma, i rappresentanti dei prigionieri di guerra, i rappresentanti delle famiglie numerose, il Presidente dellAccademia dItalia, i Rettori delle Universit, il 1 Presidente della Corte Suprema di Cassazione, i primi presidenti delle Corti dAppello, i Presidenti del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato e del Tribunale Supremo Militare, i Presidenti del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti. Come si vede non si faceva menzione di altri gruppi politici, come sarebbe Stato logico, dato che non solo nel progetto allegato ma in tutti i progetti di costituzione che sono stati elaborati allepoca si riconosceva libert di riunione e di associazione. Ma il fatto che al 16 dicembre del 1943 tali norme non esistevano e nellItalia non occupata non esisteva alcun movimento politico organizzato diverso dal fascismo. Si cerc allora di prevedere, oltre alla presenza di figure istituzionali, la partecipazione di rappresentanze di tutte le categorie di lavoratori e delle varie associazioni, e perfino degli italiani allestero. Non detto come sarebbero state scelte queste rappresentanze ma si pu pensare, visto quanto si dice nel testo a proposito di elezioni, che esse sarebbero risultate da una libera elezione. Infatti allart. 1 del progetto che andremo ad esaminare detto chiaramente Il popolo elegger anzitutto lAssemblea Costituente quale supremo organo legislativo. Infondata risulta, invece, la critica mossa da alcuni (vedi, ad esempio, a pag. 35 de Le costituzioni della R.S.I. di Franco Franchi, ed. Settimo Sigillo 1997), secondo i quali fra i partecipanti allAssemblea Costituente non ci 7
sarebbero stati i militari ma solo le associazioni. Nellelenco di coloro che sarebbero stati chiamati, infatti, figuravano chiaramente i rappresentanti dei combattenti. Tale Assemblea Costituente, per, non fu convocata contestualmente allapprovazione di quella che avrebbe dovuto essere la sua composizione. La convocazione, come noto, fu rinviata una prima volta a quanto la R.S.I. avr di nuovo il suo esercito e, infine, ritenendo non opportuno convocarla essendo in corso la guerra, fu deciso che ci sarebbe Stato fatto subito dopo il termine del conflitto. Vale la pena soffermarsi un poco a ragionare sul perch questo avvenne, visto che a gran voce e da molte parti si invocava questa costituzione. Bisogner cominciare col dire che esistevano anche voci discordi. Il 7 dicembre 1943, proprio mentre si era in attesa della convocazione dellAssemblea Costituente (che avrebbe dovuto essere convocata, appunto, entro dicembre), apparve sul Corriere della Sera in prima pagina larticolo di Giuseppe Morelli, gi sottosegretario alla Giustizia e che diventer presidente della Corte dei Conti della R.S.I., dal titolo Meno Costituente e pi combattenti in cui si sosteneva, in sostanza, che non era tempo di tenere assemblee ma di combattere. Larticolo suscit polemiche e si insist affinch la Assemblea venisse convocata, ma in Mussolini prevalse un atteggiamento prudente e temporeggi. Ovviamente non fu certo il solo articolo di Morelli a indurre Mussolini al rinvio. La convocazione di una tale assemblea nel corso di una guerra e di una guerra civile avrebbe comportato difficolt forse insormontabili. E certamente, anche se non esiste una documentazioni a sostegno, latteggiamento dei tedeschi era tuttaltro che favorevole. A parere di molti questa mancata convocazione fu un grave errore politico. Pu darsi che sia cos, ma sarebbe illusorio anche pensare che una nuova costituzione approvata in quelle circostanze avrebbe potuto cambiare latteggiamento degli italiani e il corso della storia. E veniamo a parlare di questa costituente della R.S.I. che tanto fu attesa e che tante energie mobilit nello studio di quello che avrebbe potuto essere lassetto istituzionale di questa nuova Repubblica Sociale Italiana. I fatti sono noti. Dopo la firma dellinfausto armistizio dell8 settembre 1943, il re con la sua corte, Badoglio col suo governo e molti responsabili militari abbandonarono precipitosamente Roma e fuggirono a Brindisi per darsi nelle mani del nemico anglo americano. Cos lItalia non ancora invasa (Alla data dellotto settembre erano state invase soltanto le estreme regioni meridionali) rimase improvvisamente senza un governo e senza un esercito che, lasciato completamente privo di ordini, si era disciolto in poche ore. Come era logico i tedeschi, che in numero ingente avevano combattuto in Italia a fianco dellesercito italiano fino al giorno prima, in questa situazione caotica presero immediatamente il controllo della situazione per garantire la necessaria sicurezza ai propri soldati. La situazione era paradossale: quello che un giorno prima era un esercito alleato che combatteva in una Italia ancora non invasa per difenderla dal nemico angloamericano, il giorno dopo veniva ad essere un esercito occupante di una vasta porzione dItalia il cui governo si era trasferito in quella parte dItalia ieri occupata e oggi liberata. Era inevitabile che qualcosa accadesse. E cos, liberato Mussolini il 12 settembre, si provvide velocemente a costituire un governo che riempisse il vuoto di potere lasciato dai fuggiaschi e prendesse il controllo della situazione. Nacque, cos la Repubblica Sociale Italiana. Si trattava, evidentemente, di un governo di fatto, ma che apparve, in un certo senso, quasi un ritorno alla normalit dopo lincidente dei 45 giorni di Badoglio. Riprendeva, infatti, il comando Benito Mussolini, il Duce, che aveva governato lItalia per oltre ventanni e che aveva smesso di governarla appena 45 giorni prima. Tuttavia Mussolini e i fascisti avvertirono subito lesigenza di dare legittimit a questo Stato che, comunque, era uno Stato nuovo. E cos fin dal Congresso di Verona del 14 novembre 1943 si stabil, subito al primo punto, la Convocazione di una Assemblea Costituente. E non si trattava di una aspirazione generica e platonica. Una parte consistente e illuminata del fascismo repubblicano premeva energicamente perch la costituente venisse effettivamente convocata e quanto prima. Tanto che fu deciso di convocarla entro il dicembre dello stesso 1943. E fu in quel breve lasso di tempo che ci fu un fervore di studi e di proposte fatte pervenire a Mussolini e sollecitate da lui stesso, che cercavano di stabilire in che modo la Assemblea Costituente avrebbe dovuto essere composta, ma anche quale forma istituzionale dare al nuovo Stato. 8
Negli anni passati ci sono state due pubblicazioni che si sono occupate dei progetti di Costituzione della R.S.I. La prima, di Luciano Garibaldi Mussolini e il Professore Mursia Milano 1983 contiene la vita e i diari di Carlo Alberto Biggini e contiene pure un progetto di costituzione redatto da Biggini e conservato dagli eredi del Ministro in copia autentica, recante perfino correzioni e note di Mussolini. La seconda di Franco Franchi Le costituzioni della R.S.I. SugarCo Milano 1987. In esso si esaminano i progetti di Bruno Spampanato, di Vittorio Rolandi Ricci e di Carlo Alberto Biggini. Nella prima lautore ricostruisce il rapporto fra Biggini e la R.S.I. e lo stesso Mussolini, dal quale Biggini veniva ricevuto frequentemente. E si apprende quanta fiducia Mussolini riponesse nel suo Ministro, tanto da farlo custode di molti importanti documenti e tanto da incaricarlo di redigere una bozza di Costituzione. Ma la cosa di maggior interesse del libro proprio la pubblicazione del progetto di nuova costituzione che il Garibaldi aveva trovato fra le carte di Biggini possedute dai suoi eredi. Si tratta senza alcun dubbio del testo originale dattiloscritto, recante anche, come gi detto, alcune correzioni e note di pugno di Mussolini. Pare che tale documento fosse Stato restituito a Biggini dallo stesso Mussolini, per Garibaldi sembra ritenere che questo sia il testo che Mussolini aveva scelto e che fu presentato al Consiglio dei Ministri del 16 dicembre 1943. Questo testo, composto da 142 articoli, un vero e proprio progetto di nuova costituzione, che prende in esame tutti gli aspetti inerenti lorganizzazione di una Nazione: struttura e organizzazione dello Stato, assetto istituzionale, organizzazione economica, organizzazione militare, la scuola, la giurisdizione, lamministrazione locale, i diritti e i doveri del cittadino. Esso contiene anche molte note dello stesso Biggini, con le quali egli spiega il motivo delle sue scelte. Nella seconda il Franchi, pur apprezzando il lavoro di Luciano Garibaldi, da cui prende e commenta la bozza di Biggini, prende atto del fatto che quella di Biggini non fu lunica proposta per la Nuova Costituzione. Egli afferma che molti si cimentarono nel suggerire e nel proporre, anche se gran parte di quanto fu scritto andato perduto. Si salvato, per, ad opera di Ermanno Amicucci, allepoca direttore del Corriere della Sera (I 600 giorni di Mussolini) il progetto di Vittorio Rolandi Ricci e, ad opera di Bruno Spampanato, allepoca direttore de Il Messaggero (Lultimo Mussolini Contromemoriale) il progetto da lui stesso proposto. Il Franchi, perci, presenta e commenta, anzitutto, i cosiddetti Diciotto punti di Verona, elaborati dalla prima assemblea nazionale del Partito Fascista Repubblicano (Verona 14 novembre 1943), che rappresentano la prima manifestazione di volont costituzionalista e che sono noti fin dalla loro enunciazione, poi le bozze di Spampanato, di Rolandi Ricci e di Biggini (nel testo pubblicato da Garibaldi). Il progetto di Rolandi Ricci, che si qualifica, pure, come Progetto di Costituzione, un testo molto stringato, composto da 22 punti. In esso si prefigura in maniera abbastanza esauriente il nuovo assetto istituzionale (Presidente della Repubblica eletto dal popolo, ma non capo dellesecutivo, Camera e Senato eletti a suffragio universale, Governo nominato dal Capo dello Stato, ma con necessit di avere la fiducia delle camere). Per brevi cenni, poi, si parla di propriet privata, di magistratura, di scuola, di religione. Quello di Spampanato, abbastanza consistente, si occupa pressoch esclusivamente di come dovr essere composta lAssemblea Costituente e di quali dovranno essere le sue funzioni. Esso, infatti, si definisce Progetto di Costituente appunto per Mussolini e non progetto di costituzione. Si prevede una assemblea composta da un elevato numero di membri (da 1500 a 2000) eletti dalle varie categorie. Le sue funzioni dovranno essere quelle di gettare le basi del nuovo ordinamento, liquidare, sul piano della pi integrale costituzionalit, la monarchia, mantenere e sviluppare liniziativa rivoluzionaria dando al popolo limmediata sensazione di essere esso a determinare direttamente ed elettivamente il nuovo indirizzo rivoluzionario Ma il fatto clamoroso che il testo allegato al Verbale del 16 dicembre 1943 non quello di Biggini fino ad ora noto e che, per intenderci, chiameremo dora innanzi Biggini uno. Tale nuovo testo pure, come abbiamo gi detto, di Carlo Alberto Biggini, Ministro dellEducazione Nazionale ma completamente diverso ed assolutamente rivoluzionario. Si tratta di un complesso di 31 articoli pi unappendice, nei quali, in forma sintetica, viene elaborato il progetto di uno Stato repubblicano, totalmente democratico, caratterizzato da una 9
riforma radicale dei rapporti sociali, ispirati a una forma estrema di giustizia sociale. Il fatto che questo testo, e solo questo, sia allegato al Verbale del 16 dicembre 1943, sembra significare che questo fu il testo che Mussolini aveva scelto e, quindi, il testo ufficiale. E quale pu essere la spiegazione del fatto che anche quello riportato da Garibaldi sicuramente di Biggini? A nostro parere una sola: il Ministro Biggini, probabilmente su suggerimento, certamente in accordo con Mussolini, redasse, successivamente allaltro, questo nuovo progetto del quale soltanto dopo la pubblicazione dei Verbali Stato possibile venire a conoscenza. 3 Alcune idee sul futuro assetto politico e sociale del Popolo Italiano Quali sono, dunque, le idee rivoluzionarie di questo progetto di costituzione di Carlo Alberto Biggini allegato al Verbale della seduta del Consiglio dei Ministri della R.S.I. del 16 dicembre 1943, che dora in avanti chiameremo, per semplicit, Biggini due? Diciamo subito che esse si riferiscono, principalmente, allorganizzazione economica e, in particolare, allorganizzazione del lavoro e della produzione. In materia istituzionale, infatti, si avr un Senato eletto dai lavoratori, nel quale saranno rappresentate le categorie produttive, secondo i principi del Corporativismo, ma avr soltanto funzione consultiva e potere di proposta. Il potere legislativo, infatti, spetter allAssemblea Legislativa eletta a suffragio universale col sistema proporzionale. E poich si prevede la libert di associazione in un sistema pluripartitico, saranno di nuovo i partiti e non le categorie a detenere tale potere. Evidentemente lo sforzo di essere credibili nella volont di democratizzazione fece ritenere necessario il ritorno ai partiti la cui presenza si pensava venisse percepita dallopinione pubblica come garanzia di democraticit e caratteristica irrinunciabile della democrazia. Si rinunci, cos, a porre laccento sul problema della rappresentanza che, secondo il principio corporativo avrebbe dovuto essere attraverso le categorie e non attraverso i partiti, per puntare decisamente sulla rivoluzione dei rapporti economici. Come si potr rilevare dal testo integrale del progetto che si riporta in appendice, il lungo articolo 18 che rivoluziona drasticamente i rapporti economici. Questi i punti particolarmente rivoluzionari: 1) Eliminazione radicale del sistema capitalistico: Come primo atto tutti i beni verranno incamerati dallo Stato, ad eccezione della casa di abitazione, dei terreni lavorati direttamente e dei mezzi di produzione utilizzati direttamente dal lavoratore. Successivamente ogni lavoratore della terra dovr essere proprietario della terra che lavora e che acquister pagandone il valore in 30 anni e ogni lavoratore dellindustria dovr essere proprietario di una quota azionaria dellindustria stessa che, pure, verr pagata in 30 anni. 2) I mezzi di produzione debbono essere, quindi, di propriet dei lavoratori. Si risolve cos, drasticamente, il problema del rapporto capitalelavoro eliminando la figura del capitalista e rendendo ogni lavoratore proprietario di una quota azionaria che lo fa, insieme a tutti gli altri, proprietario dellindustria in cui lavora. Non ci sar pi un proprietario dei mezzi di produzione diverso dal lavoratore stesso e, quindi, non ci sar pi sfruttamento delluomo sulluomo. la fine del sistema capitalistico come lo abbiamo conosciuto. Ogni industria sar una societ cooperativa e un apposito Ente, lEnte Nazionale della Cooperazione avr compiti di coordinamento, di promozione e di controllo. 3) Il nuovo sistema bancario vedr la eliminazione di tutte le banche private. Rimarr unicamente la Banca di Stato che, divisa in diverse branche (agricoltura, industria, commercio) fornir i capitali necessari per lavvio di nuove attivit, che saranno, poi, restituiti in 30 anni, dai lavoratorisoci. Essa garantir il risparmio che, per, non dar frutto. Le somme risparmiate, tuttavia, conserveranno nel tempo il loro valore perch verr garantita la stabilit della moneta con il rigoroso aggancio al valore delloro. Sono queste, a nostro giudizio, le riforme pi rivoluzionarie proposte da questo progetto. Esso, per, ricco di molte altre proposte anche fortemente innovative (quali la riforma del sistema fiscale e la costituzione di un Ente Nazionale Edile che abbia come esclusiva funzione quella di garantire la casa in propriet a tutti) che ci proponiamo di esaminare dettagliatamente nei prossimi capitoli. Prima, per, riteniamo interessante presentare: 10
4 Il Progetto di Costituzione Europea di Duccio Galimberti Esiste, oltre alle opere citate, unaltra pubblicazione di Franco Franchi Caro nemico La costituzione scomoda di Duccio Galimberti Ed. Settimo Sigillo Roma 1990. Si tratta di un altro progetto di costituzione redatto dallantifascista e partigiano Duccio Galimberti, organizzatore e poi capo del movimento partigiano Giustizia e Libert nel cuneense. Egli era nato a Cuneo il 30 aprile 1906 e fu battezzato coi nomi di Tancredi, Achille, Giuseppe, Olimpio, per fu sempre chiamato col vezzeggiativo Duccio. Il padre Tancredi fu ministro delle Poste con Giolitti e, poi, senatore fascista. Duccio, invece, non ebbe mai compromissioni col Fascismo e, dopo l8 settembre corse subito in montagna a organizzare la resistenza. Catturato a Torino, fu condotto a Centollo (Cuneo) e qui fucilato dai fascisti il 4 dicembre 1944. Duccio redasse questo progetto insieme allamico Antonino Repaci (nipote di Leonida) il quale, sopravvissuto alla guerra, lo pubblic nel 1946. Si tratta di un complesso progetto di Costituzione non solo nazionale ma anche europea, auspicando gli autori la nascita di una confederazione di stati europei atta a garantire la pacifica convivenza degli stessi nonch lacquisizione di una dimensione politica pi adeguata i nuovi tempi. Esso consta di 172 articoli distribuiti in sette Titoli e prende in esame tutti gli aspetti organizzativi della vita nazionale nonch della Comunit Europea da costituirsi. La ragione per cui anche questo progetto di Costituzione pensato da antifascisti deve trovare spazio in questo lavoro che si occupa dei progetti costituzionali dellultimo Fascismo sta nel fatto che molte delle proposte di Galimberti (sindacato unico, rappresentanza per categorie, partecipazione dei lavoratori agli utili dellimpresa) sono molto simili o, addirittura, collimano con quelle degli autori fascisti. Riteniamo, pertanto, che dalla conoscenza di questo progetto e dal confronto di questo con gli altri progetti, possano scaturire riflessioni interessanti e idee nuove per eventuali riforme costituzionali future. Poich tutti gli altri progetti si limitano alla dimensione nazionale, ci occuperemo, anche per il progetto di Galimberti, di questa sola dimensione, rimandando coloro che fossero interessati alla costituzione europea (Parte I del progetto, articoli da 1 a 43) allopera di Franchi sopra citata. tempo, a questo punto, di provare a fare una analisi non troppo sommaria del nuovo progetto di Biggini, il Biggini due, operando anche confronti, ogni volta che sar possibile, con i testi di Rolandi Ricci, di Spampanato, di Biggini uno e, soprattutto, con quello di Galimberti. 5 Il Biggini Due la vera Costituzione della R.S.I 5.1 Lassetto istituzionale Nei primi articoli di questo progetto si delinea il carattere e lassetto istituzionale del nuovo Stato. Subito nellart. 1 si afferma che il nuovo Stato sar una Repubblica e si sottolinea la sovranit assoluta del popolo che elegger i propri rappresentanti in piena libert. E saranno tali rappresentanti i soli abilitati ad emanare leggi, senza escludere il referendum per leggi di capitale importanza. Si afferma poi che tale Repubblica sar Sociale, e si spiega immediatamente il perch: ci sar assistenza agli ammalati gravi e agli invalidi, pensioni di vecchiaia per tutti, equa distribuzione dei redditi e, soprattutto a nessuno sar pi consentito di vivere sfruttando il suo simile. Negli art. 2 e 3 si delineano lassetto e le funzioni della Assemblea Nazionale e del Senato. Il popolo elegger anzitutto lAssemblea Costituente quale supremo organo legislativo. Lelezione avverr a suffragio universale e col sistema proporzionale. Una volta approvata la nuova Costituzione, lAssemblea Costituente si trasformer in Assemblea Nazionale Legislativa e durer in carica cinque anni. Sar tale Assemblea che nominer il Capo dello Stato. Il Senato sar lorgano supremo del lavoro. Saranno le categorie dei lavoratori ad eleggere i propri rappresentanti e lelezione sar a vita. Potranno accedervi soltanto coloro che avranno acquisito particolari benemerenze nel 11
campo della scienza e del progresso delleconomia nazionale. La Confederazione Generale del Lavoro determiner il numero di rappresentanti per ciascuna categoria. Il Senato avr funzioni consultive e potr avanzare proposte inerenti al lavoro allAssemblea Nazionale Legislativa. A livello locale gli Amministratori Comunali saranno eletti ogni cinque anni e saranno loro a nominare, nel proprio seno, la Giunta e il Sindaco. I Comuni godranno di grande autonomia, assorbendo anche parte delle competenze delle Province, che verranno soppresse. Tutti i sindaci della Regione formeranno il Consiglio Regionale, che nominer la Giunta Esecutiva e il Capo della Regione. La Regione potr meglio rispondere ai bisogni di grandi opere quali canali di irrigazione, autostrade, sistemazione di bacini fluviali e montani, arginatura dei fiumi, porti marittimi, ecc. Poich tutti debbono vivere esclusivamente del proprio lavoro, logicamente tutti gli eletti a cariche pubbliche dovranno essere remunerati. Non detto quali saranno le funzioni del Capo dello Stato, cio se egli sar anche il capo dellesecutivo in una repubblica di tipo presidenziale come quella statunitense o se, oltre al Capo dello Stato ci sar anche un Capo del Governo. Tutto il contesto, per, fa pensare a una repubblica presidenziale. Evidentemente, comunque, avrebbe dovuto essere lAssemblea Costituente a precisare, nei dettagli, lassetto istituzionale. Aspetti innovativi e interessanti sono: 1) Labolizione, di fatto, del bicameralismo. Il potere legislativo, infatti, demandato alla sola Assemblea Nazionale Legislativa. Il Senato organo consultivo ancorch molto autorevole e competente in materia di lavoro. Esso potr, comunque, formulare proposte allAssemblea Legislativa. 2) La soppressione delle province e lampia autonomia riconosciuta alle amministrazioni comunali. 3) La costituzione di un Consiglio Regionale con compiti specifici e formato da tutti i sindaci della regione. Soprattutto il terzo aspetto appare particolarmente innovativo e interessante. Si anticipa, anzitutto, lidea di unentit regionale con precisi compiti di intervento sulle grandi opere. Si stabilisce che il Consiglio Regionale sar automaticamente formato da tutti i sindaci della regione. Ci consentir il formarsi di tale consiglio nello stesso momento dellelezione dei sindaci, evitando ulteriori, costosi turni elettorali. Ma, soprattutto, garantir il formarsi di un consiglio dove prevarranno non gli interessi partitici ma gli interessi amministrativi essendo i sindaci, come logico, portatori soprattutto di interessi locali amministrativi. 5.1.1 Confronti con gli altri progetti 5.1.1.1 I diciotto punti di Verona Punto 1: Convocazione della Costituente che sar composta dalle rappresentanze di tutte le categorie della Nazione. Essa dovr dichiarare la decadenza della monarchia, proclamare la repubblica ed eleggerne il Capo. Essa dovr assicurare al cittadino il diritto di controllo e di critica sugli atti della pubblica amministrazione. Ogni cinque anni i cittadini saranno chiamati a pronunziarsi sulla nomina del Capo della Repubblica. Si ipotizza un sistema elettorale che preveda lelezione popolare dei rappresentanti della Camera e nomina dei ministri da parte del Capo della Repubblica e del Governo. 5.1.1.2 Vittorio Rolandi Ricci 1) Mantenimento del bicameralismo (Camera e Senato) con pari funzione legislativa. I Deputati eletti a suffragio universale in collegi uninominali, i Senatori eletti per un quarto dai professori universitari e di scuola media, per un quarto scelti dal Presidente fra i magistrati, i funzionari, gli ufficiali (dieci dovevano essere vescovi), per gli altri due quarti eletti a suffragio universale in liste provinciali. 12
2) Presidente eletto direttamente a suffragio universale. Non , per, capo dellesecutivo, essendo previsto un Consiglio dei Ministri e un Presidente del Consiglio dei Ministri. Questi sono nominati dal Capo dello Stato ma entro due mesi devono chiedere la fiducia delle Camere. 5.1.1.3 Spampanato Attribuzione dei supremi poteri dello Stato alla Grande assemblea costituente, che li esercita attraverso il Capo dello Stato da essa nominato, e direttamente per quanto concerne la riforma dello Stato stesso. Gli ordinamenti del nuovo Stato saranno elaborati dalle varie Sezioni della Convenzione Permanente nominata dallAssemblea, che lavorer a sezioni riunite o per singola sezione. La grande Assemblea Costituente dovr stabilire il vivo e autentico contatto col popolo, convocato in prima persona attraverso una genuina rappresentanza 5.1.1.4 Biggini uno 1) Sono previste LAssemblea Costituente che oltre allapprovazione della Costituzione e lelezione del Duce della Repubblica Sociale delibera anche su questioni di supremo interesse nazionale sottoposti alla sua attenzione dal Duce o dalla Camera dei Rappresentanti del Lavoro. LAssemblea Costituente sar costituita da non pi di un terzo di membri di diritto (membri del governo, alti funzionari, magistrati, personale della scuola, ecc.) e, per gli altri due terzi, da rappresentanti delle varie categorie del popolo scelti con libere elezioni. 2) La Camera dei Rappresentanti del Lavoro. Eletta a suffragio universale da tutti i lavoratori (compresi i pensionati, gli studenti e i disoccupati involontari) superiori ad anni 18. Essa collabora col Duce e col Governo per la formazione delle leggi. 3) Il Duce Capo dello Stato e Capo dellesecutivo con potere anche legislativo in collaborazione col Governo e con la Camera. Esso eletto dalla Assemblea Costituente e dura in carica 7 anni. rieleggibile una sola volta. 5.1.1.5 Galimberti Si avranno due assemblee: 1) La rappresentanza nazionale di gruppo e 2) La rappresentanza del controllo politico Alla prima attribuito il potere legislativo. Essa costituita dai rappresentanti delle categorie di lavoratori con elezioni in pi gradi: prima vengono eletti i rappresentanti provinciali fra i quali, poi, vengono eletti i rappresentanti dipartimentali (il dipartimento, come si vedr, unentit territoriale amministrativa composta da pi province ma pi piccola della regione). Questi ultimi, a loro volta, nominano i rappresentanti nazionali scegliendoli fra loro stessi. Possono votare soltanto i lavoratori, di ambo i sessi, iscritti obbligatoriamente a una delle 12 categorie previste. Alla seconda spetta il compito di controllare lazione del governo affinch essa si esplichi nel quadro della costituzione e corrisponda alle aspirazioni della coscienza pubblica nazionale. Anche in questo caso si avranno due gradi di votazione. In primo grado verranno eletti un numero stabilito di rappresentanti in ciascun collegio in cui diviso il territorio dello Stato. Questi, entro quindici giorni, eleggeranno, scegliendoli nel proprio seno, i rappresentanti nazionali in numero pari ad un quarto di quelli eletti in primo grado. Per lelezione di questa seconda assemblea votano solo i cittadini maschi alfabeti, maggiorenni, appartenenti a una delle organizzazioni di cui allart. 70 (le categorie) e che non abbiano riportato condanne per reati infamanti o siano stati interdetti. (Art. 101 come modificato nellappunto manoscritto di Galimberti) Al Capo dello Stato fanno capo i tre poteri fondamentali dello Stato: legislativo, esecutivo e giudiziario. Esso viene nominato da una assemblea costituita da: una delegazione dei rappresentanti delle categorie eletti, una delegazione delle Accademie, delle Universit e della Magistratura. Dura in carica cinque anni. Egli ha il potere di nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri, scelto fra i rappresentanti eletti e promulga le leggi. Gli compete anche, come compete al governo e ai singoli rappresentanti delle due assemblee, liniziativa 13
per la formazione delle leggi. Le proposte di legge vengono depositate negli uffici della presidenza che provvede alla trasmissione alle commissioni. Il potere esecutivo spetta al Governo. Esso formato, per dettato costituzionale, da 12 ministeri, e decade insieme al Presidente che lha nominato. Il territorio dello Stato suddiviso in Dipartimenti, Province e Comuni. Il Dipartimento guidato da un Governatore che si avvale di un consiglio, entrambi nominati dal Governo. Esso coordina le attivit dei rappresentanti provinciali del Governo, delle province e dei comuni. Nelle province c il Prefetto che svolge funzioni di governo e il Consiglio provinciale col suo presidente per le funzioni amministrative. In ogni Comune entrambe le funzioni sono svolte dal Sindaco. Solo nei comuni superiori ai 20000 abitanti il Sindaco coadiuvato da una Giunta Comunale. Consiglio Provinciale, Giunta Comunale e Sindaco sono eletti. 5.1.2 Considerazioni e commenti In tutti i progetti, salvo quello di Rolandi Ricci che propone lelezione popolare, si prevede che il Capo dello Stato sia eletto dallAssemblea Costituente. Rolandi Ricci, per, malgrado lelezione popolare, non gli attribuisce anche la funzione di capo dellesecutivo. Tale potere gli viene, invece, attribuito pi o meno esplicitamente sia dai 18 punti di Verona che dai due progetti Biggini. Il secondo, per, rappresenta una notevole evoluzione. Mentre il primo appariva quasi costruito intorno al Duce, cui venivano attribuiti anche poteri legislativi, nel secondo ci non si verifica e il potere legislativo viene attribuito integralmente alla Assemblea Nazionale Legislativa che verr eletta dal popolo ogni cinque anni a suffragio universale col sistema proporzionale. Anche la Camera dei Rappresentanti del Lavoro del Biggini uno verr eletta con lo stesso sistema da tutti i cittadini maggiori di anni 18. Per essa non ha lesclusivit del potere legislativo ma collabora col Duce e col Governo per la formazione delle leggi. Non chiaro nel Biggini uno se lAssemblea Costituente si scioglier dopo lapprovazione della Costituzione o rimarr in carica per deliberare sulle deroghe eccezionali alle norme della stessa nonch sugli argomenti di supremo interesse nazionale sottopostile dal Duce o dalla Camera dei Rappresentanti. Nel Biggini due c maggiore chiarezza: LAssemblea Costituente, una volta approvata la Costituzione, si trasforma in Assemblea Nazionale Legislativa con chiare funzioni, mentre il Senato, eletto dalle categorie e formato da uomini con particolari benemerenze, avr solo funzioni consultive e potr avanzare proposte. Decisamente pi avanzate e notevolmente innovative le proposte relative alle amministrazioni locali (soppressione delle Province, ampia autonomia ai comuni e consiglio regionale formato da tutti i sindaci). In tutti i progetti il lavoro viene presentato come il protagonista della vita nazionale. Solo nei progetti di Biggini e nel progetto Galimberti, per, si ipotizzano i rappresentanti delle categorie come previste nel sistema corporativo fascista. (Gli stessi autori Galimberti e Repaci ammettono, nel paragrafo XX dellintroduzione, che questa struttura non si differenzia granch da quella fascista. Salvo il fatto, naturalmente, che qui lelezione dei rappresentanti avviene rigorosamente dal basso). E, mentre Biggini prevede un Senato composto dai rappresentanti delle categorie particolarmente meritevoli con funzioni soltanto consultive e di proposta, Galimberti attribuisce alla Rappresentanza nazionale di gruppo il potere legislativo. Sembra, quindi che proprio il progetto di Duccio Galimberti sia il pi rigorosamente vicino al principio corporativo elaborato dal Fascismo. Nel progetto Galimberti c anche la novit dei dipartimenti (cosa diversa dalle regioni sia per vastit territoriale che per funzioni. Il dipartimento un organo di coordinamento emanazione del Governo) e la interessante proposta del comune affidato al solo Sindaco nei comuni inferiori ai 20000 abitanti. In quelli superiori c una Giunta che coadiuva il Sindaco ma non c pi il Consiglio Comunale. 5.2 La democrazia Ci sar per tutti ampia libert di riunione, di associazione, di stampa, di culto. E qui, allart. 7, si scioglie un vero e proprio inno alla libert. Si dice che la libert un bisogno assoluto dello spirito come gli alimenti sono un bisogno assoluto del corpo. Si dice che la libert palestra per lesercizio del cervello come i campi sportivi lo sono per 14
lesercizio muscolare. Si esalta il bisogno delluomo di esternare le proprie idee e critiche e si afferma che nel confronto delle idee e nel dibattito si generano le idee migliori. Ed cos che, esercitando la propria libert, il cittadino contribuisce alla costruzione del nuovo ordinamento e del nuovo Stato. Il popolo dovr essere sovrano, padrone assoluto dei propri destini. Non solo gli uomini ma anche le donne avranno diritto al voto (art. 8). Bisogner, per, aver raggiunto il 24 anno di et, perch si reputa che a quellet si sia raggiunta una maggiore maturit di coscienza. 5.2.1 Confronti con gli altri progetti 5.2.1.1 I diciotto punti di Verona Il popolo elegge il Capo dello Stato, che, dal testo, appare anche come capo dellesecutivo e la Camera (sembra che il riferimento sia ad una sola camera). La Costituzione repubblicana dovr assicurare al cittadino il diritto di controllo e di critica sugli atti della pubblica amministrazione. 5.2.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Elezioni a suffragio universale sia per lelezione della Camera che della met del Senato (come gi detto: un altro quarto eletto dal personale della universit e della scuola, un altro quarto nominato dal Presidente). 5.2.1.3 Spampanato Non ritiene si possa procedere allelezione dei membri della Costituente nei modi consueti dato lo Stato di guerra. Ogni categoria di cittadini, perci, designer i propri rappresentanti. Tuttavia saranno ammessi anche i rappresentanti degli altri partiti compresi quelli costituitisi durante il governo Badoglio. Ad essi sar garantita ogni libert e immunit. 5.2.1.4 Biggini uno Come sopra detto i membri della Costituente e degli organi successivi saranno scelti con libere elezioni, salvo i previsti membri di diritto della Costituente. 5.2.1.5 Galimberti Non preoccupato, come i costituzionalisti dellultimo Fascismo, di dimostrare lapertura totale alla democrazia e alla libert, Galimberti delinea un regime democratico, s, ma preoccupato di non lasciare spazi eccessivi a una libert che potrebbe diventare arbitrio e punta, quindi, a una libert coniugata con la responsabilit. Ci sar, cos, libert di stampa e di opinione, ma vietata la costituzione di partiti politici (art. 56). Tutti i cittadini lavoratori, gli unici che hanno diritto al voto, sono organizzati in categorie (lavoratori dellindustria, lavoratori dellagricoltura, ecc.), ciascuna delle quali divisa in gruppi (es.: per i lavoratori dellindustria: tessili, edili, metalmeccanici, ecc.). Ogni lavoratore ha lobbligo di iscrizione alla propria categoria e al proprio gruppo. Si pu anche appartenere a pi di una categoria (nel caso si eserciti pi di una professione) ma si ha diritto ad un solo voto, nella categoria per la quale si avr optato. Non si parla di suffragio universale. Per lelezione della Rappresentanza del controllo politico votano soltanto i maschi maggiorenni e alfabetizzati. 5.2.2 Considerazioni e commenti Tutti i progetti prevedono libert di associazione e libere elezioni. Le enunciazioni del testo che stiamo esaminando, tuttavia, appaiono le pi convinte e le pi convincenti. Vengono, infatti, esplicitamente menzionate tutte le fondamentali libert e si assicura al popolo la assoluta padronanza dei suoi destini. Curiosa la variazione dellet a partire dalla quale si acquisisce il diritto al voto: nel Biggini uno, con notevole intuizione anticipativa, tale diritto si acquisiva a partire dal compimento del 18 anno. Nel Biggini due tale et sale a 24 anni, cio a ben 3 anni dopo il compimento della maggiore et. Il motivo, si afferma, che si ritiene solo a quellet avere lindividuo acquisito la maturit sufficiente per effettuare scelte politiche responsabili. Che pu anche essere considerata una buona ragione. Ma che stride, per, col fatto che si accettavano, a quellepoca, volontari di sedici anni, considerati maturi, quindi, per andare a combattere e a morire, ma non maturi per votare. 15
Impressionante la somiglianza fra il sistema corporativo fascista e quello, pure definito corporativo, di Galimberti. Questi prevede 14 categorie mentre il corporativismo fascista ne prevedeva 22 (perch industria e agricoltura erano suddivise in diverse corporazioni). Tuttavia sono rilevabili anche altre differenze sostanziali. La pi rilevante sta nel fatto che le corporazioni fasciste comprendevano sia i lavoratori che i datori di lavoro di uno stesso settore, mentre Galimberti prevede una categoria p) dei proprietari dei fondi urbani distinta dalle altre che, secondo quanto specificato (art 71) quella cui appartengono i datori di lavoro. Molto forte e significativa anche la norma che vieta la costituzione dei partiti politici. C, evidentemente, il rifiuto di quel parlamentarismo che aveva dimostrato la sua inefficienza nella Stato prefascista, ma c anche la convinzione, che fu gi del Fascismo, che la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica attraverso le categorie viene a costituire una base democratica attiva comprendente, praticamente, la totalit del popolo lavoratore, che partecipa direttamente, attraverso le proprie rappresentanze, al governo del paese. Cosa che, come noto, non avviene in un regime partitocratico. La base democratica attiva, infatti, in questo caso rappresentata soltanto dagli iscritti ai partiti (anche accreditando loro un potere reale allinterno del partito stesso, potere che , invece, come noto, nelle mani di una ristretta oligarchia) che rappresentano una esigua minoranza della popolazione. 5.3 La giustizia (art. 4) Si afferma anzitutto con solennit lindipendenza della Magistratura. I giudici dovranno emettere i loro giudizi con tranquillit e secondo i dettami della loro coscienza. I Magistrati saranno eletti con un plebiscito popolare e la loro elezione sar a vita. I membri delle Giurie, pure eletti con plebiscito popolare, invece, resteranno in carica per cinque anni. La Magistratura avr il suo autogoverno ed essi stessi saranno gli arbitri dellOrdinamento Giudiziario Il sistema di detenzione e di pena dovr essere riveduto, studiato e modificato. 5.3.1 Confronti con gli altri progetti 5.3.1.1 I diciotto punti di Verona Al punto 3 detto: Nessun cittadino, arrestato in flagrante o fermato per misure preventive, potr essere trattenuto oltre i sette giorni senza un ordine dellautorit giudiziaria. Tranne il caso di flagranza, anche per le perquisizioni domiciliari occorrer un ordine dellautorit giudiziaria. Nellesercizio delle sue funzioni la magistratura agir con piena indipendenza. 5.3.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Una commissione composta da sette eletti fra i componenti della Corte di Cassazione, compresa la Procura Generale, sette fra i componenti del Consiglio di Stato e la Corte dei Conti e presieduta dal Presidente della Corte di Cassazione (o da un vice presidente da lui designato) governer la Magistratura assicurandone lindipendenza. 5.3.1.3 Spampanato La Magistratura dovr dare alla Costituente un apporto fondamentale oltre che al contributo di dignit che pu dare. Dovr avere, perci una qualificatissima rappresentanza nellAssemblea Costituente. 5.3.1.4 Biggini uno Art. 65: Nellesercizio delle sue funzioni garantita piena indipendenza alla magistratura: questa vincolata dalla legge e soltanto dalla legge.
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5.3.1.5 Galimberti La Giustizia amministrata da Magistrati la cui nomina e funzioni sono disciplinate da apposito ordinamento. C la giurisdizione ordinaria e quella amministrativa. Non devono esistere tribunali straordinari o speciali. Dopo tre anni di servizio il Magistrato inamovibile. Ampie garanzie ai cittadini (art.51 e 52): diritto al risarcimento per danni causati dagli organi dello Stato (quindi anche dalla magistratura) o per arresto illegale. Solo per ordine dellautorit giudiziaria si potr essere arrestati. Ammesso il fermo ma attuato in appositi locali (non nelle carceri) e con obbligo di comunicarlo entro 24 ore al P.M. Esso non potr in nessun caso prolungarsi per pi di 7 giorni. 5.3.2 Considerazioni e commenti Tutti i progetti proclamano solennemente lindipendenza della Magistratura. Linnovazione rivoluzionaria del testo in esame lelezione dei Magistrati e dei membri delle Giurie mediante plebiscito popolare. Nel Biggini uno i Magistrati erano nominati dal Duce (art. 63). Galimberti rimanda ad apposito ordinamento la nomina e la funzione dei magistrati. Perch la divisione dei poteri sia effettiva necessario che la Magistratura possa autogovernarsi. Bisogna, per, paventare il rischio che essa diventi una casta chiusa e irresponsabile (che, cio, non sia tenuta a render conto a chicchessia del suo operato). Lelezione popolare dei giudici e dei giurati prefigura una forma di controllo da parte dellelettorato. 5.4 La milizia nazionale volontaria (art. 9) Nella convinzione che si apriranno, nel futuro, ampie intese fra i popoli Europei, fino alla totale eliminazione dei conflitti armati, si propone labolizione della coscrizione obbligatoria e la creazione di una Milizia Nazionale Volontaria con compiti prevalentemente di ordine pubblico. 5.4.1 Confronti con gli altri progetti 5.4.1.1 I diciotto punti di Verona Non ci sono riferimenti specifici al problema. Gli unici riferimenti si trovano nella premessa, dove si auspica una rapida ricostruzione delle Forze armate e al punto 5 dove si definisce il partito ordine di combattenti e di credenti degno di essere il custode dellidea rivoluzionaria. 5.4.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Non viene affrontato il problema. Lunico riferimento ai militari al punto 19, ove si stabilisce il divieto per tutti i funzionari dello Stato civili e militari, come per i magistrati di appartenere a societ segrete. 5.4.1.3 Spampanato Nel paragrafo Forze Armate, nel quale si parla delle rappresentanze militari nellAssemblea Costituente, non si fa cenno a volont di trasformare lesercito in una milizia volontaria. 5.4.1.4 Biggini uno Nellart. 59 si parla esplicitamente di coscrizione definendolo un servizio donore e si afferma che Tutti i cittadini hanno il diritto e il dovere di servire in armi la Nazione 5.4.1.5 Galimberti vietata la costituzione di eserciti nazionali (art. 6) Ogni Stato potr avere solo un unico corpo di polizia. Esercito, Marina e Aviazione saranno Confederali e in ogni Stato saranno reclutati i contingenti stabiliti dall Assemblea rappresentativa dei singoli Stati. LAssemblea potr anche ordinare la mobilitazione parziale o totale di tutti i cittadini atti alle armi.
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5.4.2 Considerazioni e commenti Anche in questo caso il testo in esame si presenta come fortemente innovativo e anticipatore di un indirizzo che trover la sua realizzazione soltanto ai tempi nostri, cio sessanta anni dopo. Ed lunico progetto a parlare di un esercito di volontari. 5.5 La soppressione dei titoli nobiliari Lart. 10 abolisce tutti i titoli nobiliari e le onorificenze, salvo quelle militari e al valor civile. Gli uomini nascono tutti uguali. Si riconosceranno esclusivamente quei titoli conseguiti con lo studio e con atti di valore. 5.5.1 Confronti con gli altri progetti 5.5.1.1 I diciotto punti di Verona Non si fa cenno al problema. 5.5.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Nessun cenno sullargomento. 5.5.1.3 Spampanato Nessun cenno sullargomento. 5.5.1.4 Biggini uno Art. 48: I titoli di nobilt sono mantenuti a coloro che vi hanno diritto. Al Duce spetta di conferirne di nuovi. 5.5.1.5 Galimberti Art. 49: La nobilt, come classe, soppressa. Tutti i titoli sono soppressi e non possono venire introdottiPossono solo essere conferiti i titoli che designano una funzione, un impiego, una professione o una dignit accademica. 5.5.2 Considerazioni e commenti Soltanto il testo in esame e quello di Galimberti affrontano il problema in maniera drastica, rivelando una volta di pi il loro carattere fortemente popolare e egualitario. I due testi sono pressoch equivalenti. 5.6 Il sistema tributario Lart. 11 propone una drastica semplificazione del sistema tributario. Si pagher una sola imposta che comprender anche laliquota per linvalidit e la pensione di vecchiaia. Saranno aboliti dazi, imposte di bollo e qualunque altro tipo di imposta. Tutto confluir in ununica imposta annuale che verr determinata in base al reddito e sar progressiva. I consigli comunali istituiranno due apposite Commissioni per laccertamento dei redditi: Una sar presieduta dal Capo dellUfficio Fiscale dello Stato e laltra, che avr funzioni arbitrali con giudizio inappellabile, sar presieduta da un delegato del comune. Gli accertamenti dovranno essere resi pubblici. Nellart. 12 si parla dei dazi doganali. La prospettiva quella di giungere gradualmente alla abolizione di tali dazi e, quindi, a un sistema di libero scambio. Quello che si auspica una armonica integrazione delle economie che consenta ad ogni popolo laccesso a tutti i beni di cui necessita. Sar, questa, la base fondamentale del principio della fratellanza umana.
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5.6.1 Confronti con gli altri progetti 5.6.1.1 I diciotto punti di Verona Nessun cenno sullargomento 5.6.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Nessun cenno sullargomento. 5.6.1.3 Spampanato Nessun cenno sullargomento. 5.6.1.4 Biggini uno Art. 91: Accettare volenterosamente e disciplinatamente gli oneri, le restrizioni e i sacrifici necessari per il bene dello Stato fondamentale dovere del cittadino. Si tratta, come si pu vedere, soltanto di un accenno generico. 5.6.1.5 Galimberti Il reddito dello Stato e degli Enti Locali costituito dalle loro propriet, dai servizi e dai tributi. Questi non possono colpire altro che i redditi (art.65). Limposta sul reddito sar progressiva e, onde evitare il formarsi di redditi eccessivi essa pu colpire fino al novantacinque per cento del reddito. Limposta sul patrimonio potr eccezionalmente essere istituita non pi di una volta nel termine di anni quindici. 5.6.2 Considerazioni e commenti Gli aspetti pi innovativi e rivoluzionari del testo in esame si riscontrano senza dubbio in materia economica. Il conglobare in una sola imposta, progressiva, tutto ci che il cittadino deve pagare a titolo di contributo alla collettivit rappresenta non solo una semplificazione ma anche un notevole contributo alla chiarezza e alla trasparenza del sistema fiscale. Gli accertamenti dei redditi effettuati a livello comunale e resi pubblici sono un ulteriore contributo a tutto ci. Preme far notare anche la lungimiranza delle proposte in materia di dazi onde poter giungere a un sistema di libero scambio con integrazione delle economie delle varie nazioni in un sistema armonico e pacifico, in un mondo dove il flagello dei conflitti armati dovr essere bandito per sempre. 5.7 Politica estera e politica razziale Nellart. 13 si delineano i principi fondamentali di una politica estera tesa alla pace e alla fratellanza fra i popoli: assoluta indipendenza di tutti i popoli, creazione di una milizia internazionale e di una speciale Corte di Giustizia internazionale che dirima, con giudizio inappellabile, le eventuali vertenze. Il flagello dei conflitti armati dovr essere bandito per sempre. Nellart. 14 si dichiara abolita ogni questione di razza. Si afferma che la razza umana una sola con tendenza a modificarsi in tutti i campi al fine di un miglioramento comune. Per quanto riguarda il problema ebraico si riconosce la grande importanza che questo popolo ha avuto in passato. Si fa riferimento al frantumarsi dello Stato ebraico a seguito della conquista romana e si considera necessario adoperarsi per la ricostituzione di uno Stato ebraico indipendente, di una patria indispensabile alla loro esistenza.
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5.7.1 Confronti con gli altri progetti 5.7.1.1 I diciotto punti di Verona Punto 7: problema razziale: Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalit nemica. Punto 8: politica estera: Salvaguardare lintegrit del territorio e far riconoscere la necessit degli spazi vitali indispensabili ad un popolo di 45 milioni di abitanti sopra unarea insufficiente a nutrirli. Realizzazione di una comunit europea per eliminare gli intrighi britannici sul continente, abolire il sistema capitalistico interno e lottare contro le plutocrazie mondiali, valorizzare, a beneficio nostro e degli autoctoni, le risorse naturali dellAfrica nel rispetto assoluto di quei popoli, in ispecie mussulmani 5.7.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Nessun cenno sugli argomenti 5.7.1.3 Spampanato Nessun cenno specifico sullargomento politica razziale. Sono, per, significative le seguenti affermazioni contenute nel paragrafo Attivit della Costituente: La prima: Lappartenenza alla Grande Assemblea Costituente non richiede speciali requisiti civili, politici o religiosi. La seconda: Sono assimilati ai cittadini italiani gli individui di altra nazionalit chiamati a far parte dellAssemblea. 5.7.1.4 Biggini uno Nel VI Paragrafo La difesa della stirpe, art. 73, si dice che si attua questa difesa, fra laltro, col divieto di matrimonio di cittadini italiani con sudditi di razza ebraica 5.7.1.5 Galimberti La politica estera non pi competenza dei singoli Stati ma della Confederazione europea. Art. 5: Gli Stati dEuropa riconoscono piena sovranit agli organi confederali in materia di affari esteri, di difesa, di politica economica La Confederazione ripudia la guerra e ogni forma di imperialismo. La Corte confederale di Giustizia provveder a dirimere le eventuali vertenze fra gli stati. In caso di gravi inadempienze potr intervenire lesercito confederale. Art. 46: Le differenze di razza, di nazionalit e di religione non sono dostacolo al godimento dei diritti pubblici e privati. 5.7.2 Considerazioni e commenti Come gi nei 18 punti di Verona si auspicava la realizzazione di una comunit europea, sia pure per eliminare gli intrighi britannici sul continente, anche in questo testo ci si proietta in una dimensione sovranazionale auspicando un mondo pacificato in cui sia riconosciuta lindipendenza di tutti i popoli, in cui le eventuali controversie siano risolte da una Corte di Giustizia internazionale. Il tutto garantito da una milizia internazionale. Di una Corte di Giustizia sovranazionale e di una milizia internazionale si parla anche nel progetto di Galimberti. E cos della comunit europea che lui chiama Confederazione degli Stati europei. Ma la cosa che maggiormente colpisce il netto rovesciamento dellatteggiamento nei confronti dei cittadini di razza ebraica. Senza mezzi termini, smentendo ci che era detto dei 18 punti di Verona e anche quanto affermato nel Biggini uno, si dice lapidariamente che il problema razziale non esiste perch la razza umana una sola. E si prefigura anche la creazione di uno Stato ebraico ove il popolo ebraico, del quale si riconosce limportanza avuta in passato, possa trovare di nuovo una indispensabile patria.
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5.8 La scuola e lo sport La scuola sar obbligatoria per tutti almeno fino al 16 anno. Ci saranno borse di studio per consentire anche ai bisognosi di raggiungere i pi alti gradi dellistruzione. Linsegnamento non sar dogmatico e sar aperto a tutte le grandi correnti di pensiero. Non dovranno esserci influenze politiche o religiose. I programmi verranno introdotti dopo essere stati ampiamente discussi dagli insegnanti. Lavviamento alle professioni sar deciso da speciali commissioni il cui giudizio sar inappellabile. Lo sport sar un fattore importante nella formazione e nella vita dellindividuo. Ed anche da considerarsi un fenomeno dimportanza sociale. Esso dovr essere praticato per pura passione, senza fini di lucro. Soltanto nello sport agonistico saranno previsti dei premi. Per il resto lo sport, che contribuisce a un sano sviluppo, dovr essere praticato come svago, divertimento, ricreazione. 5.8.1 Confronti con gli altri progetti 5.8.1.1 I diciotto punti di Verona Lunico riferimento al problema educativo si trova al punto 5: Lorganizzazione a cui compete leducazione del popolo ai problemi politici unica. Ed il partito. 5.8.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Punto 20: Leducazione e listruzione <sono> avocate allo Stato, rispettati i patti lateranensi, i quali <sono> dichiarati costituzionalmente invariabili unilateralmente 5.8.1.3 Spampanato Nessun cenno specifico sullargomento. 5.8.1.4 Biggini uno Il paragrafo VII Leducazione e listruzione del popolo diviso in due sezioni. La Sezione I Delleducazione afferma anzitutto che leducazione uno dei principali compiti della Repubblica (art.75) Dice, quindi, che lo Stato, col rispetto dei diritti e dei doveri della patria potest, invigila affinch leducazione familiare sia adeguata. In caso contrario la sostituisce (art. 76). Lart. 77, infine, afferma che organo fondamentale delleducazione politica del popolo il Partito fascista repubblicano, essendo riconosciuto quale organo ausiliario dello Stato. Lo Stato pu autorizzare il funzionamento di scuole private, esercitando, per, il controllo sui programmi e sulla capacit dei docenti. La Dottrina Cristiana fondamento e coronamento dellistruzione pubblica. (art.83). 5.8.1.5 Galimberti Linsegnamento libero, ma solo lo Stato rilascia i titoli di studio. Solo listruzione elementare obbligatoria ma linsegnamento gratuito nelle scuole statali di ogni grado. Borse di studio e altri incoraggiamenti saranno date ai poveri meritevoli. Si parla di sport allart. 38 nellambito della politica sanitaria. 5.8.2 Considerazioni e commenti Innovativa anche lestensione dellobbligatoriet fino al 16 anno, ma la cosa veramente nuova e che, anche in questo caso rovescia le impostazioni precedenti la categorica affermazione che nella scuola linsegnamento non sar dogmatico e, nella scuola, non dovranno esserci influenze politiche o religiose. Quindi, anche se non lo si dice esplicitamente, sembra che ci si trovi di fronte a un ripensamento degli stessi Patti Lateranensi che prevedevano, oltre a quanto era scritto nei programmi che contenevano la materia Religione, anche le famose 20 lezioni di religione di unora ciascuna, impartite direttamente da un religioso. Molto interessante anche laffermazione che i programmi saranno introdotti nelle scuole solo dopo essere stati discussi e approvati dai docenti, il che prefigura una autonomia 21
scolastica ante litteram. Importante anche lesortazione a praticare lo sport per pura passione, senza fini di lucro, specie se si fa un confronto con i molti sport miliardari che si praticano oggi. 5.9 La Religione Art. 15: La scuola non avr dogmi. Saranno escluse le influenze politiche e religiose, linsegnamento sar aperto alle grandi correnti del pensiero, i programmi verranno ampiamente discussi dal corpo degli insegnanti stessi, commissioni speciali verranno istituite, incaricate del vaglio e delle decisioni allavviamento professionale di quelli ritenuti idonei con giudizio inappellabile. 5.9.1 Confronti con gli altri progetti 5.9.1.1 I diciotto punti di Verona Punto 6: La religione della Repubblica la cattolica apostolica romana. Ogni altro culto che non contrasti con le leggi rispettato. 5.9.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Punto 12: Fra i Senatori eletti dal Presidente dovranno essere inclusi dieci vescovi. Punto 17: La religione cattolica la religione dello Stato. Gli altri culti sono ammessi nei limiti stabiliti dalla legge. 5.9.1.3 Spampanato Non ci sono cenni specifici. significativo, per, che fra i soggetti chiamati a far parte della Costituente figurassero rappresentanze dei Cappellani militari di Esercito, Milizia, Aviazione e Marina e che Inoltre parteciper alla Costituente un rappresentante per ogni comunit religiosa esistente nello Stato, Impero, Colonie e Possedimenti. 5.9.1.4 Biggini uno Art. 83: La Repubblica Sociale Italiana considera fondamento e coronamento dellistruzione pubblica linsegnamento della Dottrina cristiana Perci linsegnamento religioso obbligatorio nelle scuole elementari e medie. Salvo esenzioni che la legge pu stabilire. 5.9.1.5 Galimberti La religione menzionata soltanto allart. 46, gi riportato nel paragrafo Politica estera e politica razziale. Se ne pu dedurre che ognuno libero di professare liberamente la religione che crede, ma essa e rimane un fatto privato. Tuttavia bene notare che, a proposito dei rapporti della Confederazione degli Stati Europei con il Vaticano, allart. 3 si dice che essa dichiara di aderire al trattamento stabilito nel Trattato con lItalia dell11 febbraio 1929. 5.9.2 Considerazioni e commenti Oltre a quanto detto nel paragrafo precedente, possiamo notare come, nel progetto Biggini e nel progetto Galimberti si vada oltre il concetto di religione come fondamento e coronamento dellistruzione e, quindi, della formazione delluomo e del cittadino, per approdare a una posizione decisamente pi laica. 5.10 Il lavoro e i rapporti sociali Il lavoro nella Repubblica Sociale Italiana un dovere per tutti i cittadini, e ciascuna verr remunerato a seconda della propria capacit e del proprio merito. Cos lart. 17. Il lavoro una necessit, perch con lo sforzo che esso richiede ogni uomo si procura quei beni economici necessari per soddisfare i bisogni della vita. Ma anche un dovere sociale, perch col lavoro di tutti che vengono messi a disposizione della collettivit tutti quei beni e servizi indispensabili alla vita. La retribuzione commisurata alle capacit e al merito considerato uno stimolo e un atto di giustizia. 22
Ma nessun lavoratore dovr pi essere esposto allo sfruttamento da parte di altri uomini. Questo chiaramente enunciato dallart 18 che esordisce affermando che Il Capitale non potr essere pi elemento di sfruttamento e di privilegio per alcuno Sar dunque necessario garantire che i mezzi di produzione appartengano ai lavoratori, quale che sia il settore e il tipo di lavoro. Il comunismo, che intendeva garantire la stessa cosa, riteneva di avere risolto il problema facendo acquisire allo Stato tutti i mezzi di produzione. Essendo, infatti, lo Stato comunista governato dal popolo, il popolo stesso risultava proprietario di tali mezzi. Ma si trattava di un possesso del tutto nominale. Nella realt, infatti, il lavoratore dello Stato comunista non ha pi come datore di lavoro un capitalista privato ma lo Stato. Egli, per, non muta la sua condizione di mero dipendente. Si passa, cio, da un capitalismo privato a un capitalismo di Stato. Qui, al contrario, si va molto oltre. Si comincia con laffermare che tutta la propriet immobiliare passer esclusivamente nelle mani dello Stato, ma con queste eccezioni: a) per i possessori della casa che serve di abitazione della propria famiglia; b) della terra che viene fecondata con le proprie braccia c) e di quantaltro sia nella forma privata e associata ove risulti chiaramente che il capitale ed il lavoro siano riuniti nelle stesse mani. , questo lunghissimo articolo 18, certamente il pi rivoluzionario di tutto il progetto. Esso, infatti, prosegue dicendo che lo Stato assumer direttamente la gestione di tutte le industrie, miniere e grandi aziende, ma solo in via temporanea, intendendo cedere poi, tutto e veramente nelle mani di chi lavora. Accadr, infatti, che lo Stato assegner a tutte quelle famiglie che desiderano lavorare la terra, un appezzamento adeguato alla forza lavoro della famiglia stessa. Tale famiglia verr gravata di una rata annuale commisurata al valore dellappezzamento che le consentir, in 30 anni, di divenire proprietaria del terreno. Tali versamenti andranno effettuati alla Banca di Stato che, come vedremo, sar lunico istituto di credito. La stessa cosa si verificher nellindustria. Il capitale di ogni azienda sar diviso in tante quote capitale quanti sono gli addetti, i quali, mediante versamenti o trattenute sul salario, diventeranno alla fine proprietari della propria quota. Essi, quindi, gestiranno lazienda come associazione cooperativa, essendo i proprietari dellazienda stessa. Non sar inutile notare come quanto sopra rappresenti un passo ulteriore anche rispetto alla legge sulla Socializzazione. Con quella legge, infatti, il lavoratore partecipava, s, alla ripartizione degli utili, dai quali, per dovevano essere tolti, oltre agli accantonamenti previsti dalla legge, anche la giusta remunerazione del capitale. Nel caso che esaminiamo, invece, anche tale quota andrebbe ai lavoratori essendo loro stessi i detentori del capitale. Una importante clausola di salvaguardia la seguente: Ove un lavoratore decidesse, nel corso della sua vita lavorativa, di cambiare azienda o, addirittura, di passare dallindustria allagricoltura o viceversa, le quote versate lo seguirebbero nella nuova attivit senza che nulla vada per lui perduto. Al termine della attivit lavorativa, poi, la quota capitale verr integralmente rimborsata e, in caso di morte, detta quota andr agli eredi. Altra cosa notevole e abbastanza clamorosa che la propriet immobiliare espropriata non verr pagata dallo Stato. Le famiglie espropriate, per, ove siano impossibilitate a lavorare, avranno una sistemazione equa. Si sostiene, a questo proposito che, anche se togliere questo capitale pu apparire immorale, in realt non lo perch esso capitale il risultato di uno sfruttamento del lavoro altrui per cui il toglierlo per darlo ai lavoratori un atto di riparazione e di giustizia. Larticolo 23 dedicato allartigianato. Si dice che, anche in unepoca in cui lindustria produce pi velocemente e a prezzi pi bassi, tuttavia il lavoro artigianale ha dei pregi ancora molto apprezzati per leleganza, loriginalit, ladeguatezza a particolari bisogni. Quindi lartigiano, lavoratore indipendente, dovr essere aiutato sia nella forma individuale che associata. 23
Anche lattivit commerciale (art. 26) svolge unimportante funzione in una societ organizzata. Nel futuro assetto sociale sar necessario, a vantaggio degli acquirenti, creare sempre pi stretti rapporti fra produzione e consumo. Ci potr essere fatto predisponendo un piano organizzativo di cooperative associate. Gli utili di queste cooperative di consumatori non verranno distribuiti ma reinvestiti per migliorare lorganizzazione e mantenere i prezzi ai giusti livelli. Tutte le societ cooperative fanno capo allEnte Nazionale della Cooperazione che avr compiti di controllo, propaganda e altre iniziative. Si distinguono due tipi di cooperative: quelle di Produzione e Lavoro e quelle di Consumo. In una societ dove lavorare un dovere e tutti lavorano e dove esistono provvidenze per chi impossibilitato a lavorare, logico che si consideri non tollerabile ogni forma di questua o elemosina (art. 25). 5.10.1 Confronti con gli altri progetti 5.10.1.1 I diciotto punti di Verona Punto 9: Base della Repubblica Sociale e suo oggetto primario il lavoro Punto 10: La propriet privata rispettata purch non diventi strumento di sfruttamento di altri uomini. Espropriazioni potranno aversi in caso di terre incolte o mal gestite onde creare aziende agricole gestite da coltivatori diretti o cooperative di agricoltori. Punto 11: Tutto ci che esce dallinteresse singolo per entrare nellinteresse collettivo appartiene alla sfera di azione dello Stato. Pubblici servizi e produzioni belliche vengono gestite dallo Stato o da Enti appositi. Punto 12: In ogni azienda i lavoratori, mediante loro rappresentanze, parteciperanno alla gest ione delle aziende stessa e alla ripartizione degli utili. Punto 16: Tutti i lavoratori saranno organizzati nel sindacato di categoria della unica grande Confederazione Generale del Lavoro, della Tecnica e delle Arti. Punto 17: Congrui adeguamenti salariali e controllo efficace dei prezzi (con misure anche drastiche) dei viveri che devono mantenere i livelli ufficiali. Chi fa mercato nero verr equiparato ai traditori e rischier anche la pena di morte. 5.10.1.2 Vittorio Rolandi Ricci: Non ci sono riferimenti specifici. Soltanto allart. 17 cerano le seguenti affermazioni: La prima: La propriet privata <> considerata piena e libera salvo quelle limitazioni che per legge fossero riconosciute di interesse nazionale. Lespropriazione <dovr> sempre essere compensata con adeguato pagamento di indennit Laltra: La disciplina di qualunque contratto, anche di quelli di lavoro, <> demandata alla legge, od a regolamenti approvati per delegazione del legislatore. 5.10.1.3 Spampanato Mancano riferimenti espliciti. Nel paragrafo I lavori della Grande Assemblea Costituente, per, al punto 7 detto: Ratifica di quanto finora legiferato e ordinato dal Governo Nazionale Repubblicano che pu essere interpretato come adesione agli indirizzi sociali espressi dalla R.S.I. a partire dai 18 punti di Verona. Altro indizio interessante pu essere ritenuto la grande partecipazione allassemblea costituente dei rappresentanti del lavoratori, prevista nel paragrafo Lavoratori. Nel paragrafo Economia, infine, molto significativo il rifiuto di dare rappresentanti nellassemblea alle Confederazioni padronali per non dare diritto di presenza al capitalismo gi virtualmente ripudiato dalla nuova situazione rivoluzionaria intervenuta nel paese. 5.10.1.4 Biggini uno Tutto il Capo IV dedicato alla Struttura delleconomia nazionale. Il 1 paragrafo dedicato a La produzione e il lavoro. Nella Sezione I La produzione si afferma anzitutto che, nel campo della produzione, la Repubblica si propone di conseguire lindipendenza economica. A questo scopo fisser direttive e piani generali (art.103). Nellart. 104 si prevede la pi ampia collaborazione fra le varie categorie e i vari fattori della produzione. Nellart. 105 si afferma il 24
totale rispetto della propriet privata di cui si riconosce la funzione sociale, con particolare attenzione alla propriet rurale che dovr essere agevolata per incrementare il numero dei coltivatori diretti (art.106). Sar, tuttavia, previsto lesproprio, previo congrua indennit, ove la propriet sia mal gestita. Liniziativa privata considerato lo strumento pi utile nellinteresse della nazione art. 108). Lo Stato gestir direttamente le imprese che controllino settori essenziali per lindipendenza economica e politica della Nazione. Potr, inoltre, assumere la gestione di imprese prive di sufficiente iniziativa, per assegnarle, poi, al altri privati o a enti appositi (art. 111 e 112). Nella Sezione II Il lavoro, si comincia col dichiarare il lavoro soggetto e fondamento delleconomia produttiva (art.113). Negli articoli successivi si afferma che il lavoro un dovere nazionale, che assicurata la piena uguaglianza giuridica di tutti i lavoratori, che la Repubblica assicura a tutti il diritto al lavoro. Inoltre si ribadisce che lorario di lavoro di 44 ore settimanali per non pi di 8 ore il giorno, che il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e alle ferie, nonch ad una indennit di fine lavoro proporzionata agli anni di servizio. Infine lart.123 afferma che la Repubblica coordina ed integra lazione di previdenza (vecchiaia, invalidit, infortuni, malattie, gravidanza, puerperio, disoccupazione involontaria, richiamo alle armi), cui debbono concorrere tutti gli elementi della produzione, le categorie e speciali appositi Istituti. Il 2 paragrafo La gestione socializzata dellimpresa descrive il funzionamento dellimpresa socializzata (partecipazione dei lavoratori alla gestione dellazienda e alla ripartizione degli utili) anticipando, in sostanza, quello che sar il contenuto della legge sulla socializzazione che verr approvata nel febbraio successivo. Il 3 ed ultimo paragrafo Lorganizzazione professionale afferma, allart. 135 che tutte le categorie di preStatori dopera e di lavoro, operai, impiegati, dirigenti, di artigiani, di imprenditori, di professionisti e gli artisti appartengono ad ununica organizzazione professionale nazionale. Essa ha lesclusiva rappresentanza degli interessi delle categorie ed giuridicamente riconosciuta come ente ausiliario dello Stato. In caso di controversie non conciliate interverr la Magistratura del Lavoro. Di conseguenza lo sciopero e la serrata saranno puniti quali delitti contro leconomia nazionale. 5.10.1.5 Galimberti Gi nella prima parte, riguardante lordinamento della Confederazione, si afferma (art. 29) che il lavoro un diritto e un dovere sociale. Perci la disoccupazione sar evitata, impiegando in opere pubbliche i disoccupati anche temporanei. Nello stesso articolo si afferma anche che verr impedita la formazione di grandi capitali e di grandi redditi anche mediante nazionalizzazioni (industrie e servizi che abbiano carattere nazionale). Allart 61, poi, si precisa che la propriet privata riconosciuta e tutelata ma solo nei limiti del bisogno individuale e famigliare in rapporto alle esigenze della condizione sociale Tutto ci che eccede viene incamerato dallo Stato per confisca, espropriazione o gravame tributario. Lart. 68, poi, precisa che il gravame tributario (imposta progressiva sul reddito) pu raggiungere il 95%. Ogni cittadino lavoratore deve essere iscritto ad una delle 12 categorie di cui allart. 71, tramite lappartenenza a un gruppo di quella categoria. La categoria rappresenta un grande settore dellattivit (es. lavoratori dellindustria) mentre il gruppo rappresenta una attivit specifica di quella categoria (es.: settore tessile, settore edile, ecc.) Il gruppo, come si chiarisce al paragrafo XX dellintroduzione, equivale al sindacato. Questa organizzazione del lavoro unica e riconosciuta dallo Stato. Non sono ammesse organizzazioni libere. Essa stipula contratti collettivi che assumono la veste e il valore di atti legislativi. Di conseguenza le eventuali vertenze saranno giudicate dal magistrato ordinario. Serrate e scioperi sono proibiti. Obbligatorie tutte le assicurazioni sociali. Lorario settimanale di lavoro non potr superare le 38 ore. Divieto assoluto di lavoro straordinario salvo deroghe dellAssemblea Confederale per ragioni di necessit. Presso ogni azienda verr istituita una commissione di controllo formata da impiegati e operai nominati dai rispettivi gruppi e gli stessi concorrono al riparto degli utili.
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5.10.2 Considerazioni e commenti , sicuramente in questi articoli che si manifesta con estrema chiarezza la portata rivoluzionaria del progetto. La socialit (ma potremmo dire il socialismo) della R.S.I. sono qui esplicitati nella loro pienezza. La propriet riconosciuta, s, ma, oltre alla casa di abitazione, soltanto se propriet dei mezzi di produzione. La propriet di altro non pu che essere il frutto di uno sfruttamento del lavoro altrui e, quindi, sar espropriata senza indennizzo. Per il capitalista come noi lo conosciamo, cio come colui che possiede il capitale dellimpresa, vale a dire i mezzi di produzione, non c pi spazio. I portatori di capitale sono, in parti uguali, gli stessi lavoratori. E sar cos anche per le grandi imprese tradizionalmente gestite dallo Stato come, ad es., poste e ferrovie. Non esister pi, quindi, n il capitalismo privato n il capitalismo di Stato. Non chi non veda lenorme passo in avanti anche rispetto alla socializzazione delle imprese. Con tale legge, infatti, il lavoratore avrebbe partecipato alla distribuzione degli utili di azienda ma il portatore di capitale sarebbe Stato ancora il capitalista proprietario il quale, prima della distribuzione degli utili di gestione, avrebbe visto la giusta remunerazione del suo capitale investito. Il lavoro verr retribuito a seconda delle proprie capacit e dei propri meriti. Non ci sar, quindi, appiattimento, ma un adeguato riconoscimento della professionalit e della laboriosit. Naturalmente tutti saranno liberi di accumulare risparmi, come forma di previdenza o per altri scopi che ciascuno pu prefiggersi. Ma esso non dar frutti, a meno che il possessore non lo investa per acquistare mezzi di produzione coi quali svolgere la propria attivit lavorativa (Esempio: Un artigiano che desidera modernizzare la propria attrezzatura). Di notevole portata il fatto che il terreno acquistato, una volta pagate le quote, rimarr ovviamente di propriet, ma anche le quote di capitale riscattate, alla fine dellattivit lavorativa, verranno restituite, costituendo, cos, un capitale risparmiato per la vecchiaia. Tali propriet potranno, alla morte del titolare, passare in eredit ma soltanto ai figli legittimi. Mancando questi, le propriet torneranno allo Stato. Se cos non fosse, infatti, potrebbe accadere che un agricoltore, gi proprietario del proprio appezzamento, ricevesse in eredit un secondo appezzamento che non potrebbe lavorare con la propria famiglia e che, quindi, dovrebbe far lavorare ad altri non proprietari. Il che non pu darsi secondo questa legge. Anche questa norma, pertanto, coerente con tutta limpostazione. Pi duna sono le analogie fra le proposte di Galimberti e le proposte dei costituzionalisti fascisti. Ma anche con le realizzazioni del fascismo. Lorganizzazione del lavoro per categorie e gruppi ricalca, per stessa ammissione del Galimberti, il corporativismo fascista. E lopportunit di dirimere le controversie fra lavoratori e datori di lavoro per vie legali, abolendo scioperi e serrate, ricalca la strada seguita dal Fascismo con listituzione della Magistratura del Lavoro. Anche la unicit della organizzazione sindacale con divieto di organizzazioni libere simile a quella Confederazione del Lavoro, della Tecnica e delle Arti che fu realt nella Repubblica Sociale Italiana. E con lintroduzione della commissione di controllo nelle aziende (di cui non precisata la funzione ma che si pu supporre come una parziale partecipazione alla gestione) e il riparto degli utili, Galimberti si avvicina molto al concetto di socializzazione. Infine, anche se in Galimberti non c la drastica liquidazione del capitalismo come nel progetto Biggini, tuttavia ci sono misure abbastanza incisive per la riduzione dei grandi capitali e dei redditi eccessivi. Anche se questo sembra comportare un abbondante ricorso alle nazionalizzazioni delle aziende di interesse nazionale fra le quali sembra finirebbero per rientrare tutte le aziende di grandi dimensioni. 5.11 Lorganizzazione sindacale Nel testo in esame si parla della Confederazione Generale del Lavoro nellart. 3, allorch si dice che sar essa a determinare il numero dei posti spettanti a ciascuna categoria di lavoratori per lelezione del Senato. Ci si riferisce allunica Confederazione del Lavoro, della Tecnica e delle Arti gi realizzata dalla R.S.I. con Decreto del 25 novembre 1943. Tale Confederazione raggruppava tutti i sindacati di categoria comprese le associazioni dei datori di lavoro (purch dirigenti dellazienda) allepoca ancora esistenti, eliminando cos il dualismo (organizzazione dei lavoratori e organizzazioni degli industriali) sopravvissute durante tutto il ventennio fascista. Tale 26
Confederazione, avente riconoscimento giuridico, stipula contratti di lavoro validi erga omnes, tutela i lavoratori e dirime ogni eventuale vertenza. 5.11.1 Confronti con gli altri progetti 5.11.1.1 I diciotto punti di Verona: Punto 16: Il lavoratore iscritto dautorit nel sindacato di categoria che converge nella Confederazione Generale del Lavoro, della Tecnica e delle Arti. Ne sono esclusi i proprietari che non siano dirigenti o tecnici. 5.11.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Mancano cenni specifici sullargomento. 5.11.1.3 Spampanato Le Federazioni nazionali di categorie designeranno i rappresentanti nellAssemblea Costituente. 5.11.1.4 Biggini uno Nel paragrafo titolato Lorganizzazione professionale articoli dal 135 al 142 si fa riferimento alla Confederazione Unica gi approvata e gli si riconoscono i seguenti poteri: Normativo: Essa, nella forma e nei modi stabiliti dalla legge detta norme giuridiche per la disciplina dei rapporti di lavoro. Fiscale: Pu imporre contributi ai lavoratori per sostenere le spese connesse alla sua funzione. Conciliativo: Deve esperire il tentativo di conciliazione nelle vertenze, presupposto necessario prima di ricorrere alla Magistratura del Lavoro. Disciplinare: Pu infliggere sanzioni disciplinari previste dallo statuto per inosservanza ai doveri degli associati. Consultivo: Il suo parere deve essere sentito dallo Stato nelle materie riguardanti il lavoro e la produzione. 5.11.1.5 Galimberti Come gi detto i lavoratori sono organizzati in gruppi (che corrispondono ai sindacati). Esso la base pi ristretta della categoria e rappresenta gli interessi di ciascuna attivit lavorativa o produttiva (ad esempio, operai dellindustria tessile, della industria metallurgica, avvocati e procuratori, artigiani del legno, ecc.) I vari gruppi di tipologia affine vengono raggruppati in categorie, che rappresentano un ambito pi vasto (ad esempio, professionisti e artisti, lavoratori dellagricoltura, industriali, ecc. (paragrafo XX dellintroduzione). Le categorie sono 12 e sono a base dipartimentale. I rappresentanti delle categorie dipartimentali sono eletti fra i rappresentanti provinciali, eletti da ogni sindacato. Ogni sindacato (o gruppo) e ogni categoria ha il potere di stipulare contratti di lavoro collettivi e tali contratti sono atti legislativi (art.76). Inoltre i rappresentanti dipartimentali delle categorie nominano la rappresentanza nazionale di gruppo che va a costituire, come gi visto, lassemblea titolare del potere legislativo. 5.11.2 Considerazioni e commenti Pare di poter dire che in una societ dove il lavoratore anche proprietario dei mezzi di produzione la funzione del sindacato non pu non essere diversa. vero che anche in una azienda cooperativa di grandi dimensioni, dove la gestione non pu essere affidata allassemblea generale dei soci ma ad un apposito comitato di gestione, possono nascere vertenze fra i singoli lavoratori e tale comitato. Ma non sar il potere conciliativo quello maggiormente esercitato in questa nuova situazione. Fermi tutti gli altri indicati dal Biggini uno, ritengo si possa attribuire a questo sindacato anche limportantissimo compito, da assolvere insieme allEnte Nazionale della Cooperazione, alla Banca di Stato e allo Stato stesso nella sua funzione di programmatore, di individuare i settori ove trovasi spazio per la costituzione di nuove industrie, di stimolare linteresse dei lavoratori alla costituzione di apposite Societ Cooperative per la gestione delle stesse, al finanziamento e allassistenza nella fase di avvio dellattivit. 27
Per Galimberti il sindacato svolge una funzione fondamentale in quanto non solo cura gli interessi della categoria ma, come Ente riconosciuto dallo Stato, lorganizzatore di quella struttura corporativa che garantisce la rappresentanza dei lavoratori per la formazione della massima assemblea legislativa. E poich tutti i lavoratori sono iscritti obbligatoriamente al sindacato, ci garantisce la pi ampia base di una democrazia veramente partecipativa, come era nella teoria del sistema corporativo fascista ed anche in entrambi i progetti Biggini. Questi ultimi, per, attribuivano alle assemblee costituite dai rappresentanti dei lavoratori (Senato nel Biggini due e Camera dei rappresentanti del lavoro nel Biggini uno) funzioni soltanto consultive e di proposta (nel Biggini uno, per la verit, si dice, allart. 26 che la Camera dei Rappresentanti collabora col Duce e col Governo per la formazione delle leggi. Gli si attribuisce, cio, un ruolo nella formazione delle leggi, senza per riconoscergli la titolarit esclusiva del potere legislativo) mentre Galimberti gli attribuisce chiaramente funzioni legislative rendendo cos tale assemblea pi simile, sotto certi aspetti almeno, alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni del periodo fascista. 5.12 La casa, il risparmio Ribadita limportanza della casa come luogo dove luomo si circonda dei propri affetti, dove pu riposarsi, ove pensa e studia, lart. 19 propone la creazione di un Ente Nazionale Edile che avr lesclusiva funzione di provvedere, per tutte le famiglie, una casa di loro propriet. Le facilitazioni saranno enormi, con lunghe rateazioni da versare alla Banca di Stato. Lart. 20 si occupa del risparmio, che, si dice, dovr essere tutelato in modo assoluto, mettendolo al riparo anche da inflazione e svalutazioni, ritenute immorali. Per esso sar infruttifero, a meno che non venga utilizzato per finanziare una attivit lavorativa esercitata dallo stesso risparmiatore. Quanto ai risparmi eventualmente pregressi, ci saranno delle falcidie. Infatti la vecchia moneta verr sostituita con una moneta nuova agganciata alloro e, quindi, con un valore reale e le ricchezze superflue verranno sequestrate con gli stessi criteri adottati per i beni immobiliari. E la stessa cosa accadr per i titoli del debito pubblico. Lauspicio che luomo nuovo del nuovo ordine sociale acquisisca una mentalit ispirata al senso del dovere e alla fratellanza, e sappia considerare il denaro un mezzo e non un fine in una societ che gli assicura giustizia, assistenza e una decorosa pensione per la vecchiaia. Lart. 21 stabilisce che il diritto alleredit riconosciuto soltanto ai figli legittimi. Ove una famiglia non ne abbia e si estingua i beni saranno devoluti alla collettivit. 5.12.1 Confronti con gli altri progetti 5.12.1.1 I diciotto punti di Verona: Punto 15: Esiste il diritto alla propriet della casa. Un Ente nazionale provveder a fornire la casa a ogni lavoratore. Laffitto, una volta rimborsato il capitale e pagatone il giusto frutto, costituisce titolo di acquisto. Sul risparmio non si hanno riferimenti specifici. Al punto 10, tuttavia, nel garantire la propriet privata, la si definisce frutto del lavoro e del risparmio individuale. 5.12.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Mancano cenni specifici sullargomento. 5.12.1.3 Spampanato Mancano cenni specifici sullargomento 5.12.1.4 Biggini uno Lart. 105 recita: La Repubblica considera la propriet privata, frutto del lavoro e del risparmio individuale, come completamento e mezzo di esplicazione della personalit umana, e ne riconosce la funzione sociale e nazionale quale un mezzo efficace per sviluppare e moltiplicare la ricchezza e per porla al servizio della Nazione. 28
A questi titoli la Repubblica rispetta e tutela il diritto di propriet privata e ne garantisce lesercizio e i trasferimenti sia per atto fra i vivi che per successione legittima o testamentaria 5.12.1.5 Galimberti Lart. 61 recita: Lo Stato riconosce la propriet privata e la tutela nei limiti del bisogno individuale e famigliare in rapporto alle esigenze della condizione sociale. Tutto ci che eccede tali bisogni e tali esigenze diviene propriet dello Stato a mezzo di confisca (cio senza corrispondere alcuna indennit), espropriazione o gravame tributario. 5.12.2 Considerazioni e commenti Il diritto alla propriet della casa ribadito con la massima forza. Un Ente apposito avr come compito quello di fornire a tutte le famiglie una casa in propriet con enormi facilitazioni. Non si tratta, quindi, di una enunciazione platonica del diritto alla casa, ma un impegno assoluto a fornire, in concreto, una casa in propriet ad ogni famiglia. Come si vede il problema della casa preso in esame soltanto dal Biggini due, che riprende direttamente lenunciato del punto 15 dei Diciotto punti di Verona. particolarmente interessante rilevare, invece, come il problema della propriet privata sia trattato dal Galimberti. Lo Stato la riconosce e la tutela, s, ma solo entro certi limiti. Ci che eccede tali limiti viene sottratto e incamerato dallo Stato. Ci sono, in definitiva, importanti analogie con quanto proposto dal Biggini due. Con la differenza molto significativa, per, che la drastica confisca di tutti i beni prevista da Biggini ha effetto temporaneo, in quanto questi verranno poi passati in propriet ai cittadini che lavorano, sia come quote azionarie per i lavoratori dellindustria, sia come terreni agricoli per i coltivatori. 5.13 La banca di Stato Anche lart. 22 appare fortemente rivoluzionario. In esso, infatti, si afferma che lesercizio del credito sar esercitato esclusivamente dalla Banca di Stato. Tutte le altre banche, comprese le casse rurali e le casse di risparmio spariranno confluendo nella Banca di Stato. Essa sar divisa in tante sezioni quante saranno le branche dellattivit umana. Il suo capitale iniziale sar costituito dai beni immobiliari espropriati e dalla falcidie dei grandi capitali liquidi. Subito dopo affluiranno i versamenti conseguenti la cessione della propriet a chi lavora, gli introiti delle tasse e dal risparmio, che verr accuratamente custodito e garantito. Gli utili derivanti alla Banca dalle sue attivit verranno continuamente accantonati e andranno ad aumentare il suo capitale. 5.13.1 Confronti con gli altri progetti 5.13.1.1 I diciotto punti di Verona: Nessun cenno sullargomento 5.13.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Nessun cenno sullargomento 5.13.1.3 Spampanato Nessun cenno sullargomento 5.13.1.4 Biggini uno Nessun cenno sullargomento.
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5.13.1.5 Galimberti Nessun cenno sullargomento. 5.13.2 Considerazioni e commenti Fortemente innovativo ma assolutamente coerente con il tutto anche la profonda trasformazione del sistema bancario, con la eliminazione di tutti gli istituti di credito che confluiranno nellunica Banca di Stato. Cha sar il cuore pulsante di tutta leconomia della Nazione. Sar la Banca di Stato che finanzier i progetti di apertura di nuove imprese. Ad essa saranno versate le rate che ogni lavoratore dovr pagare per diventare possessore del proprio terreno o della propria quota di capitale dimpresa per cui le proprie casse finiranno con laccogliere tutta la ricchezza della Nazione. Essa non pagher interessi ma custodir i risparmi dei cittadini al sicuro da ogni rischio, perch la nuova moneta sar agganciata alloro e non temer svalutazioni. Gli utili della gestione saranno costantemente accantonati e andranno, pertanto, a rendere sempre pi ricca e potente la Banca di Stato, ci che render possibili anche interventi eccezionali (vedi paragrafo successivo) a beneficio dei cittadini. 5.14 I servizi sociali La sanit: Gi allart. 1 si dice che sar data assistenza ai colpiti da malattie gravi. Allart. 25 si ribadisce che sar garantito per tutti il mantenimento degli invalidi e sar assicurata a tutti la pensione di vecchiaia. [i contributi per lassicurazione invalidit e vecchiaia saranno compresi nellunica imposta prevista (art 11)] Si parla, inoltre, dellorganizzazione ospedaliera, dicendo che essa dovr essere ripensata e riveduta. Le calamit naturali: Per rendere il popolo pi sicuro e sereno lo Stato creer una riserva speciale per intervenire in caso di calamit naturali. E si specifica: uragani, inondazioni, terremoti, frane, ecc. Tutti coloro che risulteranno danneggiati da queste calamit saranno integralmente indennizzati. 5.14.1 Confronti con gli altri progetti 5.14.1.1 I diciotto punti di Verona Punto 16: Tutte le imponenti provvidenze sociali realizzate dal Regime fascista in un ventennio restano integre. La Carta del Lavoro ne costituisce la consacrazione e il punto di partenza per lulteriore cammino. 5.14.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Nessun cenno sullargomento 5.14.1.3 Spampanato Nessun cenno sullargomento 5.14.1.4 Biggini uno Vedi quanto detto nel paragrafo Il lavoro e i rapporti sociali ove si riporta lart. 123. 5.14.1.5 Galimberti Lart. 38, richiamato dallart. 162, impegna tutti i governi della Confederazione a svolgere una incisiva politica sanitaria che dovr consistere nel creare appositi istituti per la lotta contro le malattie, nellorganizzare servizi sanitari in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle carceri, nel risanamento dei centri urbani, nel controllo delle condizioni igieniche delle abitazioni svolgendo anche una azione pedagogica al riguardo, nel promuovere attivit sportive che migliorino le condizioni fisiche degli individui. Lart. 169 dichiara lobbligatoriet delle assicurazioni contro gli infortuni, contro linvalidit, la vecchiaia e il licenziamento.
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5.14.2 Considerazioni e commenti Anche se sommariamente enunciate, le previdenze sociali appaiono essere quelle che gi il Fascismo aveva realizzato: assicurazioni contro le malattie e gli infortuni, pensioni di invalidit e di vecchiaia, di cui anche i 18 punti di Verona assicuravano lintegrit. Di notevole interesse quella che potremmo chiamare lassicurazione contro i disastri naturali. Si parla, infatti, di integrale indennizzo di tutti i danni conseguenti a calamit naturali. Nel progetto Galimberti si fa riferimento a una politica sanitaria vasta e ben articolata che prefigura una organizzazione ramificata ed efficiente. Da sottolineare il controllo delle condizioni igieniche delle abitazioni e lazione pedagogica previste dal Galimberti. 5.15 Corretto utilizzo delle risorse della nazione: i prodotti tipici, il turismo Lart. 29 si afferma essere necessario dare impulso allaffermazione sui mercati esteri dei nostri prodotti tipici, con particolare attenzione ai prodotti ortofrutticoli. Societ Cooperative di tecnici competenti cureranno lorganizzazione della produzione, della distribuzione sui mercati interni e della esportazione veloce sui mercati internazionali. Si punter sulla qualit e sulla tempestivit dellarrivo sui mercati. Altra risorsa naturale preziosa saranno le stazioni termali e i luoghi di villeggiatura. Sar importante che le attrezzature siano adeguate, e lo Stato dar per questo il suo contributo, ma sar fondamentale che si riservi al turista unaccoglienza cordiale da parte di tutti, offrendo i prodotti migliori e rendendo sempre pi belli i nostri stupendi paesaggi. Ci potremo fare un po tutti mantenendo ordine e pulizia dappertutto. 5.15.1 Confronti con gli altri progetti 5.15.1.1 I diciotto punti di Verona Nessun cenno sullargomento 5.15.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Nessun cenno sullargomento 5.15.1.3 Spampanato Nessun cenno sullargomento 5.15.1.4 Biggini uno Nessun cenno sullargomento 5.15.1.5 Galimberti Nessun cenno sullargomento 5.15.2 Considerazioni e commenti Lattenzione riservata, in questo articolo, non solo ai nostri prodotti tipici commerciabili, ma anche alle bellezze naturali del nostro paese, manifesta quasi una vocazione ecologista ante litteram. In relazione ai primi, infatti, si punter sulla qualit, oltre che su una razionale organizzazione della produzione e della distribuzione interna e internazionale, e, in relazione alle seconde, si impegnano tutti i cittadini a contribuire a rendere i luoghi sempre pi belli mantenendo ordine e pulizia dappertutto. 5.16 Lo Stato coordinatore Lultimo articolo, il n. 31, afferma che, fermo restando che ogni uomo sar completamente libero di esplicare la propria missione, il suo scopo, il suo fine nella vita ci dovr avvenire in armonia con i propri simili e con la 31
societ, ispirandosi al senso del dovere e a quello di fratellanza. Sar, tuttavia, lo Stato il supremo regolatore, cio larmonizzatore e, forse (anche se questo termine non viene usato) il programmatore e lo stimolatore di tutte le forze vive della Nazione. E sar anche il controllore inflessibile. Lauspicio che il senso del dovere e della responsabilit prevalga nei cittadini, affinch possano essere superate tutte le difficolt che si incontreranno nella realizzazione del presente programma, ma le trasgressioni alle leggi saranno severamente punite. E questo varr per tutti. Non ci sar alcuna immunit per gli eletti nellAssemblea Nazionale Legislativa. 5.16.1 Confronti con gli altri progetti 5.16.1.1 I diciotto punti di Verona Nessun cenno specifico sullargomento ma dal contesto emerge il profilo di uno Stato che tutto controlla e coordina. 5.16.1.2 Vittorio Rolandi Ricci Nessun cenno sullargomento 5.16.1.3 Spampanato Nessun cenno sullargomento 5.16.1.4 Biggini uno Art. 2: Lo Stato italiano una Repubblica. Esso costituisce lorganizzazione giuridica integrale della Nazione. 5.16.1.5 Galimberti Lespressione Stato coordinatore non compare, tuttavia si ricava agevolmente da tutto il contesto che anche per Galimberti lo Stato ha una funzione ordinatrice e coordinatrice di tutte le attivit della Nazione. Lart. 78, ad esempio, si parla del Dipartimento che, insieme a Province e Comuni, costituisce una circoscrizione amministrativa meno grande (ma pi funzionale) della regione. E si dice che a capo di esso c un Governatore e un Consiglio nominati dal Governo. La sua funzione quella di sovrintendere, per conto del Governo stesso, alle attivit dei rappresentanti del Governo nelle Provincie e dei Capi degli Enti autarchici provinciali e comunali e le coordinano. 5.16.2 Considerazioni e commenti Nel nuovo Stato potranno essere esercitate tutte le libert fondamentali (parola, opinione, riunione, associazione, stampa, culto) ma questo non significher linstaurazione di uno Stato liberale alla vecchia maniera (meno Stato pi mercato). Lo Stato sar unentit forte che dovr coordinare, appunto, tutte le attivit della Nazione e che dovr porre regole precise capaci di eliminare gli arbtri e le disonest. E. soprattutto, dovr essere inflessibile nel far rispettare tali regole. In una economia ben armonizzata sar lo Stato a individuare i settori ove c spazio per lapertura di nuove imprese di produzione nonch a stimolare e a favorire, insieme allorganizzazione sindacale e allEnte Nazionale per la Cooperazione, la costituzione di Societ Cooperative per la gestione di tali imprese. 5.17 Appendice In questa breve appendice del Biggini due si esalta lo spirito e il pensiero mazziniano che aleggia in tutta questa Europa impegnata in una lotta titanica. E si afferma che il diritto alla propriet, cos come delineato in questa bozza di programma conforme allo spirito di Mazzini che afferma essere la propriet privata non un diritto naturale ma un dono sociale. La presente bozza di costituzione, pertanto, prefigura uno Stato pi avanzato di quello sovietico che, avendo accentrato nelle mani dello Stato tutti i mezzi di produzione, precipit in un disastro economico per uscire dal quale dovette riconoscere il diritto alla piccola propriet.
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6 Riflessioni Conclusive 6.1 La Volont Costituente LItalia degli anni 1943 1944 attraversata dalla frenetica volont di stabilire nuove regole di convivenza, nuovi rapporti fra il capitale e il lavoro, nuovi rapporti fra Stato e cittadini C, insomma, la consapevolezza che c bisogno di una nuova costituzione. E, come abbiamo visto, questa volont costituente si manifesta sia in campo fascista che in campo antifascista. Che cosa pu aver determinato lesplodere di questo vasto e impellente desiderio di una nuova Costituzione? Per quanto riguarda gli uomini della Repubblica Sociale Italiana il motivo evidente: Essa, dopo la fuga del re, si era costituita come uno Stato nuovo e diverso dal vecchio regno dItalia. Era, quindi, indispensabile e urgente dotarsi di una propria Costituzione, non potendo che ritenersi decaduto il vecchio Statuto albertino che Vittorio Emanuele III si era, per cos dire, portato dietro nella sua fuga. Abbiamo accennato in premessa le presumibili ragioni per cui tale volont costituente non riusc a concretizzarsi. Il fervore di idee, di scritti e di proposte anche organiche, tuttavia, testimonia di questa volont e ci illumina su quelle che furono le tendenze dellultimo Fascismo, su ci che la Repubblica Sociale Italiana avrebbe voluto essere. Ma, come il progetto Galimberti testimonia, tale volont costituente si manifestava anche in campo antifascista. E la ragione non poteva essere che una: in tutti era la consapevolezza che con gli avvenimenti dellestate 1943 25 luglio e 8 settembre la vecchia Patria era morta e occorreva pensare a una rinascita su nuove basi. Ed bello constatare come, nel 1944, in piena guerra civile, anche in campo antifascista si progettava una costituzione che, lungi dal voler cancellare come, purtroppo accaduto in seguito il ventennio fascista e le sue esperienze, cercava di valutare serenamente tali esperienze e non esitava ad accoglierne gli aspetti ritenuti positivi. E, cosa anche maggiormente notevole, non si sottraeva al confronto sereno con le idee che si dibattevano nella R.S.I. e con le realizzazioni di questa. Ci pu desumersi dalla constatazione che molte delle soluzioni proposte sono comuni o, almeno, molto simili agli uni e agli altri. E questo accadeva, come gi detto, nel corso di una feroce guerra civile che avrebbe portato, tra breve, alluccisione dello stesso Duccio Galimberti. 6.2 Insieme per una nuova Italia di estremo interesse riflettere sui principali punti in cui le proposte dei fascisti della R.S.I. e degli antifascisti Galimberti e Repaci convergono, avanzando proposte molto simili e, in qualche caso, pressoch identiche. a) La centralit del lavoro In tutti i progetti il lavoro considerato elemento centrale del nuovo Stato. Esso da tutti considerato un diritto, onde ciascuno abbia di che procacciarsi il necessario per una vita dignitosa, tanto da dover essere comunque garantito a tutti. Ma esso anche un dovere perch solo attraverso il lavoro di tutti sar garantito a tutti benessere e prosperit e allo Stato, funzionalit e sicurezza. Una robusta e unica organizzazione sindacale garantir la giusta tutela ai lavoratori e una corretta razionalizzazione del lavoro e della produzione. Essendo il lavoro partner fondamentale di ogni azienda produttiva, esso dovr partecipare alla gestione dellazienda stessa attraverso la presenza di suoi rappresentanti negli organi dirigenziali. Gli utili dellazienda dovranno, infine, essere ripartiti anche fra i lavoratori. Anche se solo nel Biggini due si trova la soluzione radicale del problema con il trasferimento della propriet nelle mani degli stessi lavoratori, tuttavia in tutti i progetti riconosciuto ampiamente il diritto dei lavoratori alla cogestione e al riparto degli utili. E le proposte di Galimberti per impedire laccumulo di ricchezze eccessive, di fatto ridimensionano notevolmente la grandezza e, quindi, il potere del capitale.
b) La partecipazione alla vita dello Stato. La rappresentanza Solo i lavoratori hanno titolo per partecipare alla vita politica dello Stato. Tutti i lavoratori debbono obbligatoriamente essere iscritti al sindacato di categoria, e saranno le categorie produttive o corporazioni ad eleggere i propri rappresentanti nelle istituzioni per il governo 33
del paese. Tutti i lavoratori, quindi, in quanto obbligatoriamente appartenenti a una delle categorie produttive, sono chiamati a svolgere una funzione politica attiva. In altre parole saranno tutti i cittadini dello Stato a gestire la politica e non solo la cerchia ristrettissima degli appartenenti ai partiti politici. Cos la base democratica attiva si estender a tutta la popolazione che non avr soltanto il diritto al voto ma, attraverso le categorie e i loro organi potr partecipare direttamente alla scelta dei candidati e alla individuazione degli indirizzi politici. Onde rendere sicura e irreversibile tale scelta nel progetto Galimberti viene addirittura vietata la costituzione di partiti politici.
c) La propriet. La ricchezza Per tutti la propriet viene rispettata e tutelata. Ma deve essere impedita la ricchezza eccessiva che finisce col trasformarsi in strumento di sfruttamento e oppressione per altri uomini. Per Biggini, oltre al possesso della casa di abitazione, legittima la propriet dei mezzi che luomo utilizza per il proprio lavoro. Galimberti non fa riferimento al possesso dei mezzi di produzione ma drastico nellaffermare che le ricchezze eccessive verranno decisamente ridotte con tassazioni dei redditi che potranno arrivare al 95% e anche con vere e proprie confische. Afferma anche che le grandi industrie saranno di propriet dello Stato. In tutti i casi si tende a impedire lo sfruttamento degli uomini su altri uomini.
d) Lo Stato coordinatore In tutti i progetti si tende a superare la concezione liberale dello Stato. Lo Stato deve essere autorevole ed etico. Il rapporto dei cittadini fra loro e dei cittadini con lo Stato debbono essere improntati a criteri morali. Lo Stato ordina e coordina le attivit e ne garantisce il regolare svolgimento.
e) La laicit dello Stato La religione un fatto personale e privato. Ognuno libero di professare il culto che crede, ma lo Stato non ne privilegia alcuno. La scuola non deve fornire alcun orientamento religioso o, comunque, ideologico.
f) LEuropa unita Tutti i progetti sono consapevoli della necessit di superare lambito nazionale per attingere una dimensione sovranazionale mediante accordi sia di tipo commerciale e doganale che di tipo politico. Da parte di tutti si auspicano accordi fra le nazioni europee onde impedire per sempre il flagello delle guerre e liberare gli scambi aumentando cos il benessere
g) La soppressione dei titoli nobiliari Identici negli effetti e molto simili nella formulazione gli articoli 10 del Biggini due e 49 del Galimberti. Gli uomini nascono tutti uguali. I soli titoli ammissibili sono quelli che ciascuno acquisisce con i propri meriti nello studio e nel lavoro. Questi e, forse, anche altri punti dei vari progetti, sono straordinariamente simili e mostrano una convergenza di aspirazioni che impressionano e fanno riflettere, specie se si pensa che questi progetti venivano formulati, come gi detto, mentre i due schieramenti stavano combattendo gli uni contro gli altri in una sanguinosa e dolorosissima guerra civile. 6.3 Il ritorno alle origini Si molto detto sul fatto che il Partito Fascista Repubblicano si sarebbe manifestato come un ritorno alle origini, cio al Fascismo del 1919, con il recupero di ideologie e progetti di quel primo Fascismo. Riteniamo non inutile dedicare qualche riflessione anche a questo aspetto e confrontare alcuni punti del Programma del Fascismo del 1919 con il Progetto di Costituzione Biggini dueassunto come il pi rappresentativo del pensiero dellultimo Fascismo. Consideriamo, quindi, i seguenti punti del Programma fascista del 1919 (che riportiamo in appendice 2 nelle due versioni: quella pubblicata dal Popolo dItalia del 6 giugno 1919 e quella elaborata dal Comitato Centrale dei Fasci di Combattimenti qualche tempo dopo e che rappresenta un semplice aggiustamento della versione precedente).
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6.3.1 Per il problema politico Punto d) La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato. Richiedere una assemblea costituente nel 1919 voleva dire mettere in discussione lo Statuto albertino e la Monarchia stessa. Le aspirazioni repubblicane del primo Fascismo si erano compiutamente realizzate nella Repubblica Sociale Italiana.
Punto e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dellindustria, dei trasporti, delligiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettivit professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e col diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro. Si tratta dellidea corporativa in embrione. Sono le collettivit professionali o di mestiere, cio i lavoratori di ogni corporazione che eleggono un organismo dotato di poteri legislativi. Curiosamente il progetto di Galimberti che realizza meglio questa aspirazione. Nel suo progetto, infatti, la Rappresentanza nazionale di gruppo eletta dai lavoratori delle varie categorie che detiene il potere legislativo, mentre nel Biggini uno la Camera dei rappresentanti del lavoro si limita a collaborare col Duce e col Governo per la formazione delle leggi e nel Biggini due il Senato, formato dai rappresentanti del lavoro, ha solo funzioni consultive. 6.3.2 Per il problema sociale Punto c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dellindustria. Si prefigura, qui, quello che si realizzer con la Legge sulla Socializzazione, cio la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Con tale legge, naturalmente, si andr oltre, introducendo anche la partecipazione alla ripartizione degli utili. E ancora pi oltre si andr col Biggini due che prevede la propriet azionaria dei lavoratori.
Punto d) Laffidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici. E con questo punto si prefigura la possibilit che siano i lavoratori stessi, tramite le loro organizzazioni, a gestire industrie e servizi pubblici. Nel Biggini due tutto questo si realizzer con la gestione di tutte le industrie e i servizi in forma cooperativa.
Punto g) del Programma del 6 giugno Obbligo dei proprietari di coltivare le terre, con la sanzione che le terre non coltivate siano date a cooperative di contadini, con speciale riguardo a quelli reduci dalla trincea e obbligo dello Stato al necessario contributo per la costruzione delle case coloniche. , praticamente, ci che si realizza con il Biggini due. 6.3.3 Per il problema finanziario Punto a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo che abbia la forma di vera ESPROPRIAZIONE PARZIALE di tutte le ricchezze Non chi non veda in questo punto la stessa aspirazione a ridimensionare le ricchezze esagerate, puntualmente manifestata anche da Galimberti e, in modo assolutamente radicale, dal Biggini due. 6.4 La Costituzione del 1948 Come noto la Costituzione del 1948 volle ignorare pressoch completamente lesperienza di 22 anni di Fascismo nonch le proposte di nuova costituzione di cui pi sopra abbiamo parlato. Essa volle riesumare pari pari la 35
democrazia parlamentare prefascista con tutti i suoi limiti e tutti i suoi difetti, il maggiore dei quali rappresentato dalla partitocrazia ovvero dallo strapotere dei partiti che, in breve tempo, avrebbero occupato le istituzioni piegandole ai loro interessi partitici e snaturandole. Tuttavia, di alcuni istituti che erano esistiti durante il Fascismo repubblicano era rimasta una labile traccia anche nella costituzione tuttora vigente. Mi riferisco in particolare al riconoscimento giuridico del sindacato e alla partecipazione dei lavoratori alla gestione dellazienda. Larticolo 39, infatti, recita Lorganizzazione sindacale libera. Ai sindacati non pu essere imposta altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalit giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce. E larticolo 46: Ai fini dellelevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende. Purtroppo, per, a quasi sessantanni dallentrata in vigore della Costituzione del 1948, n lart. 39, n lart 46 hanno trovato attuazione, perch le leggi che dovevano regolamentarli non sono mai state emanate. N, e questo pu apparire singolare, i partiti sedicenti difensori dei diritti dei lavoratori, hanno mai chiesto che tali norme venissero attuate.
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APPENDICI 7 Appendice 1 Progetto di Costituzione preparato, su incarico del Governo della R.S.I., dal Ministro dellEducazione Nazionale, Biggini (presentato il 16 dicembre 1943 alla riunione del Governo nella quale venne deliberata la costituzione dellAssemblea Costituente) ALCUNE IDEE SUL FUTURO ASSETTO POLITICO E SOCIALE DEL POPOLO ITALIANO Art. 1 Forma di Governo: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA Repubblica ossia popolo sovrano, padrone assoluto dei propri destini, dove tutte le leggi vengono emanate dai rappresentanti eletti con piena libert dal popolo stesso, non escludendo per leggi di massima importanza anche il referendum. Sociale perch verranno elaborate provvidenze legislative per tutti, assistenza ai colpiti da grave malattia, mantenimento degli invalidi, pensione nella vecchiaia, distribuzione con giustizia del lavoro e della rimunerazione in modo che a nessuno pi sar consentito di vivere sfruttando il suo simile, ciascuno dovr godere in pieno il frutto del proprio lavoro: tutto quello che sar necessario al fine di consacrare il principio della fratellanza umana. Art. 2 Organo supremo legislativo la Costituente; trasformandosi poi in assemblea nazionale legislativa eletta con suffragio universale rinnovabile ogni cinque anni col sistema della proporzionale. Storicamente la Costituente la prima assemblea che succede ad un movimento rivoluzionario, si riuniscono i rappresentanti del popolo per gettare le basi del nuovo Stato, sulle rovine del vecchio, conforme ai principi voluti dalla rivoluzione stessa. Dopo di ci verr denominata Assemblea Nazionale Legislativa, la stessa che nominer il Capo dello Stato. Le elezioni si svolgeranno col sistema della proporzionale per dare modo a tutti i partiti ed a tutte le correnti della nazione di essere rappresentati nel supremo consesso. Art. 3 Organo supremo del lavoro il Senato; il quale deve essere considerato il pi alto consesso nazionale inquantoch in esso potranno accedervi soltanto coloro che si saranno acquisite distinte benemerenze nel campo della scienza e del progresso dellEconomia Nazionale. La nomina a senatore sar a vita, dovr avvenire per elezione da parte della categoria dei lavoratori a cui il candidato appartiene, compensando cos della pi alta onorificenza i meritevoli del lavoro. La Confederazione generale del lavoro organo supremo di tutti i sindacati, sar direttamente interessata per il numero dei posti spettanti a ciascuna categoria procedendo in accordo col governo. Avr attribuzioni consultive ed avr facolt di avanzare proposte dogni genere inerenti al lavoro, allassemblea legislativa. Cos il Senato, gloriosa istituzione italiana, verr completamente trasformato; le nomine non saranno pi per motu proprio di un sovrano e per simpatia di un capo di governo, ma sar il popolo tutto che mediante plebiscito nominer i suoi migliori conferendo ad essi la gloria di entrare nel supremo consesso dellaristocrazia del lavoro. Cos verranno a trovarsi tutti uniti gli eletti del lavoro italiano, uomini di larga esperienza e temprati nella lotta che formeranno la mente ed il cuore della nostra economia e del nostro progresso. Art. 4 Magistratura indipendente; i magistrati eletti con plebiscito popolare, cos pure delle liste dei giurati, i primi a vita, i secondi rinnovabili ogni cinque anni. La Giustizia non subir alcuna influenza esterna, n sar pi al servizio di correnti dominanti, ma libera e indipendente dovr essere, i suoi giudizi verranno presi con assoluta tranquillit secondo i dettami della propria 37
coscienza; i Magistrati verranno eletti a vita per espressa volont del popolo ed essi stessi saranno gli arbitr i dellordinamento giudiziario delle varie giurisdizioni. La scelta dei candidati per la formazione delle giurie popolari alle Assisi dovr essere fatta con scrupolo trattandosi di una delicata funzione. Anche lattuale sistema di detenzione e di pena dovr essere riveduto, studiato e modificato. Art. 5 Autonomie comunali e regionali, soppressione delle provincie. Gli Amministratori comunali dovranno essere eletti ogni cinque anni, questi nomineranno nel proprio seno la giunta e il sindaco. Tutti i sindaci dei singoli comuni formeranno il consiglio regionale, il quale nominer la giunta esecutiva col capo Regione. Il Comune, primo nucleo dellamministrazione statale, godr di una grande autonomia. Dovranno essere rivedute e corrette le attuali circoscrizioni sopprimendo quelle superflue. La provincia viene soppressa e le attribuzioni di essa in parte passeranno ai comuni ed in parte alla regione, la quale si amministrer con piena autonomia. Si ritiene che, oltre alla semplificazione amministrativa, la regione possa meglio rispondere ai bisogni di grandi opere, specialmente per canali dirrigazione, autostrade, sistemazione dei bacini montani e fluviali, arginatura dei fiumi, porti marittimi, ecc. Art. 6 Tutte le cariche pubbliche dovranno essere remunerate. Appunto perch tutti vivano esclusivamente di lavoro, i preposti alla carica pubblica debbono essere logicamente indennizzati. Art. 7 Ampia libert per tutti di riunione, di associazione, di stampa, di culto. Luomo considera la libert la base essenziale per tutte le sue funzioni sia nella vita materiale che in quella spirituale. La libert un bisogno assoluto dello spirito come gli alimenti sono un bisogno assoluto del corpo; dunque libert di credenze religiose e di pratiche religiose; libert di propaganda, di riunione, privata e pubblica, libert di associazione, libert professionali, libert di lavoro e di iniziativa, libert di stampa e di critica. La libert la palestra per lesercizio del cervello, come i campi sportivi per lesercizio muscolare. un bisogno sentito dalluomo quello di esternare la propria idea e la propria critica, la volont dello spirito che lo eccita, compiacendosi anche dellazione contraria perch comunque le idee sprigionate dallanima servono sempre a qualche cosa, ed solo nel crogiolo e nel dibattito delle idee che ne scaturiscono sempre delle migliori, che formano la morale e la progressivit di un popolo. Non va trascurato il dire che il cittadino nella connivenza sociale delle libert godute sapr farne buon uso, concorrer egli stesso alla formazione del nuovo ordinamento e alla creazione delle sue leggi che debbono regolare la nostra vita collettiva, sentir poi lobbligo ed il dovere del rispetto assoluto. Art. 8 Il diritto al voto sar concesso ad ambo i sessi appena compiuto il 24 anno di et, anche le donne possono essere eleggibili. Il voto ad ambo i sessi un atto di giustizia perch anche la donna nella vita ha una funzione sociale non meno importante delluomo, il diritto viene esercitato appena compiuto il 24 anno di et per ragioni di una maggiore maturit di coscienza. Art. 9 Coscrizione obbligatoria abolita, creazione di una milizia nazionale volontaria per lordine pubblico. Questo articolo dettato dalla convinzione che debba sorgere una intesa fra i popoli Europei mirante alla soppressione dei conflitti armati. Caso non si avverasse, allora naturale che lItalia dovrebbe pensare anche a come potere organizzare la sua sicurezza. Art. 10 Abolizione di tutti i titoli nobiliari e di tutte le onorificenze concesse, eccettuate quelle militari ed al valore civile. La nascita delluomo la pi eloquente manifestazione della legge di natura che siamo tutti eguali. I soli titoli riconosciuti saranno quelli conseguiti con lo studio e con atti di valore. Art. 11 Le imposte dovranno essere riunite in una sola, comprendendovi anche laliquota per linvalidit e la pensione nella vecchiaia, si prender per base il reddito con la progressivit. 38
Il sistema tributario verr riformato, sburocratizzato, semplificato; i dazi comunali, le imposte sui consumi, le tasse sulle entrate e tutte le miriadi di marche da bollo soppresse; il cittadino pagher una tassa unica annuale, divisa in tante rate bimestrali in base al proprio reddito comprovante anche laliquota per linvalidit e la pensione. Le aliquote dellimposta saranno progressive in base al reddito, esse mireranno a colpire i maggiori profitti al fine di una migliore giustizia sociale. Due commissioni preposte allaccertamento verranno istituite da parte dei consigli comunali, la prima presieduta dal capo dellUfficio fiscale dello Stato, la seconda da un delegato del comune che avr funzioni arbitrali con giudizio inappellabile. Gli accertamenti dovranno essere pubblicati su un giornale locale. Art. 12 Dogana: gradualmente si deve tendere al libero scambio: in unione alle altre nazioni sorelle, di tutti quei prodotti che la natura stessa ha a ciascun popolo assegnato. Un nuovo ordinamento politico, economico, internazionale dovr essere tale da poter consentire le eliminazioni graduali dei dazi protettivi. un compito di molta importanza quello di arrivare al libero scambio. Ogni popolo sfrutter al massimo le proprie risorse, cosiddette materie prime, ma quasi tutti per non hanno il necessario al completo dei bisogni nazionali, da qui la necessit dellarmonia degli scambi, base fondamentale del principio della fratellanza umana. Non possibile risolvere la questione in modo unilaterale, perch il complesso problema connesso alleconomia degli altri paesi. Art. 13 Politica Estera: lItalia, nel campo internazionale, riconoscer lassoluta indipendenza di tutti i popoli, si far promotrice per stabilire un patto di fratellanza comune fra le nazioni con la creazione di una milizia internazionale e un tribunale supremo con giudizio inappellabile per tutte le controversie che potessero sorgere fra le nazioni associate. Il popolo italiano esplicher nel mondo la sua missione di giustizia, che la ragione ed il diritto non dovranno essere del pi forte che vuole conquistarli con la spada. Una nuova era si dovr iniziare con laffratellamento dei popoli di buona volont per evitare per sempre i flagelli dei conflitti armati, le eventuali vertenze dovranno essere giudicate da una speciale Corte di Giustizia. Ogni popolo deve volere che la vita sia sacra, sia dedicata al lavoro, allamore della famiglia, alla Patria e al progresso dellumanit. Tutte le nazioni associate dovranno contribuire in ragione della loro popolazione alla formazione di una milizia internazionale da rimanere a disposizione dellorgano esecutivo per imporre le proprie deliberazioni. Art. 14 Il popolo italiano ritiene ogni questione di razza abolita e per quanto riguarda i semiti sosterr, nel campo internazionale, la opportunit di una sistemazione definitiva con la creazione dello Stato Ebraico. Con le guerre di conquista, con le invasioni, con le dominazioni pi o meno lunghe a cui sono stati soggetti tutti i popoli nella storia si sono prodotte delle mescolanze che oggi una discriminazione non sarebbe pi possibile per definire una omogeneit di razza. Daltra parte non azzardato dire che la razza umana, bench abbia diversi aspetti di colore e di forma, diverse abitudini e costumi a seconda delle latitudini e della loro ubicazione, una sola. Infatti si pu constatare che tutti tendono progressivamente a modificarsi in tutti i campi verso un fine di miglioramento comune, ragione per cui il popolo italiano ritiene superflua ogni questione di razza. Quanto ai semiti nessuno ignora la grandissima importanza che ha avuto in antico il piccolo popolo Ebraico e quale sia Stato il suo contributo alla nostra civilt mediterranea. Dopo la conquista romana della Giudea il piccolo Stato and in frantumi ed essi si sparsero in tutto il mondo che si crede oggi raggiungano la cifra di quattordici milioni. Da allora in poi alternate sono state in tutti i secoli le persecuzioni di ogni specie subite e perci si considera come necessario ridare ad essi la possibilit della creazione del loro Stato con le loro rappresentanze diplomatiche in tutti i paesi, cos verrebbe a formarsi anche per loro una patria, un punto dappoggio indispensabile alla loro esistenza. 39
Art. 15 Scuola obbligatoria per tutti, perlomeno fino al 16 anno di et per conseguire una elevazione ed una educazione maggiore nel popolo ed una coscienza di cittadino. Verranno create delle borse di studio da conferirsi, su proposta degli insegnanti, a tutti i bisognosi che manifestano di avere avuto in dono dalla natura una maggiore intelligenza ed un maggior ingegno. La scuola non avr dogmi. Saranno escluse le influenze politiche e religiose, linsegnamento sar aperto alle grandi correnti del pensiero, i programmi verranno ampiamente discussi dal corpo degli insegnanti stessi, commissioni speciali verranno istituite, incaricate del vaglio e delle decisioni allavviamento professionale di quelli ritenuti idonei con giudizio inappellabile. I compiti dellinsegnamento e delleducazione per la formazione della nuova etica speciale non sono dei pi facili, essendo la natura come il Creatore lha voluta con le virt e coi difetti, col bene e col male, con la generosit e con legoismo, collamore e con lodio, con passioni, inclinazioni ed impulsi contrari alla ragione, perci gli educatori avranno la grande missione di plasmare il lato buono degli istinti delle nuove generazioni per imprimere in esse una buona educazione, un carattere saldo e una coscienza morale forte, tale da saper vincere e dominare le impulsivit del male che alberga entro le stesse. Art. 16 Lo sport ritenuto necessario, dovr essere libero e indipendente, lesercizio spontaneo esercitato per pura passione, senza stimolo di lucro, solo col concorso di premi. Lo sport un elemento naturale indistruttibile che incomincia dallinfanzia per finire solo quando luomo muore. Sintende per sport tutti gli esercizi fisici che abbiano per scopo svago, divertimento, ricreazione anche senza il minimo pensiero di partecipare a gare, che queste, sono riservate allet giovanile, la quale si appassiona e si riscalda per primeggiare e per conquistare dei record. Oggi considerato da tutte le nazioni civili del mondo un fenomeno dimportanza sociale, necessario allo sviluppo muscolare delle nuove generazioni. Art. 17 Il lavoro nella Repubblica Sociale Italiana un dovere per tutti i cittadini, e ciascuno verr rimunerato a seconda della propria capacit e del proprio merito. Il lavoro la prima necessit ed il primo dovere della nostra esistenza sia materiale che intellettuale, uno sforzo che luomo obbligato a compiere per conseguire quei beni economici necessari a soddisfare i bisogni della vita. Molteplici sono le attivit lavoratrici ma tutte unite creano quella ricchezza necessaria al consumo umano, tanto pi saranno le iniziative e la volont del lavoro dei cittadini quanto maggiori saranno i beni che vengono messi a disposizione della collettivit nazionale. Il corrispondere una remunerazione a seconda delle proprie capacit e dei propri meriti, si considera uno stimolo e un atto di giustizia. Art. 18 Il capitale non potr essere pi elemento di sfruttamento e di privilegio per alcuno, tutta la propriet immobiliare passer esclusivamente nelle mani dello Stato fatte le seguenti eccezioni: a) per i possessori della casa che serve di abitazione della propria famiglia; b) della terra che viene fecondata con le proprie braccia; c) e di quantaltro sia nella forma privata che associata ove risulti chiaramente che il capitale ed il lavoro siano riuniti nelle stesse mani. Lo Stato, pur avendo il preciso scopo di cedere tutto alle libere associazioni cooperative, assumer provvisoriamente la gestione diretta delle industrie, delle miniere, delle ferrovie, delle poste, dei telegrafi, degli autotrasporti, delle aviolinee, della navigazione mercantile, ecc. ecc. Nel campo agrario il nostro Paese si trova in condizioni speciali, la parte pi importante della nostra agricoltura e ortofrutticoltura sta nei terreni frazionati a sistema appoderativo con case coloniche dove si realizzano le molteplici colture intensive con grande vantaggio della nostra economia, e dove anche si cura lallevamento, si conserva, si moltiplica tutto il nostro patrimonio zootecnico nazionale. 40
In questo settore tanto importante, lo Stato, pur favorendo lo sviluppo di colture estensive persister nel sistema del frazionamento dei terreni, e la terra verr data a tutte quelle famiglie che desiderano di lavorarla con rilevanti facilitazioni perch possa in breve tempo diventare di loro propriet. Lo Stato si servir di commissioni comunali di esperti per stabilire il prezzo e le relative facilitazioni. Un regolamento dovr essere elaborato dal governo sui movimenti che succederanno nelle famiglie, chi dalla terra passa allindustria e viceversa, chi per estinzioni di unit famigliari costretto a ricorrere in cerca di un appezzamento di terreno pi piccolo, chi per aumentata prole obbligato a ricorrere ad uno pi vasto, e tanti altri. Infine provvidenze legislative emaneranno disposizioni per la sistemazione di tutti coloro ai quali la propriet stata tolta. Togliere bruscamente la propriet a chi ne ha in esuberanza alcuni crederanno di poter sostenere che un principio immorale. Ci non risponde al vero, perch il capitale il risultato di uno sfruttamento pi o meno lungo del lavoro altrui, o frutto di scaltrezza e di corruzione di ogni genere ai danni della collettivit nazionale. Togliere questo capitale e metterlo a disposizione esclusivamente di chi lavora costituisce una riparazione ed un atto di giustizia sociale, sar il pi grande omaggio che lattuale generazione possa rendere ai suoi avi che nei secoli passati hanno sofferto, patito, e tante volte maledetto chi gli aveva dato il bene dellesistenza nel vedersi portar via il frutto delle loro fatiche e del loro lavoro mancante per i propri figli. Capitale e lavoro conferito nelle stesse mani il problema del giorno, si ritiene il pi confacente, il pi idoneo alla natura umana. La formula a ciascuno secondo i propri bisogni non ha possibilit di realizzazione pratica, allo stesso modo di chi per vocazione presa, giura di rimanere casta e saccorge poi che gli istinti naturali sono pi forti della sua volont. perfettamente inutile non voler riconoscere che il Creatore ha profuso nellistinto umano degli egoismi che ha bisogno di soddisfare: forse sono stati dati per stimolo allindefinito progresso umano? La propriet privata o associata oltre a essere fonte di maggior ricchezza e di benessere nazionale, costituisce per luomo un godimento, non solo per quanto pu offrire il rendimento del suo lavoro libero ed indipendente, ma anche vi trova il soddisfacimento delle proprie passioni perch non vi esistenza umana senza missioni, dallagricoltore che feconda la terra osservandone tutti i fenomeni, allastronomo che perlustra i cieli, allindustriale che aguzza la propria intelligenza per sempre pi perfezionarsi, allartigiano che si studia di produrre cose artistiche sempre pi belle, al corpo degli insegnanti che educano come loro figli le nuove generazioni, alla scienza tutta che si accanisce continuamente per scrutare i misteri della natura rivelandoci sempre cose nuove: sono tutte queste forze di lavoro e di passione che fanno salire sempre pi in alto la grande piramide della civilt e del progresso umano. Il centro propulsivo della trasformazione sociale sar la Banca di Stato, che, come si dir pi avanti allart. 22, curer tante sezioni per quante saranno le branche dellattivit umana. Esempio pratico: Il coltivatore diretto di un podere che viene ad avere temporaneamente per proprietario lo Stato e che questo gli fissa il pagamento minimo di L. 3000 allanno, interessi compresi, perch possa diventare di sua propriet in anni 30, senza escludere lacconsentimento alla eventualit di un riscatto prima, inizia i suoi versamenti alla Banca Sezione Credito Agrario. Pu accadere che dopo 10 anni egli sia obbligato, per molteplici cause, a lasciare il podere, allora se prender possesso di un podere pi piccolo o pi grande sar sempre tenuto conto della somma versata, come pure se lascia la terra ed entra nellindustria, la somma versata alla Banca di Stato la passer alla sezione industriale destinando 41
allindustria la somma stessa dove il lavoratore passato a lavorare versando la sua quota di capitale spettantegli. La terra verr data in possesso in proporzioni alle capacit lavorative della famiglia. Saranno pure favorite nel campo agrario la libera e spontanea associazione che si render indispensabile nelle terre di bonifica e nel frazionamento del latifondo per le colture estensive meccanizzate. Nellindustria si seguir lo stesso metodo. Lo Stato stabilito il valore di uno stabilimento industriale, lo suddivider in tante parti uguali fra gli operai addetti cos si formeranno le quote capitali per ciascun operaio e per chi non avesse la possibilit di riscatto immediato, lo Stato nella sua gestione provvisoria, sia cogli utili derivanti dallazienda e con trattenute adeguate per ciascun operaio andr ad integrare la formazione delle quote capitali spettanti a ciascuno e solo allora lo Stato ceder lindustria agli operai ed ai tecnici costituitisi in associazione cooperativa. Allo stesso modo di chi passer dalla terra allindustria, chi dallindustria alla terra e cos via di tutti gli altri casi, il lavoratore avr con s sempre il versato che risparmio suo investito nei mezzi di lavoro completo o incompleto che sia, qualunque possa essere il giro della sua vita di laboriosa attivit. Arrivato al termine per godere di diritto la pensione, questa quota capitale verr rimborsata, integralmente in caso di morte il rimborso andr in eredit ai figli legittimi, in mancanza di questi alla collettivit nazionale. Abbiamo detto sopra per quanto possa riguardare la societ in genere, mentre la terra appena riscattata, il coltivatore ne diverr arbitro della propria propriet. I lavoratori dellintelletto, del pensiero e dellarte saranno liberi e indipendenti godranno essi stessi delle provvidenze che la Repubblica offre a tutti i cittadini. Come nello spirito anche nei prodotti del lavoro vi sar piena libert, pur non tollerando gli illeciti guadagni, per lo smercio della propria produzione e nessuna autorit potr rendersi arbitra per stabilire i prezzi sui prodotti del lavoro altrui, solo con la libera concorrenza verr a stabilirsi equilibrio economico. La propriet immobiliare espropriata non verr pagata dallo Stato, lassemblea nazionale legislativa che ne decreter lesproprio contemporaneamente emaner disposizioni per una sistemazione equa di tutte le famiglie che perdendo la propriet vengono a trovarsi sprovviste di mezzi per lesistenza e impossibilitati al lavoro. Ritengo ancora necessario dire qualche cosa sulla piccola propriet terriera. Il coltivatore diretto, sia di montagna che di pianura, impiega con la massima volont tutti i mezzi di produzione nel modo che crede migliore, sa tesaurizzare il valore della terra, dove nessun relitto rimane inutilizzabile, non conta le ore di lavoro, consacra tutte le cure amorevoli alla coltivazione di ogni specie, non pigro ad alzarsi di notte se un temporale minaccia, per mettere al riparo i prodotti maturati, persiste nella lotta contro le malattie delle piante fruttifere, in compenso prova la gioia nella raccolta dei prodotti che la terra generosa offre alle sue fatiche. Si circonda di animali: cavalli, buoi, vacche lattifere, suini, conigli e pollame che riproduce continuamente con passione e con tutta la vigilanza che richiedono, notevole pure la produzione del baco da seta, risorsa non trascurabile sebbene in questi ultimi anni sia stata trascurata; si render necessaria la ripresa. indiscusso che questo sistema della piccola propriet di insuperabile ricchezza, per il suo alto valore produttivo e qualitativo, perch si certi che liniziativa del privato, lo stimolo, la volont di lavoro di esso non ancora superato da nessuno. In tali condizioni il nucleo famigliare rimane pi unito godendo di una vita libera, sana, sobria e patriarcale. Art. 19 Creazione di un Ente Nazionale Edile che avr la esclusiva funzione di provvedere, per tutte le famiglie, la casa di loro propriet. A questo Ente verranno associate tutte le associazioni edili della Nazione. Premesso che luomo nella vita ha il bisogno di circondarsi di affetti; la casa lasilo dove li riunisce, il luogo dove si riposa dopo il faticoso lavoro giornaliero gustando ore di sereno raccoglimento e di intimit famigliare, lambiente ove pensa e studia il suo progresso. 42
Ebbene giusto e doveroso predisporre in modo che tutti coloro che lo vogliono possano godere una casa di loro propriet con tutti i conforti secondo la tecnica moderna. Le facilitazioni che lEnte Edile Nazionale conceder saranno enormi; il pagamento sar rateale versando alla Banca di Stato seguendo gli stessi criteri come per la terra e per lindustria. Art. 20 Il risparmio deve essere tutelato nel modo pi assoluto, non sono tollerate le inflazioni (principio immorale), infruttifero perch nessuno deve costituirsi il privilegio di vivere di rendita senza lavorare. Molti porranno questa domanda: perch il risparmio infruttifero? E se sar tale si correr lalea che questo prenda la via dellEstero? A questi interrogativi si risponde: il risparmio, frutto di lavoro non consumato che per ragioni di previdenza viene accantonato per gli eventuali bisogni e tante volte finisce per trasformarsi in capitale, il quale frutter solo se verr lavorato dallo stesso che lo ha accumulato, diversamente non si pu corrispondere nessun interesse perch allora saremo di nuovo a creare la cellula che perpetua il privilegio del capitale, avremo di nuovo gli eccessi degli egoismi per arrivare alla somma di mezzi liquidi che fruttando si possa vivere senza bisogno di lavoro. La nostra fatica sarebbe uguale a quella di Sisifo; non bisogna dimenticare che luomo venuto sulla terra se vuole vivere deve mediante il lavoro procacciarsi i beni necessari per lesistenza, tutti sanno che la ricchezza si crea col lavoro e che nessuno pi deve osare per vivere di sfruttare il proprio simile: chi lavora abbia, chi non lavora non abbia cos diceva il Grande che riposa a Staglieno, solo chi lavora il proprio capitale avr diritto di godere in pieno i suoi frutti. sperabile che nel nuovo ordine sociale luomo sappia foggiarsi di una coscienza sempre pi ispirata ad una alto senso del dovere e ad un principio di fratellanza, considerer il denaro un mezzo e non un fine e pi sentire quellegoismo di un tempo quando la societ gli assicura giustizia, assistenza e pensione nella vecchiaia. Le evasioni allEstero se vi saranno, non potranno essere che entit trascurabili, perch chi vive solo col proprio lavoro non potr accantonare ingenti risparmi, tuttavia non mancheranno le eccezioni, ma questi da credere che non vorranno rendersi dei disertori da meritare il disprezzo della Patria. Nella nuova coscienza repubblicana sociale il cittadino sentir ugualmente il bisogno del risparmio non pi orientato alla trasformazione in capitale da sfruttare, che non sarebbe pi consentito, ma solo per la previdenza e per soddisfare le proprie passioni quali potrebbero essere quelle per il miglioramento della propriet che lavora o ampliamento di essa per ragioni famigliari e per labbigliamento della sua casa arricchita di cose secondo il proprio gusto, per acquistare cose di piacere, per portare la famiglia in viaggio od in posti di soggiorno, per dare premi ai propri figli meritevoli e quantaltro che non occorre menzionare perch i lettori sentono e comprendono. Lo Stato sociale assicura nel modo pi assoluto la difesa del risparmio, le inflazioni divenute di moda in questo secolo, non saranno pi tollerate perch deleterie e immorali; non si consentir pi che un decreto di governo svaluti la propria divisa monetaria falciando cos il risparmio che frutto di rinunce, di sacrificio, tale atto criminoso ed peggiore di quello compiuto da chi armato di pistola esige il portafoglio dalluomo della strada. Sar necessaria la creazione di una nuova divisa monetaria che verr data in cambio a quella attuale, vi saranno falcidie a seconda delle ingenti somme risparmiate, si agir con criterio di giustizia allo stesso modo del capitale immobiliare. La nuova divisa avr valore reale intrinseco, sar ancorata alloro con riconoscimento internazionale in modo che il risparmiatore sia posto nella condizione completamente libera di far cambio con altre divise per i suoi bisogni particolari. La sistemazione del problema monetario, sotto molti aspetti non potr essere che di natura internazionale specialmente per lEuropa, dove pi la marea inflazionista ha pressoch polverizzato il risparmio, sar oggetto di studio da parte di economisti la nuova stabilizzazione e la nuova intesa fra le nazioni agli effetti degli scambi ed anche per evitare la rovina degli attuali risparmiatori; dare ad essi ancora la possibilit di una vigorosa ripresa economica. Anche per il debito pubblico si seguiranno gli stessi criteri di liquidazione come per la carta moneta e per la propriet; essendo tutti fattori collegati, non si potrebbe fare diversamente, perch ad esempio come 43
allespropriato che rimane la casa per la sua famiglia, a chi un podere che lavora da s per un valore x, anche chi ha cartelle del debito pubblico o mezzi liquidi dovranno essere adeguati pi o meno allo stesso modo. Art. 21 Il diritto di eredit limitato ai figli legittimi, i beni goduti dai celibi e dai coniugi senza prole, alla fine della loro esistenza passeranno a disposizione della collettivit nazionale. Si ritiene giusto che leredit sia riservata ai soli figli legittimi perch essi rappresentano la continuit della vita del ceppo famigliare, mentre altrettanto giusto che i beni goduti da tutti coloro che si estinguono siano devoluti alla collettivit nazionale. Art. 22 Banca unica di Stato la quale provveder a liquidare gradualmente tutte le altre istituzioni bancarie ed essa solo eserciter lesercizio del credito diviso in tante sezioni per quante saranno le branche dellattivit umana. Tutte le banche, nel futuro assetto economico, scompariranno comprese le casse rurali e le casse di risparmio foggiandosi in una sola, la quale eserciter esclusivamente il credito e le altre operazioni di carattere bancario. Dovr essere il cuore pulsante di tutta la vita economica dove le sue arterie maggiori e minori arriveranno ad alimentare fino alle estremit della vita produttiva del nostro paese. Il capitale iniziale sar fornito dallespropriazione di tutta la propriet immobiliare conforme al dispositivo dellart. 18 e dalle falcidie che si verificheranno sugli ingenti capitali liquidi. Successivamente al primo stadio cominceranno ad affluire alla Banca versamenti derivanti dalla cessione della propriet a chi lavora, dagli introiti delle tasse e dal risparmio. Saranno garantiti, tutelati e tenuti sempre a disposizione gli oneri dei depositanti. Non sar tollerato per nessun motivo lesercizio del credito clandestino fra privati, pene severissime verranno stabilite per i trasgressori. La tesaurizzazione verr limitata se ci sar bisogno. Vogliamo credere il contrario perch il cittadino sentir profondamente nel proprio animo il suo dovere che quello di tenere esclusivamente presso la banca i suoi risparmi. Il governo oltre tutti i suoi servizi di tesoreria avr il compito di stabilire i diversi tassi dinteresse che la banca dovr applicare nelle sue operazioni. Gli utili annuali derivanti dallesercizio verranno continuamente accantonati. Art. 23 Lartigianato, che conserva una tradizione di gloria in Italia, sar aiutato tanto nella forma privata come in quella associata. La condizione dellartigianato sempre stata quella di lavoratore indipendente. Si pu affermare che le origini siano concomitanti a quelle delluomo, il quale comparso sulla terra ha dovuto iniziare lo studio per provvedere alle sue prime principali necessit fisiche, ed essendo un elemento progressivo le capacit sono sempre aumentate sino al punto in cui la storia incomincia a parlare della prima civilt. Nellantichissima et Egiziana, Ellenica e Romana, poi, lartigianato produceva gi vasellame ceramico, mobili artistici, stoffe di lusso e lavorazione delloro e delle pietre preziose. Nel Medio Evo, per le crescenti necessit, incomincia a trasformarsi in piccola industria, ma sempre impotente a poter soddisfare i bisogni della moltitudine che diventava sempre pi numerosa. In progresso di tempo si arriva al 18 secolo in cui compare la macchina e la grande industria che per conseguenza porta un declino nella vita dellartigianato senza per che questo possa farlo scomparire. Bench esista nel tempo attuale una produzione industriale in grande stile di articoli di consumo, pure lartigianato rimane sempre quello che pu soddisfare meglio i desideri umani. Infatti oltre alla migliore qualit della sua produzione, ci si ricorre per soddisfare il proprio gusto, ad esempio chi vuole leleganza dellabbigliamento, chi vuole arredare con mobilio artistico, chi vuole lavori in ferro battuto, foggiato con arte, chi vuole oro e pietre preziose lavorate e tantissime altre cose, senza contare le innumerevoli riparazioni di oggetti. 44
Ne consegue perci che lartigianato un elemento universalmente riconosciuto necessario, indispensabile ai nostri bisogni. Art. 24 Lo Stato assicura a tutti i cittadini il mantenimento degli invalidi e la pensione di vecchiaia. la garanzia pi importante per la tranquillit dellesistenza, e dovr essere corrispondente ai bisogni ed alle necessit della vita. Anche lorganizzazione ospedaliera dovr essere studiata e riveduta. Art. 25 Ogni forma di questua abolita. Giustamente per coerenza nello Stato moderno non possono essere tollerate alcuna forma di accattonaggio e di elemosina perch la collettivit stessa fondandosi sul principio di fratellanza umana che provvede con tutti i suoi mezzi previsti a fornire il necessario nutrimento a tutti gli sfortunati menomati fisicamente impossibilitati al lavoro. Art. 26 Lo Stato avr cura di creare una riserva speciale per sovvenire integralmente ai colpiti da pubblica calamit. E cio lo Stato si assume il compito di indennizzare integralmente chiunque possa, essere colpito da gravi danni causati da uragani, inondazioni, terremoti, frane, ecc. rendendo cos la nostra popolazione operosa pi tranquilla. Art. 27 Il Commercio dovr svolgersi liberamente con onest e rettitudine e chiunque si render indegno, verr inesorabilmente eliminato. Faremo unanalisi necessaria dimostrativa come attualmente si svolge lattivit commerciale. Incominciamo col dire che tutte le industrie produttive hanno il loro ufficio commerciale coi loro esperti rappresentanti cos detti viaggiatori che hanno il compito dello smercio della produzione, di segnalare la concorrenza sia nella qualit come nel prezzo, di concedere sconti progressivi a seconda della qualit dellincetta di qui, che il grossista per lo sconto ricevuto messo nella condizione, se vuole, di vendere al dettagliante allo stesso prezzo dellindustria. I prezzi sono sempre concilianti, quando la domanda superiore alla quantit della merce a disposizione si ha immediatamente un rialzo, mentre quando lofferta superiore al bisogno del consumo si ha la contrazione al ribasso e oggi con la rapidit delle comunicazioni e degli scambi il fenomeno, collegato ai fattori internazionali, avvertito immediatamente come una scossa sismica. In queste contrazioni di prezzi, ci riferiamo sempre ai tempi normali, che molte volte sono fortissimi, molti commercianti per aver incettato troppo non possono resistere e cadono nella rovina e nel disonore, mentre in tempi eccezionali, quali potrebbero essere quelli derivanti da uno stato di guerra, si verifica una contrazione della produzione da un lato e dallaltro un maggior consumo, dimodoch i prodotti cominciano a rarefarsi sui mercati provocando un aumento progressivo dei prezzi, ed in questa circostanza i commercianti avidi di profitto, eludendo la legge, senza scrupolo, sanno accumulare ingenti guadagni. Esistono pure societ monopolistiche e industrie protette che hanno creato una formidabile rete di agenti esclusivisti con circoscrizioni dinfluenza pi o meno vasta, che lautamente questi guadagnano senza alcun rischio, senza pericolo e senza capacit, ed pure la cuccagna dellarrivismo politico. Abbiamo in numero pi elevato la classe dei dettaglianti e degli ambulanti ossia quelli che pi che altro fanno acquisti alla spicciolata, chi con la loro carretta, chi col proprio cavallo, chi col proprio furgoncino e persino con la bicicletta facendo arrivare i prodotti di consumo fino alla estremit capillare sia in pianura che in montagna, e questa classe non di trascurabile importanza per il suo lavoro che presenta una necessit sociale. Abbiamo infine i coltivatori della terra che coi loro prodotti ortofrutticoli, pollame, uova, ecc. affluiscono sui mercati per vendere direttamente al consumo, come pure gran parte dellartigianato. Come si potr e si dovr fare funzionare il commercio in avvenire mantenendolo libero e indipendente? Nel futuro assetto sociale dove capitale e lavoro saranno riuniti nelle stesse mani e le posizioni di privilegio smantellate, un nuovo ordinamento commerciale verr instaurato, si creeranno sempre pi diretti rapporti fra 45
produzione e consumo, occorrer predisporre un piano organizzativo di Cooperative associate, ed in questo non potr rimanere estraneo lEnte Nazionale della Cooperazione, per listituzione di grandi magazzini allingrosso da fornire anche commercianti, dettaglianti e ambulanti, aprire spacci per la vendita al minuto dei generi di consumo in ogni centro abitato. Gli utili di esercizio derivanti dallazienda non saranno mai distribuiti, ma accantonati per migliorare sempre lorganizzazione, la quale avr lalta funzione di frenare gli eccessi e di contenere sempre entro i limiti del giusto la propria attivit sociale. Dipender dai consumatori stessi se sapranno raggiungere la coscienza di cooperatori e solo allora, nella misura di questa, potranno scomparire molti degli intermediari frapposti fra produzione e consumo. Art. 28 Tutte le societ cooperative faranno capo allEnte Nazionale della Cooperazione che avr il compito del controllo, della propaganda e di iniziative del genere. La Cooperazione italiana si divider in due branche: Produzione Lavoro e Consumo. Molto ci sar da fare per raggiungere lo scopo e limportanza della sua funzione, e solo quando la coscienza dei cooperatori avr raggiunto e superato liniziativa e il valore produttivo del privato avr vinto la sua battaglia. Art. 29 Si dovr dare impulso a tutte le nostre riserve nazionali, specialmente ai prodotti del suolo che rappresentano la nostra maggiore riserva per lesportazione, organizzare la produzione ortofrutticola sviluppandola, perfezionandola, industrializzandola, e portare i propri prodotti coi mezzi rapidissimi che la scienza ci ha procurato, nei mercati europei. Alluopo si avranno Societ Cooperative di competenti e di tecnici per lattrezzatura dei mercati interni, per lorganizzazione dellesportazione allestero e per la creazione di stabilimenti industriali per la confezione in conserva dei prodotti orticoli e delle marmellate. Necessariamente occorrer preventivamente lintesa coi coltivatori per spingerli al massimo possibile della produzione ortofrutticola da consentire un continuo rifornimento ai mercati interni od una continua esportazione allestero, per mantenere i mercati conquistati. Art. 30 Dare altres incremento ai posti di soggiorno e di cura, sistemarne dei nuovi l dove la natura li offre, compiere ogni sforzo per rendere sempre pi interessanti le bellezze naturali del nostro paese da offrire a tutti coloro che vi accorreranno, ai bisognosi di cure ogni conforto, ai giovani la gioia ed i piaceri della vita, ai vecchi il delizioso riposo dopo che hanno doverosamente lavorato. Una striscia di terra che si allunga fra tre mari, cinta a nord dalle Alpi insormontabili, il suo suolo ferace, belle le sue pianure, colline, monti e montagne coi suoi laghi, incantevoli lagune, riviere profumate dallolezzo dei fiori, clima dolce e sole splendente, prodotti alimentari squisiti e vino generoso, terra che ha in s ricordi di una civilt trimillenaria, che ha avuto pensatori, navigatori, scienziati, poeti, letterati, pittori, scrittori, architetti, artisti e musicisti che coi loro canti e melodie hanno entusiasmato moltitudini deliranti. Questa terra si chiama Italia, la patria nostra che veneriamo ed amiamo e che dobbiamo sempre pi rendere ammirata nel mondo. Il nostro temperamento psicologicamente passionale, in cui si alternano continuamente ottimismi e pessimismi; da queste contrazioni nervose si sprigiona una forza creatrice non comune. Rendere sempre pi interessanti le bellezze naturali del nostro paese il dovere di tutti, lo Stato provveder per i grandi lavori, mentre i cittadini collaboreranno col fare bella la loro casa, lartigiano la sua bottega, il negoziante il suo negozio, gli industriali i loro stabilimenti, lagricoltore la sua terra colla casa circondata di fiori che dar una sensazione di gioia, di poesia. Accoglieremo con cordialit fraterna tutti quelli che da oltre frontiera verranno a soggiornare dando ad essi la prova che il popolo italiano, bandendo ogni principio egoistico, combatte la sua battaglia per il trionfo del principio della fratellanza umana. Art. 31 Lo Stato infine dovr essere il supremo regolatore di tutte le forze vive ed operanti della nazione. capo supremo, il sorvegliante che controller tutte le forze del lavoro, esiger lobbedienza alle sue leggi concretate dal popolo, punir severamente i trasgressori, revocher le cariche agli indegni anche se queste fossero a vita e non esister la immunit parlamentare per i delegati allAssemblea Nazionale Legislativa. La 46
realizzazione del presente programma non sar immune da difficolt che verranno gradatamente superate col concorso e con la buona volont di tutti per il raggiungimento del fine a cui luomo, dopo tanti secoli di lotta dalla schiavit al servaggio, al salariato, finalmente arriver a deporre il pesante fardello del giogo del capitale, e solo allora godr in pieno i frutti della sua intelligenza, del suo sapere e del suo lavoro. Sar completamente libero di esplicare la propria missione, il suo scopo, il suo fine nella vita in armonia col proprio simile, ispirandosi sempre al senso del dovere, e cos verr formandosi quella societ fatta di amore e di fratellanza conforme a quanto predisse il pi grande apostolo dellumanit ed artefice dellunit dItalia: Giuseppe Mazzini. 7.1 Appendice In mezzo allimperversare degli eventi il principio Mazziniano rimane come stella di prima grandezza che brilla di luce immensa nel cielo politico ed economico dEuropa. Si osserva che tutti i popoli sentono manifestando con la lotta il valore della propria indipendenza, la stessa Russia ha concesso lautonomia a tutti i suoi popoli federati che hanno origine etniche proprie, dando persino sepoltura allinno internazionale. Nel campo economico la teoria marxista, cio quella dello Stato produttore messo in pratica dalla rivoluzione russa, in cui lintegrale applicazione del collettivismo port una diminuzione enorme nella produzione, e questo spiegabile per la mancanza dinteresse personale, tanto vero che Stalin ha dovuto cedere ammettendo la propriet e liniziativa privata conservandola: nellart. 910 della Costituente che dice testualmente: La legge ammette la piccola propriet privata dei contadini singoli e degli artigiani; nonch il diritto di propriet individuale dei cittadini sul reddito del proprio lavoro, sui risparmi, sulle case di abitazione e sui beni domestici ausiliari. Dunque la Costituente russa ha dovuto orientarsi, per quanto le condizioni di ambiente non sono paragonabili a quelle del nostro paese, alliniziativa privata, concedendo ad essa il diritto allintero frutto del proprio lavoro. Non forse la stessa cosa quando Mazzini afferma che la propriet privata o associata non un diritto naturale ma un dono sociale? Ci che di diritto inalienabile sono i frutti del lavoro. innegabile dunque che su tutti gli orizzonti il pensiero mazziniano in mezzo alle passioni politiche, ai contrasti di dottrina, si afferma sempre pi, perch il migliore aderente ai desideri della natura umana.
Manc il tempo per discutere e approvare questa proposta. Essa, per, rimane un documento fondamentale per conoscere quello che il Fascismo Repubblicano, finalmente liberatosi dallinfluenza della monarchia e dei poteri forti ad essa collegati, voleva essere. questo, forse, il documento che pi di altri mostra il disegno di quello che sarebbero stati la Societ e lo Stato quando la Grande Rivoluzione Fascista fosse stata compiuta. E questo progetto di Costituzione non , come qualcuno potrebbe pensare, un pezzo di archeologia politica. Esso contiene proposte forti e originali per la soluzione dei problemi sociali, con le quali il mondo di domani dovr fare i conti. N il comunismo, miseramente crollato, n il liberalismo, che a tuttoggi annaspa alla ricerca di soluzioni soddisfacenti che non trova, hanno saputo dare risposte ai bisogni di equit e di giustizia sociale che pretendono, e sempre pi pretenderanno, di essere esauditi. Essere Fascisti oggi, quindi, non significa soltanto essere nostalgici, ma anche essere portatori di unideologia politica che non morta e che non morir, e che forse sar, in un futuro non troppo lontano lidea vincente, lidea di cui il mondo, come profetizzato da Mussolini, avr ancora bisogno.
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8 Appendice 2 PROGRAMMA DEI FASCI DI COMBATTIMENTO (dal Popolo dItalia del 6 giugno 1919) Per il Problema Politico NOI VOGLIAMO a) Minimo di et per gli elettori abbassato ai diciotto anni; quello per i deputati abbassato ai venticinque anni; eleggibilit politica di tutti i funzionari dello Stato; base regionale del Collegio plurinominale. b) Abolizione del Senato ed istituzione di un Consiglio Nazionale tecnico del lavoro intellettuale e manuale, dellindustria, del commercio e dellagricoltura. c) Politica estera intesa a valorizzare la volont e lefficienza dellItalia contro ogni imperialismo straniero; una politica dinamica cio in contrasto a quella che tende a stabilizzare legemonia delle attuali potenze plutocratiche.
Per il Problema Sociale NOI VOGLIAMO a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore effettive di lavoro. b) I minimi di paga. c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dellindustria. d) Laffidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie e servizi pubblici. e) La rapida e completa sistemazione dellindustria dei trasporti e del personale addetto. f) La modifica al disegno di legge di assicurazione sullinvalidit e sulla vecchiaia, fissando il limite di et a seconda dello sforzo che esige ciascuna specie di lavoro. g) Obbligo dei proprietari di coltivare le terre, con la sanzione che le terre non coltivate siano date a cooperative di contadini, con speciale riguardo a quelli reduci dalla trincea: e dellobbligo dello Stato al necessario contributo per la costruzione delle case coloniche. h) Messa in valore di tutte le forze idrauliche e sfruttamento delle ricchezze del suolo, previa unificazione e correzione delle leggi relative; incremento della marina mercantile, permettendo il funzionamento di tutti i cantieri navali merc labolizione del divieto dimportazione delle lastre di acciaio e agevolazioni di ogni mezzo (credito, consorzi ecc.) atto a favorire lo sviluppo delle costruzioni navali; il pi ampio sviluppo alla navigazione fluviale e allindustria della pesca. i) Obbligo dello Stato di dare e mantenere alla scuola carattere precipuamente e saldamente formativo di coscienze nazionali e carattere imparzialmente, ma rigidamente laico; carattere tale da disciplinare gli animi ed i corpi alla difesa della Patria in modo da rendere possibili e scevre di pericolo le ferme brevi, elevare le condizioni morali e culturali del proletariato; dare reale ed integrale applicazione alla legge sullistruzione obbligatoria con la conseguente assegnazione in bilancio dei fondi necessari. j) Riforma della burocrazia ispirata al senso della responsabilit individuale e conseguente notevole riduzione degli organi di controllo; decentramento e conseguente semplificazione dei servizi a beneficio dellenergie produttrici, dellerario e dei funzionari; epurazione del personale e condizioni economiche di esso atte a garantire allAmministrazione lafflusso di elementi meglio idonei e pi fattivi.
Per il Problema Militare NOI VOGLIAMO a) Istituzione della Nazione armata con brevi periodi di istruzione intesa al preciso scopo della sola difesa dei suoi diritti ed interessi quali sono determinati dalla politica estera sopra accennata e validamente organizzata, cos da raggiungere con piena sicurezza i suoi fini.
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Per il Problema Finanziario NOI VOGLIAMO a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di una vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze b) Il sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e labolizione di tutte le mense Vescovili che costituiscono una enorme passivit per la Nazione e un privilegio per pochi c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell85% dei profitti di guerra.
FASCI DI COMBATTIMENTO COMITATO CENTRALE Milano Via Paolo da Cannobbio, 37 Telefono 7156 8.1 Successivo aggiustamento del programma sempre del 1919 Italiani! Ecco il programma nazionale di un movimento sanamente italiano. Rivoluzionario, perch antidogmatico e antidemagogico; fortemente innovatore perch antipregiudizievole. Noi poniamo la valorizzazione della guerra rivoluzionaria al di sopra di tutto e di tutti. Gli altri problemi: burocrazia, amministrativi, giuridici, scolastici, coloniali, ecc. li tracceremo quando avremo creato la classe dirigente.
Per questo NOI VOGLIAMO Per il problema politico a) Suffragio universale a scrutinio di Lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilit per le donne. b) Il minimo di et per gli elettori abbassato a 18 anni, quello per i Deputati abbassato a 25 anni. c) Labolizione del Senato. d) La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato. e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dellindustria, dei trasporti, delligiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettivit professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e col diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.
Per il problema sociale NOI VOGLIAMO a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro. b) I minimi di paga. c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dellindustria. d) Laffidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici. e) La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti. f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidit e sulla vecchiaia, abbassando il limite di et proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.
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Per il problema militare NOI VOGLIAMO a) Listituzione di una milizia Nazionale, con brevi periodi distruzione e compito esclusivamente difensivo. b) La nazionalizzazione di tutte le Fabbriche di Armi e di esplosivi. c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare nelle competizioni pacifiche della civilt, la nazione italiana nel mondo.
Per il problema finanziario NOI VOGLIAMO a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo che abbia la forma di vera ESPROPRIAZIONE PARZIALE di tutte le ricchezze b) Il sequestro di tutti i beni delle Congregazioni religiose e labolizione di tutte le mense Vescovili, che costituiscono una enorme passivit per la Nazione, e un privilegio di pochi. c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra, ed il sequestro dell85% dei profitti di guerra.
(da Renzo De Felice Mussolini il rivoluzionario Einaudi) 8.2 Programma di San Sepolcro, Fondazione dei Fasci di Combattimento (pubblicato su Il Popolo dItalia del 24 marzo 1919) Senza troppe formalit o pedanterie vi legger tre dichiarazioni che mi sembrano degne di discussione e di voto. Poi, nel pomeriggio, riprenderemo la discussione sulla nostra dichiarazione programmatica. Vi dico subito che non possiamo scendere ai dettagli. Volendo agire prendiamo la realt nelle sue grandi linee, senza seguirla minutamente nei suoi particolari. Prima dichiarazione: Ladunata del 23 marzo rivolge il suo primo saluto e il suo memore e reverente pensiero ai figli dItalia che sono caduti per la grandezza della Patria e per la libert del mondo, ai mutilati e invalidi, a tutti i combattenti, agli ex- prigionieri che compirono il loro dovere, e si dichiara pronta a sostenere energicamente le rivendicazioni dordine materiale e morale che saranno propugnate dalle associazioni dei combattenti. Siccome noi non vogliamo fondare un partito dei combattenti, poich un qualche cosa di simile si sta gi formando in varie citt dItalia, non possiamo precisare il programma di queste rivendicazioni. Lo preciseranno gli interessati. Dichiariamo che lo appoggeremo. Noi non vogliamo separare i morti, n frugare loro nelle tasche per vedere quale tessera portassero: lasciamo questa immonda bisogna ai socialisti ufficiali. Noi comprenderemo in un unico pensiero di amore tutti i morti, dal generale allultimo fante, dallintelligentissimo a coloro che erano incolti ed ignoranti. Ma voi mi permetterete di ricordare con predilezione, se non con privilegio, i nostri morti, coloro che sono stati con noi nel maggio glorioso: i Corridoni, i Reguzzoni; i Vidali, i Deffenu, il nostro Serrani, questa giovent meravigliosa che andata al fronte e che l rimasta. Certo, quando oggi si parla di grandezza della patria e di libert del mondo, ci pu essere qualcuno che affacci il ghigno e il sorriso ironico, poich ora di moda fare il processo alla guerra: ebbene la guerra si accetta in blocco o si respinge in blocco. Se questo processo deve essere eseguito, saremo noi che lo faremo e non gli altri. E volendo del resto esaminare la situazione nei suoi elementi di fatto, noi diciamo subito che lattivo e il passivo di unimpresa cos grandiosa non pu essere stabilito con le norme della regolarit contabile: non si pu mettere da una parte il quantum di fatto e di non fatto: ma bisogna tener conto dellelemento qualitativo. Da questo punto di vista noi possiamo affermare con piena sicurezza che la Patria oggi p grande: non solo perch giunge al Brennero - dove giunge Ergisto Bezzi, cui rivolgo il saluto - non solo perch va alla Dalmazia. Ma pi grande lItalia anche se le piccole anime tentano un loro piccolo giuoco; pi grande perch noi ci sentiamo pi grandi in quanto abbiamo lesperienza di questa guerra, inquantoch noi labbiamo voluta, non c stata imposta, e potevamo evitarla. Se noi abbiamo scelto questa strada segno che ci sono nella nostra storia, nel nostro sangue, degli elementi e dei fermenti di grandezza, poich se ci non fosse noi oggi saremmo 50
lultimo popolo del mondo. La guerra ha dato ci che noi chiedevamo: ha dato i suoi vantaggi negativi e positivi: negativi in quanto ha impedito alle case degli Hohenzollern, degli Absburgo e degli altri di dominare il mondo, e questo un risultato che sta davanti agli occhi di tutti e basta a giustificare la guerra. Ha dato anche i suoi risultati positivi poich in nessuna nazione vittoriosa si vede il trionfo della reazione. In tutte si marcia verso la pi grande democrazia politica ed economica. La guerra ha dato, malgrado certi dettagli che possono urtare gli elementi pi o meno intelligenti, tutto quello che chiedevamo. E perch parliamo anche degli ex-prigionieri- una questione scottante. Evidentemente ci sono stati di quelli che si sono arresi, ma quelli si chiamano disertori: daltra parte in quella massa c la grande maggioranza che caduta prigioniera dopo aver fatto il suo dovere, dopo aver, combattuto: se cos non fosse potremmo cominciare a bollare Cesare Battisti e molti valorosi e brillanti ufficiali e soldati che hanno avuto la disgrazia di cadere nelle mani del nemico. Seconda dichiarazione: Ladunata del 23 marzo dichiara di opporsi allimperialismo degli altri popoli a danno dellItalia e alleventuale imperialismo italiano a danno di altri popoli; accetta il postulato supremo della Societ delle Nazioni che presuppone lintegrazione di ognuna di esse, integrazione che per quanto riguarda lItalia deve realizzarsi sulle Alpi e sullAdriatico con la rivendicazione e annessione di Fiume e della Dalmazia. Abbiamo quaranta milioni di abitanti su una superficie di 287 mila chilometri quadrati separati dagli Appennini che riducono ancora di pi la disponibilit del nostro territorio lavorativo: saremo fra dieci o venti anni sessanta milioni ed abbiamo appena un milione e mezzo di chilometri quadrati di colonia, in gran parte sabbiosi, verso i quali certamente non potremo mai dirigere il pi della nostra popolazione. Me se ci guardiamo attorno vediamo lInghilterra che con quarantasette milioni di abitanti ha un impero coloniale di 55 milioni di chilometri quadrati e la Francia che con una popolazione di trentotto milioni di abitanti ha un impero coloniale di 15 milioni di chilometri quadrati. E vi potrei dimostrare con le cifre alla mano che tutte le nazioni del mondo, non esclusi il Portogallo, lOlanda e il Belgio, hanno tutte quante un impero coloniale al quale tengono e che non sono affatto disposte a mollare in base a tutte le ideologie che possono venire da oltre oceano. Lloyd George parla apertamente di impero inglese. Limperialismo il fondamento della vita per ogni popolo che tende ad espandersi economicamente e spiritualmente. Quello che distingue gli imperialismi sono i mezzi. Ora i mezzi che potremo scegliere e sceglieremo non saranno mai mezzi di penetrazione barbarica, come quelli adottati dai tedeschi. E diciamo: o tutti idealisti o nessuno. Si faccia il proprio interesse. Non si comprende che si predichi lidealismo da parte di coloro che stanno bene a coloro che soffrono, poich ci sarebbe molto facile. Noi vogliamo il nostro posto nel mondo poich ne abbiamo il diritto. Riaffermo qui in questo ordine del giorno, il postulato societario della Societ delle Nazioni. nostro in fin dei conti, ma intendiamoci: se la Societ delle Nazioni deve essere una solenne fregata da parte delle nazioni ricche contro le nazioni proletarie per fissare ed eternare quelle che possono essere le condizioni attuali dellequilibrio mondiale, guardiamoci bene negli occhi. Io comprendo perfettamente che le nazioni arrivate possano stabilire questi premi dassicurazione della loro opulenza e posizione attuale di dominio. Ma questo non idealismo; tornaconto e interesse. Terza dichiarazione: Ladunata del 23 marzo impegna i fascisti a sabotare con tutti i mezzi le candidature dei neutralisti di tutti i Partiti. Voi vedete che io passo da un punto ad un altro, ma in tutto ci c logica, c un filo. Io non sono un entusiasta delle battaglie schedaiole, tanto vero che da tempo ho abolito le cronache del Camerone e nessuno se ne doluto: anzi il mio esempio aveva consigliato altri giornali a ridurre questa cronaca scandalosa fino ai limiti dello strettamente necessario. In ogni modo evidente che entro questanno ci saranno le elezioni. Non si conosce ancora la data n il sistema che sar seguito, ma dentro lanno ci saranno queste battaglie elettorali e cartacee. Ora, si voglia o non si voglia, in queste elezioni si far il processo alla guerra, cio il fatto guerra essendo stato il fatto dominante della nostra vita nazionale, chiaro che non si potr evitare di parlare di guerra. Ora noi accetteremo la battaglia precisamente sul fatto guerra, poich non solo non siamo pentiti di quello che 51
abbiamo fatto, ma andiamo pi in l: e con quel coraggio che frutto del nostro individualismo, diciamo che se in Italia si ripetesse una condizione di cose simile a quella del 1915, noi ritorneremmo a invocare la guerra come nel 1915. Ora molto triste il pensare che ci siano stati degli interventisti che hanno defezionato in questi ultimi tempi. Sono stati pochi e per motivi non sempre politici. C stato il trapasso originato da ragioni di indole politica che non voglio discutere, ma c stata la defezione originata dalla paura fisica. Per quietare la belva molliamo la Dalmazia, rinunciamo a qualche cosa. Ma il calcolo pietosamente fallito. Noi, non solo non ci metteremo su quel terreno politico, ma non avremo nemmeno quella paura fisica che semplicemente grottesca. Ogni vita vale unaltra vita, ogni sangue vale un altro sangue, ogni barricata unaltra barricata. Se ci sar da lottare impegneremo anche la lotta delle elezioni. Ci sono stati neutralisti fra i socialisti ufficiali e fra i repubblicani. Anche i cosiddetti cattolici del Partito italiano cercano di rimettersi in carreggiata per far dimenticare la loro opera mostruosa che va dal convegno di Udine al grido nefando uscito dal Vaticano. Tutto ci non stato soltanto un delitto contro la Patria ma si tradotto in un di pi di sangue versato, di mutilati e di feriti. Noi andremo a vedere i passaporti di tutta questa gente: tanto dei neutralisti arrabbiati come di coloro che hanno accettato la guerra come una corve penosa; andremo nei loro comizi, porteremo dei candidati e troveremo tutti i mezzi per sabotarli. Noi non abbiamo bisogno di metterci programmaticamente sul terreno della rivoluzione perch, in senso storico, ci siamo dal 1915. Non necessario prospettare un programma troppo analitico, ma possiamo affermare che il bolscevismo non ci spaventerebbe se ci dimostrasse che esso garantisce la grandezza di un popolo e che il suo regime sia migliore degli altri. ormai dimostrato irrefutabilmente che il bolscevismo ha rovinato la vita economica della Russia. Laggi, lattivit economica, dallagricoltura allindustria, totalmente paralizzata. Regna la carestia e la fame. Non solo, ma il bolscevismo un fenomeno tipicamente russo. Le nostre civilt occidentali, a cominciare da quella tedesca, sono refrattarie. Noi dichiariamo guerra al socialismo, non perch socialista, ma perch stato contrario alla nazione. Su quello che il socialismo, il suo programma e la sua tattica, ciascuno pu discutere, ma il Partito Socialista Ufficiale Italiano stato nettamente reazionario, assolutamente conservatore, e se fosse trionfata la sua tesi non vi sarebbe oggi per noi possibilit di vita nel mondo. Non il Partito Socialista quello che pu mettersi alla testa di unazione di rinnovamento e di ricostruzione. Siamo noi, che facendo il processo alla vita politica di questi ultimi anni, dobbiamo inchiodare alla sua responsabilit il Partito Socialista Ufficiale. fatale che le maggioranze siano statiche, mentre le minoranze sono dinamiche. Noi vogliamo essere una minoranza attiva, vogliamo scindere il Partito Socialista Ufficiale dal proletariato, ma se la borghesia crede di trovare in noi dei parafulmini, singanna. Noi dobbiamo andare incontro al lavoro. Gi al tempo dellarmistizio io scrissi che bisognava andare incontro al lavoro per chi ritornava dalle trincee, perch sarebbe odioso e bolscevico negare il riconoscimento dei diritti di chi ha fatto la guerra. Bisogna perci accettare i postulati delle classi lavoratrici: vogliono le otto ore? Domani i minatori e gli operai che lavorano di notte imporranno le sei ore? Le pensioni per linvalidit e la vecchiaia? Il controllo sulle industrie? Noi appoggeremo queste richieste, anche perch vogliamo abituare le classi operaie alla capacit direttiva delle aziende, anche per convincere gli operai che non facile mandare avanti unindustria e un commercio. Questi sono i nostri postulati, nostri per le ragioni che ho detto innanzi e perch nella storia ci sono cicli fatali per cui tutto si rinnova, tutto si trasforma. Se la dottrina sindacalista ritiene che dalle masse si possano trarre gli uomini direttivi necessari e capaci di assumere la direzione del lavoro, noi non potremo metterci di traverso, specie se questo movimento tenga conto di due realt: la realt della produzione e quella della nazione. Per quello che riguarda la democrazia economica, noi ci mettiamo sul terreno del sindacalismo nazionale e contro lingerenza dello Stato, quando questo vorrebbe assassinare il processo di creazione della ricchezza. Combatteremo il retrogradismo tecnico e spirituale. Ci sono industriali che non si rinnovano dal punto di vista tecnico e dal punto di vista morale. Se essi non troveranno la virt di trasformarsi, saranno travolti, ma noi dobbiamo dire alla classe operaia che altro demolire, altro costruire, che la distruzione pu essere opera di unora, mentre la creazione opera di anni o di secoli. Democrazia economica, questa la nostra divisa. E veniamo alla democrazia politica. Io ho limpressione che il regime attuale in Italia abbia aperto la successione. C una crisi che balza agli occhi di tutti. Abbiamo sentito tutti durante la 52
guerra linsufficienza della gente che ci governa e sappiamo che si vinto per le sole virt del popolo italiano, non gi per lintelligenza e la capacit dei dirigenti. Aperta la successione del regime, noi non dobbiamo essere degli imbelli. Dobbiamo correre. Se il regime sar superato, saremo noi che dovremo occupare il suo posto. Perci creiamo i Fasci: questi organi di creazione e agitazione capaci di scendere in piazza a gridare: Siamo noi che abbiamo diritto alla successione perch fummo noi che spingemmo il paese alla guerra e lo conducemmo alla vittoria!. Dal punto di vista politico abbiamo nel nostro programma delle riforme: il Senato deve essere abolito. Mentre traccio questo atto di decesso devo per aggiungere che il Senato in questi ultimi tempi si dimostrato di molto superiore alla Camera. Ci voleva poco? vero, ma quel poco stato fatto. Noi vogliamo dunque che quellorganismo feudale sia abolito; chiediamo il suffragio universale, per uomini e donne; lo scrutinio di lista a base regionale; la rappresentanza proporzionale. Dalle nuove elezioni uscir unassemblea nazionale alla quale noi chiediamo, che decida sulla forma di governo dello Stato italiano. Essa dir: repubblica o monarchia, e noi che siamo stati sempre tendenzialmente repubblicani, diciamo fin da questo momento: repubblica! Noi non andremo a rimuovere i protocolli e a frugare negli archivi, non faremo il processo retrospettivo e storico alla monarchia. Lattuale rappresentanza politica non ci pu bastare; vogliamo una rappresentanza diretta dei singoli interessi, poich io, come cittadino, posso votare secondo le mie idee, come professionista devo poter votare secondo le mie qualit professionali. Si potrebbe dire contro questo programma che si ritorna verso le corporazioni. Non importa. Si tratta di costituire dei Consigli di categorie che integrino la rappresentanza sinceramente politica. Ma non possiamo fermarci su dettagli. Fra tutti i problemi, quello che oggi interessa di pi di creare la classe dirigente e di munirla dei poteri necessari. E inutile porre delle questioni pi o meno urgenti se non si creano i dirigenti capaci di risolverle. Esaminando il nostro programma vi si potranno trovare delle analogie con altri programmi; vi si troveranno postulati comuni ai socialisti ufficiali, ma non per questo essi saranno identici nello spirito perch noi ci mettiamo sul terreno della guerra e della vittoria ed mettendoci su questo terreno che noi possiamo avere tutte le audacie. Io vorrei che oggi i socialisti facessero lesperimento del potere, perch facile promettere il paradiso, difficile realizzarlo. Nessun Governo domani potrebbe smobilitare tutti i soldati in pochi giorni o aumentare la quantit dei viveri, perch non ce ne sono. Ma noi non possiamo permettere questo esperimento perch i socialisti vorrebbero portare in Italia una contraffazione del fenomeno russo al quale tutte le menti pensanti del socialismo sono contrarie, da Branting e Thomas a Bernstein, perch il fenomeno bolscevico non abolisce le classi, ma una dittatura esercitata ferocemente. Noi siamo decisamente contro tutte le forme di dittatura, da quella della sciabola a quella del tricorno, da quella del denaro a quella del numero; noi conosciamo soltanto la dittatura della volont e dellintelligenza. Vorrei perci che lassemblea approvasse un ordine del giorno nel quale accettasse le rivendicazioni del sindacalismo nazionale dal punto di vista economico. Posta questa bussola al nostro viaggio, la nostra attivit dovr darci subito la creazione dei Fasci di combattimento. Domani indirizzeremo la loro azione simultaneamente in tutti i centri dItalia. Non siamo degli statici; siamo dei dinamici e vogliamo prendere il nostro posto che deve essere sempre allavanguardia. Benito Mussolini
Le attività occasionali nelle imposte sui redditi dell’ordinamento giuridico italiano. Analisi comparata della tassazione del collezionista in Italia e all’estero.