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Questo non è, né vuole essere, un libro come gli altri; non è un romanzo, non è un saggio, non è un libro di storia, non è un’analisi politica.
Non è nemmeno un vero libro; a parte la mole modesta, eventualmente lo si può considerare un “libro bianco” nel senso che vuole essere solamente l’esposizione ragionata delle cose che il Fascismo ha realizzato, nel breve arco di ventitré anni dei quali cinque di guerra e due 1929 e 1930) di una spaventosa crisi economica mondiale e quindi non ideali per varare riforme strutturali importanti. Un’esposizione semplice e lineare, priva di enfasi retorica, con un minimo di dati, un minimo di cronistoria ed un accenno alle conseguenze che tali realizzazioni hanno determinato, spesso in modo permanente, nella società Italiana. E dunque, l’esposizione di una verità oggettiva, determinata e controllabile.
Come quasi tutte le cose che si fanno, anche questo libro nasce da una esigenza pratica, anzi da una motivazione così pressante e consistente da sottoporre chi scrive alla fatica della ricerca, della selezione e del riordino di dati e notizie e della stesura del testo. Sono cinquantotto anni che tutti gli antifascisti, con e senza un passato in camicia nera (e questi ultimi molto spesso solo per motivi anagrafici), ci rompono le scatole con notizie inesatte, menzogne ed omissioni, rinfacciando ai Fascisti quelli che, secondo loro, sono i disastri provocati dal regime in generale e da Benito Mussolini in particolare!
Senza contare che i più arrabbiati in questa bisogna sono sempre stati i “senza vergogna” comunisti ed ex comunisti, spesso ex camicie nere convertiti opportunamente quando le cose si mettevano male per il Fascismo e dunque infami voltagabbana ed opportunisti con la necessità di rifarsi una “verginità” politica. Non che di antifascisti veri non ce ne fossero, ma fino al 1943 essi erano pochi e comunque molti, moltissimi di meno di quanti si aggregarono al carro dei vincitori quando le sorti e la fortuna del regime girarono. Noi che avemmo la ventura di conoscerne alcuni, pur considerandoli avversari li rispettiamo come persone perché per essere antifascisti dal 1922 al 1943 ci voleva coraggio, onestà intellettuale e determinazione mentre per diventarlo dal 1943 al 1945 bastava un po’ di opportunismo…
Non se ne può più, anche perché, a fronte di una relativa limitazione delle libertà, delle leggi razziali e dell’entrata nella seconda guerra mondiale, cose di cui si può senz’altro discutere, ma la cui condanna assoluta e senza appello è opinabilissima anche a fronte dei disastri ben maggiori che capitalismo “democratico” e comunismo hanno portato al mondo senza la condanna né della politica né della storia, nessuno di questi galantuomini ha l’onestà intellettuale o la preparazione storica per riconoscere le mille cose positive che il Fascismo ha portato agli Italiani, ma si limitano, i meno acrimoniosi e pregiudiziali, a riconoscere genericamente che: “…qualcosina di buono è stato fatto…”. Ebbene noi vogliamo solamente evidenziare come quel qualcosina sia in realtà molto, anzi moltissimo di più di quanto la storiografia ufficiale riconosca e vogliamo fornire ai camerati, ai giovani che non sanno ed ai Cittadini in buona fede, un qualcosa di concreto sia per ampliare le proprie conoscenze personali e farsi un’opinione autonoma e non drogata dalla propaganda, che per sapere fondatamente ribattere ai soliti denigratori in “servizio permanente” in occasione di eventuali discussioni o dibattiti.
Vogliamo dimostrare come la gran parte dell’impianto delle leggi sociali e civili sulle quali ancora oggi si fonda la vita di tutti i lavoratori ed i cittadini Italiani, sia stato costruito durante il ventennio, dal Fascismo, per la precisa volontà di Benito Mussolini.
Vogliamo evidenziare come in Italia, le grandi riforme di questo secolo appena trascorso che hanno rivoluzionato in modo significativo e permanente la scuola, l’agricoltura, l’industria, lo sviluppo urbanistico, il mondo
Questo non è, né vuole essere, un libro come gli altri; non è un romanzo, non è un saggio, non è un libro di storia, non è un’analisi politica.
Non è nemmeno un vero libro; a parte la mole modesta, eventualmente lo si può considerare un “libro bianco” nel senso che vuole essere solamente l’esposizione ragionata delle cose che il Fascismo ha realizzato, nel breve arco di ventitré anni dei quali cinque di guerra e due 1929 e 1930) di una spaventosa crisi economica mondiale e quindi non ideali per varare riforme strutturali importanti. Un’esposizione semplice e lineare, priva di enfasi retorica, con un minimo di dati, un minimo di cronistoria ed un accenno alle conseguenze che tali realizzazioni hanno determinato, spesso in modo permanente, nella società Italiana. E dunque, l’esposizione di una verità oggettiva, determinata e controllabile.
Come quasi tutte le cose che si fanno, anche questo libro nasce da una esigenza pratica, anzi da una motivazione così pressante e consistente da sottoporre chi scrive alla fatica della ricerca, della selezione e del riordino di dati e notizie e della stesura del testo. Sono cinquantotto anni che tutti gli antifascisti, con e senza un passato in camicia nera (e questi ultimi molto spesso solo per motivi anagrafici), ci rompono le scatole con notizie inesatte, menzogne ed omissioni, rinfacciando ai Fascisti quelli che, secondo loro, sono i disastri provocati dal regime in generale e da Benito Mussolini in particolare!
Senza contare che i più arrabbiati in questa bisogna sono sempre stati i “senza vergogna” comunisti ed ex comunisti, spesso ex camicie nere convertiti opportunamente quando le cose si mettevano male per il Fascismo e dunque infami voltagabbana ed opportunisti con la necessità di rifarsi una “verginità” politica. Non che di antifascisti veri non ce ne fossero, ma fino al 1943 essi erano pochi e comunque molti, moltissimi di meno di quanti si aggregarono al carro dei vincitori quando le sorti e la fortuna del regime girarono. Noi che avemmo la ventura di conoscerne alcuni, pur considerandoli avversari li rispettiamo come persone perché per essere antifascisti dal 1922 al 1943 ci voleva coraggio, onestà intellettuale e determinazione mentre per diventarlo dal 1943 al 1945 bastava un po’ di opportunismo…
Non se ne può più, anche perché, a fronte di una relativa limitazione delle libertà, delle leggi razziali e dell’entrata nella seconda guerra mondiale, cose di cui si può senz’altro discutere, ma la cui condanna assoluta e senza appello è opinabilissima anche a fronte dei disastri ben maggiori che capitalismo “democratico” e comunismo hanno portato al mondo senza la condanna né della politica né della storia, nessuno di questi galantuomini ha l’onestà intellettuale o la preparazione storica per riconoscere le mille cose positive che il Fascismo ha portato agli Italiani, ma si limitano, i meno acrimoniosi e pregiudiziali, a riconoscere genericamente che: “…qualcosina di buono è stato fatto…”. Ebbene noi vogliamo solamente evidenziare come quel qualcosina sia in realtà molto, anzi moltissimo di più di quanto la storiografia ufficiale riconosca e vogliamo fornire ai camerati, ai giovani che non sanno ed ai Cittadini in buona fede, un qualcosa di concreto sia per ampliare le proprie conoscenze personali e farsi un’opinione autonoma e non drogata dalla propaganda, che per sapere fondatamente ribattere ai soliti denigratori in “servizio permanente” in occasione di eventuali discussioni o dibattiti.
Vogliamo dimostrare come la gran parte dell’impianto delle leggi sociali e civili sulle quali ancora oggi si fonda la vita di tutti i lavoratori ed i cittadini Italiani, sia stato costruito durante il ventennio, dal Fascismo, per la precisa volontà di Benito Mussolini.
Vogliamo evidenziare come in Italia, le grandi riforme di questo secolo appena trascorso che hanno rivoluzionato in modo significativo e permanente la scuola, l’agricoltura, l’industria, lo sviluppo urbanistico, il mondo
Questo non è, né vuole essere, un libro come gli altri; non è un romanzo, non è un saggio, non è un libro di storia, non è un’analisi politica.
Non è nemmeno un vero libro; a parte la mole modesta, eventualmente lo si può considerare un “libro bianco” nel senso che vuole essere solamente l’esposizione ragionata delle cose che il Fascismo ha realizzato, nel breve arco di ventitré anni dei quali cinque di guerra e due 1929 e 1930) di una spaventosa crisi economica mondiale e quindi non ideali per varare riforme strutturali importanti. Un’esposizione semplice e lineare, priva di enfasi retorica, con un minimo di dati, un minimo di cronistoria ed un accenno alle conseguenze che tali realizzazioni hanno determinato, spesso in modo permanente, nella società Italiana. E dunque, l’esposizione di una verità oggettiva, determinata e controllabile.
Come quasi tutte le cose che si fanno, anche questo libro nasce da una esigenza pratica, anzi da una motivazione così pressante e consistente da sottoporre chi scrive alla fatica della ricerca, della selezione e del riordino di dati e notizie e della stesura del testo. Sono cinquantotto anni che tutti gli antifascisti, con e senza un passato in camicia nera (e questi ultimi molto spesso solo per motivi anagrafici), ci rompono le scatole con notizie inesatte, menzogne ed omissioni, rinfacciando ai Fascisti quelli che, secondo loro, sono i disastri provocati dal regime in generale e da Benito Mussolini in particolare!
Senza contare che i più arrabbiati in questa bisogna sono sempre stati i “senza vergogna” comunisti ed ex comunisti, spesso ex camicie nere convertiti opportunamente quando le cose si mettevano male per il Fascismo e dunque infami voltagabbana ed opportunisti con la necessità di rifarsi una “verginità” politica. Non che di antifascisti veri non ce ne fossero, ma fino al 1943 essi erano pochi e comunque molti, moltissimi di meno di quanti si aggregarono al carro dei vincitori quando le sorti e la fortuna del regime girarono. Noi che avemmo la ventura di conoscerne alcuni, pur considerandoli avversari li rispettiamo come persone perché per essere antifascisti dal 1922 al 1943 ci voleva coraggio, onestà intellettuale e determinazione mentre per diventarlo dal 1943 al 1945 bastava un po’ di opportunismo…
Non se ne può più, anche perché, a fronte di una relativa limitazione delle libertà, delle leggi razziali e dell’entrata nella seconda guerra mondiale, cose di cui si può senz’altro discutere, ma la cui condanna assoluta e senza appello è opinabilissima anche a fronte dei disastri ben maggiori che capitalismo “democratico” e comunismo hanno portato al mondo senza la condanna né della politica né della storia, nessuno di questi galantuomini ha l’onestà intellettuale o la preparazione storica per riconoscere le mille cose positive che il Fascismo ha portato agli Italiani, ma si limitano, i meno acrimoniosi e pregiudiziali, a riconoscere genericamente che: “…qualcosina di buono è stato fatto…”. Ebbene noi vogliamo solamente evidenziare come quel qualcosina sia in realtà molto, anzi moltissimo di più di quanto la storiografia ufficiale riconosca e vogliamo fornire ai camerati, ai giovani che non sanno ed ai Cittadini in buona fede, un qualcosa di concreto sia per ampliare le proprie conoscenze personali e farsi un’opinione autonoma e non drogata dalla propaganda, che per sapere fondatamente ribattere ai soliti denigratori in “servizio permanente” in occasione di eventuali discussioni o dibattiti.
Vogliamo dimostrare come la gran parte dell’impianto delle leggi sociali e civili sulle quali ancora oggi si fonda la vita di tutti i lavoratori ed i cittadini Italiani, sia stato costruito durante il ventennio, dal Fascismo, per la precisa volontà di Benito Mussolini.
Vogliamo evidenziare come in Italia, le grandi riforme di questo secolo appena trascorso che hanno rivoluzionato in modo significativo e permanente la scuola, l’agricoltura, l’industria, lo sviluppo urbanistico, il mondo
CYBERSAMIZDAT Cyberedizione in formato pdf Gennaio 2006 www.italiarsi.org/zzz/cybersamizdat/aaacybersamizdat.htm 2
Dedico questo libro a GLAUCO BIANCHI. Glauco Bianchi un ragazzo di Mestre che nel 1945 aveva diciassette anni e mezzo ed rimasto fermo a quellet perch nellAprile di quellanno morto. morto combattendo durante un attacco dei partigiani alla sua caserma della Guardia Nazionale Repubblicana. Era lultimo rimasto vivo alla fine di quella battaglia sostenuta da lui e dai suoi camerati per non arrendersi, per non togliersi la camicia nera, per non ammainare la bandiera della Patria e degli Ideali! Glauco Bianchi, rimasto senza munizioni, ha preferito la morte alla resa; ha preferito spegnere la vita, che alla sua et urla la volont dessere, ha rinunciato ad un futuro che gli spettava, per testimoniare una FEDE che rappresentava il suo universo e senza la quale la vita, a diciassette anni e mezzo, gli parsa povera e vuota! Glauco Bianchi non ha, naturalmente, ricevuto medaglie n citazioni, n ricordo ufficiale; credo anzi che al di fuori di me e di quattro o cinque persone, nessuno oggi sappia che egli sia esistito. Glauco Bianchi ha avuto solamente il dolore orgoglioso e pieno damore di sua madre e della mia che la conobbe in quegli anni e ne divenne amica. Che le poche pagine di questo libro lo ricordino, in ringraziamento del tanto che mi ha insegnato e del tanto che mi ha lasciato in eredit spirituale pur senza conoscermi.
Alessandro Mezzano
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0 Indice 0 Indice ............................................................................................................................................................................... 3 1 Premessa .......................................................................................................................................................................... 4 2 Parchi Nazionali .............................................................................................................................................................. 7 3 Tutela Lavoro Donne e Fanciulli .................................................................................................................................... 7 4 Assistenza Ospedaliera per i Poveri ................................................................................................................................ 8 5 Assicurazione Invalidit e Vecchiaia .............................................................................................................................. 8 6 Riforma della Scuola Gentile .......................................................................................................................................... 9 7 Acquedotti Pugliese, del Monferrato, del Perugino, del Nisseno e del Velletrano........................................................ 12 8 Legge sulla Riduzione dellorario di Lavoro s 8 Ore Giornaliere. ............................................................................... 12 9 Opera Balilleee Colonie Marine e Montane per i Ragazzi............................................................................................ 13 10 Opera Nazionale Dopolavoro ........................................................................................................................................ 14 11 Sviluppo delle Centrali Idroelettriche ed Elettrificazione della Reta Ferroviaria ....................................................... 15 12 Istituzione della Reale Accademia Ditalia ................................................................................................................... 15 13 Bonifiche dellagro Pontino, dellEmilia, della Bassa Padana, di Coltano, della Maremma Toscana, del Sele e della Sardegna e Colonizzazione del Latifondo Siciliano ...................................................................................................... 16 14 Attribuzione della Facolt dIndagine alla Polizia Tributaria ..................................................................................... 18 15 Opera Nazionale Fascista Maternit ed Infanzia ......................................................................................................... 18 16 Assistenza Illegittimi, Abbandonati od Esposti ............................................................................................................ 19 17 La Carta del Lavoro ...................................................................................................................................................... 19 18 Esenzioni Tributarie per le Famiglie Numerose ........................................................................................................... 20 19 Rete Stradale ed Autostradale, Ferrovie e Porti ........................................................................................................... 20 20 Creazione delle Aree Industriali ................................................................................................................................... 21 21 Patti Lateranensi ........................................................................................................................................................... 21 22 Legge sullAssicurazione Obbligatoria contro le Malattie Professionali e Legge Istitutiva DellINFAIL (Istituto Nazionale Fascista Infortuni Sul Lavoro) ..................................................................................................................... 22 23 Istituzione del Libretto di Lavoro ................................................................................................................................. 22 24 Legge Istitutiva dellI.N.F.P.S. ...................................................................................................................................... 23 25 Riduzione dellOrario di Lavoro a Quaranta Ore Settimanali .................................................................................... 24 26 Legge Istitutiva dellECA (Ente Comunale di Assistenza) ........................................................................................... 24 27 Assegni Familiari........................................................................................................................................................... 25 28 Casse Rurali ed Artigiane ............................................................................................................................................. 25 29 Legge Istitutiva dellistituto Autonomo delle Case Popolari (I.A.C.P.) ........................................................................ 26 30 Riforma dei Codici e Rinnovamento Legislativo .......................................................................................................... 27 31 Legge Urbanistica.......................................................................................................................................................... 28 32 Legge Istitutiva dellassistenza Sanitaria Gratuita, INAM .......................................................................................... 29 33 Socializzazione (R.S.I.) .................................................................................................................................................. 30 34 Lotta alla Mafia ............................................................................................................................................................. 32 35 Legge Bottai sulla Custodia, Conservazione e Contabilit del Materiale Artistico, Archeologico, Bibliografico e Scientifico ...................................................................................................................................................................... 33 36 Conclusioni .................................................................................................................................................................... 35 36.1 MANCANZA DI DEMOCRAZIA ............................................................................................................................ 35 36.2 LEGGI RAZZIALI ............................................................................................................................................... 36 36.3 INTERVENTO NELLA GUERRA 40 45 ................................................................................................................ 36
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1 Premessa Questo non , n vuole essere, un libro come gli altri; non un romanzo, non un saggio, non un libro di storia, non unanalisi politica. Non nemmeno un vero libro; a parte la mole modesta, eventualmente lo si pu considerare un libro bianco nel senso che vuole essere solamente lesposizione ragionata delle cose che il Fascismo ha realizzato, nel breve arco di ventitr anni dei quali cinque di guerra e due 1929 e 1930) di una spaventosa crisi economica mondiale e quindi non ideali per varare riforme strutturali importanti. Unesposizione semplice e lineare, priva di enfasi retorica, con un minimo di dati, un minimo di cronistoria ed un accenno alle conseguenze che tali realizzazioni hanno determinato, spesso in modo permanente, nella societ Italiana. E dunque, lesposizione di una verit oggettiva, determinata e controllabile. Come quasi tutte le cose che si fanno, anche questo libro nasce da una esigenza pratica, anzi da una motivazione cos pressante e consistente da sottoporre chi scrive alla fatica della ricerca, della selezione e del riordino di dati e notizie e della stesura del testo. Sono cinquantotto anni che tutti gli antifascisti, con e senza un passato in camicia nera (e questi ultimi molto spesso solo per motivi anagrafici), ci rompono le scatole con notizie inesatte, menzogne ed omissioni, rinfacciando ai Fascisti quelli che, secondo loro, sono i disastri provocati dal regime in generale e da Benito Mussolini in particolare! Senza contare che i pi arrabbiati in questa bisogna sono sempre stati i senza vergogna comunisti ed ex comunisti, spesso ex camicie nere convertiti opportunamente quando le cose si mettevano male per il Fascismo e dunque infami voltagabbana ed opportunisti con la necessit di rifarsi una verginit politica. Non che di antifascisti veri non ce ne fossero, ma fino al 1943 essi erano pochi e comunque molti, moltissimi di meno di quanti si aggregarono al carro dei vincitori quando le sorti e la fortuna del regime girarono. Noi che avemmo la ventura di conoscerne alcuni, pur considerandoli avversari li rispettiamo come persone perch per essere antifascisti dal 1922 al 1943 ci voleva coraggio, onest intellettuale e determinazione mentre per diventarlo dal 1943 al 1945 bastava un po di opportunismo Non se ne pu pi, anche perch, a fronte di una relativa limitazione delle libert, delle leggi razziali e dellentrata nella seconda guerra mondiale, cose di cui si pu senzaltro discutere, ma la cui condanna assoluta e senza appello opinabilissima anche a fronte dei disastri ben maggiori che capitalismo democratico e comunismo hanno portato al mondo senza la condanna n della politica n della storia, nessuno di questi galantuomini ha lonest intellettuale o la preparazione storica per riconoscere le mille cose positive che il Fascismo ha portato agli Italiani, ma si limitano, i meno acrimoniosi e pregiudiziali, a riconoscere genericamente che: qualcosina di buono stato fatto. Ebbene noi vogliamo solamente evidenziare come quel qualcosina sia in realt molto, anzi moltissimo di pi di quanto la storiografia ufficiale riconosca e vogliamo fornire ai camerati, ai giovani che non sanno ed ai Cittadini in buona fede, un qualcosa di concreto sia per ampliare le proprie conoscenze personali e farsi unopinione autonoma e non drogata dalla propaganda, che per sapere fondatamente ribattere ai soliti denigratori in servizio permanente in occasione di eventuali discussioni o dibattiti. Vogliamo dimostrare come la gran parte dellimpianto delle leggi sociali e civili sulle quali ancora oggi si fonda la vita di tutti i lavoratori ed i cittadini Italiani, sia stato costruito durante il ventennio, dal Fascismo, per la precisa volont di Benito Mussolini. Vogliamo evidenziare come in Italia, le grandi riforme di questo secolo appena trascorso che hanno rivoluzionato in modo significativo e permanente la scuola, lagricoltura, lindustria, lo sviluppo urbanistico, il mondo del lavoro, il mondo femminile, la giustizia, la societ tutta, siano opera della dottrina, della prassi e dellazione del Fascismo e che le vanterie in questa materia dei comunisti, dei sindacati e della sinistra in genere sono una vera e propria appropriazione indebita causata dal vuoto e dalla sterilit della loro azione sociale. Per gli increduli, basterebbe rileggere il manifesto che un politicamente angosciato Palmiro Togliatti con la firma di altri 64 alti esponenti del Partito Comunista Italiano) invi: . agli Italiani, alle Camice nere ed ai Fascisti nel 1936 per comprendere come lazione sociale del Fascismo avesse risolto i maggiori 5
problemi degli Italiani ponendo i Comunisti alla disperazione ideologica per la semplice constatazione che i risultati ed il consenso ottenuti dal Fascismo rendevano il comunismo in Italia non solo vinto, ma inutile! Eccone i passi salienti: Al popolo Italiano, ai soldati, alle camice nere, agli ex combattenti e volontari dAfrica: noi abbiamo ragione dinorgoglirci della nostra storia Patria noi Comunisti facciamo nostro il programma Fascista del 1919, che un programma di pace e di libert, di difesa degli interessi dei lavoratori. Camice nere ed ex combattenti e volontari dAfrica, vi chiediamo di lottare uniti per la realizzazione di questo programma Noi proclamiamo che siamo disposti a combattere insieme a voi, Fascisti della vecchia guardia e giovani Fascisti, per la realizzazione del programma Fascista del 1919 e per ogni rivendicazione che esprima un interesse immediato, particolare o generale dei lavoratori del popolo Italiano. Diamoci una mano, Fascisti e Comunisti, Cattolici e Socialisti, uomini di tutte le opinioni Semmai, lazione dei sindacati e della sinistra, ha seguito e sviluppato la traccia lasciata dal Fascismo e dalla determinazione di Benito Mussolini, in alcuni casi migliorando ed in altri peggiorando le riforme che, nella sostanza, sono di matrice Fascista. Soprattutto vogliamo che i giovani, cui linformazione, la scuola e la cultura ufficiali mentono da anni su questo argomento o per falsit o per reticenza o per omissione e comunque senza mai porre a confronto serio la politica sociale del Fascismo con quella dei governi del dopo guerra, possano esercitare il loro spirito critico confrontando i fatti che citeremo con il giudizio globalmente disastroso che lufficialit resistenziale e la Kultura di sinistra hanno loro fornito, per formarsi loro stessi un personale giudizio basato sui fatti e sui dati oggettivi e controllabili e non sulle chiacchiere! Vogliamo far toccare con mano che quel qualcosina ha inciso, ed incide tuttoggi in modo marcato sulla quotidianit di ciascun Italiano e come ci sia traccia delle riforme e delle Leggi del Fascismo in ogni settore, dalla scuola, alla cultura, al lavoro, allagricoltura, al sociale, che condizionano positivamente la vita di tutti noi. Vogliamo fornire i dati su cui riflettere per constatare che tutta la politica sociale del Fascismo punt ininterrottamente verso il riscatto sociale del popolo ponendo lUomo come protagonista del mondo del lavoro e come cardine di uno Stato moderno che anteponeva la societ umana alleconomia e puntava alla partecipazione reale dei Cittadini alla gestione diretta della cosa pubblica. Alla elencazione delle riforme messe in opera dal Fascismo, i detrattori pi sprovveduti e superficiali obiettano che esse sono avvenute quasi per un automatismo inevitabile a causa del progredire dei tempi e che quindi il Fascismo sarebbe stato solamente il notaio involontario di tali avvenimenti. A parte la pochezza di una tesi indimostrabile che, come tale, evidenzia la malafede ed il pregiudizio di un tentativo poco intelligente di negare levidenza, basterebbe la mole, limportanza e la brevit dei tempi occorsi alle riforme per dimostrare che queste sono avvenute non a caso, ma per la ferma volont di Benito Mussolini e di tutto il Fascismo, stante anche la loro perfetta coerenza con la dottrina del Partito Nazionale Fascista! In altri Paesi tali riforme sono avvenute non sempre, spesso non tutte e mai in un cos breve arco di tempo! Se mai documentabile da scritti, dichiarazioni ed atti di personaggi di primo piano della politica, della religione della letteratura e dellarte mondiali come, in quegli anni, il mondo ci osservasse, ci invidiasse e ci copiasse. Alcuni giudizi per tutti: Mahatma Gandhi: Il Duce uno statista di primissimo ordine, completamente disinteressato. Il gran Muft di Gerusalemme proclama 1938) Mussolini difensore dellIslam e gli consegna la simbolica spada dellIslam. Vladimir Ulianov, detto Lenin: sono certo che per causa sua e delle idee che lui ha, il marxismo sar un giorno battuto e definitivamente rovinato 6
Josip Vissarianovich detto Stalin: con la morte di Mussolini, scompare un grande uomo politico cui si deve rimproverare di non aver messo al muro i propri avversari politici Winston Churchill: cos finirono i ventuno anni della dittatura di Mussolini in Italia durante i quali egli aveva salvato il popolo Italiano dal Bolscevismo per portarlo in una posizione in Europa quale lItalia non aveva mai avuto prima Anthony Eden (fautore delle sanzioni): Mussolini il grande legislatore dei nostri tempi. Le Leggi del Duce e dei suoi fedeli sono una pietra miliare nellevoluzione mondiale F. Delano Roosevelt: sono rimasto davvero ammirato dal modo come (Mussolini) concepisce e risolve i maggiori problemi del giorno R. Kipling agli Italiani: sappiate amare questo vostro meraviglioso fratello che protegge il vostro avvenire pensate che per lItalia egli tutto G.B. Shaw: il popolo aderisce a Mussolini perch lo considera indispensabile Stanley Baldwin, primo ministro Britannico: non credo che in Europa vi siano uomini eccezionali come Mussolini Claude Ferrre, Accademico di Francia: il bene che Mussolini ha fatto allItalia , malgrado tutto, incommensurabile Richard Strauss: se dovessi sintetizzare il mio pensiero col minor numero di parole non troverei che queste: Mussolini unico Igor Stravinsky: non credo che alcuno abbia per Mussolini una venerazione maggiore della mia H.S. Harmswort, Lord Rothermere: Mussolini la pi grande figura della nostra et e probabilmente dominer il XX secolo Ma, al di l delle opinioni, seppure suffragate da prove, lasciamo la parola ai fatti: Quello che segue un elenco, frammentario ed incompleto, ma significativo, delle principali Leggi, riforme ed opere che furono realizzate dal Fascismo e che cambiarono il volto della societ Italiana ottenendo al regime ed a Benito Mussolini quel consenso popolare quasi totale che oggi la cultura e la storiografia ufficiali si affannano a disconoscere o comunque a sminuire, ma che chiunque ha vissuto quei tempi e non in malafede, conosce bene e non pu negare! Di proposito, i commenti e le opinioni sono ridotte al minimo indispensabile per facilitare la comprensione dei precedenti e dellambientazione, mentre si cercato di lasciare lo spazio maggiore alla sostanza ed alla concretezza dei provvedimenti in modo che ciascuno sia libero di farsi una personale opinione e di trarre le proprie conclusioni in modo autonomo, in base alla propria capacit di giudizio critico.
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2 Parchi Nazionali Gran Paradiso: Regio Decreto Legge n 1584 del 03121922 Abruzzo: Regio Decreto Legge n 257 del 12071923 Circeo: Legge n 285 del 25011934 Stelvio: Legge n 740 del 24041935
La priorit che il Fascismo dette ai valori spirituali della vita, in antitesi al materialismo che dominava e che domina tuttora) il concetto stesso di societ auspicata dal Capitalismo e dal Marxismo, si deduce anche dallattenzione e dalla cura che esso pose alla preservazione della natura e delle tradizioni culturali di quelle zone che il progresso tecnologico che sopravveniva minacciavano. Il concetto di salvaguardare i vari paradisi naturalistici che fortunatamente abbondano in Italia con la loro ricchezza di paesaggi, di flora, di fauna e di tradizioni e culture originali e, nel contempo, farne unattrattiva atta a promuovere un turismo intelligente e non invasivo, stata una mossa geniale in quanto ha avuto la lungimiranza di vedere come era possibile, in un solo colpo, difendere natura e tradizioni ed incrementare leconomia ed il livello di benessere di quelle zone. Si sviluppa cos e non solo teoricamente nella dottrina, ma anche e soprattutto nellazione di governo, il concetto Fascista basilare che il territorio e le risorse, prima di essere propriet dei singoli Cittadini, costituiscono un bene che appartiene non allo Stato, ma alla Nazione e come tale va preservato. una vera e propria rivoluzione culturale che ribalta la concezione liberale di propriet e che determina un approccio nuovo ed originale non negando la propriet, ma ponendole dei confini precisi che la rendono secondaria rispetto allopzione prioritaria dellinteresse generale e Nazionale. Anche in questo caso, la riprova della validit delliniziativa si ha dalla constatazione che essa stata ampiamente copiata e ripresa negli ultimi sessantanni, magari con laggiunta di un pizzico di volont speculativa. 3 Tutela lavoro Donne e Fanciulli Regio Decreto n 653 del 26041923
una delle prime Leggi sociali del Fascismo che nasce solo sei mesi dopo la marcia su Roma del 28 Ottobre 1922 ed chiaramente indicatrice di quella che sar la politica sociale degli anni futuri del regime. Negli anni e nei secoli precedenti, n la Chiesa, n la borghesia, n i socialisti ed i sindacati, erano riusciti a migliorare ed a rendere umana la condizione delle donne e dei fanciulli che erano costretti a lavorare nelle fabbriche, nelle miniere o come braccianti nelle campagne. Le lotte e gli scioperi promossi dai socialisti, pur con le migliori intenzioni, non erano riusciti a modificare la loro drammatica situazione di lavoro. Le donne subivano orari massacranti, spesso in condizioni igieniche disastrose, anche quando erano in gravidanza e, specie per questa causa, potevano essere licenziate ad arbitrio dei padroni. I fanciulli erano avviati al lavoro in et precoce otto dieci anni), in condizioni spesso molto disagiate miniere, concerie, filande), con orari durissimi ed erano naturalmente privati di qualsiasi possibilit distruzione che andasse oltre il leggere e scrivere. Con questa Legge, viene elevata a quattordici anni let minima per lavviamento al lavoro dei giovani, vengono stabilite le condizioni dellambiente di lavoro cui i giovani possono accedere, e viene stabilito per loro un orario massimo giornaliero. Per le donne, si stabilisce il tipo di lavoro cui possono essere addette, la non licenziabilit in caso di gravidanza, un periodo dattesa per la maternit e vengono migliorate le condizioni dellambiente di lavoro. 8
Una nota: nel 2002, ma gi da decenni, sotto locchio vigile della Repubblica democratica resistenziale, della Chiesa Cattolica, e dei partiti dellArco Costituzionale, che non hanno mai n denunciato con campagne importanti, n concretizzato azioni risanatrici serie a cui manca la volont politica di realizzarle, ripreso, alla grande, specie nel mezzogiorno, lo sfruttamento del lavoro minorile e la semi schiavit del Caporalato e del lavoro nero per le donne Molte le chiacchiere e le dichiarazioni dintenti, molte le promesse demagogiche e molte le proposte che, in alcuni casi, sono anche sfociate in Leggi che per, nella pratica, hanno avuto lefficacia delle famose Grida Manzoniane che promettevano pene severissime per i contravventori e che rimanevano, allatto pratico, inutili ed inascoltati velleitarismi. 4 Assistenza ospedaliera per i poveri Regio Decreto n 2841 del 30121923
Emanato dopo poco pi di un anno dalla marcia su Roma, questo provvedimento fa parte di quegli interventi tampone e durgenza che il Fascismo mette in essere per sanare quelle situazioni sociali che erano particolarmente in contrasto con il programma sociale del partito. Questi provvedimenti legislativi saranno in seguito perfezionati, anche mettendo a frutto le esperienze fatte nel frattempo, e mutati in Leggi organiche definitive come listituzione dellINFAM (Istituto Nazionale Fascista Assistenza Malattie). Questa Legge trasforma in diritto alle cure gratuite la discrezionalit caritatevole di associazioni benefiche, perlopi religiose, che fino ad allora aveva condizionato la vita o la morte delle persone che non disponevano di mezzi propri per accedere alle cure ospedaliere. Il Cittadino considerato soggetto di diritto e di diritti in quanto tale, come membro della Nazione e non per censo, categoria, fede o clientela. 5 Assicurazione Invalidit e Vecchiaia Regio Decreto n 3184 del 30121923
La Legge decreta il diritto alla pensione dinvalidit e vecchiaia tramite unassicurazione obbligatoria al cui pagamento concorrono sia i lavoratori che i datori di lavoro. Il lavoro, componente fondamentale del nuovo Stato Fascista, un dovere per ogni Cittadino, ma anche lo riscatta da quella posizione di servit in cui lo Stato liberale poneva il lavoratore, per trarlo in una posizione di libert e di dignit che lo investe in quanto uomo e non solo in quanto lavoratore e per questo gli assicura la certezza del sostentamento alla fine di una carriera di lavoro. Viene istituzionalizzato il concetto il concetto della socialit dello Stato Organico che il regime intende realizzare, socialit il cui percorso attraversa tutto larco del ventennio Fascista sviluppandosi con successive Leggi e provvedimenti che culmineranno, nel 1944, con la Socializzazione. Per questa Legge vale il commento fatto per quella dellassistenza ospedaliera per i poveri in quanto anche in questo caso si tratta di un provvedimento tampone, realizzato ad un anno dalla marcia su Roma, che serve a sanare una situazione di grande disagio e che sar poi perfezionato con la Legge istitutiva dellINFPS (Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale).
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6 Riforma della scuola Gentile Regio Decreto Legge n 1054 del 06051923
La data di promulgazione, solo otto mesi dopo la Marcia su Roma, essendo Giovanni Gentile Ministro delleducazione Nazionale del primo governo Mussolini, indica chiaramente lattenzione particolare del Fascismo al problema della scuola. Listruzione e sar sempre per il Fascismo una istanza primaria, vista anche nellottica della strada maestra per il riscatto delle fasce pi deboli che la mancanza distruzione relegava nei pi bassi gradini della scala sociale senza la possibilit di uscire dal ghetto per il semplice motivo che, come ebbe a dire Mussolini: lignoranza significa esclusione dalla partecipazione. Lanelito verso il modernismo che pervade il movimento Fascista sin dalle sue origini, probabilmente influenzato anche dalla presenza nelle sue file di futuristi come il Marinetti, spinge il nuovo governo a programmare una numerosa e preparata classe dirigente in grado di supportare un vasto progetto di sviluppo Nazionale, obiettivo questo non realizzabile senza una scuola moderna, razionalizzata, dinamica, produttiva ed accessibile a tutti. Definita, anche dai pi pregiudiziali antifascisti, la pi importante ed organica riforma della scuola del secolo XX, la riforma Gentile pose mano ad una situazione disordinata ed approssimativa di una scuola che oltre che essere vecchia, poco formativa e disorganizzata, era fortemente selettiva a favore dei ceti abbienti trascurando il compito di dare preparazione e cultura a tutti i Cittadini. La riforma Gentile succede alla Legge Casati del 1859 che stabiliva gli ordini distruzione, istituiva un corso di studi tecnici della durata di tre anni e rendeva listruzione obbligatoria sino alla seconda classe elementare. Il nuovo livello scolastico obbligatorio viene elevato alla quinta classe elementare, ma la proibizione dellavvio al lavoro dei giovinetti prima dei 14 anni, sposta di fatto tale obbligatoriet sino alla fine del ciclo dellavviamento o della terza media. La riforma ebbe unimpronta umanistica, formativa e culturale contro lutilitarismo arido e lenciclopedismo e comprese, tra le materie dinsegnamento anche listruzione religiosa. Altre caratteristiche specifiche della riforma Gentile sono: lintroduzione dello studio del Latino in tutti gli ordini di scuole medie, lintroduzione degli esami di stato professionali per i laureati, la nomina ministeriale per Rettori, Presidi e Direttori didattici, lammissione delle Universit libere, gli esami di Stato per lammissione ad ogni ordine e grado superiore distruzione e listituzione dei Provveditorati agli studi che vengono distribuiti, nel tempo, su scala provinciale. Vengono riordinati i cicli di studio medio superiore sia per il conseguimento dei diplomi nelle varie specializzazioni che per laccesso alluniversit che viene suddiviso in due categorie di Liceo, quello Scientifico per le facolt scientifiche e quello Classico per tutte le altre facolt anche se non squisitamente umanistiche come per esempio quella di Medicina. In relazione alle Dichiarazioni della Carta della Scuola, che con la Carta del Lavoro emanata successivamente nel 1927 former il binomio cardine della filosofia sociale del Fascismo, il principio dellobbligo scolastico assume il nuovo significato di Servizio Nazionale ed in coerenza con la Legge che ammetteva al lavoro i giovani solo dopo il compimento del 14 anno det, listruzione elementare viene suddivisa in quattro cicli: 1. Scuola materna biennale, vera e propria scuola di stato per bambini dai quattro ai sei anni, che non si sostituisce agli asili per et inferiori e di natura privata gi esistenti, ma serve ad essi di efficace orientamento. 2. Scuola elementare triennale per i fanciulli di 6 7 8 anni distinta in urbana e rurale. 3. Scuola del lavoro biennale per i fanciulli dai 9 ai 10 anni nella quale, al normale insegnamento culturale era abbinata la conoscenza e la coscienza del lavoro in tutte le pi salienti manifestazioni. 10
4. Scuola media o scuola artigiana o scuola Professionale, alle quali si accedeva dopo avere superato gli appositi esami di ammissione, per completare lultimo ciclo dellistruzione primaria dall 11 al 14 anno det e che aveva la durata di tre anni. La scuola Artigiana, distinta in tipi a seconda delle caratteristiche delleconomia locale, mirava a dare, con la necessaria cultura generale e tecnologica, un rapido addestramento ai diversi mestieri, fornendo gli elementi fondamentali, scientifici e tecnici che valgono per tutti i lavoratori e per tutte le specie di lavoro. I ragazzi che dopo la scuola del lavoro intendevano prepararsi alle esigenze proprie del lavoro nei grandi centri, potevano scegliere di frequentare la scuola professionale, triennale, seguita dalla scuola tecnica, biennale, orientate specificatamente agli impieghi minori ed al lavoro specializzato nelle grandi aziende industriali, commerciali ed agrarie. Chi accedeva alla scuola media, vi trovava una scuola propedeutica che lo preparava al proseguimento degli studi medi superiori. Per quanto riguarda lOrdinamento generale, in basa alla Carta della Scuola possibile distinguere, in definiva, i seguenti ordini di studio: I) Elementare a) Scuola materna, biennale b) Scuola elementare, triennale c) Scuola del lavoro, biennale II) Medio a) Scuola Artigiana, triennale b) Scuola Media, triennale c) Scuola Professionale, triennale d) Scuola Tecnica, biennale III) Superiore a) Liceo Classico, quinquennale b) Liceo Scientifico, quinquennale c) Istituto Magistrale, quinquennale, d) Istituto Tecnico Commerciale, quinquennale e) Istituto Tecnico per Periti agrari e industriali, per Geometri e Nautico, quadriennale IV) Universitario a) Facolt di Giurisprudenza, di scienze politiche e di b) Economia e commercio c) Facolt di Lettere e filosofia e di Magistero d) Facolt di Medicina e Chirurgia e di Medicina Veterinaria e) Facolt di Scienze matematiche, fisiche e naturali, scienze statistiche, demografiche ed attuariali f) Facolt di Farmacia g) Facolt dIngegneria, dingegneria mineraria, di Chimica industriale h) Facolt di Architettura i) Facolt di Agraria j) Scuole dirette a fini speciali 11
I corsi di studio per il conseguimento dei titoli accademici hanno la durata da quattro a sei anni. Eccezionalmente, alcuni corsi possono avere una durata inferiore. Presso le facolt possono inoltre essere istituiti per i laureati, corsi di perfezionamento e corsi di specializzazione. Oltre agli ordini di studio sopra citati, costituiscono ordini speciali di studio e di addestramento: I) Istituti distruzione e darte cos distinti: a) Corso di avviamento allarte, triennale b) Scuola darte, quinquennale c) Istituti dArte della durata di otto anni d) Corsi di Magistero per il disegno e per lArte applicata, biennali e) Liceo Artistico, quinquennale f) Accademia dArte, quadriennale g) Conservatorio di Musica, da sei a dieci anni a seconda delle discipline h) Accademia dArte Drammatica, triennale II) Gli istituti per leducazione e la preparazione della Donna, cos distinti: a) Scuola Media femminile, Triennale b) Magistero femminile, biennale III) Corsi per la formazione ed il perfezionamento dei Lavoratori
Come si pu vedere, la riforma Gentile stata, oltre che fortemente innovativa e moderna, anche molto articolata e specifica, tanto da ricoprire non solo tutte le necessit di cultura e distruzione che la societ degli anni venti voleva soddisfare, ma da essere ancora moderna ed efficiente, con gli eventuali aggiornamenti necessari, anche negli anni 2000. Tant che, nonostante i tentativi pasticcioni dei vari ministri che recentemente hanno tentato di modificarla, e le cui riforme sono state quasi sempre peggiorative dello stato quo ante vedi labolizione del Latino e dello studio dei Classici), essa ancora la colonna portante della cultura e della scuola Italiane ed ha formato generazioni di professionisti e dintellettuali che costituiscono uno dei vanti dellItalia!
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7 Acquedotti Pugliese, del Monferrato, del Perugino, del Nisseno e del Velletrano In una economia ancora fortemente agricola, era di vitale importanza la disponibilit di acqua a sufficienza per irrigare le culture e per dare da bere alle persone ed agli animali. In modo particolare in meridione, dove la sete era un retaggio atavico che causava anche problemi igienico sanitari, ma anche in alcune zone dellItalia centrale e settentrionale, questo era un problema sentito e secolare che mai nessun governo, prima e dopo lunit dItalia, era riuscito a risolvere, ad eccezione delle canalizzazioni Venete della Serenissima, di quelle Lombarde degli Sforza e di quelle Piemontesi iniziate da Cavour, che pur tuttavia non erano acquedotti, ma solo vie dacqua e strumenti per lirrigazione in zone dove lacqua non mancava ma doveva solamente essere meglio distribuita. La conseguenza di tutto ci era, in molte zone, quella di unagricoltura povera che riusciva a malapena a sfamare le popolazioni e di un allevamento di bestiame misero e scarso come scarse erano le risorse idriche disponibili. Lacquedotto Pugliese si alimenta, con ardito progetto, sviluppando una serie di dighe, condotti, bacini e centrali e migliaia di chilometri di tubazioni, smistando a tutto il tavoliere ed a tutta la Puglia acqua sufficiente allallevamento ed alluso alimentare trasformando leconomia della regione e portando benessere e dignit laddove era solo miseria e umiliazione. I primi progetti risalgono al 1904 quando lEnte Autonomo Acquedotti Pugliesi ne affid lesecuzione alla societ Ligure del senatore Mambrini in seguito alla legge di finanziamento fatta approvare dal Ministro dei Lavori Pubblici On. Balenzano. I lavori avrebbero dovuto essere terminati nel 1920, ma nel 1919 solo 56 comuni su 260 avevano avuto lacqua mentre le opere intraprese erano spesso abbandonate e incomplete e deperivano come spesso accade anche oggi!). Nel 1923, sotto il governo Mussolini, lEnte fu commissariato, pass alla gestione straordinaria con la nomina a Commissario dellIng. Gaetano Postiglione e del direttore alle costruzioni Ing. Manfredonia ed improvvisamente i lavori accelerarono e furono superate tutte le difficolt che sino ad allora avevano bloccato i lavori che furono portati a termine con successo nel 1939. Lacquedotto Pugliese il pi grande acquedotto del mondo vantando un totale complessivo di opere di circa undicimila chilometri con una portata media di 4.000 litri al secondo. I Comuni serviti sono 444. Con precisi progetti voluti dal regime, analoga operazione viene intrapresa e portata a termine nella vasta zona Piemontese del Monferrato, territorio collinare da sempre tormentato da una scarsit endemica di acqua, nella provincia di Perugia e nelle zone del Nisseno e del Velletrano. 8 Legge sulla riduzione dellorario di lavoro a 8 ore giornaliere. Regio Decreto n 1955 del 10091923
Nessuna regolamentazione legislativa vigeva nel mondo del lavoro che stabilisse la durata della giornata lavorativa, il concetto degli Straordinari pagati, la particolare situazione dei giovani che erano al loro primo approccio con il mondo del lavoro per imparare un mestiere e che venivano regolarmente sfruttati come orari e come salari. In pratica, quasi tutto era lasciato allarbitrio del datore di lavoro che spesso, con il ricatto psicologico della disoccupazione, costringeva i lavoratori ad orari massacranti ed in ambienti di lavoro malsani ed insicuri. Nessuno, tranne i sindacati socialisti che per altro avevano ottenuto piccole conquiste solo in casi specifici e non sul piano Nazionale, era riuscito a modificare lessenza di un rapporto di lavoro tanto inumano ed incivile. Tutti sanno poi, dai romanzi dellepoca, come anche i bambini dai sette ai dieci anni erano costretti a lavorare nelle filande, nelle miniere e negli opifici con gravissimo danno alla salute fisica e psichica. Bisogna per altro riconoscere che, mentre i sindacati socialisti facevano unopera di lotta da una posizione non solo al di fuori dal potere, ma ad esso contrapposta, il Fascismo era il potere. 13
Loriginalit stava nel fatto che il potere, anzich contrapporre le classi viste dal socialismo come Caste immutabili e nemiche, proponeva sinergie tra posizioni sociali dinamiche ed usava naturalmente la sua autorit per creare le condizioni del cambiamento. N lo Stato liberale, n le lotte del socialismo, n lazione, per la verit molto blanda, della chiesa Cattolica che preferiva non inimicarsi la ricca borghesia e che quindi invitava, salvo pochi preti eroici, soprattutto alla rassegnazione in questa valle di lacrime, erano riuscite a modificare tale situazione inaccettabile per un Paese civile e daltra parte vediamo ancora oggi in tutto il mondo che, laddove il capitalismo senza controlli, allestero come in Italia, di nuovo ed ancora operante questo odioso sfruttamento dei lavoratori e dellinfanzia che rasenta la schiavit! La Legge voluta da Mussolini, a meno di un anno dalla Marcia su Roma, elimina le pi gravi forme di sfruttamento del lavoro, pone fine per sempre in Italia a questa situazione stabilendo regole precise sulla giornata lavorativa che veniva stabilita in otto ore giornaliere e quarantotto settimanali, oltre alle quali si potevano fare, in casi eccezionali, un limitato numero di ore di lavoro straordinarie pagate in modo particolare e superiore a quelle normali. Ogni contratto di lavoro corporativo fisser i dettagli validi per le peculiarit di ciascuna categoria e sarebbe utile a tutti consultarne qualcuno e confrontare le normative con quelli collettivi sottoscritti dai sindacati dopo la guerra, prima di aprire bocca per denigrare senza cognizione di causa. Listituzione dellapprendistato fissava regole ben precise sui modi e sui tempi di approccio ad un nuovo mestiere da parte dei giovani, sulla loro frequenza a corsi professionali pagati ed effettuati durante le ore lavorative. Let minima di 14 anni al disotto della quale era illegittimo avviare un ragazzo al lavoro, era gi stata stabilita per legge nellAprile del 1923, sei mesi dopo lascesa al potere di Mussolini. 9 Opera Balilla e Colonie marine e montane per i ragazzi Nellambito dellorganizzazione del Partito Nazionale Fascista (P.N.F.) di cui far organicamente parte, nasce nei primi anni del Regime Fascista, lOpera Nazionale Balilla, poi trasformata in Giovent Italiana del Littorio G.I.L.), che nasce per educare fisicamente e moralmente la giovent Italiana dai sei ai ventuno anni. Con questo provvedimento, il Fascismo attu una rivoluzione significativa sottraendo alla chiesa, anche al di fuori dalla scuola, leducazione della giovent, che divenne di pertinenza dello Stato. Furono abolite le associazioni Cattoliche come gli Scout e lAzione Cattolica che davano unimpronta confessionale alleducazione della giovent che da allora divent laica senza naturalmente impedire n scoraggiare in alcun modo n la catechesi, n la pratica della religione. Semplicemente si volle impedire che la Chiesa Cattolica improntasse in modo confessionale la giovent e che selezionasse pro domo sua le future classi dirigenti del Paese. Si realizzava insomma, in modo compiuto, lobiettivo risorgimentale di: libera Chiesa in libero Stato LOpera Nazionale Balilla fu dunque la risposta del Fascismo allesigenza di crescere ed educare i ragazzi nellambito dellideologia del regime, ma fu anche lo strumento per inculcare lItalianit, il senso della Patria e quello dei doveri civici in una Nazione, come lItalia, che avendo raggiunto da poco lunit non era ancora omogeneamente legata pur avendo tradizioni, storia e cultura comuni. La Giovent Italiana del Littorio (G.I.L.), svolse unazione capillare di disciplina ginnico sportiva, costruendo palestre, piscine ed impianti sportivi, istituendo scuole per istruttori ginnici, organizzando campeggi, colonie, e gare provinciali, regionali e Nazionali. La G.I.L. realizz il compito di allontanare dalle strade i ragazzi, di far loro praticare ginnastica salutare, di educarli al rispetto dello Stato ed allamore della Patria e di creare una nuova generazione dItaliani, dalle Alpi alla Sicilia, che seppe poi dimostrare quanto aveva assimilato dei valori insegnati in moltissime occasioni ed in molti episodi della guerra e della Repubblica Sociale Italiana. Viene organizzato, ed esteso a tutto il territorio Nazionale, un sistema capillare distruzione civile e sportiva come mai prima si era visto. La G.I.L. ha come compiti precipui: Formazione dei futuri insegnanti di educazione fisica in accademie ed istituti superiori, Svolgimento di assistenza scolastica tramite appositi Patronati 14
Istituzione ed assegnazione di borse di studio ai ragazzi bisognosi e meritevoli Gestione di biblioteche per i giovani Organizzazione dei Ludi Juveniles, gare Nazionali di cultura, politica, arte e sport Costruzione su tutto il territorio di Case della G.I.L. con palestre, stadi e piscine per la pratica degli sport Organizzazione e gestione delle Colonie climatiche marine e montane) Quasi nessuno tra i figli dei lavoratori che non vi risiedessero abitualmente, aveva mai potuto, in precedenza, passare periodi di vacanze ai monti od al mare per lovvio motivo che a quei tempi, con quasi sempre un monoreddito famigliare e con le famiglie mediamente numerose, una volta soddisfatto lobiettivo primario della sussistenza, non rimanevano certamente denari per mandare i figli in villeggiatura che era privilegio dei benestanti. Non rari, nelle famiglie operaie, erano i casi di rachitismo o di malattie dellapparato respiratorio causate da condizioni di vita non ideali. Mediante questa istituzione, tutti i figli dei lavoratori che ne facessero richiesta e che si trovassero nelle condizioni di idoneit previste dai regolamenti, potevano usufruire di periodi di vacanza gratuiti ed assistiti in apposite strutture costruite a centinaia, in tutta Italia, ai monti ed al mare. Vengono costruite apposite strutture in tutto il territorio Nazionale, da Massa a Bardonecchia, dal Sestriere alla riviera Romagnola, dal Trentino a Ostia, dalla Sila alle coste della Sicilia. Anche in questo caso listituzione voluta dal Fascismo interviene nel senso di equilibrare la fruizione di un bene, ridimensionando un privilegio a favore delle fasce deboli e stabilendo il principio che i bambini dei lavoratori hanno gli stessi diritti alla gioia ed alla salute di quelli dei ricchi. 10 Opera Nazionale Dopolavoro Quasi in parallelo a ci che per i giovani era la G.I.L., nasce per i lavoratori lO.N.D. con il proposito di portare cultura e svago tra la classe operaia che nel passato era stata costretta ad una abbruttente vita fatta esclusivamente di lavoro, di sacrifici e dignoranza. Non siamo riusciti ad individuare la data esatta della sua costituzione in quanto la relativa Legge, non pi vigente almeno sotto questa denominazione, non reperibile nelle raccolte legislative delle biblioteche comunali che contengono solo le Leggi vigenti. La collocazione temporale comunque da porsi intorno ai primi anni del regime Fascista, stante che la Legge istitutiva del Dopolavoro Ferroviario (vigente) il 25101925. LO.N.D. organizza: Circoli ricreativi che, senza scopo di lucro, offrono ai lavoratori un ritrovo economico e dignitoso per trascorrere qualche ora di svago. Sedi per teatri popolari I Carri di Tespi, compagnie teatrali itineranti che operano su tutto il Territorio. Corsi di recupero scolastico per analfabeti e semianalfabeti. Biblioteche popolari. Gite turistiche e culturali con accesso a spettacoli teatrali di prosa e di lirica. Treni Popolari. Tutte realizzazioni che non necessitano di particolari spiegazioni tanto il loro significato ed il loro valore sono palesi. Al massimo il caso di sottolineare, per coloro che sono oggi abituati alla normalit di offerte di fruizioni culturali generalizzate, che prima di allora, in questo settore, era il deserto e che quindi le iniziative sopra descritte costituivano una novit assoluta. Sui treni popolari vale forse la pena di spendere qualche parola in pi. Interi paesi, intere citt erano popolati da persone che, per la stragrande maggioranza nascevano e morivano senza mai vedere altri posti che quelli doverano nati. Pochissimi Piemontesi avevano mai visto il Trentino o Venezia o Roma o Palermo; pochissimi Toscani avevano visitato Torino o Genova o Milano o Napoli; pochissimi Calabresi avevano mai visto Firenze o Padova o Pescara o Udine. Insomma gli Italiani non si conoscevano tra di loro e non conoscevano il loro Paese! 15
Al giorno doggi, abituati ai mezzi di comunicazione veloci e diffusi di cui godiamo, pu sembrare quasi impossibile quanto sopra descritto, ma allora era cos ed anche peggio. Chi scrive ha sentito raccontare di persone che, nate in una cascina del Vercellese dove risiedevano centinaia di braccianti, avevano trascorso tutte la vita recandosi in paese due, tre volte lanno e mai in una citt come Torino Listituzione dei Treni Popolari a percorsi ragionati ed a prezzi assolutamente economici o gratuiti, permisero, per la prima volta nella storia del Paese, a grandi masse di cittadini di spostarsi sul territorio Nazionale e di conoscere altri Italiani, altre citt, altri costumi ed altre tradizioni arricchendo il bagaglio culturale, infrangendo le barriere etniche delle varie regioni e contribuendo a cementare lunit Nazionale. 11 Sviluppo delle centrali Idroelettriche ed elettrificazione della reta ferroviaria Con notevole lungimiranza, Benito Mussolini volle promuovere le centrali idroelettriche, sia per sfruttare a pieno una risorsa che la natura morfologica Italiana poneva gratuitamente a disposizione con i molti fiumi che scendevano da grandi dislivelli alpini ed appenninici, che per sviluppare una fonte di energia rinnovabile ed assolutamente non inquinante e svincolare cos lItalia dalla dipendenza dal carbone straniero. Lelettricit cos prodotta, oltre ad alimentare le varie fabbriche, servir a realizzare lelettrificazione della gran parte della rete ferroviaria Italiana che, in pochi anni, sar estesa a quasi tutte le tratte principali salvo brevi percorsi che saranno serviti dalle famose Littorine funzionanti con motori Diesel. La produzione di energia elettrica impostata sulle centrali termiche, cos come si sviluppata nel dopo guerra, tralasciando la ricerca, lincremento e lo sviluppo di altre fonti rinnovabili e gratuite come lacqua, il sole ed il vento, frutto di un diverso ed interessato approccio al problema. Sugli approvvigionamenti da fonti energetiche gratuite non possibile favorire interessi privati ed avere in cambio benefici economici e politici. I danni che le centrali termiche hanno provocato allambiente ed alle persone in questi anni del dopo guerra quando il fine dei governi era la grande spesa per le grandi tangenti anzich il bene della Nazione, sono sotto gli occhi di tutti e non richiedono commenti 12 Istituzione della Reale Accademia dItalia Regio Decreto Legge n87 del 07011926
Nel quadro del progetto di risollevare la Nazione da quello spirito di rassegnata sudditanza e di provincialismo culturali che aveva contraddistinto secoli di storia, prima e dopo lunit, in cui lItalia era stata, come disse padre Dante non Donna di Province, ma bordello, fu fondata lAccademia dItalia per dare, sul modello di altre Nazioni Europee come la Francia, lustro e dignit allingegno ed allarte Italiane che non avevano invece nulla da invidiare alle altre Nazioni. LAccademia dItalia fu per soppressa, ricostituendo la vecchia Accademia dei Lincei di pi modesta levatura, da un Decreto Luogotenenziale, il n 363 del 28091944 per cercare di annullare non una istituzione in quanto sbagliata, ma solamente in quanto opera del Fascismo. Dopo la sconfitta e con lavvento della Repubblica resistenziale, rifior il servilismo ed il provincialismo che si concretizzavano nel sentirsi e voler essere colonia culturale, politica ed economica USA, da parte dellanticomunismo borghese e clericale e colonia dellURSS da parte della sinistra socialcomunista. Non difficile constatare, anche oggi, che lItalia diventata effettivamente, in tutto e per tutto, una colonia culturale, economica e politica USA. Ci si veste allAmericana, si mangia nei fastfood e nei Mac Donalds, si ascolta la musica Americana, ci si buca allAmericana, la lingua infarcita di termini Americani, se a Wall Street le azioni crollano, in Italia un sacco di famiglie si rovinano, ecc., ecc., ecc. La Coca Cola e gli Hamburger hanno vinto sconfiggendo la Pirelli, la Fiat, Dante, Macchiavelli, Giotto, il Perugino, Michelangelo, Vivaldi, Puccini e Leonardo. 16
E basterebbe vedere come latteggiamento servile di tutti i nostri capi di governo che si recano a Washington, da Berlusconi ai suoi predecessori, assomigli molto a quello dei capi Indiani o Africani che si recavano a rendere omaggio ai Re dInghilterra quando questa aveva ancora lImpero! 13 Bonifiche dellAgro Pontino, dellEmilia, della bassa Padana, di Coltano, della Maremma Toscana, del Sele e della Sardegna e colonizzazione del latifondo Siciliano Sin dallunit dItalia si era analizzato e dibattuto su questi problemi, ormai storici, senza tuttavia che la classe dirigente borghese, a parte qualche modesto intervento su specifiche situazioni, fosse mai giunta ad elaborare e realizzare un qualche politica organica dintervento. LOpera Nazionale Combattenti (O.N.C.), creata nel 1917 per favorire loccupazione produttiva degli ex combattenti, si era rivelata un contentino virtuale da dare ai reduci ed alla pubblica opinione ed al momento della conquista del potere da parte del Fascismo, non aveva ancora potuto iniziare ad operare in concreto. Nel 1923, un solo anno dopo la rivoluzione Fascista, Benito Mussolini amplia i poteri dellONC e le affida la responsabilit tecnico amministrativa di realizzare la bonifica dellAgro Pontino, che non sar un mero risanamento idraulico dei terreni, ma una vera e propria ricostruzione ambientale, secondo il piano di Arrigo Serpieri, sottosegretario alla bonifica. Si tratta di espropriare al parassitismo latifondista ampi territori lasciati allincuria ed al degrado; si tratta di realizzare un organico piano di appoderamento costituendo piccoli e medi poderi, modernamente attrezzati, che saranno dati, a riscatto, in propriet ai braccianti provenienti soprattutto dalle zone pi povere del Veneto. Oltre alle dimensioni dellopera di bonifica, che non ha avuto eguali in Italia in tutta la sua storia, da sottolineare il rivoluzionario concetto che la ispira e che va sotto il nome di Bonifica integrale sottolineato e riportato nellintestazione delle Leggi che vi si riferiscono. Nella Bonifica integrale, oltre al risanamento idraulico dei territori prevista la ridistribuzione della propriet, il rimboschimento, la messa a coltura e la costruzione di Citt, Borgate ed infrastrutture. Vengono creati circa 4.000 poderi di dimensioni tra i 5 ed i 30 ettari, si scavano 2.000 chilometri di canali, si costruiscono 900 chilometri di strade, 30 Borghi e 5 Citt: Pontinia, Littoria, Sabaudia, Aprilia e Pomezia. I lavori di bonifica iniziano nel 1926 con limpiego di 25.000 operai. Nel 1932 i primi coloni entrano nei fondi loro assegnati! A certificare lefficienza del regime Fascista sta la rapidit di costruzione di ben 5 Citt che non pregiudica affatto n la solidit strutturale, tuttoggi verificabile, n loriginalit e la modernit urbanistiche che determinarono attenzione, meraviglia e plauso nel mondo intero. Littoria: inizio Giugno 1932 inaugurazione 1933, 18 Dicembre Sabaudia: inizio Agosto 1933 inaugurazione 1934, 15 Aprile Pontinia: inizio 1934 inaugurazione 1935, Dicembre Aprilia: inizio 1936 inaugurazione 1937, 18 Novembre Pomezia: inizio 1938 inaugurazione 1939, 29 Novembre 17
Pur non facendo parte del piano di bonifica dellAgro Pontino, tra il 1934 ed il 1937, nella zona adiacente al comprensorio, il regime Fascista realizza altre due importanti opere: la istituzione del Parco Nazionale del Circeo di 3.200 ettari che segue quella dei Parchi nazionali dello Stelvio, del Gran Paradiso e dellAbruzzo e la fondazione della citt di Guidonia, la citt dellaviazione dedicata al Generale Guidoni) , inaugurata dal Duce nel 1937 e destinata a nucleo residenziale del personale militare e civile dellaeroporto di Monte Celio e del Centro Sperimentale Aeronautico. Nel secondo decennio di vita del regime Fascista, glinvestimenti di capitali e lorganizzazione attuativa del piano generale di bonifica, subiscono un ulteriore, deciso incremento. Dai 2.000.000 di ettari sotto bonifica nel 1930, si arriva ad oltre 5.000.000 nel 1938! Il massimo dello sforzo viene realizzato tra gli anni 1929 e 1932, quelli della Grande crisi mondiale. In tutti i 60 anni del regno dItalia, si erano bonificati 1.390.961 ettari Al risanamento dellAgro Pontino, si debbono aggiungere le importanti bonifiche dellEmilia e della bassa valle Padana, quelle di Coltano, vicino a Livorno, della Maremma Toscana, del Sele e di alcune zone della Sardegna. In Sardegna, immediatamente a est di Oristano, tra il 1933 ed il 1935, vengono bonificati 10.000 ettari paludosi e vengono creati 240 poderi con al centro la citt di Mussolinia (oggi Arborea). Unaltra importante e significativa opera viene iniziata, gi in tempo di guerra, in Sicilia con la costituzione dellEnte di Colonizzazione del Latifondo Siciliano, con uno stanziamento di 1.000.000.000 di lire di allora a dimostrazione che gli investimenti per lo sforzo bellico, pur importantissimi, non erano considerati meno importanti di quelli a sfondo sociale. Entro il 1943, prima dellarrivo in Sicilia dei liberatori USA, favoriti ed accompagnati dai picciotti e dai pezzi da novanta di quella mafia che il Fascismo aveva costretto in carcere od alla fuga in America, lEnte aveva realizzato otto Borghi in otto province dellisola: Borgo Fazio (Trapani), Borgo Gattuso (Caltanissetta), Borgo Cascino (Enna), Borgo Rizza (Siracusa), Borgo S. Giuliano (Messina), Borgo Lupo (Catania), Borgo Schir (Palermo), Borgo Bonsignore (Agrigento). Insomma, le opere di bonifica realizzate dal Fascismo in un solo decennio sono non solo unopera sociale e di riscatto delle fasce pi neglette del bracciantato agricolo Italiano, ma costituiscono il maggior intervento organico di ristrutturazione del territorio Italiano attuato in tutto il novecento ed in epoca moderna. Come ampiamente documentato anche nella mostra Metafisica costruita. Le citt di fondazione degli anni trenta dallItalia allOltremare, tenutasi a Roma fino a tutto il Maggio 2002, i centri urbani, maggiori e minori, fondati in quel periodo dal Fascismo furono settantaquattro, distribuiti in trenta Province. Tra questi, oltre alle gi menzionate, ricordiamo le principali citt che furono: Carbonia e Fertilia in Sardegna, Segezia in Puglia, Alberese e Tirrenia in Toscana, Torviscosa in Friuli ed Arsia e Pozzo Littorio in Istria. Sfidiamo lantifascismo becero e chiacchierone a contestare il valore di quanto sopra descritto od a citare qualcosa di altrettanto valido realizzato dalla Repubblica resistenziale e democratica! Lunica cosa, assolutamente stupida, che essa ha saputo fare in proposito, stata quella di cambiare i nomi delle citt fondate dal Fascismo Littoria, Mussolinia, ecc), quasi che ci potesse bastare a cancellare i meriti dei fondatori e ad impedire il confronto con la meschinit della propria gestione della cosa pubblica.
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14 Attribuzione della facolt dindagine alla Polizia Tributaria Regio Decreto Legge n 63 del 03011926
Viene da sorridere nel considerare a cosa potesse servire una polizia Tributaria cui era inibita la facolt dindagare, tanto che fu necessaria unapposita Legge per poterlo fare efficacemente. Evidentemente i governi precedenti avevano avuto un occhio di riguardo per la ricca borghesia che non amava controlli ed indagini sulla propria situazione fiscale. Una Legge come questa la risposta oggettiva a tutti coloro che ancora oggi affermano, mentendo spudoratamente, che il Fascismo nacque per favorire i ricchi e per reprimere i poveri 15 Opera Nazionale Fascista Maternit ed Infanzia Legge promulgata con Regio Decreto n 2277 del 10121925 Regolamentata con Regio Decreto n 718 del 15041926
Nella nuova societ, la cura e limportanza delle donne e dei fanciulli, insita nella dottrina Fascista, assume limportanza di istituzione mediante la fondazione dellOpera Nazionale Maternit ed Infanzia che vuole dare e dar un concreto supporto alla fondamentale cellula umana e sociale che la famiglia, intesa non come generatrice di forza di lavoro e di consumo come nel mondo materialista del capitalismo e del marxismo, ma come culla e nucleo vitale delle tradizioni della storia e del futuro della Nazione e dello Stato. Centro vitale della famiglia , per il regime Fascista, la madre che assume una fondamentale importanza con la rivalutazione del ruolo femminile e la sottolineatura della dignit di figura comprimaria, attiva e non pi passiva nelleconomia dello sviluppo armonico del nucleo famigliare. Insomma una emancipazione della donna al di fuori e prima della nascita del movimento femminista e con il pregio di sviluppare, rimarcare e promuovere la complementarit naturale della donna alluomo anzich porre stupidamente ed innaturalmente in competizione i due ruoli cercando di copiare e sopraffare il maschio con il risultato oggi evidente di un uomo meno uomo e di una donna meno donna! Tale concetto si snoda durante tutto il ventennio partendo dalla partecipazione femminile alle organizzazioni politiche del partito Nazionale Fascista ed arriva al culmine della complementarit militare che si estrinseca, ai tempi della Repubblica Sociale Italiana, con la creazione del corpo delle Ausiliarie (S.A.F.) con particolari e specifici incarichi a fianco dei combattenti maschi. La capacit di abnegazione, di fedelt, di efficienza e di sacrificio del corpo delle Ausiliarie sono la dimostrazione di come le donne Italiane del Fascismo avessero capito limportanza del rivoluzionario cambiamento avvenuto nei riguardi della donna e della sintonia assoluta che si era creata tra di loro ed il regime Fascista. LOpera Nazionale Fascista Maternit ed infanzia nasce come progetto organico per regolamentare e coordinare, sotto tutti gli aspetti, la cura e lassistenza dei fanciulli e delle madri, sia nellambito della famiglia che allesterno di essa. LONFMI insomma il tessuto connettivo pensato e creato per riprospettare la Famiglia sotto una nuova luce e con primaria importanza per lo Stato che intende darle, anche a livello istituzionale, una nuova dignit ed un criterio di priorit nellambito della nuova societ che si sta creando. Le competenze ed i compiti principali dellONFMI sono: Coordinamento delle istituzioni assistenziali per la maternit ed infanzia gi esistenti con compito di vigilanza, ispezione e controllo e loro finanziamento. Creazione di nuovi istituti di varia natura per omogeneizzare il panorama di assistenza su tutto il territorio Nazionale, strutturandone lorganizzazione a livello Nazionale, Regionale, Provinciale e Comunale in modo tale da avere una completa capillarit dintervento. Fondazione di asili, consultori ed ambulatori medici e di patronati dassistenza. 19
Organizzazione di corsi dinformazione sulligiene pre e post natale nei consultori e nelle scuole femminili. Assistenza e protezione delle gestanti e delle madri bisognose e dei loro bambini. Assistenza ai bambini di qualsiasi et appartenenti a famiglie bisognose e dei minorenni fisicamente o psichicamente anormali o abbandonati. Organizzazione della profilassi per la prevenzione della TBC e la lotta contro le malattie infantili. Controllo e denuncia al tribunale delle inosservanze al lavoro minorile. Protezione dei minori allevati in ambienti fisici o morali inadeguati. Assistenza ai minorenni abbandonati, traviati o delinquenti Il Finanziamento dellONFMI si avvale di un contributo annuo dello Stato, di fondi stanziati allo scopo da istituzioni di assistenza, di percentuali stabilite per legge sugli utili dei Monti di piet e sugli utili delle principali Banche e del 25% del ricavo delle imposte di soggiorno, oltre al contributo dei soci ed alle rendite patrimoniali e alle donazioni. 16 Assistenza illegittimi, abbandonati od esposti Regio Decreto Legge n 798 del 08051927
Con questa legge lo Stato si assume la responsabilit di provvedere a quei bambini non desiderati che erano prima senza tutela ed alla merc della carit privata e quindi considerati persone di seconda categoria. Ancora oggi, a perenne ricordo dellepoca in cui per questi fanciulli lunica alternativa alla morte era la carit delle pie istituzioni, sono certi cognomi come Esposito che deriva da Esposto alla ruota della carit in cui a Napoli si abbandonavano i fanciulli indesiderati. Questa Legge, sancisce, nella pratica, il principio delluguaglianza di tutti i Cittadini di fronte allo Stato che si assume ed istituzionalizza ufficialmente lonere del mantenimento e delleducazione degli abbandonati surrogando in qualche modo la Famiglia mancante. 17 La Carta del lavoro Pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n 100 del 30041927
la Costituzione del mondo del lavoro che puntualizza il rapporto fondamentale tra esso ed il Fascismo e dichiara, istituzionalizzandoli, i principi basilari a tutela dei lavoratori e la preminenza, nello Stato Fascista, dellinteresse prioritario che lega gli obiettivi dello Stato a quelli del lavoro e dei lavoratori. Ecco alcune, e solo alcune, delle principali enunciazioni, tradotte puntualmente in Leggi dello Stato prima o dopo la dichiarazione della Carta del lavoro: Obbligatoriet della stipula di Contratti collettivi di categoria. Istituzione della Magistratura del lavoro a livello di Corte dAppello, con un Presidente e due consiglieri di Corte dAppello pi due cittadini scelti in un albo di esperti del settore industriale coinvolto nel giudizio di specie. La Magistratura del lavoro aveva il compito di dirimere le controversie tra le varie associazioni del lavoro o tra i singoli lavoratori ed i datori di lavoro interpretando, oltre alle situazione previste nel codice civile, anche quelle comprese nei Contratti Collettivi di lavoro che assumevano la validit di Leggi dello Stato. Istituzione dellalbo degli esperti del settore produttivo, divisi per competenze, che affiancano i magistrati di Corte dAppello nellambito delle cause discusse dalla Magistratura del lavoro. Diritto alle ferie annuali. Istituzione della indennit di liquidazione di fine rapporto. Istituzione degli uffici di collocamento Statali. 20
Disciplina e riconoscimento giuridico dei Contratti collettivi di lavoro Legge n 563 del 03041926) che assumono cos il valore dei Leggi dello Stato. Perfezionamento e miglioramento delle assicurazioni in favore dei lavoratori ed in particolare lassicurazione contro gli infortuni sul lavoro, lassicurazione per la Maternit, lassicurazione per le malattie professionali, lassicurazione contro la disoccupazione, assicurazioni speciali per i giovani, casse mutue per malattie. Istituzione dei corsi professionali sia per lapprendistato che per il miglioramento delle capacit professionali dei lavoratori. Come si vede e come si pu vedere ancora meglio consultando il documento originale che oggi non facilmente reperibile per lovvio motivo della paura del confronto, la Carta del Lavoro copre tutti i principali aspetti della problematica del mondo del lavoro e introduce concetti e soluzioni non solo innovative, ma rivoluzionarie per quei tempi, in quanto sovvertono la prospettiva da cui i temi del mondo del lavoro erano stati considerati sino ad allora. Non ci sembra che nei tempi successivi, dal 1945 in poi, siano stati molti e sostanziali i progressi fatti dai partiti popolari e dai sindacati per migliorare la materia e che, a parte il solito sciacallaggio del millantato credito, la partita tra il Fascismo e lantifascismo, relativamente al punteggio basato sui vantaggi ottenuti per i lavoratori, si risolva in un cappotto per lantifascismo! 18 Esenzioni tributarie per le famiglie numerose Regio Decreto n 1312 del 14061928
In coerenza con la dichiarata importanza che il Fascismo attribuiva alla famiglia come cellula fondamentale della societ, era importantissimo sgravare dalle spese fiscali quelle famiglie che gi avessero impegni finanziari onerosi a causa dellelevato numero di componenti. dunque questa una delle prime prima Legge attuative del concetto di sostegno alla famiglia che trover in seguito puntuale riscontro nelle Leggi complementari degli assegni famigliari e degli aiuti economici per le famiglie numerose. Con questa Legge viene ribadito il concetto dello Stato Sociale che non si limita ad amministrare la ricchezza prodotta dal Paese, ma applica il principio secondo il quale il diritto alla solidariet non correlato solo alla capacit produttiva dei Cittadini, ma anche alle loro situazioni di necessit. 19 Rete Stradale ed Autostradale, Ferrovie e Porti Nel 1928 viene costituita lAzienda Autonoma Strade Statali (A.A.S.S.) con il compito di costruire la rete primaria stradale per complessivi 20.000 chilometri. Nel 1930 viene unificata la segnaletica stradale e viene approvato il primo Codice Stradale. Tra il 1925 ed il 1935 si costruiscono le principali Autostrade: MilanoLaghi, MilanoBergamo, Roma Ostia, NapoliPompei, BergamoBrescia, MilanoTorino, FirenzeMare, PadovaMestre e Genova Serravalle, per complessivi 500 chilometri. Tra il 1920 ed il 1940, la rete ferroviaria viene notevolmente rafforzata con circa 2000 nuovi chilometri e si procede alla elettrificazione generale mentre nelle tratte non elettrificate appaiono le famose Littorine. Tra il 1923 ed il 1926, si ampliano e si modernizzano i Porti di Livorno, Genova, Napoli, Marghera, Civitavecchia e Ravenna.
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20 Creazione delle aree Industriali Nel quadro delle misure anticongiunturali per la crisi mondiale del 19291930 e nella logica della ideologia Fascista che prevede lintervento dello Stato per realizzare forme di organizzazione basate sulle alleanze e sulle sinergie tra limpresa privata e limpresa di Stato, il regime, servendosi sia dellapparato amministrativo dello Stato che di specifici Enti creati appositamente come I.R.I. (Istituto per la Ricostruzione Industriale) e lI.M.I. (Istituto Mobiliare Italiano) vara un piano di sviluppo industriale che prevede listituzione delle Zone Industriali. Mediante lespropriazione di interi comprensori produttivi ed avvalendosi di finanziamenti agevolati, esenzioni fiscali e doganali e di assistenza tecnica ed amministrativa gratuita, viene raggiunto il risultato di organizzare logisticamente, logicamente e strutturalmente, significativi ed efficienti poli industriali. Alcuni esempi sono le istituzioni, con decreti che vanno dal 1929 al 1941, dei poli industriali di Fiume, Trieste Monfalcone, AurisinaPola, Livorno, Ferrara, Roma, Apuania e Palermo. In questo contesto dei poli industriali nascono i Villaggi pianificati per la residenza delle maestranze, realizzati in regime di agevolazioni parificate a quelle concesse per la costruzione delle Case Popolari. Gli scimmiottamenti tentati nel dopo guerra dai governi DC e di Centrosinistra hanno creato poli industriali come Taranto e Gioia Tauro che, seguendo logiche clientelari e di votoscambio anzich di logica industriale e di razionalit logistica hanno miseramente fallito lobiettivo istituzionale ed hanno contribuito a sviluppare linfezione dellinfluenza mafiosa in quelle zone. 21 Patti Lateranensi Firmati l11 Febbraio 1929 i patti Lateranensi furono, per Mussolini e per molti Fascisti, una sgradevole necessit politica cui aderirono ob torto collo Data la sua natura, non certo confessionale, non era nelle corde del regime il fare alla Chiesa Cattolica le concessioni che i patti comportarono, ma decenni di logoranti contrasti che caratterizzavano i rapporti tra Stato e Chiesa sino dalla unificazione Nazionale conclusasi con la breccia di porta Pia, dovevano essere sanati ad ogni costo. Daltra parte, nessuna concessione, nessun compromesso fu fatto sulle prerogative essenziali dello Stato soprattutto per quanto riguardava leducazione dei giovani che anzi rimase allo Stato con labolizione delle associazioni Cattoliche Boys Scouts ed Azione Cattolica) e con il rafforzamento della scuola pubblica. Non si pu dimenticare che il popolo Italiano era, allepoca, nella sua maggioranza, Cattolico osservante e che quindi stava vivendo una tragica schizofrenia nel contrasto tra i propri doveri di fedelt allo Stato e di fedelt alla Chiesa. N il clero, ispirato dal Vaticano, tendeva a sopire i contrasti, ma anzi, li fomentava. Era una situazione insostenibile ed obiettivamente difficile per chi, come Mussolini aveva in mente di operare cambiamenti radicali nella societ e non aveva certamente bisogno n di opposizione precostituita, n di resistenze passive, n di zavorre. I patti Lateranensi furono unoperazione non gradevole, ma necessaria che fu compiuta nellottica del progetto di riunire compattamente il popolo Italiano per potere efficacemente operare quelle riforme e quella rivoluzione sociale, difficili, se non impossibili da attuare, con un popolo diviso in fazioni contrastanti. In pi, avendo la Chiesa Cattolica uninfluenza su quasi tutte le Nazioni Occidentali, la pace con essa era anche notevole miglioramento dellatteggiamento delle altre Nazioni verso lItalia ed il suo governo! Chi non capisce, o non vuole capire la complessit della situazione e la necessit di togliere dal panorama politico Italiano di allora questo problema incancrenito, o in malafede o non ha n la sensibilit politica, n lintelligenza per capire. Per tutti i motivi su esposti e per rasserenare la societ civile Italiana, furono conclusi i patti Lateranensi pagando un prezzo economico, politico ed ideologico, ma assicurandosi lappoggio della Chiesa, almeno fino a quando il vento fu in poppa e non si delinearono la sconfitta bellica ed il disastro politico. Dopo di che, come sempre in tutti i suoi 2000 anni di storia, la Chiesa Cattolica cambi rotta, maledisse quelle bandiere che aveva benedetto sino al giorno prima, lanci lanatema contro chi aveva definito lUomo della Provvidenza e si trov pronta ad ereditare il nuovo potere! Ma questo un altro discorso 22
22 Legge sullAssicurazione obbligatoria contro le malattie professionali e Legge istitutiva dellINFAIL (Istituto Nazionale Fascista Infortuni sul Lavoro) Regio Decreto n 928 del 13051929 Regio Decreto n 264 del 23031933
Nel quadro della ristrutturazione del mondo del lavoro e dei rapporti tra i lavoratori e lo Stato, queste due Leggi risolvono lannoso problema delle conseguenze negative che situazioni accidentali potevano procurare a chi lavorava in particolari settori. Senza entrare nel dettaglio delle modalit di assistenza di queste Leggi che, di fatto, danno totale copertura assicurativa a chi incorra in infortuni sul lavoro o contragga una malattia professionale, ci sembra opportuno sottolineare come la normativa stabilisca un precedente fondamentale in quello che lapproccio globale alle problematiche del mondo del lavoro, nellambito della concezione Fascista dello Stato del lavoro. Importantissimo il riconoscimento dellesistenza di malattie professionali e cio di situazioni di lavoro che implichino una diretta relazione con la possibilit di ammalarsi perch solo da questo principio che possono e devono discendere tutte quelle provvidenze atte ad eliminare nella pratica queste situazioni di insalubrit e di pericolosit. Altro concetto ribadito da queste Leggi quello che riconosce il lavoro come dirittodovere di ogni Cittadino e come un servizio allo Stato ed alla comunit Nazionale che, proprio per questo, riconoscono dal canto loro il dovere di assistenza verso coloro che, a causa di tale servizio subiscano danni permanenti. Con queste Leggi, si assicura un futuro dignitoso a coloro che, non avendo raggiunto i limiti di et per la normale pensione di anzianit, si trovino nella impossibilit di lavorare ancora a causa di infortuni o di sopravvenute malattie professionali, senza dover dipendere dalla carit pubblica e privata, come succedeva prima. 23 Istituzione del Libretto di Lavoro Regio Decreto n 112 del 10011935
Proseguendo nel perfezionamento delle norme a tutela dei lavoratori, per contrastare fenomeni come il lavoro nero, lo sfruttamento illecito di categorie deboli come donne e fanciulli, gli abusi sullorario di lavoro e levasione dei contributi assicurativi e previdenziali e per far s che, in generale, fossero rispettate tutte le Leggi emanate a difesa del mondo del lavoro, viene istituito il Libretto di Lavoro in attuazione da quanto previsto dalla Carta del lavoro. Questo documento obbligatorio, diventa indispensabile per lassunzione di qualsiasi lavoratore e permette un controllo capillare delle Aziende e del livello occupazionale Nazionale. Riportiamo di seguito i punti pi importanti della Legge: Tutti coloro che prestano lavoro dipendente debbono essere forniti di Libretto di Lavoro. Indicazioni contenute nel L.L.: a) Grado distruzione b) Certificato medico didoneit al lavoro c) Dati completi del datore di lavoro e dellAzienda, la qualifica professionale del lavoratore e relativi passaggi di categoria, lammontare della retribuzione, lassociazione professionale cui il lavoratore iscritto, le date di assunzione e di cessazione dal servizio d) Infortuni e durata delle assenze per questo motivo. 23
e) Malattie e durata delle assenze per questo motivo. f) N della tessera di assicurazione invalidit e vecchiaia fatto divieto ai datori di lavoro di assumere in servizio lavoratori non muniti di L.L. Il lavoratore ha diritto a prendere visione e controllare in qualsiasi momento il proprio L.L. depositato presso il datore di lavoro. vietato agli ufficiali di Collocamento iscrivere nelle liste i lavoratori non muniti di L.L. Sono previste sanzioni severe per registrazioni inesatte o frodanti. Come si vede, lintenzione quella di regolamentare una volta per tutte il mondo del lavoro ponendo fine a quelle irregolarit che avevano origine in una tradizione di prevaricazione e di ricatto che i lavoratori avevano sempre dovuto subire in forza della miseria e della necessit. Lefficacia del provvedimento nella constatazione che oggi, non solo il Libretto di lavoro ancora in vigore, ma che esso diventato il simbolo del lavoro regolare contro tutti gli abusi e le precariet del cosiddetto lavoro nero. 24 Legge istitutiva dellI.N.F.P.S. Regio Decreto n 1827 del 04101935
Questa Legge nasce come compendio, completamento e ristrutturazione organica di leggi sociali della stessa materia gi promulgate sin dal 1923 come quella nata dal Regio Decreto n 3184 del 30121923, assicurazione invalidit e vecchiaia o quella emanata in pari data con Regio Decreto n 3158, assicurazione contro la disoccupazione LIstituto Nazionale della Previdenza Sociale, assorbendo la precedente Cassa Nazionale per la Previdenza, nasce come Ente di diritto Pubblico con gestione autonoma e quindi al di fuori da qualsiasi influenza politica o di gruppi dinteresse privati. La Legge in oggetto istituisce la previdenza sociale per tutti i lavoratori che prima erano privi di qualsiasi seria tutela ed in particolare crea listituto della pensione di anzianit e vecchiaia calcolata in base ai contributi obbligatori versati allINPS dai datori di lavoro e dai lavoratori dando, a chi ha lavorato tutta una vita, la sicurezza di una vecchia serena e sicura. Inoltre stabilisce, per la prima volta in Italia, una forma di assicurazione pensionistica pubblica e tutelata dallo Stato, per glinvalidi al lavoro. Tra il 1939 ed il 1941, lINPS allarga le sue funzioni ed altrettante Leggi dello Stato gli delegano lassicurazione contro la disoccupazione, lerogazione degli assegni famigliari, lassicurazione contro la TBC, e le integrazioni salariali per i lavoratori sospesi o ad orario ridotto, tutte Leggi gi esistenti a partire dal 1923, ma non gestite precedentemente dallINPS. Chiunque, ancora oggi, goda di una pensione, garantita dallo Stato, dopo una vita di lavoro od a causa di un infortunio o una malattia che non gli permettano pi di lavorare, lo fa grazie alla succitata Legge voluta dal Fascismo che, nellottica dellemancipazione sociale che alla base della sua dottrina e della sua prassi, opera legislativamente ed in modo organico, fin dai primi anni della sua ascesa al potere ed in tutti i campi, per migliorare le condizioni generali dei lavoratori e per collocarli nella societ in una posizione di maggiore dignit e consapevolezza. un passaggio di grande importanza storica perch determina la fine dellera della Carit sociale ed inizia quella dei Diritti Sociali sanciti dalle Leggi e garantiti dallo Stato! Alcuni dati aggiornati allanno 2000: Lavoratori assicurati allINPS 19.000.000 Numero di pensioni erogate 16.000.000 Aziende assicurate 1.500.000 Sedi provinciali attive 470 24
Nota: dopo la fine della guerra, i governi, i partiti ed i sindacati hanno usato lIstituto ed il suo patrimonio soldi di propriet dei lavoratori) per instaurare politiche clientelari al fine di comprare consensi elettorali, concedendo a mezzo di leggine ad Hoc la pensione a categorie che non avevano mai versato alcun contributo nelle casse dellIstituto, o sovvenzionando alcune grandi aziende amiche che hanno fatto della cassa integrazione una opportunit per privatizzare gli utili e socializzare le perdite, o elargendo pensioni di favore agli addetti ai lavori in base a contribuzioni virtuali. Il tutto a carico delle esauste casse dellINPS svuotate dalla famelicit e dalla inettitudine di una classe politica e sindacale indegne che hanno anteposto gli interessi politici e di parte a quelli generali dei Cittadini. 25 Riduzione dellorario di lavoro a Quaranta ore settimanali Regio Decreto n 1768 del 29051937
Non appena le condizioni generali delleconomia e dellindustria Italiane lo permettono, il Fascismo continua la marcia intrapresa sin dal 1923 in direzione della riforma globale del mondo del lavoro investendo parte del vantaggio economico riscontrato, nella ulteriore diminuzione dellorario di lavoro e sottolineando il principio che il lavoro ed il profitto debbono essere strumenti e non fini della societ. Questa Legge, conosciuta pi genericamente come Sabato Fascista, un ulteriore passo in avanti nella Umanizzazione del lavoro e dimostra come la direzione intrapresa dal Fascismo fosse nella direzione di migliorare continuamente la posizione dei lavoratori come si evince anche da tutta la numerosa successione delle Leggi Sociali culminata con la Socializzazione delle Imprese realizzata nella Repubblica Sociale Italiana nel 1944. Lobiettivo quello di formare uno Stato del lavoro in cui la figura del lavoratore assume il ruolo di protagonista ed una dignit ed unimportanza mai avute prima e per quello neanche dopo). 26 Legge istitutiva dellECA (Ente Comunale di Assistenza) Regio Decreto n 847 del 03061937 G.U. del 19061937
Viene istituito, in ogni Comune del Regno, lEnte Comunale di Assistenza con lo scopo di assistere individui e famiglie in stato di necessit e di coordinare e controllare tutte le altre associazioni esistenti che avessero analogo fine. Si tratta dunque di riordinare lassistenza pubblica e privata ai bisognosi e di estenderla capillarmente a tutti i Comuni dItalia. LEnte viene finanziato da apposita tassa addizionale e dalle rendite del proprio patrimonio o di istituzioni da esso amministrate.
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27 Assegni Familiari Regio Decreto n 1048 del 17061937
Elemento riequilibratore tra salario e necessit famigliari, listituzione degli assegni famigliari per gli elementi della famiglia a carico del lavoratore, distacca il valore della remunerazione del lavoro dalla valutazione di pura compravendita di mano dopera e lo pone sul piano pi generale di una socialit in cui il lavoro diventa comunque un mezzo di sostentamento della famiglia in quanto cellula primaria della societ. A parte le positive ed evidenti conseguenze pratiche di una maggiorazione delle entrate della famiglia, in proporzione alle necessit dei suoi membri, la Legge che istituisce gli assegni famigliari conclama limportanza dellistituto della Famiglia restituendole dignit e valore sociali in perfetta coerenza con tutta la dottrina del partito Fascista. Avere figli non pi, quanto prima, un lusso che non pesa ai ricchi, ma penalizza i poveri ed i figli non sono pi, come nella societ contadina, una opportunit in quanto potenziale forza lavoro, ma possono essere, com naturale che sia, la realizzazione del desiderio della proiezione di se stessi e della propagazione della specie nella realizzazione di uno dei pi forti tra gli istinti umani oltre che un arricchimento umano per la Nazione. Gli Assegni famigliari spettano per Figli, Coniuge, Genitori od altre persone a carico del lavoratore capo famiglia. Per i Figli spettano sino allet di 18 anni o di 21 se studenti medi o di 26 se studenti universitari. Gli assegni sono dovuti anche in caso dinvalidit dovuta ad infortunio sul lavoro, cos come per le assenze per maternit. Lipotesi che la promozione delle famiglie numerose fosse un progetto specifico del regime per avere pi soldati per fare le guerre, una delle tante affermazioni cretine degli avversari che non n provata dai fatti, n suffragata da dichiarazioni ufficiali del regime. Come tutte le affermazioni non provate, essa resta a livello di pettegolezzo da portineria, destinata agli spiriti semplici e, come tale, non ci prendiamo la pena di confutarla! 28 Casse rurali ed artigiane Regio Decreto n 318 del 23061937
Prima di questa Legge, oltre alle grandi banche daffari che proponevano credito e servizi soprattutto per le grandi imprese industriali, commerciali o finanziarie ed alle quali era impossibile accedere per il mondo dellartigianato e dellagricoltura, esistevano da qualche anno piccole Banche Cooperative che avevano lo scopo di estendere i servizi bancari anche a quelle categorie escluse dallaccesso alle grandi banche e quindi, di fatto, escluse da finanziamenti che potessero aiutare la gestione e lo sviluppo delle piccole e medie aziende. Le banche cooperative avevano per alcuni difetti o perlomeno certi limiti in quanto erano aperte solo ai soci delle cooperative stesse e non erano presenti su tutto il territorio Nazionale, ma erano sparse a macchia di leopardo. La Legge del Giugno 1937, riordina e rinnova tutta la materia ed in particolare: a) Stabilisce uno Statuto generale valido per tutte le banche di questo tipo che saranno denominate Casse rurali ed Artigiane. b) Estende a tutto il territorio Nazionale la possibilit di accedere al Credito specifico. c) Stabilisce condizioni particolari e favorevoli per le aziende Rurali ed Artigiane. 26
d) un provvedimento che riorganizza in modo organico laccesso al credito delle piccole aziende Come si pu vedere, questa Legge opera nella direzione di promuovere lo sviluppo delle piccole aziende rurali ed artigiane sia per difenderle dallo schiacciamento in cui grandi aziende le pongono e sia in unottica, rivelatasi valida al riscontro del tempo, di valorizzazione delle piccole e medie aziende come asse portante dellinventiva, dellimprenditorialit e della vitalit della produzione Nazionale. A convalidare la validit delle Casse Rurali ed Artigiane come strumento di promozione e sviluppo del settore, sufficiente un raffronto statistico sulla moltiplicazione, negli anni susseguenti il varo della Legge, del numero di aziende mediopiccole su tutto il territorio Nazionale e la constatazione che, ancora oggi, la diffusione capillare delle Casse Rurali ed Artigiane ora denominate Banche di Credito Cooperativo per motivi di sciocco mimetismo storico politico) diventata una realt indispensabile dello sviluppo economico del territorio. 29 Legge istitutiva dellIstituto Autonomo delle Case Popolari (I.A.C.P.) Regio Decreto n 1165 del 28041938 G.U. supplemento n 177 del 05051938
Con questa Legge, Testo Unico, si riordinano le precedenti leggi relative alle Case Popolari di varia natura ed in particolare quelle dellIstituto Autonomo Case Popolari gi istituito sin dal 1924. Il preesistente I.C.P. creato con lobiettivo di costruire e dare in affitto case popolari ai ceti medio bassi della popolazione, era riuscito solo in parte a realizzare il suo programma istitutivo sia per le pastoie burocratiche cui era soggetto per legge per esempio linalienabilit del patrimonio immobiliare), che a causa dello scarso spirito sociale che animava i governi borghesi anteguerra e che faceva quindi mancare la volont politica di una strategia rivolta al riscatto delle fasce pi deboli della popolazione. Mai nessuno, prima dellavvento del Fascismo, aveva considerato il problema di dare ai lavoratori una casa dignitosa, con affitti che fossero adeguati ai salari e con la possibilit di diventarne proprietari tramite lacquisto a riscatto. N i sindacati, n i governi si erano mai preoccupati di sottrarre le fasce deboli allarbitrio ed allo sfruttamento del libero mercato che, specie nelle grandi citt dove lincremento della popolazione era in notevole aumento a causa dello sviluppo del fenomeno della industrializzazione, poneva alle famiglie il dilemma di abitare in tuguri a volte privi delle pur minime strutture igieniche o di sottrarre una grossa fetta del salario per una casa dignitosa. Alcune minime, per quanto lodevoli eccezioni localizzate in precise e ristrette aree, come i villaggi operai di Olivetti, erano state un nulla sul piano Nazionale e per di pi erano state una, se pur meritevole, liberalit padronale e non laffermazione di un diritto esteso a tutti e su tutto il territorio Nazionale. Con lIstituto Autonomo delle Case Popolari, il Fascismo istituzionalizz un piano organico nazionale per dare a tutti i lavoratori una casa. Dal 1924, il Regime Fascista ristruttura lIstituto Case Popolari modificandone la Legge istitutiva in modo da renderlo autonomo dalle pastoie burocratiche cui era soggetto per permettere la smobilitazione del patrimonio immobiliare e per finanziare la costruzione di Case Popolari in vendita a riscatto od in assegnazione con patto di vendita futura. L I.C.P. diventa I.A.C.P. (Istituto Autonomo Case Popolari) a sottolineare, con il termine Autonomo, lo sganciamento dalle pastoie della burocrazia e del conseguente slancio operativo. Ad esempio parziale di quanto fu realizzato anche in coerenza con il Piano della creazione delle Aree Industriali, le quattro Citt satellite realizzate in poco tempo a Milano: C. Ciano a Legnano, A. Mussolini al Vigentino, Oberdan a Lambrate, I. Balbo a Niguarda. Si promuove insomma una politica della casa che tende a dare in affitto e/o in propriet abitazioni dignitose ai ceti popolari a dei costi sostenibili e proporzionati ai salari. 27
Per risolvere lanalogo problema relativo agli impiegati statati, spesso sottoposti a successivi trasferimenti nel corso della carriera, il regime istituisce lEnte Nazionale Case per gli Impiegati Statati I.N.C.I.S.). Purtroppo, nel dopo guerra, i caritatevoli governi Democristiani, senza opposizione delle sinistre, fecero strame dellIstituto Autonomo Case Popolari sino a ridurlo quasi ad un nulla deficitario a tutto vantaggio dei guadagni dei palazzinari rampanti (Antesignani delle Tangenti) che imperversarono speculativamente e spesso in spregio ai piani regolatori nelle periferie delle nostre citt riducendole alle alienanti mostruosit che possiamo ancora oggi vedere! Per constatare quanto affermiamo, basta confrontare a Roma il quartiere dellEUR, progettato e costruito dal Fascismo con una delle tante borgate costruite dai palazzinari amici dei governi post bellici! Non si pot per annullare il principio affermato dallistituzione delle case popolari e cio quello del diritto ad una casa dignitosa per tutti i lavoratori, principio che la sinistra fece suo usurpandone la primogenitura al Fascismo come fece per molte altre cose) 30 Riforma dei Codici e rinnovamento legislativo Uno dei grandi problemi che si presentarono subito allattenzione del Governo Mussolini, fu la caoticit, le sovrapposizioni e le carenze del sistema legislativo per cui fu necessario porre mano ad unimponente opera di rinnovamento, sostituendo i codici che risalivano allunit dItalia ed introducendo nuove normative in materie trascurate in precedenza dal legislatore. Con il Regio Decreto n 1398 del 19101930 fu varato il nuovo Codice Penale mentre con il coevo Regio Decreto n 1399 del 19101930 fu approvato il nuovo Codice di Procedura Penale. Questi due Codici che presero il nome dal Ministro della Giustizia ed insigne giurista Alfredo Rocco, ordinarono in maniera organica il Diritto sostanziale ed il diritto processuale penali. Cambi lapproccio generale al problema della gestione della giustizia per cui i nuovi codici furono concepiti non pi soltanto come un insieme di norme repressive, ma anche dirette alla prevenzione dei reati. Da qui una maggiore considerazione, rispetto al passato, della personalit del soggetto anche mediante la possibilit, concessa al giudice, di adeguare la pena alla capacit di delinquere del reo. Veniva cos posto laccento sullelemento psicologico del reato che assumeva il giusto rilievo nella valutazione del grado di responsabilit del reo il quale, da una concezione di fenomeno antropologico, assurgeva alla superiore dignit di persona. Furono, cos, introdotti gli articoli 42 e 85 del codice penale, pilastri fondamentali del sistema penale italiano che, partendo dalla concezione di persona, individuano le due potenze dellanima, intelletto (coscienza) e volont, tecnicamente definite anche capacit di intendere e di volere; ci comporta, ancora oggi, che nessuno pu essere punito per unazione od omissione preveduta dalla legge come reato, se non lha commessa con coscienza e volont (art.42) e Nessuno pu essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se, al momento in cui lo ha commesso, non era imputabile. imputabile chi ha la capacit di intendere e di volere; quindi, se allimputato manca una sola delle due facolt, non imputabile. Per questo innalzato da 9 a 14 anni il limite det per limputabilit dei minori ed introdotto listituto del Perdono giudiziale per i minori degli anni 18 che, a discrezione del giudice, a determinate condizioni, possono evitare il rinvio a giudizio Fu poi istituito il Tribunale per i Minorenni (Regio Decreto Legge n 1404 del 20071934), che evidenzi la funzione rieducativa dei giovani con una profonda riforma processuale e la sospensione condizionale della pena sino a tre anni oltre ad una particolare cura nellopera di istruzione e rieducazione dei giovani detenuti, furono varate le Leggi sulle Cambiali Regio Decreto n 1669 del 14121933) e sullAssegno Regio Decreto n 1736 del 21121933) e furono ordinate con appositi Testi Unici le normative che regolavano importanti materie quali la Legge Comunale e Provinciale Regio Decreto n 383 del 0303 1934), le Leggi sul Consiglio di Stato Regio Decreto n 1054 del 26061924), le Leggi di Pubblica Sicurezza Regio Decreto 18061931), le Leggi Sanitarie Regio Decreto n 1265 del 27071934). Tra la fine degli anni trenta e linizio degli anni quaranta, il regime Fascista, utilizzando lopera dei pi capaci esponenti della scienza giuridica a quellepoca le Leggi, specie le pi importanti erano frutto del lavoro di riflessione e di discussione negli ambiti professionali pi qualificati e non, come succede spesso 28
oggi, il prodotto delle decisioni improvvisate di politici incompetenti od interessati a Leggi di parte approv il nuovo Codice Civile Regio Decreto n 262 del 16031942) che si occup in modo particolare del mondo del lavoro con ben 139 articoli e con il riconoscimento giuridico della Carta del lavoro, approvata dal gran Consiglio del Fascismo gi dal 21 Aprile 1927, il Codice di Procedura Civile Regio Decreto n 1443 del 28011940) e la Legge Fallimentare Regio Decreto n 267 del 16031942). Quasi tutte le suddette Leggi, con modifiche solo parziali, costituiscono ancora, a distanza di quasi settantanni, il quadro normativo di riferimento dellintero ordinamento giuridico Italiano, dimostrando, con la loro vitalit, la lungimiranza di chi le volle in un contesto storico, sociale e politico pur molto diverso dallattuale! Il dato dinsieme che possibile cogliere dallattivit Legislativa del regime Fascista, la volont di porre, in ogni settore, un quadro organico ed armonico di norme per costituire un punto di riferimento certo ed indiscutibile sia per i Cittadini che per tutti coloro che le Leggi sono chiamati ad applicare nei campi della Giustizia e dellAmministrazione. Dei Codici varati da Alfredo Rocco, solo quello di procedura penale stato sostituito nel 1989 in seguito ad una lunga polemica contro il sistema inquisitorio che informava il codice del 1930. Il Nuovo Codice, mentre fallito nellaspirazione di deflazionare il contenzioso penale con lintroduzione di riti alternativi e del patteggiamento, che fa della Legge merce di contrattazione e di scambio anzich elemento di certezza del Diritto, si rivelato del tutto inefficace nella lotta alla criminalit, specie di quella organizzata, come si evince dalle successive relazioni sullo stato della Giustizia che ogni anno tiene un rassegnato Procuratore Generale della Repubblica allinaugurazione dellanno giudiziario. Ad ulteriore riprova, le reiterate modifiche susseguite negli anni 90 anche a distanza di pochi mesi una dallaltra e che hanno creato un vero e proprio caos normativo. 31 Legge Urbanistica Emanata il 07081942, la Legge n 1152 il primo organico riordino della strumentazione urbanistica del nostro Paese dallUnit dItalia. Promossa dal ministro dei lavori pubblici Giuseppe Gorla, gi capo dello I.A.C.P. di Milano, questa Legge il compimento di unelaborazione della politica del Fascismo per il riassetto di tutta la materia urbanistica Nazionale ed il risultato della maturazione di studi e di progetti durati pi di un decennio. Come risulta anche dal discorso tenuto dal Ministro Bottai nel 1937 al 1 congresso Nazionale di Urbanistica, il concetto sociale del Fascismo rispetto a codesta problematica quello di contrastare linurbazione nelle grandi citt a favore della ruralit e Mussolini prevede addirittura lipotesi dello sfollamento delle aree urbane congestionate. A distanza di circa settantanni ed alla luce delle condizioni di vita nelle grandi citt Italiane, si pu constatare quanto lungimirante ed attuale fosse questa visione sociale del problema. La precedente Legge n 2359 del 1865 e successive modifiche aveva creato, a causa di numerose Leggi speciali e per la sovrapposizione di norme a volte contrastanti, un caos giurisdizionale specie in materia di espropri e relative indennit. Con questa Legge si passa da una legislazione speciale, differenziata e frammentata, ad una Legge ordinaria e, soprattutto, unificata che pone ordine ad una situazione caotica e di incertezza delle legittimit. Vengono affermati alcuni concetti base fondamentali, come lobbligatoriet del Piano regolatore Generale che abbraccia sia il territorio gi urbanizzato che quello in previsione e lobbligo, in tutti i Comuni, del regolamento edilizio e della licenza edilizia oltre allinnovativo concetto dei piani Regionali di sviluppo. Nella prassi, la progettazione dei Piani regolatori viene realizzata essenzialmente tramite lo strumento del Concorso pubblico. Nel suo insieme, questa Legge definisce, una volta per tutte e con chiarezza cosa sia lecito e cosa illecito nello sviluppo urbanistico, rimettendo alla condotta delle amministrazioni locali, ai controlli delle autorit centrali ed allattenzione della Magistratura, la responsabilit diretta di situazioni non conformi alle norme stabilite. Ciascuno di noi pu constatare come al giorno doggi solamente gli abusi, le connivenze, gli interessi clientelari e linettitudine sono causa di una disastrosa situazione urbanistica che losservanza di questa Legge eliminerebbe. Questa Legge fondamentale resta, pur con le integrazioni e modifiche apportate per le necessit relative alla evoluzione dei tempi, tuttora in vigore seppure spesso inapplicata, dimostrando la sua validit di base.
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32 Legge istitutiva dellassistenza sanitaria gratuita, INAM Regio Decreto n 138 del 11011943 G.U. n 77 del 03041943
Il nome originale dellente era: Mutualit Fascista Istituto per lassistenza di malattia ai lavoratori. Naturalmente tale nome fu subito cambiato, con apposito Decreto Luogotenenziale del 1946 in Istituto Nazionale Assistenza Malattie INAM), in ossequio al solito stupido e farisaico concetto di mimetismo storico, nel tentativo di cancellare lidentit politica della promozione della Legge. La prima notizia del cambio di nome si ha nel comma 2 del Decreto Legislativo Luogotenenziale N 213 del 19041946. Lente nasce come Ente di diritto pubblico avente personalit giuridica ed i passi salienti della Legge sono: comma 4 Sono obbligatoriamente iscritti allEnte tutti i lavoratori rappresentati dalla associazioni sindacali comma 5 LEnte provvede allassistenza per le malattie comma 6 lassistenza dellEnte comprende: a) assistenza sanitaria generica, domiciliare ed ambulatoriale b) assistenza farmaceutica c) assistenza specialistica ambulatoriale d) assistenza ospedaliera e) assistenza ostetrica f) assistenza pediatrica g) assistenza integrativa h) una indennit di malattia comma 7 le assistenze sono estese anche ai famigliari dellassicurato comma 9 agli scopi di cui sopra sar provveduto tramite il contributo dei lavoratori e dei datori di lavoro nella misura stabilita dai contratti di lavoro Questa Legge viene a sanare una situazione di tragica ingiustizia sociale per cui solo le fasce abbienti potevano permettersi di curare in modo organico le proprie malattie data la costosit delle cure, mentre le fasce deboli dei lavoratori salariati e della gente comune era in balia di cure approssimate o della carit delle pie istituzioni ed erano comunque al di fuori di qualsiasi copertura assistenziale in caso di malattia n aveva la possibilit di un indennizzo per il mancato salario. In concreto i ricchi potevano curarsi e sperare in una vita pi sana e pi lunga, mentre i poveri potevano contare solo sulla fortuna di una buona salute e sullaiuto della Provvidenza o sulla carit delle pie istituzioni Per tutti era quasi un comandamento mettere via qualcosa in caso di malattia Con listituzione dellINAM tutti i lavoratori Italiani ed i loro famigliari hanno il diritto di essere curati nelle strutture sanitarie pubbliche, che vengono incrementate ed organicamente distribuite su territorio Nazionale, a titolo gratuito. La Legge sullassistenza sanitaria gratuita varata in Italia stata tra le prime al mondo e tuttora, in molti Paesi tra cui anche i progrediti USA, non esiste nulla di analogo mentre molti altri Paesi Europei ci hanno copiato. Questa Legge ha sanato uningiustizia sociale ed ha sancito contemporaneamente il concetto basilare che il diritto alla salute uguale per tutti realizzando nei fatti e non nelle chiacchiere un basilare e vitale principio di democrazia oggettiva. Oggi il governo Berlusconi, complice Alleanza Nazionale che con questo dimostra quanto sia lontanissima dallo spirito del Fascismo), con la promozione della sanit privata, sta riportando le cose indietro ripristinando la discriminazione tra ricchi e poveri, ritrasformando la salute in un affare economico per il profitto di cliniche e case farmaceutiche ed annullando, di fatto, il diritto alla salute che questa Legge Fascista aveva sancito in modo egualitario per tutti i Cittadini. 30
33 Socializzazione (R.S.I.) la pi rivoluzionaria, la pi geniale, la pi popolare delle riforme del Fascismo, fortemente voluta da Benito Mussolini e divenuta possibile in Repubblica Sociale Italiana quando le circostanze lo avevano liberato dai laccioli dei Savoia, del capitalismo e della Chiesa Cattolica; quasi il testamento spirituale e politico del Duce che dimostra ancora una volta, seppure ce ne fosse bisogno, che il Fascismo aveva ed ha le sue radici etiche e politiche nella vocazione socialista alla giustizia sociale ed alla emancipazione delle fasce pi deboli della popolazione, ma al di fuori della sterile e riduttiva interpretazione Marxista della lotta tra le classi, in un nuovo ed originale contesto di collaborazione e di realizzazione di sinergie dirette e gestite dallo Stato Fascista, arbitro imparziale, ma inappellabile in quanto Stato Etico che rappresenta gli interessi di tutti i Cittadini del Popolo Nazione, come singoli e come comunit. Tutto nello Stato, Nulla fuori dallo Stato, Nulla contro lo Stato!) Gi durante tutto il periodo precedente del regime, molti Fascisti rimproveravano a Mussolini s, il dissenso esisteva, n per ci si era fucilati, picconati come successe a Trozky od internati come nella demoproletaria Russia, n rinchiusi in manicomio come avvenne al poeta Ezra Pound nella democratica America) di essersi allontanato dal progetto sociale del lavoro enunciato nel programma Fascista del 1919 e di non avere dato sufficiente forza operativa alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni che avevano appunto il compito di realizzare una politica sociale sulla base di quel programma, ma che non avevano avuto effettivamente una pari rappresentativit, n numerica, n di peso specifico tra i rappresentanti dei lavoratori e quelli della propriet. Il 24 Settembre 1943, in un dispaccio allambasciatore Tedesco, Mussolini dichiarava che: la costituzione della Repubblica Italiana avrebbe avuto un carattere nettamente socialista, stabilendo una larga socializzazione delle aziende industriali e lautogoverno degli operai dal libro di Deakin sulla Repubblica Sociale Italiana). Daltra parte questi concetti erano gi largamente presenti, oltre che nel programma Fascista del 1919, anche nei principi del Diritto Corporativo che tendeva a porre lUomo al centro della societ come valore primario in antitesi alla concezione capitalista che vede lUomo in funzione del denaro e del profitto ed a quella Marxista che lo vede annullato nello StatoPartito e che organizza un Capitalismo di Stato altrettanto negativo ed innaturale del Capitalismo Liberale! Principi come il ridimensionamento dello strapotere del padronato, la partecipazione dei lavoratori agli utili ed alla gestione dellimpresa, il diritto alla propriet specialmente della casa) in funzione sociale, la promozione della propriet privata come limite alle grandi concentrazioni capitalistiche ed il principio della ridistribuzione della ricchezza attraverso prelievi fiscali che si trasformano in iniziative dello Stato sociale, sono ben presenti nella concezione dello Stato Corporativo e se la loro attuazione graduale nelle loro fasi pi rivoluzionarie, ci dovuto essenzialmente a due fatti: Il primo indubbiamente la resistenza della borghesia, della Chiesa Cattolica e di alcune minoritarie frange Fasciste che tali erano pi in chiave anti comunista che non per adesione al programma del 1919, il secondo dovuto al fatto che trasformazioni cos radicali e rivoluzionarie non possono essere fatte senza una preparazione graduale, pena linsuccesso. Va comunque considerato che le pi importanti e le pi necessarie riforme in tal senso furono fatte gi nei primi due, tre anni di governo, mentre tutto il periodo successivo fu una marcia di avvicinamento costellata di continue riforme di natura sociale come testimoniato dallelenco delle Leggi sociali sin qui esposto. Ora, liberi dai freni della monarchia, della borghesia e della Chiesa, si ripresentava lopportunit ed il processo fu avviato soprattutto per merito dellopera di Angelo Tarchi, commissario dellIMI e del Consorzio di Credito per le opere pubbliche e poi ministro delleconomia Corporativa. La Socializzazione , concettualmente e politicamente, un ritorno alle origini del programma Fascista del 1919, la realizzazione concreta della concezione dellorganizzazione di uno Stato nel quale il lavoro, la capacit dimpresa ed il capitale non sono pi forze antitetiche con finalit e scopi diversi, ma diventano i fattori paritetici di una collaborazione sinergica dalla quale tutti, Stato compreso, traggono beneficio. Con la Socializzazione delle Imprese si portarono i rappresentanti dei lavoratori nei Consigli dAmministrazione delle Aziende, in numero pari a quello dei soci di capitale e con poteri effettivi di gestione e di decisione, cosa mai avvenuta n prima n dopo, n mai sognata! 31
Nelle imprese non costituite in forma di societ di capitali ed in quelle individuali, i Consigli di gestione avevano poteri meno accentuati e collaboravano con il Capo dellImpresa, ma in compenso, la Legge rendeva il Capo dellImpresa personalmente responsabile di fronte allo Stato dellandamento della Produzione e prevedeva che esso potesse essere rimosso e sostituito quando la sua attivit non risponda alle esigenze dei piani di produzione La Legge attuativa della Socializzazione fu varata con due decreti, uno del 12 Febbraio 1944 ed uno del 12 Ottobre 1944, nonostante la iniziale forte opposizione della Germania che temeva una diminuzione della produzione bellica e la fronda dei gruppi capitalistici Italiani che gi finanziavano in segreto la resistenza. I criteri sulla ripartizione degli utili aziendali, stabiliti dalla Legge e decisi dai Consigli di Gestione aziendale erano i seguenti: 1. Quelli destinati alla remunerazione del capitale, in misura non superiore ad un massimo fissato annualmente dal Comitato dei ministri per la tutela del risparmio e lesercizio del credito. 2. Quelli destinati ai lavoratori dellimpresa determinati in rapporto allentit delle retribuzioni percepite nel corso dellanno, in misura non superiore al 30% delle retribuzioni nette. 3. Le eccedenze ai criteri di suddivisione sopra elencati, erano destinate ad una Cassa di compensazione gestita dallIstituto di Gestione e Finanziamento a scopi di natura sociale e produttiva.
I lavoratori con la partecipazione alla gestione ed agli utili dellimpresa in cui operavano, erano diventati, da oggetto passivo del lavoro a soggetto protagonista con una dignit mai prima raggiunta ed un senso della responsabilit che non poteva che giovare sia alla propriet che ai lavoratori dipendenti. Era la quadratura del cerchio, la pietra filosofale delle problematiche sociali, la soluzione ottimale di tutte quelle questioni che avevano tormentato il mondo della produzione sin dalla nascita dellera industriale. Ogni conflittualit si stempera nellinteresse comune, ogni contrasto si risolve nella mediazione che nasce dallavere un comune obiettivo, ogni problema organizzativo, produttivo o strutturale si risolve pi facilmente nel quadro di forze ed intelligenze che operano in sinergia trainando nella stessa direzione. N la propriet, n le maestranze hanno il bench minimo interesse a danneggiare in alcun modo lazienda che un bene di tutti e remunera, in proporzione, economicamente e moralmente tutti quanti. Nemmeno lantifascismo Clericomarxista della Costituente resistenziale ha avuto il coraggio di annullare tutta e subito la riforma della Socializzazione tanto che nella Costituzione Repubblicana, allarticolo 46 (Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro ed in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle aziende) si propone, in modo in realt molto blando, una forma di cogestione aziendale senza che per altro nessuno dei Partiti, dai Liberali, alla DC al PCI od a Rifondazione Comunista e nessuno dei Governi, abbia mai proposto, in cinquantasette anni di Legislature, di trasformare tale articolo in Legge attuativa dello Stato!!! I Consigli di Gestione, emanazione indiretta della Socializzazione, furono operanti sino al Dicembre 1945 quando la C.G.I.L. si accord con la Confindustria per smantellarli in cambio della scala mobile. Risultato: oggi i lavoratori non hanno pi n i Consigli di Gestione, n la scala mobile!! Alla fine del 1944, e tenendo presente che la situazione bellica dava potere alla Repubblica Sociale Italiana solamente in alta Italia, la Legge sulla Socializzazione era gi stata applicata in 76 Imprese con un numero complessivo di 150.000 dipendenti. Agli inizi del 1945, era stata avviata nelle pi grandi imprese industriali come la FIAT. 32
34 Lotta alla Mafia In una Sicilia condizionata dal latifondo e da una mafia ancora di natura prettamente rurale, il regime intraprese una lotta senza quartiere alla delinquenza organizzata senza alcun riguardo per nessuno. Il governo di Benito Mussolini fu il primo ad emanare una Legge che contemplava lesproprio del latifondo e la sua poderizzazione ed il primo ad intraprendere con grande determinazione una lotta contro la mafia che fu ridotta al lumicino e costretta nelle carceri od a rifugiarsi negli U.S.A. Al prefetto Mori, a suo tempo incarceratore di squadristi in Emilia Romagna, ma ottimo elemento di Polizia e fedele servitore dello Stato, fu data carta bianca per agire e lincondizionato appoggio del governo ed i risultati non si fecero attendere. Gi due volte, prima dellavvento del Fascismo al potere, Mori era stato in Sicilia, ma la connivenza della vecchia politica con la mafia lo aveva impantanato nella palude della Sicilianit gattopardesca, opponendogli quel muro di gomma che il fitto intreccio dinteressi tra mafia e societ civile sa costruire anche oggi attutendo e neutralizzando lazione delle forze al servizio dello Stato. Con azioni di polizia su vasta scala che a volte, come nella liberazione della cittadina di Gangi, assunsero la fisionomia di vere e proprie azioni militari, il prefetto Mori intraprese una lotta senza quartiere contro la mafia che, per la prima volta dovette fare i conti con lo Stato che aveva sempre ignorato, irretito ed invischiato. Indagini approfondite e dettagliate anche nella pubblica amministrazione scoprirono i vasti legami tra mafia e politica ed epurarono uffici e consigli comunali. Alle retate del prefetto Mori seguirono, specie tra il 1928 ed il 1929, moltissimi processi e moltissime condanne ed una copiosa documentazione dimostra linteresse personale di Benito Mussolini che seguiva e sollecitava continuamente lazione della magistratura e delle forze dello Stato. Fu estirpato il fenomeno dei gabelloti che faceva da cerniera tra latifondo, mafia e popolazione, con lintento anche di colpire e modificare la psicologia mafiosa. Tra il 1925 ed il 1928 gli omicidi passarono da 268 a 25, le rapine da 298 a 14 le estorsioni da 79 a 6. Il Partito Nazionale Fascista, attraverso una capillare opera di propaganda e di persuasione verso tutti gli strati della popolazione ed in particolare verso quella del mondo rurale in cui la mafia di allora si esprimeva maggiormente, si ripropose di spostare il senso dellonore, la ribellione alle ingiustizie e le istanze sociali che caratterizzavano la psicologia Siciliana, dal privato allo Stato in una fiducia verso le promesse che il fascismo e Mussolini avevano fatto ai Siciliani. Una ulteriore e fondamentale linea direttiva nella lotta contro la mafia fu la politica di riscatto sociale che il regime intraprese con la costruzione di infrastrutture come strade, scuole, ospedali, acquedotti e che si concretizz soprattutto con lassalto al latifondo che si realizz con espropri, bonifiche ed appoderamenti. La guerra e la disfatta avrebbero vanificato lotta e speranze, anche per laiuto dato alla ricostituzione del potere della mafia dagli occupanti Americani, ma oltremodo significativo che il fronte agrariomafioso abbia iniziato a ricomporsi, tra il 1942 ed il 1943, proprio in avversione alliniziativa di liquidazione del latifondo siciliano, fino a ricostituirsi come autentico blocco, prima a sostegno dello sbarco alleato nel luglio 1943 e poi come struttura portante, anche istituzionale della Sicilia antifascista. Ai critici pregiudiziali in servizio permanente che da sempre obiettano che il prefetto Mori fu fermato da Mussolini quando raggiunse le alte gerarchie della commistione del potere con la mafia, possiamo provare linconsistenza e la falsit delle accuse con alcuni dati inoppugnabili e facilmente controllabili: in quegli anni finirono in carcere per connivenza mafiosa, il federale di Palermo Cucco, lex Ministro, comandante di corpo dArmata di Palermo Generale Di Giorgio ed il capo dei Fascisti Siciliani avvocato Ortoleva di Mistretta. Giovanni Falcone, che di mafia se ne intendeva, ha scritto, a pag. 103 del suo libro Cose di cosa nostra: lunico tentativo serio di lotta alla mafia fu quello del prefetto Mori, durante il Fascismo, mentre dopo, lo Stato ha sminuito, sottovalutato o semplicemente colluso Sfidiamo gli antifascisti a negare che la mafia ritorn trionfante in Sicilia ed in Italia al seguito degli Alleati e degli antifascisti, in ricompensa dellaiuto concreto che essa forn per lo sbarco e la conquista dellisola! Ai governi della repubblica nata dalla resistenza, la vergogna del dilagare della mafia, della sua stretta commistione con il potere politico e del colpevole abbandono del Generale Dalla Chiesa, dei giudici Falcone e Borsellino e di tanti fedeli ed ingenui servitori dello Stato che furono mandati al macello come offerte sacrificali sullaltare degli interessi politici ed economici di una classe politica indegna! 33
35 Legge Bottai sulla custodia, conservazione e contabilit del materiale artistico, archeologico, bibliografico e scientifico Regio Decreto n 1917 del 26081927 G.U. n 246 del 24101927 Legge n 1089 del 01061939
Sin dalla nascita della Nazione Italiana moderna nel 1874, lattenzione alla conservazione dei beni artistici di cui lItalia stracolma a causa della sua Storia e della grande abbondanza di geni artistici che vi ci sono nati e che hanno reso illustre il suo nome nel mondo, stata, a dir poco, negligente. La dinastia dei Savoia che nasce dalla piccola nobilt montanara e periferica di Francia non ha grandi tradizioni culturali ed i suoi re preferiscono la caccia e le avventure amorose, anche di basso rango, alla coltivazione della cultura ed allarricchimento spirituale che ne consegue. Probabilmente anche per queste cause, poco o nulla viene fatto per la cura dei beni artistici, ma anzi, si lascia che la speculazione e lignoranza disperdano per il mondo, tra i privati, moltissime opere darte. Nuove Leggi dello Stato favoriscono addirittura questo stato di cose, come, per esempio, con labolizione dellistituto del Fidecommesso che per secoli aveva tenuto insieme collezioni darte e ne aveva impedito la dispersione. Tale Istituto prevedeva infatti che la donazione di una collezione privata ad un museo potesse essere vincolata indissolubilmente alla precisa condizione che nulla di quanto donato potesse poi essere venduto, ma si dovesse conservare integro nel patrimonio museale. Con questo sistema, molte collezioni private, che furono il seme della moderna concezione del museo, e che fino allaffermarsi della nuova concezione dello stato di Eguaglianza di diritti dei Cittadini avvenuta in seguito allepoca dei Lumi e sfociata poi nella rivoluzione Francese, erano di esclusiva propriet e fruizione di una ristretta lite di signori illuminati, confluirono appunto nei musei ed ivi rimasero a disposizione del godimento intellettuale di tutti. Con labolizione del Fidecommesso si aprirono le porte alle pi sfrenate speculazioni e si depauper il patrimonio artistico Nazionale molto pi di quanto lavesse depauperato Napoleone primo, anche perch, dopo la sua caduta, il Congresso di Vienna decret la restituzione di molta parte del bottino di guerra Napoleonico che difatti rientr in Italia anche se soprattutto a Roma). Unaltra Legge Sabauda, quella che abol gli ordini monastici, mise alla merc degli speculatori limmenso patrimonio artistico che affollava i loro conventi e le loro chiese con i risultati che si possono facilmente immaginare. I beni artistici, come il resto del patrimonio monastico, furono confiscati e caddero in mano anche di inetti, di disonesti e di profittatori e questo provoc unaltra ondata di dispersione di beni artistici Italiani per il mondo. N una prima Legge del 1917 riusc a risolvere il problema perch carente, insufficiente in regole e mezzi e poco chiara. Nel 1927, il Governo Fascista, eman finalmente una Legge in difesa della conservazione dei beni artistici, nellambito di quel generale contesto di rinnovamento, di riordino e di valorizzazione di tutti quegli elementi tradizionali, culturali e storici i cui valori vengono rivalutati e promossi e tali concetti vengono poi ribaditi e perfezionati con la successiva Legge n 1089 del 1 Giugno 1939, essendo Bottai ministro delleducazione Nazionale. La Nazione, di cui lo Stato lespressione politicoamministrativa assume nel periodo Fascista una nuova e prioritaria importanza ed i beni artistici e culturali che sono lespressione, forse la pi tangibile, della sua Storia, della sua specificit e del suo magistero nel mondo, vengono guardati con particolare attenzione e la loro conservazione diventa un obiettivo prioritario del governo. Per questi motivi, e per conservarli alle generazioni a venire, necessario preservarli dalla speculazione privata e dalla negligente incuria delle istituzioni e per questi motivi nasce la Legge Bottai. Al di l del significato pi immediato sopra descritto di questa Legge, appare evidente che il tutto rientra nel quadro complessivo del desiderio del regime Fascista di riabilitare limmagine dellItalia per troppo tempo ridotta a Nazione da operetta da una lunga serie di governi e di parlamenti litigiosi, affaristici, portatori di interessi particolari pi che non di quelli nazionali. Questa Legge, assieme ad altre ed alle imprese eclatanti progettate e realizzate, come la legge di fondazione dellAccademia dItalia, quelle sulle riforme dei codici e della scuola, la conquista del Nastro azzurro con la traversata oceanica da record del nostro Rex o la trasvolata aerea di Italo Balbo che va a trionfare a New York, fanno tutte parte di una generale strategia nel 34
contesto di una promozione dellimmagine del lavoro, della cultura e del genio Italiani nel mondo. Basta leggere i giornali internazionali dellepoca per constatare quanto tale obiettivo fu largamente raggiunto. La legge n 1917 del 26 Agosto 1927, sul regolamento per la custodia, conservazione e contabilit del materiale artistico, archeologico, bibliografico e scientifico una Legge composta da 38 articoli che coprono tutte le possibili situazioni e realizzano tutte le possibili precauzioni al fine di preservare, contabilizzare e controllare il patrimonio artistico nazionale distribuito a pioggia in tantissimi siti e, fino ad allora, privo di una vera tutela che ne assicurasse la salvaguardia. La Legge n 1089 del 01 Giugno 1939 su Antichit, belle arti, mostre darte e musei, consta di 73 articoli che ribadiscono e completano la precedente legge codificando sia i vincoli che le competenze su tutta la materia. Si pone cos finalmente fine ad un lungo periodo di caos legislativo che aveva permesso un grave depauperamento del patrimonio artistico e culturale Italiano sia dal punto di vista della sua parziale alienazione da parte della speculazione privata e sia da quello della negligente trascuratezza che ne aveva impedito la corretta conservazione. I punti salienti delle due Leggi sono i seguenti: 1. Si stabilisce, una volta per tutte, il criterio in base al quale gli oggetti darte, i monumenti, i beni Archeologici, quelli bibliografici, demografici, etnici, archivistici, ecc. fanno parte del patrimonio Nazionale 2. Tutti gli oggetti darte contenuti nei musei, pinacoteche, ville o palazzi monumentali, e biblioteche debbono essere catalogati a cura della direzione dellistituto che terr altres un registro delle entrate e/o delle uscite e di un catalogo generale dei suddetti oggetti. 3. Ogni radicale innovazione nellordinamento delle raccolte dovr essere autorizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione che ne determiner i limiti e le norme. 4. fatto assoluto divieto di distruggere le schede di cose perite o distrutte, ma obbligatorio fare menzione del fatto nella scheda relativa. 5. Entro il mese di Luglio di ogni anno, i direttori e capi distituto dovranno fare una relazione riassuntiva al Ministero della Pubblica Istruzione del nuovo materiale iscritto nei cataloghi nel precedente esercizio. 6. I direttori e capi distituto succitati sono tenuti a verificare la corretta conservazione dei beni affidati loro ed a comunicarlo tempestivamente al Ministero qualora ritenessero inadeguati o insufficienti i mezzi a disposizione per realizzarla. 7. Nulla pu essere asportato, nemmeno temporaneamente, dai musei, pinacoteche, ville e palazzi monumentali e biblioteche senza la specifica autorizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione. 8. Indipendentemente dal controllo periodico di cui allarticolo 627 del regolamento di contabilit generale, il Ministero della Pubblica Istruzione pu ordinare al direttore o capo dellistituto laccertamento della buona conservazione e custodia del materiale da eseguirsi con lassistenza di un funzionario a ci designato. 9. fatto divieto di esportare allestero, alienandoli dal patrimonio artistico nazionale, i beni artistici, archeologici e bibliografici che sono sottoposti alla tutela delle rispettive sovrintendenze; per i trasgressori si prevedono pene severissime. 10. Lo Stato si riserva, in caso di vendita dei suddetti beni il diritto di prelazione. 11. Gli oggetti archeologici scoperti da chiunque, appartengono allo Stato. Nella Legge viene poi dichiarata la superiore competenza delle sovrintendenze specifiche alle quali spetta il compito di concedere eventuali nulla osta per lavori che coinvolgano materiale artistico od archeologico. Seguono disposizioni e criteri per evitare i deterioramento, la dispersione, lalienazione, del patrimonio artistico e culturale nazionale e tali criteri, integrati ed aggiornati con successivi interventi legislativi sino a tuttoggi, costituiscono ancora la base della tutela dei beni artistici nazionali. In buona sostanza il concetto pi importante decretato con queste Leggi quello che i beni artistici, archeologici, monumentali e bibliografici fanno parte del patrimonio generale della Nazione e, come tali, sono a disposizione della fruizione di tutti i Cittadini e pertanto la loro propriet, quando sono privati, non assoluta, ma condizionata alla loro conservazione qualitativa e materiale al patrimonio nazionale. In altri termini e nellattuazione pratica, i privati ne possono avere, in certo qual modo, il possesso, ma non la propriet assoluta che rimane dello Stato che li tutela. Recentemente, la compagna onorevole Melandri, nellambito del processo di mimetizzazione e di smantellamento delle Opere del Fascismo, ha fatto abrogare le leggi in questione sostituendole con altre di analoga materia e significato che per hanno il pregio di recare il marchio resistenziale (fulgido esempio di maquillage storico politico come il cambio del nome delle citt della riforma dellagro Pontino) che per non incanta nessuno 35
36 Conclusioni Come si visto e come inconfutabilmente dimostrato dai fatti, il regime Fascista ha lasciato dietro di se una mole di opere, Leggi e riforme che sono oggettivamente un monumento perenne alla sua efficienza, alla originalit del suo progetto sociale e politico ed alla sostanziale integrit morale del suo Duce, Benito Mussolini e della stragrande maggioranza della sua classe dirigente. Leggi e Riforme che sono la realizzazione concreta del basilare concetto sociale espresso da Benito Mussolini: andare verso il popolo. Ad ulteriore testimonianza della natura sociale del Fascismo e della sua ansia di sanare le ingiustizie e di riportare nel criterio della conduzione dello Stato il concetto di equit sociale, il fatto che le pi importanti Leggi sociali, anche se poi integrate e perfezionate in seguito, furono promulgate negli anni 1923 e 1924 e cio immediatamente dopo lascesa al potere che segu la Marcia su Roma del 28 Ottobre 1922. I contestatori gli addebitano, a sua condanna, la mancanza di democrazia, le leggi razziali e lintervento nella guerra 1940 1945 ed sintomatico che nemmeno i pi accaniti si provino a condannarne la politica sociale ed economica, n la gestione della cosa pubblica; noi ci chiediamo di quanti governi di destra, di centro e di sinistra della repubblica resistenziale sia possibile fare altrettanto. Non questa la sede per esaminare con obiettivit e completezza le tre accuse di natura squisitamente politica ed ideologica che riteniamo comunque opinabili, quantomeno nei termini in cui sono state sempre poste. La sede naturale per tali analisi quella storica e si sa che non si pu parlare di Storia prima che uno o due secoli abbiano permesso di decantare gli avvenimenti dalle passioni, dai pregiudizi ideologici e dagli interessi contingenti. Ci limitiamo a fare alcune osservazioni la cui ragionevolezza lasciamo al giudizio dei lettori. 36.1 Mancanza di democrazia A parte la blandizia della repressione dellantifascismo dellepoca (molto modesto sia quantitativamente che qualitativamente), si consideri quanto sia oggi leffettivo, reale potere del popolo e quanto sia poco considerata la Sovranit popolare e si vedr, che in pratica, oggi il popolo pi quanto crede di comandare che quanto comandi, mentre il potere vero nelle mani di chi ha i mezzi economici per condizionare la pubblica opinione, i Partiti, la cultura, i Media e spesso le istituzioni. (Un esempio per tutti, gli innumerevoli Referendum disattesi dai governi che hanno addirittura legiferato in modo contrario alle decisioni popolari) A parte una libert di parola, che non riesce per ad influire minimamente sulle scelte dei governi ed quindi una libert inutile o meglio una non libert, oggi abbiamo la libert di essere una colonia Americana, la libert di votare candidati scelti dai centri di potere economici e politici che fanno glinteressi dei loro Clan e non quello dei Cittadini, la libert di droga, di aborto, di delinquere e di evadere le tasse senza il timore di pene giuste e certeanche perch un condono, da destra o da sinistra, prima o poi, viene sempre ad aggiustare le malefatte degli amici degli amici!). Allora le cose erano chiare: il potere era nelle mani del partito Fascista con la stragrande maggioranza dei consensi e quindi in qualche modo consono ai principi democratici) mentre oggi, in quasi tutte le democrazie del mondo, per essere eletti si deve disporre di molto denaro e quindi il potere si compra realizzando una democrazia che a dir poco fasulla o, come si diceva allora, una Plutocrazia. Unultima considerazione sullargomento: si valutino le repressioni e la restrizione delle libert democratiche avvenute nello stesso periodo nel resto del mondo, dai gulag Russi e di tutto luniverso comunista cui si ispir per molti anni il mondo politico della sinistra Italiana che oggi non se ne vergogna pi di tanto, ai Lager Tedeschi, al Maccartismo USA, al durissimo ed inumano colonialismo Inglese e Francese od anche allattuale repressione che vediamo applicata in Cina, in Tibet, a Cuba, in Korea del nord ed in altri Paesi comunisti e si vedr che, nel quotidiano della vita dei cittadini, non era lItalia Fascista il Paese dove si viveva peggio! 36
36.2 Leggi Razziali Per quanto si debba obiettivamente riconoscere che questo il tallone dAchille del Fascismo, ci sono alcuni elementi che risultano come attenuanti. Una delle forze scatenanti della guerra mondiale fu certamente dovuta agli interessi dei grandi centri di potere economico degli USA e dellInghilterra dove una significativa parte del potere finanziario era in mano agli ebrei che, in tutto il mondo, si sono sempre sentiti prima solidali tra di loro che con il loro Paese (come si pu vedere ancor meglio oggi con latteggiamento dellebraismo mondiale nel conflitto Arabo Israeliano). Nonostante ci, non fu mai nelle corde del Fascismo il motivo prettamente razziale come testimoniano i molti squadristi ebrei ed i moltissimi ebrei che aderirono al Partito Nazionale Fascista e come dimostra la vera e propria resistenza dei comandi Italiani a collaborare con i Tedeschi nel ricercare ed arrestare gli ebrei anche dopo l8 Settembre 43, quando il loro strapotere era evidente questo risulta anche da scritti di autori ebrei). Se mai, la discriminante delle Leggi razziali fu definita da un supposto pericolo, in tempo di guerra e nel 1938 la guerra era alle porte), di connivenza con il nemico degli ebrei Italiani, nellambito dellinternazionalismo apolide dellalta finanza in mano agli ebrei di tutto il mondo. Il Fascismo non istitu un solo campo di sterminio. Quello solo della Risiera in territorio Italiano, a Trieste, era stato istituito dai Tedeschi dopo l8 Settembre 43, quando, a causa del tradimento del Re e di Badoglio, il loro strapotere in Italia era diventato assoluto e non ostacolabile. Detto questo, ripetiamo che le leggi razziali furono un errore politico ed umano, ma comunque nulla di paragonabile alle persecuzioni della Germania Nazista n ai Gulag sovietici. Unultima annotazione: se si vuole trattare largomento, perch non formulare un giudizio anche sulle Nazioni e sui regimi che, senza promulgare leggi razziali, e quindi nella pi assoluta illegalit formale, operarono orrendi massacri etnici contro popoli e razze? Ci riferiamo al massacro dei Pellerossa operato dagli Americani, al massacro degli Armeni operato dalla Turchia tramite i Kurdi, al massacro del popolo e della civilt Tibetana operata dalla Cina Comunista, al massacro di Palestinesi Sabra e Shatila) operati da Israele in prima persona o tramite la Falange Libanese, al massacro di Bosniaci da parte dei Serbi e di Serbi da parte di Bosniaci, ecc. ecc. ecc. Eppure ci pare che oggi la comunit civile e democratica internazionale non abbia alcuna remora a trattare con i suddetti massacratori e che nessuno, nei consessi internazionali, addebiti loro tali misfatti 36.3 I ntervento nella guerra 40 45 Non ci pare che lartefice della guerra fu Benito Mussolini ed anzi provato che egli fece di tutto per evitarla. Il voler sminuire le dirette responsabilit nello scatenamento della guerra dellimperialismo economico dellImpero Britannico e di quello USA e dellimperialismo politico della Russia di Stalin che si opponevano ad una Germania che voleva solo uscire dallumiliazione della pace di Versailles impostale dopo la sconfitta nella guerra 19151918; pace ingiusta, stupida ed innaturale semplicemente assurdo. Se qualcuno ancora crede alla guerra fatta in difesa della democrazia anche dopo aver visto, in anni recenti gli interventi degli USA e della NATO in Corea, Sud America, Caraibi, Balcani, Iraq ed Afghanistan dove erano in pericolo gli interessi economici e strategici degli USA e dei suoi alleati, mentre nulla stato fatto per difendere la democrazia in Turchia, in molti Stati del Sud America e dellAfrica, in Cina o in Tibet, ebbene noi non possiamo essere responsabili della altrui stupidit. N ci pare che la Russia di Stalin, con cui lAmerica si alle fosse un esempio di democrazia! Daltra parte gli Americani combatterono contro la Germania anche nel 191518 ed allora non cera da difendere la democrazia, ma cerano, anche allora, in ballo gli interessi strategici ed economici degli USA! Ma per tornare alla guerra del 40 45, evidente che, non potendo restare neutrale per evidenti motivi strategico geografici, lItalia non poteva che allearsi con la Germania contro un mondo che da decenni la 37
ostacolava e che rappresentava luniverso materialista Marxista e capitalista, in antitesi ideologica con i propri valori. La sorte e lo strapotere economico hanno deciso la sconfitta dellasse, ma ai facili critici di oggi diciamo che facile ragionare con il senno del poi e che, al luned, tutti sono capaci di vincere la schedina del totocalcio. In altra sede la discussione si potr approfondire portando ben altre ragioni e considerazioni, qui ci premeva solamente mettere in dubbio le solite, uniche, rifritte critiche che da pi di cinquantanni, con loriginalit del luogo comune, ci vengono rinfacciate ogni qualvolta si cerca di esaminare linsieme del periodo del regime Fascista mentre nessuno vuole affrontare la disanima delle leggi che, nel ventennio, hanno realizzato una vera e propria rivoluzione sociale. Resta comunque da considerare tutto loperato del regime in tutti gli anni del potere e da considerare i danni che apport allItalia ed agli Italiani con le opere, con le Leggi, e con lesempio di come si pu gestire la cosa pubblica nellinteresse e per il bene dei Cittadini e della Patria anzich in quello delle massonerie economiche, dei partiti o, peggio, di quello personale. Di Benito Mussolini e della grandissima maggioranza dei gerarchi Fascisti (come dimostr la Commissione sui profitti del regime costituita subito dopo il 25 Aprile 45) nessuno pu dire che si arricch a scapito degli Italiani, cosa che difficile, se non impossibile da dire dei politici della Repubblica resistenziale. Benito Mussolini ed il Fascismo hanno espropriato latifondi, hanno creato poderi fertili laddove erano paludi malsane, hanno rimboscato, hanno costruito citt in due, tre anni, hanno trasformato braccianti sanculotti in contadini proprietari. Benito Mussolini ed il Fascismo hanno collegato organicamente lItalia costruendo autostrade, sviluppando ed elettrificando la rete ferroviaria, ristrutturando porti e dotando lItalia del primo Codice della Strada. Benito Mussolini ed il Fascismo hanno costruito immensi acquedotti portando lacqua in territori che, per secoli, erano stati aridi, trasformando unagricoltura di sussistenza in agricoltura fertile e redditizia. Benito Mussolini ed il Fascismo hanno fatto le prime riforme che hanno ammodernato e rimesso ordine nei campi della Giustizia con il codice Rocco ed in quello della scuola con la riforma Gentile. Benito Mussolini ed il Fascismo hanno sviluppato organicamente lindustria con la creazione delle aree industriali, primo grande esperimento Italiano di progettazione di tutte le componenti strutturali, logistiche, economiche ed umane del mondo del lavoro. Benito Mussolini ed il Fascismo hanno dato ai lavoratori, prima sfruttati come animali da una borghesia cinica e nonostante una Chiesa Cattolica inetta, un orario di lavoro umano, lassicurazione contro le malattie, glinfortuni e linvalidit e la disoccupazione, la pensione per la vecchiaia, gli assegni famigliari, gli sgravi fiscali per le famiglie numerose, listituzione del Dopolavoro, le colonie marine e montane per i figli, le scuole obbligatorie per gli apprendisti, lassistenza alle lavoratrici durante la maternit, una posizione di dignit nel mondo del lavoro e, da ultimo, durante la Repubblica Sociale Italiana, li ha fatti partecipi, con la Socializzazione, della gestione delle aziende portandoli nei consigli damministrazione Aziendali! Benito Mussolini ed il Fascismo hanno organizzato la crescita organica ed ordinata dei centri abitati dotando lItalia della sua prima Legge Urbanistica ed imponendo i Piani regolatori e di sviluppo sia a livello comunale che Regionale. Benito Mussolini ed il Fascismo hanno saputo continuare e sviluppare quellopera di costruzione del senso dellUnit Nazionale iniziatosi durante la prima guerra mondiale educando le nuove generazioni allamor di Patria ed allorgoglio dellappartenenza alla comunit Italiana e tutto ci non con la retorica, come sostengono i detrattori in malafede, ma con le opere, i fatti e gli avvenimenti che hanno suscitato anche allestero ammirazione e consensi. Questa la verit dei fatti e non delle chiacchiere, delle menzogne e delle omissioni che ancora intossicano la scuola, la politica e la storiografia! 38
Basta leggere i giornali internazionali dellepoca per rendersi conto di quanto diciamo! Daltra parte basterebbe una sola considerazione oggettiva a dare incontrovertibilmente atto della positiva opera che il regime Fascista ha attuato: dopo quasi sessantanni di repubblica resistenziale, quasi tutte le Leggi promulgate dal Fascismo sono ancora vigenti. Segno questo che esse erano buone e che nessuno, finora, stato in grado di fare meglio. Pu darsi che nellinsieme del bilancio generale del ventennio Fascista siano riscontrabili anche degli errori, anzi, sicuro che di errori ce ne furono, ma altrettanto sicuro che ci fu pi buona fede che prima e dopo, che ci fu pi entusiasmo di costruire un nuovo mondo pi giusto che prima e dopo, che ci fu pi disinteresse personale che prima e dopo, che ci fu pi onest intellettuale e morale che prima e dopo. Ci furono errori di valutazione delle circostanze, errori di valutazione sulla fedelt di alcuni degli uomini scelti nelle gerarchie del potere moltissimi, tra questi ultimi, riciclatisi con improvvise quanto tempestive conversioni nel mondo politico della repubblica resistenziale), errori di valutazione dei sentimenti, della fedelt e della riconoscenza di chi ebbe molto ed offr in cambio il gelido disinteresse dellarcivescovado di Milano e piazzale Loreto. Una cosa crediamo non possa essere messa in dubbio da nessuno: lamore di Benito Mussolini per lItalia e per gli Italiani ed il suo senso di giustizia sociale; di questo parlano le opere, di questo testimoniano anni ed anni di onesto governo. Ai lettori lasciamo queste pagine per una serena meditazione, alla Storia lasciamo il compito di una obiettiva valutazione e di un giudizio finale veritiero che certamente verr.
Arturo Schwarz-Cinque Riflessioni Sulla Bellezza - Da "Chi Ha Paura Della Bellezza?" - A Cura Di Tomaso Kemeny - La Casa Della Poesia Di Milano-Edito Da, Arcipelago Edizioni, 2010