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I RAPPORTI CON GLI ORGANI DI POLIZIA

GIUDIZIARIA, LACQUISIZIONE DI DOCUMENTI


Relatore:
dott. Vittorio PARAGGIO
sostituto procuratore della
Repubblica presso il Tribunale di Roma
SOMMARIO: Premessa - A) Procedimenti per singoli reati contro la pubblica ammini-
strazione - 1) Rapporto con la polizia giudiziaria: a) delega per singoli at-
ti - b) attivit di indagine diretta - c) diversificazioni degli organi delega-
ti e valorizzazione delle specifiche professionalit - 2) Acquisizione docu-
mentale: a) Premessa: Il mito dellacquisizione documentale come re-
taggio del rito formale - b) richiesta di esibizione - c) decreto di sequestro
- d) perquisizione come strumento centrale dellacquisizione documentale
- e) intercettazione telefoniche - B) Inchieste in materia di reati contro
la pubblica amministrazione - 1) Rapporti con la polizia giudiziaria - a)
deleghe programmate e frazionate - b) organizzazione e raccordi - 2) Ac-
quisizione documentale - a) acquisizione mediante esibizione modalit
esecutive - messa a disposizione (copie) - vincolo si conservazione (origi-
nali) - b) sequestro documentale: acquisizione incrociata c) acquisizione
di documentazione allestero.
Premessa Indagini in procedimenti singoli ed in procedimenti colle-
gati
In primo luogo conviene tenere distinte nettamente due ipotesi
di lavoro che richiedono organizzazione di mezzi, risorse umane e
strumenti di indagini affatto diverse.
Da un lato, vanno affrontati i problemi connessi ad indagini per
specifiche e determinate fattispecie di reati contro la P.A., quale la sin-
gola concessione edilizia illegittima o il singolo appalto irregolare, ecc..
Dallaltro vanno tenuti i casi, recentemente divenuti frequenti,
nei quali la notitia criminis abbia sin dallinizio una portata inde-
terminata, tale da coinvolgere intere gestioni amministrative di En-
ti Pubblici o di altre pubbliche amministrazioni.
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Nonostante i clamori e la suggestione che propongono le tema-
tiche connesse a questultima ipotesi di lavoro, conviene affrontare
in primo luogo quelli che sono i casi per cos dire ordinari di in-
dagini in materia di P.A., perch solo la corretta impostazione or-
ganizzativa del lavoro delle indagini che consente di trovarsi prepa-
rati a quellevenienza non rara in materia di P.A., ossia del dilatarsi
di una singola indagine in una vera e propria inchiesta relativa ad
un determinato settore.
La casistica tratta dalla cronaca giudiziaria offre infatti nume-
rosi esempi di trasformazione di una indagine in inchiesta ed an-
che in maxi-inchiesta.
Solo, dunque, se si pongono le premesse organizzative possibi-
le gestire gli sviluppi investigativi, quali che ne siano le dimensioni.
Tale valutazione comporta una prognosi con apprezzabile ap-
prossimazione da parte dellinquirente che resa tanto pi necessa-
ria dallatteggiarsi delle indagini preliminari nel nuovo codice. E ap-
pena il caso di notare che questo problema non si poneva nel vec-
chio codice ove la predisposizione di una istruttoria sommaria di
competenza del P.M., in contrapposizione allistruttoria formale, di
competenza del giudice istruttore, prefigurava per linee legislative gli
sviluppi delle indagini, da singole istruttorie a vere e proprie inchieste.
Chi ha vissuto quelle esperienze, come a me e credo a molti dei
presenti, capitato, sa perfettamente come il sistema aveva in se stes-
so le premesse per fronteggiare qualsiasi dimensione di istruttoria. Non
consta, infatti, che i grandi processi quali lo scandalo dei petroli, il ca-
so Teardo, le c.d. carceri doro e lo scandalo delle ferrovie, per citare un
esempio da me direttamente vissuto, abbiano posto particolari pro-
blemi organizzativi ma semmai problemi di raccordi tra G.I. e P.M.
A) Procedimenti per singoli reati contro la pubblica amministra-
zione
1) Rapporti con la polizia giudiziaria:
a) Delega per singoli atti
Nelle indagini riguardanti i reati contro la pubblica ammini-
strazione, sia che si tratti di fatti specifici che di un insieme di fat-
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ti reato, assume un rilievo particolare limpostazione del rapporto
con la P.G..
Chi ha vissuto lesperienza di questo tipo di indagine sa per-
fettamente come non esistano in nessuna forza di polizia for-
me di specializzazioni specifiche nel settore, il che trova riscontro
nel rilievo che ho letto nella pubblicazione dei lavori di una pre-
cedente settimana di studio, secondo il quale la notizia di reato in
materia di P.A. non proviene quasi mai, come fonte autonoma, dal-
la P.G.
Si tratta evidentemente di aspetti speculari della medesima realt,
che riconosce per tradizione nel coordinamento dellA.G. il fulcro
esclusivo delle indagini sulla P.A.
Non certo un caso che le indagini di questo tipo esaltano que-
sto ruolo del P.M. che in altri tipi di indagini non un connotato
costante. Ci dovuto ad un dato di fatto che lesperienza di cia-
scuno di noi pu confermare: intendo dire che la notizia di reato in
tema di P.A. non quasi mai qualificata, perch si segnala allA.G.
laffidamento di un lavoro a trattativa privata, anzich con regolare
procedura concorsuale, il rilascio di concessione edilizia in violazio-
ne di qualche prescrizione di piano regolare, la fornitura di mate-
riali a prezzi gonfiati e via esemplificando, con il che vengono ri-
feriti fatti sintomatici di determinati reati, i cui elementi costitutivi
dovranno essere le indagini ad evidenziare.
Ecco, dunque, delineato nei suoi connotati peculiari, il rappor-
to che il P.M. deve necessariamente impostare con la P.G. per un pro-
ficuo svolgimento di queste indagini.
La mia esperienza personale mi porta a ritenere che il loro esi-
to positivo tanto pi prevedibile quanto pi tra P.M. e P.G. esista
un rapporto personale di collaborazione, che vada al di la degli sche-
mi consueti di collaborazione tra uffici, che per la loro natura ten-
dono a burocratizzarsi.
Poich il P.M., come si detto, che nella maggior parte dei ca-
si, deve fare concretezza e specificit alla notizia di reato, ci pu
avvenire solo nellambito di un rapporto con la P.G. di consuetudine
di diretta collaborazione.
Lalternativa, quindi, a mio avviso non tanto quella di riferirsi
alle sezioni o ai servizi di P.G., quanto quella di individuare nellam-
bito di ciascuna struttura le professionalit maggiormente versate nel
settore e stabilire rapporti di collaborazione continua.
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Ci consente, da un canto, di fare economia negli atti di inda-
gini da compiere, calibrando le richieste rispetto alle contingenti esi-
genze e, dallaltro, di fare economie di uomini, non essendo di per
s necessario che complesse indagini siano svolte da molti ufficiali
di p.g..
Credo che nessuno potr sorprendersi se ricordo che le nume-
rose e lunghe indagini da me svolte sugli appalti dellente F.S., che
abbracciavano dieci anni di gestione, sono state svolte, sia pure con
notevole sacrificio personale, da un unico sottufficiale dei Carabi-
nieri alle mie dirette dipendenze.
Queste premesse postulano per dei necessari corollari che van-
no individuati:
nella necessit di delegare alla P.G., non un complesso di atti-
vit, ma solo singoli e determinati atti;
nonch nella necessit di indirizzare in concreto anche lese-
cuzione di singoli atti delegati, verificandone i risultati.
La mia esperienza mi porta a ritenere losservanza di questi co-
rollari indispensabile a garantire i risultati.
Le indagini sulla P.A. hanno, infatti, una loro specificit dovuta
al fatto che gli interlocutori degli inquirenti sia quelli che assu-
mono la veste di persone informate dei fatti, sia quelle che assumo-
no la diversa veste di indagati, sia ancora quelle che sono destina-
tarie di provvedimenti di acquisizione documentale hanno tutte per
lo pi una particolare qualificazione professionale e sociale, onde
tendono ad adeguare le proprie risposte a seconda dellapproccio, pi
o meno informato, al singolo problema.
Tanto pi le richieste degli inquirenti saranno specifiche e det-
tagliate, tanto pi gli interlocutori tenderanno ad evitare comporta-
menti negativi e non collaborativi.
Posto che lideale sarebbe a mio avviso che le indagini sulla P.A.
vengano sempre svolte direttamente dal P.M. e che ci per evidenti
ragioni non possibile, occorrer allora fare un uso ponderato del
potere di delega, circoscrivendolo nel modo che ho appena detto e
accompagnandolo con opportuni accorgimenti.
Non sempre, infatti, pu ritenersi appagante di fronte ad una
notizia di un determinato illecito amministrativo, opporre come pri-
ma risposta di indagine unacquisizione documentale, che rischia di
essere intesa come approccio rituale o addirittura burocratico al pro-
blema posto.
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Se ci si lamenta, ad esempio, di una o pi assunzioni illegitti-
me, replicare acquisendo prima di tutto la documentazione dufficio
pu al massimo prestarsi ad un uso strumentale allinterno della P.A.
del provvedimento che ufficializza le indagini, senza di per s con-
durre a risultati di concretizzazione della notizia di reato.
Una prima presa di contatto con il denunciante o direttamen-
te o a mezzo della P.G. alluopo delegata vale in questo caso sia a
valutare la seriet dellinterlocutore sia a ponderare le ulteriori de-
cisioni alla luce di elementi che il denunciante pu non aver voluto
affidare allatto introduttivo delle indagini.
Ecco che, procedendo nellesempio, piuttosto che acquisire lin-
tero incartamento di un concorso o di varie assunzioni ci potr con-
sentire di concentrare le acquisizioni a quelle sole persone rispetto al-
le quali si profilano rapporti di favoritismo o di collegamento, tali
da qualificare la notizia di reato.
In definitiva, la delega di singoli atti, volta per volta individuati,
consente di colmare quelle lacune di specializzazione della p.g. esi-
stenti in materia di P.A. ed anche di adeguare il tenore delle richie-
ste di indagini ai concreti sviluppi delle stesse.
Del resto, questa la indicazione che il codice pone in generale
per le indagini preliminari, laddove nellart. 370 C.P.P. si prevede il
ricorso alla P.G. da parte del P.M., per il compimento di attivit di
indagine e di atti specificamente delegati.
b) Attivit di indagine diretta
Una volta individuata la direttiva di massima che lesperienza
suggerisce per questo tipo di indagine, conviene porsi il problema se
esista una tipologia di atti di indagine da compiere necessariamen-
te in via diretta ed altri da delegare alla P.G.
Fermo restando quanto appena detto circa la tendenziale preva-
lenza da attribuire, in materia di P.A., alla diretta attivit di indagi-
ne del P.M., in questo ambito va certamente ricompreso linterroga-
torio dellindagato e ci a prescindere dalle recenti modifiche che han-
no rimosso loriginario espresso divieto di delega posto dallo stesso
art. 370 c.p.p.
Nei reati contro la P.A., linterrogatorio dellindagato quando sia
ritenuto necessario o utile per sua definizione atto del P.M. per-
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ch dovrebbe rappresentare la concretizzazione definitiva o quali del-
le accuse e quindi non si presta in alcun modo a forma di delega.
Pu forse essere utile, in taluni casi, acquisire la versione dellin-
teressato, prima di assumere le determinazioni finali sullesercizio
dellazione penale, quando non sia chiaro il ruolo svolto nella vi-
cenda. In questo caso, piuttosto che procedere direttamente, potreb-
be astrattamente preferirsi la forma dellinterrogatorio delegato alla
P.G., onde acquisire una versione da sottoporre ai riscontri di suc-
cessive indagini.
inevitabile, tuttavia, che il ricorso a tale forma di interroga-
torio delegato trasmetta limmagine agli indagati di inquirenti in pos-
sesso di elementi non decisivi, tali da non destare preoccupazioni e
richiedere dichiarazioni impegnative.
Leventualit di una forma di interrogatorio delegata assume a
mio avviso maggiore consistenza e utilit in casi di indagini su or-
gani collegiali, che presentano problematiche del tutto peculiari.
Uno dei problemi pi frequenti che ci si torva ad affrontare quan-
do si conducono indagini sui reati contro la P.A. infatti quello dellat-
tribuibilit delle condotte dei componenti gli organi collegiali.
Le dinamiche interne a tali organi e le procedure di formazione
della loro volont non sono, infatti, sempre rispecchiate in modo fede-
le dai relativi verbali onde non sufficiente lacquisizione e consultazio-
ne degli stessi per decidere se e contro quali persone occorre procedere.
Non sempre, infatti, lespressione del voto favorevole su una de-
terminata proposta pu essere sufficiente a decidere sullesercizio
dellazione penale, mentre senzaltro la base sulla quale impostare
le indagini.
Occorre talora verificare che i singoli partecipanti alla votazio-
ne abbiano avuto la possibilit di disporre di elementi completi per
esercitare in modo consapevole le proprie funzioni, cosa che spesso
non avviene essendo nota lesperienza di organi collegiali che delibe-
rano in una sola seduta su una serie incredibile di argomenti, il cui
ordine del giorno con le relative proposte viene comunicato solo po-
co tempo prima delle sedute.
evidente che in casi del genere il potere del Presidente, del
proponente e del relatore massimo mentre tutto da accertare il
rilievo dei singoli membri.
Casi di questo tipo si prestano per loro natura a forma di dele-
ga degli interrogatori alla P.G. onde procedere ad una prima rico-
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struzione dei fatti, per concentrare poi le indagini e gli eventuali suc-
cessivi interrogatori diretti del P.M. sulle sole persone che abbiano
svolto ruolo attivo e pienamente consapevole.
Alla tendenziale preferenza per lattivit di indagine diretta con-
viene derogare anche in taluni altri casi nei quali, pur essendo la no-
tizia di reato ben definita nei suoi elementi, occorra tuttavia collo-
carla preliminarmente nellambito del settore amministrativo inte-
ressato, ricostruendone le procedure.
A ciascuno di noi , infatti, capitato di ritrovarsi da un momento
allaltro proiettati in un settore del quale si ignorino completamente
le regolamentazioni.
Mi viene in mente, a questo proposito, una complessa indagine
di qualche anno fa, riguardante un traffico illecito di certificati di
importazione in esenzione di carni congelate dei contingenti GATT.
Quanto ricevetti quella denuncia, che attribuiva ad amministra-
tori di vari Comuni la responsabilit della gestione illecita di dette
assegnazioni, non avevo alcuna cognizione in materia e non ero quin-
di in grado di poter assumere alcuna decisione, in particolare sulla
sussistenza dei reati ipotizzati n sulla loro attribuibilit.
In casi del genere ai quali sono assimilabili quelli riguardan-
ti le normative comunitarie una prima delega alla P.G. volta a ri-
costruire le disposizioni regolamentari e procedurali pu essere uti-
le per concentrare poi lattivit diretta di indagine su obiettivi mi-
rati.
c) Diversificazione degli organi delegati e valorizzazione delle spe-
cifiche professionalit.
Una volta delineate, in linea di massima, le direttive circa la scel-
ta tra indagini dirette e delegate, occorre poi risolvere il problema
che ciascuno di noi si ritrova al momento in cui riceve un nuovo fa-
scicolo in materia di P.A.: a chi affidare in concreto le indagini?
Una scelta sbagliata pregiudica inevitabilmente lesito o quanto
meno meno la celerit delle indagini.
Per le ragioni che ho prima indicato, secondo me non esistono
vere e proprie specializzazioni in nessuna forza di Polizia, onde lin-
terrogativo non comporta tanto la scelta delluna o dellaltra, quan-
to quella del tipo di attivit da affidare alluna o allaltra.
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Credo, infatti, che i termini posti dal nuovo codice per le inda-
gini preliminari e lorganizzazione delle stesse consiglino di abban-
donare la vecchia prassi, pressoch imperante sotto il codice abro-
gato, che voleva che ciascun fascicolo o indagine venisse delegata ad
un singolo Comando o ufficio di P.G.
Esigenze di celerit, di specializzazione e di valorizzazione delle
diverse esperienze professionali suggeriscono invece di diversificare
le deleghe nellambito della medesima indagine.
Si tratta di una scelta che , del resto, in linea con la previsio-
ne delle sezioni di p.g. di composizione mista, con apporti di cia-
scuna forza di polizia.
Certo questa scelta accresce i compiti di coordinamento del P.M.
ma allo stesso tempo li esalta, nel senso che richiede adeguata co-
noscenze delle capacit degli organi delegati.
Di fronte ad una denuncia che ipotizza, ad esempio, una serie
di favoritismi nellassegnazione di contratti di pubbliche forniture,
piuttosto che procedere alla consueta delega unitaria, ben possibi-
le ed utile affidare, per esempio, alla Guardia di Finanza la delega
allacquisizione e allesame della documentazione, ed ai Carabinieri
la delega ad assumere sommarie informazioni da una serie di sog-
getti esterni alla P.A.
In tal modo, non solo verr accelerato liter delle indagini ma
sar stata anche valorizzata la formazione professionale degli orga-
ni delegati, attraverso lutilizzazione della naturale vocazione della
Guardia di Finanza allo studio di documenti e dei carabinieri alla ac-
quisizione di fonti informative.
Solo antiche prevenzioni e resistenze si oppongono a tale pi
moderna impostazione del problema della delega di indagine.
Certo questo metodo comporta indubbiamente dei problemi, pri-
mo fra tutti quello di una maggiore attivit del P.M. per ricucire i
risultati delluna e dellaltra delega, per consente anche di incrocia-
re le risultanze di indagini in modo da verificarne gli esiti autono-
mamente conseguiti.
Gli esempi di diversificazione possono essere i pi vari: ad esem-
pio, in alcuni casi mentre una della forze di Polizia svolgeva le in-
dagini assumendo informazioni ed acquisendo documentazione, ad
unaltra forza di Polizia avevo affidato il compito di ricostruire gli
intrecci societari tra varie societ che erano emerse e di elaborare i
risultati delle indagini bancarie.
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Questo metodo richiede ovviamente che ciascuno degli organi
delegati venga posto in grado di conoscere il risultato delle indagini
collegate svolte dallaltro organo: a ci dovr essenzialmente provve-
dere il P.M., in modo da superare anche le tenaci resistenze e gelo-
sie che la pratica di tutti i giorni continua a mostrarci.
Credo che questo esperimento di diversificazione delle deleghe
nellambito delle stessa indagine meriti qualche riflessione perch pu
portare a risultati senzaltro positivi.
Naturalmente, quanto si appena detto valido per le singole
indagini sui reati contro la P.A., trova pi ampia e direi naturale ap-
plicazione nelle inchieste o maxi-inchieste sugli stessi reati, ove ov-
viamente molto pi facile individuare singoli filoni di indagini da
delegare alluna o allaltra.
2) Acquisizione documentale
a) Premessa: Il mito dellacquisizione documentale come retag-
gio del rito formale.
Una volta impostato e risolto il problema della organizzazione
del lavoro della P.G., va affrontato laltro argomento oggetto di que-
sta conversazione, vale a dire lacquisizione documentale.
Devo subito dire, al riguardo, anche a costo di deludere talune
aspettative, che non credo che nel nuovo codice questa problemati-
ca assuma il ruolo centrale che aveva nel vecchio codice.
Ivi infatti esisteva quella forma di istruttoria formale, affidata al
giudice istruttore, che per sua natura aveva tempi lunghi e nellam-
bito della quale lacquisizione documentale finiva per assumere un
ruolo dominante.
Spesso, anzi, avveniva che nellindagine preliminare o nella som-
maria istruzione il P.M. procedeva a una prima rilevante acquisizio-
ne di documenti, la cui finale ricostruzione veniva affidata alla fase
del rito formale.
Tutto ci aveva creato una vera e propria prassi che assegnava
allacquisizione dei documenti un ruolo sproporzionato alla stessa lo-
ro funzione probatoria.
Ci era a mio avviso anche connaturato alle caratteristiche pro-
prie del rito formale, che aveva molti tempi morti destinati in gene-
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re ad essere colmati attraverso la ricerca dei documenti e la loro ac-
quisizione.
Oggi, invece, sia la configurazione delle indagini preliminari sia
i termini posti per la durata delle stesse hanno, a mio avviso, enor-
memente ridotto la centralit dellacquisizione documentale nelle in-
dagini sulla P.A.
Intendo dire che, a mio avviso, le indagini preliminari non de-
vono pi avere quale obbiettivo la completezza della ricostruzione do-
cumentale, che rischierebbe di condurre il pi delle volte al di l del
termine di durata delle indagini, ma solo lacquisizione di quei do-
cumenti necessari a verificare il fondamento della notitia criminis.
Tutte le recenti indagini sulla P.A., che per lo pi hanno un va-
stissimo raggio di interessi, dimostrano a sufficienza che le fonti di-
chiarative assumono nel nuovo codice un rilievo spiccatamente do-
minante, confinando lacquisizione documentale nel ruolo comple-
mentare di riscontro e corredo delle dichiarazioni.
Solo questa inversione di rapporto gerarchico tra fonte dichia-
rativa e fonte documentale pu spiegare come mai oggi il P.M. rie-
sca a gestire contemporaneamente un numero di notizie di reato in
materia di P.A. decisamente superiore a quanto avveniva in passato.
Credo che lesperienza di questi primi anni di applicazione sia
destinata ad essere confermata nel prosieguo del tempo e che non
siano prevedibili future inversioni di tendenza.
Il P.M. dovr dunque a mio avviso attrezzarsi ad affrontare nel-
le indagini preliminari solo il problema di supportare la notizia di
reato con il minimo di documentazione sufficiente ma individuan-
done con completezza le fonti ed i luoghi di conservazione, in mo-
do da riservarne lintegrazione alla successiva fase dibattimentale.
Ci consente di snellire ludienza preliminare ed anche di alleg-
gerire il compito del P.M. di produzione per ludienza dibattimenta-
le, semprech le produzioni documentali possano essere integrate me-
diante lescussione dibattimentale di testimoni.
b) richiesta di esibizione
Lordine di esibizione dei documenti lo strumento tipico e na-
turale per la ricerca dei documenti utili alla configurazione della no-
tizia di reato ed a sostenerla sul piano probatorio.
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Esso non trova particolare elaborazione nel nuovo codice che si
limitato a riprodurre nellart. 256 lo stesso testo dellart. 342 vec-
chio codice.
Lordine di esibizione il mezzo con il quale il P.M. si rivolge
alla P.A. ed in genere ai soggetti individuati nel detto articolo per ri-
chiedere a rigore che venga preliminarmente mostrata la documenta-
zione esistente su un determinato oggetto ma per prassi costante lesi-
bizione intesa come mezzo preordinato alla acquisizione dei do-
cumenti.
Bench nessuna indicazione sia fornita nel codice, destinatario
dellordine deve essere colui che ha disponibilit giuridica del docu-
mento, che in genere si identifica nel soggetto dotato di rappresen-
tanza legale o comunque nel vertice della Amministrazione, inteso
come vertice amministrativo e non politico.
Si tratta tuttavia di una conseguenza non necessaria perch lart.
256 c.p.p. fa riferimento semplicemente alla esistenza di documenti
presso un determinato ufficio, onde ben legittimo dirigere lordine
allorgano preposto al detto ufficio.
Solo ragioni di speditezza delle ricerche possono orientare la
scelta del destinatario nelluna o nellaltra direzione.
Ci che la pratica, invece, rende assolutamente prioritario nella
predisposizione dellordine di esibizione la descrizione delloggetto
della richiesta.
Troppo spesso, infatti, ladozione di una formula omnicompren-
siva (ordina lesibizione di tutta la documentazione...) non conse-
gue leffetto sperato poich in definitiva rimette al destinatario la va-
lutazione di quali documenti debbano ritenersi compresi nella ri-
chiesta, trasmettendo allo stesso un segnale di approssimazione e ge-
nericit delle indagini.
Per esempio, mi capitato di richiedere la documentazione di
una U.S.L. riguardante delle pratiche di riconoscimento di invalidit,
ottenendo dei documenti che avrebbero assunto precisi connotati di
favoritismo solo dopo che individuai e sequestrai i registri di proto-
collo che erano stati contraffatti per far rientrare talune pratiche nel-
la competenza delluna o dellaltra commissione.
Anche sotto questo aspetto appare, dunque, preferibile una prima
concretizzazione della notizia di reato e poi addivenire allemissione
dellordine di esibizione, che a questo punto potr essere articolato,
con richiamo alle singole fasi della procedura che interessa, in modo
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da predisporre una griglia di ricerca documentale, che assicuri lesibi-
zione di tutta la documentazione che interessa per le indagini.
La predisposizione di un ordine di esibizione che, invece di ri-
chiedere genericamente la documentazione esistente in un ente, in-
dichi specificamente le fasi della procedura, con richiamo agli atti
preparatori, consultivi, deliberativi e di controllo, consentir di disporre
dellintera gamma di atti che va tenuta presente per le decisioni
sullesercizio dellazione penale.
Per esempio, se si richiede ad un ente o ministero tutta la do-
cumentazione attinente alla stipula di un contratto probabile che
vengano esibiti tutti gli atti preparatori fino a quello conclusivo, in-
dividuato nel contratto, il che pu non essere sufficiente per le in-
dagini. Se nellordine di esibizione si fa espresso richiamo ad even-
tuali atti e rilievi della ragioneria ci consentir talora di acquisire
spunti di indubbio rilievo per le indagini.
Cosi, ancora, acquisire presso un notaio un singolo rogito e non
anche il fascicolo di archivio pu avere poco significato per le inda-
gini. Lo stesso dicasi per lacquisizione presso una banca degli atti
relativi ad un contratto di mutuo ipotecario e non anche il fascicolo
di direzione.
Spesso, infatti, le maggiori indicazioni utili per le indagini sono
contenute in questi altri documenti, ove si rileva lintervento di per-
sone che non compaiono nellatto ufficiale.
Non sembri, pertanto, scolastico il rilievo che cos si viene ad
attribuire alla tecnica di redazione dellordine di esibizione, che in
genere un atto al quale non si portati ad attribuire grande valore.
c) Decreto di sequestro
Altro strumento tipico di acquisizione documentale costituito
dal decreto di sequestro, rispetto al quale per quanto attiene alle
indagini su reati contro la P.A. valgono ovviamente le stesse con-
siderazioni fatte a proposito degli ordini di esibizione, in particola-
re a proposito della tecnica di redazione.
In questo caso, del resto, una maggiore specificit delloggetto
del decreto connaturata al tipo di provvedimento, che per sua na-
tura preordinato allacquisizione di atti individuati quanto meno
con riguardo al contenuto o alla natura.
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d) Perquisizione come strumento centrale dellacquisizione docu-
mentale.
Ma al di l di quanto si sin qui detto su ordine di esibizione
e decreto di sequestro, credo che lo strumento centrale e fondamen-
tale per lacquisizione documentale nei reato contro la P.A. debba es-
ser riconosciuto quello della perquisizione, per la intrinseca natura
di tale atto, che per essere tipico atto a sorpresa, consente di pene-
trare negli ambienti ove i documenti sono custoditi, fotografandone
la situazione al momento dellesecuzione e fornendo il quadro di ri-
ferimento che i soli documenti ufficiali non consentono.
La perquisizione locale a mio avviso strumento insostituibile
di indagine in materia di P.A.
Le svolte pi clamorose alle indagini in questa materia sono qua-
si sempre state imprese da esiti fortunati di perquisizioni locali: ba-
ster ricordare i famosi dischetti di computer che hanno costituito
lossatura del processo delle carceri doro.
Cos pure, il processo delle c.d. lenzuola doro ricevette decisivo
impulso dalla perquisizione presso limprenditore, ove vennero rin-
venuti cinque foglietti sui quali erano annotati in codice una serie di
illeciti pagamenti.
Ma quandanche la fortuna non concede cos preziosi risultati,
la perquisizione pur sempre di decisivo rilievo, poich consente di
acquisire elementi di prova che difficilmente sono conseguibili con
altri strumenti. Personalmente posso dire che mi capitato di se-
questrare nel corso di perquisizione un verbale di aggiudicazione di
una gara che, pur essendo dattiloscritto e conforme a quello ufficia-
le nelle parti descrittive, recava una graduatoria finale diversa da
quella dellatto pubblico.
Devo dire poi che, talora, gli esiti delle perquisizioni superano
anche le pi rosee aspettative. Cos mi capitato di rinvenire pres-
so un indagato addirittura la serie completa delle agende professio-
nali degli ultimi dieci anni e cos di potere ricostruire degli incontri
con altri coindagati avvenuti sei o sette anni addietro.
Non sembri, pertanto, enfatico ed esagerato laccento che pongo
in questa sede sullimportanza delle perquisizioni locali.
Certo, perch i risultati non tradiscano le aspettative, occorre
che vi sia altrettanta meticolosit e professionalit in coloro che ese-
guono le perquisizioni.
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E fondamentale, a tal fine, che gli ufficiali di p.g. delegati allese-
cuzione, abbiano esatta cognizione non solo delloggetto delle indagini
ma anche del tipo di ricerca effettuata con la singola perquisizione.
Il problema a volte complicato dalla necessit di esecuzione
simultanea di perquisizioni, che rende inevitabile il ricorso a perso-
nale non a conoscenza del tema delle indagini: credo che in questi
casi, piuttosto che vanficare lesito delle perquisizioni sia conveniente
utilizzare il personale non addetto alle indagini per soli compiti di
vigilanza e controllo dei luoghi, mentre gli ufficiali di p.g. informa-
ti dei fatti potranno alternarsi nei vari luoghi perquisiti.
Di decisivo rilievo, per il buon esito delle perquisizioni, sono le
istruzioni che il P.M. conviene che impartisca al personale sullat-
tenzione da attribuire a determinati documenti, agli archivi magne-
tici, alla ricerca incrociata di documenti, soprattutto quando ci si
trovi in strutture societarie di grandi dimensioni.
Tra le istruzioni da impartire non sar mai sottolineata a suffi-
cienza limportanza delle dichiarazioni spontanee da riprodurre nel
verbale e ci non tanto per lovvio rilievo derivante dallutilizzibilit
prevista dallart. 500 c.p.p., quanto soprattutto perch esse costitui-
scono un fenomeno che realmente accompagna spesso lesecuzione
di tale atto ed dunque idoneo a fotografare in modo genuino una
realt. Intendo dire, che mentre negli altri casi, com noto, le di-
chiarazioni spontanee sono molto spesso sollecitate e quindi desti-
nate ad essere negate o smentite in seguito, le dichiarazioni sponta-
nee rese nel corso di perquisizioni fotografano la realt con i con-
notati a sorpresa tipici dellatto e sono poi destinate a non essere
ritrattate, anche perch spesso completate dal rinvenimento di do-
cumenti, per effetto di collaborazione fattiva.
Lesperienza delle indagini sulla P.A. insegna anche a considera-
re la perquisizione come strumento di osservazione della realt dallin-
terno, che consente di penetrare nei diversi uffici, permettendo di in-
dividuare le persone che, non essendo avvinte da vincoli di solida-
riet con gli indagati, sono in grado di fornire indicazioni preziose
per sviluppare le indagini.
Se, ad esempio, stiamo ricercando prove documentali di legami
tra dirigenti di una societ e funzionari pubblici, converr estende-
re la perquisizione anche ad altri uffici della societ, bench non di-
rettamente coinvolti dalle indagini, perch proprio in questi uffici
(quali quelli di amministrazione in genere) che possono pi agevol-
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mente trovarsi tracce documentali, che negli uffici dei dirigenti so-
no invece destinate ad essere sollecitamente distrutte. Ed proprio
in questi uffici non direttamente coinvolti che gli ufficiali di p.g. po-
tranno pi facilmente giovarsi dellaiuto di dichiarazioni spontanee
che spieghino lorigine o le finalit di taluni documenti.
Mi viene in mente, a questo proposito, lesempio verificatosi nel-
le indagini sullente F.S. allorch, nel corso di altre perquisizioni,
presso un consulente dellimprenditore, fu rinvenuto un elenco di no-
mi e di cifre che lo stesso consulente, non essendo direttamente coin-
volto, non ebbe esitazione ad indicare come quadro riassuntivo del-
le illecite erogazioni a dipendenti F.S. a lui riferite dallimprendito-
re in funzione della impostazione del bilancio di previsione.
Non credo che occorrano altri esempi per sottolineare limpor-
tanza della perquisizione che tutti i presenti sono in grado di con-
fermare con la propria esperienza professionale: a me addirittura
capitato che delle persone siano venute a rendere spontanee dichia-
razioni dopo una perquisizione, sul presupposto del sequestro di do-
cumenti ritenuti compromettenti che tuttavia non avevamo ancora
letto nella giusta luce.
Tutto ci deve, pertanto, indurre ad un uso pi diffuso della per-
quisizione e nei reati contro la P.A., superando antiche prevenzioni
che vedevano questo mezzo di ricerca della prova come essenzial-
mente rivolto alla ricerca del corpo di reato e non anche soprattutto
delle cose pertinenti al reato.
e) Intercettazioni telefoniche
Solo un accenno merita in questa sede il tema delle intercetta-
zioni telefoniche.
Esse, infatti, dopo un periodo di grande influenza nelle indagi-
ni sulla P.A., hanno via via perso la caratteristica propria di invasi-
vit a sorpresa, divenendo un mezzo eccessivamente prevedibile di
indagine e per giunta vulnerato dalle nuove tecniche di comunica-
zione cellulari.
Residua tuttavia una sfera di validit ricollegabile proprio al no-
stro tema, che quello della ricerca documentale, poich attraverso
conversazioni telefoniche possono talvolta essere individuati i luoghi
ove importanti documenti vengono custodi.
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Per il resto, credo che le intercettazioni, anche quelle ambien-
tali, non abbiano grande rilievo ai nostri fini, mentre conservano una
funzione non trascurabile agli effetti probatori in genere, poich ad
esempio attraverso tale mezzo che pu essere dimostrata la diret-
ta ingerenza nella P.A. di quelle persone che tendono ad essere pre-
sentate come meri porta-borse o addetti alle segreterie.
B) inchieste in materia di reati contra la pubblica amministra-
zione:
1) Rapporti con la polizia giudiziaria:
a) deleghe programmate e frazionate
Una volta delineata in generale la materia dei rapporti con la
P.G. e lacquisizione documentale, nelle indagini che potremmo de-
finire ordinarie, si pu poi tentare di individuare quali tipi di adat-
tamenti organizzativi e procedurali siano necessari per quelle che ab-
biamo definito inchieste sulla P.A., ossia per i casi in cui le indagini
riguardino una serie numerosa o addirittura indeterminata di noti-
zie di reato.
In questi casi, fermo restando quello che si detto circa lop-
portunit di deleghe specifiche e di diversificazione di organi dele-
gati si rende necessario addivenire anche ad una programmazione o
pianificazione delle deleghe, tale da delineare un vero e proprio pro-
gramma di indagine.
Se ad esempio, dobbiamo procedere ad indagini su una serie di
trattative private compiute da una P.A., nel dividere il lavoro tra due
organi delegati, potr essere conveniente sottolineare nelle deleghe i
passaggi e i movimenti successivi delle indagini, in modo da evitare
di bruciare energie e risorse non indispensabili, fissando delle prio-
rit che possano rendere superflue attivit successive: cos, ad esem-
pio, in primo luogo andr verificata ove possibile la fondatezza del-
la motivazione addotta per il ricorso alla trattativa privata (al 90%
dei casi lurgenza) e successivamente approfonditi i rapporti per-
sonali tra aggiudicante ed aggiudicatario.
Ci consente anche di trasferire immediatamente il risultato po-
sitivo dellindagine su un singolo caso a quelli analoghi.
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Il frazionamento delle deleghe, daltro canto, consente per sua
natura al P.M. di avere continuamente il polso delle indagini e cor-
reggerne la direzione in conformit degli sviluppi.
Nelle inchieste sulla P.A. il ruolo dellattivit diretta di indagine
del P.M. del resto ancora pi assorbente, onde gioco forza rive-
dere i programmi di indagine alla luce dei risultati conseguiti ed
informare anche gli organi delegati sullo stato delle nuove acquisi-
zioni.
b) organizzazione e raccordi
Lesigenza di pianificare il lavoro di indagine, frazionandolo in
singole fasi, porta con s quella di predisporre quando la mole del-
le indagini lo richieda anche una organizzazione del lavoro, rac-
cordando lufficio del pm. a quello della p.g. delegata.
Finch la previsione della polizia giudiziaria alla diretta dipen-
denza del P.M. rimarr una norma sostanzialmente inattuata sar il
singolo ufficio del P.M. a dover risolvere questo problema che, tut-
tavia, si potrebbe riproporre anche in caso di attuazione di quella
direttiva.
Poich anche in tale scenario dovrebbe sempre essere creata una
forma di tessuto connettivo tra le singole persone che svolgono le
stesse indagini, sempre che non si tratti di abbinamenti fissi.
Pur essendo questo dellorganizzazione un tema a mio avviso
centrale, non possibile tuttavia individuare delle forme che siano
valide in generale per i vari tipi di inchieste.
Vi sono, infatti, quelle che comportano una prevalenza di atti-
vit diretta o di attivit delegata, oppure quelle che prevedono un pre-
minente ruolo delle fonti documentali rispetto alle assunzioni di infor-
mazioni e interrogatori.
In dipendenza di tali caratteristiche potr individuarsi lorganiz-
zazione pi conveniente.
Lesperienza pi recente mi sta consentendo di sperimentare la
soluzione al problema principale delle inchieste, che a mio avviso
quello del rapporto tra P.M. e P.G.
La creazione, nellufficio del P.M., di una sorta di interfaccia con-
sente infatti di ridurre al minimo le comunicazioni scritte tra i due
uffici, in quanto a questa interfaccia confluiscono le bozze di prov-
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vedimenti del P.M. ed automaticamente procede ad acquisire dalla
P.G. gli elementi di fatto necessari a completarli, conferendo ad es-
si la veste definitiva. In senso contrario, la stessa interfaccia riceve il
materiale derivante dallesecuzione dei provvedimenti e, su indica-
zioni verbali del P.M., avvia le attivit conseguenti per lo sviluppo
delle indagini.
Questo espediente, che richiede limpiego di un idoneo ufficiale
di P.G. e di un supporto informatico, consente anche di costituire un
vero e proprio centro propulsore delle indagini, con notevoli econo-
mie di energie.
A questo centro propulsore affluiscono i verbali sia del P.M che
della P.G., verifica la rispondenza tra quanto richiesto e quanto ri-
cevuto e addirittura predispone talora domanda e risposta.
A questo stesso referente che definiamo interfaccia fa capo la ge-
stione del programma degli impegni del P.M. che, pertanto, viene co-
stantemente seguito dalla P.G. che pu cos supportare lufficio del
P.M. a seconda delle esigenze contingenti.
Completano questa organizzazione, da un lato, la previsione di
un nucleo che ricerca i documenti e dallaltro un nucleo servizi, che
provvede ad acquisire elementi identificativi di societ o persone fi-
siche ed analoghi accertamenti.
In definitiva, lorganizzazione che stiamo sperimentando, per la
quale sono sufficienti anche 3/5 persone, pu assumere graficamen-
te la configurazione seguente:
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POOL
DOCUMENTAZIONE
INTERFACCIA
P.M.
COMANDO
P.G.
POOL
SERVIZI
Naturalmente, tale ripartizione di compiti dovr prevedere an-
che una certa flessibilit, in modo che gli uomini possano essere im-
piegati concretamente, a seconda del prevalere delle singole esigen-
ze di indagini: il nucleo documentazione, potr cos essere impiega-
to per esame documentazione bancaria ed il nucleo servizi per lese-
cuzione di perquisizioni e cos via.
Questo tipo di organizzazione vuole essere semplicemente un
esempio, dettato dalla contingente esperienza, onde ciascuno dei pre-
senti potr offrire testimonianza di altre sperimentazioni.
Quel che inevitabile per la necessit di porre le basi orga-
nizzative per dare il giusto respiro alle indagini.
2) Acquisizione documentale
a) acquisizione mediante esibizione: modalit esecutive, messa a
disposizione (copie)
Nelle inchieste sulla P.A. pu verificarsi la necessit di emettere
ordini di esibizione che riguardino interi settori di attivit, con com-
plessi e delicati problemi di esecuzione del provvedimento.
A parte, infatti, la difficolt di procedere alla concreta acquisi-
zione di interi vagoni di materiale cartaceo, con connessi problemi
di fotocopiatura e custodia, un simile provvedimento pu compor-
tare anche rischi di paralisi dellattivit della P.A. destinataria dello
stesso, intralciando lesercizio delle funzioni ordinarie, che presup-
pongono la consultazione di quegli stessi documenti.
Tali problemi sono facilmente risolvibili ed ovviabili nei casi in
cui possibile procedere ad una acquisizione graduale della docu-
mentazione, emettendo singoli provvedimenti limitati a quelle prati-
che che volta per volta occorre sottoporre ad esame degli inquirenti.
In taluni casi, tuttavia, non possibile procedere in tale forma
che senzaltro quella preferibile, sotto il profilo della situazione
da gestire ed quindi necessario elaborare degli strumenti di pi
ampia portata, compatibili con le previsioni normative.
Pu, infatti, accadere che determinate indagini di portata gene-
rale richiedano la conoscenza del panorama complessivo delle pra-
tiche poste in essere in quel settore, per potere poi orientare le stes-
se indagini in direzione di singole pratiche mirate.
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Daltro canto, lannuncio di indagini su un intero settore di at-
tivit della P.A. pu rendere necessario adottare delle forme di cau-
tela volte a garantire la conservazione dei carteggi integrali, evitan-
done manipolazioni che influiscano sulla genuinit delle acquisi-
zioni.
Di fronte ad una notizia di reato per fare un esempio real-
mente accadutomi che riferisca che un intero settore di gare per
approvvigionamenti di una P.A. sia stato interessato da accordi ille-
citi e spartitori tra un certo numero di ditte, evidente che ne-
cessario acquisire tutti i fascicoli delle relative gare, poich solo lin-
sieme di essi pu mostrare, come di fatto avvenne, che le stesse dit-
te presentavano offerte economiche diverse per ciascuna gara ben-
ch i bandi di gara dei singoli lotti fossero identici, cosicch risul-
tava prima volta per volta, una ditta diversa, secondo un piano spar-
titorio.
Cos pure, capitato che venisse chiamato in causa un intero
settore di affidamenti diretti di consulenza, fuori da procedure con-
corsuali, di modo che si rendeva necessario acquisire una mole im-
ponente di documentazione, disseminata nei diversi uffici della P.A.
In casi di questo tipo ed in molti altri casi assimilabili, si pu
procedere allacquisizione della documentazione, in forme tali da po-
tersi ritenere compatibili con la previsione dellart. 256 c.p.p. e che
garantiscano le esigenze reali dindagini.
Nulla vieta, a mio giudizio, di procedere allemissione di un or-
dine di esibizione aderente alla previsione letterale della norma, os-
sia che preveda semplicemente che tutta la documentazione da esa-
minare venga semplicemente messa a disposizione degli inquirenti, che
potranno dunque liberamente esaminarla, consultandola negli stessi
uffici pubblici interessati, ove la stessa documentazione continuer
a essere custodita.
Tale forma di esibizione in senso stretto, ha il pregio di con-
sentire sin dallinizio la conoscenza dellintero materiale documenta-
le, evitando lacquisizione di documenti che gli sviluppi delle inda-
gini render superflua.
Lesame degli atti presso la P.A. consente, infatti, di potere poi
estrarre copia di quei soli documenti che assumano funzione pro-
batoria, evitando anche il rischio di intasare il fascicolo processuale
di eccessivo materiale, rischio che sempre immanente a questo ti-
po di inchieste.
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(segue) vincolo di conservazione (originali)
Quando le esigenze di conservazione e custodia dei documenti
sono prevalenti e sussista il pericolo di manipolazione degli stessi o
addirittura di sottrazione, lo stesso tipo di ordine di esibizione, se
espressamente riferito ai documenti originali e non alle copie, con-
sente di responsabilizzare la P.A. destinataria, in modo da assicura-
re la conservazione degli atti.
Anche in questo modo se la mole dei documenti rilevante, es-
si potranno continuare ad essere custoditi presso la P.A., ove po-
tranno essere previamente esaminati dagli inquirenti, per essere suc-
cessivamente acquisiti, nei limiti delle effettive necessit, ed in ori-
ginale.
Tali forme di provvedimenti presuppongono linstaurazione di
rapporti collaborativi tra inquirenti e taluni degli ORGANI dellam-
ministrazione interessata, poich diversamente non possibile ga-
rantire la conservazione di atti che spesso sono disseminati in uffi-
ci differenti.
Laspetto negativo di queste forme di acquisizione senzaltro
costituito da un margine di rischio di manipolazione, che sempre
presente quando i documenti rimangono nello stesso ambiente ove
stato commesso il reato.
Daltro canto, per, esse offrono come aspetto positivo quello di
tenere maggiormente coperto e riservato loggetto dellattenzione con-
tingente degli inquirenti, poich non possibile conoscere allester-
no su quali singole pratiche stanno operando in un dato momento.
b) sequestro documentale: acquisizione incrociata
Anche quando lacquisizione dei documenti presso la P.A. sia sta-
ta sufficientemente ampia ed esauriente per le indagini, a mio av-
viso sempre opportuno e talora necessario integrarla con analoghe
acquisizioni, mediante decreto di sequestro o di perquisizione, pres-
so i soggetti privati, che costituiscono i referenti delle pratiche esa-
minate.
La perquisizione ed il sequestro, ad esempio, presso le ditte che
hanno partecipato alle gare, consentono non solo di reperire docu-
menti riservati che il loro principale obiettivo ma anche di ac-
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quisire le copie dei documenti esistenti presso la P.A. (quali lettere
di invito, corrispondenza, comunicazioni ecc.) in modo che possa
procedersi ad un controllo incrociato dei contenuti.
Talora pu essere anche maggiormente significativa una assen-
za di documenti rispetto al loro rinvenimento: mi capitato ad esem-
pio di scoprire presso alcune ditte che figuravano essere state invia-
te ad una gara, che in realt non avevano mai ricevuto linvito, che
presso la P.A. era fatto apparire come trasmesso.
c) acquisizione di documentazione allestero
Qualche cenno conclusivo merita anche la evenienza di dovere
acquisire documentazione allestero.
Non intendo riferirmi tanto allacquisizione presso Stati Esteri,
per la quale valgono le comuni regole di diritto internazionale, con
il ricorso alle commissioni rogatorie sulla base delle convenzioni e
dei trattati.
Pu tuttavia verificarsi il caso che documenti si trovino alleste-
ro presso enti o istituti italiani con filiali in altri paesi: si pensi ad
esempio allistituto per il commercio estero, agli istituti di cultura ita-
liani allestero e ad altri casi simili. Le esigenze di acquisizione di do-
cumenti rispetto a tali situazioni, potranno naturalmente essere sod-
disfatte notificando lordine di esibizione nella sede centrale in Ita-
lia, restando esclusa la possibilit di un inoltro diretto alla filiale
allestero, che sarebbe intesa come lesione della sovranit dello Sta-
to ospitante.
Una situazione radicalmente diversa rappresentata da quei luo-
ghi per i quali le norme di diritto internazionale consuetudinario e
le convenzioni prevedono la extraterritorialit, quali sono tipicamen-
te le sedi delle ambasciate e gli uffici consolari.
In questi casi, poich si tratta di uffici italiani allestero che teo-
ricamente costituiscono parte del territorio nazionale sarebbe certa-
mente possibile linoltro diretto dellordine di esibizione, ma non sa-
rebbe sempre possibile lesecuzione diretta dello stesso provvedimen-
to, mediante notifica dellatto e successiva acquisizione dei documenti.
Si tratta, infatti di atti che esprimono una delle potest tipiche del-
la sovranit di uno Stato, ossia il potere giurisdizionale, nei quali il
Paese ospitante potrebbe ravvisare una lesione della propria sovranit.
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La extraterritorialit infatti, esprime com noto soltanto un con-
cetto di esenzione dalle potest sovrane del Paese di residenza, ma
non anche assoggettamento pieno al Paese rappresentato.
Questo problema, che in passato mi sembrava molto teorico men-
tre oggi di pratica attualit, andr quindi risolto sulla base dei rap-
porti esistenti con lo Stato che ospita la nostra rappresentanza.
Mi risulta, ad esempio, che recentemente si posto un proble-
ma di acquisizione di documenti relativi al rilascio di visti in un con-
solato italiano allEstero. Poich lAutorit giudiziaria competente in-
tendeva procedere direttamente allacquisizione, per evitare lagnan-
ze dal Paese ospitante, si convenuto di affiancare al collega un rap-
presentante dellIspettorato Generale del Ministero, che materialmente
ha proceduto allacquisizione, sulla base ovviamente delle direttive
impartite sul posto dallA.G.
Bisogna, infatti, tener presente che lorganizzazione interna del
Ministero degli Affari Esteri assegna allispettorato generale compiti
di vigilanza specificamente sulle rappresentanze diplomatiche e con-
solari allestero ed anche la responsabilit.diretta della sicurezza del-
le stesse sedi.
pertanto, questo a mio avviso lorgano al quale far capo per
individuare la soluzione di problemi di diritto internazionale che di-
versamente rischierebbero di essere insolubili.
Si pensi, ad esempio, alla necessit di dover precedere ad una
perquisizione o a un sequestro negli uffici di una Ambasciata Italia-
na o della residenza dellAmbaciatore.
Mentre nessun ostacolo deriva ovviamente dal diritto interno,
problemi insuperabili porrebbe il diritto internazionale.
Si dovrebbe giungere alla soluzione che suonerebbe peraltro
assurda oltrech ingiustamente lesiva dellimmagine del nostro Pae-
se di dover richiedere la perquisizione e il sequestro con commis-
sione rogatoria al Paese ospitante.
Questo problema che purtroppo mi capitato di dovere af-
frontare credo che non abbia altra soluzione pratica che quella di
valorizzare i poteri propri dellispettorato generale rendendolo desti-
natario della notifica del provvedimento di sequestro in modo che ta-
le ufficio provveda a sottoporre a vincolo di conservazione la docu-
mentazione, che verr poi posta a disposizione dellA.G richiedente.
Bisogna, infatti, tener presente che questa lunica forma che
consente non solo che i documenti vengano prelevati dalla sede di
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Ambasciata o Consolato ma anche che vengano trasportati fuori dal
territorio dello Stato ospitante, poich in questo modo essi viaggia-
no sotto copertura di immunit diplomatica, riferibile certamente an-
che al personale diplomatico dellIspettorato e comunque al corriere
diplomatico.
Una diversa soluzione, quale ad esempio, lesecuzione diretta da
parte dellA.G. che allinterno dellAmbasciata ben potrebbe legitti-
mamente avvenire si troverebbe poi a dovere affrontare un rischio
di eventuali rilievi da parte dello Stato ospitante, al momento dellab-
bandono del suo territorio.
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SEZIONE II
LA BALISTICA
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