Lapproccio ecosistemico e le buone pratiche agronomiche in difesa
dei nostri olivi secolari
Roberto Gennaio Tecnico Tutela Ambiente, Naturalista roberto.gennaio@libero.it www.robertogennaio.it
Il complesso del disseccamento rapido dellolivo (CoDiRO) una patologia che si sta manifestando per la prima volta in Europa sugli alberi di olivo gi dal 2010, con un focolaio iniziale localizzato in localit Li Sauli Castellana lungo la provinciale Gallipoli Taviano (LE) , propagandosi in seguito in tutti gli oliveti dellinterland jonico, interessando attualmente migliaia di ettari di oliveti, una patologia che sta mettendo a dura prova il paesaggio agrario e leconomia locale salentina. Si manifesta: Con foglie parzialmente disseccate nella parte apicale e/o marginale, con disseccamento delle drupe disseccamenti di rami isolati, di intere branche, o dellintera chioma; imbrunimento interno del legno a diversi livelli dei rami pi giovani, delle branche e del fusto disseccamento della pianta
Diverse possono essere le concause : ridotta o assente movimentazione del terreno, reso asfittico (il terreno spesso compattato non permettendo gli scambi gassosi tra latmosfera, le radici e la ricca fauna batterica presente nel terreno che attraverso la loro funzione trofica mettono a disposizione delle radici, ossigeno, azoto e oligoelementi ) scarsa o assente cura agronomica delle piante; stress idrico (assenza di irrigazione e di fenomeni meteorici anche per 7 mesi consecutivi, (la fascia jetografica del gallipolino quella a pi basso indice pluviometrico della Puglia con mediamente 500 mm di pioggia/anno !) presenza di larve del lepidottero rodilegno giallo (Zeuzera pyrina) che con la loro attivit trofica scavano gallerie nei rami e nelle grosse branche indebolendole meccanicamente, vie di penetrazione di funghi patogeni tacheomicotici (Phaeoacremonium parasiticum. P. rubrigenun, P. aleophilum, P. alvesii, Phaemoniella spp.) presenti nellambiente, che proliferando determinano una occlusione dei vasi xilematici con conseguente limitazione della circolazione della linfa e disseccamento della chioma presenza di un batterio patogeno da quarantena (Xylella fastidiosa), mai riscontrato prima dora in Europa, al quale potrebbe essere attribuito un ruolo primario nei disseccamenti dellolivo. Uso di erbicidi e fitofarmaci che hanno sterilizzato e annullato lequilibrio ecologico del terreno e fatto scomparire interi generi di insetti necessari a contrastare le varie avversit e fitopatie Rottura di quella simbiosi millenaria uomo-albero di olivo.
Come avviene la diffusione del batterio Xilella fastidiosa ? La sua diffusione avviene tramite diversi vettori appartenenti per lo pi alla vasta famiglia dei Cicadellidi, insetti di 2-3 mm (niente hanno a che vedere con la cicala) le conosciute sputacchine, la cui presenza larvale caratterizzata da quella formazione cotonosa che si instaura tra le foglie e il ramo. Attraverso punture trofiche da parte degli stadi giovanili effettuate per succhiare la linfa, soprattutto in piena estate, oltre a determinare necrosi e filloptosi anticipata, veicolano batteri come Xilella fastidiosa che proliferano nei vasi xilematici delle piante (apparato della pianta conduttore dellacqua e dei soluti in essa disciolti) occludendoli, con conseguenza di una necrosi generalizzata (seccume) di parti della chioma fino ad interessare lintero albero. Lazione svolta dai cicadellidi in pratica uguale a quello svolto dalla zanzara antropofila del genere Anopheles claviger che trasmetteva alluomo il plasmodio della malaria presente nel suo pungiglione quando succhiava il sangue.
Quali profilassi ?
Attualmente non esiste un trattamento per combattere Xilella fastidiosa, ma trattamenti di buona pratica agricola a minimo impatto ambientale e lotta biologica al vettore, i CICADELLIDI, sono quanto mai auspicabili :
effettuare potature nel periodo di quiescenza della pianta (novembre/febbraio) eliminando tutte le parti con presenza di sintomi di disseccamento, non tagliando sul vivo, ma lasciare appena un piccolo moncone del secco per non permettere al taglio vivo di essere una nuova probabile via di penetrazione di batteri e funghi; bruciare in loco i residui di potatura (rami e fogliame), disinfettare i mezzi utilizzati per le operazioni di taglio (candeggina, ipolclorito di sodio) - non trasportare eventuali branche tagliate ma lasciarle seccare in loco in modo da devitalizzare il batterio - Prevenire gli stress idrici degli oliveti con un razionale programma irriguo - adottare pratiche agronomiche per consentire un miglioramento ecologico del terreno e vegetativo degli olivi (concimazione e areazione del terreno) - Trattamento con zolfo in polvere su piante e terreno circostante, prodotto biologico per i trattamenti antimicotici preventivi - Emulsione acquosa costituita da olio doliva e detersivo biodegradabile al 100% di origine naturale (soffoca gli insetti vettori e lolio penetra nella cute liposolubile, uccidendoli) . - Irrorare, con poltiglia bordolese costituita da rame e calce in soluzione acquosa, o soluzione di solfato di ferro, i tronchi e le branche principali (azione fungicida e disidratante di tutte le uova e larve presenti nei meandri della corteccia) - Utilizzo di trappole a ferormoni, trappole cromotropiche, trappole a disorientamento sessuale, specie durante il ciclo biologico e riproduttivo dei Cicadellidi :
primavera deposizione delle uova, I a generazione a giugno, II a generazione, la pi pericolosa, in piena estate, III a generazione, settembre-ottobre con adulti svernanti.
- Preservare il tappeto delle piante spontanee presente negli oliveti, e altrove, sfalciarle quando lo richiede il periodo e non utilizzare diserbanti, cos come prescritto dallinformativa dellUfficio Osservatorio Fitosanitario del Servizio Agricoltura della Regione Puglia del 18 ottobre 2013, perch probabile serbatoio del batterio per gli insetti vettori (Cicadellidi).
PERCHE NON DISERBARE: IL RUOLO DELLE PIANTE SPONTANEE
Luso massivo degli erbicidi e DEGLI insetticidi ha comportato la scomparsa, negli ultimi 40 anni, di una ricca biodiversit vegetale con la conseguente semplificazione ecologica e sterilizzazione DELLE AREE COLTIVATE una delle cause che hanno portato alla rarefazione di molte specie di insetti impollinatori (api, lepidotteri) e utili per lagricoltura e lambiente, limitando lefficacia della lotta naturale.
La conservazione e la valorizzazione della biodiversit vegetale degli oliveti costituisce un principio basilare dellagroecologia e dellagricoltura sostenibile agendo in generale da serbatoi faunistici e luoghi di moltiplicazione e rifugio per artropodi benefici in quanto: - fonti di polline e nettare, per lalimentazione di predatori e adulti di Imenotteri Parassitoidi, Ditteri Sirfidi, Coleotteri Coccinellidi - siti di svernamento per molti insetti utili. - fonti di prede e ospiti alternativi per Predatori e Parassitoidi, Coleotteri Coccinellidi, Coleotteri Carabidi, Rincoti (Antocoridi, Nabidi, Miridi) Imenotteri Braconidi.
- Specie erbacee spontanee come Rumex, Daucus carota, Urtica dioica, Amaranthus Retroflexus, Cirsium arvense, Sonchus asper, Papaver rhoeas, Plantago lanceolata, Myagrum perfoliatum, tutte specie comuni presenti nei nostri campi, consentono la moltiplicazone e il rifugio di almeno 15 specie di Coccinellidi, predatori di afidi e cocciniglie, 39 specie di Parassitoidi e 13 specie di Agromizidi .
- Le Coccinelle, le libellule e una serie di vespidi sono inoltre predatori dei Cicadellidi ! - Larve di Neurotteri Crisopidi si nutrono delle uova dei Cicadellidi ! - Ninfe e forme adulte di Imenotteri Parassitoidi e Rincoti Antocoridi (una ricca famiglia di insetti) sono predatrici di tripidi, afidi, acari, uova di lepidotteri e di Cicadellidi ! Questa la risposta alle nostre domande !
CONCLUSIONI No a interventi massivi con fitosanitari di sintesi a largo spettro (erbicidi e insetticidi) che comportano: - una sterilizzazione generalizzata degli agro-ecosistemi con una irreversibile perdita di biodiversit animale e vegetale - sterilizzazione della ricca fauna batterica presente nel terreno, importantissima nel rendere disponibile sostanza organica, azoto, fosforo e microelementi alle radici degli alberi e delle piante in genere - inquinamento della falda acquifera superficiale - rischio sanitario per gli operatori agricoli e la salute pubblica.
No alle capitozzature irrazionali che fanno ulteriormente deperire ed esporre alle infezioni gli alberi, fatte pi per speculazione e camuffate come pratica di un fantomatico ricambio colturale! La reazione necrotica o di ipersensibilit, il disseccamento di parti della chioma per intenderci, oltre ad essere indotta dai patogeni, la pi alta espressione di resistenza da parte degli olivi, degli alberi e piante in genere, una risposta altamente specifica , che avviene con una serie di meccanismi di resistenza che vengono attivati e che determinano la morte del patogeno. Lolivo (la dove non totalmente compromesso) dopo avere compartimentato il danno (meccanismo di difesa strutturale di confinamento) e attuato barriere di difesa biochimiche post-infezionale con produzione di sostanze tossiche (fenoli, tannini, fitoalessine, enzimi come la -glucanasi e la chitinasi, ecc.) che inibiscono i patogeni e i funghi xilematici, ha ripreso a vegetare con ricacci di polloni alla base della ceppaia e nuovi germogli sulle branche primarie e secondarie. Per questo e in nessun modo bisogna attuare lassurda pratica di eradicazione degli olivi ammalati o presunti cos come proposto dalla Unione Europea e condivisa dall Ufficio Osservatorio Fitosanitario del Servizio Agricoltura della Regione Puglia e da alcuni Agronomi ! Nel corso dei secoli la resilienza dellolivo e la simbiosi uomo-albero ci ha permesso di poter apprezzare oggi anche esemplari di oltre 2000 anni con tronchi dalla circonferenza di 12 metri, come il Gigante di Felline o altri olivi millenari sparsi nel Salento*, e mai nessun contadino del secolo scorso si posto lontanamente il problema di dover abbattere un olivo perch ammalato! Inoltre dobbiamo avere una visione pi ampia dellagro-ecosistema oliveto, non dobbiamo considerarlo esclusivamente come fonte di rendita economica perch produce lolio extravergine di oliva, e che la crisi pone sul piatto della bilancia pi le spese di gestione agronomica del guadagno finale, ma dobbiamo considerare gli oliveti specie quelli secolari come le nuove foreste del Salento ** che producono una serie di servizi ecologici (producono ossigeno, caratterizzano il microclima, contengono il rischio di desertificazione, controllano gli smottamenti, evitano il ruscellamento delle acque meteoriche, assorbono grandi quantit di anidride carbonica, caratterizzano il nostro paesaggio, sono opere uniche e irripetibili della natura). che non possiamo quantificare economicamente, ma che prenderemmo in grande considerazione nel momento in cui per ogni albero ci dovesse venire dato un indennizzo ! Non possiamo oggi pi che mai permetterci la leggerezza di sradicare il nostro futuro, la nostra identit culturale, paesaggistica, i nostri secolari olivi che in molti apprezzano e ci invidiano.
*Per maggiori informazioni vedi Titani Olivi Monumentali del Salento, Roberto Gennaio, 2014, Edizioni Grifo, Lecce ** Lussureggianti foreste di querce sempreverdi come il leccio ricoprivano gran parte del Salento prima che i disboscamenti per la produzione di legname e di carbone e il dissodamento del terreno per la messa a coltura stravolgessero il paesaggio vegetale originario.