Vi dar un cuore nuovo, metter dentro di voi uno Spirito
nuovo", un canto che abbiamo imparato a cantare in questo
periodo della Quaresima. Insieme abbiamo voluto rinnovare la nostra fede che il Dio in cui crediamo e che amiamo, un Dio fedele alla parola data e vuole rinnovarci nel profondo della nostra vita. "Vi dar un cuore nuovo" sempre Lui, il nostro Dio, che prende l'iniziativa, che ci viene incontro: vuole rifarci di dentro e di fuori, vuole fare di noi delle creature nuove, non tanto per farci apparire "belli e buoni", ma perch vuole che viviamo nel modo migliore la nostra vita (beati voi... dir Ges) e riusciamo a fare tutto quel bene che nelle nostre possibilit. Allora "Vi dar un cuore nuovo" per noi un invito a lasciare perdere tante cose storte, non buone, non giuste che abbiamo combinato o che magari stiamo ancora facendo, per ricuperare energie nuove, che ci diano veramente il gusto di vivere, di credere, di amare e di donare. Il cuore "nuovo" un dono che viene fatto da Dio in Ges che soffre, muore e risorge, un dono che costa caro, il sangue di un giusto, il sacrificio del Figlio di Dio fatto uomo, un dono che dobbiamo saper apprezzare ed accogliere con riconoscenza, con senso di responsabilit. Ci impegna a seguire Ges, a prendere la nostra croce quotidiana, piccola o grande che essa sia, (ma che sia la nostra!), a non vivere di rimpianti, ma a guardare sempre al domani con tanta fiducia. il Signore che ci assicura questa novit di vita, donandoci uno Spirito nuovo, il Suo Spirito. Accogliere questo dono del cuore nuovo non facile: per mi vengono in mente le parole di un altro canto che cantiamo in questi giorni: ci invitano ad aprire le nostre braccia e a correre incontro al Padre. un modo come un altro per dire a me e voi: "facciamo pasqua!". Accogliamo questo dono di Dio, celebrando il sacramento della confessione, nutrendoci del Pane della Vita, alla messa, pregando, facendo del bene, non avendo paura di essere cristiani autentici sempre, correndo anche qualche rischio. "Oggi la tua casa sar in festa per te", la conclusione di un canto, ma anche la preghiera che facciamo per tutti noi. don Antonio 2 decalogo dellanziano 1) Accettiamo le conseguenze dell'et. Riconosciamo i nostri limiti. Mettiamo in atto le virt tipiche della terza et: la saggezza, la benevolenza, la bont, la pazienza, la serenit. 2) Allontaniamo tutto ci che fa invecchiare male: l'oziosit, l'egoismo, l'isolamento, il rancore, la gelosia, l'invidia. 3) Manteniamoci attivi fisicamente, intellettualmente e spiritualmente. Avremo meno acciacchi e non saremo di peso agli altri. 4) Accogliamo coraggiosamente le sofferenze che non possiamo n sopprimere n evitare; offriamole al Signore perch siano utili ad alleviare i dolori degli altri ricordiamo che c' sempre qualcuno che soffre pi di noi. 5) Rallegriamoci delle mille piccole cose di cui possiamo illuminare ogni nostra giornata: ascoltare, servire, sorridere, scusare, perdonare, pregare. 6) Non rimpiangiamo il passato; riconosciamo piuttosto i beni di cui Dio ci ha ricolmato e ringraziamelo di cuore. 7) Manteniamoci serenamente disponibili. Offriamo la nostra collaborazione, secondo le possibilit, alla comunit civile ed ecclesiale in cui viviamo, con particolare attenzione ai fratelli anziani: lavoriamo con loro e per loro. 8) Amiamo i giovani, interessiamoci dei loro problemi, aiutiamoli, cerchiamo di capire le loro idee, i motivi profondi dei loro comportamenti. Partecipiamo alle loro gioie, diamo loro fiducia e siamo sempre per loro esempio e strumenti di unione. 9) Ci che mantiene giovane il nostro spirito la Fede. Ci che mantiene giovane il nostro cuore l'Amore. Ci che mantiene giovane la nostra vita la Speranza. Ci che mantiene giovane la nostra vita il Cristo perch Egli la Via, la Verit e la Vita. 10) Con Cristo noi risorgeremo nel giorno stabilito da Dio e la vita non avr pi fine. In pace mi corico e subito mi addormento. Tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare (salmo 4,9) Sicurezza non posso darmi da solo. Aiutami tu, Signore, mio Dio, perch i miei pensieri non mi soffochino, perch mi lascino in pace, perch non pecchi nei pensieri contro il mio prossimo. Tu mi fai riposare al sicuro. Tieni la tua mano su di me. Lasciami aperta la tua porta. Mostrami il tuo cuore spalancato per amore. E quando i miei pensieri svaniranno e la vita giunger al fine del suo corso, offrimi sicurezza nel tuo regno, con Te, nella vita presso te, nella vita che non ha fine. Tu solo, Signore, mi sei di aiuto nella vita. Tu solo, Signore, hai una casa per me, una casa per sempre. Per questo gi ora mi corico in pace e subito mi addormento. 3 la scuola al servizio di tutti Maurizio R. La scuola italiana sta vivendo a vari livelli, un momento difficile e tormentato. Chi vive in questo mondo, tocca con mano in modo fin troppo evidente come manchi spesso un necessario punto di equilibrio tra un esasperato sperimentalismo tipico degli anni post 68 e un altrettanto accentuato ritorno o (come si dice con termine fin troppo inflazionato) riflusso verso schemi e programmi antichi e inadeguati. Listituzione scuola", rivela insomma chiari sintomi di disagio, manifesta un graduale e pericoloso screditamento che episodi anche molto vicini a noi ci hanno ritenere molto preoccupante. Concorsi che non si bandiscono da tempo immemorabile, insegnanti eternamente considerati lavoratori precari, graduatorie a volte prese in esame dal fondo per assegnare posti; un livello di preparazione soprattutto di aggiornamento professionale dei docenti non sempre esaltante, fanno il resto. Qualcuno potrebbe. pensare ad una mia congenita vocazione al disfattismo parolaio o ad una giovanile presunzione ma credo che denunciare storture, incongruenze e disfunzioni, sia giusto e sia uno dei possibili modi per combatterle. Il bilancio comunque non del tutto negativo. Gli organi collegiali hanno avuto lindubitabile merito di coinvolgere in modo finalmente consapevole i genitori nella vita e nelleducazione scolastica dei propri figli. importantissimo che le componenti della scuola (docenti, alunni e genitori) si ritrovino per programmare e coordinare insieme lattivit scolastica. Certo, anche con listituzione di questi importanti organi, necessario che ogni componente sia consapevole del ruolo che le spetta, delle proprie specifiche competenze, senza pensare di sostituirsi alle. altre per protagonismo. E questo se si vuole davvero aiutare a migliorare la scuola italiana che stenta a riformarsi (comincio a pensarlo) per. consapevole rinuncia di chi avrebbe istituzionalmente il compito di farlo. Da anni si attende con giustificata ansia una riforma della della scuola media superiore in grado di ridurre, se non eliminare, squilibri assurdi tra mondo della scuola e mondo del lavoro, capace di programmare lattivit scolastica coordinandola quella economica come si tent di fare allepoca della famosa e purtroppo quasi inattuata legge stralcio" del dicembre 1962. Ci siamo cos abituati a vedere i licei, gli istituti magistrali, gli istituti di ragioneria assumere la frustante funzione di "aree di parcheggio", scelti non per consapevole amore per quel tipo di scuola ma per mancanza di valide alternative. Bisognerebbe invece rendersi conto che una scuola senza sbocchi professionali e scarsamente adatta alla preparazione tecnico-scientifica destinata al fallimento. Non so come vadano le cose alluniversit ma abbiamo tutti davanti agli occhi i numerosi laureati che faticano a trovare unadeguata sistemazione. Mi rendo conto di aver trattato con forse troppa accentuata passione e con tono a volte troppo moralistico questo delicato argomento ma, richiesto il mio punto di vista, lho voluto esprimere senza riserve mentali, volendo in definitiva fare mia una frase che don Lorenzo Milani scrisse in una dette sue numerose lettere: "La scuoia siede tra passato e futuro e deve averli presenti entrambi ma deve soprattutto capire il presente". 4 Dimensione marito Rino C. In giovent penso che ciascun uomo si sia posto, come me, il problema matrimonio e che come me l'abbia considerato come prima meta da raggiungere, senza voler con questo forzare i tempi e diventare adulto troppo in fretta. Penso, anche, che negli anni giovanili i nostri pensieri siano portati pi a vagare nel regno della fantasia, anche riguardo al matrimonio, grazie al retaggio infantile di storie costellate di fate, principi azzurri e. affini personaggi che ci portano in un mondo irreale dove ognuno di noi si culla per poi risvegliarsi bruscamente davanti alla realt. Per me la realt stata quella di accorgermi che voler bene ad una persona, anche se non avevo la certezza che sarebbe diventata mia moglie, voleva dire andare incontro a qualcosa pi grande di me. E qui la crisi. Come avrei potuto vivere la mia vita, piena di impegni a di interessi diversi da quelli di lei? O magari non condivisi? Coma avrei potuto rinunciare in parte alle mie amicizie ed alle allegre bevute con gli amici? Da qui parte la mia vita da fidanzato, fatta di riflessioni e di ricerca della dimensione giusta su cui poter stabilire quel rapporto che poi tuttora il rapporto che poi tuttora il rapporto base della mia famiglia. Dopo tanti errori ho capito qualera la strada: era quella della sincerit, era quella del dialogo, di confidare e mettere a confronto le mie idee con quelle della mia fidanzata, e soprattutto quella di vivere il nostro fidanzamento secondo una morale de un rispetto cristiana. Dopo questo periodo di fidanzamento, che io chiamerei "allenamento alla vita a due", si pone il problema matrimonio e qui insorgono di nuovo le stesse crisi, con riflessioni e domanda senza risposta, e soprattutto paure: adesso posso dire paure insensate, ma allora no. Finalmente il fatidico giorno, che io ho definito "il giorno pi lungo", perch fatto di una notte in bianco, di una cerimonia da investitura, quasi come quella dei Cavalieri della Tavola Rotonda, ed infine accompagnato dal panico un quarto d'ora prima della cerimonia. La cerimonia mi ha svelato come tutte le paure fossero infondate, come tutte le riflessioni avessero ora la loro risposta. Davanti a Dio ci trovavamo noi due, due cuori che pronunciavano il loro s per la vita. Dentro di me stato come rinascere, sentire come l'unita fra di noi a di noi con Dio avesse sgravato la mia anima, portandomi in una dimensione nuova. Questa nuova dimensione non altro che la vita a due, la tanto discussa famiglia, con i suoi difetti e le sue difficolt giornaliere che, con un po' di amore si risolvono. Ma come si risolvono? Per me stato quello di confidarmi sempre con mia moglie, di decidere insieme le cose, di discutere e di parlare diffusamente, confrontando i pro a i contro, a trovando alla fine la conclusione che rispecchi la nostra unit. Forse non sempre riesco ad essere cos, ma vi assicuro che per me la felicit non pu non avere un'altra base se non l'unit, nella vita famigliare. Il nostro bambino felice se noi siamo felici. Solo cos realizzeremo la nostra coppia e solo cos sapremo essere famiglia. Posso assicurarvi che la dimensione marito non poi cos dura come la si descrivere, ed io mi ritengo uno sposo felice. ZONA PASTORALE PREALPI INCONTRI PER FIDANZATI Per i giovani, appartenenti alla Chiesa che intendono contrarre matrimonio cristiano, la partecipazione a questi incontri, raccomandati dai Vescovi italiani, una prova di seriet, un segno di sincera buona volont e deve essere ritenuto un impegno morale. Inizio alle ore 21: presso le parrocchie sotto indicate. Il programma dettagliato verr consegnato agli iscritti all'inizio di ogni corso. OLGIATE COMASCO: aprile (20-23-27-30) maggio (4-7) DREZZO: maggio (18-21-25-28) giugno (1 - 4) CAVERSAOCIO settembre (7-10-14-17- 21-24) OLGIATE COMASCO: ottobre (12-15-19-22- 26-29) GAGGINO: novembre (9-12-16-19- 23-26) UGGIATE dicembre (3-7-10-14- 17-21) Per prenotarsi telefonare al n. 983026 dalle ore 18 alle ore 19.30 (escluso il sabato e la domenica o ci si pu rivolgere a don Antonio, in casa parrocchiale. 5 preghiera di un figlio di Giuseppe G. Padre, io sono un ragazzo e prego da ragazzo; prego perch ancora credo; prego ancora perch credo che Tu mi ascolti; prego perch bello parlarti: Tu rispondi sempre a chi sa ascoltare. Per me bello pregare perch mi fai fratello dei genitori che mi hai donato, dei genitori che mi hanno fiotto conoscere Te. Per essi prego e per essi chiedo la loro perseveranza nell'amarTi. Chiedo che siano sempre consapevoli delle proprie debolezze, coscienti dei propri limiti quando...Sbaglio io; che. si ricordino del loro passato per essere pi pazienti e comprensivi con me, nel presente. Ti prego Padre, soprattutto che la loro vita non sia mai torturata dal tarlo dell'invidia dal cancro della maldicenza, della calunnia, del pettegolezzo; che il loro parlare sia sempre "s s, no no"; che io non sia mai motivo ed occasione di discordie tra mamma e pap; che essi non si chiudano mai dentro un recinto mentale da dimenticare che io non sono il solo essere vivente su questa terra; che i genitori non siano troppo accondiscendenti od arrendevoli con me; che anch'io possa contribuire nelle scelte personali e di famiglia. Padre, Ti chiedo che la vita famigliare non venga mai condizionata dal possedere o meno una bella automobile, dal riuscire o meno a passare frequenti week-end, dal disporre o meno di abiti alla moda: queste cose se pur piacevoli, non mi importano proprio un bel niente quando dovessero significare dissapori, discordie, musi lunghi, disinteresse nei miei riguardi; che non senta mai parlare della parit di diritti ma solo dei doveri dell'Amore. Padre, non mi accada mai quanto, sconsolato ed avvilito, mi confidava un amico tormentato dal desiderio, dalla necessit di essere amato con le stesse amorose cure che suo padre dimostrava nei confronti del cane e dell'automobile; o come all'altro ragazzo che mi ripete: "Quando mio pap mi manda in chiesa e lui va al bar, quando mi spedisce alla dottrina e lui bestemmia, non so come fiore, non so cosa dirgli perch comprenda che...." Padre, da una sola sciagura Ti chiedo sia protetta la mia famiglia: quella di perderTi! E quando, Padre, avr fatta anch'io la mia parte quotidiana come Tu mi chiedi, Ti prego che io possa dire a me stesso: "Sono felice: i miei genitori non hanno vissuto invano!" Ed a Te, per tutta la vita: Grazie, Padre! 6 una corte di Antonina e Maria Pia Siamo due mamme di Merlina che hanno passato la loro felice infanzia nel cortile raffigurato in copertina. Con nostri piccoli aneddoti vorremmo spiegare ai bimbi doggi in quale modo ci divertivamo noi tanti anni fa. Quando non si sentivano assordanti e rombanti motorini e non si vedevano nemmeno le paurose e terrificanti impennate, ma si udivano grida e risate felici, si vedevano bimbi che s rincorrevano gioiosi in una grande esplosione di vita. Ma i ricordi, partiamo dalla stagione pi bella; la primavera. la stagione che segnava e vedeva linizio dei nostri giochi nel cortile, in quel cortile che per tanti anni non ha mai visto spuntare un filo derba perch noi bambini con le nostre instancabili corse non le davamo il tempo di crescere. I giochi preferiti erano "i quattro cantoni", "palla prigioniera", "il rincorrersi", "rialzo" e molti altri. Generalmente, verso il tardo pomeriggio aspettavamo il Pasquale che attaccasse i buoi al carro per farc portare tutti in vigna a prendere lerba tagliata per tornare poi felici nel cortile giocando sempre nel carro. Estate: altri giochi, diversi avvenimenti, primo fra i quali larrivo della trebbiatrice che per noi era e significava grande festa. Tutti insieme le andavano incontro per poi seguirla sino al nostro cortile. Qui sostava per qualche giorno, con un baccano infernale di motori, carri, buoi, urla, risate, e qui arrivavano anche, con il proprio grano ancora in spighe, tutti i contadini del paese. Noi ci sedevamo sulle balle di paglia per guardare il bel lavoro degli adulti e per giocare ancora: eravamo veramente felici!.. Cos la felicit? Anche questa la semplicit! Nel periodo del fieno per noi era molto bello andare nei prati ad aiutare a raccoglierlo, dopo il taglio, con le forche ed i rastrelli; per il caldo e la polvere ci veniva tanta sete e si beveva acqua con vino e limone: ce nera per tutti. Allavvicinarsi di qualche temporale il Pasquale aiutava De Bastiani o viceversa, cos da fare in tempo a portarlo nelle cascine prima che si bagnasse. Una volta che quel fieno venisse sistemato, diveniva per noi un gran divertimento il saltarci sopra per comprimerlo, per schiacciarlo: questo tipo di lavoro ci faceva diventare dei piccoli mostri per la polvere che s appiccicava al sudore dappertutto, con fili di fieno... Lagosto era il mese molto atteso perch le nostre mamme ci impegnavano a fare fiori di carta, e catene d ogni colore, che sarebbero poi servite, per la Festa della nostra Madonna, ad addobbare anche il cancello del cimitero, dove, a quei tempi, giungeva la processione proprio nel giorno della festa stessa. Nel nostro cortile facevamo anche un teatrino e dobbiamo dire che riusciva anche bene perch il "pubblico", formato dai nostri famigliari ci applaudiva e ci incoraggiava. Il palco era quel solito carro del fieno parcheggiato sotto una tettoia... Autunno: periodo della vendemmia (che spasso!). Nel cortile venivano preparati i tini per essere riempiti di grappoli duva da pigiare. Al momento opportuno braccia forti ci sollevavano da terra e poi... dentro quei tini ricolmi coi piedi nudi. Che fossero puliti o meno, i nostri piedi, non lo sappiamo, per quando ci facevano assaggiare il primo bicchiere di vino lo sentivamo veramente squisito per cui tutto era andato per il meglio. Poteva anche accadere che qualcuno di noi diventasse un po brillo e da allora le risate non avevano pi fine!... Un altro divertimento, per noi, diveniva il palo posto trasversalmente per appendere il povero maiale o la mucca che per ragioni alimentari finivano l i propri giorni; ebbene, per noi diventava unaltalena e ci si alternava per camminarci sopra in equilibrio, felici come se fossero state le "Giostre di San Giuseppe". Linverno era spesso lungo e rigido, con tanta neve. Le serate allora s passavano dentro le stalle a riscaldamento... animale. Stalle che erano sempre ben ordinate per cui ci permettevano di fare diverse cose: gli uomini preparavano i propri arnesi per il lavoro dei campi, le donne filavano la lana, facevano ad uncinetto la calza; le giovani e le bambine il ricamo, mentre i maschietti giocavano a carte. Spesso si leggeva, si facevano i compiti, si chiacchierava di ... conigli, galline, ma, cosa che oggi appare tanto strana a ricordarla, nessuno parlava di soldi, di interessi o di cose simili: forse perch non ce nerano proprio ma il fatto che cos non esisteva invidia per nessuno!... La giornata (la serata) terminava quindi con un bel "Buona notte!" di vero cuore: giornata per noi meravigliosa! Ogni cortile una sua storia, certamente; il nostro viveva una splendida vita! E chiudiamo qui per lasciar spazio ad altro e ad altri, altrimenti potremmo riempire tutto il giornalino. Ci auguriamo che queste righe possano far cadere quella benda che tanti nostri ragazzi hanno oggi sui loro occhi, di modo che linfanzia, ladolescenza, la giovinezza ritorni a sorridere in tutto il suo splendore! 7 LA CROCE ROSSA IN ITALIA (1a PUNTATA CONTINUA) In Italia 'l'idea della Croce Rossa ebbe un grande precursore in Ferdinando Palasciano, medico nell'esercito Borbonico. "Bisognerebbe che le potenze belligeranti, nella dichiarazione di guerra, riconoscessero reciprocamente il principio di neutralit dei combattenti feriti o gravemente malati per tutto il tempo di cura. Questa era l'idea lanciata coraggiosamente e difesa dal Palasciano fin dal 1848, questa fu l'idea che anim anche il cuore di Dunant e che, tre anni dopo, la Convenzione d Ginevra fece pienamente sua come insieme di principi umanitari memorabili. (Vedi numeri precedenti). Riallacciandoci allarticolo dello scorso numero dobbiamo dire che l'Italia fu la quinta tra le nazioni aderenti alla Convenzione di Ginevra. L'Italia vanta inoltre anche l'Istituzione di una delle pi antiche associazioni di Croce Rossa nazionale. La C.R.I. nacque a Milano col nome di Comitato Milanese dell'Associazione Italiana del Soccorso per militari e feriti in tempo di-guerra. Ben presto altre sezioni dell'Associazione Medica (come Bergamo, Pavia, ecc.) seguirono l'esempio di quella milanese istituendo altrettanti comitati di Croce Rossa tanto che di l a pochi anni lo Stato Italiano ritenne di dover provvedere a disciplinare la nuova organizzazione. La C.R.I. fu eretta a corpo morale nel 1884. La nuova sede fu trasferita a Roma quando questa divenne capitale d'Italia. Intensa e proficua stata l'attivit svolta, dalla C.R.I, dalla data della sua costituzione fino ad ora, Oltre ad un. contributo dato in tutte le guerre combattute dalla Nazione, la C.R.I. ha sempre efficacemente prestato la sua benefica opera soccorritrice in tutte le pubbliche calamit. Dopo la seconda guerra mondiale dovette affrontare i gravi problemi per 1a sua riorganizzazione, dedicarsi alla ripresa dei suoi compiti di pace. Attualmente tutte le attivit della Croce Rossa Italiana sono impegnate al potenziamento della propria organizzazione per l'adempimento dei suoi fini statutari: dal trasporto infermi, alla preparazione del personale infermieristico, dalla profilassi preventoriale al recupero infermi affetti da paralisi spastiche infantili, dalla gestione dei Centri per la Trasfusione del Sangue a quella di istituzioni ospedaliere integrative; dalla organizzazione di posti di Pronto Soccorso sulle vie di grande comunicazione al servizio medico domiciliare notturno durgenza nei maggiori Centri; dalla educazione igenico assistenziale dei giovani attraverso l'organizzazione della Croce Rossa Giovanile (C.R.I.G.) all'assolvimento dei compiti affidatile dalle Convenzioni d Ginevra del 12-8- 1949 in campo nazionale ed internazionale. In questi settori la Croce Rossa Italiana svolge costantemente la sua opera potenziando continuamente le sue istituzioni, perfezionando la propria organizzazione ed allargando sempre pi il raggio della sua azione benefica e soccorritrice. L'efficienza della sua organizzazione stata pi volte provata negli ultimi anni, sia con interventi a favore della popolazione italiana (recenti esempi significativi: terremoto del Friuli dell'Irpinia) sia a favore di altre nazioni {ultimamente Polonia) colpite da epidemie o da altre calamit. 8 Runach l propri un bel paesin, vrt, pinin e abastanza tranquil i gent in simpatic, laburius, i caset, i giardit in urdin, bei net. Peca che certi mur, i strat t in mia tignu in sci ben, epr fan part anca lur dal paes, com i giardit, i ca, i bosc..... Infati, se sa va in gir, sa vedan, impiastra l soi mur, e, fina che lacqua e ul pasac continuf ia disto mia, anca soi strat di pitr, di parol.... E fsan almen di capulavur "naif", fsan murales, cum sa usa in certi post .l in propri impiastrat e basta. E ga n da vari tipi. Gh qui di cuscritt, "W lan tal, W lan taloltru". Ma, me ma sa dumandi: "l propri necesari nda in gir a fa tt i sti pastrugn?" Capisi lalegria , la festa: ma, sa podares mia fan a men da tra in gir varnis? Gh p qui che pastrgna pal gust da pastrgna che giust parch san mia se fa, tovan na bumbuleta e p in una quei manera gan be da vuila E quischi in forzi qui che scrif i rop pus maledca magari anca vulgar, qui rop che par prim, un quei vugn, cancela parch l propri vargogna videi scriv. E pensi che poda riv a scrif certi rop, duma chi gh g maledca e vulgar par cnt so. Chis che impresiun la da fa a vun che l vignu da fora vides dananz certi pastrugn; persunalment Squalificaria subit i abitant dal paes. Sperem che la pasa sta mania da impiastra dapartut e che, specialment in di fio, nasa un pu pus damur pal nost paes, che l anca mo insci bel e in du, in funt, sa vif amm in sci ben. Ronago proprio un bel paesino, verde, piccolo e abbastanza tranquillo la gente simpatica, laboriosa le casette, i giardini sono ordinati, puliti. Peccato che certi muri, le strade, non siano tenuti cos bene, eppure anche loro fanno parte del paese come i giardini, le case, i boschi.... Infatti, se si va in giro si vedono, impiastrate sui muri, o, finch lacqua ed il passaggio continuo non li cancella, anche sulle strade, dei disegni, delle parole.......... E fossero almeno capolavori "naif" fossero "murales" come si usa in certi posti..... l sono proprio pasticci e basta E ce ne sono di vari tipi. Ci sono quelli dei coscritti, "W lanno tale, W lanno talaltro". Ma, io mi domando, " proprio necessario andare in giro a far tutti quei pasticci? Capisco lallegria, la festa: ma non si potrebbe fare a meno di buttare in giro vernice? Ci sono poi quelli che imbrattano per il gusto di imbrattare; che proprio perch non sanno che fare, comprano una bomboletta e coi in qualche modo la devono svuotare. E questi sono forse coloro che scrivono le cose pi maleducate, spesso volgari, quelle cose che per primo qualcuno cancella perch c proprio da vergognarsi a vederle scritte. E penso che possa scrivere certe cose solo chi gi maleducato e volgare per conto suo. Chiss che impressione a un forestiero vedersi dei vanti certi pasticci, personalmente squalificherei subito gli abitanti del paese. Speriamo che passi questa mania di pasticciare dappertutto, e che, specialmente nei bambini, nasca un po pi damore per il nostro paese, ancora cos bello, e dove, in fondo, si vive ancora cos bene. 9 carnevale ronaghese di Anna B. Tutto cominciato con un volantino, uno dei tanti che vengono distribuiti alla porta della chiesa o che i nostri bambini portano a casa da scuola o dall'asilo. Un volantino senza pretese: "Carnevale a Ronago", che delineava gi un certo programma e su cui spiccava una frase particolarmente stimolante: "ognuno, da solo o in gruppo, si dia da fare". E ognuno di noi si messo all'opera veramente. La dimostrazione l'abbiamo avuta all'asilo venerd 19 febbraio, e ancor di pi domenica 21 nel pomeriggio , quando un intero paese in festa si riversato nelle strade. Una folla multicolore, allegra, ma allegra veramente, non solo per motivi di circostanza o per cercare di sfuggire alle realt quotidiane. E questo stato veramente il frutto dell'impegno comune, di una collaborazione quasi tacita ma unanime. Grazie allora a don Antonio che ci ha "trascinato" in questa avventura, alle suore, che hanno preparato i bambini pi piccoli, alle. maestre, che hanno dato prova di saper coinvolgere i loro scolari e soprattutto di saper condividere con loro questo momento di "pazzia". Alle mamme, che hanno confezionato i costumi e preparato il trucco dei loro figli, ai pap che hanno abilmente trasformato falciatrici, trattori e camioncini in altrettanti carri festosi. Ai nonni, che hanno tirato fuori il loro entusiasmo giovanile per far tifo ai loro nipotini-mascherine. A chi ha costruito il fantoccio da bruciare. A chi ha avuto l'idea del risotto coi cotechini, a chi, li ha cucinati e serviti. A chi ha fatto le "chiacchere" e a chi le ha mangiate. A tutti i bambini, ragazzi, giovani, camuffati o no, hanno resa viva e bella questa nostra prima festa di Carnevale. Le maschere erano tutte belle e caratteristiche. Ognuno si vestito nel modo che gli era pi congeniale. Qualcuno era camuffato cos bene da non riuscire a riconoscerlo e poi, alla fine, quando lo si capito, stato come fare una scoperta nuova: quella di saper apprezzare le doti magari insospettate del nostro vicino di casa che, da serio, riservato, timido si saputo trasformare anche interiormente, rivelandosi una vera macchietta. Abbiamo avuto anche un'altra sorpresa, quasi una lezione di vita: quella della Vittorina, che si sentita di partecipare pienamente al corteo mascherato con spirito giovanile, dando il suo contributo di gioia e lasciando da parte i soliti pregiudizi dellet e quello che pensa la gente. uno dei presenti Se proprio vero che la folla fa spettacolo, il giorno 21 febbraio 1982, durante la prima edizione del Carnevale Ronaghese, ci si rivelato. Infatti, sul piazzale della Chiesa, si era radunata una numerosa folla. che ha dato vita a quel tradizionale spettacolo. La piazza presentava un colpo d'occhio bellissimo: Arlecchini, Pulcinella, Balanzoni, Colombine, erano le maschere pi ricorrenti, in un connubio perfetto tra giovani e meno giovani, che per un giorno si sono ritrovati tutti insieme in allegria La sfilata ha avuto inizio alle ore 14,30, partendo dalla Piazza dalla Chiesa, dopo alcuni squilli di tromba di un esperto musicista della Banda di Uggiate Trevano. Il corteo mascherato ha toccato le principali vie del paese, dove stato accolto con lunghi applausi lungo tutto il suo tragitto: vi erano alcuni carri, ma anche molta gente a piedi, specialmente giovani. Dopo questa "passerella" per il paese, il corteo si diretto nuovamente in Piazza dove ad attenderlo c'erano cotechini e risotto, preparati da alcuni esperti di gastronomia. Infine un pensiero riconoscente al presidente della Sportiva e ai suoi collaboratori che sono stati presenti al servizio di tutti per servire piatti gustosi e ben preparati. Ci preme esprimere inoltre, la nostra simpatia e il nostro ringraziamento agli ideatori di questa manifestazione, a Don Antonio, alle suore, ai genitori. Insomma un grazie a tutti coloro che si sono resi disponibili alla preparazione di questa festa, contribuendo alla perfetta realizzazione della manifestazione, sperando che il prossimo anno ci sia una partecipazione ancora maggiore. 10 11 intervista a San Giuseppe In Italia da qualche anno non si celebra pi come "festa" S. Giuseppe. Qualcuno ha pensato che anche S. Giuseppe come tanti altri santi fosse passato di moda. Ma da questa nostra intervista possiamo dedurre che le cose non stanno cos ... almeno in paradiso. San Francesco di Sales (patrono dei giornalisti terrestri) che dal suo Centro mi avverte essere attivato il collegamento con San Giuseppe Al mio "Pronto?!" infatti subito risposta: "Ciao, come stai? Come va in famiglia? "Ciao Santo! lo e famiglia, molto bene! Grazie! Ma ..... io cosa posso chiedere della tua? Tutto bene, no?!" "Certo, certo!" risponde San Giuseppe con voce, quasi divertita. " ...... Francesco mi ha parlato del tuo desiderio di avere informazioni ..... " "Si vero interrompo," quaggi si sussurrato che tuo Figlio, lo scorso Natale, non volesse tornare sulla terra.." San Giuseppe ha una pausa e poi forse, sorridente, risponde: "Sai i bambini manifestano a volte atteggiamenti che per noi adulti sono incomprensibili .... Mio Figlio, poi!... Si vero: il Bambino ha manifestato qualche momento di riflessione. Pensa: c voluta una legione di Angeli, attrezzati con speciali reti, per setacciare tante nuvole fino a trovare quella dentro la quale si era rifugiato per ....... riflettere! ..... Ha spiegato a me e a Maria che il suo ritorno sulla terra, oggi, divenuto occasione di affari, speculazioni, mentre tanti dei "suoi" Gli preferiscono addirittura un Babbo Natale. ...... Chi porta quindi, i doni di pace, di amore, in quella stalla sempre pi dimenticata?" "Gi" borbotto io, annuendo col capo. "E poi " continua San Giuseppe, "e poi la situazione tragica della Palestina doggi! Al tempo di Erode, gli angeli ci preavvertivano i pericoli e le minacce. che. potevano coinvolgere la mia. Famiglia ma oggi con i razzi, le. armi automatiche, gli elicotteri ecc. gli angeli cosa possono prevenire? lo resto in silenzio, anche perch sto scrivendo ma San Giuseppe mi stuzzica: "Allora, mi segui ancora? Mi ascolti?" "Giuseppe sto scrivendo parola per parola.... Continua pure, per favore, grazie!" "Certamente.! . Poi Ges prende per mano me e Maria e ci accompagna nei suoi "centri dinformazione" dove, vengono raccolte e registrate le notizie della terra. Nel primo centro, Giobbe e San Biagio ci espongono una panoramica sulla situazione attuale: violenze, rapine, droga, guerre., invasioni, tirannie, persecuzioni.... : allucinante! Avessi visto: San Biagio la gola bloccata da non riuscire nemmeno a deglutire e linvio di San Tommaso Apostolo sulla terra per constatare con mano la situazione.! Un secondo centro diretto da San Francesco dAssisi e San Giovanni Apostolo ci informava dei desideri pi ricorrenti per regali ed acquisti: pelli e pellicce di ovini, rettili, bovini, equini,, foche, conigli, visoni, astrakan, opossum, camoscio, renna...... che strage di animali! Puoi immaginare le reazioni di San Francesco dAssisi: ad ogni nome di animale impallidiva fino ad accasciarsi, bianco-detersivo, sulla poltrona!...... San Giovanni Apostolo ripeteva: lApocalisse, lApocalisse!....... Adamo intervenuto per risollevare San Francesco gli sussurra: sai Francesco, dopo il mio "incidente" con la Mela (qualche santo collega lo ha poi definito "felice") Dio Padre ha rivestito me ed Eva di pelli .... e non potevano essere sintetiche, a quei tempi!.... San Francesco ricade nuovamente sulla poltrona!. Il centro diretto da San Nicolao e da. San Tommaso dAquino, ci passa le informazioni sui regali offerti dagli adulti ai bambini per festeggiare il Natale: armi, armi, armi, .. carri 12 armati teleguidati, pistole dogni forma e tipo, fucili, minirazzi, guerrieri intestellari, autoblindate, elicotteri, lanciarazzi . Incredibile! E San Nicolao essendo il responsabile interessato alla diffusione del giocattolo per i bambini non si dava pace. San Tommaso invece ripeteva in continuazione: io non ci capisco pi niente! San Paolo Apostolo e Giovanni Battista. danno la situazione dei desideri manifestati dagli adulti per realizzare un felice Natale: richieste di privilegi, ricchezze, potere, carriera, vacanze. lunghe e ricche, fortune al gioco, automobili, case. al mare ed in montagna.... Paolo sembrava volesse dissolversi, Giovanni Battista pareva perdere addirittura la testa ..." A questo punto, Pietro che se ne rammaricava con pi. evidenza, si avvicina a Ges e Gli dice: "Ges, . .. Ges ascoltami, stammi a sentire! LApostolo Tommaso in missione sulla terra, conferma tutte le informazioni finora ricevute ma con una aggiunta sconvolgente e cio che generalizzandosi sempre pi, la violenza sta soffocando la voce dei poveri, i lamenti dei sofferenti, le grida degli oppressi! . Ges, queste vittime, tutte, queste vittime chi pu accoglierle? Chi consolarle? Dove e da chi possono andare? .. Ges Tu hai percorso la loro stessa strada, subto uguali sofferenze, patito le medesime umiliazioni: puoi forse abbandonarle? Chi potr pi convincere il mondo che la pace legata solamente a uomini di buona volont? ..... Ges osserva gli occhi di Pietro un istante, poi si avvicina ad un computer, preme alcuni tasti, le apparecchiature sembrano infiammarsi ed ecco giungere Gabriele e Michele con le proprie legioni di Angeli. Sento sussurrare: "Piano S". Come risollevato Pietro commenta: "Temevo proprio il piano "L"! "E cio?" chiedo io. "Piano S significa Salvezza". "E allora?" replico, "Allora" mi risponde Pietro "Data la situazione e le condizioni esistenti attualmente sulla terra ne temevo proprio la distruzione col piano "L (Lot) come avvenne per Sodoma e Gomorra!" San Paolo non attende oltre e giubilante, dice a Pietro: "Allora io vado ad allenarmi nelle cadute da cavallo...." Pietro di rimando: "Ed io ad esercitarmi con la spada: dovr tagliare ancora un orecchio, non posso Sbagliare.... " San Giuseppe termina il suo raccanto. Per concludere mi domanda: "Senti, amico: dopo le tante notizie che ti ho riferito, potrei chiederne qualcuna anche a te?" "Certamente" rispondo "ne sono lieto, veramente!" "Allora ecco le mie domande per risposte brevi: Ricordi ancora la tua prima bicicletta?" "Certo" "e quale fine avr fatto?" "Che domanda! Sar finita dal rottamaio!" "Ed il primo vestito della festa? Stracci. "Il primo orologio?" "Senzaltro buttato via!" "La prima radio?" "Scassata e gettata!" "E lauto, la tua prima automobile sospirata e desiderata?" "Finita al rottamaio anche quella! "Dunque" conclude San Giuseppe "tutto quanto hai desiderato nella tua vita finito.. buttato via , vecchio, fuori moda, vero? Allora, ecco il mio saluto e insieme anche augurio: fa di non arrivare anche tu. Alla fine della tua vita, vecchio e logoro per averla usata male, Non sbagliarla, non invecchiare! Aggrappati a Dio, sta con Lui, sempre! Lui Creatore che ti dice "Ecco Io faccio nuova ogni casa......" Con Dio non sinvecchia, con Dio nascer : e tutti i giorni! Quello che umano, idee, cose, ideologie e tecnologia, passa , si logora, si dimentica: nulla! Ciao, amico! A risentirci!" "Oh, lo spero! Ciao, Santo ...... Grazie!" Giuseppe G. COMUNIONE PASQUALE PER LE PERSONE AMMALATE O ANZIANE: Don Antonio disponibile nei giorni 3 e 4 aprile, venerd e sabato, per visitare , confessare e comunicare le persone anziane o ammalate. meglio per accordarsi prima telefonando (980044) oppure in chiesa, prima o dopo le varie celebrazioni. 13 Settimana Santa : orari DOMENICA DELLE PALME ORE 7.30 S. Messa ORE 10 sul piazzale della ditta Ambrosoli: distribuzione dellulivo - benedizione - processione alla chiesa S. Messa- lettura della passione Dalle ORE 16 offerta la possibilit di celebrare il sacramento della confessione ORE 20 S. Messa LUNED SANTO ORE 7.15 S. Messa ORE 20 S. Messa MARTED SANTO ORE 7.15 S. Messa ORE 15 celebrazione per i ragazzi delle elementari MERCOLED SANTO ORE 7.15 S. Messa ORE 16.30 Celebrazione penitenziali per i ragazzi della media ORE 20 S. Messa ORE 20.45 Celebrazione penitenziale per i giovani GIOVED SANTO dalle ORE 15 confessioni ORE 20 S. Messa nella Cena del Signore lavanda dei piedi ORE 21 Adorazione comunitaria VENERD SANTO dalle ORE 8 confessioni ORE 15 Celebrazione della morte del Signore lettura della passione adorazione della Croce comunione eucaristica ORE 20 Via Crucis per le vie del paese SABATO SANTO dalle ORE 8 confessioni dalle ORE 15 confessioni ORE 21 Sul piazzale della Chiesa: benedizione del fuoco - accensione del cero pasquale e delle candele - proclamazione della Pasqua liturgia della Parola liturgia del Battesimo liturgia Eucaristica DOMENICA DI PASQUA ORE 7.30 S. Messa ORE 10.30 S. Messa ORE 15 Lode vespertina 14