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INSEGNAMENTI OPERATIVI

Indice
RICERCA ESOTERICA......................................................................................................................2
AZIONE TEURGICA.....................................................................................................................2
IL NODO.........................................................................................................................................6
IL RITO..........................................................................................................................................10
LESOTERISMO OPERATIVO....................................................................................................13
MAGIA E TEURGIA....................................................................................................................16
CRISTO LA FEDE LA VIA.............................................................................................................21
COMUNICAZIONI ED ISTRUZIONI.........................................................................................21
LA FASE PRINCIPIALE DELLA RICERCA: condizioni e difficolt.........................................37
LA METODOLOGIA ESSENZIALE...........................................................................................42
LALLEANZA...............................................................................................................................48
NOTE SULLALLEANZA...........................................................................................................52
PUNTUALIZZAZIONI SULLA VIA...........................................................................................55
SULLA LIBERTA.........................................................................................................................57
MAESTRO E ALLIEVO...................................................................................................................59
DOMANDA SULLEROS.............................................................................................................59
DOMANDA SULLE ENTITA.....................................................................................................62
FINALITA....................................................................................................................................65
INFORMAZIONI RIASSUNTIVE...............................................................................................69
PRESUPPOSTI DELLOPERATIVIT.......................................................................................71
PREVARICAZIONI......................................................................................................................76
SPECIFICAZIONI.........................................................................................................................78
MEDITAZIONE.................................................................................................................................80
IL SILENZIO.................................................................................................................................80
INTUIZIONE E AUTORAPPRESENTAZIONE..........................................................................82
LASCOLTO INTERIORE............................................................................................................89
MEDITAZIONI.............................................................................................................................92

RICERCA ESOTERICA

AZIONE TEURGICA
Lazione teurgica riguarda lacquisizione della capacit dazione sui piani sottili,
riguarda quindi il campo esteriore e non solo quello etico e spirituale.
Agire teurgicamente significa quindi non solo modificarsi interiormente nei
propri riferimenti etici, sconfiggere lego e agire secondo amore, significa non solo
modificarsi a livello spirituale centrandosi sempre pi nel proprio centro atmico
attraverso lascolto interiore e lapertura dello stesso alla volont divina, alla sua
energia damore, ma anche acquisire la capacit di apprendere lazione a livello
sottile per intervenire nel mondo esteriore.
Agire a livello teurgico possibile solo nel momento in cui la nostra esistenza si
fonda non pi solo sulla nostra personalit, sulle nostre credenze, sul nostro vissuto,
ma viceversa si apre a ricevere contenuti universali in base ai quali una scelta viene
compiuta non solo sulla base di fattori individuali, ma bens globali. Agendo cio
perch unazione utile al campo personale e globale generale.
Compiere questazione significa essere in continuo ascolto interiore, poich una
scelta pu essere valida solo rispetto al momento in cui viene percepita a livello
interiore, nel qui ed ora.
La scelta deve essere cio percepita sempre nel presente del proprio momento
vitale e in questo mantenuta. Naturalmente questo avviene attraverso errori,
correzioni e discriminazioni continue.
E infatti fondamentale lo sviluppo delle capacit di discriminazione tra
unazione fondata sullego ed una che invece espressione damore.
Ecco perch estremamente importante lascolto interiore: fondare le nostre
scelte su motivazioni conscie, desideri pi o meno consci, su rappresentazioni mentali
di noi stessi, degli altri e dei nostri obiettivi, non pu che fallire il compito in quanto
per far ci dovremmo gi aver pienamente risolto il nostro inconscio e avere anche
sotto controllo i fattori a livello globale che concernono la nostra scelta e la nostra
conseguente azione. In pratica significa che dovremmo essere Dio, e se crediamo di
esserlo, tradiamo il Suo Amore e noi stessi, quindi pura illusione e falsificazione.
Lerrore del nostro passato tutto qui: nel crederci capaci di agire senza il Suo
fondamento, nella presunzione di poter esistere senza il Suo amore, di poterci dare la
nostra realt senza il suo sostegno. Questo il profondo tradimento che compimmo e
tuttora compiamo, tradimento di ci che pi profondamente eravamo, siamo e
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saremo.
Quindi concludendo solo con lestremo sostegno del Padre che possiamo agire,
anche perch sua lenergia, sua la direzione e suo il risultato. Nostro solo lo sforzo
di fondarci in Lui, di intuire nel nostro centro le scelte da compiere.
Acquisire questo tipo dazione significa essere tramiti denergia divina: ci che
indispensabile apprendere il profondo stato dabbandono al Padre, quello
esemplificato nella Baghavad Gita con lagire senza agire e che difficilmente
attualizzabile con i mezzi ordinari.
Agire senza agire significa agire come se agisse Dio, quindi con amore e per
amore.
Lamore intuizione dunit, risoluzione dellinganno della separativit, unit
polare senza annullamento nellaltro, espressione di s nella propria nota
fondamentale.
Lamore senso dunit a livello intuitivo e quindi spirituale nella
differenziazione a livello di coscienza, la coscienza autorappresentazione.
E indispensabile agire non per un risultato, ma per Amore, per volont di
fondarsi nella realt del Padre, per essere amore nellAmore. Se noi compiamo
unazione in vista di uno scopo non siamo comunque fondati nellamore poich
questo deve essere e pu essere il solo scopo delle nostre azioni.
Leffetto solo dono. Il dono probabilmente arriva sempre, perch il Padre vuole
la gioia della sua creatura, ma esso arriva nel tempo e nello spazio del Padre ed egli
tiene inoltre conto del campo intero, quindi il quando e il come gli effetti della nostra
scelta si manifestino mistero divino, mistero damore.
Occorre attivamente direzionare la propria globalit (non solo lo spirito, ma
anche tutto il complesso energetico che da questo emerge) nel Cuore di Dio. E
occorre dimenticanza di tutto ovviamente come si sa fare per incentrarsi in Lui
nel profondo silenzio della mente.
Ma occorre anche avere un profondo senso di Fede nellatto e nel suo
Destinatario. E occorre anche mantenere questo silenzio attivo con la massima
purezza, pace e serenit possibile.
Far tacere la mente possibile solo affidandosi a Dio nel cuore richiamandolo in
noi. Il silenzio solo un suo dono.
Il Maestro deve agire per liberare lallievo dal male, ed incontrare il male non
necessario, per questo nel Padre Nostro si dice non cindurre in tentazione, ma
liberaci dal male. Se lallievo fa la sua parte il Maestro pu evitargli lincontro con
il male. LAmore del Padre fa s che non dobbiamo ripercorrere il nostro tradimento a
ritroso, ma che risolviamo i nodi che ci hanno condotto allallontanamento dalla
manifestazione del Padre. Il karma ha pertanto questo significato, e cio quello che
noi possiamo incontrare il dolore del nostro tradimento e attraverso di esso con il
Padre scegliamo la nostra realt e la nostra gioia.
E indispensabile comprendere quindi che lincontro con il male pu essere
evitato, ma il pu della creatura in quanto se essa non fa la sua parte, se non
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porta la propria croce, il Padre non pu far altro che riflettergli la sua realt, o meglio
la sua distorsione perch egli vuole evitare alla creatura il dolore, che tra laltro,
ferita per la Sua Manifestazione, ferita che Lui sostiene e subisce.
Il peso maggiore del nostro tradimento, infatti, se lo assume il Padre perch
altrimenti sarebbe il nostro annientamento. Come dice quella storia tu vedi solo le
tue orme sulla sabbia, nei momenti pi difficili della tua esistenza, non perch ti ho
lasciato solo, ma perch esse sono le mie impronte, in quei momenti ero io che ti
portavo in braccio.
Cos il Maestro non pu toglierci tutto il nostro dolore, ma anzi deve rendere
evidenti gli schemi e le storture in noi che lo causano, cos si fa irrazionale,
contraddittorio non perch lo sia in s, ma perch deve riflettere la nostra irrazionalit
e la nostra contraddizione allo scopo di far s che noi ci rendiamo capaci di fondarci
su ci che tutto fuorch irrazionale e contraddittorio, ovvero il nostro S, il nostro
Atman, il Padre in noi.
Cos quando dice che una sua azione pu dipendere da un nostro comportamento
e allo stesso tempo dal suo contrario questo che fa: rende evidente attraverso la
contraddizione, solo mentale, il nostro stato, per fondarci sullunica verit e realt
possibili.
E necessario, infatti, che noi conosciamo la natura della nostra mente, lei che
pu entrare in contraddizione se senza fondamento, essa , infatti,
autorappresentazione di s, ma se il S manca diventa unicamente riverbero infinito
di echi.
Ecco perch il Maestro fa promesse, le smentisce, egli non d illusioni, ma rende
evidenti le illusioni in noi.
Nella nostra esistenza incontriamo eventi e persone che sono leco, il simbolo di
antichi fatti, antiche esistenze, antichi incontri, li abbiamo traditi e offesi perci oggi
che il Padre ci salva e ci dona la possibilit di rimediare, li riviviamo, probabilmente
in minima parte per Amore Infinito del Padre e ritroviamo con il Suo Sostegno la
nostra Realt, il superamento dei conflitti, il giusto significato dei legami presenti nel
nostro ambito, il senso vero e profondo della nostra esistenza fondata nellAmore del
Padre.
Questa non davvero lunica realt, lunica manifestazione possibile e farci
credere ci opera del Demiurgo e nostra responsabilit il crederlo.
Cominciare a comprendere queste cose per rende indispensabile centrarsi nella
Fede del Padre poich sinizia ad intuire la portata del tradimento compiuto e il
dolore creato.
Il vostro campo vede gli aerei diventare strumenti di sterminio e gli offesi
rendersi a loro volta nuovamente sterminatori. Campo che fomenta gli odi, e non
lontano dallo scatenare malattie epidemiche per pura vendetta. A questo punto il Kaliyuga pu attivarsi, con effetti oltre ogni timore.
E necessario che voi abbiate mezzi di difesa sottile, tali da consentire anche
quella formale. Non credo che il Kali-yuga sia prossimo. Guai se lo fosse! Ma che i
tempi possano rendersi duri, lo temo molto.
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Quindi, se il vostro stato attuale perdurer, bene: fatene buon uso. Altrimenti
dovrete in breve raggiungere un sufficiente stato di autoprotezione da consentirvi di
agire in tutela e in difesa di quelli che Dio vi doner. Non dovete temere nulla.
Dovete avere fede, anche se le cose sembrano negarla.
Il Kali-yuga cominciato un paio di millenni or sono, quando Ges fu
crocifisso. Prima erano in atto le condizioni tragiche ed inique che condussero gli
uomini (tutti!) a quellatto estremo, ma il Padre sosteneva i vostri stati in un modo
sottilmente differente, ed essi non erano ancora in un momento probabilmente
terminale come adesso sono. Il Kali-yuga lemersione di un Karma immenso, che
va oltre ogni prevedibilit, e che si accumulato per molteplici eoni. Comprende la
vostra zona e le zone sottili dinterferenza, pi di voi coinvolte in questevento. La
tragica ostinazione di entit del centro di Yesod contro voi nasce proprio dalle
situazioni di crisi del loro ambito che sta diventando poco vivibile e sostenibile. Ma
esse vincolpano di non saper fare ci per cui - secondo loro - siete nati: e cio
sostenerle per la loro vita con le vostre esistenze. Ci sono miti mesopotamici ed egizi,
arcaici in modo addirittura favoloso. E tutti dicono che i cosiddetti dei fecero gli
uomini per usarli a loro placito. Per togliere loro la fatica di esistere. Ma le entit
possono essere combattute e vinte, e allora devono mutare.
Lunica vittoria quella che rende amico lantico nemico, e dissolve per sempre
un antichissimo dissidio.
1/01/2003

IL NODO
Il problema dellesistenza non pu prescindere dalle radici sulle quali essa si
fonda e dalle vicende conseguenti, determinate tanto dalle nostre scelte che dai nostri
abusi.
In termini pi espliciti, affermiamo che i nostri stati non hanno cause efficienti
esclusivamente rintracciabili in questa vita, ma fattori che risalgono ad un passato
assai incompreso, esteso e difficilmente intellegibile in generale. Questa proposizione
si ricollega al noto concetto induista di karma, ma con ulteriori e precise
specificazioni, la principale delle quali questa: sussistono nel presente nodi che
esprimono rapporti costituitisi in tempi pi o meno remoti (e perfino remotissimi), i
quali sono gli effettivi portatori di molti squilibri genericamente attribuiti al caso
(nome che in genere diamo a tutto quello che non comprendiamo), e che provocano
appunto lemersione karmica o meccanicamente nel caso di karma generale o
per aliena volont di potere, possesso e perfino vendetta. Possiamo ulteriormente
specificare che il cosiddetto karma globale implica sempre la nostra responsabilit
diretta, originata da atteggiamenti ed arbitri che sono rifluiti nel continuum
esistenziale con effetti scompensanti e ben oltre le nostre supposizioni. Possiamo
anche affermare che il karma generale il quadro portante di quello pi precisamente
individuale, reso possibile ed attivo proprio dal contesto in cui effettivamente emerge.
Il karma manifesta sempre un rapporto di per s sbagliato: in senso verticale,
un arbitrio nei confronti del Primo Fattore Causale; in senso orizzontale, in quelli del
nostro prossimo e dellInterit. Notiamo che un atteggiamento erroneo provoca
sempre la reazione di quanti ne subiscono limpatto, i quali a loro volta si rendono
autori e protagonisti didentici errori. Per conseguenza sorigina una catena di cause
ed effetti, che non tarda troppo a legare tutto lambito esistenziale in una fitta e
pressoch inestricabile rete di disagi ed infelicit.
Il karma mente, ed esige per la sua costituzione e per il successivo
affioramento lattivit mentale: o passiva, nel senso che ne subiamo limpatto per
una colpevole inadeguatezza a difenderci, o attiva, quando noi stessi diventiamo gli
artefici dattivit scompensate, riferite allego e quindi produttrici di nuovo karma.
Se analizziamo la nostra condizione presente, possiamo conferirci con il
cosiddetto senso comune (considerato in genere e a torto buon senso)
motivazioni imperfette e provvisorie, la cui evidente inadeguatezza provoca
frustrazione, delusione, cinismo e - spesso - volont di rivalsa. In genere
razionalizziamo lesistente nei modi pi differenti, fraintendendolo: cos come
insegna tanta parte della storia del pensiero filosofico e delle vicende concrete. In
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effetti, soltanto con un processo iniziatico che recuperi i Princpi e la concreta


presenza dellIstruttore atmico possiamo ritrovare la nostra esatta posizione dei
confronti della Realt, dissipando progressivamente (e molto faticosamente) gli
innumeri veli di maya che loffuscano.
Qui, presto o tardi, emergono i fattori causali della nostra insufficienza, che si
puntualizzano sempre in rapporti intercorsi imperfettamente con altre personalit del
campo esistenziale, creando antagonismi feroci, incomprensioni ed aggressivit.
Insistiamo nel sottolineare che linsieme di questi rapporti costituisce lorigine del
nodo karmico da sciogliere, e qui facciamo alcune puntualizzazioni.
La causante originaria remota e remotissima, ed simboleggiata con quella
caduta principiale esemplificata nei miti tradizionali sotto diverse simbologie. Il testo
veterotestamentario , a questo proposito, quello pi esplicito ed eloquente, se ben
inteso.
Possiamo precisare che il nodo sindividua nella frattura del nesso polare (ai vari
livelli in cui configurabile) fra le personalit del campo, e che questo typos, se non
risolto, si perpetua incessantemente nel tempo/spazio e fino ai nostri giorni.
Questo discorso contiene unimplicazione: il nodo possiede sempre una
qualifica deros (generica o puntuale), tanto incisiva quanto deviata. Ed allora il
problema come sempre affermammo il recupero dellesatta intelligenza del
principio polare, che ha come presupposto lindividuazione delle personalit che sono
state effettivamente in tale rapporto con la nostra vita, e che per questo hanno o
possono avere precise interessenze con questa stessa attuale.
Il problema difficile, perch come sappiamo intercorsa una scissione, una
frattura tanto nel nostro ambito interiore che in quello dellInterit, e ci che era
armonioso e contiguo si reso ostico e lontano. In generale possiamo considerare che
le personalit in concreto e reciproco rapporto polare (anche se ridotto a virtualit)
sinseguono nellarco lungo dello spazio e del tempo, rinnovando purtroppo le
cause del dissidio: anche quando esse sussistono in universi autorappresentativi
effettivamente differenziati, ma che a livello mentale sono o possono essere
interagenti.
Quanto abbiamo esposto ci suggerisce che il nodo ha dunque le seguenti
caratterizzazioni: A) manifesta sempre un contenuto erotico deviato; B) costituisce un
typos costante, capace di riprodursi se non dissolto nelle sue causanti; C) mente, e
quindi anche rapporto con altre menti, non importa se dimensionalmente
lontane o appartenenti a persone che ritroviamo nel nostro ambito comune.
Cosa ne possiamo, ora come ora, dedurre? Innanzi tutto, che la soluzione del
nodo il superamento della caduta principiale e di tutto quello che essa ha cagionato
nelle epoche successive; ed inoltre, che questesito, implicando lincontro in
condizioni difficili o precarie con altre personalit, osteggiato ed arduo da ottenersi,
e con prospettive anche non attuali. Infatti, la situazione delle entit rinserratesi in
questo karma pu esigere non tanto lodierna ricostituzione dantichi rapporti, quanto
la loro scissione in senso esoterico e costruttivo, e cio in vista della rinascita (ma
quando?) delle vere personalit. Questo problema iniziatico ed operativo, e quindi
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non ci dilungheremo.
La soluzione del nodo karmico cos definito fondamentale per lesistenza
nostra come del campo generale, e costituisce la profonda motivazione dellevento
cristico nella storia particolare e in quella globale dellInterit. Lindividuazione dei
protagonisti del fattore polare cosa specificatamente esoterica, che non pu essere
tentata senza un effettivo Maestro atmico e che in ogni caso esige tempo, sacrificio e
costanza. In tal modo ritroviamo la necessit della vera Fede, e del conseguente
mantenimento del sentiero che oseremo intraprendere. Sempre. 24 agosto 2003
A grandi linee, i fattori interferenti nel nostro ambito possono essere considerati
il pleroma della caduta in questa dimensione formale. Questo pleroma si colloca poi a
differenti gradi dautocoscienza, che nellinsieme costituiscono una piramide
gerarchica rovesciata, nella quale le personalit pi oscurate si sono collocate al
vertice del potere e del dominio. Valutando questinsieme pi dettagliatamente (ma
sempre con grande approssimazione alle situazioni concrete) identifichiamo una vasta
area completamente ostile allidea di Dio e dintegrazione armonica fra entit
esistenti, e conseguentemente una prevalenza involutiva gravissima e degenerante.
Qui le personalit assumono qualifiche pressoch diaboliche (in effetti si sentono esse
stesse dio), e la loro intromissione nella nostra mente provoca gravi effetti anche
dordine fisico. Oltre queste zone sussiste per un ambito alquanto equivoco,
formulato da entit che pretendono dessere e di mantenersi in ideazioni
razionalmente elevate, che sovente non escludono lidea di un Dio supremo e remoto,
in genere non interferente con le zone formali. Questa concezione fortemente
intellettualistica ed astratta, e nuovamente osserviamo che manca del tutto
lintelligenza della presenza divina nella Manifestazione, e conseguentemente
lintelligenza dellamore. Dio in genere considerato in una visione dualistica e
separativa: esiste un universo formale e un fattore di potenzialit o di creativit
remoto e incomprensibile, che non si prende alcuna cura del primo. Dio talvolta
giudicato un immenso potere imperscrutabile, che tuttavia la base del potere
individualistico capace dimitarne la totale arbitrariet: la quale cos reperisce una sua
giustificazione razionalistica.
Queste aree vogliono assumere una configurazione giusta ed illuminata, e
talvolta (non sempre!) appaiono tali. Tuttavia la base che si danno deviata, e la loro
struttura egocentrica le conduce inevitabilmente, quando sono contestate, ad un
durissimo irrigidimento ed ad una conseguente involuzione. In un processo esoterico
che voglia risolvere il problema esistenziale nella luce di Cristo queste aree si
rendono pi o meno velocemente ostiche o nemiche, fino a confondersi con quelle
pi decisamente oscurate. Dove , allora, il Regno?
Il Regno esiste, ed splendido: ma costituito solo da quelle personalit che
hanno risolto a fondo il problema del rapporto con Dio in unideazione di vero
amore. Che hanno, in termini espliciti, risolto il dramma della caduta ed intrapreso la
via del ritorno la quale, superando loscurit di Yesod, sindirizza alla Sephirah
Tiphereth e, alla lunga, la realizza. Noi siamo certi che non esista altra metodologia o
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sentiero fuori di quello fondato sulla volont creativa del Padre e sul Suo amore.
Finch le entit - per potenti o generalizzanti che siano le loro facolt - non si
collocano in questottica, sussiste larbitrio della caduta: magari sotterraneo e
insidiosamente larvato. Ma sussiste.
Cos il miste che voglia superare la propria lontananza da Dio finisce con lo
scontrarsi con lantinomia dei cosiddetti campi sottili, e la sua rinascita implica
sempre il loro superamento. Che il processo esoterico implichi poi un beneficio per le
personalit che sincontrano certo. Tuttavia immensamente problematico rendere
questeffetto attuale nel nostro tempo odierno perch, in effetti, labisso quasi
incomprensibile nella sua vastit e interdipendenza e la sua risoluzione comporta
sempre un atto di scelta della creatura. Difficilissimo, in queste condizioni.
In sintesi, infrangere lopposizione dei campi decaduti si puntualizza nel loro
affidamento al Padre, alla Sua Misericordia che tuttavia qui assume la configurazione
della Giustizia e del Rigore: ma come espressioni limitari del Suo amore, e non come
la soluzione di un rigido atto di riequilibrio (occhio per occhio e dente per dente,
insomma).
Nessunillusione nellallievo di Cristo: occorre solo il mantenimento dellascolto
interiore nella fede, e la precisa volont di essere con il Cristo in tutto il divenire della
sua esistenza. Nullaltro serve, qui.
24/08/2003

IL RITO

Spirito Idea Forma


Accenniamo brevemente ad un problema che investe con molta continuit la
ricerca esoterica, la quale non deve n essere semplicemente conoscitiva ed
intellettuale, perch esige di concretizzarsi in atti ed effetti precisi.
Il rito, nellipotesi che consideriamo, sempre azione teurgica che si fonda
sullEnergia basale, ossia sullAmore del Padre. Questindicazione ci suggerisce gi
la consistenza personale e le strutture spirituali ed ideative che devono essere poste
alla base dogni ritualit, e che esigono sempre e comunque il risveglio (sia pure
imperfetto e parziale) del Centro atmico. Come abbiamo molte volte affermato,
questo stato si basa sulla nostra capacit damare e sulla conseguente fede nel
Principio che la conferisce. La Fede lempatia profonda con il Divino e
puntualizza la Sua presenza nella nostra vita.
La Fede tuttavia, di per s, non sufficiente a determinare immediate modifiche
nel piano esistenziale che in casi particolari e specialissimi nei quali consente
lintervento diretto del Maestro, e la Sua azione.
Nella normalit esoterica questeffetto ottenuto con la nostra precisa,
consapevole e puntualizzata attivit, confermando in tal modo il rapporto che informa
nel piccolo e nel grande il divenire dellAdam: rapporto dalleanza con il Dio creatore
e non di semplice soggezione dellente emanato allEmanante.
Questo rapporto si colloca sempre ai quattro quarti della realt manifestata:
implica lo Spirito, la Mente, lEnergia e la Forma, e possiede la consistenza tipica
della guaina che lo specifica. Ovviamente la forma per noi pi densa e tangibile
quella che determina il nostro campo fisico ed oggettuale, ma esiste forma in ogni
momento ed aspetto dellesistente. Perfino lo Spirito (che per propria natura
informale o meglio pre-formale) assume per noi una qualificazione tipica che
possiamo esattamente configurarci come delimitazione di contenuto e susseguente
rappresentazione coerente. Forma dunque, anche se differente da ogni altra.
Queste considerazioni ci consentono di precisare che il rito sintesi di spirito,
ideazione rappresentativa e forma; e che questultima necessaria allesito
prefiguratoci. In termini diversi, leffetto dellatto teurgico poco appariscente o
irraggiungibile se manca una precisa ideazione che lo concretizzi in atti ben
indirizzati e sostenuti dal meditante, se manca unattivit (che naturalmente
autorappresentativa) capace dindirizzare obbiettivamente energie concrete in
formulazioni sufficientemente individuate ed esatte: formali, dunque.
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Comprendere questo postulato non tuttavia facile, perch la sua intelligenza


implica lesperienza, senza la quale non possiamo darci i necessari strumenti intuitivi
e concettuali che sono la base della discriminazione mentale: quella che genera la
normale autorappresentazione.
Infatti, anche se non appare, noi percepiamo lesistente in sintesi spirituale che
immediatamente analizziamo con lintelletto e la mente. Il procedimento talmente
usuale e rapido da non averne in genere conoscenza. Ma tant. La vita si specifica e
si comprende innanzi tutto tramite la guaina spirituale, e soltanto successivamente
con quella mentale ed intellettuale. Ne consegue che se la prima guaina carente od
offuscata ogni successiva discriminazione risulta imperfetta o addirittura allucinatoria
e per tornare al nostro assunto lattivit magica e teurgica si dimostra allora
improponibile o illusoria, con possibili esiti tanto impreveduti quanto temibili.
Conferirci gli strumenti dellazione sul piano sottile (spirito e mente,
soprattutto), che siano capaci di tradursi su quello formale ed oggettuale, compito
essenziale del Maestro, del Testimone interiore. Il quale, per ottenere tanto, necessita
della nostra empatia ed attivit. Lempatia da sola, infatti, in genere sintesi che
esige una conseguente analisi per collocarsi fattivamente nel nostro divenire. Un
atteggiamento strettamente devozionale e passivo nei confronti del Divino pu,
infatti, avere (e se sincero ha) esiti rilevantissimi dal punto di vista spirituale ed etico,
ma trova ostacoli a tradursi come dovrebbe nel campo formale. Per ottenere
questindispensabile effetto (necessario anche in una prospettiva generale) occorre
prioritariamente sapere i modi ed i termini propri dellazione, e compierla poi con
precisione. Ricordiamo ancora una volta la fondamentale regola dello agire senza
agire, che ci libera dal karma e che, dissolvendolo progressivamente, ci consente una
vera libert nel nostro ambito vitale.
Rito tutto quello che si compie con lintelligenza dellAmore, il quale
insieme trascendente ed immanente. E lamore del Padre ed il nostro stesso amore,
comunque esso sia indirizzato; ma, ovviamente, deve essere veramente amore.
Qui la discriminazione difficile perch noi colleghiamo spesso a questidea e a
questa parola contenuti che damore non sono, e che spesso implicano pesanti
affioramenti egotici. Le conseguenze sono il fraintendimento delle nostre situazioni e
delle relazioni che intratteniamo con il campo esistenziale, sia esso sottile o
denso, ossia percepito con i comuni sensi. Sottolineiamo che in tal caso non
possiamo certo configurarci una nostra capacit operativa rituale e teurgica: il rito
esige sempre la purificazione interiore, che poi decantazione della mente conscia ed
inconscia da tutte le stratificazioni anche karmiche che contiene.
Insistiamo: la purificazione delle tendenze indispensabile, ma anche
propedeutica allazione particolare, indirizzata ad un fine lecito e possibile. Lazione
impedita senza la preventiva purificazione, ed essa deve puntualizzarsi in una
coerente capacit operativa, concreta ed effettiva, secondo gli stati in cui si colloca.
Per esempio, il rito che tende a liberarci dal karma preterito (lasciato indietro),
comporta esiti che sono (in apparenza) avvertiti soltanto dallagente, e che risultano
sconosciuti al normale prossimo; ma ha comunque effetto sui piani sottili. E talvolta
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con rilevantissima incidenza.


Un altro caso quello del rito che cerca una sapienza del Reale e della Sua
incidenza nel campo oggettivo. In questipotesi linteriorizzazione implica
lattivazione della guaina spirituale a profondo livello, e poi di quella mentale in
coerente e continuo processo. Questattivit necessaria per la vita personale e
generale, comunque la si consideri. In sua assenza, il decadimento pu essere lento ed
impalpabile, ma determiner sempre condizioni desistenza difficili o precarie.
La forma spirituale del rito determina lemersione di forme coerenti
nellintelletto-mente, e queste sono gli strumenti che attivano ed indirizzano le
energie sottili e poi grossolane, consentendo lopera teurgica e pratica. Occorre
considerare che lanalisi discriminante individua momenti i quali sono semplicemente
aspetti di unattivit unitaria, la cui comprensione pi che utile necessaria.
Sottolineiamo quindi che ogni analisi presuppone una sintesi, e che ogni
specificazione implica ununit basale: nel piccolo e nel grande.
Lo svolgimento concreto del rito accade nello stretto rapporto dellallievo con il
Maestro atmico. E con nessun altro.
Questo rapporto deve essere voluto secondo i princpi iniziatici acquisiti nel
processo di risveglio, e richiede dessere mantenuto costantemente, anche oltre i
termini specifici della singola azione rituale. Limmanenza del Divino deve costituire
la condizione percettiva normale per lallievo che percorre il sentiero, cos come la
consapevolezza della Sua trascendenza. Queste sono acquisizioni che accadono nella
ricerca esoterica e non altrove, e costituiscono le basi delliniziazione. Le porte che
contraddistinguono i singoli passaggi da uno status ad un altro hanno guardiani, i
quali sono poi tutti! lo Specchio in cui ci riflettiamo. Ed allora il superamento di
questi ostacoli, in genere imprevisti ed imprevedibili, esige il sostegno fattivo ed
attuale del Maestro, la Sua presenza attivamente percepita dal discepolo.
Qui ancor pi che altrove la alleanza assume un significato specificatamente
fattuale ed ineludibile: non si raggiunge il proprio stato reale senza la Realt.
Concludiamo ripetendo che le concrete modalit dellattivit teurgica sono frutto
di questa alleanza costante fra il nostro s ed il S trascendente, che si colloca
tuttavia nel nostro Centro atmico; e che esse si specificano caso per caso e secondo le
esperienze che lIstruttore conferisce allallievo.
Il problema pratico e principiale dunque lindividuazione del vero Maestro del
cammino, che sempre con noi sia nel bene che nel male che compiamo, ma che
abbiamo dimenticato. Il risveglio ricordarci di noi, di quello che fummo e che,
nonostante tutto, continuiamo ad essere; che saremo un giorno anche nella nostra
consapevolezza.
Amare ricordare.
9 ottobre 2003

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LESOTERISMO OPERATIVO
Lesoterismo operativo insieme il banco di prova delle idee acquisite e la
necessaria esperienza daspetti sottili del reale. Conseguentemente lazione soterica, o
magica o teurgica, ha molti scopi, non ultimo dei quali quello formativo dadeguate
personalit.
Precisiamo che azione teurgica in senso stretto quella che savvale
dellEnergia primaria, e cio propriamente divina; azione magica quanto utilizza
forze e valenze proprie delle creature, le quali ne sono depositarie e possono quindi
farle fruttare.
Noi intendiamo servirci soltanto dellEnergia primaria, ossia agire nel Nome e
nel Segno di Dio.
Perch?
Perch linvoluzione controlla troppo da presso le energie del nostro ambito
esistenziale, e questo fattore pu determinare linsorgenza di rischi non facilmente
prevedibili, e molto sottili. Allopposto, con lenergia divina questo non accade mai e
per nessuna ragione; ma la teurgia rappresenta anche la pi difficile prova che un
allievo possa incontrare.
LEnergia basale, infatti, esige la purificazione delle tendenze tanto consce che
inconsce, il ch significa compiere un viaggio entro il proprio mondo pi intimo
alla ricerca del Cuore e del Valore.
Ovviamente, il Maestro pu richiederci soltanto una seriet dintenti ed attivit
consone al nostro stato attuale demancipazione; e quindi deve sostenerci quasi
completamente, in principio, allentando linterferenza proporzionalmente ai nostri
effettivi progressi. Tuttavia Egli mira sempre a far s che noi stessi sappiamo renderci
"nostri maestri", e che nel Segno divino sappiamo apprendere molto con le nostre
specifiche forze.
Lazione duplice: interiore ed esteriore, e la seconda (che anche la pi
appariscente) richiede sempre la prima. Conseguentemente ci necessario apprendere
innanzi tutto le condizioni delloperativit esatta in modo teorico, e in seguito
renderle nostre cos come lIstruttore stesso ci indicher.
Il primo passo il sentire il proprio centro cardiaco, ma sentire non per
niente visualizzare, Sentire percepire qualcosa che oltre, che immanente ed
insieme trascendente, e che pu essere solo amato. In effetti, sentire amare con il
proprio S: provare amore, voler amare localizzandoci nel Centro cardiaco.
Questa tecnica attualizzabile soltanto nel sostegno divino, pi in l dogni
esercizio o tentativo dordine differente. Esige la ferma volont, la costanza ed il
mantenimento della direzione spirituale intrapresa, checch accada. C una
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concomitanza fra la nostra fatica e quella di Dio, che ci vuole fuori del presente stato.
C quella alleanza cos fraintesa nella storia fra Dio e lUomo: alleanza damore,
dempatia e di fiducia.
Per agire nel Centro cardiaco occorre la FEDE, e lintelligenza della Fede.
Cosa , allora, la Fede? E il rifugio, la fermissima forma interiore che ci
avvicina al Padre, lassenza di qualsivoglia attaccamento al relativo ed anche nelle
specie di un risultato auspicabile.
La Fede puntualizza la fiducia del figlio nel Padre, oltre ogni idea, ogni timore
od ogni supposizione. Il Maestro ha gi esposto altrove questi principi, e
conseguentemente rimandiamo il lettore a quelle parole.
Con la Fede (che sempre a livello atmico e quindi non mentale) noi potremmo
utilizzare qualcosa anche nel presente e, con tempo, renderci assai pi liberi. Questo
tuttavia accadr soltanto se noi, non irretiti dal potere magico ed egocentrico, saremo
insieme distaccati e purificati.
La libert dellattore teurga non comprensibile per chi non ne abbia una
qualche esperienza, e conseguentemente il Maestro ci deve condurre al nostro limite
di libert, per ampliarlo nel corso del processo soterico. Parlare di Dio facile, dirsi
che Lo si ama alquanto semplice, in apparenza. Trovarsi concretamente nel Suo
amore, nel Suo potere damore, cosa sconvolgente per chi non sia in giusta misura
preparato. Accadr solo se lo vorremo davvero, e tali ci valuter: ed allora Egli ci
dar molti doni che notiamolo attentamente non sono il compenso per le nostre
fatiche ma un atto libero, spontaneo e completamente gratuito del Cristo.
Se il Padre pesasse le nostre anime nel Suo modo di Giustizia, nulla potremmo
ricevere se non il senso della nostra caduta. Ma il Padre pesa con la bilancia
dellAmore, e non guarda il passato (estremo o recente, e sovente immensamente
oscuro) che gli abbiamo imposto. Egli guarda il presente, sempre.
Siamo al dunque: con pesante fatica i campi yesodici sono stati smembrati, e
moltissime formulazioni di potere involutivo allontanate. Moltissime per, e non
tutte: una su mille pu ora come ora considerarsi sufficientemente consapevole
da ammettere la sua permanenza nel nostro ambito. In tal modo sussiste la presenza
di un modestissimo numero dentit sephirotiche indirizzate in questo vettore
esoterico, molto in difficolt per lenorme distanza spirituale che ci differenzia.
Precisiamo quindi un principio interpretativo fondamentale nellesoterismo
teurgico: non esiste alcun metodo che possa prescindere se operativo dalle
Potenze Elementali, le quali hanno la capacit dindirizzare le correnti energetiche
grossolane e sottili del piano manifestato.
Certamente lIstruttore potrebbe metterci in rapporto con altre zone, molto pi
facili, belle e buone. Perch, allora, non accade?
La ragione c, ed assorbente: Egli deve salvare tanto noi che le figlie oscurate
esistenti in altri piani, e deve ottenere un tale risultato con un unico atto soterico,
capace di riscattarci da un reciproco debito riconducendoci (in potenza o in atto) nel
Regno di Dio.
Conseguentemente noi dobbiamo risolvere il problema della caduta, che
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personale ma che anche del nostro vero campo globale, comune e sottile.
Le entit condensatesi in Yesod hanno con noi nessi arcaici, ed impersoniamo in
qualche modo il loro passato, il presente e auspicabilmente il futuro. Per logica
conseguenza, noi dobbiamo agire con loro in un comune vettore iniziatico, che da
Malkuth (la quale anche la loro Sephirah!) conduca a Tiphereth, sotto il sole di
Kether.
Yesod, in altre parole, deve risolversi in Tiphereth e recuperare in tal modo il
proprio cuore reale, il S. Quando tutto questo accadesse, noi avremmo un quadro
approfondito del Mondo manifestato, dei Sentieri e delle Sfere di vita che racchiude.
Non potremmo essere pi che stranieri nel nostro ambito presente, in questa attuale
dimensione planetaria: ma stranieri che sono portatori di luce.
Stiamo attenti: cosa ardua portare questa Luce in tenebre che saddensano ogni
giorno di pi. Il tragitto iniziatico deve renderci capaci di tanto, e per questo
insieme lungo e rigoroso. Ma anche la sola speranza per tutti quelli che amiamo,
figli o parenti o amici: compagni di cammino mai casuali. Noi dobbiamo far s che
essi non si condannino ad unindefinita trasmigrazione nel samsara.
Poi, c lutilizzo dellEnergia anche per nostro sollievo, per gioco damore, per
insegnamento di gioia e di letizia: Dio ama la Vita, tutta la vita che saffida a Lui, e di
questo necessario pi che mai, adesso parleremo ancora.
Dio ama, non che Amore.
28/08/2003

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MAGIA E TEURGIA
In questo contesto vogliamo considerare alcuni presupposti dellazione
magica, tenendo ben presente che qui, per magia, intendiamo loperativit
fondata sullesatto rapporto con il Divino, e che per noi magia equivale dunque
a teurgia.
Lazione necessaria e fondamentale tanto per fornire utili concettualizzazioni
alla mente, tramite lesperienza di s e del campo, quanto per cooperare nei limiti
che ci sono ora concessi allo svelamento dellIdea divina, e cio allattualizzazione
della volont di Dio.
Presupposti dellazione sono il distacco dagli esiti, i quali devono essere
COMPLETAMENTE affidati al Padre: Egli, infatti, sa come si configura il Campo
e quali le capacit ed i limiti che presenta. La nostra intenzionalit, per altro
necessaria, insufficiente a cogliere gli innumeri nessi che collegano un qualsiasi
dato, un fattore dellesistente, ad ogni altro; pertanto solo la Sapienza pu e vuole
agire nel rispetto delle nostre scelte per il conseguimento prossimo o remoto del
suo Fine.
Occorre anche ricordare che il campo si definisce nel Continuum divino, e che
di conseguenza il Padre insieme trascendente ed immanente.
Questo fatto comporta che la nostra ideazione (similmente a quanto implicito
nel concetto di Heka dellantico Egitto) deve rappresentare, se vuole essere giusta,
una vera coerenza con il Divino e potersi quindi richiamare a Lui perch possa
rendersi forma.
Forma che compare, che si svela nellambito dellesistente, modificandolo in
molte guise: anche sottili, e nascoste alla nostra comune visione; che dunque
devono essere considerate dal Maestro nelle loro pi sottili implicazioni tanto
positive che negative.
Infatti, un atto che modifichi la direzione vettoriale attualmente attiva possiede
effetti vicini ed echi lontani, i quali possono anche rallentare ed impedire la
dinamicit dellinsieme, in alcune o in tutte le sue qualificazioni.
Questo spiega perch molte volte lesito di unintenzionalit teurgica riesce
differente da quanto ci si poteva aspettare. Il Maestro prende in considerazione il
Bene reale, e la nostra volont positiva che cerca di renderlo forma e che
elemento fondamentale e fine stesso dellazione. Egli conduce a compimento questo
Bene, impersonalmente: anche molto oltre, nello spazio e nel tempo, le nostre
previsioni ed aspettative e senza mai sopraffare le scelte che ne costituiscono la base.
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In effetti, il vero agente dellattivit teurgica sempre lAmore, la sua


immanenza protettiva e salvifica sul piano manifestato. Lamore di Dio in noi e di noi
in Dio.
Cosa dunque rimane alloperatore teurgico, in questo contesto?
Rimane la parte pi delicata, pi propriamente sua: quella che si puntualizza
nellindividuazione dei vettori che vanno energizzati in vista di un risultato, il quale
abbia insieme un valore obiettivo (generale) e uno soggettivo, personale.
Resta la scelta fra essi dei pi opportuni ed attuali; ed inoltre gli appartiene
completamente la decisione di mantenere la direzione cos intrapresa, e di affrontare
conseguentemente le inevitabili resistenze che il Campo sempre inerte e sovente
molto involuto non manca di opporre. Il campo, infatti, , per definirlo con un
appropriato termine tecnico dellOriente, alquanto tamasico.
In altri appunti abbiamo esaminato le qualificazioni della scelta, e ad essi
rimandiamo il lettore: ricordiamo comunque che la scelta vera implica sempre
lempatia con il Continuum divino, perch si definisce nel confronto interiore con lo
specchio dellanima, lAtma, il Testimone definito da tanti testi yogici.
L c limponderabile vastit delle potenzialit prossime e remote suscettibili
dattualizzazione, e l lamore della creatura per il Creatore consente
lindividuazione spesso molto difficile del giusto cammino. Scegliere in questo
contesto cosa di non semplice enunciazione, perch tutto accade in ambito che
genericamente possiamo definire pre-formale, e che soprassiede comunque allorgano
discriminante e concretamente rappresentativo che la Mente/Intelletto/Io.
Non che, al livello dello Spirito, sia assente una particolare specie di forma:
esiste, perch la creatura sempre e comunque limite, ed il limite implica la
definizione, che costituisce appunto laspetto formale nella continuit esistenziale.
Eppure, per la nostra esperienza, la scelta esatta nel suo primo apparire priva di una
forma percepibile, perch non oltre il Limite in s, ma certamente oltre quello della
zona mentale in cui avviene la discriminazione.
Questo normale almeno finch liniziazione non conferisca una pi alta e
precisa capacit percettiva del profondo, nella quale possiamo cogliere, ascoltare e
perfino vedere le forme dei contenuti spirituali in emersione, secondo le nostre
nuove possibilit.
Inoltre la scelta il fattore ontologico che distingue lente creato dal suo
Creatore, perch esprime una LIBERTA delegata, donata per determinare il processo
di svelamento dei contenuti dellIdea di Manifestazione.
Come fu puntualizzato nellermetismo di tradizione egizia, tutto Mente,
intendendo cos che tutto autorappresentazione del S spirituale, nei suoi rapporti
interiori con il Principio ed esteriori con il Campo che sempre estrinsecazione
dellidentico Principio.
Ne consegue abbastanza agevolmente che la stessa Mente Spirito nel suo
momento analitico e proiettivo, e che anche lenergia ed infine il corpo fisico sono
Spirito, in quanto definizioni dello strumento interiore ai fini dellazione e del
contatto con laltro. LALTRO: e cio il Mondo che ci circonda, di cui siamo parte e
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che ci evidenzia ora e qui.


Se tutto mente, ovviamente tutto Vita, perch la mente lorgano di
conoscenza e di direzione di chi vivente: Cosa accade, allora?
Accade che quando noi formuliamo ideazioni, vettori operativi e le conseguenti
azioni entriamo in diretto contatto con altre Intelligenze, le quali come noi si servono
della mente per autodefinirsi ed agire.
La natura di queste Intelligenze molteplice. Alcune sono molto elevate e
globali, altre assai puntualizzate e definite nelle loro funzioni. Alcune sono assai
evolute nel Regno, altre al contrario fortemente involute. Ma tutte rappresentano
nei loro limiti un atto della volont di Dio, e tutte sono ontologicamente Dio in
Dio.
Questultima considerazione implica molte cose: che lazione teurgica deve
essere (come abbiamo sempre detto) impersonale, in vista di un bene comune.
Implica inoltre che il potere ed il possesso egotici, particolaristici ed incentrati sul
solo organo di riferimento e di direzione attiva (lIo) anzich sul S impersonale
costituiscono un arbitrio, grave e foriero di tutti i mali, se mantenuto.
Lazione deve essere sempre impersonale, e coerente con lintenzione del Padre.
Lazione conseguentemente esige una costante empatia damore con la Misericordia
di Dio, il Cristo, della quale energia noi ci serviamo, per cos dire.
Qual , in questo contesto, il vantaggio individuale della creatura?
E enorme, realissimo. E quello di rendersi conformemente allatto
emanativo principiale modalit del Padre, e quindi porsi nella Sua intenzionalit e
nella Sua gioia molto concretamente, ogni volta che lesito del processo si definisca
nel globale e nel particolare.
Possiamo chiederci se lattivit teurgica, cos evidenziata, debba essere
considerata un aspetto eccezionale o allopposto normale della nostra esistenza, ed in
quali limiti effettivi essa sia esplicata.
Diciamo subito che la teurgia, se la vita esprime un esatto valore, la normalit,
e che, in effetti, tutto essendo in Dio, tutto teurgia.
E dunque cos difficile la vita, cos pressante ed imperativa la necessit
dellintrospezione da far pensare (magari temendola) alla necessit dellisolamento,
delleremitaggio per introvertere le nostre capacit e raggiungere la nostra essenza?
S e no.
S, perch lintrospezione necessaria, e deve essere guidata dal Maestro o
cadr in un inutile intellettualismo.
No, perch la teurgia (che lestrinsecazione del dinamismo dello Spirito) o
dovrebbe essere cosa semplice e spontanea, cos come lo sono il respirare ed il
cibarsi dei doni di Dio.
La Teurgia , se condotta al suo contenuto pi sintetico, ascolto. Ascolto del S,
del Centro Atmico (lAtma il Centro del Cuore, che poi la Tiphareth della nostra
personalit nella simbologia del Glifo). Ascolto che pu essere estremamente
difficoltoso o impossibile senza il Cristo (Ges, Krisna, Toth), ma che naturale e
spontaneo con Lui.
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Per ottenere questa capacit dudire la sua Voce occorre tuttavia superare
vecchie barriere (i veli di maya), vincere ostacoli interiori ed esterni, antichi e
contemporanei. Occorre trascendere in giusta misura la distanza che noi abbiamo
frapposto fra il nostro cuore ed il Padre, e che non solo nostra, individuale: del
globale in cui esistiamo, ed al quale siamo intimamente collegati.
Incontriamo difficolt, cos come le ebbe Arjuna quando dovette risolversi a
combattere (con Krisna) laggressione dei suoi parenti ed amici. Difficolt che ci
opprimono, perch nel piccolo e nel grande con esse affatichiamo il Padre nel Suo
amore, e per un tempo difficile da essere compreso.
Tutto questo indica che la fatica necessaria al recupero delle naturali capacit
autorealizzative e teurgiche grande, e non pu essere superata che con il Fattore di
Realt: Kether, o Brahma o Cristo, comunque Egli sia nominato.
Il Fattore di Realt pu essere raggiunto e realizzato solo con il Suo stesso
amore, che si esplica nel Suo sostegno. LAmore ed il Sostegno del Padre sono il
Cristo, il Figlio Unigenito che appunto il Ponte fra lAssolutezza emanante e la
Relativit emanata.
Ponte ontologico, come abbiamo indicato. E cosa implica di particolare tutto
ci?
Implica che il Padre, lAmore dellAssoluto in Cristo, il fattore connettivo
essenziale che converge linfinita specificazione del Mondo creato in unit fattuale e
coscienziale; e che tutti i rapporti che intessiamo con altri nel corso della nostra
esistenza, ed in particolare quelli che ci associano alle personalit pi vicine e che pi
amiamo (il prossimo) devono essere sostenuti e vitalizzati dalla presenza divina, in
noi ed oltre noi.
Il simbolismo egizio corrispondente quello di Nut e Geb, separati (ricordiamo
il mito di Adamo?) ma sostenuti ed uniti dalla costante presenza di Shu; essi sono
posti alla base del momento emanativo in Nomi e Forme, e sono interpretabili come
gli Archetipi riflessi dal Pleroma Divino: Uomo e Donna viventi secondo la legge
ciclica di Polarit.
Come abbiamo avuto occasione di analizzare, il Ciclo esprime la necessita, per
chi vivente come limite, della sintesi e della conseguente analisi ad opera degli
enti fra loro polari, onde pervenire nel piano esistenziale a nuova e pi ampia sintesi.
Questo vero per tutta la Manifestazione, soprattutto nel suo aspetto
dautocoscienza direzionale pi generale, lAdam che Uomo/Donna, polarit in
atto. E, questa, la pi alta magia consentita alla creatura, che cos si rende elemento
daffioramento e concretizzazione del Piano Manifestante, in nome e per conto di
Dio.
Lascolto interiore, naturale e continuo, comporta la spontaneit della vita,
perch conduce alla scelta precisa nel momento e nel luogo adatti. La teurgia ardua
se la si codifica in leggi astratte e norme rigide, che ne costituiscono poi il pi grave
fraintendimento. La Magia Vita, e deve essere recuperata come tale.
Gli esempi che ci provengono dallantichit, quando la religione era teurgia (e
qui non alludiamo ai suoi fraintendimenti) ci sembrano eccessivi? Li consideriamo,
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con veloce sufficienza, poco credibili?


LEgitto, lIndia, la Cina, lo stesso Israele mistico, ci hanno mentito?
E come onestamente potremmo sostenerlo, senza prima averne fatta una giusta
esperienza?
Ricordiamo: nulla nellintelletto che prima non sia stato nella percezione
sensoriale. Con la riserva che la percezione sensoriale non solo esterna a noi,
ma anche intima, interna.
Ne deriva che la concreta sapienza delle capacit, delle cause e degli effetti sono
presupposti ineludibili del nostro progresso spirituale e sociale, due aspetti della
stessa medaglia; e che lesperienza esatta il solo strumento capace di farci procedere
positivamente nel Piano di proiezione dellIdea principiale.
Credere che basti affidarsi al Padre rinunciando ad agire nel suo Nome, grave
fraintendimento della Sua volont, dinamica e vitale in senso assoluto, quale si
riverbera nella Manifestazione.
Lesperienza consente allorgano dellautorappresentazione e del contatto
dattivarsi costantemente (in un processo infinito) nellInfinit di Dio: quanto pi
ricco e duttile lo strumento interiore tanto pi elevate e imprevedibili sono le
potenzialit che ne emergeranno. Lo strumento interiore Spirito in fase analitica e
discriminante: diremo quindi con la Tradizione ermetica che Tutto Mente, e che
in ultima ragione Tutto Spirito di Dio, ed Egli richiede eternamente dessere
con noi, al nostro livello concreto, per puro ed ineffabile Amore.
Queste conclusioni dovrebbero essere tenute ben presenti, sempre: Dio ci ama,
vuole essere con noi per Amore. Ed allora soltanto lAmore che ci pu consentire
lesatta esperienza della Vita e del Padre in Cristo: finch, in un qualche momento
senza tempo ed oltre le nostre forme mentali Egli ci consentir, col Samhadi, dessere
noi e Lui nellinfinit della sua Pace.
15/07/1999

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CRISTO, LA FEDE, LA VIA


COMUNICAZIONI ED ISTRUZIONI
Il problema che le persone incontrano, allinizio del sentiero, specificatamente
interiore: esse, normalmente, sfiorano soltanto i nuovi fattori che le circondano ed il
significato delle stesse cose che sono dette o comunicate. E quindi facile costatare
una rimarcata passivit nei confronti dei punti pi delicati dellapprendistato, e
lassenza di quellentusiasmo che solo conduce al vero risorgimento spirituale.
Le persone dimostrano un certo interesse, ma non sufficiente a tradurre in
totalit di vita i principi fondamentali che pure considerano di recepire.
Le inchieste su di un aspetto o laltro della Manifestazione sono utili soltanto se
risultano perfettamente centrate sui problemi concreti che sincontrano nel presente;
altrimenti rappresentano un momento conoscitivo che di per s privo di vera
incidenza sui singoli stati spirituali e mentali, perch troppo intellettuale.
La cosa seria giacch conduce allincomprensione dei valori e dei simboli nei
loro significati pi incisivi: la Croce di Cristo, per esempio, ed il tremendo impatto
che la caduta mantiene sul campo esistenziale ora come un tempo e su tutto
quello che in esso si definisce. Non viene, in particolare, ben compreso che i
problemi non sono di conoscenza ma dessenza. Non dintelletto, in altre parole, ma
di essere.
La Croce simbolo totale. Essa esprime verit sia nel positivo sia nel negativo.
Nel positivo, rappresenta lincidenza dellAmore sui piani della Manifestazione:
evidenzia la congiunzione nel Centro spirituale dei due fattori polari, luno ideativo e
laltro esplicativo, cos nel massimo livello configurabile che nel minimo. Indica poi
la suddivisione del campo spirituale e formale (vale a dire fisico) in quattro quarti che
denotano i diversi stati allotropici dellAmore/Energia, i quali tradizionalmente sono
sintetizzati nei quattro elementi fondamentali, dal Fuoco alla Terra.
E la Croce implica anche la stabilit contro i movimenti espansivi ed implosivi
dei cicli, ora e non nel principio, sconvolti dal male.
Inoltre la Croce quella del Cristo Ges puntualizza i sacrifici che Egli
affronta per tutelare la Sua creazione, e ci informa drammaticamente di come la
caduta lo imprigioni nel Suo essere e nel Suo esistere: in questa prospettiva i chiodi
alludono allelemento esplicativo del mondo creato (la femminilit); la corona di
spine, le spine stesse, alla distorta virilit delle ideazioni che la creatura globale si
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conferisce; la lancia nel costato poi simbologia del tremendo tentativo duccidere
Dio nel Suo stesso atto manifestante, per impossessarsene.
Le piaghe del corpo, per concludere questa sommaria descrizione, sono gli
infiniti stati di decadenza che i mondi emanati, i cieli delle Sephirah, evidenziano.
Tuttavia quello che ora deve essere sottolineato che lUomo globale (Adam)
non virile ma androgine crocifigge il suo Creatore, e che questo delitto atroce
attuale. Accade dovunque lamore lascia il posto allego, ovunque si scelga il proprio
individualismo contro lIdea fondamentale dellunione spirituale.
Allinizio del processo ci apparentemente poca cosa; col trascorrere del
tempo diventa terrore, angoscia ed estremo dolore.
Gli uomini generalmente non sanno nulla sugli stati di condizionamento che
esistono, da tempi pressoch immemorabili, nel loro inconscio. Sono stati mortali,
indotti da persone che furono nel loro passato e che subirono eguale, tremendo dono.
Stati che nel sentiero del ritorno possono e devono essere compresi, e che stupiscono
per la loro estensione, profondit ed imprevedibilit. Essi costituiscono zone inibenti,
vettori di condizionamento psichico e poi fisico; sono travestimenti dolorosi
generalmente malvagi del vero atto interiore, che sempre damore.
Ma come fare per convincere luomo comune che il suo impegno deve essere
totale se vuole liberarsi dal presente stadio dinvoluzione, che s intermedio fra il
Bene ed il male ma proprio per questo contaminato?
Le persone affermano che devono sapere: ed il Maestro sottolinea che occorre
essere per sentire in noi stessi la verit delle cose, per discriminare esattamente
quello che veritiero da quello che falso.
Se la gente si trastulla tristemente con le proprie istanze, con i loro pseudoproblemi (tipo gelosia, tipo insoddisfazione, tipo negligenza verso valori essenziali)
essa la vittima consapevole ed inconsapevole dellincombente dolore. Coloro che,
al contrario, affrontano il sentiero del ritorno, possono superare questo stato nefasto
ed insieme assumono una particolare responsabilit nei propri confronti e in quelli del
maestro, perch possono affrontare gli stati involuti ben pi concretamente ed
incisivamente. Tuttavia molti potenzialmente iniziandi restano oscurati perch
vogliono ignorare le enormi implicazioni del loro stesso vissuto, ed in questo non
possono dichiararsi innocenti. Sovente sorvolano sugli stessi stati esteriori che
incontrano (situazione politica, degrado ambientale, malattie, infelicit diffusa,
morte), che sono simbologie di quelli interiori propri ed altrui, non visti o non
compresi.
Il Maestro dona parole, esempi e tutto un sistema organico atto
allinterpretazione dellesistente. Egli conferisce un quadro molto esteso, ricco
dimplicazioni e che traduce al livello degli allievi le altissime idee del Padre: ma
qual la rispondenza?
Gli allievi meditano poi sulle cose che hanno conosciuto? Creano un vero
cerchio di corrispondenze e dapprofondimenti? Comprendono e si comprendono?
Sanno amare?
Ecco, succintamente esposti, i problemi basali. Gli allievi, che non sono tali
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certo per puro caso, possiedono i mezzi intellettuali adatti ad una ricapitolazione e ad
una vera rinascita: ma occorre renderli al Cristo, per attualizzarli.
Occorre ascoltare, e non pensare. E necessario guardarsi dentro senza timore,
e saper chiedere aiuto al Padre: sopratutto necessario convincersi che si
generalmente alloscuro dei veri termini del problema esistenziale, proprio e di quelli
che pure si amano.
Gli allievi hanno madri e padri, fratelli e parenti, amici: sono tutti a grave
rischio. Occorre allora meditare su questo stato, e decidere di agire per donare a
qualcuno un minimo di vera speranza: la semplice conoscenza dei problemi , infatti,
quasi un nulla sotto il profilo emancipativo.
Lallievo deve essere tale, e lo diventa lottando contro se stesso e contro le
proprie innumeri imperfezioni, proprie ed indotte, giorno e notte, con semplicit e
costanza. Egli non mai solo.
La zona dordinaria esperienza sotto i demoni della caduta. Cos emergono i
drammi della Bosnia, dellAfrica; cos compare la mafia in ogni zona del pianeta, le
malattie e lestrema infelicit.
Molto compromesso, e non sar possibile che lenire, per molto tempo, che gli
effetti della piaga. Ma molto pu essere tentato in unottica veramente emancipata, e
nei secoli pu ricomporsi un principio di reale armonia nella nostra vita.
Tuttavia, se coloro che incontrano una occasione (e quella delliniziazione
immensa) tacciono o sassentano, che dir di loro il Padre?
Ecco la personalissima responsabilit dintraprendere il cammino del reintegro
nella Volont creatrice, ed ecco il comune, vero problema.
Il Padre chieder conto dei talenti donati.

Le parole dellIstruttore devono essere comprese dagli allievi, o le loro


condizioni non miglioreranno.
Infatti, Egli deve condurre in un certo modo delle individualit ad essere
persone in senso proprio, e questo va spiegato.
Le entit che agiscono nel campo di Cristo o sono con Lui o sono pi o meno
inconsapevolmente e pi o meno coscientemente contro di Lui. Questo perch non
si pu essere reali che con la Realt e, se si accoglie in se stessi un principio
doscurit, col tempo tutto sinquina e decade.
Vengono definiti (in senso stretto) individui coloro che, anzich essere col
Cristo, si pongono in un certo modo contraddittorio con Lui, e conseguentemente
fondano ogni loro realt su se medesimi; e allopposto sono qualificate persone
quelli che, in unit con il Cristo, si configurano ed agiscono come liberi aspetti della
Manifestazione per Suo dono, autonomi nel proprio campo.
La differenza estrema. Nel primo caso lente si ritiene capace dessere solo con
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se stesso e conseguentemente agisce per il proprio vantaggio e soltanto talvolta in


senso pi generalizzato. Nel secondo caso lente consapevolmente parte del disegno
creativo di Kether, e quindi opera nel segno di Cristo.
In tal modo la sua attivit, anche quella pi intima e personalizzata, assume un
valore generale e come afferma Kant la sua norma pu essere assunta a principio
totale per tutto quello che implica.
La libert appartiene al Globale, allInterit. Non esiste in altre parole libert
ed appare larbitrio se lente non fuso, integrato, coscientemente fissato nel globale:
ed il globale deve essere quello che Ges cinsegna, che Maria tace nel Suo tremendo
silenzio. Il globale dovrebbe rendersi coerente con la volont di Dio in attualit.
Qual , allora, questa Volont?
E Amore, soltanto Amore. La volont divina non che Amore, e cos tutto
quello che risulta vera espressione damore insieme pi o meno fondato sullamore
del Padre.
Estrema dunque la libert dellente che nel Padre ritrova secondo un
processo armoniosamente espansivo ogni propria virtualit e con il Padre (con la
Sua volont) la pu tradurre in effettiva esistenza.
Lumanit odierna non per nel cerchio che ha il raggio infinito (che le
creature avvertono solo limitatamente) dellAmore. Ed allora esse non sono libere, ed
antiche e nuove catene le costringono ad esistenze pi o meno aspre, pi o meno
dolenti, e sempre suggellate nel ciclo di nascita e morte.
Ed allora il Maestro, quale messaggero del Signore, il Cristo, deve trascinarle
fuori del vecchio ambito e renderle a loro stesse, alla loro verit.
Tuttavia neppure gli allievi sono, per molto tempo, nel luogo interiore e nel
tempo esatto per rendersi a chi li crea e li sostiene. Ed allora lIstruttore obbliga i suoi
figli, e le assurde, indisciplinate formulazioni esplicative del piano sottile, ad un
durissimo lavoro di purificazione dei loro stati, di rinnovamento delle loro coscienze
e di ristabilimento nel piano di Dio.
In tal modo Egli obbliga, pi o meno apertamente, tutto il piano emanato che
guida ad essere alla ricerca di se stesso, a ritrovarsi per rinascere, in un giorno
prossimo o lontano, nel Regno di Dio.
Anche le entit della sfera di Yesod sono fra quelle che nel punto pi intimo e
segreto delle loro coscienze si rivelano aspetti di ununica Idea, quella di
Manifestazione. Esse sono, come noi, un momento specifico dellatto emanante, una
sua puntualizzazione di realt.
Nella loro essenza (e non nellautocoscienza attuale) sono elementi polari
denorme capacit, ora assai confusi e deviati, oppressi da dubbi e compulsioni
dogni tipo. In un tempo assai remoto nel principio vi era lunit dei piani
esistenziali, semplice e lieta, e tutti operavano per rendere fattiva nelle singole
vicende la volont di Dio. Volont che vuole la gioia, la felicit: che desidera togliere
i pesi ed i dolori attuali, e che difenderebbe ognuno e tutti da ogni sofferenza, solo
che fosse compresa ed accettata.
Volont che Libert, e che conferisce la libert a chi la sappia ascoltare e
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seguire.
Accettare Dio. Ma non facile, oggi.
Oggi sussiste un lungo cammino di dolore e dallontanamento a monte, ed un
campo di vita devastato da troppo ego e dalle sue feroci conseguenze. Cos accettare
il Cristo prima di tutto affrontare i mali che ci affliggono a livello interiore, e
conseguentemente a livello esterno.
Ritornare a Cristo implica una profonda purificazione dalle scorie del nostro
passato, allontanare ed elidere da se stessi tutti i fattori mentali ed intellettuali che
nel tempo trascorso si sono sedimentati sul cuore interiore. E un compito immenso,
proprio perch immenso il comune passato.
A questo punto sevidenzia il conflitto con lambito ordinario delle nostre
esistenze, con le forze che lo distorcono e con noi stessi. Ed allora quello che nel suo
pi intimo significato semplice e normale diventa nel nostro tempo attuale difficile,
complicato e fuori del comune senso delle cose.
In tal modo sevidenziano i dubbi, le tante difficolt, le fatiche che sembrano
non finire; ma elidere in poco tempo (e poco un decennio, un trentennio o una vita)
quello che per migliaia di secoli s incessantemente accumulato impresa ardua,
dura ed alta.
Queste puntualizzazioni sono importanti per quei pochi che cercano la Parola
del Padre, che sono in ascolto e che tuttavia mancano nel poco o nel tanto alle
condizioni reali che un Maestro richiede. E sono fondamentali per le entit che
vivono nel campo sottile e tramite la mente nel nostro.
Occorre dunque essere allievi degni di questo nome, e meditarne il senso. Se i
piani di realt savvicineranno, sar per amore e non per tecniche, per astrusit rituali
o per lesercizio di un qualche supposto potere:
Certo, i piani devono ritrovare la loro unit, ma questultima non che
lespressione di un amore condiviso e veramente tale.

Occorre tener ben presente che le entit del piano sottile cercano costantemente
di creare un carico mentale, che particolarmente ostativo alla ricerca ed al
conseguimento della libert. Questo accade nellerronea convinzione che un
impedimento insistentemente provocato possa sempre nel tempo disarmare il
supposto avversario, se la ripetizione condotta fino in fondo.
La puntualizzazione del fenomeno precisa, e tuttavia occorre discriminare:
infatti, sempre la ripetizione di un comportamento erroneo che alla fine deve
cedere, e non la difesa da tale prevaricazione. In questi casi le entit del campo sottile
partono da un effettivo dato desperienza che generalizzano, e in tal modo nel corso
del processo soterico pervengono ad un nuovo dato che contraddice il primo: cos
se ne chiedono il perch.
Tutto questo stolto? Effettivamente lo , ma le suddette persone considerano
25

per scontato che le loro elucubrazioni ed i loro metodi siano esatti senza eccezione,
mentre essi si dimostrano efficaci soltanto in un ambito che sia coerente con le loro
concettualizzazioni. Se tale non , se il campo si rivela conflittuale con i preconcetti
sephirotici prevale presto o tardi laspetto reale, e quello irreale si elide. In tal modo
le entit fanno difficoltosa esperienza del loro stato effettivo, assurdo quanto
arbitrario, nel quale assumono con alterigia e superficialit postulati per nulla
suffragati da adeguate esperienze, frammischiati confusamente con altri pi
concretamente vissuti per trarne norme di comportamento falsificate e falsificanti,
che poi pretendono dapplicare ben oltre le loro effettive capacit danalisi.
Cos le entit di campo confondono le loro metodologie con il valore, il reale
con lirreale, e per conseguenza assumono se stesse come metro perfetto di verit.
Il punto fondamentale perch le strutture della Manifestazione si fondano su di
un Atto dAmore e non sopra unegocentrica volont di potere. Se, infatti,
interpretiamo il mondo fenomenico sotto lesclusivo profilo del potere e della sua
estrinsecazione pi o meno meccanica ci affidiamo ad una metodologia che pu
anche sembrarci logica, ma che , in effetti, astraente cos come astratto il potere
senza il valore che lo informi. Ne deriva allora un mondo falsificato e falsificante, ed
il nostro , appunto, il mondo demiurgico, del potere senza un perch.
Alla base di questo potere c quello che le entit non vogliono ammettere: un
irrazionale impulso egotico che trova gratificazione non nellattualizzazione di valori
fondanti ma soltanto in se medesimo, autorappresentandosi come dominio e possesso
dellaltro.
Alla base delle configurazioni molto deludenti ed arbitrarie del nostro ambito
esistenziale sussiste dunque un fattore gravemente deviante ed irrazionale
rappresentato dallespansione egotica, il qual a sua volta il frutto di un altro
elemento completamente irrazionale: lidentificazione della personalit con il proprio
ego, il qual invece lindispensabile strumento di direzione e relazione con il
campo, tanto interiore che esterno.
Questa deviante concettualizzazione accade al centro della guaina intellettuale e
mentale, la quale appunto si concentra sul punto io per darsi un termine di
riferimento nelle proprie autorappresentazioni, effetto dei rapporti con quanto
incontriamo nel corso delle nostre esperienze esistenziali. La confusione fra il S
centro della guaina spirituale e lego implica la perdita del tramite dunione con il
Fattore Causale della Manifestazione, il Padre. Infatti, Egli percepibile soltanto
mediante quanto gli veramente affine, e cio tramite lo Spirito inteso come
intelligenza intuitiva del Reale, Amore.
Lintelletto/mente privo di spiritualit si riflette necessariamente su se stesso,
illudendosi di possedere un centro di sostentamento che , invece, il medesimo
intelletto. In questo caso la supposta realt di unideazione semplicemente
quellidea esaminata da un diverso punto dosservazione. E tautologia, come
affermare che un determinato fatto cos perch cos, e non pu essere che cos
proprio perch non pu essere diverso da cos.
In questi ragionamenti ci si creano soltanto illusorie certezze, scompensi e
26

conflitti, e si cade conseguentemente molto fuori del piano di Realt del Padre: si
ego e non amore.
Lego , in effetti, il mostro contro cui si lotta, qui come altrove. Ma la lotta
persa in partenza se non siamo con il Cristo e nel suo amore. Se presumiamo di
vincere legocentrismo senza quanto veramente oltre lego, cadiamo in unaporia
insidiosissima: siamo ego e ci sconfiggiamo da soli.
Ecco perch le entit del piano sottile sono cos ardue, dure e spietate: esse
sidentificano con legotismo a livelli talvolta veramente abissali, ed allora si rendono
demoniache nei nostri confronti.
Ne consegue che il nostro compito davvero grave e pesante: infatti, incontrare
le sfere dei piani sottili (il ch fondamentale per lintelligenza vera del problema)
anche affrontare il vero nemico della nostra esistenza, il demiurgo. Il quale
demiurgo proprio laspetto del mondo archetipico principiale oscuratosi nellego
fin dallantichit pi remota. Questa proposizione ci indica che il demiurgo un
coacervo dentit involute (prevalentemente femmine) e non un unico ente.
Il Demiurgo proprio quella legione di personalit in qualche modo
agglomerate da un unico fattore: lodio per tutto quello che differente da loro, e da
cui conseguentemente si sentono minacciate. Questo stato di coscienza implica da un
lato la brama di dominio e dallaltro laggressivit nei confronti dogni vera
espressione dellamore, che vorrebbero eliminare. In effetti, al limite le entit
yesodiche involute cercano di uccidere Dio nella sua manifestazione.
Le personalit di campo sottile di pi immediato contatto sono legate ad altre
secondo un criterio rigido di gerarchia del potere, che alla lunga pone ai vertici del
sistema proprio le pi involute e disperate. Adottando linduzione mentale come
normale strumento di controllo e di dominio esse sono condizionate e condizionano
le sottoposte ad aggredire tutto quello che anche impercettibilmente differente da
loro, sopratutto se si rende ben pi amore che egotismo, e questo fatto concerne
soprattutto la nostra area dimensionale. La stato di conflitto che ne consegue recide
tuttavia molti vincoli mentali disgregandoli nel confronto con idee ben pi reali, e
conseguentemente alla lunga anche queste formulazioni di femminilit possono
ritrovare la loro vera identit di creature, figlie di Dio che amore.
Occorre tuttavia specificare che soltanto per poche, o pochissime, questesito
attualmente configurabile, poich le molte sono scisse dal loro S e quindi troppo
oltre la Volont salvifica del Padre. Cos il Maestro costretto ad allontanarle
progressivamente, secondo un criterio che consenta ad ognuna di fare appropriata
esperienza della propria situazione esistenziale.
Trattenerle oltre un certo limite (ricordiamo le settanta volte sette del perdono
di Cristo!) pu arrecare, infatti, un danno enorme a loro stesse, alle altre personalit
del campo sottile e a noi. Quando la libert di scelta positiva scompare resta soltanto
la volont di distruggere, ed allora il campo esistenziale si vanifica nel precipizio
dellegotismo pi aspro.
Ecco la Croce di Cristo: Egli deve riprendere in S quanto ormai contro la Sua
volont al punto da rendersi soltanto odio, bramosia e maledetto dolore. Eppure, Egli
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sa cosa fare per perderle del tutto, e lo fa.


In tal modo, delle tante personalit yesodiche comparse nellattuale processo
ben poche o nessuna possono essere ancora in grado di mantenersi su un piano di
contatto con gli enti pi adeguati della nostra zona; eppure, ognuna si resa
differente da quello che fu nel passato, e potr in un tempo indeterminato ritornare al
S.
Non ci possibile immaginare gli abissi che il Padre costantemente vede:
eppure, sappiamo che Egli li vuole colmare. Nel nostro cammino realizzativo Egli li
esplicita progressivamente per quello che necessario alla conoscenza del problema
ed alla sapienza del nostro stato. Questo il fattore attualmente incidente per rinascita
della nostra ed altrui libert.

Le entit della sfera di Yesod sono immerse nelloscurit coscienziale, e legate


nei modi pi torvi da linee induttive di potere, onde renderle soggette alle decisioni
delle dominanti: tuttavia, poco a poco, quellintuizione dirrealt che percepiscono
nella loro attuale esistenza pu trasformarsi in intuizione di Realt, pur se con enorme
fatica.
Le condizioni dei piani sottili limitrofi sono tragiche, perch in essi si manifesta
la maledetta scissione fra quante si rinnovano con il Padre e quelle che, al contrario,
si vanificano caparbiamente nelle loro illusioni: Queste ultime, inoltre, sono troppe.
Veramente troppe.
Le entit che scelgono un sentiero di rinascita incontrano molte amare
esperienze. Esse vengono tradite incessantemente dalle compagne, e sovente proprio
da quelle che credono pi affini: costantemente devono confrontarsi con il dolore
generale e le proprie infelici condizioni interiori, fra innumeri ed inimmaginabili
difficolt.
Tuttavia mentre molte, prematuramente considerate perfino affidabili, tradiscono
improvvisamente e di conseguenza devono essere ricusate, altre talvolta
impreviste o ignorate possono tentare di porsi al riparo da quellambito datrocit
che il loro campo comune. Campo infame, dominato dalle forme/pensiero pi
capaci di plagiare, dopprimere con la sofferenza (metodo generalmente adottato) e di
perseguitare per annullare ogni diversit: In tal modo quelle persone che
effettivamente sono in potenza le migliori vengono schiavizzate dalle pi infime, e
questinversione dei valori la regola.
Ovviamente, questa situazione del piano di Yesod implica la necessit di una
separazione affinch ogni persona possa apparire per quello che effettivamente . Ne
consegue un massacro.
Nei campi eterici non si muore nel modo che ben conosciamo: piuttosto, ci si
vanifica con estrema fatica e il corpo fisico si dissolve senza lasciare praticamente
traccia. Sono ambiti formali, assai simili al nostro di cui costituiscono appunto in
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qualche misura la formulazione sottile, ma lautorappresentazione nel globale e


nellindividuale (che sempre atto della guaina mentale) resa precaria dalla perenne
carenza denergia vitale. Cos la morte assume una valenza prevalentemente atroce,
durissimamente percepita come vanificazione integrale della propria realt, senza
alcuna speranza di riscatto. Secondo le loro concezioni, la fine di una divinit,
lorrore dellabisso senza fondo che assorbe e disgrega.
La percezione, sempre vivida, delle tre guaine che costituiscono
lindividualit (la prima, lo spirito, comunemente ignorata) obbliga a percepire le
loro deformazioni e la reciproca scissione, con effetto devastante sulla psiche. E
proprio questorrore, che non finisce certo con la scomparsa del piano esteriore, che il
Maestro vuole costantemente evitare: infatti, la perdita del campo riduce la persona al
suo stato disolamento integrale, e a vivere le concettualizzazioni feroci e
sclerotiche che lhanno trascinata a tanto. Questo vero inferno, nel quale gli
incubi della propria mente assumono una larvale consistenza, almeno finch tutto non
si riduce alla percezione di una costante vanificazione, di un dissolvimento senza fine
n speranza.
Certamente le persone possono e nel tempo, devono recuperare la loro
integrit e, se la mente non si danneggiata quasi irrimediabilmente, il nuovo
involucro pu essere simile o identico al precedente. In caso diverso, il piano
esistenziale perduto e le entit si ritrovano in un nuovo e differente ambito
rappresentativo: ed allora possono nuovamente incontrarsi soltanto per dono di Dio.
Le entit yesodiche sono ontologicamente reali, ed attualmente concrete e
tangibili: Tuttavia la loro struttura molto fluida, perch tale il loro ambito vitale.
Tanto fluida la sfera di Yesod quanto la nostra appare, al confronto, densa. In
entrambi i casi siamo tuttavia in presenza di un arbitrio: Malkuth , infatti, troppo
fossilizzata e Yesod troppo rarefatta. Tuttavia, se il Maestro riesce a far ritornare a S
le singole persone in entrambi i campi, esse in Lui possono sussistere in perfetta e
totale compatibilit.
Questa risultante raggiungibile soltanto in un vettore realizzativo teurgico, e
concerne lIdeazione Fondamentale, latto manifestante stesso. Ogni altra strada
insieme velleitaria e destinata ad un difficile insuccesso, perch le estreme differenze
energetiche e vibrazionali distruggono coloro che osino tanto senza il sostegno
ontologico della loro stessa esistenza.
(questanalisi tratta dalla comunicazione di un ente in fase demancipazione)

Il campo autorappresentativo caratterizzato dalla presenza dentit che sono


reali in s, e che costituiscono la presenza nel momento attuale del nostro passato e
delle condizioni vitali che ne derivano.
Questassunto vero tanto nel piano dordinaria esperienza quanto per quello
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sottile e tangente in senso veramente globale, pur se comunemente inavvertito o


quasi.
Ne consegue che nelle nostre odierne condizioni ci troviamo volenti o nolenti
in presenza di forme/pensiero assai oscurate, le quali ovviamente condizionano in
modo grave la nostra zona dimensionale.
Il primo e fondamentale passo di quanti si pongano nel sentiero emancipativo
pertanto quello di condurre queste differenti personalit o di restare accanto e
condividere il tracciato (se sufficientemente evolute, o dallontanarsi secondo le
effettive necessit del momento. Tutto questo implica nei meditanti sia la
decantazione profonda dellinteriorit (mentale ed intellettuale), sia lesatta ideazione
di polarit.
In caso diverso le formulazioni di potere e di possesso del piano esterno trovano
addentellati per intromettersi nelle nostre sfere esistenziali.La mente , infatti, un
vero universo di proporzioni estreme. Nel nostro mondo intimo sussiste tutto quello
che sappiamo rappresentarci come esteriore; conseguentemente quanto percepiamo
come altro e differente da noi possiede un preciso nesso e riferimento con quello
che sostanzialmente ci siamo resi.
Intendiamoci: esiste il Macrocosmo con le infinit che contiene. E altro da
noi nella stessa Idea creatrice, ed insieme identico a noi come sostanza ed essenza.
Questo Macrocosmo per avvertito da ciascuno secondo le proprie
personalissime qualificazioni, e quindi noi abbiamo (dentro di noi, nella nostra guaina
mentale ed intellettiva) un aspetto del campo globale che squisitamente nostro, e
che costituisce la struttura apparente del mondo in cui viviamo.
Questa proposizione implica che la nostra percezione di quanto sia interiormente o esteriormente differenziato da noi poi da noi stessi proiettata nel
campo autorappresentato, e l assume gli aspetti che assume sia in base al Continuum
dappartenenza (che il punto di vista dellInterit al nostro livello demancipazione)
sia in relazione a quello che il nostro grado effettivo dintrospezione del Reale.
In tal modo il Microcosmo anche autorappresentazione del Macrocosmo, ed
condizionato dal nostro stato di Realt cos come influisce sulla verit del globale.
Per essere nellesatta situazione esistenziale di fronte al Padre e a noi stessi
dobbiamo elidere quanto ci ha storicamente divisi da Lui e dal Suo amore,
conducendoci ad un tipo di vita che il degenerato simulacro di quella che Lui vuole.
Quindi il nostro problema basilare consiste nella capacit di saper vanificare i veli
mentali, illusori e falsificanti, che ci siamo dati, i quali esprimono il livello di
separazione dal Maestro della Vita ed il conseguente grado dintromissione del
mondo demoniaco.
Queste considerazioni ci dicono che il nostro assunto necessariamente si
puntualizza nella risoluzione del velo di maya, e nella conseguente pi esatta
percezione del vero Campo di Krisna, il Campo di Ges e di Maria, che di Lui
insieme Madre e Figlia.
Ma come? Ecco dove ci necessaria la massima attenzione, e dove incontriamo
ed incontreremo la peggiore resistenza.
30

Un ente di tramite sul sentiero realizzativo incontra molti ostacoli, ed impiega


gran parte del suo tempo a far emergere (in s e fuori di s) gli strati di dura e feroce
possessivit che egli stesso, nel suo passato, si indotto e che ora laggrediscono,
poich rifiuta di soggiacere a quel potere che nei medesimi trovano appiglio e
fruizione.
Sono strati reali nel nostro contesto attuale, non semplici formulazioni astratte, e
quindi si definiscono come aspetti di unoscurit antica, come forme mentali (ma
cosa non mente?) dure e irte di negativit, ben decise a conservare il vecchio potere
e il possesso dei nostri centri psichici e quindi anche del nostro corpo.
Questatto di liberazione richiede tempo, e molto spirito di sacrificio; esige
inoltre un vero stato dincentramento in Dio, perch Lui solo pu far emergere nel
modo adeguato le intrusioni di zone infelici e bramose, e annullarne lirrealt nel Suo
atto di redenzione.
Laspetto teurgico deve essere compreso e attualizzato, perch costituisce la base
delliniziazione a Yesod, il mondo astrale che costituisce la condensazione delle sfere
sephirotiche e che quindi anche la base del mondo fenomenico percepito come
forma fisica, ivi comprendendo quello che il nostro attuale ambito desistenza.
La purificazione implica due momenti: lelisione dei fattori negativi del
continuum e lacquisizione della capacit dincontrare quelli veramente positivi.
Quindi liniziazione a Yesod accade in primo luogo mediante lallontanamento dei
campi della caduta (ostici a non finire!) e poi con lincontro cos come il Maestro
insegna di quelli reali nella Realt di Cristo.
Questa purificazione difficile perch nellinconscio, personale e generale,
che si nasconde il massimo gradiente di presenza e destrinsecazione del mondo
oscuro al quale ci siamo resi soggetti.
E quindi necessario penetrare nel nostro stesso inconscio, e l infrangere le linee
di potere demiurgico, dissolvere le barriere della nostra inerzia spirituale che ci
sottomettono al dolore dellesistente. Chiarificando la mente inconscia noi creiamo la
giusta capacit di ridestarci al Vero
Questesito conduce effetti nel piano macrocosmico, che ad un certo livello
subisce limpatto che sempre proviene dalla purificazione del Microcosmo, in
formulazioni progressivamente pi corrette e dinamiche. Chi agisce come ente di
tramite pu trasmettere queste ideazioni con adeguata precisione, ed in grado di
fornire quelle delucidazioni che il Maestro gli conferisce a livello intuizionistico
perch siano comunicate.
In altri termini, le basi della conoscenza non possono essere acquisite come
formulazioni intellettuali, ma soltanto mediante una vera sintonia al livello spirituale,
che il punto unitivo con la Realt e pertanto lindispensabile supporto
dellautorappresentazione mentale.
Occorre dunque imparare che il Maestro atmico non semplicemente utile ma
indispensabile, e che Egli pu essere inteso e compreso soltanto nel silenzio del
nostro amore.

31


Tratteremo in queste righe alcuni argomenti dinteresse generale, e
puntualizzeremo il rapporto esistente fra il fattore intuitivo e autorappresentativo che
del primo la naturale conseguenza.
Il fattore intuitivo riveste particolare rilievo anche per le entit di campo in fase
emancipativa, che in molte aree dimensionali non possiedono una precisa conoscenza
di questaspetto e che quindi devono assolutamente comprenderlo, tanto sotto il
profilo teoretico quanto nel suo momento operativo.
Lintuizione, in effetti, accade nel silenzio, e la pratica per ottenere questo
dono la meditazione rivolta al Centro atmico. Tutto questo comporta che col tempo
si rende necessario un momento di meditazione quotidiana, da condurre con costanza
e secondo principi rigorosi desecuzione.
Occorre dedicare a tale ricerca un poco del proprio tempo, e non le ore di chi ha
altri compiti e altri problemi; in pratica, venti o trenta minuti ma con regolarit, e
qualcosa di pi saltuariamente, quando sia necessario.
Il silenzio della mente deve essere conquistato, e questesito comporta da un
lato la sottomissione dellorgano mentale al nostro atto dintrospezione, e dallaltro
lato il progressivo risveglio del Centro cardiaco.
A questo punto opportuno sottolineare che questo silenzio si ottiene per
grazia, per dono del Maestro atmico; non certo con la propria attivit separata dal
Principio anche se si adottano tecniche di qualsivoglia tipo.
Solo per dono del Padre si pu restare per un tempo significativo in questo
profondo stato, che dissolve il karma e apre le porte dellincognito. Nellinconscio
c poi di tutto: oltre alle stratificazioni karmiche (insospettabilmente vaste)
incontriamo per esempio le strutture negative dellintelletto, gli istinti irrisolti e il
temibile atto dinduzione delle zone limitrofe, assurdamente ostili.
Il silenzio non il niente. Il silenzio al contrario attivit teurgica
oltre la mente, che si colloca nel campo della spiritualit e quindi per noi pressoch
priva di forma specifica. Precisiamo: priva di forma autorappresentativa che
possiamo conoscere dialogicamente. Infatti, il silenzio non il discorso interiore,
non la comune riflessione sui nostri stati e problemi, non percezione volontaria
dimmagini, di ricordi o di particolari stati di coscienza. Del silenzio pi facile
dire quello che non di quello che : esso , infatti, assenza di forma in tutte le
direzioni, fuorch una. In concreto, il silenzio si risolve in un effettivo e
consapevole abbandono di s allamore di Dio con il proprio amore.
Il silenzio quindi un momento informale che noi deliberatamente rendiamo a
Chi oltre la mente creata, al Padre. Egli ha Forma, ma Forma assoluta, e
quindi appare alla creatura come un nulla di forma o come Luce infinita, nella quale
scompare il senso dellio/tu ed emerge lUno nella Sua essenza totale e lUno come
specificazione infinita della propria Realt.
Il secondo punto che consideriamo costituisce lesperienza del samhadi, che pu
32

esserci donata quando il Padre sa che abbiamo raggiunto il nostro stato naturale
secondo la Sua volont allesatto livello. Il samhadi anche il momento di
dissoluzione della maya irreale, ed il punto dindividuazione di quella reale: la Maya
compresa come la Creativit di Dio, e cio la Madre.
Il primo aspetto (il Silenzio/Nulla) conseguentemente il sentiero che apre la
porta del secondo, e in questo da accesso allincontro con personalit del Campo
reale, che altrimenti non sono compatibili con questa nostra attualit.
In quelle zone della Manifestazione si annullano (temporaneamente) i campi
troppo oscurati e si chiarificano quelli in vera fase evolutiva. In effetti, questa laula
della Dea Maat, il luogo della discriminazione del vero dal falso che apre le porte
dellInterit, e consente la nostra intromissione nella vera vita. Certo, in principio a
livelli assai limitati per quanto significativi, che tuttavia implicano il loro costante
superamento.
Al limite, potrebbero essere percepite le Entit Angeliche che sono gli Archetipi
fondamentali della Manifestazione, creature cos alte da essere chiamate Dei
costruttori del mondo emanato: Dei per conto di Dio.
Questo , allora, il punto danalisi odierno: per essere silenzio occorre sapere
cosa effettivamente il silenzio di cui parliamo. Saperlo concettualmente per poter
addivenire alla sapienza concreta, che nasce dalla sola esperienza dello stato.
Il silenzio il fattore dimmissione del nostro esistere particolare nellEssere,
concretamente lamore di Dio che ci raggiunge per condurci alla personale
percezione dellAmore che Dio.
Possiamo allora ottenere il silenzio solamente amando. Amando chi?
Amando la fonte eterna dellamore, che Via, Verit e Vita: amando e facendo
nel tempo esperienza dellAmore, ossia della Realt.
Amare intuire lunit sostanziale nel momento di specificazione che si pone
come io ed altro da me: amare dunque sentirci insieme nellEssere (Unit) e
nellEsistere (Dualit).
Come simpara ad amare?
C in noi qualche seme damore, che nasce dalla stessa esperienza vitale di cui
siamo partecipi (e giova qui riflettere su un altissimo concetto induista: il dinamismo
del Dharma). Ebbene, conduciamo questo seme ad un certo grado dinformalit,
amando senza la causa motivante del sentimento damore.
Amiamo dunque abbandonando qualsiasi direzione specifica del nostro amore,
ogni colorazione di stati specifici e puntualizzati, ogni particolare causalit. Allora
agisce il Cristo, la Misericordia salvifica di Dio. E a Lui basta la nostra sincera
intenzione perch le segrete oscurit dellanima siano superate.
Il silenzio intuizione del nesso che ci unifica a Dio, e quindi immersione
nel Suo essere secondo le nostre capacit attuali e le condizioni in cui operiamo. E
quindi il momento identificante, e nellunit spirituale possiamo percepire qualcosa
della Realt. Quale Realt?
Quella che Dio vuole che intuiamo, e che ci indica nel Suo sostegno e nel Suo
amore: che noi coerentemente facciamo nostra scegliendola in Lui, attualizzandola
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poi nel nostro piano.


Perch noi siamo questatto di scelta, e nel nostro silenzio scendiamo o,
meglio, saliamo al Centro della totale realt del nostro essere/esistere come
creature.
Cosa , allora, la scelta? E la capacit dinamica di vivere secondo la volont
del Padre, agendo come Sua libert a noi delegata e donata; vivendo coerentemente
con il conferimento di vera libert che alla base dellatto emanativo.
Dio ci fa credito damore e di Libert (e la libert la forma dellamore) prima
che noi coscientemente viviamo. Vivendo, noi agiamo impersonando la Sua volont
se sappiamo scegliere in libert il Suo infinito dono.

Lintuizionismo consente dassimilare un dato sintetico fra i mille e mille che in


ogni istante sono offerti alla nostra personalissima scelta. Dato sintetico che in
questottica percepito nel Padre e che quindi in s infinito.
La scelta di questo dato implica la nostra libert, e quindi essa coerente con il
grado devoluzione in cui sussistiamo, con il nostro particolare stato di
emancipazione dal passato.
Quanto pi siamo emancipati in amore, tanto pi potremo esprimerci in realt
oggettive, ed essere coerenti con il Principio nei nostri atti di scelta. Ne deriva che la
libert che attualizziamo con le nostre scelte sempre relativa al momento attuale, e
che il dato intuito nel Padre (il Suo dono) percepito sempre molto limitatamente.
In altri termini, lintuizione sempre relativa, pur essendo esercitata su di un fattore
assoluto; il dato intuito in questordine e resta sapienza/conoscenza sintetica in
attesa dessere formalizzata. Cos in ogni caso un sentire, un moto interiore in
cerca della propria profonda qualificazione ed espressione.
E necessario dunque che il contenuto dellintuizione sia analizzato nelle sue
molteplici valenze (quelle per noi attuali), e questo accade facendolo rifluire nella
propria guaina mentale ed intellettuale.
Nel campo della mente/intelletto/io esistono nati dalle precedenti esperienze
le concettualizzazioni particolari, gli schemi di comportamento e di relazione, i
ricordi. Esiste dunque, e ci propriamente lintelletto, la capacit dinferire e di
riferire le simbologie mentali al momento presente e ai dati che lo riguardano pi
concretamente, intuiti e quindi analizzati nello strumento interiore dellautocoscienza.
Ne deriva la nostra attitudine di comprendere il campo e noi stessi
rappresentandoci la situazione esistenziale in base ai contenuti preesistenti nella
nostra struttura interiore, ma vivificati dallapporto costante dellorgano spirituale,
specificatamente intuitivo e quindi capace di rinnovare e di reinterpretare in senso
realistico le esperienze e le situazioni,
Le concettualizzazioni della sfera mentale ed intellettuale sono, infatti, delle
astrazioni, necessarie come tali ma altrettanto necessariamente assai limitative.
34

Normalmente lesperienza vissuta viene locata nel tessuto mentale in base a


precedenti ordini di comparazioni simboliche, e di qui pu nascere e nasce un
primo motivo dimperfezione. Poi, da questi dati, di per s approssimativi, sestrapola
quanto crediamo opportuno o adeguato alla formulazione di un nuovo concetto; ed
ancora incontriamo un motivo dimperfezione, a causa della inevitabile limitatezza e
della immanente arbitrariet (la mente inconscia!) delle nostre analisi.
Quando utilizziamo il solo intelletto per lidentificazione del concetto, il
processo viene in qualche modo ripetuto, perch nuovamente estrapoliamo dal
continuum mentale preesistente quello che consideriamo o vogliamo credere
necessario allinterpretazione dei nuovi dati desperienza. Questo quindi un nuovo
fattore dapprossimazione.
Infine il dato sintetico cos derivato esaminato ed elaborato in un nuovo
tentativo destrapolarne i contenuti salienti, e la conseguenza un nuova
imperfezione dellanalisi, che sassomma alle precedenti.
Quando il processo concluso, la mente esprime la forma concettuale che ne ha
derivato, ed in base ai contenuti dellintelletto (abbiamo detto: schemi
comportamentali, preferenze, inclinazioni personali, simbologie dinteressi, tab e
quantaltro vi ritrova) traduce il fattore recepito in attivit, mettendo in azione gli
strumenti interni per introdurlo fra i propri dati e per farne un fattore dinamico - con
gli strumenti di rapporto sensoriale con laltro da s, il campo esterno del
comportamento e dellazione concreta.
Quanto abbiamo descritto autorappresentazione del dato recepito
nellintuizione (in genere qui molto inconscia), che viene tuttavia tradotto alla scelta
di giudizio e doperativit con queste imperfette e alquanto devianti. Peggio ancora
se lorgano intuitivo (lo spirito) davvero carente o assente, ed il processo si
estrinseca e si conclude nellanalisi dei frutti di precedenti consimili analisi, in
unininterrotta estrapolazione, arbitraria e falsificante, di dati preferiti o negati sotto
linfluenza dominante delle istanze inconsce.
I processi sopra enunciati sono purtroppo il comportamento della maggioranza
delle persone, e lassurdo modo di compararsi con i fattori del campo esistenziale che
esse adottano comunemente.
Se assumiamo questo tipo di mentalismo altro non facciamo che valutare i dati
pur intuiti nel Centro interiore mediante simboli astratti ed astraenti, estrapolati da
altre estrapolazioni secondo esigenze prevalentemente inconsce e senza alcun
successivo riferimento (e confronto!) con la nostra Realt. Ne consegue che la
falsificazione degli accadimenti in buona o in grande parte inevitabile e, il ch ben
peggio, completamente inavvertita. Cos a lungo andare tutto il mondo interiore
risulta artefatto, ed il campo esterno lo diventa per conseguente e quasi automatica
induzione.
Questo processo poi falsato da fattori che sono esterni al medesimo, e che
tuttavia agiscono nellinconscio seguendo linee di pensiero molto divergenti dalle
nostre, rappresentando cos un potente rischio di costante plagio. Eppure, tutto questo
completamente ignorato, e le persone si credono libere seguendo gli impulsi
35

non compresi, sconosciuti od estranei che subiscono ed in cui in genere


sidentificano.
La mente un orrore senza fine se non sostenuta e guidata (due momenti che
possiamo distinguere) dallo Spirito; essa contiene, infatti, un passato imponderabile e
senzaltro estesissimo, che possiamo dire tremendo se consideriamo
obbiettivamente le condizioni dinfelicit e dimmanente dolore che gravitano sulle
nostre vite: la malattia, la frustrazione, la fatica e la disperazione sono simboli
tragicamente incompresi di un effettivo stato di frattura interiore e del campo
esistenziale con il Reale.
Queste dolenti situazioni sono tuttavia opera nostra, e nullaltro. Sussiste dunque
nellorgano mentale una lacerazione, un abisso di sofferenza che inevitabilmente
causa di futuro dolore, e che la nostra comune coscienza ignora o per un tentativo
dautodifesa o per un atto di costrizione che ci vuole dannati a questo stato.
E necessario che il tessuto mentale non venga poi identificato con lorgano
corrispondente del piano fisico, il nostro cervello: Il cervello lo strumento di
traduzione a livello formale (di contatto con laltro) dei contenuti dellorgano mentale
sottile, il quale tra laltro esteso in modi per noi quasi inconcepibili, e che contiene
dati assunti in un lunghissimo percorso esistenziale, inconscio in una misura che
rasenta la quasi totalit.
Ecco quello che guida il nostro superbo intelletto, tutto polarizzato nel suo
egocentrismo per la maggior parte degli individui: qualcosa che noi (e sovente la
parte pi oscura di noi) e che tuttavia non veramente noi, ma qualcosa destraneo
che pure ha con la nostra situazione devianti affinit e che per questo riteniamo
nostro.
Che fare? Esiste la necessit dintuire esattamente, ossia dattivare le nostre
potenzialit damore. Se questo accade, lintuizionismo principiale guidato
allautorappresentazione da un processo analitico coerente e pertanto costantemente
intuitivo, il quale si vale dei simbolismi intellettuali e dei dati mentali correlandoli e
completandoli alla luce della Realt, nel sostegno del Maestro di Vita e damore, il
Cristo.
In questo modo il dato percepito nel Centro cardiaco diretto a una
consapevolezza che , e non pu che essere, imperfetta, ma che tuttavia risulta
adeguata alla nostra esistenza perch riposa nellamore di Dio, e diventa parte
essenziale ed integrata della Sua e nostra libert.
Ne consegue che con il procedimento intuitivo (con lintelletto damore degli
stilnovisti e di Dante!) possiamo raggiungere un grado di realt e di verit che
altrimenti inaccessibile, capace di conferire nonostante le difficolt implicite nel
superamento del karma una sicurezza una pace altrimenti inagibili.
Questa la differenza intercorrente fra lesoterista e lintellettuale, fra il sapiente
e lerudito, fra il discepolo di Dio e luomo comune; questa anche la tremenda
nube della non-conoscenza, lavidya degli orientali, loscura notte dei mistici.
Occorre far luce.
6-08-2003
36

LA FASE PRINCIPIALE DELLA RICERCA: condizioni e difficolt


Prendere atto dellimpossibilit di un semplice incontro con le entit dei piani
sottili; prendere ancora atto dellimpossibilit di considerarli alla stregua delementi
che possono costituire un gruppo esoterico ordinario; prendere infine atto che, per
riuscire nellintento di costringere un piano eterico di Yesod ad essere in
collaborazione e non in antitesi con il nostro campo (il quale , per Yesod,
lantichissimo Malkuth cos come lo ricorda, e non quello attuale) impresa estrema,
e tale da richiedere un lungo itinerario di lotte e di sacrificio.
Ecco il primo ammonimento, la prima acquisizione ed il primo vero momento di
realt nellincontro con la Manifestazione della caduta.
La Manifestazione ferita. Quanto grave e purulenta sia questoscenit nel puro
corpo dellIdeazione di Dio cosa comprensibile soltanto nel processo iniziatico, e
non facilmente trasmissibile con comunicazioni verbali o comunque semplicemente
intellettuali.
La Manifestazione quella che ci appartiene composita: vi ritroviamo un
ambito infimo, concretamente e completamente demonico. L non sussiste alcuna
speranza di recupero che in tempi lunghissimi, e con la profonda ed attenta
partecipazione di tutte le personalit che abbiano un rapporto veramente reale ed
attuale con quelle decadute al massimo grado dirrealt.
Pu accadere. Ma nel Segno di Cristo, e quando le persone abbiano raggiunto
uno stato dautorealizzazione capace di sostenere limpatto violentissimo, e la
conseguente fatica, con il male.
Con il male nella sua formulazione dannichilimento e di morte, che ben
peggiore dogni pessimo esempio rintracciabile nellesperienza (di per s gi molto
infame) del male esistente nel pianeta Terra.
Il male, il male delle entit decadute fino allestremo collasso delle loro
capacit, negazione totale che cancella a fondo loriginaria formulazione di
personalit, e conseguentemente la libert di scelta nel Piano Divino.
Ricondurre a scelta queste individualit allora ricostruire quanto fu annullato
nel corso dinnumerevoli eoni: questa opera di Dio attualizzata tramite i Suoi figli,
che richiede lo strenuo sforzo dAdam, e cio della coppia polare (in senso generale)
coinvolta nellevento involutivo, che si sia riscattata recuperando il proprio Principio
di Realt.
Questo un problema concreto ma lontano. Ora, il fattore di massimo rilievo
consiste nel rapporto che comunque intratteniamo con zone pi o meno
compromesse, pi o meno lontane dallamore di Cristo, ma che tuttavia non sono
tanto abbiette da doverle considerare veri e propri demoni, pur se troppi loro
comportamenti indicano stati di coscienza che alluomo della Terra appaiono
37

veramente involuti.
Conseguentemente, il nostro primo passo fondamentale puntualizza la
consapevolezza di unimpossibilit allapplicazione dei metri di giudizio ordinari - o
a noi pi consoni - per un problema che va di per s ben oltre lesperienza normale. E
che comporta la necessaria acquisizione di un modus operandi e di una forma mentis
assolutamente differenti e specificatamente iniziatiche.
La conoscenza della struttura dellEmanazione deve allora essere
sommariamente completata. Oltre alle zone infere in senso stretto ne esistono altre
variamente configurate, alcune delle quali possiedono un loro valore e una loro realt,
e che tuttavia sono difficilmente assimilabili allIdea di Polarit, quella che individua
nel vero Malkuth il proprio tramite sintetico.
Queste zone sono costituite, negli strati bassi, da innumeri entit variamente
involute. Le quali vogliono appropriarsi (in questo rendendosi simili ai demoni veri e
propri) dellapporto energetico di chi possa essere asservito, e sfruttano quindi un
loro subdolo potere induttivo.
Sono aree dimensionali estese, molto estese, e qualsiasi iniziando deve fare in
molti modi i conti con loro.
Non essendo possibile alcun vero rapporto con queste formulazioni esplicative
dellideazione di potere che altro per adesso non sono esse devono essere
allontanate. Questa per unimpresa di grave momento, prioritaria ad ogni altra e
perseguibile soltanto in un lungo itinerario di purificazione (nostra e loro) e sotto la
stretta conduzione del Maestro atmico.
Non esiste altra possibilit: o in un modo o nellaltro secondo il Sentiero che
pi corrisponde alle qualificazioni degli allievi gli iniziandi devono affrancarsi da
queste interferenze, neutralizzandone lassillante presenza nei loro stati.
Fatto questo, o almeno ottenutolo ad un grado che renda possibile il
proseguimento del cammino, lallievo deve saper discriminare a fondo.
Il suo apparente rapporto e contatto con le zone eteriche non presenta forse esiti
negativi rilevanti e rilevabili: resta comunque lopposizione e la conseguente fatica.
Cosa dunque va compreso?
Va compreso che lorigine delle difficolt diversa da quella precedente, e
deriva da un fattore ostativo che insieme reale ed irreale a vari gradi di
commistione.
In altri termini, le entit che hanno superato la prima fase di purificazione sono
sufficientemente evolute da non potersi pi considerare veramente negative, ma
conservano idee, intenzioni o intellettualismi ancora impedienti (non dirimenti, ma
semplicemente impedienti!) che rendono ostico un possibile rapporto ogniqualvolta
esso debba concretarsi in qualcosa di fattuale, di vero e dimmediato.
Nella Manifestazione (l come qui) c chi ama e cerca Dio, ma un Dio che
frutto danalisi intellettuali, unidea di Dio condizionata psicologicamente dalle
vicende personali delle singole persone, e che quindi non corrisponde che in parte
alla Verit divina.
Dio non una concettualizzazione da filosofi o da speculatori, una Realt
38

che va ritrovata, ascoltata e recepita nellimmediatezza di un rapporto binario


caratterizzato dallo Io-TU, e cio da un rapporto fra lIo finito e un Tu infinito.
Unempatia sostanziale in questi termini posta dalla stessa Volont creatrice del
Brahma (resosi cos Padre), che deve essere quindi naturalmente accettata,
compresa ed eternamente vivificata.
Lastrattezza di certe entit yesodiche ha poi varie origini, differenziate cos
come lo furono le loro esistenze. C che saffida allintellettualismo perch perse,
nel corso dei tempi passati, la percezione del proprio Atma, riducendosi in tal modo
privo dogni capacit intuitiva.
Lidea di Dio che ne risulta dunque una discriminazione mentale di
contenuti preesistenti, e perci astratta, psicologicamente condizionata e fortemente
riduttiva; tuttavia fortemente affermata proprio dalle stesse strutture intellettuali che
la formulano, incapaci di scorgere i propri limiti (soprattutto inconsci) e le
conseguenti incongruenze.
Laffermazione prioritaria che la sola mente sia la base dogni interpretazione
della realt distorce ogni ulteriore, sia pur logica, argomentazione. La mente non la
base dellinterpretazione della realt esistenziale, ma semplicemente attualizza con la
propria capacita discriminante i contenuti sintetici intuiti con lappercezione al livello
spirituale.
Ogni altra utilizzazione della mente gravemente arbitraria, e pu condurre ad
errori estremi. Tuttavia chi versa in queste condizioni (molto generalizzate) come
accecato dal suo stesso organo interiore di rapporto con il campo, e allora ridargli la
visione esatta delle cose intime ed esteriori non mai cosa semplice. Egli, infatti,
deve essere ricondotto a percepire il proprio limite e a superarlo: deve rendersi al S.
Ovviamente, le massime difficolt emergono da quelle personalit che pi
sidentificano nella volont di potere e di possesso, che negano qualsiasi
Trascendenza e che quindi si considerano le sole facitrici della propria realt.
Esse sono pi che atee: pi o meno, si sentano dee, e questo stato oscura ogni
retta intenzione e ogni possibile riscatto, finch permane. Dee del Potere, seconde a
nessuno se non a quelli che abbiano un maggior potere. Ne deriva una struttura
spersonalizzante e chiusa in durissime gerarchie, che non ammettono n obbiezioni
n defezioni; e che si considerano le vere padrone anche del nostro ambito, ridotto a
loro area di sfruttamento e di sostegno. Praticamente, unestensione delle loro forme.
Il reintegro nel S, nel punto di congiunzione dellindividualit emanata con
lEmanante (ed anche il punto in cui si opera la scelta nel Continuum divino)
comunque un evento estremamente osteggiato, anche in conseguenza dei gravi disagi
mentali e fisici che pu determinare, implicando il dissolvimento di strutture
interiori sclerotiche e fossilizzate.
Nella Manifestazione esistono, come gi dicemmo, infinite formulazioni di
personalit, su tutti i possibili piani autorappresentativi.
Ne abbiamo elencati alcuni: le zone infime dentit prive di forma
comprensibile, ridotte al puro ego. Poi, quelle abitate da individualit che pur non
essendosi ridotte a tanto sono comunque assai succubi di se medesime e daltre,
39

versanti in identiche condizioni; e comunque molto legate alle zone pi basse


dellesistente. Inoltre conosciamo alcuni casi dentit abbastanza dotate, ancora
capaci di scelte relativamente libere, ed in grado dagire su molteplici piani.
Queste ultime sono, adesso, il nostro immediato problema.
Entit in qualche modo libere e sufficientemente evolute non si ritrovano ipso
facto nel Piano ideativo divino al punto da rendersi fattori dinamici dellEvento
manifestante. Possono, al contrario, rendersi elementi della sua staticit e pertanto
princpi di una potenziale ed attuale involuzione. Questo fenomeno denuncia la
persistenza della caduta genesiaca, ora e qui.
Quando accade questo tracollo? Quando le circostanze karmiche, laccumulo
delle negativit passate e linsistenza nel rifiuto dellatto di misericordia del Padre
(sempre immanente) persuade o, meglio, costringe il Brahma ad indurle in
tentazione, a metterle cio in una situazione di scelta fondamentale, nella quale
debbano svelare effettivamente a Dio ed alla Creatura la loro vera condizione
spirituale, la loro realt.
Quando tutto questo avviene, ed avviene sempre perch fa parte del processo
soterico di reintegro nellIdea basale, le entit dei piani sottili incontrano le loro
innumerevoli contraddizioni, dando cos lesatta misura di se stesse. Possono
cadere.
E, naturalmente, un mezzo disastro, e sovente pi che mezzo: la
Manifestazione (in queste zone che ostinatamente ricusano il rapporto e lincontro
con lultima Sephirah, Malkuth) molto lesa, molto decaduta e vulnerata. E questa la
Manifestazione che crocifigge la Misericordia divina in Cristo, che ostacola e rifiuta
ogni tentativo di reintegro nel Piano emanativo principiale e che comunque non
rinuncia allidea di una sua supposta superiorit, di un predominio per diritto innato e
di una fruizione dellaltro come norma di vita.
Non recede dalla volont di dominio sui propri fratelli, sui simili, su coloro che
sono eguali allo sguardo dellAltissimo, e che vengono gettati nelle catene degli
schiavi.
Il punto critico si raggiunge qui, quando le entit dei piani di tangenza
incontrano la loro verit, ed agiscono non pi soltanto in ossequio alle loro
razionalizzazioni pi o meno inconsce, ma secondo gli impulsi pi radicati e deleteri
del loro stato.
Il collasso la necessaria conseguenza che molte zone allora subiscono, e che le
sorprende in quanto si erano volute sentire a tutti i costi giuste, vere e perfino sante.
Un collasso doloroso che le smentisce, una presa di coscienza affaticata ed
affaticante, tradotta in conflitti interni anche violenti, in sopraffazioni reciproche ed
in un duello feroce quanto inane con la Volont di Dio.
Un duello del quale esse sole sono le fautrici e le protagoniste, che sovente
vuole colpire il Padre proprio nella Sua creazione e che in ogni caso si rivolge contro
la persona che funge quale ente di tramite ideativo: egli , infatti, il loro immediato
problema, lo specchio in cui si riflettono e il pi doloroso rimorso, da elidere a tutti i
costi.
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Sono momenti difficili. Irreale ed affaticato appare tutto il processo soterico, che
coinvolge molti piani in reciproca interazione. E che naturalmente deve essere
perfezionato e risolto con un atto continuo dincentramento nel S, nellAtma e nella
Sua Volont, che poi il Brahma in Krisna, in Cristo.
Lesito positivo di questo processo richiede pertanto sia lesatta identificazione
del problema sia quella dei metodi di confronto. Richiede il Maestro, quello vero.
Date le condizioni generali in cui ci dibattiamo, occorre sapere almeno questo:
emergono senza posa fattori di confusione artatamente indotti. Essi sono i falsi
profeti denunciati nei Vangeli di Ges, laspetto mendace e volutamente ingannevole
di un Glifo che si crede luce nella sua tenebra.
Liniziando, per agire con efficacia, deve mantenere ben presente e quanto pi
pu il senso profondo dellAmore: deve sapersi conservare nel Centro Cardiaco di
notte e di giorno, nella veglia e nel sonno. L , infatti, il Cuore di tutta la sua
personalit, e l esiste il punto di scelta, il S.
Solo in queste condizioni (che sono sempre dono) egli pu resistere e,
resistendo, agire induttivamente sulle componenti femminili (tante) e maschili
(poche) dei piani di tangenza.
Solo cos pu addivenire alla rimozione in Cristo (quindi non nelle loro menti
come sono adesso, ma incentrate nella Misericordia di Dio!) di tutte le
concettualizzazioni e strutture che risultano effettivamente incompatibili con il
Sentiero salvifico, ottenendo conseguentemente una maggior facilit ad accordarsi
con quelle personalit che gi si riconoscono in Cristo, e che conseguentemente
vorrebbero ripristinare lantica unit del Mondo manifestato.
Unit che presuppone, secondo lesatta Legge di Polarit, un rapporto di fiducia
e di collaborazione con lente di tramite virile, e la conseguente comprensione degli
eventi che hanno in tempi lontani condotto a questo stato di separazione.
Questo il momento che segna, se si attualizza, il vero passaggio dalla zona
involuta a quella che si sa emancipare. Passaggio fondamentale, da volersi e da
cercarsi: e che necessariamente non ottiene per quanti sforzi si facciano un
risultato immediato, pieno e chiarificante.
Pu accadere che lopposizione sia davvero irriducibile, e che molte
forme/pensiero del mondo di Yesod - ancora pi o meno confuse con le altre - non
vogliano rinunciare ai loro poteri.
In questo caso la continuit con il passato (mantenutasi sia pure in forme
conflittuali per un tempo incalcolabile) pu venire meno. Allora il processo, pur
riuscendo ad elidere molte incidenze karmiche della caduta, esige nuove
formulazioni empatiche ed operative.
In altri termini, gli antichi nessi si riassorbono nella Potenzialit divina, e il
Padre deve integrare gli allievi fedeli, e coloro che sono a vario titolo coinvolti in
questiter salvifico, in nuove e differenti formulazioni.
Quali esse saranno, dipende da molti fattori che appartengono in ampia misura
al nostro futuro, e cio al tempo del reintegro nellIdea principiale, quella che apre il
nuovo Sentiero.
41

16/10/2001

LA METODOLOGIA ESSENZIALE
La metodologia essenziale per la propria autorealizzazione consiste
semplicemente nellamore per Dio, lasciando a Dio stesso la facolt quanto pi
ampia possibile di provvedere ad ogni occorrenza. Nullaltro che un empito dolce
ed informale damore per il Padre, mantenuto per con fermissima coerenza.
Informale, e cio senza alcuna specifica qualificazione, che verr poi. Questa
la base dogni successivo approfondimento meditativo, che il Maestro atmico
indicher volta per volta. Ed base di Fede.
Cosa dunque la Fede?
La Fede riconoscimento di realt, ed il riconoscimento precede
lattualizzazione di quanto si voglia operare. La Fede passiva soltanto come
silenzio nellascolto interiore, e veramente attiva come scelta di realt a livello
informale, che diventa scelta specifica soltanto nellistante pre-coscienziale
(coscienza di veglia, naturalmente) del mistero che il rapporto unitivo con Dio; e
che assume laspetto formale del senso di compiuta armonia e dadeguato
completamento realizzativo come sapienza. Sapienza che indotta da Dio, ma che
liberamente accettata e voluta dallente.
Queste cose rappresentano il fondamento delliniziazione, la quale processo
lungo e difficile che si risolve poco a poco. Liniziato sa quello che il non iniziato
non pu capire, ed quindi normalmente incompreso e affaticato da coloro che
incontra. Tuttavia liniziato prosegue nel suo cammino per massima parte segreto, e
procedendo cambia quel che incontra. E lavoro duro, perch il Maestro utilizza le
capacit dellallievo, e non altro. Nellazione estroversa, che il rapporto con laltro,
sussiste un costante, basilare stato dintrospezione, e qui sovente lasino inciampa.
Lintrospezione deve essere rigorosa ma non rigida, e questo difficile quando non si
con il Maestro che in modo approssimativo. Cos linizio del sentiero lento, e
serve molto il comportamento autoimpostosi capace dinfrangere vecchi schemi e
di innovare i parametri del giudizio che forgia le basi per lazione esoterica vera e
propria.
Ecco perch lo Yoga insegna lo Yama ed il Niyama, e cio quel che deve essere
fatto e quel che deve essere tralasciato.
Sinsegna in tal modo un altro procedimento autorappresentativo al mentale,
suscettibile dignorare gli schemi autoindotti e le interferenze che li sostengono. In
seguito il processo mentale risulta agevolato, perch lorgano che lo compie comincia
a recepire lo Spirito, e nello Spirito c lAmore di Dio.
A questo punto lintrospezione rende evidenti i limiti della coscienza, i quali
devono essere necessariamente superati. I limiti si elidono solo affidandoli, con un
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atto damore interiore e concreto, al Padre: non esiste altro modo per rimuoverli,
perch conoscerli semplicemente rende s possibile affrontarli, razionalizzarli o
reprimerli, ma essi troveranno sempre altre vie daccesso allinteriorit, pi oscure e
temibili.
Solo Dio pu fare luce nelle tenebre dellinconscio.
La psicanalisi ha un solo vero merito: quello di rendere noto che esiste lignoto,
almeno in qualche misura, e di far comprendere come lignoto sia attivo nel noto
della comune coscienza di veglia. E molto, molto davvero.
Ma se lanalista presume dandare oltre ad un transitorio senso di benessere
dellanalizzato, in errore. Lanalizzato, se si trasforma interiormente, si pu mettere
in grado damare la vita, e quindi attinge ad un maggior grado di libert, che pu
essere anche risolutivo perch lamore di Dio in noi. Tuttavia, se egli non compie
questa fondamentale trasformazione, che precipuamente di sua iniziativa, in poco o
in molto tempo ogni vantaggio acquisito si disperde, ed altri problemi insorgono.
Un certo tipo danalisi pu donare pace e voglia di vita, ma certamente non evita
i problemi del nostro corso esistenziale: il dolore fisico e la morte, per esempio. Ed
allora, se manca un reale stato iniziatico in atto - e con incidenza davvero notevole
il dolore e la morte sono ostacoli davvero insuperabili, perch rappresentano la
presenza del male nel Bene che Dio. E la Caduta che mostra il suo volto
distruttivo, e solo Dio lo pu cancellare.
Ecco un punto di conoscenza che deve essere meditato. La psicologia e la
psicoanalisi sono illusione se non sono ascolto interiore.

Il nocciolo del problema esistenziale questo: luomo non capace di rendere la


donna attenta a lui ed a se stessa, e la donna non capace di tollerare e cambiare
questo stato di cose.
Se luomo manca, la donna dovrebbe rendersi in grado di colmare la lacuna,
incentivandolo con il suo amore. Ma come?
Con lamore di se stessa, fondato sul proprio io, non vi riesce n pu riuscirvi.
Occorre lamore collocato nel Centro atmico, e cio affidato con Fede ed assiduit al
Padre.
Fede sostanza di quel che si spera, e se fede esatta conduce ad un esatto
risultato, sempre. Ma Fede esatta concetto arduo, che occorre discriminare: cosa
veramente la Fede?
E profondo abbandono a Dio, inteso come Misericordia ed Amore. Cosa ,
allora, labbandono?
Labbandono di s a Dio la cessazione del pensiero, dellopposizione mentale a
quanto accade; il superamento della voglia di condizionare gli accadimenti, e
conseguentemente la scelta di affidare il corso della propria esistenza al Maestro
43

divino.
Ma cosa allora questo affidamento al Maestro, che diversificato ed identico
all abbandono al Padre?
Sostanzialmente, latto daccettazione (atto continuo) che la Misericordia di
Dio insegni ad affrontare, nellammaestramento degli avvenimenti, il proprio ego,
la propria separazione dal Centro, la propria possessivit. Ma non basta.
Labbandono atto dinamico, non statico. Affidarsi al Maestro attivare
lascolto interiore con totale ricettivit (secondo le proprie vere capacit) e scegliere
costantemente quanto sevidenzia nel luogo pi intimo della coscienza, nel S che il
Punto dintersezione fra lAmore eterno e la nostra, personalissima intelligenza
dellAmore.
In questo caso labbandono scelta continua dellamore, e quindi estrema
dinamicit.
Se si vuole qualcosa, bisogna lottare appropriatamente per questo qualcosa. Se
si cerca soltanto il proprio appagamento, laltro diventa sempre un oggetto sotto la
nostra disponibilit, e quindi accettato se ed in quanto corrisponda al nostro volere.
Il quale volere non per n chiaro n univoco al nostro intelletto, perch in massima
parte fondato e composto da fattori inconsci. Conseguentemente laltro risulta per
necessit del nostro mentale, oltre che per le sue pi o meno evidenti insufficienze
sempre inadeguato al nostro voler laltro.
Occorre poi aggiungere qualcosa. Il nostro mentale non mai scevro - almeno
nelle personalit non eccezionali - da interferenze dogni tipo: interferenze nostre se
inconsce, ed ogni tanto consce. E in tal modo lidea, in certe circostanze centrale, di
rapporto empatico con laltro messa al vaglio continuamente, logorata oltre le
nostre stesse intenzioni e da noi stessi, in primo luogo. Ma offesa anche da altre
idee, che non sono nostre ma che tali diventano se, ascoltandole inconsapevolmente,
le accettiamo e ci identifichiamo con esse.
Sono, infatti, idee del globale, dure e possessive, che esigono sovente
lavventura erotica non impegnativa, il passatempo non innocente, il piacere facile e
laffermazione del proprio io su quello altrui. Tutto questo , per il polo maschile,
conquista di quel che ancora non proprio, e la conquista del nuovo rende in genere
obsoleto il vecchio.
Per la donna seduzione: ed in genere la nuova vittoria si aggiunge a quel che
essa gi possiede e vive, ed ella non rimuove il passato finch sussista nei suoi
confronti un certo tipo dinteressamento. Diciamo interessamento e non amore,
affetto o qualsivoglia altro sentimento daffezione. Interesse che pu poi essere
molto sottilmente, molto nascostamente un vero calcolo dutilit, un modo per
procurarsi tranquillit economica in un mondo pervaso da concettualizzazioni troppo
maschiliste, e la conseguente stabilit e sicurezza. Il problema davvero arduo.
Dobbiamo inoltre considerare lintenzionalit opposta a Dio di buona parte del
Mondo Astrale, il quale odia tutto quel che si rende limite alla sua strenua e disperata
possessivit, sovente odiosa.
Tutto Mente: e la Mente Spirito in fase discriminante, necessaria al
44

compimento dellIdea di Vita. Questo linsegnamento, eternamente attuale, che a


noi giunge sopratutto dallantico Egitto.
Quello che Mente possiede sempre un centro ideativo, che il fulcro emittente
di una personalit.
Nella Manifestazione (il nostro Campo globale) tutto personalit, dallatomo
al Cosmo. Personalit pi o meno consapevole, pi o meno capace di libert. Ma
sempre personalit.
In questo continuum le formulazioni pi attive e significanti sono le
individualit autocoscienti, e cio tutto quel che si concentra nellidea di Adam in
senso stretto; in questidea sussistono lUomo e la Donna fisici.
Essi costituiscono il fattore dautocoscienza pi elevato, virtualmente ed
attualmente, dei vari campi o strati del mondo manifestato. Ne consegue che le
persone (intese nel senso specifico che abbiamo ora indicato) si rendono le emittenti
pi esatte o pi tremende dintenzioni e di vettori che informano il nostro stato
desistenza e di consapevolezza.
Affermare che le persone viventi nel piano sottile (simile e non identico al
nostro) siano buone e belle in generale offendere la misericordia, la giustizia e la
bellezza di Dio. I campi astrali sono (nellinterferenza generalmente pi accolta ed
incidente sul nostro piano) brutti, oscuri e feroci, colmi degotismo e di protervia.
Con alcune significative eccezioni.
Sono i campi del delitto contro Dio, non certo quelli del Suo amore per creature
che Lo amano.
Perch?
Perch noi siamo nel Bardo, nella Zona Intermedia, dove si compie il
riconoscimento del nostro stato di realt, e questo fattore comporta che qui
incontriamo anche le nostre pi latenti incompiutezze. E implica che le nostre pi
nere insufficienze concorrano a formare il globale in concorso con altre simili; e
che il globale contenga di conseguenza zone ampie di negativit che noi stessi
abbiamo contribuito a determinare.
Ma tutto questo inesatto se interpretato alla lettera in un senso pessimistico.
Se, infatti, siamo nel Bardo, segno che abbiamo tuttora la capacit della scelta, e
che possediamo conseguentemente la facolt di rimuovere la nostra oscurit
interferendo anche su quella altrui, secondo un criterio daffinit.
Tuttavia alcune delle personalit della zona dimensionale limitrofa (astrale) che
abitano mondi pi del nostro negati allamore di Dio, sono davvero demoniche, e non
mostrano disponibilit e capacit ad emendarsi. Esse sono per di pi carenti denergia
vitale, dato che lenergia la presenza di Dio, ed esse odiano e temono la divinit nel
Suo aspetto Amore, preferendo semmai il concetto di Potere, preferibilmente
indiscriminato.
Non ammettono conseguentemente la nostra diversit in Cristo, non volendo
perdere la nostra capacit di sostenerle con la stessa nostra vita.
Non negano tanto lesistenza di un dio al loro livello non poi tanto facile
farlo ma ne rifiutano lessenzialit dAmore: ed odiano, perch temono, lAmore.
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Ne deriva che tutti ci troviamo esposti a questo potere di Yesod (Yesod della
Caduta, non certo di Cristo) e i casi allora sono solamente due: o lo sappiamo elidere
distruggendone lego aggressivo, o esso ci trasformer in quello che comporta, al
limite annichilendoci.
Non c possibilit di altra scelta: o si lotta per la libert, o si schiavi, ignari ed
infelici.
Qualche brevissimo cenno su alcune strutture del campo astrale, con specifico
riferimento alle entit ed alle zone di diretta interferenza.
Le entit di Yesod si manifestano in modalit sovente subdole, e sempre con
intenzioni duramente conflittuali con le nostre idee di amore e di libert. Tuttavia se
mutano indirizzo e non detto che possano farlo nellattualit esse possono anche
entrare nel nostro piano dimensionale con la loro forma fisica, e rimanervi senza
troppe difficolt.
Questo dato significa che il contatto teurgico con enti di tipo astrale e in un
aspetto formale con noi compatibile pu rendersi possibile, e che la forma umana
nelluomo e nella donna fondamentale, archetipica nel piano della
Manifestazione: Mandala da meditare e comprendere.
In sintesi, potremmo dire che il Regno Uno, e che non n nostro n di altri:
di Dio, e quindi tutti ne possono essere partecipi, se presentano le sufficienti
qualificazioni.
Le entit di Yesod sono, nel contatto diretto, generalmente femminili:
femminilit esplicative, e quindi impersonano le potenze informanti (elementali)
dellIdeazione primordiale. Conseguentemente sono donne, e donne in senso
virtualmente globale. Nellantica tradizione esoterica di molti tempi e civilt furono
dee; furono ninfe come Circe, di lei non meno temibili o tremende.
Esse desiderano il contatto con lente maschile che si dimostri capace di rendersi
tramite ideativo, principio dattivazione delle loro facolt esplicative ed informanti; lo
desiderano a tutti i livelli possibili, ma a modo loro, e cio mediante un controllo
mentale possessivo e duramente costrittivo.
In assenza del maestro tutto ci estremamente pericoloso: la carenza dellidea
damore, di parit, dintelligenza dello Spirito (che poi intelligenza dellAmore di
Dio) pu modificare il rapporto in possessione demonica, con conseguenze distruttive
per entrambi i partecipanti.
Le femminilit astrali appaiono belle: belle e seduttive. Ma chi cede alla loro
bellezza, al loro fascino e alle loro lusinghe immancabilmente disprezzato e
corroso, perch esse comprendono le ragioni dellassenso, e le sfruttano: sono infatti
ragioni poco nobili, poco oneste, in cui v rinuncia alla propria dignit e chiarezza in
nome di gratificazioni dorigine oscura, che rendono vulnerabili e vulnerati.
Le donne astrali si identificano fin troppo nellego, nel mentalismo pi o meno
astratto ed intellettuale, e non percepiscono il Centro atmico. Guai a chi le affonda nel
loro dramma, e vi si coinvolge. Esse sono cos simbolo della tragedia che coinvolge
anche il nostro piano esistenziale, tanto incapace di riconoscersi nella luce di
Tiphereth.
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Le modalit del potere sottile di Yesod consistono in linee di controllo che le


loro menti pi o meno unite o collegate direzionano sulle nostre, a livello
profondo: tramite il controllo mentale sul nostro organo interno lo stesso campo
energetico e fisico vengono invasi, e possono essere sfruttati. Cos le entit
oscurate salimentano della nostra vita, e la ne sfruttano le risorse per sopravvivere e
per dominarci, trasformandoci in quello che esse sono. Saremmo ben pi longevi e
felici se questa invasione non esistesse o cessasse: saremmo pi reali.
Il compito cos definito: riconquistare il nostro campo, e unificarlo secondo la
Volont di Cristo. La meta un Regno che sia tale per tutti, e che superi il
frazionamento condotto dalla Caduta. La vera vittoria non quella che distrugge
lavversario, ma quella che lo rende amico e fratello.
E vittoria teurgica, come quella che ottenne Arjuna sotto la guida di Krisna,
lAuriga.
La nostra vittoria, sul dolore e sulla stessa morte ciclica, allora Dono,
lestremo Dono di Dio.

9/04/2001

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LALLEANZA
Lautonomia della creatura si fonda sulla libert di scelta, e questultima
sostanzialmente e fattualmente un dono elargito dal Creatore agli enti della Sua
manifestazione, fin dal principio.
Precisiamo pertanto i concetti di libert e dautonomia secondo le nostre attuali
conclusioni, suscettibili sempre e in ogni caso dulteriori precisazioni ed
approfondimenti.
Abbiamo affermato che la libert delle scelte un dono. Essa appartiene
certamente alla persona autocosciente, ma nella misura in cui questo dono
compreso ed accettato: conseguentemente la libert di cui noi facciamo uso si fonda
proprio su una basilare coerenza con il Principio informante, e quindi su un primo e
fondante atto di libert, che non legato al momento e che si evidenzia come
continuit. Ne consegue che il rapporto esistente fra il Creatore e la creatura deve
essere costantemente mantenuto, e questo dato implica appunto lalleanza
puntualizzata in un fine comune, che lesistenza nel tempo e nello spazio secondo
lIdeazione principiale.
Il dono, abbiamo detto, non cogente nel senso che esige la consapevole
volont della persona per rendersi attuale; altrimenti resta una potenzialit in attesa
della sua realizzazione, con conseguenze estremamente nefaste per chi la disattenda,
e che possono sintetizzarsi nella perdita di realt, temporanea ma dolorosissima, che
conducono al limite dellincapacit dautorappresentarsi la propria esistenza.
Questi principi consentono ulteriori discriminazioni, la prima delle quali
questa: la manifestazione di un Universo formalizzato in questi termini un atto
libero, da nulla condizionato, dellEnte supremo, che in tal modo evidenzia in S
unimmagine realissima della propria essenzialit. Immagine distinta da Lui, che
Illimite, e quindi sussistente come limite in eterno divenire.
Questa proposizione si fonda sul contenuto infinito del potenziale
dellImmagine, la quale tende naturalmente a realizzarlo e a rendersi in tal modo pi
reale. Unimplicazione necessaria questa: latto creativo, da nulla determinato,
esprime la perfetta libert dellEmanante, e questa elementare osservazione consente
innanzi tutto di specificare che un atto damore, implicante una contrazione della
Coscienza assoluta (Cit) per stabilire una spazio affidato alla coscienza relativa, la
quale assume quindi un rapporto dualistico con il Manifestante, ma proprio nel Suo
continuum. Possiamo evidentemente dedurre che questa finalit lespressione
essenziale della volont che lesprime, e cio che la vita della creatura
fondamentalmente un aspetto della Vita del Creatore. Aspetto molto particolare
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tuttavia, perch si affida proprio allente manifestato per realizzarsi compiutamente e


in un tempo infinito.
In tal senso lalleanza fra luomo e Dio implica che essa consente al primo di
agire in Nome e secondo le intenzioni del Secondo, e che questa la naturale e
fondamentale situazione esistenziale, non mutuabile con alcunaltra. E ne consegue
che luomo , in questa prospettiva, certamente una funzione della Volont
emanante, ma configurata in parametri che la rendono libera e responsabile nei
confronti di Lei e di se stessa. Cos luomo, lAdam, si rende (secondo le parole di
Ges) un compagno di cammino, un amico ed un fratello di Cristo, e non
semplicemente un servo o un semplice esecutore. Lalleanza la determinazione di
operare per la realizzazione di uno scopo comune, che la Vita in una sua particolare
e specificata formulazione: la vita della creatura come Vita stessa del Creatore, e
nei limiti che la prima sa e pu darsi.
La libert dassumere questintenzione , abbiamo detto, un basilare atto di
scelta daccogliere il Dono della libert: esprime dunque una apertura del Padre nei
nostri confronti, che Atto temporale ed insieme atemporale, e questa proposizione
esige alcuni approfondimenti.
Il Padre in Ain Soph oltre ogni possibile definizione: oltre il Tempo ed
contemporaneamente il Tempo. Egli inoltre il Tempo divino e quello umano, e
questa constatazione semplicemente un tentativo di rappresentarci, cos come
possiamo, la Sua infinit ed il Suo amore.
Il Padre (Kether) crea lImmagine, e la sostiene: ma lImmagine, che
ontologicamente Lui e coscienzialmente si distingue da Lui, esiste come limite,
quindi relativa. Conseguentemente il Padre si assume con questatto il peso della
relativit, la quale pu rendersi liberamente a Lui in ogni istante della propria
esistenza (insistiamo: propria per dono divino) ma che pu anche misconoscere,
rifiutare lessenziale rapporto dalleanza con il Dio emanante, rendendosi in tal modo
carente di realt. Questa possibilit, certamente compresa nellAtto manifestante, si
verificata nel nostro tempo/spazio, e costituisce quello che nel mito
veterotestamentario la caduta da Eden.
Ricapitoliamo: la libert della creatura Dono, ontologicamente atemporale (e
quindi eterno) che si puntualizza in un temporale e costante atto di scelta, sostenuto e
non condizionato dallImmanenza divina. Latto di scelta il fattore che si
puntualizza in un comportamento successivo e coerente, che esprime lautonomia
operativa degli enti manifestati. Questautonomia perfettamente libera?
NellIdeazione principiale lo , ma nel nostro tempo e spazio relativi essa incontra
fattori diversi, perch si attualizza nel campo esistenziale della caduta, e deve
necessariamente tenere conto delle condizioni e delle scelte (sovente ostative) di tutti
gli enti che lo costituiscono, e soprattutto di quelli che ci sono pi vicini e che
costituiscono per questo il nostro prossimo. In questottica lautonomia personale
esprime tanto le condizioni specifiche dellente che agisce quanto la situazione
dellambito che gli proprio.
Occorre ricordare a questo punto che lAdam idea unitaria infinitamente
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discriminata in idee reali, che la costituiscono e la riflettono secondo particolarissimi


punti di vista. Questaffermazione implica che lAdam , per il Padre,
contemporaneamente uno e molti, ed anche che lunit dellAdam per gli enti relativi
si costituisce se essi veramente la vogliono come scelta fattiva e concreta,
nellintuizione del comune substrato ontologico che li puntualizza.
Queste considerazioni danno ragione delle difficolt che un cammino soterico
incontra: il campo fortemente incoerente con il Principio, e quindi lAlleanza cos
com stata definita carente o spezzata. Lo anche quando intesa in senso
leguleio e formalistico (do ut des), e nel senso di una soggezione acritica e passiva
della creatura al volere del Creatore, tale da non richiedere una consapevole e
responsabile deliberazione interiore. Questi modi intellettualistici e fortemente astratti
di concepire lalleanza conducono come la nostra storia comune ci svela da tempi
immemorabili ad un fraintendimento del divino e dellumano, e inevitabilmente al
formalismo ed al rigorismo oltre che allo scadimento generale dellesistente.
La prima necessit allora comprendere quanto pi accuratamente ci possibile
il senso e la presenza dellAtto manifestante nel nostro tempo e spazio; senso e
presenza che informano il sostegno di Dio alla Sua manifestazione, e che si
puntualizza nellimmanenza del Cristo, per noi in Ges ed in Maria.
Il massimo problema allora costituito da molte imperfette o falsificate
rappresentazioni di questo sostegno, oltre che alla sua negazione e dimenticanza. Ed
occorre puntualizzare limmanenza divina in una scelta interiore che si colloca oltre
le stesse categorie autorappresentative dellintelletto/mente, a livello dunque di
Spirito: scelta continua di Dio non condizionata dalle nostre stesse
concettualizzazioni e credenze in altro modo assunte, e quindi secondo una
percezione intuitiva di Realt che si colloca prima anche dogni discriminazione
intellettualistica, e che noi consideriamo fondamento e causa della medesima. Questa
scelta, che aporia per la comune intelligenza analitica, fondata su se stessa, la
Fede.
La Fede conseguentemente, per noi, il fattore principiale, permanente e
finalizzante della nostra libert: Credo quia absurdum, in cui la assurdit tale
soltanto per lanalisi mentale priva di substrato spirituale, carente di vero
intuizionismo nel Principio e con il Principio. Per questo ripetiamo, con il Santo e
con il Poeta: Fede sostanza di cose sperate, ed argomento delle non parventi.
La Fede lelemento dinamico della nostra esistenza, quello che ci conduce
oltre le vie apparenti del campo condizionato da troppi fattori ostativi nei Sentieri
di Dio.
Insistiamo: la Fede il fattore di realt della nostra scelta dinamica, nellora e
nel qui, sempre, e manifesta il senso concreto e profondo dellAlleanza. La quale poi
si esprime in tempo e spazio, come accadimenti e vita vissuta se noi ci siamo
ricondotti in essenza al Principio, se quindi abbiamo superato la caduta e rifondato
lAlleanza nella nostra attualit.
Questo processo tuttavia lento, ed ostacolato proprio dalla nostra odierna
carenza di libert di scelta, di Fede. In questo caso, infatti, le condizioni del campo si
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rendono interferenti e sovente ostative, superabili solo con un costante incentramento


nellAtma, nella Scintilla divina che la Causa ed il sostegno di tutta la nostra
struttura creaturale.
Occorre, per finire, specificare in proposito che loscuramento della nostra
libert ed autonomia un fattore profondo, collocato nei recessi della mente
inconscia e che soprattutto l condiviso da grandissima parte del nostro ambito
esistenziale.
In termini espliciti, la caduta un fattore comune per la nostra zona, ed
implica una responsabilit tanto personale (nei confronti del Padre) che generale
(verso lintera Sua manifestazione, concretizzata nel nostro prossimo). Questa
situazione difficoltosa, ed esige il sostegno divino e la costante ricerca del rapporto
con il Centro atmico per essere risolta; infatti, nellAtma esistono tutte le strade
attualmente agibili per il nostro riscatto e la salvezza, ben oltre i limiti della mente
relativa. Ribadiamo tuttavia che per il Padre lAdam uno e molti insieme, e che
quindi la redenzione del singolo implica lazione anche sul suo prossimo, a lui
affidata e da Dio sostenuta. In tal modo limpersonalit del figlio nel suo processo di
reintegro necessaria, ed appunto fondata sullesercizio attuale e concreto della
Fede. Questo dato esemplifica nella pratica le Idee basilari di libert e dautonomia,
che sono le strutture informanti e fondamentali dellesistenza e che quindi vanno
esattamente comprese.
Domenica 6 ottobre 2002

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NOTE SULLALLEANZA

Non possibile comprendere la situazione esistenziale se non sono ben chiari


alcuni suoi principi informanti, che cercheremo dillustrare succintamente.
LEmanazione un atto divino, fondato sullamore ed espresso nella libert. Il
rapporto che unisce lEnte Causale al causato quello didentit e differenziazione in
sintesi affettivamente qualificata: Dio crea esprimendo cos la Sua essenzialit, e crea
per amore, da nulla condizionato. Questa verit basale, e cindica specificatamente
che la natura dellAssoluto, che cos si rende Padre, quella dellAmore, oltre ogni
possibile elucubrazione intellettualistica e filosofica. Occorre, alla luce di questo
principio (suffragato dallesperienza esoterica e, soprattutto, dalla stessa Rivelazione)
cercare dinterpretare il giusto rapporto che sinstaura fra Creatore e creatura nellatto
manifestante, storicamente definitosi in molti modi ed in innumeri ipotesi. Il termine
che consideriamo pi adeguato ad esplicitarlo quello desunto dalla tradizione
ebraica di Alleanza, e conseguentemente tentiamo dindagarne i contenuti.
Prima dogni altra cosa, escludiamo il significato contrattuale che storicamente
stato attribuito al termine, per il quale luomo tributerebbe onori ed ossequio al Dio
per ottenerne i favori. Nessun do ut des concepibile, infatti, nel rapporto fra
lEnte emanante e la personalit emanata (specificatamente luomo, o considerata
nella sua massima estensione concettuale, lInterit, lUomo cosmico). Il rapporto,
che si determina nella perfetta libert divina, sintetizzato dalla parola Padre, e
quindi rapporto dempatia profonda, direzionata ad un fine comune.
Noi consideriamo, infatti, che lo scopo dellatto divino sia quello devidenziare
nella creatura limmagine della Vita trascendente, e che di conseguenza lesistenza
del relativo in quanto tale sia la vera finalit dellAssoluto. La vita, in
questottica, denota un valore infinito proprio nel suo scorrimento, e tende a svelare
progressivamente laffinit dellImmagine nei confronti del Modello Causale.
Ma in che ordine ideativo si colloca questo divenire, che ricordiamolo
sempre divenire nellEssere? Questo il problema ermeneutico principale, ai fini
dellinterpretazione del concetto dalleanza.
Possiamo affermare che la logica dellImmagine quella della libert, nella
precisa prospettiva che la libert del campo relativo abbisogna necessariamente di
coerenza con quella dellAssolutezza in cui esso si manifesta. Il concetto di libert
implica che lente emanato persegue il proprio fine ontologico realizzandosi nel
sostegno dellEmanante (perfetta libert), istante per istante. In termini differenti, la
volont dellUomo tesa a svelare i propri esatti contenuti esistenziali volont che
sesprime nella scelta vettoriale e nellautonomia esecutiva fondamentale al piano
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manifestante del Padre, ed condizione ineludibile, necessaria del processo vitale.


La libert dellAdam conseguentemente deve incontrarsi, in ogni istante, con
quella del Padre, che non condizionante perch infinita, ma che esige demergere
nel corso del processo esistenziale. La creatura, in questa prospettiva, la vivente
volont di Dio: oltre che a livello ontologico anche in quello coscienziale, per propria
scelta individuata nel Centro spirituale (ai confini con lAtma), e sorretta
dallimmanenza divina. Il concetto dAlleanza si configura quindi in una libera
convergenza nellunit fra ente creato e Creatore, nella quale entrambi perseguono il
fine di una vita reale, che disveli appunto gli infiniti contenuti dellIdea trascendente.
Sinteticamente, possiamo affermare che la Manifestazione quindi affidata alla
Creatura stessa, e nel costante supporto dellamore di Dio.
Quanto questo fine importi al Dio Padre non stato sovente compreso dai Suoi
figli, che si sono conseguentemente dati risposte imperfette ed imprecise, ben note
allindagine storica e filosofica. La carenza di una vera capacit introspettiva (e
quindi di un esatto rapporto empatico con il Padre) ha determinato eccessi
intellettualistici di tutti i tipi, e un pesante fraintendimento del proprio stato
esistenziale. In tal guisa i concetti dAmore, di Misericordia e di Grazia sono stati
oscurati e spesso negati, e la Provvidenza di Dio (che insieme ed esiste) divenuta
oggetto di scetticismo o di scherno.
A questo proposito assume estrema rilevanza levento cristico, storicamente
affermatosi (per noi di questepoca) nella vicenda di Ges e di Maria. Se attribuiamo
a questo fatto unimportanza determinante non tanto o solo per le indubbie
testimonianze storicamente affermatesi, nelle quali sempre possibile individuare e
comprendere limplicito ammonimento. Noi vediamo, alla luce dei principi
interpretativi fondati sul concetto dAmore/Libert, che la vicenda cristica ha valore e
significato di sintesi nei confronti di tutte le risultanze delle ricerche fino allora
condotte dallumanit, e di quelle non sempre legittime ed appropriate che ne sono
seguite. A nostro giudizio, il simbolismo intrinseco nella predicazione (riproposizione
dellIdea basale) e nel sacrificio di Ges (integrale assunzione del peso della
Manifestazione, morte compresa), nel silenzio della Madre, indica in forma
tragicamente eloquente il fraintendimento del nostro stato seguito alla perdita del
Centro spirituale (il S ai confini dellAtma), i limiti intrinseci alla meditazione tanto
orientale che occidentale, e le stesse astrazioni delle metafisiche implicite nel
pensiero greco e romano, che tanto hanno contribuito a caratterizzare e a qualificare
lazione delle Chiese dOccidente. La Croce di Cristo , infatti, la nefanda violazione
perpetrata dallAdam nei confronti della Croce di Luce, che esprime perfettamente
l'Atto emanativo: Ges, ipostasi del Figlio trascendente (lIdea divina, il Cristo) il
vero reggitore del nostro universo perch insieme il tramite della Volont creatrice
di Kether ed il Suo sostegno nella Manifestazione. Ebbene, Ges inchiodato,
immobilizzato sulla Croce di Vita che cos diventa quella del dolore; e la Madre, in
Maria, non pu che assistere a tanto scempio nelle Sue lacrime e nel Suo silenzio. Il
ch significa che la Manifestazione arbitrariamente in una fase di stasi, tragica e
dolorosa, e che occorre ritrovare il Principio per ricondurla alla sua naturale
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dinamicit.
Non ci dilungheremo sulle implicazioni che questa situazione comporta: diremo
semplicemente che luniverso in cui viviamo deformato e non corrisponde che
limitatamente alle intenzioni del Padre. E quindi gravemente irreale al Suo
sguardo, pur restando molto concreto ed obbiettivo per coloro che ne fanno
esperienza, e finch essi non riescono ad emendarsene. La maya in cui siamo immersi
quindi tragicamente falsificante e capace dimpietrire coloro che la vogliono
condividere, pur sovrapponendosi al sostrato, eterno ed immanente, dellesatta
Volont divina. Ritrovare questa Volont il nostro compito primario, che implica
alleanza damore con il Padre. Ogni altra direzione esistenziale, in questa prospettiva,
illogica ed illusoria, e conduce inevitabilmente alla frustrazione delle intenzioni
migliori e ad un possibile peggioramento della condizione in cui versiamo.
13 gennaio 2003

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PUNTUALIZZAZIONI SULLA VIA


Desidero fornire alcune precisazioni in merito a metodologie realizzative molto
nobili, e degne della pi grande attenzione, per le verit che adducono e per i fini che
propongono, e che in qualche misura si differenziano da quella che io insegno. In
particolare mi riferisco a un certo tipo di Bhuddismo, il quale afferma in apparenza
lindispensabilit del ciclo nascita/morte come elemento basilare dellesistente. Io - al
contrario - affermo che levento morte non appartiene allIdea basale della
Manifestazione, cos come la Legge Mistica, posta a fondamento della vita globale,
non risolve compiutamente il problema implicito nel nostro Universo: che cosa
effettivamente esso sia, da dove provenga e a cosa sindirizzi, tanto nel globale che
nel particolare.
Il primo quesito che intendo affrontare, e che prioritario per ogni analisi del
Reale, riguarda lobiettiva concretezza di un Dio creatore da cui provenga un atto
emanativo, e che quindi sottintenda tutto luniverso della Manifestazione: la quale, in
questa prospettiva, sevidenzierebbe necessariamente in Lui e non in un impossibile
fuori od oltre Lui. Invito il lettore a rifarsi ad altri scritti particolarmente incentrati
su questa problematica, ma qui osservo semplicemente che postulare un Dio
personale come ipostasi dellAssoluto - il quale, come tale, trascende il Suo stesso
atto emanativo - non per niente in contraddizione con la proposizione di una Legge
Mistica basale, in accordo con profonde esperienze tanto orientali che occidentali,
condotte per molti millenni (e perci precedenti la stessa formulazione storica del
bhuddismo) e conduce a una puntualizzazione dello stato esistenziale coerente e
certamente non intellettualistica, pur se la mente/intelletto autorappresentativa vi
compie pienamente la propria funzione. Linterpretazione dellUniverso come
Immagine del Principio che vi si riflette propria di molte correnti mistiche ed
esperienziali, le quali adottano simbologie diverse conformemente alle culture e alle
esigenze che esprimono, ma che possono comunque rapportarsi dai pi differenti
punti di vista in un terreno alquanto similare.
Se io indico allallievo il Dio personale, nel senso antecedentemente suggerito, e
se in particolare mi conduco al Cristo quale momento di sintesi di tutti i processi
realizzativi, per fondati motivi, e la mia affermazione daltronde coerente con la
mia natura ontologica dIstruttore. Ma perch, allora, sussiste nel bhuddismo questo
rifiuto del Divino quale realt anche personale, e a livelli che sono certamente
alquanto esaustivi? Qui il discorso si rende difficile, e quindi occorre fare una
precisazione.
Come dissi in altra occasione, non pu essere dato ci che non pu essere
recepito dal grado di maturit delle persone, e quindi linsegnamento dei Maestri i
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quali, in questa funzione, sono tutti proiezioni reali del Bhudda Fondamentale! deve
necessariamente tenere in primo piano la condizione degli allievi. Ovviamente il
Bhudda sa perch , ma io tengo a distinguere - nel mio insegnamento e sempre - la
creatura (per alta che sia) dal Principio creatore, al quale essa tende: infinitamente e
in un tempo infinito. Unaltra osservazione molto intrigante, che non concerne
certamente il Bhudda Fondamentale ed i Suoi veri discepoli ma che pu rivolgersi ad
alcune Sue manifestazioni, questa: il raggiungimento di uno stato che trascenda i
propri limiti autorappresentativi esperienza mistica assorbente, tale che pu essere
intesa come svelamento di uno stato incondizionato. In questo caso lesperienza,
anche se profonda e reale, pu indurre ad ignorare la presenza di un altro e pi
remoto limite, che dovr essere comunque superato in un prosieguo di tempo: ed
quindi maya daltissimo livello. Ma la maya, se fraintesa, possiede sempre un
potenziale temibile, al quale molti miti dellantichit alludono.
Il bhuddismo ha molto da insegnare e, forse, abbisogna di qualche
puntualizzazione nel suo dispiegamento scolastico e fattivo. Sono in accordo con
queste scuole quando esse affermano che la Vita non ha un inizio e una fine, ma essa
comprende e non sidentifica con la vita di questo nostro Universo. Esso infatti, un
momento esistenziale che presuppone una causa antecedente, ma come tale nato,
e pu morire per quelli che non raggiungono uno stato sufficiente di realt. Inoltre, in
linguaggio puntuale e certamente non esaustivo, la creativit divina immanente, ed
il tempo/spazio che noi conosciamo sono semplicemente i moduli della nostra
autorappresentazione dinamica e limitata, eternamente tesa alla propria realt. Certo,
come idee del Padre (Brama, Cristo, Kether o Ra) noi siamo senza tempo o meglio
oltre il tempo; ma come jiva, persone coscienti, siamo nel tempo, nel nostro tempo.
Questa concezione del Reale ci indica che il Padre, creandoci, saddossa il peso
del nostro stato incondizionatamente e per sempre; e che quindi ci condurr
comunque a renderci alla Sua volont.
Qual dunque questa Volont?
Io comprendo questa Volont come Vita, la nostra vita. Vita libera, piena e
responsabile, capace di far emergere con lesperienza delle nostre potenzialit la vera
natura che cinforma ora e qui in un processo infinito, e che deve necessariamente
essere condotta nel sostegno divino. O il limite che ci distingue nellAssoluto
dallAssoluto stesso cindurr ad una caduta, come i miti cinsegnano.
Considero che lo studio di ogni sentiero di realizzazione sia importante, e
talvolta arricchisca in modo fondamentale la ricerca di un mio alunno. A questo
proposito affermo quanto segue:
Ogni via di rinascita ha un comune punto di verit che la trascende, e qualsiasi
distinzione nel lungo periodo destinata ad attenuarsi ed a svanire. Identica la
Causa ed il Fine. Occorre perseverare nel cammino intrapreso senza chiudersi a nulla,
con fede rivolta solo al Principio ed alla Sua immanenza. Il resto pi o meno
accessorio, utile nella misura in cui se occorresse vi sapremo rinunciare".
Mercoled 29 settembre 2004
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SULLA LIBERTA
Libert: parola molto usata, molto affermata e assolutamente ignorata nel suo
significato pi vero.
La libert coincide spesso, nella comune coscienza degli uomini, con larbitrio e
non certo con quel tipo desplicazione che indica come limite della propria azione la
libert degli altri.
Tuttavia la libert comprensibile solo se riferita al valore, e non al
dispiegamento incontrollato delle proprie capacit; conseguentemente la libert
prescinde dalla possibilit concreta dattualizzazione delle proprie valenze, in quanto
pu sussistere come pura libert interiore. Nel segno di Dio tuttavia la libert
interiore deve pi o meno presto, pi o meno tardi, e ci dipende dallo stato delle
persone riferito al globale dappartenenza diventare libert dazione.
La libert prioristicamente scelta, e la scelta la base della personalit. Mi
spiego.
Voi vi rendete persona perch Dio (nel suo aspetto emanante, il Brahma) vi d
la capacit di scegliere il vostro vettore esistenziale nel piano manifestato.
Conseguentemente, la base del vostro essere, identit e distinzione nel Brahma
(ricordiamo che Egli la Manifestazione, ed insieme oltre la Manifestazione)
proprio la scelta. Ma in ch consiste questa scelta?
La scelta lindividuazione nellIdea divina del vostro stato pi alto, pi libero e
pi confacente alle vostre qualificazioni particolari. La scelta quindi avviene sempre
nel piano emanativo del Padre, ed direzione esplicativa della Sua volont: la Sua
volont in ogni caso il punto di riferimento reale, e questo punto deve essere scelto
con la vostra volont. Ci deve essere convergenza - convergenza libera - fra la vostra
decisionalit operativa e la Volont divina: conseguentemente c' vera scelta solo
nellIdea di Dio, la quale si specifica istante per istante come dono alla vostra
esistenza.
Cosa implica questa indicazione di sostanzialit? Implica che - ogni volta in cui
esercitata - la scelta deve essere Amore perch il Padre Amore, la sua Volont
Amore e la Manifestazione, nel significato ontologico del termine, soltanto Amore.
La scelta dunque un atto damore che viene assegnato per divino decreto alla
creatura; che sostenuto da Dio in quanto Padre ma che affidato (e qui incontriamo
il massimo Mistero della vita creata) allente emanato.
Se la scelta non nel segno di Brahma, non scelta: travalicamento del
proprio stato e principio doscurit.
Ogni istante appartiene al Padre, ed in ogni istante Egli dice alla Sua
manifestazione, in ogni ente dotato dautocoscienza, quale il vero stato ottimale,
quali le direzioni pi consone dellazione e quali le mete pi adeguate. Per il Brahma
ogni via della Sua volont identit con ogni altra via, e quindi il Suo campo, quello
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che ci affida, potenzialmente infinito: limitato solo dallo stato autorappresentativo


della creatura.
Se la creatura alta in Dio, il campo attualizzabile immenso e la libert
effettiva inimmaginabile. Dio lo sostiene e, sostenendolo, si dona ai figli. Ecco allora
un altro punto di meditazione per ogni allievo. Quanto abbiamo detto implica che Dio
si autolimita per determinare un ambito di libert affidato alle Sue creature, e che in
sintesi Egli si dona per amore alla Sua stessa manifestazione, che Egli pone e vuole
altra da Lui in Lui.
Ne consegue che lamore di Dio sacrificio, la potenziale assunzione di
dolore se la creatura lo tradisce. Tutto questo in vista di una finalit estrema, e
cio nella prospettiva di attualizzare un Ente globale che sia la somma e non la
negazione delle infinite personalit (tutte realissime nel Suo ambito), il quale si renda
capace dassumersi nel Padre e con il Padre il compito di svelarne la volont
damore, creatrice e formatrice.
Queste considerazioni implicano che lUniverso, il Cosmo, affidato sotto il
profilo dellautorealizzazione a se medesimo, nel perenne sostegno ontologico ed
attuale del suo Maestro: il Cristo (Krisna, Osiride...), e cio la vivente Misericordia di
Kether (Brahma, Rha).
Ne consegue che ognuno arbitro della propria vita, e che lo scopo
dellesistenza va identificato nello svelamento delle personali potenzialit a Dio, a se
stessi e allInterit.
Altro profondo termine di meditazione e questo: Dio dona, ma il Dono sempre
subordinato alle scelte effettive di chi ne il destinatario. In pratica, Dio permette di
accedere al suo Dono, ma se lUomo, lAdam, non lo sa afferrare e quindi mantenere,
il dono resta nel piano potenziale e non diventa vita.
Un altro punto di meditazione: per accedere al dono divino occorre lamore del
Padre, la Sua grazia, e questa ci comprensibile soltanto se sappiamo amare. In
sintesi, noi amiamo Dio con il Suo stesso amore, che tuttavia rendiamo nostro
scegliendolo in amore nel Suo perenne sostegno.
E Mistero.
8-03-2004

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MAESTRO E ALLIEVO
DOMANDA SULLEROS
Sono in cerca di una risposta ad un importante quesito: cosa lamore fra un
uomo ed una donna?
Lamore il momento pi qualificante delle singole personalit nel reciproco
rapporto, e quindi esso esprime la loro interit. Se due persone si amano, non sono
sole: il Padre con loro, e il sentimento che le attira reciprocamente, e che in
sostanza intuizione didentit pur nella loro particolarit individuale, di diretta
volont divina, liberamente donata fin dal Principio e affidata ad entrambi per la sua
esplicazione. Lamore fattibile, puntualizzabile a differenti stati operativi, e pu
andare dal piccolo (oggetti, cose, animali stessi) al grande (luomo e la donna,
luniverso) per centrarsi nellAssoluto che tutto comprende. Infatti, ogni cosa
espressione della creativit divina, e quindi si manifesta nel continuum del Padre.
Questa proposizione ci assicura che la radice dogni vero amore trascendente, e che
la sua manifestazione affidata alla creatura secondo il proprio grado
dautocoscienza. Il rapporto fra uomo e donna pu essere realizzato a differenti
dimensioni, ma sempre un aspetto di polarit che sevidenzia. Infatti, luomo
energizza la donna e ne attivato, e sovente in modo addirittura esoterico quando la
coppia assume la formulazione della chiave, rendendosi cos adeguata ad aprire
porte interiori (e talvolta esteriorizzate) del cammino iniziatico.
Il rapporto fisico, che poi il problema pi sentito e frainteso nei campi eterici,
esprime a livello di forma lunit principiale ed ontologica, e si realizza sempre,
quando esattamente vissuto, come libert nel reciproco dono: dono di s allaltro,
che nello stesso tempo piena disponibilit ad accogliere lidentico dono,
gioiosamente fatto. Dono, ripeto, e quindi non condizionato da nulla, neppure da
questattesa di felicit. In effetti, il dono non ammette alcuna condizione per essere
affidato al compagno, e deve come sempre rivelarsi distaccato da qualsiasi esito
prefigurato.
Il distacco dallo stesso conseguimento del rapporto intimo fondamentale: se
esso avviene, avviene in costanza di scelta e mai per retribuzione o per dovere, il
cosiddetto dovere coniugale. Questo deve essere compreso: non esiste alcun diritto
se non quello damare, e non ammissibile alcun comportamento possessivo ed in
qualche misura condizionante la libert del compagno o della compagna.
Lamore scelta continua dunit, nello spazio e nel tempo, nelle forme che si
rendono agibili e secondo lintenzione intuita al centro atmico della personalit, al pi
profondo ed alto grado di spiritualit perseguibile nellora e nel qui. La gioia di un
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momento unitivo, cercato secondo questidea, oltre che lecita necessaria: essa d il
senso e lesperienza del reale, ed insegna il cammino, quando compresa e riferita
allessenza. Amando il proprio compagno di polarit simpara ad amare tutto il
campo, e si pu raggiungere assai pi facilmente e semplicemente lintuizione della
fondamentalit dellAmore, che tutto avvolge e sostiene.
Non bisogna confondere questa gioia, purissima, intensa e trasparente, con la
comune emotivit o peggio con la passionalit che cerca un conseguimento.
Emotivit istintuale e passionalit sono, in effetti, espressioni dellego e non del S, e
conseguentemente denotano aspetti mentali pi o meno scompensati e fruitivi.
Esiste tuttavia una particolare forma dellemozione che nasce dal S, dalla
guaina spirituale: bella quanto alta, ed estremamente desiderabile perch in questo
caso esprime un momento fortemente sintetico della propria capacit damare e
dintegrarsi in amore con lamato.
Da queste note, che non esauriscono per nulla il tema, e che solamente indicano
alcuni tracciati di ricerca interiore, nasce lindicazione della necessit dapprendere
lamore, di comprendere quella che fu detta, mirabilmente, l' arte damare.
Arte damare definizione esatta perch lamore unintuizione di realt, che
si pu porre ad altissimo livello. Infatti, in determinati casi dintensa fusione degli
elementi polari, fissi nel loro amore e quindi direzionati potentemente al loro centro
interiore, pu accadere che i piani normali si aprano verso quelli causali, e la coppia
pu addivenire ad una comune e paritetica esperienza di samhadi. Questemersione
non nega il valore del rapporto di coppia trascendendolo, ma piuttosto lo colloca nel
piano principiale dellIdea del Padre. E quindi naturale in senso pieno, anche se un
tale conseguimento pi dogni altro dono di Dio ai Suoi figli, per condurli pi
fattivamente ad essere partecipi del Suo regno. Il Samhadi ha altri effetti, perfino in
comune con il rapporto veramente polare che tuttavia si ponga ad un livello meno
iniziatico: apre la porta allemersione di virtualit sopite, che appartengono allIdea
dEmanazione e che vengono attivate nel divenire dello spazio e del tempo. Questo
perch, in tal caso, la coppia ricrea per propria scelta e volont lAndrogine
fondamentale, che poi lIdea di Figlio (Adam) di cui entrambi sono ipostasi ed
emanazioni. Avvicinandosi in tal modo al Nucleo primordiale, allArchetipo divino
che li ha informati, luomo e la donna partecipano pi esattamente alla sua infinit, e
quindi possono intuire aspetti essenziali che poi saranno esplicati nellarco di tempo
intercorrente fra un momento unitivo ed il seguente. Quindi il ciclo in cui si
puntualizzano i rapporti intimi espressione del dinamismo stesso della vita, che
parte da una sintesi polare, si snoda nellanalisi dei contenuti evidenziati e compresi a
livello autorappresentativo (e la sinergia polare esercita in questo la sua potente
influenza intuitiva e discriminante), e conduce conseguentemente allopportunit di
un nuovo incontro intimo, di una sintesi che rifonda i propri stati in nuova
intelligenza e in nuove aperture capaci dattivare il processo: valide per coloro che ne
sono attori ma anche per il campo esistenziale in cui essi sussistono, il quale ne riceve
un impulso fecondo e vivificante.
In tal modo la polarit manifesta il senso stesso, il dinamismo della Creazione,
60

ed veramente il fattore che ne determina il progresso: in sua assenza, infatti,


lInterit ristagna ed alla lunga muore.
21/01/2005

61

DOMANDA SULLE ENTITA

Che cosa sono queste entit?


Quante sono e come sono?
Qual il comportamento adeguato allincontro?

a)
Sono principi esplicativi di tipo femminile, assai involute e molto, molto
conflittuali con il Padre: esse non hanno alcunidea che possa essere chiamata
damore, e al contrario sono dedite al potere, tra laltro necessario per la loro
sopravvivenza in mancanza dellEnergia che il Padre eroga incessantemente nella sua
Emanazione. Le loro qualificazioni sono in apparenza simili a quelle sussistenti nella
zona chiamata Malkuth, il Regno, che non certo esatta ma che tuttavia molto,
molto pi reale di quella delle entit in esame. Sostanzialmente queste femminilit
sono molto differenti dalle donne a voi note, perch non hanno n capacit dempatia
(la simulano) n vero erotismo (ci che inducono, infatti, passione e libidine, non
Eros). Sotto alcuni profili sono simili ai demoni delle tradizioni religiose, ed alcune di
loro sono effettivamente a quel livello. Altre meno, e pochissime no.
b)
Le entit attualmente attorno ad ogni vero nucleo di ricerca sono molte,
diremmo che in certi casi possono essere alcune centinaia. Solo pochissime di loro
hanno tuttavia qualche remota capacit a livello esoterico e teurgico, e sono prese di
mira da altre, invidiose o nemiche al pi alto grado dinfimit. Vi sono poi quelle che
hanno ben poco da dare e da dire, ma che talvolta affermano di voler capire cosa sia
un vettore cristico, e che conseguentemente dichiarano daffrontare una notevole
fatica per salvaguardare la loro autonomia dal gruppo e le proprie specificit
indipendentemente dalle altre. Tutto ci va preso con grandissima cautela e con
beneficio dinventario: la femminilit eterica di queste zone raramente sincera, ed
utilizza la menzogna come normale metodo di rapporto. Poi possiamo opinare, ma
con grande ottimismo, che in piccoli nuclei sussista un minimo dintelligenza
dellamore, in possibile fase dampliamento e dapprofondimento. Considerando tutto
un piano, affermeremmo che pochissime vi saggirino attorno non in modo
prettamente conflittuale. Gli effetti induttivi pi negativi e pi duri provengono dalle
molte, che conseguentemente devono essere condotte in una via dallontanamento
quanto pi rapida sia possibile. Il ch sempre molto difficile.
c)
Il comportamento semplice nel suo dettato, e non facile
nellesecuzione. Occorre aver un costante incentramento in Dio inteso come la Fonte
dogni realt vivente e come purissimo Amore. Egli guida la fatica di tutti quelli che
lo cercano veramente, e diremmo che questo tratto del Sentiero in fase terminale
solo se le induzioni di potere sono effettivamente ridotte al silenzio, specie dopo certi
particolari accadimenti. Le entit che non gradiscono n comprendono limportanza
62

di un percorso soterico dovranno necessariamente essere tutte rimosse, senza


alcunaltra eccezione. Occorrerebbe invece una qualche disponibilit in favore delle
altre, che si sentono emarginate e non hanno altro punto di sostegno oltre i nostri stati
dempatia e damore. I limiti di un vettore di tale tipo devono essere comunque
definiti dal vero Maestro, e qui necessario sapere che appaiono sempre molti falsi
istruttori, i quali mescolando il vero con la menzogna vogliono trascinare gli
esoteristi nel loro ambito degradato, o almeno condurli ad unattuale incapacit di
proseguire il cammino. Le potenzialit dei veri allievi cominciano ad apparire quando
le entit oscurate non hanno pi alcuna possibilit di risolvere a loro favore il
conflitto, e non hanno nemmeno la facolt dirretire com sempre accaduto
quelli che siano in cerca di un differente stato.
NOTA
Le entit possono spingere il loro egocentrismo oltre le previsioni proprie del
momento nel quale siano esaminate: previsioni forse esatte, ma relative allora ed al
qui. Il Maestro tuttavia non indica - se non specificatamente ed esattamente
interpellato nel merito - allallievo questeventualit perch il cammino esoterico
deve essere formativo e non semplicemente informativo, e nulla insegna pi
dellesperienza diretta del proprio stato. Inoltre, in tal modo le entit che scelgono (e
generalmente lo fanno sempre) la via del conflitto ad oltranza sono costrette a fare
durissima esperienza del loro stato irreale, che si vanifica incessantemente; questa
permanenza nelle loro antiche idee le obbliga, infatti, a constatarne inevitabilmente la
disgregazione, e per conseguenza le conduce a confrontarsi con le proprie scelte.
Il processo , per, molto lento e dubbioso, e non sempre possibile mantenerne
le qualificazioni di partenza fino al raggiungimento di un risultato veramente ed
immediatamente positivo. Di norma, ad un certo punto le entit devono essere elise
dal campo esistenziale dellallievo, e quindi ricondotte alla sola volont soterica di
Dio. Questo un fattore dimmensa gravit, che determina la Giustizia e, sovente, il
Rigore del Padre. In termini espliciti, morte iniziatica non assunta
spontaneamente ma indotta dallesterno nellazione soterica, e quindi la necessaria e
conseguente rinascita pu appartenere a tempi lontani e perfino remoti.
Ne consegue che il piano iniziale dellallievo deve essere rinnovato dalle
fondamenta, ed occorre allora individuare una via di realizzazione che sia insieme
coerente con i principi, col problema esistenziale attuale e con quante pi personalit
(in genere molto poche) sia possibile raggiungere.
Tutto questo, se lallievo ha fatto compiutamente la sua parte, appartiene
allIstruttore, ed allora lattivit del discepolo cambia di grado e dintensit perch
egli deve saper collaborare pi incisivamente con le intenzioni ed i progetti del
primo. Tuttavia, la purificazione profonda che ha preceduto questo momento rende un
tale compito pi agevole e fattibile di quello che non sarebbe mai stato in caso
diverso. Nel frattempo, necessario imparare il completo distacco da ogni esito delle
63

proprie fatiche.
4 agosto 2003

64

FINALITA

E sovente difficile, per le persone coinvolte in un processo iniziatico,


identificare esattamente le mete e gli scopi del loro itinerario, e spesso si generano
complicati equivoci. Complicati da dirimersi, perch in se stessi non sevidenziano
molto, e passerebbero alquanto inosservati se non fosse per il disagio e le
contraddittoriet che ne conseguono.
Precisiamo dunque alcuni parametri di giudizio, che naturalmente devono essere
singolarmente e personalmente approfonditi, ma che costituiscono certamente un
valido sostegno alla ricerca della propria naturalit.
Occorre rifarsi al concetto di campo: il campo , infatti, generalmente
frainteso, ed gi molto se il ricercatore amplia la sua consistenza ai piani sottili, ed
alle interferenze che ne qualificano (positivamente o negativamente) la presenza.
Il concetto di campo implica quello di rapporto, che si colloca in differenti piani:
in orizzontale, con tutte le persone che normalmente sincontrano, ma anche con
quelle dei piani sottili (Yesod) che hanno attuale o passata rilevanza con il nostro; in
verticale, con lIdea fondamentale di Manifestazione, che implica limmanenza
divina secondo strutture formalizzanti generalmente incomprese. Occorre dunque far
chiarezza, e sottolineare alcune importanti implicazioni.
Il giusto rapporto con il proprio continuum dappartenenza la base stessa
dellemancipazione per ciascuno di noi, e conseguentemente occorre ristabilirlo: in
orizzontale ed in verticale, contemporaneamente.
La problematica dei comuni rapporti interpersonali conosciuta in modo
frammentario ed imperfetto, perch generalmente trascura lincidenza delle
individualit che non appaiono evidenti nellambito esistenziale che in condizioni
specialissime, e per lo pi scompensate. Questo fatto, come pi volte indicammo,
genera incomprensione delle proprie motivazioni e delle conseguenti scelte, ed il
processo esoterico che esige la purificazione della mente inconscia il solo
strumento capace di condurci ad una vera consapevolezza del nostro stato e ad un
superamento reale delle inevitabili carenze. Tuttavia, non meno importante (e forse
ancor di pi!) il rapporto che nolenti o volenti intratteniamo con le entit del piano
sottile, le quali sono persone alquanto simili a noi, ma con differenti motivazioni
esistenziali e con notevolissime capacit operative. Infatti, in condizioni normali (in
senso iniziatico) ad esse in particolare delegato il fondamentale compito di reggere
ed informare il campo generale in cui sussistono, del quale noi stessi siamo non
eludibile parte.
Le entit di Yesod hanno finalit ed interessi conflittuali con i nostri, ed il
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rapporto che ne consegue quindi scompensato; esse come noi troppo spesso
adottano un atteggiamento di potere nei nostri confronti, che implica utilizzo delle
energie sottili e grossolane che possediamo, e la conseguente deformazione del
comune ambito vitale con effetti reciprocamente lesivi. In altri scritti abbiamo
sufficientemente esaminato certe problematiche, e a loro facciamo ora riferimento.
Qui intendiamo specificare che il conflitto inevitabile dellesoterista con queste
aree della Manifestazione non pu essere risolto con la loro distruzione, ma soltanto
con la ricerca di un nuovo equilibrio di reciproci rapporti, e cio con il preciso
riferimento allIdea fondante (di natura divina) da parte di tutti coloro che sono
coinvolti in varia misura nel processo.
Questesito arduo da realizzare, ma basilare cercarlo. Se poi, nel corso del
procedimento, alcune personalit qui come in Yesod devono essere rimosse, il
fatto va considerato funzionale al momento considerato e comunque non definitivo
ma transitorio: anche se il tempo del recupero pu essere assai lungo, e perfino molto
oltre la nostra immaginazione. Tuttavia qui interferisce ed agisce il Maestro, e quindi
a lui che lesoterista deve necessariamente far capo, in ogni momento della sua
ricerca: in altre parole, il distacco dallesito delle azioni compiute e la remissione di
tutto al Padre condizione necessaria ed ineludibile del procedimento iniziatico, che
implica sempre lalleanza della creatura con il Creatore, in ogni momento o piano
della Manifestazione.
Quali sono le implicazioni di questi fattori? Innanzi tutto, che loperatore deve
attualizzare in se stesso lintelligenza dellAmore, e quindi della Fede: infatti, senza
lAmore e la Fede nulla effettivamente possibile, e la nostra azione, comunque la
motiviamo, scivola facilmente nel piano involutivo con effetti pi o meno distruttivi.
Amore e Fede: indirizzate a chi? A tutte le personalit del campo esistenziale,
siano esse appartenenti alla comune esperienza che a quella esoterica; ma anche a ci
che lInterit contiene e ci fa quotidianamente incontrare: animali, mondo vegetale o
cose che consideriamo troppo superficialmente inanimate, le quali appartengono pur
sempre (a differenti livelli autorappresentativi) alla volont divina.
Questatteggiamento interiore, e le sue espressioni fattuali, non ammette
obbiezioni: esso chiave di volta e pietra angolare delledificio che vogliamo
costruirci, la nostra casa secondo le capacit che ora e qui ci siamo resi disponibili.
In altri termini, il processo esoterico deve ristabilire lequilibrio che noi abbiamo
colpevolmente ferito, in un passato arcaico e in epoca attuale, indifferentemente. Ne
consegue che il rapporto con i mondi sottili (sintetizzati e simboleggiati nella
sephirah Yesod) deve essere di Fede e dAmore, a prescindere da tutto quello che noi
possiamo incontrare accingendoci a questa difficilissima impresa, e quindi nonostante
la dura opposizione dei campi che siano (come noi) involuti.
La frammentazione della Manifestazione corrisponde, nel grande, alla frattura
che le singole persone vivono e talvolta sperimentano fra "Io" (mente
autorappresentativa) e S (aspetto sintetico e spirituale della personalit, che
costituisce il tramite fra la creatura e il Creatore).
Ne consegue che non pu sussistere, nel piccolo e nel grande, una
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differenziazione ontologica di fini e di comportamenti, e che il compito fondante


dellesoterista quello di riportare ad unit quanto anche per sua colpa si scisso.
Cos il ristabilimento dellequilibrio e dellarmonia personale implica azione su tutto
il campo in cui esistiamo, con il quale ovviamente interferiamo e di cui subiamo
sovente linfluenza. La riacquisizione della nostra libert di scelta e dazione
comporta dunque la trasformazione a vari livelli del piano comune in senso positivo.
Questideazione deve essere mantenuta a tutti i costi, anche se per motivi complessi
e che vengono inevitabilmente poi chiariti sembra che lo stesso Istruttore talvolta la
voglia negare.
Il compito dellIstruttore, infatti, non mai quello di sostituirsi alle
determinazioni dellallievo, ma piuttosto di condurle alla chiarezza interiore e alla
verit. Pu dunque accadere che il Maestro affermi proprio quello che lallievo pi o
meno inconsciamente considera esatto, ma guidandolo nello stesso tempo
allesperienza di un ben diverso stato di obbiettivit. Qui si determina
conseguentemente un momento di scelta, retto a livello intuitivo e non semplicemente
mentale dallIstruttore, che richiede al discepolo il vero ascolto interiore, pre-formale
o informale: intuitivo e spirituale, insomma.
Ricusare tale metodologia , per la mentalit ordinaria, quasi inevitabile,
normale: ma qui si tratta di un cammino che normale in questo senso ristretto
davvero non . Piuttosto, normale in senso reale, esoterico ed iniziatico. E
veramente normale.
Perch sono importanti tutti i rapporti interpersonali, ed in particolare quelli con
le personalit sephirotiche?
Fattualmente, perch la loro definizione implica il rischiaramento generale della
mente profonda, e la cancellazione di substrati interiori incogniti e coinvolgenti, che
elidono in misura insospettabile la nostra libert di scelta e dazione. Teurgicamente,
perch il processo comporta il ristabilimento (a gradi successivi di realizzazione)
dellunit sostanziale, conducendo allintelligenza del campo esistenziale e quindi
della Manifestazione: nelle sue cause, svolgimenti e finalit prossime e remote.
Sinteticamente, questitinerario il progressivo superamento di quello che noi
genericamente chiamiamo la caduta, ossia la perdita del nostro vero stato
creaturale, di Eden.
Eden, come dicemmo, il principio. Ed insieme leterno Fine del cammino:
cio lOrizzonte di Rha, che non mai un termine perch infinitamente si chiarifica
in sentieri insospettati da percorrere. Attualmente, la Manifestazione ristagna, e
limmobilismo la deforma. Infatti, essa Vita, ed esige costantemente il superamento
di s in nuove giuste esperienze che ci svelino ai nostri stessi occhi, ed in questo
realizzino la Volont che la crea e la sostiene.
Questo recupero di realt la generale constatazione dogni ricercatore
difficile, e non pu essere tentato senza un sostegno che trascenda la stessa mente, sia
individuale sia globale. Come gi notammo, la mente priva di un centro spirituale ,
infatti, analisi di se medesima, senza fine, e questassenza di un confronto oggettivo e
costante con un principio di realt comporta inevitabilmente innumerevoli
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imperfezioni, errori spesso basilari. Yesod, pi di noi, carente di centro interiore, di


S; ma come in noi questa deformazione una struttura essenzialmente mentale, e
non una situazione reale. Yesod possiede la potenzialit del S con tutto quello che
esso comporta, e che possiamo sintetizzare nellAlleanza fra il divino ed il creaturale:
alleanza damore e doperativit, il cui scopo essenziale la vera Vita, la Via
nuovamente collocata nella Verit principiale.
Il fine essenziale della nostra ricerca questo: il ritrovamento del S, per noi e
per il campo in cui viviamo, secondo quello che si potr rendere agibile nel magistero
divino.
Nullaltro.
26/05/2003

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INFORMAZIONI RIASSUNTIVE

Le condizioni di un allievo sono ovviamente difficili allinizio del sentiero


perch egli deve affrontare lopposizione del suo stesso passato, le formulazioni
mentali ivi acquisite e, soprattutto, lostilit delle forme/pensiero che ebbero parte
attiva e generalmente cospicua con le sue esistenze precedenti. Queste
forme/pensiero, che sono effettivamente persone dotate di propria volont, fisicit e
contenuto mentale, rappresentano il peggiore ostacolo ad ogni progresso nel cammino
di autorealizzazione, e non possono mai in nessun caso essere elise. Il processo
iniziatico pu allora prendere vie diverse ed in qualche misura equivalenti, e
rappresentarsi il problema di queste incidenze in vario modo: nel nostro caso, o
accettando lincontro con individualit ostiche e fortemente ostili o riducendo la
propria percezione agli effetti che queste personalit generalmente provocano, ossia
la distorsione delle linee dellEmanazione, pi precisamente dei vettori del samsara
attualmente sperimentati.
Il primo metodo implica lesperienza esoterica della caduta, e ne riproduce in
varie esemplificazioni (opportunamente adeguate nei tempi e nei modi, ma efficaci e
concrete) le fasi e le problematiche. Ne consegue un periodo non breve di pesanti
interferenze a vari livelli, e un difficile confronto con entit diverse e con le proprie
emersioni karmiche. Dobbiamo conseguentemente considerare che individualit di
piani sottili ed incidenza karmica sono fattori strettamente collegati, e che entrambi
trovano la loro locazione e causante nel passato pi remoto oltre che in questo
presente. Ma, come dicevamo, questesperienza necessaria tanto per la conoscenza
del problema che per la sua purificazione, e nessun Maestro degno di tal nome pu
evitarla al proprio allievo. Pu, semmai, alleviarla nelle singole emergenze, o
procrastinarla a momenti migliori; e pu, se le circostanze lo consentono, affidarla
interamente al ricercatore. Il ch preferibile ad ogni altra ipotesi.
Tuttavia, in determinate condizioni, si rende talvolta necessario ricorrere al
secondo metodo, ossia allinterpretazione della caduta sotto il profilo delle
distorsioni dei vettori samsarici che essa provoca e che incidono comunque e
pesantemente con la mente dellallievo. Perch consideriamo necessaria tale
soluzione se questultimo adeguato? Per evitare un sovraccarico della sua fatica ma,
in specie, per imporre alle forme/pensiero pi aggressive e feroci una profonda
delusione delle loro intenzioni, ed uno stato sommamente affaticante e chiarificatore:
esse, perdendo il contatto con lente che oggetto delle loro rivendicazioni sotto
innumeri profili, e che vorrebbero continuare a dominare nei modi pi biechi e
possessivi, si sentono gravemente frustrate tanto sul piano fisico che intellettuale, e
sperimentano un effetto karmico delle loro intenzionalit. Se non nel tempo
immediato ci utile nel lungo profilo, e si assomma a tutti gli altri esiti che si sono
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procurate: pu servire, e serve, alla loro riconduzione verso un piano meno illusorio o
pi reale.
Il compito dellIstruttore , infatti, non semplicemente quello di emancipare
lalunno sic et simpliciter, come singola personalit di un contesto pi ampio. E,
piuttosto, quello di condurre tutto il campo dellassistito ad un confronto con se
stesso mediante il confronto efficace con la Realt basale, e quindi di reintegrare
quante pi individualit sia possibile in un diverso stato esistenziale, direzionato a
risolvere il tragico problema della loro caduta. In altre parole, il problema
dellIstruttore proprio quello rappresentato dal campo globale in cui Egli reperisce
un allievo, un ente che si renda tramite della volont salvifica del Padre manifestante
a tutti coloro che vogliano ascoltarlo: perch il Maestro di uno cos come di tutti,
e la Sua visione sempre globale.
Questultima considerazione implica una fatica e un sacrificio: l'allievo, infatti,
non pu progredire con la velocit che le sue stesse acquisizioni, considerate
singolarmente, gli consentirebbero, ma deve sobbarcarsi il peso delle personalit che
abbiano diretta e concreta incidenza con lui (per situazioni karmiche precedenti ed
attuali) sia che esse appartengano al suo abito diciamo normale che a quello
sottile, percepibile solo nel processo esoterico ma non per questo meno effettivo e
tangente.
Cosa comporta tutto questo? Che lapplicazione dei principi generali ai casi
particolari, agli eventi dellesistenza deve rendersi costante e precisa, e non ammette
obiezioni; e che conseguentemente lintelligenza di quei principi propedeutica e
necessaria. Essi, infatti, costituiscono le basi di una qualsivoglia scelta vettoriale e
delle esplicazioni che in lei sincontrano, genericamente imprevedibili e sovente oltre
i normali parametri di giudizio.
Il miste deve quindi essere preparato, e questa fase lunga cos come
lunghissima quella del confronto con le altre personalit, fin dal principio ben poco
qualificate a tanto o addirittura ostiche ed involute. Risolvere la caduta cosa di
grave momento, ed implica la purificazione della mente per tutti coloro che siano
coinvolti nel processo esoterico. Soprattutto implica la dissipazione dellaspetto
inconscio dellorgano analitico ed esplicativo dellente (la mente/intelletto/io) nella
sua totalit e quindi nei suoi rapporti con il campo esistenziale globale. Il quale
campo, per conto proprio, dovrebbe affrontare analogo problema e renderselo
compito preminente ed ineludibile.
E questo ben altro discorso.
29/12/04

70

PRESUPPOSTI DELLOPERATIVIT
Loperativit nel piano sottile esige, di norma, il concorso delle potenze
esplicative che sono di genere femminile.
Perch questattivit sia agevole, occorrerebbe dunque la piena partecipazione
della Donna, intesa in senso iniziatico e teurgico. Ma qui il problema diventa
estremamente arduo.
La donna, intesa nel senso di Chakti (Potenza esplicativa dellIdea), capace
quindi di agire sui piani eterici e densi, normalmente assente nel campo ordinario
desistenza, ed molto dura e nemica dellUomo in quelli di Yesod. Naturalmente
esiste per grazia di Dio anche la Donna delle Sfere elevate; ma essa
percepibile e quindi raggiungibile soltanto se si sono superate le zone inferiori, e
conseguentemente non normalmente attiva che in sede iniziatica vera e propria.
La donna a livello ordinario non semplicemente inerte od assente: , al
contrario, ostica e conflittuale. Nel campo di Yesod fortemente nemica della
Sephirah Malkuth e dellUomo in generale, ed al pi alto grado.
Per loperatore postosi al giusto livello esoterico conseguentemente necessario
procedere sulle seguenti linee direttrici.
Spostare il centro della propria personalit dallIo al S, e cio attivare il proprio
Chakra cardiaco, che il Punto dincontro fra il nostro essere/esistere relativo con
lEssere/Esistere divino, quale configurato nellAtma.
Il Centro Cardiaco si colloca nella Prima Guaina, quella dello Spirito/Fuoco,
intendendo con ci lIntelligenza dellAmore che la creatura stata in grado di darsi
nel sostegno di Dio.
Intelligenza damore Intelligenza dellEssere che si pone come Esistere, e
quindi accessibile soltanto se ci rendiamo tutti femminilit nei confronti del
Padre/Madre supremo: ricettivit completa, silenzio e capacit nel silenzio
iniziatico di percepire in sintesi il dato esistenziale nel Continuum eternamente
donatoci dalla Misericordia del Padre/Madre, di Dio.
Questo il primo, fondamentale atto che si deve compiere, puntualizzato
nellabbandono di s, attivo e completo per quanto ci possibile, allIdea di
Creazione: questatteggiamento Fede, compresa nellesatto senso di ricettivit
costantemente direzionata al conseguimento della propria realt.
Rivolgersi interiormente - nel silenzio della meditazione - al proprio Atma,
fissando in senso fondante la propria intenzione di corrispondere, al massimo livello
che ci possibile, allIdea divina: a quello che il Maestro interiore, il Testimone, sa
essere la realt e la verit del momento attualmente vissuto, nelle sue molteplici
estrinsecazioni. Latto direzionale indispensabile, cos come indispensabile, una
71

volta identificata la meta nel generale e nel particolare, il distacco dallesito


dellattivit che veniamo attualizzando: attivit alta e difficile, che incontra molte
opposizioni.
E necessario che amiamo la meditazione intesa come un atto essenziale
dincentramento e di fede nel Maestro: la meditazione e non la meta. Essa, infatti,
appartiene a Chi realmente chiamato ad agire nel piano manifestante, e cio del
Maestro, il solo che ha completa conoscenza del possibile e dellesatto in tutte le sue
per noi imponderabili, e pressoch infinite, correlazioni con gli altri fattori del piano
di realt.
E poi necessario affrontare con determinazione, pace interiore, distacco e se
possibile gioia le difficolt che si evidenziano nel processo, e che sono in principio
difficolt alla concentrazione e quindi al mantenimento dello stato interiore quando
appaiono stati difformi nella mente.
Questi fattori impedienti sono karma, e quindi strutture dellorgano
autorappresentativo (mente/intelletto/io) arbitrarie e scompensanti, che
conseguentemente ostacolano lesatta fruizione dellesistenza, determinando
perturbamenti, inquietudini, disagi vari, malattie e perdita costante della nostra
vitalit.
Tali stati, gravosi di per s, costituiscono poi il varco per il quale si rende
possibile limmissione nelle menti di formulazioni a loro estranee e che appartengono
prevalentemente a differenti personalit, le quali vogliono servirsi delle nostre
insufficienze per caricare altri mediante un processo dinduzione e di trasferenza
di fattori squilibrati e dannosi del loro mentale, con la conseguenza comune di una
progressiva disgregazione delle vere capacit esistenziali (salute, armonia, gioia di
vivere etc.), provocando un crescente scadimento degli stessi organismi psico/fisici.
Questa fenomenologia puntualizza una antichissima e violenta prevaricazione,
operata da larghi settori della Manifestazione nei confronti della zona di Malkuth, il
Regno e la Terra. Questa, infatti, simboleggia unarea di sintesi intuitiva e quindi di
tramite nei confronti delle altre sfere, ed afferma pi o meno nitidamente o pi o
meno confusamente lIdea di Polarit nellAmore.
Lopposizione delle zone eteriche dincidenza possessiva si rende
conseguentemente molto dura, e nella loro illusoria ideazione, per ragioni di
sopravvivenza. La nostra sfera, palesando nei fatti una affinit maggiore di quella di
tante altre (Yesod, che ora consideriamo) con lIdea Principiale, possiede un migliore
campo energetico, e pu essere conseguentemente sfruttabile ogniqualvolta si renda
inadeguata al proprio vero stato.
Ne consegue che la prevaricazione di Yesod su Malkuth fattibile per colpa di
questultimo, ed mantenuta con tutti i metodi e i mezzi resisi agibili: primo dei quali
quello che oscura la consapevolezza della Sephirah, la quale finisce con lignorare
la propria vera situazione e ne razionalizza gli stati nei modi pi illusori, rendendosi
cos ancor pi manovrabile e succube.
La purificazione dellinconscio paritetica e contemporanea allelisione delle
formulazioni di potere e di possesso che ingombrano le menti, rendendo difficile o
72

impossibile ogni momento di reale interiorizzazione delle condizioni esistenziali.


Linconscio, con la sua enorme estensione, pur sempre Mente incentrata nel
suo punto di riferimento e dattivit, lIo, e pertanto permeabile alle altre menti, se
esistono fattori daffinit. Non invece permeabile se questi stati sono risolti in un
pi alto livello di realt.
Purificare linconscio fatto essenziale per ogni emancipazione allora
chiudere i varchi che consentono linduzione mediante la vanificazione delle strutture
mentali nostre ed altrui capaci di tanto: questa risultanza implica il superamento
progressivo di quellevento traumatico che indichiamo come Caduta da Eden, e che
puntualizza lo stato di disgregazione dellunit principiale.
La Caduta comporta la scissione fra lelemento virile del campo unitario e
quello femminile, ed ogni altro effetto in ultima analisi riconducibile a questa unica
causa. Le conseguenze, infatti, rappresentano linsorgenza di compensi e
razionalizzazioni, falsificazioni e rimozioni per effetto della perdita dellIdea di
Polarit, quella che mette in accordo empatico damore il principio virile e quello
femminile, luomo e la donna storici.
In questo righe non esamineremo che per allusioni le cause di questa tragedia,
ma insistiamo nellaffermare che ci necessario trascendere il nostro passato,
eliminando i fattori ostativi e conflittuali che tuttora esistono fra la Virilit e la
Femminilit della Manifestazione, con riferimento particolare a quella condensatasi
nella Sephirah Yesod.
Occorre rendersi allIdea Principiale, che dAmore.
Se il ricercatore in grado di svincolarsi dalla soggezione ai campi involuti, e
cos chiarifica il suo mondo interiore, egli sar col tempo in condizione dindirizzarsi
verso lAkasha, e cio verso la Mente Cosmica che appartiene al Brahma. Occorre
allora darci alcune precisazioni.
Il Brahma concede in modo completo alla Vita emanata la facolt
dautorealizzarsi con il Suo sostegno. La libert della retta evoluzione, e dunque di
vera scelta nel Piano Akashico, il fondamento della personalit, il S individuato.
Tutto questo comporta che il Padre conduce sempre ad esito le implicazioni
contenute nelle scelte delle Sue creature, e che nel piano dellAkasha sussistono
quindi tutti gli elementi attuali o virtuali che possono riferirsi a ciascun ente della
Manifestazione.
L si ritrovano i fattori negativi e positivi che ci possiamo dare: presenti, o in
fase demersione, o semplicemente potenziali.
Direzionarsi nellAkasha pertanto stabilizzarci nel Punto/base di ogni stato
esistenziale, sia esso positivo che negativo. La modifica dei fattori akashici deve
dunque essere compiuta dal vero Signore del Campo unitario il Dio Padre ma Egli
agisce per Sua stessa volont principiale soltanto in conseguenza di un atto di scelta o
darbitrio puntualizzato dalla creatura.
In presenza di questatto il Padre (che qui opera come Maestro dellEnergia
vitale) pu progressivamente cancellare leffetto karmico, distorto, che affligge i figli.
73

Progressivamente, appunto: perch essi devono comprendere i loro abusi fino in


fondo, per potersene emendare completamente.
Pu e fa: quando le scelte di Adam assolvono i molti elementi che esse
implicano.
Ci occorre specificare che la scelta, in una prospettiva teurgica, non esprime
mai un senso ed un valore solamente individuali, ma deve poter possedere un
significato generale.
Ne consegue che la scelta, nel caso di unazione compiuta nel piano sottile, deve
certamente rappresentare un fattore di rilievo per colui che la opera, ma anche un
valore concreto per tutto il campo esistenziale verso il quale direzionata. Quindi
anche per le entit che si siano collocate in una volont conflittuale con quella del
Maestro Atmico, che in questo case sono condotte ad un riconoscimento dei loro stati
e ad una conseguente scelta vettoriale.
In questideazione, lagente tiene ben presente tale valenza: le sue intenzioni
necessariamente devono rappresentare un valore fondamentale ed eticamente
rilevante, che si condensa nel caso concreto. Non infatti concepibile che si tenga, di
fronte al Padre un atteggiamento prettamente individualistico, il quale ignori la
sofferenza e le problematiche di quelli che ne siano coinvolti. Brahma, in altre parole,
Padre di tutti.
Lazione teurgica pu, ed a un certo livello deve, essere dotata di una effettiva
capacit di visualizzazione. Visualizzazione del punto in cui sapplica lattivit, dello
stato generale delle cose e dei fattori complessivi ed articolati su cui si deve
incentrare.
Ovviamente una tale capacit deve essere acquisita, ed proprio laffidamento
al Maestro che la conferisce, nel momento esatto, alla maturit dellallievo.
Lallievo non per un buon giudice delle sue capacit, se non in pi che
attento ascolto interiore. Quindi questascolto deve esserci e costantemente
mantenersi con profonda umilt verso lIstruttore e con Lui, che poi il vero
Donatore . E, quando ne emergano le capacit, verr, sempre con Lui, visualizzato il
Punto dincentramento dellEnergia, e lo si manterr per il tempo occorrente.
La capacit di proiezione (ma qui il termine soltanto allusivo!) fa parte del
bagaglio dellesoterista e delliniziato: la proiezione non deve venire prefigurata,
ma colta nel silenzio della meditazione.
Colta e conservata, senza alcun intervento della mente analitica fuorch quello
necessario per la visualizzazione stessa, e non oltre. Ovviamente, il sostegno
dellIstruttore a questo procedimento indispensabile, pena un fallimento e le
inevitabili delusioni.
E di grande rilevanza, come base di ogni attivit, lacquisizione dei principi
generali che rivelano il vero rapporto intercorrente fra i figli (il campo manifestato)
e il Manifestante, che nella nostra ideazione il Cristo (Presenza salvifica dAmore,
di Sacrificio e di Sostegno nel Santo Nome). Ed ancora rimandiamo ad altro
momento lapprofondimento di questa problematica.
74

Lazione teurgica la sola efficace nelle condizioni di caduta in cui ci


ritroviamo - deve essere dunque veramente impersonale, distaccata da ogni
attaccamento agli esiti particolaristici. Esprime un valore fondamentale, non una
intenzione soggettiva e limitante, in una particolare applicazione dei principi di
Realt, sempre posti alla sua base.
Sar lesperienza ad approfondire questi fattori, ora succintamente esposti e che
non possono essere veramente compresi se non nella pratica iniziatica vera e propria.
La guida e linsegnamento sono compito che lIstruttore trattiene per S, ma
limpegno allapprendimento esclusivamente nostro: nostro e necessario.
Infatti, ogni conoscenza che si fermi al livello mentale ed intellettuale il quale
non pu essere in tal caso che egocentrico nella pratica operativa inefficace o,
peggio, illusorio.
Noi dobbiamo invece uscire dallillusione di questa maya distorta, per renderci
alla chiara Luce di Dio e al nostro cammino.

4/10/2001

75

PREVARICAZIONI
Considerare le entit di campo come donne simili o identiche a quelle della
nostra comune esperienza errore esoterico, praticamente inevitabile allinizio ma
che va poi corretto con la massima attenzione.
In effetti, sotto il profilo strettamente formale le donne eteriche sono quasi
identiche alle nostre compagne, ma laspetto qui enormemente ingannevole. La
psicologia , infatti, completamente differente, e allanalisi esoterica emergono le
cause di questa lontananza, immensamente profonde e compromissorie. Il primo
aspetto che si pu rilevare purtroppo il totale incentramento delle donne yesodiche
con il centro egotico, e la conseguente perdita del proprio S. Ma le conseguenze di
questarbitrio (perch arbitrio, e gravissimo, ) sono di difficoltosa individuazione.
Quello che un allievo constata, prima con stupore, poi con crescente
disorientamento e alla fine con rassegnazione lincapacit della femminilit sottile a
mostrarsi onesta, sincera e coerente con le sue stesse asserzioni. Per lei vale soltanto
listante in cui le cose sono dette, e non oltre. E ogni affermazione o negazione
finalizzata al conseguimento di un concreto e duraturo dominio su quanto si renda
suscettibile doccupazione. Cos le entit di campo appaiono come un coacervo
temibile, assurdo ed oscurato di menzogne, velleit, bramosie ed aggressivit a tutti i
livelli possibili.
In effetti, una delle cause scatenanti (e non la sola!) di questi comportamenti la
carenza energetica, per esse cronica e pericolosa. La penuria di prana e di tutte le
energie vitali che ne derivano pari al loro allontanamento dal Centro della Realt,
che per ogni creatura senziente poi il S. Le entit da tempi remoti sopperiscono a
questa distorsione incrementando il dominio e lo sfruttamento di tutte le aree
esistenziali che non sono in grado dopporvisi, e la risultante quel velo di maya che
distorce e falsifica lAtto Creativo principiale, rendendolo quale noi stessi
sperimentiamo: cicli desistenze brevi e ricorrenti, dolore, malattie e morte.
Questa condizione generalizzata nella nostra area, ma deve essere compresa a
fondo. Cerchiamo quindi daggiungere qualche considerazione alle molte fin qui
fatte, fornendo nel frattempo qualche dato pi approfondito.
In primis, le entit di campo yesodico considerano le personalit che hanno
irretito nel loro potere induttivo come parti integrate e costitutive della loro sfera, e
ben pi che una semplice propriet. Esse, nel corso di un lento e spietato processo
dinvoluzione, hanno voluto identificare la loro forma fisica (carente ed instabile) con
quella delle persone che dominano, ottenendo una stabilizzazione e molti vantaggi a
tutto discapito delle loro vittime, ignare ma certamente karmicamente responsabili di
molti abusi. Ma a quale livello giunta una tale identificazione?
Questo il famigerato e temibilissimo nodo che vogliamo indicare: le donne
yesodiche si sono infiltrate nellaspetto formale delle personalit possedute fino a
76

sovrapporre (imperfettamente ma in profondit) la loro percezione mentale a quella


dei soggetti utilizzati, sfruttando quanto pi possibile gli stessi organi della
sensitivit, e lucrando delle sensazioni conseguenti. Inoltre, avendo unoscura ma
inequivocabile capacit di penetrare nella mente dei succubi, esse tendono a
direzionarla secondo le loro esigenze ed appetiti, a moltissimi livelli. In particolare, il
campo yesodico in massima parte femminile, e la carenza di un principio
veramente virile pesantemente avvertita: con odio e desiderio, con potenti impulsi
di rivalsa e, sovente, di vendetta.
Ovviamente qui emergono molte razionalizzazioni di un passato incompreso e
comunque remoto, ma leffetto deleterio: le entit agiscono nella sfera sessuale con
particolare incidenza ed accanimento, incrementando tutto quello che pu arrecare
emozioni alle loro stanche e sclerotiche capacit emotive, alla ricerca di un eros che
appaghi insieme il loro desiderio di potere e quello, fortissimo, di una qualche
compensazione.
In effetti, queste donne astrali sono infelicissime, ma - e questo un aspetto
atroce del dramma - non lo sanno che larvatamente. Le conseguenze sono, come
ovvio, disastrose.
Solo nel processo esoterico, che introspezione profonda del proprio stato e
della globalit in cui esistiamo, si comprende percependone gli aspetti il vero
momento del problema: quando lallievo riesce a cogliere le linee vettoriali dei campi
sottili nei propri organi, interni o di contatto con laltro allora sa cosa il proprio
stato reale, la condizione generale e il tragitto che deve necessariamente essere
compiuto. Prima, no.
Ma prima si pu attingere allesperienza di altri che hanno percorso questi
sentieri, e puntellare la propria fede con la loro. Si pu credere nel risultato perch
esso fu ed conseguito da quanti veramente lo cercano, secondo le eterne indicazioni
dello agire senza agire, affidando ogni esito delle nostre fatiche al Maestro totale,
che le vede, le comprende e le sostiene.
Non cosa di poco o breve momento. Ma va fatta.
5 giugno 2003

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SPECIFICAZIONI
La condizione dellallievo particolarmente difficile quando i campi del passato
sono rimossi, perch allora il karma matura e le conseguenze non sono gradevoli.
Compito del Maestro condurre ad un esito positivo il tracciato esoterico nel
modo pi semplice possibile, evitando insieme guai seri e conducendo ad
affioramento gli effetti che devono essere smaltiti. Ecco perch proprio il periodo
della ricapitolazione di tutto un itinerario iniziatico si presenta alquanto arduo al
viaggiatore, e richiede un maggior apporto dattenzione e di fede.
La maturazione del karma deve essere controllata ma non evitata. Infatti,
praticamente impossibile eludere del tutto gli effetti di una stratificazione karmica
che ha sempre una genesi enormemente complessa, e la cosa richiederebbe comunque
un tempo assai pi lungo di quello richiesto da un metodo sotto questo profilo meno
rigoroso, ma in pratica pi efficace al fine della riabilitazione di enti incorsi nella
caduta.
Il Maestro inoltre cerca dindurre le entit che hanno provocato i maggiori
disastri sia morali che fisici nellarea considerata ad un ripensamento dei loro stati
e, se possibile, ad un recupero progressivo della condizione primordiale. La cosa
incontra in genere una dura opposizione, ed in casi particolari una strenua
determinazione ad impedire il cammino. Infatti, in certe condizioni, le persone
(particolarmente quelle del piano sottile) si trovano esposte non tanto ad una perdita
della loro deviata preminenza in ambiti definiti e limitati quanto alla totale resezione
di ogni loro potere di dominio, controllo e sfruttamento. Cos reagiscono con tutta la
durezza di cui sono capaci, e allora attraversano un periodo dulteriore oscuramento.
Insomma, esse peggiorano rispetto a quello che erano allinizio del processo, ma
contemporaneamente sono costretta a constatare, nel modo pi assiduo ed incessante,
che la loro situazione esistenziale era falsificata sia concettualmente che
praticamente, e che in verit sono ben lontane dalle loro assurde credenze di nobilt e
bellezza, quali si erano sempre illuse di essere.
Questesito immensamente traumatico per tutte e, mentre alcune lo possono
accettare con mille riserve ma con una certa sincerit, le pi non si rassegnano a
questinsorgenza, e la combattono fino ai limiti della propria autodistruzione.
E solo allora che qualcosa pu cambiare, e che il lentissimo e famigerato
processo involutivo del passato pu arrestarsi ed invertire la rotta.
Tutto questo deve essere ben compreso da coloro che simmettono in un
cammino di rinascita, il quale sempre esperienza del dolore e dellabbrutimento
ovunque sussistenti prima di sapersi rendere serenit e pace.
Sostanzialmente la maggior cura del Maestro verte sullattualizzare
laffidamento che gli allievi devono intimamente mostrare nei confronti del Padre,
perch tutto il resto dipende essenzialmente da questo fattore. Laffidamento, infatti,
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volont dessere giusti nei confronti del Reale, e quindi di saper impersonare la
Volont trascendente specificatasi nellAtto emanativo. I principi generali acquisiti
nel corso degli anni di ricerca e di sperimentazione, e negli incontri con laltro, non
manifestano il loro vero significato e il valore che sottintendono se non sono
alimentati, vivificati da una Fede vera e vissuta, la quale poi intelligenza
dellAmore: tanto nei confronti di Dio quanto verso la Sua opera.
Come stato sempre sottolineato, il Padre conduce sempre a compimento le
proprie determinazioni, quelle che assunse primieramente nel momento in cui origin
un figlio e quelle che specifica nel corso della sua vicenda esistenziale, dove la libert
delle scelte, dei giudizi e lautonomia delle conseguenti attivit sono affidate alla
creatura proporzionalmente agli stati che ella ha saputo conferirsi. Il restante
sostenuto dalla Misericordia divina, il Sacrificio di Cristo nella Manifestazione.
Queste sono le profonde ragioni dellapparente lontananza dellIstruttore proprio
quando la sua presenza apparirebbe al discepolo pi necessaria e fondamentale. Qui
egli deve sapersi mostrare allaltezza del ruolo affidatogli, che non solamente quello
di reintegrarsi nelle Case del Padre ma anche se egli ne in grado e se
oggettivamente fattibile di ricondurre a tanto le personalit che nel processo
soterico si sono rese potenzialmente capaci di rinascita.
30-09-2003

79

MEDITAZIONE

IL SILENZIO
Tutto l'ingegno degli uomini e delle donne nasce da Dio.
Tutto ascolto pi o meno profondo, pi o meno perfetto, della sua voce.
Non esiste un pensiero, unidea, un momento cognitivo reale che non sia colto
nel silenzio del proprio spirito in rapporto con l'amore del Padre.
Tutto il noto, il possibile, il potenziale del progresso umano giacciono in Dio.
Ma ascoltare non sufficiente se non c' l'intelligenza di Lui.
Occorre volere ascoltare per poter trovare e, trovato ci che ci preme,
sceglierlo cos come ci appare.
E una volta scelto, condurlo spontaneamente nell'ambito mentale per tradurlo in
simboli, in relazioni e in accadimenti che da questi derivino.
Quindi non pensate.
Ascoltate e lasciate che la mente vi rappresenti quello che sentite.
Lasciate che le vostre capacit (libere e intuitive) rendano forma la vostra
ideazione.
Tutto il resto frutto di arbitrio, di concettualizzazioni che non appartengono
come tali al Cristo; e che quindi deviano e sono deviate.
Se comprenderete questo processo, che il sentiero intuitivo e specificatamente
esoterico, metterete in moto il Fuoco Centrale della vostra personalit, con
conseguenze estreme per tutto quello che siete.
25/12/98
LASCOLTO
Tutto lingegno degli uomini e delle donne nasce da Dio.
Tutto ascolto pi o meno profondo, pi o meno perfetto, della Sua Voce.
Non esiste un pensiero, unidea, un momento cognitivo reale che non sia colto
nel SILENZIO del proprio spirito in rapporto con lamore del Padre.
Tutto il noto, il possibile, il potenziale del progresso umano giacciono in Dio.
Ma ascoltare non sufficiente, se non c lintelligenza di Lui.
Occorre voler ascoltare per poter trovare e una volta trovato quel che ci
preme sceglierlo cos come ci appare.
E, una volta scelto, condurlo spontaneamente nellambito mentale per tradurlo in
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simboli, in relazioni ed in accadimenti che da questi derivino.


Quindi, non pensiamo. Ascoltiamo e lasciamo che la mente ci rappresenti
quello che sentiamo. Lasciamo che le nostre capacit (libere ed intuitive) rendano
FORMA la nostra ideazione.
Tutto il resto frutto darbitrio, di concettualizzazioni che non appartengono,
come tali, a Dio: che quindi deviano e sono deviate.
Se comprendiamo questo processo, che il sentiero intuitivo e specificatamente
esoterico, mettiamo in moto il Fuoco Centrale della nostra personalit, con
conseguenze estreme per tutto quello che esiste.

81

INTUIZIONE E AUTORAPPRESENTAZIONE

Tratteremo in queste pagine argomenti dinteresse generale, e in altre parole il


rapporto esistente tra il fattore intuitivo e quello autorappresentativo, che ne la
logica conseguenza.
Il fattore intuitivo riveste immensa importanza per le entit del nostro campo
generale, che dovrebbero assolutamente comprenderlo sia sotto il profilo teorico che
sotto quello pratico ed operativo. Lintuizione, in effetti, accade nel silenzio della
mente, e la pratica per ottenere questo dono la meditazione.
Questo assunto comporta che nel sentiero iniziatico si rende necessario per gli
allievi un momento di meditazione quotidiana, da condurre con molta costanza e
secondo principi rigorosi desecuzione. Tuttavia sufficiente un poco di tempo, non
le ore che chi ha altri compiti e problemi deve addossarsi: bastano un venti o trenta
minuti dintrospezione regolare, e qualcosa di pi saltuariamente.
Il Silenzio deve essere raggiunto, e questo stato comporta da un lato la
sufficiente sottomissione del campo interiore intellettuale al nostro atto decisionale, e
dallaltro il risveglio del Centro Cardiaco. Il fattore silenzio si ottiene per grazia,
per dono: non con le proprie capacit avulse dal Principio, o con tecniche di
qualsivoglia tipo, utili ma non risolutive. Soltanto per dono di Dio si pu restare,
infatti, per un certo tempo, che pu essere anche lungo, nel profondo silenzio della
mente, che dissolve il karma ed apre le porte dellintrospezione dellinconscio.
L c di tutto, ed il silenzio risolve, con il karma, i fattori negativi del nostro
intelletto e della nostra mente: perch questo stato attiene allattivit spirituale che ,
come pi volte ricordammo, pre-formale.
Il silenzio non il niente. E, allopposto, attivit teurgica oltre la mente, e
quindi per noi priva di una forma definita.
Il silenzio un momento che precede quello autorappresentativo, ed allora non
dialogo, anche se interiorizzato, non riflessione, non percezione dimmagini, di
sopiti ricordi o di particolari ed inconsueti stati di coscienza.
Del silenzio si pu dire pi facilmente quello che non piuttosto di quello che .
Infatti, il silenzio pervade tutte le potenze dellanima, fuorch una: quella che si
concreta in quella particolare attenzione che , in effetti, abbandono ricettivo di s
allamore del Padre, con il proprio amore.
Questo stato particolare costituisce quindi un momento dinformalit che vuole
rendersi a Colui che E oltre la mente creata, il Padre. Egli anche Forma, ma in
senso assoluto, quindi appare alla creatura come un Nulla di Forma o come Luce
infinita ed inaccessibile, in cui scompare il senso del rapporto IO-TU ed appare lUno
senza Secondo, ed insieme lUno come discriminazione infinita della Sua realt.
Possiamo arguire che il primo caso accennato (il Nulla di Forma) attenga alla
82

percezione intuitiva della Potenza Infinita, laspetto Femminile del Divino, la


Matrice Oscura dogni potenzialit: qui lOscurit Vita, stranamente ed
intensamente luminosa, ben diversa quindi dal niente dellirrealt.
Il secondo aspetto (la Luce Infinita) rappresenta uno stato di samhadi in cui
tuttavia la personalit non si dissolve, ma piuttosto una virtualit dellUno, e
quindi rifluisce nellIdea che la costituisce come persona. Questa esperienza, che non
dicibile ma che trasforma radicalmente la personalit, accade quando il Padre sa che
abbiamo fatto la nostra parte nel Suo disegno, cos come ora e qui sappiamo e
possiamo. Il samhadi il punto di dissoluzione della maya irreale ed insieme il punto
dindividuazione di quella reale, la vera Maya che sidentifica nella creativit di Dio:
la Madre, compresa come Divinit emanante e come Campo manifestato.
Il primo aspetto (Il Silenzio-Nulla-di-Forma) conseguentemente il sentiero che
apre le porte al secondo. Apre anche, e primieramente, le porte allascolto
dindividualit che altrimenti non sarebbero n percepibili n tangibili, neppure al
semplice livello mentale. In questo stato particolare del processo iniziatico si
decantano i campi involuti, e si chiarificano quelli che possono emendarsi dal loro
passato. Tutto questo ci apre allapprendimento meno illusorio, o pi reale,
dellInterit, e quindi ci introitiamo consapevolmente nei Mondi sephirotici (Yesod,
in primo luogo), secondo una logica allinizio assai riduttiva, ma che si render un
progressivo approfondimento. Al limite pu rendersi possibile lincontro formale con
Entit Angeliche che sono i veri Archetipi fondamentali della Manifestazione:
creature cos alte da poter essere giustamente considerate Dei Costruttori del campo
emanato, per conto ed in Nome di Dio.
Questo allora il nostro punto danalisi: per essere silenzio ci occorre
comprendere cosa sia il silenzio di cui parliamo.
Esso un fattore dimmissione del nostro esistere alquanto precario
nellEssere, Amore di Dio che ci raggiunge e ci conduce ad amare: a Dio dunque,
compreso come Principio Assoluto di Realt ed insieme come Interit che sevidenzia
nella Sua coscienza (Cit).
Possiamo affermare che otterremo questo particolare silenzio soltanto
amando: amando s, ma Chi?
Precisiamo ulteriormente: amando la fonte eterna dello stesso Amore, che Via,
Verit e Vita.
Amando e cos facendo - nel tempo - esperienza damore, e cio di realt e di
libert.
Amare, in questa prospettiva, intuire lunit nel momento stesso della
specificazione che ci pone nel rapporto duale di IO/TU. Amare allora collocarsi
nellEssere-Unit e nellEsistere-Dualit.
Ma come si fa ad amare?
C sempre in noi qualche seme genuino damore, che nasce dallesperienza
esistenziale di cui siamo partecipi. Ebbene, conduciamo interiormente questo seme ad
un certo grado dimpersonalit, a sentire amore senza la causa specifica che motiva il
sentimento stesso. Amiamo dunque nellabbandono di una qualsivoglia direzione
83

particolare del nostro amore, senza alcuna colorazione di sentimenti puntualizzati, o


dintenzioni esclusivamente personali.
Qui agisce il Cristo, al quale sufficiente la nostra ferma intenzione perch la
vecchia avidya (ignoranza del nostro vero stato) sia superata, insieme alle innumeri
difficolt che ne conseguono.
Il silenzio dunque intuizione del nesso che ci unifica al Cristo (Misericordia
e Sostegno del Padre alla Sua Manifestazione), e pertanto anche limmersione nel
Suo Essere secondo le nostre possibilit odierne. Quindi costituisce il momento
unificante interiore ed esterno, in cui afferriamo pi esattamente la nostra Realt.
Quale Realt?
Quella che il Padre vuole che percepiamo perch la pi coerente con il nostro
stato, e che ci indica nel suo Atto di Misericordia: quella che noi per amore e con
lAmore scegliamo, facendola nostra.
Perch noi stessi siamo questAtto di scelta, e nel silenzio saliamo verso il
Centro di totale realt del nostro essere/esistere come creature, che impersonano
ontologicamente la Volont di Dio.
Cosa , allora, la scelta?
La scelta la capacit dinamica di vivere coerentemente con la volont del
Padre, agendo come sua libert a noi donata: vivere cio secondo laffidamento di
libert che si pone alla base dellAtto creativo e della nostra esistenza.
Dio ci fa credito damore e di libert (la Libert , nella sua essenza, la forma
dellAmore), e prima che noi vivessimo come coscienze distinte da Lui. Vivendo, noi
agiamo secondo questa Intenzione divina se sappiamo scegliere la libert nel suo
infinito Dono.

Per quanto abbiamo esposto, lintuizione esoterica ci consente dassimilare un


dato sintetico scelto fra i mille e mille che vengono emergendo in ogni istante alla
nostra percezione del campo.
Dato sintetico colto in ogni caso nel Padre, e quindi in Se stesso infinito.
Tuttavia questa particolare scelta implica, per essere esatta, la vera libert:
essa comunque si dimostra coerente con il grado demancipazione del soggetto
senziente, e con il suo stato effettivo.
Tanto pi questi sa oggettivamente amare, quanto pi potr esprimere e rendersi
concreto nei rapporti generali intrattenuti con il campo dappartenenza ed il Suo
Autore (simbolismo della Croce di Luce o di Vita).
Ne consegue che la libert mediante la quale compiuta ogni nostra scelta
relativa, e che il Dono di Dio, suo fondamento ontologico, sempre percepito
molto limitatamente.
Lintuizione , in altri termini, relativa, ed esercitata su di un Continuum che di
per s assoluto. Anche se riduttivamente percepito, Esso tuttavia consente sempre la
84

sapienza/conoscenza vera, sintetica e non ancora formalizzata.


Conseguentemente lintuizionismo un esatto sentire, un moto interiore reale
che cerca la propria espressione qualificante.
Occorre quindi che il dato cos individuato sia analizzato nelle sue molteplici
valenze, e questo accade facendolo fluire nel nostro ambito mentale ed intellettuale.
Nella guaina Mente/Intelletto esistono, infatti, - nati da precedenti esperienze informazioni e concettualizzazioni, elementi specifici, simbologie, schemi di
comportamento e di raffronto, ricordi.
Esiste (e questo pi particolarmente lopera dellIntelletto) la capacit
dinferire e di riferire le opportune simbologie mentali al dato intuto, e di
conseguenza emerge la possibilit dautorappresentarci i suoi contenuti in base alle
nostre suddette capacit.
Tuttavia qui occorre fare la massima distinzione ed unopportuna
discriminazione. Gli elementi presenti nella guaina mentale possono essere mere
astrazioni duso, come tali fino ad un certo punto necessarie, ma altrettanto
necessariamente assai approssimative.
Lesperienza vissuta normalmente immagazzinata nel contenitore mentale in
base a precedenti ordini di comparazioni e concettualizzazioni simboliche o
dialettiche, e quindi emerge un primo motivo dimperfezione, relativo ai criteri che
abbiamo adottato - pi o meno inconsciamente - per questo fine.
Poi, da questi dati di per s approssimativi estrapoliamo quanto valutiamo
adeguato per la formulazione di un nuovo concetto: ed ancora incontriamo un
nuovo punto dimperfezione, per linevitabile limitatezza e la potenziale illogicit dei
criteri adottati. Infatti, in questattivit prevale laspetto inconscio della nostra mente,
e quindi la concettualizzazione che ne consegue pu essere irregolare od abnorme.
Successivamente il dato cos formalizzato valutato in questo processo in un
nuovo tentativo destrapolarne i contenuti salienti e necessari, per poterli inserire
nella globalit di un giudizio. Ne discende un nuovo fattore dimperfezione
dellanalisi che dovrebbe essere immediatamente corretto, e che comunemente si
somma ai precedenti.
Quando tutto il processo compiuto, la mente condensa la struttura concettuale
che discende da questattivit in unideazione, ed in base ai contenuti specifici
dellintelletto (normalmente preesistenti, quali schemi comportamentali, preferenze,
inclinazioni personali, simbologie dinteressi e di fruizione) traduce il nuovo dato
(che si associa a tutti i precedenti contenuti!) in attivit concreta, mettendo a tal fine
in moto gli strumenti interni per individuare il vettore desiderato, e quindi agisce nei
confronti del campo esterno con i mezzi di contatto sensoriale a ci predisposti,
attualizzando uno specifico e coerente comportamento.
Tutto questo autorappresentazione del dato recepito pi o meno
inesattamente, nelle nostre attuali contingenze nel Padre, e quindi condotto alla
nostra scelta di giudizio e dattivit. Ovviamente, se il procedimento fortemente
inesatto e lintuizionismo soverchiato da uneccessiva attivit mentale/intellettuale
(pseudologica, per di pi!) le conseguenze sono gravi tanto a livello personale che
85

generale: e lautorappresentazione necessariamente ne deformata.


Il processo che abbiamo descritto il nostro comportamento pi comune,
quello che molto avventatamente giudichiamo normale: lassurdo modo di
procedere che poniamo con tanta leggerezza alla base delle nostre esistenze.
Cosa fare? Se, infatti, manteniamo questo tipo di mentalismo astraente non
facciamo altro che valutare un qualsiasi dato percepito nel nostro Centro interiore
(accade sempre) mediante simboli astratti, estrapolati ed accettati in termini
prevalentemente inconsci, senza alcun riferimento alla vera Realt.
Ne deriva la falsificazione del campo esistenziale, in buona o in gran parte
completamente inavvertita. Cos a lungo andare il mondo intimo si deforma, ed il
campo esterno lo diventa per conseguente e davvero inevitabile induzione: il ch
ancor peggio.
Questo assurdo processo poi distorto da fattori esterni al medesimo, che
tuttavia agiscono nel nostro inconscio secondo linee di pensiero sovente assai
divergenti dalle nostre, e che quindi costituiscono un potente fattore di plagio.
Tutto questo per completamente ignorato, e le persone si ritengono libere
agendo secondo impulsi non compresi, sconosciuti o addirittura estranei al loro stato
ordinario.
La mente un disastro senza fine, se non guidata dallo Spirito. Essa contiene,
infatti, un passato imponderabile, e senza alcun dubbio molto oscurato, cos come si
pu facilmente inferire dal grado dinfelicit e dal dolore che gravitano sulle nostre
vite. Qui c malattia e morte, violenza e sopraffazioni a non finire: e sono questi i
tragici simboli incompresi di un gravissimo stato di frattura dal Reale.
Se siamo in queste difficili situazioni per opera nostra, nullaltro che per
questo. Ed allora dobbiamo sapere che nel nostro campo mentale/intellettuale esiste
un abisso di dolore e di sfuggenti cause di futura disperazione, che la nostra coscienza
normale ignora ed evita in un desolato e torpido tentativo dautodifesa, o per effetto
di un atto di coazione che ci condanna alla sofferenza.
Occorre poi che il tessuto mentale non sia identificato con lorgano
corrispondente nel piano fisico: il cervello.
Il cervello lo strumento di traduzione a livello formale (e quindi di contatto
con l'altro) dei vari contenuti del mondo sottile mentale ed intellettuale, il quale
poi esteso in un continuum davvero inconcepibile per estensione e profondit, che
contiene dati assunti in tempi remoti e in aree esistenziali sconosciute. E per di pi
inconscio in massima parte.
Cosa possiamo fare? C, in un processo esoterico e solo in quello, la possibilit
dellintuizionismo consapevole, che dipende dallattivazione concreta (non pensata
soltanto!) della nostra capacit damore. In questo caso lintuizione principiale
guidata allautorappresentazione da tutto un conforme stato dempatia con il
Principio (lAtma), ed allora si vale dei simboli intellettuali e mentali completandoli e
correlandoli alla luce del Maestro di Vita, il Cristo.
In tal modo il fattore percepito nel Centro Cardiaco sottile costantemente
sorretto per unautorappresentazione che si dimostri sufficiente a noi ad al nostro
86

campo esistenziale; autorappresentazione che e non pu essere che imperfetta, ma


compensata e coordinata al suo svolgimento dal Gioco dellamore di Dio.
Ne consegue che lintuizionismo cos descritto (lIntelletto dAmore degli
Stilnovisti e di Dante) pu raggiungere un gradiente di Realt altrimenti inattingibile,
e che per di pi esso costantemente perfezionato e corroborato dallimmanenza
divina.
Questa la differenza fra un vero esoterista e lintellettuale, fra il discepolo di
Cristo e luomo comune, per dotto che egli sia.
Ed ecco la tremenda Nube della non-conoscenza, lAvidya dei meditanti
orientali, la Notte Oscura dei mistici.
Occorre far luce.
NB. Abbiamo affermato che lintuizione dei dati relativi ad ogni nostro
momento esistenziale accade sempre nel Continuum divino, almeno fino ad un punto
dinvoluzione tale da negare la percezione del campo esteriore e ridurre lente
senziente al solo proprio e devastato ambito interiore.
In questo caso di massima irrealt la persona non ovviamente in grado che di
percepire i propri contenuti mentali, e questo stato costituisce l'inferno indicato in
tante mistiche religiose e no.
Lautorappresentazione, ridotta a termini inconcepibili, allora soltanto
sofferenza ed impotenza che, ponendosi in una condizione antitetica alla Volont
informante del Mondo Causale, genera tragica oscurit e conduce alla cruda virtualit
quello che era prima unesistenza.
Lentit non ancora discesa a questi limiti (demonici in senso effettivo, in cui la
persona si trasforma nelle sue stesse pi atroci concettualizzazioni), ma in una fase
dinesatta o carente realt, percepisce con difficolt il Continuum Divino per carenza
spirituale vera e propria, e quindi si riduce a cercare i criteri dinterpretazione del
campo esistenziale soltanto nella propria mente e nelle sue concettualizzazioni
preesistenti. Tuttavia qualcosa dello stato primordiale a lungo resta, ed allora il difetto
che rileviamo alla base di queste degenerate situazioni verte non tanto sulla
intuizione inconscia di dati fattuali, in qualche misura formalmente avvertiti, ma
proprio sul processo autorappresentativo, carente ed inadeguato, degli stessi: per
elementari che essi siano.
In assenza di una capacit discriminante fondata sulle verit spirituali (in senso
strettamente esoterico), lindividuo converge la propria attenzione su se stesso e, in
effetti, non vede altro che i propri contenuti, che abbiamo detto insufficienti o
addirittura deviati.
Il campo esistenziale allora frainteso, ed il fenomeno finisce col coinvolgere
tutta larea dimensionale in cui accade, con maggiore o minore incidenza. Il risultato
che il campo stesso diventa allucinatorio, e che quanto vi accade si riduce
progressivamente ad un sogno difficile in cui il vero ed il falso si mescolano, per
finire poi in uno sgretolamento degli stessi parametri della coscienza giudicante.
Questa la maya comune al nostro ambito, ma assai pi incidente nei piani di
87

contatto sottile, che abbiamo indicato condensati nello Yesod di questo nostro stato.
E tuttavia impresa molto ardua dissolvere una tale illusione, perch essa permea
tutta la struttura delle singole personalit in carenza del Centro Cardiaco. Quindi
anche la forma fisica e le energie che la sostengono sono coinvolte, le pi dense fra
quelle che concorrono alla configurazione di un ente autocosciente.
Modificare questo stato cos modificare anche strutture molto stabili o
statiche, per di pi in lento o veloce declino: prime fra tutte le concettualizzazioni
della mente/intelletto polarizzatesi soltanto sullego, ed incapaci di modificarsi in
positivo in tempi ragionevolmente brevi; e spesso addirittura inerti anche in presenza
di un aiuto esterno.
Tuttavia la cancellazione di questi stati interiori indispensabile per ridare alla
mente/intelletto la sua naturale plasmabilit percettiva ed autorappresentativa, la sola
che consente limmediata coerenza con lo Spirito di cui la mente/intelletto appunto
lorgano analitico. Altrimenti essa rester imprigionata in s medesima,
completamente incapace di sentire la base reale delle proprie attivit.
Queste sono le massime difficolt del processo esoterico che voglia modificare
anche lambito prossimo al ricercatore, e non miri semplicemente alla propria
individuale realizzazione.
Rileviamo particolarmente che lautorappresentazione individuale crea una
monade priva di finestre ogniqualvolta ignori il fattore fondante del campo in cui
si definisce. Questo fattore il senso dellunit sottostante alla discriminazione che
evidenzia infiniti soggetti esistenti, senzienti e no. E proprio questa intuizione
didentit (che poi la base di quel sentire che chiamiamo Amore) la fonte della
effettiva comunicazione reale e non illusoria fra entit appartenenti a campi
comuni o contigui: in questo caso le monadi hanno una finestra reale, che possiamo
identificare nellimmanenza divina come Volont creativa.
Ecco perch nella configurazione del Glifo sephirotico i Sentieri hanno rilevanza
eguale a quella delle Sfere: esse, infatti, sono sinteticamente aree di autocoscienza e i
Sentieri ne costituiscono le viventi estrinsecazioni, analitiche e di rapporti effettivi.
Tanto le Sfere che i Sentieri sono aspetti dellunica verit del Glifo, che Vita
cos come Dio la pensa e la vuole, e che delega allAdam perch sia svelata.
23-12-2001

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LASCOLTO INTERIORE
Lintuizionismo lunico mezzo che conferisce realt alle nostre idee, se vero
intuizionismo.
Questa capacit di percezione della realt si fonda sul silenzio interiore.
Patanjali insegna, nel secondo Sutra, che Lo Yoga larresto delle funzioni
mentali, in cui il termine yoga indica lunione del S relativo al S Assoluto.
Questunione, dono estremo di Brahma, presente in tutta lesistenza delle
creature: cio immanente tanto nel samadhi quanto nella quotidianit di coloro che
sono con il Padre, e si ottiene con la profondit dellascolto nel silenzio della mente.
Dice Patanjali nel quarantunesimo Sutra: "Allorch lattivit della mente viene
posta sotto controllo, la mente diviene pura come un cristallo e riflette con precisione,
senza distorsione alcuna, colui che percepisce, ci che viene percepito e lo stesso ente
che percepisce.
Colui che percepisce il soggetto senziente; ci che viene percepito loggetto
dellattenzione, e pu essere interno o esterno al soggetto; lente che percepisce lo
strumento interiore della percezione, ma pu intendersi anche in altro modo: Colui
che percepisce il Brahma, di cui la persona particolare modalit, libera nella scelta
e autonoma nellesecuzione della scelta. Questa visione estrema, e a noi interessa
ora come Punto di Realt alla nostra esistenza: di realt e di responsabilit.
La percezione avviene attraverso lorgano mentale: la mente rappresenta lo
strumento fisico della rappresentazione di un dato rilevante in un particolare
momento, e quindi la mente ha la capacit di assumere la forma di ci che
considera o desidera. Se la forma mentale costituita da altre forme, accostate o
riunite in una concettualizzazione, la mente diventa discriminazione di se stessa, e
questo non garantisce un valido criterio di verit. Occorre che la mente si fondi su
dati obbiettivamente reali, e la realt non pu essere analizzata se prima non intuita.
Lorgano dellintuizione lo spirito: lo spirito esprime laccordo, la coerenza
dellente creato con il Principio Creatore, e cio la continuit fra Realt assoluta e
realt relativa che dalla prima procede.
La Realt del Principio Causale non ha una Forma che noi possiamo
rappresentarci: infatti Forma Assoluta, oltre il limite del relativo: Cos il Brahma
ci appare come Vuoto di Forma, che la Pienezza infinitamente oltre il nostro
limite.
Lorgano che ci relaziona relazione necessaria, perch esistiamo in Brahma
con questa Pienezza oltre le forme della nostra mente quindi adeguato, e possiede
soltanto la forma del sentire, sintetica e per noi priva di specificazioni. La mente
che si pone in relazione con lo spirito non pu essere ingombrata da contenuti
formali, ma deve mostrarsi empatica con quello che intende percepire: ne consegue
che la mente silenzio, vuoto che lo spirito deve colmare con la sua pienezza,
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intuita nel S, nel Principio. Il "vuoto" della mente la forma dell'attenzione.


La mente conseguentemente lorgano analitico della sintesi, frutto
dellintuizionismo. La sintesi punto in attesa di discriminazione, che naturalmente
deve fluire nellautorappresentazione per essere conosciuto in alcuni dei suoi
contenuti.
Lintuizionismo rapporto fra la creatura e la Realt che lesprime e quindi
accade fra il s relativo e il S fondamentale, il Padre dellEmanazione. E mistero, e
solo nel samhadi pu essere relativamente compreso. Perch accada, occorre che
lente creato, il jiva, sia centrato sullEnte Emanante, sia veramente empatico con
Lui.
LEnte Emanante, il Padre (Brahma, Kether o Ra), da nulla costretto o
vincolato: il Tutto ed oltre il Tutto. Latto creativo esprime la libert di Colui
che lo compie, assumendosene limmenso peso: questa considerazione ci consente di
credere che lessenza del Padre sia Amore, e lesperienza ci insegna che solo con
lamore possibile lintuizione del Reale.
LAmore Mistero, come la Vita; tutta lEmanazione avviene nella Coscienza
Suprema, e quindi lamore che ci consente a differenti livelli la percezione del Reale
non pu essere limitato alla contemplazione del Padre, ma deve comprendere tutta la
Realt che Egli esprime, la Manifestazione. La Manifestazione il Momento
Proiettivo del Brahma, il Brahman nella sua Volont.
Lascolto interiore si risolve nella scelta dessere questa vivente volont, che si
affida al suo Centro per comprendere il proprio stato e la direzione esplicativa pi
esatta. Conseguentemente lascolto un atto damore, non ancora formale e
puntualizzato sul Centro.
Il Centro Interiore, lAtma, la presenza del Fattore di Realt in noi, e da
questo Centro scaturisce il s personale, a sua volta centro della nostra struttura totale
ai quattro quarti elementali. Lesatto rapporto fra il s individuato e il S individuante
(Brahma) di conseguenza rapporto damore, nel quale lente relativo assume
lesatta configurazione nei confronti dellEnte Assoluto: ricettivo, e quanto
maggiore la sua ricettivit tanto migliore sar il suo ascolto.
Possiamo dunque identificare nella capacit damore del soggetto senziente la
sua capacit di percepire e comprendere la propria realt e quella del suo campo
esistenziale, ai livelli che ha saputo darsi.
Se la persona poco o nulla capace damore, la realt non sar compresa n in
se stesso n nellaltro, e comparir la maya del nostro comune stato, produttrice di
karma.
La radice del karma lincapacit damore delle creature, tanto nei confronti del
Principio Causale che del campo manifestato.
Il karma attuale gravissimo, ed testimoniato nel nostro contesto dalla
crocifissione dellAmore divino in Cristo.
Il silenzio dellascolto non si ottiene con mezzi o metodi esclusivamente fondati
sulla mente e sullintelletto; in assenza di spiritualit essi sarebbero strumenti egotici,
incapaci da soli di percepire fattori reali che verrebbero avvertiti in modo provvisorio,
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imperfetto o ingannevole. Limperfezione, che realt incompleta per il momento


considerato, e cio imprecisa attualizzazione delle virtualit che esso comporta,
indica nella rappresentazione del soggetto senziente una mescolanza di s (intuizione)
e dego (pseudo-discriminazione): infatti, il soggetto in genere un misto di bont ed
egocentrismo, con conseguenze alla lunga alquanto lesive per la bont.
Lascolto del Padre nel silenzio della mente dono: dono immanente a tutta la
Manifestazione, ma che pu essere disatteso o tradito. Dono, e non diritto per chi si
pone fuori dal contesto reale in cui il dono pu apparire e consolidarsi.
Essere fuori da questo campo di realt che lAmore contemporaneamente
collocarsi in una posizione coscienziale arbitraria, un voler esistere senza il fattore di
Realt che ci manifesta.
Noi siamo attualmente viventi in un campo arbitrario, che deve essere risolto
recuperando il Principio Causale, e cio la percezione del S Atmico con il nostro
particolare s. Questo campo arbitrario esprime anche nel nostro tempo attuale
limmanenza perdurante della caduta da Eden.
Eden il punto iniziale della storia di Adam, e non un paradiso di sosta. In
altre parole, se Eden per noi una meta, questo accade semplicemente perch lo
abbiamo perso. Ritrovarlo esattamente riprendere il cammino esplicativo della
Volont del Padre tramite la nostra libert.
La Libert si concretizza nellintuizionismo, che prima scelta, e nelle
conseguenti scelte di direzioni e di mezzi adeguati al primo. Il rapporto fra spirito,
mente e energie vitali dialettico e continuo. E deve condurre lIdea a Forma vivente.
La Manifestazione di Dio costituita dagli infiniti enti che Egli determina nella
Sua Coscienza, ma anche dai rapporti che essi intrattengono con Lui, con se stessi e
con tutto il campo vitale. I rapporti sono forme dinamiche che devono creare non la
divisione ma lunit, e lalternativa a questassunto lattivazione di un karma anche
distruttivo.
Nella Manifestazione di Brahma tutto Forma perch tutto limite.
Il Padre assume una Forma adeguata ai suoi Figli per guidarli e sostenerli:
lAmore di Dio quindi anche Sacrificio di S come testimoniano Ges e Maria di
Nazareth per garantire lesistenza nella libert delle Sue creature.
Nellassunzione di Forma lamore del Padre saddossa il nostro stato al nostro
livello possibile nellora e nel qui: livello naturalmente di coerenza con Lui. Se
questo Gli impedito dalle condizioni dei campi, Egli affida alla Giustizia del karma
il necessario insegnamento, e la guida perch non sia semplicemente distruttiva nelle
conseguenze delle azioni che abbiamo compiuto.
Limmanenza della Misericordia perenne: Dio perdona sempre, ma il Suo
perdono pu restare potenziale nelle esistenze individuali, se manca lintelligenza di
Lui.
Cristo il Sostegno ed il Perdono di Kether per tutta la vita creata.
Nulla andr definitivamente perduto: ma il tempo e le condizioni del riscatto
sono nostri.
22/02/2006
91

MEDITAZIONI
Lordine delle Sephiroth logico e non gerarchico: questo esatto per
lArcangelo delle singole Sephirah, che lAtma di ognuna e quindi la presenza di
Dio in lei.
Lassunto ci indica che la Sephirah , nella sua coscienza, creatura, emanata da
Dio in S.
Occorre inoltre rammentare lidentit fra lAlto e il Basso nellUnit divina.
LAlto e il Basso sono, in questo caso, stilemi della nostra discriminazione che vuol
darsi unimmagine sia pure imperfetta ma sempre perfettibile della Realt
trascendente. La gerarchia soprattutto ideazione demiurgica, e quindi involutiva,
quando vuole essere sostanziale e non semplicemente funzionale ad un fine prescelto.
Kether (il Dio Creatore) non lAin, ma lipostasi di Ain: ci per valido per
la Manifestazione, e non certo per lAin Soph.
Ain Kether e Kether Ain quando lAssolutezza si pone come Centro
emanante.
Yesod la sintesi di tutte le Sephirah che sovrastano Malkuth, e Malkuth il
tramite ideativo di Kether perch impersona la capacit ideativa sotto il profilo
intuitivo sintetico per tutto il Glifo. E quindi il punto di riferimento per ogni Sfera di
coscienza.
Il concetto di Nulla Divino deve essere interpretato in questi termini: Nulla
in quanto assenza di forma.
Infatti, nel piano divino ogni aspetto la stessa Divinit, per la coincidenza di
Essere e Discriminazione dellEssere nellAssolutezza (Ananda). Le forme di
Kether sono assolute, non limitate.
Malkuth femminile, ma solo rispetto a Kether. Rispetto a Yesod
maschile perch rappresenta il tramite ideativo sintetico alle Sephiroth, le quali
sono discriminazione esistenziale dellIdea di Manifestazione.
Notiamo che in genere sussiste nei testi di metafisica una certa confusione fra il
piano strettamente trascendente e quello delle coscienze emanate. Tiphereth
femminile rispetto a Malkuth perch nelle sue forme/pensiero discriminazione
dellIdea sintetica, come tale recepita dalla Sephirah, la quale essendo essa stessa il
punto di fusione di tutte le altre sfere il naturale ricettacolo della volont
fondamentale sotto laspetto analitico. Tuttavia qui si cela un tremendo fattore.
LAlbero cos rappresentato, come lo vediamo nei Testi cabalistici (il Glifo della
nostra meditazione), non simbologia sintetica dellIdea Divina, ma la
discriminazione dei suoi contenuti. Questultima analisi valida per linterpretazione
dei dati esistenziali, ma credere che la sola discriminazione intellettualistica
(autorappresentativa) sia la vera struttura ontologica e formale del glifo causa
darbitrio. Infatti, il potere autorappresentativo delle Sfere fa s che la forma della
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Manifestazione si configuri secondo le ideazioni delle Potenze archetipiche esistenti


e, se queste confondono la Realt unitaria con le loro elucubrazioni, finiscono col
frantumare il Campo manifestato in differenti piani desistenza, scissi fra loro.
Ci accade quando si perduto il senso del Reale e del Vero, e cio quando si
ottusa la percezione del Centro della personalit a seguito del distacco intercorso fra
momento ideante sintetico e momento ideante analitico, nel Piccolo e nel
Grande.
La Caduta la perdita del nesso polare fra Uomo e Donna.
La radice del demoniaco, dicono alcuni testi cabalistici, sita nel Mistero di
Dio: ma soltanto in un senso.
Nel creare la coscienza in evoluzione spazio/temporale (coscienza relativa
nellAssoluto) Dio accetta leventualit di un possibile travalicamento del limite ad
opera di questultima. Conseguentemente il male pu essere imputato solo alla
Creatura e mai al Creatore.
Ritorno allUnit principiale fra Creatore e Creatura: questo il fine del
processo iniziatico. Questo ritorno non determina per la fine della Manifestazione,
ma piuttosto la sua esatta posizione nel piano ideativo principiale, che evolutivo.
La Manifestazione Dio in Dio: cio Dio che si manifesta alla creatura da Lui
considerata reale, e non certo solo a Se stesso. Il processo manifestante cos
concepito naturalmente eterno.
Il limite della metafisica gnostica qui: il Salvatore gnostico non inteso come
il Salvatore Ges in Cristo, ma solo come qualcosa di simile ed incompleto. Ecco il
perch delle aporie della Gnosi.
Lunica strada per comprendere il problema (ed il Glifo Sephirotico) partire
dal principio che DIO E AMORE e solamente Amore. Tutto il resto analisi
discriminante di questunico dato, il quale il massimo criterio interpretativo del
problema esistenziale.
La strada delliniziazione allora non pu essere quella della conoscenza
intellettualistica (come sottintende molta parte della gnosi storica) ma la ben pi
concreta Via Cristica, che quella dellAmore di Dio.
NB -) La sede dellintuizionismo tanto sintetico che analitico il Centro
interiore. Il Centro il punto della Sfera Spirituale in noi pi affine e prossimo
allAtma, e ci consente per Grazia il passaggio concreto sotto il profilo pre-formale
di ideazioni reali fra Creatore e creatura.
Lo spirito dunque intelligenza ontologica, e cio intelligenza dAmore.
Nasce dal rapporto esatto fra il Padre ed i figli, mai in altro modo.
Questassunto dice che lo Spirito si attualizza e si espande con lesatta
esperienza esistenziale, e si distrugge con quella deviata. Lassenza del Centro
interiore provoca la frattura fra Spirito e Mente, la quale la zona analitica e
discriminante dello Spirito, e quindi logicamente derivata.
Questo il dramma della Manifestazione: tanto a livello archetipico che
susseguente, la frattura determina - prima o poi - la rottura dei piani esistenziali; al
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limite fino al loro riassorbimento.


Tutto quello che accade ad un allievo nella prima parte del sentiero preordinato
a fargli giungere e comprendere questa semplice e veramente difficile verit: la
mente, lintelletto, lanalisi discriminante ed il sapere stesso a nulla servono, nelle
attuali circostanze, se non sono resi vitali ed attivi dallamore; il quale Unit e non
separazione, abbandono fiducioso e concreto al Principio.
Quello che dal Principio proviene, al Principio ritorna. E vero, ma con la
precisazione che torna con lesperienza positiva di un cammino che lo ha reso cos
come la Potenza divina intendeva che fosse: intelligenza damore affidata allAmore
che la vuole e la sostiene.
Se lAmore manca o se non se ne possiede la sufficiente intelligenza si
troveranno altre strade, oscure o lucenti, che conducono allabisso o allInformale
sereno ed immutabile. Le vie dellinferno o quelle della Trascendenza.
Tuttavia non si raggiunger mai a parer nostro la totale comprensione del
Mistero dellEssere e dellEsistere, che sono poi i due Volti dellAssoluto. Il primo
fisso nel Vuoto-di-Forma, senza differenziazioni, che pace, essenza e potenza
infinite dove la perfetta ed ineffabile Ananda sintesi di Essere e Coscienza puri.
Laltro Volto eternamente direzionato allaspetto creativo che si dona alle
proprie Idee, e che le rende vive, consapevoli e complete: capaci di una potenzialit
eterna dattualizzarsi in realt dinamiche che si perfezionano nellesatta esperienza
delle proprie virtualit.
Il secondo momento dellAssoluto tuttavia quello pi incompreso, pi oscuro
ed arduo, perch coincidenza dopposti concettuali, i quali esistono come tali solo
nellanimo dellente emanato, ma che cos esprimono la limitazione fondamentale che
egli deve costantemente chiarificare e superare per procedere nel sentiero
realizzativo.
Per questo fine lallievo trattato con severit e finch non pu comprendere
in preda ad un intrico dolente di frustrazioni, didee approssimative e di ostacoli
imprevisti - talvolta feroci - che deve superare ad ogni costo: e non con i soli suoi
mezzi.
Lallievo, infatti, deve imparare a rivolgersi al Padre in Cristo, costantemente e
non con la mente ma con il cuore. Deve lottare affidandosi in ogni istante, senza
attaccamento ai possibili esiti, allAmore di Dio, al suo Nome nellEmanazione, che
il Cristo.
Il resto, ad un certo punto, soltanto vaniloquio.
26/08/1990

I pensieri sono reali, ed ogni verit pensiero.


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I pensieri, fuorch nel caso che il Pensante rifletta Se stesso (Kether), sono finiti,
e dalla loro finitezza emerge la Maya, che la Manifestazione della Potenza di Dio.
I pensieri sono la sola realt, e questo ci che non tutti possono comprendere.
La Realt Pensiero, e mentre il Pensiero Assoluto non mente mai, i pensieri
relativi sono particolaristici, e, quindi - se non fondati sullo Spirito - mendaci.
Essi sono, infatti, solo una parte definita nellAssoluto, e non lAssoluto.
E come se il Pensatore proiettasse un Pensiero sintetico (Uovo del Mondo) e poi
ne coordinasse le infinite potenzialit ed interrelazioni (forme individuate) in una
nuova sintesi, per la quale non esiste nel Pensatore pi di quanto prima ci fosse, ma
che rende le potenzialit della Sua manifestazione Atto di per s vivente, in cui le
realt/pensiero dellIdea/Potenza emanante vivono darmonia e vita vera se si
collocano nella Sua Coscienza.
NON E LUNITA LESSENZA DEL PADRE
E NON E IL MOLTEPLICE, CHE DISPIEGA QUESTUNITA.
LESSENZA DEL PADRE E LA CONTEMPORANEA PERFEZIONE
DI QUESTI DUE MOMENTI
NEI QUALI LUNITA E LA SINTESI ABISSALE DEL MOLTEPLICE
ED IL MOLTEPLICE E LO SVELAMENTO DI TUTTI GLI INFINITI
CONTENUTI DELLUNITA.
LESSENZA DEL PADRE E QUELLINEFFABILE SAPIENZA DI SE
OLTRE LE SUE STESSE MODALIT ESSENZIALI
CHE CHIAMIAMO AMORE.

Prima meditazione
Tutto lingegno degli uomini e delle donne nasce da Dio.
Tutto ascolto - pi o meno profondo, pi o meno perfetto - della Sua Voce.
Non esiste un pensiero, unidea, un momento cognitivo reali che non siano colti
nel SILENZIO del proprio spirito, quando in rapporto con lamore del Padre.
Tutto il noto, il possibile, il potenziale del progresso umano giacciono in Dio.
Ma ascoltare non sufficiente, se non c lintelligenza di Lui.
Occorre voler ascoltare per poter trovare e trovato quello che ci preme
sceglierlo cos come ci appare alla percezione interiore.
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E, una volta scelto, condurlo spontaneamente nellambito mentale per tradurlo in


simboli, in relazioni ed in accadimenti che da questi derivino.
Quindi non pensate. Ascoltate e lasciate che la mente vi rappresenti quello che
sentite. Lasciate che le vostre capacit (libere ed intuitive) rendano FORMA la
vostra ideazione.
Tutto il resto frutto darbitrio, di concettualizzazioni che non appartengono
come tali al Cristo: che quindi deviano e sono deviate.
Se comprendete questo processo che il Sentiero intuitivo e specificatamente
esoterico metterete in moto il Fuoco Centrale della vostra personalit, con
conseguenze immense per tutto quello che siete.

La Preghiera
La preghiera un atto damore, ed nel segreto del cuore che si prega.
Le parole sono un tracciato, non sono la preghiera.
La preghiera nel nostro stato daffidamento a Dio: nellamore per Ges e
Maria, silenzio che parla, e sovente grida, al Padre.
Questo linsegnamento di Ges: Egli vuole che si ami tutto, ed in particolare
chi ci vicino, chi per nesso profondo e talvolta, ma non sempre, karmico
compare nel nostro ambito di vita.
Amare darsi allaltro. Amare non prendere, non cercare un contraccambio,
non essere soddisfatti dellesito delle stesse nostre preghiere.
Amare donarsi al nostro prossimo, compreso come parte di un Tutto che
Dio.
Conseguentemente anche pregare donarsi, mostrare fattivamente la nostra
identit con lAltro, pur nella presenza di una radicale differenziazione.
Dio Unit. Dio - nellUnit - infinita Specificazione di fattori vitali. Quindi
amare sentire lUnit del Tutto.
Agire in amore insieme affermare questUnit e la propria differenziazione con
laltro.
La gioia damare intuizione di Dio, Essere e Divenire nel Suo Segno.
Seconda meditazione
Ad un certo punto del processo soterico le entit del passato devono
necessariamente essere rifiutate, e il Maestro afferma che altre verranno.
Normalmente ritornano le stesse di sempre, ma non sono veramente quelle del
passato.
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Un Maestro esige che la Fede vada oltre le sue stesse parole, che sia riposta in
Cristo.
Il Maestro dice, il Maestro disdice. Gli allievi devono essere attenti a quello che
Egli dice e disdice, per poter discriminare. O non sono allievi.
La testimonianza interiore la regola esatta: non lanalisi intellettiva ed i
contenuti mentali, ma lintuizione damore nel nostro Atma.
Un Maestro non facile. Un Maestro non mente, intelletto, ego.
Un Maestro amore, e quindi non guarda al contenuto intellettualistico
dellallievo, ma al suo cuore.
Lallievo deve saper sentire, e non limitarsi ad ascoltare a mero livello mentale.
O non un vero allievo.
Se il Maestro afferma che unentit rigettata nellInformale di Cristo, lallievo
deve udire, sentire ed amare in Cristo quellentit.
Lallievo non sa se il Maestro dice il vero o se insegna un atteggiamento dello
spirito: lallievo non pu conoscere la verit oggettiva perch questa negata a chi
debba ancora imparare ad amare senza condizioni.
Tuttavia, se lallievo afferma il proprio amore per la vita oltre ogni limite, oltre
ogni sacrificio ed apparenza, la Realt finir col mostrarsi.
Terza meditazione
Se unentit dei Campi sottili qui, essa deve essere coerente con chi la manda e
la sostiene, e cio con il vero Maestro.
Se non lo , viene e va, e con grande frustrazione e fatica.
Questo un processo costruttivo, che pu essere compiuto soltanto se c chi
sappia amare. Altrimenti si manifesta il divieto di Dio come Padre, ed il Cristo deve
scindere il grano dal loglio.
Latto di distruzione di un ente, che vita ed amore a livello potenziale,
tremendo. E finch c chi lo ami, il Padre lo sostiene.
Nel nostro tempo c dolore, c la Caduta: la Caduta ed insieme il
Sacrificio di Cristo.
Ma il nostro tempo e le forme che esso contiene appaiono per quel che sono, e
cio illusione, se la persona che ama si pone in Dio e prega per la Sua Emanazione.
Il tempo molto strano: veloce ed implacabile, ma pu rendersi lento e
dolcissimo.
Tutto dipende da come noi siamo nei confronti di Cristo.
Se un ente si libera a un livello sufficiente, pu percepire la Manifestazione
com effettivamente: Luce, Bellezza e Gioia.
Pu comprendere laltro e se stesso nel comune stato reale, ed essere fuori da
questo tempo e da questo spazio intrisi di dolore.
Morir quando Dio lo decider, ma morir soltanto per chi non lo comprende.
Per gli altri rester vivo, presente e lucente di felicit.
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Solo pochi possono percepire questo Segno di Cristo, ma pochi sono gli eletti.
I molti purtroppo si rifiutano, si negano e cercano nel loro stato quel che li
condanna alla sofferenza ed al ciclo.
Dobbiamo aiutarli. Non sar mai facile o semplice, ma dobbiamo seminare nel
campo di Ges: il prato fiorito che ora appare oscurato e deserto.
Il Maestro afferma questo: un allievo per molti anni deve disgregare la maya del
suo passato, con grande impegno e fatica. Egli deve infrangere le muraglie nate dalle
sue azioni pi oscurate, e riconvertire al Padre le entit elementali che vi si celano.
Esse prima sallarmano con enorme alterigia e sufficienza, poi scendono in guerra
aperta ed infine, sconfitte, cercano la pace vera.
A quel punto, poco rester da fare per raggiungere la meta, e lazione si render
calma e lieta. Tuttavia il Maestro raduna ascoltatori a differenti gradi di capacit e
demancipazione: essi o seguono, secondo le proprie qualificazioni, il sentiero che
tracciato o lo dovranno poi cercare a lungo con le sole loro forze.
Forze che, nella apparente lontananza del Maestro, si riveleranno presto molto
deboli e ben poco adeguate a tanto.
13/08/2001

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