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Illustri Senatori,

nellambito del dibattito sulla qualificazione dei cosiddetti reati di pericolo presunto (tra cui
includere gli eventi quali lesposizione a sostanze dannose per la salute e/o lutilizzo di strumenti
e macchinari pericolosi e/o la tolleranza di prassi rischiose per lincolumit personale durante
lattivit lavorativa) necessario un ripensamento generale di quella che stato ad oggi
lapproccio penalistico a queste fattispecie, in particolare quelle relative alle cosiddette malattie
professionali le quali hanno spesso la peculiarit (si pensi alle patologie asbesto correlate placche
pleuriche e mesotelioma pleurico) di manifestarsi nei loro effetti sintomatici solo dopo molti anni
lesposizione
!i" produce tutta una serie di circostanze negative che qui si riportano sommariamente senza voler
essere esaustivi#
In caso di esposizione ad amianto in ambito professionale, attualmente un datore di lavoro rischia
solo le pene relative ai reati contravvenzionali previsti in materia, senza alcuna considerazione del
rischio alla salute che da l$ in poi i lavoratori esposti correranno % s$ possibile un danno da paura
di morire, sol recentemente riconosciuto dalla giurisprudenza di merito e di legittimit ma
questultima anche molto restrittiva sul punto e comunque pur sempre necessaria la prova di
una conseguenza patologica della paura stessa (stress, depressione o altre patologie mentali etc)
&eraltro nota la difficolt che tali reati contravvenzionali, in tribunali sempre pi' intasati dove
solo le condotte pi' gravi ricevono una qualche forma di sanzione, portino a una definitiva
condanna sia per lesiguit delle pene che per la natura delle stesse molto spesso solo pecuniaria
% evidente quindi il nullo o minimo effetto prevenzionale delle stesse, considerando che un datore
di lavoro ben potrebbe per esempio procedere alla demolizione illegittima di manufatti in amianto,
senza rispettare nessuna delle norme previste , risparmiando enormemente sui costi di smaltimento
e con ci" arrecando di conseguenza anche un indubbio danno concorrenziale alle omologhe attivit
rispettose invece della legislazione e rischiando tuttal pi' solo qualche multa
&er il danno arrecato ai cittadini e ai lavoratori esposti che si ammaleranno solo dopo decenni, il
medesimo reo non pagher nulla, anzi il lungo tempo trascorso non potr che giocare a suo favore
rendendo pi' difficili le indagini e assai labile anche la possibilit di recuperare un eventuale
risarcimento
( ci" si aggiunge lenorme problematica della prescrizione, per cui rammentiamo che mediamente
lattivit di indagine per i reati di lesioni e omicidio colposi in questi casi (prescrizione di sette anni
e mezzo) impegna un periodo pari a )/* anni+ la celebrazione del primo grado di giudizio arriva ad
impegnare anche ,/- anni e la definizione dellintero procedimento supera, in molti casi, anche i ).
anni
!he fare dunque/
0na prima risposta, la pi' naturale, sarebbe quella di aumentare i tempi prescrizionali
incrementando le pene previste per i reati de quo (omicidio e lesioni colpose con violazione delle
norme antinfortunistiche) in virt' dellattuale disposto dellart )12 cp % quello che gi ci si
propone col cosiddetto reato di omicidio stradale e non si vede perch3 una maggiore severit non
debba riguardare anche le fattispecie relative a malattie professionali e infortuni sul lavoro, fatti
dove lItalia ha sempre il triste record in ogni graduatoria europea
4altra parte, sempre per rimanere in tema di prescrizione, si potrebbe bloccarne il decorso con il
rinvio a giudizio o la condanna di primo grado, ci" darebbe senzaltro effettivit alla tutela prevista
da queste norme, cosa ad oggi sempre mancata
Infine per talune fattispecie, come le malattie professionali, se ne potrebbe evidenziare la natura di
malattie sociali, simili nella natura allevento di disastro ambientale e5 art -,- cp o di rimozione
dolosa di cautele per la sicurezza su lavoro (art -,6cp), tipico reato permanente, e quindi
persistente finch3 la causa del disastro stessa non viene rimossa o si annullano le conseguenze del
disastro stesso (reato dagli effetti permanenti) 7a prescrizione decorre solo da questultimi
momenti con ci" rendendo pi' efficace la tutela di queste fattispecie
8utte queste proposte hanno in s3 una alcuni lati positivi, nessuna di esse possa efficacemente
risolvere il problema relativo a tutte quelle fattispecie in cui la salute dei lavoratori messa in
pericolo grave e concreto senza tuttavia un danno concreto alla vita o allintegrit fisica di una
persona
Si ritiene quindi utile volgere lo sguardo per dare una risposta a questo problema, alle esperienze in
proposito gi da tempo in corso presso altri ordinamenti anche molti simili al nostro, come quello
francese, o pi' distanti come quello anglosassone
9acciamo riferimento in particolare a quello che in 9rancia chiamato :messa in pericolo
deliberata di terzi; ovvero mise en danger dlibre de la personne d'autrui, contenuta nell art
**,<) codice penale francese
=uestultima forma , peraltro, stata fatta propria anche dal legislatore spagnolo attraverso il
cosciente desprecio por la vida de los demas
8ale fattispecie si situa tra il dolo e la colpa 7a norma mira al caso di una persona che
deliberatamente mette in pericolo la vita o lintegrit fisica altrui, senza prefigurarsi tuttavia di
provocare un danno % il caso del datore di lavoro che espone a sostanze cancerogene i propri
dipendenti e come anche del guidatore che procede a velocit elevata in centro citt
(l momento nel nostro codice penale la repressione di una simile fattispecie implica
necessariamente un danno effettivo alla vita o allintegrit fisica della vittima (omicidio colposo e
lesioni colpose)
>e risulta quindi una doppia iniquit#
< 4al punto di vista della vittima# qualora il danno subito dalla vittima al momento del fatto
sia inesistente o lieve, la fattispecie, come sopra indicato, presenta un carattere puramente
contravvenzionale e penalmente bagattellare, qualunque sia il grado di gravit della condotta
colposa e il rischio corso dalla vittima+
< 4al punto di vista dellautore# una persona mette a rischio lincolumit altrui in maniera
deliberata, ma tuttavia, mancando un danno, non punita se non con misure
contravvenzionali e qualunque sia la gravit della sua condotta# non vi quindi alcun effetto
dissuasore a ripetere la condotta potenzialmente lesiva
% vero che esistono delle norme specifiche quali gli artt -,- e -,6 cp che sotto certi aspetti paiono
sussumibili nella fattispecie di reati di pericolo, tuttavia la loro applicazione stante la formulazione
troppo specifica delle norme o comunque richiedente lintegrazione di un :disastro;, su cui la
giurisprudenza stata sempre molto restrittiva, ne limitano lapplicazione a casi minoritari o
allopposto estremi, senza che possano concretamente incidere sui casi concreti
7a fattispecie di diritto penale francese sopra richiamata e descritta nellart **,<) cp sancisce che#
:Il fatto di esporre direttamente taluno ad un rischio immediato di morte o lesioni, tali da
determinare una mutilazione o uninfermit permanente attraverso la violazione manifestamente
deliberata di un obbligo specifico di prudenza o di sicurezza imposto dalla legge o dal regolamento,
punito con un anno di prigione e )1... euro di ammenda; 7ettera normativa che colpevolizza
una situazione di pericolo ben distinta dal caso in cui la suddetta ipotesi di messa in pericolo
produca morte/lesioni come conseguenza della condotta iniziale Si ha, quindi, come spiega la
dottrina, un nuovo delitto ?ostativo @ qualche commentatore letichetta come uninfrazione
devento permanente# catalogandola senza dubbio fra glilleciti penali colposi
7a norma di cui allart **,<) codice penale francese si compone# a) di un obbligo specifico di
sicurezza previsto dalla legge o da regolamenti (anche se altri (utori invocano al riguardo un
intervento darmonizzazione sul concetto di :regolamento/legge; cos$ come inserito dal legislatore
nellart )*)<, cp# oltre ad essere di poca incidenza lavverbio ?manifestamente di recente
introduzione, laver abbandonato il carattere della generalit in favore di quello della specialit,
autorizza ad escludere gli obblighi generali previsti da alcuni testi normativi), per assicurare la
protezione della vita o dellintegrit della persona+ b) duna volont deliberata e manifesta di non
ottemperare a tal obbligo specifico, ricercando intenzionalmente un rischio (o pericolo) di danno (e
non un risultato di danno A per sua natura difficilmente afferrabile nella sua concettuale prevedibilit)+
c) della creazione di un rischio diretto, immediato, potenzialmente dannoso per la generalit delle
persone, e particolarmente grave# idoneo a causare la morte, mutilazioni, o infermit permanenti (che
non si devono confondere con la mera inabilit al lavoro o con delle semplici emozioni)+ d) di una
situazione rischiosa attuale e non ipotetica
=uanto al rischio cui le persone sono state esposte direttamente dalla condotta delittuosa, non
traducendosi in certezza di danno, il legislatore palesa anche la categoria a cui appartiene# la
posizione gerarchica occupata dal pericolo generato nella mise en danger e5 art **,<) cp,
sinserisce in quelle forme di qualificazioni estreme riconducibili alla stessa famiglia di quello
originato dalle condotte di violenza volontaria di cui allart ***<6 cp# esso, infatti, A nellart **,<)
cp A assume uninterna configurazione gerarchizzata# il vertice occupato dal rischio per levento
morte, mentre limmediato subordinato quello per la mutilazione o dellinvalidit permanente
contenuto nellart ***<B cp Fattispecie, ad ogni modo, normativamente saldata nella volont di
punire la mera messa in pericolo, SENZA LA NECESSIT CHE SI AI!I A" #N E!ENT$
"ANN$S$ %&&La mise en danger d'li('r'e de la personne d)autrui *+++, r'prime le
comportement dangereu- alors m.me /u)aucun dommage n)en est r'sult', il s)agit du d'lit de
mise en danger+ 0our la premi1re 2ois, la 2aute p'nale est dissoci'e du dommage334, e di
approntare uno strumento di di2esa collettivo avan5ato contro /uelle condotte pericolose
particolarmente sentite come tali dal di22uso sentimento sociale6 costituendo inten5ionalmente
un lodevole sforzo di prevenzione dellapatia morale che colpisce troppi individui, incapaci di
comandare il proprio egoismo e di sottometterlo alle esigenze della vita sociale +
>ondimeno, la scelta omissiva del legislatore francese di delegare allelaborazione interpretativa
giurisprudenziale lidentificazione dei criteri di giudizio individuativi della struttura materiale e
psicologica della mise en danger, espone al probabile inquinamento della responsabilit oggettiva
laccertamento della conoscibilit del danno in astratto, se, utilizzando il criterio dellagente
modello, si rifugge da una prevedibilit concreta dellevento
8irando le fila del discorso, la psicologia normativa della mise en danger composta da una
condotta di base volontaria (!ass crim, .1<.,<)BBB# CClelemento intenzionale del reato emerge dal
carattere manifestamente deliberato della violazione di un obbligo particolareDD), e da una
piattaforma spirituale relativa allimputabilit del pericolo verificatosi a seguito dellazione volontaria
illecita 7a tesi prevalente, pi' in linea con la intentio della riforma anche italiana del danno
ambientale, quella di richiedere laccertamento delleffettiva conoscenza soggettiva dei rischi
assunti nella loro dannosit per la vita altrui, e dei possibili eventi verificabili Eli altri modelli
proposti, invece, ripresentano lo schema della responsabilit oggettiva# accontentandosi di accertare la
presenza di una condotta volontaria che si consumata nella sola realizzazione di un rischio per
lintegrit fisica altrui, e della presenza di un nesso causale che congiunga il comportamento
dellimputato al pericolo cos$ generato dallo stesso 7a propensione affermante lo stretto legame tra la
nozione di volont di arrecare pericolo, in senso lato, e quella del reato preterintenzionale,
giustificata dal fatto che in entrambe c una divergenza tra il voluto ed il risultato involontariamente
realizzato, dove questultimo viene, in entrambi i casi, imputato anche in funzione della gravit
intrinseca degli atti delittuosi volontariamente posti in essere+ assimilazione confermata dal fatto che,
non fosse altro che per la condotta iniziale, sono entrambe forme di reato da annoverare senzaltro nei
reati intenzionali Semplificazione incondivisa dal &rof FaGaud, ch3 fra la violenza con esito
preterintenzionale e la deliberata messa in pericolo interpone un netto tratto distintivo, individuato
nella volont di danneggiare lintegrit fisica della vittima presente nellinfrazione preterintenzionale
(ovviamente accompagnata da unassente intention homicide), che si concretizza in un chiaro e
specifico comportamento a ci" diretto pur se realizzativo di un diverso e pi' grave evento criminoso
non voluto+ requisito, al contrario, assente nella mise en danger, dato che questultima tipologia di
reato non richiederebbe la volont di ledere un determinato bene giuridico, bens$ una mera
determinazione di comportamento illecito rectius una volont di produrre un rischio per lintegrit di
terzi, restando ad essa estraneo lo scopo di danneggiare un definito bene giuridico come quello
dellintegrit fisica 7a riprova si ha analizzando i casi pi' frequenti di mise en danger offertici dalla
giurisprudenza, con sentenze condannanti# la messa in pericolo rinvenuta nel comportamento di chi
circolava con un camion di -. tonnellate su una strada tortuosa in presenza di un chiaro divieto di
transito a veicoli di oltre )) tonnellate (8!H S %tienne ).2.22)BB-), limputato che circolava con
una velocit di )2. Im/h in presenza di cattivo tempo e violando intenzionalmente un preciso divieto
in tal senso, o ancora chi sorpassava sulla corsia di destra per poi riportarsi immediatamente dopo su
quella di sinistra
8ornando alla normativa italiana attualmente il delitto di 4IS(S8JH (FKI%>8(7%, in assenza di
una specifica previsione normativa, risulta contemplato dallart -,- del codice penale( cd disastro
innominato)# Chiunque, fuori dei casi previsti dagli articoli precedenti, commette un fatto diretto
a cagionare il crollo di una costruzione o di una parte di essa ovvero un altro disastro punti, se
dal fatto deriva pericolo per la pubblica incolumit, con la reclusione da uno a cinque anni.
a pena della reclusione da tre a dodici anni se il crollo o il disastro avviene
&er aversi Ldisastro ambientaleL, secondo una ormai consolidata giurisprudenza sul punto, il danno
allMambiente#
deve essere ampio,
straordinariamente grave ed irreparabile,
e comportare danno o pericolo per la pubblica incolumit
7Melemento oggettivo del reato di cui allMart -,- cp @ dunque < lMesistenza di un LdisastroL ed
necessario che vi sia un Lpericolo per la pubblica incolumitL
I requisiti che connotano la nozione di LdisastroL ambientale sono#
)) la Lpotenza espansiva del nocumentoL anche se non irreversibile,
*) e lMLattitudine a mettere in pericolo la pubblica incolumitL
(ffinch dunque una attivit di sversamento illecito di rifiuti pericolosi possa configurare il delitto
di cui allart -,- cp#
deve essere attuata in maniera organizzata
deve essere protratta nel tempo,
deve essere massiva per i quantitativi illecitamente stoccati
estesa su un vasto ambito territoriale
4eve essere dunque, di per s3 sola, suscettibile di compromettere il bene ambiente
complessivamente inteso e, per esso, il bene della pubblica incolumit
Hra esaminando sotto i punti di vista i disegni di legge presentati si nota che tale idea di danno da
pericolo variamente intesa e sotto taluni aspetti, particolarmente nel disegno di legge cosiddetto
!asson sul disastro ambientale, il tentativo di avvicinarsi a una figura generica di messa in pericolo
della vita altrui, seppur con tutte le cautele e le preoccupazioni di una proposta di compromesso
&er tali motivo sarebbe utile iniziare una discussione per lintroduzione anche nellordinamento
italiano di una norma simile a quella di cui allart **,<) codice penale francese, e la riforma del
cosiddetto disastro ambientale potrebbe essere la buona occasione
( tal proposto si potrebbe modificare lart -,- cp o introdurre un nuovo articolo tout court la cui
formulazione potrebbe essere simile a questa#
Chiunque per colpa e violando le norme in materia di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro
o per la prevenzione di disastri o incendi, espone terzi al pericolo di morte o lesioni personali,
punito con la reclusione fino a . o con la multa da . a ..
Jammentiamo che un tale disposizione non sarebbe nientaffatto in contrasto con lordinamento
italiano in particolare col necessario principio di offensivit 7Moggettivit giuridica costituisce,
infatti, il presupposto materiale delloffesa, che pu" presentarsi sia come lesione attuale del bene<
interesse tutelato dalla norma, sia come lesione eventuale, semplice messa in pericolo del bene
stesso Il principio di offensivit soddisfatto, in vero, anche nella previsione di una cd tutela
anticipata di taluni beni<interessi che, per la loro rilevanza, giustificano un avanzamento della soglia
di punibilit delle condotte di reato, nel senso della previsione di una lesivit potenziale e non
attuata, di mera minaccia del bene tutelato
Il principio di offensivit deve modularsi, sin dalla formulazione della fattispecie astratta di reato, in
ragione del bene<interesse tutelato, potendosi prospettare casi di formulazione di fattispecie penali
incriminatrici apparentemente esclusive dellelemento strutturale delloffensivit, come nel caso
delle condotte di attentato, in forma semplice o associata, previste nei reati commessi per finalit di
terrorismo od eversione, in ragione del rango primario dei beni interessi protetti, che giustificano la
predisposizione di forme di tutela anticipata od estesa In tali delitti lanticipazione della tutela
avviene attraverso la previsione di una particolare forma di manifestazione della condotta
criminosa, strutturalmente analoga alla fattispecie del tentativo, caratterizzata da attivit dirette alla
realizzazione di un fatto penalmente illecito , elevate dal legislatore nellMambito del penalmente
rilevante, indipendentemente dal raggiungimento effettivo dellMintento lesivo
8ale particolare tecnica di formulazione @ che trova la propria ratio nella necessit di assicurare un
pi' ampia tutela a beni interessi di primaria rilevanza, quali quelli connessi alla personalit dello
Stato @ non deroga al principio di offensivit
7articolo -B comma * codice penale, nella sua interpretazione di norma sistemica, infatti, svolge
una funzione di collegamento in termini di necessit tra la punibilit del soggetto ed il concreto
verificarsi di una offesa o messa in pericolo del bene<interesse tutelato Il fatto punibile quello
conforme alla fattispecie incriminatrice e al contempo offensivo dellMinteresse tutelato dalla norma
Il possibile scarto tra tipicit ed offensivit deriva dalla sinteticit con cui vengono disegnate le
fattispecie di attentato, in cui fatti (rectius, condotte) non ancora rilevanti alla stregua del delitto
tentato integrano gli estremi della fattispecie astratta, prescindendo dalla configurazione di un
danno effettivo per il bene interesse tutelato, previsto al pi' come elemento aggravatore del delitto
8ale opzione normativa si manifesta, come detto, per esempio nelle tipologie di delitti contro la
personalit dello Stato, in primis nei delitti con finalit di terrorismo ed eversione
!i" allineerebbe anche lordinamento italiano ai pi' evoluti ordinamenti stranieri che prevedono
norme di pericolo generale a tutela dellincolumit fisica dei cittadini

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