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2007 Centro Servizi per le Imprese Azienda Speciale della Camera di Commercio di Cagliari

COME FARE EXPORT



Aspetti doganali e fiscali negli scambi con lestero





A cura della Direzione Regionale per la Sardegna dellAgenzia delle Dogane
Via Santa Gilla, 33/37 - 09122 Cagliari
Tel. +39 070 2016601/2/3
Fax +39 070 273731 - 287817
E-mail: drd.cagliari.udr@agenziadogane.it
Direttore: Dott. Lorenzo Clemente

INDICE

Merce non comunitaria ............................................................................................................................ 2
I l documento amministrativo unico ................................................................................................... 4
Merce comunitaria ..................................................................................................................................... 6
Laudit doganale ....................................................................................................................................... 10
Accise ............................................................................................................................................................ 10


Nel caso in cui, a seguito di un contratto di compravendita, un
esportatore/importatore invii o riceva delle merci allestero ci sono degli
adempimenti doganali importanti da espletare per il buon esito della
transazione commerciale internazionale e della stessa attivit business.
Limpresa dovr, infatti, presentare agli uffici doganali una serie di documenti
necessari per il corretto espletamento delle procedure previste di entrata e di
uscita della merce.
La corretta gestione degli scambi commerciali con lestero richiede la
consapevolezza di dover porre una particolare attenzione ai connessi
adempimenti tributari e alle problematiche di natura extratributaria.
Con riguardo allo status giuridico della merce commercializzata si deve
preliminarmente distinguere tra merce comunitaria e merce non
comunitaria.
questa una distinzione importante in quanto, per le due tipologie di merce
considerate, la logica fiscale e gli adempimenti nei confronti
dellamministrazione doganale cambiano radicalmente e sono disciplinati da
norme differenti.
La fiscalit applicata agli scambi commerciali con lestero sinteticamente
rappresentata da:
Risorse proprie tradizionali (dazi doganali)
IVA allimportazione
IVA intracomunitaria
Accise

Merce non comunitaria
La base giuridica comunitaria e nazionale che disciplina, dal punto di vista
tributario, gli scambi di merce non comunitaria rappresentata dalla seguente
legislazione:
Regolamento (CEE) n. 2913/92 del Consiglio del 12 ottobre
1992 (Codice Doganale Comunitario) e successive modificazioni
Regolamento (CEE) n. 2454/93 della Commissione del 2 luglio
1993 (Disposizioni di applicazione del Codice Doganale
Comunitario) e successive modificazioni
D.P.R 23 gennaio 1973 n 43 (Testo Unico delle Leggi Doganali).
Ogni singola fattispecie viene poi ulteriormente regolata attraverso
lapplicazione di altre disposizioni normative che, anche mediante misure di
politica fiscale comunitaria, sono prevalentemente finalizzate ad assicurare il
regolare evolversi del mercato, garantire lequilibrio macroeconomico tra i
paesi pi sviluppati e, non per ultimo, favorire lo sviluppo economico dei paesi
pi poveri e meno progrediti. Le norme di cui stiamo parlando non sono quindi
altro che disposizioni di attuazione degli accordi di politica commerciale
internazionale recepiti in sede UE.
Per una rapida percezione della casistica delle operazioni aventi ad oggetto
merce non comunitaria, pu essere utile il seguente prospetto:
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1 CASO: IMPORTAZIONE DEFINITIVA
La merce non comunitaria viene messa in consumo in Italia. I tributi
applicati saranno il dazio, lIVA e le accise, se previste. La provenienza della
merce pu essere naturalmente un paese extra UE oppure un paese UE. In
questultimo caso, la merce originariamente proviene da un paese extra
UE, ma, prima dellimportazione definitiva in Italia, transitata presso un
altro punto del territorio doganale della Comunit dove stata vincolata,
presso lUfficio Doganale, al regime del transito doganale esterno.
2 CASO: IMPORTAZIONE TEMPORANEA (PERFEZIONAMENTO
ATTIVO)
La merce non comunitaria viene importata per essere trasformata. La
condizione che al termine della lavorazione venga riesportata fuori dalla
Comunit Europea. Il termine entro cui deve essere riesportata non pu
essere superiore a tre anni. Nonostante la merce venga lavorata in Italia,
non sorge lobbligazione doganale poich la merce andr in consumo fuori
dalla Comunit Europea.
utile a questo punto fare un breve cenno a due regimi doganali che, pur
presentando aspetti di affinit con il perfezionamento attivo, di fatto sono
effettivamente diversi se si considera la logica economica e fiscale che li
caratterizza: si sta parlando dellammissione temporanea e della
trasformazione sotto controllo doganale. La prima consente alle merci
non comunitarie di essere introdotte nel territorio della Comunit e
riesportate entro un termine non superiore a ventiquattro mesi fuori dalla
stessa senza avere subito lavorazioni: il ricorso a tale regime funzionale,
ad esempio, per lintroduzione temporanea di mezzi di trasporto, di merci
per tentata vendita o per esposizioni fieristiche. La seconda consente di
sottoporre a lavorazione nel territorio doganale della Comunit merci non
comunitarie senza che le stesse siano soggette al pagamento dei diritti
doganali e di immettere in libera pratica i prodotti trasformati al termine
della lavorazione.
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3 CASO: IMMISSIONE IN LIBERA PRATICA ED INVIO IN ALTRO
STATO MEMBRO
La merce non comunitaria, dal punto di vista tributario, quando entra nel
territorio della Comunit Europea incontra il primo sbarramento fiscale
costituito appunto dal dazio. Dopo avere assolto il dazio si dice che la
merce in posizione comunitaria. A questo punto la merce dovr
essere gravata da IVA (e accise, se previste) nello Stato Membro di
destinazione finale ove sar messa in consumo.
4 CASO: INTRODUZIONE IN DEPOSITO DOGANALE
Per le imprese che hanno ottenuto lautorizzazione a gestire un deposito
doganale, la merce non comunitaria viene introdotta in deposito senza
dover corrispondere alcun diritto di confine. Questo regime, attraverso
cui si pu realizzare una vera e propria politica di tax planning, consente di
differire il momento del versamento dei tributi al momento di estrazione dal
deposito.

I l Documento Amministrativo Unico
Ogni operazione doganale deve essere formalizzata con la dichiarazione in
dogana che deve essere redatta su Documento Amministrativo Unico
(DAU) conforme al modello previsto nellallegato 31 del Regolamento (CEE)
2454/93.
Nel D.A.U. il dichiarante manifesta allamministrazione doganale la propria
volont circa la destinazione doganale che intende attribuire alla merce non
comunitaria introdotta nel territorio doganale della Comunit. Lattribuzione di
una destinazione doganale non una facolt, bens un obbligo sancito
dallart. 48 del Codice Doganale Comunitario. La destinazione doganale
rappresenta quindi lesito che il dichiarante intende dare alla merce non
comunitaria.
Le destinazioni doganali, cos come codificate dal legislatore comunitario, sono:
il vincolo ad un regime doganale (immissione in libera pratica, deposito
doganale, perfezionamento attivo, perfezionamento passivo, transito,
esportazione, trasformazione sotto controllo doganale, ammissione
temporanea)
introduzione in una zona franca
riesportazione
distruzione sotto controllo doganale
abbandono.
Per la distruzione deve essere effettuata una notifica fatta per iscritto
dallinteressato per consentire allufficio doganale di controllare la distruzione
delle merci. Riguardo labbandono allerario, che stato annoverato dal
legislatore comunitario tra le destinazioni doganali, continuano ad applicarsi le
disposizioni di cui allart. 275 e seguenti del D.P.R. 43/73 (Testo Unico delle
Leggi Doganali).
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Il D.A.U. deve essere presentato presso lUfficio Doganale dal proprietario della
merce o da un terzo che pu agire in nome e per conto del proprietario della
merce (in questo caso esiste un sottostante contratto di mandato tra le parti e
si parla della c.d. rappresentanza diretta) oppure solo per conto di
questultimo (c.d. rappresentanza indiretta).
Dal 1 gennaio 2007, in applicazione del Regolamento (CE) 2286/2003 del 18
dicembre 2003 della Commissione Europea, stata modificata la modalit di
compilazione del D.A.U. che dovr riportare le informazioni necessarie per
laccertamento secondo la nuova codifica per la cui lettura si rimanda al
documento di istruzioni elaborato dallAgenzia delle Dogane (scaricabile da
questo sito).
Il formulario D.A.U. si compone di pi esemplari numerati da 1 a 8. Per
labbinamento degli esemplari in relazione alloperazione da porre in essere si
rimanda alla pagina 2 delle istruzioni di cui sopra.
Per lanalisi dei quattro elementi dellaccertamento - origine, quantit,
qualit e valore della merce - il D.A.U. deve essere accompagnato dalla
seguente documentazione:
Qualit della merce: fattura, che riporti la descrizione analitica della merce
Quantit della merce: fattura, packing list, documenti di trasporto, polizza
di carico
Origine: certificato di origine, FORM A, certificato di circolazione EUR 1,
certificato di origine non preferenziale. A tale proposito utile soffermarsi
sulla distinzione tra origine preferenziale e non preferenziale. Tale
distinzione si basa sulla deroga al concetto di applicazione della clausola
della nazione pi favorita inserita nel corpo del G.A.T.T. Questa clausola
postula che qualsiasi beneficio tariffario concesso da un paese ad un altro
dovr essere automaticamente esteso a tutti gli altri paesi sottoscrittori
dellaccordo. Bene, la deroga consiste nella concessione di particolari
benefici tariffari ad esempio a favore dei paesi in via di sviluppo che
rispettino determinate condizioni ritenute indispensabili in sede WTO senza
che analoga misura sia estesa a tutti gli altri paesi. Quindi, per poter fruire
del trattamento tariffario preferenziale non basta presentare un semplice
certificato di origine del paese (anche se in via di sviluppo) ma, nel caso di
specie, occorre la presentazione di un certificato FORM A, poich questo
certificato attesta non solo lorigine, ma anche che la merce oggetto
dellimportazione rispetta i requisiti oggettivi e soggettivi posti a
fondamento degli accordi sanciti appunto a livello WTO.
Valore: fattura, dichiarazione degli elementi per il valore in dogana DV1,
polizza assicurativa, contratti.
Le misure di politica fiscale applicate agli scambi commerciali con i paesi extra
UE, che richiamano la combinazione merce/origine, sono formalizzate nella
Tariffa Integrata delle Comunit Europee - TARIC. LAgenzia delle Dogane
mette a disposizione un servizio on-line per la consultazione della Tariffa
Doganale raggiungibile dallindirizzo:
http://www.agenziadogane.it/wps/wcm/connect/ed/Servizi/Tariffa+doganale+TARIC/
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Merce comunitaria
Gli scambi commerciali con lestero comprendono, naturalmente, anche la
movimentazione di merce comunitaria da e verso i paesi UE e con destinazione
paesi extra UE.
Le cessioni allesterno del territorio doganale della Comunit sono
disciplinate dalla seguente legislazione:
Regolamento (CEE) n. 2913/92 del Consiglio del 12 ottobre 1992
(Codice Doganale Comunitario) e successive modificazioni
Regolamento (CEE) n. 2454/93 della Commissione del 2 luglio 1993
(Disposizioni di applicazione del Codice Doganale Comunitario) e successive
modificazioni
D.P.R 23 gennaio 1973 n. 43 (Testo Unico delle Leggi Doganali)
D.P.R. 26 ottobre 1972 n. 633 (Istituzione e disciplina dellIVA)
Gli scambi commerciali nellambito del territorio doganale della Comunit
sono invece disciplinati da:
Direttiva n. 77/388/CEE del 15 maggio 1977 e successive modificazioni
Art. 6 del D.L. 23 gennaio 1993
D.L. 30 agosto 1993 n. 331 convertito con Legge 29 ottobre 1993 n. 427

Schematizzando in estrema sintesi tali operazioni avremo:

1 CASO: ACQUISTO INTRACOMUNITARIO:
Si tratta di merce comunitaria proveniente da altro Stato Membro che
viene messa in consumo in Italia dove appunto verr applicata lIVA. Tale
operazione pu avvenire solo tra soggetti identificati ai fini IVA nella
Comunit quindi titolari di partita IVA. La merce deve fisicamente spostarsi
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da uno Stato Membro ad un altro e loperazione deve essere a titolo
oneroso.
2 CASO: INTRODUZIONE IN DEPOSITO IVA
I depositi IVA (disciplinati dallart. 50 bis del D.L. 331/93) rappresentano la
soluzione speculare ai depositi doganali, questa volta per non per le merci
extra UE ma per le merci comunitarie. Leffetto dellintroduzione in deposito
IVA quindi il differimento tributario che determina, quale conseguenza
pi immediata, una pi razionale ed efficace gestione del magazzino tale da
impostare la propria politica di approvvigionamento senza subire gli effetti
negativi dati dai vincoli di natura fiscale e tale, quindi, da poter competere
sul mercato internazionale minimizzando il rischio di sottostimare o
sovrastimare le quantit di output produttivo che il mercato stesso pu
assorbire.

3 CASO: CESSIONE INTRACOMUNITARIA:
Anche le cessioni intracomunitarie debbono avere gli stessi requisiti di
natura oggettiva e soggettiva di cui si parlato a proposito degli acquisti
intracomunitari. Si tratta in questo caso di merce nazionale che sar messa
in consumo in un altro Stato Membro; in virt di tale circostanza la
cessione, ai fini IVA, non imponibile e il titolo giuridico di non
imponibilit, da indicare nella fattura di vendita e nel registro IVA delle
cessioni, rappresentato dallart. 41 del D.L. 331/93.
4 CASO: ESPORTAZIONE DEFINITIVA:
questo il regime doganale che consente alla merce comunitaria di uscire
dal territorio doganale della Comunit Europea. Lesportazione si definisce
definitiva in quanto la merce oggetto delloperazione sar messa
definitivamente in consumo in un paese extra UE e, proprio per tale motivo
anche la cessione allesportazione non imponibile ai fini IVA. Il titolo
giuridico di non imponibilit, da indicare nella fattura di vendita e nel
registro IVA delle cessioni, costituito in questo caso dallart. 8, comma 1
lettera a) del D.P.R. 633/72.
Loperazione di esportazione definitiva, poich rientra nel novero delle
destinazioni doganali e, pi in particolare in quello dei regimi doganali, deve
essere dichiarata in dogana mediante presentazione del D.A.U. al quale
deve essere allegata la documentazione utile per lanalisi degli elementi
dellaccertamento (fattura, packing list, documento di trasporto).
importante per questo, la funzione del visto uscire nellesemplare n. 3
del D.A.U. che deve essere apposto, ai sensi dellart. 793 del Reg. (CEE)
2454/93, dallUfficio Doganale di uscita. Tale visto costituisce la prova
che la merce effettivamente uscita dal territorio doganale della
Comunit.
5 CASO: ESPORTAZIONE TEMPORANEA (Perfezionamento passivo):
La merce nazionale viene inviata in un paese terzo per subire una
lavorazione. Al termine della lavorazione la merce viene reimportata in
Italia. Le due operazioni (segnatamente la temporanea esportazione e la
reimportazione vengono dichiarate presso lUfficio Doganale in momenti
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distinti. Anche lesportazione temporanea deve essere dichiarata attraverso
la presentazione del D.A.U. presso lUfficio Doganale.
Avuto riguardo agli scambi intracomunitari (1 CASO e 3 CASO) ladempimento
connesso alla dichiarazione nei confronti dellamministrazione doganale sorge
in modo differito rispetto al momento di effettuazione delloperazione.
I modelli di dichiarazione sono i seguenti:
Cessioni intracomunitarie: INTRA1; INTRA1 BIS; INTRA1 TER
Acquisti intracomunitari: INTRA2; INTRA2 BIS; INTRA2 TER
Gli elenchi riepilogativi degli scambi intracomunitari debbono essere presentati
presso gli Uffici Doganali con la seguente tempistica, da ultimo regolata con
D.M. 20 dicembre 2006:


Ammontare scambi anno
precedente
Presentazione
Colonne da
compilare a fini
fiscali
Intra 1 -
Cessioni

MENSILI ( 1)
Superiore a 250.000 Giorno 20 del mese
successivo
1 - 4
TRIMESTRALI
Superiore a 40.000

(in caso di superamento della soglia
di 250.000 nel corso dellanno si
tenuti a presentare i modelli con
cadenza mensile dal mese
successivo al trimestre nel quale la
soglia stata superata)
Entro la fine del mese
successivo al periodo di
riferimento
1 - 4
ANNUALI
Altri
(in caso di superamento delle soglie
di 40.000 o di 250.000 nel corso
dellanno si tenuti a presentare i
modelli con cadenza rispettivamente
trimestrale o mensile dal mese
successivo al trimestre nel quale la
soglia stata superata)
Entro la fine del mese
successivo al periodo di
riferimento
1 - 4
Intra 2 -
Acquisti

MENSILI ( 2)
Superiore a 180.000 Giorno 20 del mese
successivo
1 - 5
ANNUALI
Altri
(in caso di superamento della soglia
di 180.000 nel corso dellanno si
tenuti a presentare i modelli con
cadenza mensile dal mese
successivo al trimestre nel quale la
soglia stata superata)
Entro la fine del mese
successivo al periodo di
riferimento
1 5

(1) i dati su condizioni di consegna della merce, valore statistico e modo trasporto dovranno essere compilati solo da coloro
i quali, nellanno precedente, hanno realizzato un volume di affari superiore a 20.000.000

(2) i dati su condizioni di consegna della merce, valore statistico e modo trasporto dovranno essere compilati solo da coloro
i quali, nellanno precedente, hanno realizzato un volume di affari superiore a 20.000.000

Il Decreto Ministeriale sopra citato ha introdotto unimportante novit rispetto
alla previgente disciplina in tema di cadenza di presentazione degli elenchi
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riepilogativi degli scambi intracomunitari: tutte le scadenze indicate nel
prospetto sono prorogate di cinque giorni in caso di utilizzazione
dellEDI (Electronic Data Interchange) per la presentazione degli elenchi
allamministrazione doganale.
Nel richiamare i requisiti di natura oggettiva e soggettiva degli scambi
intracomunitari di seguito consultabile a tabella dei paesi con riferimento ai
quali debbono essere seguiti gli adempimenti sanciti dalla normativa in materia
IVA intracomunitaria.
Requisiti oggettivi: deve trattarsi di una vendita e deve trattarsi di un
atto a titolo oneroso;
Requisito soggettivo: scambio commerciale tra soggetti passivi dimposta
identificati ai fini IVA nei rispettivi Stati di residenza;
Requisito territoriale: spostamento effettivo della merce da uno Stato
Membro ad un altro.
In assenza di uno solo dei requisiti sopra indicati le operazioni perdono la
qualificazione giuridica di scambi intracomunitari e, in particolare per le
cessioni intracomunitarie, la conseguenza lapplicazione della disciplina
dellIVA interna di cui al D.P.R. 633/72 e quindi la disapplicazione del titolo di
non imponibilit ai sensi dellart. 41 del D.L. 331/93.
Per verificare se la partita IVA della controparte comunitaria corretta,
lAgenzia delle Dogane mette a disposizione un servizio on-line che ne verifica
la correttezza formale: http://www1.agenziaentrate.it/servizi/vies/vies.htm


PAESI MEMBRI DELL'UNIONE EUROPEA

Stato Membro UE Codice ISO Numero di caratteri del codice IVA
Austria AT 9
Belgio BE 9
Bulgaria BG 9 ovvero 10
Cipro CY 9
Danimarca DK 8
Estonia EE 9
Germania DE 9
Grecia EL 9
Finlandia FI 8
Francia FR 11
Gran Bretagna GB 5 ovvero 9 ovvero 12
Irlanda IE 8
Italia IT 11
Lettonia LV 11
Lituania LT 9 ovvero 12
Lussemburgo LU 8
Malta MT 8
Olanda NL 12
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Polonia PL 10
Portogallo PT 9
Repubblica Ceca CZ 8 ovvero 9 ovvero 10
Repubblica Slovacca SK 9 ovvero 10
Romania RO 10
Slovenia SI 8
Spagna ES 9
Svezia SE 12
Ungheria HU 8


Laudit doganale
Per favorire lo snellimento delle procedure legate alle operazioni di import
export le Dogane stanno progressivamente cercando di instaurare un rapporto
di collaborazione con le imprese. Per questo motivo hanno recentemente
avviato il Programma di Audit Doganale che rilascia alle aziende
unattestazione di affidabilit doganale e prevede lintroduzione di un
sistema di benefici e facilitazioni di carattere ispettivo e fiscale.
Maggiori informazioni sul Programma sono contenute nella brochure scaricabile
da questo sito.

Accise
Un discorso a parte richiede laspetto delle accise, tributo anche questo la cui
gestione rientra nella competenza per materia dellAgenzia delle Dogane.
Brevemente, si tratta di tributi il cui presupposto impositivo (nascita
dellobbligazione tributaria) discende dalla fabbricazione o dalla
importazione di tabacchi lavorati, alcoli e bevande alcoliche, oli
minerali, energia elettrica, oli lubrificanti e bitumi di petrolio. Laccisa
diventa esigibile dal momento dellimmissione in consumo.
La base giuridica nazionale di riferimento costituita dal Decreto Legislativo 26
ottobre 1995 n. 504 (Testo Unico delle disposizioni legislative
concernenti le imposte sulla produzione e consumi) tranne che per i
tabacchi la cui disciplina contenuta nel D.L. 331/93 (artt. 27 e 28). Esistono
poi alcune importanti norme comunitarie che hanno disciplinato nel dettaglio il
regime della circolazione dei prodotti soggetti ad accisa.
I prodotti soggetti ad accisa possono circolare con:
Documento Amministrativo di Accompagnamento (DAA) previsto dal
Reg. (CEE) 2719/92 per i prodotti che circolano ad accisa sospesa;
Documento di Accompagnamento Semplificato (DAS) previsto dal Reg.
(CEE) 3649/92 per i prodotti che circolano ad accisa assolta
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Lesigibilit dellaccisa viene meno quando i prodotti ad essa assoggettati siano
inviati, vincolati al regime sospensivo, ad altro operatore residente fuori dal
territorio dello Stato. Il vincolo ad un regime sospensivo significa che, bench
lobbligazione tributaria sia sorta, lesigibilit del tributo sar differita al
momento dello svincolo da tale regime che coincide con limmissione in
consumo in un altro Stato Membro (art. 2, comma 2 del Decreto Legislativo
504/95).
La gestione completa dei prodotti in regime di sospensione dai diritti di accisa
attribuita, ai sensi dellart 5 del Decreto Legislativo 504/95, esclusivamente ai
soggetti ai quali sia stata accordata lautorizzazione ad operare in regime del
deposito fiscale. Nellambito del deposito fiscale le merci sottoposte ad accisa
possono essere fabbricate, trasformate, detenute, ricevute o spedite in regime
di sospensione dai diritti di accisa. Al titolare di un deposito fiscale attribuito
un codice di accisa che, per lItalia, un codice alfanumerico di 13 caratteri
la cui struttura la seguente:

Vi sono poi altre due figure previste dal medesimo Decreto Legislativo alle quali
consentito solo di essere destinatarie di merce sottoposte ad accisa ma
vincolate ad un regime sospensivo: si tratta delloperatore registrato e
operatore occasionale. Queste due figure sono state previste per consentire
anche ad altri soggetti di poter ricevere, da altri Stati Membri, prodotti soggetti
ad accisa in regime sospensivo. La differenza tra i due che il primo pu
ricevere in via permanente la merce vincolata al regime sospensivo
nellambito della sua attivit professionale e quindi sar anche lui
destinatario di un codice accisa, mentre al secondo consentito ricevere
prodotti soggetti ad accisa in regime sospensivo solo in via occasionale, ma
nellambito della sua attivit professionale. E importante sottolineare che
queste due figure non possono detenere, spedire o trasformare prodotti
soggetti ad accisa in regime sospensivo.
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Vigente il principio della tassazione nel paese di destinazione, possono
effettuare spedizioni allestero di prodotti soggetti ad accisa in regime
sospensivo solo i soggetti che siano stati autorizzati, ai sensi dellart. 7,
comma 1 del Decreto Legislativo 504/95, ad operare in regime di deposito
fiscale. A tali spedizioni viene quindi applicata la medesima logica fiscale
prevista per lIVA relativamente alle cessioni intracomunitarie, vale a dire la
non applicabilit del tributo.
Il documento che scorta prodotti soggetti ad accisa in regime sospensivo il
D.A.A. Tale documento consta di quattro esemplari di cui:
Il primo viene conservato dallo speditore
Il secondo scorta la merce e viene conservato dal destinatario
Il terzo scorta la merce ai fini dellappuramento
Il quarto scorta la merce e viene trasmesso dal destinatario allautorit
fiscale competente nello Stato di destinazione.
Si sottolinea limportanza, per lo speditore, dellesemplare n. 3 del D.A.A. la cui
funzione quella di attestare il regolare ricevimento della merce nello Stato di
destinazione. Infatti, linvio della merce in regime sospensivo comporta per lo
speditore la prestazione allamministrazione doganale di una cauzione pari al
10% dellimposta dei prodotti trasportati. Tale cauzione sar svincolata solo al
momento di ricezione della terza copia del D.A.A. munito dellattestazione di
ricevimento.
Nel dettaglio si pu rappresentare la seguente casistica:
1. PRODOTTO DI ORIGINE EXTRA UE DIRETTO IN ITALIA
Lobbligazione tributaria sorge al momento dellimportazione definitiva
e laccisa diventa esigibile al momento dellimmissione in consumo. Il
pagamento del tributo potr avvenire allatto dello sdoganamento
oppure potr essere differito se il prodotto dalla dogana arriva al
destinatario in regime sospensivo; nel primo caso il prodotto, che
gi stato assoggettato ad accisa, arriver al destinatario scortato dal
documento D.A.S. mentre nel secondo caso sar scortato dal D.A.A.
in quanto si sposta ad accisa sospesa.
2. PRODOTTO DI ORIGINE UE DIRETTO IN ITALIA:
Se viaggia vincolato al regime sospensivo sar scortato dal D.A.A.; in
caso contrario sar scortato dal D.A.S. In entrambi i casi lesemplare
n. 3 dovr essere presentato allUfficio delle Dogane e rinviato al
mittente.
3. PRODOTTO NAZIONALE DESTINATO IN ALTRO STATO MEMBRO
Come per il caso precedente la merce viaggia scortata dal D.A.A. se
vincolata al regime sospensivo; in caso contrario sar scortato dal
D.A.S. Nel primo caso lo svincolo della cauzione sar disposta dopo la
presentazione dellesemplare n. 3 del D.A.A. vistata
dallamministrazione finanziaria del paese di destino mentre, nel
secondo caso, la presentazione della terza copia del D.A.S. con il
medesimo visto sar necessaria per ottenere il rimborso dellaccisa.
4. PRODOTTO NAZIONALE DESTINATO IN UN PAESE EXTRA UE
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Lesportazione di prodotti soggetti ad accisa deve essere formalizzata
con la presentazione del D.A.A. o del D.A.S. (a seconda che la merce
sia ad accisa sospesa o ad accisa assolta) e del D.A.U. allUfficio delle
Dogane. Nel caso di esportazione di merce ad accisa sospesa, poich
non esiste un depositario che possa appurare la spedizione mediante
rinvio dellesemplare n. 3 del D.A.A., in tale operazione si surroga
lUfficio Doganale che attester, su tale esemplare del D.A.A.,
leffettiva uscita dal territorio doganale della Comunit. Analogamente
si procede nel caso di esportazione di prodotti ad accisa assolta per il
rimborso del tributo.

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