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G. Langella, P. Frare, P. Gresti, U. Motta


letteratura it Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori Tutti i diritti riservati Pearson Italia S.p.A.
VOLUME 2
Il Neoclassicismo e il Romanticismo
I classici Alessandro Manzoni
Lettere, Lettera a M. Chauvet sullunit di tempo e luogo
[...] Il sistema storico
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, pur prestandosi in modo mirabile alla rappresentazione graduale
degli avvenimenti e delle passioni che possono portare al delitto, offre anche i mezzi di
eliminare, in tutti i soggetti in cui rappresentato il delitto, questa lunga e disgustante pre-
meditazione. Non so se il sistema delle due unit offra in proposito le stesse possibilit, e
se non ponga invece il poeta nellalternativa o di lasciar che la premeditazione del delitto
sia immaginata, o di introdurre il delitto stesso in modo inverosimile e forzato
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. Forse, per
la soluzione di questo dubbio, si potrebbe trarre qualche luce dallesame comparativo di
due tragedie composte secondo i due differenti sistemi, e il cui soggetto sostanzialmente
lo stesso: lOtello di Shakespeare
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e la Zaira di Voltaire
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. Tanto nelluno come nellaltro
dramma un uomo uccide la donna che ama credendola infedele. Shakespeare si preso
tutto il tempo di cui aveva bisogno; e lha preso dalla storia stessa che gli ha fornito largo-
mento. In Otello si vede il sospetto concepito, combattuto, scacciato, ritornante su nuovi
indizii, e, ogni volta che si manifesta, stimolato e diretto dallabilit abominevole di un
amico perfido; si vede questo sospetto giungere alla certezza per gradi tanto verosimili
quanto terribili. Il compito di Voltaire era ben pi difficile. Bisognava che Orosmane,
generoso e umano, fosse abbastanza critico circa le prove della sua sventura da non essere
credulo fin quasi alla comicit; che, pieno, la mattina, di fiducia e di stima per Zaira, la
sera del giorno stesso fosse spinto a pugnalarla nella convinzione di essere da lei tradito.
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opo la pubblicazione, nel 1820, la tragedia
di Manzoni Il Conte di Carmagnola si
diffuse ben presto in tutta Europa, in particola-
re in Francia; qui, sulla rivista letteraria Lyce
Franais apparve una recensione dellopera scritta
dal critico teatrale Victor Chauvet, il quale, pur
valutando positivamente la tragedia, ne biasimava
il distacco dalle regole aristoteliche, che sancivano
lunit di azione, di tempo e di luogo. In risposta a
queste obiezioni, Manzoni scrisse in francese una
lettera che sar pubblicata solo tre anni pi tardi,
nel 1823 nota con il nome di Lettre Monsieur
Chauvet, in cui lautore spiega puntualmente le
motivazioni che lo hanno portato, nella stesura
delle sue tragedie, ad abbandonare le unit sta-
bilite da Aristotele. Nel brano che segue Manzoni
affronta la questione a partire dallanalisi di due
note opere teatrali.
Alessandro Manzoni
Lettera a Monsieur Chauvet sullunit di tempo
e luogo nella tragedia
Opera: Lettere
Punti chiave: La rinuncia alle unit di tempo e di luogo
La verosimiglianza nei romanzi
1. Il sistema storico: il sistema teatrale
scelto dai romantici, che si liberano del-
le unit aristoteliche; in particolare qui
si sta trattando delle unit di tempo e di
luogo.
2. forzato: Manzoni, come spiega in se-
guito, facendo riferimento a due esempi
ben precisi, ossia lOtello di Shakespeare
e la Zaira di Voltaire, ritiene che ladesione
alle unit aristoteliche porti ad uninevita-
bile forzatura degli eventi messi in scena,
che devono infatti essere piegati e adat-
tati in base a esse e risultano quindi poco
credibili. Manzoni sceglie queste due tra-
gedie per dimostrare la sua teoria perch
hanno una trama afne.
3. lOtello di Shakespeare: Otello, gene-
rale moro al servizio della Repubblica di
Venezia, sposa Desdemona, nobile vene-
ziana. Jago odia Otello perch questi ha
preferito anteporre il suo acerrimo ne-
mico Cassio nella carriera militare. Cos
Jago instilla in Otello il sospetto, del tutto
ingiusticato, che Desdemona lo tradisca
con Cassio. Accecato dalla gelosia, acuita
da una serie di prove del tradimento cre-
ate ad arte e da alcuni fraintendimenti,
Otello uccide la moglie. Solo dopo lomi-
cidio scoprir linnocenza di Desdemona
e si suicider.
4. la Zaira di Voltaire: Zaira una schiava
che si innamora, corrisposta, del sultano
di Gerusalemme, Orosmane. I due stanno
per sposarsi, ma Zaira apprende di esse-
re discendente di cristiani e per questo
motivo rimanda le nozze adducendo delle
scuse. Orosmane crede che Zaira si sia
innamorata di un altro e per questo non
lo voglia pi sposare e fraintende una let-
tera, interpretandola come una prova del
tradimento. Uccide Zaira, ma in seguito,
scoprendo lerrore, si suicida.
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Il Neoclassicismo e il Romanticismo
I classici Alessandro Manzoni
Lettere, Lettera a M. Chauvet sullunit di tempo e luogo
Ci volevano prove abbastanza valide per generare in lui questa convinzione, per trasfor-
mare lamore in furore e portare la collera fino al delirio. Il poeta, non potendo, in cos
breve intervallo di tempo, accumulare i falsi indizi che nutrono lentamente i sospetti della
gelosia, non potendo condurre per gradi lanimo di Orosmane a quel punto di passione
in cui tutto pu tener luogo di prova, stato costretto a far nascere lorrore del suo eroe
da un fatto la cui interpretazione fosse sufficiente a produrre la certezza del tradimento.
stato necessario, per questo, regolare il procedere fortuito degli avvenimenti in maniera
che tutto concorresse a distruggere lillusione di Orosmane, e lasciar invece da parte tutto
ci che avrebbe potuto rivelargli la verit. stato necessario che a Zaira fosse indirizzata
una lettera ambigua, che questa lettera cadesse nelle mani di Orosmane, e che egli potesse
dedurne che Zaira gli preferiva un altro innamorato. Questo mezzo, che non n naturale
n istruttivo n commovente, e neppure serio, tuttavia, dato il sistema, uninvenzione
assai ingegnosa, perch forse il solo che potesse motivare in Orosmane lorribile risolu-
zione di cui il poeta aveva bisogno.
La forza crescente di una passione gelosa in un carattere violento, la sventurata ingegnosit
di questa passione nellinterpretare in proprio favore
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, se cosi si pu dire, gli incidenti pi
naturali, le azioni pi semplici, le parole pi innocenti; la spaventosa abilit di un traditore
a far nascere o ad alimentare il sospetto in unanima offesa; la potenza infernale che un
gelido scellerato esercita in tal modo su una natura ardente e generosa; ecco alcune delle
temibili lezioni che nascono dalla tragedia dOtello. Ma che cosa ci insegna la trama di
Zaira? Che a volte gli avvenimenti possono combinarsi in modo cos strano che unespres-
sione equivoca inserita per caso in una lettera che ha sbagliato indirizzo giunge a determi-
nare i pi grandi delitti e le sventure estreme? Alla buonora; sar anche una lezione, se si
vuole; ma una lezione che non avr nulla di veramente autorevole, di veramente serio. La
previdenza e la morale umane hanno troppo da fare con le cose abituali e reali per darsi
gran pena di accidenti cos fortuiti e, per cos dire, cos stupefacenti. Quanto vi nella Zaira
di vero, di toccante, di poetico, dovuto al bel talento di Voltaire; quanto invece nella sua
trama forzato e artificioso mi sembra debba attribuirsi, per gran parte, alla costrizione
della regola delle due unit.
Lintervento di Jago cui ho rapidamente accennato poco fa, merita unattenzione pi espli-
cita: effettivamente nella tragedia dOtello esso rappresenta un grande mezzo, e forse un
mezzo indispensabile, per raggiungere la verisimiglianza. Jago il cattivo genio del dram-
ma; egli determina una parte delle vicende, e le avvelena tutte: rimuove o snatura tutte le
riflessioni che potevano indurre Otello a riconoscere linnocenza di Desdemona. Voltaire
stato costretto a far nascere situazioni, casi fortuiti, per confermare i sospetti da cui dipende
la catastrofe del suo dramma: bisognava bene che anche Orosmane avesse un cattivo consi-
gliere che lo fuorviasse; e questo cattivo consigliere il caso. Perch, se si cerca la causa del
delitto cui egli si lascia trascinare, essa sta tutta intera in un bizzarro giuoco di circostanze
che lautore non ha neppure pensato di collegare allidea della fatalit; e che in verit non
hanno neppure i requisiti per esservi collegate. In Otello il delitto sgorga naturalmente,
e come per suo proprio peso, dalla sorgente impura di una volont perversa; il che mi
sembra tanto poetico che morale. Si vorrebbero esclusi dalla scena gli sciagurati esecutori
perch si trova che la bassezza nel delitto rivoltante; sia pure; ma non bisognerebbe allora
escludervi anche il delitto stesso? Tuttavia, poich il delitto ha tanta parte nella tragedia,
non vedo che male ci sia nel rappresentarlo sempre accompagnato da qualcosa di basso.
Fortunatamente non capita spesso che le vicende cui prendono parte soltanto delle anime
belle finiscano con un assassinio; e credo che questa indicazione che viene dallesperienza
sia bene consacrarla nelle composizioni poetiche.
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5. in proprio favore: secondo il proprio
pregiudizio.
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Il Neoclassicismo e il Romanticismo
I classici Alessandro Manzoni
Lettere, Lettera a M. Chauvet sullunit di tempo e luogo
[...]
Spiegare quel che gli uomini hanno sentito, voluto e sofferto attraverso quel che hanno
fatto, in questo consiste la poesia drammatica; inventare i fatti per adattare ad essi dei sen-
timenti , da Mademoiselle Scudry
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ai giorni nostri, il grande difetto dei romanzi
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.
Non voglio per questo asserire che i componimenti che appartengono al genere roman-
zesco siano sostanzialmente falsi. Certo ci sono dei romanzi che meritano di essere consi-
derati modelli di verit poetica; e sono quelli i cui autori, dopo aver preso atto, in modo
preciso e sicuro, dei caratteri e dei costumi, azioni e situazioni conformi a quelle che si
verificano nella vita reale: dico solo che, come ogni genere letterario ha il suo scoglio par-
ticolare, cos lo scoglio del genere romanzesco rappresentato dal falso
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. Il pensiero degli
uomini si manifesta con maggiore o minore chiarezza attraverso le loro azioni e i loro
discorsi; ma anche quando si parte da questa larga e solida base raramente si giunge alla
verit nella rappresentazione dei sentimenti umani, A fianco di unidea chiara, semplice e
vera se ne presentano cento che sono oscure, forzate o false; ed la difficolt di separare
la prima dalle seconde che rende cos esiguo il numero dei buoni poeti. Tuttavia anche
i pi mediocri si trovano spesso sulla via della verit; qualche indizio pi o meno vago
di essa, lo hanno sempre. Ma difficile seguire questi indizi: che cosa accadr poi se li si
trascura e li si disprezza? questo lerrore che commettono, inventando i fatti, la maggior
parte dei romanzieri. Ne derivato quel che doveva derivarne, e cio che la verit sfuggita
loro pi spesso che a quelli che si sono tenuti pi vicini alla realt; ne derivato che essi
si sono preoccupati poco della verosimiglianza, sia nelle vicende che hanno immaginate
sia nei caratteri dai quali hanno fatto scaturire queste vicende; e che a forza di inventare
storie, situazioni nuove, pericoli inaspettati, contrasti eccezionali di passioni e di interessi,
hanno finito col creare una natura umana che non somiglia in niente a quella che avevano
sotto gli occhi, o, per meglio dire, a quella che non hanno saputa vedere. Di conseguenza
lepiteto di romanzesco stato designato ad indicare generalmente, per quel che riguarda
i sentimenti e i costumi, quel tipo particolare di falsit, quel tono artificioso, quei tratti
convenzionali che contraddistinguono i personaggi dei romanzi.
A. Manzoni, Lettre Monsieur Chauvet sur lunit de temps et de lieu dans la tragdie, in Id.
Scritti di teoria letteraria, note e traduzioni di A. Sozzi Casanova, introduzione di C. Segre, BUR, Milano 1981.
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6. Mademoiselle Scudry: Madeleine de
Scudry, scrittrice francese (1607-1701).
Fu autrice di romanzi molto letti che nar-
ravano vicende amorose.
7. il grande difetto dei romanzi: secondo
Manzoni, il grande difetto dei romanzi
quello di inserire fatti estranei alla narra-
zione per divulgare le idee dellautore, che
invece dovrebbero nascere dalla riessio-
ne sui fatti narrati, e non viceversa.
8. lo scoglio... falso: per il Manzoni, lo-
biettivo del romanzo ladesione ai fatti,
al vero storico.
Il riuto delle unit aristoteliche La Lettera a Monsieur
Chauvet costituisce uno dei punti pi alti della riessione critica
di Manzoni, che gi nelle introduzioni allAdelchi e al Conte
di Carmagnola aveva spiegato il motivo del riuto delle unit
aristoteliche di tempo e di luogo.
Nella parte iniziale di questa lettera, qui non riportata, Manzoni
prende in esame anzitutto il concetto di unit dazione. Egli
sostiene che la mente umana in grado di cogliere i nessi
esistenti tra gli avvenimenti, i rapporti di anteriorit e poste-
riorit, di causa ed effetto. Il poeta sceglie gli avvenimenti pi
strettamente vincolati tra loro grazie a questi rapporti e li met-
te in scena, dando allo spettatore limpressione di unazione
unica, o meglio, di unazione centrale attorno alla quale tutte
le altre vengono a raggrupparsi. Lunit dazione, quindi, nella
visione manzoniana non signica scegliere, come nella rego-
la classica, un unico avvenimento della durata di ventiquattro
ore, bens optare per una concatenazione di eventi legati
tra di loro.
Da questa prima affermazione, ne consegue, secondo Manzoni,
il rigetto delle altre due unit aristoteliche, quella di tempo e
quella di luogo. Tale sistema che riuta le unit di tempo e di
luogo denito da Manzoni sistema storico. Le azioni scelte
dal poeta per la sua rappresentazione teatrale, inevitabile,
si svolgono in tempi e luoghi differenti. Limposizione delle
ANALISI DEL TESTO La poetica
IN PRIMO PIANO
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I classici Alessandro Manzoni
Lettere, Lettera a M. Chauvet sullunit di tempo e luogo
unit di tempo e di luogo nuoce alla verosimiglianza della
rappresentazione.
Per sostenere limpianto delle sue teorie sullazione dramma-
tica, Manzoni fa riferimento a due tragedie molto conosciute:
lOtello di Shakespeare e la Zaira di Voltaire. Le due tragedie
hanno una trama simile, ma mentre lopera di Voltaire forza-
ta dalladesione alle regole aristoteliche, e di conseguenza, ri-
sulta poco verosimile, quella di Shakespeare aderisce al sistema
storico e come tale appare molto pi credibile.
Riessioni sul romanzo Successivamente, Manzoni si soffer-
ma anche sulla necessit della presenza del vero storico nel
romanzo. Il termine romanzo non deve diventare sinonimo
di fantasioso, arbitrario. Lo scrittore deve avere prima di tutto a
cuore la realt dei fatti narrati, e deve inferire da questi le sue
riessioni, riutando di far combaciare in maniera articiosa i fatti
con le sue teorie. Abbiamo qui gi in nuce le prime riessioni sul
romanzo e sul vero storico che saranno portate a compimento
con lideazione del capolavoro di Manzoni, I promessi sposi.
Comprensione e analisi
1. Che cos il sistema storico secondo il Manzoni?
2. Perch Manzoni sceglie come esempi per la dimostrazione delle sue teorie lOtello di Shakespeare e la Zaira di
Voltaire? In che cosa differiscono le due tragedie?
3. Che cosa afferma Manzoni sul romanzo? In che modo lautore deve approcciarsi ai fatti narrati?
Approfondimenti
4. Ladesione al vero uno dei concetti chiave della poetica di Manzoni. Argomenta questa affermazione in un
breve testo scritto. (massimo 15-20 righe)
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SPAZIO
COMPETENZE
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