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La conoscenza credenza vera e giustificata?

Diversi tentativi sono stati fatti negli ultimi anni per stabilire le condizioni necessarie e sufficienti
affinch qualcuno accetti una determinata proposizione.
I tentativi, di solito, hanno questa forma:
(a) S conosce P se e solo se1
(i) P vera,
(ii) S crede che P sia vera, e
(iii) S ha ragione di credere che P sia vera (= giustificato nel credere che P sia vera).
Per esempio, Chisolm2 ritiene che il seguente ragionamento fornisca le condizioni necessarie e
sufficienti per la conoscenza:
(b) S conosce P se e solo se
(i) S accetta P,
(ii) S carpisce una certa evidenza su P, e
(iii) P vera.

Ayer3, invece, ritiene che sia questo:


(c) S conosce P se e solo se
(i) P vera,
(ii) S certo che P sia vera, e
(iii) S ha buone ragioni per ritenere che P sia vera.

Potrei dimostrare che (a) falsa in quanto le suddette condizioni non sono sufficienti a dimostrare
la veridicit del ritenere valida P da parte di S. Lo stesso ragionamento pu demolire anche (b) e
(c), se si sostituisce S ha ragione di credere che P sia vera a S ha buone ragioni per ritenere che
P sia vera e S carpisce una certa evidenza su P.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------1
pi usato, soprattutto in matematica, il simbolo
2

Roderick Milton Chisholm, epistemologo americano

Alfred Jules Ayer, epistemologo inglese

Comincio col evidenziare due punti: primo, anche se il fatto che S sia giustificato nel credere che P
sia vera una condizione necessaria affinch P sia vera, possibile anche che una persona sia
giustificata nel credere che in una proposizioni che in realt falsa; secondo, per ogni
proposizione P, se S giustificato nel credere che P sia vera, e P ha come conseguenza logica Q, e S
deduce Q attraverso P e la accetta come risultato della sua deduzione, allora S giustificato nel
credere che Q sia vera.
Tenendo a mente questi due punti, presenter due casi in cui le condizioni stabilite in (a) sono
vere per delle proposizioni, anche se allo stesso tempo falso che la persona in questione conosca
questa proposizione.
Caso 1
Supponiamo che Smith e Jones abbiano fatto richiesta per un certo lavoro. E supponiamo che
Smith abbia evidenza della seguente proposizione:
(d) Jones avr il lavoro, e Jones ha 10 monete in tasca.
Levidenza di Smith riguardo (d) si basa sul fatto che il presidente della compagnia gli abbia
assicurato che Jones alla fine sar scelto per il lavoro, e sul fatto che lui, Smith, abbia contato le
monete nella tasca di Jones dieci minuti fa. La proposizione (d) ha come conseguenza logica che:
(e) Luomo che avr il lavoro ha 10 monete in tasca.
Supponiamo che Smith colga la conseguenza logica di (d) nei confronti di (e) ed accetti (e) grazie a
(d), per la quale ha una forte evidenza. In questo caso, Smith giustificato nel credere che (e) sia
vera.
Ora, immaginiamo invece che sar Smith ad ottenere il lavoro che sia lui ad avere 10 monete in
tasca, e che sia alloscuro di entrambe le cose.
La proposizione (e) di conseguenza vera, anche se la proposizione (d), attraverso la quale Smith
ha ricavato (e), falsa. Nel nostro esempio, le seguenti condizioni sono verificate: (i) (e) vera; (ii)
Smith crede che (e) sia vera; (iii) Smith giustificato nel credere che (e) sia vera. Tuttavia,
ugualmente chiaro che Smith non sappia che (e) sia vera; essa vera in virt del numero di
monete nella tasca di Smith, mentre invece lui stesso non sa quante monete abbia nella tasca, e
basa la sua convinzione sul numero di monete nella tasca di Jones, che pensava essere colui che
avrebbe ottenuto il lavoro.
Caso 2
Supponiamo che Smith abbia una certa evidenza sulla seguente proposizione:
(f) Jones possiede una Ford.

Levidenza di Smith sar che Jones, da quanto ricorda, ha sempre avuto una macchina, e sempre
una Ford, e che Jones gli abbia appena offerto un giro guidando una Ford. Immaginiamo che Smith
abbia un altro amico, Brown, di cui non conosca lattuale collocazione. Smith sceglie casualmente
3 nomi di luoghi e costruisce le seguenti 3 proposizioni:
(g) o Jones possiede una Ford, o Brown a Boston.
(h) o Jones possiede una Ford, o Brown a Barcelona.
(i) o Jones possiede una Ford, o Brown a Brest-Litovsk.
Tutte queste proposizioni sono conseguenze logiche di (f). Immaginiamo che Smith capisca la
conseguenza logica delle proposizioni e proceda con laccettare (g), (h) e (i) sulla base di (f). Smith
ha correttamente dedotto (g), (h), (i) da una proposizione di cui ha forte evidenza. Smith
dopotutto completamente giustificato nel credere che tutte e 3 le proposizioni siano vere. Di fatto,
Smith non ha idea di dove sia Brown.
Tuttavia, immaginiamo che appaiano 2 ulteriori condizioni. Per prima cosa, Jones non possiede
una Ford, ma sta guidando una macchina noleggiata. In pi, per pura coincidenza, e senza che
Smith lo sappia, il posto menzionato nella proposizione (h) sia davvero quello in cui si trova Brown.
Se ci sono queste condizioni, allora Smith non sa che (h) sia vera, sebbene: (i) (h) vera, (ii) Smith
crede davvero che (h) sia vera), (iii) Smith giustificato nel credere che (h) sia vera.
Questi due esempi mostrano che la definizione (a) non stabilisce una condizione sufficiente
affinch qualcuno sappia una data proposizione. Gli stessi casi, applicati a (b) e (c), daranno lo
stesso risultato.

Autore:
Edmund Gettier
Titolo originale:
Is Justified True Belief Knowledge?
Testo completo originale:
http://philosophyfaculty.ucsd.edu/faculty/rarneson/Courses/gettierphilreading.pdf

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