Vous êtes sur la page 1sur 82

1

CORSI di FORMAZIONE sulla SICUREZZA


Direttore dei corsi : prof. Attilio Carotti - Dip.to di Ingegneria Strutturale
co-Direzione: arch.Borgazzi ing. Guido dott. Re

Rischi fisici - Rumore


Ing. Luigi Brugnolo

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

Il Decibel

Breve introduzione alle unit logaritmiche

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

Il decibel (simbolo dB) un decimo di Bel


(simbolo B) : 10dB = 1B. Il Bel ormai caduto in
disuso, ma rimane l' unit di misura fondamentale
da cui il "deciBel" deriva.
Il Bel e il suo sottomultiplo decibel sono unit di misura di tipo
logaritmico: le corrispondenti misure sono numeri puri, e
precisamente un determinato logaritmo del rapporto fra due
grandezze omogenee (esprimibili cio nella stessa unit di misura, e
tali, quindi, che il loro rapporto un numero puro adimensionale). Le
unit di misura B e dB sono anch' esse adimensionali, e quindi non
specificano una grandezza fisica come il metro o il watt: ma devono
essere indicate nella misura, perch la loro conoscenza
necessaria (e sufficiente) per risalire dalla misura al rapporto
originale.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

4
Un rapporto misurato in Bel si definisce come il logaritmo in base 10 del rapporto stesso. Dire che un
rapporto di 1 Bel equivale quindi a dire che il rapporto stesso di 10:1.
Il rapporto espresso in Bel fra due numeri o due grandezze fisiche omogenee, N1 e N2, resta quindi definito
come:

ed ovviamente, per essere espresso in deciBel, deve essere


moltiplicato per 10:

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

Possiamo quindi dire che il rapporto fra una tonnellata e un chilogrammo


1.000:1 (3 Bel, o 30 deciBel); che il rapporto fra un eurocent e 1000 euro
1:100.000 (ossia - 5 Bel, o - 50 dB); che il rapporto fra l' intensit sonora
(espressa in W/m2) di un concerto rock e quella di una normale
conversazione di 1.000.000:1 (6 B, o 60 dB).

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

Il rapporto corrispondente a 1 deciBel meno


intuitivo: se A supera B di 1 dB, il rapporto A:B pari
a 101/10, cio a 1,25892... . Se A supera B di 3 dB, il
rapporto A:B risulta 100,3 = 1,995262... .
Nell' uso tecnico corrente, questo valore viene
approssimato a 2, per cui si usa dire che un
incremento di un valore di 3 deciBel corrisponde ad
un suo raddoppio, mentre un decremento di - 3 dB
corrisponde ad un suo dimezzamento.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

Normalmente, si usano i decibel in elettronica,


acustica, chimica e in generale in tutti i campi
in cui necessario calcolare prodotti e
rapporti fra numeri di magnitudine molto
diversa; calcolando con i decibel infatti si
"comprime" la scala numerica, rendendo le
distanze fra numeri da parecchi ordini di
grandezza a poche decine. Infine, campi
come l'acustica trattano grandezze che sono
intrinsecamente logaritmiche nei loro effetti.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

Fattore 10 o fattore 20?


In fisica ed in ingegneria spesso si assume,
senza neppure esplicitarlo, che i rapporti in
dB che verranno calcolati siano sempre
relativi a energie o potenze, anche partendo
da altre grandezze da cui energie e potenze
dipendono non linearmente. Questo
introduce nei calcoli un fattore 20, invece
che 10, che pu creare confusione.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

Ad esempio, in elettronica ed elettrotecnica, parlando


di rapporti in dB fra tensioni o correnti elettriche,
talvolta non si intende il rapporto fra le grandezze
stesse, ma fra le potenze che le tensioni o le correnti
svilupperebbero se applicate ad una medesima
impedenza. Essendo la potenza W proporzionale al
quadrato della tensione V o della corrente I,
sfruttando le propriet dei logaritmi si ricavano le
formule:

che valgono, per, solo nell' ipotesi che le tensioni o correnti di ingresso e
di uscita vengano applicate ad una medesima impendenza
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

10

Il fattore 20 si usa per pura comodit di calcolo, e


non modifica la definizione di decibel.
Chi scrive queste formule in un testo dovrebbe
chiarire esplicitamente che sta calcolando in dB
come rapporto fra due potenze, anche se a partire
da grandezze diverse.
Chi, al contrario, incontra in un testo formule per il
calcolo di un rapporto in dB contenenti, come
queste, il fattore 20 anzich 10, sia consapevole
che l' autore ha fatto, esplicitamente o
implicitamente, questa assunzione.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

11

Acustica

In acustica vengono usati i dBSPL per indicare il


livello di pressione sonora. La sigla SPL, infatti,
sta ad indicare Sound Pressure Level. Si calcola
in questo modo:

dove p0 indica la pressione sonora corrispondente alla soglia di


udibilit, pari a 20Pa = 20x10-6 Pa.
Questo non il rapporto in dB fra la pressione sonora p e la pressione sonora
corrispondente alla soglia di udibilit p0, ma fra i corrispondenti flussi di energia
(calcolati a parit di mezzo trasmissivo).
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

12

Analogamente, vengono definiti il livello di


intensit acustica (Intensity Level, IL) che si
misura in dBIL.

dove I0 indica l'intensit acustica della soglia di udibilit, pari a 10-12 W/m2.
Il livello di potenza acustica, riferito ad una potenza W0 = 10-12 watt :

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

13

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

14
Il suono e lessere umano

Il suono una cosa tanto comune della nostra vita quotidiana


che ben difficilmente ne apprezziamo tutte le funzioni. Esso ci
permette di provare meravigliose sensazioni nellascoltare la
musica o il canto degli uccelli. Ci permette la comunicazione a
viva voce con i familiari e con gli amici. Ci avvisa o ci mette in
guardia con la suoneria di un telefono, con un colpo bussato
alla porta o una sirena ululante. Ed ancora, il suono ci
permette di eseguire valutazioni e diagnosi di qualit, come
nel caso della rumorosit delle valvole di unautomobile, del
cigolio di una ruota o del battito cardiaco.
Per contro, e troppo spesso, nella societ moderna, il suono ci
disturba. Molti suoni sono sgradevoli o indesiderati, di
conseguenza li chiamiamo rumori. La misura in cui un rumore
ci disturba dipende anche dal nostro atteggiamento nei suoi
confronti. Alle orecchie del progettista, il boato del suo nuovo
aereo a reazione al decollo una dolce musica, ma un
tormento per i timpani delle persone che vivono in prossimit
della pista. Non occorre che il suono sia forte per disturbare:
un pavimento che scricchiola, un graffio in un disco o un
rubinetto che gocciola possono disturbare quanto il rumore del
tuono.
Quel che peggio, il suono pu danneggiare e distruggere.
Un boato a frequenza sonica pu mandare in frantumi tutte le
finestre e staccare lintonaco dalle pareti. Ma il caso pi
sfortunato si verifica quando il suono danneggia quel delicato
strumento studiato per riceverlo, cio lorecchio umano.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

15

Perch misuriamo il suono


Le misure provvedono a definire le quantit, le quali
descrivono e valutano il suono. Le misure sonore hanno
portato notevoli miglioramenti nellacustica delle abitazioni e
agli altoparlanti che ci consentono di godere il piacere della
musica, sia nella sala di ascolto che in casa.
Le misure del suono consentono anche unanalisi precisa e
scientifica dei suoni sgradevoli. Tuttavia, dobbiamo ricordare
che a causa delle differenze fisiologiche e psicologiche tra i
vari individui, il grado di disturbo non pu essere misurato
scientificamente persona per persona. Per contro, le misure
ci forniscono un mezzo obiettivo per confrontare i suoni
sgradevoli ascoltati in condizioni diverse.
Le misure del suono danno anche una chiara indicazione del
livello al quale il suono pu provocare danni alludito e di
conseguenza ci consentono di prendere le opportune misure
correttive. Il grado di danno alludito pu essere determinato
dalle prove audiometriche, le quali consentono la
valutazione della sensibilit uditiva del singolo individuo.
Pertanto, le misure del suono sono estremamente importanti
nei programmi intesi alla conservazione delludito.
Infine, la misura e lanalisi del suono sono un potente
strumento diagnostico nei programmi di riduzione dei rumori,
dagli aeroporti alle fabbriche, ai cantieri, alle autostrade, alle
abitazioni ed agli studi di registrazione. La misura e lanalisi
del suono ci permettono di migliorare la qualit della nostra
vita.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

16
Cos il suono
Il suono definito come una variazione di pressione
(nellaria, nellacqua o in qualche altro mezzo) che
lorecchio umano riesce a rilevare. Lo strumento pi noto
per la misura delle variazioni di pressione nellaria il
barometro. Tutte queste variazioni di pressione che si
verificano al variare delle condizioni meteorologiche sono
troppo lente perch lorecchio umano le possa rilevare, e di
conseguenza non sono utili per la nostra definizione del
suono. Ma se queste variazioni di pressione atmosferiche si
verificano con maggiore frequenza possono essere udite e
sono di conseguenza suoni. (In ogni caso un barometro non
pu reagire in modo sufficientemente veloce, per cui non
potrebbe essere usato per misurare il suono). Il numero
delle variazioni di pressione al secondo viene chiamato
frequenza del suono, ed misurata in Hertz (Hz). Le
frequenze di un suono definito sono i toni. In questo modo
il rimbombo di un tuono udito da distante ha una frequenza
bassa, mentre un fischio ha una frequenza pi alta. Il
campo uditivo delluomo si estende da circa 20 Hz fino a
20.000 Hz, mentre il campo coperto dalla nota pi bassa di
un pianoforte fino alla nota pi acuta varia fra i 27,5 Hz e
4.186 Hz. Le variazioni di pressione si propagano
attraverso un mezzo elastico dalla sorgente sonora
allorecchio. Tutti, probabilmente, si sono gi fatti unidea
della velocit del suono partendo dalla regola elementare
usata per stabilire la distanza alla quale caduto un
fulmine: contando tre secondi per Km, dal tempo intercorso
dal lampo al boato. Questo intervallo di tempo corrisponde
alla velocit del suono nellaria che pari a 1.238 Km/h.
Per le misure acustiche questa velocit espressa come
344 m/s a temperatura ambiente.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

17
Il Decibel (dB)

Il secondo importante parametro per quantificare un suono la


dimensione o amplitudine delle variazioni della pressione. Il
suono pi debole che lorecchio umano in grado di rilevare
pari a 20 milionesimi di Pascal (20 Pa), che un fattore inferiore
di 5 miliardi di volte alla normale pressione atmosferica. Questa
variazione di pressione di 20 Pa, cos piccola che la
membrana del timpano subisce uno spostamento inferiore al
diametro di un atomo. Sorprendentemente lorecchio umano
riesce a tollerare pressioni sonore un milione di volte pi elevate,
perci se dovessimo misurare il suono in Pascal, ci troveremmo a
dover lavorare con numeri enormi e difficilmente utilizzabili. Per
evitare questo si fatto ricorso alla scala dei decibel (dB). Il
decibel non una unit di misura assoluta, bens il rapporto tra la
quantit misurata ed il livello di riferimento stabilito. La scala dei
dB logaritmica e usa la soglia delludito di 20 Pa come livello
di riferimento. Questo definito come 0 dB. Quando
moltiplichiamo la pressione sonora per 10, non facciamo altro che
aggiungere 10 dB al livello in dB. Per cui 200 Pa
corrisponderanno a 10 dB (riferimento 20 Pa), 2000 Pa
corrisponderanno a 20 dB, e cosi via. In altre parole, la scala in
dB comprime una gamma di un milione di Pa in una gamma di
120 dB. La figura mostra il livello di pressione sonoro (Lp) dei
rumori pi comuni, espressi sia in dB che in Pa. Un altro aspetto
utile della scala in dB che questa d unapprossimazione
migliore per la percezione umana dellintensit sonora relativa
che non la scala in Pascal. Questo perch lorecchio reagisce alle
variazioni logaritmiche di livello, che corrispondono alla scala in
dB, in cui un dB rappresenta la stessa variazione relativa in
qualsiasi punto della scala.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

18
Che cosa sentiamo?
Abbiamo gi definito il suono come una variazione di
pressione che pu essere udita dallorecchio umano,
su di una gamma di frequenze da 20 Hz fino a 20 KHz
per una persona giovane ed in buone condizioni di
salute.
In termini di livello di pressione sonora dei suoni udibili
la grandezza si estende, invece, dalla soglia
delludito di 0 dB fino alla soglia del dolore
corrispondente a 130 dB.
Bench un aumento di 3 dB rappresenti un raddoppio
della pressione sonora, necessario un incremento di
circa 5 dB perch, soggettivamente, il suono risulti pi
elevato. (I cambiamenti pi piccoli che possono essere
percepiti corrispondono a 1.5 dB)
Lintensit percepita di un suono determinata da
parecchi e complessi fattori. Uno di tali fattori
rappresentato dal fatto che lorecchio umano non
ugualmente sensibile a tutte le frequenze, ma pi
sensibile nel campo compreso fra 2 KHz e 5 KHz, ed
molto meno sensibile alle frequenze estremamente
basse o estremamente elevate

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

19
A complicare ulteriormente le cose, questa differenza
di sensibilit a frequenze differenti pi pronunciata
ai bassi livelli di pressione sonora (Lp) che non agli
alti. Questo pu essere visto sulla figura, la quale
mostra una famiglia di curve di uguale sensazione
sonora indicanti il livello di pressione sonora
richiesto a qualsiasi frequenza per dare la stessa
apparente sensazione soggettiva di un segnale di 1
KHz.
Ad esempio, un segnale di 50 Hz deve avere un
livello di 15 dB pi elevato (quindi di 85 dB) per dar
luogo alla stessa sensazione soggettiva di un
segnale di 70 dB a 1 KHz.
I suoni impulsivi presentano un altro problema nella
valutazione della sensazione. Se un suono di breve
durata, e cio dura meno di un secondo, viene
chiamato impulso sonoro. Esempi pratici di suoni
impulsivi possono essere il battito di una macchina
per scrivere o il rumore di un martello, di
conseguenza pi breve sar la durata del suono e
meno sensibile sar lorecchio nel percepirlo. I
ricercatori sono daccordo sul fatto che i suoni pi
brevi di 70 ms (70 millesimo di secondo) inducono
una sensazione sonora inferiore a quella indotta da
suoni di durata pi lunga e aventi lo stesso livello
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

Curve isofoniche

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

20

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

21
Il fonometro
Il fonometro uno strumento per valutare lampiezza dei suoni e fornire misure obiettive e riproducibili del
livello di pressione sonora. Ci sono diversi sistemi disponibili per misurare il suono. Bench differenti nei
dettagli, ciascun sistema composto da un microfono, da una unit di trattamento e da una unit di lettura
dati. Il microfono converte il segnale del suono in un segnale elettrico equivalente. Il tipo di microfono pi
adatto per un fonometro, attualmente, il microfono a condensatore che associa la precisione con la
stabilit e laffidabilit. Il segnale elettrico prodotto dal microfono talmente piccolo che richiede di essere
amplificato, mediante un preamplificatore, prima di essere misurato. Differenti tipi di trattamento possono
essere applicati al segnale. Esso pu passare attraverso un circuito di pesatura ( relativamente
semplice fabbricare un circuito elettronico dove la sensibilit vari con la frequenza nello stesso modo
dellorecchio umano, simulando cos le curve di uguale sensazione sonora). Sono state sviluppate tre curve
caratteristiche e normalizzate, internazionalmente definite come ponderazioni A, B e C.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

22

Il circuito di ponderazione A rappresenta una


buona approssimazione per le curve di uguale
sensazione sonora ai bassi livelli di pressione
sonora. Il circuito B si comporta analogamente per
le curve di uguale sensazione sonora a livelli medi
di pressione sonora, mentre il circuito C si
comporta allo stesso modo agli elevati livelli di
pressione sonora. Unaltra speciale curva, di
ponderazione D, stata normalizzata per le
misure di rumore degli aerei. Oltre ai vari circuiti di
ponderazione, i fonometri hanno generalmente
anche un circuito lineare lin. Questo non
pondera il segnale ma gli permette di passare
attraverso senza essere modificato. Attualmente le
ponderazioni A e C sono quelle prese in esame
dalla legislazione, poich la ponderazione B non si
correla in maniera adeguata con le prove
soggettive. Una delle ragioni per la quale la
ponderazioni B non pu dare i risultati sperati
che le curve di uguale sensazione sonora sono
basate su prove con toni puri, ed i suoni che pi
frequentemente incontriamo non sono dei toni puri,
ma segnali complessi contenenti un infinito numero
di toni differenti.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

23

Lultima parte di un fonometro lunit di lettura che


rappresenta il livello sonoro in dB o in dB(A) (livello
sonoro misurato con la ponderazione A). Il segnale
pu essere anche prelevato alle prese di uscita,
sotto forma analogica o digitale, per potere collegare
della strumentazione esterna che provvede a
trattare ulteriormente il segnale.

Calibrazione
Il fonometro deve essere calibrato al fine di fornire
dati precisi ed accurati. Il sistema migliore per
effettuare la calibrazione quello di piazzare una
sorgente acustica portatile direttamente sul
microfono. Questi calibratori forniscono un livello di
pressione sonora preciso che permette di regolare il
fonometro.
Per disposizione legislativa, la
calibrazione deve essere eseguita prima e dopo
ogni serie di misure. Se le misure di rumore devono
essere registrate, allora dovr essere registrato
anche il segnale di calibrazione, al fine di fornire un
livello di riferimento alla lettura.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

24

Risposta del rivelatore


La maggior parte dei suoni richiede la misura
di un livello fluttuante. Al fine di misurare
correttamente il suono, le variazioni devono
essere misurate nella maniera pi precisa
possibile. Tuttavia, se il livello del suono varia
troppo rapidamente lo strumento non riuscir
a seguire il segnale. Per questa ragione sono
state
standardizzate
due
risposte
caratteristiche del rivelatore. Queste sono
conosciute come F (fast: veloce) e S (slow:
lenta).
F ha una costante di tempo di 125 ms e
permette di ottenere una risposta rapida per
seguire e misurare i livelli sonori che non
oscillano troppo rapidamente. S ha una
costante di tempo di 1 s e d una risposta piu
lenta adatta ad ammortizzare le fluttuazioni.
La scelta della caratteristica appropriata del
rilevatore dettata dalle norme utilizzate per
le misure.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

25
Il fonometro per gli impulsi
Se il suono che deve essere misurato consiste di
impulsi isolati o contiene unalta proporzione di rumori
di tipo impattivo, allora i modi F e S non sono idonei
per dare una misura che rappresenti leffetto
sullorecchio umano.
Per tali misure, i fonometri necessitano di una costante
di tempo ancora pi rapida che quella normalizzata
come I (impulso). La caratteristica I ha una costante
di tempo di 35 ms, ed adeguata per la misura dei
rumori transitori, in maniera da tener conto del fattore
di percezione umana degli impulsi sonori. Bench la
sensazione sonora percepita di un suono di breve
durata sia pi bassa di quella di un rumore continuo e
stabile, il rischio di danneggiamento delludito non
necessariamente ridotto. Per questa ragione alcuni
fonometri includono un circuito per le misure del valore
di picco (peak) del suono, indipendentemente dalla
durata.
E anche incorporato un circuito di
memorizzazione dei valori di picco ed efficaci (RMS).
Alcune norme richiedono che debbano essere misurati
i valori di picco, mentre altre richiedono le misure del
modo I. In tutti i casi il circuito di memoria facilita la
lettura della misura.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

26
Parametri dellenergia sonora
Il suono una forma di energia e quindi il potenziale
nocivo arrecabile alludito non dipende solamente dal
livello ma anche dalla durata. Per esempio,
lesposizione ad un suono intenso per 4 ore molto pi
dannosa che lesposizione al medesimo suono e di
stessa intensit per una sola ora. Cos per determinare
il potenziale nocivo di un ambiente sonoro, occorre
misurare sia il livello acustico che la durata di
esposizione, per poter determinare e calcolare
lenergia ricevuta. Per i livelli sonori costanti, questo
molto facile, ma se il livello sonoro varia, esso deve
essere campionato ripetutivamente durante un bel
definito periodo di campionamento. Da questi
campioni allora possibile il calcolo di un valore unico
che prende il nome di livello acustico continuo
equivalente (Leq). Esso definito come il livello
acustico che ha il medesimo contenuto di energia,
e conseguentemente il medesimo potenziale
nocivo per ludito, del livello acustico fluttuante.
Per un Leq ponderato A usato il simbolo LAeq. La
misura di Leq non serve solamente per determinare il
grado di nocivit del suono ma anche per le misure di
altri tipi di rumore, per esempio la stima di disturbo del
rumore nelle zone residenziali.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

27
Se il livello sonoro varia in intervalli ben definiti, il Leq pu
essere calcolato con laiuto di un fonometro e di un
cronometro. Se invece un suono varia in maniera casuale
non facile calcolarlo manualmente. In questi casi occorre
luso di un fonometro integratore.
Questi fonometri calcolano automaticamente il valore Leq del
suono che deve essere misurato. Le misure di Leq possono
essere effettuate durante dei periodi qualunque; alcuni
fonometri hanno anche un Leq normalizzato a 60 secondi,
che pu essere utilizzato per un campione di breve durata.
Un altro parametro per lenergia sonora il livello di
esposizione acustica (SEL) che definito come il livello
costante che durando 1 s produce la stessa quantit di
energia sonora del suono originale. Se la misura impostata
sulla ponderazione A il SEL definito dal simbolo LAE. Una
misura di SEL utilizzabile per quantificare lenergia sonora
di un evento semplice come ad esempio il passaggio di
unautomobile e di un aereo. Poich le misure di SEL sono
normalizzate per un intervallo di tempo di un secondo,
lenergia contenuta nei differenti tipi di eventi sonori potr
essere facilmente confrontata.
Quando si desiderano pi informazioni sulla ripartizione dei
livelli sonori, si pu utilizzare un analizzatore statistico di
livelli. Questo fornisce le analisi statistiche delle variazioni
del livello sonoro inerenti il periodo preso in considerazione.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

28
Linfluenza dello strumento e delloperatore
Quando si misura il rumore, devono essere prese le
necessarie precauzioni affinch il fonometro e il corpo
delloperatore non interferiscano nelle misure. La presenza
delloperatore e dello strumento non solo bloccano il suono
proveniente da una data direzione, ma possono provocare
riflessioni che a loro volta possono causare errori di misura.
Nessuno pensa mai al proprio corpo come ad un riflettore di
suoni, ma gli esperimenti hanno dimostrato che a frequenze
intorno ai 400 Hz, le riflessioni del corpo possono provocare
errori fino a 6 dB nelle misure eseguite a meno di un metro
dalla persona.
Per ridurre al minimo le riflessioni dello strumento, i fonometri
devono essere progettati in modo particolare: con lestremit
a forma di cono. Per ottenere misure ancora pi precise,
alcuni strumenti sono muniti di un braccio di prolungamento
per fissare il microfono ad una certa distanza dallo
strumento, al fine di evitare i disturbi del campo sonoro
attorno al microfono. Sono disponibili anche cavi di
estensione per allontanare ancora di pi i microfoni. Per
ridurre al minimo le riflessioni del suono dal nostro corpo
sufficiente tenere il fonometro a distanza di braccio. I
microfoni possono anche essere montati su di un cavalletto,
eventualmente con unasta di estensione. In ogni caso
possibile rendersi conto delleffetto della presenza
delloperatore osservando i valori indicati dallo strumento sia
in presenza delloperatore che con loperatore spostato di
qualche passo.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

29
Linfluenza dellambiente
Il vento
Il vento che soffia in prossimit del microfono produce una
quantit di rumori estranei simili a quelli che si avvertono
quando soffia violentemente nelle orecchie. Per ridurre al
minimo il fenomeno nellimpiego in esterni, si deve sempre
usare uno speciale controvento composto da una sfera
porosa di schiuma di poliuretano, disposta al di sopra del
microfono. La sfera ha anche il compito di proteggere il
microfono dalla polvere, dallo sporco e dalle precipitazioni.
Umidit
Il fonometro e il microfono non vengono influenzati dai livelli
di umidit relativa fino al 90%. Si deve tuttavia aver cura di
proteggere lo strumento dalla pioggia, dalla neve, ecc.
Eseguendo misure durante le precipitazioni atmosferiche, si
deve sempre applicare un controvento al microfono. Anche
se il controvento diventa molto umido, le misure rimangono
molto precise. Se il microfono deve essere usato in
continuazione in ambienti estremamente umidi, si consiglia
limpiego di microfoni speciali per esterni, di speciali coperchi
per proteggerli dalla pioggia e di deumidificatori.
Temperatura
Come tutti i circuiti elettronici, anche i fonometri funzionano
bene solo entro un determinato range di temperatura,
normalmente fra 10C e +50C. Tuttavia si deve aver cura
di evitare anche improvvisi sbalzi di temperatura che
potrebbero provocare la formazione di condensa nel
microfono

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

30
Pressione atmosferica
Variazioni nella pressione atmosferica di +/-10%
hanno uninfluenza trascurabile (inferiore a +/-2 Db)
sulla sensibilit del microfono. Tuttavia, alle grandi
altezze, la sensibilit, e particolarmente alle alte
frequenze, pu essere influenzata in misura
maggiore. In questo caso occorre consultare il
manuale di istruzioni del microfono. Inoltre si deve
tener conto della pressione atmosferica eseguendo
la calibrazione.
Vibrazioni
Quantunque il microfono e il misuratore di livello
siano relativamente insensibili alle vibrazioni,
tuttavia sempre buona norma isolarli dalle forti
vibrazioni e dagli urti. Si possono usare cuscinetti di
gomma o di materiale isolante se il misuratore di
livello sonoro deve essere usato in presenza di forti
vibrazioni.
Campi magnetici
Linfluenza dei campi magnetici ed elettrostatici sul
fonometro da considerarsi trascurabile.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

31
Rumore ambientale
Fino a questo punto abbiamo descritto la misura del rumore
emesso da una singola macchina, al fine di caratterizzarla o
predirne la rumorosit a grandi distanze.
Invece il rumore ambientale implica la misura del rumore
totale (indipendentemente dalla sua sorgente) in una posizione
particolare. Il rumore pu cos essere dovuto a una o pi
sorgenti e alle riflessioni sonore delle pareti, del soffitto o da
altre macchine.
La rumorosit di una posizione di lavoro un esempio di
rumorosit ambientale. La misura viene fatta al posto di lavoro,
senza riguardo al fatto che la persona sia in campo sonoro
vicino o lontano della sua macchina, o che ci siano altre
macchine che operino nelle vicinanze; queste sono condizioni
che possono essere considerate al fine della riduzione del
livello sonoro, ma non per la misura dellesposizione. Questo
significa anche che uno degli orecchi delloperatore pu
ricevere pi rumore dellaltro.
Siccome la sonorit ambientale arriva da diverse direzioni, il
fonometro deve essere omnidirezionale, cio deve avere una
risposta uniforme indipendentemente dalla locazione delle
diverse sorgenti.
Altri esempi di rumorosit ambientale riguardano i centri
residenziali, per esempio il rumore della circolazione stradale
oppure uffici o teatri ai confini degli insediamenti industriali o
cantieristici.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

32
Rumore di fondo (differenza di livelli sonori
Un altro fattore che pu influire sulla precisione delle misure
il livello del rumore di fondo rispetto al livello del rumore
da misurare. Ovviamente il rumore di fondo non deve
coprire il segnale di interesse. In pratica ci significa che il
livello del segnale deve essere di almeno 3 dB pi elevato
che non il rumore di fondo. Pu comunque essere
necessaria una correzione per ottenere il risultato corretto.
La procedura per la misura del livello sonoro proveniente da
una macchina in condizioni di elevato rumore di fondo la
seguente:
1. Misurare il livello totale di rumore (Ls+n) con la macchina
in moto.
2.
Misurare il livello di rumore di fondo (Ln) con la
macchina spenta.
3.
Calcolare la differenza tra i due valori (Ls+n - Ln). Se
questa minore di 3 dB, il livello del rumore di fondo
troppo elevato per poter consentire una misura precisa. Se
compresa tra i 3 e i 10 dB, necessaria una correzione. Non
necessaria alcuna correzione se la differenza superiore a
10 dB.
4.
Per eseguire la correzione pu essere usato il
diagramma di figura. Ricercare sullascissa il valore della
differenza (Ls+n - Ln) e tracciare una verticale fino alla curva:
da questo punto andare sullasse delle ordinate.
5.
Sottrarre il valore sullasse verticale (Ln) dal livello
totale di rumore (Ls+n). La differenza da il livello di rumore Ls
della macchina.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

33

Somma dei livelli sonori


Se sono state misurate singolarmente i livelli di rumore di due
macchine e si desidera sapere qual il livello di rumore che
esse producono funzionando insieme, bisogna sommare i due
livelli sonori. Tuttavia, usando i dB non possibile sommarli
direttamente (a causa della scala logaritmica), ma devono
essere sommati servendosi del grafico a fianco.
1.
Misurare il livello sonoro (SPL) di ciascuna macchina
separatamente (L1, L2).
2. Trovare la differenza tra i due livelli (L1 L2).
3.
Entrare sulla parte inferiore del grafico e con questo
valore, rimontare fino allintersezione con la curva; venire
orizzontalmente fino allasse delle ordinate.
4.
Sommare il valore indicato (L) sullasse delle ordinate al
livello della macchina pi rumorosa (L2). Il risultato la somma
dei livelli sonori SPL delle due macchine.
5.
Se sono presenti 3 macchine, ripetere i punti da 1 a 4
usando la somma ottenuta per le prime due macchine e il livello
acustico della terza macchina.
Esempio:
Macchina 2 L2 = 85 dB
Macchina 1 L1 = 82 dB
Differenza L2 L1 = 3 dB
Correzione (dal grafico) L = 1,7 dB
Rumore totale:
85 + 1,7 = 86,7 dB

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

34

Quando i livelli sono troppo elevati


Quando le misure mostrano che i livelli sonori sono troppo
elevati, si devono prendere i provvedimenti opportuni per
ridurli. Quantunque i dettagli di un programma per la
riduzione del rumore possano assumere forme piuttosto
complesse, ci sono tuttavia quattro orientamenti generali in
vista di probabili soluzioni.
1.
Eliminare o ridurre alla fonte. Ci pu essere eseguito
con un trattamento acustico della superficie della macchina,
con opportune modifiche costruttive oppure con lacquisto di
una macchina pi silenziosa.
2.
Bloccare il percorso di trasmissione del suono, per
esempio piazzando un involucro o degli schermi acustici
attorno alla macchina e montandola su isolatori antivibranti
per impedire la trasmissione attraverso il pavimento. Il
rumore viene ulteriormente ridotto rivestendo le pareti di
materiale fonoassorbente per ridurre la riflessione delle
superfici. Alternativamente gli operatori possono essere
provvisti di un ambiente insonorizzato.
3.
Munire la persona esposta ai rumori di apposite
protezioni auricolari. Si tratta comunque di un rimedio non a
carattere permanete.
4.
Bloccare il funzionamento della macchina incriminata.
Nei casi estremi si deve prendere in considerazione anche
questa ipotesi. E anche possibile limitare le ore di
funzionamento spostando la fonte di rumore dannosa in
unaltra posizione o ruotando il personale addetto in modo da
ridurne il tempo di esposizione.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

35

Decreto Legislativo n.81 del 9 aprile 2008

CAPO II PROTEZIONE DEI


LAVORATORI CONTRO I RISCHI DI
ESPOSIZIONE AL RUMORE
DURANTE IL LAVORO
N 12 articoli (da art. 187 a art. 198)

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

36

Articolo 188 - Definizioni


1. Ai fini del presente capo si intende per:
a) pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della
pressione acustica istantanea ponderata in frequenza "C";
b) livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [dB(A)
riferito a 20 Pa]: valore medio, ponderato in funzione del
tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata
lavorativa nominale di otto ore, definito dalla norma
internazionale ISO 1999: 1990 punto 3.6. Si riferisce a tutti i
rumori sul lavoro, incluso il rumore impulsivo;
c) livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,w): valore
medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione
giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque
giornate lavorative di otto ore, definito dalla norma internazionale
ISO 1999: 1990 punto 3.6, nota 2.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

37

Norma internazionale
ISO 1999: 1990

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

38

Livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h):


Essa si esprime con la formula:
Lep,d (LEX,8h) = Lacq + 10 log10 Te/Trif
dove:

Te = durata quotidiana dell'esposizione personale di un lavoratore al rumore, ivi


compresa la quota giornaliera di lavoro straordinario;
Trif = 8 h (28800 s) tempo di riferimento;
Tc = tempo di campionamento (deve essere congruo rispetto a Te)
Po = 20 Pa;
Pa(t) = pressione acustica istantanea ponderata A, in Pascal, cui esposta, nell'aria a
pressione atmosferica, una persona; tale pressione si determina basandosi su misurazioni eseguite
all'altezza dell'orecchio della persona durante il lavoro, preferibilmente in sua assenza, mediante una
tecnica che minimizzi l'effetto sul campo sonoro.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

39

Livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,w):


Essa calcolata mediante la formula:

dove (Lep, d)k rappresentano i valori di Lep,d per ognuno degli m giorni di
lavoro della settimana considerata.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

40
Art.189 - Valori limite di esposizione e valori di azione

1.

2.

I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al


livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica
di picco, sono fissati a:
I.

valori limite di esposizione rispettivamente LEX,8h= 87


dB(A) e ppeak= 200 Pa (140 dB(C) riferito a 20 (micro)Pa);

II.

valori superiori di azione: rispettivamente LEX,8h= 85 dB(A)


e ppeak= 140 Pa (137 dB(C) riferito a 20 (micro)Pa);

III.

valori inferiori di azione: rispettivamente LEX,8h= 80 dB(A) e


ppeak= 112 Pa (135 dB(C) riferito a 20 (micro)Pa).
Laddove a causa delle caratteristiche intrinseche della attivita' lavorativa
l'esposizione giornaliera al rumore varia significativamente, da una giornata
di lavoro all'altra, e' possibile sostituire, ai fini dell'applicazione dei valori
limite di esposizione e dei valori di azione, il livello di esposizione
giornaliera al rumore con il livello di esposizione settimanale a condizione
che:
a) il livello di esposizione settimanale al rumore, come dimostrato da un
controllo idoneo, non ecceda il valore limite di esposizione di 87 dB(A);
b) siano adottate le adeguate misure per ridurre al minimo i rischi associati
a tali attivita'.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

41

Articolo 190 - Valutazione del rischio

1. Nell'ambito di quanto previsto dallarticolo 181, il datore di lavoro valuta l'esposizione


dei lavoratori al rumore durante il lavoro prendendo in considerazione in particolare:
a) il livello, il tipo e la durata dell'esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a rumore
impulsivo;
b) i valori limite di esposizione e i valori di azione di cui all'articolo 189;
c) tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al
rumore, con particolare riferimento alle donne in gravidanza e i minori;
d) per quanto possibile a livello tecnico, tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei
lavoratori derivanti da interazioni fra rumore e sostanze ototossiche connesse con
l'attivit svolta e fra rumore e vibrazioni;
e) tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da
interazioni fra rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati al
fine di ridurre il rischio di infortuni;
f) le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori dell'attrezzatura di lavoro
in conformit alle vigenti disposizioni in materia;
g) l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l'emissione di
rumore;
h) il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l'orario di lavoro normale,
in locali di cui responsabile;
i) le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile,
quelle reperibili nella letteratura scientifica;
l) la disponibilit di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di
attenuazione.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

42

Articolo 190 (segue)

2. Se, a seguito della valutazione di cui al comma 1, pu fondatamente


ritenersi che i valori inferiori di azione possono essere superati, il datore
di lavoro misura i livelli di rumore cui i lavoratori sono esposti, i cui
risultati sono riportati nel documento di valutazione.
3. I metodi e le strumentazioni utilizzati devono essere adeguati alle
caratteristiche del rumore da misurare, alla durata dell'esposizione e ai
fattori ambientali secondo le indicazioni delle norme tecniche. I metodi
utilizzati possono includere la campionatura, purch sia rappresentativa
dell'esposizione del lavoratore.
4. Nell'applicare quanto previsto nel presente articolo, il datore di lavoro
tiene conto dellincertezza delle misure determinate secondo la prassi
metrologica.
5. La valutazione di cui al comma 1 individua le misure di prevenzione e
protezione necessarie ai sensi degli articoli 192, 193, 194, 195 e 196 ed
documentata in conformit allarticolo 28, comma 2.
5-bis. Lemissione sonora di attrezzature di lavoro, macchine e
impianti pu essere stimata in fase preventiva facendo riferimento
a livelli di rumore standard individuati da studi e misurazioni la cui
validit riconosciuta dalla Commissione consultiva permanente
di cui allarticolo 6, riportando la fonte documentale cui si fatto
riferimento.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

43

Articolo 191 - Valutazione di attivit a livello di esposizione molto variabile

1. Fatto salvo il divieto al superamento dei valori limite di


esposizione, per attivit che comportano un'elevata fluttuazione
dei livelli di esposizione personale dei lavoratori, il datore di
lavoro pu attribuire a detti lavoratori un'esposizione al rumore
al di sopra dei valori superiori di azione, garantendo loro le
misure di prevenzione e protezione conseguenti e in particolare:
a) la disponibilit dei dispositivi di protezione individuale
delludito;
b) linformazione e la formazione;
c) il controllo sanitario.In questo caso la misurazione associata
alla valutazione si limita a determinare il livello di rumore
prodotto dalle attrezzature nei posti operatore ai fini
dellidentificazione delle misure di prevenzione e protezione e
per formulare il programma delle misure tecniche e
organizzative di cui allarticolo 192, comma 2.
2. Sul documento di valutazione di cui all'articolo 28, a fianco dei
nominativi dei lavoratori cos classificati, va riportato il
riferimento al presente articolo.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

44

Articolo 192 - Misure di prevenzione e protezione

1. Fermo restando quanto previsto dallarticolo 182, il datore di lavoro elimina i rischi
alla fonte o li riduce al minimo mediante le seguenti misure:
a) adozione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione al
rumore;
b) scelta di attrezzature di lavoro adeguate, tenuto conto del lavoro da svolgere, che
emettano il minor rumore possibile, inclusa l'eventualit di rendere disponibili ai
lavoratori attrezzature di lavoro conformi ai requisiti di cui al titolo III, il cui
obiettivo o effetto di limitare l'esposizione al rumore;
c) progettazione della struttura dei luoghi e dei posti di lavoro;
d) adeguata informazione e formazione sull'uso corretto delle attrezzature di lavoro
in modo da ridurre al minimo la loro esposizione al rumore;
e) adozione di misure tecniche per il contenimento:
1) del rumore trasmesso per via aerea, quali schermature, involucri o
rivestimenti realizzati con materiali fonoassorbenti;
2) del rumore strutturale, quali sistemi di smorzamento o di isolamento;
f) opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di
lavoro e dei sistemi sul posto di lavoro;
g) riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso
la limitazione della durata e dell'intensit dell'esposizione e ladozione di orari di
lavoro appropriati, con sufficienti periodi di riposo.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

Articolo 192 - Misure di prevenzione e protezione (segue)

45

2. Se a seguito della valutazione dei rischi di cui


allarticolo 190 risulta che i valori superiori di azione
sono superati, il datore di lavoro elabora ed applica
un programma di misure tecniche e organizzative
volte a ridurre lesposizione al rumore, considerando
in particolare le misure di cui al comma 1.
3. I luoghi di lavoro dove i lavoratori possono essere
esposti ad un rumore al di sopra dei valori superiori
di azione sono indicati da appositi segnali. Dette aree
sono inoltre delimitate e laccesso alle stesse
limitato, ove ci sia tecnicamente possibile e
giustificato dal rischio di esposizione.
4. Nel caso in cui, data la natura dell'attivit, il
lavoratore benefici dell'utilizzo di locali di riposo
messi a disposizione dal datore di lavoro, il rumore in
questi locali ridotto a un livello compatibile con il
loro scopo e le loro condizioni di utilizzo.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

46

Articolo 193 - Uso dei dispositivi di protezione individuali

1. In ottemperanza a quanto disposto dallarticolo 18, comma 1, lettera c), il datore di


lavoro, nei casi in cui i rischi derivanti dal rumore non possono essere evitati con
le misure di prevenzione e protezione di cui allarticolo 192, fornisce i dispositivi
di protezione individuali per ludito conformi alle disposizioni contenute nel titolo
III, capo II, e alle seguenti condizioni:
a) nel caso in cui l'esposizione al rumore superi i valori inferiori di azione il datore
di lavoro mette a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuale
dell'udito;
b) nel caso in cui l'esposizione al rumore sia pari o al di sopra dei valori superiori
di azione esige che i lavoratori utilizzino i dispositivi di protezione individuale
dell'udito;
c) sceglie dispositivi di protezione individuale dell'udito che consentono di
eliminare il rischio per l'udito o di ridurlo al minimo, previa consultazione dei
lavoratori o dei loro rappresentanti;
d) verifica l'efficacia dei dispositivi di protezione individuale delludito.
2. Il datore di lavoro tiene conto dell'attenuazione prodotta dai dispositivi di
protezione individuale dell'udito indossati dal lavoratore solo ai fini di valutare
lefficienza dei DPI uditivi e il rispetto del valore limite di esposizione. I mezzi
individuali di protezione dell'udito sono considerati adeguati ai fini delle presenti
norme se, correttamente usati, e comunque rispettano le prestazioni richieste
dalle normative tecniche.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

47

Art.194. Misure per la limitazione dell'esposizione


1. Fermo restando l'obbligo del non superamento dei
valori limite di esposizione, se, nonostante l'adozione
delle misure prese in applicazione del presente titolo, si
individuano esposizioni superiori a detti valori, il datore
di lavoro:
a) adotta misure immediate per riportare l'esposizione
al di sotto dei valori limite di esposizione;
b) individua le cause dell'esposizione eccessiva;
c) modifica le misure di protezione e di prevenzione per
evitare che la situazione si ripeta.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

48

Art.195. Informazione e formazione dei lavoratori

1. Fermo restando quanto previsto


dallarticolo 184 nellambito degli
obblighi di cui agli articoli 36 e 37, il
datore di lavoro garantisce che i
lavoratori esposti a valori uguali o
superiori ai valori inferiori di azione
vengano informati e formati in
relazione ai rischi provenienti
dallesposizione al rumore.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

49

Art.196. Sorveglianza sanitaria


1. Il datore di lavoro sottopone a sorveglianza sanitaria i
lavoratori la cui esposizione al rumore eccede i valori
superiori di azione. La sorveglianza viene effettuata
periodicamente, di norma una volta l'anno o con periodicit
diversa decisa dal medico competente, con adeguata
motivazione riportata nel documento di valutazione dei rischi
e resa nota ai rappresentanti per la sicurezza di lavoratori in
funzione della valutazione del rischio. L'organo di vigilanza,
con provvedimento motivato, pu disporre contenuti e
periodicit della sorveglianza diversi rispetto a quelli forniti
dal medico competente.
2. La sorveglianza sanitaria di cui al comma 1 estesa ai
lavoratori esposti a livelli superiori ai valori inferiori di azione,
su loro richiesta e qualora il medico competente ne confermi
lopportunit.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

50

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

51

Valutazione del rumore nel caso di attivit temporanee


(cantieri di costruzione)

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

52

Consideriamo che:
per tutta una serie di attivit lavorative correnti nei cantieri, il livello
sonoro a cui sono esposti i lavoratori nettamente al di sotto del
valore inferiore di azione (livello di esposizione giornaliera al rumore
pari a 80 dBA).
A tali fasi lavorative possono sovrapporsene altre in cui gli addetti (o
parte di essi) possono essere esposti a livelli di rumore superiori e tali
da portare i livelli di esposizione giornaliera al di sopra degli 80 dBA,
che costituiscono la soglia di intervento primaria.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

53

In tali casi, le caratteristiche del lavoro nel settore delle costruzioni


(estrema variabilit delle esposizioni, nel corso della vita del cantiere
oltre che nellambito delle singole giornate o settimane lavorative)
rendono praticamente impossibile applicare le metodologie di
valutazione previste per le lavorazioni svolte in altri settori lavorativi,
nei quali a ciascun lavoratore e a ciascun posto di lavoro (inteso nella
sua eccezione topografica) attribuibile un livello di esposizione al
rumore o una rumorosit.
Il Legislatore, forse conscio di ci, ha quindi previsto una ulteriore
possibilit oltre alla misurazione strumentale, infatti nel Capo IV
Cantieri temporanei o mobili, larticolo 190 comma 5-bis recita
testualmente:

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

54

5-bis. Lemissione sonora di attrezzature di lavoro,


macchine e impianti pu essere stimata in fase
preventiva facendo riferimento a livelli di rumore
standard individuati da studi e misurazioni la cui
validit riconosciuta dalla Commissione consultiva
permanente di cui allarticolo 6, riportando la fonte
documentale cui si fatto riferimento.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

55

Tale modalit di valutazione presuppone di percorrere il seguente iter


logico:
a) individuazione delle fasi lavorative operanti e valutazione dei livelli
di esposizione personale durante lesecuzione delle stesse, in
relazione ai posti di lavoro;
b) Suddivisione dei lavoratori operanti in cantiere in gruppi omogenei
secondo le attivit svolte e individuazione, nellambito di ciascun
gruppo omogeneo, dei livelli di esposizione giornalieri relativi a
ciascuna delle attivit del gruppo omogeneo e della percentuale di
tempo lavorativo dedicata - nellambito dello specifico cantiere e per la
sua intera durata - a ciascuna delle attivit svolte;

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

56

c) Calcolo, per ciascun gruppo omogeneo, del livello di esposizione personale


relativo allintera durata del cantiere, utilizzando lespressione;

Lep = 10 log [1/100(i Pi 10Li/10)]


in cui :

Lep = livello di esposizione personale


Li
= livello equivalente prodotto dalla i-esima attivit
Pi
= percentuale di tempo dedicata allattivit i-esima
nellarco della prestazione lavorativa nello specifico cantiere.

(Una valutazione specifica va fatta nel caso dei livelli di esposizione di lavoratori addetti a
macchine particolarmente rumorose.)

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

57
Una volta effettuate le valutazioni di cui sopra i lavoratori saranno suddivisi in quattro categorie :
Ilavoratori addetti ad attivit comportanti valore della esposizione quotidiana personale non superiore a
80 dBA: per tali lavoratori il decreto non impone alcun obbligo;
II lavoratori addetti ad attivit comportanti valori dellesposizione quotidiana personale compresi tra 80 e
85 dBA: per tali lavoratori si applicano le disposizioni di cui al comma 1 lettera a) dellart. 193 (messa a
disposizione dei lavoratori di dispositivi di protezione individuale), al comma 1 dellart. 195
(informazione e formazione) e del comma 2 dellart.196 (sorveglianza sanitaria su richiesta del lavoratore
o previo parere del medico competente);
III lavoratori addetti ad attivit comportanti valori della esposizione quotidiana personale compresi tra 85 e
87 dBA: per tali lavoratori si applicano, oltre alle disposizioni di cui al caso precedente, quelle di cui al
comma 1 lettera b) dellart. 193 (predisposizione di un piano di interventi tecnici e organizzativi per
ridurre lesposizione), al comma 1 lettera b) dellart. 193 (assicurarsi che i DPI siano indossati) e al
comma 1 dellart. 196 (sorveglianza sanitaria);
IV lavoratori addetti ad attivit comportanti valori di esposizione quotidiana personale superiori a 87 dBA;
per tali lavorazioni si applica lintero art. 194 (Misure per la limitazione dellesposizione) e il comma 1
dellart. 196.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

58

Livelli di esposizione tipici delle varie fasi lavorative


Il primo passo della procedura suggerita per effettuare la
valutazione nel caso di attivit temporanee quello di
individuare, per ciascun lavoratore o per ciascun gruppo
omogeneo di lavoratori, le fasi lavorative e i livelli di
esposizione relativi.
A tal fine, in mancanza di rilevazioni effettuate sulle macchine e
gli attrezzi effettivamente utilizzati, si pu fare riferimento ai
dati della tabella che segue.
Tali dati discendono da una approfondita indagine dellIstituto
Nazionale Svizzero Assicurazione Infortuni (INSAI) e
discendono da una serie di alcune migliaia di misurazioni
effettuate in cantiere.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

59

TABELLA DEL RUMORE INDUSTRIA EDILE E DEL


GENIO CIVILE
(Fonte INSAI)

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

60
ABBATTIMENTO ROCCIA, LAVORI IN SOTTERRANEO, ESTRAZIONE MATERIALE
Leq dBA
Perforazione
Martelli demolitori pneumatici, insonorizzati
Perforatrici (Jumbo) pneumatiche
idrauliche
Raschiare, Smarinare
Caricatrici pneumatiche
Frese
Fresatrici per gallerie
Martelli perforatori
Consolidazione della roccia
Perforazione per ancoraggi in roccia
Gunitaggio
Ventilatori, soffiere
Compimento
Lavori di casseratura
Seghe circolari
Betonaggio
pompe per calcestruzzo
vibratori a immersione
vibratori esterni

95-100
95-100
105-100
100-105
105-110
115-120
85-90
90-95
105-110
95-100
105-110
90-95
95-100
80-85
85-90
90-95
80-85
90-95
80-85
95-100

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

61

PREPARAZIONE MATERIALE SABBIA, GHIAIA, PIETRISCO,


CALCESTRUZZO, RIVESTIMENTI
Impianti di frantumazione
vagliatura
lavaggio
Locali comando
Piccole betoniere
Impianti di betonaggio
Locali comando
Impianti per la preparazione di rivestimenti
Locali comando
Martelli perforatori

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

95-100
95-100
95-100
75-80
80-85
80-85
<80
85-90
<80
105-110

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

62

COSTRUZIONE ROTAIE
Rampiconatura con costipatrici elettriche
Guardiano di sicurezza
Rampiconatrici
Cabina di comando
Vagliatura della ghiaia
Rincalzatrice, sollevatrice, allineatrice
Cabina di comando

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

95-100
85-90
100-105
85-90
95-100
95-100
85-90

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

63

COSTRUZIONE DI STRADE, DI FONDAZIONE E DI STERRO


Macchine per lo sterro con potenza motore inferiore a 15 CV
Escavatori idraulici
p.es. escavatori con scalpello
Caricatrici compatti
Macchine per lo sterro con potenza motore sup. a 150 CV
Escavatori
Caricatrici
Scarper
Dumper
Spianatrici
Cospiratori
Costipatori per lastre
Costipatori per scavi
Rulli vibratori
Macchine per la posa rivestimenti
Rulli

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

<80
80-85
100-105
85-90
90-95
90-95
85-90
95-100
85-90
85-90
90-95
90-95
90-95
90-95
90-95
80-85

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

64

EDILIZIA
Lavori di casseratura
Seghe circolari
Pompe per calcestruzzo
Vibratori a immersione
Vibratori esterni
Lavori da muratore (senza macchine)
Fresatrici portatili
Montaggio di elementi

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

85-90
90-95
90-95
80-85
95-100
80-85
100-105
<80

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

65

APPARECCHI SPECIALI
Martelli demolitori pneumatici
Martelli demolitori pneumatici, insonorizzati, elettrici
Frese per asfalto
Frese per calcestruzzo
Perforatrici a diamante
Apparecchi per la fusione del calcestruzzo
Risanamento di costruzione per mezzo di getto dacqua
ad altissima pressione
Martelli perforatori su guide
Macchine puliscitavole
Frese per muri
Motoseghe a catena
- a benzina
- elettrici
Martelli di saldatura pneumatici
Trapani a percussione elettrici
Battipali a caduta libera
Battipali con motore diesel
Battipali con martello pneumatico
Battipali con vibratori elettrici
Trivellatrici per pali
Trivellatrici per sondaggio

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

95-100
95-100
90-95
95-100
85-90
90-95
100-105
105-110
80-85
95-100
100-105
85-90
100-105
90-95
85-90
95-100
105-110
85-90
85-90
85-90
CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA
Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

66

COSTRUZIONE IN LEGNO OFFICINE, SERVIZI AUSILIARI, MAGAZZINI


Carpenteria
Macchine per la lavorazione del legno
Reparto affilatura utensili
Lavorazione meccanica
Magli di fucina

90-95
90-95
<80
100-105

Officina da fabbro
Raddrizzatura, martellatura, smerigliatura, sbavatura

90-95

Reparto manutenzione e riparazione


Lavori manutenzione
Lavori da meccanico lamierista

<80
90-95

Garage
Servizi
Lavori da fabbro e lattoniere di carrozzeria

<80
90-95

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

67
TRASPORTO
Battelli draga
Locale comando
Chiatte
Gru, apparecchi di sollevamento
Gru pneumatiche
Japaner a motore
Camioncini, autocarri
Carrelli elevatori elettrici
Carrelli elevatori a benzina
Carrelli elevatori diesel
Trattori
Veicoli su binari : scartamento normale
Veicoli su binari : scartamento ridotto

<80
80-85

<80

80
80-85
85-90
80
80-85
85-90
85-90

80-85
85-90

ALIMENTAZIONE DENERGIA, TRASFORMAZIONE


Gruppi corrente demergenza (motori diesel)
Locali compressori
Ventilatori

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

100-105
90-95

90-95

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

68

Nelle tabelle che seguono sono riportati altri dati utilizzabili per lindividuazione dei
livelli di esposizione tipici delle varie lavorazioni, per i normali cantieri di
costruzioni edili e per i cantieri di costruzioni stradali .
Tali dati sono stati ottenuti come valori medi di rilevazione effettuati in numerosi
cantieri italiani (il che spiega i valori decimali del Leq) in cui erano utilizzate
macchine di buona qualit.
Le differenze, peraltro non rilevanti, riscontrabili rispetto ai dati dellINSAI
discendono anche dal fatto che le rilevazioni nei cantieri italiani sono state
effettuate in epoca pi recente e che quindi le macchine utilizzate erano di
concezione pi moderna.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

69
CANTIERI DI COSTRUZIONI EDILI
(Fonte A.N.C.E.: dati medi rilevati in cantieri italiani)

LAVORAZIONE

ESPOSIZIONE ADDETTI

Scavi

Leq dBA Lpeak dB

Operai comuni con utensili manuali


Escavatrice (addetto)
Escavatrice (presenti)
Carpenteria
Casseratura (percussioni, taglio, ecc.)
Disarmo (caduta tavole, percussioni, ecc:
Montaggio e smontaggio ponteggi
Getti
In generale (con centrale di betonaggio, gru e vibratori ad ago)
Gruista
Lavorazione del ferro
Ferraioli
Murature
Muratori
Intonaci
Muratori
Preparazione malte
Operai comuni
Trasporto a mano materiale
Operai comuni
Scarico macerie
Operai comuni
Demolizioni con martello pneumatico Operai comuni
Fondo
Preparazione materiali, spostamenti, fisiologico
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

72
83,8
81,7
77,2
89,7
65,6
83,5
68,4
68
72
69
78,7
70
81,4
105
64

128
128
128
128
128
128
128
128
128
128
128
128
128
128
130
< 80

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

70

CANTIERI DI COSTRUZIONE STRADALE E DI OPERE DARTE


(Fonte A.N.C.E.: dati medi rilevati in cantieri italiani)

LAVORAZIONE

ESPOSIZIONE ADDETTI

Leq dBA Lpeak dB

89,5
Scavi con mezzi meccanici (pala cingolata, Eventuali presenti (esterni
Addetto Pala (cabina)
88,6
escavatore cingolato, autocarro)
Addetto escavatore (cabina)
88,2
Autista autocarro (trasporto)
76,4
Autista autocarro (carico)
86,2
78,7
Casserature (formazione casseri, posa ferro, In generale
Addetto autogru
76,8
generatore, autogru, autocarro)
Addetto autocarro
76,4
Disarmo
88
Getti (autopompa, autobetoniera, vibratori ad ago) In generale
86,8
Addetto autobetoniera (fuori cabina)
88,8
Addetto autopompa (fuori cabina)
88,8
Centrale calcestruzzo (impianto, autobetoniera)
In generale
83,3
Addetto impianto (cabina)
73,8
Addetto impianto (fuori cabina)
83,3
Addetto autobetoniera (fuori cabina)
83,3
Lavorazione del ferro
In generale addetti
76,7
Addetti percussione su calcestruzzo
103
Martello demolitore
A distanza superiore a 10 m. allesterno
<80,0
Fondo
Preparazione materiali, spostamenti, fisiologico
68
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
120
100
100

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

71

Individuazione
- dei gruppi omogenei,
- delle attivit svolte,
- dei livelli di esposizione per singole attivit,
- delle percentuali di tempo per attivit sulla base della
durata del cantiere

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

72

La ponderazione, una volta stabilite le percentuali di tempo dedicate alle varie


attivit, si effettua applicando la formula gi riportata
Lep = 10 log 1/100i Pi 10Li/10
Nel caso di lavorazioni particolarmente rumorose (con esposizioni a livelli di rumore
superiori ai 100 dBA) si adottano particolari criteri.
A titolo di esempio e facendo riferimento al caso di un tipico cantiere edile, nel quale
i valori di esposizione relativi alle singole attivit sono stati rilevati dalle tabelle
A.N.C.E. si avr:

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

73
MANSIONI
ATTIVITA

(gruppo omogeneo)

Carpentieri

Ferraioli

Operai comuni

Escavatorista
Muratori

Addetto centrale betonaggio


Gruista

Montaggio ponteggi tubolari


Casserature (percussioni, ecc.)
Disarmo (caduta tavole e percussioni)
Fisiologico (pause, ecc.)
Preparazione ferri
Fisiologico (pause, ecc.)
Scavo (utensili manuali)
In presenza di escavatore
Lavoro alla betoniera
Scarico macerie
Trasporto manuale materiali
Fisiologico (pause, ecc.)
Manovra escavatrice
Fisiologico (pause, ecc.)
Costruzione pareti
Intonacature
Fisiologico (pause, ecc.)
Preparazione cls.
Fisiologico (pause, ecc.)
Manovra gru (parte in cabina e parte in solaio, media)

Fisiologico (pause, ecc.)


Manovra martello
Manovale addetto al martello demolitore
Fisiologico (pause, ecc.)

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

65,6
77,2
89,7
64
68
64
72
81,7
78,7
81,4
70
64
83,8
64
72
69
64
83,5
64
68,4

%
Esposiz.
5
65
25
5
95
5
10
10
25
25
25
5
90
10
40
55
5
90
10
90

64
103
64

10
2
98

Leq dBA

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

74
Esempio di calcolo del livello di esposizione personale
Facendo riferimento allesempio di cui al paragrafo precedente, , per ciascun gruppo omogeneo, lapplicazione della formula di ponderazione
porta ai seguenti risultati:
6,56

Lep=10 log1/100(5x10

Carpentieri
+65x107,72+25x108,97+5x106,40)= 84,3 dBA

Ferrarioli
Lep=10 log1/100(95x106,80+5x106,40)= 67,9 dBA
Muratori
Lep=10 log1/100(40x107,20+55x106,90+5x106,40)= 70,3 dBA
7,20

Lep=10 log1/100(10x10

Operai comuni
+25x107,0+25x108,14+25x107,87+5x106,40)= 78, 4 dBA

8,17

+10x10

Addetti centrale betonaggio


Lep=10 log1/100(90x108,35+10x106,40) = 83 dBA
Gruista
Lep=10 log1/100(90x106,84+10x106,40) = 68,1 dBA
Escavatorista
Lep=10 log1/100(90x108,38+10x106,40) = 83,3 dBA
Martello demolitore
Lep=10 log 1/100(2x1010,3+98x106,40) = 86 dBA

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

75
Valutazione specifica dei livelli di esposizione per lavoratori addetti a macchine particolarmente rumorose
In tali casi risulta opportuno fare riferimento, pi che alla durata dellintero cantiere, alla settimana durante la quale luso
della macchina particolarmente rumorosa pi intenso.
Premesso che, durante luso di macchine particolarmente rumorose (sopra i 100 dBA, per esempio), opportuno fare
obbligo agli addetti di utilizzare i mezzi di protezione personali e prevedere leffettuazione delle visite mediche, e ci
anche a prescindere dai risultati della valutazione, per tale valutazione si potr fare riferimento alle seguenti indicazioni
di massima.
Es.: manovali che facciano uso di martello demolitore di tipo silenzioso con percussione su pietra o materiale analogo
(rumore di picco inferiore a 130 dB):
per tempi di esposizione inferiori all1% della settimana di uso pi intenso della macchina il livello di esposizione
personale compreso tra 80 e 85 dBA.
per tempi di esposizione compresi tra l1% e il 2% della settimana di uso pi intenso della macchina il livello di
esposizione personale compreso tra 85 e 87 dBA.
per tempi di esposizione superiori al 2% della settimana di uso pi intenso della macchina il livello di esposizione
personale superiore a 87 dBA.
Per altre macchine particolarmente rumorose, in considerazione del fatto che i martelli perforatori sono tra le macchine
pi rumorose in assoluto, i valori sopra esposti, in genere risultano prudenziali.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

76

In forma riassuntiva, tenendo conto delle soglie stabilite, lesposizione dei


lavoratori del cantiere esemplificato nelle pagine precedenti la seguente:

Lep inferiore a 80 dBA :


ferraioli
muratori,
operai comuni (non facenti uso di martello pneumatico),
gruista.

Lep compreso tra 80 e 85 dBA :


carpentieri
addetti alla centrale di betonaggio
escavatorista

Lep compreso tra 85 e 87 dBA :


manovale addetto al martello demolitore
(esposizione temporale tra l1% e il 2%).
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

77

Fac-simile del rapporto di valutazione da redigere


Al rapporto di valutazione potr essere data una forma simile al seguente modello :
PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO

Il sottoscritto .......................................................................................................................................
datore di lavoro dellimpresa...............................................................................................................
con sede in ..............................................................Via.......................................................................
ha proceduto alla valutazione del rumore al quale sono esposti, durante il lavoro, i lavoratori che
presentano la loro opera del cantiere sito in ........................................................................................
Via ........................................................................................................................................................
La valutazione, relativa ai soli lavoratori dipendenti dallimpresa, stata eseguita, tenendo in
considerazione le caratteristiche proprie dellattivit di costruzione, sulla scorta di dati desunti da
letteratura tecnica specialistica ( citare fonte ................................)
( eventualmente aggiungere) e di una serie di rilevazioni condotte, in osservanza di quanto indicato dalle
norme tutte, in numerosi cantieri variamente ubicati.
Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

78

Suddivisione dei lavoratori in gruppi omogenei


In relazione al lavoro da eseguire, si sono individuati i seguenti gruppi omogenei di lavoratori:
- carpentieri
- muratori
- manovali
- ferraioli
- posatori di rivestimenti e pavimenti
- ( altre eventuali mansioni )
- lavoratori addetti a macchine particolarmente rumorose (indicare il tipo di attivit).
Livelli di esposizione dei gruppi omogenei nelle varie fasi o lavorazioni e percentuali di tempo lavorativo
dedicato, sul complesso, a ciascuna attivit.
Gruppi omogenei Leq

(dBA)

Esposizione (%)

..............................
.............................. ...............................
..............................
..............................
...............................
Ricavare i dati dalle tabelle del ( fonte ), dai dati di bibliografia tecnica, da rilevazioni effettuate, ecc.
Indicare i dati relativi al cantiere in oggetto basandosi sullesperienza e il tipo di lavoro

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

79

Valutazione dellesposizione personale dei componenti i vari gruppi


In relazione ai livelli di rumore ed alle percentuali di tempo di esposizione indicate
nel punto precedente, si calcolano le esposizioni personali applicando
lespressione :
Lep = 10 log 1/100 i Pi * 10 Li/10

Per i gruppi omogenei considerati, i risultati sono i seguenti:


carpentieri
..... dBA
muratori
..... dBA
manovali
..... dBA
ferraioli
..... dBA
posatori di pavimento
..... dBA
.................................
..... dBA
.................................
..... dBA

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

80

Valutazione dellesposizione personale dei lavoratori addetti a macchine


particolarmente rumorose
Si sono ottenuti i seguenti risultati:
-

.............................................. ..... dBA


.............................................. ..... dBA

data ........................

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

firma

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

81

Scelta dei mezzi di protezione individuale


Per difenderci e per prevenire i danni causati dal rumore sul posto di lavoro
Esistono molti tipi di protezioni auricolari, uno per ogni tipo di situazione.
Ogni cuffia corredata da valori di attenuazione a Norma Europea, che
devono essere messi a confronto con la valutazione del rumore presente in
azienda. Lattenuazione non deve essere eccessiva, per non dar luogo ad
isolamento e disagio nelluso prolungato.
La scelta dei mezzi di protezione deve essere compiuta, fra quelli proposti dal
datore di lavoro, anche sulla base dei consigli del medico.

Cuffie: Le cuffie attenuano il rumore di circa 20/40 dB in funzione dei tipi


e della frequenza, sono facili da indossare, sono pi adatte per rumori molto
elevati, si possono togliere e rimettere con facilit. Hanno comunque alcuni
svantaggi, per esempio pesano da 200 a 500 grammi e se si portano gli
occhiali, le stanghette possono dar fastidio.

Inserti auricolari: Sono realizzati in cotone a schiuma poliuretaniche,


attenuano il rumore di circa 20 dB a seconda della frequenza, sono
leggerissimi e non ingombrano. Limportante inserirli sempre con mani
pulite, mentre i tipi riutilizzabili vanno lavati ad ogni uso.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

82
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (D.P.I.)
I principali D.P.I. sono gli inserti e le cuffie.
Inserti: si inseriscono direttamente nel canale acustico esterno e sono suddivisi a loro volta in inserti sagomati,
in materiale plastico morbido poco deformabile; inserti deformabili, costituiti da materiali con elevate capacit
plastiche (schiume, siliconi, etc.);
Cuffie: si applicano esternamente a protezione dell'orecchio. I modelli pi efficienti sono quelli dotati di
auricolari in PVC pieni di liquido fonoassorbente.
Mezzo di
protezione

Frequenza
125

250

500

1000

2000

4000

8000

Inserti
sagomati

10-30

10-30

15-35

20-35

20-40

35-45

25-45

Inserti
deformabili

20-35

20-35

25-40

25-40

30-40

40-45

35-45

Semi-inserti

10-25

10-25

10-30

10-30

20-35

25-40

25-40

Cuffie

5-20

10-25

15-30

25-40

30-40

30-40

25-40

Cuffie e
inserto
(insieme)

20-40

25-45

25-50

30-50

35-45

40-50

40-50

Attenuazione in dB ottenibile, al variare della frequenza, con l'impiego dei principali D.P.I.

Ing. Luigi Brugnolo 2009 Politecnico di Milano

CORSO DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA


Direttore : prof. Attilio Carotti

Coordinamento: Dr. Andrea Alessi

Vous aimerez peut-être aussi