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Perch pregare, come pregare

Enzo Bianchi
San Paolo
2009
Pregare difficile, oggi come ieri. Questo il presupposto che muove le pagine del libro di Enzo
Bianchi sulla preghiera: Perch pregare, come pregare.
Consapevole di questa difficolt e della fatica che luomo doggi prova quando prega, il Priore di
Bose apre i lettori a un cammino di riscoperta della preghiera. Per lui importante ridefinire la
preghiera, in quanto momento fondamentale ed essenziale della vita cristiana, come testimonia la
citazione del proverbio di Evagrio: Se sei teologo, pregherai veramente; se preghi veramente, sei
teologo (p. 13). Cosa significa, allora, pregare? Pregare entrare e stare in relazione, ponendosi,
innanzitutto, in una condizione di ascolto del Padre. La preghiera proviene dallesperienza dello
Shema Jisrael: solo ascoltando possibile accogliere la Presenza di Dio e inserirsi nella relazione
filiale con Lui, riconoscendolo, insieme a Ges, come Padre, Abba. Pregare quindi ascoltare: Se
la preghiera autenticamente cristiana, se sgorga dallascolto di Dio, se si apre alla presenza e
diventa comunione fino a vivere con lui il rapporto di alleanza, allora il suo frutto la carit,
lamore per Dio, per gli uomini e per lintera creazione (p. 50). La comunione intima con Dio e
lamore sono lesito del pregare, per questo ogni uomo chiamato nel corso della propria vita a non
fare pi preghiere, ma, come il salmista, a diventare preghiera (cfr. p. 51).
Dopo essersi soffermato su cosa significhi pregare, Enzo Bianchi dedica la seconda parte del suo
libro al come pregare, consapevole del fatto che non ci si improvvisa oranti, ma che bisogna
imparare proprio come i discepoli di Ges gli domandarono che insegnasse loro a pregare. Il Priore
di Bose afferma che possiamo imparare a pregare guardando la vita di Ges che dallinizio alla fine
si sempre rivolto al Padre, conformandosi alla sua volont. Pregare, infatti, non chiedere che Dio
realizzi i nostri desideri, ma comporta il predisporsi alla volont di Dio che si concretizza
nellamore. La preghiera, per questo, non scissa dalla vita, ma ascolto che la trasforma e la guida
continuamente.
Infine, nella terza parte, Enzo Bianchi si sofferma sui motivi che arrestano la preghiera,
dedicando particolare attenzione agli ostacoli che oggi principalmente bloccano la relazione con
Dio, primi tra tutti il problema del male, la secolarizzazione e il senso di inutilit storica
dellinvocare Dio. In questa terza parte, Enzo Bianchi capovolge la domanda Dov Dio? che
spesso nel nostro tempo, a partire dallolocausto, viene posta come obiezione alla preghiera, con la
domanda Dov luomo?. Solo ritrovando luomo sar possibile ritrovare Dio! Pregare allora
significa riscoprire la dimensione filiale delluomo rispetto a Dio Padre e disporsi a vivere con
umilt quella relazione originaria in un rapporto autentico con un Dio che Ges ci insegna a
chiamare Abb. Per Enzo Bianchi non si impara mai a pregare definitivamente, ma pregare vivere
una lotta per giungere ad amare di pi e meglio (p. 122) chi ci vive accanto, a partire
dallesperienza comune della filialit.
recensione a cura di Annalisa Margarino

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