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ma
quando
Habermas
propone
una
teoria
generale
dellargomentazione che prescinde totalmente dai rapporti di
diseguaglianza sociale, ed afferma egualmente che essa mira ad un
convincimento possibile, ci si chiede se egli menta sapendo di
mentire, sia istupidito, oppure marxianamente sia in mezzo alla
falsa coscienza ideologica necessaria degli agenti storici. Siccome si
chiama dialettica linsieme dei metodi dialogici per rendersene
parzialmente conto da soli, non ci si stupisce pi quando Habermas
sublima la propria falsa coscienza ideologica con il rifiuto
metodologico della dialettica.
Ci detto, la filosofia non ha nulla del dialogo buonista e del
chiacchiericcio esibizionistico da caff letterario. Essa un campo
di battaglia, come ha giustamente detto Kant (Kampfplatz). Ma
questo Kampfplatz, a differenza di Canne e di Waterloo, non vede
mai vincitore uno dei due schieramenti, ma solo la Filosofia in
quanto tale. Il concetto (Begrif) pu essere definito in molti modi,
ma forse il modo migliore per definirlo ci che non pu diventare
per sua natura propriet privata di nessuno. Anche Heidegger
afferm che la filosofia non si pu amministrare (verwalten), e qui
sta infatti la differenza fra filosofia ed ideologia: lideologia per sua
propria natura amministrata da capillari apparati ideologici,
mentre la filosofia si muove liberamente, e si fa beffe di chi la vuole
amministrare e regolamentare.
Bisogna quindi sempre confrontarsi con i punti pi alti possibili del
pensiero filosofico, rischiando di uscire battuti dallinevitabile campo
di battaglia (Kampfplatz). Ed allora ho deciso nel mio ultimo capitolo
conclusivo di confrontarmi con il punto pi alto possibile del
pensiero della scuola marxista novecentesca, che per me appunto
Lukcs. Il motivo per cui lo considero il pi alto, naturalmente, verr
progressivamente analizzato in questo capitolo. Se alla fine del
capitolo Lukcs risulter vincitore, ed io perdente, mi riterr
soddisfatto egualmente.
Lukcs ha incarnato nella sua lunga vita (1885-1971) lintreccio fra
filosofia e politica, e nello stesso tempo il rifiuto sistematico di
sciogliere la filosofia nella politica. E poich i politici di professione
se ne fregano della filosofia, e sono soltanto interessati al suo uso
ideologico di manipolazione, evidente che per tutto il corso della
sua vita Lukcs sia stato assai pi tollerato e sospettato che
riconosciuto nella sua grandezza oggettiva. A volte ha dovuto
piegarsi e vedremo perch ma nellessenziale ha sempre
camminato eretto come direbbe Bloch e la sua biografia lo
mostra ampiamente. E tuttavia, prima di affrontarne il pensiero e
di criticarlo quando lo ritengo opportuno ci sono quattro
determinazioni generali che intendo subito segnalare.
Ci difficilissimo comprendere oggi questa situazione storicoepocale del grande pensiero ebraico, particolarmente in unepoca in
cui gli ebrei sono stati consacrati ad una sorta di sacerdozio levitico
europeo ed americano della nuova religione laica della cosiddetta
eccezionalit dellolocausto, con pellegrinaggi, scolaresche e
giornate esclusive della memoria (laddove tutte le altre numerose
memorie dellingiustizia e della oppressione non sono
evidentemente ritenute degne di sacralizzazione postuma penso
soltanto alle centinaia di migliaia di vittime del colonialismo italiano
in Libia ed in Etiopia, addirittura ignorate nei nostri indecenti
manuali scolastici di storia). Si tratta purtroppo dellultima
vittoria postuma di Hitler. Ma Lukcs (che pure ebbe un fratello
ucciso in un battaglione del lavoro riservato agli ebrei nel tempo del
dominio dei fascisti ungheresi delle cosiddette Croci Frecciate) fa
parte ancora dellultima leva del grande universalismo ebraico
europeo, che ha nutrito fra laltro il miglior pensiero comunista
novecentesco (su questo punto lodierna operazione di
silenziamento mediatico-universitario in pieno svolgimento, e
sembra quasi che il grande pensiero filosofico ebraico del
Novecento abbia soltanto prodotto la modesta professoressa
Hannah Arendt), pensiero che mi ostino a pensare si trovi soltanto
silenziato in una eclissi temporanea.
Di questo grande pensiero ebraico novecentesco Bloch ha
interpretato il lato utopico-messianico (quello contro il quale i vari
Lwith hanno pensato di vincere facile), mentre Lukcs ne ha
interpretato il lato razionalistico-realistico, quello appunto pi
difficile da stroncare, e che appunto per questa ragione viene
preferibilmente silenziato e diffamato (stalinista, ecc.).
bene comprendere fino in fondo la genesi del pensiero di Lukcs,
e su questo punto purtroppo la maggior parte delle monografie
critiche non aiuta. Lukcs, cos come Marx, pass da studi giuridici
alla filosofia, anche se si laure egualmente in legge nelluniversit
di Koloszvr (oggi Cluj in Romania). Il passaggio dagli studi di diritto
agli studi di filosofia un vero e proprio topos della situazione
esistenziale ottocentesca e novecentesca. In termini filosofici,
potremmo dire che si tratta della pulsione esistenziale che spinge a
passare dallintelletto (Verstand) alla ragione dialettica (Vernunft).
Il diritto il regno dellintelletto astratto, della formalizzazione delle
norme, dellapplicazione della fattispecie concreta allastrazione
universalizzante della norma, del superamento della vecchia
giustizia del caso per caso (quella che Max Weber chiamava la
giustizia del cad, cio del giureconsulto arabo che giudicava in
base alla propria saggezza ed esperienza). Esso una scuola per
lintelletto, in quanto abitua alla precisione terminologica ed alle
Vi era una terza possibilit per tutti coloro che, delusi della
realizzazione stalinista e della soffocante organizzazione di partito
leninista, che chiedeva pur sempre un sacrificio dellautonomia
assoluta del giudizio filosofico compatibilizzato con i vincoli della
formazione
ideologica
di
appartenenza
politico-identitaria,
continuavano ad identificarsi con il pensiero di Marx e con il
marxismo. Si trattava del cosiddetto minoritarismo testimoniale del
cosiddetto comunismo dei consigli(Rtekommunismus), la
corrente che fino al 1918 aveva rifiutato la concezione leninista del
partito (Gorter), ed aveva quindi rifiutato di aderire alla Terza
Internazionale Comunista. Non si pu negare che costoro, ritenuti
eretici marxisti, fossero paradossalmente dei fondamentalisti
ortodossi marxiani. Essi rifiutarono il modello leninista, ritenendo
che la struttura inevitabilmente burocratica dellorganizzazione
comunista, una volta preso il potere ed avviato un processo di
accumulazione primitiva socialista non avrebbero potuto fare altro
che costruire un capitalismo di Stato, in cui le categorie del
rapporto sociale di capitale sarebbero state conservate, in una
forma semplicemente statalizzata. In questo modo essi da un lato
riprendevano le vecchie critiche di Marx a Lassalle (ma anche in
parte le vecchie critiche di Bakunin a Marx), e dallaltro
anticipavano di quarantanni le critiche del gruppo Socialisme ou
Barbarie(Castoriadis, Lyotard, ecc.). Si tratta appunto di un
gauchisme ante litteram.
Questa corrente, inevitabilmente testimoniale nella sua ortodossia
marxiana integrale (dove hanno vinto, infatti, sia pure
provvisoriamente come ora sappiamo, gli operai hanno vinto con il
partito e con lo Stato, e non certo con gli inattuabili, confusionari ed
inefficienti consigli di base - i consigli infatti, soviet, sono serviti per
rompere in modo rivoluzionario lo Stato capitalista, ma non hanno
mai potuto gestire nulla, replicando la frammentazione produttiva
tipica dello Stato capitalistico stesso) non poteva che fare del
minoritarismo la propria bandiera. Eppure questa corrente espresse
almeno due marxisti novecenteschi di primo livello, lolandese
Anton Pannekoek ed il tedesco Karl Korsch. I contributi teorici da
loro apportati al pensiero critico non sono stati a mio avviso inferiori
a quelli portati da Adorno o da Gramsci, ed il fatto che siano meno
conosciuti dovuto soltanto alla pigrizia della casta intellettuale,
che segue le mode e seppellisce non solo chi morto, ma chi
sarebbe ancora vivo ma non pi di moda. In Marxismo e Filosofia,
opera del 1923, in mezzo ad osservazioni molto intelligenti (ma
anche in mezzo ad estremistiche sciocchezze, come quella per cui
per ora la filosofia ancora utile - a differenza di come pensa
Bucharin - ma quando sar realizzato il comunismo esprimer solo