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Oggi la struttura tecnologica di Axim Italia offre alla tua azienda un

Centro Ricerche allavanguardia sui materiali da costruzione e un


Servizio di Assistenza Tecnica che conta su tecnici specializzati
presenti su tutto il territorio nazionale.

Anno V n. 7 - gennaio/marzo 2009

Grazie a SISTEMA , lofferta integrata di cemento e additivo,


frutto del lavoro di innovazione di Axim Italia e del rapporto
privilegiato con Italcementi, puoi ottenere i requisiti voluti
dal tuo calcestruzzo.
Axim Italia: il tuo partner tecnologico ideale.

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coadiuvanti di vibrazione aeranti ritardanti disarmanti espansivi viscosizzanti aggiunte trattamenti superficiali

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Una prestazione ad opera darte.

CONFINDUSTRIA

2009

STUDI E RICERCHE

Analisi sperimentale del comportamento sismico


di connessioni tegolo-trave di strutture prefabbricate

AMBIENTE

Bioedilizia: la sostenibilit delle costruzioni a livello


europeo e internazionale

SPECIALE

Materiali e sistemi innovativi in prefabbricazione

NORMATIVE

Le categorie superspeciali: subappalto e requisiti


di qualificazione
La responsabilit per i reati commessi nell'interesse
o a vantaggio dell'impresa: il D. Lgs. 231/2001

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09
SAIE
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Building
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CULTURE
DEL
COSTRUIRE
Bologna,
28 - 31 ottobre
2009

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Ciascun mescolatore equipaggiato con doppio invito di scarico, di cui uno a
servizio di due vagonetti aerei, che a loro volta alimentano cinque stazioni fisse e
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cliente e al tempo stesso in grado di conferire flessibilit e versatilit
produttiva nel massimo rispetto dei pi elevati standard di qualit.

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Sviluppo rapido

delle resistenze
meccaniche

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cicli produttivi
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problematiche tipiche della
prefabbricazione e per dare
un forte contributo
allinnovazione e allo
sviluppo del settore, Mapei
ha sviluppato i prodotti
delle gamme
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DYNAMON SP, specifici per
questo tipo di applicazioni
e particolarmente idonei
anche per il
confezionamento di
calcestruzzi
autocompattanti.

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Editoriale

LEditoriale
del Presidente

BIBM:
chi siamo e
cosa vogliamo

ellultima del BIBM Bureau International du Bton Manifactur la nostra Federazione


europea, tenutasi a Vienna la scorsa
primavera, stata celebrata la conclusione del triennio di Presidenza dellAustria ed stato nominato, quale nuovo
Presidente, il francese Pierre Brousse,
Presidente del CERIB, lAssociazione
nazionale dei prefabbricatori, e CEO di
Consoilis, secondo gruppo europeo per
fatturato (1.800 milioni di ) ed addetti
(10.000 addetti distribuiti in 130 stabilimenti ubicati in 25 paesi diversi).
Il neo Presidente ha voluto immediatamente avviare un percorso collegiale
di verifica e, contemporaneamente, di
comunicazione nei confronti delle Associazioni nazionali rispetto ai principi
fondanti del BIBM affinch ogni azione
futura possa essere condotta e sviluppata in sintonia con le regole ed il volere condivisi da tutti.
Le prime riunioni del Consiglio Direttivo BIBM sono quindi state dedicate
a formalizzare i suddetti principi, poi
approvati nel corso dellAssemblea straordinaria svoltasi a Bruxelles lo scorso
12 dicembre 2008.
Il primo punto approvato dallAssem-

blea stato quello relativo alla Filosofia che deve ispirare loperato del BIBM:
mi riferisco alle convinzioni e alle premesse che devono essere da tutti noi
condivise e promosse in ogni ambiente
e circostanza.
LAssemblea ha ritenuto che il vessillo per il quale tutti dobbiamo combattere possa essere rappresentato
dallaffermazione seguente: lIndustria
della Prefabbricazione a base cementizia
fornisce le migliori soluzioni dal punto
di vista della sostenibilit e dellimpatto
del costruito sullambiente circostante,
creando ricchezza e valore aggiunto alle
economie locali.
Credo che ci possa essere considerato
una brillante sintesi dei punti di forza
del nostro compar to allinterno del vasto settore delle costruzioni.
E quali sono, quindi, gli Obiettivi Politici della nostra Federazione volti a
rafforzare sempre di pi i punti di forza
interni del nostro business?
LAssemblea, dopo ampia discussione,
ha sottolineato come sia indispensabile
concentrare gli sforzi su tre principali
temi: lImmagine della nostra industria
spesso sottovalutata, in modo par ticolare con riguardo ad alcune specifiche
applicazioni o segmenti di mercato,
rispetto alle potenzialit ed allalto livello tecnologico presente nei nostri
prodotti; la Redditivit della nostra attivit economica, decisamente non commisurata al know how diffuso tra tutti
gli operatori, nonch il reperimento e
lutilizzo intelligente delle Materie Prime come precondizione di crescita e
sviluppo; infine, un for te presidio delle
Norme e degli Standard europei concernenti i prodotti da costruzione, quali
7 - industrie manufatti cementizi

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Editoriale

fattori imprenscindibili per la libera


circolazione dei prodotti, della mobilit
delle persone e della trasparenza della
concorrenza tra soluzioni e materiali tra
loro alternativi.
Lulteriore aspetto fondamentale preso
in esame stato quello relativo alla
comunicazione. In par ticolare, ci si
chiesti a quale tipo di Interlocutori sia
necessario rivolgersi direttamente come
Federazione europea al fine di conseguire i nostri obiettivi e di diffondere il
nostro credo.
Ebbene, anche sotto questo profilo, sono stati individuati tre principali destinatari: coloro che, per ragioni diverse, per
loro storia, esperienza ed autorevolezza,
possono essere considerati i principali
Decision Makers, coloro, cio, che sono
in grado di indirizzare le scelte e/o fare
tendenza; indi, tutti i soggetti appar tenenti o coinvolti per interessi economici, professionali o culturali nella filiera
della nostra fornitura; infine, le Associazioni Nazionali dei prefabbricatori quali
par tner fondamentali per condurre in
sinergia azioni e campagne di comunicazione che risulterebbero inefficaci, se
condotte solo localmente.
Lultimo punto discusso e definito
dallAssemblea stato quello volto a
caratterizzare e completare il nostro
logo con uno slogan accattivante, capace, nella sua semplicit e immediatezza,
di far comprendere direttamente al
grande pubblico chi siamo e che cosa
rappresentiamo. Ma, allo stesso tempo,
si anche cercata una definizione capace di lasciare un segno positivo nella
memoria di coloro che ci leggono e ci
osser vano.
Il compito non era facile. Ciononostan-

te, dopo lesame di numerose alternative, lAssemblea ha valutato efficaci i seguenti slogan che ci accompagneranno
in futuro:
4 Pensa al Calcestruzzo e scegli
il Prefabbricato, meglio reso in
inglese da Think Concrete, Go Precast,
che ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti;
4 Prefabbricato: il meglio del Calcesrtruzzo, che nella forma inglese
suona Precast the best of Concrete.
Sono convinto che i risultati emersi dal
lavoro dellAssemblea del BIBM possano
essere di ausilio e di concreto suppor to
anche per le singole aziende di prefabbricazione europee.
Pierre Brousse con questa iniziativa,
decisamente positiva, ha saputo e voluto richiamare lattenzione di tutti noi
sullimpor tanza di ripensare alle nostre
origini e di darci obiettivi comuni. Solo
cos potremo dare voce, forza ed efficacia ai nostri messaggi e far crescere,
anche in tempi di crisi, un compar to che
per dimensione ed impatto sulleconomia reale non ha nulla da invidiare a
molti altri compar ti, quantunque oggi
forse pi blasonati.
n

(Renzo Bullo)

industrie manufatti cementizi - 7

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superfluidificanti fluidificanti coadiuvanti di pompaggio impermeabilizzanti acceleranti/antigelo


coadiuvanti di vibrazione aeranti ritardanti disarmanti espansivi viscosizzanti aggiunte trattamenti superficiali

Oggi la struttura tecnologica di Axim Italia offre alla tua azienda un


Centro Ricerche allavanguardia sui materiali da costruzione e un
Servizio di Assistenza Tecnica che conta su tecnici specializzati
presenti su tutto il territorio nazionale.
Grazie a SISTEMA , lofferta integrata di cemento e additivo,
frutto del lavoro di innovazione di Axim Italia e del rapporto
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Anno V n. 7 - gennaio/marzo 2009

industrie manufatti cementizi

Una prestazione ad opera darte.

ASSOBETON
Organo Ufficiale di ASSOBETON

SOMMARIO

n. 7/2009

CONFINDUSTRIA

2009

STUDI E RICERCHE

Analisi sperimentale del comportamento sismico


di connessioni tegolo-trave di strutture prefabbricate

AMBIENTE

Bioedilizia: la sostenibilit delle costruzioni a livello


europeo e internazionale

SPECIALE

Materiali e sistemi innovativi in prefabbricazione

NORMATIVE

Le categorie superspeciali: subappalto e requisiti


di qualificazione
La responsabilit per i reati commessi nell'interesse
o a vantaggio dell'impresa: il D. Lgs. 231/2001

LeditoriaLe deL Presidente


di Renzo Bullo

ASSOBETON

IndustrIe ManufattI CeMentIzI


Bimestrale - n. 7/2009
ProPrIet
Abes Srl
Societ di servizi di ASSOBETON
Via Giacomo Zanella, 36
20133 Milano
Tel. 02.70100168 Fax 02.7490140
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dIrettore resPonsabIle
Andrea Dari

di Maurizio Grandi

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di Roberto Felicetti, Marco Lamperti, Giandomenico Toniolo, Carla Luigina Zenti

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redazIone
Stefania Alessandrini, Alessandra Biloni,
Andrea Dari, Marco Renzi, Patrizia Ricci,
Susanna Tontini
Strada Cardio, 4 47891 Galazzano RSM
Tel. 0549.909090 Fax 0549.909096
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di Gian Luca Baldo, Laura Perano e Paolo Tecchio

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Tel. 0549.941003
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Il prezzo di abbonamento per lanno 2008
(5 numeri) di 26.
Il prezzo di una copia di 10,50.
Il prezzo di una copia arretrata di 12,50.
I prezzi sopraindicati si intendono IVA esclusa.
Per informazioni: info@assobeton.it
autorIzzazIone
Segreteria di Stato Affari Interni Prot. n. 73/75/2008 del
15/01/2008.
Copia depositata presso il Tribunale
della Rep. di San Marino

sPeCiaLe
Materiali e sistemi innovativi in prefabbricazione

56

normative
Le categorie superspeciali: subappalto e requisiti di qualificazione
di Marco Farinelli

58

normative
La responsabilit per i reati commessi nell'interesse o a vantaggio
dell'impresa: il D. Lgs. 231/2001

ConCessIonarIa PubblICIt
Abes Srl
VendIta PubblICIt
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Strada Cardio, 4 47891 Galazzano RSM
Tel. 0549.909090 Fax 0549.909096

ambiente
Bioedilizia: la sostenibilit delle costruzioni a livello europeo e
internazionale

segreterIa edItorIale
Alessandra Biloni
segreterIa dI redazIone
Patrizia Ricci

studi e riCerChe
Analisi sperimentale del comportamento sismico di connessioni
tegolo-trave di strutture prefabbricate

dIrettore edItorIale
Maurizio Grandi
CoMItato dI redazIone
Renzo Bullo, Giorgio Fontana,
Maurizio Grandi, Alessandra Biloni,
Andrea Dari, Patrizia Ricci

iL Commento deL direttore

di Stefano Minini

62

attuaLit

68

Le aziende informano

70

assobeton
Linea Guida ICMQ-ASSOBETON
di Massimo Cassinari

Progetto Concrete
Dal Premio Egisto Camerini 2008
86 Pubblicazioni ASSOBETON
90 Come associarsi
92 Elenco Soci

TuTTi i diriTTi riservaTi


vietata la riproduzione, anche parziale, del materiale pubblicato senza autorizzazione dellEditore. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libert di giudizio, lasciandoli responsabili dei loro scritti.
Lautore garantisce la paternit dei contenuti inviati alleditore manlevando questultimo da ogni eventuale richiesta di risarcimento danni proveniente da terzi che dovessero rivendicare diritti su tali contenuti.

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Come gruppo condividiamo un unico logo. Come persone
ci riconosciamo nella ricchezza delle nostre differenze.

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Editoriale

Il Commento
del Direttore

LOsservatorio
ASSOBETON
si evolve
con lanalisi
dei bilanci

l mercato italiano della prefabbricazione


molto complesso, molto pi di quanto
a prima vista possa apparire e, comunque, pi delle realt esistenti negli altri paesi europei.
Cito alcuni elementi di questa complessit,
in parte ormai noti, anche grazie agli articoli che sono comparsi su questa rivista, in
parte probabilmente meno.
Un mercato costituito da ben 35 famiglie di
prodotti questi, almeno, quelli che abbiamo censito sino ad ora - a cui si associano
canali di vendita differenti tra loro e 1.300
operatori sul fronte dellofferta. Si tratta di
dati ormai ampiamente conosciuti.
Meno note sono invece altre caratteristiche che contribuiscono a rendere difficile la lettura di ci che avviene intorno a
noi, ma che dobbiamo, invece, cercare di
comprendere sempre meglio. Ad esempio,
mediamente, solo il 64% del fatturato delle
imprese associate ad ASSOBETON che
rappresenta circa il 50% del fatturato del
mercato complessivo strettamente riconducibile alla produzione di manufatti
cementizi.
Ci indica che i modelli di business adottati dalle nostre imprese sono variegati e
la loro capacit di superare ciclici momenti
di crisi, come quella che stiamo vivendo,

va anche letta attraverso i diversi modi di


interpretare il mercato e di competere.
Dalle informazioni in nostro possesso, possiamo infatti affermare che, a fronte di imprese - in particolare quelle appartenenti
alla Sezione Strutture unicamente produttrici di singoli elementi prefabbricati, ne
esistono altre che hanno scelto di operare
come fornitori di edifici chiavi in mano o
addirittura come vere e proprie imprese
di costruzione, con o senza attivit immobiliari correlate.
Esistono inoltre, pi in generale, altre imprese che, in parallelo con la produzione
di manufatti cementizi, producono e/o
commercializzano altri tipi di prodotti con
unincidenza percentuale che, sempre da
nostre informazioni, arriva talvolta a superare quella relativa alle nostre tradizionali
produzioni.
Solo in questo modo si possono spiegare
le ragioni di strategie aziendali e/o comportamenti commerciali molto diversificati,
comportamenti che potrebbero sembrare
anche irrazionali, salvo poi giustificarli con
la presenza sul mercato di operatori con
modelli di business complessi e diversi tra
loro.
ASSOBETON, a cui demandato istituzionalmente il compito di rappresentare il
settore, operando in linea con le strategie
delle imprese, ha la necessit, per svolgere
compiutamente il proprio ruolo, di capire
a fondo i fenomeni in atto ed il loro evolversi nel tempo.
LOsservatorio, istituito nel 2006 ed entrato con il 2009 nel suo terzo anno di
operativit, risponde esattamente a questo
obiettivo primario, fornendo due output
principali.
Trimestralmente, i dati rilevati attraverso il
contributo attivo di un centinaio di Asso7 - industrie manufatti cementizi

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ciati, che rappresentano il 60% circa il valore della produzione riferito allAssociazione, forniscono elementi utili per valutare i
trend relativi allandamento consuntivo del
mercato in termini di vendite, produzione, entit del commissionato e costi delle
materie prime, oltre ad alcune proiezioni
qualitative di questi parametri su un arco
temporale di brevissimo termine.
Annualmente, invece, lOsservatorio fornisce lanalisi di 150 bilanci relativi alle
imprese pi rappresentative del mercato
italiano. Dal 2009, in effetti, si arriver ad
analizzare la maggior parte dei bilanci delle
imprese di prefabbricazione, circa 500 in
totale, concentrandosi su tutte le societ
di capitali esistenti : una fotografia dellintero mercato e delle sue caratteristiche evolutive in termini commerciali, patrimoniali
e reddituali.
Prendere confidenza con questi strumenti
produrr nel tempo la capacit di leggere
i fenomeni, comprenderli e probabilmente
anche anticipare fatti e tendenze.
Molto abbiamo fatto in questi ultimi anni,
ma dobbiamo tutti essere certi che il valore aggiunto di ci che stato avviato solo
da poco sar sempre pi tangibile e palese,
mano a mano che lo strumento crescer
per dimensione ed affidabilit attraverso, lo
speriamo, il contributo di un sempre maggior numero di Associati con cui condividere il suo sviluppo ed il dibattito critico
intorno ad esso.
n

(Maurizio Grandi)

industrie manufatti cementizi - 7

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Gli autori su questo numero

Gian Luca Baldo

Marco Lamperti

Life Cycle Engineering - Torino


baldo@studiolce.it

Dipartimento di Ingegneria Strutturale


Politecnico di Milano
lamperti@stru.polimi.it

Gianni Cavallini
MoSaiCo3 Srl
info@mosaico3.it

Mario Collepardi
Enco Srl
collepardi@encosrl.it

Marco di Prisco
DIS - Dipartimento di Ingegneria Strutturale
Politecnico di Milano
marco.diprisco@polimi.it

Stefano Minini
Chief Operating Officer
MIOUT Srl
www.miout.it
stefano.minini@miout.it

Laura Peano
Life Cycle Engineering - Torino
peano@studiolce.it

Giovanni A. Plizzari

Magnetti Building
Carvico (BG)

DICATA - Dipartimento Ingegneria Civile


Architettura, Territorio, Ambiente
Universit di Brescia
giovanni.plizzari@ing.unibs.it

Marco Farinelli

Gian Luca Ponzi

Life Cycle Engineering - Torino


baldo@studiolce.it

Carmine Santoro
MoSaiCo3 Srl
info@mosaico3.it

Roberto Felicetti

Paolo Tecchio

Carla Luigina Zenti


Dipartimento di Ingegneria Strutturale
Politecnico di Milano
Segretario Sezione Tubi a Bassa Pressione
c.zenti@assobeton.it
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Amedeo Gregori
DISAT - Dipartimento di Ingegneria
delle Strutture, delle Acque e del Terreno
Universit dell'Aquila
amedeo.gregori@univaq.it

Dipartimento di Ingegneria Strutturale


Politecnico di Milano
toniolo@stru.polimi.it

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DISAT - Dipartimento di Ingegneria


delle Strutture, delle Acque e del Terreno
Universit dell'Aquila
dante.galeota@univaq.it

Giandomenico Toniolo

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Dante Galeota

Life Cycle Engineering - Torino


tecchio@studiolce.it

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Dipartimento di Ingegneria Strutturale


Politecnico di Milano
felicetti@stru.polimi.it

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Gian Luca Baldo

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7 - industrie manufatti cementizi

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12

S t u d i

r i c e rc h e

Analisi sperimentale
del comportamento
sismico di connessioni
tegolo-trave di
strutture prefabbricate
di Roberto Felicetti, Marco Lamperti, Giandomenico Toniolo,
Carla Luigina Zenti

1 Introduzione
Nellambito del progetto Reluis
2005/2008 si pone lObiettivo 9 della
Linea 2 sul Comportamento e rinforzo
delle strutture industriali prefabbricate.
Lattivit del competente gruppo di lavoro si estende allo studio delle connessioni nella loro fondamentale funzione che
condiziona il comportamento sismico
dellintero complesso strutturale. Pochi
lavori sono rintracciabili nella bibliografia
internazionale su questo tema, che rimane inadeguatamente conosciuto.
Con il supporto dellAssociazione nazionale dei prefabbricatori ASSOBETON, si
dunque avviata unampia campagna di
prove sperimentali su alcuni tipi di connessione di comune impiego. Le diverse
categorie di unione sono state ripartite
per competenza alle diverse Unit di
Ricerca delle Universit di Milano, Bergamo, Bologna, Firenze, Pisa e Napoli,
stabilendo un comune protocollo per gli
assetti dei prototipi, le modalit di carico
e linterpretazione dei risultati.
Le diverse categorie di unione presenti

nelle costruzioni prefabbricate sono


descritte in [01] assieme ai parametri
normalizzati rappresentativi del loro
comportamento sismico.
Tali propriet di resistenza, duttilit, dissipazione, deformazione, degrado e danno
entrano in gioco nella progettazione delle
strutture in modo correlato nellambito
dei generali criteri antisismici.
In particolare, le connessioni non duttili possono trovare impiego in zona
sismica, purch vengano adeguatamente
sovradimensionate rispetto alle forze
che derivano dalla resistenza delle zone
critiche dissipative della struttura. Il comportamento complessivo dellorganismo
strutturale manterr lo stesso superiore
grado di duttilit delle zone critiche stesse. Per i calcoli di gerarchia delle resistenze necessari per sovradimensionare
le diverse categorie di connessioni si
rimanda a [02].
In generale i sistemi tipici di unioni, propri
delle strutture a telaio prefabbricate, fatte
a secco con connettori metallici, non
sono duttili. Vi sono peraltro proposte
7 - industrie manufatti cementizi

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30-03-2009 14:52:09

S t u d i

per lutilizzo di connessioni duttili che


consentono di attivare la dissipazione
anche su di esse (per esempio in
coper tura - vedi [03]). Per leffettiva
applicazione di questo criterio serve
per superare due difficolt: quella di
progettare i connettori con meccanismi
duttili di deformazione plastica (vedi [04])
e quella di controllare gli spostamenti
correlati alla dissipazione stessa entro i
limiti funzionali della connessione (per
esempio entro la sagoma dellappoggio).
Resta ancora da definire lutilit di una tale
scelta in confronto al tradizionale assetto
che concentra la necessaria dissipazione
nelle zone critiche alla base dei pilastri,
con meccanismo flessionale duttile delle
sezioni.
In alcuni paesi vengono proposti come
privilegiati i sistemi di connessione emulativi realizzati ai nodi delle strutture
prefabbricate, con riprese di ferri e getti
integrativi, in modo da ripristinare le stesse capacit di deformazione duttile delle
strutture gettate in opera. Limpiego di
queste connessioni non affatto necessario ai fini della duttilit globale dellorganismo strutturale (vedi [05] e [06])
e porterebbe fuori mercato il classico
edificio prefabbricato universalmente diffuso nel nostro Paese con ottimi risultati.
Nellambito della vulnerabilit sismica
degli edifici prefabbricati esistenti, le connessioni hanno un notevole peso, come
dimostra lesperienza maturata al seguito
dei terremoti. Una dettagliata descrizione
degli aspetti discriminanti che condizionano il comportamento di dette strutture riportata in [07] assieme allindicazione di alcuni tipi critici di edifici.

r i c e rch e

13

Figura 1 Unione con angolari standard.

da profilati commerciali. Le due ali degli


angolari sono munite di fori, allungati ad
asola per coprire le tolleranze di esecuzione e montaggio. Proprie piastrine zigrinate, saldate sui fori, assicurano la presa
dei bulloni anche nella direzione delle
asole. Gli angolari sono fissati alla trave
con tasselli ed alla nervatura del tegolo
con un perno filettato passante collegato
allangolare contrapposto. Il fondo della
nervatura pu essere munito di scarpa

2 CONNESSIONI TEGOLO-TRAVE
Nel presente lavoro, con riferimento alle
pi diffuse soluzioni costruttive, vengono
esaminati tre tipi di connessioni con alcune varianti.
2.1 Unione con angolari standard
Il primo tipo di unione descritto in
Figura 1 e vede lutilizzo di angolari tratti

Figura 2 Meccanismo resistente con 2


angolari.

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14

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metallica a U, realizzata con lamierino


piegato, a salvaguardia del bordo del calcestruzzo ed a sostegno del tubo interposto per il passaggio del perno.
Le dimensioni degli angolari derivano
dalle esigenze geometriche della connessione: per far passare il perno al di
sopra del livello inferiore dei trefoli di
precompressione, nelle comuni situazioni
si arriva a un angolare da 120 mm. Con
lo spessore minimo di 10 mm disponibile
in commercio si ottengono resistenze
decisamente esuberanti rispetto alle esigenze statiche.
Dopo il montaggio in opera, tra gli angolari e la nervatura del tegolo resta un
gioco, a causa sia delle tolleranze che
della sagoma leggermente svasata della
nervatura stessa. Nel suo assetto iniziale, dunque, la connessione si configura
come una biella, labile nei confronti delle
azioni longitudinali. In questa fase il collegamento funziona esclusivamente ad
attrito con connettori scarichi.
Dopo un iniziale scorrimento che fa
ruotare gli angolari, le parti entrano in
contatto (vedi Figura 2) ed il connettore
comincia a funzionare, inducendo taglio e
trazione nel perno passante e compressione nella nervatura al bordo opposto

Figura 3 Unione con un angolare.

dellangolare. Nellassetto simmetrico


con due angolari di Figura 1, queste azioni trasversali si compensano.
Una variante di questo tipo di unione
vede lutilizzo di un solo angolare come
indicato in Figura 3. Il funzionamento di
questa configurazione del tutto simile a
quello sopra descritto per il tipo doppio
simmetrico, salvo che le azioni trasversali
vengono assorbite tramite una flessione
locale della nervatura del tegolo.
Anzich con tasselli, lancoraggio sulla
trave portante pu essere fatto tramite
profili canale. In questo caso si possono
evitare le adiacenti asole, restando le tolleranze assorbite dai profili stessi.
Si fa notare come il buon incastro dellangolare sulla nervatura del tegolo dipenda
da un sufficiente braccio della coppia
trazione-compressione scambiata fra le
parti secondo il meccanismo descritto
nelle Figure 2 e 3. Questo richiede una
cer ta lunghezza degli angolari. Alcuni
brevetti di angolari nervati molto stretti
che circolano in commercio non sono
dunque adatti alla trasmissione di forze
longitudinali, restando sostanzialmente
labili in questa direzione.
2.2 Unioni con lamiera piegata
Un secondo tipo di unione tegolo-trave
vede lutilizzo di lamiera di modesto
spessore piegata a freddo al posto degli
angolari standard, restando per il resto
eguale al precedente (vedi Figura 4).
Con un minore spessore (portato per
esempio a 5 mm) si diminuisce leccessiva sovraresistenza e, con una opportuna
sagomatura della piegatura, si favoriscono le deformazioni plastiche di distorsione flesso-torsionale sotto elevati valori
dello spostamento. Si pu attendere
quindi una certa capacit dissipativa collegata ad una maggiore deformabilit
della connessione.
Anche le unioni con lamiera piegata
possono avere la variante di connessione
monolaterale e possono utilizzare profili
canale anzich tasselli per lancoraggio
sulla trave portante.
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Figura 4 Unione con lamiera piegata.

I meccanismi resistenti sono ancora quelli delle Figure 2 e 3 ma, sotto grandi spostamenti, la lamiera stessa subisce sensibili
cambiamenti di geometria che aggiungono flussi di trazione. Si ha dunque il particolare comportamento caratterizzato
dalle curve riportate nel seguito.
2.3 Unioni con scarpa di base
Il terzo tipo di unione tegolo-trave
dovrebbe garantire la migliore funzionalit con lutilizzo di una scarpa di base
costituita da una lamiera dappoggio e

Figura 5 Unione con scarpa di base.


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due lamiere verticali saldate alla precedente (vedi Figura 5). Il collegamento
con la trave portante realizzato ancora
con tasselli o con profili canale. Un perno
passante completa lunione, connettendo
le due lamiere della scarpa alla nervatura
del tegolo. Lutilizzo della scarpa di base
risulta pi complesso in fase di montaggio ed in caso di eventuale sostituzione.

Figura 6a Meccanismo resistente con scarpa, pianta.

Figura 6b Meccanismo resistente con scarpa, prospetto.

Il meccanismo resistente vede la trasmissione delle forze dai due tasselli laterali
della trave fino alle lamiere verticali della
scarpa attraverso la flessione orizzontale
della lamiera di base. Qui, dette forze si
trasformano direttamente in taglio nel
gambo del perno (vedi Figura 6a), indipendentemente dal contatto tra lamiere
e nervatura.
Nel piano verticale comunque rimane,
anche per la scarpa di base, un comportamento eccentrico tra perno e appoggio che induce una rotazione della scarpa
stessa (vedi Figura 6b). Quando le forze
della coppia superano il peso gravante
sullappoggio si induce la torsione della
piastra inferiore ed una forte flessione
verticale nel perno.
Questo tipo di connessione entra in
funzione subito, senza bisogno dellassestamento rotatorio iniziale caratteristico
degli angolari sconnessi. Nonostante i
ridotti spessori utilizzabili (5 - 8 mm),
il funzionamento delle lamiere, senza
deformazioni flessionali, por ta ad un
comportamento non duttile della connessione, come mostrato nel seguito.
3. PROGRAMMA DELLE PROVE
Per la qualificazione sismica sono previste
in primo luogo prove di carico monotone,
a controllo di spostamento, portate fino
a rottura, a meno del precoce superamento del limite funzionale ammissibile
di forza o di spostamento. Si intende rilevare, dal diagramma forza-spostamento, il
tipo di comportamento duttile, fragile o
sovraresistente, con i parametri relativi a
snervamento, rottura e duttilit.
Il carico monotono portato al limite
funzionale ammissibile, per rilevare lindice di danno riferito alla deformazione
residua.
Si effettuano ancora prove di carico cicliche, a controllo di spostamento, secondo
una storia di carico che vede gruppi di
tre cicli di eguale ampiezza che si susseguono con ampiezze via via incrementate.
Lampiezza iniziale e gli incrementi successivi vengono commisurati ai parametri
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dedotti dalla prova monotona precedente. Si intende rilevare per ogni semiciclo la
forza massima raggiunta, lenergia dissipata
e per ogni gruppo di semicicli il degrado
di forza intercorso.
Il programma di prove comprende:
4 prove particolari riferite alla qualificazione dei connettori singoli inseriti
tra due blocchi sovradimensionati e
soggetti alla componente principale
dellazione attesa nel contesto strutturale;
4 prove locali riferite alla qualificazione
della connessione compresa tra due
porzioni significative di elementi a rappresentazione dellassetto in opera
e soggetta alle rilevanti componenti
dellazione.
Lassetto delle prove particolari descritto in Figura 7. Il prototipo costituito da
due blocchi laterali simmetrici, che simulano le nervature dei tegoli, e da un blocco
centrale, che simula il corrente della trave
portante. Le connessioni sono raddoppiate per evitare, con la loro simmetria,
eccentricit di carico sui martinetti. Il cari-

Figura 7 Assetto delle prove particolari.

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Figura 8 Assetto delle prove locali.

co stesso girato in direzione verticale ed


applicato con due martinetti contrapposti
a semplice effetto. Lintero prototipo
montato su una trave metallica di base
che fornisce il necessario contrasto verticale, mentre le trazioni sono riportate alla
base attraverso delle barre dancoraggio.
Lassetto delle prove locali descritto in
Figura 8. Il prototipo costituito da un
segmento di 1,6 m di tegolo binervato, di
corrente produzione, posato agli estremi
su due travi in c.a. ancorate al piastrone di
base del laboratorio. Il carico applicato
longitudinalmente, da un martinetto a
doppio effetto su di ununica nervatura
del tegolo, ad una quota di 20 cm dal
piano dappoggio, lasciando laltra libera di
scorrere sugli appoggi.
Per salvaguardare lintegrit del tegolo
in questa prima serie di prove, il carico
applicato attraverso un sistema di due
piastre terminali interconnesse con quattro barre, che trasmettono sole compressioni sulle estremit della nervatura.
Lazione alterna del martinetto, collegato
ad una estremit del sistema, non induce
quindi trazioni che potrebbero fessurare i
bordi del calcestruzzo.
Durante la prova, il segmento di tegolo
zavorrato con un serbatoio dacqua,
posto sulla linea della nervatura caricata,
per ripristinare il peso mancante rispetto
alla reale situazione in opera ed evitare il
sollevamento del tegolo stesso durante
la fase di trazione. Nei quattro appoggi

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sono inoltre interposti dei fogli di Teflon


per minimizzare lattrito. In genere la connessione con la trave dappoggio viene
serrata solo ad una estremit della nervatura caricata, lasciando sullaltra estremit
i connettori metallici liberi di scorrere e
funzionare da guida per la corretta direzionalit degli spostamenti.
Il quadro complessivo delle prove effettuate riportato nella Tabella 1, con indicazione del tipo, della data e del connettore sperimentato.

4. PROVE PARTICOLARI
Come gi accennato, le prove particolari
hanno lo scopo di mettere in evidenza il comportamento della sola parte
metallica del sistema di connessione, che
viene montato su elementi di calcestruzzo
armati pi fortemente che nella corrente
pratica esecutiva.
Ci nonostante, gi nella prova monotona
lunione con angolari standard ha messo
in evidenza una elevata rigidezza con
forte crescita della forza trasmessa dalla

Tabella 1 Quadro delle prove effettuate.

connessione
Standard
Lamiera piegata
Lamiera piegata
Lamiera piegata

PROVE PARTICOLARI
tipo
monotona
monotona
ciclica
ciclica

PROVE LOCALI
tipo
connessione
monotona
Lamiera piegata
ciclica
Lamiera piegata
monotona
Lamiera piegata
ciclica
Lamiera piegata
definizione attrito
Lamiera piegata
spost. trave
Lamiera piegata+zavorra
definizione attrito
Lamiera piegata+zavorra
monotona
Lamiera piegata+zavorra
ciclica
Lamiera piegata+zavorra
ciclica 2
Lamiera piegata+zavorra
monotona
Lamiera piegata+zavorra asimmetrica, spost. reale
ciclica
Lamiera piegata+zavorra asimmetrica, spost. reale
monotona
Lamiera piegata+zavorra, spostamento reale
ciclica
Lamiera piegata+zavorra, spostamento reale
ciclica
Standard+zavorra, spostamento reale
ciclica
Scarpa di base+zavorra, spostamento reale
monotona
Scarpa di base+zavorra, spostamento reale

data
28/03/2007
05/06/2007
14/06/2007
09/11/2007
data
15/01/2008
29/02/2008
13/05/2008
13/05/2008
13/05/2008
15/05/2008
15/05/2008
15/05/2008
15/05/2008
15/05/2008
05/08/2008
05/08/2008
24/06/2008
07/08/2008
08/08/2008
23/09/2008
02/10/2008

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S t u d i

connessione. Ci ha condotto alla rottura


fragile precoce del bordo di calcestruzzo
del blocco mobile centrale per effetto
dellazione di spinotto esercitata dai tasselli di ancoraggio (curva A nel diagramma
di Figura 9).
Tale risultato ha sconsigliato, in questa
fase preliminare, lesecuzione della corrispondente prova ciclica ed ha suggerito
lo sviluppo di una versione alleggerita
della connessione, basata sullangolare in
lamiera piegata a freddo descritto precedentemente (Paragrafo 2.2).
Questo tipo di unione evidenzia un identico comportamento iniziale, legato allattrito con gli elementi collegati, seguito da
un tipico comportamento sovraresistente
(curva B in Figura 9). Il minore carico trasmesso scongiura con un adeguato margine di sicurezza il verificarsi di fenomeni
locali a carico degli elementi strutturali.
Nella successiva prova ciclica, svolta su una
connessione nuova ma riutilizzando gli
stessi blocchi in calcestruzzo, la progressiva abrasione delle superfici in calcestruzzo
ha ridotto la componente dovuta allattrito (curva C di Figura 9). I successivi gruppi
di cicli mostrano una certa capacit di
dissipazione isteretica che si mantiene con
buona stabilit fino al limite di spostamento 40 mm di conclusione della prova.
Con questo assetto sperimentale non
sono invece state condotte prove sullunione con scarpa di base.

Figura 9 Risultati delle prove particolari.

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19

5. PROVE LOCALI
Le prove locali mirano a riprodurre
con maggiore fedelt le reali condizioni di esercizio dellunione, coinvolgendo delle porzioni significative degli
elementi strutturali collegati. Questo
assetto introduce per diversi problemi
di natura sperimentale che hanno reso
necessaria una serie di modifiche al
banco di prova ideato inizialmente.
Si gi citato il problema del sollevamento del tegolo, dovuto alla diversa
quota dellasse di carico rispetto alla
connessione, che stato risolto introducendo una zavorra di 8 kN sulla
ner vatura caricata. Unaltra modifica
ha riguardato il montaggio dei fogli di
teflon per la riduzione dellattrito. Oltre
ad utilizzare dei fogli doppi con linterposizione di un lubrificante, sono stati
disposti degli strati di neoprene con
impronta di carico ridotta, in modo da
evitare possibili frizioni con le superfici
in calcestruzzo a causa del mutuo scivolamento dei fogli.
Alcune prove di scorrimento senza
connessione hanno indicato una forza
di trascinamento a vuoto di circa 2
kN, che corrisponde ad un coefficiente
dattrito complessivo di 0.11.
Infine, ci si resi conto che il fissaggio
delle travi di appoggio in c.a., posate su
strati di neoprene e bloccate ad attrito
alla pavimentazione del laboratorio, presentava una deformabilit non trascurabile, rendendo necessario distinguere la
misura dello spostamento totale dellattuatore idraulico dalla misura delleffettivo scorrimento impresso allunione
oggetto di prova.
Le Figure 10-16 forniscono un quadro
dei risultati pi significativi, ottenuti con
riferimento alle tre tipologie di unione,
una volta completata la messa a punto
del banco di prova.
Avendo minimizzato leffetto dellattrito
sulle superfici di appoggio ed avendo
utilizzato degli elementi in calcestruzzo gi sottoposti a pi cicli di carico
durante le precedenti prove di messa

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a punto, lecito attendersi un minor


contributo dellabrasione tra le superfici
rispetto alle prove particolari discusse
in precedenza.
Di questo occorre tenere conto in particolare nel confronto tra i due assetti
sperimentali con riferimento alle prove
monotone sullunione con angolari in
lamiera piegata. Il confronto vede, da un
lato, la curva B di Figura 9, relativa ad
elementi in calcestruzzo nuovi e ad una
connessione doppia con quattro angolari e, dallaltro, degli elementi rodati
ed una connessione semplice (Figura
10). Se si prescinde dal diverso contributo dellattrito iniziale, vi una buona
coerenza tra i diagrammi.
Pi immediato invece il confronto tra
le rispettive prove cicliche (Figura 9,
curva C e Figura 11), eccetto che per
i primi cicli con scorrimento negativo
effettuati nelle prove particolari, caratterizzati ancora da un maggiore effetto
dellabrasione tra le superfici.
Un risultato che invece stato possibile
ottenere solo nelle prove su elementi al
vero riguarda il caso dellunione asimmetrica, dove il mancato bilanciamento,
allinterno della connessione, delle forze
trasversali indotte dalla rotazione degli
angolari si traduce in una minore resi-

Figura 10 Monotona - lamiera piegata simmetrica.

stenza sia nella prova monotona (-15%,


Figura 12) che in quella ciclica (-35%
allo scorrimento massimo, Figura 13).
Nel caso dellunione tradizionale con
angolari tratti da profilati standard
stata invece svolta solo la prova ciclica
in configurazione simmetrica (Figura
14), confermando la minore incidenza
dellattrito in questo assetto di prova ed
il compor tamento for temente incrudente della connessione, che ha sconsigliato lesecuzione dei cicli di maggiore
ampiezza per prevenire la rottura locale
degli elementi collegati.
Vi sono, infine, i risultati relativi allunione
con scarpa di base, che caratterizzata
da una scarsa incidenza degli scorrimenti sul piano dappoggio e dalla conseguente attivazione della deformazione
torsionale della piastra inferiore. Questa
deformazione porta, nella direzione di
scorrimento, ad un impuntamento della
piastra stessa sullestradosso della trave
dappoggio, con una forte concentrazione delle pressioni di contatto. Sul lato
opposto la piastra tende a sollevarsi,
sollecitando a taglio in direzione verticale il perno passante che attraversa la
nervatura del tegolo e riducendo lefficacia delle piastrine zigrinate di bloccaggio.

Figura 11 Ciclica - lamiera piegata simmetrica.


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Questi due meccanismi si traducono


in un comportamento abbastanza irregolare, caratterizzato da un alternarsi
di cadute e riprese di carico, specie
nella prova monotona (Figura 15). Nella
prova ciclica questi effetti sono meno
evidenti e sono inoltre riconoscibili la
resistenza e la dissipazione decisamente
maggiori rispetto al caso di due angolari indipendenti realizzati con la stessa
lamiera. Vi per da registrare, alla fine
dellultimo ciclo di carico, la rottura locale dello spigolo della trave dappoggio,
causata dalla forte compressione locale
indotta dallo spigolo della piastra.
6. CONCLUSIONI
Nello stabilire lampiezza massima degli
scorrimenti per le prove, con riferimento alle dimensioni della comune
produzione di elementi prefabbricati,
si assunta una profondit minima
del contatto tegolo-trave di 12 cm.
Con un valore massimo di 2,4 cm
dello scorrimento ciclico allappoggio,
resta come minima una profondit
di poco meno di 10 cm. Dal centro
dellappoggio dunque i bordi di trave
e tegolo distano 5 cm, poco pi del
previsto copriferro delle armature.
Questa viene intesa quale dimensione
minima che garantisce la resistenza
dellappoggio, evitando, sotto i grandi
scorrimenti previsti allo stato limite
ultimo, la precoce rottura dei bordi
con perdita dellappoggio stesso.
Di fatto nelle prove si assunto il
valore 24 mm quale scorrimento
ammissibile in condizioni di stato limite ultimo.
Tutte le prove monotone hanno
mostrato, dopo il superamento della
soglia di attrito, un andamento sostanzialmente lineare, che stato fermato
al citato limite ammissibile dello spostamento senza segni evidenti di snervamento o di incipiente rottura (vedi
Figure 10, 12 e 15). Si tratta dunque di
un compor tamento sovraresistente. In
par ticolare la prova con scarpa di base
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22

S t u d i

r i c e rc h e

Figura 12 Monotona - lamiera piegata asimmetrica.

Figura 13 Ciclica - lamiera piegata asimmetrica.

mostra un diagramma con irregolarit


a scatti dovute allimpuntamento della
lamiera dappoggio.
Allo scarico rimangono grandi spostamenti residui e questo testimonia la
presenza di assestamenti anelastici con
fenomeni dattrito correlati ai meccanismi resistenti che insorgono al crescere dello spostamento (vedi Figure 2, 3
e 6). Per le lamiere piegate detti spostamenti irreversibili rappresentano circa
il 75% dello spostamento massimo. Per
la scarpa di base la parte irreversibile
un po minore (circa il 60%), ma ancora
rilevante. La successiva ripresa del carico indica che il sistema si assestato su
di una nuova geometria.
La prova ciclica con profilati commerciali mostra una dissipazione di
energia molto modesta, tipica di un
compor tamento for temente sovra
resistente (vedi Figura 14). La sagoma
dei diagrammi ciclici assomiglia a quella di un pendolo con fine corsa, vista
la modestia delle forze iniziali rispetto
a quelle che la connessione sa restituire ai grandi spostamenti, quando la
geometria si modificata scontando,
in modo non simmetrico, tutti gli assestamenti. La forza raggiunta a +18 mm
di spostamento (circa 70 kN) molto
superiore a quella che si pu attendere nelle reali condizioni sismiche allo
stato limite ultimo ed ha por tato al

precoce arresto della prova.


Le prove cicliche con lamiere piegate
mostrano una dissipazione di energia
maggiore, dovuta alla distorsione plastica flesso-torsionale delle lamiere
stesse (vedi Figure 11 e 13).
Nei limiti dello spostamento ammissibile e anche un passo oltre ( 30
mm di Figura 13), non si evidenziato alcun rilevante incrudimento, con
forze contenute entro limiti molto
minori (circa 25 kN) corrispondenti
alla resistenza flesso-torsionale delle
lamiere.
La prova ciclica con scarpa di base
mostra anchessa una non trascurabile
dissipazione di energia (vedi Figura
16). Il notevole effetto pinching dei

Figura 14 Ciclica - standard simmetrica.


7 - industrie manufatti cementizi

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S t u d i

Figura 15 Monotona - scarpa di base.

cicli ne limita percentualmente lentit


in rappor to alle grandi forze raggiunte.
Queste superano, al limite ammissibile
dello spostamento, i 75 kN mostrando
una grande sovraresistenza.
Quelle qui presentate sono le prime
note di unindagine che si svilupper in
modo molto pi ampio negli anni successivi, riguardando molte altre cate-

r i c e rch e

23

Figura 16 Ciclica - scarpa di base.

gorie di connessioni, potendo contare


su di un adeguato fondo comunitario e
sulla par tecipazione di diversi par tner
europei.
Si potr cos formare una conoscenza
tecnica sul tema che dovr rientrare
nel bagaglio culturale dei professionisti
per una compiuta progettazione delle
strutture prefabbricate.
n

Bibliografia
[01] R. Felicetti, G. Toniolo, C. Zenti, Comportamento sismico delle connessioni
delle strutture prefabbricate: analisi sperimentale dellunione solaio-trave,
Atti 2 Convegno Reluis Linea 2, Roma 2008.
[02] F. Biondini, L. Ferrara, G. Toniolo, Capacity design criteria for connections in
precast structures, Proceedings 14th WCEE Beijing 2008.
[03] A. Palermo, E. Camnasio, M. Poretti, Role of dissipative connections on
the seismic response of one-storey industrial buildings, Proceedings 14th
WCEE, Beijing 2008.
[04] M. Grendene, G. Mazzucco, C. Modena, M. Bonanni, Valutazione della capacit di un dispositivo di collegamento antisismico tra elementi secondari e
travi principali di una copertura prefabbricata: sperimentazione di laboratorio e modellazione numerica, Atti 16 Congresso CTE, Parma 2006.
[05] F. Biondini, G.Toniolo, Analisi probabilistica e prove pseudodinamiche per la
validazione dei criteri di progettazione sismica di strutture in c.a., Atti 15
Congresso CTE, Bari 2004.
[06] F. Biondini, G. Toniolo, Probabilistic validation of the seismic design rules of
concrete frames, 112 Congresso ANIDIS, Genova 2004.
[07] C. Bonfanti, A. Carabellese, G. Toniolo, Industrial precast structures: construction typologies and seismic vulnerability, Atti 2 Convegno Reluis
Linea 2, Roma 2008.

industrie manufatti cementizi - 7

Studi_Ricerche_7_Felicetti.indd 23

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24

A m b i e n t e

Bioedilizia:
la sostenibilit delle
costruzioni
a livello europeo
e internazionale
Introduzione al programma LEED Rating System
per edifici Eco-Compatibili
di Gian Luca Baldo, Laura Peano e Paolo Tecchio

Linteresse per i temi della sostenibilit


sta coinvolgendo sempre di pi il settore delle costruzioni sia a livello nazionale, sia europeo ed internazionale.
In Italia, alcuni regolamenti edilizi a livello regionale e comunale hanno inserito il tema ambientale tra le proprie
priorit, prevedendo per esempio sgravi sugli oneri di urbanizzazione per chi
costruisce secondo i requisiti ambientali
prescritti.
A livello europeo, invece, da anni opera
il TC 350, il Comitato Tecnico Europeo
con lobiettivo di sviluppare standard
in grado di definire una metodologia
armonizzata per la valutazione delle
performance ambientali, economiche
e sanitarie (per maggiori dettagli sulla
struttura e gli standard previsti si rimanda ai tre precedenti articoli di Baldo e Peano pubblicati su Industrie della

Prefabbricazione n. 16/2007 e su Industrie Manufatti Cementizi n. 1/2008 e


5/2008).
Negli ultimi dieci anni stata condotta
a livello internazionale unintensa attivit
di ricerca volta allo sviluppo di sistemi
di certificazione energetico-ambientale
per la valutazione della performance
degli edifici durante lintero ciclo di vita.
Sono metodi di valutazione per il momento volontari, indicati come sistemi
di classificazione complessi con cui si
calcolano le emissioni nocive in atmosfera e limpatto sullambiente.
Tra questi alcuni hanno raggiunto una
definizione tale da essere diventati strumenti riconosciuti e utilizzati da una
comunit di utenti, imprenditori e progettisti sempre pi ampia: il caso del
LEED Rating System, nato negli USA e
applicato in pi di 40 paesi nel Mondo.
7 - industrie manufatti cementizi

Imp.Ambiente.Baldo.indd 24

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A m b i e n t e

1. TC 350: avanzamento
delle attivit
Le attivit di maggior interesse per
le piccole e medie imprese risiedono
nelloperato del Working Group 3 del

25

TC 350 relativamente alle Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (EPD).


La bozza del WI 00350004 dichiarazione di prodotto ambientale regole
per la categoria di prodotto basa-

Tabella 1 Progetti allattivo nel TC 350.

Project
reference

Current
status

Deadline

Sustainability of construction works Environmental product declarations PRODUCT CATEGORY RULES

Under
Approval

2010-02

00350005

Integrated performance of buildings Environmental product declarations COMMUNICATION FORMATS

Under
Drafting

2011-04

00350006

Sustainability of construction works Environmental product declarations METHODOLOGY and DATA


FOR GENERIC DATA

Under
Drafting

2009-10

00350007

Sustainability of construction works Description of the building life cycle

Under
Drafting

2009-10

00350008

Sustainability of construction works prEN 15643-3 Integrated assessment of building


performance - Part 3: Framework for
the assessment of social performance

Under
Drafting

2011-04

00350009

Sustainability of construction works prEN 15643-4 Integrated assessment of building


performance - Part 4: Framework for
the assessment of economic performance

Under
Drafting

2011-04

00350010

Sustainability of construction works prEN 15643-2 Integrated assessment of building


performance - Part 2: Framework for the
assessment of environmental performance

Under
Drafting

2011-01

00350011

Sustainability of construction works Assessment of environmental performance


of buildings - Calculation methods

Under
Drafting

2011-05

Sustainability of construction works 003500122 prEN 15643-1 Integrated assessment of building


performance - Part 1: General framework

Under
Drafting

2010-10

00350004

1
2

prEN 15804

Title

Prima 00350002.
Prima 00350001. stato diviso in 4 parti (8-9-10-12).

industrie manufatti cementizi - 7

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A m b i e n t e

ta sulla ISO FDIS 21930 richiedendo


un totale senso di correttezza e responsabilit da par te del produttore
in ogni par te del ciclo di vita.
Nel 2007, la bozza prCEN/TS 156431 Sostenibilit dei lavori di costruzione Quadro per la valutazione delle
performance integrate degli edifici
par te 1: Performance ambientali di sicurezza e comfor t e di costo del ciclo
di vita non stata approvata per la
pubblicazione.
Le principali obiezioni sollevate sono
state che gli aspetti sociali e ed economici non sono considerati allo stesso
modo di quelli ambientali, il contenuto non in linea con lattuale orientamento del Gruppo di Lavoro TC 350
e troppi punti sono contraddittori.
Unaltra novit consiste nellattivazione dei seguenti work items:
1. PrEN 15643-1 (Sostenibilit
dei lavori di costruzione Valutazione delle performance integrate degli edifici par te 1: Quadro
Generale);
2. PrEN 15643-2 (Sostenibilit dei
lavori di costruzione Valutazione delle performance integrate
degli edifici par te 2: Quadro per
la valutazione delle perfomance
Ambientali).
Sono stati inoltre pre-attivati i seguenti progetti:
1. PrEN 15643-1 (Sostenibilit
dei lavori di costruzione Valutazione delle performance integrate degli edifici par te 3: Quadro
per la valutazione delle perfomance Sociali);
2. PrEN 15643-2 (Sostenibilit dei
lavori di costruzione Valutazione delle performance integrate
degli edifici par te 4: Quadro per
la valutazione delle perfomance
Economiche).
La lista completa dei progetti che il
TC 350 sta affrontando ripor tata in
Tabella 1.

2. Gli strumenti operativi:


il LEED
Fondata negli Stati Uniti allinizio degli anni 90, il Green Building Council
(USGBC), unassociazione no profit
ideata per favorire ed accelerare la
diffusione di una cultura delledilizia
sostenibile.
Con la collaborazione delle Universit
statunitensi e canadesi ha elaborato un
sistema di rating per la realizzazione di
edifici eco-compatibili: il LEED, Leadership in Energy and Environmental Design.
Il metodo LEED un insieme di parametri per ledilizia sostenibile, che
compongono un sistema flessibile e
ar ticolato, il quale prevede formulazioni diversificate a seconda della situazione: nuove costruzioni (NC, New
construction and major renovations),
edifici esistenti (EB, Existing Buildings),
scuole (LEED for Schools), piccole abitazioni (LEED Homes).
Per misurare il rating finale di una costruzione, il LEED si avvale di criteri a
cui attribuisce dei crediti proporzionali
ai requisiti caratterizzanti la sostenibilit delledificio. I criteri si possono dividere in 6 categorie (a titolo desempio
si ripor tano i crediti per LEED NC New Construction):
4 Siti sostenibili (1 prerequisito,
14 punti): gli edifici cer tificati ottengono un punteggio superiore
se costruiti con ampio impiego di
materiale riciclato o prodotto localmente, avendo un piano di smaltimento rifiuti studiato per ridurre
questi ultimi al minimo.
4 Gestione efficiente dellacqua
(5 punti): gli edifici cer tificati ottengono un punteggio elevato nel caso
in cui garantiscano la massima efficienza nel consumo di acqua, con
la presenza di sistemi per il recupero dellacqua piovana o di rubinetti
con regolatori di flusso.
4 Energia ed atmosfera (3 prerequisiti, 17 punti): il punteggio
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A m b i e n t e

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Figura 1 Esempio di certificazione LEED for homes (per questo particolare schema il rating massimo 110) rilasciata per un complesso di appartamenti residenziali in California nel 2008 (San Jose).
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A m b i e n t e

aumenta in funzione del grado di


sfruttamento delle energie rinnovabili e locali.
4 Materiali e risorse (1 prerequisito, 13 punti): gli edifici cer tificati ottengono un punteggio superiore se
costruiti con limpiego di materiali
naturali, rinnovabili e locali, come il
legno.
4 Qualit degli ambienti interni
(2 prerequisiti, 15 punti): gli edifici
cer tificati ottengono un punteggio
elevato se gli spazi interni delledificio sono progettati in maniera tale
da consentire una sostanziale parit
del bilancio energetico e favorire
il massimo comfor t abitativo per
lutente finale.
4 Progettazione ed innovazione
(5 punti): limpiego di tecnologie
costruttive migliorative rispetto alle
best practice un elemento di valo-

re aggiunto, ai fini della cer tificazione LEED.


I crediti conseguiti determinano 4 livelli progressivi di cer tificazione:
4 cer tificazione Base (Cer tified
2632 punti);
4 cer tificazione Argento (Silver
3338 punti);
4 cer tificazione Oro (Gold 3951
punti);
4 cer tificazione Platino (Platinum
5269 punti).
Il metodo LEED evolve dinamicamente con il progresso tecnologico: al momento in fase di perfezionamento la
versione 2009, attesa per i primi mesi
dellanno.
Con questo affinamento verranno aggiornati i criteri e verr modificata la
scala di valutazione, con un valore massimo ottenibile di 110 per gli edifici di
nuova costruzione.

Figura 2 Benefici di un edificio certificato LEED.


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A m b i e n t e

Lattenzione va alle opzioni impiantistiche gi note (come lutilizzo di fonti


rinnovabili per la produzione locale di
energia termica ed elettrica) e sulla
scelta dei materiali, laddove si promuove luso di materiali ad alto contenuto
riciclato, locali, rinnovabili o provenienti da processi di riciclo, a bassa emissione di sostanze organiche e legno
cer tificato.
Il valore aggiunto, quindi, consiste nel
recupero degli edifici esistenti, dei materiali e dei prodotti da costruzione.
La Figura 2 dimostra i potenziali benefici che il metodo LEED pu apportare sugli edifici di nuova costruzione,
stimati dallo United States Green Building Council, rispetto alle tradizionali
tecniche costruttive.
2.1 Green Building Council (GBC)
Italia
GBC Italia lorganizzazione fondata
in Italia sia per linserimento e ladeguamento del metodo LEED, sia per
collegare fra loro imprese italiane ed
internazionali operanti nel segmento
delledilizia sostenibile, dando la possibilit di certificare gli edifici sulla base
dei pi avanzati standard internazionali.
promossa dal Distretto Tecnologico

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Trentino e da 46 soci fondatori ed ha


lo scopo di raggruppare competenze
trasversali per il giusto taglio del sistema al clima e alla legislazione nazionale e di dare il via ad uno specifico
programma di formazione per i futuri
certificatori LEED, basato sugli standard italiani.
2.2 LEED e la valorizzazione
immobiliare
Come espone Mario Zoccatelli, presidente GBC Italia, il Green Building
certificato gode di particolari vantaggi,
soprattutto nel mercato americano.
Un esempio la possibilit di accedere a linee di finanziamento dedicate, da
parte delle banche, e linee di prodotti
assicurativi agevolati, aspetti molto importanti nel periodo di crisi che attanaglia il settore immobiliare e di buon
auspicio per il settore europeo e nazionale. Inoltre, grazie alla certificazione da
parte di un ente terzo, il professionista
(o limpresa) ha il vantaggio di ottenere
un riscontro positivo sul mercato e di
fornire un numero di informazioni sicuramente superiore alla semplice etichetta di efficienza energetica, aspetto
molto importante per chi si trova ad
acquistare un bene immobiliare. n

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A m b i e n t e

Esempio di applicazione LEED


Progetto di riqualificazione urbana a Milano
Un importante progetto di riqualificazione urbana sta coinvolgendo le aree
Garibaldi, Repubblica, Varesine e Isola. Lambizioso progetto interessa 290 mila
m2 di aree dismesse, la pi grande opera di riqualificazione europea, promossa
dal Gruppo Hines, che prevede la realizzazione di strutture per 360 mila m2
complessivi a destinazione terziaria, commerciale, residenziale, espositiva, culturale ed alberghiera, nonch di una zona verde centrale con giardini ed aree
pedonali pubbliche distribuite tra gli edifici. Nellambito del progetto in corso
di realizzazione la nuova sede della Regione Lombardia ed previsto linsediamento degli uffici amministrativi nelledificio comunale.
La progettazione, cos come il design, stata basata sulla funzionalit, sullestetica e soprattutto sulla sostenibilit, che ha rivestito un ruolo fondamentale
nella scelta del progetto vincitore. Lo studio Pei Cobb Freed & Partners (con
Caputo Partnership e Sistema Duemila di Milano) ha soddisfatto egregiamente
ogni aspetto significativo per la progettazione sostenibile, basandosi in modo
specifico sugli standard pi avanzati e completi di rating system, fra cui LEED
occupa sicuramente un ruolo da protagonista.
Alla base del grattacielo, alto 160 metri e formato da due torri che si fondono
in ununica struttura, si articoleranno quattro fabbricati dalle forme sinusoidali
alti nove piani, dove saranno concentrate le funzioni culturali, di intrattenimento e di servizio.
La torre, invece, progettata per ospitare gli uffici politico-amministrativi, quelli
di rappresentanza, del protocollo regionale, la presidenza ed uno Spazio Regione, che servir a promuovere le iniziative e i servizi della Regione Lombardia.
Oltre che sotto il profilo estetico e funzionale, il progetto si caratterizza per le
innovative soluzioni tecnologiche adottate:
4 il forte impiego di materiali ecologici e di sistemi per il recupero e il riutilizzo dellacqua;
4 il sistema di condizionamento, sia estivo che invernale, che si avvale
dellutilizzo di pompe di calore ad acqua di falda, mentre un sistema di
isolamento attivo a muro climatico, costituito da unintercapedine tra
la facciata esterna ed
i vetri interni, si occupa della gestione
del calore solare a
seconda delle condizioni di temperatura
ed umidit interne ed
esterne;
4 i pannelli fotovoltaici
incorporati sulla facciata delledificio che
contribuiranno alla riduzione dei consumi
energetici e al conseguente abbattimento Figura 3 Il progetto proposto dallo studio vincitore
di emissioni di anidri- Pei Cobb Freed & Partners, in collaborazione con Caputo
Partnership e Sistema Duemila di Milano.
de carbonica.

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Gli Speciali
Nel 2009 Industrie Manufatti Cementizi dedica in ogni numero uno spazio allapprofondimento
di alcuni temi che interessano da vicino il comparto della prefabbricazione, con articoli di analisi
tecnica, normativa e di mercato, per fornire al lettore unampia panoramica e, al tempo stesso, un
dettaglio sugli aspetti pi interessanti e innovativi.

N. 7 marzo
Materiali innovativi in prefabbricazione

N. 8 maggio
Isolamento Termico, Acustico
ed Efficienza Energetica

N. 9 luglio
Sismica

SPECIALI 2009

N. 10 settembre
Macchine per la Prefabbricazione

N. 11 novembre
Architettura e Prefabbricazione

N. 12 dicembre
ANNUARIO della PREFABBRICAZIONE

I fornitori possono essere presenti con schede dedicate ai loro prodotti


Per informazioni rivolgersi a:
Imready s.r.l. tel. 0549.941003 e-mail: info@imready.it

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S p e c i a l e

Materiali
e sistemi
innovativi in
prefabbricazione
La prefabbricazione:
una palestra per linnovazione
di Marco di Prisco

La prefabbricazione edilizia, nata alla


fine degli anni 50, affront da subito
le sfide pi difficili per emergere nel
confronto con la pratica costruttiva
tradizionale, avvalendosi della fantasia
dei progettisti, delle conquiste tecnologiche dei leganti, della meccanica di
precisione nella tecnologia produttiva e delle potenzialit connesse con
le tecniche di precompressione che
rappresentarono, in molti casi, la reale novit strutturale resa accessibile
in quegli anni dalla tecnologia produttiva degli acciai armonici.
Oggi la sfida non pi semplice: il
mondo delle costruzioni si sta confrontando con i problemi della sostenibilit, del risparmio energetico,
della sicurezza nei confronti di azioni

eccezionali quali lincendio ed il sisma,


della fantasia creativa tipica dellarchitettura che sempre pi spesso
attribuisce alla generica costruzione
unalta pregnanza estetica.
In questa sfida, i nuovi materiali da
costruzione sono in grado di giocare
un ruolo da protagonisti, soprattutto
se, ancora una volta, la fantasia progettuale e la tecnologia pi avanzata
saranno in grado di sfruttarne tutte
le potenzialit.
Il calcestruzzo un materiale da costruzione che si profondamente
rinnovato negli ultimi venti anni.
Il processo di rinnovamento stato
progressivamente favorito dalla introduzione tecnologica di par ticolari
additivi di natura minerale o sintetica:
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S p e c i a l e

i superfluidificanti ed i viscosizzanti.
I primi sono necessari per ridurre
il rappor to acqua/polvere reattiva,
mentre i secondi sono mirati ad aumentare il valore di iniziale scorrimento plastico e la viscosit dellimpasto al fine di ridurre i fenomeni di
segregazione, risalita dacqua e lauto-por tanza.
Tali additivi hanno permesso un incremento della resistenza a compressione, che da 30 MPa giunta
a superare i 200 MPa, hanno offer to
la possibilit di evitare la vibrazione
per la compattazione del getto, giungendo alla definizione di un prodotto
denominato calcestruzzo autocompattante, ed infine hanno consentito
lintroduzione di quantit significative di fibre, realizzate con materiali metallici, naturali o sintetici, che,
caratterizzate da diverse geometrie,
risultano in grado di modificare profondamente il compor tamento meccanico del composito giungendo a
garantire resistenze a flessione prossime ai 30 MPa.
Il calcestruzzo ad alta resistenza
spesso confuso con il calcestruzzo ad
alte prestazioni, in quanto le prestazioni principali richieste al conglomerato, ovvero la durabilit e la capacit
por tante, sono legate a sue propriet, quali la resistenza, la tenacit, la rigidezza, la viscosit, la permeabilit e
la diffusivit, strettamente connesse
alla sua resistenza a compressione,
che rimane la misura quantitativa pi
semplice e pi conosciuta.
Tutti i materiali nella fascia 50 100
MPa sono ovviamente di grande interesse per il mondo della prefabbricazione, in quanto in questo ambito
sorge frequentemente lesigenza di
disporre di sufficienti risorse statiche
nella fase di sformo ed inoltre possibile garantire un migliore controllo
del processo produttivo.
Dal punto di vista strutturale, evidente che, se si immagina di incre-

33

mentare il contenuto e/o la qualit


del cemento, aggiungendo eventualmente fumo di silice e additivo superfluidificante, si per viene ad un vantaggio economico non solo legato al
miglior rappor to resistenza specifica/
costo, ma anche alla riduzione del
peso strutturale per unit di carico
por tato. Tale ragionamento funziona
fino a quando non si incontrano limitazioni legate alla deformabilit ed a
eventuali fenomeni di instabilit tipici
di materiali, come lacciaio, caratterizzati da un alto rappor to specifico
resistenza/peso.
Limpiego di calcestruzzo ad alta resistenza, come noto, da molti addetti
ai lavori parzialmente temuto a causa
della sua maggiore fragilit.
Nasce allora la necessit di incrementarne la tenacit mediante laggiunta di fibre di varia natura che
allatto della fessurazione, sfruttando
il meccanismo di pull-out, ovvero attivando un processo di estrazione con
scorrimento senza giungere alla rottura della fibra, permetta di disporre di uno sforzo residuo in trazione
uniassiale.
Tale sforzo residuo dipendente da
molti fattori: la resistenza della matrice, il rappor to daspetto della fibra
(ovvero il rappor to lunghezza/diametro equivalente), la sua percentuale
volumetrica, la sua natura superficiale, la sua geometria, la sua resistenza
che deve essere relazionata al rappor to daspetto, alla resistenza della
matrice, per evitare la rottura della
fibra, al mix design ed alla porosit
del conglomerato.
La difficolt di quantificare con esattezza ognuno di questi contributi ha
reso, per ora, impraticabile da un
punto di vista ingegneristico la capacit di definire le caratteristiche del
materiale fibrorinforzato sulla base
della caratterizzazione meccanica
dei suoi costituenti, suggerendo la
via empirica che mira a considerare il

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S p e c i a l e

calcestruzzo fibrorinforzato come un


nuovo materiale composito, la cui caratterizzazione meccanica deve essere identificata con prove concettualmente simili a quelle generalmente
introdotte per la caratterizzazione
dei conglomerati, ma oppor tunamente modificate per considerarne
la par ticolare natura micromeccanica
del composito.
Si osser vi ancora che la possibilit di
incrementare la resistenza a trazione
di un conglomerato con unalta percentuale di fibre implica un processo
di multi-fessurazione e quindi un uso
sapiente del materiale lapideo, che fa
appello alla risorsa del meccanismo
di aderenza.
La grande capacit di assorbire ur ti
e lottimo compor tamento a fatica di
questo materiale aprono nuovi fronti
produttivi, come in par te gi intuito
da precursori come Pier Luigi Ner vi
con riferimento al ferro cemento.
Luso di calcestr uzzo ad alte prestazioni fibrorinforzato si prospetta interessante anche per str utture
leggere, come quelle di coper tura,
che, adottando piccoli spessori in
modo da mantenere ragionevolmente contenuto il rappor to peso
str utturale/carico por tato, richiedono unonerosa e spesso difficoltosa posa in opera dellarmatura,
che, nella migliore delle ipotesi,
mira a disporre la tradizionale rete
elettrosaldata lungo la superficie
media della geometria str utturale
bidimensionale per garantire gli oppor tuni ricoprimenti.
Il calcestruzzo fibrorinforzato sta suscitando un notevole interesse nelle
applicazioni strutturali in quanto il
suo impiego riduce i fenomeni di fessurazione, migliora la durabilit delle
strutture in calcestruzzo ed in molti
casi permette di integrare o sostituire larmatura convenzionale.
Infine, il vantaggio economico associato al risparmio di mano dopera

e la spinta verso una maggiore industrializzazione del processo produttivo nello stabilimento di prefabbricazione ha suggerito, e tuttora
incentiva, indagini finalizzate alluso
di questo materiale nella produzione
di vari elementi strutturali.
Il calcestruzzo auto-compattante, infine, pu considerarsi una vera rivoluzione tecnologica con riferimento
alla durabilit, al tempo di posa ed
alla qualit del getto.
La lavorabilit necessaria per il getto
dipende da vari fattori come il tipo
di costruzione, il metodo di deposizione e di consolidamento, la forma
dei casseri e la disposizione delle armature.
Il futuro di questo materiale sempre pi orientato alla ricerca del mixdesign che favorisca lintroduzione di
un rinforzo diffuso (fibro-rinforzato)
e lincremento delle prestazioni pur
conser vando una buona lavorabilit
e una corretta fluidit.
Mi piace infine ricordare che la nuova
frontiera per il materiale calcestruzzo si pone oggi nel campo della nanotecnologia, sia per quanto riguarda
lo studio dellinterfaccia fibramatrice, sia per quanto riguarda lintroduzione di par ticolari polveri caratterizzate da dimensioni nanometriche
che, seppure introdotte nellimpasto
in modeste quantit, permettono di
modificare sensibilmente le caratteristiche fisico-meccaniche del composito.
La sfida del progettista sar quella di
sapere inventare strutture funzionali capaci di accoppiare le prestazioni
strutturali a quelle fisico-meccaniche
che si stanno affermando prepotentemente nel mercato delle costruzioni, per consentire una sinergia prestazionale ottimizzata al fine
di massimizzare il comfor t abitativo,
il risparmio energetico, la sicurezza strutturale, nel pieno rispetto
dellambiente.
n
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Sullimpiego
dellSCC nellindustria
della prefabbricazione
di Dante Galeota e Amedeo Gregori

noto che nellultimo decennio nessun argomento ha riscosso tanto


interesse, nellindustria della prefabbricazione, quanto lutilizzo del SelfCompacting Concrete (SCC). Gi nel
2003, nelle Interim Guidelines for
the Use of Self-Consolidating Concrete in Precast/Prestressed Plants
- TR-6-03 del Precast/Prestressed
Concrete Institute (PCI) ci si interrogava su quanto, dal punto di vista
pratico, il calcestruzzo autocompattante rappresentasse un nuovo
materiale o, piuttosto, una semplice
estensione del calcestruzzo ordinario.
Inoltre si ragionava su quali vantaggi
economici derivassero dallintroduzione dellSCC nella prefabbricazione
e quali livelli di tecnologia ed esperienza fossero necessari per produrre
SCC di qualit garantita. Daltra par te
la indubbia capacit dellSCC di fluire
attorno alle armature, senza necessit
di vibrazione esterna, labbattimento
del rumore, la maggior omogeneit e
resistenza alla segregazione del getto
facevano intravedere loppor tunit di
migliorare la produzione e lefficienza
degli impianti. Lesame della letteratura tecnica specifica reperibile oggi
in Europa e negli Stati Uniti conferma
in generale queste valutazioni. Relativamente al nostro ambito nazionale,
nel 2005 [1] veniva segnalata lintroduzione dellSCC nellindustria della
prefabbricazione in ragione del 10% e
del 20% in molti paesi europei. In particolare si documentava lincremento

di produttivit dellordine del 30%


da par te di una impor tante azienda
italiana. inoltre ben diffusa la consapevolezza [2] che, allorch lSCC
viene gettato nelle casseforme, esso
garantisce facili riempimenti, superfici finali estremamente lisce e finiture
sicuramente migliori se confrontate
con il calcestruzzo ordinario [3]. Naturalmente, per beneficiare di questi
risultati occorre tener conto di alcuni accorgimenti. La scelta di un oppor tuno olio disarmante, ad esempio,
rappresenta un fattore determinante
per beneficiare dei vantaggi in termini
di qualit delle finiture. La messa in
opera dellSCC, in assenza di vibrazione, determina inoltre un netto miglioramento delle condizioni di lavoro
nellimpianto e di rischio per le maestranze. LSCC minimizza la necessit
di camminare sulle casseforme eliminando, al contempo, la presenza di
cavi e tubi connessi alluso dei vibratori. Lassenza della vibrazione por ta
ad un drastico abbattimento delle
polveri sospese e le casseforme beneficiano, inoltre, di una maggiore vita
utile [2], [4]. stato ripor tato [2] che
negli impianti di prefabbricazione nei
quali stato introdotto lSCC, il numero degli incidenti e lassenteismo
delle maestranze hanno mostrato significative riduzioni.
Numerose aziende nel panorama internazionale, gi nel 2003, avevano
previsto lSCC nella produzione di
componenti sia ver ticali che orizzon-

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S p e c i a l e

tali [2], [5]. Va per sottolineato come


le stesse aziende abbiano da sempre
sollecitato la formulazione di opportune linee guida che aiutassero nella
gestione dei maggiori livelli di controllo richiesti dallSCC rispetto ai calcestruzzi ordinari (dalla selezione degli
aggregati, al controllo dellacqua dimpasto, agli additivi superfluidifuicanti,
ecc.). infatti noto sia ai produttori
di calcestruzzo che agli studiosi del
settore come le miscele di SCC siano ancora molto sensibili a variazioni anche piccole di composizione o
di natura ambientale. Daltra par te
esiste la consapevolezza che questi
aspetti non possano rappresentare
un impedimento per lindustria della
prefabbricazione, i cui processi dimpianto risultano ben controllati [4],
[6]. Tuttavia bisogna ribadire che, per
la buona qualit dellSCC, essenziale la costanza delle caratteristiche dei
costituenti di base (cemento, aggregati, fillers, additivi). Queste difficolt
riguardano in maniera meno sensibile
la produzione del calcestruzzo ordinario ed anche per questa ragione
che permane tuttora una cer ta titubanza da par te di molte aziende ad
intraprendere la scelta dellSCC.
Daltra par te, le analisi circa la convenienza economica non dovrebbero
restringersi al solo costo dei materiali
e comunque dovrebbero interessare
un periodo di produzione variabile
tra i sei mesi e lanno. In questo modo,
infatti, possono essere meglio valutati
i benefici in termini di incremento di
produttivit ed efficienza, di ridotto
danneggiamento dei casseri, di minori
difetti di produzione e migliori condizioni di lavoro.
Il processo di produzione, associato
alluso dellSCC, mostra inoltre una
continua evoluzione nel tempo [2].
Relativamente ai soli costi di materiale, si pu osser vare come, negli
anni, al maggior contenuto di pasta di
cemento per m 3, si sono affiancate

anche soluzioni di carattere pi ecologico ed economico, quali la parziale


sostituzione del cemento con materiali di recupero da altre lavorazioni
(ceneri volanti fino al 30%, fumo di
silice fino al 10%) oppure la possibilit
di mantenere il rappor to pasta/iner ti
non troppo elevato mediante opportuni additivi chimici [7].
Senza peraltro contemplare soluzioni di risparmio sul materiale, lanalisi
quantitativa costi-benefici, considerando sia le maggiori spese di materiale che lincremento di efficienza nella
produzione, ha dimostrato la generale
convenienza dellintroduzione dellSCC
nella prefabbricazione [8], [9].
Pu il tempo di messa in opera del
calcestruzzo essere ridotto? Pu, ad
esempio, essere cambiato il metodo
di traspor to allinterno dellimpianto? Pu, durante il ciclo di produzione giornaliera, aumentare il tempo di
maturazione in aria e ridursi quello
della maturazione accelerata? Possono i metodi formatura e fissaggio delle armature metalliche semplificarsi
giacch, senza luso di vibrazioni, sono
chiamati a sostenere sforzi notevolmente ridotti in fase di formatura dei
pezzi prefabbricati? A queste ed altre
domande numerosi studi pratici e ricerche, anche accademiche, si sono
dedicati nel corso degli ultimi anni. In
merito alla necessit di speciali adeguamenti per lorganizzazione dellimpianto, nel passaggio da calcestruzzo
ordinario allSCC, esistono oggi validi
riferimenti. Secondo il parere di noti
studiosi come J. Walraven, il processo
di riconversione non sarebbe impegnativo per gli impianti di et compresa tra i 5 ed i 10 anni. Per questi impianti, in caso di conversione allSCC,
alle tradizionali attrezzature sono infatti da aggiungere solo mescolatori
ad alta efficienza ed installazioni per il
corretto dosaggio dei fillers [4].
A fronte di queste voci di spesa, quelle di risparmio sono rappresentate
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S p e c i a l e

dalla riduzione della spesa energetica


per assenza di vibrazione, dalla maggior produttivit dellimpianto, dalla
pi lunga durata delle casserature [2],
[4], dalla possibilit di produrre elementi pi sottili, leggeri ed efficienti,
e dal resto dei benefici gi pi volte
ricordati (miglioramento condizioni di
lavoro, ecc.) [10].
In merito al modo di traspor to
dellSCC allinterno dellimpianto, tutti
gli autori sono daccordo nellosservare che la percorrenza di eccessive
distanze, specialmente se fatta con
mezzi non idonei, possa risultare sfavorevole per lSCC.
Luso di veicoli che, ad esempio, non
prevedono rimescolamento e che
avanzano su percorsi non propriamente regolari e lisci, pur non costituendo impedimento nel caso di calcestruzzi ordinari, costituisce invece
un aspetto critico da rimuovere nel
passaggio allSCC [11].
Esistono per iniziative nelle quali,
parallelamente alladozione dellSCC,

37

anche lorganizzazione dimpianto ha


seguito schemi produttivi del tutto
nuovi rispetto al passato, proponendo, ad esempio, la movimentazione
dei pezzi a carosello sotto le bocche
di scarico del calcestruzzo, piuttosto
che il traspor to e la distribuzione del
calcestruzzo a distanza.
Questa innovativa tecnica di produzione (Figura 1) stata proposta e
ben documenta da K. Juvas in [12].
Sebbene specifici aspetti operativi della produzione prefabbricata in
SCC non siano comunemente discussi
nella letteratura, esiste qualche chiara
testimonianza che include la possibilit di mantenere inalterate gran par te
delle tecniche di produzione, come
nel caso del calcestruzzo ordinario
[11]. In queste fonti, gli autori concludono infatti che sostituire gli aggregati disponibili, livellare le casseforme
di elementi gettati in pendenza, modificare le caratteristiche del sito o le
tecniche di traspor to del calcestruzzo
non sempre necessario, mentre

Figura 1 Schema dellorganizzazione di un impianto a carosello; da K. Juvas [13].


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piuttosto conveniente manipolare oppor tunamente le propriet del SCC


per affrontare con successo ogni difficolt [11].
per diffuso il parere che lassenza di specifiche linee guida per limplementazione dellSCC in prefabbricazione, abbia rallentato il rapido
raggiungimento di questo risultato,
almeno in Europa [13]. Prima degli
enti normativi ufficiali, lo sforzo di
produrre documenti di indirizzo per
la tecnologia dellSCC stato compiuto dalle maggiori organizzazioni
europee nel settore della produzione
di calcestruzzo, cemento ed additivi
(come BIBM, CEMBUREAU, ERMCO,
EFCA ed EFNARC) [13]. Va pur detto,
tuttavia, che alcune indicazioni e regole apparentemente ben scritte, non
sempre sono risultate applicabili ad
ogni tipo di impianto: i limiti di fluidit
dellSCC indicati per la realizzazione
di cer ti elementi prefabbricati sono
ad esempio risultati impraticabili in
determinate condizioni [11]. Risulta
infatti che il vero sviluppo dellSCC in
prefabbricazione avvenuto sul campo pratico pi che sui tavoli tecnici,
e specialmente grazie al saper fare di
quelle aziende che, imparando a padroneggiare il materiale e le sue propriet, hanno saputo adattare lSCC
alle loro produzioni [11].
Tale cammino non peraltro esente da difficolt, ma queste non rappresentano veri ostacoli: occorre infatti solo il buon senso di imparare
dallesperienza senza pretendere che
le soluzioni dei problemi arrivino al
primo tentativo. Il caso della scelta degli oppor tuni additivi chimici
(superfluidificanti e viscosizzanti per
limpasto, disarmanti per i casseri)
emblematico. Esso rappresenta un
aspetto cer tamente cruciale per il
successo dellSCC in prefabbricazione [14], ma anche ladozione di certe accor tezze in fase di produzione
ugualmente determinante.

Lobiettivo di superfici completamente libere da pori, ad esempio, non


un risultato automatico e garantito
dalla sola qualit dellolio disarmante.
La porosit superficiale pu infatti dipendere da cause anche ben diverse,
come la sensibilit dellSCC alle variazioni di umidit degli aggregati, alla finezza del cemento e dei fillers. Anche
il troppo rapido riempimento dei casseri, specialmente se associato a cadute dellSCC da altezze troppo elevate,
dovrebbe essere evitato: luso di tubi
ed imbuti spesso consigliato [13].
Se poi, dagli aspetti di pura implementazione dellimpianto, si passa a valutare quelli di carattere pi strettamente
ingegneristico (che pure hanno ricadute applicative ed economiche), lattenzione si sposta su questioni come
lomogeneit delle resistenze lungo gli
elementi, laderenza tra calcestruzzo
ed armature da precompressione, il
creep, il ritiro, la resistenza alla compressione ed alla trazione alle brevi
stagionature, lo sviluppo delle resistenze nel tempo.
In un recente studio sono state valutate le variazioni di resistenza lungo la
luce di travi e colonne prefabbricate
realizzate sia in calcestruzzo ordinario
che in SCC. Nel caso delle colonne,
luso dellSCC ha prodotto distribuzioni pi omogenee, con variazioni
della resistenza a compressione lungo laltezza del 13%, contro il 22%
del calcestruzzo ordinario. Sulle travi
invece risultato il contrario, con la
resistenza dellSCC pi variabile lungo la luce che non per il calcestruzzo vibrato. In questultimo caso per,
pi punti di scarico favoriscono flussi
pi brevi e maggiori omogeneit per
lSCC [15].
Altri studi ben documentati hanno
chiarito come lSCC garantisca eccellenti caratteristiche meccaniche che
sono in tutto paragonabili a quelle
dei convenzionali calcestruzzi ad alte
prestazioni usati, ad esempio, nella
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Figura 2 Prova di carico a lungo termine. Evoluzione della freccia in mezzeria: confronto calcestruzzo ordinario (NC) ed SCC.

produzione di travi prefabbricate da


ponte e non solo [10], [9]. Da ulteriori fonti si apprende inoltre che, oltre a soddisfare pienamente i requisiti
di resistenza alle brevi stagionature
(necessari per il trasferimento della
precompressione), luso dellSCC consente produzioni a doppio ciclo senza
necessit della maturazione al vapore
[3], [16]. stato inoltre documentato
che luso del fumo di silice pu aiutare
a ridurre le deformazioni lente per viscosit (creep) e che, sebbene i valori
del ritiro possano risultare maggiori
nellSCC rispetto al calcestruzzo convenzionale [17], inter venendo opportunamente sul rappor to pasta/aggregati (da cui dipende lentit del ritiro)
esso pu essere ridotto [6], [7].
Anche alcuni recenti studi, condotti presso la Facolt di Ingegneria
dellAquila, sul compor tamento a lungo termine di elementi prefabbricati
da coper tura, confermano che le prestazioni di elementi realizzati in SCC
sono sostanzialmente simili a quelle
di analoghi elementi in calcestruzzo
ordinario di pari resistenza (Figura 2).
Si inoltre sottolineato che le indicazioni progettuali finora suggerite dai
principali Codici Internazionali (Eurocodice 2, ACI and Japan Guidelines
for Concrete) con riferimento al cal-

cestruzzo convenzionale si adattano


con uguale accuratezza allSCC [18].
Alla luce di tutti gli elementi discussi
in questa breve analisi e dei continui
contributi di studio dedicati al settore,
emerge che, sebbene il calcestruzzo
ordinario difficilmente potr essere
completamente sostituito dallSCC in
prefabbricazione, la diffusione del calcestruzzo autocompattante in questo
segmento delledilizia industrializzata
destinato a compiersi con estremo
successo e profitto delle aziende.
anzi chiaro che tale implementazione consentir lo sviluppo di nuovi
processi di manifattura e la produzione di classi inedite di elementi prefabbricati.
Nel 2003, il Prestressed Concrete Institute gi prevedeva che lSCC potesse essere utilizzato nella prefabbricazione di elementi sempre pi sottili,
dalle geometrie ar ticolate, dal valore
aggiunto di perfette finiture superficiali, di estrema durevolezza e qualit garantita, arrivando ad includere il
caso di lavabi, lavatoi, elementi darredo per interni, ecc.
Ulteriori interessanti evoluzioni per
lSCC si intravedono sulla base di studi [5] relativi alla capacit dellSCC
di por tare in sospensione significativi
quantitativi di fibre.
n

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S p e c i a l e

Riferimenti bibliografici
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the Implementation of SCC in the Precast Industry, SCC2005, Chicago, USA, vol. 1,
pp.113-118.
[2] PCI, Precast/Prestressed Concrete Institute, Interim Guidelines for the Use of Self-Consolidating Concrete in Precast/Prestressed Concrete Institute Member Plants, TR-6-03.
[3] R.E. Rodriguez Camacho, R. Uribe Afif, G. Martinez Corona, H. Montano Roman, B. Martinez Sanchez, Applications of SCC Technology for Precast /Prestressed Elements. The
Mexican Experiences, SCC 2007, Ghent, Belgium.
[4] J. Walraven, Self-Compacting Concrete: Challenge for Designer and Researcher,
SCC2005, Chicago, USA, vol. 1, pp. 431-446.
[5] J. Walraven, Structural Aspects of Self-Compacting Concrete, 3rd International Symposium on SCC, 2003, Reykjavik, Iceland.
[6] A. Ioani, P. Bratu, H. Szilagyi, Self-Consolidating Concrete for R/C Precast Elements in
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[7] S. Oesterheld, O.H. Wallevik, Effect of Stabiliser on Thixotropy and Reduction of Formwork Pressure, SCC 2007, Ghent, Belgium.
[8] B.F.Tutikian, D.C.C. Dal Molin, R.A. Cremonini, R.L.M. Lamarca and F.Viecili, A comparison
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Brazilian Precast, SCC2005, Chicago, USA, vol. 2, pp.1161-1064.
[9] S. Uebachs, W. Brameshuber and G. Krage, Economical aspect of Self-Compacting Concrete in a Precast Element Plant, SCC2005, Chicago, USA, vol. 2, pp.1203-1210.
[10] C. Naito and M. Hoover, Applicability of Self-Consolidating Concrete for Use in Precast
Bridge Beam Construction, SCC2005, Chicago, USA, vol. 2, pp.1037-1042.
[11] P. Fernandez, J. Luciano and D. Constantiner, Successful Implementation of SCC in Precast Operation, SCC2005, Chicago, USA, vol. 2, pp.1075-1082.
[12] K. Juvas, European Experience with Self-Consolidating Concrete in Precast Concrete
Industry, SCC 2008, Chicago, USA.
[13] K. Juvas, The European Experience of Working with Self-Compacting Concrete in the
Precast Concrete Industry, SCC2005, Chicago, USA, vol. 2, pp.1105-1111.
[14] M. Corradi, R. Khurana and R. Magarotto, User Friendly Self-Compacting Concrete in
Precast Production, 3rd International Symposium on SCC, 2003, Reykjavik, Iceland.
[15] D. Hastenpflug, W.L. Repette, SCC Compressive Strength Variation in Precast Beams and
Columns, SCC 2008, Chicago, USA.
[16] P. Ramsburg, D. Ludirdja and O. Masik, Utilising SCC in Double Cycling Production of
Double Tee Beams, SCC2005, Chicago, USA, vol. 2, pp.1049-1054.
[17] S. Dehaudt, P. Rougeau and S. Lebourgeois, Interest of High-Performance Self-Compacting Concrete (HP SCC) for Precast Concrete Products, SCC2005, Chicago, USA, vol. 2,
pp.1179-1188.
[18] F. Di Fabio, D. Galeota, M.M. Giammatteo, A. Gregori, Prediction of Long-Term Behavior
of Full-Scale SCC Precast Members, Journal of Advanced Concrete Technology, Japan,
in press.

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Ceneri, Loppe e Silica Fume:


da scarto a risorsa
di Mario Collepardi
INTRODUZIONE
Gli scar ti sono i rifiuti di un processo industriale che non trovano alcuna
applicazione attraverso un loro riutilizzo nel processo stesso. Quando non
possibile alcun riutilizzo, i rifiuti debbono essere allocati a discarica, dopo un
eventuale trattamento, in caso di rifiuti
pericolosi.
For tunatamente i rifiuti di alcuni processi, oltre a non essere pericolosi, trovano unutile applicazione in altri processi produttivi.
Tra questi possiamo menzionare tre rifiuti, provenienti da processi industriali
diversi, che trovano applicazione nella
produzione del calcestruzzo con significativi benefici per le prestazioni del
materiale:
4 cenere volante che si produce nelle
centrali termiche basate sulla combustione del carbone;
4 loppa granulata proveniente dal raffreddamento rapido in acqua della
scoria dellaltoforno per la produzione dellacciaio;
4 silica fume, o fumo di silice, scarto
nella produzione del silicio e di leghe metalliche di ferro-silicio.
Tutti e tre questi materiali presentano un contenuto medio-alto di silice (SiO2) non cristallizzata (amorfa)
che capace di reagire con la calce,
Ca(OH)2, che si forma per idratazione
del cemento; per effetto di questa reazione, nota come attivit pozzolanica,
si formano i silicati idrati di calcio (C-SH) che conferiscono resistenza meccanica al calcestruzzo.
SiO2 + Ca(OH)2 C-S-H [1]

Cenere volante
La cenere volante disponibile in forma di par ticelle sferiche di diametro
di 10-40 m (Figura 1) ed quindi
impiegabile tal quale per la produzione di calcestruzzo presso le centrali di
betonaggio.
Il principale impiego della cenere consiste nel sostituire il 10-20 % del cemento Por tland. Poich il costo della
cenere minore di quello del cemento, la sostituzione compor ta una significativa riduzione del costo per 1 m3 di
calcestruzzo: 1-3 euro per calcestruzzi
ordinari (con Rck = 25-30 MPa) e arriva fino a 5 euro per calcestruzzi pi
prestazionali (SCC o ad alta resistenza
meccanica). Le variazioni nelle prestazioni del calcestruzzo derivanti dallimpiego di cenere volante consistono in:
4 resistenza meccanica leggermente
minore alle brevi stagionature (1-7
giorni) quando la reazione pozzolanica non si ancora innescata per
la carenza di calce prodotta dalla
idratazione iniziale del cemento;
4 resistenza meccanica pressoch
equivalente a quella del calcestruzzo senza cenere alla stagionatura di
28 giorni quando la reazione pozzolanica decorre secondo il processo [1] per la presenza di una sufficiente quantit di calce prodotta
per idratazione del cemento;
4 minor riscaldamento derivante dal
minor contenuto di cemento con
minori rischi di fessurazioni indotte
da gradienti termici nelle strutture
massive (con spessori oltre 30 cm);
4 maggiore resistenza alla corrosione
dei ferri di armatura provocata dai

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con il cemento Por tland nella cementeria con percentuali variabili dal 6 al
35 % per la produzione di cementi alla
cenere volante indicati con il simbolo
CEM II A-V e CEM II B-V.

Figura 1 Particelle sferiche di cenere volante.

Figura 2 Particelle sferiche di fumo di silice.

cloruri presenti nelle opere esposte


allacqua di mare e ai sali disgelanti
applicati nella stagione invernale.
Un impiego alternativo della cenere
volante consiste nella miscelazione

Loppa daltoforno
La loppa daltoforno, cos come disponibile nella produzione dellacciaio,
si presenta in forma di una sabbia contenente granuli vetrosi con dimensione di 10-40 mm.
Per tanto la loppa tal quale, a differenza della cenere volante, non
pu essere utilizzata per sostituire
il cemento Por tland nella produzione del calcestruzzo nella centrale di
betonaggio.
Lunico modo di impiegare la loppa
daltoforno consiste nella macinazione nel mulino della cementeria insieme al clinker proveniente dal forno di
cottura.
A seconda della percentuale di loppa
nel cemento cambia la denominazione
e la simbologia:
4 cementi alla loppa (CEM II A-S e
CEM II B-S) con percentuali di loppa dal 6 al 35%;
4 cementi daltoforno (CEM III A;
CEM III B; CEM III C) con percentuali di loppa dal 36 al 95%.
Le caratteristiche dei calcestruzzi confezionati con cementi daltoforno sono
molto simili a quelle che si ottengono
con i calcestruzzi in presenza di cenere volante.
La maggiore differenza consiste in una
maggiore riduzione del calore di idratazione che tanto maggiore quanto
la percentuale di cemento Por tland
sostituito dalla loppa.
Fumo di silice
Il fumo di silice il pi
dei tre scar ti industriali
produrre calcestruzzo.
prestazione del fumo di
a quelle della cenere e
dovuta a due fattori:

prestazionale
impiegati nel
La maggiore
silice rispetto
della loppa

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a) la elevata percentuale di silice amorfa che pu arrivare fino al 90-95%;


b) la piccola dimensione delle par ticelle sferiche che compresa tra
0,1 m e 1 m (come mostrato
nella Figura 2) e che rende particolarmente reattivo il materiale
nel decorso della reazione pozzolanica [1].
La maggiore prestazione del calcestruzzo contenente fumo di silice, ancorch impiegato in sostituzione del
cemento Por tland con percentuali
molto basse (5-10%), consiste nellincremento di resistenza meccanica anche alle brevi stagionature, nella riduzione della permeabilit allacqua, nella
maggiore resistenza alla penetrazione
degli agenti aggressivi (cloruri e solfati)

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provenienti dallambiente cui il calcestruzzo esposto.


A fronte di queste migliori prestazioni
del fumo di silice, rispetto alla cenere
e alla loppa daltoforno, esiste il limite
nella sua scarsa disponibilit e conseguentemente nel maggior costo che
pu arrivare fino a tre volte il costo
del cemento.
Per questi motivi il fumo di silice raramente impiegato nella confezione di
calcestruzzi, se non quando si richieda
una durabilit a lungo termine (oltre
100 anni) come pu avvenire in opere
di grande rilevanza, come per esempio
le strutture in calcestruzzo esposte a
cicli di bagnato-asciutto di acqua di
mare par ticolarmente aggressivi per le
armature metalliche.
n

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Luso delle fibre


nella prefabbricazione
di Marco di Prisco, Giovanni A. Plizzari, Claudio Failla
1. INTRODUZIONE
Il calcestruzzo rinforzato con fibre (Fiber Reinforced Concrete FRC) sta
suscitando un notevole interesse nelle
applicazioni strutturali in quanto il suo
impiego riduce i fenomeni di fessurazione, migliora la durabilit delle strutture
in calcestruzzo e, in molti casi, permette
di integrare o sostituire, almeno in parte,
larmatura convenzionale [1-5].
Il calcestruzzo fibrorinforzato non la
semplice aggiunta di fibre ad una matrice
cementizia, ma un materiale composito nel quale il conglomerato unito ad
un agente rinforzante costituito da fibre.
In funzione del materiale che le costituisce, le fibre possono essere classificate in metalliche, naturali o sintetiche.
Alcune tipologie di fibra consentono di
incrementare sensibilmente la tenacit
(resistenza allavanzamento del processo
fessurativo) del calcestruzzo e sono definite nel seguito fibre strutturali; altre
tipologie di fibra sono particolarmente
efficaci nel limitare la fessurazione da ritiro o nel migliorare la resistenza al fuoco
e sono definite non strutturali.
Per verificare la possibilit di utilizzo del
fibrorinforzo (tipologia e dosaggio della
fibra) per le applicazioni strutturali necessario effettuare prove di tenacit seguendo, per esempio, le indicazioni della
normativa UNI 11039 [6] o la normativa CEN 14651 [7]; entrambe prevedono lesecuzione di prove di flessione su
provini intagliati con sezione di 150x150
mm e con lunghezza variabile da 550 a
600 mm.
Luso del rinforzo fibroso generalmente
conveniente rispetto allarmatura ordinaria per leliminazione dei tempi di posa

dellarmatura e per la garanzia di avere


un rinforzo anche in quei punti dove la
rete elettrosaldata difficilmente pu rimanere nella corretta posizione durante
le operazioni di getto (si pensi, per esempio, alle sezioni sottili con geometria curva, sottoposte a flessione).
Le fibre strutturali sono generalmente
impiegate per integrare o sostituire larmatura diffusa (es. staffe o armatura di
parete); infatti, ai fini dellottimizzazione
dellarmatura di un elemento strutturale,
risulta conveniente affidare gli sforzi di
trazione localizzati allarmatura tradizionale ed affidare gli sforzi diffusi al rinforzo
fibroso.
Il fibrorinforzo consente anche di evitare lutilizzo dellarmatura di pelle quando,
esigenze di durabilit o di resistenza al
fuoco, richiedono limpiego di un notevole copriferro.
Lindustria della prefabbricazione particolarmente interessata allimpiego del
FRC in quanto vengono migliorate lindustrializzazione del processo produttivo
e le prestazioni dei manufatti.
Inoltre, quando le fibre sostituiscono le
armature secondarie, possibile ridurre
gli spessori strutturali in quanto viene
meno la necessit di garantire un copriferro minimo. Ci consente di ottenere
elementi pi leggeri con vantaggi per
il loro trasporto e per la riduzione del
peso proprio, in aggiunta ai vantaggi per
le costruzioni realizzate in zona sismica.
Infine, proprio negli elementi sottili, le
tolleranze di posizionamento delle armature tradizionali influenzano fortemente
la capacit portante delle strutture, problema assente nelle sezioni realizzate in
calcestruzzo fibrorinforzato.
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2. IL CALCESTRUZZO
FIBRORINFORZATO
NELLA PREFABBRICAZIONE
Lutilizzo del FRC nella prefabbricazione
risulta particolarmente interessante in
quanto, oltre a migliorare le caratteristiche dei prodotti (con particolare riferimento alla fessurazione ed alla durabilit),
permette una notevole industrializzazione del ciclo produttivo riducendo i costi
di manodopera necessari per la realizzazione degli elementi [8].
Tra gli elementi prefabbricati per i quali
risulta conveniente luso del FRC si possono citare i seguenti:
4 piccoli elementi non strutturali nei
quali il rinforzo fibroso principalmente impiegato per evitare rotture
fragili del calcestruzzo;
4 tubi in calcestruzzo [9];
4 vasche di contenimento di liquidi;
4 sottostrutture ferroviarie precom-

45

presse sottoposte a carichi ciclici [10];


4 pannelli esterni di tamponamento di
edifici industriali [11];
4 conci prefabbricati per tunnels [12].
Con il FRC sono anche state realizzate
strutture scatolari per garage, cabine telefoniche e altri tipi di contenitori [13].
Le fibre possono essere impiegate in
sostituzione delle armature minime trasversali in elementi strutturali come le
travi precompresse o gli elementi prefabbricati di copertura [14, 15].
Alcuni esempi applicativi di elementi
prefabbricati realizzati con calcestruzzo
fibrorinforzato sono brevemente descritte nel seguito.
2.1 Piccoli elementi prefabbricati
di piccolo spessore
La prefabbricazione leggera fa uso di
molti metri cubi di calcestruzzo per la
realizzazione di manufatti che a volte

Figura 1 Elemento prefabbricato non strutturale (a); vasca per il contenimento dacqua (b); prova di flessione su una piastra prefabbricata in FRC (c); armatura ottimizzata per la piastra (d).
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sono sottoposti a sollecitazioni molto


modeste in cui sufficiente un rinforzo
minimo per evitare rotture fragili dellelemento (Figura 1a).
Le fibre possono essere usate con successo anche in parziale sostituzione
dellarmatura tradizionale in piccoli elementi strutturali, come le vasche per il
contenimento dei liquidi (Figura 1b).
Altre tipologie di elementi devono resistere a carichi importanti, come le piastre
per tombinature carrabili, dove i fori per
i chiusini provocano la concentrazione
degli sforzi (Figura 1c); lottimizzazione
del rinforzo di questi elementi consiste
nellabbinare unarmatura convenzionale,
nei punti in cui gli sforzi sono concentrati,
al fibrorinforzo nei punti in cui gli sforzi
sono diffusi (Figura 1d).
2.2 Pannelli di tamponamento
Questi elementi possono essere prodotti
impiegando le fibre in sostituzione delle
armature, in genere reti elettrosaldate,
disposte nelle due facce della parete,
mentre vengono mantenute le armature
principali presenti nei cordoli perimetrali.

Alcuni studi sperimentali effettuati sui


pannelli di tamponamento hanno mirato
allottimizzazione della geometria del
manufatto considerando i requisiti statici,
la possibilit di industrializzare il processo
produttivo e di ridurre il peso globale del
pannello [11] (Figura 4).
La sperimentazione su elementi in scala
reale ha messo in evidenza un comportamento dei pannelli in SFRC analogo a
quello dei pannelli tradizionali in termini di rigidezza e di resistenza ultima, con
una riduzione del peso che pu raggiungere il 20%.
2.3 Elementi di copertura
Lo studio sulla possibilit di sostituire larmatura tradizionale con fibre di acciaio
ha riguardato i tegoli di copertura, caratterizzati da unelevata snellezza (l/h fino a
35) e da sezioni in parete sottile e profilo
aperto. A tal fine sono stati sperimentati
elementi in scala reale, sia tradizionali che
in SFRC, con sezione simmetrica e non
(Figura 3a) [16].
I risultati sperimentali hanno messo in
luce una capacit portante ultima dei

Figura 2 Sistema di carico sul pannello di tamponamento in SFRC [11].


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b
a
Figura 3 Tegolo in FRC: prova finale sullelemento con geometria ottimizzata (a); curve carico-spostamento per il
tegolo in calcestruzzo tradizionale e in FRC (b).

tegoli in SFRC superiore ed una maggiore


duttilit rispetto ai tegoli con armatura
convenzionale [17] (Figura 3b).
2.4 Travi precompresse
La possibilit di sostituire larmatura minima traversale (costituita da staffe) con
lutilizzo di fibre pu permettere un significativo risparmio di manodopera. Il
comportamento a taglio di manufatti in
FRC stato studiato sperimentalmente su travi in scala reale senza armatura
tradizionale, con armatura minima (tradizionale) a taglio, e in calcestruzzo fibro-

rinforzato [15, 18]. I risultati sperimentali


hanno evidenziato un comportamento
delle travi in FRC simile o migliore rispetto a quello delle travi con armatura
a taglio minima determinata in accordo
con le prescrizioni dellEurocodice 2
[19]. Inoltre, la resistenza a taglio viene
notevolmente incrementata (~ 20%) se
si utilizzano le fibre di acciaio in aggiunta
allarmatura secondaria convenzionale. Si
infine notato che le fibre permettono
una significativa riduzione dellapertura
delle fessure per taglio [15].
La Figura 4 mostra una prova di taglio su

Figura 4 Prova di taglio su trave in FRC [15] (a); curve taglio-spostamento di una trave non armata, di una con
armatura tradizionale e di due travi in FRC [15] (b).
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Figura 5 Armatura convenzionale di un concio prefabbricato per tunnels (a); armatura ottimizzata di un concio in FRC [12] (b).

trave precompressa in FRC (Figura 4a)


ed il confronto fra le curve taglio-spostamento ricavate dalle travi sperimentate
(Figura 4b).
2.5 Conci prefabbricati per tunnels
Nelle gallerie scavate con TBM si fa uso
di rivestimenti a conci prefabbricati che
hanno geometria curva e, se realizzati
in c.a. tradizionale, richiedono unarmatura sagomata e molto impegnativa
per far fronte alle diverse condizioni di
carico del rivestimento che, in aggiunta
a quelle di esercizio, includono la fase
di spinta che vede lapplicazione di elevatissimi carchi concentrati sul concio
(Figura 5a).
Il questi elementi il rinforzo fibroso
in grado di semplificare notevolmente
larmatura del concio in quanto tutti
gli sforzi diffusi possono essere affidati
alle fibre, lasciando allarmatura convenzionale il compito di resistere agli
sforzi localizzati che sono presenti sui
due cordoli di estremit del concio (Figura 5b).
Ci pu consentire un significativo risparmio di armatura, un minor tempo
di posa, un minor spazio per lo stoccaggio delle gabbie di armatura e una
maggior resistenza alla fessurazione ed
ai possibili danneggiamenti locali che
potrebbero verificarsi durante la movimentazione dei conci [12].

3. CONSIDERAZIONI
CONCLUSIVE
Le applicazioni correnti e la sperimentazione su elementi strutturali in scala reale
ha messo in evidenza i notevoli vantaggi
derivanti dallutilizzo del calcestruzzo fibrorinforzato.
Linteresse crescente dellindustria della prefabbricazione per lapplicazione di
questo materiale giustificato dallincremento delle prestazioni riscontrate negli
elementi e, nel contempo, dalla crescente industrializzazione del processo produttivo.
Le fibre risultano utili per la resistenza
a taglio delle travi ed in particolare negli elementi precompressi fortemente
iperstatici; negli elementi sperimentati il
rinforzo fibroso ha fornito un contributo
almeno pari a quello costituito dallarmatura minima trasversale prevista dallEurocodice 2.
La presenza del fibrorinforzo particolarmente significativa per gli elementi di
piccolo spessore dove il cattivo posizionamento delle armature tradizionali pu
comprometterne la resistenza.
Le applicazioni di questa tecnologia alla
prefabbricazione sono ormai mature e
in futuro possibile prevedere che lulteriore studio del materiale, con la combinazione di fibre (fibre ibride) e mix
design diversi, porti ad un ulteriore miglioramento delle prestazioni.
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S p e c i a l e

Riferimenti bibliografici
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Institute, Farmington Hills, 1988.
[2] A.E. Naaman, H.W. Reinhardt Eds., High performance fiber reinforced cement composites HPFRCC4, RILEM Proc., PRO 30, RILEM Publications S.A.R.L., Bag-neaux (Francia),
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[5] R. Gettu Ed, BEFIB 2008, Proceedings of the 7th RILEM Symposium on Fi-ber Reinforced Concretes (FRC) 2008, Chennai (India), 17-19 September, 2008.
[6] UNI 11039, Calcestruzzo rinforzato con fibre di acciaio - Parte 1: Definizioni, classificazione e designazione; - Parte 2: Metodo di prova per la determinazione della re-sistenza
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[7] EN 14651, Test method for metallic fibered concrete - Measuring the flexural tensile
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[8] M. Di Prisco, C. Failla, G.A. Plizzari, Applicazioni industriali della tecnologia SFRC per la
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[9] E.J. Pedersen, Calculation of FRC Pipes based on the Fictitious Crack Model, International Report BKM, 1996.
[10] H. Falkner, V. Henke, Innovation: Steel Fibre Concrete for Jointless Rail Tracks, Proc. of
the Fifth RILEM Symposium on Fibre Reinforced Concrete BEFIB, Lione (Francia), 2000,
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[11] L. Cominoli, C. Failla, M. Manzoni, G.A. Plizzari, P. Riva, Experimental study on SFRC precast panels, Sixth International Symposium on Fibre Reinforced Concrete, M. di Prisco,
R. Felicetti e G. Plizzari Eds., Varenna (LC), 2004, pp. 1133-1142.
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World Tunnel Congress, Underground Facilities for better environment safety, Agra,
(India), 22-24 September, pp.922-932.
[13] B. Schntgen, Design of Precast Steel Fibre Reinforced Garages, in Test and
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[16] M. Di Prisco, F. Iorio, G. Plizzari, HPSFRC prestressed roof elements, in Test and Design
Methods for Steel Fibre Reinforced Concrete - Background and Experiences, Schnutgen
B. and Vandewalle L. Eds., Proceedings of the RILEM TC 162-TDF Work-shop, Bochum
(Germany), March 20-21, 2003, pp. 161-188.
[17] F. Minelli, L. Cominoli, A. Meda, G.A. Plizzari, P. Riva, Full-Scale Tests on HPSFRC Prestressed Roof Elements Subjected to Longitudinal Flexure, Proc. of the In-ternational
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Structural Applications, V.C. Li V. e G. Fisher Eds., Honolulu (USA), 23-26 Maggio, 2005
(su CD ROM).
[18] M. Di Prisco, L. Ferrara, HPFRC prestressed thin-web elements: some results on shear
resistance, in Fracture mechanics of Concrete structures, vol.2, R. de Borst, J.Mazars,
G. Pijaudier-Cabot e j.G.M. van Mier (Eds.), A.A. Balkema Publishers, 2001, pp. 895-902.
[19] prEN 1992-1-2 Eurocode 2: Design of concrete structures. Part 1.2: General rules
Structural fire design, Final Draft, December 2005.

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RFId: new technology


per la prefabbricazione
di Carmine Santoro e Gianni Cavallini
La tecnologia RFId non pu essere considerata nuova.
Nuovo sicuramente linteresse che sta
suscitando in vari settori produttivi quali
i business legati alle costruzioni.
La tecnologia RFId, infatti, gi una presenza consolidata in molti settori industriali come lautomotive (per il controllo dei componenti montati su ogni
automezzo) e lindustria alimentare; per
esempio la Wal-Mart, principale catena di distribuzione e vendita americana,
ha rivoluzionato completamente la sua
rete logistica di spedizione e ricevimento delle merci per sfruttare i vantaggi
dellauto-identificazione con RFId.
In Italia una grande catena di Ipermercati
localizzati nel Centro-Nord ed un loro
fornitore di Modena stanno effettuando
sperimentazioni per automatizzare la richiesta, linvio e la ricezione delle merci.
Nella prefabbricazione, quali possono
essere gli scenari futuribili?
RFId e le nuove frontiere
per la prefabbricazione
Da tempo sono disponibili - soprattutto
in altri ambiti industriali quali abbigliamento ed alimentazione - innovativi sistemi di auto-identificazione elettronica
dei prodotti che utilizzano strumenti
denominati TAG con tecnologia RFId
(Radio Frequency Identification), in
grado di fornire se opportunamente
eccitati da un campo elettromagnetico un proprio identificativo interno
(MAC, Media Access Control) univoco
e non replicabile su nessun altro supporto analogo.
Lunicit di questi identificativi garantita dagli enti mondiali che riuniscono i

vari produttori e ci permette di poter


utilizzare i TAG per la tracciabilit dei
prodotti cui vengono associati.
La tecnologia RFId si pu dividere in tre
parti: i TAG, i Reader ed il sistema di gestione delle informazioni.
I TAG RFId possono essere a loro volta
suddivisi in due macro tipologie:
4 TAG Passivi, hanno bisogno di essere investiti da un campo elettromagnetico alla frequenza indicata e di
sufficiente intensit al fine di avere
sufficiente energia per trasmettere le
informazioni in essi contenute.
4 TAG Attivi, sono dotati di batterie,
e questo permette loro di trasmet-

tere ad una distanza maggiore le informazioni ad intervalli precedentemente programmati o di includere


al loro interno dei sensori e di monitorare le grandezze fisiche ad essi
associate e di registrarle in unapposita memoria.
Ai TAG RFId si affiancano i Reader, tipicamente antenne collegate in vari modi
ad un PC o a palmari industriali che in-

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tegrano o sono collegati ad unantenna


a radio frequenza. I dati letti dai Reader vanno ad alimentare il sistema di
gestione.
A seconda dellapplicazione e delluso
che si intende fare di questa tecnologia, si scelgono il Reader ed il TAG pi
adatto. In prefabbricazione, la possibile
applicazione della tecnologia riguarda la
rintracciabilit del manufatto, dalla produzione allo stoccaggio, fino alla vendita
o alluscita dal sito di produzione e al
montaggio.
In fase di produzione, si prevede linserimento nel manufatto di un TAG RFId
in una posizione opportuna e di facile
accesso, al cui indirizzo interno (MAC
Address) vengono associate, nel sistema informativo, tutte le informazioni
necessarie allidentificazione del sistema
che ha svolto la produzione specifica,
come per esempio il numero del ciclo
di produzione o le informazioni relative ai mix impiegati, ai materiali utilizzati o ad eventuali malfunzionamenti dei
macchinari durante la realizzazione del
prodotto.
Gli stessi dati possono inoltre essere registrati sul TAG stesso, nel caso sia anche
dotato di memoria interna.
Il manufatto continua poi il suo percorso di maturazione, sempre seguito e
controllato tramite la tecnologia RFId:
nei bancali vengono inseriti TAG attivi
dotati di sonde per la rilevazione della
temperatura e dellumidit ambientale ed al termine della maturazione ci
consente di tracciare la storia completa del manufatto, dalla produzione alllo
stoccaggio.
La tecnologia RFId risulta inoltre utilizzabile anche nelle fasi successive del pro-

cesso, quali la vendita ed il montaggio: il


TAG che gi identifica il singolo manufatto pu essere letto al momento dellimballaggio e, in questo modo, possibile
risalire al singolo componente.
Apponendo poi un TAG anche sullimballaggio o sul bancale e dotando il carrello
trasportatore di unantenna, possibile
tracciare anche i movimenti del singolo
prodotto allinterno del magazzino.
Posizionando appositi cancelli (GATE)

nellarea di stoccaggio delle merci, si pu


anche monitorare lentrata e luscita dei
prodotti, movimentando automaticamente il magazzino contabile.
La tecnologia RFId pu essere daiuto
anche in fase di assemblaggio di manufatti composti da pi parti.
Infatti, potendo identificare ogni pezzo
in maniera univoca, possibile controllare le corrette sequenze di montaggio
attraverso un software apposito su cui
sono presenti le procedure di assemblaggio dei prodotti finali.
Allo stesso modo possibile realizzare una composizione guidata delle parti
anche nel cantiere di destinazione, dove
un software su cui sono precaricati tutti i componenti verifica la correttezza
della sequenza di montaggio e/o suggerisce la successione dei componenti da
installare.
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Il controllo completo
del processo di produzione
In questo contesto tecnologico, sono nate
diverse iniziative per il monitoraggio della
produzione nelle aziende produttrici di
calcestruzzo che, con poche modifiche,
ben si adatterebbero anche al sistema di
produzione di manufatti cementizi.
Attualmente, infatti, esistono soluzioni
innovative nate specificatamente per il
controllo dei prelievi di calcestruzzo - basate principalmente sulla tecnologia RFId

- in grado di aiutare sia il professionista


del Laboratorio Ufficiale nelladempimento del proprio lavoro, sia laddetto
allautocontrollo dellimpianto di produzione, rispettivamente nella gestione dei
Controlli di Accettazione per conto della
Direzione Lavori e nel controllo statistico
del processo produttivo.
Le principali caratteristiche del controllo
integrato si possono cos riassumere:
4 controllo della filiera del prodotto: al momento della produzione del
conglomerato cementizio, nel provino
viene immerso un TAG con tecnologia
RFId. Su questo TAG vengono registrati tutti i dati richiesti dalla Normativa
(es. i dati di ciclo di produzione e di
ricetta) i quali possono essere inseriti
manualmente dalloperatore, oppure
essere automaticamente scritti dal si-

stema di gestione. Al TAG inserito nel


manufatto viene cos associato, tramite il sistema di gestione, anche leventuale prelievo di controllo;
4 informatizzazione dellattivit di laboratorio: lutilizzo di un sistema per il
controllo della produzione cos concepito permette di informatizzare totalmente lattivit di controllo del laboratorio. Infatti il TAG inserito nel cubetto
permette al laboratorio di identificare
con assoluta certezza il prelievo e, di
conseguenza, i dati relativi al ciclo di
produzione. Il laboratorio, al termine
della maturazione, aggiunge nel sistema gestionale i dati caratteristici della
verifica, come il valore di resistenza
cubica osservato ed il peso del campione singolo provino;
4 sistema statistico di controllo: i dati
raccolti nel processo di verifica e gestione dei prelievi di calcestruzzo possono infine confluire in un software
statistico-matematico per il controllo

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degli scarti quadratici medi di produzione ottenuti dagli scostamenti tra la


resistenza media osservata e la resistenza media attesa. Questo strumento diventa estremamente utile per
poter valutare sia il mix design singolo che il processo produttivo globale,
fornendo sia indicazioni sulle possibili
cause di difetti del prodotto sia possibili ottimizzazioni dello stesso;
4 lettura/scrittura di informazioni riservate da parte di un Ente di Certificazione esterno: lo strumento di
gestione dei prelievi deve prevedere una doppia modalit di gestione
del singolo dato sul prelievo di calcestruzzo:
4 modalit Utente standard: consente la registrazione di tutti i dati di
prelievo e di rottura previsti dalla
Normativa;
4 modalit Certificatore: il prelievo viene marcato con una firma
digitale che strettamente ed indissolubilmente connessa alla parola chiave del certificatore e ai
dati precedentemente registrati sul
TAG dallutente standard; in questo
modo impossibile la modifica a
posteriori dei dati immessi senza
che ci sia reso noto al certificatore stesso.
Un sistema cos integrato, costituito da
strumentazioni di laboratorio allavanguardia e da strumenti software per
lanalisi statistica del processo produttivo,
se connesso al sistema informativo aziendale, consente di creare un circolo virtuoso in grado di ottimizzare al massimo
lattivit di progettazione e produzione,
di ridurre drasticamente le inefficienze
legate alle attivit manuali e cartacee e
di ottenere, di conseguenza, un efficiente
controllo di qualit dei processi aziendali.
Quale valore aggiunto
La domanda che molti si porranno :
Qual il valore aggiunto dalla adozione di
questa tecnologia nel sistema di produzione
e vendita dei manufatti cementizi?

La risposta non pu essere unica e non


sicuramente semplice. Pu essere per ricercata fra le motivazioni che hanno spinto altri business ad adottare tecnologie di
auto-identificazione, quali i codici a barre
nei supermercati. Uno dei motivi la rintracciabilit dei prodotti dal momento in
cui entrano nel magazzino nel caso della prefabbricazione la fase di produzione - al momento in cui vengono venduti,
movimentando allo stesso tempo il magazzino informatico per poter prevedere
anche i tempi di approvvigionamento dei
prodotti. Nel business dei prefabbricati, in
pi, lauto-identificazione potrebbe essere
utilizzata anche nel processo di controllo
tecnologico della produzione.
Ladozione della tecnologia di riconoscimento mediante codici a barre non potrebbe per garantire la corretta lettura
durante lintero processo di produzione,
stagionatura e stoccaggio. A differenza
dei codici a barre e similari, la tecnologia RFId non prevede il riconoscimento
ottico, fornendo cos ottime garanzie di
buon funzionamento. quindi sufficiente prevedere lassenza di trasmissione di
segnali alle frequenze di lavoro dei componenti per garantire il perfetto funzionamento del sistema. Quindi, per concludere, la new technology RFId nel settore
della prefabbricazione apre nuovi scenari
di ottimizzazione dei processi unitamente
ad un controllo pi efficace e razionale
della produzione. Con questa tecnologia diventa quindi possibile monitorare il
singolo manufatto dalla sua produzione,
alla vendita e al montaggio, passando dal
controllo del processo produttivo, alla
stagionatura, allo stoccaggio, migliorando,
di conseguenza, la gestione delle informazioni collegate ed eliminando al contempo le inefficienze del processo. Questa
nuova tecnologia se da un lato comporter certamente una ristrutturazione dei
processi legati principalmente alla logistica e alla produzione, dallaltro consentir
alle aziende di affrontare da protagoniste
i nuovi scenari di un mercato sempre pi
competitivo.
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Le categorie
superspeciali:
subappalto e
requisiti di
qualificazione
di Marco Farinelli

Con il terzo decreto correttivo appalti


(D.Lgs. n. 152/2008) sono state introdotte una serie di modifiche al codice
dei contratti, rese necessarie dalla infrazione comunitaria n. 1007/2309 e dalla
pronuncia della Corte di giustizia del 15
maggio 2008.
Anche nellambito dellarticolo 37 (Raggruppamenti temporanei e consorzi ordinari di concorrenti) sono state introdotte
alcune correzioni tese a fronteggiare le
contestazioni della Commissione europea, con particolare riferimento al tema
del subappalto (comma 11).
In sostanza, la Commissione europea
osservava che larticolo 37 comma 11
contrastava con le direttive comunitarie
appalti, laddove vietava il subappalto,
imponendo una forma giuridica determinata (raggruppamenti temporanei di
imprese di tipo verticale).
Al riguardo, corre lobbligo di ricordare
che le direttive comunitarie non consentono di escludere il subappalto e autorizzano loperatore economico ad avvalersi
delle capacit di altri soggetti a prescin-

dere dalla natura giuridica dei suoi legami


con questi ultimi.
Si ricorda, inoltre, che la previgente versione dellarticolo 37 comma 11 vietava
il ricorso al subappalto qualora loggetto
dellappalto o della concessione di lavori
contemplasse, oltre ai lavori prevalenti,
opere per le quali si rendessero necessari lavori o componenti di notevole contenuto tecnologico o di rilevante complessit tecnica, per un valore superiore
al 15% dellimporto totale dei lavori.
In tal caso lappaltatore era tenuto ad
eseguirle in proprio ovvero, qualora non
possedesse le necessarie competenze o
capacit tecnico-operative, a costituire
unassociazione temporanea dimpresa
di tipo verticale.
Ora, tale previsione stata superata dal
terzo decreto correttivo che consente il
subappalto con i limiti dettati dallarticolo 118 comma 2, terzo periodo, vale a
dire che la nuova disciplina consente il
subappalto nelle categorie superspeciali fino al 30% dellimporto complessivo
del contratto.
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N o r m a t i v e

Per le lavorazioni che superano il 30%


dellammontare della relativa categoria
superspeciale, lappaltatore deve possedere le adeguate qualificazioni ovvero ha
la possibilit di costituire una associazione temporanea al fine di partecipare alla
gara di appalto.
Tale previsione normativa rappresenta
un compromesso per soddisfare lesigenza dei rilievi della Commissione europea
e quella di impedire di compromettere i
principi del nostro ordinamento in materia di qualificazione delle imprese.
Una altra novit del terzo correttivo
rappresentata dalla corresponsione diretta, da parte della Stazione Appaltante,
dellimporto delle prestazioni afferenti
lavorazioni superspecialistiche eseguite
in subappalto.
Questa modalit di pagamento costituisce un sistema di maggiore tutela del
credito dei subappaltatori che abbiano
realizzato parte delle categorie superspecializzate, ponendo rimedio in tal
modo agli eventuali inadempimenti nei
pagamenti da parte degli appaltatori.
Inoltre, il nuovo articolo 37 comma 11
sancisce il divieto di suddividere, senza
ragioni obiettive, il subappalto in pi contratti, ossia in modo artificioso rispetto
alle caratteristiche tecniche delle lavorazioni.
Pertanto, i progettisti, a cui demandato
il compito di individuare le categorie da
indicare nel bando di gara, possono suddividere le lavorazioni superspeciali solo
nel caso in cui esse non vadano ad incidere sulla unitariet tecnico-progettuale
della prestazione.
Infine, il terzo decreto correttivo, a fronte
di numerose richieste delle Associazioni
di categoria delle imprese che operano
nel settore delle categorie specialistiche,
ha introdotto il rinvio ad una periodica
revisione dei requisiti di specializzazione
da operarsi attraverso il regolamento.
Ci introduce un nuovo concetto per la
qualifica delle imprese specialistiche, che
opera attraverso la possibilit di prevedere nella norma regolamentare requisiti

57

pi stringenti che possono essere periodicamente revisionati con il medesimo


regolamento.
Si tratta in realt di sostenere un sistema
di qualificazione fondato sulla effettiva disponibilit, in capo allimpresa, di operai
qualificati e di una adeguata dotazione di
mezzi dopera, abbandonando la logica
della staticit con cui la vigente normativa disciplina la dimostrazione dei medesimi requisiti per lottenimento della
qualificazione SOA (articolo 18 del d.P.R.
34/2000).
Ci significa non solo valorizzare ancora
di pi, nella verifica dellidoneit dellimpresa, le capacit tecniche acquisite con
i lavori eseguiti, ma anche avere un particolare riguardo al capitale umano, ai
mezzi tecnici e alle dotazioni per lesecuzione dellappalto.
Con questa nuova previsione regolamentare sar possibile evitare che le imprese
appartenenti a categorie superspecializzate si possano vedere assorbite dalle
imprese appartenenti a categorie generali, che semplicemente si muniscono di
personale e di attrezzature per eseguire
lopera.
Attualmente, infatti, risultano attestate nel
settore delle opere specializzate imprese
che sono sprovviste sia di mezzi dopera
che di personale adeguato per eseguire
le singole lavorazioni specialistiche.
Alla luce di tutto quanto sopra, la nuova formulazione dellarticolo 37 comma
11, in definitiva, assicura al mercato degli
appalti una vera risposta concreta in materia di qualificazione, poich le imprese,
con lentrata in vigore del nuovo regolamento, debbono poter essere qualificate
solo in presenza di requisiti pi stringenti.
Peraltro, va segnalato che le stesse Associazioni di categoria potranno formulare
proposte al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sia nella fase iniziale di
redazione dello schema di regolamento,
sia nella fase in cui si rendesse necessario revisionare i requisiti di specializzazione.
n

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N o r m a t i v e

La responsabilit
per i reati commessi
nellinteresse
o a vantaggio
dellimpresa:
il D. Lgs. 231/2001
di Stefano Minini

Impatti dei regimi di responsabilit introdotti dal Decreto 231 con


particolare riferimento alla normativa in tema di sicurezza e salute
sui luoghi di lavoro
Il Decreto Legislativo 231 (nel seguito
la 231), introdotto dal legislatore nel
2001, una norma che ha previsto, per
la prima volta nel nostro ordinamento,
la responsabilit amministrativa degli Enti
(Societ e Associazioni), accertata in
sede penale, per reati commessi da persone fisiche nellinteresse o a vantaggio
degli Enti stessi.
La 231 mira a coinvolgere nella punizione di molteplici reati il patrimonio delle
Societ e conseguentemente gli interessi
economici dei Soci, i quali, prima dellentrata in vigore della norma, non pativano
conseguenze dalla realizzazione di illeciti
commessi da Amministratori e Dipen-

denti con vantaggio della Societ, in base


al principio di personalit della responsabilit penale (responsabilit esclusiva del
soggetto che ha commesso il reato).
In pratica, prima della 231, non cera in
Italia un sistema normativo che prevedesse conseguenze sanzionatorie dirette nei confronti delle Societ per i reati
commessi nel loro interesse, in quanto
la responsabilit rimaneva solo in capo
allautore del reato.
Infatti, in base agli artt. 196-197 del codice penale, lamministratore/dirigente e
la Societ erano semplicemente soggetti al pagamento delle multe e delle
ammende inflitte agli autori del reato in
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N o r m a t i v e

caso di insolvenza degli stessi (obbligazione civile).


Con lintroduzione della 231, la responsabilit della Societ si aggiunge di fatto a
quella dellautore del reato, mettendo a
rischio il patrimonio dellAzienda.
Quindi, con la 231:
4 n la Societ, n i soci possono dirsi estranei al procedimento penale
per reati commessi a vantaggio della
Societ;
4 conseguentemente, tutti gli stakeholders aziendali hanno un interesse
prioritario al controllo della regolarit
e della legalit delloperato sociale.
Lambito delle fattispecie di illecito rilevanti ai fini 231, che allinizio comprendeva i
reati societari e quelli contro la pubblica
amministrazione, sempre pi esteso.
Negli anni, il legislatore sta allargando costantemente la copertura 231 a nuovi
reati e la magistratura utilizza sempre pi
tale strumento normativo come efficace
metodo di coinvolgimento nelle vicende
processuali delle Societ, che prima risultavano protette dal principio della responsabilit penale personale.
Il novero dei reati rilevanti ai fini 231 oggi
comprende, oltre a quelli contro la pubblica amministrazione (ad es. corruzione,
concussione, truffa ai danni dello Stato,
ecc.) e ai reati societari (ad es. false comunicazioni sociali, impedito controllo,
indebita restituzione dei conferimenti,
ecc.), i delitti informatici e il trattamento illecito di dati, i reati di abuso di informazioni privilegiate e manipolazione
del mercato (c.d. market abuse), i reati di
ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilit di provenienza illecita,
i reati transnazionali (ad es. associazione
per delinquere, associazione di tipo mafioso, ecc.), i reati contro la personalit
individuale (ad es. riduzione o mantenimento in schiavit o servit, prostituzione minorile, ecc.).
Una delle novit normative pi importanti
quella prevista dal nuovo Testo Unico
della sicurezza (D. Lgs. 81/2008), che
ha dato rilevanza 231 a tutta la materia

59

sicurezza e salute sui luoghi di lavoro.


Il Testo Unico sulla sicurezza prevede che
violazioni o omissioni, scarsa diligenza,
imprudenza o imperizia da parte della
Societ nelladempimento degli obblighi
derivanti dalle norme antinfortunistiche
e sulla tutela delligiene e della salute sul
lavoro (ad es. omessa attivit di valutazione dei rischi, di controllo, prevenzione,
formazione, protezione, predisposizione
di flussi documentali previsti, ecc.), che
possano implicare le fattispecie di reato
di omicidio colposo o lesioni colpose in
caso di infortunio grave o gravissimo di
dipendenti o collaboratori, siano considerate rilevanti anche ai fini dellapplicazione dei regimi di responsabilit previsti
dalla 231.
Le sanzioni previste dalla 231 sono significative: oltre a sanzioni pecuniarie che,
per alcuni reati, possono arrivare a pi di
1,5 milioni di euro, prevista la possibilit di applicare anche sanzioni interdittive
(interdizione dallesercizio dellattivit, sospensione o revoca di licenze e concessioni, divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, ecc.)
Tali sanzioni interdittive, comminabili dal
Giudice per le indagini preliminari anche
in via cautelare, sono quelle pi temute
dalle Societ, a causa del potenziale impatto sul business delle stesse (basti pensare al divieto di esercitare lattivit sul
territorio nazionale o, per alcuni settori,
allimpossibilit di negoziare con la Pubblica Amministrazione).
Il rischio reale in quanto la storia
processuale comincia ad essere fitta di
casi nei pi disparati settori produttivi:
con lintroduzione dei reati in tema di
sicurezza e salute sui luoghi di lavoro
anche comparti tradizionalmente poco
attenti alla 231, in quanto non caratterizzati da significativi rapporti commerciali con la Pubblica Amministrazione,
si trovano esposti ad un rischio da non
sottovalutare.
La 231 prevede che la societ sia esente
da responsabilit qualora:
4 abbia adottato ed efficacemente

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N o r m a t i v e

attuato un Modello di organizzazione,


gestione e controllo idoneo a prevenire
i reati della specie di quelli verificatisi
(Modello Organizzativo);
4 abbia nominato un Organo che garantisca ladeguatezza del Modello,
vigili sulla sua osservanza e ne curi
laggiornamento (normalmente detto
Organismo di Vigilanza);
4 le persone abbiano commesso il reato
eludendo fraudolentemente il Modello Organizzativo;
4 non vi sia stata omessa o insufficiente
vigilanza da parte dellOrgano.
Per sviluppare il processo di adeguamento alla 231, la Societ deve quindi pianificare e attuare un corretto approccio
integrato al governo del rischio reato.
Tale approccio organizzativo deve essere
idoneo a coprire sia gli elementi ambientali (valori e cultura aziendale, codice etico, commitment sul tema 231) che quelli
di integrazione dei processi aziendali
(struttura autorizzativa, procedure operative, protocolli di controllo, ecc.).
Fondamentale poi la corretta identificazione e ponderazione dei potenziali
rischi reato che lazienda deve fronteggiare: tale analisi (c.d. risk assessment)
elemento centrale di ogni progetto 231

e costituisce uno degli aspetti pi attentamente valutati dagli Organi Giudicanti.


Un valido approccio espresso nel cruscotto di controllo riportato in figura,
che riassume le 10 regole doro per una
efficace copertura del rischio 231:
Tutti si augurano di non dover mai arrivare alla prova del 9 del modello 231.
La prova rappresentata dallesonero dalla responsabilit della Societ, che
passa attraverso il giudizio di idoneit del
sistema di organizzazione e controllo formulato dal Giudice Penale in occasione
del procedimento a carico dellautore
materiale del reato.
In assenza di una giurisprudenza consolidata e di regole cristallizzate, evidente
che tale giudizio si correttamente basato sinora sullanalisi complessiva delle
strategie di governo del rischio, configurando come idonei i soli Modelli organizzativi che potessero dimostrare di
essere pienamente integrati nei processi
aziendali ed efficacemente applicati nel
tempo.
Adottare, sviluppare e finalizzare il Modello Organizzativo rispetto a tale obiettivo costituisce oggi una priorit sia per gli
Azionisti che per gli Amministratori.
Questi ultimi rivestono un ruolo particolarmente sensibile, in quanto,
in caso di incidente di percorso e
come gi avvenuto in alcuni recenti procedimenti, i
Soci potrebbero
esperire azione di
responsabilit nei
confronti degli Amministratori iner ti
che, non avendo
adottato il Modello
organizzativo,
abbiano impedito
alla Societ di fruire del meccanismo
di esonero dalla
responsabilit. n
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A t t u a l i t
Norme Tecniche: confermato il rinvio al 30 giugno 2010
stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 49 del
28 febbraio 2009 la legge n.14/09 recante Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 30 dicembre 2008, n. 207, recante proroga di
termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti.
Tra le misure di interesse per il settore la proroga:
4 al 30 giugno 2010 della validit del
regime transitorio relativo alle nuove
Norme Tecniche per le costruzioni;
Con il comma 1-septies dellarticolo 29 viene
quindi differito al 30 giugno 2010 il termine (gi
fissato al 30 giugno 2009 dallarticolo 20, comma
1, del decreto legge 31 dicembre 2007 n. 248,
convertito dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31) del
periodo transitorio delle nuove Norme Tecniche
per le costruzioni.
Pertanto, potranno continuare ad essere applicate, fino al 30 giugno 2010, facoltativamente, le
nuove Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al

D.M. 14 gennaio 2008, le Norme Tecniche di cui al


precedente D.M. 14 settembre 2005, ed i decreti
del Ministro dei lavori pubblici 20 novembre 1987,
3 dicembre 1987, 11 marzo 1988, 4 maggio 1990,
9 gennaio 1996 e 16 gennaio 1996.
4 al 1 gennaio 2010 dellobbligo di installare sui
nuovi edifici impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
4 al 31 dicembre 2009 dellentrata in vigore del
divieto di ricorrere agli arbitrati negli appalti
pubblici;
4 al 16 maggio 2009 della valutazione lo stress
lavoro-correlato di cui ai commi 1 e 2 dellarticolo 28 del D.Lgs. n. 81/2008.
La legge 14/09 prevede inoltre, la non applicabilit
dellICI ai fabbricati rurali, norme in materia di affidamento dei lavori da parte delle concessionarie
autostradali, finanziamento delle opere della legge
obiettivo, autorizzazione paesaggistica e infrastrutture carcerarie.
n

Norme Tecniche: pubblicata la Circolare esplicativa


stata pubblicata, sulla Gazzetta Ufficiale del 26
febbraio, la Circolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 617 del 2 febbraio 2009
contenente Istruzioni per lapplicazione delle
nuove Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al
Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008.
Il testo, articolato e corposo (circa 450 pagine), contiene informazioni, chiarimenti ed istruzioni circa lapplicazione delle prescrizioni del DM 14 gennaio 2008.
In tal modo spiega il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in una nota si completa
linnovativo percorso normativo previsto dal DM
14 gennaio 2008, sulle nuove Norme Tecniche per
le Costruzioni che rappresentano la pi avanzata
espressione normativa a tutela della pubblica incolumit nel settore delle costruzioni.

Con la pubblicazione della circolare si data una esaustiva risposta alle esigenze pi volte manifestate dagli
operatori di disporre di uno strumento utile per la
corretta applicazione della nuova normativa tecnica.
Si ricorda che le Norme Tecniche di cui al DM
del 14 gennaio 2008 rappresentano la pi avanzata espressione normativa a tutela della pubblica
incolumit nel settore delle costruzioni, secondo
unimpostazione coerente con gli Eurocodici e con
contenuti allavanguardia riguardo alla puntuale
valutazione della pericolosit sismica del territorio
nazionale e quindi alle esigenze di una moderna
progettazione sismoresistente delle opere di ingegneria civile da realizzare o ristrutturare in Italia.
Per informazioni e per leggere il testo: www.cslp.it n

Criticit nellapplicazione del FPC nella produzione di calcestruzzo


preconfezionato e prefabbricato
di

Gian Luca Ponzi

Il controllo di processo nella produzione del calcestruzzo preconfezionato (FPC) , senza ombra di
dubbio, uno degli aspetti pi interessanti tra quelli

che hanno caratterizzato il mondo del calcestruzzo


preconfezionato negli ultimi anni. Da poco uscito
il decreto che proroga di un altro anno la cogen7 - industrie manufatti cementizi

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A t t u a l i t
za delle Norme Tecniche per le Costruzioni (ndr
giugno 2010) e, dopo qualche anno di attivit di
certificazione degli impianti, sono emerse alcune
criticit nellapplicazione dei criteri di implementazione del controllo di processo (FPC). Ciascuno dei
protagonisti, a partire dal produttore che si trova
necessariamente a fare i conti con la parte economica, agli Organismi di Certificazione legati allapproccio univoco alla materia, al Servizio Tecnico
Centrale per la stesura delle regole da applicare
(redazione delle Linee Guida) pu trovare spunti
di riflessione su cui meditare. Se a ci si aggiunge la
variabile interpretativa delle norme, spesso rifugio
di consulenti poco esperti, facilmente intuibile
come non sia facile tracciare un percorso che porti
il produttore ad avere la certezza di ottenere il
tanto agognato riconoscimento. Resta il fatto che
lapplicazione del FPC agli impianti che producono
calcestruzzo, sia a livello di preconfezionato che
di uso nei prodotti prefabbricati sprovvisti di
marcatura CE, cogenza e come tale deve essere
compresa fino in fondo. Questo articolo vuole
sintetizzare alcuni degli aspetti pi critici emersi
nellapplicazione della certificazione di processo e
indiscutibilmente riconosciuti dal settore di produzione dei materiali da costruzione. Il primo aspetto
importante riguarda ladeguamento degli impianti.
Lautomazione dellimpianto o almeno della parte
di gestione dei dosaggi, seppur non vincolante ai fini
della certificazione, sembra la soluzione pi idonea
per una gestione della rintracciabilit e della precisione di dosaggio. Se si pensa, inoltre, alla necessit
di compensazione del quantitativo dacqua immesso con il peso degli aggregati, chiaro che scelte
differenti rispetto allautomazione conferiscono
alloperatore al carico pesanti responsabilit ai fini
della conformit del prodotto. Il requisito necessario la registrazione e la rintracciabilit dei dosaggi
con rispetto delle tolleranze e, in mancanza di
automazione, il produttore si trova costretto ad
individuare strumenti manuali alternativi di difficile gestione e affidabilit. Agli occhi del mercato,
lassenza di automazione appare come una deroga
troppo ampia, che poco si concilia con il concetto
di certificazione, impressione ampiamente condivisibile da chi vede in prospettiva il miglioramento del
livello di settore.
La necessit di avere un filtro unico per tipologia di
cemento non appare estremamente critica per il
produttore di elementi prefabbricati, in quanto
spesso utilizza un solo tipo di cemento. Qualora,
invece, siano utilizzati cementi differenti occorre
tener conto che luso dei cuspidi di collegamento
tra sili non consentito; la posizione degli Organismi di Certificazione, in questo senso, chiara
ed orientata a non riconoscere tale opportunit.
Quindi, per limpianto che produce calcestruzzi
necessario sia presente un solo filtro per singola

63

tipologia di cemento. Parlando pi specificatamente


del prodotto, uno degli elementi di rilievo sicuramente la gestione dei fornitori di materie prime.
Il settore notoriamente legato ad un numero di
fornitori, soprattutto di aggregati, che spesso non
consente di avere omogeneit di caratteristiche;
ancora oggi, purtroppo, la qualit della materia
prima elemento secondario rispetto al prezzo.
Ovviamente questa una generalizzazione che
nulla toglie ai meriti di quegli imprenditori illuminati
che, invece, sono attenti a questo aspetto. La scelta
delle materie prime ha un impatto diretto sulla
qualifica delle ricette, fattore importantissimo in
quanto consente di avere la percezione della produzione in termini di prestazioni del prodotto, ma
che viene reso vano dalla modifica selvaggia delle
ricette determinata dal cambio repentino di materia prima. Altro aspetto importante sicuramente
lelemento statistico che consente di monitorare
le prestazioni dei prodotti; in questo senso, non
esiste una posizione univoca, ma il produttore che
pu scegliere lo strumento statistico pi vicino alla
propria realt purch sia in grado di fornire la percezione dello Scarto Quadratico Medio (Sqm) del
proprio impianto di produzione attraverso la definizione della resistenza caratteristica e della resistenza media. Non sempre i produttori sono abituati a
rapportarsi con un approccio di questo tipo e la
scelta di uno strumento statistico (CU.SUM., medie
mobili o altri pi moderni) rispetto ad un altro pu
comportare un aggravio in termini di lavoro e di
tempo. importante, quindi, che lobiettivo della
raccolta dati sia chiaro e che ci sia consapevolezza
dello strumento usato. In questo contesto, le Linee
Guida aiutano, dando la possibilit di adottare il
concetto di famiglia di calcestruzzo che, anche se
spesso interpretato in modo singolare, porta ad
una semplificazione nella gestione dei prelievi di
calcestruzzo.
Le Linee Guida del Servizio Tecnico Centrale individuano il gestore dei dati di autocontrollo nel
Responsabile del Controllo della Qualit, figura
avulsa da ogni altro ruolo aziendale. In linea di principio, la posizione condivisibile, ma chiaro che i
produttori raramente dispongono di risorse tali da
poterle dedicare esclusivamente a quel ruolo; pertanto, la posizione degli Organismi di Certificazione
sembra orientata ad una deroga, individuando in
tale figura le competenze necessarie al ruolo, a
prescindere da altre funzioni ricoperte.
Vale la pena di soffermarsi a riflettere sulla figura
del consulente che spesso affianca il produttore
nel percorso verso la certificazione del controllo di
processo. La competenza e la conoscenza del ciclo
di produzione, infatti, consentono di individuare
soluzioni affidabili per la corretta applicazione delle
Linee Guida, senza tralasciare laspetto economico,
mentre pu accadere che i consigli di consulenti

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64

A t t u a l i t
poco esperti inducano il produttore a scelte onerose sia in termini economici che operativi.
Altro protagonista assoluto nel processo di certificazione senza dubbio lOrganismo di Certificazione autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture,
attraverso gli ispettori che sono la sua interfaccia
presso le Aziende.
Il produttore si aspetta che, in fase di valutazione
del controllo di processo, gli Organismi di Certificazione assumano una posizione univoca. In alcuni
casi, per, questo aspetto diventa di difficile gestione. Spesso il confronto ha mostrato unapparente
differenza di approccio e sensibilit rispetto ai vari
aspetti del controllo di processo da parte degli
Organismi. Sicuramente il fatto che le norme si
prestino a diverse possibilit interpretative un
elemento importante nella definizione dellapproccio tenuto dallOrganismo; se poi si considera che
i valutatori, anche allinterno dello stesso Organi-

Michele Valente,
Italy Chapter

nuovo

Presidente

In occasione
dellAssemblea Generale
dellAmerican
Concrete Institute (ACI) Italy
Chapter, tenutasi
a Roma il 23 gennaio 2009, sono
state rinnovate
le cariche sociali
ed stato eletto come nuovo
Presidente ling.
Michele Valente
AD General
Admixtures SpA.
Presidente onorario stato eletto il Prof. Mario
Alberto Chiorino - Politecnico di Torino - e Vicepresidente il Prof. Roberto Realfonzo Universit
di Salerno.
LAmerican Concrete Institute (ACI) Italy Chapter
(ACI Italy Chapter) la sezione italiana di ACI
International - American Concrete Institute (www.
aci-int.org), organizzazione internazionale fondata
nel 1904, con oltre trentamila iscritti in tutto il
mondo, dedita allo sviluppo ed alla divulgazione
della conoscenza nel settore del progetto, della
realizzazione, della manutenzione e del consolidamento delle strutture in calcestruzzo.
ACI International, grazie allopera dei suoi numerosi comitati tecnici, ha fino ad oggi prodotto

smo, possono avere differenti approcci dettati dal


diverso livello di esperienza e competenza, allora
possibile che il mercato possa percepire, spesso
a torto, differenze nel valore delle certificazioni.
Ovviamente, si tratta di una percezione viziata,
spesso indotta da chiacchiere di corridoio, che
non mette in discussione la seriet degli Organismi
di Certificazione e la loro volont di trovare un
approccio comune che garantisca uniformit di
procedure.
In conclusione, auspicabile che ogni attore di
questa catena di responsabilit, a partire dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici, dagli Organismi di Certificazione,
fino ai produttori ed ai loro consulenti, condivida
la stessa visione, conferendo valore aggiunto ad un
adempimento di legge che deve essere interpretato come opportunit per migliorare la gestione del
prodotto e dellimpianto.
n

dellAmerican

Concrete Institute

oltre 400 documenti


tra rapporti e guide
normative.
Il Chapter, che conta
attualmente circa 100
soci provenienti sia
dal mondo accademico che da quello delle
imprese e della libera
professione, costituisce un impor tante
collegamento con il
mondo nordamericano del calcestruzzo in ambito
industriale, tecnologico e scientifico.
Ed proprio questo ruolo che intendiamo sottolineare e sviluppare dice ling. Valente nella scia
di quando gi fatto dal Presidente Prof. Chiorino.
Lobiettivo di facilitare il trasferimento nelle due
direzioni del know-how scientifico, tecnologico,
applicativo ed industriale, relativo al calcestruzzo.
In questa fase di drammatico cambiamento dello
scenario mondiale indispensabile lapertura a
nuove idee ed a nuovi rapporti.
Per informazioni e richieste:
ing. Gennaro Magliulo
Segretario ACI Italy Chapter
Dip. di Ingegneria Strutturale
Universit degli Studi di Napoli Federico II
gmagliul@unina.it
tel. 0817683656 - fax. 0817683491
www.concrete.org/chapters

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A t t u a l i t

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Giornate AICAP 2009


La progettazione e lesecuzione delle opere strutturali
nellottica della sostenibilit
Pisa, 14-15 maggio 2009

Con le Giornate 2009, AICAP vuole farsi interprete delle preoccupazioni del mondo intero
riguardo alla necessit di perseguire una linea
di sviluppo sostenibile che tenga conto di tre
aspetti fondamentali: ambientale, economico e
sociale.
Molteplici sono le competenze necessarie per la
messa a punto di strategie, iniziative ed attivit
ed AICAP, in tale contesto, riveste un ruolo di
primaria importanza.
A tale scopo, per rendere proficue le Giornate
di Pisa, che sintitolano La progettazione e lesecuzione delle opere strutturali nellottica della
sostenibilit, sono stati pensati due sottotemi
che pi espressamente individuano lambito
degli argomenti che lAICAP si attende siano
trattati:
4 linfluenza dellambiente, delleconomia e della
sicurezza nella realizzazione delle opere;
4 il recupero e il riuso dei materiali e delle
strutture.

Per tanto, propr io per sottolineare come


il mondo dei professionisti e degli operatori
responsabili progettisti, direttori dei lavori,
esecutori, fornitori di tecnologie e di materiali
sia ben consapevole del ruolo ricoper to, o di
cui necessario che si appropri, le memorie che
gli iscritti hanno inviato per le Giornate prendono in considerazione gli aspetti, specialmente
inerenti la progettazione e lesecuzione, cos
come il riuso, che influenzano in modo concreto
e positivo lambiente, leconomia e la sicurezza,
tutti argomenti che i partecipanti alle Giornate,
pi o meno implicitamente, hanno gi incontrato e trattato nelle loro ricerche o nella loro vita
professionale.
Ci si attende, quindi, che siano esposti esperienze
concrete e propositi futuri, al fine di dimostrare
la piena par tecipazione dellAICAP al grande
disegno dello sviluppo sostenibile, allinterno del
quale limprenditoria italiana potrebbe assumere
un ruolo fondamentale.
n

LIVINLUCE - ENERMOTIVE 2009


Energie rinnovabili
Fiera Rho - Milano, 26-30 maggio 2009

Evento di riferimento per gli operatori del settore,


EnerMotive, il salone dedicato ai prodotti e ai
sistemi per lautomazione di fabbrica e il controllo
di processo.
Un evento che riesce a coniugare lapplicazione
delle pi moderne tecnologie per la produzione
di sistemi per lautomazione, il controllo di processo, il telecontrollo in fabbrica, con lattenzione
per fonti denergia alternative e rinnovabili, oltre a
quelle convenzionali.
Una incredibile vetrina di prodotti, soluzioni innovative, tecnologie allavanguardia per il factory,
assieme ad eventi quali il Simposio Internazionale
dedicato al futuro dellenergia, questo e molto
altro alla fiera EnerMotive.
Il Factory & Automation Village, inoltre, sar per
tutti gli operatori del settore unoccasione di
approfondimento e formazione, grazie alla presenza di utili sezioni dimostrative .
EnerMotive si svolge in concomitanza con LivinLuce, salone dellilluminazione e della home &

building automation e con Build up Expo, manifestazione dedicata al mondo delle costruzioni e
dellarchitettura.
Luce ed energia seguiranno il filo conduttore
dellefficienza energetica, che vedr in campo tecnologie, soluzioni, approfondimenti oggi indispensabili per far fronte alle nuove sfide di risparmio e
sostenibilit ambientale. Su questi temi si svilupper un momento di confronto nellambito di EnerMotive, che tratter tutte le fonti energetiche oggi
disponibili per un aggiornamento a tutto tondo sul
settore, in vista di un nuovissimo appuntamento
programmato per novembre sul fronte delle energie rinnovabili.
Per informazioni:
FIERA MILANO TECH
Tel + 39 02 3264282
Fax + 39 02 3264284
segreteria@fieramilanotech.it
www.enermotive.com

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A t t u a l i t
ANIDIS 2009 Bologna
XIII Convegno anidis - Lingegneria Sismica in Italia
Bologna, 28 giugno - 2 luglio 2009

Il XIII Convegno di Ingegneria Sismica, organizzato


da ANIDIS Associazione Nazionale di Ingegneria
Sismica e Universit di Bologna, in collaborazione
con lOrdine degli Ingegneri della Provincia di Bologna, fornir unoccasione di incontro a professionisti,
ricercatori e operatori del settore, i quali avranno
modo di confrontarsi sulle moderne conoscenze e
tecniche di protezione antisismica.
Il Convegno dedicher particolare attenzione al
dibattito svoltosi negli ultimi anni in merito alladeguamento della normativa antisismica nazionale, la
quale, con le Norme Tecniche per le Costruzioni,
ha acquisito un assetto stabile e valido, sia dal punto

di vista tecnico che scientifico, in


armonia con gli Eurocodici e con le
specificit derivanti dallesperienza nazionale in tema
di progettazione strutturale in zona sismica.
Nel corso della manifestazione saranno presentati
studi originali sul piano della ricerca scientifica nel
settore, nonch contributi di valenza applicativa.
Considerata la presenza di ricercatori, professionisti,
tecnici di aziende del settore e funzionari pubblici,
sar predisposta unarea espositiva destinata a
materiali per ledilizia, strumenti di misura e attrezzature sperimentali, dispositivi di isolamento sismico
e di controllo, software ed editoria specializzata. n

Le forme del cemento - Plasticit


A cura di Carmen Andriani

La collana editoriale di
architettura LE FORME
DEL CEMENTO - ideata e promossa da
Aitec (Associazione
Italiana Tecnico Economica del Cemento)
e diretta dalla Prof.
Arch. Carmen Andriani - si prefigge lintento di documentare,
attraverso una serie di
volumi fra di loro correlati, la potenzialit
formale e tecnica che
il calcestruzzo in grado di esprimere.
Leggerezza, plasticit, dinamicit, sostenibilit,
concretezza sono alcune delle categorie formali
secondo cui sono suggerite, nella successione dei
numeri, interpretazioni inedite delle opere presentate, indipendentemente dalla tipologia, siano esse
chiese o infrastrutture, stazioni o musei, luoghi
dello spettacolo o dello sport.
Dopo il volume Leggerezza (Ed. Gangemi 2006)
il progetto editoriale propone Plasticit.
Il libro si compone di quattro sezioni: una rassegna
di foto darchivio delle opere dei maestri-pionieri
che anticipa il tema; un testo critico che ne rintraccia, nella storia della costruzione, il percorso
evolutivo; una selezione di opere contemporanee
che concretizzano alcune delle possibili declinazioni formali di cui si detto.

Chiude la monografia una sezione dedicata ai lavori in corso, che documenta alcuni dei cantieri pi
significativi.
La plasticit la speciale attitudine del cemento ad
essere adattabile, adattato e idoneo alla sperimentazione formale ed il materiale assume particolari
definizioni come Zoomorfo, Plastico, Fitomorfo,
declinazioni che racchiudono le propriet di materico e scultoreo e lo avvicinano alle figurazioni
artistiche dei Maestri.
A queste caratteristiche rispondono le opere di
Musmeci, di Hadid, di Niemeyer, di Barragan, Bo
Bardi come di altri grandi maestri, presentate in
questo volume, che ci conducono attraverso un
percorso evoluzionistico fino al Cemento futuro.
Cemento futuro una definizione che apre a
nuovi percorsi tecnologici e progettuali: una sfida
ai limiti della materia che, oltrepassando il pensiero,
arriva al fare come esperimento, come scienza di
calcolo e di cantiere, tra sfida e continuit.
Di prossima pubblicazione: Dinamicit.
Gangemi Editore
Roma 2008
Formato 21 x 33, pp. 160
Prezzo e 28,00
Per informazioni: Pubblicemento Srl
P.zza Marconi 25, 00144 Roma
tel. 06 54210237 - fax 06 5915408
e-mail: rivista@aitecweb.com

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L e

A z i e n d e

i n f o r m a n o
Holcim

Gruppo Holcim,
una composizione perfetta

Dal 2009 aumenter larmonia allinterno del


Gruppo Holcim.
Affidabilit di prodotto, posizione strategica sul
territorio ed esperienza consolidata si accorderanno, infatti, in ununica composizione perfetta
attraverso la fusione tra Holcim Aggregati e
Holcim Calcestruzzi. Queste due realt si fonderanno in una sola societ la cui nuova denominazione sar Holcim Aggregati Calcestruzzi.
Un perfezionamento che permetter ad Holcim di essere ancora pi sinergica su progetti
importanti, come quello per larea Porta Nuova
di Milano, un maxi intervento di trasformazione
e riqualificazione che consentir di riallacciare
al tessuto urbano 3 quartieri separati da oltre
40 anni: Garibaldi - Repubblica, Varesine e Isola. Si prevede la realizzazione di strutture per
complessivi 360.000 mq a destinazione terziaria,
commerciale, residenziale, espositiva, culturale ed alberghiera e la realizzazione di un parco
centrale, giardini pubblici ed aree pedonali pubbliche.
Porta Nuova :
4 il crocevia della citt
4 il recupero di unidentit storica
4 la Milano della creativit e della moda
4 la Porta Verde milanese
Nella struttura globale del progetto, particolare
importanza riveste il master plan dellarea Garibaldi Repubblica, che prevede la realizzazione
di tre torri di 11,22 e 33 piani e allinterno del
quale Holcim ha ottenuto la fornitura di circa
140.000 mc di calcestruzzo andando a coinvolgere tutto il Gruppo attraverso lutilizzo dei pro-

pri cementi e dei propri aggregati.


Per sviluppare le soluzioni pi adeguate a questo progetto i tecnologi Holcim sono stati fortemente impegnati, per oltre un anno, nelle prove
di prequalifica.
Il capitolato dappalto prevede limpiego di vari
tipi di calcestruzzo ma la richiesta si concentrata su un calcestruzzo ad alta resistenza, fino ad
una classe C60/75, per la realizzazione di pilastri
perimetrali fortemente caricati e costruiti con
elevata densit di armatura, portanti la struttura
che raggiunger oltre 150 mt di altezza.
Oltre che su un calcestruzzo ad alta resistenza,
lAssistenza Tecnologica Holcim si poi concentrata sulla progettazione del mix design di un
prodotto pompabile fino 160 m. di altezza in
grado di mantenere omogeneit e costanza.
Inoltre Holcim ha selezionato attentamente i
macchinari e le tecniche allavanguardia disponibili per il pompaggio di calcestruzzo ad alta quota, scegliendo i migliori partner per assicurare
una realizzazione perfetta e garantire la fornitura
di un pacchetto completo che include, oltre al
prodotto, la soluzione per le particolarit legate al pompaggio ad altezze cos rilevanti. Porta
Nuova permetter ad Holcim di acquisire un
nuovo e importante know-how per intervenire
anche su futuri sviluppi della citt di Milano che,
inevitabilmente, andr sempre pi ad espandersi
verso lalto.
In un mercato dove il Gruppo Holcim fortemente presente con cemento, aggregati e calcestruzzo e per un obiettivo importante come
quello di Porta Nuova, la volont aziendale
quella di contribuire, con la
qualit dei propri prodotti,
al nuovo volto che interventi attuali e futuri, anche legati
allExpo 2015, daranno ad alcune aree della citt di Milano
e provincia.
HOLCIM
Corporate Marketing
Holcim (Italia) S.p.A.
Via Volta, 1 - 22046 Merone (CO)
website istituzionale: www.holcim.it
extranet: www.holcimformarket.it

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A z i e n d e

i n f o r m a n o

69

Italcementi

Soluzioni Innovative a base di calcestruzzo per moduli


abitativi ecologici e low cost

Italcementi, nellambito del suo progetto dinnovazione e ricerca a favore della building community denominato i.nova., mette a disposizione del
Progetto Casa da 100Ke, a cura dellarchitetto
Mario Cucinella, le proprie risorse tecnologiche
e le proprie conoscenze scientifiche.
Il progetto Casa da 100ke riferito ad un alloggio con una superficie di 100 m2 inserito in
una struttura abitativa caratterizzata da elevate
prestazioni energetiche ottenute facendo ricorso a tecniche di risparmio energetico sia passive
che attive.
Tale obiettivo perseguito attraverso lo sfruttamento di sorgenti di energia alternative, quali la
geotermica, leolica e la fotovoltaica.
La prima citt pronta a dare concreta attuazione
al progetto casa da 100ke quella di Settimo Torinese: trenta alloggi eco-sostenibili sono
infatti previsti in unarea industriale dimessa interessata da un innovativo progetto di recupero
urbano.
Fra le strategie passive rivestono un ruolo di
particolare importanza le tecniche ed i materiali utilizzati per la coibentazione dellinvolucro
esterno e dei setti divisori interni.
Il modello abitativo proposto da Mario Cucinella concepito come il risultato di un processo di prefabbricazione non standardizzata,
con elementi strutturali leggeri e attrezzature
mobili, come pareti scorrevoli e curvabili e sistemi di chiusura a monoblocchi. Tale approccio
consente di diversificarne laspetto sia esterno
che interno. Una forma aperta che permette a
ognuno di elaborare e costruire il proprio ambiente domestico. La composizione pu essere
decisa scegliendo le diverse ipotesi e consente la
realizzazione di soluzioni spaziali che esprimono
il desiderio di coloro che le abitano.
Presso il Centro R&D del Centro tecnico del
Gruppo Italcementi CTG - in avanzato stato
di sviluppo un sistema di materiali studiati spe-

cificatamente per offrire soluzioni diversificate


in relazione alla tipologia di impiego, dal campo
strutturale a quello dei tamponamenti (interni/
esterni), in grado comunque di offrire in ogni
caso soluzioni ottimizzate sotto il profilo energetico e del benessere ambientale.
Per lo sviluppo dei materiali cementizi ci si avvalsi di leganti a basso tenore di clinker (ai quali
associabile una produzione limitata di CO2) e
di aggregati provenienti da materiali inorganici
di riciclo opportunamente trattati per ottenere materiali alleggeriti non nocivi, impermeabili
allacqua e in grado di conferire ottime propriet
isolanti ai manufatti. A fronte di una produzione
stimata pari a circa 62 kg/anno per una abitazione tradizionale, il progetto casa da 100ke
prevede una produzione di CO2 sostanzialmente prossima a zero.
Fra le peculiari propriet dei calcestruzzi ottenuti possono essere annoverate la bassa conducibilit termica, lelevata permeabilit al vapore e
lapprezzabile inerzia termica.
Fra le soluzioni previste sono annoverati sia gli
impieghi eminentemente strutturali che la produzione di pannelli compositi per la formazione
di setti o rivestimenti di facciata, sempre a base
di materiali cementizi, con gradi di finitura superficiale diversificati e tali da poter sostituire le
tradizionali finiture a base di intonaco.
Le caratteristiche di durabilit e di resistenza
meccanica sono naturalmente garantite in relazione alle specifiche duso.
I materiali sviluppati si distinguono inoltre per
il basso assorbimento dacqua per capillarit e
per lelevata resistenza alle alte temperature (
importante sottolineare che in caso di incendio
non vengono emesse sostanze tossiche).

Direzione Ricerca e Sviluppo Italcementi


ITALCEMENTIGROUP
www.italcementigroup.com

industrie manufatti cementizi - 7

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lAssociazione

ASSOBETON

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l A s s o c i a z i o n e

71

Federbeton entra in Confindustria


La Giunta di Confindustria, riunitasi il 12 marzo 2009, ha approvato lingresso nel
sistema confederale di FEDERBETON Federazione dei materiali e dei manufatti
a base cementizia, semplici e armati.
Alla Federazione aderiscono, oltre ad ASSOBETON, AITEC (Associazione Italiana
Tecnico Economica del Cemento), ASSIAD (Associazione Italiana Produttori di Additivi e Prodotti per Calcestruzzo), ASSOTRAFILRETI (Associazione Produttori Acciaio
Trafilato, Rete e Traliccio Elettrosaldato), ATECAP (Associazione Tecnico-Economica
del Calcestruzzo Preconfezionato), CONPAVIPER (Associazione Nazionale Pavimentazioni Continue), SISMIC (Associazione Tecnica per la Promozione degli Acciai
Sismici per Cemento Armato) e UCoMESA (Unione Costruttori Macchine Edili, Stradali, Minerarie ed Affini).
Con la formalizzazione dellingresso di FEDERBETON in Confindustria, la nostra
filiera industriale rafforza il proprio sistema di rappresentanza.
Tra gli scopi della Federazione c, infatti, quello di rappresentare e tutelare gli
interessi comuni delle Associazioni aderenti nei rapporti con le istituzioni e le amministrazioni nazionali e comunitarie, con le organizzazioni politiche economiche e
sociali e con ogni altra componente della societ.

Linea Guida
ICMQ-ASSOBETON
per la sicurezza
La prima guida applicativa per i sistemi di gestione della
salute e sicurezza dei lavoratori parla al settore dei componenti prefabbricati in calcestruzzo
di Massimo Cassinari

La sicurezza sul luogo di lavoro


un tema al centro dellattenzione
dellopinione pubblica: i giornali e i
telegiornali nazionali ripor tano quasi
quotidianamente cronache relative
alle cosiddette mor ti bianche.
La consapevolezza della necessit di

adottare un atteggiamento proattivo


al fine di prevenire incidenti si sta
sempre pi diffondendo fra i datori
di lavoro.
La sfida degli anni 2000, infatti,
sicur amente quella della salute e
della sicurezza dei lavoratori.

industrie manufatti cementizi - 7

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72

l A s s o c i a z i o n e

Nel 2007 la OHSAS 18001 ha assunto ufficialmente lo status di norma e,


nel 2008, il D.Lgs. 81, il Testo Unico
sulla salute e sicurezza dei lavoratori, ha ufficialmente riconosciuto
limpor tanza dei Sistemi di Gestione
al fine di un approccio efficace alla
questione della sicurezza sul luogo
di lavoro.
Un Sistema di Gestione idoneo, adeguatamente stabilito ed efficacemente attuato, consente infatti allazienda di adempiere a tutti gli obblighi
giuridici: dal rispetto delle leggi alla
valutazione dei rischi e predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti; dalle
attivit di natura organizzativa alla
sor veglianza sanitaria; dalle attivit
di formazione e informazione dei
lavoratori alla vigilanza sul rispetto e
sullefficacia delle procedure; dallacquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie alle verifiche
periodiche del rispetto della disposizioni legislative applicabili.
For te della propr ia esper ienza in
fatto di cer tificazione dei Sistemi
Qualit, ICMQ ha sentito la necessit di sostenere le aziende del settore costr uzioni sviluppando una
serie di guide applicative orientate
ai Sistemi di Gestione per la Salute
e la Sicurezza dei lavor ator i, con
par ticolare riferimento alla norma
BS OHSAS 18001:2007, che lar t. 30
del Testo Unico riconosce come
sistema organizzativo esimente dalla
responsabilit amministrativa ai sensi
del D.Lgs 231/2001.
Il primo documento, relativo al settore dei componenti prefabbricati in
calcestruzzo, stato redatto con il
fattivo contributo di ASSOBETON.
Come sempre, la guida applicativa
infatti nata dalla collaborazione fra
lesperienza maturata in campo dagli
auditor s ICMQ, dai professionisti
del settore e dalle Associazioni di
categoria.

La Guida fornisce indicazioni precise e puntuali sugli aspetti che


non si possono trascurare nel definire le regole da applicare per
garantire la sicurezza di chi opera
allinter no di uno stabilimento di
prefabbricazione .
Per esempio, viene posta attenzione
alle operazioni di tesatura: quelle
che potenzialmente possono causare il maggior danno in caso qualcosa
vada stor to, ma non vanno trascurate altre operazioni come la movimentazione dei manufatti sia allinterno dello stabilimento con carroponte, sia allesterno con elevatori a
forche, o le operazioni di montaggio
che si svolgono in cantieri esterni
con tutte le criticit collegate.
Vengono richiamati i documenti e
le registrazioni che devono essere
presenti per garantire un adeguato
controllo su tutte le criticit individuate nel Documento di Valutazione
dei Rischi.
Ancora prima della sua pubblicazione, la Guida Applicativa ha riscosso
un grosso interesse fra le aziende
del settore.
Inoltre, il 5 febbraio 2009 stata
presentata ufficialmente nel convegno Sicurezza e Salute sul Lavoro nel
mondo delle costruzioni. Le responsabilit derivanti dal nuovo Testo Unico
(D.lgs. 81/2008) e i vantaggi di un
sistema di gestione certificato secondo la norma OHSAS 18001:2007. Casi
concreti a confronto, organizzato da
ICMQ nellambito del MADE Expo
di Milano. Allevento, oltre ad ICMQ,
sono inter venute le principali par ti
interessate: il Ministero del Lavoro,
lINAIL e ASSOBETON. Gli atti del
convegno sono disponibili sul sito
www.icmq.it.
Per informazioni:
ICMQ
e-mail: icmq@icmq.org
telefono: 02.7015081

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l A s s o c i a z i o n e

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Progetto Concrete
A partire dal 2009 ASSOBETON, attraverso le Sezioni Solai e Doppia Lastra e
Tubi a Bassa Pressione, ha aderito al Progetto Concrete, iniziativa patrocinata
dal Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici, che vanta gi un triennio di
attivit e che nata nel 2006 da unidea
di ATECAP (Associazione Tecnico Economica del Calcestruzzo Preconfezionato),
AITEC (Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento), SISMIC (Associazione
tecnica per la promozione degli acciai
sismici per cemento armato) e ASSIAD
(Associazione Italiana Produttori Additivi
e Prodotti per Calcestruzzo) a cui, dal
2007 al 2008, si aggiunta CONPAVIPER
(Associazione Nazionale Pavimentazioni
Continue).
Il Progetto sorto dalla constatazione
dello scarso livello di aggiornamento e di
attenzione nei confronti del rapporto tra
caratteristiche del prodotto, condizioni
ambientali e modalit di applicazione che
in Italia caratterizza la prescrizione delle
opere in cemento armato.
Con Progetto Concrete si sono volute
aprire nuove prospettive verso una migliore qualit dei prodotti utilizzati e soprattutto una maggiore rispondenza tra carat-

teristiche tecniche del cemento armato e


relative condizioni di applicazione.
Le Associazioni che partecipano al Progetto si propongono di collaborare per
diffondere la conoscenza di tali caratteristiche tecniche al fine di valorizzarne
limpiego.
In particolare, tra le finalit delliniziativa:
4 assicurare la pi ampia conoscenza ed
applicazione delle Norme Tecniche per
le Costruzioni;
4 realizzare una capillare azione informativa rivolta ai prescrittori sulla capacit
del settore di fornire prodotti adeguati
alle esigenze della domanda;
4 contattare e sensibilizzare, attraverso tecnici adeguatamente
preparati, i prescrittori sullintero territorio nazionale;
4 individuare nuove aree di intervento per ulteriori azioni di promozione
relative a tutte le applicazioni del calcestruzzo e del cemento armato.
Referente ASSOBETON
per il Progetto Concrete:
Arch. Carla L. Zenti
c.zenti@assobeton.it

industrie manufatti cementizi - 7

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l A s s o c i a z i o n e
Pubblichiamo gli abstract di alcune delle tesi che hanno
partecipato alla 6a edizione del Premio Egisto Camerini
Comportamento

sismico di un edificio industriale prefabbricato

con giunti dissipativi

di Alice Borsotti e Giulio Discacciati

Relatore: Prof. Maria Gabriella Mulas


Correlatori: Prof. Federico Perotti, Ing. Paolo Martinelli
Politecnico di Milano - Facolt di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale

Pur essendo la prefabbricazione una


tecnica costr uttiva molto utilizzata nel campo delledilizia industriale , essa presenta delle limitazioni
intr inseche alla tipologia realizzativa stessa dal punto di vista della
risposta sismica. Le problematiche
sono in par ticolar modo dovute
alla difficolt di realizzare collegamenti che abbiano le caratteristiche
necessarie per garantire continuit
tra i vari elementi, nonch per fornire la duttilit necessaria a dissipare
sufficiente ener gia sismica. Molto
spesso la causa principale di collasso
delle strutture prefabbricate infatti
dovuta alla perdita di appoggio delle
travi sulle colonne, a causa delleffetto combinato di azioni sismiche orizzontali e ver ticali, e al conseguente
crollo della trave stessa.
Una corretta progettazione dei giunti deve quindi avere come pr imo
requisito quello di garantire il collegamento tra due elementi str utturali.
Ci non in realt esaustivo: in caso
di evento sismico il giunto dovrebbe
poter fornire allintero sistema ulteriori risorse di dissipazione energe-

tica, in quanto data la natura a secco


dei collegamenti, nelle strutture prefabbricate i fenomeni dissipativi si
possono verificare solamente in un
numero limitato di elementi, come
ad esempio nei nodi alla base dei
pilastri.
Il lavoro di tesi realizzato ha avuto
come scopo la valutazione dellefficacia di dissipatori sismici applicati
a giunti trave-colonna di strutture in
cemento armato prefabbricate, sia
nuove che esistenti.
Nello studio si sono valutati, in par ticolare, gli effetti benefici dati dallapplicazione di dispositivi di dissipazione a controllo passivo ad attrito.
Il dispositivo adottato, illustrato in
figura, quello proposto e studiato
da Mar tnez-Rueda (1997) 1 e Mulas
et al. (2002) 2 : applicato da un lato
sulla trave, dallaltra sulla colonna,
contiene tre elementi ad attrito, indicati nel dettaglio della figura stessa,
capaci di dissipare lenergia sismica
mediante un compor tamento isteretico stabile schematizzabile come
elasto-plastico perfetto.
Il dissipatore stato applicato ad
una str uttura progettata seguendo

J.E. Martnez-Rueda, 1997, Energy dissipation devices for seismic upgrading of RC structure, Thesis for the
degree of Doctor of Philosophy, Imperial College of Science, Technology and Medicine, University of London.
2
M.G. Mulas, J.E. Martnez-Rueda, 2002, Passive Control in Seismic Retrofitting of Steel MRFs, 3rd World
conference on structural control, Como.
1

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l A s s o c i a z i o n e

i requisiti sismici dettati dalla normativa europea Eurocodice 8 e, in


generale, in accordo con le prescrizioni dellEurocodice 2 circa le strutture in cemento armato e armato
precompresso.
Lanalisi dinamica non lineare della
struttura stata eseguita utilizzando
la piattaforma di calcolo OpenSees
(Open Sistem for Ear thquake Engeneering Simulation) dellUniver sity
of California, Berkeley, facendo uso
di diversi input sismici.
Lefficacia dellapplicazione dellelemento smorzante dissipativo stata
valutata sia in termini di riduzione
degli spostamenti e delle azioni presenti sulla str uttura sia attraver so
un bilancio tr a lener gia immessa
nella struttura dal sisma e la somma
dei contributi forniti dalla struttura
stessa.
A tal fine si adottata la relazione proposta da Uang e Ber tero
(1990), in cui il valore complessivo dellenergia fornita dal sisma
E i par i alla somma dellener gia
cinetica E k , dellenergia elastica di
deformazione E s , dellenergia dissipata dal passaggio della struttura al
campo inelastico E D e della quota di
energia E d prodotta negli elementi
dissipativi:
Ei = Ek + Es + ED + Ed

75

Dalle analisi dinamiche eseguite si


riscontrato che lapplicazione del
dispositivo provoca effetti benefici
sulla str uttura dellordine del 50%
in termini di riduzione degli spostamenti e del 20% in ter mini di
momenti sollecitanti.
Le sollecitazioni sulle fibre di calcestr uzzo e acciaio alla base del
p i l a s t r i , u n i c h e zo n e d i s s i p a t i ve
proprie della str uttura, si riducono
notevolmente con lapplicazione
dello smorzatore: mentre in assenza del dispositivo tali fibre raggiungevano il campo plastico per alcuni eventi sismici, si r iscontr ato
che applicando lo smorzatore esse
si mantengono, quasi sempre , in
campo elastico.
Tale fatto senza dubbio positivo
per la str uttura perch segnala la
riduzione delle richieste di duttilit,
riducendo inoltre le deformazioni
residue sulla stessa e i fenomeni di
danneggiamento.
Va inoltre sottolineato che lapplicazione del dispositivo r isulta ta essere efficace anche nel caso
di eventi sismici che compor tano
sollecitazioni maggiori di quelle
per le quali ledificio era stato inizialmente progettato: in presenza
del dispositivo non si rileva pi la
formazione della cerniera plastica
alla base del pilastro, potenziale

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l A s s o c i a z i o n e

innesco di collasso in str utture isostatiche, che invece ben evidente


quando si studia la str uttura senza
smorzatore .
Lapplicazione del dispositivo produce quindi un beneficio in ter mini di r iduzione delle sollecitazioni,
fornendo una risor sa aggiuntiva alla str uttura: tale caratteris t i c a r e n d e s i g n i fi c a t i v a l a p p l i cazione di questi apparecchi al
fine delladeguamento sismico di
str utture esistenti.

Caratterizzazione

I r isultati numer ici mostr ano che


si riduce anche la quota di energia
che da sismica viene trasformata in
cinetica, poich oltre agli spostamenti si riducono anche le velocit
con cui questi avvengono.
Tale fatto r iveste unimpor tanza
rilevante per le costr uzioni di tipo
prefabbricato che non presentano
usualmente delle spiccate capacit
dissipative , in quanto conferma la
positiva modifica delle propr iet
dinamiche str utturali.
n

allalta temperatura ed applicazioni strutturali

di calcestruzzi autocompattanti

di Francesco Galbiati e Marco Motta


Relatore: Prof. Ing. Pietro Gambarova, Dr. Patrick Bamonte
Correlatori: Prof. Ing. Sergio Tattoni
Politecnico di Milano - I Facolt di Ingegneria
Dipartimento di Ingegneria Strutturale

La tesi ha avuto come oggetto larg o me n t o, t u t t or a poco studiato,


ma di grande interesse scientifico
e progettuale, del compor tamento
allalta temperatura dei calcestruzzi
autocompattanti, che vengono sempre pi usati per le loro caratteristiche di lavorabilit allo stato fresco
e di dur abilit allo stato indur ito, grazie alla loro compattezza ed
omogeneit.
Sebbene i pochi lavori presenti in
letteratura (Persson, 2004) lascino
intendere che i calcestr uzzi autocompattanti esposti allalta temperatura non si compor tano in modo
significativamente diverso dai calcestruzzi ordinari (vibrati), tuttavia

le loro propr iet ter miche ed il


loro decadimento meccanico meritano ulter ior i indagini, anche per
controllare se e fino a che punto le
espressioni di normativa, valide per
i calcestruzzi vibrati, valgano anche
per gli autocompattanti.
La tesi rientra in un vasto progetto di ricerca, sviluppatosi presso il
Politecnico di Milano, teso allo studio del compor tamento dei calcestruzzi autocompattanti sia ad alta
temperatura (propriet a caldo),
che dopo il raffreddamento (propriet residuali).
In par ticolare si concentrato lo
studio sulle propriet residuali (20,
125, 200, 400 e 600C), oltre a
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l A s s o c i a z i o n e

valutare la diffusivit ter mica fr a


150 e 875C .
I materiali studiati sono stati un calcestruzzo a normale resistenza-NSC
(fc=52 Mpa), un calcestr uzzo ad
alte prestazioni HPC (fc=83 Mpa)
ed un calcestruzzo ad alta resistenza HSC (fc=90 Mpa), tutti additivati
con polvere calcarea (calcestruzzi al
calcare= limestone concretes-LSC).
La prima par te del lavoro di tesi si
concentrata sullindagine sperimentale, riguardante numerose prove di
compressione monoassiale in controllo di spostamento in condizioni
residuali, su cilindri trattati termicamente secondo ben definiti cicli
termici, con lobiettivo di costruire
il legame sforzo-defor mazione in
funzione della temperatura.
Ci ha permesso di ricavare, per le
tre tipologie di materiale e per ogni
classe di temperatura, la resistenza
massima, il modulo elastico, il valore della deformazione al picco ed
ultima.
Inoltre, alla luce delle varie classi di
temperatura indagate, stato possibile individuare il tipo di decadimento dei suddetti parametri meccanici, dovuto allinflusso dell alta
temperatura.
La seconda par te ha trattato lelaborazione numerica sia dei parametri
termici (diffusivit termica e densit), che dei parametri meccanici. In
par ticolare questo ha consentito di
definire una formulazione matematica che ha permesso di modellare,
sia dal punto di vista meccanico
che da quello termico, i materiali
nellanalisi strutturale.
In proposito, la terza par te stata
dedicata alla valutazione della capacit por tante (domini M-N) di
sezioni tipiche presso-inflesse in
calcestr uzzo armato, con lo scopo
di studiare il compor tamento struttur ale del mater iale dopo essere
stato soggetto ad un car ico din-

77

cendio.
Infine, alleffetto dellalta temperatura si affiancato quello dellinstabilit su membrature semplicemente compresse , studiandone la
relativa capacit por tante r idotta
attraverso il metodo della colonna
modello.
Questo ha por tato alla costruzione
di domini M-N dalla forma complessa e for temente ridotta poco
presenti in letteratura (Collins,
1997).
Per quanto riguarda la densit delle
tre tipologie di calcestr uzzo, essa
possiede una bassa sensibilit allalta temper atur a, con r iduzione in
termini di peso per unit di volume
mai superiore al 10% in seguito al
ciclo termico a 600C .
Inoltre il suo andamento in funzione della temperatura concorde a
quanto previsto dallEurocodice 2.
Per le tre diverse mescole si osserva un aumento della diffusivit con
il crescere della resistenza meccanica, analogamente a quanto mostrato dai calcestruzzi vibrati.
Infine, dal punto di vista numerico
la caratterizzazione termica fornita
dalla normativa e riferita a calcestr uzzi standard adeguata anche
per questi par ticolari calcestruzzi.
Molto ripetitive (e quindi affidabili)
sono risultate le prove fatte su provini scaldati alle varie temperature
di r ifer imento e piuttosto fr agile
stato il compor tamento dei tre
mater iali, con tr atto ascendente
della cur va tensione-deformazione
molto lineare , r amo discendente
piuttosto r ipido e aumento della
tenacit con la temperatura.
Assai regolare e crescente con la
temper atur a stato landamento
delle deformazioni al picco ed ultime.
Inoltre, stato registrato che maggiore la resistenza a compressione , pi elevato il decadimento

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l A s s o c i a z i o n e

meccanico del mater iale dovuto


allesposizione allalta temperatura.
In par ticolare si notato che, allaumentare della temperatura, le resistenze meccaniche a compressione
dei calcestruzzi di tipo HSC e HPC
assumono valor i del tutto simili,
mentre il calcestr uzzo tipo NSC ,
pur essendo soggetto ad un decadimento meccanico minore, sempre caratterizzato da una resistenza inferiore rispetto alle altre due
tipologie di calcestruzzo.
Infine si constatato che in generale
il modulo elastico subisce un deca-

dimento maggiore rispetto a quello


della resistenza a compressione.
Per questo motivo e per la for te
linearit del ramo ascendente del
legame costitutivo ottenuto per le
tre tipologie di calcestruzzo e alle
diver se temper ature , nelle analisi
sezionali effettuate, stata proposta
una legge costitutiva ad hoc, in alternativa a quella presente nellEurocodice 2, per i calcestruzzi autocompattanti soggetti a compressione ed
in presenza di alta temperatura, che
tenesse esplicitamente in conto del
modulo elastico reale.
n

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l A s s o c i a z i o n e
Comportamento

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sperimentale di pilastri armati e fibrorinforzati

sottoposti a carico ciclico

di Federica Germano
Relatore: Prof. Ing. Giovanni A. Plizzari
Correlatori: Ing. Antonella Colombo, Ing. Giuseppe Tiberti
Universit degli Studi di Brescia - Facolt di ingegneria
Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio e Ambiente

Lo studio degli effetti del calcestruzzo


fibrorinforzato sul compor tamento di
pilastri prefabbricati in calcestruzzo
armato sottoposti ad azioni sismiche
stato il principale obiettivo dellattivit di ricerca che si svolta presso le
Universit di Brescia e di Trento ed ha
coinvolto tre tesi di laurea (Comerlati,
2005; Terrini, 2007; Germano, 2007).
La sperimentazione ha riguardato
prove cicliche su 12 colonne caratterizzate da diversi dosaggi e tipi di
fibra nonch da diverse azioni assiali
e configurazioni darmatura trasversale; per alcuni prototipi, inoltre,
stata disattivata laderenza barra-cls
nella zona critica, in corrispondenza
della cerniera plastica.
Allinterno della stessa matrice
cementizia (R ck=80 MPa) si sono utilizzati due dosaggi (30 e 50 kg/m 3) e
due diverse tipologie di fibre (ad alto
e basso contenuto di carbonio), con
differenti lunghezze (30 e 60 mm).
Lacciaio per le armature un B450C
(diametro j 14 per le barre longitudinali e j 6 per le staffe); tre sono i
passi delle staffe in zona critica (45,
67, e 90 mm) e due le azioni assiali
adottate (143 e 511 kN).
Laltezza della colonna di 3,10 m e
la sezione di 30x30 cm. La colonna,
inserita in un plinto a bicchiere in
acciaio, stata solidarizzata allo stesso
tramite una malta ad alta resistenza.
Attuatori e mar tinetti hanno garantito lapplicazione degli spostamenti e
dei carichi desiderati (Figura 1).
I pilastri, dopo i primi due cicli di assestamento, sono stati soggetti a spostamenti orizzontali in sommit (drift)
via via crescenti, fino ad un massimo
dell8% circa.

Figura 1 Set-up di prova.

Sulla base della storia di carico applicata, si valutato il compor tamento str utturale facendo riferimento
ai diver si stati limite imposti dalle
normative: Stato Limite di Danno
(SLD), Stato Limite Ultimo (SLU) e
di pre-collasso.
La fessurazione (Figura 2), seppur
ridotta dalla presenza del fibrorinforzo, tende a localizzarsi alla base
del pilastro, soprattutto quando
disattivata laderenza dellarmatura
longitudinale. Le fibre, in par ticolare
quelle ad alta resistenza, permettono, a parit di altre caratteristiche, di
ottenere prestazioni migliori fino agli
spostamenti di pre-collasso usualmente assunti dalle normative, garan-

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l A s s o c i a z i o n e

Figura 2 Quadro fessurativo con e senza fibre.

tendo una minore perdita di rigidezza


e maggiori incrementi di resistenza
(Figura 3), energia dissipata e cumulata (Figura 4).
La scelta di disattivare laderenza in
presenza di fibre riduce la resistenza, tuttavia allontana sensibilmente
il processo di rottura delle barre
(accentuato dalla localizzazione della
fessura), garantendo un buon quantitativo di energia cumulata e una maggiore duttilit a fine prova.
Fino a spostamenti di pre-collasso, un
maggior passo delle staffe non produce effetti negativi, ma, per grandi spostamenti, favorisce linstabilizzazione

Figura 3 Incrementi di energia cumulata al 2 ciclo.

delle barre diminuendo la duttilit


del pilastro; come atteso, le fibre non
sono in grado di sostituirsi allarmatura trasversale, ma possono offrire
un contributo positivo alla duttilit
del pilastro limitando lespulsione del
copriferro.
Alla luce dellesperienza maturata si
ritiene che il fibrorinforzo potrebbe
essere aggiunto al calcestruzzo solo
nelle zone critiche in quanto, come
confermato anche da alcune analisi
numeriche svolte, il compor tamento
del pilastro, al di fuori di tali zone,
rimane fondamentalmente in campo
elastico.
n

Figura 4 Incrementi di resistenze nei primi tre cicli.


7 - industrie manufatti cementizi

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SISTEMI DI CONNESSIONE
81
CONNECTION SYSTEMS
Comportamento

sismico

di

PREFABBRICAZIONE SEMPLICE E SICURA


PRECASTING SAFE AND SIMPLE

ad uso industriale

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO
lifting systems

ANCORA

strutture prefabbricate in c.a.

SISTEMI DI SOSTEGNO
supporting systems

SISTEMI DI ARMATURA
reinforcing systems

SISTEMI ANTICADUTA
lifeline systems

SISTEMI DI CONNESSIONE
connection systems

CONCRETESLOT
REGOLABILI
ERCOLE
STRALLATA

SISTEMI DI SOSTEGNO
supporting systems

ECO

SISTEMI DI ANCORAGGIO
anchorage systems

ELASTICO

Frequentemente le strutture adibite


ad ospitare attivit produttive o legate al settore terziario sono realizzate
assemblando elementi prefabbricati.
Per quanto riguarda gli edifici industriali, una tipologia costruttiva ricorrente quella che prevede limpiego
di telai monopiano posti ad intervalli
regolari, il cui perimetro tamponato
utilizzando pannelli anchessi prefabbricati.
Detti telai sono generalmente costituiti da colonne inserite al piede allinterno di plinti a pozzetto e travi collegate
ai pilastri attraverso vincoli idealmente
assimilati a cerniere; il coper to realizzato impiegando tegoli variamente
conformati ai quali vengono interposti
lucernai.
Gli edifici industr iali prefabbr icati
monopiano sono per tanto sistemi prevalentemente isostatici, finora generalmente non progettati per resistere
ad azioni orizzontali eccezionali quali
quelle indotte da un evento sismico; la
loro potenziale vulnerabilit al sisma
risulta per in contrasto con le buone
prestazioni mostrate da edifici esistenti sottoposti a questo tipo di azioni.
Per poter eseguire considerazioni sulla
reale vulnerabilit al sisma di queste
strutture necessario quindi individuare gli eventuali punti critici di risposta
strutturale; detto studio stato svolto
analizzando i risultati di due prove
sperimentali condotte su str utture
in scala, molto simili alla casistica del

SISTEMI DI ANCORAGGIO
anchorage systems

CONTINUIT

Relatore:
Prof. Ing. Alessandra Aprile
Correlatori:
Prof. Ing. Andrea Benedetti
Universit degli Studi di Ferrara
Facolt di Ingegneria

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO
lifting systems

TORRE

di Federica Marani

24050 Zanica (Bg) Italy Via Stezzano, 16 tel +39 035 671 746 fax +39 035 672 265
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82

l A s s o c i a z i o n e

costruito, la prima di tipo quasi statico


ed una seconda dinamica.
Entrambe le strutture test hanno evidenziato un compor tamento a diaframma del coper to, reso possibile
dalla rigidezza nel piano dei singoli
elementi e dalla sovraresistenza delle
unioni tegolo trave , che consente
lattivazione di un compor tamento
globale della struttura; analizzando il
danneggiamento dei telai si deduce
che la sollecitazione tagliante trasferita elasticamente dalla coper tura
ai pilastri.
La risposta dei telai quindi for temente influenzata dalla tipologia di
nodi trave colonna e colonna fondazione e le risorse in termini di duttilit
dellinsieme risultano essere funzione
delle risorse plastiche che si possono
sviluppare alla base dei pilastri.
Di entrambe le str utture si poi
creato un modello FEM che fosse in
grado di simulare le caratteristiche di
risposta sismica.
In par ticolare, stata assegnata la
cur va di capacit forza orizzontale
spostamento alle unioni trave colonna, costituite da spinotti metallici e
fogli di neorene, e inserito il meccanismo di impuntamento dei pilastri al
di sotto delle travi tale da indurre una
riduzione del momento flettente alla
base dei ritti.
Lefficacia del vincolo al piede, lindividuazione del punto di incastro della
colonna e del tipo di cerniera plastica alla base dei pilastri sono stati
definiti in accordo con le evidenze
sperimentali.
Il modello relativo alla struttura testata in controllo di spostamento stato
sottoposto ad unanalisi push over ; la
cur va di capacit ottenuta, interpolando in modo adeguato landamento
rilevato durante il test, stata utilizzata per calcolare il fattore di struttura
attraverso il metodo N2.
In for te analogia con quanto suggerito
dallEC8, ledificio modellato mostra

un fattore di struttura q=1,78, valore


questo che non pregiudica il raggiungimento di una elevata capacit resistente del sistema, fornita dalla sovraresistenza delle unioni e dal meccanismo di nodo trave colonna, e che
altres consente di non sovrastimare,
attraverso uneventuale analisi con
spettro di risposta, la capacit in termini di spostamento del sistema.
Il modello relativo alla str uttur a
testata su tavola vibrante stato sottoposto ad unanalisi statica modale
ed ha messo in luce che, qualora la
trave sia vincolata alla colonna attraver so un singolo spinotto metallico e foglio di neoprene, il periodo
elastico colto in modo adeguato
assegnando alle cerniere di detto
collegamento anche leffettiva deformabilit trasversale.
Nel caso in cui siano presenti pi connettori, disposti in modo tale da creare
un impedimento seppur minimo alla
rotazione relativa tra trave e colonna,
il periodo elastico diminuisce rispetto
a quello ottenuto tramite cerniere sia
ideali che trasversalmente deformabili e lesatta valutazione dello stesso
for temente legata allefficienza di
detti spinotti; in par ticolare, quando
i connettori metallici sono sottoposti
a trazione, necessario valutare se il
loro ancoraggio risulta adeguato.
In conclusione, possibile affermare
che la corretta interpretazione dei
meccanismi che si instaurano allinterno delle connessioni a secco tra i vari
elementi che compongono lossatura
di edifici monopiano in c.a. prefabbricati, gioca un ruolo fondamentale nel
definire sia il meccanismo di collasso
strutturale sia le caratteristiche dinamiche di queste strutture.
Data inoltre la sostanziale ripetitivit
delle tipologie costruttive di dette
connessioni, risulta possibile applicare
i modelli compor tamentali dei nodi
qui proposti per lo studio di numerose strutture esistenti.
n
7 - industrie manufatti cementizi

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l A s s o c i a z i o n e

Stabilizzazione di un pendio: una

83

soluzione strutturale prefabbricata

innovativa

di Luca Mottadelli e Stefano Sansi


Relatore: Prof. Ing. Marco di Prisco, Prof. Ing. Andrea Galli
Correlatori: Prof. Ing. Claudio di Prisco, Ing. Massimiliano Mauri,
Ing. Marcello Scola
Politecnico di Milano - Polo Regionale di Lecco
Facolt di Ingegneria Civile - Specializzazione in Protezione Civile

La tesi Stabilizzazione di un pendio:


una soluzione str utturale prefabbricata innovativa tratta lo studio e la
possibile realizzazione di unopera
innovativa a graticcio per la stabilizzazione di ver santi franosi.
Lobiettivo di questo studio riguarda linter vento di messa in sicurezza di un pendio franoso, localizzato
nel comune di Caslino dErba, focalizzando lattenzione sul metodo
di analisi e sullinter azione tr a la
str uttura ed il terreno.
Con tale metodo dinter vento si
cerca di rendere le operazioni sempre pi efficaci, veloci ed economiche , r iducendone al contempo
limpatto ambientale e sfr uttando
levoluzione tecnica dei mater iali
da costr uzione.
Dopo una breve descr izione che
r accoglie i dati di inquadr amento generale del luogo tramite un
rilievo topografico, unanalisi geologica, delle indagini geognostiche
e unanalisi geotecnica, sono stati
passati in r assegna i due aspetti
centr ali dellelabor ato: lanalisi di
stabilit del pendio e la realizzazione della str uttur a speciale di
difesa.
Dal punto di vista geotecnico si

cercato di dare una valutazione ai


par ametr i meccanici del ter reno,
determinando le condizioni al limite del collasso ed i possibili meccanismi di rottura tramite modellazione con il programma di calcolo
alle differenze finite Flac3D.
Dal punto di vista str uttur ale si
c e r c a t o d i t r ov a r e u n a nu ov a
soluzione costr uttiva che permetta
la realizzazione di opere di stabilizzazione mir ate , in funzione dei
fattori scatenanti, in modo tale da
migliorare le capacit della str uttura sfr uttando al massimo le caratteristiche dei materiali.
Sono perci state effettuate diverse prove di laboratorio per cercare
di definire il materiale per realizzare lelemento prefabbricato, in tal
caso un calcestr uzzo fibrorinforzato e post-tendendo la str uttura.
S u t a l e u n i t s i s o n o e f fe t t u a t e
delle analisi in Sap2000 che hanno
per messo di valutare le sollecitazioni interne della str uttura sfr uttando linterazione che sussiste con
il terreno, schematizzato tramite un
letto di molle.
Su tali sollecitazioni si sono effett u a t e a l c u n e v e r i fi c h e s e c o n d o
lEC2. n

industrie manufatti cementizi - 7

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84

l A s s o c i a z i o n e

Pareti in c.a. realizzate con blocchi a cassero in legno-cemento


di Andrea Perin
Relatore: Prof. Ing. Roberto Scotta
Universit degli Studi di Padova - Facolt di Ingegneria
Dipartimento di Costruzioni e Trasporti

Il legno da millenni la materia


prima da costruzione pi utilizzata.
Questo ha contribuito notevolmente allo sviluppo dei blocchi a cassero
in legno-cemento che in gran par te
dei paesi nordici utilizzato con successo da oltre 50 anni.
I blocchi sfruttano, come materia
base, i trucioli e gli scar ti provenienti
dalle lavorazioni principali del legno
riducendo il costo per la loro produzione e mitigando i costi economici
e ambientali dovuti allutilizzo del
cemento.
I principali vantaggi sono un ottimo
isolamento, termico e acustico, ed
una costruzione rapida ed economica.
I blocchi a cassero di legno cemento possono essere considerati una
perfetta sintesi dei mater iali da
costruzione, legno e pietra, in modo
moderno e futuristico.
Ad oggi, limpiego di questo materiale
in Italia modesto nei confronti dei
tradizionali metodi di costruzione.
Gli svantaggi principali connessi con
limpiego di questo prodotto sono da
attribuirsi al fatto che sono in commercio da un periodo relativamente
breve (specialmente se paragonati ai
laterizi) e, come conseguenza di ci,
il loro compor tamento statico non
risulta perfettamente noto.

Una chiara esplicazione di questo


fatto la mancanza di una normativa
a cui far riferimento per il calcolo
statico degli edifici realizzati con
questa nuova tecnica costruttiva.
Con la tesi affrontata (Formulazione
analitica delle propriet resistenti di
pareti in C.A. realizzate con cassero
in legno-mineralizzato) ci si proposti di sviluppare una metodologia di
calcolo semplice e rapida per un corretto dimensionamento delle pareti
in qualsiasi condizione di utilizzo.
Per quanto riguarda le sollecitazioni di presso flessione nel piano e
fuori piano la formulazione sviluppata segue il modello dellapproccio
normativo fornito per questo tipo di
sollecitazione.
Si sono infatti ottenuti dei fattori di
riduzione della capacit por tante
che considerano la snellezza delle
pareti e leccentricit, longitudinale e
trasversale, del carico applicato.
La valutazione del compor tamento
strutturale delle pareti sottoposte
ad azioni di taglio nel piano delle
pareti stesse deriva dalla necessit
di definire con esattezza i possibili
meccanismi resistenti che si formano
allinterno della struttura ed i limiti
di resistenza che la parete pu raggiungere in condizioni ultime.
In questo caso, i risultati ottenuti
7 - industrie manufatti cementizi

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30-03-2009 15:09:24

l A s s o c i a z i o n e

consistono direttamente in valori di


resistenza al taglio di ciascun tipo
di parete in relazione allo stato di
sollecitazione normale a cui sono
sottoposti.
A conclusione della trattazione analitica affrontata, sono state previste prove sperimentali su provini di
pareti in C.A. realizzate con blocchi
in legno mineralizzato per validare i
risultati ottenuti.
Le prove di compressione con eccentricit variabile del carico sono state
effettuate su provini con snellezza

85

e percentuale di armatura variabili,


in modo da confermare i risultati
relativi alle sollecitazioni di presso
flessione nel piano e fuori piano.
Le prove di compressione inclinata
definiscono con esattezza il comportamento delle pareti ad azioni combinate di sforzo normale e taglio.
Sono state eseguite su provini
in cui i fattori caratterizzanti
sono la percentuale di armatura,
linclinazione dei blocchi rispetto
allor izzontale e lo spessore del
nucleo in calcestruzzo.
n

Le opere complete ed i contatti degli Autori sono disponibili presso la Segreteria


ASSOBETON.

industrie manufatti cementizi - 7

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86

Annuario 2008:Layout 1 18/12/08 18:05 Pagina 47

D a

l e g g e re
Pubblicazioni ASSOBETON

Pubblicazioni
ASSOBETON
Pubblicazioni ASSOBETON
ASSOBETON
ASSOBETON
1956-2006
50 anni tra storia
e memoria

La Prefabbricazione in
calcestruzzo
Guida allutilizzo nella
progettazione
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Associati: Euro 14,00 + IVA 4%
Non Associati: Euro 19,00 + IVA 4%

Associati:
Euro 33,00 + IVA 4%

COPERTINA RIGIDA

Non Associati:
Euro 50,00 + IVA 4%

Associati: Euro 18,00 + IVA 4%


Non Associati: Euro 23,00 + IVA 4%

Manuale per la
Prevenzione
Antinfortunistica nel
Settore prefabbricati in
C.A.
Associati:
Euro 7,00 + IVA 20%

Annuario del settore


della Prefabbricazione
2008
La vendita realizzata
direttamente da
IMREADY srl.
Associati:
Euro 15,00

Non Associati:
Euro 9,00 + IVA 20%

Non Associati:
Euro 45,00

Il Calcestruzzo per la
sicurezza e la protezione
antincendio

Il Calcestruzzo
per lefficienza energetica degli edifici.
I vantaggi della massa
termica

Euro 5,00 + IVA 20%

Euro 5,00 + IVA 20%

47

SEZIONE SOLAI E DOPPIA LASTRA


La Carta del Solaio

Solai in calcestruzzo e
pareti prefabbricate a
doppia lastra

Pubblicazione Gratuita

Pubblicazione Gratuita

7 - Industrie manufatti cementizi

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30-03-2009 11:11:57

D a

l e g g e re

87

Annuario 2008:Layout 1 18/12/08 18:05 Pagina 48

Pubblicazioni ASSOBETON

SEZIONE BLOCCHI E PAVIMENTI


Codice di pratica per la
posa in opera di masselli
autobloccanti
in calcestruzzo

Codice di pratica per la


posa in opera di blocchi
in calcestruzzo

Pubblicazione Gratuita

Pubblicazione Gratuita

Raccomandazioni
per
limpiego di elementi grigliati per pavimentazioni
erbose e per il consolidamento dei terreni e criteri
per la valutazione della
qualit di tali prodotti

Progetto Strade Nuove


Lintervento di via Abate
Zani a Fidenza
DVD

Pubblicazione Gratuita

Pubblicazione Gratuita

Codice di pratica per la


manutenzione
di masselli
autobloccanti
in calcestruzzo

Sottofondi
Catalogo per il
dimensionamento di
pavimentazioni
in masselli in ambito
urbano

Pubblicazione Gratuita

Pubblicazione Gratuita

Murature di qualit in
blocchi di calcestruzzo
vibrocompresso. Storia,
caratteristiche e progettazione

La nostra esperienza
al servizio delle vostre
scelte

La vendita realizzata direttamente


da Pubblicemento Srl (P.zza Marconi,
25 00144 Roma; Tel. 0654210237;
Fax 065915408). Gli ordini sono raccolti attraverso il sito www.progettoulisse.it

48

CD-Rom contenente i 5 manuali pi


rivista NEWSTREET.

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NEWSTREET

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Sezione Blocchi e
Pavimenti possibile
abbonarsi gratuitamente
e/o scaricare la richiesta.

industrie manufatti cementizi - 7

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30-03-2009 11:11:57

88

D a

l e g g e re

Annuario 2008:Layout 1 18/12/08 18:05 Pagina 49

La Ventilazione delle
coperture a falda protette
con lastre ondulate in
Fibrocemento Ecologico
e i suoi effetti sulle patologie da condensa

Posa in Opera
di Lastre Ondulate
in Fibrocemento
Ecologico

Pubblicazione Gratuita

Pubblicazione Gratuita

Manuale per la installazione in sicurezza delle


coperture realizzate con
lastre ondulate in fibrocemento ecologico

Lastre ondulate
Lastre piane

Pubblicazione Gratuita

Pubblicazione Gratuita

Le coperture in lastre di
fibrocemento
Edizione Il Sole 24 Ore

Pubblicazioni ASSOBETON

SEZIONE FIBROCEMENTO

Prestazioni Fisico Tecniche


delle Coperture
in Fibrocemento
Propriet
Termiche Acustiche

Disponibile presso le
librerie Il Sole 24 Ore
Per Informazioni:
info@assobeton.it
Euro 33,00

Pubblicazione Gratuita

SEZIONE STRUTTURE
Condizioni
generali di appalto

Linee Guida per il calcolo


della trasmittanza termica
di pannelli prefabbricati di
calcestruzzo

49
Pubblicazione Gratuita

Pubblicazione Gratuita

Manuale duso e manutenzione (D.M. 3 dicembre 1987, n. 39 par. 6)

Pubblicazione Gratuita

7 - industrie manufatti cementizi

Imp Assobeton 2.indd 88

30-03-2009 11:11:58

D a

l e g g e re

89

Annuario 2008:Layout 1 18/12/08 18:05 Pagina 50

Pubblicazioni ASSOBETON

SEZIONE TUBI A BASSA PRESSIONE


Tubazioni in calcestruzzo
Manuale di progettazione e
utilizzo
3a Edizione

Tubazioni in calcestruzzo
Guide e Manuale
ASSOBETON
CD-ROM

Pubblicazione Gratuita

Pubblicazione Gratuita

CD di Calcolo

DVD Ciclo produttivo,


norme e posa in opera
per reti di fognatura in calcestruzzo

Euro 10,00 + IVA 20%

Euro 7,00 + IVA 20%

SEZIONE
TUBI PER ACQUEDOTTI
Tubazioni in c.a. ordinario e
precompresso per condotte in pressione
Manuale di progettazione
ed utilizzo

Pubblicazione Gratuita

50

GRUPPO INSERTI PER MANUFATTI IN CALCESTRUZZO


Manuale
di progettazione
e utilizzo

Pubblicazione Gratuita

industrie manufatti cementizi - 7

Imp Assobeton 2.indd 89

30-03-2009 11:11:58

ASSOBETON

Come
associarsi

La sottoscritta ditta.........................................................................................................................
con sede in......................................................................................... Prov....................................
Indirizzo........................................................................................ Cap............................................
Tel:....................................... Fax:..................................... Email....................................................
Part. IVA n.....................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
interessata a ricevere informazioni per ladesione ad ASSOBETON.
A TALFINEFORNISCELESEGUENTIINFORMAZIONI
C.C.N.L. applicato...........................................................................................................................
N stabilimenti..................... e loro ubicazione:
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
Eventuale societ controllante.......................................................................................................
Eventuali societ controllate e/o collegate.....................................................................................
.......................................................................................................................................................
Aderisce allassociazione/unione degli industriali della/e provincia/e, quale/i?
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................

Imp Come associarsi IMC5.indd 90

30-03-2009 11:14:23

ATTIVITA PRODUTTIVE:

Numero complessivo dipendenti........................................

Volume daffari esercizio precedente..................................

Strutture prefabbricate
Pali
Tubi a bassa pressione
Blocchi e pavimenti
Cabine elettriche
Manufatti in calcestruzzo cellulare autoclavato
Manufatti in Fibrocemento
Traverse ed Armamenti Ferroviari
Tubi per acquedotti
Solai e Doppia Lastra
Altro (specificare)
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................

Persona da contattare:........................................................................

Posizione in azienda:.......................................................................

DATA...........................

Imp Come associarsi IMC5.indd 91

TIMBRO E FIRMA

30-03-2009 11:14:23

ASSOBETON
Associati
Denominazione

Comune

Provincia

4P PREFABBRICATI SRL

CORTE FRANCA

BS

A. ZAMBETTI SRL

GORLE

BG

A.L.C.O.S. PRODUZIONI SRL

LIMBIATE

MI

A.V. STRUTTURE SPA

CALVENZANO

BG

ALFA SRL

PONTE SAN GIOVANNI

PG

ALTAN PREFABBRICATI SPA

RAMUSCELLO DI SESTO AL REGHENA

PN

ANTOLINI M.C.E. SRL

SAN SISTO

PG

ANTONIO BASSO PREFABBRICATI SRL

TREVISO

TV

APEDIL SRL

SAN MARTINO IN STRADA

LO
RE

AREA PREFABBRICATI SPA

S. ANTONINO DI CASALGRANDE

AREA SPA

CORNAREDO

MI

B.C.M. LATERIZI SRL

FIESSO UMBERTIANO

RO

BARACLIT SPA

BIBBIENA STAZIONE

AR

BATTILANA PREFABBRICATI SPA

CORNEDO VICENTINO

VI

BETA MANUFATTI CONGLOMERATI SRL

SPIGNO SATURNIA

LT
RG

BETON 5 SRL

POZZALLO

BIANCO PREFABBRICATI SRL

MAZARA DEL VALLO

TP

BOLIS PREFABBRICATI SRL

ZOGNO

BG

BONETTI SPA

CASTENEDOLO

BS

BOTTA SRL

BRUSASCO

TO

C.A. COSTRUZIONI ANTONIOLI DI BORMIO SRL

LOVERO

SO

C.A.P.P.A. SRL

S. NICOL A TORDINO

TE

C.C.G. QUERZOLI SCRL

FORL

FC

C.E.I.S. TRADING SRL

PERGINE

TN

C.M.C. SRL

MADONE

BG

C.P.C. COSTRUZIONE PREF. CEMENTO SPA

CARINI

PA

CANOVA SPA

FIORENZUOLA DARDA

PC

CAPPELLARI SRL

POGGIO RUSCO

MN

CAPRESE SRL

SERRAVALLE PO

MN

CASITALIA SPA

SPINADESCO

CR

CASTAGNA SRL

LEGNANO

MI

CAV. CESTARO GUSTAVO SRL

PREGANZIOL

TV

CE.MA. CEMENTMANUFATTI SRL

FRZ. QUINTANO-CASTELLI CALEPIO

BG

CEMBRIT SPA

POGGIO RENATICO

FE

CEMENTAL SPA

GENOLA

CN

CEMENTUBI SPA

GRUGLIASCO

TO

CLC SRL

CARMIGNANO DI BRENTA

PD

CO.CE. SRL

PRATO SESIA

NO

CO.I.MA. PREFABBRICATI SRL

TRANI

BA

CO.MA.C. SRL

CALTANISSETTA

CL

CODELFA SPA

TORTONA

AL

COOPERATIVA PRECASA SCRL

FIUMICELLO

UD

COOPSETTE SCRL

CADELBOSCO SOPRA

RE

COPREM SRL

BOTTANUCO

BG

COSTRUZIONI GENERALI BASSO CAV. ANGELO SPA

POSTIOMA DI PAESE

TV

CREZZA SRL

GORDONA

SO

7 - industrie manufatti cementizi

Imp.Assobeton.Elenco.Soci.indd 92

30-03-2009 11:15:40

Associati
Denominazione

Comune

Provincia

CSP PREFABBRICATI SPA

GHISALBA

BG

D.M.P. DALLA MORA PREFABBRICATI SRL

MUSILE DI PIAVE

VE

DIODORO EDILFER SRL

ROSETO DEGLI ABRUZZI

TE

DUEGI PREFABBRICATI SRL

FOSSANO

CN

E.MA. PREFABBRICATI DI MASCAZZINI G. & C. SAS

BUSCATE

MI

ECOCEM SRL

OSIO SOTTO

BG

EDIL LECA SPA

VALVASONE

PN

EDILBLOK SPA

CASTELLI CALEPIO

BG

EDILCEMENTO SPA

GUBBIO

PG

EDILFIBRO SPA

ARENA PO

PV

EDILGORI PRECOMPRESSI SRL

TERNI

TR

EDILKAP PREFABBRICATI SPA

BARGE

CN

EDILMANUFATTI SRL

STATTE

TA

EDIL-PREFABBRICATI SRL

MISTERBIANCO

CT

EDILSOLAI SPA

CESENA

FC

EDILTRAVET SRL

CERRIONE

BI

EDILTUBI SPA

TROFARELLO

TO
AQ

EDIMO PREFABBRICATI SRL

POGGIO PICENZE

EFFEGI SPA

FERENTINO

FR

ERREVI SRL

CASTELLO DARGILE

BO

ESSE SOLAI SRL

VIVARO DI DUEVILLE

VI

EUGANEA PRECOMPRESSI SPA

TORRI DI QUARTESOLO

VI

EUROBETON SRL

SALORNO

BZ

EUROCAP SRL

CASTELLETTO MONFERRATO

AL

EUROPENTA SPA

TREZZANO SUL NAVIGLIO

MI

F.LLI ANELLI DI ANELLI ALVARO-BRUNO-ALBERTO E C. SNC

SANTARCANGELO DI ROMAGNA

RN

F.LLI MUNARETTO DI GIUSEPPE DIV. SUMMANIA B. SRL

ZAN

VI

F.LLI VINCI SRL

SANLURI

CA

F.M.C. PREFABBRICATI SRL

VIGEVANO

PV

FAVARO1 SPA

ZERO BRANCO

TV

FERRARI B.K. SPA

LUGO DI GREZZANA

VR

FERRARINI SPA

VERONA

VR

FIBROTUBI SRL

BAGNOLO IN PIANO

RE

FORNACE CALANDRA SRL

OTTIGLIO MONFERRATO

AL

G.E.D. SRL

PIEVESESTINA-CESENA

FC

GARBIN PREFABBRICATI SRL

COSTABISSARA

VI

GARDONI SRL

PANDINO

CR

GAZEBO SPA

GATTEO

FC

GENERALE PREFABBRICATI SPA

ELLERA

PG

GERMANI FRATELLI SNC

CASALMAGGIORE

CR

GIORNI OSCAR DI GIORNI MASSIMO & C. SNC

SANSEPOLCRO

AR

GRUPPO CENTRO NORD SPA

BELFIORE

VR

GRUPPO CI.VA. SPA

IVREA

TO

GRUPPO EFFE 2 SPA

ISOLA VICENTINA

GUELFO TESTARMATA

ROMA

GUERRINI PREFABBRICATI SPA

SANTHI

VC

I.CI.ENNE. SRL

AREZZO

AR

I.CO.B. SPA

CATANIA

CT

I.L.C.E.A. SPA

ROVIGO

RO

I.L.CE.V. SPA

CAVARZERE

VE

I.R.A.DEL. COSTRUZIONI SRL

GUIDIZZOLO

MN

VI
RM

ICEP SPA

MOLITERNO

PZ

IL CANTIERE SRL

FIUME VENETO

PN

IMPRESA PIZZAROTTI & C. SPA

PARMA

PR

IMPRESA TRE COLLI SPA

CARROSIO

AL

IN.PR.EDIL SRL

MASSERANO

INDUSTRIE CEVIP SPA

ROMA

BI
RM

industrie manufatti cementizi - 7

Imp.Assobeton.Elenco.Soci.indd 93

30-03-2009 11:15:40

Associati
Denominazione

Comune

Provincia

INPES PREFABBRICATI SPA

TITO

PZ

IPA PRECAST SPA

CALCINATE

BG

IPIEMME SPA

ALIFE

CE

ITALBLOK DI BERVICATO IURI & C. SAS

CAIVANO

NA

ITALCABINE SRL

ISOLA RIZZA

VR

ITALSLEEPERS SPA

CATANIA

CT

ITER - COOP.VA RAVENNATE SCARL

LUGO

RA

LA CEMENTIFERA DI VEZZOLI M. & C. SNC

PONTOGLIO

BS

LANDINI SPA

CASTELNOVO SOTTO

RE

LATERCEMENTI SPA

CASTELMINIO DI RESANA

TV

LECA SISTEMI SPA

RUBBIANO DI FORNOVO - SOLIGNANO

PR

LODOVICHI DOMENICO SPA

CHIUSI SCALO

SI

LOMBARDA PREFABBRICATI SPA

MONTICHIARI

BS

LOMBARDA PREFABBRICATI SRL

SAN BENEDETTO PO

MN

LOMBARDA SPA

OSIO SOTTO

BG

LPM TARERIZI PREFABBRICATI MONDOV SPA

MEDOLE

MN

M.C.M. MANUF. CEMENTIZI MONTICONE SPA

ASTI

AT

M.G. PREFABBRICATI SRL

CASTELVERDE

CR

MA.CE.VI. SRL

CIVITELLA IN VAL DI CHIANA

AR

MABO PREFABBRICATI SPA

BIBBIENA STAZIONE

AR

MAGNETTI BUILDING SPA

CARVICO

BG

MAGNETTI SPA

PALAZZAGO

BG

MANINI PREFABBRICATI SPA

SANTA MARIA ANGELI - ASSISI

PG

MARGARITELLI SPA

TORGIANO

PG

MARTINI PREFABBRICATI SPA

MEDOLE

MN

MC PREFABBRICATI SRL

CARDANO AL CAMPO

VA

MC-MANINI PREFABBRICATI SPA

SOMAGLIA

LO

MCN SRL

PONTE BUGGIANESE

PT

MODULPAV SRL

ALATRI

FR

MOLINARO MANUFATTI SRL

SAN DANIELE DEL FRIULI

UD

MORETTA PREFABBRICATI DI MORETTA G. & C. SNC

LOVERO VALTELLINO

SO

MORETTI PREFABBRICATI SRL

ERBUSCO

BS

MOSER CESARE MANUFATTI IN CEMENTO SRL

ZAMBANA

TN

MOZZO PREFABBRICATI SRL

SANTA MARIA DI ZEVIO

VR

MUSILLI SPA

SAN VITTORE DEL LAZIO

FR

NICO VELO SPA

FONTANIVA

PD

NUOVA ITL - ITALCONSULT LAVORI SPA

TARANTO

TA

NUOVA SUPERSOLAIO SPA

LONATO

BS

NUOVA TESI SYSTEM SRL

CASALE SUL SILE

TV

OPERE IDRICHE SPA

ROMA

RM

PAC - PREFABBRICATI ACCIAIO CEMENTO SRL

FARA VICENTINO

PADANA PANNELLI SPA

ACQUANEGRA SUL CHIESE

MN

VI

PAMA PREFABBRICATI SPA

REZZATO

BS

PANNELLI SPA

VEROLANUOVA

BS

PAVER COSTRUZIONI SPA

PIACENZA

PC

PAVIBLOK SRL

SPECCHIA

LE

PICCA PREFABBRICATI SPA

LATINA - BORGO S. MICHELE

LT

PINTO GEOM. CESIDIO & C. SAS

CASTELLANA GROTTE

BA

PIRCHER SPA

CITTIGLIO

VA

PIZZUTI PRECOMPRESSI SRL

CROTONE

KR

PIZZUTI PREFABBRICATI SRL

CROTONE

KR

PRE SYSTEM SPA

SEDEGLIANO

UD

PRECAST SPA

SEDEGLIANO

UD

PRECOMPRESSI VALSUGANA SPA

FONTANIVA

PD

PREFABBRICATI BERGAMASCHI SRL

GRASSOBBIO

BG

PREFABBRICATI CAMUNA SRL

GRATACASOLO

BS

PREFABBRICATI CARTIGLIANO SPA

TORRI DI QUARTESOLO

VI

7 - industrie manufatti cementizi

Imp.Assobeton.Elenco.Soci.indd 94

30-03-2009 11:15:40

Associati
Denominazione

Comune

Provincia

PREFABBRICATI CIVIDINI SPA

OSIO SOPRA

BG

PREFABBRICATI LAMERA SRL

MARTINENGO

BG

PREFABBRICATI LAPREDIL SRL

TOLENTINO

MC

PREFABBRICATI LP SPA

BORGO A MOZZANO

LU

PREFABBRICATI MOIOLI SPA

BAGNATICA

BG

PREFABBRICATI MORRI SRL

RIMINI

RN

PREFABBRICATI PARA SNC

FORL

FO

PREFABBRICATI PARMA SPA

COLORNO

PR

PREFABBRICATI SGARIOTO SRL

RAGUSA

RG

PREFABBRICATI TONELLATO SAS

MONTEBELLUNA

TV

PREFABBRICATI ZANON SRL

CITTADELLA

PD

PREFABBRICATI ZECCA SUD SPA

CASTELLALTO

TE

PREGECO PREFABBRICATI SPA

VILLAFRANCA

VR

PRELCO ITALIA SRL

MONTICHIARI

BS

PRE-NOVA 76 DI ZANNIN FERRUCCIO E FIGLIE SRL

SEREN DEL GRAPPA

BL

PREP SRL

GUBBIO

PG

PROGRESS SPA

BRESSANONE

BZ

R.C.L. SRL

GORLAGO

BG

R.P. ROBERTI & PAOLETTI SRL

FANO

PU

RDB HEBEL SPA

PONTENURE

PC

RDB SPA

PONTENURE

PC

RECORD SPA

GARLASCO

PV

RIVEDIL SRL

RIVAROLO CANAVESE

TO

RIVOLI SPA

RIVOLI VERONESE

VR

ROSSI TRANQUILLO NORD DI MASCARO GEOM. T. & C. SAS

MANTOVA

MN

S & T VARESE SRL

INDUNO OLONA

VA

S.E.P. SOCIET EMILIANA PREFABBRICATI S.R.L.

ZOLA PREDOSA

BO

S.I.C.E.P. SPA

VERONA

VR

S.I.P.A. SPA

BENEVENTO

BN
MI

S.I.P.C. SOLAI VARESE SRL

VIGNATE

S.I.P.E. SPA

VICENZA

SAFAB SPA

ROMA

SAN MICHELE SPA

MANERBIO

BS

SANTINELLO COSTRUZIONI SPA

CASELLE DI SELVAZZANO

PD

SAR COSTRUZIONI PREFABBRICATE SRL

CASTIGLIONE DELLE STIVIERE

MN

SCALA CALCESTRUZZI SPA

ROSARO DI GREZZANA

VR

SEIEFFE PREFABBRICATI SPA

BONEA

BN

SELCE SPA

MONSELICE

PD

SENINI SPA

NOVAGLI MONTICHIARI

BS

SERIO PREFABBRICATI SRL

ROMANO DI LOMBARDIA

BG
FC

VI
RM

SICAP SPA - DIVISIONE CEMENTISTI

FORL

SICEP SPA

BELPASSO

CT

SIME SRL

CASTELNOVO BARIANO

RO

SOCIET ITALIANA LASTRE SPA

VEROLANUOVA

BS

SOCIET MERIDIONALE INERTI S.M.I. SRL

VASTO

CH

SOLAI VILLA SRL

TURBIGO

MI

SOM.MA. PREFABBRICATI SRL

SOMAGLIA

LO

SPAV PREFABBRICATI SPA

MARTIGNACCO

UD

SPEZIA PREFABBRICATI SRL

MEDOLE

MN

STAI PREFABBRICATI SRL

ACQUANEGRA SUL CHIESE

MN

STERCHELE SPA

ISOLA VICENTINA

VI

STYL-COMP SPA

ZANICA

BG

SUD SOLAI SAS

RENDE

CS

SUPERSOLAIO SRL

CARONNO PERTUSELLA

VA

SUPERSOLAIO SRL

BARGNANO DI CORZANO

BS

SUPERTRAVET SPA

CAGLIARI

CA

TAV SOLAI DI IVANO BOSCAGLI & C.SNC

ASCIANO

SI

industrie manufatti cementizi - 7

Imp.Assobeton.Elenco.Soci.indd 95

30-03-2009 11:15:40

TCT SRL

BRINDISI

BR

TECNOCOMPONENTI SPA

FIESSE

BS

TEGOLAIA SRL

CASIER

TV

TIDONA PREFABBRICATI SRL

RAGUSA

RG

TMC BERARDO SRL

BUSCA

CN

TRAVERSUD SRL

MELFI

PZ

TRAVI MILANO SRL

MILANO

MI

TRUZZI PREFABBRICATI SRL

POGGIO RUSCO

MN

UNIBLOC SRL

POGGIBONSI

SI

UNIPRE SRL

SORDIO

LO

V.M.C. - VENETA MANUFATTI IN CEMENTO


DI SILVANO, PAOLO E SEVERINO MICHELETTO & C. SAS

RESANA

TV

VEGA PREFABBRICATI SRL

CONTROGUERRA

TE

VELA PREFABBRICATI SRL

CORTE FRANCA

BS

VIANINI INDUSTRIA SPA

ROMA

RM
MI

VIBRAPAC SPA

SOLARO

VIBROCENTRO SRL

S. RUFINA DI CITTADUCALE

RI

VIBROTEK SRL

FAGGIANO

TA

ZANETTI SRL

CAPRINO VERONESE

VR

ZECCA PREFABBRICATI SPA

COSIO VALTELLINO

SO

Societ

Citt

Provincia

ATECAP

ROMA

RM

BASF CC ITALIA SPA

TREVISO

TV

CASAGRANDE SPA

FONTANAFREDDA

PN

CHRYSO ITALIA SPA

LALLIO

BG

COLLE SPA

LENTIAI

BL

DLC SRL

MILANO

MI

EDILMAFER SRL

SETTIMO MILANESE

MI

EDILMATIC SRL

PEGOGNAGA

MN
VR

Soci Aggregati

EISEKO COMPUTERS SRL

SAN MARTINO BUON ALBERGO

GENERAL ADMIXTURES SPA

PONZANO VENETO

TV

GL LOCATELLI SRL

TURATE

CO

HALFEN-DEHA SRL

BERGAMO

BG

HARPACEAS SRL

MILANO

MI

I.B.I. INDUSTRIE BLOCCHIERE ITALIANE SPA

MILANO

MI

ICT - INNOVATIVE CONCRETE TECHNOLOGIES SRL

PIACENZA

PC
MO

IME SRL

CAMPOGALLIANO

KELLER FONDAZIONI SRL

VERONA

VR

LE OFFICINE RIUNITE - UDINE SPA

BASALDELLA DI CAMPOFORMIDO

UD

MAPEI SPA

MILANO

MI

MARCANTONINI SRL

PASSAGGIO DI BETTONA

PG

OFF. MECC. MAFFIOLETTI DARIO SRL

BRUSAPORTO

BG

OFFICINE MECCANICHE GALLETTI O.M.G. SRL

PONTE VALLECEPPI

PG

PEIKKO ITALIA SRL

MILANO

MI

PLASTYBETON SRL

MARENO DI PIAVE

TV

RUREDIL SPA

SAN DONATO MILANESE

MI

S.F. SISTEMI FOGNARI SCARL

ROMA

RM

SIDERURGICA LATINA MARTIN - S.L.M. SPA

CEPRANO

FR

SIPE SRL

MONTICHIARI

BS

TECNOGRIP SRL

SAN GILLIO

TO

W.R. GRACE ITALIANA SPA

PASSIRANA DI RHO

MI

XELLA ITALIA SRL

GRASSOBBIO

BG

7 - industrie manufatti cementizi

Imp.Assobeton.Elenco.Soci.indd 96

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09
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europeo e internazionale

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NORMATIVE

Le categorie superspeciali: subappalto e requisiti


di qualificazione
La responsabilit per i reati commessi nell'interesse
o a vantaggio dell'impresa: il D. Lgs. 231/2001

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