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150 anniversario
1861 - 2011
ADOLFO ZAMBONI
CAPITOLO VII
La mattina del 10 di agosto le nostre truppe dai vari punti della linea portarono la
notizia che il nemico si era ritirato; allora su tutto il fronte carsico ebbe inizio l'avanzata
verso il Vallone di Doberd dove certamente doveva essersi fermato l'avversario.
Il 141 Reggimento, rinforzato da un battaglione del 73 Fanteria, scendendo per le
pendici orientali del S. Michele, giunse a Cotici e poi, calata la sera e preso collegamento
con tutte le truppe dal Vippacco a Monfalcone, continu la marcia verso il Vallone. Le
pattuglie austriache al nostro avvicinarsi si ritiravano cautamente; tutta la zona da noi
percorsa era incessantemente battuta dall'artiglieria nemica, che per non causava forti
perdite per mancanza di obiettivi fissi; la nostra intanto si spostava, seguendo l'avanzata
delle fanterie.
Giunti in prossimit del vallone, i reparti si fermarono perch la strada scendeva fra
due possenti baluardi: a sinistra la quota 193, a destra la punta del Brestovec, posizioni che
si sapevano fortificate e munite di trinceramenti scavati nella roccia; mentre forti pattuglie
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venivano inviate a perlustrare i luoghi, le rimanenti truppe prendevano un po' di riposo
attendendo l'alba; nell'oscurit della notte sarebbe stata un'imprudenza grave andar a
cozzare contro le nuove trincee nemiche. Dalle informazioni delle avanguardie e dalle
fiammate dei fucili si pot facilmente rilevare che il nemico si era ritirato nelle terze linee
che correvano ai margini occidentali dell'altipiano di Comen.
Zona di operazioni della brigata Catanzaro (141 e 142 reggimento fanteria) nellagosto del 1916, tra Monte
S. Michele, Brestovec, Nad Logem e Doberd. Dalla carta 1:25.000 del Comando della 3a Armata
Sistemazione difensiva austriaca desunta da fotografie di aviatori e da informazioni di prigionieri (15 luglio 1916).
(archivio Adolfo Zamboni).
Nel pomeriggio del giorno stesso giunsero i bombardieri e piazzarono le loro armi
che destavano sbigottimento nel nemico. La mattina successiva (12 agosto) si videro salire
nell'aria, capovolgersi e piombare sulle posizioni avversarie migliaia di terribili bombe da
240 mm le quali, scoppiando, producevano uno schianto nell'anima.
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(comandata da Germanici, come stavano ad attestare alcuni elmi col famoso chiodo)
caddero nelle mani dei nostri soldati.
Alcuni giorni dopo il 141 Fanteria scese a riposo a Fratta e poi a Villesse; i militari
di linea non erano rimasti che 300. E neppure questi pochi superstiti furono lasciati in pace
dagli Austriaci; infatti, essendo il Reggimento attendato nei pressi di Villesse, un giorno
incominciarono a piovere granate; allora il campo venne spostato tra Perteole e Saciletto,
dove finalmente i fanti trovarono pace e ristoro al lungo doloroso travaglio.
Nuovi elementi vennero a ricostituire il 141 Fanteria, il quale, pur annoverando
figli d'ogni parte d'Italia, conservava tuttavia, per cos dire, struttura calabrese. E tanto i
vecchi quanto i nuovi gregari ebbero, in quella pausa d'armi che segu alle azioni
dell'agosto 1916, l'alto compiacimento e il legittimo orgoglio di apprendere che S. M. il Re
aveva concesso motu proprio alla bandiera del glorioso Reggimento la MEDAGLIA
D'ORO al valor militare con questa motivazione: