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INDICE
pagg.
2- 6
pagg.
8 -11
pagg.
12-13
DECRETO ISTITUTIVO
pagg.
14-19
pagg.
20-23
pagg.
24-35
pagg.
36-55
pagg.
56-58
pagg.
59-61
pagg.
62-69
DISCIPLINARE PROVVISORIO
pagg.
70-94
pagg.
95-96
pagg.
97-98
pagg.
99-103
pagg. 104-126
superato
superato
pagg. 127-129
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Tale triplice dimensione stata colta appieno dalla UE che nella sua
Costituzione recita: L'Unione si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa,
basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilit dei prezzi, su
un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena
occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di
miglioramento della qualit dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico
e tecnologico (Costituzione europea Titolo I articolo I -3)
.
Inoltre, nel riesame della strategia per lo sviluppo sostenibile COM(2005) 658, la
Commissione evidenzia una serie di questioni essenziali, che necessitano del
massimo impegno al pi alto livello politico, annoverando tra queste la gestione
delle risorse naturali, con il proposito di salvaguardare la capacit del pianeta di
sostenere tutte le diverse forme di vita, rispettare i limiti delle sue risorse
naturali e promuovere la produzione e il consumo sostenibili per spezzare il
vincolo tra crescita economica e degrado ambientale.
In particolare, le Aree Marine Protette intese come Qualunque area intertidale
o sublitorale con le acque che la ricoprono, la flora, la fauna, le
caratteristiche storiche e culturali, sottoposta per legge a misure di
protezione riferite, in tutto o in parte, all'ecosistema ambientale che vi
compreso (definizione fornita dall'International Union for Conservation of
Nature and natural resources, Buenos Aires, 1995) rappresentano un esempio di
sistema naturale in cui i fruitori divengono protagonisti di modelli di sviluppo
sostenibile.
La centralit del ruolo svolto dalle AMP nel perseguimento dello sviluppo
sostenibile stata ulteriormente ribadita in occasione del World Summit sullo
sviluppo sostenibile del 2002, che ha evidenziato come la gestione razionale
dell'ambiente marino sia fondamentale per poter utilizzare efficacemente le sue
risorse, conservandolo per le generazioni future e ha stabilito che le aree marine
protette entro il 2012 debbano validare la propria esistenza e "certificare" il
raggiungimento dei propri obiettivi non solo nel campo biologico, ma anche
socioeconomico ed amministrativo, e debbano organizzarsi in un sistema di tipo
network.
Appare fondamentale evidenziare come, pur essendo la protezione ed il
ripristino dei valori biologici la principale finalit attribuita all'istituzione di
un'AMP, alla stessa viene riconosciuto un ruolo centrale nell'incentivare l'uso
sostenibile di tutte le risorse presenti sul territorio, nel favorire attivit di ricerca,
educazione ed addestramento, per diffondere e approfondire le conoscenze
sull'ambiente marino e stimolare nuove forme di ricreazione e turismo
compatibili dal punto di vista ambientale.
Queste funzioni complessivamente considerate e opportunamente attivate
possono favorire il raggiungimento di numerosi benefici connessi alle diverse
dimensioni della sostenibilit dello sviluppo.
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Bisogna far capire alla popolazione che listituzione di unAMP non implica solo
lintroduzione di vincoli o limitazioni nelluso delle risorse ambientali, ma anche una
valorizzazione delle bellezze paesaggistiche nonch lindividuazione di nuove
opportunit economiche possibili attraverso unappropriata zonazione dellarea ed alla
quantificazione delle variabili ambientali e antropiche coinvolte.
Per questo motivo, molto importante sensibilizzare le realt locali ed in particolare gli
appartenenti al mondo della pesca e della subacquea ricreativa che sono le prime due
categorie a risentire delleffetto positivo dato dallistituzione dellAMP sia attraverso la
ricostruzione degli stock ittici sia valorizzando limmagine turistica delle Regioni che le
ospitano incrementandone flussi turistici e indotto economico.
La zonazione di unAMP costituisce il momento di analisi delle informazioni ambientali
e socio-economiche raccolte nella fare preparatoria; essa porta allidentificazione di
ambiti di valenza omogenea che, in funzione delle loro caratteristiche, saranno pi
affini a specifici livelli di protezione.
In effetti la zonazione unoperazione delicata in quanto deve essere in grado di
rispondere alle esigenze proprie della conservazione dellambiente naturale e
contemporaneamente consentire la fruibilit delle risorse regolando le attivit umane.
In generale, in Italia, la zonazione articolata su tre livelli a diversa gradualit
protettiva:
Zona A, di Riserva Integrale: rappresenta il luogo con i pi alti valori ai fini conservativi
che deve essere protetto da qualsiasi forma di utilizzo da parte delluomo. Per questo
motivo, in queste aree, consentito laccesso solo al personale dell AMP o per scopi
scientifici di ricerca autorizzati.
Zona B di Riserva Generale: ospita i siti di particolare valore per la conservazione e
che possono essere in stretta relazione con la zona A. Questa zona prevede la
possibilit di condurre attivit ricreative ed economiche per in modo controllato e
rispettoso dellambiente.
Zona C di Riserva Parziale: costituisce la maggior parte di una AMP e funge da
cuscinetto tra lAMP e la costa non protetta contornando le precedenti zone.
La normativa italiana in tema di protezione della fascia costiera e delle risorse
biologiche marine cominci con la legge 963 sulla Pesca Marittima del 1965 emanata
dal Ministero della Marina Mercantile. Questa legge, tuttora in vigore, prevede
listituzione di zone di tutela biologica come supporto alla gestione delle risorse ittiche e
quindi prevede la protezione di ambienti di concentrazione di novellame come le
praterie di Posidonia Oceanica, le zone di pesca sovrasfruttate e i banchi di corallo
rosso vietandovi la pesca o limitandola per un periodo di tempo determinato.
Anche il Codice della Navigazione ha permesso in passato alcune azioni di protezione
concedendo loccupazione e lutilizzo di beni demaniali e di zone di mare territoriale,
per un periodo di tempo, compatibilmente con le esigenze di pubblico uso.
Sfruttando questa opportunit, il WWF nel 1973 istitu il Parco Marino del Miramare a
Trieste che divent cosi la prima Area Marina Protetta in Italia e che rappresenta
tuttora un ottimo esempio di corretta gestione.
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Ma fu solo nel 1982 con la legge 979, Disposizioni per la difesa del mare, che si ebbe
il primo vero strumento giuridico per proteggere lambiente marino in quanto tale e non
per finalit di gestione delle risorse ittiche dinteresse economico.
Questa legge, oltre a prevedere un servizio di vigilanza costiera e dintervento nella
lotta contro linquinamento, introdusse anche la possibilit di istituire 20 Riserve Marine
definite come: ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa
prospicenti che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali,
geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna
marine e costiere e per l'importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed
economica che rivestono.
Con questa legge venne introdotta anche una novit rispetto al quadro internazionale:
in Italia la legge dello stato a fornire la lista di riferimento delle aree meritevoli di
salvaguardia, non il risultato di studi scientifici o specifiche attivit di ricerca, e tra le
aree di reperimento meritevoli vennero segnalati il Golfo di Portofino e le Cinque Terre.
Dieci anni dopo la L.979/1982 fu approvata la legge-quadro 394/1991 sulle Aree
Protette che, per la parte relativa alle aree marine, integr la precedente individuando
altri 26 nuovi siti di reperimento meritevoli di essere protetti con listituzione di unAMP.
Inoltre questa legge introdusse la possibilit di prevedere la protezione dulteriori nuove
aree identificate sulla base di ricerche e studi che ne avessero evidenziato la valenza
ambientale.
La legge-quadro, pur facendo maggiore chiarezza sulle responsabilit, non riusc a
sciogliere alcuni nodi giuridici ed in particolare le norme relative alla gestione da parte
dello Stato o degli Enti locali, favorendo sovrapposizioni di competenze e creando
quindi conflittualit.
Infatti lItalia con la L.979/1982 fu una delle prime Nazioni a livello mondiale a
pianificare la creazione di un sistema di aree protette.
Nonostante questo primato i risultati furono scarsi sia per un conflitto di competenze
divise tra quattro Ministeri, regioni, province e comuni, sia per il rigetto delle
popolazioni locali soprattutto a livello degli operatori economici i cui interessi insistono
direttamente o indirettamente sulla risorsa mare.
Oggi il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare la struttura
preposta alle procedure per i provvedimenti istitutivi ed le azioni riguardanti le AMP gi
istituite. Esso opera tramite una Segreteria Tecnica per le Aree Marine Protette,
composta da esperti cui spetta listruttoria preliminare per listituzione e
laggiornamento delle AMP, il supporto alla gestione e al funzionamento nonch alla
progettazione degli interventi da realizzare anche attraverso finanziamenti comunitari.
Di fatto su 51 aree marine di reperimento previste dalla normativa nazionale [al fine di
conservare specie, comunit e i diversi processi ecologici in atto in un area difendendo
la biodiversit ed evitando lintroduzione di specie, manufatti o sostanze che in qualche
modo possano alterarne lequilibrio] ad oggi solo 24 AMP sono state giuridicamente
istituite e tra queste solo alcune hanno un regolamento e un Ente gestore in grado di
affrontare con competenza una seria gestione territoriale.
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ARTICOLO 2
1. Con riferimento alla cartografia allegata, l'area naturale marina protetta Portofino
delimitata dalla congiungente i seguenti punti, comprendendo anche i relativi territori
costieri appartenenti al demanio marittimo:
latitudine
longitudine
A)
44 19' 12" N 09 12' 52" E
B)
44 18' 20" N 09 13' 10" E
V)
44 18' 11" N 09 12' 46" E
Z)
44 18' 09" N 09 12' 54" E
C)
44 18' 11" N 09 13' 13" E
D)
44 17' 43" N 09 13' 22" E
E)
44 18' 32" N 09 10' 25" E
F)
44 18' 50" N 09 10' 34" E
G)
44 18' 53" N 09 10' 28" E
H)
44 18' 35" N 09 10' 13" E
I)
44 18' 50" N 09 09' 18" E
L)
44 19' 13" N 09 08' 29" E
M)
44 19' 33" N 09 08' 44" E
N)
44 19' 26" N 09 09' 01" E
O)
44 19' 31" N 09 09' 04" E
P)
44 19' 38" N 09 08' 47" E
Q)
44 19' 48" N 09 08' 55" E
R)
44 20' 46" N 09 09' 10" E
S)
44 20' 46" N 09 09' 20" E
2. Non fanno parte dell'area marina protetta di Portofino e non sono, pertanto,
assoggettati ai vincoli di cui al presente decreto il canale di accesso e la rada di
Portofino, il canale di accesso e la rada di S. Fruttuoso, il canale di accesso e la rada
di Porto Pidocchio, fatto salvo quanto previsto dall'art. 4, comma 11, del presente
decreto.
ARTICOLO 3
1. Nell'ambito delle finalit di cui all'articolo 27, comma 3, della legge 31 dicembre
1982, n. 979 e all'articolo 18, comma 2, della legge 6 dicembre 1991, n. 394, l'area
naturale marina protetta Portofino, in particolare, persegue:
1. la protezione ambientale dell'area marina interessata;
2. la tutela e la valorizzazione delle risorse biologiche e geomorfologiche della zona;
3. la diffusione e la divulgazione della conoscenza dell'ecologia e della biologia
degli ambienti marini e costieri dell'area naturale marina protetta e delle
peculiari caratteristiche ambientali e geomorfologiche della zona;
4. l'effettuazione di programmi di carattere educativo per il miglioramento della
cultura generale nel campo dell'ecologia e della biologia marina;
5. la realizzazione di programmi di studio e ricerca scientifica nei settori
dell'ecologia della biologia marina e della tutela ambientale, al fine di assicurare
la conoscenza sistematica dell'area;
6. la promozione di uno sviluppo socio-economico compatibile con la rilevanza
naturalistico-paesaggistica dell'area, anche privilegiando attivit tradizionali
locali gi presenti. Sempre nell'ambito dell'azione di promozione di uno sviluppo
compatibile con le predette finalit, per le attivit relative alla canalizzazione dei
flussi turistici e di visite guidate, la determinazione della disciplina relativa dovr
prevedere specifiche facilitazioni per i mezzi di trasporto collettivi gestiti
prioritariamente da cittadini residenti nei Comuni di Portofino, Camogli e Santa
Margherita Ligure.
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ARTICOLO 4
1. All'interno dell'area naturale marina protetta Portofino, per come individuata e
delimitata all'articolo 2, sono vietate le attivit che possono compromettere la tutela
delle caratteristiche dell'ambiente oggetto della protezione e le finalit istitutive
dell'area naturale marina protetta medesima, ai sensi dell'articolo 19, comma 3, della
legge 6 dicembre 1991, n. 394. In particolare, sono vietate:
1. la caccia, la cattura, la raccolta, il danneggiamento e, in genere, qualunque
attivit che possa costituire pericolo o turbamento delle specie animali e
vegetali, ivi compresa l'immissione di specie estranee;
2. l'alterazione con qualunque mezzo, diretta o indiretta, dell'ambiente geofisico
e delle caratteristiche biochimiche dell'acqua, nonch la discarica di rifiuti solidi
e liquidi e, in genere, l'immissione di qualsiasi sostanza che possa modificare,
anche transitoriamente, le caratteristiche dell'ambiente marino;
3. l'introduzione di armi, esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura,
nonch di sostanze tossiche o inquinanti;
4. le attivit che possano comunque arrecare danno, intralcio o turbativa alla
realizzazione dei programmi di studio e di ricerca scientifica da attuarsi nell'area.
2. La zona A di riserva integrale, che comprende il tratto di mare da Punta Torretta a
Punta del Buco (Cala dell'Oro), delimitata dalla congiungente i punti sottoindicati:
3.
latitudine
longitudine
T) 44 18' 55" N 09 09' 26" E
U) 44 18' 44" N 09 10' 00" E
4. In zona A, oltre a quanto indicato al comma 1, sono vietati:
1. l'asportazione, anche parziale, ed il danneggiamento delle formazioni
geologiche e minerali;
2. la navigazione, l'accesso e la sosta con navi e natanti di qualsiasi genere e tipo;
3. la balneazione;
4. la pesca, sia professionale che sportiva, con qualunque mezzo esercitata.
5. In zona A , invece, consentito l'accesso unicamente alle imbarcazioni di servizio
con compiti di sorveglianza e soccorso ed a quelli di appoggio ai programmi di ricerca
scientifica nei modi esplicitamente autorizzati dall'ente gestore dell'area naturale
marina protetta.
6. La zona B di riserva generale, che comprende il tratto di mare da Punta di
Portofino a Punta della Chiappa, fatto salvo il corridoio di accesso e la rada di S.
Fruttuoso, delimitata dalla congiungente i punti sottoindicati:
7.
latitudine
longitudine
D)
44 17' 43" N 09 13' 22" E
E)
44 18' 32" N 09 10' 25" E
F)
44 18' 50" N 09 10' 34" E
G)
44 18' 53" N 09 10' 28" E
H)
44 18' 35" N 09 10' 13" E
I)
44 18' 50" N 09 09' 18" E
L)
44 19' 13" N 09 08' 29" E
8. In zona B, oltre a quanto indicato al comma 1 del presente articolo, sono vietati:
1. l'ancoraggio libero, fatto salvo quanto previsto al comma 4 ed al successivo
comma 7, lettera b), e) e f);
2. la navigazione a motore, fatto salvo quanto previsto al comma 4 ed al
successivo comma 7, lettera a), b), e) e f);
3. l'ormeggio non regolamentato;
4. la pesca subacquea.
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10. La zona C di riserva parziale, che comprende il tratto di mare da Punta Pedale alla
Punta Portofino, fatto salvo il corridoio di accesso e la rada di Portofino, e da Punta
della Chiappa a Punta Cannette, fatto salvo il corridoio di accesso e la rada di Porto
Pidocchio, delimitata dalla congiungente i punti sottoindicati:
11.
A)
B)
V)
Z)
C)
D)
L)
M)
N)
O)
P)
Q)
R)
S)
latitudine
44 19' 12" N
44 18' 20" N
44 18' 11" N
44 18' 09" N
44 18' 11" N
44 17' 43" N
44 19' 13" N
44 19' 33" N
44 19' 26" N
44 19' 31" N
44 19' 38" N
44 19' 48" N
44 20' 46" N
44 20' 46" N
longitudine
09 12' 52" E
09 13' 10" E
09 12' 46" E
09 12' 54" E
09 13' 13" E
09 13' 22" E
09 08' 29" E
09 08' 44" E
09 09' 01" E
09 09' 04" E
09 08' 47" E
09 08' 55" E
09 09' 10" E
09 09' 20" E
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ARTICOLO 5
1. La gestione dell'area naturale marina protetta di Portofino sar affidata ai sensi di
quanto disposto dalla legge quadro sulle aree protette 6 dicembre 1991 n. 394 cos
come integrata dalla legge 9 dicembre 1998 n. 426
ARTICOLO 6
1. All'onere derivante dalle prime spese relative all'istituzione dell'area naturale marina
protetta di Portofino, ivi compresa l'installazione dei segnalamenti e quanto altro
necessiti a dare precisa conoscenza della delimitazione dell'area naturale marina
protetta e della sua ripartizione, si fa fronte con l'impegno gi assunto con il decreto
ministeriale emanato in data 6 giugno 1998. Per le attivit finalizzate alla gestione
ordinaria dell'area marina protetta di Portofino, si provveder ad assegnare, per
ciascun esercizio finanziario successivo, in relazione agli stanziamenti di bilancio sul
capitolo 4637 dell'unit
ARTICOLO 7
1. Il regolamento di esecuzione e di organizzazione dell'area naturale marina protetta
di Portofino, formulato entro 180 giorni dall'ente delegato alla gestione anche sulla
base dell'esperienza condotta nell'applicazione provvisoria delle misure di deroga di cui
al precedente art. 4, commi 4, 7 e 10, sar approvato dal Ministero dell'Ambiente ai
sensi del combinato disposto dall'articolo 28, commi 6 e 7, della legge 31 dicembre
1982 n. 979, e dell'articolo 19, comma 5, della legge 6 dicembre 1991, n. 394.
Nel suddetto regolamento dovr essere prevista l'istituzione di un comitato tecnicoscientifico con compiti di ausilio all'ente gestore e alla commissione di riserva.
2. previsionale di base 8.1.2.1 "Difesa del mare", una somma non inferiore a Lit.
500.000.000.
ARTICOLO 8
1. Le disposizioni del presente decreto, per quanto attiene alla perimetrazione e alle
finalit indicate, potranno essere oggetto di riconsiderazione per ragioni scientifiche e
di ottimizzazione della gestione sotto il profilo socio-economico volto al perseguimento
dello sviluppo sostenibile delle aree interessate.
ARTICOLO 9
3. Il presente decreto sostituisce integralmente il decreto emanato in data 6 giugno
1998.
Roma, 26 aprile 1999.
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superato
TITOLO I - ORGANIZZAZIONE DELLAREA MARINA PROTETTA
Articolo 1 Oggetto
1. Il presente regolamento, ai sensi dellarticolo 7 del decreto del Ministro
dellAmbiente, 26 aprile 1999, di istituzione dellarea marina naturale protetta
denominata Portofino da esecuzione allo stesso e disciplina lorganizzazione della
medesima area.
Articolo 2 Organi dellarea marina protetta
1. Sono organi dellarea marina protetta: il Responsabile dellarea marina protetta; la
Commissione di riserva; il Comitato tecnico scientifico.
Articolo 3 Responsabile dellarea marina protetta
1. Il Responsabile dellarea marina protetta individuato e nominato dal Soggetto
gestore, tra soggetti aventi adeguate competenze professionali e specifica esperienza
in materia di gestione.
2. Lincarico di responsabile dellarea marina protetta viene conferito per tre anni sulla
base di un contratto redatto ai sensi delle vigenti disposizioni di legge.
3. Lincarico rinnovabile.
4. Al responsabile dellarea marina protetta sono attribuite le seguenti funzioni relative
allorganizzazione ed al funzionamento dellarea marina protetta:
a) curare lattuazione delle direttive del Ministero dellambiente e della tutela del
territorio per il perseguimento delle finalit proprie dellarea marina protetta;
b) curare la predisposizione del programma annuale di gestione e
valorizzazione dellarea marina protetta;
c) predisporre una relazione annuale sulla gestione e sul funzionamento
dellarea marina protetta da inviare al Ministero dellambiente e della tutela del
territorio con le eventuali osservazioni formulate dalla Commissione di riserva;
d) raccordare lo svolgimento delle sue funzioni con i competenti organi del
Soggetto gestore, con la Commissione di riserva e con il Comitato tecnico scientifico;
e) predisporre il bilancio preventivo e il conto consuntivo;
f) promuovere lattivazione di progetti anche mediante lacquisizione di
finanziamenti pubblici nazionali e comunitari e privati;
g) promuovere iniziative per lo sviluppo di attivit economiche compatibili con le
finalit dellarea marina protetta;
h) predisporre ed aggiornare linventario dei beni immobili e mobili del
Consorzio di pertinenza dellarea marina protetta;
i) qualsiasi altro compito affidato dal Soggetto gestore.
5. Il Responsabile dellarea marina protetta esercita le funzioni attribuitegli, secondo le
direttive impartite dal Soggetto gestore.
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Articolo 10 Definizioni
1. Ai fini del presente regolamento, si intende:
- per natante: ogni unit da diporto avente lunghezza fuori tutto non superiore a
metri 7,50 se a motore o a metri 10 se a vela, anche se con motore ausiliario
(Articolo 1, lettera d), Legge 11 febbraio 1971, n. 50 nel testo vigente);
- per imbarcazione: ogni unit destinata alla navigazione da diporto avente
lunghezza fuori tutto superiore a metri 7,50 se a motore o a metri 10 se a vela,
anche se con motore ausiliario (Articolo 1, lettera C), Legge 11 febbraio 1971,
n. 50 nel testo vigente), e non superiore a 24 metri;
- per nave da diporto: ogni unit avente lunghezza fuori tutto superiore a 24 metri;
- per unit navale: genericamente ogni mezzo nautico come definito nellarticolo
136 del Codice di Navigazione;
- per lunghezza fuori tutto: la distanza, misurata in linea retta, tra il punto
estremo anteriore della prora e il punto estremo posteriore della poppa, escluse
tutte le appendici come le delfiniere, il bompresso, le piattaforme poppiere, le
falchette e similari (Articolo 13, Legge 11 febbraio 1971, n. 50 nel testo
vigente);
- per attivit subacquea si intendono le visite guidate subacquee con e senza
autorespiratore organizzate da imprese e associazioni con o senza partita IVA
e immersioni subacquee con e senza autorespiratore effettuate da soggetti singoli;
- per soggetti singoli in relazione allattivit subacquee si intendono le singole
persone fisiche.
Articolo 11 Attivit di sorveglianza
1. La sorveglianza dellarea marina protetta di Portofino esercitata ai sensi
dellarticolo 19, comma 7, della legge 6 dicembre 1991, n. 394 come modificato
dallarticolo 2, comma 17, della legge 9 dicembre 1998, n. 426, dalla Capitaneria di
Porto nonch dalle polizie degli Enti Locali, delegati nella gestione delle medesime
aree protette.
2. Lattivit di sorveglianza nellarea marina protetta di Portofino coordinata dalla
Capitaneria di Porto.
TITOLO III - DISCIPLINA DELLA BALNEAZIONE
Articolo 12 Disposizioni generali
1. La balneazione vietata in zona A.
2. La balneazione consentita nelle zone B e C dellarea marina protetta, nel rispetto
delle ordinanze degli Uffici Circondariali Marittimi.
TITOLO IV - DISCIPLINA DELLATTIVITA SUBACQUEA
Articolo 13 Disposizioni generali. ZONE:
1. Nella zona A vietata lattivit subacquea.
2. Nella zona B lattivit subacquea senza autorespiratore consentita; lattivit
subacquea con autorespiratore subordinata al rilascio di autorizzazioni da parte
del Soggetto gestore, secondo quanto disposto dai successivi articoli 14, 15, 16,
17, 18 e 19.
3. Nelle zone C lattivit subacquea libera, salva la facolt del Soggetto gestore di
porre limitazioni volte ad assicurare la tutela delle specie viventi e la conservazione
dei fondali.
4. In tutta larea marina protetta sono vietate le attivit subacquee notturne, salvo
specifiche autorizzazioni del Soggetto gestore sulla base dei criteri individuati dal
medesimo.
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DURATA
PERIODO
COSTO
Tessera Residenti
annuale
1 gennaio / 31 dicembre
30,00
annuale
1 gennaio / 31 dicembre
60,00
semestrale
1aprile / 30 settembre
40,00
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al precedente comma 2 lettera a) e b), con lobbligo della compilazione del libretto di
cui allarticolo 23, comma 5.
Articolo 25 - Monitoraggio della pesca sportiva
1. Il Soggetto gestore sulla base dei dati raccolti secondo quanto previsto dall'articolo
23, comma 5, nonch sulla base di altre forme idonee di monitoraggio di cui allarticolo
23, comma 6, fornisce alla Commissione di riserva e al Ministero dellAmbiente e della
tutela del territorio una relazione annuale sull'attivit di pesca e sullo sforzo di pesca. Il
Soggetto gestore concorda con i soggetti pubblici interessati le modalit per la
trasmissione dei dati sui monitoraggi effettuati.
2. Il Soggetto gestore effettuer ricerche scientifiche, in conformit con la normativa
nazionale vigente, mirate a valutare l'impatto della pesca sportiva al fine di individuare
e garantire una gestione sostenibile della risorsa.
3. Il Soggetto gestore, sulla base dei dati raccolti, del monitoraggio e delle risultanze
scientifiche di cui ai commi 1 e 2, pu, su parere conforme della Commissione di
riserva, determinare il numero e il periodo delle autorizzazioni nonch gli eventuali siti
di pesca e le eventuali turnazioni.
4. Il Soggetto gestore pu in qualsiasi momento limitare la pesca, relativamente alle
modalit ed al periodo, per garantire la tutela della qualit ambientale.
TITOLO VI - DISCIPLINA DELLA PESCA PROFESSIONALE
Articolo 26 - Disposizioni generali
1. L'attivit di pesca professionale vietata in zona A ed consentita nelle zone B e
C dell'area marina protetta come disciplinata dal presente regolamento.
2. Nelle zone B e C consentito laccesso e lancoraggio esclusivamente alle
imbarcazioni a motore aventi lunghezza inferiore a 12 metri e comunque di stazza
inferiore alle 10 TSL e 15 GT, per il solo esercizio della pesca professionale. Lattivit di
pesca professionale riservata ai pescatori residenti nei comuni di Camogli, Portofino
e Santa Margherita Ligure, nonch alle cooperative di pescatori costituite ai sensi della
legge 13 marzo 1958, n. 250, con sede nei comuni territorialmente interessati alla data
del 1 agosto 1998.
3. I soggetti abilitati alle attivit di pesca professionale ai sensi del comma 2 e delle
disposizioni di legge devono comunicare annualmente al Soggetto gestore i periodi,
gli attrezzi utilizzati e le modalit di pesca all'interno dell'area marina protetta. Tali
comunicazioni vengono riportate su un apposito registro tenuto dal Soggetto gestore,
delle cui annotazioni viene rilasciata copia ai soggetti stessi.
Articolo 27 - Attrezzi di pesca professionale e modalit di pesca
1. Nella zona B la pesca professionale consentita esclusivamente con i seguenti
attrezzi e modalit:
a) rete circuitante, a batimetrie non inferiori a 50 metri, tranne che sulla
direttrice mediana esterna alla Cala dellOro;
b) rete da posta fissa, disposta perpendicolarmente alla linea di costa, ad
esclusione del periodo dicembre - febbraio, nei seguenti settori: tra Punta
Chiappa e Punta del Buco, tra Punta Carega e Cala degli Inglesi e tra Cala
degli Inglesi e Punta del Faro di Portofino. In ognuno di questi settori il Soggetto
gestore individua 5 siti predeterminandone la rotazione e regolandone i turni
c) palangari, con un massimo di 200 ami, di lunghezza non inferiore a 22 mm,
ad una distanza minima di 80 metri dalla costa, in tutta la zona B ad esclusione
della zona antistante Cala dellOro.
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5) Punta dellIndiano
6) Dragone
7) Colombara
11) Testa del Leone
15) Punta Vessinaro
16) Casa del Sindaco
18) Faro
20) Altare
6. Le visite guidate subacquee per le persone disabili, condotte dai centri di
immersione autorizzati dallEnte gestore, possono essere svolte esclusivamente da
subacqueo disabile con brevetto di livello A, B o C o equivalente, accompagnato
come previsto dalla didattica di appartenenza e in presenza di guida o istruttore del
centro di immersione.
7. Le unit navali utilizzate per lo svolgimento delle visite guidate subacquee non
possono avere lunghezza superiore a 12 metri, salvo quelle che siano state
autorizzate prima del 30 giugno 2001 per le quali non sia intervenuto cambiamento
di propriet.
8. La navigazione nellarea marina protetta delle unit adibite alle attivit dei centri
dimmersione consentita alla velocit massima di 5 nodi.
9. Non consentito luso improprio di impianti di diffusione della voce e di segnali
acustici o sonori, se non per fornire informazioni sugli itinerari e sulle localit
visitate, con volume sonoro strettamente indispensabile alla percezione degli stessi
da parte dei passeggeri a bordo.
10. Lormeggio delle unit dei centri dimmersione autorizzati dallEnte gestore
consentito ai gavitelli singoli contrassegnati e appositamente predisposti dallEnte
gestore, posizionati compatibilmente con l'esigenza di tutela dei fondali, con le
seguenti modalit:
a. nel sito di interesse storico e culturale Cristo degli Abissi consentito ai
natanti, ormeggiati poppa-prua fra i gavitelli installati a tale scopo;
b. la sosta consentita per il tempo strettamente sufficiente per effettuare
limmersione;
c. in zona B laccesso ai gavitelli deve avvenire con navigazione perpendicolare
alla linea di costa.
11. Prima della visita guidata subacquea fatto obbligo ai centri di immersione di
informare gli utenti riguardo le regole dellarea marina protetta, limportanza
dellecosistema, le caratteristiche ambientali del sito di immersione e le norme di
comportamento subacqueo ai fini di non recare disturbo ai fondali e agli organismi.
12. Le visite guidate subacquee devono rispettare il codice di condotta di cui al
precedente articolo 13, comma 13.
13. Il responsabile dellunit navale, prima dellimmersione, deve annotare in apposito
registro previamente vidimato dallEnte gestore, gli estremi dellunit navale, i
nominativi delle guide e/o degli istruttori, dei partecipanti e i relativi brevetti di
immersione, la data, lorario e il sito di immersione. Il registro dovr essere tenuto
aggiornato, esibito a richiesta allAutorit preposta al controllo o al personale
dellEnte gestore e riconsegnato allEnte gestore entro il 31 dicembre di ciascun
anno. I dati contenuti nei registri saranno utilizzati dallEnte gestore per le finalit
istituzionali.
14. Le unit navali autorizzate alle attivit di visite guidate subacquee sono tenute ad
esporre i contrassegni identificativi predisposti dallEnte gestore ai fini di agevolare
la sorveglianza ed il controllo.
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15. Ai fini del rilascio dellautorizzazione per lo svolgimento delle visite guidate
subacquee nellarea marina protetta e leventuale utilizzo dei gavitelli singoli
predisposti a tale scopo, i centri di immersione richiedenti devono:
a. risultare residenti nei Comuni ricadenti nellarea marina protetta e in quelli
viciniori alla data del 26 Aprile 1999, o essersi associati entro il 7 agosto 1999 ai
soggetti gi operanti nei Comuni dellarea marina protetta alla data del 1 agosto 1998;
b. risultare in possesso di specifici requisiti di compatibilit ambientale,
individuati dallEnte gestore con successivo provvedimento;
c. risultare titolari di una sede operativa nei comuni ricadenti nellarea marina
protetta;
d. indicare le caratteristiche delle unit navali utilizzate per lattivit, nonch gli
estremi identificativi del brevetto subacqueo in possesso dei singoli soggetti;
e. versare allEnte Gestore un corrispettivo a titolo di diritto di segreteria e
rimborso spese, secondo le modalit indicate al successivo articolo 28;
16. Al fine di contingentare i flussi turistici, in relazione alle esigenze di tutela
ambientale sottese al provvedimento istitutivo, il numero massimo di unit navali
impiegabili nelle visite guidate subacquee stabilito dallEnte gestore in 6 per ciascun
soggetto. Ogni variazione della flotta deve essere comunicata e debitamente
autorizzata dallEnte Gestore. Le unit inserite nella predetta flotta adibita alle visite
guidate subacquee a far data dallentrata in vigore del presente regolamento devono
essere dotate di motore conforme alla Direttiva 2003/44/CE relativamente alle
emissioni gassose e acustiche.
17. I centri di immersione autorizzati che ne facciano richiesta possono utilizzare il
marchio registrato dellarea marina protetta ai fini della divulgazione dellattivit
subacquea.
18. Il rilascio dellautorizzazione comporta lobbligo di fornire agli utenti lapposito
materiale informativo sullarea marina protetta predisposto dallEnte gestore.
19. LEnte gestore effettua il monitoraggio delle attivit subacquee nellarea marina
protetta al fine di determinare la capacit di carico di ogni sito di immersione e adeguare,
con successivi provvedimenti, la disciplina delle immersioni subacquee guidate.
20. Per tutte le discipline non esplicitate al presente articolo, valgono per le immersioni
subacquee guidate le disposizioni di cui al presente Regolamento e al decreto
istitutivo dellarea marina protetta.
Articolo 15 - Disciplina delle attivit di accompagnamento e supporto alle immersioni
subacquee
1. Nella zona A sono vietate le attivit di accompagnamento e supporto alle
immersioni.
2. Nelle zone B sono consentite le attivit di accompagnamento e supporto alle
immersioni, svolte dai centri d'immersione autorizzati, esclusivamente presso i siti
individuati al precedente articolo 14, comma 3.
3. Ai subacquei impegnati in immersioni subacquee individuali o in gruppo, svolte
con laccompagnamento e il supporto dei centri di immersione ma senza la presenza in
immersione di guide o istruttori, si applicano le disposizioni di cui al precedente
articolo 13, commi 2, 3, 5, 7, 8 e 13.
4. Le immersioni subacquee individuali o in gruppo svolte con laccompagnamento il
supporto dei centri di immersione ma senza la presenza in immersione di guide o
istruttori, possono essere svolte esclusivamente secondo le seguenti modalit:
a. in presenza di un subacqueo in possesso di brevetto almeno di secondo
grado, che dichiari formalmente di conoscere lambiente sommerso dellarea
marina protetta, individuato dal responsabile dellunit navale;
b. in un numero di subacquei non superiore a 5 per ogni subacqueo in
possesso di brevetto almeno di secondo grado di cui alla precedente, lettera a);
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10. Non consentito luso improprio di impianti di diffusione della voce e di segnali
acustici o sonori.
11. Per tutte le discipline non esplicitate al presente articolo, valgono per le unit da
diporto le disposizioni di cui al presente Regolamento e al decreto istitutivo dellarea
marina protetta Portofino.
Articolo 17 - Disciplina dellattivit di ormeggio
1. In zona A non consentito lormeggio.
2. In zona B lormeggio consentito a natanti e imbarcazioni, limitatamente ai
seguenti siti, individuati e predisposti dallEnte gestore:
a) tra Punta Chiappa e Punta del Bussego, ai natanti;
b) nella Baia di S. Fruttuoso, lato Est, ai natanti di lunghezza inferiore ai 7,5 metri;
c) nella Cala degli Inglesi, ai natanti;
d) nella Baia di S. Fruttuoso, lato Ovest, ai natanti e alle imbarcazioni.
3. Nelle zone B e C non consentito lormeggio delle unit da diporto ai gavitelli
riservati alle immersioni subacquee.
4. In zona C lormeggio consentito ai natanti e alle imbarcazioni limitatamente ai
siti individuati ed opportunamente attrezzati dallEnte gestore.
5. Allinterno degli specchi acquei adibiti ai campi ormeggio
a. non sono consentite le attivit subacquee con o senza autorespiratore;
b. non sono consentiti lancoraggio, la libera navigazione e la permanenza di
unit navali non ormeggiate;
c. lormeggio deve essere effettuato esclusivamente al gavitello preassegnato
dallEnte gestore;
d. in caso di ormeggio non preassegnato, lormeggio deve essere effettuato
esclusivamente ai gavitelli contrassegnati con la propria categoria di unit da
diporto (natante, imbarcazione);
e. non consentita ogni attivit che rechi turbamento od ostacolo al buon
funzionamento del campo di ormeggio.
6. Con provvedimento dellEnte gestore, possono essere individuati nelle zone B e C
ulteriori specchi acquei adibiti a campo ormeggio per il diporto, posizionati
compatibilmente con l'esigenza di tutela dei fondali, realizzati e segnalati in conformit
alle direttive del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
7. Ai fini dellormeggio nellarea marina protetta, i soggetti interessati devono
richiedere allEnte gestore il rilascio dellautorizzazione a fronte del versamento di
un corrispettivo, commisurato
alla lunghezza fuori tutto dellunit navale;
al possesso di requisiti di eco-compatibilit dellunit navale di cui al
successivo comma 12;
alla durata della sosta.
8. I corrispettivi dovuti per lautorizzazione allormeggio nellarea marina protetta
sono disposti secondo le modalit di cui al successivo articolo 28.
9. Ai fini del rilascio delle autorizzazioni per lormeggio nellarea marina protetta,
godono di titolo preferenziale e possono effettuare il pagamento delle relative tariffe in
misura ridotta, secondo modalit e parametri definiti annualmente dallEnte gestore, i
proprietari di natanti e imbarcazioni che attestino il possesso di uno dei seguenti requisiti di
eco-compatibilit:
unit dotate di casse per la raccolta dei liquami di scolo;
motore conforme alla Direttiva 2003/44/CE relativamente alle emissioni gassose e
acustiche (motori fuoribordo elettrici, motori entrobordo conformi alla direttiva, motori
fuoribordo a 4 tempi benzina verde, motori fuoribordo a 2 tempi ad iniezione diretta);
utilizzo di vernici antivegetative a rilascio zero.
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8. Nella zona C lattivit di pesca sportiva consentita ai soggetti non residenti nei comuni
ricadenti nellarea marina protetta, previa autorizzazione dellEnte gestore, con i seguenti
attrezzi:
a) da riva, con lenza e canna in numero massimo di 2 canne anche con
mulinello, con ami di lunghezza massima non inferiore a 18 mm;
b) da natante, con bolentino e canna da bolentino, con mulinello da bolentino, con ami
di lunghezza massima non inferiore a 18 mm, in numero massimo di 1 attrezzo a
persona;
9. Ai fini del rilascio delle autorizzazioni alla pesca sportiva nelle zone B e C ai
residenti nei comuni ricadenti nellarea marina protetta, lEnte gestore rilascia un
massimo di 120 autorizzazioni, contestualmente operative, per la pesca con palangari,
traina e nattelli, di cui 80 nominali e 40 alle associazioni di categoria.
10. E vietato luso di esche e di sistemi di pesca cha consentano la cattura di
esemplari di cernia di qualsiasi specie e misura, al fine di permettere il
ripopolamento naturale dellarea protetta. La cattura accidentale di esemplari di cernia
dovr essere segnalata tempestivamente allEnte gestore.
11. La quantit del prodotto pescato non pu superare i 3 chili al giorno per persona, a
meno che tale quantitativo non sia superato dalla cattura di un singolo esemplare.
12. Il pescatore sportivo autorizzato alla pesca con palangari tenuto a
contrassegnare con opportuna targhetta identificativa rilasciata dallEnte gestore il
galleggiante dellattrezzo di pesca, pena la rimozione ed il sequestro di ogni attrezzo
non contrassegnato ad opera delle autorit competenti.
13. Il pescatore sportivo autorizzato allattivit di pesca con palangari, traina e nattelli,
tenuto alla compilazione del registro delle uscite di pesca sportiva, vidimato dallEnte
gestore, riportando la data, le ore di pesca, le zone di pesca, il tipo di pesca effettuata,
la classificazione del pescato e il peso. Il registro dovr essere tenuto aggiornato a fine
pesca, esibito a richiesta allEnte gestore e consegnato al medesimo Ente alla
scadenza dellautorizzazione.
14. Ai fini del rilascio deIlautorizzazione alle attivit di pesca sportiva nellarea
marina protetta, i soggetti richiedenti devono versare allEnte gestore un corrispettivo a
titolo di diritto di segreteria e rimborso spese, secondo le modalit di cui al successivo articolo
15. A fronte di particolari esigenze di tutela ambientale, lEnte gestore si riserva il diritto,
con successivo provvedimento, di disciplinare le modalit di prelievo delle risorse ittiche.
16. Per tutte le discipline non esplicitate al presente articolo, valgono per le attivit
di pesca sportiva le disposizioni di cui al presente Regolamento e al decreto istitutivo
dellarea marina protetta.
Articolo 21 - Disciplina dellattivit di pesca professionale
1. Nellarea marina protetta vietata la pesca a strascico e con reti derivanti.
2. Nelle zone A vietata qualunque attivit di pesca professionale.
3. Nelle zone B e C consentita esclusivamente la piccola pesca artigianale,
riservata ai residenti nei comuni di Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure
nonch alle imprese e alle cooperative di pesca aventi sede legale nei suddetti comuni
alla data di entrata in vigore del presente regolamento.
4. Nella zona B la piccola pesca artigianale consentita esclusivamente con i
seguenti attrezzi e modalit:
a) rete da posta fissa, disposta perpendicolarmente alla linea di costa;
b) con 1 solo palangaro avente un numero massimo di 200 ami di lunghezza
massima non inferiore a 22 mm, calato ad una profondit non inferiore a 40
metri da Punta Chiappa a Casa del Sindaco e ad una profondit non inferiore
a 50 m da Casa del Sindaco a Punta del Faro, ad esclusione dello specchio
acqueo antistante Cala dellOro;
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Articolo 30 Sorveglianza
1. La sorveglianza nell'area marina protetta effettuata dalla Capitaneria di Porto
competente, nonch dalle polizie degli enti locali delegati nella gestione dellarea, in
coordinamento con il personale dellEnte gestore che svolge attivit di servizio,
controllo e informazione a terra e a mare.
Articolo 31 Pubblicit
1. Il presente Regolamento di organizzazione, una volta entrato in vigore sar affisso
insieme al decreto istitutivo, nei locali delle sedi dellArea marina protetta, nonch nella
presso le sedi legale ed amministrativa dellEnte gestore.
2. LEnte gestore provveder allinserimento dei testi ufficiali del presente Regolamento
di organizzazione e del Decreto istitutivo dellarea marina protetta nel sito web dellarea
marina protetta.
3. LEnte gestore provveder alla diffusione di opuscoli informativi e di linee guida del
presente Regolamento di organizzazione e del Decreto istitutivo dellarea marina
protetta presso le sedi di enti e associazioni di promozione turistica con sede allinterno
dellarea marina protetta, nonch presso soggetti a qualunque titolo interessati alla
gestione e/o organizzazione del flusso turistico.
4. Il responsabile di ogni esercizio a carattere commerciale munito di concessione
demaniale marittima dovr assicurare e mantenere lesposizione del presente
Regolamento di organizzazione e del Decreto istitutivo dellarea marina protetta in un
luogo ben visibile agli utenti.
Articolo 32 Sanzioni
1. Per la violazione delle disposizioni contenute nel decreto istitutivo dellarea marina
protetta e nel presente Regolamento, salvo che il fatto sia disciplinato diversamente o
costituisca reato, si applica larticolo 30 della legge 6 dicembre 1991, n. 394 e
successive modificazioni e integrazioni.
2. Nel caso in cui laccertata violazione delle disposizioni di cui al comma 1 comporti
una modificazione dello stato dellambiente e dei luoghi, lEnte gestore dispone
limmediata sospensione dellattivit lesiva ed ordina, in ogni caso, la riduzione in
pristino o la ricostituzione di specie vegetali o animali a spese del trasgressore, con la
responsabilit solidale del committente, del titolare dellimpresa e del direttore dei
lavori in caso di costruzione e trasformazione di opere. In caso di inottemperanza al
suddetto ordine, lEnte gestore provvede allesecuzione in danno degli obbligati,
secondo la procedura prevista dallarticolo 29 della legge 6 dicembre 1991, n. 394.
3. In caso di accertamento della violazione delle disposizioni previste dal decreto
istitutivo dellarea marina protetta e dal presente Regolamento, compreso leventuale
utilizzo improprio della documentazione autorizzativa, possono essere sospese o
revocate le autorizzazioni rilasciate dallEnte gestore, indipendentemente
dallapplicazione delle sanzioni penali ed amministrative previste dalle norme vigenti.
4. Il verbale attestante la violazione delle disposizioni di cui al comma 1, redatto dalle
Autorit preposte alla sorveglianza dellArea marina protetta, dovr essere immediatamente
trasmesso allEnte gestore, che provveder ad irrogare la relativa sanzione.
5. Gli introiti derivanti dallapplicazione delle sanzioni di cui al presente articolo saranno
imputati al bilancio dellEnte gestore e destinati al finanziamento delle attivit di
gestione, coerentemente con le finalit istituzionali dellArea marina protetta.
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L'area marina protetta, istituita nel 1997 attigua all'omonimo parco nazionale
terrestre istituito con D.P.R. del 06/10/99 al cui Ente ne affidata la gestione.
L'Ente Parco pertanto rilascia le eventuali autorizzazioni per la fruizione
dell'area marina protetta che regolamentata secondo una suddivisione in
zone a differente grado di tutela e protezione ambientale (Zona A, B e C).
Il mare e la terra alle Cinque Terre si fondono a formare un paesaggio unico e
suggestivo. I monti, che superano gli 800 m, scendono infatti improvvisamente
verso il mare con i terrazzi che degradano fino a lambire l'acqua e i fondali che
gi a pochi metri dalla riva raggiungono notevoli profondit.
Lungo la costa si alternano falesie a strapiombo sul mare, baie, spiaggette e
anfratti tra scogli e grotte. Le pareti rocciose, come pure le numerose secche e
gli scogli isolati, sono popolate da innumerevoli gorgonie, come la policroma
Leptogorgia sarmentosa e la bianca Eunicella verrucosa, una specie rara nel
Mediterraneo ma piuttosto comune in queste acque.
I fondali rocciosi di Punta Mesco e Capo Montenero, le zone di maggior pregio
e variet, sono ricchi di vita gi a basse profondit con formazioni di corallo,
compreso il rarissimo corallo nero.
Talvolta le falesie proseguono per diverse decine di metri di profondit, come a
Punta Mesco e, in minor misura, a Capo Montenero, mentre in altri casi la
roccia termina a pochi metri di profondit, dove hanno inizio ampie zone
sabbiose. Proprio queste due aree, che rappresentano le zone di mare di
maggior pregio e variet, sono sottoposte a maggior tutela (zona A e zona B).
La parte pi superficiale delle scogliere sommerse presenta le tipiche
associazioni fotofile del Mediterraneo occidentale. Nei casi in cui le pareti
proseguono in profondit, sono colonizzate da specie sciafile, cio amanti della
semi-oscurit. Sono inoltre presenti alcune piccole praterie e chiazze sparse di
Posidonia.
La formazione pi importante di questa pianta marina si trova tra Monterosso e
Punta Mesco. L'ambiente sommerso ancora abbastanza ben conservato, con
numerose specie e biocenosi di fondo duro e di fondo mobile.
Le zone di maggiore interesse sono quelle di Punta Mesco e Capo Montenero,
per la ricchezza delle formazioni biologiche, tra cui spicca il coralligeno, che
richiama numerosi subacquei per la bellezza e la spettacolarit delle sue
formazioni con la gorgonia rossa, accompagnata dalla margherita di mare e da
Leptosammia pruvoti .
Davanti alla spiaggia di Corniglia sono inoltre presenti sabbie ad anfiosso, un
animale abbastanza raro e di notevole interesse scientifico.
Ma c' un'altra presenza che rende il mare delle Cinque Terre ancora pi unico:
i cetacei presenti numerosi e con diverse specie tanto che quest'area stata
inserita nel Santuario per i Mammiferi Marini.
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La finalit dell' Area Marina Protetta Cinque Terre, che comprende due zone A
di riserva integrale e due zone B di riserva generale a Punta Mesco e Capo
Montenero e che vanta una ricchezza e variet straordinaria di specie animali e
vegetali, quella di tutelare e valorizzare le caratteristiche naturali, chimiche,
fisiche e della biodiversit marina e costiera, anche e sopratutto attraverso
interventi di recupero ambientale, avvalendosi della collaborazione del mondo
accademico e scientifico.
Per queste ragioni sono costantemente realizzati programmi di studio,
monitoraggio e ricerca scientifica nei settori delle scienze naturali e della tutela
ambientale, con l'obbiettivo di assicurare la conoscenza sistematica dell'area,
ma anche per la promozione di uno sviluppo sostenibile dell'ambiente, con
particolare riguardo alla valorizzazione delle attivit tradizionali, delle culture
locali, del turismo ecocompatibile e alla fruizione delle categorie socialmente
sensibili.
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DECRETO ISTITUTIVO
superato
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f) la balneazione;
g) la pesca sportiva con lenze e canne da fermo.
In tale zona , invece, vietata la pesca a strascico nonch la pesca subacquea.
Zona C di riserva parziale che comprende:
il residuo tratto di mare, all'interno del perimetro dell'area naturale protetta, come
delimitato al precedente articolo 2. In tale zona, fatto salvo quanto disposto dalla normativa vigente,
l'attivit di pesca professionale, pesca sportiva e pesca subacquea potranno essere regolamentate
dall'Ente Gestore.
Articolo 5.
La gestione dell'area naturale marina protetta "Cinque Terre" sar affidata all'Ente Parco Nazionale delle
"Cinque Terre", non appena costituito ai sensi dell'art. 4 della legge 8 ottobre 1997 n. 344. Nelle more,
l'Ispettorato Centrale Difesa Mare provveder agli adempimenti di legge in gestione diretta ai sensi
dell'art. 28 della legge 31 dicembre 1982 n. 979 e dell'art. 19 della legge 6 dicembre 1991, n. 394.
Articolo 6.
All'onere derivante dalle prime spese relative all'istituzione dell'area naturale marina protetta "Cinque
Terre" si fa fronte, per l'installazione dei segnalamenti e quant'altro necessiti a dare precisa conoscenza
della delimitazione dell'area naturale marina protetta e della sua ripartizione, con Lit. 135.000.000 a
gravare sul Capitolo 4637 dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'Ambiente, nonch con la
somma iniziale di Lit. 100.000.000 per le spese di primo avviamento, ivi comprese quelle relative alla
stampa e diffusione di opuscoli illustrativi e divulgativi, a gravare sul Capitolo 1558 dello stato di
previsione della spesa del Ministero dell'Ambiente, entrambe per l'esercizio finanziario 1997.
Successivamente si provveder ad assegnare, per ciascun esercizio finanziario 1998, 1999 e 2000,
tenendo presenti gli attuali stanziamenti di bilancio sul medesimo Capitolo 4637, la somma non inferiore
a Lit. 500.000.000 per le attivit finalizzate alla gestione ordinaria delle aree naturali marine protette.
Articolo 7.
Il regolamento di esecuzione del presente decreto e di organizzazione dell'area naturale marina protetta
sar approvato ai sensi dell'art. 28 della legge 31 dicembre 1982 n. 979, come modificato dall'art. 19, 5
comma, della legge 6 dicembre 1991 n. 394, nei termini consentiti dall'eventuale Convenzione di
affidamento dell'area protetta medesima all'Ente delegato e comunque non oltre 180 giorni
dall'approvazione di tale Convenzione. Nel suddetto regolamento dovr essere prevista l'istituzione da
parte del Ministro dell'ambiente di un Comitato tecnico-scientifico con compiti di ausilio all'Ente Gestore e
alla Commissione di Riserva.
Articolo 8.
Le disposizioni del presente decreto, per quanto attiene alla perimetrazione e alle finalit indicate,
potranno essere oggetto di riconsiderazione, sentita la Consulta per la Difesa del Mare dagli Inquinamenti
per ragioni scientifiche e di ottimizzazione della gestione sotto il profilo socio-economico volto al
perseguimento dello sviluppo sostenibile delle aree interessate.
Roma, 12 dicembre 1997
Il Ministro: Ronchi
Registrato alla Corte dei conti il 15 gennaio 1998. Registro n. 1 Ambiente, foglio n. 5
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Articolo 3. Definizioni
1. Ai fini del presente decreto, si intende per:
a) acquacoltura, l'insieme delle pratiche volte alla produzione di individui di
specie animali e vegetali in ambiente acquatico mediante il controllo, parziale o
totale, diretto o indiretto, del ciclo di sviluppo degli organismi acquatici;
b) ancoraggio, l'insieme delle operazioni per assicurare la tenuta al fondale delle
unit navali, effettuato esclusivamente dando fondo all'ancora;
c) balneazione, l'attivit esercitata a fine ricreativo che consiste nel fare il
bagno e nel nuotare, che pu essere praticata anche con l'impiego di maschera e
boccaglio, pinne, calzari e guanti e che pu comportare il calpestio dei fondali e dei
tratti di costa fino alla massima escursione di marea;
d) centri di immersione, le imprese o associazioni che operano nel settore
turistico-ricreativo subacqueo e che offrono servizi di immersioni, visite guidate
e addestramento;
e) imbarcazione, qualsiasi unit navale destinata alla navigazione da diporto,
con scafo di lunghezza da 10 a 24 metri, come definito ai sensi della legge 11
febbraio 1971, n. 50, e successive integrazioni e modificazioni;
f) immersione subacquea, l'insieme delle attivit effettuate con l'utilizzo di
apparecchi ausiliari per la respirazione (autorespiratori), finalizzate
all'osservazione dell'ambiente marino e all'addestramento subacqueo;
g) misure di premialit ambientale, disposizioni differenziate ed incentivi,
anche economici, finalizzati alla promozione delle attivit che implicano un
minore impatto ambientale;
h) monitoraggio, la sorveglianza regolare dell'andamento dei parametri
indicatori dello stato e dei processi, finalizzata alla valutazione delle deviazioni
da uno standard determinato;
i) natante, qualsiasi unita' navale, destinata alla navigazione da diporto, con
scafo di lunghezza pari o inferiore a 10 metri, come definito ai sensi della legge
11 febbraio 1971, n. 50, e successive integrazioni e modificazioni;
j) navigazione, il movimento via mare di qualsiasi costruzione destinata al
trasporto per acqua;
k) ormeggio, l'insieme delle operazioni per assicurare le unit navali a
un'opera portuale fissa, quale banchina, molo o pontile, ovvero a un'opera
mobile, in punti localizzati e predisposti, quale pontile o gavitello;
l) pesca sportiva, l'attivit di pesca esercitata a scopo ricreativo;
m) pesca subacquea, l'attivit di pesca, sia professionale sia sportiva,
esercitata in immersione;
n) pescaturismo, l'attivit integrativa alla piccola pesca artigianale, come
disciplinata dal decreto ministeriale 13 aprile 1999, n. 293, che definisce le
modalit per gli operatori del settore di ospitare a bordo delle proprie
imbarcazioni un certo numero di persone, diverse dall'equipaggio, per lo
svolgimento di attivit turistico-ricreative;
o) piccola pesca artigianale, la pesca artigianale esercitata a scopo
professionale per mezzo di imbarcazioni aventi lunghezza inferiore a 12 metri
tra le perpendicolari e comunque di stazza non superiore alle 10 TSL e 15 GT,
esercitata con attrezzi da posta, ferrettara, palangari, lenze e arpioni, come
previsto dal decreto ministeriale 14 settembre 1999, e con gli altri attrezzi
selettivi di uso locale individuati dal soggetto gestore;
p) ripopolamento attiva, l'attivit di translocazione artificiale di individui
appartenenti ad una entit faunistica che e' gi presente nell'area di rilascio;
q) unit navale, qualsiasi costruzione destinata al trasporto per acqua, come
definito all'art. 136 del codice della navigazione;
r) zonazione, la suddivisione dell'area marina protetta in zone sottoposte a
diverso regime di tutela ambientale.
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Articolo 4. Finalit
1. L'istituzione dell'area marina protetta Cinque Terre persegue la protezione
ambientale dell'area interessata e si prefigge le seguenti finalit:
a) la tutela e la valorizzazione delle caratteristiche naturali, chimiche, fisiche e
della biodiversit marina e costiera, anche attraverso interventi di recupero
ambientale;
b) la promozione dell'educazione ambientale e la diffusione delle conoscenze
degli ambienti marini e costieri dell'area marina protetta, anche attraverso la
realizzazione di programmi didattici e divulgativi;
c) la realizzazione di programmi di studio, monitoraggio e ricerca scientifica nei
settori delle scienze naturali e della tutela ambientale, al fine di assicurare la
conoscenza sistematica dell'area;
d) la promozione dello sviluppo sostenibile dell'area, con particolare riguardo
alla valorizzazione delle attivit tradizionali, delle culture locali, del turismo
ecocompatibile e alla fruizione da parte delle categorie socialmente sensibili.
Articolo 5. Delimitazione dell'area marina protetta
1. L'area marina protetta Cinque Terre, che comprende anche i relativi territori
costieri del demanio marittimo, e' delimitata dalla congiungente i seguenti punti,
riportati nella rielaborazione grafica della carta n. 3 dell'Istituto Idrografico della Marina
allegata al presente decreto, del quale costituisce parte integrante:
Punto Latitudine
Longitudine
A1)
44 09'.05 N 009 37'.10 E (in costa)
B)
44 08'.29 N. 009 36'.06 E
C)
44 03'.54 N 009 43'.48 E
D1)
44 04'.99 N 009 45'.68 E (in costa)
2. Le coordinate geografiche indicate nel presente decreto sono riferite al sistema
geodetico mondiale WGS 84.
Articolo 6. Zonazione dell'area marina protetta
1. L'area marina protetta e' suddivisa in zone sottoposte a diverso regime di tutela
ambientale, tenuto conto delle caratteristiche ambientali e della situazione socioeconomica ivi presenti.
2. La zona A di riserva integrale comprende i seguenti tratti di mare, riportati nella
rielaborazione grafica di cui all'art. 5:
a) il tratto di mare prospiciente la costa di Punta Mesco, delimitato dalla
congiungente i seguenti punti:
Punto Latitudine
Longitudine
E1)
44 08'.65 N
009 37'.42 E (in costa)
E)
44 08'.46 N
009 37'.24 E
F)
44 08'.05 N
009 37'.58 E
G)
44 07'.88 N
009 38'.29 E
H)
44 08'.16 N,
009 38'.55 E
H1)
44 08'.25 N
009 38'.34 E (in costa)
b) il tratto di mare prospiciente la costa di Capo Monte Negro, delimitato dalla
congiungente i seguenti punti:
Punto Latitudine
Longitudine
T1)
44 05'.43 N
009 44'.37 E (in costa)
T)
44 05'.53 N
009 44'.17 E
U)
44 05'.34 N
009 44'.48 E
U1)
44 05'.58 N
009 44'.81 E (in costa)
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1. I provvedimenti relativi all'uso del demanio marittimo e delle zone di mare ricadenti
all'interno dell'area marina protetta Cinque Terre, anche in riferimento alle opere e
concessioni demaniali preesistenti all'istituzione della stessa, sono adottati o rinnovati
dall'amministrazione competente d'intesa con il soggetto gestore dell'area marina
protetta, tenuto conto delle caratteristiche dell'ambiente oggetto della protezione e
delle finalit istitutive.
2. Per le opere eseguite in assenza di permesso di costruire, in totale difformit o con
variazioni essenziali, secondo quanto previsto all'art. 2, comma 1, della legge 9
dicembre 1998, n. 426, si verifica l'acquisizione gratuita a favore del soggetto gestore,
il quale predispone un elenco delle demolizioni da eseguire da trasmettere al prefetto
ai sensi dell'art. 41 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6
giugno 2001, n. 380.
3. Al fine di coordinare quanto previsto dalla legge quadro sulle aree protette,
relativamente alla tutela e salvaguardia degli ambiti territoriali ricompresi nelle aree
marine protette, con le competenze -in materia di difesa della costa, ripascimento degli
arenili protezione e osservazione dell'ambiente marino e costiero, demanio marittimo e
porti- di cui alla legge della Regione Liguria del 28 aprile 1999, n. 13, gli interventi
previsti dagli strumenti di programmazione territoriale degli assetti costieri nonch i
programmi per la gestione integrata della fascia costiera, relativi ai comuni ricadenti
nell'area marina protetta, sono realizzati mediante concertazione con il soggetto
gestore dell'area marina protetta.
Articolo 13. Monitoraggio e aggiornamento
1. Il soggetto gestore effettua un monitoraggio continuo delle condizioni ambientali e
socio-economiche dell'area marina protetta, secondo le direttive emanate dal Ministero
dell'Ambiente e della tutela del territorio, e su tale base redige annualmente una
relazione sullo stato dell'area marina protetta.
2. Il soggetto gestore, sulla base dei dati acquisiti con il monitoraggio previsto al
comma 1, verifica, almeno ogni tre anni, l'adeguatezza delle disposizioni del presente
decreto che concernono la perimetrazione, la zonazione, i regimi di tutela e le finalit
istitutive alle esigenze ambientali e socio-economiche dell'area marina protetta e, ove
ritenuto opportuno, propone al Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio le
necessarie modifiche.
Articolo 14. Sorveglianza
1. La sorveglianza nell'area marina protetta e' effettuata dalla Capitaneria di Porto
competente, nonche' dalle polizie degli enti locali delegati nella gestione dell'area.
Articolo 15. Sanzioni
1. Per la violazione delle disposizioni contenute nel presente decreto e delle
disposizioni emanate dal soggetto gestore dell'area marina protetta di Cinque Terre si
applica quanto previsto dalla vigente normativa.
Roma, 9 novembre 2004
Il Ministro: Matteoli
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8. Ai fini del rilascio dellautorizzazione di cui al precedente comma 5, lettera e), sar
considerato titolo preferenziale ladesione da parte della struttura ricettiva al circuito del
marchio di qualit ambientale promosso dallEnte Parco Nazionale delle Cinque Terre.
9. Leventuale rigetto dellistanza di autorizzazione, cos come uninterdizione totale
dellattivit, sar motivata dallEnte parco esplicitando le ragioni di tutela ambientale di
cui allart. 23, comma 6, sottese al provvedimento. LEnte parco pubblicizzer con ogni
mezzo i provvedimenti di interdizione e le modalit di richiesta di autorizzazione, in
particolare tramite affissioni in prossimit delle aree interdette o le cui attivit sono
state limitate, nonch sul sito internet ufficiale.
10. Per tutte le discipline non esplicitate al presente articolo, valgono per lattivit di
balneazione le disposizioni di cui al presente disciplinare provvisorio e al decreto 9
novembre 2004 di modifica dellarea marina protetta Cinque Terre.
Articolo 6 - Disciplina dellattivit di ormeggio
1. Nelle zone A dellarea marina protetta non consentito lormeggio.
2. Nelle zone B consentito, previa autorizzazione dellEnte parco, lormeggio dei
natanti, gi autorizzati al transito nelle zone B, nei campi ormeggio predisposti dal
medesimo Ente parco.
3. Nella zona C consentito, previa autorizzazione dellEnte parco, lormeggio dei
natanti e delle imbarcazioni nei campi ormeggio predisposti dal medesimo Ente
parco.
4. Allinterno degli specchi acquei adibiti ai campi ormeggio non consentito
lancoraggio; non consentito lormeggio di pi unit al medesimo gavitello;
lormeggio deve essere effettuato esclusivamente al gavitello preassegnato
dallEnte parco; in caso di ormeggio non preassegnato, lormeggio deve essere
effettuato esclusivamente ai gavitelli contrassegnati con la propria categoria di
unit da diporto (natante, imbarcazione).
5. Nelle zone B e C consentito, previa autorizzazione dellEnte parco, lormeggio
delle unit navali delle imprese aventi sede legale nei comuni ricadenti nellarea
marina protetta, impegnate in attivit dei centri dimmersione, pescaturismo,
trasporto passeggeri e visite guidate, ai rispettivi gavitelli singoli, contrassegnati
in modo diverso in funzione della categoria a cui sono riservati, appositamente
predisposti dallEnte parco, posizionati compatibilmente con l'esigenza di tutela dei
fondali.
6. Ai fini dellesercizio dellattivit di ormeggio nellarea marina protetta Cinque
Terre, sono rilasciate le autorizzazioni da parte dellEnte parco secondo i criteri e le
procedure previste nel Capo III e nellAllegato 3 del presente Disciplinare provvisorio,
di cui costituisce parte integrante.
7. Ai fini dellesercizio dellormeggio nei campi boe predisposti per il diporto in zona
B, salva la necessit di contingentamento dellattivit, possono richiedere
lautorizzazione:
a) i residenti nei comuni ricadenti nellarea marina protetta;
b) i proprietari di abitazioni nei comuni ricadenti nellarea marina protetta;
c) coloro che abbiano risieduto per almeno 10 anni nei comuni ricadenti
nellarea marina protetta;
d) i parenti di primo grado e affini dei soggetti di cui alle precedenti lettere a), b) e c);
e) i risiedenti stagionalmente per almeno 3 pernottamenti consecutivi in una
struttura ricettiva nei comuni ricadenti nellarea marina protetta.
8. Nel decidere il contingentamento dellattivit, lEnte parco stabilir un numero
massimo di presenze giornaliere, in relazione allattivit da limitare, che risponda in
termini tecnici alle esigenze di tutela ambientale sottese al provvedimento.
9. Ai fini del rilascio dellautorizzazione di cui al precedente comma 7, sar considerato
titolo preferenziale la residenza nei comuni ricadenti nellarea marina protetta.
10. Ai fini del rilascio dellautorizzazione di cui al precedente comma 7, lettera e), sar
considerato titolo preferenziale ladesione da parte della struttura ricettiva al circuito del
marchio di qualit ambientale promosso dallEnte Parco Nazionale delle Cinque Terre.
11. Leventuale rigetto dellistanza di autorizzazione, cos come uninterdizione totale
dellattivit, sar motivata dallEnte parco esplicitando le ragioni di tutela ambientale di
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cui allart. 23, comma 6, sottese al provvedimento. LEnte parco pubblicizzer con ogni
mezzo i provvedimenti di interdizione e le modalit di richiesta di autorizzazione, in
particolare tramite affissioni in prossimit delle aree interdette o le cui attivit sono
state limitate, nonch sul sito internet ufficiale.
12. Il rilascio dellautorizzazione implica lobbligo di esporre i contrassegni autorizzativi
rilasciati dallEnte parco, che comprendono sia bandiere o pennelli da issare solo
durante lesercizio dellattivit autorizzata, sia pannelli e/o adesivi da esporre sullunit
navale. I suddetti contrassegni devono essere riconsegnati presso gli uffici dellEnte
parco al termine di scadenza dellautorizzazione.
13. I titolari di concessioni demaniali marittime in vigore alla data di emanazione del
presente disciplinare attinenti gavitelli singoli di ormeggio e altri spazi per lormeggio
nellarea marina protetta, dovranno richiedere il rinnovo allAmministrazione
competente unitamente alla richiesta di autorizzazione allEnte parco, comunicando gli
estremi della concessione gi in loro possesso.
14. Eventuali nuove richieste di concessioni demaniali marittime dovranno essere
inoltrate allAmministrazione competente unitamente alla richiesta di autorizzazione
allEnte parco.
15. Con provvedimento dellEnte parco, sono individuati gli specchi acquei adibiti a
campo ormeggio per il diporto nelle zone B e C, posizionati compatibilmente con
l'esigenza di tutela dei fondali ed attrezzati, delimitati e segnalati secondo quanto
previsto dalle normative vigenti.
Articolo 7 - Disciplina dellattivit di ancoraggio
1. Lancoraggio consentito dallalba al tramonto, e comunque non oltre le ore 20,
previa autorizzazione dellEnte Parco, esclusivamente in zona C, al di fuori degli
specchi acquei adibiti a campi ormeggio, in apposite zone individuate con
provvedimento dellEnte Parco.
2. vietato lancoraggio nelle aree appositamente individuate e segnalate dallEnte
parco in quanto interessate dalla presenza di biocenosi sensibili, quali le praterie di
Posidonia oceanica e i fondali rocciosi a coralligeno.
3. Con provvedimento dellEnte parco, sono individuati gli specchi acquei dove
vietato lancoraggio ai fini della tutela delle biocenosi sensibili di cui al precedente
comma 2, delimitati e segnalati secondo quanto previsto dalle normative vigenti.
4. Ai fini dellesercizio dellattivit di ancoraggio nellarea marina protetta Cinque Terre,
sono rilasciate le autorizzazioni da parte dellEnte parco, compatibilmente con le
esigenze di contingentare i flussi turistici del diporto, secondo i criteri e le procedure
previste nel Capo III e nellAllegato 4 del presente Disciplinare provvisorio, di cui
costituisce parte integrante.
5. Il rilascio dellautorizzazione implica lobbligo di esporre i contrassegni autorizzativi
rilasciati dallEnte parco, che comprendono sia bandiere o pennelli da issare solo
durante lesercizio dellattivit autorizzata, sia pannelli e/o adesivi da esporre sullunit
navale. I suddetti contrassegni devono essere riconsegnati presso gli uffici dellEnte
parco al termine di scadenza dellautorizzazione.
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6. consentito laccesso a remi alle grotte ai soli natanti adibiti a trasporto passeggeri
e alle unit navali adibite alle visite guidate, dotati di adeguati sistemi di protezione
morbida delle fiancate, per impedire il danneggiamento delle pareti e delle formazioni
rocciose.
7. fatto divieto di uso improprio di impianti di diffusione della voce e di segnali
acustici o sonori, se non per fornire informazioni sugli itinerari e sulle localit visitate,
con volume sonoro strettamente indispensabile alla percezione degli stessi da parte
dei passeggeri a bordo.
8. Ai fini dellesercizio dellattivit di trasporto passeggeri e di visite guidate nellarea
marina protetta Cinque Terre, sono rilasciate le autorizzazioni da parte dellEnte parco
secondo i criteri e le procedure previste nel Capo III e nellAllegato 6 del presente
Disciplinare provvisorio, di cui costituisce parte integrante.
9. Il rilascio dellautorizzazione implica lobbligo di esporre i contrassegni autorizzativi
rilasciati dallEnte parco, che comprendono sia bandiere o pennelli da issare solo
durante lesercizio dellattivit autorizzata, sia pannelli e/o adesivi da esporre sullunit
navale. I suddetti contrassegni devono essere riconsegnati presso gli uffici dellEnte
parco al termine di scadenza dellautorizzazione.
10. Coerentemente con lart. 14, comma 1, della legge 394/91 ed, in particolare, con
lesigenza di tutelare linteresse pubblico alla creazione delle condizioni di mercato del
lavoro idonee a frenare e/o invertire il fenomeno migratorio, causa diretta e indiretta del
degrado ambientale ed idrogeologico, il cui recupero posto quale obiettivo prioritario
dellattivit istituzionale dellarea marina protetta - ai fini dellesercizio dellattivit di
trasporto passeggeri e visite guidate, lEnte parco privilegia le richieste di
autorizzazione avanzate dai residenti, nonch dalle imprese e dalle associazioni con
maggior numero dei propri soci residenti nei comuni ricadenti nellarea marina protetta.
11. Ai fini del rilascio dellautorizzazione, le unit navali adibite al trasporto
passeggeri e alle visite guidate entro il 1 gennaio 2007 devono:
a) essere equipaggiate con motore fuoribordo elettrico, a 4 tempi benzina
verde, o a 2 tempi ad iniezione diretta, o con motore entrobordo alimentato
a biodiesel, ovvero con motori conformi con i requisiti previsti dalla direttiva
2003/44/CE, relativamente alle emissioni gassose e acustiche;
b) essere dotate di casse per la raccolta dei liquami di scolo e sistema di
raccolta delle acque di sentina, documentata con autocertificazione;
c) essere muniti di un registro di scarico delle acque di sentina da
conservare tra i documenti di bordo, unitamente alle ricevute di conferimento
delle miscele di idrocarburi a centri di smaltimento autorizzati.
12. Fino alla data indicata al comma 11, tali requisiti costituiscono criteri preferenziali
per il rilascio della relativa autorizzazione.
13. Il rilascio dellautorizzazione comporta lobbligo di fornire allEnte parco dati e
informazioni relative ai servizi prestati, ai fini del monitoraggio dellarea marina protetta,
e di fornire agli utenti lapposito materiale informativo predisposto dallEnte parco.
14. Ai fini del rilascio dellautorizzazione, il soggetto richiedente dovr dichiarare il
proprio impegno a stipulare idonea convenzione con lEnte Parco, anche in merito alle
tariffe da praticare.
15. Per tutte le discipline non esplicitate al presente articolo, valgono per i mezzi di
trasporto passeggeri e le unit navali adibite alle visite guidate le disposizioni di cui al
presente disciplinare provvisorio e al decreto 9 novembre 2004 di modifica dellarea
marina protetta Cinque Terre.
Art. 10 - Disciplina delle attivit di locazione di unit da diporto.
1. Ai fini dellesercizio dellattivit di locazione di unit da diporto nellarea marina
protetta Cinque Terre, sono rilasciate le autorizzazioni da parte dellEnte parco
secondo i criteri e le procedure previste nel Capo III e nellAllegato 7 del presente
Disciplinare provvisorio, di cui costituisce parte integrante.
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2. Coerentemente con lart. 14, comma 1, della legge 394/91 ed, in particolare, con
lesigenza di tutelare linteresse pubblico alla creazione delle condizioni di mercato del
lavoro idonee a frenare e/o invertire il fenomeno migratorio, causa diretta e indiretta del
degrado ambientale ed idrogeologico, il cui recupero posto quale obiettivo prioritario
dellattivit istituzionale dellarea marina protetta - ai fini dellesercizio dellattivit di
locazione di unit da diporto, lEnte parco privilegia le richieste di autorizzazione
avanzate dai residenti, nonch dalle imprese e dalle associazioni con maggior numero
dei propri soci residenti nei comuni ricadenti nellarea marina protetta.
3. Il rilascio dellautorizzazione implica lobbligo di esporre i contrassegni autorizzativi
rilasciati dallEnte parco, che comprendono sia bandiere o pennelli da issare solo
durante lesercizio dellattivit autorizzata, sia pannelli e/o adesivi da esporre sullunit
navale. I suddetti contrassegni devono essere riconsegnati presso gli uffici dellEnte
parco al termine di scadenza dellautorizzazione.
4. Il rilascio dellautorizzazione comporta lobbligo di fornire agli utenti adeguata
informazione circa il disciplinare provvisorio e il decreto istitutivo dellarea marina
protetta Cinque Terre, anche attraverso lapposito materiale informativo predisposto
dallEnte parco;
5. Gli utenti dei servizi di locazione di unit da diporto sono obbligati a dichiarare la
presa visione del disciplinare provvisorio e del decreto istitutivo dellarea marina
protetta Cinque Terre;
6. Il rilascio dellautorizzazione comporta lobbligo di fornire allEnte parco dati e
informazioni relative ai servizi prestati, ai fini del monitoraggio dellarea marina protetta.
7. Ai fini del rilascio dellautorizzazione, il soggetto richiedente dovr dichiarare il
proprio impegno a stipulare idonea convenzione con lEnte Parco, anche in merito alle
tariffe da praticare.
8. Per tutte le discipline non esplicitate al presente articolo, valgono per le unit da
diporto in locazione le disposizioni di cui al presente disciplinare provvisorio e al
decreto 9 novembre 2004 di modifica dellarea marina protetta Cinque Terre.
Art. 11 - Disciplina delle attivit di noleggio di unit da diporto.
1. Ai fini dellesercizio dellattivit di noleggio di unit da diporto - anche detto di
charter nautico - nellarea marina protetta Cinque Terre, sono rilasciate le
autorizzazioni da parte dellEnte parco secondo i criteri e le procedure previste nel
Capo III e nellAllegato 8 del presente Disciplinare provvisorio, di cui costituisce parte
integrante.
2. Coerentemente con lart. 14, comma 1, della legge 394/91 ed, in particolare, con
lesigenza di tutelare linteresse pubblico alla creazione delle condizioni di mercato del
lavoro idonee a frenare e/o invertire il fenomeno migratorio, causa diretta e indiretta del
degrado ambientale ed idrogeologico, il cui recupero posto quale obiettivo prioritario
dellattivit istituzionale dellarea marina protetta - ai fini dellesercizio dellattivit di
noleggio, lEnte parco privilegia le richieste di autorizzazione avanzate dai residenti,
nonch dalle imprese e dalle associazioni con maggior numero dei propri soci residenti
nei comuni ricadenti nellarea marina protetta.
3. Il rilascio dellautorizzazione implica lobbligo di esporre i contrassegni autorizzativi
rilasciati dallEnte parco, che comprendono sia bandiere o pennelli da issare solo
durante lesercizio dellattivit autorizzata, sia pannelli e/o adesivi da esporre sullunit
navale. I suddetti contrassegni devono essere riconsegnati presso gli uffici dellEnte
parco al termine di scadenza dellautorizzazione.
4. Il rilascio dellautorizzazione comporta lobbligo di fornire agli utenti adeguata
informazione circa il disciplinare provvisorio e il decreto istitutivo dellarea marina
protetta Cinque Terre, anche attraverso lapposito materiale informativo predisposto
dallEnte Parco;
5. Gli utenti dei servizi di noleggio sono obbligati a dichiarare la presa visione del
disciplinare provvisorio e del decreto istitutivo dellarea marina protetta Cinque Terre;
6. Il rilascio dellautorizzazione comporta lobbligo di fornire allEnte Parco dati e
informazioni relative ai servizi prestati, ai fini del monitoraggio dellarea marina protetta.
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14. In caso di sostituzione dei mezzi nautici di linea per problemi tecnici, necessario
richiedere un nuovo rilascio dellautorizzazione.
15. Nuove autorizzazioni ai mezzi di linea verranno rilasciate esclusivamente se
compatibili con le esigenze di tutela ambientale e le capacit di carico dellarea marina
protetta.
16. Il rilascio dellautorizzazione comporta lobbligo di fornire allEnte Parco dati e
informazioni relative ai servizi prestati, ai fini del monitoraggio dellarea marina protetta,
e di fornire agli utenti lapposito materiale informativo predisposto dallEnte parco.
17. Ai fini del rilascio dellautorizzazione, il soggetto richiedente dovr dichiarare il
proprio impegno a stipulare idonea convenzione con lEnte Parco, anche in merito alle
tariffe da praticare, che dovranno prevedere appositi benefici per i soggetti residenti nei
comuni ricadenti nellarea marina protetta.
18. Ai fini del rilascio dellautorizzazione, a bordo di ogni unit di linea dovr essere
garantito un apposito spazio attrezzato a disposizione dellEnte Parco per attivit
istituzionali, di informazione, commercializzazione di prodotti e servizi.
19. Per tutte le discipline non esplicitate al presente articolo, valgono per i mezzi di
linea le disposizioni di cui al presente disciplinare provvisorio e al decreto 9 novembre
2004 di modifica dellarea marina protetta Cinque Terre.
Articolo 13 - Disciplina dellattivit di pesca professionale
1. Nellarea marina protetta Cinque Terre vietata la pesca delle seguenti specie:
a. Cernia (Ephinepleus sp.);
b. Cernia di fondale (Polyprion americanus);
c. Nacchera (Pinna nobilis).
2. Nelle zone A e nella zona B circostante la Punta Montenero vietata qualunque
attivit di pesca professionale.
3. Nella zona B circostante la Punta Mesco e nella zona C consentita, previa
autorizzazione dellEnte parco, la piccola pesca artigianale, riservata alle imprese e
alle cooperative di pesca aventi sede legale nei comuni ricadenti nellarea marina
protetta alla data di entrata in vigore del decreto istitutivo, costituite da soci residenti o
che abbiano risieduto per almeno 10 anni nei comuni ricadenti nellarea marina protetta,
inseriti alla stessa data nel registro di ciascuna cooperativa, con i seguenti attrezzi:
a) con reti da posta, secondo le seguenti modalit:
- le reti devono essere calate non prima di 2 ore dal tramonto e salpate non
meno di 2 ore dopo lalba successiva e comunque non oltre le ore 08.00;
- le reti devono essere calate perpendicolarmente alla linea di costa;
- Ogni imbarcazione autorizzata potr imbarcare al massimo 2.300 metri di
reti cos suddivise:
x) ogni imbarcazione autorizzata potr imbarcare fino ad un massimo di
2.300 metri di rete con maglie superiori a 55 millimetri (comunemente
nominate maglie del 9);
y) ogni imbarcazione autorizzata potr imbarcare fino ad un massimo di
1.800 metri di rete con maglie da 55 millimetri (comunemente
denominate maglie del 9);
z) ogni imbarcazione autorizzata potr imbarcare fino ad un massimo di
500 metri di rete con maglie da 38,46 millimetri (comunemente
denominate maglie del 13) ed un massimo di 1.200 metri di rete con
maglie da 55 millimetri, vietato lutilizzo di reti con maglie diverse da
quelle indicate ai punti x), y) e z);
b) con palamiti, come previsto dalla normativa vigente;
c) pesca alla lampara o a circuizione, su imbarcazioni entro i 10 metri di
lunghezza f.t., con reti tipo cianciolo di lunghezza massima di 200 metri,
calando la rete a non meno di 30 metri dalla costa e calando la rete a non
meno di 35 metri dalla costa;
d) gli attrezzi di cui ai precedenti punti a), b) e c) sono utilizzabili in alternativa
fra loro, in periodi diversi, indicati allatto della richiesta di autorizzazione.
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esporre sullunit navale. I suddetti contrassegni devono essere riconsegnati presso gli
uffici dellEnte parco al termine di scadenza dellautorizzazione.
18. Il rilascio dellautorizzazione comporta lobbligo di fornire allEnte parco dati e
informazioni relative alle attivit di pesca esercitate, ai fini del monitoraggio dellarea
marina protetta.
19. Il transito di unit navali allinterno dellarea marina protetta con attrezzi da pesca
sportiva e quantitativi di pescato diversi o superiori dai limiti stabiliti dal presente
Disciplinare consentito, previa autorizzazione dellEnte parco, esclusivamente ai
residenti nei comuni ricadenti nellarea marina protetta, alloggiando i suddetti attrezzi,
con gli ami disarmati, allinterno di appositi contenitori ermeticamente chiusi, lungo
rotte predefinite che saranno individuate con provvedimento dellEnte parco.
20. A fronte di particolari esigenze di tutela ambientale, lEnte parco si riserva il diritto,
con successivo provvedimento, di disciplinare le modalit di esercizio della pesca
sportiva, con particolare riferimento alle seguenti specie:
a) Aragosta rossa (Palinurus elephas)
b) Astice (Homarus gammarus)
c) Cicala (Scyllarus arctus)
d) Magnosa (Scyllarides latus)
21. Per tutte le discipline non esplicitate al presente articolo, valgono per le attivit di
pesca sportiva le disposizioni di cui al presente disciplinare provvisorio e al decreto 9
novembre 2004 di modifica dellarea marina protetta Cinque Terre.
Articolo 15 - Disciplina dellattivit di pescaturismo
1. Nellarea marina protetta Cinque Terre vietata la pesca delle seguenti specie:
a)Cernia (Ephinepleus sp.);
b)Cernia di fondale (Polyprion americanus);
c)Nacchera (Pinna nobilis).
2. Nelle zone A e nelle zone B dellarea marina protetta vietata qualunque attivit di
pescaturismo.
3. Nella zona C consentita, previa autorizzazione dellEnte parco, lattivit di
pescaturismo, come disciplinata dal decreto ministeriale 13 aprile 1999, n. 293,
riservata alle imprese di pesca che esercitano lattivit individualmente o in forma
cooperativa, aventi sede legale nei comuni ricadenti nellarea marina protetta alla data
di entrata in vigore del decreto istitutivo, costituite preferibilmente da soci residenti o, in
subordine, che abbiano risieduto per almeno dieci anni nei comuni ricadenti nellarea
marina protetta, e ai soci delle suddette cooperative, inseriti alla stessa data nel
registro di ciascuna cooperativa, con gli attrezzi e le modalit previste per la pesca
professionale al precedente Articolo 14, comma 3, del presente Disciplinare.
4. fatto divieto di scarico a mare di acque non depurate provenienti da sentine o da
altri impianti dellunit navale e di qualsiasi sostanza tossica o inquinante, nonch la
discarica di rifiuti solidi o liquidi.
5. fatto divieto di uso improprio di impianti di diffusione della voce e di segnali
acustici o sonori, se non per fornire informazioni sugli itinerari e sulle localit visitate,
con volume sonoro strettamente indispensabile alla percezione degli stessi.
6. Ai fini dellesercizio dellattivit di pescaturismo nellarea marina protetta Cinque
Terre, sono rilasciate le autorizzazioni da parte dellEnte parco secondo i criteri e le
procedure previste nel Capo III e nellAllegato 12 del presente Disciplinare provvisorio,
di cui costituisce parte integrante.
7. Il rilascio dellautorizzazione implica lobbligo di esporre i contrassegni autorizzativi
rilasciati dallEnte parco, che comprendono sia bandiere o pennelli da issare solo
durante lesercizio dellattivit autorizzata, sia pannelli e/o adesivi da esporre sullunit
navale. I suddetti contrassegni devono essere riconsegnati presso gli uffici dellEnte
parco al termine di scadenza dellautorizzazione.
8. Il rilascio dellautorizzazione comporta lobbligo di fornire allEnte parco dati e
informazioni relative alle attivit di pesca esercitate, ai fini del monitoraggio dellarea
marina protetta.
9. Ai fini del rilascio dellautorizzazione, il soggetto richiedente dovr dichiarare il
proprio impegno a stipulare idonea convenzione con lEnte Parco, anche in merito alle
!87
tariffe da praticare, che dovranno prevedere appositi benefici per i soggetti residenti nei
comuni ricadenti nellarea marina protetta.
10. A fronte di particolari esigenze di tutela ambientale, lEnte parco si riserva il diritto,
con successivo provvedimento, di disciplinare le modalit di esercizio delle attivit di
pescaturismo, con particolare riferimento alle seguenti specie:
a) Aragosta rossa (Palinurus elephas)
b) Astice (Homarus gammarus)
c) Cicala (Scyllarus arctus)
d) Magnosa (Scyllarides latus)
11. Per tutte le discipline non esplicitate al presente articolo, valgono per le attivit di
pescaturismo le disposizioni di cui al presente disciplinare provvisorio e al decreto 9
novembre 2004 di modifica dellarea marina protetta Cinque Terre.
Articolo 16 - Disciplina delle immersioni subacquee guidate svolte da Centri di
immersione e altri operatori del settore.
1. Nelle zone A e B sono vietate le attivit di didattica subacquea.
2. Nelle zone A sono consentite, previa autorizzazione dellEnte parco, le immersioni
subacquee guidate svolte dai centri d'immersione, iscritti nellelenco regionale degli
operatori del turismo subacqueo di cui alla Legge Regionale n. 19 del 4 luglio 2001,
aventi sede legale nei Comuni ricadenti nell'area marina protetta alla data di entrata in
vigore del decreto istitutivo e costituiti per almeno l90% da soci residenti nei comuni
ricadenti nellarea marina protetta, dal 1 maggio al 31 ottobre, con le seguenti modalit:
a) ogni guida non pu condurre nellimmersione pi di 5 subacquei, per un
massimo di 2 guide e 10 subacquei per ciascuna immersione;
b) per ciascuna zona A, consentito un massimo di 2 immersioni dalle ore
06.00 alle ore 12.00 ed un massimo di 3 immersioni dalle ore 12.00 alle
ore 20.00.
3. Nelle zone A, per le esigenze di sicurezza delle immersioni subacquee guidate
stabilite dalle normative vigenti consentita, previa autorizzazione dellEnte parco, la
navigazione a remi e con motore elettrico ai natanti di propriet dei soggetti di cui al
precedente comma 2. Nel caso che il natante disponga anche di fuoribordo con motore
a scoppio, fatto obbligo di sollevare il piede del suddetto motore in posizione di
riposo, con lelica fuori dallacqua.
4. Le immersioni subacquee in zona A sono consentite solo in presenza di guida con
grado minimo Dive Master.
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Differenze:
1) Vi una sostanziale differenza dovuta allampiezza delle due aree e alle
percentuali assegnate alle differenti zone:
-PF divieto pressoch assoluto di accedere alla zona A
-5T divieto regolamentato per accedere alla zona A
2) la percentuale relativa alla area delle differenti zone:
- PF ( A+B)= 152 ha
43%
C= 57%
- 5T ( A+B)= 265 ha
9%
C= 91%
3) la percentuale relativa alla lunghezza delle differenti zone:
- PF ( A+B)= 7.701 m.
55%
C= 45%
- 5T ( A+B)= 4.807 m.
27%
C= 73%
La pura asetticit dei numeri fornisce gi delle sostanziali differenze e le
difficolt di comparazione.
4) Vocazione turistica. Andatasi uniformando negli ultimi anni, presenta ancora
differenze sostanziali, dovute soprattutto alla storicit turistica e alle vie di
accesso alle singole localit.
Lo sviluppo del turismo di localit come Santa Margherita Ligure, Portofino e
Camogli con radici pi consolidate e flussi continui anche per brevi periodi
senza dimenticare lampiezza della ricettivit alberghiera, risulta diverso dalle
frequentazioni turistiche presenti nelle Cinque Terre con un turismo pi povero
anche per la mancanza di una adeguata ricettivit alberghiera compensata dal
soggiorno in abitazioni private.
Relativamente alle vie daccesso non deve essere dimenticato che la riviera
ligure percorsa dalla statale Aurelia che permette un pi facile e immediato
acesso alle localit del Golfo del Tigullio con i mezzi privati, mentre questi ultimi
incontrano una difficolt oggettiva nellaccessibilit e spazi adeguati allo
stazionamento nel territorio delle Cinque Terre, dove viene invece favorito
eincentivato il trasporto ferroviario.
Conseguenze dirette si riscontrano nel turismo subacqueo, molto presente in
PF, e carente nelle 5T.
5) Morfologia territorio e subacquea
In PF si trovano falesie alte e scoscese fino a 40/50 metri. I fondali sono tra i pi
ricchi e interessanti dellintero Mediterraneo, con un elevatissimo pregio
ambientale. La fauna marina bentonica allinterno dellarea molto ampia e
diversificata, favorendo la formazione di specie rare come il prezioso corallo
rosso, grazie anche alla pi facile esposizione ai raggi solari dei fondali meno
ripidi. Sui fondali sabbiosi si trova poi unalta concentrazione di Posidonia
Oceanica, unottima nursery per moltissime specie di pesci.
In 5T i monti alti oltre i 700 metri scendono ripidamente verso il mare e i fondali
gi a pochi metri da riva raggiungono notevoli profondit, che favoriscono la
presenza di specie sciafile. Risalendo si incontrano formazioni coralligene come
la gorgonia rossa e il corallo nero.
!97
PORTOFINO
Art. 1
(Istituzione e denominazione)
5 TERRE
Art. 1
Istituzione
Art. 2
Denominazione
pag. 13
pag 62
pag. 62
Art. 3
pag. 63
Definizioni
Titoli sono 18 e compaiono voci:
acquacultura, misure di premialit
ambientale, ripopolamento attivo
Non presenti in toto e come voci
singole in PF
Art. 2
(Delimitazione)
pag. 14
Art. 5
pag. 64
Delimitazione dellarea
Pi specifico si fa riferimento ai nuovo
sistema geodetico mondiale WGS84
Art. 3
pag. 14
(Finalit)
Il comma 6 non presente in 5T, si
trover in articoli successivi di 5T.
Art. 4
pag. 64
Finalit
in PF mancano parole come
biodiversit marina
e costierarecupero ambientale
Art. 4
(Attivit vietate)
Comma 1.2
Comma 1.3
Comma 1.1
Comma 1.4 manca in 5T
Art. 7
pag. 65
Attivit non consentite
Comma 1.d
Comma 1.e
Comma 1.b
Comma 1 molto pi specifico rispetto a PF
Comma 1.a manca in PF
Comma 1.c manca in PF
Comma 1.f manca in PF
pag. 15
simile
simile
simile
simile
!98
5 TERRE
Art.8.1.b-c-d zona B
Art.8.1.f zona B vedi art.3 comma o)
piccola pesca pag.43
Art.8.1.e zona B
Art.8.1.i-j zona B
simile
Art.8.1.h zona B
Art. 4
pag.17
Comma 2.12.1 zona C
vietato ancoraggio libero
Comma 2.12.2 zona C manca in 5T
Comma 2.12.3 zona C manca in 5T
Art.8
Comma 1.c zona C
consentito
Art. 5
(Gestione)
Comma 1
pag 66
pag.18
Art.9
Gestione
Comma 1-2-3 pi specifico
pag.67
Art.6
(Stanziamenti) manca in 5T
Art. 7
(Regolamento)
Comma 1
simile
Art.10
Disciplinare provvisorio e Regolamento
Comma 1 manca in PF
Comma 2
pag.24
Art.11
Commissione di Riserva
pag.67
Art.12
Demanio marittimo
Manca in PF
pag. 68
Art.13
Monitoraggio e aggiornamento
Manca in PF
Portofino - Regolamento Esecutivo
Titolo X art. 35
pag.34
Art.14
Sorveglianza
pag.68
pag.34
Art.15
Sanzioni
pag.68
!99
PF
Titolo II
Organizzazione dellarea marina protetta
Articoli 4,5,6,7
pagg. 36,37,38
Gestione- Responsabile- Comm. di Riserva Comit. tecn.scientifico
RIFERIMENTO
5T
mancante
PF
Titolo III
!101
Titolo IV
Articolo 24 pag. 51
commi 1-6 + sottocommi
Domanda di autorizzazione
RIFERIMENTO
5T
Capo III
Articolo 23 pag. 91
commi 1-7 + sottocommi
Domanda di autorizzazione
Articolo 25 pag 51
commi 1-2
Documentazione da allegare
RIFERIMENTO
5T
Capo III
Articolo 24 pag. 91
commi 1-2
Documentazione da allegare
Articolo 26 pag. 52
commi 1-3
Proceduraistanze di autorizzazione
RIFERIMENTO
5T
Capo III
Articolo 25 pag. 92
commi 1-3
Proceduraistanze di autorizzazione
Articolo 27 pag. 52
commi 1-9 + sottocommi
Criteri di valutazione.autorizzazione
RIFERIMENTO
5T
Capo III
Articolo 26 pag. 92
commi 1-4 + sottocommi
Criteri di valutazione.autorizzazione
Articolo 28 pag. 52-53
commi 1-11
Corrispettivi e diritti di segreteria
RIFERIMENTO
5T
Capo III
Articolo 27 pagg. 92-93 commi 1-2
Diritti di segreteria
PF
Titolo V
Disposizioni finali
Articolo 29
pag. 53
commi 1-2
Monitoraggio e aggiornamento
RIFERIMENTO
5T
mancante
Articolo 30
pag. 54
Sorveglianza
RIFERIMENTO
5T
Articolo 19 pag. 90
Sorveglianza
Articolo 31
pag. 54
Pubblicit
RIFERIMENTO
5T
Articolo 21 pag. 90
Disposizioni finali
Capo II
commi 1-4
Capo II
!103
Articolo 32
pag. 54
Sanzioni
RIFERIMENTO
5T
Articolo 20 pag. 90
Sanzioni
commi 1-5
Capo II
commi 1-3
!104
Pesca sportiva
Pesca professionale
Pescaturismo
!105
LA PESCA SPORTIVA
La pesca sportiva uno sport che pu essere praticato sia in corsi d'acqua
dolce che in mare. molto diffusa in diverse regioni italiane attraverso circoli di
appassionati
La pesca sportiva si suddivide in
pesca di superficie
pesca in apnea
Entrambe le categorie sono accomunate nella stessa federazione sportiva, la
F.I.P.S.A.S. (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attivit Subacquee).
L'etica della pesca sportiva pone colui che la pratica (pescasportivo) in
condizioni di parit con la sua preda. Chi pratica la pesca sportiva nella sua
autenticit non si pone come unico obiettivo il catturare pesce per nutrirsene,
ma cerca la sfida nella cattura stessa; ne la prova il recente diffondersi del
No-kill e del Catch & Release.
Il "No-Kill" una particolare regolamentazione adottata specialmente nelle acque
cosiddette "a salmonidi" e che prevede che ogni pesce catturato venga rilasciato.
Il "Catch & Release" il complesso sempre in evoluzione di quegli accorgimenti
che, se adottati dal pescatore di superficie, favoriscono la sopravvivenza del
pesce catturato e rilasciato. La continua evoluzione dei suddetti accorgimenti
dettata dalla volont di garantire la sopravvivenza del pesce; attualmente tale
garanzia manca in quanto una percentuale non bene identificata delle catture
pu riportare ferite tali da causarne la morte per via dell'impossibilit ad
alimentarsi.
Per quanto riguarda la pesca in apnea essa permette invece il cosiddetto
"Catch & Release", cio la possibilit innanzitutto di evitare di catturare le prede
che non hanno valore gastronomico o venatorio, e solo in determinati casi di
effettuare la cattura.
Il vero pescasportivo rispettoso delle leggi che regolano la sua disciplina
(misure minime, divieti di pesca, pesci in pericolo estinzione, etc.) e della natura
stessa. Per molti pescasportivi, in effetti, gioca un ruolo fondamentale nella
propria passione l'ambiente di pesca, a volte pi della quantit di pescato.
Inoltre esistono degli accorgimenti nelle varie tecniche di pesca sportiva che
permettono di selezionare in anticipo le prede da catturare evitando catture
indiscriminate e prede sottomisura (ad esempio la misura degli ami, il tipo di
esca... e nella pesca in apnea la possibilit di vedere la preda prima di scoccare
il tiro per valutare la specie e le dimensioni). Comunque il pescatore sportivo
non trae profitto economico dalla pesca e non cattura prede di cui non poi non
si ciba, integrandosi quindi nella catena alimentare che lega tutti gli esseri
viventi. La pesca sportiva uno sport popolare alla portata di una larga fascia di
utenza, senza limiti di et, fisici o economici: una disciplina che coinvolge ogni
fascia sociale.
La pesca uno strumento di miglioramento individuale, un'educazione naturale
che modella il carattere, insegnando la calma e la contemplazione, spingendo
al rispetto dell'ambiente e alla conoscenza della natura.
!106
comma 8
Nella zona B:
PF ! Nelle zone B lattivit di pesca sportiva consentita, ai soggetti residenti
nei comuni di Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure alla data di
istituzione dellarea marina protetta Portofino, previa autorizzazione dellEnte
gestore, con i seguenti attrezzi:
- a) da riva, con numero massimo di 2 canne senza mulinello, con ami di
lunghezza massima non inferiore a 18 mm;
- b) da natante, con lenze fisse quali canne da bolentino, con mulinello
da bolentino, bolentini, guadini e correntine, a non pi di 3 ami di
lunghezza non inferiore a 18 mm, tranne che nello specchio acqueo
antistante la zona di Cala dellOro, in numero massimo di 1 attrezzo a
persona;
!107
!108
Zona C
PF! Nella zona C lattivit di pesca sportiva consentita ai residenti nei
comuni dell AMP con i seguenti attrezzi:
a) da riva, con lenza e canna in numero massimo di 2 canne anche con
mulinello, con ami di lunghezza massima non inferiore a 18 mm e lenze
per cefalopodi;
b) da natante, con bolentino, guadino e canna da bolentino, con
mulinello da bolentino, con ami di lunghezza massima non inferiore a 18
mm in numero massimo di 1 attrezzo a persona;
c) da natante, con correntine a non pi di 3 ami di lunghezza non
inferiore a 18 mm;
d) da natante, con lenze per cefalopodi, con esclusivo lento spostamento
a remi del natante;
e) con 1 solo palangaro a natante avente un numero massimo di 100 ami
di lunghezza non inferiore a 22 mm. In corrispondenza dei tratti di costa
da punta del Faro a Punta Olivetta e da Punta Chiappa sino allinizio del
canale di transito di Porto Pidocchio il palangaro dovr essere calato ad
una profondit non inferiore a 40 metri;
f) mediante non pi di n. 5 nattelli di superficie, con non pi di 2 ami di
lunghezza non inferiore a 18 mm;
g) da natante a motore, in navigazione, a velocit non superiore ai 5
nodi, con non pi di 2 lenze a traino che abbiano ami di lunghezza non
inferiore a 18 mm.
!109
Non residenti
PF ! Nella zona C lattivit di pesca sportiva consentita ai soggetti non
residenti nei comuni ricadenti nellarea marina protetta, previa autorizzazione
dellEnte gestore, con i seguenti attrezzi:
a) da riva, con lenza e canna in numero massimo di 2 canne anche con
mulinello, con ami di lunghezza massima non inferiore a 18 mm;
b) da natante, con bolentino e canna da bolentino, con mulinello da
bolentino, con ami di lunghezza massima non inferiore a 18 mm, in
numero massimo di 1 attrezzo a persona;
Modalit di autorizzazione
Le modalit per le autorizzazioni per entrambe le AMP vengono rilasciate
compatibilmente con le esigenze di conservazione e tutela delle risorse ittiche e
dei fondali.
!110
Nelle due AMP da parte del pescatore sportivo vige lobbligo di esibire
lautorizzazione/contrassegno rilasciate dal soggetto Gestore e consegnare alla
scadenza dellautorizzazione un apposito libretto dove verranno riportati dati e
informazioni relativi allattivit di pesca esercitata.
5T! Nella zona C, ai fini del rilascio dellautorizzazione alla pesca sportiva,
salva la necessit di contingentamento dellattivit, sono equiparati ai residenti :
- i proprietari di abitazioni nei comuni ricadenti nellarea marina protetta;
- coloro che abbiano risieduto per almeno 10 anni nei comuni ricadenti
nellarea marina protetta.
Nel decidere il contingentamento dellattivit, lEnte parco stabilir un numero
massimo di presenze giornaliere, in relazione allattivit da limitare, che
risponda in termini tecnici alle esigenze di tutela ambientale sottese al
provvedimento.
Nel regolamento precedente, Titolo V, articolo 25, pag. 31 il soggetto Gestore forniva
alla commissione di riserva e al Ministero dellAmbiente una relazione annuale
sullattivit di pesca e sullo sforzo di pesca. Inoltre effettua ricerche scientifiche mirate
sa valutare limpatto della pesca sportiva al fine di garantire una gestione sostenibile
della risorsa. Sulla base dei dati raccolti il soggetto gestore determina il numero e il
periodo delle autorizzazioni per garantire la tutela della qualit ambientale.
Le differenze riguardano il numero di autorizzazioni massime consentite.
Nelle 5T il numero massimo di presenze giornaliere, stabilito dallEnte parco in base
alle esigenze di tutela ambientale. In PF sono previste 120 autorizzazioni (80 nominali,
40 ad associazioni con un limite di 20 uscite), annuali o semestrali, per la pesca con palangari,
traina e nattelli.
!111
LA PESCA PROFESSIONALE
La pesca artigianale stata, ed , quellattivit produttiva che pi rispecchia le abitudini
locali. Le pesche speciali ne sono una chiara testimonianza. In passato ci era ancor
pi accentuato e la diversit di attrezzi a di attivit era molto maggiore. La presenza di
diversi tipi di fondo ha favorito il diffondersi di numerosi sistemi di pesca di tipo
artigianale (o piccola pesca) che sono variamente distribuiti lungo tutta la costa e che
possono essere globalmente divisi in tre gruppi: reti da posta fisse (tramagli e reti a
imbrocco), palangari e piccola circuizione (cianciolini o lamparelle e sciabichetta o
sciabichella).
RETI DA POSTA FISSE: a questa categoria appartengono i tremagli e le reti a
imbrocco, cio reti che, bench possano trovarsi sul fondo oppure a mezzacqua,
vengono ancorate in modo fisso al fondo marino con ancore o pesi. I pesi o le ancore
vengono segnalati in superficie da galleggianti muniti di bandierine gialle di giorno, e
luci gialle di notte per renderne possibile lindividuazione al momento del recupero.
Queste reti, una volta calate, vengono lasciate in posizione per un certo periodo di
tempo, in genere una notte, in modo tale da renderle ancora pi invisibili al pesce, e
poi recuperate. Normalmente, nellintervallo fra loperazione di cala e quella di salpata
la barca rientra in porto.
- Il tremaglio (o tramaglio) formato da tre pezze di rete sovrapposte e
collegate lungo il loro lato maggiore. Le due esterne, dette maglione, sono a
maglie pi grandi di quella interna, e fanno si che il pesce, da qualunque parte
provenga, pu agevolmente superarle ma, entrato a contatto con la seconda,
trova in questa una specie di sacca e, nel tentativo di sfuggire, si impiglia
sempre di pi. La dimensione delle maglie esterne va da 160 a 180 mm,
mentre le maglie interne sono comprese tra 60 e 70 mm. Viene calato a una
profondit che varia tra i 2 e i 40 m e la zona di pesca varia con la stagione,
come le principali specie bersaglio (seppie, triglie, orate, occhiate, scorfani
ecc...). Quando la maglia interna pi piccola (45 mm), si parla di tramaglino:
mirato alla pesca delle triglie, viene impiegato specialmente nelle zone di secca
da fine primavera a inizio autunno; quando invece le maglie sono pi grandi
(200 mm quelle esterne e 60-90 mm quelle interne), si parla di tramaglione,
che diretto alla pesca delle aragoste e viene calato a 50-100 m, soprattutto in
primavera-estate.
- Le reti a imbrocco invece, sono reti di nylon trasparente alte 3-4 m e formate
da un solo panno, disposte verticalmente nellacqua. Hanno praticamente una
cattura monospecifica e monotaglia che dipende dalla misura della maglia con
cui armata. In questo caso infatti, la cattura avviene per imbrocco: il pesce,
una volta entrato nella maglia della rete, non riesce pi ad andare n avanti n
indietro. Se la maglia fosse pi piccola non riuscirebbe a penetrare con la testa
nella maglia stessa, se daltra parte fosse pi grande passerebbe tutto intero
dalla parte opposta, evitando in ambedue i casi la cattura. Se impiegate per la
cattura di sogliole, vengono calate in genere a una profondit di 15-50 m, sia
su fondali duri che sabbiosi o vicino ad afferrature; le maglie del panno hanno
una dimensione di 70-80 mm. Se usate per la cattura di naselli (reti
nasellare), triglidi di grosse dimensioni e sugarelli, vengono calate a una
profondit che varia tra i 90 e i 300 m; in questo caso la dimensione delle
maglie del panno varia tra 52 e 58 mm; le reti a maglia grande (330-400 mm ed
oltre) sono specifiche per la cattura dei pesci spada.
PALANGARI (o Palamiti): sono composti da una serie di lenze (braccioli) di cui una
estremit termina con un amo e laltra collegata ad un cavo (trave) lungo anche
diversi chilometri. I braccioli vengono legati al trave ad intervalli regolari, pari a circa 2
volte la loro lunghezza. Questo attrezzo pu essere considerato fra i pi selettivi tra
tutti i sistemi di pesca, ma attualmente non trova ampia diffusione fra le marinerie
toscane, probabilmente anche per il costo e il tempo necessario alla messa in opera
!112
del mestiere. Al variare della specie bersaglio pu operare sia sul fondo (palamito
fisso) sia in superficie (palamito derivante).
- I palangari fissi, possono essere usati sia per la pesca ai naselli sia per la
pesca del pesce bianco. I palangari per naselli hanno una trave che varia tra i
2.000 e i 4.000 m, la lunghezza del braccio varia tra 1,5 e 2,0 m, e sono
distanziati tra loro 4 - 6 m. Lesca costituita da sardine, e sono usati
saltuariamente destate a una profondit che varia tra 100 e 500 m. I palangari
per pesce bianco invece, hanno una trave lunga tra 2.000 e 3.000 m, i bracci
misurano 1 - 1,5 m, e sono distanziati da 5 a 15 m. Utilizzati pi saltuariamente,
sono posizionati a profondit che non superano mai i 50 m.
- I palangari derivanti, sono utilizzati nei mesi estivi/autunnali per la pesca del
pesce spada. La trave lunga tra i 5.000 e i 35.000 m, i bracci tra 5 e 10 m, e
sono distanziati di 30-50 m. Gli ami sono innescati con sgombri congelati.
RETE DA CIRCUIZIONE uno strumento ed una tecnica di pesca indirizzata in
genere a specie che vivono in banchi, sia piccoli come sardine o acciughe, che pi
grandi come gli sgombri che grandissimi come i tonni.
Il tipo di Rete da circuizione pi comune prende il nome di cianciolo o saccoleva ed
orientato alla cattura di piccoli pesci di banco (pesce azzurro), di solito il banco, nelle
ore notturne, viene attratto in un determinato tratto di mare da una o pi piccole
imbarcazioni dotate di potenti fonti luminose (lampara), quando il branco ben
compatto viene stesa intorno ad esso una rete rettangolare con sugheri nella parte alta
e piombi (lima di piombi) in quella inferiore, quando il banco circondato viene chiusa
nella parte inferiore e lentamente ritirata fino a quando i pesci sono concentrati in uno
spazio piccolo e possono essere recuperati con un coppo.
!114
Zona C (Comma II): la pesca viene autorizzata attraverso tutte le modalit precedenti
ma con palangari collocati a distanza minima di 50 m dalla costa. In questarea viene
consentita la pesca anche mediante tonnarella, protetta da un recinto di sicurezza nel
periodo tra marzo e ottobre e mediante mugginara nel periodo tra aprile e giugno.
5T! Viene regolata dal Capo II, articolo 13, comma III, pagg. 82-83 non viene
fatta una distinzione tra gli attrezzi consentiti in zona B circostante Punta
Mesco e in zona C, ma vi una pi ampia descrizione delle modalit attraverso
le quali la pesca deve essere svolta:
a) pesca alla lampara o a circuizione, su imbarcazioni entro i 10 metri
di lunghezza f.t., con reti tipo cianciolo di lunghezza massima di 200
metri, calando la rete a non meno di 30 metri dalla costa e calando la
rete a non meno di 35 metri dalla costa.
b) con reti da posta, secondo le seguenti modalit:
- le reti devono essere calate non prima di 2 ore dal tramonto e salpate
non meno di 2 ore dopo lalba successiva e comunque non oltre le ore
08.00;
- le reti devono essere calate perpendicolarmente alla linea di costa;
- Ogni imbarcazione autorizzata potr imbarcare al massimo 2.300 metri
di reti cos suddivise:
x) ogni imbarcazione autorizzata potr imbarcare fino ad un
massimo di 2.300 metri di rete con maglie superiori a 55 millimetri
(comunemente nominate maglie del 9);
y) ogni imbarcazione autorizzata potr imbarcare fino ad un
massimo di 1.800 metri di rete con maglie da 55 millimetri
(comunemente denominate maglie del 9);
z) ogni imbarcazione autorizzata potr imbarcare fino ad un
massimo di 500 metri di rete con maglie da 38,46 millimetri
(comunemente denominate maglie del 13) ed un massimo di
1.200 metri di rete con maglie da 55 millimetri, vietato lutilizzo di
reti con maglie diverse da uelle indicate ai punti x), y) e z);
c) con palamiti, come previsto dalla normativa vigente.
!115
Modalit di autorizzazione
5T! E prevista lautorizzazione da parte dellEnte Parco allesercizio della
pesca professionale, cosa non prevista in PF.
o Questa autorizzazione deve essere presentata almeno 30 giorni
prima della data prevista per linizio dellattivit.
o Al momento dellautorizzazione deve essere dichiarata la lunghezza
totale, il tipo di maglia e il periodo di utilizzo delle reti da posta.
o Il rilascio delle autorizzazioni comporta lobbligo di fornire allEnte
parco dati e informazioni relativi allattivit di pesca esercitata, ai
fini del monitoraggio dellAMP.
PF! La richiesta di autorizzazione ad eseguire lattivit di pesca professionale
deve essere presentata almeno 30 giorni prima della data prevista di inizio
attivit.
I soggetti legittimati alle attivit di piccola pesca professionale devono
comunicare annualmente allEnte gestore i periodi, gli attrezzi utilizzati e le
modalit di pesca all'interno dell'area marina protetta ai fini del monitoraggio.
Tali comunicazioni vengono riportate su un apposito registro tenuto dallEnte
gestore, delle cui annotazioni viene rilasciata copia ai soggetti stessi.
A fronte di particolari esigenze di tutela ambientale, lEnte gestore si riserva il
diritto, con successivo provvedimento, di disciplinare ulteriormente le modalit
di prelievo delle risorse ittiche.
Portofino obbligava nel vecchio regolamento i soggetti autorizzati alla comunicazione
annua degli attrezzi utilizzati dei periodi e delle modalit di pesca, che vengono riportati
su un registro, effettua anche ricerche scientifiche mirate a monitorare, limpatto della
pesca professionale al fine di individuare e garantire una gestione sostenibile della
risorsa.
IL PESCATURISMO
Il Pescaturismo" consiste in un'attivit integrativa alla pesca artigiana che offre
la possibilit agli operatori del settore di ospitare a bordo delle proprie
imbarcazioni un certo numero di persone diverse dall'equipaggio per lo
svolgimento di attivit turistiche ricreative.
L'attivit di pescaturismo attualmente regolamentata dal decreto ministeriale
13 aprile 1999, n 293 che comprende lo svolgimento di attivit nell'ottica della
divulgazione della cultura del mare e della pesca: brevi escursioni lungo le
coste, osservazione delle attivit di pesca professionale, ristorazione a bordo o
a terra, pesca sportiva e tutte quelle attivit finalizzate alla conoscenza e alla
valorizzazione dell'ambiente costiero che possono servire ad avvicinare il
grande pubblico al mondo della pesca professionale.
Il pescaturismo rappresenta una proposta innovativa per rispondere
all'esigenza di diversificazione di parte delle attivit di pesca, in special modo
all'interno delle AMP, riqualificando una quota del mercato turistico in parte
esistente e creandone una aggiuntiva particolarmente interessante, il tutto in
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ATTIVITA SUBACQUEA
In PF disciplinata dal Titolo III, articoli, 13-15
pagg. 40-45
pag. 86-89
PF! Nella zona A sono vietate le visite guidate subacquee, nelle zone B
sono vietate le attivit di didattica subacquea.
Nelle zone B sono consentite le visite guidate subacquee svolte dai centri
d'immersione autorizzati, esclusivamente presso i siti elencati nellarticolo 14,
pag. 42 e possono essere svolte esclusivamente secondo le seguenti modalit:
a) in presenza di guida o istruttore del centro di immersioni
autorizzato;
b) in un numero di subacquei non superiore a 5 per ogni guida o
istruttore del centro di immersioni autorizzato;
c) in ciascun sito non possono effettuare immersioni pi di 24
subacquei contemporaneamente.
d) in ciascun sito limmersione deve svolgersi entro il raggio di 100
metri calcolato dalla verticale del punto di ormeggio, fatto salvo il
sito di immersione Cristo degli Abissi, presso il quale le
immersioni devono svolgersi senza interferire col canale di
transito dei mezzi nautici.
Nelle zone B sono consentite le visite guidate subacquee notturne, svolte dai
centri dimmersione autorizzati dallEnte gestore, esclusivamente presso dieci siti
indicati dallarticolo 14, comma 5, pag. 42.
Nel precedente regolamento veniva disciplinata dal Titolo IV, articoli 13-20, pag. 26-29
e ne vietava le immersioni notturne.
Nella zona A vietato lesercizio dellattivit subacquea.
Nella zona B questa attivit con respiratore consentita solo previa autorizzazione
dellEnte Gestore. .
Nella zona B possono svolgere attivit di visite guidate subacquee i seguenti soggetti:
-a) imprese la cui ragione sociale prevede quale attivit prevalente
laccompagnamento a subacquei;
-b) associazioni senza scopo di lucro il cui statuto prevede espressamente lo
svolgimento di attivit subacquea a scopo didattico o ricreativo.
Il Soggetto gestore pu autorizzare lo svolgimento di visite guidate subacquee
da parte di imprese e/o associazioni che abbiano una comprovata esperienza
nel settore, previo parere conforme della Commissione di riserva, stabilendo,
eventualmente, il possesso anche di ulteriori requisiti.
Possono, inoltre, svolgere attivit subacquea i soggetti singoli secondo le
modalit autorizzative di cui allarticolo 16.
Nella zona C questa attivit libera ma il soggetto gestore ha la facolt di limitarla ai
fini di tutela dellambiente.
Comuni ricadenti nell'area marina protetta alla data di entrata in vigore del
decreto istitutivo e costituiti per almeno l90% da soci residenti nei comuni
ricadenti nellarea marina protetta, dal 1 maggio al 31 ottobre, con le seguenti
modalit:
a) ogni guida non pu condurre nellimmersione pi di 5 subacquei,
per un massimo di 2 guide e 10 subacquei per ciascuna
immersione;
b) per ciascuna zona A, consentito un massimo di 2 immersioni
dalle ore 06.00 alle ore 12.00 ed un massimo di 3 immersioni dalle
ore 12.00 alle ore 20.00.
Nelle zona A, per le esigenze di sicurezza delle immersioni subacquee guidate
stabilite dalle normative vigenti consentita, previa autorizzazione dellEnte
parco, la navigazione a remi e con motore elettrico ai natanti di propriet dei
soggetti autorizzati.
Nel caso che il natante disponga anche di fuoribordo con motore a scoppio,
fatto obbligo di sollevare il piede del suddetto motore in posizione di riposo, con
lelica fuori dallacqua.
Le immersioni subacquee in zona A sono consentite solo in presenza di guida
con grado minimo Dive Master.
Nella zona B
sono consentite, previa autorizzazione dellEnte parco, le
immersioni subacquee guidate svolte da centri d'immersione e associazioni
aventi sede legale nei Comuni ricadenti nell'area marina protetta alla data di
entrata in vigore del decreto istitutivo e costituiti per almeno l90% da soci
residenti nei comuni ricadenti nellarea marina protetta, dal 1 maggio al 31
ottobre, con le seguenti modalit:
c) ogni guida non pu condurre nellimmersione pi di 5 subacquei,
per un massimo di 2 guide e 10 subacquei per ciascuna
immersione;
d) per ciascuna zona B, consentito un massimo di 3 immersioni
dalle ore 06.00 alle ore 12.00, un massimo di 3 immersioni dalle
ore 12.00 alle ore 20.00 ed 1 immersione notturna dalle ore 20.00
alle ore 23.00.
Nelle zone B, la navigazione a motore alle unit navali adibite alle attivit dei
centri dimmersione e degli altri operatori del settore consentita a velocit non
superiore ai 5 nodi.
Nella zona C sono consentite, previa autorizzazione dellEnte parco, le visite
guidate subacquee svolte da centri d'immersione e associazioni aventi sede
legale nei Comuni ricadenti nell'area marina protetta alla data di entrata in
vigore del decreto istitutivo e costituiti per almeno il 90% da soci residenti nei
comuni ricadenti nellarea marina protetta, dal 1 maggio al 31 ottobre.
In zona C, la navigazione a motore alle unit navali adibite alle attivit dei centri
dimmersione e degli altri operatori del settore consentita, previa
autorizzazione dellEnte parco, con le seguenti modalit:
e) a velocit non superiore a 5 nodi, entro la distanza di 300 metri
dalla costa;
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Modalit di autorizzazione
PF! Ai fini del rilascio dellautorizzazione per lo svolgimento delle visite
guidate subacquee nellarea marina protetta e leventuale utilizzo dei gavitelli
singoli predisposti a tale scopo, i centri di immersione richiedenti devono:
- a) risultare residenti nei Comuni ricadenti nellarea marina
protetta e in quelli viciniori alla data del 26 Aprile 1999, o essersi
associati entro il 7 agosto 1999 ai soggetti gi operanti nei Comuni
dellarea marina protetta alla data del 1 agosto 1998;
- b) risultare in possesso di specifici requisiti di compatibilit
ambientale, individuati dallEnte gestore con successivo
provvedimento;
- c) risultare titolari di una sede operativa nei comuni ricadenti
nellarea marina protetta;
- d) indicare le caratteristiche delle unit navali utilizzate per
lattivit, nonch gli estremi identificativi del brevetto subacqueo in
possesso dei singoli soggetti e versare allEnte Gestore un
corrispettivo a titolo di diritto di segreteria e rimborso spese.
Il rilascio dellautorizzazione comporta lobbligo di fornire agli utenti lapposito materiale
informativo sullarea marina protetta predisposto dallEnte gestore.
In PF il rilascio dellautorizzazione subordinato al pagamento di un corrispettivo
monetario. Lautorizzazione ha un periodo di validit non superiore ad un anno e viene
rilasciata attraverso le modalit necessarie ad assicurare la tutela ambientale.
Con lautorizzazione vengono anche individuate le unit navali adibite allesercizio
dellattivit: viene stabilito un massimo di sei unit navali per centro di immersione con
una lunghezza inferiore a 12 m.
Il Soggetto gestore dispone i criteri in base ai quali le vicende modificative od estintive
riguardanti soggetti autorizzati debbono considerarsi ostative alla sopravvivenza
dellautorizzazione in capo al soggetto nuovo o modificato.
Inoltre la violazione di quanto stabilito nellautorizzazione e dal presente regolamento
costituisce motivo di revoca delle stesse da parte del Soggetto gestore.
5T! Lormeggio delle unit navali dei centri dimmersione autorizzati dallEnte
parco consentito ai rispettivi gavitelli singoli, contrassegnati e appositamente
predisposti dallEnte parco, posizionati compatibilmente con l'esigenza di tutela
dei fondali.
La navigazione nellarea marina protetta delle unit adibite alle attivit dei centri
dimmersione consentita alla velocit massima di 5 nodi.
Le visite guidate subacquee per le persone disabili, condotte dai centri di
immersione autorizzati dallEnte gestore, possono essere svolte esclusivamente
da subacqueo disabile con brevetto di livello A, B o C o equivalente,
accompagnato come previsto dalla didattica di appartenenza e in presenza di
guida o istruttore del centro di immersione.
Prima della visita guidata subacquea fatto obbligo ai centri di immersione di
informare gli utenti riguardo le regole dellarea marina protetta, limportanza
dellecosistema, le caratteristiche ambientali del sito di immersione e le norme
di comportamento subacqueo ai fini di non recare disturbo ai fondali e agli
organismi.
Al fine di contingentare i flussi turistici, in relazione alle esigenze di tutela
ambientale sottese al provvedimento istitutivo, il numero massimo di unit
navali impiegabili nelle visite guidate subacquee stabilito dallEnte gestore in
6 per ciascun soggetto.
Ogni variazione della flotta deve essere comunicata e debitamente autorizzata
dallEnte Gestore.
Le unit inserite nella predetta flotta adibita alle visite guidate subacquee a far
data dallentrata in vigore del presente regolamento devono essere dotate di
motore conforme alla Direttiva 2003/44/CE relativamente alle emissioni
gassose e acustiche.
Nel precedente le immersioni devono svolgersi secondo quanto previsto dalla vigente
normativa e, comunque, ad esclusione dei soggetti singoli, sempre alla presenza di
una guida ogni cinque subacquei.
Il numero massimo di immersioni al giorno per ciascun sito di 72, comprese le guide;
in nessun caso possono essere ammessi pi di 24 subacquei contemporaneamente su
ciascun sito.
Le visite subacquee devono essere svolte secondo le seguenti modalit:
-a) visite con non pi di dodici subacquei per volta nel caso di imprese; inoltre
nei siti in cui consentito lormeggio a due imbarcazioni contemporaneamente
ammesso lormeggio ad una sola imbarcazione se il numero di subacquei
trasportati di ventiquattro, qualora i documenti di bordo lo consentano.
-b) visite con non pi di sei subacquei nel caso di associazioni, e nel caso delle
visite subacquee di soggetti singoli.
Viene inoltre fatto divieto di eseguire e di far eseguire esercizi che prevedono
contatto con il fondo marino.
5T! il numero massimo di partecipanti per guida e i limiti delle velocit delle
imbarcazioni sono definiti nelle disposizioni generali e sono specifici per ogni
zona dellAMP.
Nelle zone A e B dellAMP delle Cinque Terre vietata lattivit di didattica
subacquea in quanto vietato il contatto con il fondo marino, lasportazione
anche parziale e il danneggiamento di qualsiasi materiale e/o organismo di
natura geologica e biologica, ed fatto obbligo di mantenere lattrezzatura
subacquea quanto pi possibile aderente al corpo.
Laccesso alle grotte sommerse consentito esclusivamente con lutilizzo di
apparecchi per la respirazione a circuito chiuso o semichiuso, con scarico
dellaria fuori dalle grotte.
fatto divieto di uso improprio di impianti di diffusione della voce e di segnali
acustici o sonori, se non per fornire informazioni sugli itinerari e sulle localit
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Programmazione e monitoraggio
.PF! LEnte gestore effettua il monitoraggio delle attivit subacquee nellarea
marina protetta per contingentare i flussi turistici, in relazione alle esigenze di
tutela ambientale, e determinare la capacit di carico di ogni sito di immersione.
Egli adegua, con successivi autonomi provvedimenti, la disciplina delle
immersioni subacquee, eventualmente stabilendo il numero massimo di
immersioni al giorno per ciascun sito (prima ne venivano disciplinate massimo
72 per ogni sito).
Precedentemente il Soggetto gestore provvede alla programmazione ed al controllo
delle attivit subacquee previste dal regolamento, garantendo il rispetto dei limiti previsti.
Il Soggetto gestore effettua regolarmente il monitoraggio scientifico dei siti
dimmersione, per verificare limpatto ambientale e fornisce annualmente al Ministero
dellAmbiente e della tutela del territorio, alla Commissione di riserva ed allAutorit
marittima una relazione tecnica sullo stato ambientale dei siti e sul numero di
immersioni che si effettuano in ciascun sito.
Sulla base del monitoraggio e con parere conforme della Commissione di riserva,il
Soggetto gestore pu modificare le condizioni e i limiti per le attivit subacquee.
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5T! per lattivit svolta da subacquei singoli valgono i principali limiti imposti
per le immersioni guidate anche se essa viene disciplinata in maniera specifica
dallarticolo 17, pagg. 88,89, secondo quanto segue:
Nella zona A sono vietate le immersioni subacquee individuali.
Nelle zone B sono consentite le immersioni subacquee individuali autorizzate
dallEnte parco, compatibilmente con le esigenze di contingentare i flussi
turistici, dal 1 maggio al 31 ottobre, dallalba al tramonto, in gruppi di non pi di
5 subacquei, nei siti e secondo gli orari determinati dallEnte parco al fine di
garantire la non contemporaneit con le altre immersioni individuali e le
immersioni subacquee guidate;
Nella zona C sono consentite, previa autorizzazione dellEnte parco, le
immersioni subacquee individuali, dal 1 maggio al 31 ottobre.
Ai fini dellesercizio delle immersioni subacquee individuali nelle zone B, salva
la necessit di contingentamento dellattivit, possono richiedere
lautorizzazione:
a) i residenti nei comuni ricadenti nellarea marina protetta;
b) i proprietari di abitazioni nei comuni ricadenti nellarea marina
protetta;
c) coloro che abbiano risieduto per almeno 10 anni nei comuni
ricadenti
a) nellarea marina protetta;
d) i parenti di primo grado e affini dei soggetti di cui alle precedenti
lettere a), b) e c);
e) i risiedenti stagionalmente per almeno 3 pernottamenti consecutivi
in una struttura ricettiva nei comuni ricadenti nellarea marina
protetta.
Nel decidere il contingentamento dellattivit, lEnte parco stabilir un numero
massimo di presenze giornaliere, in relazione allattivit da limitare, che
risponda in termini tecnici alle esigenze di tutela ambientale.
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PF art. 17
5T art. 6
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Sostanzialmente uguali i due articoli, eccezion fatta, per lelencazione dei residenti ed
equiparati in 5T che possono richiedere lautorizzazione per la zona B. Mentre in
PF per il rilascio delle autorizzazioni, godono titolo preferenziali le imbarcazioni
che utilizzano vernici antifouling a rilascio zero.
Attivit di ancoraggio
PF art. 18
5T art. 7
Di fatto la disciplina simile e sono le specifiche nelle differenti zone a
evidenziare delle differenze. In 5T consentita dallalba al tramonto e
comunque non oltre le 20 esclusivamente nella zona C. In PF nella baia di
Paraggi vietata dal 1 novembre al 28 febbraio.
Attivit didattica e divulgazione naturalistica PF art. 19
E un articolo che non trova riscontro in 5T se non con citazioni allinterno di
altri. E una ulteriore riprova di quanto gi espresso in relazione al dinamismo
delle autorit preposte e allo sviluppo di una reale coscienza naturalistica.
TITOLO IV Disciplina delle autorizzazioni allo svolgimento delle attivit
consentite nellAMP PORTOFINO
TITOLO V Disposizioni finali
Hanno unestensione pi ampia e circostanziata nei singoli articoli, frutto di
precedenti esperienze e confronti con il vissuto di altre AMP.
Si confronta con
CAPO III Criteri e procedure per il rilascio delle autorizzazioni allo svolgimento
delle a
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RINGRAZIAMENTI
Ringrazio prima di tutti la mia mamma, il mio pap e la mia nonna che con il
loro amore mi hanno accompagnato in questo percorso sostenendomi e
spronandomi a dare sempre il meglio. Grazie per aver creduto sempre in me e
per avermi permesso di vivere questa meravigliosa esperienza.
Ringrazio la mia migliore amica, la Zia, perch la sua amicizia molto preziosa
per me e non ho mai smesso di portarla nel cuore.
Ringrazio tutti gli amici di Genova, che hanno reso cos unica questesperienza,
e in particolare modo:
le pesciuline, il primo posto se lo merita la Ciaci con la quale ho passato
momenti indimenticabili e che mi stata sempre vicina durante questo percorso
dimostrandosi una vera amica.
Ringrazio poi Marti e Ire, le due anchue, amiche sincere e compagne di viaggio
fantastiche in tutti i momenti passati insieme.
Grazie alla betta, la prima perla incontrata a Genova, unamica straordinaria
grazie per le emozioni che mi hai regalato e che abbiamo condiviso in questi
anni insieme.
Grazie a Fra, per essere stato sempre presente nei momenti in cui ho avuto
bisogno di lui e per avermi dimostrato cos tutto il suo amore.
Grazie a Dav, grandissimo amico che mi accompagnato fin dallinizio di questo
viaggio standomi vicino e dimostrandomi sempre la sua amicizia.
Ringrazio Paola e Daniele, due grandi amici che mi hanno insegnato tanto e
che porter sempre nel mio cuore.
Ringrazio tutti gli amici di Milano, che nonostante la mia lontananza non hanno
smesso di volermi bene e di sostenermi, in particolare Marisa e Matteo che
hanno sempre creduto in me, Erik che mi stato sempre vicino e senza
dimenticare Mattia, Marte e tutti gli amici di Farina.
Ringrazio Chiara e Ilaria, per avermi presa sottobraccio nella via della
matematica e per avermi fatto uscire a testa alta.
Ringrazio Simone Gambazza e la Cooperativa dei Pescatori di Camogli per
essere sempre stato cos disponibile con me.
Rigranzio Simone Bava per avermi aiutato con la tesi.
Grazie a tutti perch non sarei quello che sono senza di voi!
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BIBLIOGRAFIA
www.ampportofino.it
www.ampcinqueterre.it
www.areemarineprotette.it
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