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USO SICURO DELLE SCALE: BUONE PRASSI PRIMA DURANTE E DOPO LUSO
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quali sono le sole figure del management aziendale a essere investite dal Decreto di precisi
obblighi sanzionabili.
Il RSPP pu avere responsabilit penali secondo il Decreto, solo nel caso che sia anche datore
di lavoro oppure dirigente dellazienda, formalmente eletto o delegato.
Per quanto riguarda lapparato sanzionatorio previsto dal Decreto, lomessa valutazione del
rischio da parte del datore di lavoro (lunico responsabile) punita dallarticolo 55, comma 1,
lettera a) del Decreto con larresto da tre a sei mesi o con lammenda da 2.500 a 6.400 euro.
Invece la omessa rielaborazione da parte del datore di lavoro della valutazione del rischio a
seguito di modifiche del ciclo produttivo (insieme alla mancata consultazione preventiva del
RLS, allomessa indicazione allinterno del documento di valutazione del rischio delle misure di
prevenzione e protezione, del programma di attuazione delle stesse e delle procedure per
limplementazione delle stesse) punita dallarticolo 55, comma 3 con lammenda 2.000 a
4.000 euro.
RESPONSABILITA PENALI E CIVILI DERIVANTI DALLA OMESSA O RITARDATA VALUTAZIONE
DEL RISCHIO
Quanto sopra relativo ai solo reati relativi a omessa o ritardata elaborazione della valutazione
del rischio biologico (cos come di qualunque altro rischio), secondo quanto disposto dal
Decreto.
Se da tali reati derivano poi dei danni alla salute dei lavoratori, per mancata adozione delle
misure di prevenzione e protezione che avrebbero dovuto derivare dalla valutazione, si pu
applicare anche, a secondo dei casi, quanto stabilito dal Codice Penale in merito ai reati di
lesioni colpose o di omicidio colposo.
In particolare, in caso di omicidio colposo, derivante da omessa applicazione delle misure di
eliminazione dei rischi, si applica larticolo 589 del Codice Penale:
Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona punito con la reclusione da sei mesi a
cinque anni. Se il fatto commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli
infortuni sul lavoro la pena della reclusione da due a sette anni. Nel caso di morte di pi
persone, ovvero di morte di una o pi persone e di lesioni di una o pi persone, si applica la
pena che dovrebbe infliggersi per la pi grave delle violazioni commesse aumentata fino al
triplo, ma la pena non pu superare gli anni quindici.
In caso invece di lesioni colpose derivanti da omessa applicazione delle misure di eliminazione
dei rischi, si applica larticolo 590 del Codice Penale:
Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale punito con la reclusione fino a tre
mesi o con la multa fino a euro 309. Se la lesione grave la pena della reclusione da uno a
sei mesi o della multa da euro 123 a euro 619, se gravissima, della reclusione da tre mesi a
due anni o della multa da euro 309 a euro 1.239. Se i fatti di cui al secondo comma sono
commessi con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena per
le lesioni gravi della reclusione da tre mesi a un anno o della multa da euro 500 a euro 2.000
e la pena per le lesioni gravissime della reclusione da uno a tre anni. Nel caso di lesioni di pi
persone si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la pi grave delle violazioni commesse,
aumentata fino al triplo; ma la pena della reclusione non pu superare gli anni cinque.
Inoltre, in caso di dimostrata responsabilit per i reati di lesioni o di omicidio di cui sopra, si
applica quanto stabilito dallarticolo 185 del Codice Penale:
Ogni reato obbliga alle restituzioni a norma delle leggi civili. Ogni reato, che abbia cagionato
un danno patrimoniale o non patrimoniale, obbliga al risarcimento il colpevole e le persone
che, a norma delle leggi civili, debbono rispondere per il fatto di lui;
e quanto stabilito dallarticolo 2043 del Codice Civile:
Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha
commesso il fatto a risarcire il danno (Codice Penale 185);
relativamente al risarcimento dei danni patiti dalla parte lesa.
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Dei reati sopra richiamati sempre chiamato a rispondere il datore di lavoro, in quanto avendo
lobbligo di redigere il documento di valutazione del rischio, ha la piena responsabilit di ogni
danno che pu derivare da omessa o ritardata valutazione.
Di tali reati (ma, ripeto, non di quelli sanciti dal Decreto) pu essere chiamato a rispondere
anche il RSPP che non abbia informato o abbia informato solo in parte il datore di lavoro dei
rischi presenti nelle attivit lavorative e delle misure da adottare per eliminarle o ridurle, se da
tale omessa o parziale informazione siano derivati danni ai lavoratori.
OBBLIGO DELLA
PROTEZIONE
VALUTAZIONE
DELLEFFICACIA
DELLE
MISURE
DI
PROVENZIONE
La soluzione tecnica proposta dal RSPP rientra tra le misure di prevenzione e protezione
richieste obbligatoriamente dal Decreto, nel caso che la valutazione del rischio abbia
evidenziato rischi significativi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Larticolo 28, comma 2, lettera b) del Decreto impone infatti che allinterno del documento di
valutazione del rischio sia contenuta lindicazione delle misure di prevenzione e di protezione
attuate.
Inoltre larticolo 28, comma 2, lettera b) del Decreto impone anche che allinterno del
documento di valutazione del rischio sia riportato il programma delle misure ritenute
opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza.
Come sopra detto, lomessa indicazione delle misure di prevenzione e protezione e del
programma della loro implementazione da parte del datore di lavoro punita dallarticolo 55,
comma 3 del Decreto con lammenda 2.000 a 4.000 euro.
Ovviamente limplementazione delle misure di prevenzione e protezione comporta una modifica
sostanziale del processo produttivo e pertanto, ai sensi dellarticolo 29, comma 3 del Decreto
sopra citato, essa comporta la necessit di una immediata rielaborazione della valutazione dei
rischi per verificare il livello di rischio raggiunto a seguito dellapplicazione delle misure
previste.
Se il livello di rischio raggiunto non ancora soddisfacente, necessario definire ulteriori
misure di prevenzione e protezione, fintanto che il rischio residuo sia ritenuto accettabile.
CONCLUSIONI
Relativamente alle tue domande e con riferimento a quanto disposto dal Decreto e sopra
riportato, risulta quanto segue.
La valutazione del rischio e lelaborazione del relativo documento obbligo del datore di lavoro
non delegabile. Lunico che risponde penalmente, secondo il Decreto, della omessa o ritardata
valutazione del rischio il datore di lavoro.
Il RSPP ha il ruolo (non lobbligo) di collaborare con il datore di lavoro alla esecuzione della
valutazione del rischio e alla elaborazione del documento, ma non penalmente perseguibile,
secondo il Decreto, della omessa o ritardata valutazione del rischio.
Il datore di lavoro ha lobbligo di eseguire immediatamente la valutazione del rischio allinizio di
ogni nuova attivit o nel caso di modifiche al ciclo produttivo di attivit esistente. La omessa o
ritardata valutazione del rischio costituisce reato penale, secondo il Decreto, per il datore di
lavoro.
Se dalla omessa o ritardata valutazione del rischio derivano anche danni alla salute e alla
sicurezza dei lavoratori (lesioni o morte) il datore di lavoro commette reato penale, ai sensi del
Codice Penale, e, se riconosciuto colpevole, deve risarcire la parte lesa, ai sensi del Codice
Civile.
Relativamente ai reati definiti dal Codice Penale (ma non di quelli definiti dal Decreto) anche il
RSPP pu essere chiamato in causa per non aver informato il datore di lavoro dei pericoli per i
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lavoratori e delle misure da adottare per eliminare tali pericoli e avere di conseguenza causato
un danno ai lavoratori stessi.
A seguito della valutazione del rischio e della implementazione delle relative misure di
prevenzione e protezione derivanti da tale valutazione, poich sono mutate le condizioni di
lavoro dellazienda, occorre ripetere nuovamente la valutazione del rischio, per verificare se le
misure adottate sono state sufficienti. In caso contrario necessario individuare e applicare
ulteriori misure di prevenzione e protezione.
Marco Spezia
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Il sindacato di base nel suo complesso dovr decidere le modalit con le quali costruire la cassa
per trasformarla da strumento di sostegno a una campagna di denuncia e di aggregazione, per
garantire un sostegno materiale e allo stesso tempo promuovere una iniziativa politica nei
luoghi di lavoro e nella societ.
Acquisire memoria, mobilitarsi e lottare per contrastare fino in fondo il disegno padronale di
restaurazione, che ci riporta indietro di decine di anni: questa la sfida del convegno perch se
non contrastiamo la repressione nei luoghi di lavoro tutti saremo pi deboli e vulnerabili.
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non collocare merci pesanti e/o ingombranti sui ripiani alti: laddove non sia possibile evitarlo
adottare uso sistematico di carrelli elevatori, transpallet elevabili e carrelli elevabili e adeguati
punti di appoggio sopraelevati per collocare le merci pesanti e/o ingombranti sui ripiani alti
SOLUZIONI PER LE CASSE
predisporre maggiori pause/recuperi funzionali rispetto agli altri addetti,
prevedere ridotti tempi di esposizione a rischio (no full time) con rotazione pi frequente su
cassa self-scanning e maggiore alternanza con mansioni pi leggere
predisporre sorveglianza sanitaria periodica (anche inferiore allanno)
definire un piano mirato di reinserimento come misura di tutela dei soggetti con limitazioni
per gli arti superiori
Ricordiamo che nel documento sono presenti molte immagini e fotografie esplicative relative
alle linee operative e alle misure di prevenzione presentate.
Il documento Linee operative per la vigilanza sui rischi da sovraccarico biomeccanico nella
Grande Distribuzione Organizzata (GDO) dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di
Lavoro (SPSAL) dellEmilia Romagna scaricabile allindirizzo:
http://www.puntosicuro.info/documenti/documenti/140612_SPSAL_GDO_sovraccarico_biomec
canico.pdf
Gli allegati da 1 a 11 del documento sopra citato sono scaricabili allindirizzo:
http://www.puntosicuro.info/documenti/documenti/140612_SPSAL_GDO_sovraccarico_biomec
canico_all_1.pdf
Lallegato 12 del documento sopra citato scaricabile allindirizzo:
http://www.puntosicuro.info/documenti/documenti/140612_SPSAL_GDO_sovraccarico_biomec
canico_all_2.pdf
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nessun altro motivo. A volte avviene anche in buona fede da parte del manutentore e
delloperatore che non ferma la linea per evitare altre cose.
Per la manomissione esiste ed frequente.
COSA POSSONO FARE LE ASL PER MIGLIORARE LA PREVENZIONE? COME FAR CAPIRE CHE
PRIVILEGIARE LA PRODUTTIVITA A SCAPITO DELLA SICUREZZA E UN RISCHIO ANCHE PER LE
AZIENDE?
Le nostre azioni istituzionali sono azioni correttive che si esplicano attraverso emissione di un
verbale di prescrizione che verr portato a termine amministrativamente e non penalmente nel
momento in cui si sanata la situazione.
Per questo il granello di sabbia nel deserto, perch per uno che scopri ce ne sono tanti altri
da inseguire, da cercare. Allora da un lato il momento stesso della visita in azienda un
momento di divulgazione e quindi anche di prevenzione per il futuro.
Ma soprattutto si divulga la cultura della sicurezza nei momenti di partecipazione sotto
qualunque forma, ad esempio con tutto quello che oggi permesso dalla multimedialit. Ma
anche attraverso i seminari e i convegni tradizionali. Informazione che arriva soprattutto anche
ai lavoratori stessi spesso che a volte fanno la manomissione in buona fede, pensando di
agevolare in qualche modo il sistema, se mi permesso il termine.
Perch non pu esserci un input della direzione senza sensibilizzare chi poi sul campo e
viceversa non posso dar linput sul campo quando la direzione tollera certe cose.
Bisogna ammettere una cosa. Nelle aziende strutturate (strutturate con quello che vuol dire in
Italia, dove quando parliamo di grandi imprese non parliamo in termini europei, ma ne
parliamo in termini italiani, la grande impresa italiana assomiglia di pi alla media impresa
europea) si comincia dopo un po di anni a capire cosa vuol dire lapplicazione dellarticolo 30
del D.Lgs.81/08 e quindi lapplicazione di un sistema di gestione della sicurezza, che poi pu
essere associato anche ai sistemi di gestione della qualit e tutti gli altri sistemi di gestione.
Abbiamo gi il riscontro, e dobbiamo farlo comprendere, che un sistema non solo bene
organizzato, ma anche sicuro aumenta la produttivit. Mentre invece lelemento che si va a
introdurre eludendo la sicurezza quello che poi mi fa saltare lorganizzazione.
Diciamo che In questo momento stiamo parlando di aziende strutturate, non della totalit delle
aziende. Per la cultura si sta diffondendo. Anche senza arrivare a dei veri e propri sistemi di
gestione di sicurezza sul lavoro con i relativi modelli organizzativi e gestionali, di fatto si
comincia a comprendere che loperaio che non deve stare a casa due settimane perch ha
perso un dito, di fatto produttivit. E non produttivit fargli perdere il dito.
Lintervista completa allingegner Stefano Arletti, dirigente dellASL di Modena visionabile al
link:
http://www.youtube.com/watch?v=C5TAsZCfS3c
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USO SICURO DELLE SCALE: BUONE PRASSI PRIMA DURANTE E DOPO LUSO
Da: PuntoSicuro
http://www.puntosicuro.it
10 dicembre 2014
Un quaderno tecnico per i cantieri temporanei o mobili offre precise indicazioni per lutilizzo in
sicurezza delle scale portatili. Le buone prassi prima, durante e dopo luso. I riferimenti
normativi sul D.Lgs.81/08.
In questi anni per la prevenzione delle cadute dalle scale sono stati presentati in Italia e in
tutta Europa vari documenti, check list, linee guida che offrono le buone prassi da seguire per
evitare infortuni.
Anche un recente Quaderno Tecnico per i cantieri temporanei o mobili, elaborato dal
Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti
antropici (DIT) dellINAIL, si cimentato su questo tema, presentando tuttavia specifiche
informazioni (prima, durante e dopo luso) per la prevenzione di questa tipologia di cadute nel
comparto edile. Un settore lavorativo in cui la caduta dalle scale ancora un incidente diffuso.
Il Quaderno Tecnico del DIT Scale portatili a cura di Luca Rossi, Luigi Cortis, Francesca Maria
Fagiani, Davide Geoffrey Svampa, Carlo Ratti e Calogero Vitale, sottolinea innanzitutto che per
luso della scala portatile indispensabile attenersi alle indicazioni del fabbricante.
Vengono poi riportate varie indicazioni di cui tener conto prima delluso della scala:
assicurarsi di essere in condizioni fisiche che consentano luso della scala: alcune condizioni
mediche, assunzione di farmaci o abuso di alcol o droghe potrebbero rendere luso della
scala non sicuro;
assicurarsi che sia correttamente posizionata per evitare danni se la si trasporta su un
portapacchi o in un autocarro;
ispezionarla dopo la consegna e prima del primo utilizzo per verificare le condizioni e il
funzionamento di ogni sua parte;
controllare visivamente che non sia danneggiata e che possa essere utilizzata in modo
sicuro allinizio di ogni giornata di lavoro;
effettuare lispezione periodica secondo le istruzioni del fabbricante;
assicurarsi che sia adatta allimpiego specifico;
eseguire una valutazione del rischio in conformit alla legislazione del Paese di utilizzo
prima di utilizzarla sul luogo di lavoro;
verificare il peso massimo ammesso sulla stessa;
verificare le condizioni della superficie di lavoro di appoggio;
verificare lintegrit e la presenza di tutti i componenti, compresi i piedini di gomma o di
plastica che devono essere inseriti correttamente nella loro sede;
non utilizzarla se danneggiata;
verificare che i gradini siano puliti, asciutti ed esenti da oli, da grassi e da vernici fresche;
verificare che non ci siano pericoli potenziali nella zona di attivit, sia in alto vicino al luogo
di lavoro, che nelle immediate vicinanze (ad esempio non usare la scala vicino a porte o
finestre, a meno che non siano state prese precauzioni che consentono la loro chiusura;
non collocare la scala in prossimit di balconi, pianerottoli, senza opportuni ripari o
protezioni; non usare le scale metalliche in adiacenze di linee elettriche);
verificare che per i lavori sotto tensione venga utilizzata solo quella per luso specifico;
verificare se la presenza di altri lavori possa avere interferenze pericolose;
verificare che lo spazio davanti e ai lati della stessa sia libero da ostacoli;
verificare che le condizioni atmosferiche siano adatte (assenza di vento, pioggia, ghiaccio al
suolo, ecc.);
verificare che sia montata nella posizione corretta, ovvero con la corretta angolazione per
una scala di appoggio (angolo di inclinazione circa 1:4), con i pioli o i gradini orizzontali e
completamente aperta per una scala doppia;
verificare che i dispositivi di ritenuta, se previsti, siano completamente bloccati prima
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delluso;
verificare che essa sia posizionata su una base piana, orizzontale e non mobile;
verificare che essa sia appoggiata contro una superficie piana e non fragile e sia assicurata
prima delluso, per esempio legandola o utilizzando un dispositivo di stabilizzazione adatto.
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evitare la salita e la discesa sulla stessa portando materiali pesanti o ingombranti che
pregiudichino la presa sicura;
evitare la salita e la discesa sulla stessa se si soffre di vertigini;
evitare la salita e la discesa sulla stessa quando si stanchi o la funzionalit degli arti
pregiudicata (per esempio: lesioni, dolori ecc.);
vietarne lutilizzo alle donne gestanti.
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