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PASQUALEP ORRO

Avegnachepochi,permalecamminare,
compianolagiornata
Lidealedellafelicitfilosoficaeisuoilimitinel
Conviviodantesco
ARuediImbach,
maestroeamicoprezioso

1. Tra i tanti meriti di Ruedi Imbach c anche quello di aver messo nel
giusto rilievo limportanza che Dante attribuisce al quantificatore tutti
nel riproporre, allinizio del proprio Convivio, nulla di meno che lincipit
della Metafisica aristotelica: tutti li uomini naturalmente desiderano di
sapere (Conv., I, i, 1).1 La clbre sentence sur laquelle souvre la Mta
physique sottolinea ulteriormente Imbach in La dimension politique de
lintellect humain chez Dante trouve [] une interprtation nouvelle,
commeentmoigneledbutduConvivio.Dantecomprendlaphilosophie
ellemme comme une nourriture destine des milliers dhommes,
comme une lumire nouvelle clairant ceux prcisment qui ne font pas
partiedelacommunautdessavantsetdesdoctes.2Vorreiquiprovarea
seguirelatracciadiquestaindicazione,accogliendolinvitoaprenderesul
serio il modo in cui Dante ha sentito il dovere di attribuire un valore
performativo,senonprescrittivo,allaffermazionearistotelica,assumendo
si il compito di divulgare (in volgare, per lappunto) alcuni contenuti
essenziali del sapere filosofico. Certo, il fatto di richiamare lesordio della
Metafisica aristotelica in sede proemiale tuttaltro che isolato nella pro
duzione coeva a Dante, ed sufficiente rivolgere lo sguardo al materiale
raccolto da Gianfranco Fioravanti e Sonia Gentili a questo proposito per
rendersene conto: per non citare che un solo esempio, riportato da en
1 Cf. IMBACH , Ruedi: Dante et la philosophie, in: DERS.: Dante, la philosophie et les lacs.
Paris: Cerf 1996, 135: ma connaissance, Dante est le seul exgte mdival de cet exorde
de la Mtaphysique qui se soit souci de bien comprendre la signification du quantificateur
,tousparlequeldbutelouvrageduStagirite[trad.it.Danteelafilosofia,inD ERS.:Dante,
la filosofia e i laici. Ediz. ital. a cura di PORRO, Pasquale. Milano: Marietti 2003, 137]. Per
quanto riguarda il testo del Convivio, faccio riferimento, qui come in seguito, alledizione
nazionale: DANTE ALIGHIERI : Convivio (= Le Opere di Dante Alighieri. Edizione nazionale a
cura della Societ Dantesca Italiana 3), a cura di BRAMBILLA A GENO , Franca. Firenze: Le
Lettere1995.
2 IMBACH, Ruedi: La dimension politique de lintellect humain chez Dante, in: DERS.:
Dante,laphilosophieetleslacs,189[trad.it.Ladimensionepoliticadell'intellettoumanoin
Dante,inDERS.:Dante,lafilosofiaeilaici,166].

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trambi,leQuaestionesdisputataesuperIIIDeanimadiGraziadiodaAsco
li.3 E tuttavia la stessa Sonia Gentili, che tanto insiste sul ruolo quasi for
mulare di questo topos retorico esordiale,4 come lo definisce, riconosce
altrescheDantenetraeunapersonaleconclusione:iltemadellimpedi
mentoallascienzageneramisericordiapercolorocheinquestostatosi
trovano,etalemisericordiaasuavolta,madredibeneficiounbene
ficio che coincide, nel caso specifico, con latto divulgativo concretizzato
nel Convivio.5 Il desiderio di conoscenza si lega cos, fin dalla presenta
zionedelprogettodelConvivio,aldoveredidiffonderelaconoscenzastessa.
Questo nesso, che come detto di per s particolarmente innovativo,
misembratuttavia attraversatodauna tensionesotterranea,quellachesi
vieneacreare,comesperodipotermostrare,traluniversalitelanatura
lit del desiderio di conoscenza le due caratteristiche evocate congiun
tamentedallacitazionearistotelica.Sipotrebbeineffettiosservarechean
che nei confronti di questa beatitudine terrena o salvezza intramondana
moltisonoichiamati,epochiglieletti:perchperquantotuttiepernatu
radesiderinoconoscere,pochiriesconopoiacompierelagiornata(come
si dice in Convivio, IV, xiii, 7), ovvero pochi riescono a conquistare la su
premafelicitincuiconsisteilcompimentoditaledesiderionaturale:
Manifestamente adunque pu vedere chi bene considera, che pochi riman
gonoquellicheallabitodatuttidesideratopossanopervenire,einnumerabili
quasisonolimpeditichediquestocibosemprevivonoaffamati(Conv.,I,i,
6).

Questo scarto o discrepanza lascia insinuare il dubbio che la natura sia


orientatainquestocasoversoqualcosachedovrebbecorrisponderealles
senza specifica di ogni uomo, ma che resta di fatto precluso alla maggior
parte degli individui. Ma pu essere o chiamarsi ,naturale ci che non
raggiungeilpropriofinehseptpol,utinpluribus,nellamaggiorparte
dei casi? Si pu veramente chiamare naturale ci che spinge, come reci
tanoleprimelineedelConvivio,versoqualcosachesirivelapoifintroppo
spesso irraggiungibile? questa la difficolt che mi sembra emergere dal
3Cf.GENTILI,Sonia:Ilfondamentoaristotelicodelprogrammadivulgativodantesco:Conv.
I, in: PICONE , Michelangelo/C ACHEY, Theodore J. Jr./MESIRCA , Margherita (Hgg.): Le culture
di Dante. Studi in onore di Robert Hollander. Firenze: Franco Cesati 2004, 179, n. 1; GENTILI,
Sonia: Luomo aristotelico alle origini della letteratura italiana. Roma: Carocci Universit
degli Studi di Roma La Sapienza 2005, 133134; FIORAVANTI, Gianfranco: Desiderio e limite
dellaconoscenzain Dante,in: BIANCHI,Luca/C RISCIANI, Chiara(Hgg.):Forme e oggetti della
conoscenza nel XIV secolo. Tavarnuzze (Firenze): SismelEdizioni del Galluzzo [in corso di
pubblicazione].Sullapresenzadellincipitaristotelicoinalcunisermonianonimidellaprima
metdelXIVsecolosivedaancheFIORAVANTI ,Gianfranco:Sermonesinlodedellafilosofia
e della logica, in: BUZZETTI, Dino/FERRIANI , Maurizio/T ABARRONI , Andrea (Hgg.): Linsegna
mento della logica a Bologna nel XIV secolo. Bologna: Istituto per la storia dellUniversit
1992,165185.
4GENTILI:Luomoaristotelico,134.
5GENTILI:Luomoaristotelico,143.

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progetto stesso del Convivio, e che vorrei appunto provare a considerare,


esaminandodapprimailmodoincuiDanteimpostalaquestionedegliim
pedimenti o limiti che si oppongono al desiderio universale/naturale di
conoscenza,eaggiungendopoi,nelleconclusioni,qualcheosservazionein
tornoacichedaquestatensioneforsepossibilericavareintornoallan
nosaquestionedelrapportodiDanteconilcosiddetto,averroismo.

2. Si potrebbe preliminarmente osservare che i limiti che impediscono o


circoscrivono lappagamento universale del desiderio di conoscere sono,
nelConvivio,diduetipi:alcunisonosoggettivi,nelsensomodernodelter
mine,riguardanociogliindividuichedesideranoodovrebberodesidera
re la conoscenza; altri sono oggettivi, nel senso che riguardano la natura
stessadicichepuodeveessereconosciuto.Dantesisoffermasuilimiti
soggettivisubitodopolesordiocosesplicitamentearistotelicocheabbia
moconsideratofinora.Anchequestanonunanovitinsensoassoluto,o
una peculiarit esclusivamente dantesca, dal momento che il tema com
paretantonellaproduzionedeiteologiquantoinquelladegliartistae.Sar
tuttavia sufficiente mettere rapidamente a confronto lapproccio dantesco
contredegliesempipinotichepossibileprodurreinpropositotratti
rispettivamente uno dallambito teologico (la Summa contra Gentiles di
Tommaso) e due da quello medicofilosofico (la Quaestio de felicitate di
Giacomo da Pistoia, riedita con passione e perizia da Irene Zavattero, e il
DesummobonodiBoeziodiDacia)percoglieregiforsequalchediffe
renzasignificativa.
Com ben noto, i limiti principali che impediscono a molti o alla
maggiorpartedegliuominidiacquisireunabitopropriamentescientifico,
inmododarispondereallorofineessenzialeespecifico,sonoperDantedi
quattrotipi,dueintrinseciedueestrinseci:
Veramente da questa nobilissima perfezione molti sono privati per diverse
cagioni, che dentro alluomo e di fuori da esso lui rimovono dallabito di
scienza. Dentro dalluomo possono essere due difetti e impedi[men]ti: luno
dalla parte del corpo, laltro dalla parte dellanima. Dalla parte del corpo
quandolepartisonoindebitamentedisposte,schenullariceverepu,sco
mesonosordiemutielorosimili.Dallapartedellanimaquandolamalizia
vinceinessa,schesifaseguitatricediviziosedilettazioni,nellequaliriceve
tanto inganno che per quelle ogni cosa tiene a vile. Di fuori dalluomo pos
sono essere similemente due cagioni intese, luna delle quali induttrice di
necessitade, laltra di pigrizia. La prima la cura familiare e civile, la quale
convenevolemente a s tiene delli uomini lo maggior numero, s che in ozio
dispeculazioneesserenonpossono.Laltralodifettodelluogodovelaper
sona nata e nutrita, che tal ora sar da ogni studio non solamente privato,
madagentestudiosalontano(Conv.,I,i,24).

TalilimitihannoperDanteunaprecisavalenzaassiologica:

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Leduediquestecagioni,ciolaprimadallaparte[didentroelaprimadalla
parte]difuori,nonsonodavituperare,madaescusareediperdonodegne;le
due altre, avegna che luna pi, sono degne di biasimo e dabominazione
(Conv.,I,i,5).

Sono dunque da scusare i difetti corporei e gli impegni dettati dalla cura
famigliareecivile;nonsonoscusabili,madegnidiriprovazione,lapigrizia
chefaschenonsicerchinoluoghiprovvistidistudioegentestudiosa,e
la malizia che distoglie lanima da ci che invece essa dovrebbe natural
menteperseguire.QuestagrigliaassiologicaserveaDanteperidentificare
con precisione anche i destinatari dellopera, ovvero del proprio progetto
didivulgazione:inprimoluogoilaicidistoltidallattivitcontemplativaa
causadegliimpegnifamigliariecivili,einmodosubordinatoesecondario
ipigri.
Proviamo ora a considerare il luogo della Summa contra Gentiles che
vienespessoevocatocomefontepiimmediatadiquestadistinzionedan
tesca,ecioilc.4delIlibro.superfluosottolinearecomeilcontestoelo
scoposianoinquestocasoevidentementeassaidiversi:dopoaverdistinto
due diverse serie di verit, Tommaso non intende spiegare, in negativo,
come mai alcuni non arrivino al possesso della conoscenza e della felicit
che da essa consegue, ma, in positivo, come mai anche ci che raggiun
gibileconlasolaragionevengapresentatodalcristianesimocomeoggetto
di fede; il problema, quindi, quello di spiegare come mai ci che pu
essereconosciutodebbaessereanchecreduto.Tommasofornisceaquesto
riguardotreragioniprincipali;seinfattitaliveritfosseroaffidateallasola
indaginerazionale:
a)solopochiuominipotrebberoraggiungerela conoscenzadi Dio,dal
momento che la gran parte dellumanit non avrebbe i mezzi per perve
nirviscientificamente;6
6 THOMAS DE A QUINO: Liber de veritate catholicae Fidei contra errores infidelium seu
Summa contra Gentiles. Textus Leoninus diligenter recognitus, cura et studio P. MARC,
coadiuv.C.PERA etP.CARAMELLO.TauriniRomae:Marietti19611967,I,c.4:Hocautemde
illa primo ostendendum est quae inquisitioni rationis pervia esse potest: ne forte alicui
videatur, ex quo ratione haberi potest, frustra id supernaturali inspiratione credendum tra
ditum esse. Sequerentur autem tria inconvenientia si huiusmodi veritas solummodo rationi
inquirendarelinqueretur.UnumestquodpaucishominibusDeicognitioinesset.Ilrimando
a questo capitolo della Contra Gentiles (insieme a quello allExp. in Metaph. dello stesso
Tommaso, I, lect. 1, 4) si ritrova, per non citare che due esempi classici, nel commento di
BusnellieVandellieinquellodiVasolieDeRobertis.Comegiustamenterilevatoancorada
Imbach, Tommaso potrebbe aver tenuto anche in considerazione gli impedimenti (citati
esplicitamentenelSuperBoetiumDeTrinitate,q.III,art.1)elencatidaMosMaimonidea
proposito della scienza divina nel c. 34 della Prima Parte della Guida dei perplessi: 1. la
difficoltdellacosains;2.lapochezzadituttelementiumaneailoroinizi;3.lalunghezza
deglistudipreliminari;4.lepredisposizioninaturalieilcarattere,dacorreggerepreliminar
menteattraversolevirtetiche;5.ilfattodidoversioccuparedellenecessitdelcorpo,che
rappresentalaprimaperfezione,unitoalfattodidoversioccuparedellamoglieedeifigli.
Cf. MOS MAIMONIDE: La guida dei perplessi. A cura di ZONTA, Mauro. Torino: Utet 2003,

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b) quei pochi che sarebbero in grado di giungervi, vi arriverebbero a


lorovoltadopomoltotempoecongrandefatica, dalmomentochelaco
noscenza razionale delle realt divine presuppone (tra laltro) un lunghis
simotirociniofilosofico;7
c) in terzo luogo, molte delle verit raggiunte non sarebbero del tutto
immuni dal dubbio, data la debolezza della ragione umana, che si lascia
spesso condizionare dallimmaginazione e cade cos nella falsit e neller
rore.8
laprimamotivazionequellachequimaggiormenteciinteressa:aso
stegnodiessa,Tommasoadduceulteriormentetremotivi:
A fructu enim studiosae inquisitionis, qui est inventio veritatis, plurimi
impediuntur tribus de causis. Quidam siquidem propter complexionis indis
positionem,exquamultinaturalitersuntindispositiadsciendum:undenullo
studio ad hoc pertingere possent ut summum gradum humanae cognitionis
attingerent, qui in cognoscendo Deum consistit. Quidam vero impediuntur
necessitate rei familiaris. Oportet enim esse inter homines aliquos qui tem
poralibusadministrandisinsistant,quitantumtempusinotiocontemplativae
inquisitionis non possent expendere ut ad summum fastigium humanae in
quisitionis pertingerent, scilicet Dei cognitionem. Quidam autem impediun
tur pigritia. Ad cognitionem enim eorum quae de Deo ratio investigare po
test,multapraecognoscereoportet:cumferetotiusphilosophiaeconsideratio
ad Dei cognitionem ordinetur; propter quod metaphysica, quae circa divina
versatur, inter philosophiae partes ultima remanet addiscenda. Sic ergo non
nisi cum magno labore studii ad praedictae veritatis inquisitionem perveniri

144151; IMBACH, Ruedi: Ut ait Rabbi Moyses. Maimonidische Philosopheme bei Thomas von
AquinundMeisterEckhart,in:CollectaneaFranciscana60(1990)99115,poianchein:DERS.:
Quodlibeta.AusgewhlteArtikel/Articleschoisis.FreiburgSchweiz:Universittsverlag1996,
333349(inpart.339340).
7THOMAS DE A QUINO:SummacontraGentiles,I,c.4:Secunduminconveniensestquod
illi qui ad praedictae veritatis inventionem pervenirent, vix post longum tempus pertin
gerent. Tum propter huius veritatis profunditatem, ad quam capiendam per viam rationis
nonnisipostlongumexercitiumintellectushumanusidoneusinvenitur.Tumetiampropter
multa quae praeexiguntur, ut dictum est. Tum etiam propter hoc quod tempore iuventutis,
dum diversis motibus passionum anima fluctuat, non est apta ad tam altae veritatis cogni
tionem, sed in quiescendo fit prudens et sciens, ut dicitur in VII Physic. Remaneret igitur
humanum genus, si sola rationis via ad Deum cognoscendum pateret, in maximis ignoran
tiae tenebris: cum Dei cognitio, quae homines maxime perfectos et bonos facit, non nisi
quibusdampaucis,ethisetiamposttemporislongitudinemproveniret.
8 THOMAS DE A QUINO: Summa contra Gentiles, I, c. 4: Tertium inconveniens est quod
investigationirationishumanaeplerumquefalsitasadmiscetur,propterdebilitatemintellec
tusnostriiniudicando,etphantasmatumpermixtionem.Etideoapudmultosindubitatione
remanerent ea quae sunt etiam verissime demonstrata, dum vim demonstrationis ignorant;
etpraecipuecumvideantadiversisquisapientesdicuntur,diversadoceri.Intermultaetiam
veraquaedemonstrantur,immisceturaliquandoaliquidfalsum,quodnondemonstratur,sed
aliqua probabili vel sophistica ratione asseritur, quae interdum demonstratio reputatur. Et
ideooportuitperviamfideifixamcertitudinemetpuramveritatemderebusdivinishomini
busexhiberi.

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potest.Quemquidemlaborempaucisubirevoluntproamorescientiae,cuius
tamenmentibushominumnaturalemDeusinseruitappetitum. 9

Le differenze rispetto alla successiva esposizione dantesca possono essere


colte con relativa facilit: innanzi tutto, i limiti per Tommaso non sono
quattro,comeperDante,matre;insecondoluogo,cicheTommasonon
menziona per altro proprio la causa che per Dante pi riprovevole (il
predominiodellepassioni);infine,lapigriziaintesadaTommasoinrife
rimento allapplicazione di ciascuno allo studio, e non al fatto di non
volersi spostare, qualora nella propria citt manchino le istituzioni o le
persone che rendano possibili lo studio. Veramente in comune sono dun
quesolo iriferimentiallacomplessionecorporeae allacuradellecosefa
migliariecivili.Masoprattutto,nonsipufareamenodisottolineareco
me per Tommaso i limiti si riferiscano alla possibilit di praticare una
sorta di tirocinio filosofico per giungere alla conoscenza di Dio, mentre
Dante intende porre in evidenza i limiti che impediscono agli uomini di
realizzarelapropriaessenza.Echenonsitrattiaffattodellastessacosa,a
dispettodelleapparenze,confermatoinmodopalesedalfattocheTom
maso chiude le sue osservazioni intorno agli impedimenti facendo riferi
mentoaldesiderionaturalediconoscereDio,cheinvecepropriociche
ilDantedelConvivio,comnotoecomeavremomododiricordareancora
tra poco, nega. Gli impedimenti a cui fa riferimento Tommaso non sono
cosostacoliinaggirabili:essipresuppongonopiuttostoilfattocheildesi
derio naturale di conoscenza sia destinato a essere appagato soprannatu
ralmente,mentreDanteparladellafelicitconseguibileinquestomondo.
Equestociriporterebbeimmediatamente,piuttosto,indirezionedegli
artistae.Iltemadeilimitidellaconoscenza,comegisidiceva,benpre
senteadesempioinGiacomodaPistoia:
Ad perveniendum igitur ad nobilissimum intelligere speculando prius opor
tet amovere impedimenta quae retrahunt hominem a veritatis speculatione,
secundogradatimprocederesecundumordinemspeculabilium. 10

TaliimpedimentasonoperGiacomoprincipalmentedue:laffectioetpassio
appetitus sensitivi, ovvero le passioni dellanima (e in particolare quelle
collegate allamore, allira e allavarizia) e linfirmitas et disgressio corpo
ris.11Ugualmente,ancheBoeziodiDaciasottolineaesplicitamenteilruolo
negativo delle passioni e soprattutto quello dellinordinata concupiscen

9T HOMASDEAQUINO :SummacontraGentiles,I,c.4.
10 IACOBUS DE PISTORIO: Quaestio de felicitate, in: ZAVATTERO, Irene: La Quaestio de
felicitatediGiacomodaPistoia.Untentativodiinterpretazioneallalucediunanuovaedizio
ne critica del testo, in: BETTETINI , Maria/PAPARELLA, Francesco D. (Hgg.): Le felicit nel Me
dioevo.LouvainlaNeuve:FIDEM 2005,402403,ll.217220.
11I ACOBUSDEP ISTORIO :Quaestiodefelicitate,403,ll.222224.

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tia.12Sitrattadunquedilimitiintrinseci:alcontrariodiDanteeTommaso,
non sono invece menzionati gli impedimenti estrinseci (anche se vero
che Giacomo dichiara di citare solo alcuni degli impedimenti effettivi:
Impedientia autem a veritatis speculatione et si multa sint, duo videntur
esse precipua).13 Linsistenza sui limiti fisici, dato anche il tenore
complessivodellaQuaestiodiGiacomo,nondestaalcunasorpresa:daltra
parte,comemostratodaLucaBianchi,sitrattadiunluogochericorrefre
quentemente nei testi degli artistae, in riferimento soprattutto agli orbati
di Eustrazio.14 invece degno di nota il fatto che gli artistae sembrano
prestare meno attenzione ai fattori esterni: essi non risultano del tutto
taciutiotrascurati,mavengonoridottiprincipalmenteoalleccessivaindi
genza o allazione negativa dei condizionamenti sociali (ovvero, per usare
leparoledellostessoLucaBianchi,alpesodeipregiudiziassorbitiduran
te linfanzia e consolidati dalla consuetudo)15. Ad esempio, Sigieri di Bra
bante(inunframmentodellareportatiodiMonacorelativoalIIlibrodella
Metafisica)concedechecolorochenondantseinquisitioniveritatis,quia
occupati sunt in quaerendo necessaria ad vitam [] non sunt vituperan
di.16 Ma in generale, per continuare a citare ci che molto efficacemente
scriveva Bianchi, il destino del vulgus non suscitava apprensioni, anzi
nemmenodivenivaquelproblemateoricocheparrebbeovvioanoi:imba
razzati dalla proposta di un obiettivo dato per universale e naturale pur
sapendolo concretamente irraggiungibile ai pi, sorpresi dallequivalenza
frafilosofoeuomo,chementreleproponevaunideale,divinizzazione,re
legavalumanitreale,nellasuastragrandemaggioranza,adunlivellosub
umano.17 Lascesi filosofica, a differenza del tirocinio filosoficoteologico
richiamato da Tommaso, non sembra cos per gli artistae ammettere lin
terferenza di cause esterne o come anche si potrebbe dire: i teologi si
mostranopiindulgentiecomprensividei,filosofi,enonpotrebbeessere
diversamente, per non compromettere fin dal principio la pretesa alluni
versalitdellafedecattolica...

12 B OETHIUS DACUS: De summo bono (= Corpus Philosophorum Danicorum Medii Aevi.


Boethii Daci Opera 6/2). Ed. GREENPEDERSEN, Niels Jrgen. Hauniae [Kbenhavn]: G.E.C.
Gad1976,373,ll.106112.
13I ACOBUSDEP ISTORIO :Quaestiodefelicitate,403,ll.222223.
14BIANCHI,Luca:Filosofi,uominiebruti.Noteperlastoriadiunantropologia,averroista,
in: DERS.: Studi sullaristotelismo del Rinascimento (= Subsidia Mediaevalia Patavina 5). Pa
dova:IlPoligrafo2003,4647esoprattutton.16.
15 B IANCHI, Luca: Il vescovo e i filosofi. La condanna parigina del 1277 e levoluzione
dellaristotelismoscolastico(=Quodlibet6).Bergamo:PierluigiLubrinaEditore1990,156.
16SIGERUSDE B RABANTIA :InIIMetaph.(fragmenta)[Clm9559].Ed.D UNPHY,William,in:
Siger de Brabant. Quaestiones in Metaphysicam. dition revue de la reportation de Munich.
Texte indit de la reportation de Vienne. LouvainlaNeuve: ditions de lInstitut Suprieur
dePhilosophie1981,419,ll.6365.
17BIANCHI:Ilvescovoeifilosofi,156157.

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Ora,sonoproprioquestilimitiesternigliimpedimenticioforseme
no chiamati in causa dagli artistae quelli che Dante intende rimuovere.
Gi qui si manifesta, come credo, uno scarto rispetto alla produzione che
secondo lopinione corrente avrebbe prevalentemente ispirato il progetto
del Convivio uno scarto che non mi sembra essere stato notato a suffi
cienza, ad eccezione di Cheneval nel suo commento alla traduzione tede
scadellopera.18Laverapeculiaritdellapprocciodantescostadunquenel
fattoche,dopoaverrichiamatoildesideriouniversalediconoscenza,Dan
tespostaimmediatamentelattenzionesullecondizionieffettivediaccesso
al sapere filosofico, individuando i limiti interni e soprattutto esterni che
impedisconodifattoatuttigliuominidipoterperseguiretalefine,eancor
pi decidendo di contribuire in prima persona alla rimozione di alcuni di
questilimitiattraversolelaborazionediuntrattatodidivulgazionefiloso
fica in lingua volgare. La stessa idea di divulgazione si oppone del resto
intrinsecamente a ogni forma di elitarismo filosofico. Se insomma, secon
dolacelebretesidiWieland,19ilveroeventochesegnalariflessioneetica
nella seconda met del XIII secolo labolizione delloriginaria differenza
aristotelica tra ,filosofo e ,uomo evento che Wieland riconduceva agli
artistaeeinparticolareaBoeziodiDacia,ildiscriminetraDanteemolti
deisuoicontemporaneipassaattraversoladeterminazionedelmodoincui
sipuodeveintenderequestanuovaidentificazionetra,uomoe,filosofo:
come espulsione dei nonfilosofi dallambito ristretto della vera umanit,
coscomesembranosuggerirealcuniartistae,oppureindirezioneesatta
menteoppostacomeiltentativodiriportareilpipossibiledellumanit
alla mensa dei filosofi. Se insomma i cosiddetti ,averroisti latini, o per
meglio dire quelli che per un certo periodo sono stati chiamati ,averroisti
latini,scelgonodichiaratamentela primastradao nonsipongonoaffatto
ilproblema,Dantetentainvecediintraprenderelaseconda.Egiquesto
18Cf.DANTE ALIGHIERI :DasGastmahl.ErstesBuch,bersetztv.R ICKLIN,Thomas,einge
leitetundkommentiertvonC HENEVAL,Francis(=PhilosophischeBibliothek466).Hamburg:
Felix Meiner Verlag 1996, 8081: Im Gegensatz zu Thomas von Aquino oder Johannes von
Jandun,diediehchsteGlckseligkeitentwedererstineinemLebennachdemTodeoderin
einer elitren Gruppe von Philosophen verwirklicht sehen, und fr die die einfhrenden
berlegungenzurVerhinderungderWissenschaftweiterkeinewissenschaftlicheBedeutung
haben, sondern dazu dienen mgen, ihren Status als Kleriker oder Universittslehrer zu
zelebrieren, macht Dante die Reflexionen ber die Verhinderung von Wissenschaft zum
eigentlichen Anla seines philosophischen Unternehmens. Zum Ausdruck kommt dabei
Dantes grundstzlich praktische Einstellung zur Philosophie, der es nicht gengt, die theo
retischeMglichkeitdesWissenshabitusbeiallenMenschenzubedenken,sonderndiever
sucht,diesezuaktualisieren.EsgehtDanteumdasdurchWissenschaftzuerlangendeGlck
dergrtmglichenZahlallerMenschen.
19 Cf. WIELAND, Georg: Happiness. The Perfection of Man, in: KRETZMANN, Norman/
KENNY, Anthony/PINBORG, Jan (Hgg.): The Cambridge History of Later Medieval Philosophy.
Cambridge: Cambridge University Press 1982, 681: Thus Boethius abolishes the difference
between ,man and ,philosopher, which was so important in Aristotelian ethics: the philo
sopheristheepitomeofman;allotherssimply,donotleadtherightlife.

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misembraunulterioresegnodiunadistanzaessenzialetraDanteeun
certoambientecollegatoalleartes.

3.Certo,nonsipudirecheDantesia deltuttoimmunedallatentazione
dellelitarismo, come proprio alcune espressioni del Convivio sembrano
testimoniare.Coscome,daltraparte,bisognerebbeanchericordarecome
lelitarismodifeso,piomenoesplicitamente,daalcuniMaestridelleArti,
nonabbianessunavalenzaimmediatamente,classista:unavoltacrollatoil
mitodellesistenzadiunpresunto,averroismopolitico,diventatopossi
bile mostrare, come ha fatto ancora Luca Bianchi nel suo bel saggio su
Filosofi,uominiebruti,chemalgradounprofondoaristocratismointellet
tualistico, che poneva una rigida equivalenza fra filosofo e uomo, i cosid
detti ,averroisti del XIII e XIV secolo non elaborarono una vera teoria
delladisuguaglianza,eanzilasciaronoingenerecaderealcunispuntipre
senti in Averro che spingevano in questa direzione20 spunti che
sarebberoinvecestatiripresinelRinascimento.Cinonannullatuttavia
a mio giudizio le differenze: lelitarismo a cui Dante sembra far ancora
riferimento,ochesembracomunqueriaffacciarsinelConvivio,halavalen
za di un monito etico lo stesso monito che Alberto Magno e Boezio di
Dacia avevano rilanciato appropriandosi dellanatema di Davide Giudeo
Vae vobis hominibus qui computatis estis in numero bestiarum,21 ovvero
unappelloariappropriarsidellaproprianatura.Seilverouomofilosofo,
noncisipulimitarealamentarsi,comeabbiamolettoinBoeziodiDacia,
chepaucissimihominum,dequodolorest,studiosapientiaevacantinor
dinataconcupiscentia[]etistisuntphilosophi,22maoccorreadoperarsi
per rimuovere gli ostacoli esterni che si frappongono a questa nuova
identificazione (la costruzione di unumanit filosofica), vituperando solo
colorochevirinuncianooperpigriziaoperseguirelepassionidellanima
sensitiva. Per Dante, ,uomo non termine equivoco, che si dice impro
priamente di chi non filosofo: non c nessuna differenza specifica tra il
filosofo e il resto dei bipedi mortali dotati di intelletto; c piuttosto il
doverepertuttidicoltivarelessenzaspecificaedisoccorrere,sepossibile,
chiviimpedito.

20BIANCHI:Filosofi,uominiebruti,43.
21Cf.inpropositoBIANCHI :Ilvescovoeifilosofi,183,n.47;F IORAVANTI ,Gianfranco:Desi

derio di sapere e vita filosofica nelle Questioni sulla Metafisica del ms. 1386 Universitts
bibliothekLeipzig,in:MOJSISCH,Burckhardt/PLUTA ,Olaf(Hgg.):HistoriaPhilosophiaeMedii
Aevi. Studien zur Geschichte der Philosophie des Mittelalters. Amsterdam: B.R. Grner 1992,
271283,inpart.282283;RICKLIN,Thomas:Vonden,beatioresphilosophizum,optimussta
tus hominis. Zur Entradikalisierung der radikalen Aristoteliker, in: AERTSEN, Jan A./SPEER,
Andreas(Hgg.):Geisteslebenim13.Jahrhundert(=MiscellaneaMediaevalia27).Berlin:W.de
Gruyter2000,inpart.221222.
22BOETHIUS DACUS:Desummobono,373,ll.110111;374,ll.138139.

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398

PasqualePorro

DanteconoscebeneipassaggidiAverrointornoallequivocitdelter
mine ,uomo (il Proemio del Commento alla Fisica e soprattutto il Grande
Commento al III libro del De anima) e anzi, come vedremo, cita uno di
questi passaggi in uno dei luoghi pi delicati del Convivio, ma la novit
dellasuainterpretazionecheiconfinitrafilosofieuomininonsonofissi;
eproprio perchsi possonoforzare,comeDantecerca appuntodifare,si
puammettereunosmositrabestieeveriuomini:
Ohbeatiquellipochicheseggionoaquellamensadovelopanedelliangeli
simanuca!emiseriquellichecollepecorehannocomunecibo!Maperche
ciascuno uomo a ciascuno uomo naturalmente amico, e ciascuno amico si
duoledeldifettodicoluichelliama,colorocheacosaltamensasonocibati
non sanza misericordia sono inver di quelli che in bestiale pastura veggiono
erbaeghiandese[n]giremangiando(Conv.,I,i,78).

Quinoncsoltantounappellogenericoallamisericordia,oallagiustizia
intesa agostinianamente come necessit di subvenire miseris; c anche e
soprattutto il resoconto di unesperienza: il passaggio dagli uomini in
sensoequivocoodeboleaifilosofiperDantepossibilepoicheglistesso
lhacompiuto;peravernefattoesperienza,puteorizzarlocomecompitoe
assumersene il carico, cos come lAgostino delle Confessioni racconta
lesperienzadellagraziaimmeritataeirresistibileesiassumeilcompitodi
prepararvi gli altri (non un caso che Dante, nel purgare il pane del
Conviviodallesuemaculeaccidentali,paragoniilsuotentativoproprioalle
Confessioni:lecitoparlaredisperesserediammaestramentoedesem
pioaglialtri).23Insomma,Dantestessohaattraversatoilconfine,edunque
losmosipossibile:
Eioadunque,chenonseggioallabeatamensa,ma,fuggitodellapasturadel
vulgo,apiedidicolorocheseggionoricolgodiquellochedalorocade,eco
nosco la misera vita di quelli che dietro mho lasciati, per la dolcezza chio
sentoinquellocheapocoapocoricolgo,misericordievolementemosso,non
medimenticando,perlimiserialcunacosahoriservata,laqualealliocchilo
ro,gipitempo,hodimostrata;eincilihofattimaggiormentevogliosi
(Conv.,I,i,10).

IlprogettodelConviviodunque,semisiconsentelespressione,quellodi
un allargamento dellumanit, nel senso tecnico in cui ne parla oggi ad
esempio Martha Nussbaum, e ci forse spiega il tono messianico che
spessoloperaassume,soprattuttonellachiusadelItrattato.

4. Ma quanto in concreto realistico o fattibile questo progetto? E quali


riaggiustamenticomportarispettoalmodostessodiintenderelafilosofia?
Il principale mi sembra consiste proprio nel ridimensionamento
delloggettoedellastessafinalitdellafilosofia,conladrasticaeinaudita
23Conv.,I,ii,14.

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LidealedellafelicitfilosoficaeisuoilimitinelConviviodantesco

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esclusione dal suo ambito e dal suo intento della conoscenza delle
sostanze separate. Nel passo prima citato della Summa contra Gentiles di
Tommaso,comesiricorder,lessenzialedellafilosofiavenivariportatoal
fattodioccuparsiquasiinteramentediDio.Nonevidentementesorpren
dente che i teologi si esprimano in questo modo. Ma in realt, e questo
quel che pi mi interessa, lo stesso ci che affermano gli artistae, se si
rinuncia evidentemente alla caratterizzazione ideologica e anacronistica
che ne fa degli atei o illuministi ante litteram. Se prendiamo ad esempio
ancorailDesummobonodiBoeziodiDacia,troviamosenzaltroallinizio
qualcosa che ci sembra affine alla clamorosa rinuncia dantesca (oportet
quod aliquod summum bonum sit homini possibile. Non dico summum
bonum absolute, sed summum sibi, bona enim possibilia homini finem
habentnecproceduntininfinitum)24,madifattolecosestannopoiassai
diversamente: il cuore dellopuscolo costituito da una sezione in cui si
pone che lintento essenziale e proprio della filosofia la conoscenza del
primo principio. Analogamente, nella Quaestio di Giacomo da Pistoia si
affermachiaramentechelafelicitnonaltrochepensareconcontinui
t,perquantopossibilealluomo,lesostanzeseparateesoprattuttoDio.25
Diolintelligibileottimoenobilissimo:26lintelligibilesupremo(lidea
le della ragione, si sarebbe tentati di dire) che appaga lumano desiderio
naturalediconoscenza.
Credo che questo nuovo scarto dantesco rispetto ai sostenitori della
felicit mentale debba essere ricollegato proprio alla persistenza di
unulteriore limitazione che agli occhi di Dante sembra ostacolare una
compiutaeperfettarealizzazionediquestostessodesiderio:unalimitazio
nequestavoltaoggettiva,eciolimpossibilitdiconseguire,inquestavi
ta,unapienaconoscenzadellesostanzeseparate(difficoltcheDantecer
ca appunto di risolvere espellendo tale conoscenza dal perimetro dello
stesso desiderio naturale: Convivio, III, xv, 710). Poich Paolo Falzone ha
appenapubblicatounlibroimprescindibilesullargomento,27eiostessomi
sono gi occupato altrove di tale questione,28 non intendo ritornarci in
questasede: vorrei peralmenoribadirechequestatesicheunadelle
pi forti e originali del Convivio e che per quel che mi stato possibile
verificarehailsuoretroterrainundibattitotrateologi,pichetraartistae
24BOETHIUS DACUS:Desummobono,370,ll.25.
25IACOBUSDE PISTORIO :Quaestiodefelicitate,401,ll.184186:relinquiturquodfelicitas
nihilaliudsitquamcontinue,sicutpossibileesthomini,intelligeresubstantiasseparataset
praecipueipsumDeum.
26I ACOBUSDEP ISTORIO :Quaestiodefelicitate,400,ll.170171.
27Cf.FALZONE,Paolo:DesideriodellascienzaedesideriodiDionelConviviodiDante(=
PubblicazionidellIstitutoItalianopergliStudiStorici).Bologna:ilMulino2010.
28Cf.P ORRO,Pasquale:Trail,Convivioela,Commedia.Danteeilfortedubitareintor
noaldesiderionaturalediconoscerelesostanzeseparate,in:S PEER, Andreas/WIRMER, David
(Hgg.): 1308. Eine Topographie historischer Gleichzeitigkeit (= Miscellanea Mediaevalia 35).
Berlin:W.deGruyter2010,629660.

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400

PasqualePorro

haunaportataradicalmenteantiaverroista,eperdipiapropositodiun
puntoincuiproprioiteologiritenevanolaposizioneaverroistapreferibile
aquelladichi,comeilSimonidediAristotele,avrebbesuggeritolastessa
sceltafattapoipropriadaDante:megliocheimortalisioccupinodicose
mortali.Certo,cisipotrebbechiedereselapresadiposizionedantescasia
comunquearistotelica,sebbenenonaverroista,mafrancamentemisembra
difficilesostenereanchequestaposizione.
Conviene tuttavia soffermarsi sulle motivazioni di tale scelta, che per
altrosonorichiamate,moltomegliodiquantopossafareio,daRuediIm
bachnelsuocontributoaquestostessovolume:
Veramentepuquialcunofortedubitarecomecisia,chelasapienzapossa
fare luomo beato, non potendo a lui perfettamente certe cose mostrare; con
cisia cosachelnaturale desideriosia[nel]luomodisapere,esanzacom
piere lo desiderio beato essere non possa. A ci si pu chiaramente rispon
derechelodesiderionaturaleinciascunacosamisuratosecondolapossibi
litade della cosa desiderante: altrimenti anderebbe in contrario di se me
desimo, che impossibile ; e la Natura laverebbe fatto indarno, che anche
impossibile.Incontrarioanderebbe:ch,desiderandolasuaperfezione,desi
derrebbe la sua imperfezione; imper chedesiderrebbes sempre desiderare
enoncompieremaisuodesiderio(einquestoerrorecadelavaromaladetto,
e non sacorge che desidera s sempre desiderare, andando dietro al numero
impossibile a giugnere). Averebbe[lo] anco la Natura fatto indarno, per che
nonsarebbeadalcunofine ordinato.Eperlumanodesideriomisuratoin
questavitaaquellascienzachequiaveresipu,equellopuntononpassase
non per errore, lo quale di fuori di naturale intenzione. E cos misurato
nellanaturaangelicaeterminato,inquanto,inquellasapienzachelanatura
diciascunopuapprendere.EquestalaragionepercheliSantinonhanno
traloroinvidia,percheciascunoaggiugnelofinedelsuodesiderio,loquale
desiderio colla bont della natura misurato. Onde, con ci sia cosa che
conoscere di Dio, e di certe altre cose, quello esso , non sia possibile alla
nostra natura, quello da noi naturalmente non desiderato di sapere. E per
questoladubitazionesoluta(Conv.,III,xv,710).

Lacontrazioneoautomutilazionedeldesiderionaturalediconoscenza(un
veroepropriosacrificiumintellectus)dovrebbecosgarantire,dalpuntodi
vistaoggettivo,chetutti omolti possano pervenireallaconoscenzadici
che luomo desidera naturalmente, e dunque alla vera felicit. In conse
guenzadiquestaattitudinedeflazionistica,comesidirebbeoggi,lafiloso
fiaelascienzavengonoaconfigurarsicomeunorizzontefinitoouninsie
me chiuso. Dante lo ribadisce esplicitamente quando, nel IV trattato,
metteildesideriodiacquisizionedelsapereaconfrontoconildesideriodi
acquisiresemprenuovericchezze,ovverometteaconfrontolascienzacon
lavarizia. In un caso come nellaltro, potrebbe obiettare qualcuno, non si
tratta di un desiderio infinito e perci vizioso? La replica di Dante lascia
pochimarginididubbio:

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LidealedellafelicitfilosoficaeisuoilimitinelConviviodantesco

401

Ben puote ancora calunniare laversario dicendo che, avegna che molti
desideriisicompianonelloacquistodellascienza,mainonsivieneallultimo:
chequasisimilealla[im]perfezionediquellochenonsiterminaechepur
uno.
Ancoraquisirispondechenonverocichesioppone,ciochemainon
si viene allultimo: ch li nostri desiderii naturali, s come di sopra nel terzo
trattatomostrato,sonoacertoterminediscendenti;equellodellascienza
naturale, s che certo termine quello compie, avegna che pochi, per male
camminare,compianolagiornata(Conv.,IV,xiii,67).

Ma qui sta tutto il vero problema del Convivio: nonostante il desiderio di


saperesialimitatoefinito,nonostanteancheilcampostessodelloscibile
sia (dal punto di vista della conoscenza naturale) limitato e finito, solo
pochi,permalecamminare,compionolagiornata,ovverolopercorro
nodavveronellasuainterezza.Inverit,anchequestaconstatazionenon
unanovitdantesca,eilmaterialeraccoltoeesaminatodaLucaBianchilo
provaasufficienza:ma,dinuovo,lagrandecesuracheseparaDantedagli
artistaecheperquestiultimilagiornatasicompirebbeconilraggiungi
mento del vertice stesso della speculazione, ovvero con la conoscenza del
primo principio e delle altre sostanze separate, mentre per Dante la gior
nata assai pi corta, e si chiude gi in tarda mattinata, per restare alla
stessa metafora: la giornata di Dante non altro che la piena conoscenza
naturaledelmondounidealecertovastoeambizioso,macomunqueben
pimodesto,infinitamentepimodestodiquello,coltivatosiadaAverro
che dagli artistae, di pervenire in vita a una conoscenza sufficiente delle
sostanzeseparate.
Cos, anche indipendentemente dai limiti ,soggettivi considerati in
precedenza e contro i quali costruito il progetto del Convivio, il rico
noscimento del fatto che sono poi effettivamente in pochi anche coloro
cheriesconoacompierelagiornata,cioapervenirealpossessocomple
to del sapere filosofico, ripropone anche a proposito di questultimo esat
tamente la medesima obiezione che aveva portato allespulsione dallam
bito naturale del desiderio di conoscere le sostanze separate: non si deve
forse ammettere che gli uomini, o almeno la maggior parte di essi, sono
fattiinvistadiunfinechenonriesconoaraggiungere?Selanaturanonfa
nulla indarno, e ciascuno spinto dalla propria natura a conoscere, come
mai tale fine si realizza solo in paucioribus, in minore parte, e non in
pluribus? Questa obiezione appare ancora pi insidiosa e potenzialmente
distruttivasesiconsiderachelinsiemedellescienzefilosoficherappresen
ta appunto per Dante un orizzonte chiuso, o finito, proprio per non
eccedereiconfinideldesiderionaturale.Lautolimitazionedi questultimo,
ilsacrificiodellintellettoprimarichiamato,nonsembracosmetterealri
parodalrischiodifaredelluomounentevotatoallimpossibilitdiconse
guire(salvorareeccezioni)ilpropriofineessenzialeunrischio(dilatato
dallaparzialeinutilitdelsacrificiocompiuto)cheminaccialastessafatti

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PasqualePorro

bilit del progetto del Convivio, cos come viene esposto nelle sue righe
iniziali.

5.Questaappuntolatensioneirrisoltatrauniversalitenaturalitacui
accennavo inizialmente, e che mi sembra permeare lintero Convivio: la
presaincaricodelcompitodellallargamentodellumanit,ovverolopzio
nepraticaversoleffettivauniversalitdelsapere,portaDanteascegliereil
volgareperaggirareparzialmentegliimpedimentisoggettivi,eacontrarre
il desiderio naturale per aggirare parzialmente gli impedimenti oggettivi,
matuttociancorainsufficiente,perchsolopochiuominiconduconoa
buon fine questo percorso facilitato e ridotto, pochi uomini diventano
filosofi,epochiuominidiconseguenzadiventanoveramentefelici.
Si deve allora ammettere che Dante rompe decisamente con uno dei
punti nodali dellaverroismo (la possibilit di conoscere in questa vita,
attraverso lesercizio stesso della speculazione, le sostanze separate), ma
nonriescetuttavia,adispettodellesuestesseintenzioni,aliberarsicom
pletamente di alcuni tratti dellelitarismo antropologico di fondo della
tradizione averroista (solo i filosofi sono pienamente uomini, ma solo
pochi uomini diventano filosofi)? Lunica possibilit di conciliare questi
elementidiversi,senoncontrastanti,nonvaforserintracciatanellostesso
Convivio, ma come ancora Ruedi Imbach aveva gi suggerito nella
prospettivastoricopoliticadellaMonarchia,incuiilconseguimentodella
felicit filosofica sembra essere inteso come un fine specifico, pi che
individuale. Riprendiamo in considerazione lintero passo cruciale della
Monarchia:
Propter quod sciendum primo quod Deus et natura nil otiosum facit, sed
quicquid prodit in esse est ad aliquam operationem. Non enim essentia ulla
creataultimusfinisestinintentionecreantis,inquantumcreans,sedpropria
essentieoperatio;undeestquodnonoperatiopropriapropteressentiam,sed
hec propter illam habet ut sit. Est ergo aliqua propria operatio humane
universitatis,adquamipsauniversitashominumintantamultitudineordina
tur; ad quam quidem operationem nec homo unus, nec domus una, nec una
vicinia,necunacivitas,necregnumparticularepertingerepotest.Queautem
sit illa, manifestum fiet si ultimum de potentia totius humanitatis appareat.
[]
Nam, etsi alie sunt essentie intellectum participantes, non tamen intellectus
earum est possibilis ut hominis, quia essentie tales speties quedam sunt in
tellectualesetnonaliud,etearumessenichilestaliudquamintelligerequod
est quod sunt; quod est sine interpolatione, aliter sempiterne non essent.
Patet igitur quod ultimum de potentia ipsius humanitatis est potentia sive
virtus intellectiva. Et quia potentia ista per unum hominem seu per aliquam
particulariumcomunitatumsuperiusdistinctarumtotasimulinactumreduci
nonpotest, necesseestmultitudinemesseinhumanogenere,perquamqui
dem tota potentia hec actuetur; sicut necesse est multitudinem rerum gene
rabiliumutpotentiatotamaterieprimesempersubactusit:aliteressetdare

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LidealedellafelicitfilosoficaeisuoilimitinelConviviodantesco

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potentiamseparatam,quodestinpossibile.EthuicsententieconcordatAver
rois in comento super hiis que De anima. Potentia etiam intellectiva, de qua
loquor, non solum est ad formas universales aut speties, sed etiam per
quandam extensionem ad particulares: unde solet dici quod intellectus spe
culativusextensionefitpracticus,cuiusfinisestagereatquefacere(Mon.,I,
iii,34,79). 29

Luomo fatto in vista della sua operazione e della sua potenza precipua,
che lintelletto: ma poich nessun intelletto pu essere interamente
attualizzato da un singolo uomo o anche da una qualsiasi comunit limi
tata,necessariocheessosiaattualizzatodalluomoinquantospecie.Ora,
chiarocheDantenonstafacendoquiunaprofessioneesplicitadimono
psichismo, come proprio il paragone con il caso della materia prima
chiarisce(aliteressetdarepotentiamseparatam,quodestinpossibile),eche
questa tesi si allinea a quella pi generalmente aristotelica e peripatetica
del primato della specie sullindividuo (primato ben evidente anche in
Tommaso). Ma il successivo riferimento esplicito ad Averro comunque
degno di nota: per potersi estendere a tutto, anche ai particolari, lin
tellettohabisognodiessereattualizzatoalmassimogrado,edunquedifar
levasullinteraspecieumana.
Come leggere questo rimando esplicito al Grande Commento al De
anima, che pure compare nello stesso Convivio (chi intende lo Comenta
tore nel terzo dellAnima, questo intende da lui; Conv., IV, xiii, 8)? Dob
biamoforse supporre chealla presadidistanzadallaverroismo intornoal
tema capitale della felicit mentale corrisponda un riavvicinamento sul
pianopraticopolitico?Anchesuquesto,inverit,possibilenutrirepidi
unaperplessit.
IlruoloelutilitdiunregimepoliticostannoperDantenellacapacit
dirimuoverealcuniimpedimentiesternideldesideriodiconoscere:garan
tendolapace,lImperopuassicurarelecondizioniessenzialinonsoloper
leserciziodellevirt(comeginelDeregnodiTommaso),maperlostu
dioelaconseguentefelicitdelmaggiornumerodipersone.Masesiguar
da ad Averro, e in particolare allAverro che i Latini non hanno cono
sciuto o hanno conosciuto assai tardi lAverro del Trattato decisivo
sullaccordotralaLeggeelafilosofiailruolopoliticoattribuitoaiprnci
piesattamenteopposto:tenereledistanzetraifilosofielemasse.Gliuo
mini dellinterpretazione vera, cio gli uomini dimostrativi (che, come
scriveAverro,sonotaliperpredisposizionenaturaleoperaddestramento
nellarte della filosofia), costituiscono comunque un gruppo a s: linter
pretazioneavanzatadaquestultimogrupponondeveesserecomunicataai
dialettici, n tanto meno alle masse. Se dunque Dante, relativamente ai
29 Anche per la Monarchia faccio riferimento al testo delledizione nazionale: DANTE
ALIGHIERI :Monarchia(=LeOperediDanteAlighieri.EdizionenazionaleacuradellaSociet
DantescaItaliana5).AcuradiS HAW,Prue.Firenze:LeLettere2009,qui340342.

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PasqualePorro

punti cruciali del desiderio di conoscenza e della felicit mentale, non


averroista, non pu essere considerato neppure per riprendere una di
stinzioneterminologicaadoperataconsuccessoda AlaindeLibera,ru
diano,ciofedeleaunodeipuntidiforzadellaspeculazionediIbnRud,
indipendentemente da ci che i Latini hanno potuto poi effettivamente
leggereinseguitonegliscrittidi,Averro.Inunotticagenuinamenteru
diana, un progetto di divulgazione come quello del Convivio rappresente
rebbeungravissimoerrore,senonunaveraepropriaformadimiscreden
za.ComeIbnRudscriveespressamente,obbligatorioevitarediinserire
interpretazioni allegoriche, pur se corrette, in libri rivolti alle masse. O
ancora: indispensabile che i capi dei musulmani proibiscano la lettura
deilibrichecontengonoelementidiscienza,tranneacolorochesonoesper
ti di scienza. Analogamente, i capi dei musulmani devono proibire tutti i
libri che contengono ragionamenti dimostrativi, tranne a coloro che sono
addestratiaquestotipodiargomentazione.Einfine,percitarelespressio
ne forse pi forte: un fatto di giustizia verso la specie pi eccellente
degliesseriesistentichenericonoscailvaloresolochiprontoaprestare
talericonoscimento,ciolaspeciepieccellentedegliuomini.30giusto,
per Ibn Rud, che si dia questa disuguaglianza: in questa singolare rifor
mulazione dellarbor porphyriana in termini di sociologia della co
noscenza,ifilosofirappresentanodifattounaspeciediversaallinternodel
genereumano.

6.Qualiindicazionisipossonocoglieredallesame,siapurbreve,diquesti
scarti e queste peculiarit dantesche? La prima di quelle che vorrei pro
porre,informabruscaeinevitabilmenteprovvisoria,che,adistanzaor
maidialcunidecenni,forsegiuntoilmomentodicominciarearipensare
il rapporto di Dante con laverroismo, chiedendoci se non sia parador
salmente proprio il tema della felicit mentale a separare Dante dai co
siddetti averroisti latini. Ammesso che sia esistito qualcosa come un
averroismo latino, ci di cui ormai pi che lecito dubitare, la sua
specificit dovrebbe essere individuata proprio nella fiducia philosophan
tium,ovveronellacapacitdipoterpensare,inquestavita,lesostanzese
parate.Nonaffattodettochequestapossibilitdebbapassareattraverso
laconiunctioocopulatiodellintellettopossibileconlealtresostanzesepa
rate: come Gianfranco Fioravanti ha notato, il tema della copulatio anzi
perlopiassenteneitestidiquellichesonostatitradizionalmenteconsi
deratiaverroistilatini,31egialcuniannifaAlaindeLiberaavevanotato
come il monopsichismo averroista fosse incompatibile con letica averroi
30 AVERRO [IBN RUD]: Il trattato decisivo sullaccordo della religione con la filosofia,
introd.,trad.enotediCAMPANINI,Massimo.Testoaraboafronte.Milano:BibliotecaUniver
saleRizzoli1994,9093.
31 Cf. FIORAVANTI , Gianfranco: La felicit intellettuale: storiografia e precisazioni, in:
BETTETINI /PAPARELLA(Hgg.):LefelicitnelMedioevo,112,inpart.1012.

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stadellacontemplazione:ilparadossodellaverroismoetico,perdeLibe
ra,consistevaesattamentenelfattocheperessere,eticodovevacessaredi
essere,averroista.32Maaldildiquesteopportuneeprezioseindicazioni,
non si pu negare che gli artistae pi noti attribuiscano alla filosofia la
funzione primaria di arrivare alla conoscenza del primo principio e della
dipendenzadituttele cosedalprimoprincipio,echefaccianocoincidere
tale conoscenza con la massima felicit conseguibile dalluomo in questa
vita: che esattamente quanto Dante rifiuta nel Convivio. Accomunare
queste due diverse prospettive sotto letichetta comune di felicit men
talerischiadifarperderedivistalatesipiaudace,scandalosaeoriginale
delConviviostesso.Forsenonmaiesistitoneppure,nelmondolatino,un
averroismo etico, categoria storiografica che gli stessi Luca Bianchi e
Alain de Libera hanno cominciato a incrinare o demolire, ma se anche
fosseesistito,noncredocheDantevipotrebbeessereagiustaragioneassi
milato.
In secondo luogo, si potrebbe osservare che se Dante non almeno
intorno a questi punti cruciali ,averroista, non , come detto, neppure
,rudiano(nelsensotecnicoprecisatoinprecedenza),nellamisura in cui
ilprogettodidivulgazionetentatonelConvivioesattamenteloppostodel
progetto di ,isolamento dei dotti suggerito da Ibn Rud nel suo Trattato
decisivo: portare la filosofia a un pubblico pi vasto quanto Ibn Rud
metteesplicitamenteinguardiadalfare.
In terzo e ultimo luogo, se mai ci fosse stata una ragione intrinseca,
teorica,perlinterruzionedelprogettodelConvivio(enonsolounacausa
estrinsecaoaccidentale),sareiportatoacrederecheessasipotrebbeanni
dareproprionelladifficoltdigovernarequestatensionetrauniversalite
naturalit del desiderio di conoscenza con cui si apre lopera in questa
sproporzione tra la sua ambizione e la sua fattibilit. I segni di questa
difficolt mi sembrano possano essere individuati nel ridimensionamento
delle pretese della filosofia ridimensionamento che, contrariamente a
quantosuggeritodaMariaCorti,nessunaristotelicoavrebbemaiconcesso,
e men che meno nessun ,averroista e nella successiva ammissione che,
ancheallinternodiunorizzontecosristretto,soloinpochicompianola
giornata. Valeva allora davvero la pena di operare questa drammatica
automutilazione del desiderio di conoscere per lintera umanit a van
taggiodiqueipochichedannoprovadisapercamminare?Valevalapena
tentarediimbandireunsimileconvivio,maitentatoinprecedenza,sesolo
pochi avrebbero comunque potuto prendervi parte? E valeva la pena
mettere in cantiere un gigantesco esperimento linguistico sulla capacit

32 Cf. DE LIBERA , Alain: Averrosme thique et philosophie mystique. De la felicit


intellectuelle la vie bienheurese, in: BIANCHI , Luca (Hg.): Filosofia e teologia nel Trecento.
Studi in ricordo di Eugenio Randi (= Textes et tudes du Moyen ge 1). LouvainlaNeuve:
FIDEM1994,3356,inpart.39.

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del volgare di veicolare contenuti filosofici, a fronte di un uditorio


comunquecosristretto?Sequestiinterrogativihannounsenso,propriola
frizionetralincipitdelConvivioeletesideflazionisticheavanzatenelIIIe
IVtrattatopotrebbeaverspintoDanteariconsiderareeriaprireilimitidel
desiderionaturalediconoscenza,finoaparlarenellaCommedia,inaperta
antitesiconilConvivio,disetenaturalchemainonsazia(Pg.,XXI,1).
E se cos davvero fosse, il senso della transizione tra il Convivio e la
Commediaandrebbequasirovesciato:adessereingiocononsarebbetanto
labbandono del meramente naturale in vista della grazia, ma proprio la
riapertura ovvero laffrancamento del naturale dai limiti in cui era stato
rinchiuso,costrettoachiederetroppopocoepertroppopochi:seinsomma
si voleva davvero prendere sul serio il tutti dellinizio della Metafisica
aristotelica,bisognavaripensarelambitodel,naturale,facendoscheesso
stesso spingesse verso il proprio superamento. La prospettiva inaugurata
nelConviviosarebbecosandataincontroaunduplice,parallelosviluppo:
da una parte, a un allargamento ,politico del progetto di rimozione degli
impedimentiesternialsapere(lasoladivulgazioneinvolgaredovevarisul
tare insufficiente, senza la condizione generale di pace), dallaltra, alla
riattivazioneoltreilimitineiqualierastatoconfinatodeldesideriona
turalediconoscere.
Che Dante abbia realmente percepito questa tensione, e che questa
possa essere stata una delle ragioni dellinterruzione del Convivio, rimane
naturalmente nulla di pi di unipotesi assolutamente provvisoria e del
tutto personale: ma come scriveva icasticamente la Corti nella chiusa di
Quel rompicapo del finale della Vita nuova (che chiudeva a sua volta La
felicitmentale)sicamminainfondosempreinunaproprietprivata33.E
nella straordinaria propriet privata dellopera dantesca si dovr sempre
distingueretrachisimuoveconlatranquillaeleganzadichiospitefami
liareegradito,comeRuediImbach,echisimuovedaintrusoinmodogof
foemaldestro,comechiscrive.

33 CORTI, Maria: Quel rompicapo del finale della Vita Nuova, in: DIES .: Scritti su Caval
canti e Dante. La felicit mentale, Percorsi dellinvenzione e altri saggi (= Biblioteca Einaudi
149).Torino:Einaudi2003,175.

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