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Lo Zed
Costruzioni futuristiche del
passato presenti sul nostro
pianeta . Uno di questi lo
dello Zed , la famosa torre
di Osiride chiusa nella
piramide di Cheope. Le
domande senza risposta
sulla torre sono ancora
molte e per approfondire la
questione e' necessario
muovere dagli antichi scritti
in nostro possesso e dalle
ipotesi degli studiosi piu'
autorevoli. L'ingegnere
italiano Mario Pincherle,
autore di ben quattro libri
sullo Zed, ritiene che lo Zed sia stato costruito da un'antica civilta' assai evoluta.
Secondo Pincherle, lo Zed si sarebbe inizialmente trovato sulla cima della piramide
a gradoni di Zoser e sarebbe stato trasportato nella Piramide di Cheope in un
secondo momento , a causa del progressivo imbarbarimento dell'umanita' . La
torre di granito , sacra al dio egizio Osiride, sarebbe stata capace di convogliare
l'energia dell'universo. Pincherle, in uno dei suoi scritti, al fine di sostenere che la
piramide fosse una sorta di bunker costruito per proteggere lo Zed , fa notare che
"la parte interna della piramide e' in ricco granito levigato, in onore del prezioso
reperto che custodiva; mentre all'esterno essa e' molto misera, e' in scadente pietra
calcarea di fattura poco pregevole. L'opinione che la piramide non fosse opera degli
egizi viene condivisa dal giornalista scientifico inglese Colin Wilson secondo il quale
la civilta' egizia era assai arretrata tecnologicamente . Ma cosa simboleggerebbe lo
Zed ? . Fra le numerosi ipotesi citiamo quella per cui la torre sarebbe stata la
riproduzione di una colonna vertebrale con quattro vertebre . L'asse verticale del
pilastro sarebbe il simbolo dell'energia che circola liberamente, mentre i quattro
piani orizzontali, in relazione con i punti cardinali, fisserebbero tale energia.
Adagiato a terra lo Zed sarebbe la immagine della morte, eretto, sarebbe simbolo di
resurrezione .
occhi. Tutto l'oggetto alto circa 13 cm., lungo circa 18 e pesa cinque chili e 188
grammi. Varie caratteristiche anatomiche fanno pensare che il cranio sia stato
modellato su quello di una donna. Crani di argilla, legno, osso e conchiglia erano in
uso in tutte le civilt delle Americhe come oggetti rituali connessi con le credenze
relative alla morte e alla rinascita. Tuttavia il cranio della Mitchell-Hedges l'unico
esemplare di cristallo articolato e di grandezza naturale, e la fattura e la cura dei
particolari realistici sono di gran lunga superiori a quelle di altri crani di cristallo
esistenti. Dopo la sua scoperta, vari fenomeni soprannaturali sono stati attribuiti a
questo cranio dalla sua scopritrice e da altri che ne sono venuti a contatto. A detta
della Mitchell-Hedges, i 300 indiani che lavoravano con lei agli scavi si
inginocchiarono e baciarono il terreno quando l'oggetto fu portato alla luce, dopo
di che, pregarono e piansero per due settimane. Frank Dorland, un restauratore
d'arte che fece vari esperimenti col cranio per sei anni, afferm che una volta un
alone lo circond per parecchi minuti, a volte dei suoni acuti, argentini, simili a
scampanellii, riempivano la sua casa, altre volte all'interno del cranio comparivano
veli, luci e immagini di crani, volti, montagne e altri oggetti, mentre in altre
occasioni esso diventava completamente trasparente e talora ne usciva un odore
caratteristico.
Tanto lui e la Mitchell-Hedges quanto altri
osservatori attribuirono al cranio il potere di
influire sui pensieri e sull'umore delle persone. Il
problema dell'origine del cranio reso difficile
dall'impossibilit di datarlo coi metodi attuali.
Non ci sono per altro molte ragioni per dubitare
che si tratti di una produzione dell'America
centrale, ammessa la sincerit della famiglia
Mitchell-Hedges. I crani erano un motivo artistico
comune della regione. Il centro del calendario
azteco era un viso privo di tratti caratteristici, i
crani delle vittime dei sacrifici degli aztechi erano
incrostati a volte di turchese e di ossidiana, e i
mixtec usavano il motivo del cranio nella loro
oreficeria. Poich il cranio fu scoperto in quello
che si direbbe un complesso di templi, pu darsi benissimo che fosse stato usato nei
riti religiosi. Quanto alle sue propriet occulte, non se ne manifest nessuna
nell'anno in cui il cranio fu esposto al Museum of the American Indian di New
York agli inizi degli anni '70. C' da dire per che, mentre ruotava sul suo
piedistallo nel museo, produceva degli smaglianti effetti visivi. Anno 1927, Rovine
Maya di Lubaantun (Belize, tra Guatemala e Portorico). Il suo scopritore e'
Frederick Mitchell-Hedges, un esploratore inglese, che si trova in Sudamerica alla
ricerca di prove sull'esistenza di Atlantide, di cui e' un convinto assertore. Le
ricerche proseguivano ormai da alcuni anni (per l'esattezza dal 1924), cosi' l'uomo
invito' sua figlia adottiva Anna a raggiungerlo. Fu proprio l'attenzione di
quest'ultima, attratta da qualcosa che luccica tra alcune rocce, a portare alla luce
un misterioso reperto. E' un Teschio di Cristallo: la perfetta riproduzione di un
Il geode di Coso
Uno dei primi enigmatici
reperti archeologici di cui si
abbia avuto notizia e' "il geode
di Coso", una pietra
stranamente priva della sua
tipica cavita'. Il 13 febbraio del
1961 tre gioiellieri, Mike
Mikesell, Wallace Lane e
Virginia Maxey , a caccia di
minerali sulle montagne
Californiane di Coso ,
trovarono un geode ricoperto
di fossili nella roccia. Pensando
ad un raro minerale i tre
vollero esaminarlo prima di una eventuale lavorazione. L'oggetto fu tagliato a
meta' con un'apposita sega e nel suo interno fu trovato un oggetto di natura
artificiale. L'oggetto presentava un nucleo di metallo circondato da strati di
materiale simile alla ceramica ed una copertura esagonale in legno.I tre gioiellieri si
rivolsero ad alcuni scienziati: vennero fatte delle radiografie dell'oggetto, ancora
incastrato nella pietra, e si scopri' che era composto da una molla a spirale, un
chiodo ed una rondella . Sembrava la candela di una macchina , ma...di epoca
preistorica dato che le incrostazioni fossili della pietra erano risultate vecchie di 500
mila anni ! Sottoposto ai raggi-X l'oggetto ricorda molto la candela di accensione di
un motore a scoppio. Ulteriori indagini effettuate sulle fotografie e sulle radiografie
rivelano che il pezzo metallico piu' importante dello oggetto, situato nella parte
superiore , non sembra tuttavia corrispondere a nessuna parte della candela
normalmente in uso ai giorni nostri. I gioiellieri misero in vendita il loro tesoro per
25.000 dollari, ma l'offerta non ebbe fortuna dato che nessuno lo acquisto' per
timore di una frode.
Il
meccanism
o di
Antikyther
a
Il meccanismo di
Antikythera un
oggetto di metallo,
scoperto nel relitto
di una nave vecchia
di duemila anni, che
apparentemente
contiene degli
ingranaggi e che
costituisce quindi
una sorta di
strumento . Nel 1900 un gruppo di pescatori di spugne greci scopr i l relitto di una
nave al largo della piccola isola di Antikythera, fra la Grecia e Creta . Spedizioni
archeologiche sottomarine inviate sul posto recuperarono vasellame, statue e
oggetti corrosi , che facevano risalire il relitto a circa 2000 anni prima. Nel 1902 un
archeologo del Museo Nazionale di Atene, Valerios Stais, esamin alcuni di quegli
oggetti e gliene capit fra le mani uno di metallo che divent noto con il nome di
meccanismo di Antikythera. Uno studio pi attento rivel che si trattava di una
scatola che allo esterno aveva dei misuratori e all'interno una massa complessa di
ingranaggi, fra cui almeno venti ruote dentate . Tutte le superfici del congegno
erano ricoperte di iscrizioni greche. Prima della scoperta di quel meccanismo, non
era stato mai rinvenuto o descritto nessun oggetto o congegno paragonabile. Quel
che si sapeva fino a quel momento della tecnologia ellenica escludeva la possibilit
che in quel periodo si potesse costruire un congegno del genere. Sulla base delle
anfore , del vasellame e degli oggetti rinvenuti nel relitto, i ricercatori sono
ragionevolmente sicuri che il naufragio avvenne intorno al 65 a.C. , con un margine
di 15 anni. Un esame delle lettere delle iscrizioni rivela che esse risalgono al primo
secolo a.C. e che non sono certo posteriori alla nascita di Cristo. Questa data
corrisponde alla lingua usata e alla natura dei riferimenti astronomici delle
iscrizioni. L'iscrizione pi estesa, per esempio, fa parte di un calendario
astronomico straordinariamente simile a quello di cui si sa che fu compilato nel 77
a.C.- Attualmente si ritiene assai probabile che quel congegno fosse un calcolatore
astronomico che meccanizzava i rapporti ciclici fra il sistema solare e le stelle.
Forse era installato in una statua e usato come pezzo da esposizione. Forse
Statue impossibili
Chi scolpiva statue, sulla terra, prima dell'uomo? Cominciano a
chiederselo gli scienziati dopo che in diverse parti del mondo
sono state rinvenute manifestazioni artistiche ben pi vecchie
della data di nascita "ufficiale" dell'arte e pi antiche della
stessa specie umana moderna (che sarebbe "emersa" in Africa
attorno ai 200 mila anni fa). Opere che, proprio perch non
sono inseribili nel quadro delle conoscienze consolidate,
vengono tenute in una sorta di limbo e raramente vengono
pubblicate, quasi non esistessero. Ecco tre casi "insoluti".
VENERE PRIMORDIALE . Si tratta di una statuetta di pietra
raffigurante una donna che venne rinvenuta negli anni Ottanta
dell'archeologa israleana Na'am Goren-Imbar nel sito di
Berekhat Ram, nel Golan settentrionale. E' incisa nel tufo
vulcanico e ha forme molto rudumentali: si distinguono
comunque la testa e il corpo e, nell'insieme, ricorda le tipiche "Veneri" paleolitiche.
Con un'unica importante differenza: mentre le pi vecchie fra queste ultime hanno
20-25mila anni, la figurina di Berekhat Ram ne avrebbe 300mila. Una data, che ha
ovviamente suscitato molto scetticismo: ma la Goren-Inbar ha confermato che la
statuetta stata trovata all'interno di uno strato di tufo vulcanico spesso quattro
metri, il che escluderebbe ogni possibilit di frammissioni fra strati geologici
diversi. Attualmente il reperto studiato dal professor Alexander Marschack,
esperto di arte preistorica della Harvard University, che si gi espresso
favorevolmente per quanto riguarda la datazione .
Aerei
precolombiani di
Bogot
In un'antica tomba nel sud
America fu trovato un gioiello
in oro molto originale. Il
reperto, risalente a 1800 anni
fa, venne frettolosamente
classificato come "ornamento
religioso". La sua forma cos
simile ai pi veloci aerei
contemporanei che i tecnici
dell'Aereonautical Institute di New York lo esaminarono approfonditamente. Si
riconoscono le ali a delta, la cabina, il parabrezza, la coda. Attualmente il prezioso
aereoplanino si trova alla State Bank di Bogot (Colombia). Non l'unico
esemplare. Nelle tombe precolombiane sono stati trovati molti altri oggetti simili.
Le lampade
di Dendera
In diversi luoghi
allinterno del tempio
tardo Tolemaico di
Hathor a Dendera, in
Egitto, strani
bassorilievi sulle
pareti intrigano da
anni gli studiosi.
Difficile, infatti, per
loro spiegarne la
natura, sulla scorta
di temi miticoreligiosi tradizionali,
ma nuove e pi
moderne
interpretazioni ci giungono dal campo dellingegneria elettronica. In una camera, il
numero 17, il pannello superiore, mostra alcuni sacerdoti egiziani che fanno
funzionare quelli che appaiono come tubi oblunghi che compiono diverse funzioni
specifiche. Ogni tubo ha allinterno un serpente che si estende per tutta la sua
lunghezza. Lingegnere svedese Henry Kjellson, nel suo libro "Forvunen Teknik"
(tecnologia scomparsa) fece notare che nei geroglifici quei serpenti sono descritti
come "seref", che significa illuminare, e ritiene che si riferisca a qualche forma di
corrente elettrica. Nella scena, allestrema destra, appare una scatola sulla quale
siede unimmagine del Dio egiziano Atum-Ra, che identifica la scatola quale fonte
di energia. Attaccato alla scatola c un cavo intrecciato che lingegner Alfred D.
Bielek identifica come una copia esatta delle illustrazioni odierne che
rappresentano un fascio di fili elettrici. I cavi partono dalla scatola e corrono su
tutto il pavimento, arrivando alle basi degli oggetti tubolari, ciascuno dei quali
poggia su un sostegno chiamato "djed" (lo Zed) che Bielek identific con un
isolatore ad alto voltaggio. Ulteriori immagini trovate allinterno della cripta
mostrano quelle che potrebbero essere altre applicazioni del congegno: sui
bassorilievi si vedono uomini e donne assisi sotto i tubi, come in una postura per
creare una modalit ricettiva. Che tipo di trattamento irradiante vi si stava
svolgendo?
scienza ufficiale fino ad allora non si era mai occupata della mappa di Piri Reis
perch "scomoda". Con ricerche pi approfondite si venne a sapere che
l'Ammiraglio da ragazzo aveva conosciuto un marinaio catturato in una delle sue
scorrerie dallo zio corsaro. Il marinaio aveva navigato con Cristoforo Colombo e
raccont come Colombo consultasse strane mappe diverse da quelle allora
conosciute. Furono queste che ritenute attendibili dal navigante genovese lo
convinsero ad intraprendere il suo viaggio? Altre mappe antiche da quella di
Oronzio Fineo disegnata nel 1532 all'atlante di Mercatore, riportano i confini di un
mondo che all'epoca in cui questi eminenti e accreditati geografi vissero, non
potevano essere conosciuti. Si suppone quindi che anche questi illustri cartografi
abbiano avuto accesso a mappe molto antiche. Anche la Carta Mondiale di Re
Giacomo ci mostra il deserto del Sahara come una terra fertile con laghi e fiumi e
grandi citt. E la Buache World Map ci mostra come l'Antartide fosse un continene
diviso in due grandi isole con un grande mare interno come si potrebbe vedere oggi
se non fosse coperto da 1,5 km. di ghiaccio. Possiamo osare pensare allora, a scanso
della scienza ufficiale, che queste testimonianze scritte, insieme agli innumerevoli e
misteriosi reperti archeologici che affiorano nelle foreste, nei deserti, in localit
distanti tra loro in tutto mondo siano la prova che noi "moderni" non siamo stati i
primi nella lunga storia del nostro pianeta, ma che una grande civilt sia esistita
prima, distrutta da un enorme cataclisma che ne ha cancellato le tracce? Tutto
farebbe supporre di s perch non solo i documenti a cui abbiamo accennato ce ne
danno conferma, ma se volgiamo la nostra attenzione ai miti e alle tradizioni degli
innumerevoli popoli che abitano il nostro pianeta notiamo che tutti hanno un
denominatore comune che preso in esame ci porter inevitabilmente ad una visione
pi ampia e dilatata nel tempo della comprensione delle nostre origini.
La pila di Bagdad
Nel museo di Bagdad conservato un
vaso di argilla di 15cm e mezzo di
altezza contenente un cilindro di
rame di 12cm x4. La parte superiore
del cilindro saldata con una lega 6040 di piombo-stagno e sigillata con
bitume mentre il fondo chiuso con
un disco di rame e sigillato anchesso
con bitume.
Nella parte
superiore vi inoltre
unasta di ferro
abbastanza corrosa sospesa al centro del cilindro di rame. Ora
ovvio che le analogie con una pila elettrica si sprecano.Per la
cronaca il vaso risale a 2000 anni fa circa ed stato scoperto
dallarcheologo australiano Wilhelm Konig.
La pietra di Ica
Ad Ica in Per vi un fisico appassionato
di archeologia , il dottor Javier Cabrera
che in possesso di circa ventimila pietre
decorate con incisioni ad oggi considerate
senza un senso storico. Queste pietre in
andesite grigia (materiale difficilissimo da
incidere per la sua durezza) raffigurano
uomini che cavalcano dinosauri,
operazioni chirurgiche a cuore aperto,
trasfusioni di sangue, tagli cesarei ecc. Il
Professor Cabrera ha ricevuto in dono le
prime pietre da un contadino del posto, e
poi accortosi dellanomalia di alcuni
disegni ha cominciato ad interessarsi a
tali oggetti, ed ha scoperto che la gente
locale solita ritrovare tali pietre sin dal
1500. Purtroppo non semplice analizzare questi oggetti per scoprirne la datazione,
comunque rimangono un mistero.
Sfere misteriose
C' un mistero in Sud
Africa. Da anni, i
minatori del
Transvaal
occidentale, nei pressi
della cittadina di
Ottosdal, continuano
a trovare sfere
metalliche in uno
strato sedimentario
del Precambriano. Le
sfere sono di due tipi.
Il primo
rappresentato da
semplici sfere di
metallo bluastro
chiazzato di bianco.
Le sfere del secondo
tipo sono invece cave,
e al loro interno si
trova un materiale bianco spugnoso. La maggior parte delle sfere ha le dimensioni
di una palla da baseball e la somiglianza, in una di tali sfere, accentuata da tre
linee parallele che ne solcano la superficie. Fino a oggi sono state dissotterrate
centinaia di queste sfere. Per il loro aspetto le si direbbe opera dell'uomo, ma la
loro localizzazione le fa risalire ad almeno 2,8 miliardi di anni fa. Il professor A.
Bisschoff, un noto geologo dell'Universit di Potchefstroom, ritiene che si tratti di
concrezioni di limonite, ma tale teoria presenta parecchi punti deboli. La limonite
una sorta di ferro che si forma dall'ossidazione di diversi minerali ferrosi. E'
comune nelle paludi e in alcuni tipi di roccia sedimentaria, in particolar modo nel
calcare. I pittori la conoscono come una fonte di pigmenti d'ocra e di terra
d'ombra. E' assodata la sua tendenza a formare concrezioni (il termine geologico
per le dure masse rocciose che si formano col tempo intorno a un nucleo centrale),
ma le concrezioni di limonite sono gialle, marroni o nere; certamente non blu a
chiazze bianche. Non le si trova come sfere isolate ma in grappoli, solitamente
saldate l'una all'altra, e non si mai riscontrata su di esse alcuna scanalatura. La
loro durezza, secondo la scala di Mohs, va da 4 a 5,5; sono quindi relativamente
tenere. Le sfere di metallo del Sudafrica sono talmente dure che l'acciaio non le
scalfisce.Se non si tratta di limonite, di quale sostanza sono fatte? Secondo Roelf
Marx, curatore del Klerksdorp Museum dove sono raccolte diverse di tali sfere,
sono state ritrovate in uno strato di pirofillite. Potrebbero dunque essere delle
concrezioni di tale minerale siliceo? Ancora una volta, la risposta non sembra
essere quella giusta. Se sottoposti a pressione, i minerali silicei danno origine a
cristalli, non a sfere metalliche. La pirofillite somiglia molto al talco e viene
utilizzata pi o meno per gli stessi scopi. Pu formare masse granulari, che
risultano per untuose al tatto e sono di colore molto chiaro. La questione della
durezza l'argomento definitivo: i valori della scala di Mohs per la pirofillite vanno
da 1 a 2, tra i pi bassi in assoluto. Ma se non sono formazioni naturali, qual'
l'origine delle sfere? Il loro aspetto quelle di un manufatto, creato in fonderia
utilizzando un acciaio di speciale durezza per uno scopo preciso. A dispetto di tutto
ci, non possono essere opera dell'uomo. Secondo gli esperti, la prima comparsa
dell'umanit moderna, Homo sapiens sapiens, risale a circa 100.000 anni fa,
nell'Africa meridionale. Il luogo quello giusto, ma il tempo e il livello di sviluppo
tecnologico sono completamente sbagliati. Questi primi esseri umani vivevano
l'esistenza semplice dei cacciatori-raccoglitori. Utilizzavano rocce, ossa e legno, ma
non conoscevano l'uso dei metalli. Anche il pi semplice manufatto in ferro era ben
al di l delle loro possibilit, per non parlare poi dell'acciaio temprato. Anche
volendo ignorare il problema dell'abilit tecnica, la datazione resta inconciliabile. Il
predecessore dell'uomo moderno, l'Homo erectus, costruiva i propri ripari nella
gola di Olduvai 1,8 milioni di anni fa, molto prima della comparsa dei sapiens ma
di gran lunga dopo la comparsa delle sfere nel Transvaal occidentale. Anche il pi
antico Homo abilis costruiva primitivi attrezzi di pietra (ma non sfere metalliche)
tra i 2,5 e i 3 milioni di anni fa: sempre troppo tardi per render conto dei misteriosi
ritrovamenti. Difatti le sfere erano gi al loro posto quando i primissimi ominidi si
differenziarono dalle scimmie, in un momento indefinito tra i cinque e gli otto
milioni di anni fa! Il periodo Precambriano comprende quel lungo arco della storia
geologica che va dalla formazione del pianeta, 4,6 miliardi di anni fa, all'inizio
dell'era Paleozoica, circa 600 milioni di anni fa. I ritrovamenti fossili risalenti a tale
periodo sono rari, ma i geologi sono riusciti a ricostruire un possibile scenario.
L'atmosfera, innanzitutto, era molto probabilmente simile a quella odierna: un
miscuglio di azoto, anidride carbonica, vapore acqueo e ossigeno. Esistevano mari e
continenti, ma i loro confini erano totalmente diversi da quelli odierni. Il mondo era
dominato da ci che gli scienziati chiamano supercontinenti, enormi masse terrestri
primeve che col tempo si frantumarono per formare i continenti attuali. La vita era
gi presente sul pianeta. Alghe e batteri fossili sono stati ritrovati in rocce
sudafricane risalenti a pi di 3 miliardi di anni fa. Un'ulteriore conferma viene
dalla presenza di stromatoliti, strutture rocciose che si formano nelle acque basse,
sotto le praterie di alghe. non vi era traccia della presenza della vita sulla
terraferma e persino le conchiglie - un'indicazione di vita marina come la si conosce
oggi - erano ancora inesistenti. Le tracce pi avanzate di vita che i geologi hanno
ritrovato sono quelle di organismi multicellulari invertebrati, i quali sono
classificati come animali, ma si trovano, sulla scala evolutiva, qualche gradino sotto
la medusa. Appare ovvio che nessuna delle creature viventi del Precambriano pu
aver fabbricato le sfere del Transvaal.Ma questi non sono i soli manufatti strani che
richiedono una spiegazione. Maximilien Melleville, vicepresidente della Socit
Acadmique di Laon, in Francia, riport in the Geologist dell'aprile del 1862 la
scoperta di una perfetta sfera di gesso in un letto di lignite dell'Eocene, nei pressi
della sua abitazione. la sfera e l'ambiente immediatamente circostante mostravano
strani segni di un'accurata lavorazione. Da un blocco di maggiori dimensioni era
stata ricavata la sfera, la quale era stata successivamente liberata con un taglio
L'impronta di Burdick
The Burdick Trak, unimpronta di piede umana,
nel limo del cretaceo, trovato nello strato del Cross
Branch, un affluente del Paluxy River in Glen
Rose ,Texas, Esso stato al centro di controversie
per la perfezione della figura, ed stato
considerato da alcuni come fosse unintaglio. Nel
1990 il direttore Carl Baugh e il geologo Don
Patton fece una ricerca a largo raggio per
verificarne lautenticit. Fin dalla rimozione
dellimpronta dal fiume molti anni fa, doveva
essere trovato il sito originario. Questo venne
ricercato prendendo come indizio la struttura
morfologica e della composizione minerale
originale. Dopo molti giorni di ricerca uno strato
di Cross Branch fu messo in rilievo e
apparve,come la "matrice" (colore corteccia
avorio, grana fine,con incluso calciti cristalline).
Un esperto gioielliere tagli una sottile porzione sia dallo strato Della Burdick
Track che dal Cross Branch. Per prova. Cordell Van Huse, esperto gioielliere di
Dallas, fece la sezione dell impronta. Attraverso la sezione del calcagno,rilev la
struttura della roccia intorno al contorno del calcagno. Attraverso la sezione
dellarea del dito del piede si mostra chiaramente le linee di pressione intorno al
contorno delle linee del dito.Questa traccia pu non essere stata intagliata e ancora
contiene queste fattezze. The Burdick Track larga16,5 cm e 35,5 cm lunga. Queste
dimensioni di unimpronta non sono in contraddizione con quegli individui che
abitualmente vanno a piedi scalzi. La lunghezza dellimpronta indicherebbe che la
persona potrebbe essere stata alta 2,13 metri. Lo staff del Creation Evidence
Museum ha scoperto pi di 80 impronte di piedi umani in situ" tra le impronte dei
piedi di dinosauri sul Paluxy River. Limpronta di Burdick, trovata molti anni fa,
un esempio originario.
Tazze da th
Questa , la dichiarazione giurata di Frank
J. Kennard,( in data 27 Novembre 1948 a
Jullia L. Eldred N.P. My commission
expires May 21, 1951 - Benton Co):
Mentre stavo lavorando nel Municipal
Electric Plant in Thomas, Okla in
1912,venne alla luce un pezzo di solido
carbone che era troppo grande per luso.Lo
ruppi con un martello da fabbro. Questa
ciotola di ferro ,cadde dal centro, lasciando
il calco,o la matrice della stessa nel pezzo di carbone. Jim Stull ( un dipendente
della compagnia) era presente alla rottura del pezzo di carbone, e vide la ciotola
uscire da esso .Rintracciai lorigine del carbone, e trovai che esso veniva dalle
WILBURTON, OKLAHOMA Mines Al Carbone delle miniere di Wilburton
riconosciuta unet di 295 milioni di anni.
Il martello di London
La testa del martello lunga
circa quindici (15) centimetri e
ha un diametro di circa due e
mezzo (2,5) e dagli esami
condotti risulato che il
metallo del quale composta
sembra un ferro purissimo
privo di bolle e di variazioni di
densit (tipo pi duro in certi
punti meno duro in altri) che
neanche la industria moderna
pu produrre. proprio per
questa sua composizione il
metallo non si corroso e
neanche ossidato, in tutto
questo tempo, nonostante gli esami sulla sua et dicono che risale forse a milioni di
anni fa. la prova pi importante della sua antichit sono i fossili incrostati sulla
superficie esterna del blocco che sono secondo gli studiosi risalenti al periodo
siluriano, cio intorno ai quattrocento milioni di anni fa .
Papiro Tulli
Il 'Papiro Tulli' fu
individuato nel
1934 nel negozio
di un antiquario,
dal professor
Alberto Tulli
(allora direttore
del Pontificio
Museo Egizio
Vaticano),
durante un suo
viaggio di studio,
in Egitto,
effettuato con il
fratello,
Monsignor
Augusto Tulli. La
complessa e alterna vicenda del papiro incuriosisce perch nel testo del papiro pare
venga riportata la storia di una prodigiosa vicenda, cio una serie di strani
avvistamenti di misteriosi oggetti nel cielo, cui avrebbero assistito il Faraone
Thuthmosis llI (1504- l450, circa a. C.) e molti dei suoi sudditi. Il mistero si infittisce
poich il documento reca la presenza di alcune cancellature in punti chiave del
testo, che rendevano nebuloso il suo significato, ma che lo proiettano tra quei
reperti meritevoli di approfondimento e considerazione.
Astronauta di Kiev
Ecco il notissimo "Astronauta di Kiev",cos
denominato da Peter Kolosimo per
l'abbigliamento caratteristico dei cosmonauti
o dei palombari.La statuetta in oro, dotata
di un casco che ricopre interamente il
capo,fino al collo,dove si osserva una sorta di
'giuntura';la 'tuta'parrebbe trapuntata,divisa
alla vita da una fascia e alle mani indossa dei
...guanti.Viene attribuito alla cultura Sciita
(gruppo di trib nomadi di origine iranica
stanziatisi, tra il II ed il I sec. a.C., nella
Russia meridionale).