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LA COMUNICAZIONE
COME
SERVIZIO
PUBBLICO
Teorie e prassi del
Design della comunicazione
per il sociale
Indice
Introduzione
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Leggibilit
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Comprensibilit
81
86
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Elementi ridondanti
Tempi dilatati
101
04.4.3 Ironia
106
Conclusioni
04.1 Prerequisiti
188
194
Riferimenti Bibliografici
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Metodo di indagine
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Pensare ai minori
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Riferimenti web
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Introduzione
stato in seguito approfondito il contesto giuridico al fine di capire quali siano oggi i diritti e doveri della comunicazione della pubblica amministrazione e come la legge stabilisce la struttura organizzativa che si occupa di pianificare le azioni comunicative delle istituzioni. Tra le figure coinvolte nel processo progettuale delle campagne di comunicazione si individuato qual il ruolo e il peso del designer della comunicazione, quali sono i suoi doveri e le sue responsabilit nei confronti dellutenza da un
lato e dellistituzione dallaltro.
Dallapprofondimento del contesto teorico sono stati individuati alcuni
punti dattenzione che sottolineano le criticit riscontrabili durante la fase
progettuale di artefatti per la comunicazione delle istituzioni pubbliche.
Nella parte finale del lavoro questi punti dattenzione sono stati utilizzati per lanalisi critica dei casi studio, raccolti durante il lavoro di ricerca.
Attraverso questa analisi sono emerse problematiche ricorrenti negli artefatti della comunicazione pubblica italiana.
Il risultato del lavoro di analisi stato raccolto ed organizzato in un appendice, complementare a questo volume, che cataloga tutti i casi studio
presi in esame e raccoglie ed evidenzia le criticit degli artefatti a seconda
dei punti dattenzione individuati.
Il lavoro fin qui svolto offre una panoramica sia teorica che pratica dello
stato attuale della comunicazione delle istituzioni pubbliche in Italia, fornendo al progettista uno strumento dinformazione e di approfondimento specifico riguardo a questo argomento. Uno strumento che contribuisca ad una progettazione pi consapevole che orienti la comunicazione
pubblica verso standard eticamente responsabili, coerenti con la dimensione del servizio alla quale la comunicazione della pubblica amministrazione appartiene.
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Comunicazione pubblica
01
COMUNICAZIONE PUBBLICA
Il problema della responsabilit si presenta con caratteri pi evidenti ed acuti quando il messaggio persuasorio proviene dallente pubblico. infatti di senso
comune che esso impegnato ad un tasso di veridicit e rispondenza allinteresse collettivo maggiore di
quello a cui pur tenuto il messaggio del privato.
Giovanna Gadotti
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Comunicazione pubblica
La presentazione del lavoro di ricerca e analisi svolto sulla comunicazione delle istituzioni pubbliche italiane richiede unattivit preliminare che
consiste nella ricostruzione teorica del campo dindagine. Si ritiene necessario circoscrivere lambito ed individuare i confini delloggetto di cui ci
si occupati.
Per fare ci occorre innanzitutto fare chiarezza sulla definizione di comunicazione pubblica, un termine ampio, e forse per molti criptico, perch
laggettivo pubblico, nella lingua italiana, pu assumere molteplici significati in base ai contesti in cui utilizzato.
Risulta quindi utile definire nello specifico come pu essere catalogata la
comunicazione pubblica e come allinterno di questo contesto ci siano
delle sottotipologie da definire, per poi comprendere al meglio il soggetto
che questo lavoro intende indagare.
Comunicazione pubblica
da soli riempiono il campo delle possibilit, ma di una contrapposizione tra soggetti che si trovano ai due estremi di un continuum, allinterno dei quali vi sono parecchie istituzioni e organizzazioni che presentano caratteristiche di entrambi.
(Grandi 2001: 77)
Come infatti si vedr in seguito, vi sono soggetti privati, come i partiti
politici e, in una certa misura, anche gli organi dinformazione, che simpegnano con regolarit nella produzione di comunicazione in merito a
tematiche dinteresse generale.
Ci che distingue i soggetti che intervengono nellambito della comunicazione pubblica sono il dovere o la volontariet che li lega ai processi di
pubblicizzazione.
Volendo riassumere il concetto sopra trattato in una definizione, possiamo affermare che con comunicazione pubblica sintende quellinsieme
di processi che permettono ai diversi attori che intervengono nella sfera pubblica di entrare in relazione tra loro, di confrontare punti di vista e
riferimenti di valori allo scopo di concorrere al comune obiettivo di realizzare linteresse generale. (Faccioli 2002: 17).
Inoltre, come specifica Mancini, due caratteristiche distinguono maggiormente la comunicazione pubblica dal resto del panorama comunicativo.
Tutte queste attivit di comunicazione non sono finalizzate alla produzione di profitto e ci soprattutto distingue la comunicazione pubblica dalla comunicazione pubblicitaria. Nessuno, nel caso della comunicazione pubblica, trae guadagno monetario dalle attivit di comunicazione
intraprese. Inoltre esse riguardano affari e servizi di interesse generale,
quelli cio il cui campo di pertinenza quello delle funzioni socialmente
rilevanti e non quello degli interessi privati. (Mancini 2002: 7)
Una caratterizzazione pi precisa di quel campo vasto e complesso che
la comunicazione pubblica si evidenzia con maggiore chiarezza entrando nello specifico delle sottocategorie che, a parere di molti studiosi, costituiscono i tre ambiti specifici della comunicazione pubblica:
-- La comunicazione dellistituzione pubblica, vale a dire linsieme dei messaggi e delle iniziative che provengono dalle amministrazioni pubbliche e che riguardano la loro attivit e quella pluralit degli enti ad esse
connessi (Mancini 2002: 7), la quale in alcune sue sottocategorie sar
loggetto del seguente lavoro di analisi.
-- La comunicazione sociale, che raggruppa le azioni comunicative riguar22
Comunicazione pubblica
nicazione a garantire il diritto dei cittadini di informarsi ed essere informati in merito alle questioni pubbliche; a costruire e promuovere la propria identit per rafforzare il rapporto di fiducia tra lente ed i cittadini e
tra lente e i suoi collaboratori; offrire ai cittadini la possibilit di partecipare alla vita pubblica intervenendo nelle decisioni che lente chiamato
a prendere per la risoluzione di problemi di interesse generale, realizzando quel progetto che Arena definisce Amministrazione condivisa ovvero quel processo che faccia uscire i cittadini dal ruolo passivo di amministrati per diventare coamministratori, soggetti attivi che integrando le risorse, di cui sono portatori con quelle di cui dotata lamministrazione, si
assumono una parte di responsabilit, nel risolvere problemi di interesse
generale. (Arena 1999: 15)
La comunicazione delle istituzioni pubbliche stata suddivisa in ulteriori
sotto categorie dai diversi studiosi a seconda delloggetto o dellobiettivo
specifico a cui le azioni comunicative tendono.
Primo fra tutti Stefano Rolando (1987) che partendo dalla sua esperienza quale direttore generale della presidenza del Consiglio dei Ministri e responsabile del dipartimento per lInformazione e lEditoria indicava, in
funzione dei segmenti dei destinatari, dei contenuti, dei mezzi utilizzati,
delle dimensioni economiche, della durata nel tempo, dellestensioni nello
spazio, diciotto tipi di comunicazione istituzionale che illustravano i diversi tipi di intervento attuali e potenziali. I diciotto tipi sono stati di seguito
raggruppati (Rolando 1990: 102) in cinque aree:
-- la pubblicit istituzionale (es. bandi, arruolamenti, gare);
-- la pubblicit di norme e leggi;
-- la pubblicit di servizi pubblici nuovi o specifici;
-- la pubblicit di attivit o di funzionamenti di strutture (enti, istituzioni o loro comparti);
-- la pubblicit dimmagine e di promozione (collegata a turismo, cultura, identit).
Questa tassonomia rispecchia lo stato della comunicazione della pubblica amministrazione negli anni novanta, quando, da comunicazione dovuta (intesa come diritto dei cittadini ad essere informati), listituzione inizia
a costruire, attraverso la comunicazione, la propria immagine verso i cittadini, allineandosi con quel processo di trasformazione che nello stesso periodo toccava la comunicazione commerciale. (cfr. Grandi 2002)
Alessandro Rovinetti (1994), anchegli partendo dalla sua esperienza di responsabile della comunicazione presso il Comune di Bologna, preferiva
sottolineare la processualit della comunicazione dellistituzione pubblica
pi che definire delle sottocategorie. Il suo approccio alla materia artico24
la il processo comunicativo in diverse fasi, partendo dallattuazione del diritto, ormai formalmente riconosciuto da tutti, ad essere informati sulle
questioni pubbliche, per poi passare alla costruzione di un dialogo tra istituzione e cittadino, basato sul riconoscimento di diversi target dutenza e
improntato sullascolto e concezione della comunicazione come servizio.
A questo proposito egli afferma che, senza la definizione di obiettivi e target definiti, la comunicazione diventa una sterile diffusione di informazioni, di scarsa utilit (cfr. Rovinetti 1994).
Infine indica, come ultima fase del processo, la progettazione di unimmagine che renda lidentit dellistituzione ben definita e riconoscibile agli
occhi dei cittadini.
La questione dellidentit viene ripresa ed ampliata da Grandi (2002) secondo il quale La definizione dellidentit di unimpresa o di unistituzione deve dunque essere considerata come un processo da intraprendere
e concludere prima di passare alla fase successiva, cio alla veicolazione
dellidentit allesterno: la definizione dellidentit della pubblica amministrazione una pre-condizione del processo di comunicazione. (Grandi 2002: 247).
Lautore sottolinea limportanza fondamentale della definizione dei valori condivisi dai componenti dellistituzione e dai cittadini, mutuati dalla fusione dellidentit storico-culturale del territorio, dalle tradizioni e dai valori moderni come la semplificazione, la partecipazione e laccesso. Solo
avendo chiari questi punti di riferimento si potr procedere nella costruzione dellimmagine dellistituzione attraverso unadeguata comunicazione.
La proposta di Gregorio Arena (1999) riduce il campo della comunicazione delle istituzioni pubbliche solamente a tre categorie:
La comunicazione giuridico formale, che ha come obiettivo la regolazione giuridica dei rapporti tra i membri dellordinamento serve per applicare norme, fornire certezze, ottenere la riconoscibilit giuridica di un atto e altre
simili attivit. Dunque una comunicazione che rientra nellambito della
regolamentazione.
La comunicazione di servizio, diretta principalmente ad informare gli utenti sulle modalit di funzionamento degli uffici, sulla normativa applicata
e le prestazioni offerte. Qui, a differenza delle proposte precedenti, lautore sottolinea come la comunicazione non sia una componente accessoria dei servizi offerti al cittadino, ma essa sia parte integrante e indispensabile del servizio in quanto ne condiziona lutilizzo e la qualit percepita. responsabilit dellamministrazione non soltanto fornire il servizio,
ma anche fornire le istruzioni per luso del servizio stesso, senza dare per
scontato, come spesso succede, che lutente sia gi al corrente delle regole (Arena 1999: 20)
La comunicazione amministrativa o comunicazione di cittadinanza, giudicata da
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Comunicazione pubblica
Arena la pi significativa ai fini della realizzazione del modello dellamministrazione condivisa. Questo tipo di comunicazione quella che ha
come obiettivo la risoluzione di problemi dinteresse generale che lautore indica con: la tutela dellambiente, la sanit, la previdenza, listruzione,
loccupazione, la sicurezza stradale, lordine pubblico... Problemi che egli
definisce problemi di sistema, in quanto riguardano il sistema nel suo complesso e non sono risolvibili se non attraverso lo sforzo congiunto di tutti i soggetti coinvolti: Il ruolo essenziale dellamministrazione [] consiste non tanto nel risolvere direttamente il problema, quanto nel mobilitare le risorse pubbliche e private necessarie per far ci [] svolgendo cio
il ruolo dimprenditrice delle capacit esistenti nella societ (Arena 1999:
22). Questo , forse, laspetto maggiormente interessante che emerge dalla teoria dellautore in quanto legittima la comunicazione della pubblica
amministrazione come strumento indispensabile per catalizzare le risorse
necessarie a risolvere i problemi del sistema.
Per concludere la ricognizione del campo, in merito alla catalogazione delle tipologie di comunicazione delle istituzioni pubbliche, illustriamo lopinione che, secondo chi scrive, risulta calzare meglio con gli intenti di questo lavoro di ricerca. Pertanto, dora in poi, si far riferimento alla tassonomia proposta da Franca Faccioli (2000) che riesce ad includere non solo il
punto di vista sociologico e delle scienze della comunicazione, ma anche
quello del mondo della comunicazione visiva e della pubblicit, confrontandosi con autori appartenenti nello specifico allambito della comunicazione pubblicitaria come Gianpaolo Fabris e Giovanna Gadotti.
Secondo lautrice la comunicazione promossa dalle istituzioni pubbliche
deve rispondere a due esigenze distinte: informare i cittadini sui loro diritti e soddisfare le richieste di trasparenza avanzate da un lato, e promuovere i processi dinnovazione istituzionale, in particolare corrispondenti alle
esigenze degli utenti, dallaltro.
Nel raggiungere questi obiettivi la comunicazione dellistituzione pubblica deve rispondere a precise funzioni che sono individuabili nelle cinque
categorie che Faccioli propone per definire la comunicazione della pubblica amministrazione.
La comunicazione normativa ritenuta dallautrice la base della comunicazione pubblica non pensabile qualsiasi attivit di relazione e di scambio tra
le istituzioni dello Stato e i cittadini se questi non sono messi nelle condizioni di conoscere e comprendere le leggi. Ci sono due aspetti da considerare: la scrittura dei testi normativi e la loro divulgazione.
I testi normativi vengono scritti utilizzando il linguaggio giuridico, di per
s arcaico e colmo di termini tecnici, pensati pi per gli addetti ai lavori
che per il cittadino medio.
Per quanto riguarda il secondo aspetto: le nuove leggi vengono pubblica26
te sulla Gazzetta Ufficiale (fig.01), uno strumento necessario, ma non sufficiente alla diffusione su larga scala delle novit legislative in quanto il cittadino deve sapere cha la legge che gli interessa pubblicata su un determinato numero della Gazzetta Ufficiale, deve procurarsela e infine comprenderne il testo. Se si aggiunge che la Gazzetta Ufficiale stampata in
tiratura ridotta (una ogni mille abitanti) risulta evidente come sia necessario un intervento integrativo di comunicazione ad hoc per facilitare la conoscenza normativa da parte di tutti i cittadini: lattivit di comunicazione normativa ha il compito di facilitare il cittadino in questo percorso garantendo, in prima istanza, che il testo sia redatto in modo comprensibile e chiaro e inoltre che sia portato a conoscenza dei pubblici interessati attraverso i mezzi di diffusione che verranno ritenuti pi opportuni.
questo uno degli ambiti della comunicazione pubblica in cui le istituzioni
hanno investito maggiormente, un esempio significativo la redazione del
Manuale di Stile (Fioritto, 1997) che detta delle linee guida da seguire per la
stesura di testi istituzionali chiari e comprensibili per i cittadini.
La comunicazione delle attivit istituzionali svolge, secondo lautrice, la funzione di illustrare le attivit delle istituzioni dello Stato e in particolare delle
amministrazioni. Pu ricorrere a strumenti molto diversi dai notiziari sui
lavori parlamentari, alla lettera del Sindaco del paese che periodicamente
01
Figura 01
Prima pagina della
Gazzetta Ufficiale, 1953
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Comunicazione pubblica
02
Figura 02
Schermata del profilo
Twitter del Governo
italiano, 18.06.2013
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Comunicazione pubblica
Figura 03
Campagna stampa,
Regione Abruzzo, 2013
to sulla valorizzazione dei successi raggiunti dallente rispetto agli obiettivi che si era prefissato.
In questa prospettiva lattivit di comunicazione, tesa allautopromozione, importante perch sollecita le strutture pubbliche ad assumersi le responsabilit rispetto ai compiti da svolgere e ai fini da raggiungere e con03
Sia Faccioli che Gadotti ricordano che, affinch questa modalit di comunicazione non si riveli inefficace o addirittura dannosa per limmagine
dellistituzione, ci deve sempre essere forte coerenza tra il messaggio divulgato e loperato dellente stesso, questione che verr approfondita nei
seguenti capitoli.
La comunicazione sociale ha come oggetto i grandi temi sociali nei confronti
dei quali necessario sensibilizzare lopinione pubblica. Questa categoria
della comunicazione delle istituzioni pubbliche si sovrappone, per quanto
riguarda le tematiche trattate, alla comunicazione di solidariet sociale, ma,
secondo il parere di chi scrive in accordo con lopinione di Gadotti e Faccioli, la comunicazione sociale degli enti pubblici merita una categoria a s
proprio perch lattore pubblico qualifica in modo differente la comunicazione sia per gli obiettivi che per le modalit comunicative.
La peculiarit di questo tipo di comunicazione la funzione pi specificatamente educativo- pedagogica. Listituzione cerca di orientare e convincere i cittadini a modificare i loro comportamenti o ad adottarne di nuovi
che siano utili al benessere della collettivit.
sempre pi diffusa tra i responsabili delle istituzioni la consapevolezza
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31
Comunicazione pubblica
caratteristica peculiare derivante dallattore della comunicazione la scelta dei toni e dei linguaggi con cui i messaggi vengono comunicati. Senza
adottare un linguaggio eccessivamente ufficiale, n allopposto, eccessivamente gergale, il messaggio sociale dellente pubblico deve dunque trovare lequilibrio tra la necessit di farsi ascoltare ed accettare e la necessit di
connotarsi e distinguersi rispetto alla miriade di altri messaggi commerciali (Gadotti 1992: 186). Inoltre sempre per il ruolo istituzionale dal quale
proviene il messaggio non pu utilizzare toni estremamente forti o crudi,
ma cercare di mediare senza far perdere di efficacia al messaggio, questione che verr meglio approfondita nel capitolo 4.
Per concludere bene specificare che le categorie individuate come facenti parte della comunicazione delle istituzioni pubbliche, che verranno
analizzate nello specifico, sono la comunicazione delle attivit istituzionali, la comunicazione di pubblica utilit, la comunicazione sociale in quanto per le loro caratteristiche, in particolare campagne stampa, manifesti,
spot, prevedono la produzione di materiale comunicativo analizzabile con
gli strumenti forniti dalla disciplina del Design della Comunicazione.
Figura 04
Manifesto, Presidenza
del Consiglio dei Ministri,
contro il turismo sessuale e
gli abusi sui minori, 2008
Figura 05
Manifesto, Asl di Tresviso,
prevenzione al consumo di
alcol in gravisanza 2010
04
05
33
Comunicazione pubblica
Si evidenzia come i temi e gli obiettivi coincidono con quelli della comunicazione sociale delle pubbliche amministrazioni, precedentemente
esposti, categoria che di fatto risulta di confine tra un territorio e laltro a
seconda che si ponga laccento sulloggetto o sugli attori della comunicazione; ma se le tematiche trattate rimangono una costante, agli attori pubblici si aggiungono associazioni non profit ed aziende private che, a seconda della loro natura e delle loro finalit, utilizzano modalit e linguaggi della comunicazione di solidariet sociale.
Organizzazioni non profit
Comunicazione pubblica
Figura 06
Manifesto, organizzazione
Reporters sans frontieres,
2012, dimostra il carattere
irriverente di alcune
campagne sociali
Figura 07
Manifesto, organizzazione
non profit australiana
RSPCA, 2013, contro il
maltrattamento degli
animali
messaggi indicano chiaramente le tesi o i gruppi da cui prendono le distanze. Un esempio potrebbero essere le campagne condotte contro la vivisezione degli animali che la descrivono come un inutile barbarie, in contrapposizione con quanti considerano questa pratica necessaria per il progresso scientifico.
Le associazioni non profit, inoltre, sono per loro natura indipendenti in
quanto libere da vincoli istituzionali o da logiche commerciali pertanto si
sentono autorizzate a comunicare in maniera maggiormente libera non
solo nella scelta dei temi da trattare, ma anche dei toni da utilizzare che in
alcuni casi, se confrontati con quelli della comunicazione sociale delle istituzioni pubbliche, risultano decisamente pi forti ed irriverenti come dimostrano i manifesti realizzati dallorganizzazione Reporters sans frontieres,
per denunciare la violazione della libert despressione da parte di alcuni
governi (Fig. 00).
06
Un altro ambito quello della comunicazione sociale delle aziende profit oriented, chiamata anche comunicazione di responsabilit sociale, che fa riferimento allassunzione di responsabilit sociale da parte dellazienda (corporate social responsability). Essa diretta a pubblicizzare iniziative e progetti di intervento sociale dellimpresa oppure ad informare i consumatori sulle caratteristiche etiche e solidali dei propri prodotti/servizi quando ce ne fossero.
Linclusione della comunicazione sociale delle aziende profit oriented nel
contesto della comunicazione pubblica presenta alcune ambiguit. Infatti se la comunicazione pu a ragione dirsi sociale perch riguarda problematiche che interessano la collettivit, non alla stessa maniera il fine ultimo della comunicazione individuabile con linteresse generale e la pubblica utilit, in quanto attraverso la comunicazione sociale lazienda tenta
di riscuotere fiducia, simpatia, notoriet, immagine di brand, buona reputazione nella soluzione dei problemi della collettivit, al fine anche di differenziarsi dai competitori presso il grande pubblico. (Gadotti 2005: 81)
Linteresse collettivo verso alcune tematiche diventa, dunque, uno strumento utile a consolidare gli obiettivi commerciali dellazienda. Per questo la comunicazione sociale delle imprese si pone a cavallo del margine
che separa la comunicazione pubblica dalla comunicazione commerciale.
Uno dei principali motivi che ha portato al consolidamento di questa pratica comunicativa da parte delle imprese il cambiamento dei modelli di
consumo e la tendenza dei consumatori ad essere maggiormente attenti
ed informati rispetto alle loro scelte dacquisto. Dalla letteratura sul con07
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Comunicazione pubblica
08
Figura 08
Manifesto, Avon, Breast
Cancer Awareness Crusade,
2005
Figura 09
Manifesto, Fondazione
per linfanzia Ronald Mc
Donald, 2013
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09
Comunicazione pubblica
Figura 10
Packaging delle caramelle
Golia Bianca, con
limmagine dellorso bianco,
la causa ambientale alla
quale il prodotto legato
Concludendo importante osservare che il soggetto privato sceglier legittimamente di promuovere temi o questioni che, pur di rilevanza collettiva, corrispondano anche ai propri interessi aziendali. Come sostiene Gadotti (2003) bene tener presente questo aspetto al fine di collocare opportunamente lintervento comunicativo delle aziende: la comunicazione sociale, prima ancora che sui comportamenti o gli atteggiamenti agisce sulla costruzione della agenda dei problemi sociali e delle loro possibili soluzioni. In tal senso chiaro che, attraverso la comunicazione delle responsabilit sociali, lazienda esplicita il diritto/ dovere di costituirsi
anche come enunciatore legittimo nella definizione dei problemi pubblici. (cfr. Semprini 1993).
La comunicazione sociale sia delle organizzazioni non profit sia delle imprese profit oriented si fa portavoce dei problemi sociali offrendo allopinione pubblica dei temi su cui riflettere e alle istituzioni pubbliche degli spunti sui quali intervenire con la propria azione comunicativa e, in alcuni casi, legislativa.
A questo ruolo si aggiunge per, quello di catalizzatore di comportamenti
solidali e socialmente utili. In unepoca storica caratterizzata dal crescente individualismo, dallincertezza e dalla crisi dei poteri forti, la comunicazione pu essere uno stimolo per la coesione sociale per soddisfare il bisogno, sempre attuale, di appartenenza e solidariet.
Figura 11
Manifesto, campagna
elettorale del Partito delle
Libert, 2013
11
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Comunicazione pubblica
Figura 12
Manifesto, campagna
elettorale del Partito
Democratico, 2013
comunicativi a cui gli attori politici si adeguano seguendo la logica del sensazionalismo e della ricerca spasmodica dellaudience.
12
123
Figura 13
Schermata tratta dal
sito del governatore
della Puglia Nichi
Vendola, candidato alle
primarie 2013 del Partito
Democratico.
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Comunicazione pubblica
Schema 01
44
Comunicazione pubblica
no abbinati alle immagini gli slogan, ovvero delle frasi ad effetto in grado
di catturare lattenzione e concentrare il concetto cardine nel minor numero di parole possibili. La capacit di creare suggestioni ed armonizzare testo ed immagini diventeranno un imperativo imprescindibile per lefficacia espressiva del manifesto.
Sono pervenuti sino a noi molti manifesti dinizio Novecento riguardanti
la prevenzione degli infortuni sul lavoro nei campi e nelle fabbriche, o riguardanti la tutela dei bambini e la loro salvaguardia dai pericoli quotidiani. Si tratta di manifesti firmati soprattutto dallEnte nazionale per la propaganda e la prevenzione degli infortuni (ENPI). I manifesti diffondono
ammonimenti e consigli sui comportamenti corretti da assumere riguardo alle diverse circostanze della vita quotidiana e lavorativa. Lobiettivo
di arrivare con il loro messaggio fino agli strati pi umili della popolazione che maggiormente necessitano di un indirizzo verso la prevenzione.
Come illustra Gadotti (2010), la maggior parte dei cartelli illustra uno specifico rischio infortunistico che viene raffigurato in modo estremamente preciso e messo a confronto con il rispettivo comportamento corretto,
in questo modo il manifesto risulta essere dimmediata comprensione e di
facile memorizzazione. Il tono didascalico, i richiami alla prudenza sono
rivolti alla categoria dei lavoratori che vengono interpellati in maniera diretta: Mietitori!, Agricoltori!, Lavoratori della terra!
Altro ambito dintervento della comunicazione dellENPI la prevenzione degli incidenti infantili: le esortazioni a controllare i bambini assumono un tono perentorio Sorvegliate i piccini! (Fig. 00) e servono per rimarcare il concetto di pericolo gi bene chiarificato dallillustrazione. Si
osservi linvito scritto sotto lo slogan LE.N.P.I prega i signori insegnanti di rimandare questo tagliando, scrivendo a tergo commenti e proposte
a proposito dei cartelli educativi per la prevenzione interessante notare come in questa fase pionieristica della comunicazione dello Stato si
Figura 14
Esempi di manifesti
dellENPI, degli anni Trenta
14
47
Comunicazione pubblica
15
fosse gi intuito limportanza dellascolto e dellinterazione con il destinatario della comunicazione al fine di migliorare lefficacia delle campagne;
una questione cardine che, come vedremo in seguito, si mostra di estrema
attualit nella gestione contemporanea di questo particolare ambito della comunicazione.
A questa prima fase di slancio e sperimentazione segue una fase buia della comunicazione di Stato: linasprirsi delle politiche dittatoriali del governo guidato da Benito Mussolini fa si che anche la comunicazione diventi uno strumento cardine per la propaganda di regime e la diffusione degli ideali fascisti.
Nel settembre 1934 lUfficio stampa del governo viene elevato a sottosegretariato e contestualmente posto alle dirette dipendenze del capo del
governo. Il potenziamento tale che il sottosegretariato diventa Ministero della stampa nel 1935. Il R.D. 27 maggio 1937, n 752, trasforma infine
il Ministero della Stampa in Ministero della Cultura popolare indicato con
la sigla Minculpop (cfr. De Lorenzis, 2009 ). In questa maniera tutto quello
che viene comunicato strettamente controllato dal Governo.
I disegni accattivanti e gli slogan efficaci diventano mezzi di comunicazione pubblica al servizio della propaganda del regime pi che un servizio per
il cittadino, i toni si fanno via via sempre pi aggressivi e perentori, avvicinandosi alla discesa in campo dellItalia nel secondo conflitto mondiale.
Figura 15
Manifesto dellEnte
nazionale per la
propaganda e la
prevenzione agli infortuni,
1930
La descrizione di Gallo riassume in modo efficace i caratteri distintivi della propaganda bellica del regime e mette in luce la drammaticit di questa esperienza mostrando la causa principale che porter per lungo tempo
alla diffidenza degli italiani verso la comunicazione promossa dallo Stato.
La ferita della dittatura si ripercuoter non solo sui decenni immediatamente successivi, ma arriver a segnare anche latteggiamento verso la comunicazione delle istituzioni contemporanee. Tutti gli studiosi concordano nellindividuare il passato dittatoriale come una delle principali cause
48
49
Comunicazione pubblica
16
17
18
Figura 17
Manifesto propagandistico
contro lInghilterra, Gino
Boccasile, 1940
Figura 18
Manifesto per addestrare i
civili ad un comportamento
adatto al clima bellico, Gino
Boccasile, 1943
50
Figura 16
Figura 19
Manifesto di propaganda
bellica, 1942
19
51
Comunicazione pubblica
dellarretratezza della comunicazione delle istituzioni italiane e del ritardo con cui stato affrontato questo tema rispetto agli altri paesi. (cfr. Rolando 1990, 1992)
Con la caduta del regime fascista si assiste, per reazione, allopposta tendenza del potere pubblico di ritirarsi dallinformazione. Si verifica quel fenomeno che Umberto Terracini definisce il complesso del tiranno (cit.
in Faccioli 2000) ovvero lo Stato rinuncia a comunicare con i cittadini nel
timore di ridurre il pluralismo delle voci e la libert dinformazione, facilitando un processo che ha favorito i fenomeni della ignoranza, della incomprensione delle leggi e delloscuramento dei diritti dei cittadini nei
confronti dellamministrazione dellapparato statale. (Faccioli 2000: 158)
Governare nella pienezza delle garanzie democratiche rendendo trasparenti informazioni e dati dello Stato era una sfida evidentemente troppo
impegnativa per il nuovo governo post bellico. Sembra comunque presente la volont ad avviare il cammino verso la pubblicit delle informazioni istituzionali gi durante la presidenza De Gasperi. Egli scriveva Lo
Stato prima ancora del diritto ha il dovere di informare i suoi cittadini sugli orientamenti della sua attivit e sui dati delle sue realizzazioni []
inconcepibile che lo Stato non sia fornito di strumenti di comunicazione
con la pubblica opinione (cit. in Faccioli 2000).
Tuttavia il percorso che porter allinizio del dibattito istituzionale e politico intorno al tema della comunicazione pubblica sar ancora lungo e bisogner attendere fino agli anni Ottanta perch si creino le condizioni necessarie per la riorganizzazione e la rilegittimazione del sistema di informazione e documentazione delle strutture di governo.
In quegli anni infatti il rinnovato interesse per la comunicazione pubblica e sociale delle istituzioni pubbliche deriva da una molteplicit di fattori che hanno a che fare con il bisogno profondo avvertito dai cittadini
di una riforma e di una modernizzazione della pubblica amministrazione
italiana, che individua nella comunicazione unimportante strumento in
grado di promuovere concetti come la trasparenza, la semplificazione, lascolto e la partecipazione (cfr. Faccioli 2000). Le istituzioni intuiscono la necessit di adottare un lessico pi comprensibile, meno burocratico, per raggiungere tutti i cittadini che ormai ritengono linformazione chiara e trasparente, da parte del soggetto pubblico, un loro preciso diritto.
allora prevalentemente dalla comunicazione politica e dalla comunicazione dimpresa. In questa prima fase si pongono le condizioni per unorganizzazione della comunicazione pubblica e per la comprensione dellimportanza di tale comunicazione da parte dei vertici politici. Nella seconda fase, definita della comunicazione di servizio, trova attuazione limportante
legge del 7 Giugno 2000, n 150, che disciplina le attivit dinformazione
e comunicazione, come verr approfondito nel capitolo seguente. In questa fase si organizza la comunicazione a partire dalla domanda dei cittadini e ci si avvale anche dellapporto del marketing dimpresa, adattato alle
diverse esigenze del soggetto pubblico.
Infine segue una terza fase definita comunicazione per lidentit competitiva e solidale, secondo Rolando quella attuale, nella quale pubblica amministrazione e impresa privata comprendono che tra di loro non c una frattura incolmabile, ma entrambe hanno diritto di condividere e collaborare allinterno dellarena pubblica. Questa fase si caratterizza per un maggior confronto tra le logiche della comunicazione sociale e quella della comunicazione dimpresa, attraverso il quale il soggetto pubblico e quello privato
comprendono limportanza della collaborazione per la promozione e la
garanzia di alcuni diritti fondamentali come la sicurezza, la legalit, la sostenibilit, leducazione, la salute in questo contesto di auspicabile
confronto tra diversi attori che ha senso oggi immaginare feconde partnership tra soggetto pubblico, aziende profit e organizzazioni non profit, al fine di costruire progetti di comunicazione fondati sullo scambio di
competenze in grado di garantire il migliore impiego di risorse economiche, professionali e umane (Gadotti, Bernocchi 2010: 34)
Secondo Stefano Rolando (2010) lo sviluppo della comunicazione pubblica in Italia nella storia recente, dagli anni Ottanta ai giorni nostri, si pu
dividere in tre fasi principali. Una prima fase, che egli definisce anagrafica,
caratterizzata dalla consapevolezza di un nuovo diritto/dovere di parola
dellente pubblico dentro larena della comunicazione, dominata fino ad
52
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Comunicazione pubblica
te dei consumatori come appartenente al brand, tanto che unanonima lattina identificata con Coca-Cola solamente per il fatto di essere tinta di
rosso. Un altro esempio significativo nel mondo non profit pu essere il
panda, lo stemma del WWF, che attraverso le comunicazione pubblicitaria diventato un simbolo riconosciuto universalmente della difesa ambientale. (Fig. 20)
Il carattere pervasivo e persuasorio del linguaggio pubblicitario dunque
da un lato utile per fare in modo che il messaggio dellististuzione pubblica arrivi con efficacia al maggior numero di cittadini, ma dallaltro suscita perplessit da parte dellopinione pubblica alla quale lutilizzo di tecniche persuasive nate appositamente per promuovere il consumo e linteresse privato sembra stridere con il progresso collettivo a cui le istituzioni
pubbliche aspirano (cfr. Gadotti 1992). Tra i comunicatori, daltro canto,
aperto il dibattito, sul grado dintensit con il quale la pubblicit delle pubbliche amministrazioni debba essere persuasiva: questo perch se la pubblicit commerciale agisce nellarea dei desideri e dei sogni, e utilizza principalmente larma della seduzione - la pubblicit pubblica - ha a che fare
con consigli e richieste e fa leva su idee e valori degli individui (Gadotti,
Bernocchi 2010: 129) . Pertanto agendo sugli ideali e i valori dei destinata-
Figura 20
Manifesto di
sensibilizzazione verso il
problema dellestinzione
dei tonni, WWF, 2012
20
55
Comunicazione pubblica
ri, la comunicazione pubblicitaria delle pubbliche amministrazioni si avvicina al confine che delimita la pubblicit dalla propaganda, intesa come manipolazione delle coscienze (ivi: 22) che pu sfociare nel plagio, un tipo
queato di comunicazione che ha caratterizzato il modo di esprimersi dei
regimi totalitari, come illustrato nel paragrafo precedente. Emerge qui un
primo punto dattenzione, o meglio un prerequisito che, secondo lopinione di chi scrive, rende la comunicazione delle istituzioni pubbliche un ambito controverso che richiede un notevole grado di attenzione ed un approccio specifico per gli addetti ai lavori.
Proseguendo nel confronto tra i due ambiti della comunicazione si osserva che la pubblicit commerciale tende a nascondere gli aspetti negativi
del reale: In pubblicit le famiglie sono felici, i problemi diventano piccole difficolt, sempre superabili, gli imprevisti fanno sorridere e sono affrontati con successo. In pubblicit trionfa il bene e se c il male, esso appare come trascinante seduzione. (ivi: 134) Il destinatario viene condotto in una realt parallela che oscura le fatiche e i problemi del vivere quotidiano, un luogo dove i desideri diventano realt e tutto estremamente
piacevole e soddisfacente, un esempio popolare la famiglia perfetta dipinta dagli spot del Mulino Bianco, marchio di propriet del gruppo Barilla. (Fig. 21)
La comunicazione sociale, di cui anche listituzione pubblica uno dei
promotori, al contrario della comunicazione commerciale mostra ai cittadini la realt in tutte le sue sfaccettature. Essa si pone spesso come obiettivo quello di mostrare la verit e dunque anche il suo lato negativo. E a
volte lo fa nel modo pi impietoso, diretto, crudo, accentuando e sottolineando gli aspetti pi drammatici delle situazioni rappresentate. (ibidem)
Chi si occupa, in particolare, della comunicazione sociale si trova a dover
comunicare tematiche drammatiche (es. malattie, povert, morte) utilizzando strumenti e linguaggi nati per divulgare ben altre tipologie di argomenti. Sono numerosi gli esempi di campagne per la sensibilizzazione alla
guida sicura che mostrano scene di stragi sulle strade con automobili accartocciate, in condizioni spaventose, oppure di campagne per la prevenzione della violenza su donne o minori dove vengono rappresentati visi
martoriati da ferite ed ematomi. Si evidenzia come diventi importante capire quale tono utilizzare. Attraverso la selezione delle parole e delle immagini, necessario tener conto del target principale a cui la comunicazione sar destinata, ma anche di quella parte di pubblico che, pur non essendo il destinatario prescelto, pu essere colpito e magari rimanere turbato dalle modalit con cui il problema presentato, ad esempio i minori.
Inoltre opinione di alcuni studiosi che i paradigmi della pubblicit non
siano adatti alla comunicazione di dimensioni essenziali della vita uma56
Figura 21
Spot per i Flauti Mulino
Bianco, 2011
Figura 22
Manifesto contro gli abusi
sui minori, organizzazione
non profit Save the
Children, 2010
21
22
57
Comunicazione pubblica
Il passaggio mette ben in evidenza come listituzione pubblica debba rispondere ai principi etico morali della quale si fa portavoce al fine di ottenere la legittimazione a comunicare da parte dellopinione pubblica.
Comunicazione pubblica
cazione dovrebbe essere garantito dalla veste istituzionale dei rappresentanti dello Stato e dalla consapevolezza di evitare lo stile della propaganda
che Parisi definisce una forzatura del processo democratico in quanto
una distorsione del servizio rivolto alla generalit dei cittadini per un fine
di parte. (cit. in Faccioli 2000: 51). Di conseguenza si assiste al verificarsi di due fenomeni che stridono con linteresse generale della comunicazione: il primo si esplicita nellutilizzo del mezzo di comunicazione pubblica per la promozione elettorale del singolo esponente politico piuttosto che dellintero partito. Il secondo nellingerenza politica sulle scelte relative alle modalit ed ai linguaggi per la comunicazione di determinati argomenti dinteresse generale. Come scrive Ghezzi La collocazione politica di un ministro incide anche sulla comunicazione istituzionale di un ministero. Quindi i due piani, comunicazione politica ed istituzionale, molto spesso si sovrappongono, e in particolare il piano della comunicazione
istituzionale profondamente inquinato dal fatto che i partiti occupano
le istituzioni e che a loro volta non possono produrre una comunicazione
istituzionale corretta essendo ricalcate su matrici di equilibri politici da rispettare. (Arena 2005:178)
Infine lo Stato, facendo una considerazione molto semplicistica, pu essere paragonato ad una azienda che ha delle entrate e delle uscite e deve cercare di far quadrare il bilancio a fine anno. Le entrate maggiori derivano
dal contributo fiscale dei cittadini attraverso le imposte dirette e indirette.
Le imposte indirette gravano anche su alcuni beni o servizi che sono ormai certificati come dannosi per la salute degli individui (alcol, fumo, gioco dazzardo) e pertanto le imposte dovrebbero servire ad apportare una
maggiorazione sul prezzo dacquisto ai fini di scoraggiarne il consumo. Si
sono, per, verificati degli episodi, come verr illustrato nel capitolo quattro, in cui campagne di comunicazione che hanno come intento dichiarato
quello di disincentivare il consumo di beni o servizi dannosi per la salute
pubblica, in realt attraverso alcune scelte retoriche comunicano un messaggio di fondo che stride con lobiettivo dichiarato in partenza. Questa
incongruenza pu essere spiegata esclusivamente dal ritorno economico
derivante dalle imposte legate allacquisto di questi beni o servizi che rappresentano dei notevoli introiti per le casse statali.
Una comunicazione di questo tipo tradisce quei valori di gratuit e disinteresse che, possono appartenere solo alla Pubblica Amministrazione perch insiti nella sua natura.
Concludendo bene specificare che la comunicazione istituzionale, pur
perseguendo linteresse collettivo, non potr mai essere obiettiva ed imparziale in senso assoluto, non potr mai oggettivarsi, staccandosi dalla realt nella quale opera. Scrive De Vivo, responsabile del servizio Comuni61
Comunicazione pubblica
Figura 23
23
il target a cui la pubblica amministrazione si rivolge profondamente composito: portatori di esigenze, di aspettative e di desideri oltre che di sensibilit differenti, provenienti da molteplici contesti culturali, inseriti in ambiti assolutamente eterogenei. La pubblica amministrazione pertanto annovera tra i
propri obiettivi primari quello di consentire unattiva partecipazione dei citta62
63
Comunicazione pubblica
Figura 24
Cartoline con mappa
tattile della citt di
Venezia, Progetto Lettura
Agevolata, 2010
Il paragrafo descrive le peculiarit che differenziano la comunicazione delle istituzioni pubbliche dagli altri generi di comunicazione. Emerge come
principale discriminante il dovere delle istituzioni a comunicare in modo
responsabile nei confronti dei cittadini: responsabilit che si concretizza
in una comunicazione che sia coerente con la realt, disinteressata a questioni che esulano dal progresso o dal benessere collettivo ed infine una
comunicazione che tiene in considerazione, mette in comune e coinvolge tutti, cercando di essere attenta alle differenze e ai bisogni specifici dei
singoli. Si potrebbe concludere affermando che affinch la comunicazione sia veramente orientata verso la dimensione del servizio, la pubblica
amministrazione deve trovare la norma pi intima del proprio agire in un
orizzonte che prima di tutto sostanzialmente etico (Grandi 2001: 296).
24
65
Comunicazione pubblica
02
COMUNICAZIONE PUBBLICA:
IL QUADRO NORMATIVO
Communication is essential to healthy democracy[] Democracy can flourish only if
cityzen know what is going on, and are able
to partecipate fully
White paper on
European communication policy, EU, 2006
66
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Il capitolo precedente giustifica le peculiarit della comunicazione delle istituzioni pubbliche in relazione alla comunicazione emessa dagli altri attori della sfera pubblica, individuando come discriminante principale la dimensione del servizio che si pone come ragione dessere e missione
dellente pubblico. Proprio perch la comunicazione delle istituzioni pubbliche da considerarsi un dovere verso il cittadino, risultato opportuno capire quali siano stati gli interventi normativi che, nel tempo, hanno
definito in ambito giuridico la comunicazione come servizio stabile della pubblica amministrazione e se queste norme garantiscono quellatteggiamento di responsabilit etica verso i cittadini nellatto del comunicare.
Se nella contemporaneit la comunicazione diventa a tutti gli effetti uno
strumento dellamministrare Allora lecito chiedersi come si modella
giuridicamente, quali sono le regole che la disciplinano, quali sono i controlli le garanzie e le fonti di legittimazione di questo strumento dellamministrazione che chiamiamo comunicazione istituzionale. Inoltre ci chiediamo se esiste la capacit da parte dellamministrazione di usare questo
strumento con la necessaria consapevolezza. (Arena 2005: 160)
Per le motivazioni descritte da Arena si ritenuto utile raccogliere e organizzare criticamente in unappendice complementare a questo volume
una serie di testi sia giuridici sia di carattere extra legislativo: la prima parte dellappendice raccoglie alcuni documenti significativi redatti con lapposito intento di regolare ed orientare la comunicazione delle pubbliche
amministrazioni, nella seconda parte vengono raccolti alcuni documenti
di diversa natura atti a sensibilizzare ed indirizzare gli attori della comunicazione verso una comunicazione di tipo inclusivo, rispetto ad alcune categorie maggiormente esposte a episodi di discriminazione come i disabili, le donne o i minori. Infine lultima parte raccoglie manifesti e codici di
autodisciplina, che, come si vedr nel capitolo seguente, mirano ad indirizzare chi si occupa di progettare la comunicazione verso modelli di condotta eticamente responsabili. (v. Leggi, decreti e linee guida per la comunicazione, appendice 1)
68
69
zione. Questa legge, secondo gli studiosi della disciplina, segna uno spartiacque fondamentale tra unamministrazione che ha da sempre costruito il rapporto con i propri cittadini sulla base del segreto, della discrezionalit e del clientelismo e un nuovo metodo di amministrazione caratterizzato dallapertura alle richieste del cittadino come principio fondamentale e dalla trasparenza attraverso la pubblicit degli atti e dei documenti.
Il rapporto tra cittadino e Pubblica Amministrazione ha poi un significativo sviluppo con lintroduzione obbligatoria degli Uffici di Relazione con
il Pubblico (URP) previsti dal decreto legislativo n 29 del 1993, (Razionalizzazione dellorganizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma dellart 2 della legge del 23 Ottobre 1992, n 241).
Negli anni novanta dunque si sono mossi i primi passi verso una nuova
considerazione del ruolo della comunicazione istituzionale, ma bisogner
attendere fino al 2000 per assistere allapprovazione della prima legge quadro sulla comunicazione dellistituzione pubblica in Italia.
non prevede una figura di riferimento a cui spetta il coordinamento strategico delle attivit di comunicazione gestite dalle diverse strutture, una figura che si preoccupi di definire obiettivi comunicativi comuni al fine di
non creare percezioni tra loro discordanti nei destinatari. Alessandro Papini, direttore del Settore Comunicazione della Provincia di Milano critica
la legge 150/2000 per lassenza in normativa di una figura apicale di coordinamento di tutto lapparato comunicativo delle istituzioni pubbliche,
con la naturale conseguenza di aver generato sovrapposizioni competitive
tra figure diverse (Papini, De Vivo 2012: 16). Lo stesso Papini durante un
intervista specifica la sua opinione sostenendo che la sua presenza come
direttore della comunicazione in Provincia non stabilita dalla legge ma
da una scelta illuminata dei vertici amministrativi. La legge 150/2000, ribadisce Papini, lascia un vuoto direzionale nel contesto comunicativo che
va ad essere colmato dal politico di turno, molto spesso privo di qualsiasi
competenza specifica in merito alla disciplina e con la possibilit di essere
fazioso nelle scelte direzionali.
Un altro nodo irrisolto dalla legge 150/2000 lassenza dellobbligo di attivare procedure che verifichino lefficacia comunicativa delle singole iniziative in relazione agli obiettivi specifici da raggiungere, ai media utilizzati ed ai segmenti di pubblico destinatari. Queste ricerche dovrebbero essere realizzate alla fine di ogni fase significativa di un qualsiasi processo
comunicativo, non solo per rendere possibile una verifica pubblica di ci
che stato realizzato, ma anche per orientare le fasi successive. Purtroppo, a causa della mancanza di risorse economiche e di tempo a disposizione, la fase di valutazione unoperazione che viene svolta molto raramente. Come stato pi volte confermato nelle diverse interviste svolte
agli addetti alla comunicazione del Comune e della Provincia di Milano, le
strutture preposte alla comunicazione non sono dotate di strumenti di valutazione perch non hanno n budget, n tempo a disposizione per analizzare il feedback delle diverse campagne. Senza la possibilit di avere dei
riscontri dalla comunicazione prodotta in precedenza, le nuove campagne
rischiano di rimanere bloccate in una sorta di limbo che le costringe ed essere sempre uguali perch prive di stimoli esterni che le indirizzino verso
le nuove necessit dei cittadini.
Infine, ad uno sguardo complessivo, la legge sancisce il dovere dellistituzione pubblica di comunicare, indica quali sono gli obiettivi da raggiungere, quali sono le strutture preposte alla comunicazione e le figure professionali addette alla loro gestione, ma non entra nel merito delle modalit o
dei criteri con cui devessere costruita. Si limita ad indicare genericamente
principi astratti a cui ispirarsi come la tempestivit, la trasparenza e la chiarezza delle informazioni. necessario attendere fino al 2005 con la Di75
superiore al 20 per cento della spesa sostenuta nellanno 2009 per le medesime finalit. evidente che un taglio cos drastico limita fortemente la possibilit di miglioramento e progresso della comunicazione istituzionale, a questo proposito Papini afferma che quando si taglia si propone sempre un vecchio e per altro gi superato pregiudizio che pone la comunicazione come una delle prime voci di budget disponibili al sacrificio.
Al contrario noto come sia proprio nei momenti di crisi e di emergenza che occorra mantenere alto il profilo delle comunicazioni, dellascolto,
dellinformazione e della trasparenza con i pubblici di riferimento, specie
quando ad operare sono le istituzioni pubbliche, i cui budget sono espressione della fiscalit collettiva. (Papini, De Vivo 2012: 18). Il DL 78/2010.
emanato in un momento di emergenza, vanifica il percorso fatto finora riportando limportanza del ruolo attribuito alla comunicazione istituzionale ad una logica pre 150.
Figura 25
Libro Bianco su una politica
di comunicazione, Unione
Europea, 2006
25
Tutti i cittadini dovrebbero avere accesso, nella propria lingua, alle informazioni su questioni di interesse pubblico. Ci significa che le informazioni dovrebbero essere rese ampiamente disponibili attraverso una rete estesa di canali, tra cui i mass media e le nuove tecnologie come Internet. Significa anche
che tutti i cittadini di tutti i paesi dellUE dovrebbero essere aiutati a sviluppare le capacit necessarie per accedere e utilizzare tali informazioni. Ci particolarmente importante nel caso delle minoranze, dei cittadini disabili e di altre categorie di persone che potrebbero trovarsi sistematicamente escluse dalla partecipazione alla sfera pubblica. (app.1: 14)
Il documento, per, non ha valore legale per gli stati membri, ma pu solamente indirizzare verso certi modelli eticamente corretti di comunicazione. Inoltre la situazione per la comunicazione della pubblica amministrazione italiana non ha ottenuto giovamento dalla situazione economica
locale e mondiale: infatti per far fronte alla crisi sono stati imposti dallamministrazione centrale dei tagli consistenti al budget riservato alla comunicazione. il Decreto Legge del 31 Maggio 2010, n 78, Misure urgenti in
materia di stabilizzazione finanziaria e di competitivit economica, allart. 6 recita:
A decorrere dallanno 2011 le amministrazioni pubbliche,[] incluse le
autorit indipendenti, non possono effettuare spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicit e di rappresentanza, per un ammontare
76
77
te, ad esempio con il corpo dei caratteri pi grande oppure con colori di
sfondo differenti. Per i soggetti non vendenti previsto un sistema di lettura automatica che fornisce una traccia audio dei contenuti testuali della
pagina. La legge prevede inoltre delle figure competenti in materia, esterne alle istituzioni, incaricate di verificare il reale grado di accessibilit dei
siti: una volta ricevuta lidoneit lente proprietario del sito ottiene il diritto di esporre il logo appositamente disegnato per fungere da sigillo che dimostra la garanzia di accessibilit del sito.
Il rispetto degli standard di accessibilit per le strutture informatiche e telematiche, grazie a questa legge, sembra sulla buona strada, diversa invece la situazione per quanto riguarda la comunicazione che prevede la produzione di artefatti analogici. Innanzitutto ad oggi non ci sono leggi che
entrino nello specifico e che diano direttive precise riguardo al problema
dellaccesso alla comunicazione da parte di soggetti con disabilit sensoriali. Si trova un accenno riguardante laccesso e lorientamento negli spazi pubblici allinterno del Regolamento recante norme per leliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici, n 503, del 24. 07. 1996
dove si specifica che per barriera architettonica sintende anche la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono lorientamento e la
riconoscibilit dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi. (app.1: 186) Ma
la legge si riferisce alla fruizione dello spazio piuttosto che allaccesso alle
informazioni.
Inoltre durante le interviste ai responsabili della comunicazione presso
il Comune e la Provincia di Milano emersa una generale mancanza di
orientamento e di strumenti a garanzia della progettazione di prodotti comunicativi accessibili, tanto che alla domanda che chiedeva se esistessero
linee guida o direttive dellente in merito alla questione, la risposta sempre stata negativa. Se ne deduce dunque che la collaborazione tra i diversi
enti locali per affrontare questioni di questo genere non particolarmente attiva in quanto, proseguendo nella ricerca, pervenuto un buon documento redatto nel 2008 dalla Regione Piemonte, intitolato Linee guida per
una comunicazione pubblica inclusiva (app.1: 200). Il documento cerca di chiarire il contesto di riferimento con unanalisi teorica della situazione attuale e delle problematiche che la comunicazione delle istituzioni pubbliche
si trova ad affrontare, in particolare facendo riferimento allutenza generica e variegata a cui si rivolge. Nel terzo capitolo definisce il significato
di comunicazione inclusiva e giustifica le motivazioni per cui unistituzione pubblica deve dimostrare particolare sensibilit in questo senso. Infine nellultimo capitolo, Verso un progetto comunicativo inclusivo, elenca una serie di punti divisi per caratteristiche utili per la miglior comprensione del79
26
le informazioni e caratteristiche utili per assicurare la leggibilit dei contenuti. Il capitolo intende evidenziare dei punti di attenzione da tenere in
considerazione quando si progettano artefatti analogici al fine di garantirne il massimo grado accessibilit (Fig. 00). Le linee guida non hanno valore giuridico, ma sono solo dei consigli che cercano di sensibilizzare chi si
occupa di comunicazione pubblica sullimportanza di certi criteri progettuali. Documenti come questo dovrebbero essere condivisi su larga scala
per indirizzare il lavoro di tutti gli addetti alla comunicazione e dovrebbero fungere da stimolo per attivare linteresse del legislatore ad occuparsi a
livello normativo di queste problematiche
Figura 26
Alcune sezioni in cui
suddiviso il documento
della Regione Piemonte,
Linee guida per un
progetto inclusivo, 2008
81
ti 2013). Viene esplicitamente dichiarato il forte impatto che la comunicazione pu avere sulla costruzione della parit tra uomini e donne e si sottolinea come la diffusione di immagini e messaggi discriminanti, o contenenti stereotipi di genere, impediscano il progresso collettivo teso alla costruzione di una societ paritaria. In particolare si sottolinea come questo
tipo di messaggi influisca sulleducazione dei minori e condizioni la loro
visione della donna una volta adulti, come spiegato allart. 10. Il Parlamento Europeo sottolinea che la presenza di stereotipi negli spot pubblicitari trasmessi durante i programmi per bambini costituisce un vero problema a causa delle sue potenziali ripercussioni sulla socializzazione di genere e, di conseguenza, sul modo in cui i bambini vedono se stessi, i propri
familiari e il mondo esterno. La comunicazione influisce sulla costruzione dellidentit del soggetto e ipoteca il futuro della societ; diviene dunque necessario agire attraverso azioni di sensibilizzazione, educazione critica, affinch lidentit sia concepita in maniera etica e responsabile (Baule, Bucchetti 2013: 14). A questo proposito il regolamento invita gli stati membri a svolgere attivit di educazione e sensibilizzazione verso i pi
piccoli utilizzando anche il canale scolastico al fine di promuovere lo sviluppo di uno spirito critico verso limmagine e i media in generale, onde
prevenire gli effetti sgraditi prodotti dal persistere di stereotipi sessisti nel
marketing e nella pubblicit.
Il regolamento si conclude con linvito alle istituzioni e ai professionisti
operanti nel mondo della comunicazione a sviluppare buoni esempi di comunicazione attenta al genere e alla promozione della parit ed esorta a
continuare la discussione in merito al ruolo svolto dalla pubblicit e dal
marketing nella formazione e nel consolidamento di stereotipi di genere.
Il Parlamento Europeo
sottolinea la necessit di buoni esempi (da una prospettiva di genere) nel campo dei media e della pubblicit per mostrare che un cambiamento possibile e auspicabile. []
sottolinea la necessit di intrattenere una discussione permanente nella pubblicit e nel marketing e il loro ruolo per quanto riguarda la creazione e il mantenimento di immagini stereotipate di genere;
invita gli Stati membri ad elaborare e lanciare iniziative didattiche informate a
uno spirito di tolleranza e di astensione da ogni forma di stereotipo e aventi
lo scopo di promuovere la cultura della parit di genere attraverso idonei programmi educativi.
esclusivamente atti politici di indirizzo rivolti al Consiglio dellUnione europea o alla Commissione delle Comunit europee: saranno poi queste ultime a recepire e definire lindirizzo della risoluzione, eventualmente trasformandolo in direttiva vincolante per gli stati membri.
La risoluzione del Parlamento Europeo si pone, per, come elemento catalizzatore per il dibattito che, in seguito, sorto in Italia, grazie anche al
contributo delle associazioni di settore e delle universit che svolgono attivit di ricerca nel campo delle scienze sociali e della comunicazione visiva. Si assiste dunque alla pubblicazione di documenti specifici riguardanti la comunicazione di genere, scritti con lintento di stabilire una posizione chiara in merito alla questione della parit e degli stereotipi prodotti o
promossi dalla comunicazione pubblicitaria e dal marketing. Gli enti locali
risultano i primi a prendere posizione in merito alla comunicazione di genere, nellappendice (app1: 331) di trovano archiviate le linee guida delle
Regioni Piemonte, Lombardia e Puglia, del Comune di Macerata e del Comune di Lodi. I documenti presentano un impianto comune riassumibile
in alcuni punti chiave ricorrenti:
-- il proposito dintegrare lattenzione alle problematiche di genere nella missione dellente in modo che le campagne di comunicazione non
abbiano effetti discriminatori per uno dei due sessi;
-- lavorare per il superamento delluso strumentale, offensivo e oltraggioso, dellimmagine femminile, intesa come richiamo sessuale, passivo oggetto di desiderio e gli stereotipi sessuali che banalizzano lidentit di donne e uomini;
-- limpegno a rappresentare e dare visibilit a entrambi i sessi, compatibilmente con loggetto e le finalit della campagna, al fine di esplicitare il contributo di donne e uomini al corpo sociale. Evitando di confinare i soggetti sessuati in ambiti segreganti o tradizionalmente specializzati;
-- limpegno ad utilizzare, nellelaborazione dei testi, un linguaggio inclusivo dei due generi, pur nel rispetto della funzionalit del messaggio; evitando termini ed espressioni che possano rivelarsi, direttamente o indirettamente, offensivi dellidentit di genere;
-- la volont dintrodurre nei progetti di comunicazione elementi che
diano visibilit ai flussi migratori in corso e allinserimento di donne
di provenienza e cultura non italiana nel tessuto sociale locale, ponendo laccento sulla dimensione della multietnicit e alimentando il senso di appartenenza delle nuove arrivate;
-- limpegno a stimolare il contributo e la partecipazione di donne professioniste al progetto di comunicazione, valorizzandone il loro apporto.
83
27
collaborare per fare in modo che gli operatori di pubblicit ed i loro utenti
adottino modelli di comunicazione commerciale che:
- non contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne o
che incitino ad atti di violenza sulle donne;
- tutelino la dignit della donna, rispettino il principio di pari opportunit e diffondano valori positivi sulla figura femminile;
- siano attenti alla rappresentazione dei generi, rispettosi delle identit di donne e uomini, coerenti con levoluzione dei ruoli nella societ;
- evitino il ricorso a stereotipi di genere;
Figura 27
Linee guida della Provinci
di Milano per la tutela
della parit di genere in
comunicazione, 2011
85
professionisti che deve fungere da strumento dindirizzo nello svolgimento della professione giornalistica.
Un altro documento recente, che dimostra linteresse e limpegno dei privati verso il tema della tutela dei minori in comunicazione, la Carta di Milano, per il rispetto dei bambini e delle bambine nella comunicazione pubblicata nel
2012 dallorganizzazione non profit Terre des hommes (app.1: 426). Nella premessa al documento si legge che il progetto nasce dalla volont comune di genitori, psicologi, professionisti della comunicazione, rappresentanti delle istituzioni, dellarte, della scuola, delle imprese e del diritto
nel promuovere un nuovo impegno di responsabilit sociale da parte di
tutti gli operatori coinvolti nel mondo della comunicazione affinch venga garantita la tutela e il rispetto delle bambine e dei bambini nei prodotti comunicativi diffusi.
Per la stesura del documento gli autori dichiarano di essersi ispirati alla
Carta di Treviso, al Keeping Children Safe, al Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e allesperienza maturata in cinque edizioni del Child
Guardian Award di Terre des Hommes. Lintento della Carta quello di ravvivare il dibattito pubblico in merito a questo tema, contribuendo a spronare le istituzioni e le aziende di settore, a lavorare per il raggiungimento
di modelli comunicativi etici e corretti nei confronti dei minori in prima
istanza, e delle persone in generale.
La Carta di Milano risulta essere utile ai fini della ricerca qui condotta perch tratta nello specifico dei contenuti e delle modalit della rappresentazione che la comunicazione non deve adottare nei confronti dei minori. I
punti ritenuti maggiormente interessanti sono:
no soprattutto nei loro familiari e nelle figure affettive a loro pi vicine, ovvero in chiunque si prenda cura del loro benessere psicofisico. La comunicazione non dovrebbe sminuire nessuna di queste figure []
La rappresentazione di bambini e bambine affetti da patologie non deve ricorrere a immagini, descrizioni o discorsi che possano ledere la loro dignit.
(app.: 000)
Figura 28
Carta di Milano, per il
rispetto dei bambini e delle
bambine in comunicazione,
Terre des hommes, 2012
28
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Comunicazione pubblica
Lavori in corso
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Comunicazione pubblica
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ETICA DEL PROGETTO DI
COMUNICAZIONE
As much as I love things in flux, I love them
within a frame of reference - a consistent
reassurance that at least and at last I am the one
responsible for every detail.
And that is why I love Design
Massimo Vignelli
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creta degli artefatti e non per conferire supporto strategico alle altre figure professionali competenti in materie diverse anche se pur sempre riguardanti il macro contesto della comunicazione.
Attraverso il dialogo con alcune figure operanti allinterno del settore comunicazione della Provincia e del Comune di Milano si conferma questa osservazione: negli enti di una certa dimensione presente uno studio grafico o agenzia di comunicazione interna, come viene definita dagli intervistati. A questo ufficio destinato lo sviluppo grafico di prodotti comunicativi di vario genere, da avvisi meramente informativi a brochure esplicative di un certo servizio a campagne di comunicazione integrata che comprendono la realizzazione di una pluralit di artefatti coordinati secondo gli obiettivi della campagna.
Lufficio comunicazione interna riceve il brief per la realizzazione della campagna da parte dei vertici amministrativi oppure, ove presente, dal
direttore della comunicazione, come nel caso della Provincia di Milano.
Nel caso in cui lo sforzo di lavoro richiesto sia superiore alla capacit operativa della risorsa interna, la realizzazione della campagna viene affidata a
un soggetto esterno che realizzer in maniera indipendente gli artefatti richiesti. Entrambe le situazioni presentano risvolti sia positivi che negativi,
si presume che gli uffici di comunicazione interni siano ben integrati con
le intenzioni comunicative della direzione, inoltre dovrebbero avere una
sensibilit particolare nel trattare con la comunicazione pubblica facendo
parte di quel medesimo ambiente.
Dallaltra parte, per, lo studio interno, nellessere concentrato sulle dinamiche dellistituzione, rischia di soffrire di isolamento dal panorama comunicativo esterno e per questo di essere poco competitivo, volendo usare un aggettivo commerciale, con il resto della comunicazione con la quale per forza di cose i suoi prodotti, in particolare quelli di stampo pubblicitario, andranno a confrontarsi.
Questa problematica non sussiste per le agenzie e gli studi esterni allente che solitamente svolgono progetti per committenti provenienti da ambiti differenti; se mai il rischio per i collaboratori esterni quello di trasferire, senza nessun filtro, tecniche e linguaggi che vengono utilizzati per la
realizzazione di campagne commerciali. Sia chiaro che non si vuole stigmatizzare la comunicazione commerciale, si ritiene anzi che sia necessario attingere anche da questo campo per la buona riuscita della comunicazione istituzionale, ma si ritiene necessaria la consapevolezza da parte del
progettista che si sta lavorando per unistituzione pubblica e che quella comunicazione non uno strumento finalizzato allaumento del giro daffari
di unazienda, ma un servizio pubblico indirizzato al miglioramento della vita dei cittadini. Per questo sarebbe auspicabile che agli incaricati del99
lo sviluppo delle campagne di comunicazione venisse fornito del materiale, dei documenti in grado di informare il progettista sul contesto di lavoro, sulle caratteristiche imprescindibili della comunicazione pubblica e sugli accorgimenti necessari affinch i prodotti siano realizzati nello spirito
di servizio. A questo proposito durante le interviste svolte in Comune ed
in Provincia stato chiesto se ci fossero documenti di questo genere da
consultare internamente o da fornire ai collaboratori esterni, in entrambi i
casi la risposta stata negativa e la reazione dellinterlocutore decisamente
perplessa, a significare che materiale di questo tipo non mai pervenuto e
probabilmente non se ne mai sentito il bisogno. Di conseguenza sintuisce che documenti come le Linee Guida per una comunicazione pubblica inclusiva, pubblicati dalla Regione Piemonte (app.1: 200) o il documento per la
Valutazione della Comunicazione Pubblica della Regione Umbria (app.1: 100)
non sono particolarmente considerati dagli altri enti affini.
Rimane dunque aperta la questione della responsabilit di chi si occupa
della comunicazione degli enti pubblici. Una responsabilit che non viene
stabilita a priori, ma che lasciata a discrezione del singolo professionista.
Questa considerazione apre le porte alla riflessione che seguir nel prossimo paragrafo in merito alletica professionale e alla responsabilit del progettista di comunicazione nello svolgimento dei suoi compiti.
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massa: la comunicazione ha la capacit di modificare il pensiero e le azioni dei destinatari, inoltre oggi la pervasivit risulta essere amplificata attraverso il canale mass mediatico.
Nel mondo in cui viviamo, dominato dai mezzi di comunicazione di massa e contraddistinto da una vera e propria overdose di comunicazione []
emerge come reazione un bisogno di etica. Si comprende come le conseguenze sociali, positive o negative che siano, hanno oggi una portata
nettamente superiore rispetto alla comunicazione del passato; come viene confermato in un articolo scritto da Giovanni Baule: Letica della responsabilit, nella societ tecnologica, assume una dimensione pi ampia:
vuol dire che cambia la dimensione proiettiva del progetto, la sua portata, la sua gittata. La qualit del singolo artefatto comunicativo, una condizione di partenza, non pu pi essere indipendente dalla generale qualit del comunicare e dalle prospettive nel suo complesso. (Baule 2005)
Laffermazione sottolinea limportanza odierna delletica e focalizza il discorso su quello che il centro dinteresse di questo capitolo: la responsabilit del progettista di comunicazione visiva.
Oggi che siamo immersi come talora viene asserito nella cosiddetta civilt dellimmagine, che siamo partecipi per dirla con McLuhan, di un sistema di comunicazione post-gutemberghiano, in cui il monopolio della parola viene contrastato dalluso delle foto e dei simboli grafici, va seguito con particolare attenzione ogni progetto, ogni esperimento, ogni
sforzo creativo (Pignotti in Anceschi 1984: 33). La comunicazione visiva, conseguentemente al nuovo predominio dellimmagine sulla parola, si
pone al centro del dibattito contemporaneo sulletica della comunicazione. La motivazione di fondo pu essere riassunta attraverso il passaggio
di Baule (2013: 23):
A fronte di queste osservazioni risulta spontaneo chiedersi per quali motivi sembra oggi indispensabile sottoporre i processi comunicativi ad un
vaglio etico. Perch devo comunicare bene, finalizzare la comunicazione alla condivisione, allintesa piuttosto che al fraintendimento? (Bellino
2010: 51) La risposta da ricercare nel potere persuasivo della comunicazione e nel carattere pervasivo che la comunicazione ha acquisito attraverso lavvento nella societ contemporanea dei mezzi di comunicazione di
Il Design della comunicazione svolge a fondo il proprio ruolo di tipo trasformativo - inteso come processo che d forma ai contenuti mettendoli in immagine - e, attraverso gli artefatti e i sistemi progettati, in grado di guidare le scelte e i comportamenti dei destinatari, modificando la percezione che essi hanno della realt in cui operano, contribuendo alla formazione di punti di vista e
opinioni, fino a raggiungere ruolo e funzione nei processi di sensibilizzazione
rivolti a problemi ed emergenze.
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duce nelladeguata valorizzazione e remunerazione del lavoro dei collaboratori e nel corretto utilizzo dei progetti dei colleghi al fine di evitare episodi di plagio.
Considerando in modo pi ampio il raggio dazione del progetto di comunicazione entra in gioco laspetto delle responsabilit sociali del designer.
Come visto in precedenza, lattuale sistema di comunicazione dotato di
una forte valenza persuasiva, la responsabilit del designer pu esplicitarsi
nello sforzo di canalizzare il carattere persuasivo della comunicazione per
raggiungere obiettivi educativi e di sensibilizzazione in merito a issue dinteresse generale. La comunicazione pu dunque essere un potente strumento educativo se usato responsabilmente.
Allinterno della categoria delle responsabilit sociali del designer rientra
anche lattenzione che il progettista deve avere riguardo agli effetti del suo
operato sul contesto in cui agisce e sui destinatari al quale si rivolge. Tra
le diverse forme dinquinamento esiste anche linquinamento da comunicazione, causato dallipercomunicazione, dallenorme quantit dimmagini prodotte ogni giorno, dagli artefatti qualitativamente scadenti o non eticamente responsabili.
Ora che lorizzonte si allarga alle conseguenze non immediate, agli effetti collaterali, sappiamo che ogni artefatto lascia una traccia, implica lutilizzo di risorse, occupa uno spazio di attenzione a scapito di un altro, produce scorie.
Letica della responsabilit apre il capitolo di una comunicazione sostenibile, dove conta anche quale modello di societ promuove, a quale modello di
mondo partecipa. (Baule 2005)
La considerazione di Baule permette di alzare ulteriormente il punto di vista sulla responsabilit del progettista di comunicazione: egli tenendo fede
alla responsabilit verso la qualit del lavoro, verso la professione e verso la societ, pu contribuire, attraverso la sua azione progettuale, al progresso sociale, alla costruzione di un modello di mondo pi corretto, pi
etico. We cannot afford to be passive anymore. Designer must be good
cityzens and partecipate in the shaping of our governament and society.
As designers, we could use our particular talent and skills to encourage
others to wake up and partecipate as well. (Heller, Vienne 2003: 2)
La responsabilit del designer qui intesa nel significato pi alto del termine: una responsabilit che rende il professionista cosciente del ruolo attivo che egli pu ricoprire nel ridisegno della societ secondo ideali che tendono al progresso ed, in ultima istanza, al bene. Questa presa di
coscienza raggiunge il grado pi alto della responsabilit il livello della filantropia, in cui si realizza a pieno la figura del citizen designer. (Longoni 2005: 202)
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Figura 29
First things first manifesto,
Ken Garland, 1964
We think that there are other things more worth using our skill and experience on. There are signs for streets and buildings, books and periodicals, catalogues, instructional manuals, industrial photography, educational aids, films, television features, scientific and industrial publications and all the other media
through which we promote our trade, our education, our culture and our greater awareness of the world. (app.1: 391)
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le, ne comprende la necessit, ma vuole richiamare i designer ad un riordino delle priorit, alla riflessione sulle questioni di primaria importanza,
First Thing First, appunto, delle quali la comunicazione dovrebbe occuparsi, in prima istanza.
We do not advocate the abolition of high pressure consumer advertising: this
is not feasible. Nor do we want to take any of the fun out of life. But we are
proposing a reversal of priorities in favour of the more useful and more lasting forms of communication. We hope that our society will tire of gimmick
merchants, status salesmen and hidden persuaders, and that the prior call on
our skills will be for worthwhile purposes. (ibidem)
Il documento segna la presa di coscienza delle problematiche che intercorrono tra il progetto di comunicazione e la societ ed il ruolo che il designer assume come coscienza critica, capace di attivare processi di trasformazione. in questa prospettiva che si colloca la riedizione del manifesto di Garland nel 1999, intitolato First Thing First 2000. Una nuova generazione di designer, tra cui esponenti di forte riferimento professionale
come Spiekermann, Barnbrook, VanderLans, riprende e attualizza le posizioni del primo manifesto, esprimendo la preoccupazione per linquinamento cognitivo causato da una iperproduzione di immagini commerciali
e dalle ricadute che questa saturazione visiva pu avere sul comportamento ed il modo di pensare della collettivit: Designers who devote their efforts primarily to advertising, marketing and brand development are supporting, and implicitly endorsing, a mental environment so saturated with
commercial messages that it is changing the very way citizen-consumers
speak,think, feel, respond and interact. I firmatari consapevoli dei nuovi problemi che affliggono il mondo contemporaneo, There are pursuits
more worthy of our problem-solving skills. Unprecedented environmental, social and cultural crises demand our attention (app.1: 392). Essi ribadiscono la necessit di porre tra le priorit dei professionisti di comunicazione quella di lavorare per soddisfare le necessit dellutente perseguendo la promozione del bene e del progresso collettivo.
Il dibattito riguardante il ruolo e la responsabilit del designer della comunicazione viene ripreso nel 1989 dalla Carta del progetto grafico, documento
redatto da Anceschi, Baule e Torri, firmato in seguito da un numero considerevole di professionisti del settore. La Carta risulta di notevole rilevanza come catalizzatore del processo in cui il designer della comunicazione
prende coscienza del proprio ruolo sociale, rispetto al sistema generale.
Noi affermiamo una volta per tutte la centralit del progetto grafico. Nella
cultura iperindustriale di massa, la quantit, la frammentazione, la disomogeneit, la dislocazione nellofferta dei dati necessari alluomo per vivere, produ108
Espressa limportanza della disciplina per la vita della societ, nella seconda parte del documento vengono ribadite le responsabilit a cui il designer
deve far fronte, derivanti proprio dal suo ruolo professionale e sociale.
Noi sottolineiamo le nuove responsabilit del progettista grafico. Difendiamo il progetto della qualit nel campo della comunicazione visiva. Rivendichiamo nostre le responsabilit nei confronti dellutenza. Competenza questa che peraltro ci che ci viene richiesto dalla committenza
pi avanzata. Noi dichiariamo pertanto il punto di vista dellutenza fondamento costante del nostro operare. (ibidem)
Sulle basi poste dalla Carta del progetto grafico, viene redatto nel 1993 il nuovo Codice di etica deontologica e condotta professionale dellAiap, che promuove
atteggiamenti di maggiore consapevolezza e responsabilit, soprattutto rispetto allimpatto sociale, culturale e ambientale della progettazione grafica e, pi in generale, della comunicazione.
A differenza della Carta il Codice entra nello specifico delle diverse situazioni della vita professionale del designer cercando di dare indirizzi concreti al fine di assicurare una condotta responsabilmente etica degli associati Aiap riguardo a tutti gli ambiti precedentemente distinti della responsabilit (estetico-funzionale, professionale, sociale).
Risultano essere simili nella struttura e negli argomenti trattati altri documenti di autoregolamentazione appartenenti ad altre associazioni di professionisti che si occupano, pi in generale, della comunicazione visiva,
come, ad esempio, lo Statuto di Assocomunicazione o lo Statuto Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale.
Per quanto riguarda, invece, nello specifico, lambito pubblicitario, che in
questa sede risulta interessante rispetto agli artefatti comunicativi che si
andranno a descrivere nel capitolo seguente, il primo documento il Manifesto Deontologico dellArt Directors Club Italia (app.1: 655), che stila alcuni principi a cui tutti gli appartenenti allassociazione dovrebbero attenersi
nello svolgere la loro professione in ambito pubblicitario.
I firmatari del manifesto esprimono la consapevolezza che la comunicazione pubblicitaria contribuisce a diffondere linguaggi, modi di essere e
valori che entrano a far parte della vita del pubblico, condizionando pensiero e comportamenti dei singoli.
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dotta in questa sede. Viene come prima cosa definito loggetto della regolamentazione: soggetto alle norme del presente Codice qualunque
messaggio volto a sensibilizzare il pubblico su temi di interesse sociale, anche specifici, o che sollecita, direttamente o indirettamente, il volontario
apporto di contribuzioni di qualsiasi natura, finalizzate al raggiungimento
di obiettivi di carattere sociale.
Poi il codice fornisce delle indicazioni precise sui contenuti e sui linguaggi da utilizzare per questo particolare tipo di messaggi. :
i messaggi non devono:
sfruttare indebitamente la miseria umana nuocendo alla dignit della persona,
n ricorrere a richiami scioccanti tali da ingenerare ingiustificatamente allarmismi, sentimenti di paura o di grave turbamento;
colpevolizzare o addossare responsabilit a coloro che non intendano aderire allappello;
presentare in modo esagerato il grado o la natura del problema sociale per il
quale lappello viene rivolto;
sovrastimare lo specifico o potenziale valore del contributo alliniziativa;
sollecitare i minori ad offerte di denaro.
La presenza nel Codice di questa sezione dimostra come la comunicazione di tematiche sociali attraverso il linguaggio pubblicitario si particolarmente diffusa in Italia nellultimo decennio; inoltre si nota che la pubblicit sociale considerata un ambito diverso dalla pubblicit commerciale e
che necessita di vincoli specifici sia per la natura dei suoi contenuti, spesso
drammatici, sia per lazione di carattere persuasivo-educativo a cui mira.
Lopinione in merito ai codici di autodisciplina ed ai manifesti deontologici pu essere scettica, come nel caso di Fabris (2005: 35) che afferma: ai
problemi di etica della comunicazione n i codici n la deontologia professionale sono in grado di dare una soluzione stabile e adeguata. Ci accade
perch, fin troppo spesso, lapplicazione di questi documenti risulta difficile e farraginosa e le sanzioni comminate non costituiscono per lo pi un
valido deterrente per evitare i comportamenti scorretti.
La critica di Fabris pu essere condivisibile, ma, secondo lopinione di chi
scrive, documenti di questo tipo rappresentano, se non la soluzione definitiva, un primo passo per la diffusione di un senso di responsabilit da
parte degli operatori della comunicazione nei confronti del proprio lavoro e sensibilizzano le istituzioni, gli addetti ai lavori e lopinione pubblica,
in merito alla necessit di collaborare per raggiungere una comunicazione
basata su standard etici.
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denzia Anceschi nella prefazione del catalogo della mostra della Prima biennale della grafica (1984: 13) un fenomeno complesso, distinto dalla grafica commerciale e dotato di sue peculiarit qualcosa che serpeggia nella
cultura del fare grafico e comunicativo. Meno banale la sensazione che
si tratti di peculiarit non solo di contenuto e relativa al tipo di problema
affrontato, cio, in fondo di committenza, ma anche di particolari intonazioni del linguaggio, della morfologia, dei significati.
Al variare della committenza, dunque, ma soprattutto al variare delle finalit comunicative, variano il linguaggio, la retorica, i toni da cui i progetti sono costituiti.
Con la richiesta di comunicazione visiva da parte degli enti locali, le piccole citt di provincia si fanno committenti di progetti di comunicazione
che avranno eco internazionale, togliendo il monopolio a Milano che fino
ad allora era indiscusso polo di riferimento per la grafica in Italia e permettendo lascesa di personalit di rilievo provenienti dalle diverse province del Paese: Franco Balan dalla Valle dAosta, dove ha svolto la sua attivit di designer e di artista. Mario Cresci e Mauro Bubbico, dalla provincia di Matera.
Altri protagonisti di questa stagione, poi punti di riferimento in questo
ambito per gli anni seguenti, sono: Michele Spera, Ettore Vitale, Giovanni Lusso, Daniele Turchi, Alfredo de Santis a Roma; Andrea Rauch e Stefano Rovai fondatori dello studio Graphiti attivo a Firenze; lo studio Tapiro a Venezia e De Liso a Bari.
Infine di notevole importanza risulta la produzione grafica degli ex allievi dellistituto Isia di Urbino formatisi con Albe Steiner e, in un secondo
momento, con Michele Provinciali. Un esempio su tutti Massimo Dolcini
e la sua fortunata collaborazione con lamministrazione della citt di Pesaro che verr descritta nel paragrafo seguente.
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Figura 30
Declinazioni del logo per
la citt di Urbino, Steiner,
1970
Figura 31
Sistema segnaletico per
il trasporto pubblico di
Urbino, Steiner, 1970
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31
Figura 32
Manifesto contro le armi
nucleari, Steiner, 1950
-- suddividere il testo, secondo i significati delle diverse parti del discorso, rende pi agevole la comprensione;
-- la scelta delle immagini e dello stile di rappresentazione devessere
sempre adeguato al tema trattato, linguaggi adatti alla comunicazione commerciale non lo sono altrettanto per la comunicazione sociale pubblica;
-- gli elementi puramente decorativi vanno evitati perch rischiano di falsare la chiarezza e lincisivit del messaggio contenuto nel manifesto;
-- maggiore la sintesi verbo-visiva, maggiori saranno le possibilit che
il manifesto diventi un simbolo, con un chiaro significato nella mente dellosservatore;
-- il messaggio del manifesto devessere compreso con il minor sforzo
possibile dallosservatore.
-A conclusione del discorso riguardo al manifesto sociale, o di pubblica
utilit, il pensiero di Steiner riassumibile attraverso questo passaggio del
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suo scritto se si tratta di propaganda sociale, noi riteniamo che lefficacia si otterr quando la visualizzazione avr in s lelemento idea, comprensibile e recepibile da tutti senza equivoci. Questo implica non una banale scelta di elementi scontati, ma una rigorosa analisi del tema e un rigoroso studio di soluzioni di visualizzazione con tecniche e modi nuovi.
(1978b: 86)
Steiner non utilizza termini come accessibilit ed inclusione riferiti al progetto di comunicazione, termini forse prematuri per unepoca in cui la disciplina del Design grafico non stata ancora indagata a fondo dal punto
di vista teorico, ma nelle sue parole si legge chiaramente lurgenza di impostare i progetti di comunicazione di pubblica utilit secondo una logica
di servizio che tenga conto, in primis, delle necessit del cittadino di essere informato in modo corretto e chiaro. Una logica che investe il designer
di un ruolo socialmente utile e quindi di notevoli responsabilit nei confronti di tutti gli attori coinvolti nella comunicazione pubblica.
Figura 33
Manifesto per la pace, Albe
Steiner, 1956
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34
Massimo Dolcini (Pesaro 1945 - 2005) uno dei protagonisti della stagione della grafica di pubblica utilit, ambito che caratterizzer anche in seguito tutta la sua carriera.
Egli si forma come grafico ad Urbino dove nella met degli anni Sessanta frequenta per un biennio il Corso superiore di arti grafiche, allora diretto da Steiner. Come studente si trova a frequentare proprio il primo corso
di grafica utile avviato da Steiner per il progetto dellimmagine istituzionale della citt di Urbino. A Steiner succeder come docente Michele Provinciali che pu essere considerato il maestro di Dolcini. Lo stile materico di Provinciali, dagli accostamenti cromatici innovativi, influenzer tutto il lavoro di Dolcini.
I progetti grafici che risultano maggiormente interessanti ai fini di questa ricerca sono quelli prodotti negli anni settanta durante il lungo sodalizio, durato quasi quindici anni, intercorso tra Dolcini e il Comune di Pesaro. La collaborazione tra il designer e il Comune di Pesaro un episodio raro e di notevole importanza nella storia della comunicazione delle
istituzioni pubbliche.
Scrive Leonardo Sonnoli (2005), suo allievo e collaboratore:
lamministrazione comunale pesarese, guidata da esponenti politici illuminati,
individu in Dolcini il proto-designer per tradurre, con un linguaggio illustrato, le iniziative pubbliche su poster e cartoline. Accadde quello che raramente
si verifica: lamministrazione comunale e il grafico prescelto, con la stessa passione sociale e politica, collaborarono insieme ottenendo importanti risultati,
tanto che Pesaro divenne un esempio anche oltre i confini nazionali.
Figura 34
Manifesto Un nuovo
rapporto tra cittadini
e governo della citt,
Dolcini,1976
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Lo stesso Dolcini, in un saggio introduttivo alla mostra Cento manifesti fuori dal comune, organizzata dal Comune di Modena per celebrare trentanni della sua comunicazione pubblica, racconta di esser stato contattato dal
neo sindaco della citt di Pesaro, Marcello Stefanini, per iniziare una collaborazione stabile che promuovesse un nuovo modo di parlare ai cittadini. Il sindaco offriva a Dolcini non solo una collaborazione tecnica, ma un
ruolo strategico nella gestione della comunicazione del Comune.
Il giovane sindaco illuminato aveva chiaro che la comunicazione sociale
sarebbe stata la leva fondamentale per coinvolgere i cittadini nelle novit
nel campo della gestione pubblica che stavano per essere varate dalla sua
giunta. (Dolcini 2004: 14)
Quando il sindaco chiese a Dolcini se fosse stato possibile essere ascoltati
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Figura 35
Il Comune di Pesaro invia
una lettera informativa sul
diabete, Dolcini, senza data
Figura 36
Serie diniziative
dellamministrazione
comunale dedicate agli
anziani, Dolcini, 1982
Figura 37
Il gusto dei contemporanei,
Dolcini, 1983
Figura 38
La raccolta meccanizzata
delluva, Dolcini, 1983
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Figura 39
Particolare del manifesto
Sarabanda.Musica-Incontro
tadini, lironia come tratto di massima leggibilit, ma anche come cortocircuito che necessita di uno sguardo attivo per la lettura. (ivi: 20) Un
modo per scuotere losservatore dal torpore, dallindifferenza verso le immagini causato dal boom della comunicazione commerciale. Se ne trova
esempio nel manifesto Anziani/Ente Locale. Una politica oltre lassistenzialismo dove il visual costituito da un grande bastone da passeggio a cui legata una carota; oppure nel manifesto per un evento letterario intitolato
Il gusto dei contemporanei dove la parte testuale sovrapposta come unetichetta ad un cucchiaio, una forchetta ed un coltello, tra le quali si confonde una penna stilografica; o infine, nel Musica-incontro, Sarabanda dove la
parte terminale di un basso tuba diventa un salame affettato, richiamando
le illustrazioni di Jacovitti.
Lesperienza di Dolcini a Pesaro la dimostrazione di come la comunicazione possa diventare il modo di costruire una partecipazione dei soggetti alla gestione della cosa pubblica partendo dalla condivisione di valori, comunicati attraverso un altrettanto condiviso linguaggio verbo-visivo.
Il lavoro di Dolcini a Pesaro sottolinea:
lessenzialit di uninformazione vicina che passi attraverso lurgenza del comunicare informando, che non cada nellautocelebrazione dellamministrazione, che non sia puro spot politico, ma che riparta dai contenuti reali del fare
politica: i diritti le strutture, le occasioni dello stare insieme La grafica utile
che diventa in generale la comunicazione utile, interattiva a due vie, capace di
aprirsi al proprio pubblico rendendolo protagonista dei messaggi e non semplice lettore. (Mazzoli 2006: 10)
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Figura 40
Logo per lEspace Monte
Blanc, Balan, 1995
Un altro esponente rappresentativo della comunicazione di pubblica utilit Franco Balan (Aosta 1934 - 2013).
Losservazione del suo lavoro in ambito pubblico risulta interessante per
trarre alcuni spunti orientativi per il lavoro di catalogazione dei casi svolto nel capitolo successivo.
Balan da autodidatta si cimentato nella sua lunga carriera in progetti a livello nazionale e internazionale, non tradendo mai la sua formazione dorigine, caratterizzata dalla romanit archeologica di Aosta, alle tradizioni culturali e popolari della Valle, ma arricchendo di stimoli e suggestioni anche doltralpe il proprio bagaglio, s grafico, ma anche pittorico. Dal
Dada allimmaginario infantile fino al vocabolario visionario gi di Chagall, dal collage alla contaminazione etnica, dallibridazione di stili, generi,
e iconografie allacceso cromatismo memore dei fauves, fino alle ricerche
sulla comunicazione visiva. I suoi lavori spaziano dalle tematiche sociali
a quelle culturali, agli eventi sportivi.(cfr. Aiap 2013) Egli lavorer in maniera continuativa per le istituzioni valdostane si ricordino i manifesti per
il Comune di Chamonix, Fondazione Courmayeur, limmagine coordinata dellEspace Mont Blanc (1995), il sistema di segnaletica con pittogrammi, per lanimazione, per il Comune di Valtournenche (1985), la segnaletica generale per il Palazzo di Giustizia di Aosta (1985).
Nei lavori di Balan si nota una forte tensione ironica, che permette di
sdrammatizzare e attenuare la forte valenza iperattiva presente in alcuni
manifesti di tematica sociale; ne un esempio calzante il manifesto Vietato
fumare realizzato accostando sempre, con tecniche pittoriche, la scritta vietato fumare, dal tono decisamente imperativo, con il marchio dei monopoli di stato, creando in questa maniera unironica contraddizione.
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41
Figura 41
Manifesto per i
cinquantanni delle
tradizioni Valdostane,
Balan, 1998
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Figura 42
Manifesto per il convegno
Unesco, Balan, 1983
nia, un espediente retorico che permette di sorprendere losservatore, attirarne lattenzione attraverso un elemento che contraddice la realt abituale e spinge losservatore ad una partecipazione attiva per la comprensione del messaggio. La ricerca della partecipazione dellutente risulta fondamentale per il raggiungimento dellefficacia comunicativa.
A questo proposito viene sottolineata limportanza di provocare una reazione emotiva nellosservatore, non intesa come espressione violenta di
sentimenti, ma semplicemente come capacit da parte del prodotto grafico di toccare lutente, connettersi con il suo canale dattenzione al fine
dinstaurare una comunicazione intesa come scambio dialogico, messa
in comune; un dialogo che superi la sterile trasmissione dinformazioni.
Figura 43
Manifesto per il
bicentenario del Monte
Bianco Valdostano, Balan,
1986
43
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Comunicazione pubblica
04
LA COMUNICAZIONE DELLE
ISTITUZIONI PUBBLICHE OGGI
Immaginando che il fine etico della comunicazione
giustificasse qualunque incapacit tecnica, la comunicazione sociale ha raccolto al suo attivo una lunga
storia di campagne brutte e comunque inefficaci.
Giovanna Gadotti, Roberto Bernocchi
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Metodo dindagine
Le considerazioni, avanzate fino ad ora, sono state di carattere generale riguardo al contesto della comunicazione delle istituzioni pubbliche al fine
di definire in maniera teorica il campo dindagine, sollevare alcune criticit legate a questo ambito e individuare il ruolo del designer della comunicazione del processo decisionale e operativo che riguarda la comunicazione della pubblica amministrazione italiana. La ricerca ha ora lintento
di fornire una panoramica dello stato dellarte della comunicazione istituzionale attraverso un numero significativo di casi raccolti durante il periodo dindagine.
Sono stati raccolti 400 casi che permettono di dimostrare, da un lato, lintensificarsi delle azioni comunicative delle istituzioni pubbliche dagli anni
Novanta ad oggi e, dallaltro, permettono di avere conferma delle criticit
individuate durante la ricerca teorica.
Obiettivi della ricerca
La raccolta, larchiviazione e lanalisi dei casi, secondo i punti dattenzione
individuati durante il lavoro di ricerca teorica, hanno permesso di evidenziare la responsabilit e il rispetto della logica di servizio con cui gli artefatti in questione sono stati sviluppati.
Con lo scopo di indagare lo stato dellarte della comunicazione delle istituzioni pubbliche in Italia, si voluto:
mittenza pubblica;
-- evidenziare gli aspetti critici dei casi raccolti al fine di sostanziare con esempi concreti la tesi avanzata nelle pagine precedenti e fornire al designer dei punti dattenzione che, attraverso la messa in risalto degli errori passati, indirizzino il progetto verso modelli che siano maggiormente aderenti ai principi di etica della comunicazione.
45
-- restituire una panoramica della situazione attuale della comunicazione di pubblica utilit emessa da enti pubblici con la raccolta di quello che stato
fatto, dopo che stato stabilito, anche per legge, il dovere dello Stato
di comunicare ai cittadini;
-- raccogliere ed organizzare criticamente in un unico documento nuovo materiale che possa essere un bacino di esempi per facilitare lo studio e lapprofondimento del designer che chiamato a progettare per la com130
Figura 44, 45
Due esempi di affissioni
urbane, fotografate nel
centro di Milano
131
SPOT VIDEO
+
RADIO
CAMPAGNE STAMPA
+
AFFISSIONI
150
250
400
132
245
153
UE
ENTI NAZIONALI
ENTI LOCALI
ming, mentre le immagini sono inserite in formati ridotti a bassissima risoluzione, senza la possibilit di eseguire download dei documenti statici,
quindi la sezione stata utile come lista di riferimenti per poter poi raccogliere il materiale vero e proprio altrove.
Larchivio dellOccs si rivelato poco aggiornato sulle campagne di comunicazione della pubblica amministrazione, la percentuale di campagne
pubbliche molto inferiore rispetto a quelle dei privati e nella maggioranza dei casi appartengono agli anni Novanta. Infine si riscontrata una
chiara reticenza nel fornire materiale da parte degli enti pubblici interpellati.
Per tutti questi motivi si ritiene che la raccolta organizzata nellappendice
2 possa essere uno strumento pratico ed utile per chi desidera informarsi
riguardo ai prodotti comunicativi della pubblica amministrazione italiana.
Al termine della ricerca sono stati raccolti 400 casi di cui 150 spot tv e 250
artefatti diffusi attraverso laffissione o mezzo stampa. Delle 400 campagne due sono state commissionate dallUnione Europea, 245 dalle istituzioni centrali e 153 dagli enti locali.
Si scelto di selezionare artefatti di carattere pubblicitario, pensati per la
comunicazione esterna dellente, quella che in inglese viene genericamente definita advertising.
La scelta derivata dal fatto che i prodotti comunicativi di questo tipo
presentano delle criticit maggiori, proprio dovute allutilizzo di un linguaggio pervasivo e persuasivo come quello della retorica pubblicitaria
(cfr par. 1.3).
Schema 02
Quantit e qualit del
materiale raccolto
il rischio di fornire delle indicazioni parziali, poco esaustive e, soprattutto, si sarebbe rischiato di risultare coercitivi e limitanti nei confronti della libert dei singoli.
La scelta di abbandonare la via della definizione delle linee guida stata, per, accompagnata dalla conferma che la progettazione della comunicazione pubblica necessita di particolare attenzione da parte del designer. Pertanto si deciso di procedere individuando dei punti dattenzione emersi dallanalisi teorica della comunicazione pubblica che mettono
in evidenza dei nodi critici nei quali si stabilisce o meno il valore etico del
servizio pubblico della comunicazione istituzionale.
In seguito tutto il materiale raccolto stato analizzato criticamente: ogni
singolo artefatto stato preso in esame e valutato secondo i punti dattenzione selezionati in precedenza. Questa operazione stata svolta al fine di
individuare eventuali criticit relative agli artefatti raccolti.
Dallanalisi complessiva sono stati poi identificati alcuni casi pi significativi rispetto ad ogni punto dattenzione in cui le diverse criticit si manifestano in maniera pi netta. Questi casi simbolo saranno descritti ed analizzati in profondit nelle pagine seguenti. Inoltre, in base ad alcune caratteristiche comuni del materiale raccolto, sono state costruite delle tavole riassuntive che evidenziano i particolari interessanti di ogni artefatto rispetto al parametro in questione, in modo da fornire al lettore uno sguardo complessivo sul problema.
Ad ogni artefatto stato assegnato un numero identificativo che verr associato a tutti i richiami, anche parziali, a quellartefatto, in modo che esso
possa essere rintracciato facilmente senza dover ripetere ogni volta la nota
didascalica.
Nella seconda parte dellappendice sono organizzati i casi e le tavole rappresentativi delle diverse criticit, suddivisi in quattro macro gruppi:
-- i prerequisiti, ovvero le caratteristiche che rendono il contesto della comunicazione delle istituzioni pubbliche un ambito progettuale particolare che necessita di attenzioni specifiche;
-- le condizioni inalienabili, ovvero quelle condizioni imprescindibili che
una campagna di comunicazione, promossa da unistituzione pubblica, dovrebbe sempre rispettare;
-- i requisiti per un design inclusivo, ovvero i principi che rendono la progettazione attenta alle esigenze di tutte le categorie di utenti;
-- le indicazioni retoriche, ovvero quegli espedienti legati al linguaggio pubblicitario che possono orientare il designer verso modelli comunicativi che siano efficaci, ma responsabili.
Figura 46
Lavoro preliminare di
analisi di tutti gli artefatti
raccolti secondo i punti
dattenzione individuati
durante la ricerca
135
4.1 Prerequisiti
Come primo passo sono state individuate tre caratteristiche che giustifichino il lavoro qui svolto e la necessit di una riflessione critica ad hoc per
questo ambito progettuale.
Dalle considerazioni precedenti sono emerse tre caratteristiche che definiamo veri e propri prerequisiti che connotano la comunicazione delle pubbliche amministrazioni come un campo particolare che richiede attenzioni progettuali specifiche.
Dei 400 artefatti raccolti 280 risultano essere rivolti a tutti i cittadini in maniera indifferenziata, per et, per genere, per gradi distruzione.
Come descritto nel primo capitolo, dover parlare a tutti i cittadini in maniera indistinta risulta estremamente complesso per chi si deve occupare
della progettazione; non ci sono punti di riferimento derivanti dalle caratteristiche dei destinatari sui quali si possano basare le scelte progettuali.
I rischi sono molteplici, da un lato la possibilit di scegliere una strada che
escluda una parte del pubblico dalla comprensione del messaggio, dallaltro il pericolo di una semplificazione eccessiva con il risultato di appiattire e banalizzare lartefatto eliminando il cosiddetto appeal che sollecita lattenzione dellutente, proprio di ogni artefatto pubblicitario.
Il secondo prerequisito riguarda lazione persuasiva che la comunicazione
47 Figura 47
Ministero dellistruzione,
2009, un esempio di
messaggio diretto ad un
target generico
136
137
Figura 48
Ministero della difesa, 2013,
promozione della parata
militare del 2 Giugno
138
pubblicitaria esercita sul pubblico: nel caso della pubblicit delle istituzioni pubbliche questa capacit persuasiva indirizzata a modificare non solo
comportamenti, ma anche valori ed ideali di riferimento.
Un esempio possono essere le campagne che promuovono lesercito, divulgate con lobiettivo di far rilevare limportanza delle forze armate e rafforzare un ideale di patriottica riconoscenza verso chi dedica la propria
carriera alla difesa del Paese.
Questo risulta essere un tema controverso che suscita polemiche e critiche in quella parte dellopinione pubblica contraria alluso delle armi e alle
spese che il paese sostiene per il mantenimento degli apparati di difesa (fig.
48) , ma il problema si pone anche quando listituzione cerca di svolgere la sua funzione pedagogica promuovendo valori ampiamente condivisi,
come il senso civico, il rispetto per lambiente, la tolleranza verso gli immigrati, il valore della famiglia. Il pericolo sta nel come questa azione persuasiva, per instillare valori etici di progresso e solidariet, messa in atto.
Il rischio sempre in agguato quello di scadere nei toni e nei metodi usati
dalla propaganda tipica dei regimi totalitari (cfr. 1.2) che, invece di spiegare e argomentare al fine di condurre il cittadino ad unadesione libera e razionale al valore in questione, cerca in maniera occulta di persuadere i destinatari. Circa tre quarti del materiale raccolto mostra di essere finalizzato alla promozione di un determinato valore (patria, famiglia, tolleranza,
salute, sostenibilit, rispetto per le istituzioni) si conferma quindi un altro
prerequisito che rende la comunicazione della pubblica amministrazione
un contesto progettuale a s.
Infine, se ci si riferisce nello specifico a quella sottocategoria della comunicazione pubblica che nel primo capitolo stata denominata comunicazione sociale, si nota che la maggioranza di queste campagne di comunicazione trattano tematiche drammatiche e presentano situazioni negative che invece sono evitate con ogni mezzo dalla pubblicit commerciale.
Gli argomenti che ricorrono con maggiore frequenza sono gli incidenti stradali, i danni alla salute causati da alcol, droga e fumo, le malattie che
ancora oggi non hanno cure definitive come lAids e i tumori, lindigenza e la povert di certe categorie sociali, la violenza su donne e bambini,
gli incidenti sul lavoro.
La comunicazione sociale per svolgere la sua azione dindirizzo della societ verso modelli di progresso collettivo deve necessariamente confrontarsi con tematiche ritenute dalla pubblicit tradizionale scomode. Questi temi pongono il problema del linguaggio da utilizzare, della scelta delle immagini da pubblicare, dei toni con cui esporre il problema. Il rischio
in questo caso di attuare delle scelte progettuali che non tengano conto
degli effetti che la comunicazione potrebbe avere sul target, specialmente
quando ampio e generico.
48
139
Figura 49
Regione Lombardia, 2011,
campagna per combattere
gli episodi di stalking
Risultano evidenti le caratteristiche che distinguono la comunicazione della pubblica amministrazione dagli altri ambiti della comunicazione.
Per prima cosa la committenza pubblica, considerando il proprio ruolo
istituzionale, deve assicurarsi di mantenere unimmagine coerente e autorevole, che legittimi il suo approccio comunicativo agli occhi dei cittadini.
Inoltre, dovendo parlare ad un target generico e molto eterogeneo, la sua
azione persuasiva deve difendere la sfera dei valori e delle idee.
Infine il dovere di confrontarsi necessariamente con gli aspetti drammati49
Schema 03
Riassunto quantitativo
degli artefatti in cui
sono stati individuati i
prerequisiti
254/400
272/400
271/400
140
141
Conflitto dinteressi
La citazione conferma le questioni trattate nel primo capitolo ed introduce il primo concetto chiave al quale il designer dovrebbe prestare attenzione nellapprocciarsi alla progettazione per il contesto pubblico: la comunicazione di unistituzione pubblica dovrebbe essere priva di conflitti dinteressi, lunico interesse devessere quello di soddisfare nel migliore dei modi il
bisogno dinformazione dei cittadini.
C, per, il rischio che qualche altro scopo interferisca con la soddisfazione dellinteresse della collettivit: il conflitto dinteressi pu presentarsi in diverse forme. Una di queste riguarda lutilizzo della comunicazione dellente pubblico per la promozione personale del politico o del partito che detiene in quel determinato momento il potere. Capita che il politico in cariFigura 50
Comune di Milano, 2010,
Festival nazionale della luce
142
50
ca, magari anche ingenuamente, partecipi allideazione di un nuovo servizio o allorganizzazione di un evento e, sentendosi fautore di questa meritevole azione, desidera rendere noto alla cittadinanza non solo il nuovo
servizio, ma anche sottolinearne la propria paternit.
questo il caso di due episodi avvenuti nel Comune di Milano: il primo
risale al 2010, in occasione della comunicazione per un evento culturale, il
Festival Internazionale della luce di Milano.
Lassessore alla cultura, nel caso specifico, Maurizio Cadeo, volle che la
sua immagine fosse presente sui cartelloni pubblicitari destinati allaffissione urbana. La campagna sollev molte polemiche tra i cittadini, ma anche tra i colleghi della giunta, che percepirono come scorretta liniziativa
dellassessore.
Cadeo in un articolo pubblicato su Repubblica (2010) si difese dichiarando: Questa iniziativa me la sono inventata io e ci tenevo a sottolinearlo.
Sono manifesti realizzati dallo sponsor. La mia non campagna elettorale.
Se anche liniziativa fu presa in buona fede, il risultato rientra comunque
nel messaggio e nella forma tipici della propaganda personale.
Durante il mandato, il politico in carica ha il dovere di svolgere il proprio
lavoro di servizio alla comunit in nome dellistituzione nella quale ricopre un ruolo. Sar la successiva campagna elettorale il momento adatto
per sottolineare i propri meriti personali al fine di una possibile rielezione.
Il secondo episodio analogo al caso del 2010, ma risulta, forse, ancora
meno giustificabile.
Sulla mappa delle stazioni del Bikesharing, distribuite nella primavera
2012 in tutte le fermate del bike sharing e negli Atm Point, oltre alle informazioni riguardanti il servizio chiamato Bikemi, sul retro stata inserita la fotografia dellassessore alla mobilit, ambiente, arredo urbano e verde, Pierfrancesco Maran.
Come si legge dagli articoli che riportano la notizia, la reazione dellopi51
Figura 51
Comune di Milano, 2012,
mappa del servizio di bike
sharing
143
nione pubblica stata questa volta ancor pi negativa, forte del fatto che
la nuova giunta di centro sinistra avesse commesso il medesimo errore criticato aspramente dalla precedente giunta di centro - destra.
Si legge nellarticolo non proprio piaciuta, la scelta dellassessore: una
foto, quella che ha fatto mettere sulla brochure delle fermate di BikeMi, non
diversa da quelle che, non solo in campagna elettorale, lex sindaco Moratti e i suoi assessori dispensavano su lettere ai cittadini, depliants, manifesti..
Anche Palazzo Marino ha espresso la sua disapprovazione, sottolineando
lerrore di Maran come una leggerezza che non dovr pi ripetersi, anche
perch lerrore ancor meno giustificato dal fatto che il progetto delle
bici a noleggio non nasce con questa amministrazione, quindi - per quanto bene lo stia facendo - Maran sta gestendo uneredit del passato. (Repubblica 2012).
Unaltra forma attraverso la quale si pu manifestare il problema del conflitto dinteressi, riguarda lingerenza politica o di poteri esterni allistituzione
nelle scelte relative alle modalit comunicative con cui devessere realizzata una campagna di pubblico interesse.
Riferendosi a questo problema Gadotti (1995: 430) scrive Chi decide
contenuti e modi della campagna in assenza di una norma esplicita adottata dagli organi di rappresentanza?
La questione viene definita dallautrice spinosa in quanto il messaggio
dellente pubblico deve cercare di evitare le possibili obiezioni che possono essere mosse dallopinione pubblica. Da qui per altro scaturisce un limite tecnico non indifferente alla comunicazione pubblica, spesso non riesce ad essere incisiva proprio perch subisce correzioni e adeguamenti
alle obiezioni mosse o prevedibili (ivi: 431)
Il conflitto in questo caso generato dalla necessit della dirigenza politica
di comunicare senza scontentare nessuno, senza sollevare critiche, sia da
parte dei cittadini che delle lobby, una necessit questa che si scontra con
il parere dei tecnici, che in base alle loro conoscenze professionali, propongono soluzioni progettuali che siano come prima cosa efficaci per assolvere il fine comunicativo.
Un primo caso esplicativo di questa problematica riguarda le scelte di linguaggio per una campagna di prevenzione alluso di sostanze stupefacenti promossa nel 1991 dal Consiglio dei Ministri. Lo slogan della campagna doveva essere Chi ti droga, ti frega una formula che richiamasse il
linguaggio giovanile, poco elegante, forse, ma diretto e familiare al target
di riferimento. Lo slogan venne invece scartato su intervento del ministro
competente perch ritenuto poco ortodosso e sostituito con un altro slogan Chi ti droga, ti spegne, ma lavviso dei tecnici, a diverso titolo competenti, era stato diverso. (cfr. Gadotti 1995)
144
52
Figura 52
Consiglio dei Ministri, 1991,
prevenzione del consumo
di droga
Dallanalisi del materiale raccolto si notano i diversi tentativi di approccio al problema, a volte pi espliciti nellindicare i metodi di prevenzione,
a volte pi criptici e metaforici nellesposizione.
Nella campagna del 2002 che utilizza come visual i personaggi dei fumetti
Figura 53
di Silver, di Lupo Alberto e della sua fidanzata la Gallina Marta, la presenza del preservativo senza dubbio centrale, esso disegnato in proporzioni maggiori rispetto al resto degli elementi, sempre raffigurato chiuso e
rimane censurato nei testi che non lo nominano esplicitamente.
La campagna successiva, iniziata nel 2003, ha come obiettivo il tenere alta
lattenzione rispetto al rischio di contrarre lAids, attenzione che andata
affievolendosi tra la popolazione in quanto, grazie alle terapie pi recenti,
la malattia non pi mortale, ma porta comunque ad uninvalidit cronica.
Le affissioni e la carta stampata della prima fase della campagna alternano i seguenti messaggi La prevenzione. Il modo pi grande di amare e
Lamore per noi stessi il primo che ci protegge dallAids accompagnati
da tre diverse immagini. Due delle fotografie sono studiate per un pubblico adulto: un uomo e una donna che si prendono cura del proprio aspetto davanti allo specchio di un bagno pubblico. La terza invece, rivolta
in modo specifico ai giovani, raffigura due ragazzi che si abbracciano e si
scambiano un bacio sulla guancia.
Un manifesto di altra tipologia stato pubblicato nel 2004 nella seconda fase di divulgazione della campagna. costituito dallo slogan ripreso dai primi manifesti Lamore per noi stessi il primo che ci protegge
dallAids. Il visual, invece, costituito da unimmagine fotografica che ri54
Figura 54
Ministero della salute, 2002,
prevenzione contagio del
contagio dal virus dellAids
Figura 55
Ministero della salute,
2003, prevenzione del
contagio dal virus dellAids
Figura 56
Ministero della salute,
2004, prevenzione del
contagio dal virus dellAids
55
53
56
146
147
01
Dati tratti da Il Fatto
Quotidiano, Gioco
dazzardo, +30 per cento di
guadagno nel 2011
<http://www ilfatto
quotidiano.it/2012/03/07/
gioco-dazzardo-centoguadagno-2011-statoentrate-miliardi/195890/>
02
Cfr. puntata del
programma Gli intoccabili,
La Sette
<http://www.you
tube.com/watch
?v=SEhFtsGOBzI>
Figura 57
Figura 58
Ministero della salute, 2012,
prevenzione del contagio
dal virus dellAids
Figura 59
Ministero della salute, 2012,
prevenzione del contagio
dal virus dellAids
Figura 60
Ministero della salute, 2013,
prevenzione del contagio
dal virus dellAids
Un passo avanti sembra essere stato fatto con lultima campagna ministeriale, andata in onda nel Dicembre 2012, con testimonial lattore Raul Bova.
A seguito delle forti critiche e della pressione mediatica delle associazioni (Lila, Anlaids) che lavorano per combattere laids e tutelare chi n stato colpito, il ministro della Salute del precedente governo Renato Balduzzi ha deciso di aprire un dialogo con i rappresentanti delle associazioni
per collaborare alla stesura della nuova campagna. I primi segni di cambiamento sembrano essere arrivati: nel nuovo spot, infatti, il preservativo
viene inquadrato pi volte e, nelle ultime battute, il testimonial pronuncia
linvito a fare il test e ad usare il preservativo, concludendo con lo slogan
uniti contro lAids si vince (cfr. Newsletter Anlaids 2013).
Dunque un primo passo in avanti sembra essere stato fatto, anche se la
comunicazione ministeriale italiana su questa problematica sembra essere indietro anni luce se confrontata con le campagne di altri paesi europei
Promocard AIDS 105x150-2011_cartolina 28/11/11 15.44 Pagina 1
58
59
60
57
148
149
Figura 61
Monopoli di Stato, 2012,
promozione del gioco
responsabile
61
la dimensione ludica senza definire in modo netto il confine tra ci che ludico e ci che azzardo, e quindi dannoso. Propone solo due vie percorribili: quella del gioco dazzardo legale e quella del gioco dazzardo illegale. Nulla
sulla terza via: non giocare affatto. (Simonelli 2012)
Figura 62
Ministero del lavoro e delle
politiche sociali, 2012,
informazione sul sistema
previdenziale
Figura 63
Ministero delle attivit e dei
beni culturali, 2012, raccolta
5x1000
Figura 64
Consiglio dei Ministri e
Ministero dello sviluppo
econimico, 2011,
promozione del registro
delle opposizioni
64
Il tuo numero
sullelenco telefonico,
ma non vuoi ricevere chiamate
commerciali indesiderate?
62
Ora puoi
iscriverti
al REGISTRO PUBBLICO
DELLE OPPOSIZIONI
un servizio gratuito che offre lopportunit di scegliere
di non essere pi contattati dagli operatori di telemarketing
per chiamate commerciali, promozionali
o per il compimento di ricerche di mercato.
www.registrodelleopposizioni.it
Il Registro Pubblico delle Opposizioni stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica 178/2010
per regolamentare lattuale gestione del marketing telefonico e agevolare il cittadino a esercitare i suoi diritti.
152
w w w. b e n i c u l t u r a l i . i t
153
Figura 65
Regione Piemonte, 2001,
promozione dei mezzi di
trasporto pubblici
Questi esempi mettono in evidenza quanto sia pericoloso per listituzione lasciarsi sfuggire imprecisioni, affermazioni poco coerenti o addirittura pubblicizzare le caratteristiche di un servizio che non ancora ben fun-
65
154
155
Leggibilit
Chiarito che per leggibilit sintende la leggibilit grafica ossia la facilit
dindividuare, riconoscere, decifrare la comunicazione che si basa su simboli e caratteri (Baracco 2008:15) si comprende come questa caratteristica dipenda sia dalle capacit percettive dellindividuo, essenzialmente dalle
abilit visive, sia dalle caratteristiche dellartefatto grafico.
Affinch un prodotto comunicativo possa definirsi di facile lettura esso
deve soddisfare alcuni requisiti che lo rendono accessibile anche ai soggetti con ridotte capacit visive.
Dal confronto delle fonti consultate, in particolare le Linee Guida per una
comunicazione inclusiva della Regione Piemonte e il Progetto Lettura Agevolata
sviluppato in collaborazione con il Comune di Venezia, sono stati individuati alcuni punti dattenzione utili per orientare il designer verso la progettazione di artefatti che possano essere definiti leggibili. Ogni focus verr corredato da esempi selezionati tra i casi raccolti durante la ricerca che
evidenziano le criticit e le mancanze che la comunicazione delle istituzioni pubbliche italiane presentano rispetto ai parametri della leggibilit.
Dimensione del carattere
Solitamente allelemento testuale affidata la trasmissione del contenuto
informativo dellartefatto grafico, in particolare per quanto riguarda i prodotti statici. Risulta dunque fondamentale che il testo scritto sia leggibile, quindi decifrabile senza difficolt e ben distinguibile dagli altri elementi che costituiscono la composizione.
La prima caratteristica a cui si deve necessariamente prestare attenzio156
Figura 66
Ministero del lavoro e delle
politiche sociali, 2012,
promozione della sicurezza
sui luoghi di lavoro
me della composizione, ma risultano estremamente difficoltosi nella lettura per le persone con carenze visive. I caratteri script possono essere tollerati solo per la scrittura di parole singole, o al massimo di brevi titoli, ma
diventa rischioso il loro impiego nelle parti del testo che contengono le informazioni essenziali del messaggio.
Tra il materiale raccolto sono stati individuati ben 24 casi che presentano
lutilizzo massiccio di caratteri cosiddetti script o simili. Gli esempi sono
riassunti in alcune tavole che isolano i caratteri script presenti negli artefatti, evidenziando la difficolt di lettura che i caratteri comportano anche
per persone visivamente normo dotate (tav. 01).
Qui riportata una delle immagini prodotte per la campagna sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro promossa nel 2012 dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. In essa sono utilizzati due caratteri diversi che
simulano la scrittura, il primo compone la didascalia della foto, il secondo compone una nota su un post-it. Questo secondo carattere ancora
pi stretto ed illeggibile dellaltro, perch le lettere si somigliano tra di loro
creando forte confusione nel lettore.
66
Figura 67
Prefettura di Teramo, 2009,
particolare dellavviso anti
truffa per gli anziani
158
- NONAPRITEASCONOSCIUTI
- NONFATEAPRIREAIBAMBINI
- USATE SEMPRE ILPALETTOOLACATENA
DISICUREZZA
- CONTROLLIENEL, ACQUEDOTTOE GAS A
SORPRESA? VERIFICATE CON UNA
TELEFONATA!
- DIFFIDATE DI CHI VI OFFRE PRODOTTI
MIRACOLOSI, OGGETTI DARTE A POCO
PREZZOEFACILIGUADAGNI;
- SE USCITE, CHIUDETE SEMPRE LAPORTA
ACHIAVE.
67
IN STRADA
IN BANCAE IN POSTA
159
Figura 68
Regione Puglia, 2009,
packaging per la lotta alla
violenza sulle donne
tiche poco felici per differenziare le parole dallo sfondo e degli elementi decorativi superflui, si comprende come il prodotto sia totalmente inadatto ad un utenza anziana che, come risaputo, presenta una serie di difficolt visive dovute allatrofizzazione dei muscoli oculari e allinvecchiamento degli organi visivi.
Risulta spontaneo chiedersi il perch di determinate scelte stilistiche, soprattutto in un caso come questo in cui le caratteristiche e le problematiche del destinatario sono chiare e ben note. La risposta, che non giustifica
lerrore, da ricercare nellidea radicata che il carattere maiuscolo sia percepito come pi evidente, un testo scritto in maiuscolo appare maggiormente perentorio, la frase sembra pronunciata a gran voce, ecco perch il
maiuscolo spesso abusato negli avvisi, in artefatti come quello dellesempio in cui si vuole redarguire la popolazione in merito ad una determinata
questione. Lintenzione di farsi ascoltare a tutti i costi , per, vanificata
dalla lenta e difficile lettura che il testo maiuscolo porta con s.
Errori tipografici
Unaltra criticit riscontrata nei casi raccolti, che pu diminuire la leggibilit affaticando la lettura, la presenza di alcuni errori tipografici come
la sostituzione del carattere con linsieme della E maiuscola e dellapostrofo che oltre ad essere un errore tipografico anche un errore ortografico. Oppure si riscontrano delle incurie nella gestione dellinterlinea che
determinano la sovrapposizione tra le parti discendenti e ascendenti delle lettere creando la formazione di segni confusi che disturbano la lettura. Errori di questo tipo oltre ad abbassare il grado di leggibilit dellartefatto denotano una scarsa qualit tecnica nella composizione dellartefatto che viene meno a quella responsabilit professionale che dovrebbe fare
da base alletica del progettista (cfr. 3.2.1)
Nella tavola 03 sono messi in evidenza alcuni errori ricorrenti. (app.2: 133)
Come ad esempio il verbo in versione maiuscola, scritto con lapostrofo invece che con laccento, come si pu notare sul packaging realizzato dalla Regione Puglia per combattere la violenza domestica.
La scelta di utilizzare testi poco contrastati rispetto allo sfondo non deriva
da necessit economiche o tecniche, ma bens da scelte di carattere prettamente formale che coinvolgono principalmente i prodotti considerati pi
creativi che richiedono un maggior grado di originalit, come nel caso di
artefatti promozionali.
Qui, come per gli altri fattori, difficile definire degli standard a cui fare
riferimento per garantire il contrasto minimo tra gli elementi, necessario a
non creare disagio tra lettori normovedenti o una vera e propria barriera
per gli utenti con deficit visivo.
sempre necessario considerare i diversi fattori legati al carattere tipografico della tipologia di testo, ma, in generale, va ricordato che per un testo
lungo con caratteri a corpo piccolo necessario utilizzare il massimo del
contrasto possibile. Negli altri casi va garantita comunque unabbondante differenza di luminosit tra il testo e lo sfondo, rifuggendo quelle combinazioni che rendono le lettere appena percettibili per un normovedente.
Osservando i prodotti comunicativi raccolti, si evidenziano ricorrenti problemi di contrasto tra gli elementi portatori dinformazioni e lo sfondo, a
dimostrazione che gli accorgimenti riguardo alla leggibilit non sono una
prassi standard nei processi di definizione delle campagne di comunicazione delle istituzioni pubbliche.
Negli esempi in appendice si possono riscontrare casi in cui la luminosit dei caratteri troppo simile a quella dello sfondo, causando confusione
tra i due elementi (tav. 04 app.2: 135).
Una scelta che pu risultare problematica riguarda lutilizzo del colore
bianco per il testo posto su uno sfondo colorato. In questo caso pu capitare che la luminosit del colore di sfondo sia troppo alta e quindi vicina a quella del bianco, come nel manifesto del Consiglio dei Ministri, in
cui le informazioni sono poste in dimensione ridotta, bianche su fondo
grigio, oppure al contrario pu esserci una buona differenza di luce tra testo bianco e colore di sfondo, ma la dimensione o lo spessore dei caratteri non sufficiente e le lettere tendono ad essere assorbite dallo sfon-
Figura 69
Regione Lombardia, 2012,
partcolare del manifesto di
promozione ambientale
69
Contrasto
Affinch una composizione visiva risulti leggibile, gli elementi che la compongono devono distinguersi dallo sfondo che li contiene. necessario,
dunque, che ci sia un buon grado di contrasto tra gli elementi in primo piano e lo sfondo. Il contrasto, ossia la differenza di luminosit tra i caratteri e lo sfondo uno dei fattori che maggiormente incidono sulla leggibilit di un testo scritto, nonch sul riconoscimento in vari contesti, dinformazioni basate su segnali visivi. (Baracco 2008: 48)
160
161
Figura 70
Ministero dei beni e delle
attivit culturali, 2009,
particolare del manifesto
per la Giornata Europea del
Patrimonio
do scuro, comportando un ostacolo alla lettura (fig. 70). Il testo in negativo pu essere dunque una buona scelta solo se le dimensioni sono successivamente grandi.
Contrasto cromatico
necessario, dunque, tener conto della differenza di luminosit tra la figu03
ra e lo sfondo, ma anche della differenza di tinta3 tra un elemento e laltro,
La tinta rappresenta la
lunghezza donda, sul piano ovvero del contrasto cromatico, comunemente definibile come la differenza
percettivo e fisiologico,
tra un colore e laltro. Il contrasto cromatico si riferisce al confronto tra i
il colore percepito come
dominante.
colori saturi ed sostanzialmente indipendente dalla luminosit. La satuBucchetti Valeria (a cura
razione di un colore indica la sua purezza: pi alta pi i colori sono vividi
di), 2007: 123
ed intensi, pi bassa pi ci si avvicina al grigio di pari luminosit (ivi: 53)
Negli ipovedenti, o nelle persone anziane, possono presentarsi deficit cromatici che riducono, anche sensibilmente, la loro capacit di distinguere i
colori. Per prevenire difficolt nella lettura bene evitare luso abbinato
del rosso con il blu e del giallo con il porpora poich tali colori sono percepiti come sfocati dagli anziani e in generale provocano a tutti difficolt
di messa a fuoco. (Regione Piemonte, app. 2: 200)
Un caso limite, che pu interessare questo ambito, il daltonismo, una patologia che implica la cecit assoluta del colore rosso e verde e delle loro
sfumature nei soggetti che ne sono affetti. Per un soggetto daltonico un
ine
campo verde risulta completamente illeggibile.
G i o r n a t e testo
E u rrosso
ope
d e l Pa tNella
r i mtavola
o n i06
o vengono messi a confronto alcuni casi, individuati tra i
comunicativi
istituzionali, che potrebbero compromettere la leg2prodotti
00
9
gibilit del contenuto informativo da parte di persone daltoniche o con
patologie simili. Dal confronto tra lo schema 04, che mostra la percezione
del colore nei normodotati e gli altri tipi di spettri, cromatici si deduce che
un manifesto come quello del Provincia di Bolzano, composto da unimORO D
UROPA
magine di fondo con ampie zone nere a cui sovrapposto un testo rosso,
risulta completamente illeggibile per questa categoria di soggetti, escludendoli di fatto dalla comunicazione che listituzione vuole trasmettere.
MP Mirabilia - www.mpmirabilia.it
TALIA
E
70
162
European Heritage
European
Days Heritage COUNCIL
Days
OF EUROPE
Journes europennes
Journes europennes
du patrimoine du patrimoine
COUSEIL
COUNCIL
COUSEIL
OF
DEEUROPE
LEUROPE DE LEUROPE
del
iglioConsiglio
dEuropadEuropa
e della Commissione
e della Commissione
Europea Europea
Contrasto eccessivo
Dallosservazione dei prodotti comunicativi raccolti si nota anche un problema opposto a quello appena illustrato. Pu capitare che un contrasto
eccessivo tra figura e sfondo provochi un senso di fastidio nellosservatore con conseguente affaticamento della vista e difficolt nella lettura. Questa criticit appare pi evidente nelle comunicazioni che utilizzano la tv o
il web come canali di diffusione, infatti lo schermo che possiede una propria luminosit intensifica il contrasto tra gli elementi, creando situazioni al limite dellinstabilit percettiva, che risultano fastidiose anche per chi ha
piene facolt visive.
Con la partecipazione
Con la partecipazione
del Ministerodel
dellInterno
Ministero dellInterno
DipartimentoDipartimento
per le Libert
per
Civili
le Libert
e lImmigrazione
Civili e lImmigrazione
Fondo EdificiFondo
di Culto
Edifici di Culto
www.beniculturali.it
numero verde 800 99 11 99
71
Figura 71
Provincia di Bolzano, 2008,
manifesto contro la violeza
sulle donne
Schema 04
Rappresentazione dello
spettro colore per persone
normovedenti e daltoniche
Tra gli esempi individuati, spicca come caso estremamente negativo, sotto questo punto di vista, lo spot del Ministero della cultura del 2010per
la promozione della giornata della cultura. Lo spot alterna titoli di colore
bianco, scritti in caratteri maiuscoli, sovrapposti a campiture piatte di colori a saturazione piena (verde, blu, arancio), leffetto in stampa non rende appieno la violenza del contrasto di certi frame dello spot. Selezionando traccia 288 del cd in allegato si potr verificare a schermo il contrasto
eccessivo che infastidisce ed affatica lo sguardo.
Interferenza con lo sfondo
Unaltra situazione, in cui necessario porre attenzione al grado di leggibilit, si presenta nel momento in cui si sceglie di sovrapporre lelemento
testuale ad unimmagine.
In generale unimmagine di sfondo ostacola sempre in una determinata
misura gli elementi grafici che le si sovrappongono. Il grado di disturbo
dipende da una serie di caratteristiche dellimmagine: innanzitutto mag163
Figura 72
Ministero dei beni e delle
attivit culturali, 2010,
promozione della giornata
della cultura
giore luniformit dellimmagine nei toni e nei colori, minore sar linterferenza con la grafica. Dalluniformit dipende anche il grado di contra72
Figura 73
Provincia di Milano, 2012,
sportello dinformazione
per le donne lavoratrici
sto tra lo sfondo e gli elementi in primo piano, contrasto che difficilmente, allinterno del campo di unimmagine, sempre costante. Un altro fattore riguarda la presenza di elementi che attirano lattenzione (es. volti) e
che spostano la concentrazione dal primo piano allo sfondo; infine il disagio percettivo maggiore se il corpo del carattere utilizzato ha le stesse
dimensioni degli elementi che costituiscono limmagine di sfondo o di alcuni suoi dettagli significativi.
73
Nella locandina della Provincia di Milano, parte delle informazioni, riguardanti i servizi offerti dallo sportello dedicato alle donne, sono poco leggibili perch si confondono con lillustrazione retrostante che composta da colori non molto dissimili da quelli del testo. Nelle tavole 08, 09 si
elencano alcuni casi problematici per la leggibilit del prodotto comunicativo, derivanti dalla scelta di immagini non adatte ad essere utilizzate per
lo sfondo.
I punti dattenzione che sono stati appena descritti spesso si scontrano
con le scelte formali e il gusto estetico del progettista, come si legge nel
primo volume di Socialdesignzine il pi serio ostacolo alla diffusione del
progetto inclusivo rimane, forse proprio nei designer, la convinzione
che laccessibilit costituisca un limite alla propria creativit (Rauch, Sinni :155). dunque importante diffondere la convinzione che la leggibilit deve aggiungersi alle variabili progettuali e che il designer debba impiegare la propria creativit per trovare la soluzione ottimale che coniughi la
qualit estetico-formale con i principi del design dellaccesso.
Comprensibilit
Un artefatto comunicativo per essere considerato accessibile deve innanzitutto poter essere visto, ovvero percepito da tutti una volta garantita la percezione degli elementi informativi, deve essere garantita anche
la comprensione di quegli elementi, sostanzialmente lutente deve capire
qual il messaggio che lartefatto intende comunicargli.
Generalmente il parametro della comprensibilit si riferisce al testo scritto e alla sua capacit di essere chiaro, semplice e di facile comprensione.
Questa caratteristica dipende dalla concomitanza di un insieme di fattori
che possono essere riassunti in alcuni punti da utilizzare come vademecum in fase di progettazione.
Definizione degli obiettivi comunicativi
Tutti i documenti consultati riguardanti la semplificazione del linguaggio e la comunicazione inclusiva (app.: 00) indicano la necessit di definire obiettivi comunicativi chiari prima di passare alla stesura dei contenuti informativi dellartefatto.
Si legge nella Direttiva sulla semplificazione del linguaggio delle pubbliche amministrazioni: Chi scrive deve avere chiari finalit e contenuti del testo.
Solo cos atti amministrativi e documenti informativi diventano leggibili
e comprensibili per tutti. (app.:)
Il passaggio si riferisce genericamente a documenti e atti amministrativi, ma dimostra la necessit che solo avendo le idee chiare si pu parlare con chiarezza.
Coerenza e razionalit dei contenuti
Dalla definizione chiara degli obiettivi comunicativi deriva lo sviluppo
di un testo che sia necessariamente concepito articolando logicamente i
concetti in modo tale da richiedere al fruitore il minimo sforzo di interpretazione. Un possibile metodo per agevolare il lettore nella comprensione del testo quello di organizzare pi informazioni in un numero limitato di unit, al fine di agevolare lelaborazione e la memorizzazione dei contenuti. Un flusso continuo e massiccio dinformazioni infatti fonte di disagio e di affaticamento cognitivo generato dal sovraccarico di contenuti.
Sintassi lineare
Per garantire una facile comprensione del testo, oltre lorganizzazione logica dei contenuti, necessario prestare attenzione alla sintassi. Vanno
evitate frasi lunghe con periodi complessi e involuti. Inoltre la presenza di frasi complesse, costituite da molte subordinate, un ostacolo an-
164
165
04
Pagina dedicata alla
spiegazione della
campagna sul sito del
Governo italiano
< http://www.governo.it/
DIE/attivita/campagne_
istituzionali/XVI_
Legislatura/1su5/index.
html >
167
Figura 74
Consiglio dei Ministri, 2010,
lotta agli abusi sui minori
Figura 75
Consiglio dei Ministri, 2002,
promozione del lavoro
legale
zioni errate, il manifesto divulgato nel 2002 dal Consiglio dei Ministri: il
visual costituito dalla fotografia di un uomo di spalle, inquadrato dal basso verso lalto, di fronte ad una finestra. La combinazione del punto di vista ribassato, che pone la soglia della finestra al livello del ginocchio del
protagonista e il forte contrasto di chiaro scuro tra il buio dellinterno e la
luce accecante, quasi mistica, al di fuori della finestra, crea una serie di indizi che losservatore distratto potrebbe ricondurre alla scena di un suicidio. Invece il messaggio che la campagna vuole trasmettere ben altro, lo
si capisce leggendo lo slogan Dai al tuo lavoro un futuro alla luce del sole e viene specificato entro il 30 novembre presenta la dichiarazione di emersione, scritto
in piccolo sotto lo slogan, in negativo con carattere light. Dunque il manifesto intende esortare alla regolarizzazione del lavoro a livello fiscale per
essere maggiormente tutelati in futuro. A spiccare sono, per, la parola lavoro e limmagine tetra della sagoma davanti alla finestra, una combinazione che nellimmaginario collettivo si lega a conclusioni poco felici
Gli esempi dimostrano che, per i prodotti comunicativi che utilizzano le
forme del linguaggio pubblicitario, garantire un alto grado di comprensibilit del messaggio ancora pi difficile e complesso che per altre tipologie di artefatti. La necessit di attirare lattenzione, di essere il pi possibile sintetici, di combinare in modo funzionale la componente testuale
con quella delle immagini, rende la progettazione in questo ambito particolarmente esposta alla produzione di comunicazione dal significato ambiguo, poco comprensibile o addirittura diverso da quello che era nelle intenzioni dellemittente.
74
168
75
Parit di genere
Il paragrafo 2.2.2 descrive la situazione attuale in merito alla tutela della
figura femminile e della parit tra i sessi nellambito della comunicazione.
Si nota come a seguito della pubblicazione della Risoluzione del Parlamento
Europeo sullimpatto del marketing e della pubblicit sulla parit tra donne e uomini, del 3 Settembre 2008, si sia aperto anche a livello nazionale un dibattito riguardante la discriminazione della donna e lutilizzo di stereotipi di
genere nella comunicazione, con particolare riferimento a quella commerciale che, con lobiettivo di creare nuovi bisogni da soddisfare con nuovi
prodotti, promuove un modello di donna che rappresenta canoni estetici
di artificiale ed inarrivabile perfezione, una perfezione da raggiungere per
ottenere lattenzione del maschio che ancora oggi detiene il ruolo centrale,
la posizione dominante nelluniverso della comunicazione mass mediatica.
I documenti redatti dalle istituzioni locali, insieme con le associazioni che
si occupano di pari opportunit, hanno come intento di fondo quello di
integrare lattenzione alle problematiche di genere nella missione dellente, in modo che le campagne di comunicazione non abbiano effetti discriminatori per uno dei due sessi, superando luso strumentale del corpo della donna come oggetto sessuale, utilizzando un linguaggio inclusi169
vo nei confronti dei due generi e cercando di dare pari visibilit alluomo
e alla donna, scardinando ruoli e stereotipi fissati nel tempo per luno e
per laltro sesso.
Gli intenti appaiono dunque chiari, ma i risultati per ora si fanno attendere.
Dallosservazione dei casi raccolti si nota che anche la comunicazione istituzionale succube degli stereotipi che nel tempo la comunicazione commerciale andata consolidando.
Un punto dattenzione riguarda lutilizzo del colore rosa. Nella maggioranza dei prodotti comunicativi, indirizzati direttamente alle donne, viene utilizzato il colore rosa nelle sue diverse sfumature per caratterizzare lartefatto, inoltre il nome dei servizi che vengono promossi contiene spesso la
parola rosa, ad esempio Spazio Rosa per il nome di uno sportello che offre
supporto alle donne lavoratrici, Sicurezza in rosa per un corso di autodifesa
dedicato alle donne (tav. 10).
Il colore rosa, di per s innocuo, diventato nel tempo simbolo delluniverso femminile, si contrappone allazzurro simbolo maschile ed diventato uno degli elementi ricorrenti utilizzati per la separazione netta del
mondo maschile dal mondo femminile, una divisione che viene perpetrata
sin dallinfanzia attraverso le politiche di marketing dellindustria del giocattolo che connota con il rosa i prodotti adatti alle bambine e di azzurro
quelli pensati per i maschi. (cfr. Bucchetti 2013)
La dimostrazione che questi stereotipi sono profondamente radicati nella
cultura visiva collettiva, e dunque ripresi anche dalla comunicazione pubblica, riscontrabile in un caso che pu essere definito un paradosso comunicativo (Bucchetti 2013): la campagna di comunicazione della Regione Piemonte ha come intento quello di promuovere le pari opportunit per uomini e donne in ambito professionale.
I due manifesti prodotti si compongono di uno slogan, in cui viene evidenziata limportanza della parit per il progresso sociale, e di una fotografia che ritrae nel primo caso due neonati e nellaltro manifesto due adolescenti.
Il paradosso nasce dalla scelta di evidenziare la differenza tra il maschio e
la femmina, connotandoli con un accessorio (ciuccio e maglione) rosa per
la femmina e azzurro per il maschio. Dunque un artefatto che vuole promuovere la parit e scardinare le differenze tra i generi, ma che cade nella
trappola degli stereotipi, sentendo il bisogno di marcare la diversit tra il
bambino azzurro e la bambina rosa.
Limmagine, invece di sostanziare il contenuto espresso dal testo, lo contraddice, sovvertendo leffetto di senso che era nelle intenzioni dellemittente produrre (ibidem).
Unaltra riflessione va fatta, in merito alla questione sollevata nei diver170
Figura 76
Regione Piemonte,
2003, promozione pari
opportunit
76
78
79
80
Alessia Fortunato, Alessandro Finotto, Daniele Selvitella - Istituto dArte Applicata e Design
impaginazione retro freecard.indd 7
Figura 77
Figura 78
Regione Piemonte, 2009,
lotta alla violenza sulle
donne
Figura 79
Comune di Lucca, 2010,
lotta alla violenza sulle
donne e i bambini
Figura 80
23/02/09 10:19
Pensare ai minori
Bambini e ragazzi sono una categoria di utenti a rischio, una categoria che
andrebbe sempre considerata anche quando la comunicazione non direttamente destinata a loro.
Bambini e ragazzi, infatti, spesso non sono il target primario, ma comunque hanno accesso a tutti i mezzi di comunicazione su cui le campagne
pubblicitarie vengono trasmesse e di conseguenza sono comunque colpiti dai messaggi. Lutilizzo di linguaggi verbo-visivi crudi, forti, aggressivi
possono ledere la sensibilit di questa categoria di utenti che vede e sente tutto, ma che non ha ancora piena capacit di interpretare criticamente ci che ha assorbito.
Sono state selezionate alcune campagne che contengono immagini particolarmente forti o drammatiche. Un esempio costituito dalle diverse campagne di comunicazione contro la violenza sulle donne e i minori: sono ricorrenti immagini che rappresentano volti di donna sfigurati da
ematomi ed ecchimosi, ad indicare i segni delle percosse subite.
Con lintento di comunicare il dramma di chi vittima di violenza si diffondono immagini forti, violente, che potrebbero essere mal interpretate
da un pubblico non ancora maturo (tav. 11).
Un altro esempio, particolarmente forte e diffuso a livello nazionale, lo
spot del 2009 per la campagna ministeriale contro labbandono dei cani.
Nello spot si vede il protagonista, in spiaggia, intento ad acquistare un gelato, ma nellafferrare il cono dalla sua mano inizia a colare sangue, facendo agitare il soggetto che rovescia il gelato e corre a lavarsi le mani, ritorna in spiaggia, fa per accarezzare un bambino e toccandolo lo sporca di
sangue. A questo punto lo spot racconta in un flashback che il protagoni172
Figura 81
173
05
Dati Istat sullimmigrazione
in Italia nel 2012
< http://www.istat.it/it/
archivio/67648>
06
Intervento di Enrico
Pugliese, al seminario del
Redattore Sociale, 18 Aprile
2013, Roma. <http://www.
giornalisti.redattoresociale.
it/i-seminari-di-roma/2013--parlare-civile/pugliese.
aspx>
174
In questo ambito risulta appropriato riportare lepisodio legato al ritiro dello spot dellUnione Europea, nel Marzo 2012, perch accusato di razzismo.
Lo spot stato prodotto con lintento di promuovere listituzione europea e di diffondere tra i cittadini il messaggio che aprire le porte dellUnione ad altri stati significa rafforzare il potere e la stabilit dellUE. La narrazione impostata in maniera cinematografica: una ragazza bianca vestita come Uma Thurman, nel film Kill Bill di Tarantino, viene aggredita da
tre uomini: un cinese, un arabo e un africano. La ragazza si difende moltiplicandosi in tante copie di s stessa e accerchiando i tre combattenti. Le
ragazze si trasformano poi nelle stelle simbolo dellUE, di seguito compare lo slogan Pi siamo, pi siamo forti.
La questione controversa nasce dal fatto che per trasmettere un messaggio che promuove limportanza dellinclusione si utilizza una messa inscena che palesemente esclude, contrapponendo in maniera possiamo dire
bellica lEuropa con gli altri paesi del mondo. Risulta, infatti,. palese che
il cinese rappresenta lemergente potere economico della Cina socialista
contropposta al capitalismo delloccidente, larabo rappresenta la religione islamica da contrapporre alla matrice cristiana dellEuropa e infine lafro-americano che potrebbe essere interpretato come il simbolo dellimmigrazione dai paesi del terzo mondo in Europa. Unistituzione del calibro dellUE, che ha come scopo la collaborazione e il dialogo con gli altri continenti, non si pu permettere sbagli di questo genere. (v. Redazione La Repubblica, 2012)
Figura 82
Unione Europea,
2012, campagna per
lampliamento dei confini
comunitari
Per quanto riguarda il panorama italiano, osservando il materiale raccolto durante la ricerca, si possono contare pi di cento elementi che hanno come soggetti due o pi persone, di questi cento solo venti elementi
sono considerabili multi etnici, ovvero rappresentano soggetti dai caratteri fisiognomici propri di altre razze presenti in Italia, inoltre va considerato che di questi venti artefatti cinque riguardano la prevenzione delle discriminazioni razziali e di conseguenza chiamano per forza di cose la pre82
175
07
Comunicato stampa
emesso dalla Lila, 3 giugno
2003.
<http://win.lila.it/doc/
com%20stampa%20
2003%20pdf/com%
20stampa%20sofferenza
%2030.06.03.pdf>
08
Pagina dedicata alla
spiegazione della
campagna sul sito del
Governo italiano
< http://www.governo.it/
DIE/attivita/campagne_
istituzionali/XVI_
Legislatura/tumore_seno/
index.html >
Un altro esempio, simile a quello appena descritto rappresentato dal manifesto del 2011 voluto dal Ministero della salute per sensibilizzare le donne riguardo allimportanza della prevenzione nella lotta al cancro al seno.
Dalla pagina web del sito del governo, riguardante la campagna, il manifesto viene cos descritto:
Figura 83
Ministero della salute,
2004, prevenzione dellAids
Il linguaggio utilizzato risulta, per, veramente troppo immediato e diretto, in particolare per quelle donne che purtroppo sono gi state colpite dal tumore. Lultima parte dello slogan che sentenzia: Nessuna vuole mettersi nei suoi panni, associata allimmagine del reggiseno con una
coppa mancante, un colpo davvero duro nei confronti di chi ha dovuto subire quel tipo di operazione per potersi salvare dalla diffusione delle
cellule tumorali. Per di pi, sempre dalla pagina del Governo, si legge che
prevista laffissione delle locandine sugli impianti presenti nelle strutture sanitarie in tutto il territorio nazionale, possibile pertanto immaginarsi la reazione emotiva di una paziente o di una donna che ha appena ricevuto lesito positivo dellesame mammografico.
Questi due esempi si presentano come esperienze negative che devono
essere utilizzate dalle istituzioni e dai progettisti di comunicazione come
casi sui quali riflettere per non ripetere gli stessi errori. Una comunicazio177
Figura 84
85
ne che viene percepita come discriminatoria, oltre a provocare sofferenza e dolore in chi ne colpito, costituisce un potente danno dimmagine
per listituzione che lha promossa. Tali utenti si sentiranno esclusi, traditi dallistituzione, a cui non presteranno pi fiducia per i messaggi comunicati in futuro. Il progettista deve essere conscio di queste problematiche
legate alla comunicazione sociale ed indirizzare la pubblica amministrazione verso modelli di comunicazione inclusiva, che tengano conto non
solo del target primario, ma anche di tutti coloro che potrebbero entrare in contatto con la comunicazione. Solamente lavorando in questa direzione, ricercando linclusione e la condivisione di valori con i cittadini, listituzione pubblica potr vedere riconosciuta la propria autorevolezza ed
essere legittimata a comunicare per indirizzare la societ verso il progresso collettivo.
178
Elementi ridondanti
Il sovraccarico di elementi presenti nella composizione che riguarda in particolare il materiale statico (affissioni e annunci stampa). Lartefatto si presenta sovraffollato di elementi grafici e testuali, dimmagini e di colori. Il
messaggio confuso tra una moltitudine di elementi superflui che non comunicano niente, anzi servono solo a creare un senso di disorientamento
in chi guarda. il caso del manifesto del Ministero per i beni e le attivit
culturali, diffuso nel 2009 in occasione della Giornata europea del patrimonio.
Il visual composto da un mosaico di immagini che riempiono la sagoma
geografica dellItalia. A questa immagine, gi di per s affollata, sono sovrapposte scritte, date e sigle, arricchite da un tripudio di colori, gradienti
180
Figura 85
Ministero della cultura,
2009, Giornata europea del
patrimonio
Figura 86
Ministero della salute e
della politiche sociali, 2009,
prevenzione incidenti
stradali causati dallacol
86
Giornate Europee
d e l Pat r i m o n i o
2009
LITALIA
TESORO DEUROPA
MP Mirabilia - www.mpmirabilia.it
European Heritage
European
Days Heritage COUNCIL
Days
OF EUROPE
Journes europennes
Journes europennes
du patrimoine du patrimoine
COUSEIL
COUNCIL
COUSEIL
OF
DEEUROPE
LEUROPE DE LEUROPE
Unazione
Unazione
comune comune
del Consiglio
del Consiglio
dEuropadEuropa
e della Commissione
e della Commissione
Europea Europea
Con la partecipazione
Con la partecipazione
del Ministero
del
dellInterno
Ministero dellInterno
DipartimentoDipartimento
per le Libert
per
Civili
le Libert
e lImmigrazione
Civili e lImmigrazione
Fondo EdificiFondo
di Culto
Edifici di Culto
www.beniculturali.it
numero verde 800 99 11 99
181
Figura 87
Ministero della salute, 2010,
Promozione di sani stili di
vita
Tempi dilatati
Laltra caratteristica che determina un effetto di ridondanza, e quindi svilisce il potere comunicativo dellartefatto, si osserva in alcuni spot della
pubblica amministrazione. Succede che il ritmo della narrazione non sia
ben tarato ed i tempi risultino dilatati, con conseguente calo dellattenzione dellutente che perder interesse nel visualizzare fino alla fine il contenuto proposto dallo spot. La premura di essere il pi possibile esaustivi,
fa scadere nella ripetizione che allunga e banalizza il prodotto audiovisivo. Un esempio su tutti lo spot della campagna ministeriale pensata per
promuovere il consumo di frutta e verdura da parte di bambini e ragazzi,
spronando i genitori ad insegnare loro buone abitudini alimentari sin da
piccoli. Lo spot, ispirandosi allimmaginario della famiglia Mulino Bianco,
ambientato in una cucina dove sono riuniti mamma, pap e i due bambini, al centro del tavolo spicca un grande cesto di frutta e verdura. La
mamma d inizio al dialogo chiedendo ai bambini cosa hanno imparato a
scuola, la bambina, diligentemente, risponde: Le equazioni! e ne fa due
esempi, il bambino invece, dopo una pausa afferra dal cesto una fragola e
la mangia, poi prosegue dando un morso ad una pera, i genitori vengono
inquadrati mentre annuiscono compiaciuti, la sorella viene a sua volta inquadrata mentre sorride, poi la camera torna sul bambino e la voce fuori campo dice: Le buone abitudini simparano da bambini, il Programma
Frutta nelle scuole promuove il consumo di frutta nelle scuole primarie di
tutta Italia. Questo mentre appare in sovraimpressione il logo della campagna. Lo spettatore a questo punto prevede che lo spot sia concluso, il
87
182
concetto stato visualizzato e ribadito dalla voce fuori campo. Invece no.
La grafica in sovraimpressione va in dissolvenza e la narrazione continua:
tutti i membri della famiglia, uno alla volta, attingono dal cesto e mangiano il frutto prescelto. Quando anche la mamma ha assaggiato un acino
duva la voce fuori campo torna a parlare pronunciando lo slogan conclusivo: Nutrirsi bene un insegnamento che frutta. La narrazione lenta, la
stessa azione ripetuta per cinque volte, il messaggio riferito alle buone
abitudini alimentari ribadito due volte anche se con parole diverse. Lattenzione di chi guarda, gi calante sul finire della prima parte dello spot, si
perde del tutto nella seconda, anzi, lo spot provoca una sorta dirritazione, fa perdere la pazienza allo spettatore che si sente ripetere la stessa cosa
per ben sette volte in un minuto.
Essere ridondanti non significa essere pi chiari, non assicura che il messaggio verr ascoltato e messo in pratica con pi facilit, al contrario, se la
comunicazione risulta ripetitiva e banale, il messaggio verr scartato a priori come qualcosa che non vale la pena ricordare.
questo rende incapaci di conferire loro un senso. E quando tutto indifferente, perch privo di senso, decidere impossibile (Testa 2004: 13) Losservazione rileva bene la problematica legata alla comunicazione di pubblica utilit: affinch il messaggio sia ascoltato e lutente decida di fare o
non fare qualcosa, secondo lindicazione comunicata dallistituzione, necessario che questo messaggio abbia un significato, rappresenti un valore per il cittadino; egli deve comprenderne il senso, lutilit, solo cos potr metterlo in pratica.
per questa ragione che nel tempo vengono sviluppati diversi linguaggi
caratterizzati da toni dintensit differente, ma sempre mirati a provocare,
in una maniera o nellaltra, una reazione emotiva.
Gadotti e Bernocchi (2010) nel loro studio sulle campagne a tema sociale
propongono una possibile catalogazione delle tendenze retoriche principali. I linguaggi sono suddivisi in:
-- sentimentale, ricerca emozioni forti per coinvolgere il pubblico, attraverso il ricorso ad immagini dimpatto per smuovere le coscienze dei
destinatari. Attraverso le emozioni cerca di raggiungere e sensibilizzare un target ampio, coinvolgere gli utenti e ottenere una risposta attiva. Presenta tuttavia un limite dal punto di vista etico, poich limpiego dimmagini di persone sofferenti nellintimit del loro dolore,
pu risultare poco rispettoso nei confronti dei soggetti rappresentati e della loro dignit; inoltre il linguaggio utilizzato maggiormente
da tutta la comunicazione sociale e questo causa poca riconoscibilit
tra i diversi attori della comunicazione;
-- shockante, induce nel destinatario paura, ansia, sgomento, disgusto,
talvolta orrore. Colpisce losservatore con immagini forti, impressionanti per creare di abbattere il muro dellindifferenza e creare un senso di disagio che spinga alla riflessione. Un linguaggio di questo tipo
sicuramente efficace per quanto riguarda il superamento della soglia dellindifferenza e la memorizzazione del messaggio. Dallaltra
parte per una scelta ardita che non si addice a tutti i contesti; innanzitutto pu urtare i target secondari che sono comunque raggiungibili dal messaggio, inoltre gli studi di settore avvertono che questo tipo di linguaggio spesso utilizzato per colpire target giovani, pu
rendere una situazione rischiosa attrattiva agli occhi del giovane destinatario, trasformando il messaggio in una sfida da raccogliere, ottenendo un effetto contrario a quello desiderato. Infine, lutilizzo di
toni troppo violenti pu scatenare un processo che consiste nella rimozione del messaggio ricevuto, esiste, ed ormai comprovato dagli studi che si sono sviluppati nel campo delle neuroscienze, il fenomeno definito di shock fatigue, cio la cancellazione del messaggio
184
che supera la soglia di fatica, di accettazione. Se varchiamo tale soglia, il messaggio come se non fosse mai arrivato (Caprara, Fontanot 2005: 280);
-- aggressivo, mira a scuotere target in maniera decisa, utilizzando parole forti e accusatorie contro il destinatario. Lobiettivo di provocare
senso di colpa, imbarazzo, vergogna, anche rabbia, per poi spingere
allazione attraverso cui lutente ritrova la propria autostima. Lutente
accusato sia per il compimento di azioni negative sia per lindifferenza nei confronti di situazioni di disagio. Secondo gli autori, questo
tipo di linguaggio garantisce un impatto sicuro sullaudience, il messaggio crea discussione e dibattito sulla questione, non passa inosservato ed aiuta a definire il tema, a metterlo in risalto agli occhi dellopinione pubblica, sar poi la pressione sociale che aiuter a cambiare
i singoli comportamenti. Anche in questo caso per, si rischia che il
destinatario rifiuti il messaggio perch ritenuto offensivo, eccessivamente accusatorio o denigratorio, in quanto la psiche umana tende a
selezionare ed eliminare messaggi che risultano scomodi;
-- rassicurante, cerca di trasmettere messaggi carichi di speranza, che infondano fiducia nella possibilit di risolvere il problema, suscitando emozioni di gioia, serenit, fiducia e ottimismo. Questo linguaggio tende a sottolineare lo stretto legame tra responsabilit del target
e soluzione del problema, ma sempre in modo lieve, senza colpevolizzare, dando importanza al ruolo del destinatario. La consapevolezza che il problema possa essere risolto e la capacit di vedere risultati
positivi possono essere molto incentivanti per il destinatario: linvito
piuttosto che la minaccia per certi target risulta pi efficace. Daltro
canto rischia di essere poco impattante per le persone meno coinvolte, se i toni non sono ben dosati c il rischio di eliminare la percezione dellurgenza reale della situazione;
-- divertente o umoristico, questo linguaggio non si limita a mostrare il
lato positivo della situazione ma invita il destinatario a sorridere, parlandone in modo divertente. Le immagini mostrano solo il lato positivo del problema e i soggetti sono sorridenti, felici. Lobiettivo di
avvicinarsi al dolore da una prospettiva laterale, creando un effetto
sorpresa che favorisca lempatia tra il destinatario ed lissue proposto.
Questo tipo di linguaggio supera filtri che la psiche pone di fronte
ai messaggi negativi poich li sdrammatizza. Anche in questo caso
necessario porre la massima attenzione al contesto al quale si rivolge,
inoltre importante calibrare i toni per non banalizzare largomento;
-- responsabilizzante, fa leva sulla coscienza del destinatario, punta sul
185
levare critiche. Data la difficolt, da un lato di definire lapproccio di comunicazione pi adatto e dallaltro di promuovere una comunicazione che
non disturbi nessuna componente del target, si preferisce rimanere neutri,
limitandosi ad informare piuttosto che a comunicare.
Anche in quei casi in cui si nota il tentativo da parte dellemittente dintraprendere una strada pi emozionale, i risultati appaiono trattenuti, soffocati, lemittente pare autolimitarsi per paura di far torto a qualcuno. In un
contesto difficile, per tutte le motivazioni che sono state discusse nelle pagine precedenti, latteggiamento dellistituzione non quello dello studio
e della ricerca, ma piuttosto quello della rinuncia.
Comunicare nel modo adeguato difficile ma di certo di grande importanza.
La superficialit con cui si affrontano oggi in Italia la maggiorparte delle campagne sociali, mal si concilia con le potenzialit del mezzo pubblicitario di cui
si dispone. Data limportanza della posta in gioco, appare quanto meno necessaria, una maggiore attenzione sia da parte di chi promuove la comunicazione,
sia da parte di chi la realizza, affinch si sviluppi una comunicazione responsabile ed efficace al tempo stesso, sulla base di solide ricerche studi e approfondimenti, piuttosto che di sensazioni e pareri soggettivi. (ivi 171)
Ancora una volta nellambito della comunicazione delle istituzioni pubbliche si evidenzia la necessit di stretta collaborazione tra il progettista
e lente promotore della comunicazione. Il primo ha la responsabilit di
porre la massima attenzione alle modalit con cui sono trattati i contenuti in un annuncio pubblicitario, in quanto il linguaggio utilizzato ha dirette
conseguenze sullefficacia dello stesso, oltre che sulla sua comprensione e
interpretazione, ed dunque un elemento centrale nello studio strategico
di una campagna sociale. Listituzione da parte sua ha il dovere di collaborare con i tecnici, assicurare che la comunicazione sia coerente con le proprie finalit (mission, vision, valori dellente) e indirizzata verso gli obiettivi
decisi dai vertici. Ma non pu essere coercitiva, necessario che rispetti la
professionalit dei tecnici, che permetta di applicare gli strumenti a loro
disposizione per cercare di produrre delle campagne di comunicazione efficaci, necessario che listituzione abbia il coraggio di perseguire come
suo unico ed ultimo fine linteresse del cittadino e non la salvaguardia degli equilibri nei rapporti tra le lobby.
187
4.4.3 Ironia
Il paragrafo precedente, illustrando i linguaggi finora sperimentati nel
campo della comunicazione sociale, dimostra la necessit da un lato di
provocare una reazione emotiva nel target per creare un contatto empatico tra emittente e destinatario, dallaltro la grossa difficolt di riuscire a calibrare le scelte linguistiche in base allargomento, alle caratteristiche del target e soprattutto al particolare contesto di riferimento caratterizzato dallambito pubblico. I rischi sono molteplici: decidere di appiattirsi sui luoghi comuni o su messaggi eccessivamente moralisti significa rinunciare a stimolare nel profondo lutenza, significa passare inosservati
confondendosi tra i migliaia di messaggi che affollano la semiosfera, condannando la comunicazione ad essere inefficace se non inutile. Allopposto, azzardare, spingendosi con superficialit in nuovi territori, proponendo messaggi di forte impatto o di rottura rispetto al sentire comune, senza essere consapevoli delle possibili conseguenze, equivale a sperimentare uno strumento a spese degli utenti.
La difficile questione rimane tuttora aperta, ma, gi dallosservazione del
lavoro dei maestri della stagione della grafica utile (cfr par. 3.3), emerge
unindicazione che non la soluzione definitiva e intercambiabile per tutti
i casi, ma pu risultare uno strumento prezioso per riuscire ad equilibrare
la necessit della comunicazione delle istituzioni pubbliche di essere efficace e allo stesso tempo eticamente corretta: lironia.
In questa sede si considera lironia non esclusivamente nel senso linguistico del termine, ovvero come figura retorica paragonabile allantifrasi (cfr.
Abbruzzese, Colombo) ma nel significato pi pragmatico o pirandelliano
della parola, ovvero come atteggiamento, metodo di costruzione del discorso, strumento attraverso il quale estraniarsi dalla realt ed osservarla
da lontano per farne emergere le caratteristiche pi profonde. Un punto
di vista, dunque dal quale osservare in maniera diversa il contenuto che si
deve comunicare, per trasformarlo attraverso il progetto di design, dandogli una forma adatta alle esigenze del contesto.
Ironia dialogo continuo tra ci che sembra e ci che . E che, come tale,
animata dal rapporto tra pi verit. Nel suo primo significato questo tropo,
non dimentichiamolo, sinonimo di antifrasi. Afferma cio una cosa intendendone il suo opposto. Ma il suo obiettivo non nascondere o dissimulare,
bens fare luce su aspetti dellesistenza troppo spesso o volontariamente ignorati o sepolti dallabitudine. Obiettivo questo che viene raggiunto nella costante interconnessione tra pi discorsi e pi testi. (Polesana 2005: 23)
188
Dalla definizione di Polesana, sintuisce il potenziale che lapproccio ironico rappresenta per la comunicazione sociale pubblica, ovvero la capacit di fare luce, di mettere in evidenza in un modo inaspettato cose a cui
solitamente si rimane indifferenti, non si presta attenzione. Una prima critica potrebbe sorgere, se si pensa allironia nelluso pi prosaico del termine, nel quale risulta sinonimo di leggerezza, comicit, divertimento, in
questo caso risulta difficile associare le tematiche estremamente drammatiche che la comunicazione sociale si trova a dover affrontare ad un linguaggio spiritoso, se non in alcuni casi e a determinate condizioni. Per
chiarire questo punto risulta utile fare un distinguo tra il concetto di ironia
e quello di comicit. Entrambi gli approcci si basano sulla messa in evidenza dei difetti di un determinato oggetto del discorso, ma la comicit suscita una divertita reazione di fronte allinferiorit e alle debolezze dellaltro, rispetto al quale si prova un senso di superiorit, lironia, invece, suscita una riflessione profonda capace di smantellare per ricostruire in modo
pi saggio il nostro sguardo sullesistente, attraverso il dialogo tra superficialit delle parole e lo spessore delle reti dei concetti a cui rinviano (cfr.
Polesana). I due approcci producono nellosservatore una reazione simile
nellapparenza ma diversa nella sostanza: la comicit provoca un riso liberatorio, catartico, sovversivo ed irriverente, quindi non adatto alla comunicazione di unistituzione, un processo prettamente emotivo, un riso piacevole, leggero; il riso ironico, invece, nasce da una riflessione profonda,
che anche nella sua realizzazione non si stacca dalla componente razionale. Lironia non fa ridere, fa sorridere, per la scoperta di una realt inattesa, per la presa di coscienza di una condizione precedentemente ignorata,
un sorriso che talvolta pu anche risultare amaro.
Da questa considerazione si pu intuire quale sia il potenziale dellapproccio ironico per lambito della comunicazione sociale.
Un approccio ironico, costituisce uno strumento prezioso, nella cassetta degli attrezzi della pubblicit sociale, perch grazie al suo parlare per allusioni,
al suo essere ambigua, indiretta, suscita minore resistenza da parte del destinatario che non vuole sentirsi mettere esplicitamente in mora, - infatti a differenza di altri approcci - lironia non ha bisogno di mettere in mostra tragedie grondanti di sangue, di morte, di grida, di pianto, di dolore: tutto questo
nellironia viene evocato attraverso un sottile e sottinteso confronto di opposti (ivi 179)
Figura 88
Ministero della cultura,
2010, Festa della donna
Un approccio ironico crea, inoltre, quelle condizioni che rendono il prodotto comunicativo, in grado di superare la soglia dellindifferenza ed entrare in contatto con il destinatario. Il linguaggio ironico si basa sulle contraddizioni, mette in evidenza punti di vista insoliti di questioni note, crea
interesse, dice e non dice, crea paradossi contrapponendo immagini al testo, incuriosice il destinatario che si ferma ad osservare, ma guardando
lartefatto egli dovr compiere uno sforzo cognitivo per svelare il significato sotteso al gioco retorico dellironia. Questo sforzo cognitivo contribuir a far memorizzare il messaggio. Lefficacia maggiore in termini
di memorabilit, poich il destinatario costretto a cooperare attivamente nella decodifica del messaggio. Il testo pubblicitario ha una chiara dimensione pragmatica, si attualizza cio solo con la dimensione del lettore/spettatore che ne svela il senso. (ivi 24)
Sempre pi campagne sociali nazionali ed internazionali mostrano lutilizzo di un approccio comunicativo ironico (cfr. Gadotti, Caprara, Polesana), sintomo che si stanno comprendendo i vantaggi di questo tipo di forma comunicativa.
Osservando i casi raccolti, si nota come anche le istituzioni pubbliche italiane abbiano fatto dei tentavi di approccio al linguaggio ironico. Lambito nel quale questo tipo di approccio risulta essere maggiormente presente la promozione della cultura e la sensibilizzazione dei cittadini nei confronti dellimportanza del patrimonio artistico culturale. Uno degli esempi meglio riusciti il manifesto del 2011 che promuove lingresso gratuito nei musei nazionali per tutte le donne nella giornata dellotto marzo. Il
visual costituito da un fotomontaggio che sovrappone due dipinti, resti88
190
tuendo un opera surreale composta dal mezzo busto di una dama cinquecentesca e il viso di un signore dellepoca con tanto di barba, mentre lheadline sovrastante interroga losservatore chiedendo: Cosa sarebbe larte
senza le donne?. Leffetto di straniamento che stuzzica la curiosit di chi
guarda ben riuscito, lheadline sottolinea limportanza delle donne legandosi alla festa dellotto marzo, ripresa poi dalla riga di testo informativo
posizionata in basso sotto limmagine.
Meno frequenti sono i casi in cui si riscontra lutilizzo dellironia per
sdrammatizzare tematiche pi serie che implicano discorsi drammatici o
dolorosi, la preferenza sempre quella di mantenere toni neutri, di non
Figura 89
Consiglio dei Ministri,
2005, prevenzione incendi
boschivi
89
sbilanciarsi troppo n in un senso nellaltro. Uno dei pochi tentativi individuati che cerca di creare uneffetto sorpresa, nello spettatore, facendogli
credere di una cosa che poi si riveler sbagliata, uno spot del 2005: la scena si apre su un team di chirurghi impegnati in unoperazione delicata, subentrano delle complicazioni, lagitazione sale, si alternano le inquadrature delle facce sudate dei medici a brevi flash che mostrano quelle che sembrano essere delle ferite del paziente. A un certo punto lindicatore del battito cardiaco si ferma e uno dei medici afferma: Ne hanno bruciato un altro, laltro annuisce ed aggiunge: Un attimo di distrazione e una vita va in
fumo, ormai sono migliaia solo allora anche lo spettatore scopre che sul tavolo operatorio non c una persona, ma un albero. Lo spot vuole sensibilizzare i cittadini alla prevenzione degli incendi boschivi sottolineando lenorme danno che gli incendi causano allambiente e al territorio. Attraverso questa costruzione narrativa, nella mente di chi osserva, la vita dellalbero acquista la stessa importanza di una vita umana e pertanto il messaggio
per la protezione dei boschi risulta chiaro.
Un altro tentativo riscontrabile nello spot del 2009 promosso dalla Regione Emilia Romagna: allinterno di un bar, il protagonista seduto al ban191
Figura 90
90
cone e viene inquadrato di fronte, si succedono alcuni personaggi ai quali egli cerca di raccontare una barzelletta che inizia con la frase: C un
Italiano, un Cinese e un Negro... appena viene pronunciata questa parola, linterlocutore scappa via con la scusa di avere fretta, il protagonista rimane da solo al bancone, beve un sorso della sua birra e nellalzare gli occhi la bevanda gli va di traverso e sul suo viso si dipinge unespressione di
stupore. A questo punto la telecamera si gira inquadrando il barista di colore che sorridendo chiede: E cos che dice il negro?, ritorna sul viso
imbarazzato del protagonista, poi tutto finisce in dissolvenza e compare
la scritta 21 Marzo giornata internazionale contro il razzismo. Anche in questo
caso leffetto sorpresa finale sovverte lidea della situazione che lo spettatore si prefigurato fin dai primi secondi dello spot, concentrando lattenzione sulla figura del barista e sul concetto che la parola negro porta con s.
I casi individuati sono piccoli passi verso una possibile introduzione di
nuovi linguaggi, meno monotoni e paternalistici, nella comunicazione delle istituzioni italiane. Perch, quello della pubblicit sociale , probabilmente, il terreno delezione di una forma di comunicazione, lironia, che
si caratterizza proprio per leleganza con cui sa confrontarsi anche con gli
argomenti pi tabuizzati in forza di una pratica [] che le consente di toccare in modo discreto, raffinato anche le questioni pi spinose (ivi 179)
Lironia, dunque, potrebbe costituire per il contesto italiano, uno stru192
mento capace di affrontare in maniera elegante quegli argomenti che risultano difficili da comunicare perch ad oggi costituiscono ancora causa
di divisione dellopinione pubblica.
In questo paragrafo viene sottolineata la necessit anche per i prodotti comunicativi delle istituzioni pubbliche di competere con la massa dei messaggi che affollano lambiente quotidiano per conquistare il proprio spazio dattenzione. Attirare e mantenere alta lattenzione , dunque, il primo
e fondamentale passo affinch il messaggio che si vuol comunicare vada a
buon fine. Per questa ragione importante che il messaggio sia sintetico,
conciso, non presenti elementi ridondanti che possano confondere losservatore, distogliendolo dal contenuto principale della comunicazione.
Inoltre, basandosi su le caratteristiche comuni al modo di percepire la realt dagli esseri umani, risulta fondamentale, affinch il messaggio venga
ascoltato e memorizzato dal destinatario, provocare una reazione emotiva, qualcosa che stimoli anche la parte irrazionale della mente umana. A
tal fine sono stati sperimentati diversi approcci che affrontano il problema con vari strumenti: dallutilizzo di immagini shockanti, alla costruzione di situazioni drammatiche e pietose, fino alla scelta di stupire losservatore con immagini impossibili o cercando di sdrammatizzare la situazione intraprendendo un approccio laterale ad un problema serio e preoccupante. questultimo linguaggio, che si definito ironico, ad aprire nuove
possibilit per la comunicazione di tematiche sociali in genere, ma per la
comunicazione della pubblica amministrazione in particolare; un modo
per rinnovare gli schemi comunicativi tradizionali ormai del tutto indifferenti ai pi e avere comunque la possibilit di garantire quelle caratteristiche di inclusivit che una campagna di comunicazione firmata da un ente
pubblico ha il dovere di possedere.
193
Conclusioni
Il lavoro di ricerca in merito alla comunicazione delle istituzioni pubbliche, descritto in queste pagine, ha avuto inizio dallanalisi della letteratura di settore, dallapprofondimento dei documenti giuridici fino ad ora redatti e dallosservazione del materiale comunicativo offerto dal panorama
contemporaneo.
Lo scopo stato quello di individuare le peculiarit che rendono la comunicazione della pubblica amministrazione diversa dagli altri ambiti comunicativi, al fine di evidenziare i doveri che questa comunicazione ha nei
confronti dei cittadini; doveri che derivano dal suo essere un servizio pubblico, o sarebbe meglio dire il servizio pubblico, considerato che la comunicazione delle istituzioni necessaria e fondamentale per il corretto funzionamento della societ democratica in quanto informa i cittadini in merito
alle decisioni pubbliche e ai servizi che la pubblica amministrazione offre.
Lintento di fare chiarezza sullargomento al fine di dimostrare che la comunicazione delle istituzioni pubbliche un contesto particolare e controverso che richiede delle specifiche attenzioni da parte degli attori che
lavorano allorganizzazione delle azioni comunicative, ed in prima istanza
dei progettisti che si devono occupare di dare una forma ai contenuti che
sia coerente con gli obiettivi che listituzione si pone.
Dallanalisi teorica emergono due questioni principali, da un lato la necessit di garantire degli standard di responsabilit nella comunicazione
pubblica che tutelino tutte le categorie sociali e preservino lautorevolezza dellistituzione comunicante, dallaltro si nota come il designer della comunicazione, sul cui operato ricadono responsabilit e doveri della comunicazione pubblica, estromesso dalle fasi decisionali del percorso progettuale della comunicazione.
Dal confronto tra la letteratura di settore e i documenti giuridici raccolti,
si scopre che il designer non considerato tra le figure professionali coinvolte nellorganizzazione della comunicazione delle istituzioni pubbliche.
Il suo ruolo appare del tutto marginale e relegato a mansioni di carattere
194
puramente tecnico-produttivo.
Il lavoro proseguito con la raccolta e losservazione di materiale comunicativo prodotto dalle istituzioni italiane. In particolare la ricerca si concentrata sugli artefatti di carattere pubblicitario, categoria questa che presenta molteplici aspetti controversi dovuti al carattere pervasivo e persuasivo del linguaggio pubblicitario.
I casi presi in esame sono stati analizzati criticamente attraverso i punti
dattenzione individuati durante la ricerca teorica. Dallanalisi sono emerse diverse criticit ricorrenti negli artefatti archiviati sia di carattere formale, sia funzionale, sia etico.
Lanalisi dei casi dimostra la diffusa mancanza della cultura del progetto nello
sviluppo delle azioni comunicative della pubblica amministrazione, confermando losservazione precedente secondo cui il designer non prende parte alle fasi iniziali del percorso di progettazione delle campagne, lasciate ad esclusivo appannaggio di altre figure professionali di formazione
prevalentemente sociologica e giornalistica.
Anche in ambito pubblico, come avvenuto nel sistema commerciale, andrebbe riconosciuto al designer il ruolo di mediatore cognitivo (Iannilli Valeria, 2010) capace di sviluppare il dialogo tra le diverse professionalit coinvolte, mettendo in relazione le conoscenze multidisciplinari necessarie alla
definizione della campagna di comunicazione, gestendo le relazioni, anche
conflittuali, tra le diverse aree di competenza, canalizzandole in maniera
positiva per la ricerca di soluzioni ai problemi complessi che la progettazione per le pubbliche istituzioni comporta.
Lanalisi critica dei casi studio stata raccolta in unappendice complementare a questo volume (app.2) e ha lintento di fornire al progettista,
chiamato a lavorare in ambito pubblico, una base per la ricerca preprogettuale che faciliti la comprensione del panorama attuale e che lo allerti riguardo alle criticit e alle controversie di questo ambito comunicativo, al
fine di orientare il designer verso una progettazione pi consapevole e coerente con le esigenze del contesto.
In conclusione si ritiene che questo lavoro di ricerca possa essere utile per
accendere lattenzione e stimolare la discussione riguardo alla comunicazione delle istituzioni pubbliche: rispetto alla sua dimensione di pubblico servizio, alle sue responsabilit verso lutenza e al ruolo che il designer
della comunicazione deve ricoprire nel processo progettuale della comunicazione pubblica.
Si auspica che il lavoro fin qui svolto possa fungere da base per future ricerche nellambito della comunicazione delle istituzioni pubbliche, proseguendo nellapprofondimento della materia e nella ricerca di standard progettuali che possano aiutare a dominare la complessit e le controversie di
questo ambito cos particolare della comunicazione.
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Comune di Roma
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Comunicando il sociale blog
<http://comunicandoilsociale.wordpress.com>
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Comunicazione pubblicitaria nelle PA <www.slideshare.net/e.iorio/comunicazione-pubblicitaria-nella-pa>
Ddbo blog
<www.ddbo.it/category/graphic-design-settori/social-design/>
Design for All Italia
<www.dfaitalia.it/>
Documento dindirizzo sulla comunicazione pubblica in Sanit
<http://www.marketingsociale.net/download/dcs.pdf>
Elenco dei siti web con logo di accessibilit
<www.pubbliaccesso.gov.it/logo/elenco.php>
Ente nazionale per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione
<http://www.digitpa.gov.it/>
Ente Nazionale per la digitalizzazione della pubblica amministrazione
<www.digitpa.gov.it>
European Conference of Public Communication
<cor.europa.eu/en/news/europcom/Pages/europcom-2012-3rd-european-conference-on-public-communication.aspx>
Fondazione Americana per la comunicazione sociale
<www.adcouncil.org>
Fondazione Pubblicit Progresso
<pubblicit progresso.it>
215
Comunicazione pubblica
Provincia di Milano
<www.provincia.milano.it/affari_sociali/>
Rassegna campagne ministeriali sullAIDS
<www.progettosteadycam.it/filemanager/download/r/rassegnacampagneaidsok.htm>
Storia e futuro della comunicazione pubblica in Italia
<www.storiaefuturo.com/it/numero_11/articoli/1_comunicazionepubblica-italia~1005.html#5>
Manifesto project
<www.manifestoproject.it/>
217
RINGRAZIAMENTI
Grazie alla Prof.ssa Bucchetti, che pur non conoscendomi si resa disponibile ad aiutarmi e a guidarmi nello svolgimento di questo lavoro di tesi.
Grazie al Dott. Papini direttore della comunicazione e al Dott. De Vivo
responsabile dellufficio comunicazione della Provincia di Milano, per il
tempo ed il materiale messo a mia disposizione.
Grazie a Dott. Famoso dellufficio comunicazione del Comune di Milano,
per la lunga intervista a cui si sottoposto.
Grazie a Dott. Guerzoni del Comune di Modena, che senza nessun dovere nei miei confronti, si preso la briga di spedirmi una pubblicazione,
molto difficile da reperire.
Grazie alle Nane, Polly, Ramo, Ale, perch il tempo passa, ma certe cose
non cambiano mai.
Grazie a Matteo, per la sua inesauribile disponibilit nella risoluzione dei
miei problemi tecnici.
Grazie a Bobo per avermi prontamente aiutato con la ricerca dei contatti
per la tesi, anche se poi il lavoro ha preso tutta unaltra strada.
Grazie a Rossella per il traffico di libri dalla Biblioteca di Giurisprudenza.
Grazie a Giulia per i consigli giuridici.
Grazie a Damiano che in questi ultimi mesi mi ha generosamente offerto
ospitalit nella sua reggia della Bovisa.
Grazie a tutti Quelli del Venerd, prometto che da ora poi torner ad essere
una componente attiva e vitale del gruppo.
Grazie a Domenico per tutto.
219
01. Appendice
LEGGI,
DECRETI,
E LINEE
GUIDA,
PER LA
COMUNICAZIONE
Il volume raccoglie i testi integrali dei documenti normativi che sono stati consultati durante la ricerca di tesi.
Con lintento di costituire uno strumento per lapprofondimento delle
sfera normativa riguardanete la comunicazione delle pubbliche amministrazioni, i documenti sono stati suddivisi per macro argomenti:
Nella pagina precedente a ciascun documento vengono specificati: il titolo del documento, dove presente il numero di riferimento, la data di emissione e lorgano emittente. Inoltre, sono messe in evidenza alcune parti del
testo originale, che risultano di particolare interesse ai fini dellapprofondimento dellargomento trattato nei volumi precedenti.
I documenti sono stati riportati nella loro forma originale, salvo alcuni casi in cui la formattazione non era definita ed i testi sono stati trascritti nel
carattere American Typewriter al fine di distinguerli dai contenuti originali dellautore.
Il simbolo del Cd-Rom indica che il testo integrale del documento si trova
nella versione digitale del vuolume contenuta nel cd allegato.
PROTOCOLLI DINTESA
Ministero Pari Opportunit e IAP. Protocollo dintesa sulla parit e non 319
discriminazione tra i generi nellambito della pubblicit
LEGENDA
IP Istituti Privati
II Istituzioni Internazionali
IN
IN Istituzioni Nazionali
IL Istituzioni Locali
LEGGI
150/2000, Disciplina delle attivit di informazione e di comunicazione 48
delle pubbliche amministrazioni
IN
56
13/2004, Disposizioni per favorire laccesso dei soggetti disabili agli 534
strumenti informatici
II
DECRETI
D.Lgs. 74/1992, in materia di messaggi pubblicitari ingannevoli
diffusi attraverso mezzi di comunicazione, Parlamento italiano
14
305
380
371
37
28
332
568
IN
410
D.Lgs., 183/2005, Requisiti tecnici e i diversi livelli per laccessibilit agli 514
strumenti informatici
6
CODICI DEONTOLOGICI
IN
IL
510
432
100
200
337
342
358
IP
674
634
660
665
686
00
Ordine dei giornalisti, FNSI; 30-3-2006, Carta di Treviso, per una cultura
dellinfanzia
420
MANIFESTI
Provincia Milano, Linee Guida Comunicazione di genere
354
356
II
288
655
694
695
Dichiarazione di Stoccolma
697
690
00
Terre des Hommes, Carta di Milano: per il rispetto delle bambine e dei bambini
nella comunicazione
00
540
IP
10
14
178
288
370
430
569
11
01
REGOLAMENTAZIONE DELLA
COMUNICAZIONE PUBBLICA
Documenti per lorganizzazione della comunicazione delle istituzioni pubbliche
12
14
28
37
48
56
100
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
LEGGE PER LA DISCIPLINA DELLE ATTIVIT DI INFORMAZIONE E DI COMUNICAZIONE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
N. 150
07.06.2000
PARLAMENTO ITALIANO
48
sente legge non sono soggette ai limiti imposti in materia di pubblicit, sponsorizzazioni e offerte al pubblico.
Art. 2
Forme, strumenti e prodotti
1. Le attivit di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni si esplicano, oltre che per mezzo di programmi previsti per la comunicazione istituzionale non pubblicitaria, anche attraverso la pubblicit, le distribuzioni o vendite promozionali,le affissioni, lorganizzazione di manifestazioni
e la partecipazione a rassegne specialistiche, fiere e congressi.
2. Le attivit di informazione e di comunicazione sono attuate con ogni mezzo di trasmissione idoneo ad assicurare la necessaria diffusione di messaggi,
anche attraverso la strumentazione grafico-editoriale, le strutture informatiche, le funzioni di sportello, le reti civiche, le iniziative di comunicazione integrata e i sistemi telematici multimediali.
3. Con uno o piu regolamenti, da comunicare alla Presidenza del Consiglio
dei Ministri e alla Conferenza unificata di cui allarticolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, le pubbliche amministrazioni provvedono alla
diffusione delle modalit e delle forme di comunicazione a carattere pubblicitario, in attuazione delle norme vigenti in materia.
Art. 4
Formazione professionale
1. Le amministrazioni pubbliche individuano, nellambito delle proprie dotazioni organiche, il personale da adibire alle attivit di informazione e di comunicazione e programmano la formazione, secondo modelli formativi individuati dal regolamento di cui allarticolo 5.
2. Le attivit di formazione sono svolte dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione, secondo le disposizioni del decreto legislativo 30 luglio
1999, n. 287, dalle scuole specializzate di altre amministrazioni centrali, dalle universit, con particolare riferimento ai corsi di laurea in scienze della comunicazione e materie assimilate, dal Centro di formazione e studi (FORMEZ),
nonch da strutture pubbliche e private con finalit formative che adottano i
modelli di cui al comma 1.
Art. 3
Messaggi di utilit sociale e di pubblico interesse
1. La Presidenza del Consiglio dei Ministri determina i messaggi di utilit sociale ovvero di pubblico interesse, che la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo puo trasmettere a titolo gratuito. Alla trasmissione di messaggi di pubblico interesse previsti dal presente comma sono riservati tempi
non eccedenti il due per cento di ogni ora di programmazione e luno per cento
dellorario settimanale di programmazione di ciascuna rete. Le emittenti private, radiofoniche e televisive, hanno facolt, ove autorizzate, di utilizzare tali
messaggi per passaggi gratuiti.
2. Nelle concessioni per la radiodiffusione sonora e televisiva prevista la riserva di tempi non eccedenti luno per cento dellorario settimanale di programmazione per le stesse finalit e con le modalit di cui al comma 1.
3. Fatto salvo quanto stabilito dalla presente legge e dalle disposizioni relative alla comunicazione istituzionale non pubblicitaria, le concessionarie radiotelevisive e le societ autorizzate possono, per finalit di esclusivo interesse sociale,
trasmettere messaggi di utilit sociale.
4. I messaggi di cui al comma 3 non rientrano nel computo degli indici di
affollamento giornaliero n nel computo degli indici di affollamento orario stabiliti dal presente articolo. Il tempo di trasmissione dei messaggi non puo, comunque, occupare piu di quattro minuti per ogni giorno di trasmissione per
singola concessionaria. Tali messaggi possono essere trasmessi gratuitamente; qualora non lo fossero, il prezzo degli spazi di comunicazione contenenti
50
Art. 5
Regolamento
1. Con regolamento da emanare, ai sensi dellarticolo 17, comma 1, della legge
23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, previa intesa con la Conferenza unificata di cui allarticolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.
281, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, si
provvede alla individuazione dei titoli per laccesso del personale da utilizzare
presso le pubbliche amministrazioni per le attivit di informazione e di comunicazione. Il medesimo regolamento prevede e disciplina altresi gli interventi formativi e di aggiornamento per il personale che gi svolge attivit di informazione e di comunicazione.
Art. 6
Strutture
l. In conformit alla disciplina dettata dal presente capo e, ove compatibili,
in conformit alle norme degli articoli 11 e 12 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, e relative disposizioni attuative, le
attivit di informazione si realizzano attraverso il portavoce e lufficio stampa e quelle di comunicazione attraverso lufficio per le relazioni con il pubblico, nonch attraverso analoghe strutture quali gli sportelli per il cittadino, gli
sportelli unici della pubblicaamministrazione, gli sportelli polifunzionali e gli
sportelli per le imprese.
2. Ciascuna amministrazione definisce, nellambito del proprio ordinamento
degli uffici e del personale e nei limiti delle risorse disponibili, le strutture e
i servizi finalizzati alle attivit dinformazione e comunicazione e al loro coordinamento, confermando, in sede di prima applicazione della presente legge,
le funzioni di comunicazione e di informazione al personale che gi le svolge.
51
Art. 7
Portavoce
1. Lorgano di vertice dellamministrazione pubblica pu essere coadiuvato da
un portavoce, anche esterno allamministrazione, con compiti di diretta collaborazione ai fini dei rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di
informazione. Il portavoce, incaricato dal medesimo organo, non pu, per tutta
la durata del relativo incarico, esercitare attivit nei settori radiotelevisivo, del
giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche.
2. Al portavoce attribuita una indennit determinata dallorgano di vertice
nei limiti delle risorse disponibili appositamente iscritte in bilancio da ciascuna amministrazione per le medesime finalit.
Art. 8
Ufficio per le relazioni con il pubblico
1. Lattivit dellufficio per le relazioni con il pubblico indirizzata ai cittadini singoli e associati.
2. Le pubbliche amministrazioni, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, provvedono, nellesercizio della propria potest regolamentare, alla ridefinizione dei compiti e alla riorganizzazione degli uffici per le
relazioni con il pubblico secondo i seguenti criteri:
a) garantire lesercizio dei diritti di informazione, di accesso e di partecipazione di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni;
b) agevolare lutilizzazione dei servizi offerti ai cittadini, anche attraverso lillustrazione delle disposizioni normative e amministrative, e linformazione sulle
strutture e sui compiti delle amministrazioni medesime;
c) promuovere ladozione di sistemi di interconnessione telematica e coordinare le reti civiche;
d) attuare, mediante lascolto dei cittadini e la comunicazione interna, i processi di verifica della qualit dei servizi e di gradimento degli stessi da parte
degli utenti;
e) garantire la reciproca informazione fra lufficio per le relazioni con il pubblico e le altre strutture operanti nellamministrazione, nonch fra gli uffici per
le relazioni con il pubblico delle varie amministrazioni.
3. Negli uffici per le relazioni con il pubblico lindividuazione e
la regolamentazione dei profili professionali sono affidate alla
contrattazione collettiva.
Art. 9
Uffici stampa
1. Le amministrazioni pubbliche di cui allarticolo 1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, possono dotarsi, anche in forma associata, di
un ufficio stampa, la cui attivit in via prioritaria indirizzata ai mezzi di informazione di massa.
2. Gli uffici stampa sono costituiti da personale iscritto allalbo nazionale dei
52
giornalisti. Tale dotazione di personale costituita da dipendenti delle amministrazioni pubbliche, anche in posizione di comando o fuori ruolo, o da personale estraneo alla pubblica amministrazione in possesso dei titoli individuati
dal regolamento di cui allarticolo 5, utilizzato con le modalit di cui allarticolo 7, comma 6, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, nei limiti delle risorse disponibili nei bilanci di ciascuna amministrazione per le medesime finalit.
3. Lufficio stampa diretto da un coordinatore, che assume la qualifica di capo ufficio stampa, il quale, sulla base delle direttive impartite dallorgano di vertice dellamministrazione, cura i collegamenti con gli organi di informazione,
assicurando il massimo grado di trasparenza, chiarezza e tempestivit delle
comunicazioni da fornire nelle materie di interesse dellamministrazione.
4. I coordinatori e i componenti dellufficio stampa non possono esercitare,
per tutta la durata dei relativi incarichi, attivit professionali nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche. Eventuali deroghe possono essere previste dalla contrattazione collettiva di cui al comma 5.
5. Negli uffici stampa lindividuazione e la regolamentazione dei profili professionali sono affidate alla contrattazione collettiva nellambito di una speciale area di contrattazione, con lintervento delle organizzazioni rappresentative della categoria dei giornalisti.
Dallattuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori
oneri a carico della finanza pubblica.
Art. 10
Disposizione finale
1. Le disposizioni del presente capo costituiscono principi fondamentali ai
sensi dellarticolo 117 della Costituzione e si applicano, altresi, alle regioni a
statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano nei limiti e nel
rispetto degli statuti e delle relative norme di attuazione.
Art. 11
Programmi di comunicazione
1. In conformit a quanto previsto dal capo I della presente legge e dallarticolo 12 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, nonch dalle direttive impartite dal Presidente del Consiglio dei Ministri, le
amministrazioni statali elaborano annualmente il programma delle iniziative
di comunicazione che intendono realizzare nellanno successivo, comprensivo dei progetti di cui allarticolo 13, sulla base delle indicazioni metodologiche del Dipartimento per linformazione e leditoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il programma trasmesso entro il mese di novembre di ogni
anno allo stesso Dipartimento.
Iniziative di comunicazione non previste dal programma possono essere promosse e realizzate soltanto per particolari e contingenti esigenze sopravvenute nel corso dellanno e sono tempestivamente comunicate al Dipartimento per
53
linformazione e leditoria.
2. Per lattuazione dei programmi di comunicazione il Dipartimento per linformazione e leditoria provvede in particolare a:
a) svolgere funzioni di centro di orientamento e consulenza per le amministrazioni statali ai fini della messa a punto dei programmi e delle procedure. Il
Dipartimento puo anche fornire i supporti organizzativi alle amministrazioni
che ne facciano richiesta;
b) sviluppare adeguate attivit di conoscenza dei problemi della comunicazione pubblica presso le amministrazioni;
c) stipulare, con i concessionari di spazi pubblicitari, accordi quadro nei quali
sono definiti i criteri di massima delle inserzioni radiofoniche, televisive o sulla stampa, nonch le relative tariffe.
Art. 12
Piano di comunicazione
1. Sulla base dei programmi presentati dalle amministrazioni statali, il Dipartimento per linformazione e leditoria predispone annualmente il piano di comunicazione, integrativo del piano di cui allarticolo 12 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, che approvato dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
2. Una copia del piano approvato trasmessa alle amministrazioni. Ciascuna
amministrazione realizza il piano per le parti di specifica competenza anche
avvalendosi della collaborazione del Dipartimento per linformazione e leditoria. Entro il 31 gennaio dellanno successivo a quello di riferimento, i Ministri
trasmettono al Presidente del Consiglio dei Ministri una relazione su quanto
previsto dal presente comma.
Art. 13
Progetti di comunicazione a carattere pubblicitario
1. Le amministrazioni dello Stato sono tenute ad inviare al Dipartimento per
linformazione e leditoria, ai fini della formulazione di un preventivo parere, i
progetti di comunicazione a carattere pubblicitario che prevedono la diffusione dei messaggi sui mezzi di comunicazione di massa.
2. I progetti di cui al comma 1 devono, in particolare, contenere indicazioni
circa lobiettivo della comunicazione, la copertura finanziaria, il contenuto dei
messaggi, i destinatari e i soggetti coinvolti nella realizzazione. Deve, inoltre,
essere specificata la strategia di diffusione con previsione delle modalit e dei
mezzi ritenuti piu idonei al raggiungimento della massima efficacia della comunicazione.
3. Per le campagne di comunicazione a carattere pubblicitario, le amministrazioni dello Stato tengono conto, ove possibile, in relazione al tipo di messaggio e ai destinatari, anche delle testate italiane allestero.
Art. 14
Finanziamento dei progetti
54
55
La Presidenza del Consiglio dei ministri indica criteri per la pubblicit finalizzata allinformazione sulle leggi e sulla loro applicazione, sui servizi, le
strutture e il loro uso, curandosi che la ripartizione della pubblicit tenga
conto delle testate che per loro natura raggiungono le utenze specificamente interessate alle leggi in questione. Ad esempio testate femminili, giovanili e del mondo del lavoro.
56
ta o di un numero di azioni o di quote che, comunque, consenta il controllo delle societ editrici stesse ai sensi dellarticolo 2359 del codice civile. Analogo divieto vale per le azioni o le quote delle societ che direttamente o indirettamente controllino le societ editrici di giornali quotidiani(3).
Le imprese di cui ai commi precedenti sono tenute a comunicare, al servizio
delleditoria di cui allarticolo 10, per la iscrizione sul registro di cui allarticolo 11:
le dichiarazioni di cessazione delle pubblicazioni nonch i trasferimenti di testata, entro le ventiquattro ore successive;
i controlli di affitto o di gestione della azienda o di cessione in uso della testata,
entro trenta giorni dalla stipula;
qualora limpresa sia costituita in forma societaria, lelenco dei soci titolari
con il numero delle azioni o lentit delle quote da essi possedute, nonch degli
eventuali aventi diritto di intervenire allassemblea che approva il bilancio della societ, entro trenta giorni dalla data dellassemblea stessa(4);
nei casi in cui limpresa costituita in forma di societ per azioni o in accomandita per azioni o a responsabilit limitata, lelenco dei soci delle societ alle
quali sono intestate le azioni o le quote della societ che esercita limpresa giornalistica o delle societ che comunque la controllano direttamente o indirettamente, nonch il numero delle azioni o lentit delle quote da essi possedute.
Le persone fisiche e le societ che controllano una societ editrice di giornali
quotidiani, anche attraverso intestazione fiduciaria delle azioni o delle quote o
per interposta persona, devono darne comunicazione scritta alla societ controllata ed al servizio delleditoria entro trenta giorni dal fatto o dal negozio che
determina lacquisizione del controllo. Costituisce controllo la sussistenza dei
rapporti configurati come tali nellarticolo 2359 del codice civile. Si ritiene esistente, salvo prova contraria, linfluenza dominante prevista dal primo comma dellarticolo 2359 del codice civile quando ricorrano rapporti di carattere
finanziario o organizzativo che consentono:
la comunicazione degli utili o delle perdite; ovvero
il coordinamento della gestione dellimpresa editrice con quella di altre imprese ai fini del perseguimento di uno scopo comune o ai fini di limitare la concorrenza tra le imprese stesse; ovvero
una distribuzione degli utili o delle perdite diversa, quanto ai soggetti o alla misura, da quella che sarebbe avvenuta in assenza dei rapporti stessi; ovvero
lattribuzione di poteri maggiori rispetto a quelli derivanti dal numero delle
azioni o delle quote possedute; ovvero
lattribuzione a soggetti diversi da quelli legittimati in base allassetto proprietario di poteri nella scelta degli amministratori e dei dirigenti delle imprese
editrici nonch dei direttori delle testate edite(5).
I partiti politici rappresentati in almeno un ramo del Parlamento o in un consiglio regionale o le associazioni sindacali rappresentate nel Consiglio nazionale delleconomia e del lavoro possono intestare fiduciariamente con deliberazione assunta secondo i rispettivi statuti le azioni o le quote di societ editrici di giornali quotidiani o periodici(5).
58
In tal caso, i partiti politici o le associazioni sindacali indicati nel comma precedente devono depositare al registro nazionale della stampa di cui allarticolo
11 documentazione autenticata delle delibere concernenti lintestazione fiduciaria, accompagnata dalla dichiarazione di accettazione rilasciata dai soggetti
nei cui confronti lintestazione stessa viene effettuata.
Quando una societ a prevalente partecipazione statale o un ente pubblico vengono, a qualsiasi titolo, in possesso di azioni o quote di societ editrici di giornali quotidiani, ne devono dare immediata comunicazione al servizio delleditoria.
Sono puniti con le pene stabilite nel sesto comma dellart. 5 del decreto-legge 8
aprile 1974, n. 95, convertito in legge, con modificazioni, dalla L. 7 giugno 1974,
n. 216, gli amministratori che violano le disposizioni dei commi precedenti. Le
stesse pene si applicano agli amministratori delle societ alle quali sono intestate le azioni o le quote della societ alle quali sono intestate le azioni o le quote
della societ che esercita limpresa giornalistica o delle societ che comunque
la controllano direttamente o indirettamente, che non trasmettano alle imprese editrici di giornali quotidiani lelenco dei propri soci(6).
Dalla data di entrata in vigore della presente legge, gli enti pubblici e le societ
a prevalente partecipazione statale, nonch quelle da esse controllate, non possono costituire, acquisire o acquisire nuove partecipazioni in aziende editoriali di giornali o di periodici che non abbiano esclusivo carattere tecnico inerente allattivit dellente o della societ.
A tutti gli effetti della presente legge considerata impresa editoriale anche
limpresa che gestisce testate giornalistiche in forza di contratti di affitto o di
affidamento in gestione.
(1) Comma aggiunto dallart. 1, L. 30 aprile 1983, n. 137 (Gazz. Uff. 3 maggio
1983, n. 119), entrata in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.
(2) Lettera aggiunta dallart. 1, L. 25 febbraio 1987, n. 67.
(3) Comma cos sostituito dallart. 1, L. 10 gennaio 1985, n. 1 (Gazz. Uff. 12 gennaio 1985, n. 10), entrata in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.
(4) Lettera cos sostituita dallart. 1, L. 10 gennaio 1985, n. 1 (Gazz. Uff. 12 gennaio 1985, n. 10), entrata in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.
(5) Comma cos sostituito dallart. 1, L. 25 febbraio 1987, n. 67.
(6) Comma cos sostituito dallart. 1, L. 30 aprile 1983, n. 137 (Gazz. Uff. 3 maggio 1983, n. 119), entrata in vigore, il giorno successivo a quello della sua pubblicazione.
59
Qui il soggetto pubblico promotore di un progetto di comunicazione/informazione ha dei precisi obiettivi istituzionali ai quali adempiere, e la campagna comunicativa diviene non gi un semplice,veicolo per far transitare
informazioni, ma un vero e proprio progetto sociale al pari di altri. Dietro un
progetto di comunicazione istituzionale c quindi sempre un obiettivo chiaro di utilit sociale rispetto al quale lente disponibile a pagare un costo, e
rispetto al quale vuole necessariamente raggiungere il maggior numero di
individui (rispetto agli obiettivi).
Qui si pone subito, con grande evidenza, il problema della differenziazione
socio-economica e culturale degli individui, e quindi la difficolt di una campagna standardizzata a raggiungere soggetti di scolarit e reddito diverso,
dispersi su un territorio ampio e dalle caratteristiche variegate, con motivazioni, interessi, e disponibilit allascolto molto differenziate.
La risposta un approccio allinformability, un termine intraducibile coniato dal Central Office of Information (COI) di Londra.
Informability il principio che intende assicurare che linformazione sia resa accessibile al pi ampio pubblico possibile, incluse le persone con bassi livelli di scolarit, difficolt di apprendimento ed impedimenti sensoriali.
necessario predisporre sin dalla fase iniziale dei programmi, un piano preciso di strategia di comunicazione che coinvolga le diverse categorie di interlocutori a diversi livelli.
[] lattivit di informazione risulta essere un processo di semplice trasmissione di notizie, dati e concetti, per i quali il feedback non rilevante, la comunicazione un processo di continuo scambio di informazioni e di influenze reciproche tra pi individui.
[]
La comunicazione uno strumento per trasformare le informazioni in comportamenti; essa produce conoscenza, consenso, impegno, fiducia e costituisce una componente determinante nello stile direttivo di chi la attiva.
60
61
62
63
02
TUTELA DEI SOGGETTI DISABILI
Documenti riguardanti la tutela di persone disabili in comunicazione
64
178
186
200
65
La personalizzazione della didattica, che alla base del processo di integrazione nella nostra scuola, richiede infatti strumenti flessibili e quindi
adattabili alle particolari esigenze di ciascun alunno affinch tutti possano
partecipare nel modo pi significativo possibile alle attivit della classe, pur
con modalit ed eventualmente con obiettivi diversi.
Allinterno dei differenti livelli di difficolt che il software offre allutente,
opportuno prevedere elementi di facilitazione che consentano allinsegnante di definire per gli alunni con ritardi o disturbi di apprendimento un percorso almeno in parte simile a quello dei compagni.
66
Articolo 1
(Definizioni e ambito dapplicazione)
a) accessibilit: capacit dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni
fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilit necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari;
b) tecnologie assistive: ai sensi dellart.2, comma 1, lettera b),della legge 9 gennaio 2004, n. 4, gli strumenti e le soluzioni tecniche che permettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere
ai servizi erogati dai sistemi informatici;
c) strumenti didattici e formativi: programmi informatici e documenti informato elettronico usati nei processi di istruzione e apprendimento. Sono tali,ad
esempio,il software didattico e i documenti elettronici, ivi compresi i libri di testo, prodotti anche con programmi applicativi diversi dal software didattico,
usati come strumenti di lavoro nellattivit scolastica o essi stessi oggetto di
studio e addestramento;
d) software didattico: programmi applicativi informatici finalizzati espressamente a supportare gli apprendimenti e deliberatamente realizzati con tale
finalit. Sono tali, ad esempio, i programmi basati sullalternanza spiegazione-verifica (tutoriali),e quelli basati sullo schema:domanda - risposta -verifica
(eserciziari), gli ambienti aperti orientati alla costruzione autonoma del sapere (in cui si perseguono specifici obiettivi di apprendimento senza vincolare lo
studente con esplicite richieste), i programmi per effettuare prove o valutazioni, gli ambienti di simulazione (riproduzioni simulate di fenomeni che consentono linterattivit da parte dello studente), i giochi educativi (con contenuti di
apprendimento offerti in modalit gioco), i corsi interattivi di lingua straniera;
e) fruibilit : ai sensi dellart. 1, comma 1, lettera f), del decreto del Presidente
della Repubblica 1 marzo 2005, n. 75, la caratteristica dei servizi di rispondere a criteri di facilit esemplicit duso, di efficienza, di rispondenza alle esigenze dell utente, di gradevolezza e di soddisfazione nelluso del prodotto;
f) stili di paragrafo : nome associato a un insieme di comandi utilizzati per la
composizione grafica del testo secondo un preciso formato (formattazione) che
specifica la funzione di una parte d testo nella struttura logica dellintero documento;
g) tecnologie Web : ai sensi dellart. 1, comma 1, lettera oo), del decreto ministeriale 8 luglio 2005: insieme degli standard definiti dallOrganizzazione internazionale per le standardizzazioni (ISO) e delle raccomandazioni del Consorzio World Wide Web (W3C Recommendation) finalizzato a veicolare informazioni o erogare servizi su reti che utilizzano il protocollo HTTP di trasferimento
di un ipertesto (HyperTextTransfer Protocol), comunemente definite tecnologie Internet;
h) interfaccia utente : ai sensi dellart. 1, comma 1, lettera
v),deldecretoministeriale8 luglio2005, programma informatico chegestisceil
rapporto dellutente da, e verso, un elaboratore in modointerattivo,realizzatoa
ttraversounarappresentazione basata sumetaforegrafiche(interfacciagrafica),
oppure attraverso comandiimpartiti in modo testuale (interfaccia testuale).
68
Articolo 2
(Requisiti tecnici)
Requisito n. 2
Enunciato: preservare le caratteristiche logiche e strutturali del libro di testo
originale nella corrispondente versione elettronica. Garantire che il corretto
ordine di lettura sia preservato anche quando il testo eventualmente suddiviso
in blocchi oin colonne venga presentato in modo linearizzato.
Requisito n. 3
Enunciato: fornire i libri di testo di un sommario navigabile che permetta il collegamento diretto ai corrispondenti contenuti e prevedere idonei collegamenti ipertestuali per il ritorno allindice o ai contenuti alla fine di ciascuna sezione. Dotare gli elementi informativi a corredo del testo, tra i quali note e relativi rimandi e riquadri di approfondimento, di collegamenti ipertestuali espliciti
al punto o allelemento corrispondente nel testo principale.
Requisito n. 4
Enunciato: evitare di utilizzare immagini o altri elementi grafici per rappresentare contenuti testuali. Dotare le immagini, i grafici e le tabelle utilizzate a scopo didattico di didascalie esaurienti che forniscano informazioni equivalenti commisurate alla funzione esercitata dalloggetto originale nello specifico contesto. Collegare esplicitamente le didascalie allimmagine a cui si riferiscono tramite numerazione sequenziale contestualizzata allorganizzazione del libro.
Requisito n. 5
Enunciato: garantire che i contenuti sottoposti a ingrandimento siano visualizzati nel rispetto dellordine di presentazione originale ed evitare che per la
loro lettura si debba ricorrere alla barra di scorrimento orizzontale del programma di lettura utilizzato.
Requisito n. 6
Enunciato: consentire la esportazione dei contenuti del libro di testo o di sue
parti nel rispetto della normativa sul diritto dautore.
Requisito n. 7
Enunciato: garantire che il libro di testo non contenga protezioni o altri vincoli che inibiscano o limitino le funzioni di gestione del programma di lettura, la
personalizzazione della modalit di visualizzazione, ivi compresi i colori del testo e dello sfondo e linterfacciamento con le tecnologie assistive.
Allegato B
Linee guida per laccessibilit e la fruibilit del software didattico da parte degli alunni disabili.
Premessa
70
I requisiti tecnici per l accessibilit degli applicativi in generale sono gi definiti nel decreto ministeriale M.I.T. 8 luglio 2005, allegato D (Requisiti tecnici di accessibilit per lambiente operativo, le applicazioni e i prodotti a scaffale). In aggiunta ai suddetti requisiti, dati gli scopi particolari e la natura stessa
del software didattico e al fine di favorire il raggiungimento dellobiettivo di integrazione sul quale costituito il sistema scolastico italiano, si reputato opportuno individuare una serie di fattori aggiuntivi valorizzanti che potessero
meglio descrivere la capacita del prodotto di adattarsi alle specifiche esigenze
del singolo progetto educativo.
La personalizzazione della didattica, che alla base del processo di integrazione nella nostra scuola, richiede infatti strumenti flessibili e quindi adattabili alle particolari esigenze di ciascun alunno affinch tutti possano partecipare nel
modo piu significativo possibile alle attivit della classe, pur con modalit ed
eventualmente con obiettivi diversi. Fermo restando dunque il rispetto degli 11
requisiti di accessibilit definiti nellallegato D del decreto ministeriale citato,
si indicano qui di seguito gli ulteriori fattori che opportuno considerare nella
progettazione del software didattico.
Testi scritti.
Feedback.
Per ogni testo, sia in fase di lettura che di scrittura, deve essere possibile definire il tipo di carattere, le dimensioni, il colore dei caratteri e dello sfondo. Il programma prevede la personalizzazione degli attributi del testo scritto, compreso quello dei bottoni e dei menu: tipo, stile,colore del corpo e dello sfondo.
Lingrandimento dei caratteri avviene sempre riorganizzando limpaginazione del documento affinch non si debba mai ricorrere allo scorrimento orizzontale della finestra per poter leggere lintera riga.
In caso di documenti lunghi, importante poter agire anche sui parametri di
formattazione del paragrafo che condizionano la difficolt di lettura,in particolare la lunghezza della riga e delle dimensioni dellinterlinea. Vanno sempre
osservate le regole di leggibilit grafica.
utile prevedere la possibilit di scegliere tra una scrittura interamente in
maiuscolo e una maiuscolo/minuscolo. Nel caso di consegne, suggerimenti e
indicazioni di lavoro,affiancare al testo scritto una riproduzione iconico-grafico, o in lingua dei segni o in riproduzione vocale.
utile che eventuali testi inseriti nel software didattico possano essere esportati in modo accessibile ed editabile, nel rispetto dei diritto dellautore, per essere adattati alle esigenze del singolo alunno, intervenendo nella presentazione grafica, nonch predisponendo stampe alternative in braille o ingrandite.
Se la tecnologia lo consente, vanno inserite le indicazioni relative alla lingua
del testo affinch la sintesi vocale possa essere automaticamente impostata secondo le regole di pronuncia corrispondenti.
Immagini e colori.
utile poter personalizzare i fondamentali elementi costitutivi dei disegni, in
particolare lo spessore delle linee, i colori principali e le dimensioni di eventuali testi inglobati. Questo particolarmente importante quando il disegno ha
una elevata funzione informativa, ad esempio nel caso di grafici, diagrammi,
cartegeografiche, mappe concettuali o altro. In questi casi inoltre il testo alternativo, necessario per tutte le immagini significative, deve essere particolarmente dettagliato ed esaustivo.Per tutte le immagini complesse o importanti
dal punto di vista dellinformazione prevista la possibilit di ingrandimento a
tutto schermo, senza eccessiva perdita di definizione.
Suoni e voci.
Lutente potr regolare facilmente il volume dei suoni nonch disattivarli totalmente. Nei messaggi parlati va evitata la confusione di voci sovrapposte e ridotto al minimo il disturbo derivante da suoni o musiche di sottofondo.
72
73
REGOLAMENTO RECANTE NORME PER LELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE NEGLI EDIFICI, SPAZI E SERVIZI PUBBLICI.
N. 503
24. 07. 1996
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
74
75
e la riconoscibilit dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.
3. Le presenti norme si applicano agli edifici e spazi pubblici di nuova costruzione, ancorch di carattere temporaneo, o a quelli esistenti qualora sottoposti
a ristrutturazione. Si applicano altres agli edifici e spazi pubblici sottoposti a
qualunque altro tipo di intervento edilizio suscettibile di limitare laccessibilit
e la visitabilit, almeno per la parte oggetto dellintervento stesso.
Si applicano inoltre agli edifici e spazi pubblici in tutto o in parte soggetti a
cambiamento di destinazione se finalizzata alluso pubblico, nonch ai servizi
speciali di pubblica utilit di cui al successivo titolo VI.
4. Agli edifici e spazi pubblici esistenti, anche se non soggetti a recupero o riorganizzazione funzionale, devono essere apportati tutti quegli accorgimenti
che possono migliorarne la fruibilit sulla base delle norme contenute nel presente regolamento.
5. In attesa del predetto adeguamento ogni edificio deve essere dotato, entro
centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento,
a cura dellAmministrazione pubblica che utilizza ledificio, di un sistema di
chiamata per attivare un servizio di assistenza tale da consentire alle persone con ridotta o impedita capacit motoria o sensoriale la fruizione dei servizi espletati.
6. Agli edifici di edilizia residenziale pubblica ed agli edifici privati compresi
quelli aperti al pubblico si applica il decreto del Ministro dei lavori pubblici 14
giugno 1989, n. 236.
7. Non possono essere erogati contributi o agevolazioni da parte dello Stato e di
altri enti pubblici per la realizzazione di opere o servizi pubblici non conformi
alle norme di cui al presente regolamento.
Art. 2.
Contrassegni
1. Gli edifici, i mezzi di trasporto e le strutture costruite, modificate o adeguate tenendo conto delle norme per leliminazione delle barriere, devono recare
in posizione agevolmente visibile il simbolo di accessibilit secondo il modello di cui allallegato A.
2. fatta salva la specifica simbologia dellOrganizzazione internazionale della
aviazione civile ove prescritta.
3. Il sistema di chiamata di cui allart. 1 deve essere posto in luogo accessibile e
contrassegnato con il simbolo di accessibilit condizionata secondo il modello di cui allallegato B.
4. Uffici, sale per riunioni, conferenze o spettacoli, posti telefonici pubblici ovvero apparecchiature quali ascensori e telefoni che assicurano servizi di comunicazione per sordi, devono recare in posizione agevolmente visibile il simbolo internazionale di accesso alla comunicazione per le persone sorde di cui
allallegato C.
Titolo II
76
77
[] si definisce inclusiva una comunicazione in grado di diffondere messaggi di cui Tutti i cittadini possono fruire con facilit e
soddisfazione. [] altres opportuno ribadire che per realizzare prodotti comunicativi inclusivi non sufficiente partire dalla progettazione del singolo prodotto. infatti indispensabile agire responsabilmente a monte, partendo proprio dai processi che regolano e sostanziano la comunicazione.
Per eliminare le barriere comunicative bisogner analizzare dettagliatamente le caratteristiche e il contesto culturale dei potenziali fruitori del messaggio al fine di scegliere un linguaggio che possa essere effettivamente
compreso da Tutti.
Se ben progettata la comunicazione in grado di produrre messagigi pi
chiari e pi incisivi per Tutti, perch aumenta il comfort e la piacevolezza di fruizione, minimizza la possibilit di errore e sfrutta le abilit residue dei singoli.
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03
TUTELA DELLE DONNE
Documenti per la prevenzione delle discriminazioni di genere in comunicazione
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The full and complete development of a country, the welfare of the world
and the cause of peace require the maximum participation of women on
equal terms with men in all fields.
States Parties shall take all appropriate measures to modify the social and
cultural patterns of conduct of men and women, with a view to achieving
the elimination of prejudices and customary and all other practices which
are based on the idea of the inferiority or the superiority of either of the
sexes or on stereotyped roles for men and women.
84
nation and independence, as well as respect for national sovereignty and territorial integrity, will promote social progress and development and as a consequence will contribute to the attainment of full equality between men and women,
Convinced that the full and complete development of a country, the welfare of
the world and the cause of peace require the maximum participation of women
on equal terms with men in all fields,
Bearing in mind the great contribution of women to the welfare of the family
and to the development of society, so far not fully recognized, the social significance of maternity and the role of both parents in the family and in the upbringing of children, and aware that the role of women in procreation should not be
a basis for discrimination but that the upbringing of children requires a sharing of responsibility between men and women and society as a whole,
Aware that a change in the traditional role of men as well as the role of women
in society and in the family is needed to achieve full equality between men and
women,
Determined to implement the principles set forth in the Declaration on the Elimination of Discrimination against Women and, for that purpose, to adopt the
measures required for the elimination of such discrimination in all its forms
and manifestations,
Have agreed on the following:
PART I
Article I
For the purposes of the present Convention, the term discrimination against
women shall mean any distinction, exclusion or restriction made on the basis
of sex which has the effect or purpose of impairing or nullifying the recognition, enjoyment or exercise by women, irrespective of their marital status, on
a basis of equality of men and women, of human rights and fundamental freedoms in the political, economic, social, cultural, civil or any other field.
Article 2
States Parties condemn discrimination against women in all its forms, agree to
pursue by all appropriate means and without delay a policy of eliminating discrimination against women and, to this end, undertake:
(a) To embody the principle of the equality of men and women in their national constitutions or other appropriate legislation if not yet incorporated therein and to ensure, through law and other appropriate means, the practical realization of this principle;
(b) To adopt appropriate legislative and other measures, including sanctions
where appropriate, prohibiting all discrimination against women;
(c) To establish legal protection of the rights of women on an equal basis with
men and to ensure through competent national tribunals and other public institutions the effective protection of women against any act of discrimination;
86
PART II
Article 7
States Parties shall take all appropriate measures to eliminate discrimination
against women in the political and public life of the country and, in particular,
shall ensure to women, on equal terms with men, the right:
(a) To vote in all elections and public referenda and to be eligible for election to
all publicly elected bodies;
(b) To participate in the formulation of government policy and the implementation there of and to hold public office and perform all public functions at all
levels of government;
(c) To participate in non-governmental organizations and associations concerned with the public and political life of the country.
Article 8
States Parties shall take all appropriate measures to ensure to women, on equal
terms with men and without any discrimination, the opportunity to represent
their Governments at the international level and to participate in the work of
international organizations.
Article 9
1. States Parties shall grant women equal rights with men to acquire, change
or retain their nationality. They shall ensure in particular that neither marriage to an alien nor change of nationality by the husband during marriage shall
automatically change the nationality of the wife, render her stateless or force
upon her the nationality of the husband.
2. States Parties shall grant women equal rights with men with respect to the
nationality of their children.
PART III
Article 10
States Parties shall take all appropriate measures to eliminate discrimination
against women in order to ensure to them equal rights with men in the field
of education and in particular to ensure, on a basis of equality of men and women:
(a) The same conditions for career and vocational guidance, for access to studies and for the achievement of diplomas in educational establishments of all
categories in rural as well as in urban areas; this equality shall be ensured in
pre-school, general, technical, professional and higher technical education, as
well as in all types of vocational training;
(b) Access to the same curricula, the same examinations, teaching staff with
qualifications of the same standard and school premises and equipment of the
same quality;
(c) The elimination of any stereotyped concept of the roles of men and wo88
men at all levels and in all forms of education by encouraging coeducation and
other types of education which will help to achieve this aim and, in particular,
by the revision of textbooks and school programmes and the adaptation of teaching methods;
(d ) The same opportunities to benefit from scholarships and other study
grants;
(e) The same opportunities for access to programmes of continuing education,
including adult and functional literacy programmes, particulary those aimed
at reducing, at the earliest possible time, any gap in education existing between men and women;
(f) The reduction of female student drop-out rates and the organization of programmes for girls and women who have left school prematurely;
(g) The same Opportunities to participate actively in sports and physical education;
(h) Access to specific educational information to help to ensure the health and
well-being of families, including information and advice on family planning.
Article 11
1. States Parties shall take all appropriate measures to eliminate discrimination against women in the field of employment in order to ensure, on a basis of
equality of men and women, the same rights, in particular:
(a) The right to work as an inalienable right of all human beings;
(b) The right to the same employment opportunities, including the application
of the same criteria for selection in matters of employment;
(c) The right to free choice of profession and employment, the right to promotion, job security and all benefits and conditions of service and the right to receive vocational training and retraining, including apprenticeships, advanced
vocational training and recurrent training;
(d) The right to equal remuneration, including benefits, and to equal treatment
in respect of work of equal value, as well as equality of treatment in the evaluation of the quality of work;
(e) The right to social security, particularly in cases of retirement, unemployment, sickness, invalidity and old age and other incapacity to work, as well
as the right to paid leave;
(f) The right to protection of health and to safety in working conditions, including the safeguarding of the function of reproduction.
2. In order to prevent discrimination against women on the grounds of marriage or maternity and to ensure their effective right to work, States Parties
shall take appropriate measures:
(a) To prohibit, subject to the imposition of sanctions, dismissal on the grounds of pregnancy or of maternity leave and discrimination in dismissals on the
basis of marital status;
(b) To introduce maternity leave with pay or with comparable social benefits
without loss of former employment, seniority or social allowances;
(c) To encourage the provision of the necessary supporting social services to
89
ciency;
(e) To organize self-help groups and co-operatives in order to obtain equal access to economic opportunities through employment or self employment;
(f) To participate in all community activities;
(g) To have access to agricultural credit and loans, marketing facilities, appropriate technology and equal treatment in land and agrarian reform as well as
in land resettlement schemes;
(h) To enjoy adequate living conditions, particularly in relation to housing, sanitation, electricity and water supply, transport and communications.
PART IV
Article 15
1. States Parties shall accord to women equality with men before the law.
2. States Parties shall accord to women, in civil matters, a legal capacity identical to that of men and the same opportunities to exercise that capacity. In particular, they shall give women equal rights to conclude contracts and to administer property and shall treat them equally in all stages of procedure in courts
and tribunals.
3. States Parties agree that all contracts and all other private instruments of
any kind with a legal effect which is directed at restricting the legal capacity of
women shall be deemed null and void.
4. States Parties shall accord to men and women the same rights with regard
to the law relating to the movement of persons and the freedom to choose their
residence and domicile.
Article 16
1. States Parties shall take all appropriate measures to eliminate discrimination against women in all matters relating to marriage and family relations
and in particular shall ensure, on a basis of equality of men and women:
(a) The same right to enter into marriage;
(b) The same right freely to choose a spouse and to enter into marriage only
with their free and full consent;
(c) The same rights and responsibilities during marriage and at its dissolution;
(d) The same rights and responsibilities as parents, irrespective of their marital status, in matters relating to their children; in all cases the interests of the
children shall be paramount;
(e) The same rights to decide freely and responsibly on the number and spacing of their children and to have access to the information, education and means to enable them to exercise these rights;
(f) The same rights and responsibilities with regard to guardianship, wardship,
trusteeship and adoption of children, or similar institutions where these concepts exist in national legislation; in all cases the interests of the children shall
be paramount;
(g) The same personal rights as husband and wife, including the right to choose a family name, a profession and an occupation;
91
(h) The same rights for both spouses in respect of the ownership, acquisition,
management, administration, enjoyment and disposition of property, whether
free of charge or for a valuable consideration.
2. The betrothal and the marriage of a child shall have no legal effect, and all
necessary action, including legislation, shall be taken to specify a minimum
age for marriage and to make the registration of marriages in an official registry compulsory.
PART V
Article 17
1. For the purpose of considering the progress made in the implementation of
the present Convention, there shall be established a Committee on the Elimination of Discrimination against Women (hereinafter referred to as the Committee) consisting, at the time of entry into force of the Convention, of eighteen and, after ratification of or accession to the Convention by the thirty-fifth
State Party, of twenty-three experts of high moral standing and competence in
the field covered by the Convention. The experts shall be elected by States Parties from among their nationals and shall serve in their personal capacity, consideration being given to equitable geographical distribution and to the representation of the different forms of civilization as well as the principal legal systems.
2. The members of the Committee shall be elected by secret ballot from a list of
persons nominated by States Parties. Each State Party may nominate one person from among its own nationals.
3. The initial election shall be held six months after the date of the entry into force of the present Convention. At least three months before the date of
each election the Secretary-General of the United Nations shall address a letter to the States Parties inviting them to submit their nominations within two
months. The Secretary-General shall prepare a list in alphabetical order of all
persons thus nominated, indicating the States Parties which have nominated
them, and shall submit it to the States Parties.
4. Elections of the members of the Committee shall be held at a meeting of States Parties convened by the Secretary-General at United Nations Headquarters. At that meeting, for which two thirds of the States Parties shall constitute
a quorum, the persons elected to the Committee shall be those nominees who
obtain the largest number of votes and an absolute majority of the votes of the
representatives of States Parties present and voting.
5. The members of the Committee shall be elected for a term of four years. However, the terms of nine of the members elected at the first election shall expire at the end of two years; immediately after the first election the names of
these nine members shall be chosen by lot by the Chairman of the Committee.
6. The election of the five additional members of the Committee shall be held
in accordance with the provisions of paragraphs 2, 3 and 4 of this article, following the thirty-fifth ratification or accession. The terms of two of the addi92
tional members elected on this occasion shall expire at the end of two years,
the names of these two members having been chosen by lot by the Chairman
of the Committee.
7. For the filling of casual vacancies, the State Party whose expert has ceased
to function as a member of the Committee shall appoint another expert from
among its nationals, subject to the approval of the Committee.
8. The members of the Committee shall, with the approval of the General Assembly, receive emoluments from United Nations resources on such terms
and conditions as the Assembly may decide, having regard to the importance
of the Committes responsibilities.
9. The Secretary-General of the United Nations shall provide the necessary
staff and facilities for the effective performance of the functions of the Committee under the present Convention.
Article 18
1. States Parties undertake to submit to the Secretary-General of the United
Nations, for consideration by the Committee, a report on the legislative, judicial, administrative or other measures which they have adopted to give effect
to the provisions of the present Convention and on the progress made in this
respect:
(a) Within one year after the entry into force for the State concerned;
(b) Thereafter at least every four years and further whenever the Committee
so requests.
2. Reports may indicate factors and difficulties affecting the degree of fulfilment of obligations under the present Convention.
Article 19
1. The Committee shall adopt its own rules of procedure.
2. The Committee shall elect its officers for a term of two years.
Article 20
1. The Committee shall normally meet for a period of not more than two weeks
annually in order to consider the reports submitted in accordance with article
18 of the present Convention.
2. The meetings of the Committee shall normally be held at United Nations Headquarters or at any other convenient place as determined by the Committee.
(amendment, status of ratification)
Article 21
1. The Committee shall, through the Economic and Social Council, report annually to the General Assembly of the United Nations on its activities and may
make suggestions and general recommendations based on the examination
of reports and information received from the States Parties. Such suggestions
and general recommendations shall be included in the report of the Committee together with comments, if any, from States Parties.
93
Article 27
1. The present Convention shall enter into force on the thirtieth day after the
date of deposit with the Secretary-General of the United Nations of the twen94
95
Il Parlamento europeo:
[] rileva che gli stereotipi di genere esistono ancora in ampia misura malgrado i diversi programmi comunitari volti a conseguire la parit tra i sessi;
[] invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a lanciare campagne di sensibilizzazione contro gli insulti a sfondo sessista o le immagini degradanti della donna e delluomo nella pubblicit e nel marketing;
[] constata che gli sforzi volti a combattere gli stereotipi di genere nei
media e nella pubblicit dovrebbero essere affiancati da strategie e misure
educative per sensibilizzare i bambini fin dallinfanzia e per sviluppare il senso critico fin dallet adolescenziale;
[] constata che necessario mettere in discussione la suddivisione tradizionale dei ruoli per poter conseguire la parit tra i sessi;
[] osserva che la rappresentazione dellideale corporeo nella pubblicit e
nel marketing pu influire negativamente sullautostima delle donne e degli
uomini, in particolare delle adolescenti e di quante sono esposte al rischio
di disordini alimentari come lanoressia nervosa e la bulimia nervosa; invita i
pubblicitari a considerare con attenzione il ricorso a modelle estremamente
magre per la pubblicit dei prodotti;
[] sottolinea la necessit di buoni esempi (da una prospettiva di genere)
nel campo dei media e della pubblicit per mostrare che un cambiamento
possibile e auspicabile
[] sottolinea che gli stereotipi di genere devono essere eliminati.
96
100
zione della societ in merito agli effetti negativi degli stereotipi di genere;
17. richiama lattenzione sul fatto che i bambini e gli adolescenti fanno crescente uso della televisione e delle nuove tecnologie, che tale fenomeno inizia
in et molto precoce e che la visione televisiva senza supervisione adulta in
aumento;
18. osserva che la rappresentazione dellideale corporeo nella pubblicit e nel
marketing pu influire negativamente sullautostima delle donne e degli uomini, in particolare delle adolescenti e di quante sono esposte al rischio di disordini alimentari come lanoressia nervosa e la bulimia nervosa; invita i pubblicitari a considerare con attenzione il ricorso a modelle estremamente magre per la pubblicit dei prodotti;
19. invita gli Stati membri a provvedere con idonei mezzi affinch il marketing e la pubblicit garantiscano il rispetto della dignit umana e dellintegrit
della persona, non comportino discriminazioni dirette o indirette n contengano alcun incitamento allodio basato su sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilit, et o orientamento sessuale, e non contengano elementi che, valutati nel loro contesto, approvino, esaltino o inducano alla violenza contro le donne;
20. riconosce il lavoro fin qui svolto dalle autorit di regolamentazione dei media di alcuni Stati membri per esaminare gli effetti degli stereotipi di genere ed
esorta le competenti autorit di tutti gli Stati membri a condividere le migliori prassi in materia;
21. ricorda alla Commissione che la summenzionata direttiva 2004/113/CE,
nella prima versione da essa proposta, trattava anche la discriminazione nei
mass media; invita la Commissione ad intensificare il suo impegno nella lotta
contro questo tipo di discriminazione;
22. sottolinea la necessit di buoni esempi (da una prospettiva di genere) nel
campo dei media e della pubblicit per mostrare che un cambiamento possibile e auspicabile; ritiene che gli Stati membri dovrebbero ufficializzare laggiudicazione di un premio da parte dellindustria pubblicitaria ai propri appartenenti e di un premio da parte del pubblico per i messaggi pubblicitari che si
allontanano maggiormente dagli stereotipi di genere per dare unimmagine
positiva e valorizzante delle donne, degli uomini e dei rapporti fra i due sessi;
23. sottolinea la necessit di diffondere i principi della parit di genere nei
media tramite pubblicazioni e programmi rivolti a differenti fasce di et e tendenti a far conoscere le migliori prassi e il rispetto per le differenze di genere;
24. sottolinea la necessit di intrattenere una discussione permanente nella
pubblicit e nel marketing e il loro ruolo per quanto riguarda la creazione e il
mantenimento di immagini stereotipate di genere;
25. invita gli Stati membri ad elaborare e lanciare iniziative didattiche informate a uno spirito di tolleranza e di astensione da ogni forma di stereotipo e
aventi lo scopo di promuovere la cultura della parit di genere attraverso idonei programmi educativi;
26. sottolinea che gli stereotipi di genere devono essere eliminati;
27. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonch ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
19.05.2008
UNIONE EUROPEA
Utilizzare un linguaggio neutro dal punto di vista del genere va ben oltre
il concetto di politicamente corretto. Il linguaggio di per s, infatti, ha una
fortissima influenza sulla mentalit, il comportamento e le percezioni.
Il Parlamento in quanto istituzione sottoscrive pienamente il principio delluguaglianza di genere e pertanto utilizza un linguaggio che rifletta questa
sua posizione.
Ci che ammissibile in una lingua non necessariamente rappresenta una
valida soluzione in unaltra. Per ciascuna lingua ufficiale occorre cercare una
soluzione terminologica non sessista, che sia conforme alle usanze del Paese e che tenga conto della legislazione e delle direttive nazionali, nonch di
altre fonti autorevoli in materia.
Posto che la lingua italiana non dispone di un genere neutro e che quindi inevitabilmente al maschile riconosciuta una valenza generica, innegabile che speciali accorgimenti e determinate tecniche redazionali possono contribuire alla redazione e alla traduzione dei testi in italiano del Parlamento europeo, che rispettino per quanto possibile la neutralit di genere.
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non contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne o che incitino ad atti di violenza sulle donne;
non utilizzino il corpo delle donne e degli altri generi, in modo offensivo della dignit della persona, che non assimilino limmagine o parti del
corpo, ad oggetti o ai prodotto pubblicizzati o che, infine, non accompagnino limmagine delle donne e dei generi tutti ad altra immagine che
richiami o evochi atti o attributi sessuali;
Le parti si impegnano a svolgere unattivit di sensibilizzazione e monitoraggio delle pubblicit e delle immagini commerciali a tutela della dignit
femminile e di genere.
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111
PROTOCOLLO DINTESA PER LATTIVIT DI SENSIBILIZZAZIONE SULLA PARIT E NON DISCRIMINAZIONE TRA I GENERI NELLAMBITO DELLA PUBBLICIT tra:
COMUNE DI RIMINI, c.f. 00304260409, con sede legale a Rimini, Piazza Cavour n. 27, rappresentato nel presente atto dallAssessore Nadia Rossi, nata a
Rimini il 6 febbraio 1974, giusta deliberazione della Giunta Comunale n. 202
del 17 luglio 2012, immediamente esecutiva;
e
1) COLPO DOCCHIO DI GRASSI ENZO,impresa individuale con sede legale in Rimini, Via Pomposa 25, iscritta al registro delle imprese della Camera di Commercio di Rimini con codice fiscale e numero discrizione GRSNZE52B12H294F, rappresentata dal titolare firmatario Sig. ENZO GRASSI, nato
a Rimini il 12.02.1952;
2) EDITA S.R.L. con sede legale in Rimini, Via Acquario n. 112, iscritta al registro delle imprese della Camera di Commercio di Rimini con codice fiscale
e numero discrizione 02195340407, rappresentata dal Presidente del Consiglio di Amministrazione e legale rappresentante della Societ Sig. ALDO SAPORETTI, nato a Rimini il 22 agosto 1961;
3) EXPANSION S.P.A., con sede legale nella Repubblica di San Marino, Via Moretti n. 23, frazione Serravalle, iscritta allUfficio Industria - Artigianato e Commercio al n. 102 con c.o.e. sm 04157, rappresentata dal Presidente ed Amministatore Delegato Sig.ra NADIA SAPONI, nata a Rimini il 14 aprile 1958;
4) NEWDADA COMUNICAZIONE DI RAFFAELLA CAMPI E NICOLA GAMBETTI
S.N.C., con sede legale in Rimini, Via delle Officine n. 8, iscritta al registro delle imprese della Camera di commercio di Rimini con codice fiscale e numero
discrizione 02548950407, rappresentata dai soci amministratori e legali rappresentanti Sig. NICOLA GAMBETTI nato a Rimini il 12 febbraio 1971 e Sig.ra
RAFFAELLA CAMPI nata a Rimini il 21 febbraio 1968;
5) REL S.R.L., con sede legale in Rimini Piazza Tre Martiri n. 10, iscritta al registro delle imprese della Camera di Commercio di Rimini con codice fiscale e
numero discrizione 01867310409, rappresentata dal Presidente del Consiglio
di Amministrazione e legale rappresentante Sig.ra MICHELA FABBRI, nata a
Rimini il 7 gennaio 1964;
6) CONFRATERNITA MARIA S.S. AUSILIATRICE in Santa Croce di Rimini, editrice del Settimanale IL PONTE, con sede legale in Rimini, Via IV Novembre n.
35, iscritta al registro delle imprese della Camera di Commercio di Rimini con
codice fiscale e numero discrizione 91000640408, rappresentata - giusto atto
di delega in data 14 luglio 2012 del Presidente Sig. Luigi Ricci - dal Sig. PAOLO
TORRI, nato a Rimini il 23 dicembre 1971;
112
8) INIZIATIVE EDITORIALI s.r.l., proprietaria delle testate ICAROTV, ICAROSPORTe NEWSRIMINI.TV, con sede legale in Rimini, Via Cairoli n. 69, iscritta al
registro delle imprese della Camera di Commercio di Rimini con codice fiscale e numero discrizione 01283400396, rappresentata dal Vice Presidente del
Consiglio di Amministrazione e legale rappresentante Sig. MAURIZIO CASADEI nato a Rimini il 31 maggio 1961;
rizzazione delle figura femminile e del ruolo delle donne nella societ e li ha
invitati a provvedere con idonei mezzi affinch il marketing e la pubblicit garantiscano il rispetto della dignit umana e dellintegrit della persona, non
diano luogo a discriminazioni dirette o indirette e non contengano elementi che, valutati nel loro contesto, approvino, esaltino o inducano alla violenza
contro le donne;
- che il Consiglio Comunale di Rimini con ordine del giorno approvato in data
23.09.2010 ha impegnato il Sindaco e la Giunta:
*a svolgere azione di sensibilizzazione nellattuazione della risoluzione comunitaria 2038 del 3 settembre 2008 del Parlamento Europeo;
*a garantire il rispetto della dignit umana e dellintegrit della persona, affinch il marketing e la pubblicit che comportano discriminazioni dirette o indirette, che contengono incitamento allodio basato su sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilit, et o orientamento sessuale e che contengono elementi di approvazionie, esaltazione o incitamento alla
violenza contro le donne non trovino accoglienza nei mezzi di comunicazione del Comune di Rimini e nelle attivit da esso patrocinate o ad esso collegate;
- che in data 26.01.2011 stato sottoscritto, fra il Ministero per le Pari Opportunit e lIstituto dellAutodisciplina Pubblicitaria (IAP) un Protocollo dIntesa
che impegna le parti a collaborare per fare in modo che gli operatori di pubblicit ed i loro utenti adottino modelli di comunicazione commerciale che non siano lesivi per le donne, ma rispettosi e attenti alla rappresentazione dei generi;
TENUTO CONTO che, nel corso di incontri con gli operatori della comunicazione, emersa la volont di sottoscrivere un protocollo dintesa per impegnare le
parti a collaborare affinch la pubblicit commerciale contribuisca alla costruzione di un senso comune che valorizzi le differenze di genere, tuteli limmagine della donna, delluomo e degli altri generi, promuova unimmagine non ste114
Con il presente protocollo le parti si impegnano a collaborare per fare in modo che gli operatori di pubblicit ed i loro utenti adottino modelli di comunicazione che:
non contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne o
che incitino ad atti di violenza sulle donne;
non utilizzino il corpo delle donne e degli altri generi, in modo offensivo della
dignit della persona, che non assimilino limmagine o parti del corpo, ad oggetti o ai prodotto pubblicizzati o che, infine, non accompagnino limmagine
delle donne e dei generi tutti ad altra immagine che richiami o evochi atti o attributi sessuali;
non trasmettano messaggi pubblicitari discriminatori e/o degradanti basati
sul genere e gli stereotipi di genere sotto qualunque forma;
siano attenti alla rappresentazione dei generi, rispettosi della identit di donne e uomini, coerenti con levoluzione dei ruoli nella societ.
Le parti si impegnano a svolgere unattivit di sensibilizzazione e monitoraggio delle pubblicit e delle immagini commerciali a tutela della dignit femminile e di genere.
Il Comune di Rimini si impegna a denunciare allIstituto di Autodisciplina Pubblicitaria, anche su segnalazione dei cittadini, le comunicazioni commerciali che ritenga lesive della dignit dei generi o che contengano immagini o rappresentazioni di violenza e che incitino ad atti di violenza sulle donne.
Articolo 2
Per valorizzare i prodotti progettati e creati nel rispetto delle indicazioni di cui
allart. 1 e per renderli immediatamente riconoscibili, i sottoscrittori del presente protocollo simpegnano a ideare un simbolo per contraddistinguere visivamente i prodotti pubblicitari e le campagne di comunicazione che rispettano
i criteri della comunicazione di genere.
Luso del predetto simbolo verr autorizzato dal Comune di Rimini ai sottoscrittori del presente protocollo.
115
ELEMENTI RICORRENTI NELLE LINEE GUIDA PER UNA COMUNICAZIONE ATTENTA AL GENERE DELLE ISTITUZIONI ITALIANE
Articolo 3
Per lattuazione del presente Protocollo, nonch per il monitoraggio,
il sostegno e la promozione delle attivit in esso previste, le parti concordano che verranno convocate delle riunioni periodiche presiedute dallAssessore alle Politiche di Genere ed aperte alla partecipazione
dei responsabili dei servizi dellEnte interessati.
Articolo 4
Qualsiasi Ente, Istituzione, Associazione, Societ o singolo professionista che intenda rispettare le indicazioni di cui allarticolo 1 nella attivit di comunicazione commerciale, pu chiedere di aderire al presente Protocollo mediante domanda indirizzata allAssessorato alle
Politiche di Genere del Comune di Rimini.
Ogni partecipante ha la facolt di recedere dal presente Protocollo,
in qualsiasi momento, con comunicazione scritta allAssessorato alle
Politiche di Genere del Comune di Rimini.
facolt dellAssessorato alle Politiche di Genere del Comune di Rimini, sentiti gli altri sottoscrittori del Protocollo, escludere un partecipante, qualora vengano meno i presupposti per la partecipazione al
presente Protocollo.
Articolo 5
Il presente Protocollo avr la durata di 3 (tre) anni a partire dalla data
della sua sottoscrizione e potr essere prorogato su intesa delle parti.
Il presente Protocollo potr essere, su comune volont delle parti, modificato in ogni momento.
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04
TUTELA DEI MINORI
Documenti riguardanti la tutela dei soggetti minorenni in comunicazione
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Libro verde sulla tutela dei minori e della dignit umana nei
servizi audiovisivi e di informazione; 16.01.1996;
Unione Europea
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La libert di espressione pu essere limitata dallo Stato ma tali restrizioni rientrano in un ambito ben preciso: perch una misura restrittiva
sia considerata necessaria in una societ democratica essa deve corrispondere ad unimperativa esigenza sociale nel rispetto dei valori propri
alle societ democratiche.
[] nei servizi decentrati, diventa difficile determinare le rispettive responsabilit dei diversi partecipanti alla catena delle comunicazioni, dallinserimento di un contenuto al suo accesso da parte dellutente finale (si veda la
Comunicazione Contenuto illecito e nocivo su Internet). La responsabilit degli utenti che inseriscono contenuti illeciti in rete e lesonero di responsabilit per gli operatori che assicurano il puro trasporto sembrano stabilite. Tuttavia, il problema della responsabilit degli intermediari (segnatamente le funzioni che
comportano lospitalit - anche temporanea - dei contenuti in un formato leggibile) resta aperto. Si tratta di determinare che cosa tecnicamente
possibile e economicamente ragionevole e di rispettare un equilibrio tra la
tutela della libert di espressione e della
vita privata, da una parte, e, dallaltra, la tutela della dignit umana e dei minori.
Comunque, perch si possa dare attuazione ad un regime di tutela dei minori, occorre individuare i mezzi che consentono di assicurarsi che, normalmente, dei minori non avranno accesso a contenuti suscettibili di nuocere al
loro sviluppo fisico o mentale, consentendo al tempo stesso laccesso agli
stessi contenuti da parte di adulti che lo
desiderino.
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Le Imprese televisive si impegnano a controllare i contenuti della pubblicit, dei trailer e dei promo dei programmi, e a non trasmettere pubblicit
e autopromozioni che possano ledere larmonico sviluppo della personalit
dei minori o che possano costituire fonte di pericolo fisico o morale per i minori stessi dedicando particolare attenzione alla fascia protetta.
I messaggi pubblicitari:
a) non debbono presentare minori come protagonisti impegnati in atteggiamenti pericolosi (situazioni di violenza, aggressivit, autoaggressivit,
ecc.);
b) non debbono rappresentare i minori intenti al consumo di alcol, di tabacco o di sostanze stupefacenti, n presentare in modo negativo lastinenza o la sobriet dallalcol, dal tabacco o da sostanze stupefacenti o, al contrario, in modo positivo lassunzione di alcolici o superalcolici, tabacco o sostanze stupefacenti;
c) non debbono esortare i minori direttamente o tramite altre persone ad
effettuare lacquisto, abusando della loro naturale credulit ed inesperienza;
d) non debbono indurre in errore, in particolare, i minori
I messaggi pubblicitari, le promozioni e ogni altra forma di comunicazione
commerciale pubblicitaria rivolta ai minori dovranno essere preceduti, seguiti e caratterizzati da elementi di discontinuit ben riconoscibili e distinguibili dalla trasmissione, anche dai bambini che non sanno ancora leggere
e da minori disabili.
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PRINCIPI GENERALI
Le Imprese televisive, fermo restando il rispetto delle norme vigenti a tutela dei
minori e in particolare delle disposizioni contenute nellart.8, c.1, e nellart.15,
comma 10, della legge n. 223/90, si impegnano a:
a) migliorare ed elevare la qualit delle trasmissioni televisive destinate ai minori;
b) aiutare gli adulti, le famiglie e i minori a un uso corretto ed appropriato delle
trasmissioni televisive, tenendo conto delle esigenze del bambino, sia rispetto
alla qualit che alla quantit; ci per evitare il pericolo di una dipendenza dalla
televisione e di imitazione dei modelli televisivi, per consentire una scelta critica dei programmi;
c) collaborare col sistema scolastico per educare i minori a una corretta ed
adeguata alfabetizzazione televisiva, anche con il supporto di esperti di settore;
d) assegnare alle trasmissioni per minori personale appositamente preparato e di alta qualit;
e) sensibilizzare in maniera specifica il pubblico ai problemi della disabilit,
del disadattamento sociale, del disagio psichico in et evolutiva, in maniera di
aiutare e non ferire le esigenze dei minori in queste condizioni;
f) sensibilizzare ai problemi dellinfanzia, tutte le figure professionali coinvolte
nella preparazione dei palinsesti o delle trasmissioni, nelle forme ritenute opportune da ciascuna Impresa televisiva;
g) diffondere presso tutti i propri operatori il contenuto del presente Codice di
autoregolamentazione.
to anonimato;
d) non far partecipare minori a trasmissioni in cui si dibatte se sia opportuno
il loro affidamento ad un genitore o a un altro, se sia giustificato un loro allontanamento da casa o unadozione, se la condotta di un genitore sia stata pi o
meno dannosa;
e) non utilizzare i minori in grottesche imitazioni degli adulti.
b) notizie che possano nuocere alla integrit psichica o morale dei minori.
Qualora, per casi di straordinario valore sociale o informativo, la trasmissione
di notizie, immagini e parole particolarmente forti e impressionanti si renda
effettivamente necessaria, il giornalista televisivo avviser gli spettatori che le
notizie, le immagini e le parole che verranno trasmesse non sono adatte ai minori.
Nel caso in cui linformazione giornalistica riguardi episodi in cui sono coinvolti i minori, le Imprese televisive si impegnano al pieno rispetto e allattuazione delle norme indicate in questo Codice e nella Carta dei doveri del giornalista per la parte relativa ai Minori e soggetti deboli.
Le Imprese televisive, con particolare riferimento ai programmi di informazione in diretta, si impegnano ad attivare specifici e qualificati corsi di formazione per sensibilizzare non solo i giornalisti, ma anche i tecnici dellinformazione televisiva (fotografi, montatori, etc.) alla problematica tv e minori. Le Imprese televisive si impegnano ad ispirare la propria linea editoriale, per i programmi di informazione, a quanto sopra indicato.
2.4. Film, fiction e spettacoli vari
Le Imprese televisive, oltre al pieno rispetto delle leggi vigenti, si impegnano
a darsi strumenti propri di valutazione circa lammissibilit in televisione dei
film, telefilm, tv movie, fiction e spettacoli di intrattenimento vario, a tutela del
benessere morale, fisico e psichico dei minori.
Qualora si consideri che alcuni di tali programmi, la cui trasmissione avvenga
prima delle ore 22,30, siano prevalentemente destinati ad un pubblico adulto,
le Imprese televisive si impegnano ad annunciare, con congruo anticipo, che
la trasmissione non adatta agli spettatori pi piccoli. Se la trasmissione avr
delle interruzioni, lavvertimento verr ripetuto dopo ogni interruzione. In tale specifica occasione andranno quindi divulgate con particolare attenzione le
informazioni di avvertimento sulla natura della trasmissione nonch utilizzati con grande e ripetuto rilievo i sistemi di segnalazione iconografica che le imprese televisive si impegnano ad adottare.
2.5. Trasmissioni di intrattenimento
Le Imprese televisive si impegnano a non trasmettere quegli spettacoli che per
impostazione o per modelli proposti possano nuocere allo sviluppo dei minori,
e in particolare ad evitare quelle trasmissioni:
a) che usino in modo strumentale i conflitti familiari come spettacolo creando turbamento nei minori, preoccupati per la stabilit affettiva delle relazioni
con i loro genitori;
b) nelle quali si faccia ricorso gratuito al turpiloquio e alla scurrilit nonch si
offendano le confessioni e i sentimenti religiosi.
3.2. In particolare, le Imprese televisive nazionali che gestiscono pi di una rete con programmazione a carattere generalista e non con caratteristiche tematiche specifiche (quali, ad esempio, sportive o musicali), si impegnano a ricercare le soluzioni affinch, nella predetta fascia oraria, su almeno una delle
reti da essi gestite si diffonda una programmazione specificatamente destinata ai minori che tenga conto delle indicazioni del presente Codice in materia di
programmazione per minori.
3.3. Produzione di programmi
Le Imprese televisive che realizzano programmi per minori si impegnano a
produrre trasmissioni:
a) che siano di buona qualit e di piacevole intrattenimento;
b) che soddisfino le principali necessit dei minori come la capacit di realizzare esperienze reali e proprie o di aumentare la propria autonomia, nonch a
proporre valori positivi umani e civili ed il rispetto della dignit della persona;
c) che accrescano le capacit critiche dei minori in modo che sappiano fare
migliore uso del mezzo televisivo, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, anche tenendo conto degli attuali e futuri sviluppi in chiave di interattivit;
d) che favoriscano la partecipazione dei minori con i loro problemi, con i loro
punti di vista, dando spazio a quello che si sta facendo con loro e per loro nelle citt.
Le Imprese televisive si impegnano a curare la qualit della traduzione e del
doppiaggio degli spettacoli, tenendo presenti le esigenze di una corretta educazione linguistica dei minori.
3.4. Programmi di informazione destinati ai minori
Le Imprese televisive nazionali che gestiscono di pi di una rete con programmazione a carattere generalista e non con caratteristiche tematiche specifiche
(quali, ad esempio, sportive o musicali) si impegnano a ricercare le soluzioni
per favorire la produzione di programmi di informazione destinati ai minori,
possibilmente curati dalle testate giornalistiche in collaborazione con esperti
di tematiche infantili e con gli stessi minori. Le Imprese televisive si impegnano altres a comunicare abitualmente alla stampa quotidiana, periodica e anche specializzata, nonch alle pubblicazioni specificamente dedicate ai minori,
la trasmissione di tali programmi e a rispettarne gli orari, fatte salve esigenze
eccezionali del palinsesto.
4. LA PUBBLICIT
4.1. Le Imprese televisive si impegnano a controllare i contenuti della pubblicit, dei trailer e dei promo dei programmi, e a non trasmettere pubblicit e autopromozioni che possano ledere larmonico sviluppo della personalit dei minori o che possano costituire fonte di pericolo fisico o morale per i minori stessi dedicando particolare attenzione alla fascia protetta. Volendo garantire una
particolare tutela di questa parte del pubblico che ha minore capacit di giudizio e di discernimento nei confronti dei messaggi pubblicitari e nel riconoscere la particolare validit delle norme a tutela dei minori come esplicitate nel
175
to dalla presenza di un adulto (fascia oraria di programmazione dalle 16.00 alle 19.00 e allinterno dei programmi direttamente rivolti ai minori).
I messaggi pubblicitari, le promozioni e ogni altra forma di comunicazione
commerciale pubblicitaria rivolta ai minori dovranno essere preceduti, seguiti e caratterizzati da elementi di discontinuit ben riconoscibili e distinguibili
dalla trasmissione, anche dai bambini che non sanno ancora leggere e da minori disabili.
In questa fascia oraria si dovr evitare la pubblicit in favore di:
a) bevande superalcoliche e alcoliche, queste ultime allinterno dei programmi direttamente rivolti ai minori e nelle interruzioni pubblicitarie immediatamente precedenti e successive;
b) servizi telefonici a valore aggiunto a carattere di intrattenimento cos come
definiti dalle leggi vigenti;
c) profilattici e contraccettivi (con esclusione delle campagne sociali).
6. LATTUAZIONE E IL CONTROLLO
6.1. Il Comitato di applicazione
Lattuazione del presente Codice affidata a un Comitato di applicazione del
Codice di autoregolamentazione Tv e minori. Tale Comitato costituito da
quindici membri effettivi, nominati con Decreto dal Ministro delle Comunicazioni dintesa con lAutorit per le garanzie nelle comunicazioni, in rappresentanza, in parti uguali, rispettivamente delle emittenti televisive firmatarie del
presente Codice su indicazione delle stesse e delle associazioni di categoria
delle istituzioni tra cui un rappresentante dellAutorit, un rappresentante del Coordinamento nazionale dei Corecom e il Presidente della Commissione per il riassetto del sistema radiotelevisivo - e degli utenti questi ultimi su
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indicazione del Consiglio nazionale degli Utenti presso lAutorit per le garanzie nelle comunicazioni. Il Presidente nominato nel medesimo Decreto tra i
rappresentanti delle Istituzioni quale esperto riconosciuto della materia. Con i
medesimi criteri e modalit sono nominati anche quindici membri supplenti. I
membri nominati durano in carica tre anni e decadono qualora non partecipino a tre sedute consecutive del Comitato o ad almeno la met delle sedute nel
corso di un anno solare.
6.2. Competenze e poteri del Comitato
Il Comitato, dufficio o su denuncia dei soggetti interessati, verifica, con le modalit stabilite nel Regolamento di seguito indicato, le violazioni del presente
Codice. Qualora accerti la violazione del Codice adotta una risoluzione motivata e determina, tenuto conto della gravit dellillecito, del comportamento pregresso dellemittente, dellambito di diffusione del programma e della dimensione dellimpresa, le modalit con le quali ne debba essere data notizia. Il Comitato pu inoltre:
a) ingiungere allemittente, qualora ne sussistano le condizioni, di modificare o sospendere il programma o i programmi indicando i tempi e le modalit
di attuazione;
b) ingiungere allemittente di adeguare il proprio comportamento alle prescrizioni del Codice indicando i tempi e le modalit di attuazione.
Le delibere sono adottate dal Comitato con la presenza di almeno due terzi dei
componenti e il voto della maggioranza degli aventi diritto al voto (otto). Le decisioni del Comitato sono inoppugnabili.
6.3. Rapporti con lAutorit per le Garanzie nelle comunicazioni
Tutte le delibere adottate dal Comitato vengono trasmesse allAutorit per le
garanzie nelle comunicazioni. Qualora il Comitato accerti la sussistenza di una
violazione delle regole del presente Codice, oltre ad adottare i provvedimenti di cui al punto precedente, inoltra una denuncia allAutorit per le garanzie
nelle comunicazioni contenente lindicazione delle disposizioni, anche eventualmente di legge, violate, le modalit dellillecito, la descrizione del comportamento - anche successivo - tenuto dallemittente, gli accertamenti istruttori
esperiti e ogni altro utile elemento. Tale denuncia viene inviata allo specifico fine di consentire allAutorit per le garanzie nelle comunicazioni lesercizio dei
poteri alla stessa attribuiti ai sensi dellart. 15, comma 10, della legge 223/90 e
dellart. 1, comma 6, lett. b), n. 6, con riferimento alla emanazione delle sanzioni previste da tale ultima disposizione al punto 14 e ai commi 31 e 32 dellart. 1
della stessa legge 249/97. (NOTA)
Il Comitato provvede inoltre a formulare allAutorit i pareri che questa ritiene
di dovere acquisire nellesercizio delle proprie funzioni.
(NOTA) Il combinato disposto dellattuale legislazione vigente in materia di tutela di minori consente allAutorit per le Garanzie nelle Comunicazioni, in caso di programmi che possano nuocere allo sviluppo psichico o morale dei minori o che contengano scene di violenza gratuita o pornografiche, di irrogare
direttamente sanzioni (l. 223/90 - art. 15, comma 10 e art. 31, comma 3) pari
al pagamento di una somma da 5.000 a 20.000 euro nonch, in caso di man178
cata ottemperanza ad ordini e diffide dellAutorit in materia di tutela dei minori, anche tenendo conto dei Codici di autoregolamentazione, (legge 249/97 art.1, comma 6, lett. b), nn. 6 e 14 e commi 31 e 32), di irrogare sanzioni pari al
pagamento di una somma da 10.000 a 250.000 euro con, in caso di grave e reiterata violazione, la sospensione o la revoca della licenza o dellautorizzazione.
6.4. Regolamento di funzionamento del Comitato
Il Comitato, entro trenta giorni dalla sua seduta costitutiva, adotta di comune
accordo un Regolamento di funzionamento nel quale si disciplinano:
a) I requisiti minimi e i termini per lammissibilit delle segnalazioni di violazione del Codice da qualsiasi utente - cittadino o soggetto che abbia interesse;
b) le modalit per larchiviazione delle segnalazioni prive dei requisiti minimi
o comunque manifestamente infondate;
c) lorganizzazione interna del Comitato che pu prevedere la designazione di
relatori o listituzione di sezioni istruttorie ognuna delle quali rappresentative
delle diverse componenti;
d) le modalit di istruttoria ordinaria e i termini per la decisione del Comitato,
dando notizia dellesito allinteressato;
e) le modalit di istruttoria durgenza, nei casi di maggiore gravit, ed i termini per la decisione del Comitato;
f) le modalit per assicurare il contraddittorio allemittente interessata e, qualora ritenuto opportuno, al segnalante nelle diverse fasi dellistruttoria e del dibattimento;
g) le modalit di collaborazione con lAutorit per le garanzie nelle comunicazioni dintesa con la stessa Autorit;
h) le modalit di comunicazione delle delibere ai soggetti interessati;
i) le modalit di pubblicazione periodica delle delibere del Comitato e della osservanza delle stesse da parte delle emittenti.
Il Comitato procede ad aggiornare od integrare il Regolamento nonch pu
formulare proposte di modifiche ed integrazioni al Codice medesimo.
Al Codice possono inoltre aderire, anche successivamente, ulteriori soggetti.
6.5. Associazione
Le emittenti firmatarie del presente Codice si impegnano, entro i trenta giorni successivi allapprovazione del presente Codice, a costituire tra esse unAssociazione con lo scopo di garantire il funzionamento sul piano operativo e finanziario del Comitato di applicazione, compatibilmente alle disponibilit di
ciascun soggetto, ricercando altres forme di finanziamento e sostegno anche
da parte di enti istituzionali.
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180
Ordine dei giornalisti e FNSI, nella convinzione che linformazione debba ispirarsi al rispetto dei principi e dei valori su cui si radica la nostra Carta costituzionale ed in particolare:
- il riconoscimento che valore supremo dellesperienza statuale e comunitaria la persona umana con i suoi inviolabili diritti che devono essere non solo garantiti, ma anche sviluppati, aiutando ogni essere umano a superare quelle condizioni negative che impediscono di fatto il pieno esplicarsi della propria
personalit;
- limpegno di tutta la Repubblica, nelle sue varie articolazioni istituzionali, a
proteggere linfanzia e la giovent per attuare il diritto alla educazione ed una
adeguata crescita umana;
-dichiarano di assumere i principi ribaditi nella Convenzione ONU del 1989 sui
diritti del bambino e nelle Convenzioni europee che trattano della materia, prevedendo le cautele per garantire larmonico sviluppo delle personalit dei minori in relazione alla loro vita e al loro processo di maturazione, ed in particolare:
- che nessun bambino dovr essere sottoposto ad interferenze arbitrarie o illegali nella sua privacy n ad illeciti attentati al suo onore e alla sua reputazione;
- che le disposizioni che tutelano la riservatezza dei minori si fondano sul presupposto che la rappresentazione dei loro fatti di vita possa arrecare danno alla loro personalit. Questo rischio pu non sussistere quando il servizio giornalistico d positivo risalto a qualit del minore e/o al contesto familiare in cui
si sta formando;
- che lo Stato deve incoraggiare lo sviluppo di appropriati codici di condotta affinch il bambino sia protetto da informazioni e messaggi multimediali dannosi al suo benessere psico-fisico;
181
- che gli Stati devono prendere appropriate misure legislative, amministrative, sociali ed educative per proteggere i bambini da qualsiasi forma di violenza,
abuso, sfruttamento e danno.
Ordine dei giornalisti e FNSI sono consapevoli che il fondamentale diritto allinformazione pu trovare dei limiti quando venga in conflitto con i diritti dei soggetti bisognosi di una tutela privilegiata. Pertanto, fermo restando il diritto di
cronaca in ordine ai fatti e alle responsabilit, va ricercato un equilibrio con il
diritto del minore ad una specifica e superiore tutela della sua integrit psicofisica, affettiva e di vita di relazione.
3) va altres evitata la pubblicazione di tutti gli elementi che possano con facilit portare alla sua identificazione, quali le generalit dei genitori, lindirizzo
dellabitazione o della residenza, la scuola, la parrocchia o il sodalizio frequentati, e qualsiasi altra indicazione o elemento: foto e filmati televisivi non schermati, messaggi e immagini on-line che possano contribuire alla sua individuazione. Analogo comportamento deve essere osservato per episodi di pedofilia,
abusi e reati di ogni genere;
4) per quanto riguarda i casi di affidamento o adozione e quelli di genitori separati o divorziati, fermo restando il diritto di cronaca e di critica circa le decisioni dellautorit giudiziaria e lutilit di articoli o inchieste, occorre comunque
anche in questi casi tutelare lanonimato del minore per non incidere sullarmonico sviluppo della sua personalit, evitando sensazionalismi e qualsiasi
182
forma di speculazione;
5) il bambino non va intervistato o impegnato in trasmissioni televisive e radiofoniche che possano lederne la dignit o turbare il suo equilibrio psico-fisico, n va coinvolto in forme di comunicazioni lesive dellarmonico sviluppo
della sua personalit, e ci a prescindere dalleventuale consenso dei genitori;
8) se, nellinteresse del minore, esempio i casi di rapimento o di bambini scomparsi, si ritiene indispensabile la pubblicazione di dati personali e la divulgazione di immagini, andranno tenuti comunque in considerazione il parere dei
genitori e delle autorit competenti;
11) tutti i giornalisti sono tenuti allosservanza di tali regole per non incorrere
nelle sanzioni previste dalla legge istitutiva dellOrdine.
Ordine dei giornalisti e FNSI raccomandano ai direttori e a tutti i redattori lopportunit di aprire con i lettori un dialogo capace di andare al di l della semplice informazione; sottolineano lopportunit che, in casi di soggetti deboli,
linformazione sia il pi possibile approfondita con un controllo incrociato delle fonti, con lapporto di esperti, privilegiando, ove possibile, servizi firmati e in
ogni modo da assicurare un approccio al problema dellinfanzia che non si limiti alleccezionalit dei casi che fanno clamore, ma che approfondisca, con inchieste, speciali, dibattiti, la condizione del minore e le sue difficolt, nella quotidianit.
Ordine dei giornalisti e FNSI si impegnano, per le rispettive competenze:
1) a individuare strumenti e occasioni che consentano una migliore cultura
183
professionale;
2) ad evidenziare nei testi di preparazione allesame professionale i temi
dellinformazione sui minori e i modi di rappresentazione dellinfanzia;
3) a invitare i Consigli regionali dellOrdine dei giornalisti e le Associazioni regionali di stampa, con leventuale contributo di altri soggetti della categoria, a
promuovere seminari di studio sulla rappresentazione dei soggetti deboli;
4) ad attivare un filo diretto con le varie professionalit impegnate per una tutela e uno sviluppo del bambino e delladolescente;
5) a coinvolgere i soggetti istituzionali chiamati alla tutela dei minori;
6) a consolidare il rapporto di collaborazione con gli organismi preposti allottemperanza delle leggi e delle normative in materia radiotelevisiva e multimediale;
7) ad auspicare, da parte di tutte le associazioni dei comunicatori, un impegno
comune a tutelare linteresse dellinfanzia nel nostro Paese;
8) a proseguire la collaborazione con la FIEG per un impegno comune a difesa dei diritti dei minori;
9) a richiamare i responsabili delle reti radiotelevisive, i provider, gli operatori
di ogni forma di multimedialit ad una particolare attenzione ai diritti del minore anche nelle trasmissioni di intrattenimento, pubblicitarie e nei contenuti dei siti Internet.
NORME ATTUATIVE
CARTA DI MILANO, PER IL RISPETTO DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI NELLA COMUNICAZIONE
07.11.2012
TERRE DES HOMMES
La comunicazione deve saper raccontare tutte le diversit etniche, religiose, sociali e geografiche evitando stereotipi e messaggi discriminatori.
La comunicazione deve tenere conto delle differenti et delle bambine e dei
bambini coinvolti rispettandone la naturale evoluzione. Non bisogna rappresentarli in comportamenti, atteggiamenti e
pose inadeguati alla loro et []
La comunicazione dovrebbe rappresentare le bambine e i bambini in maniera veritiera, rifuggendo da ogni idealizzazione, buonismo o pietismo e bandendo ogni promozione o incitamento di comportamenti devianti o violenti. []
I bambini e le bambine non devono essere rappresentati attraverso la raffigurazione adultizzata di stati danimo negativi []
I bambini sono bambini. Sono femmine e sono maschi, con lo stesso diritto
a essere rispettati come persone a tutto tondo. La comunicazione non deve
rappresentare il genere in categorie fisse []
I bambini e le bambine hanno bisogno di punti di riferimento forti che trovano soprattutto nei loro familiari e nelle figure affettive a loro pi vicine, ovvero in chiunque si prenda cura del loro benessere
psicofisico. La comunicazione non dovrebbe sminuire nessuna di queste figure []
La rappresentazione di bambini e bambine affetti da patologie non deve ricorrere a immagini,descrizioni o discorsi che possano ledere la loro dignit.
186
187
188
189
05
REGOLAMENTAZIONE DELLA
COMUNICAZIONE PUBBLICA ONLINE
Documenti riguardanti la regolamentazione della comunicazione web della P.A.
190
Linee Guida per i siti web delle PA; 2011; DigitPA, Dipartimento
per la funzione pubblica, Dipartimento per la digitalizzazione e
linnovazione tecnologica, FormezPA
432
510
514
534
540
191
LINEE GUIDA PER I SITI WEB DELLE PA, ART. 4 DELLA DIRETTIVA N.
8/2009
2011
DIGITPA, DIPARTIMENTO PER LA FUNZIONE PUBBLICA, DIPARTIMENTO PER LA DIGITALIZZAZIONE E LINNOVAZIONE TECNOLOGICA, FORMEZPA
La pubblicazione da parte dellente pubblico di informazioni e documenti,
nonch lofferta di servizi on line, oltre alla conformit alla normativa regolamentare nazionale ed internazionale, deve garantire la certezza istituzionale della fonte e lattualit delle relative informazioni.
[]
Il principio della partecipazione attiva e della trasparenza dellazione
amministrativa,ribadito dalla Carta europea per i diritti del cittadino nella Societ dellinformazione edella conoscenza, con particolare riferimento alle tecnologie informatiche, sancisce quattro diritti fondamentali: il diritto allaccesso,il diritto allinformazione, il diritto allaformazione, il diritto alla partecipazione.
[]
Il processo di miglioramento dei siti web delle pubbliche amministrazioni
prende avvio da un insieme di fattori chiave: la riconoscibilit della natura
pubblica del sito; la chiara identificazione dellamministrazione che lo gestisce; la concreta indicazione delle modalit per soddisfare i requisiti minimi
derivanti dalle previsioni normative []
[]
Lattivit amministrativa deve ispirarsi al principio di trasparenza ed i cittadini hanno diritto ad una informazione completa e qualificata anche attraverso i siti pubblici. necessario quindi assicurare la massima circolazione
possibile delle informazioni sia allinterno del sistema amministrativo, sia fra
questultimo ed il mondo esterno, in modo
tale che loperato delle amministrazioni pubbliche sia garante della piena legalit.
[]
Un sito pubblico deve assicurare costantemente laggiornamento attraverso
la definizione di criteri di validit, a livello di sezione o di specifico contenuto da pubblicare, e di politiche per laggiornamento continuo dei contenuti
sulla base dei criteri definiti.
[]
Rivolgendosi a unutenza eterogenea ed estremamente differenziata [] i siti web della pubblica amministrazione devono contenere informazioni e servizi facilmente utilizzabili da tutti.
192
193
194
195
DIRETTIVA PER LA RIDUZIONE DEI SITI WEB DELLE PA E PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALIT DEI SERVIZI E DELLE INFORMAZIONI ON LINE AL CITTADINO
N. 8
2009
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
196
A tal fine viene introdotto lobbligo per le pubbliche amministrazioni di rendere identificabili i propri siti istituzionali, eliminando al contempo gli innumerevoli siti registrati, attivati e non pi aggiornati affinch non siano raggiungibili dai cittadini n direttamente, n per il tramite dei motori di ricerca.
Inoltre, attraverso i successivi documenti: Linee Guida e Vademecum, la
direttiva intende formulare regole e processi standardizzati per lattivazione
di nuovi siti e per la registrazione di nuovi domini, suggerendo alle pubbliche
amministrazioni come salvaguardare i contenuti ancora fruibili.
3. AZIONI PER LA QUALIT DEI SITI WEB
Il Ministro per la pubblica amministrazione e linnovazione, attraverso il Dipartimento della Funzione Pubblica ed il Dipartimento per la digitalizzazione
e linnovazione tecnologica:
promuove lutilizzo delle Linee Guida di cui al successivo articolo 4 (Caratteristiche generali e contenuti dei siti web) e ne produce una revisione con frequenza almeno annuale, previa consultazione pubblica tramite il sito istituzionale www.innovazionepa.gov.it;
pubblica, sul proprio sito istituzionale www.innovazionepa.gov.it, un Vademecum, ovvero una guida organica sulle modalit di riduzione, gestione, sviluppo e diffusione dei siti web della pubblica amministrazione e ne assicura laggiornamento continuo anche attraverso il contributo delle amministrazioni
centrali e locali;
svolge le funzioni di monitoraggio dei siti pubblici al fine di valutare periodicamente lutilizzo e lefficienza dei servizi, la loro qualit e, anche sulla base delle
segnalazioni dei cittadini, segnala le migliori pratiche e le necessit di miglioramento, avvalendosi in particolare delle risultanze del sistema delle segnalazioni dei cittadini implementato sul sito www.accessibile.gov.it;
attiva community tematiche tra le pubbliche amministrazioni centrali e locali;
organizza un convegno annuale per il confronto sui temi della qualit dei siti pubblici nellambito del quale viene conferito, secondo modalit di valutazioni definite e con il coinvolgimento dei cittadini, un riconoscimento per il miglior sito web pubblico.
Ogni anno le pubbliche amministrazioni centrali comunicano attraverso il piano triennale per lICT, le attivit e gli interventi economico-finanziari avviati
per ladeguamento alla presente direttiva. In particolare le pubbliche amministrazioni pianificano la riduzione dei siti web obsoleti, le loro modalit di archiviazione ed il miglioramento qualitativo di quelli in produzione, seguendo le
regole ed i processi definiti nelle linee guida.
4. CARATTERISTICHE GENERALI E CONTENUTI DEI SITI WEB
Al fine di assicurare la pubblicazione e laggiornamento dei contenuti dei siti secondo criteri che favoriscano il pieno raggiungimento degli obiettivi di conoscenza e di servizio al cittadino e di favorire lapplicazione del decreto legislativo n. 82 del 7 marzo 2005 recante Codice dellamministrazione digitale, il Ministro per la pubblica amministrazione e linnovazione, entro 90 giorni dallemanazione della presente direttiva, rende disponibile per la consulta198
zione pubblica sul proprio sito un documento denominato Linee guida per i
siti web della PA.
Le Linee guida, redatte dai Dipartimenti con il supporto del Formez per i contenuti e del CNIPA per le caratteristiche tecnologiche, comprendono i criteri e
gli strumenti per assicurare la riduzione dei siti pubblici obsoleti ed il miglioramento di quelli attivi in termini di:
principi generali;
gestione e aggiornamenti;
contenuti minimi.
5. REGISTRAZIONE E CERTIFICAZIONE DEI SITI WEB
Lobiettivo del dominio .gov.it di aggregare i siti web delle pubbliche amministrazioni che gi erogano servizi istituzionali con un adeguato ed omogeneo
livello di qualit, sicurezza ed aggiornamento dei servizi.
A tal fine, le pubbliche amministrazioni che si iscrivono al dominio .gov.it certificano che le informazioni e i servizi offerti ai cittadini a alle imprese dai propri siti web sono chiarimenti presentati, raggruppati in modo organico e facilmente raggiungibili dalla pagina web principale e che saranno adeguati alle caratteristiche fissate dalle linee guida. Le pubbliche amministrazioni dovranno
comunicare successivamente lelenco dei siti web che intendono dismettere.
Le pubbliche amministrazioni individuano uno o pi responsabili del procedimento di pubblicazione di contenuti sui siti internet di propria competenza.
Tali nominativi, completi di indirizzo e-mail, devono essere raggiungibili dalla
barra di coda del relativo sito presente in tutte le pagine allindirizzo www.nomesito.gov.it/responsabile.
Il CNIPA fornisce, secondo le indicazioni del Ministro per la pubblica amministrazione e linnovazione, lassistenza tecnica necessaria per liscrizione al dominio .gov.it e la sua gestione operativa cos come stabilito dalla Direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 maggio 2002.
Il CNIPA dovr, inoltre, trimestralmente, fornire al Dipartimento della funzione pubblica i dati aggiornati delle registrazioni al dominio .gov.it.
Il FORMEZ fornir, secondo le indicazioni del Ministro per la pubblica amministrazione e linnovazione, il supporto formativo ed informativo alle amministrazioni per le attivit connesse con lapplicazione delle linee guida e del vademecum.
Roma, 26 novembre 2009
IL MINISTRO PER LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE E LINNOVAZIONE
Renato Brunetta
199
[]
2. Il primo livello di accessibilit dei siti Web accertato previo esito positivo della verifica tecnica che riscontra la conformit delle pagine dei medesimi siti ai requisiti tecnici elencati nellallegato A, applicando la metodologia ivi indicata. []
4. Il secondo livello di accessibilit riguarda la qualit delle informazioni fornite e dei servizi erogati dal sito Web e si articola in primo, secondo e terzo
livello di qualit
200
201
202
203
tutelato e garantito, in particolare, il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilit da parte delle persone disabili, in ottemperanza al principio di uguaglianza ai sensi dellarticolo 3 della Costituzione.
Ai fini della presente legge, si intende per:
a) accessibilit: la capacit dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti
consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa
di disabilit necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari;
La Presidenza del Consiglio dei Ministri []
vigila sul rispetto da parte delle amministrazioni statali delle disposizioni
della presente legge; []
d) promuove, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali,
progetti, iniziative e programmi finalizzati al miglioramento e alla diffusione
delle tecnologie assistive e per laccessibilit; []
g) promuove, di concerto con i Ministeri dellistruzione, delluniversit e della ricerca e per i beni e le attivit culturali, iniziative per favorire laccessibilit alle opere multimediali, anche attraverso specifici progetti di ricerca e
sperimentazione con il coinvolgimento delle associazioni delle persone disabili; []
h) definisce, di concerto con il Dipartimento della funzione pubblica della
Presidenza del Consiglio dei ministri, gli obiettivi di accessibilit delle pubbliche amministrazioni nello sviluppo dei sistemi informatici, nonch lintroduzione delle problematiche relative allaccessibilit nei programmi di formazione del personale.
204
205
quisto di beni e per la fornitura di servizi informatici, i requisiti di accessibilit stabiliti con il decreto di cui allarticolo 11 costituiscono motivo di preferenza a parit di ogni altra condizione nella valutazione dellofferta tecnica, tenuto conto della destinazione del bene o del servizio. La mancata considerazione
dei requisiti di accessibilit o leventuale acquisizione di beni o fornitura di servizi non accessibili adeguatamente motivata.
2. I soggetti di cui allarticolo 3, comma 1, non possono stipulare, a pena di
nullit, contratti per la realizzazione e la modifica di siti INTERNET quando
non previsto che essi rispettino i requisiti di accessibilit stabiliti dal decreto
di cui allarticolo 11. I contratti in essere alla data di entrata in vigore del decreto di cui allarticolo 11, in caso di rinnovo, modifica o novazione, sono adeguati, a pena di nullit, alle disposizioni della presente legge circa il rispetto dei requisiti di accessibilit, con lobiettivo di realizzare tale adeguamento entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del medesimo decreto.
3. La concessione di contributi pubblici a soggetti privati per lacquisto di beni e servizi informatici destinati allutilizzo da parte di lavoratori disabili o del
pubblico, anche per la predisposizione di postazioni di telelavoro, subordinata alla rispondenza di tali beni e servizi ai requisiti di accessibilit stabiliti dal
decreto di cui allarticolo 11.
4. I datori di lavoro pubblici e privati pongono a disposizione del dipendente
disabile la strumentazione hardware e software e la tecnologia assistiva adeguata alla specifica disabilit, anche in caso di telelavoro, in relazione alle mansioni effettivamente svolte. Ai datori di lavoro privati si applica la disposizione di cui allarticolo 13, comma 1, lettera c), della legge 12 marzo 1999, n.68.
5. I datori di lavoro pubblici provvedono allattuazione del comma 4, nellambito delle disponibilit di bilancio.
Art. 5.
(Accessibilit degli strumenti didattici e formativi)
1. Le disposizioni della presente legge si applicano, altres, al materiale formativo e didattico utilizzato nelle scuole di ogni ordine e grado.
2. Le convenzioni stipulate tra il Ministero dellistruzione, delluniversit
e della ricerca e le associazioni di editori per la fornitura di libri alle biblioteche scolastiche prevedono sempre la fornitura di copie su supporto digitale degli strumenti didattici fondamentali, accessibili agli alunni disabili e agli insegnanti di sostegno, nellambito delle disponibilit di bilancio.
Art. 6.
(Verifica dellaccessibilit su richiesta)
1. La Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per linnovazione e
le tecnologie valuta su richiesta laccessibilit dei siti INTERNET o del materiale informatico prodotto da soggetti diversi da quelli di cui allarticolo 3.
2. Con il regolamento di cui allarticolo 10 sono individuati:
a) le modalit con cui pu essere richiesta la valutazione;
b) i criteri per la eventuale partecipazione del richiedente ai costi dellope206
razione;
c) il marchio o logo con cui reso manifesto il possesso del requisito dellaccessibilit;
d) le modalit con cui pu essere verificato il permanere del requisito stesso.
Art. 7.
(Compiti amministrativi)
1. La Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per linnovazione
e le tecnologie, anche avvalendosi del Centro nazionale per linformatica nella
pubblica amministrazione di cui allarticolo 4, comma 1, del decreto legislativo 12 febbraio 1993, n.39, come sostituito dallarticolo 176 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n.196:
a) effettua il monitoraggio dellattuazione della presente legge;
b) vigila sul rispetto da parte delle amministrazioni statali delle disposizioni della presente legge;
c) indica i soggetti, pubblici o privati, che, oltre ad avere rispettato i requisiti tecnici indicati dal decreto di cui allarticolo 11, si sono anche meritoriamente distinti per limpegno nel perseguire le finalit indicate dalla presente legge;
d) promuove, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, progetti, iniziative e programmi finalizzati al miglioramento e alla diffusione delle tecnologie assistive e per laccessibilit;
e) promuove, con le altre amministrazioni interessate, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano, lerogazione di finanziamenti finalizzati alla diffusione tra
i disabili delle tecnologie assistive e degli strumenti informatici dotati di configurazioni particolari e al sostegno di progetti di ricerca nel campo dellinnovazione tecnologica per la vita indipendente e le pari opportunit dei disabili;
f) favorisce, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali
e con il Ministro per le pari opportunit, lo scambio di esperienze e di proposte
fra associazioni di disabili, associazioni di sviluppatori competenti in materia
di accessibilit, amministrazioni pubbliche, operatori economici e fornitori di
hardware e software, anche per la proposta di nuove iniziative;
g) promuove, di concerto con i Ministeri dellistruzione, delluniversit e
della ricerca e per i beni e le attivit culturali, iniziative per favorire laccessibilit alle opere multimediali, anche attraverso specifici progetti di ricerca e sperimentazione con il coinvolgimento delle associazioni delle persone disabili;
sulla base dei risultati delle sperimentazioni sono indicate, con decreto emanato di intesa dai Ministri interessati, le regole tecniche per laccessibilit alle opere multimediali;
h) definisce, di concerto con il Dipartimento della funzione pubblica della
Presidenza del Consiglio dei ministri, gli obiettivi di accessibilit delle pubbliche amministrazioni nello sviluppo dei sistemi informatici, nonch lintroduzione delle problematiche relative allaccessibilit nei programmi di formazione del personale.
207
1. Entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro per linnovazione e le tecnologie, consultate le associazioni delle persone disabili maggiormente rappresentative, con proprio decreto stabilisce, nel rispetto dei criteri e dei princpi indicati dal regolamento di cui allarticolo 10:
a) le linee guida recanti i requisiti tecnici e i diversi livelli per laccessibilit;
b) le metodologie tecniche per la verifica dellaccessibilit dei siti INTERNET, nonch i programmi di valutazione assistita utilizzabili a tale fine.
Art. 12.
(Normative internazionali)
1. Il regolamento di cui allarticolo 10 e il decreto di cui allarticolo 11 sono
emanati osservando le linee guida indicate nelle comunicazioni, nelle raccomandazioni e nelle direttive sullaccessibilit dellUnione europea, nonch nelle normative internazionalmente riconosciute e tenendo conto degli indirizzi forniti dagli organismi pubblici e privati, anche internazionali, operanti nel
settore.
2. Il decreto di cui allarticolo 11 periodicamente aggiornato, con la medesima procedura, per il tempestivo recepimento delle modifiche delle normative
di cui al comma 1 e delle innovazioni tecnologiche nel frattempo intervenute.
Art. 10.
(Regolamento di attuazione)
1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge,
con regolamento emanato ai sensi dellarticolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n.400, sono definiti:
a) i criteri e i princpi operativi e organizzativi generali per laccessibilit;
b) i contenuti di cui allarticolo 6, comma 2;
c) i controlli esercitabili sugli operatori privati che hanno reso nota laccessibilit dei propri siti e delle proprie applicazioni informatiche;
d) i controlli esercitabili sui soggetti di cui allarticolo 3, comma 1.
2. Il regolamento di cui al comma 1 adottato previa consultazione con le associazioni delle persone disabili maggiormente rappresentative, con le associazioni di sviluppatori competenti in materia di accessibilit e di produttori
di hardware e software e previa acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari, che devono pronunciarsi entro quarantacinque giorni
dalla richiesta, e dintesa con la Conferenza unificata di cui allarticolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281.
Art. 11.
(Requisiti tecnici)
208
209
La vocazione di un ente locale operare nellinteresse collettivo per questo motivo necessario un registro di comunicazione pi veloce e agile: privo di lessico forbito e desueto.
Nel processo di digitalizzazione della comunicazione istituzionale diventa
fondamentale veicolare significati in maniera chiara allinterno di un testo la
cui leggibilit non risulti faticosa e problematica;
[]
una pagina, anche se realizzata con codice accessibile, diventa non usabile
se il contenuto confuso o inesatto.
[]
Scrivere un testo sintetico, comunque, lobiettivo principale al quale puntare. [] La scelta pi adatta un linguaggio agile, asciutto; privo di espressioni desuete e arcaiche che stridono con le dinamiche accelerate della rete.
[]
la grafica parte integrante del rapporto di interazione tra lintestatario della pagina web e gli utenti che vi accedono.
Nel contesto delle pubbliche amministrazioni lelemento di grafica serve per
creare un contatto amichevole con gli utenti. []
lutilizzo deve essere improntato secondo:
Funzionalit, linterfaccia grafica di un documento o di una pagina web non
deve intralciarne o rallentarne il caricamento, n in alcun modo la comprensibilit []
Immediatezza, eventuali elementi di grafica devono sintetizzare con poche
e semplici forme sottolineando immediatamente il concetto espresso dal testo che precedono.
Semplicit, realizzare una grafica eccessivamente affollata di colori e simboli rischia di scoraggiare la consultazione della pagina o di far passare in
secondo piano i contenuti []
I link devono essere elementi testuali tali da esprimere in poche parole la destinazione a cui portano in modo inequivocabile.
210
211
212
213
06
DISCIPLINA E AUTODISCIPLINA
DELLA COMUNICAZIONE
Documenti riguardanti la regolamentazione della comunicazione web della P.A.
214
568
634
657
660
665
674
679
690
686
695
696
215
DECRETO LEGISLATIVO IN MATERIA DI MESSAGGI PUBBLICITARI INGANNEVOLI DIFFUSI ATTRAVERSO MEZZI DI COMUNICAZIONE
D. LSG. 74
25.01.1992
PARLAMENTO ITALIANO
216
preso;
Vista la legge 6 febbraio 1996, n. 52, recante attuazione della direttiva 93/13/
CEE concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori
ed in particolare larticolo 25, e successive modificazioni;
Visto il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, recante riforma della disciplina relativa al settore del commercio, ed in particolare gli articoli 18 e 19;
Vista la legge 30 luglio 1998, n. 281, recante disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti e successive modificazioni; Visto il decreto legislativo 9 novembre 1998, n. 427, recante attuazione della direttiva 94/47/CE concernente
la tutela dellacquirente per taluni aspetti dei contratti relativi allacquisizione
di un diritto di godimento a tempo parziale di beni immobili;
Visto il decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 185, recante attuazione della direttiva 97/7/CE relativa alla protezione dei consumatori in materia di contratti a distanza;
Visto il decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 63, recante attuazione della direttiva 98/7/CE, che modifica la direttiva 87/102/CEE, in materia di credito al
consumo;
Visto il decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 67, recante attuazione della direttiva 97/55/CE, che modifica la direttiva 84/450/CEE, in materia di pubblicit ingannevole e comparativa;
Visto il decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 84, recante attuazione della direttiva 98/6/CE relativa alla protezione dei consumatori, in materia di indicazione dei prezzi offerti ai medesimi;
Visto il decreto legislativo 28 luglio 2000, n. 253, recante attuazione della direttiva 97/5/CEE sui bonifici transfrontalieri;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 6 aprile 2001, n. 218, regolamento recante disciplina delle vendite sottocosto, a norma dellarticolo 15,
comma 8, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114;
Visto il decreto legislativo 23 aprile 2001, n. 224, come modificato dal decreto
legislativo 2 febbraio 2001, n. 25, recante attuazione della direttiva 98/27/CE
relativa a provvedimenti inibitori a tutela degli interessi dei consumatori, nonch il decreto del Ministro dellindustria, del commercio e dellartigianato 19
gennaio 1999, n. 20, recante norme per liscrizione nellelenco delle Associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale;
Visto il decreto legislativo 2 febbraio 2002, n. 24, recante attuazione della direttiva 1999/44/CE su taluni aspetti della vendita e delle garanzie di consumo;
Visto il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante codice in materia di
protezione dei dati personali e successive modificazioni;
Visto il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 172, recante attuazione della direttiva 2001/95/CE relativa alla sicurezza generale dei prodotti;
Vista la legge 6 aprile 2005, n. 49, recante modifiche allarticolo 7 del decreto
legislativo 25 gennaio 1992, n. 74, in materia di messaggi pubblicitari ingannevoli diffusi attraverso mezzi di comunicazione;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 28 ottobre 2004; Acquisito il parere della Conferenza unificata di cui
218
allarticolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, reso nella seduta del
16 dicembre 2004;
Udito il parere del Consiglio di Stato espresso nella sezione consultiva per gli
atti normativi nelladunanza generale del 20 dicembre 2004; Acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari del Senato della Repubblica, espresso il 9 marzo 2005, e della Camera dei deputati, espresso il 10 marzo 2005;
Vista la segnalazione del Garante della concorrenza e del mercato in data 10
maggio 2005;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 22
luglio 2005;
Sulla proposta del Ministro delle attivit produttive e del Ministro per le politiche comunitarie, di concerto con i Ministri per la funzione pubblica, della giustizia, delleconomia e delle finanze e della salute;
Emana il seguente decreto legislativo:
Art. 1 Finalit ed oggetto
1. Nel rispetto della Costituzione ed in conformit ai principi contenuti nei trattati istitutivi delle Comunit europee, nel trattato dellUnione europea, nella
normativa comunitaria con particolare riguardo allarticolo 153 del Trattato
istitutivo della Comunit economica europea, nonch nei trattati internazionali, il presente codice armonizza e riordina le normative concernenti i processi d acquisto e consumo, al fine di assicurare un elevato livello di tutela dei
consumatori e degli utenti.
Art. 2 Diritti dei consumatori
1. Sono riconosciuti e garantiti i diritti e gli interessi individuali e collettivi dei
consumatori e degli utenti, ne promossa la tutela in sede nazionale e locale,
anche in forma collettiva e associativa, sono favorite le iniziative rivolte a perseguire tali finalit, anche attraverso la disciplina dei rapporti tra le associazioni dei consumatori e degli utenti e le pubbliche amministrazioni.
2. Ai consumatori ed agli utenti sono riconosciuti come fondamentali i diritti:
a) alla tutela della salute;
b) alla sicurezza e alla qualit dei prodotti e dei servizi;
c) ad una adeguata informazione e ad una corretta pubblicit
d) alleducazione al consumo;
e) alla correttezza, alla trasparenza ed allequit nei rapporti contrattuali;
f) alla promozione e allo sviluppo dellassociazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori e gli utenti;
g) allerogazione di servizi pubblici secondo standard di qualit e di efficienza.
Art. 3 Definizioni
1. Ai fini del presente codice si intende per:
219
soggetto alle norme del Codice qualunque messaggio volto a sensibilizzare il pubblico su temi di interesse sociale, o che sollecita il volontario apporto di contribuzioni di qualsiasi natura, al fine di raggiungere obiettivi di
carattere sociale.
Tali messaggi devono riportare lidentit dellautore e del beneficiario della richiesta, nonch lobiettivo sociale che si intende raggiungere.
I promotori di detti messaggi possono esprimere liberamente le proprie opinioni sul tema trattato, ma deve risultare chiaramente che trattasi di opinioni dei medesimi promotori e non di fatti accertati.
Per contro i messaggi non devono:
sfruttare indebitamente la miseria umana nuocendo alla dignit della persona, n ricorrere a richiami scioccanti tali da ingenerare ingiustificatamente allarmismi, sentimenti di paura o di grave turbamento;
colpevolizzare o addossare responsabilit a coloro che non intendano aderire allappello;
presentare in modo esagerato il grado o la natura del problema sociale per
il quale lappello viene rivolto;
sovrastimare lo specifico o potenziale valore del contributo alliniziativa;
sollecitare i minori ad offerte di denaro.
Le presenti disposizioni si applicano anche alla comunicazione commerciale che contenga riferimenti a cause sociali.
220
nianze usate.
Art. 7 Identificazione della comunicazione commerciale
La comunicazione commerciale deve essere sempre riconoscibile come tale.
Nei mezzi in cui, oltre alla comunicazione commerciale, vengono comunicati al pubblico informazioni e contenuti di altro genere, la comunicazione commerciale inserita deve essere nettamente distinta per mezzo di idonei accorgimenti.
GUERRIGLIA?
Art. 8 Superstizione, credulit, paura
La comunicazione commerciale deve evitare ogni forma di sfruttamento della
superstizione, della credulit e, salvo ragioni giustificate, della paura.
Art. 9 Violenza, volgarit, indecenza
La comunicazione commerciale non deve contenere affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali che, secondo il gusto e la sensibilit
dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti.
Art. 10 Convinzioni morali, civili, religiose e dignit della persona
La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose. Essa deve rispettare la dignit della persona in tutte le sue forme ed espressioni e deve evitare ogni forma di discriminazione.
Art. 11 Bambini e adolescenti
Una cura particolare deve essere posta nei messaggi che si rivolgono ai bambini e agli adolescenti o che possono essere da loro ricevuti. Questi messaggi non
devono contenere nulla che possa danneggiarli psichicamente, moralmente o
fisicamente e non devono inoltre abusare della loro naturale credulit o mancanza di esperienza, o del loro senso di lealt.
In particolare questa comunicazione commerciale non deve indurre a:
violare norme di comportamento sociale generalmente accettate;
compiere azioni o esporsi a situazioni pericolose;
ritenere che il mancato possesso del prodotto oggetto della comunicazione significhi inferiorit, oppure mancato assolvimento dei loro compiti da parte dei
genitori;
sminuire il ruolo dei genitori e di altri educatori nel fornire valide indicazioni dietetiche;
adottare labitudine a comportamenti alimentari non equilibrati, o trascurare
lesigenza di seguire uno stile di vita sano;
sollecitare altre persone allacquisto del prodotto oggetto della comunicazione.
Limpiego di bambini e adolescenti nella comunicazione deve evitare ogni abuso dei naturali sentimenti degli adulti per i pi giovani.
Art. 12 Salute, sicurezza e ambiente
La comunicazione commerciale relativa a prodotti suscettibili di presentare
223
Noi soci ADCI siamo consapevoli del fatto che la comunicazione commerciale diffonde modi di essere, linguaggi, metafore, gerarchie di valori che
entrano a far parte dellimmaginario collettivo: la struttura mentale condivisa e potente, tipica della culture di massa, che si deposita nella memoria di tutti gli individui appartenenti a una comunit, e ne orienta opinioni, convinzioni,atteggiamenti e comportamenti quotidiani, a contribuire, a
modificare modalit di comunicazione che, pur lecite formalmente, possono tuttavia favorire il consolidarsi di stereotipi negativi e il deteriorarsi della cultura collettiva;
nei casi di infrazione pi sospetti, dal codice civile.
[]
nostro intento contribuire, con questo appello, a modificare modalit di
comunicazione che, pur lecite formalmente, possono tuttavia favorire il consolidarsi di stereotipi negativi e il deteriorarsi della cultura collettiva.
224
225
STATUTO DI ASSOCOMUNICAZIONE
ASSOCOMUNICAZIONE
Le Associate sono tenute ad esplicare la propria attivit con seriet e correttezza, come si conviene alla professionalit delle funzioni che sono chiamate ad esercitare.
[]
Le Associate, riconoscendo nel Codice di Autodisciplina Pubblicitaria lespressione del costume cui lattivit di comunicazione deve uniformarsi, sono tenute alla piena osservanza delle regole enunciate in tale Codice e a far
s che questultimo venga riconosciuto e rispettato anche dai propri clienti.
226
227
228
229
230
231
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238
239
AIAP lassociazione a cui aderiscono gli operatori del progetto che intervengono professionalmente nei settori della grafica e della comunicazione
visiva. Le sue funzioni principali sono di:
[]
diffondere nella cultura della pratica quotidiana i principi etici della professione, con particolare attenzione alla necessit di rafforzare una lucida coscienza critica, progettuale, ecologica e sociale.
I soci dellassociazione dovranno svolgere la propria attivit professionale in
modo competente ed agire sempre con rettitudine e onest; dovranno agire nellinteresse dei clienti con dedizione, ma sempre entro i limiti della propria responsabilit professionale []
I soci si impegnano a favorire il raggiungimento di elevati standard di qualit dei contenuti, nella grafica e nella comunicazione, con unazione di supporto degli scopi dellAiap, sia per quanto riguarda il processo di diffusione
dei nuovi orientamenti professionali, che la realizzazione di lavori esemplari, eseguiti nellambito di un rapporto con i clienti improntato alla massima
correttezza e collaborazione.
[]
I soci dovranno consapevolmente avere riguardo per le conseguenze del
proprio lavoro, e fare in modo che esso non causi danni direttamente o indirettamente alla salute degli individui, degli animali o altri esseri viventi, al sistema ecologico e allintero ambiente.
240
241
Codice deontologico
Vi invitiamo a leggere questo codice con attenzione e a seguirne i principi
nellesercizio della vostra attivit professionale. Vi invitiamo inoltre a diffonderlo non solo tra i colleghi, ma anche tra i vostri collaboratori, gli studenti, i
clienti e nel pubblico in generale.
Vorremmo che il codice fosse una enunciazione di ci che il pubblico e la committenza si pu attendere dagli operatori della grafica, delle regole di comportamento che dovrebbero governare i rapporti tra i professionisti, e che affermi
la nostra risoluzione a mantenere sempre ai massimi livelli il nostro senso di
responsabilit professionale.
Questo documento si ispira a quanto dettato dal Codice di Etica e Condotta Professionale pubblicato dallInternational Council of Graphic Design Associations (ICOGRADA).
0. Premessa
0.1 AIAP lassociazione a cui aderiscono gli operatori del progetto che intervengono professionalmente nei settori della grafica e della comunicazione visiva. Le sue funzioni principali sono di:
- promuovere e salvaguardare standard elevati di qualit tutelando attraverso
specifiche iniziative lo sviluppo delle rispettive aree tecniche e disciplinari e la
bont desercizio della professione dei propri membri
- incrementare a tutti i livelli sociali il riconoscimento dellimportanza della
grafica nello sviluppo delle attivit umane e per il miglioramento della convivenza civile.
- promuovere attraverso un programma di attivit integrate (pubblicazioni,
mostre, attivit didattiche, convegni, dibattiti, scambi e progetti di pubblico interesse) leccellenza della grafica in tutte le sue applicazioni.
- favorire lallargamento delle relazioni negli ambiti della professione, della formazione e della scuola, dello studio e della critica disciplinare, della committenza e del polo tecnico-realizzativo.
- diffondere nella cultura della pratica quotidiana i principi etici della professione, con particolare attenzione alla necessit di rafforzare una lucida coscienza critica, progettuale, ecologica e sociale.
1. Introduzione
1.1 Questo codice di etica deontologica e condotta professionale viene pubblicato e diffuso dallAiap affinch tutti i suoi membri vi si adeguino nellesercizio della propria attivit. Tutti i membri dellassociazione si impegnano ad attenersi alle norme di questo codice contestualmente al rispetto dei regolamenti e dello Statuto dellassociazione.
1.2. Le finalit perseguite dal presente documento sono quelle di fornire a tutti
242
3.3 I soci potranno attraverso specifiche iniziative di autopromozione pubblicizzare le peculiarit dei propri servizi, ma sempre in forme obiettive e dignitose, e non dovranno accettare consapevolmente un incarico al quale stia gi
lavorando o abbia lavorato, un altro professionista concorrente, senza precedentemente averlo informato, o prima di aver accertato che eventuali incarichi precedentemente assegnati si siano esauriti con correttezza da parte del
cliente. Occorre qui ricordare che i codici del linguaggio nella grafica trascrivono allinterno di uno spazio progettato ci che il committente intende comunicare al potenziale interprete e fruitore. Linterprete il mercato intendendo per esso non solo il luogo della domanda e dellofferta, ma soprattutto lo
scenario nel quale transitano le informazioni, i desideri, le aspettative, i giudizi delle persone. Il fatto che un qual si voglia progetto grafico si sviluppi sempre
allinterno di specifiche intenzionalit (quella del committente, del progettista
e dellinterprete) non significa che una di queste trevariabili intenzionali sia
preminente sulle altre, ma sottolinea laspetto polivalente di ogni prodotto grafico per la comunicazione. Nel considerare quindi lintero processo di produzione di ogni artefatto comunicativo non possibile trascendere da una valutazione pi generale che riguarda lapporto di tutte le componenti professionali che concorrono alla sua realizzazione, non dimenticando a fianco delle figure gi ricordate anche quella dellesecutore a cui si affida il compito di tradurre il progetto in oggetto della comunicazione, e dalle cui indispensabili doti e
capacit spesso dipende dalla buona qualit del prodotto finale.
3.4 I soci non potranno intenzionalmente copiare il lavoro gi eseguito da un
collega e sono invitati sempre a chiarire e documentare leventuale apporto o
contributo di un collega nei confronti del cliente.
3.5 I soci non potranno intenzionalmente copiare lavorare simultaneamente
per clienti o datori di lavoro in diretta concorrenza luno con laltro o senza che
questi ne siano debitamente informati.
3.6 I soci non dovranno accettare eventuali istruzioni di un cliente quando
queste comportino la violazione dei diritti di propriet e dei diritti dautore, regolati dalle leggi vigenti e neppure dovranno agire consapevolmente in modo
che si giunga a una tale violazione.
3.7 Nella ricerca delle opportunit di lavoro i membri dovranno esercitare una
concorrenza leale e aperta, basata su meriti professionali, esprimendo eventuali critiche sempre in modo leale, senza mai denigrare in modo superficiale
ed avventato il lavoro e la reputazione di un collega.
3.8 Si ricorda a tutti i membri che lattivit di progettazione grafica si colloca
allinterno di un sistema di produzione di massa. Tale attivit nel suo complesso tende a moltiplicare i prodotti del lavoro progettuale in infiniti esemplari
contribuendo a saturare il sistema della comunicazione e a determinare quel
fenomeno che gli esperti definiscono polluzione visiva. Le scelte progettuali insite nellattivit del designer non sono quindi neutrali neppure rispetto
al progressivo degrado ambientale e allo spreco delle risorse. Pertanto, i membri dovranno incoraggiare il pi possibile la conservazione dellenergia, il riciclaggio di prodotti e semilavorati, e luso di materiali di materiali biodegradabi244
245
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253
254
3. Indichiamo la grafica come attivit che colloca dunque dentro al sistema generale della progettualit orientata alle necessit delluomo. Accanto allurbanistica, allarchitettura, al design industriale, al disegno ambientale, essa non
solo li affianca ma interagisce con essi. La grafica urbanistica nelle tecniche
di prefigurazione, nei sistemi di visualizzazione e nei metodi di rappresentazione. La grafica architettura non solo in quanto strumento della stesura
del progetto ma anche direttamente nella presenza della scrittura nelledificio
costruito. La grafica disegno ambientale nella segnaletica cittadina, dei trasporti ecc. La grafica disegno industriale nella grafica del prodotto, nei cruscotti, nelle interfacce, nel packaging ecc.
4. Come negli anni Trenta si avvertiva quello dellarchitettura come ruolo guida delle discipline del progetto, e negli anni Sessanta, nella transizione della
produzione al consumo, il design industriale assumeva un ruolo di coordinamento concettuale, negli anni Novanta il progetto grafico a collocarsi in posizione strategica dentro la cultura del progetto.
5. Per quanto articolata in numerosi settori e pur mostrando facce anche molto
diverse, noi, che possiamo preferire di chiamarci autori o planner, designer o
creativi, fotografi o illustratori, riconosciamo la nostra professione come unattivit unitaria. Cos come ribadiamo lunit della disciplina cui fa riferimento la
cultura del grafico.?Sul versante della pratica mentre osserviamo la transizione del mestiere alle specializzazioni, constatiamo anche che per poco ci si trovi ad affrontare un progetto complesso, il problema diventa quello del governo
di processi e il ruolo assume i tratti di una regia.?Daltronde, cio sul piano teorico, in tutte le diversissime procedure metodologiche dei singoli settori non
difficile ritrovare connotati comuni nella maniera di strutturare i problemi
e di risolverli.?A entrambi questi aspetti, alla prassi e alla teoria, leghiamo il
problema della formazione, che va ripensata e organizzata sulla base di questa
identit rinnovata.?In Italia registriamo, da questo punto di vista, un grande
vuoto istituzionale. Ad esempio non esiste una facolt universitaria dedicata
al progetto di comunicazione.?Ma, nelle indagini analitiche dei linguaggi, delle culture e delle societ, in un programma di studi di storia e teoria della grafica, in una elaborazione sistemica e metodologica, e ancora nelle ricerche specificamente disciplinari del basic design, senza infine dimenticare lesplorazione e lo sviluppo delle potenzialit informatiche, noi intendiamo identificare
i principali filoni di lavoro e i possibili riferimenti per un nuovo iter formativo.
6. Nei confronti dellinquinamento prodotto da una comunicativa pletorica e
da una complementare indifferenza per la cultura dellimmagine (risultato di
una forma dellindustrializzazione dei processi comunicativi, dove lindustria
massmediale e informazionale, prigioniera della ideologia dellorientamento al
255
256
KEN GARLAND
We think that there are other things more worth using our skill and experience on.
Unprecedented environmental, social and cultural crises demand our attention. Many cultural interventions, social marketing campaigns, books,
magazines, exhibitions, educational tools, television programs, films, charitable causes and other information design projects urgently require our expertise and help.
[]
We propose a reversal of priorities in favour of more useful, lasting and democratic forms of communication a mindshift away from product marketing and toward the exploration and production of a new kind of meaning.
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261
Design for All il design per la diversit umana, linclusione sociale e luguaglianza. Questo approccio olistico ed innovativo costituisce una sfida
creativa ed etica ad ogni designer, progettista, imprenditore, amministratore pubblico e leader politico.
[]
Lo scopo del Design for All facilitare per tutti le pari opportunit di partecipazione in ogni aspetto della societ
[]
La pratica del Design for All fa uso cosciente dellanalisi dei bisogni e delle
aspirazioni umane ed esige il coinvolgimento degli utenti finali in ogni fase
del processo progettuale.
novembre 2005
262
263
264
265
02. Appendice
400
CASI
PER LA
PROGETTAZIONE
Indice
01. Archivio
21
57
64
72
75
02 Prerequisiti
77
03 Condizioni inalienabili
03.1 Conflitti dinteresse
90
92
93
96
106
5
110
111
04 Design inclusivo
114
120
123
125
129
00
133
135
137
139
141
145
147
155
161
167
169
05 Indicazioni retoriche
05.1 Ridondanza vs sintesi
05.1.2 Tempi dilatati
174
175
180
Nel cd in allegato a questo volume sono raccolti tutti i 400 artefatti, ordinati progressivamente secondo il numero identificativo asseganto. Il cd d la possibilit di visualizzare gli
spot e disporre delle immagini dei manifesti a
una buona risoluzione.
172
Ente promotore,
anno,
tematica trattata
154
153
187
Archivio
01
ARCHIVIO
1.1
Archivio
SALUTE E BENESSERE
10
2012
2012
43
2013
19, 52
Prevenzione dellAids
2002
01
2003
02, 03
2003
2004
44
2004
45
2004
53
2005
37
2006
34
2006
46
2007
08
2008
13
2008
27
2009
09
2009
14
2009
15
2009
16, 35
2009
2010
2010
11, 17
2010
26
2010
26, 39
2010
49
2011
2011
41
2011
2012
2002
57
2003
58
2004
59
2004
60
2006
61
2007
62
2008
63
2012
64, 65
2012
66
2013
67
2013
68
69
2004
70
2005
71
2007
72
2007
73
2009
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2010
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2011
2012
80
2012
81
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2013
82
31, 32, 33
2013
Regione Abruzzo
83
11
SALUTE E BENESSERE
Prevenzione di disturbi e malattie
07
08
Proba_poster
6/19/07
10:06 AM
09
Pagina 1
A genzia
S anitaria
R egionale
Curare,
senza esagerare
Il tuo bambino ha la tosse,
il raffreddore, un po di febbre?
Spesso gli antibiotici non servono
Usare lantibiotico a sproposito non fa bene a tuo figlio
e rende i batteri sempre pi resistenti alla sua azione.
Per curare, senza esagerare,
spesso bastano piccoli accorgimenti
come farlo bere e tenerlo a riposo.
01
02
03
Regione Emilia-Romagna,
2007,
corretto uso dei farmaci
10
11
12
MARIO FIORENZA
MARIO FIORENZA
ANTIBIOTICI
, me
Pi testa
ci.
no farma
, me
Pi testa
ci.
no farma
manifesto
Regione Emilia-Romagna,
2002,
call center salute
800.571661
Regione Emilia-Romagna,
2010,
corretto uso dei farmaci
13
14
Pap Test.
Appuntamento con la tua salute.
Gentile signora,
Regione_Leaflet_Abitudine.indd 1
12
P R E V E N Z I O N E
L A
P E R
800 033033
http://www.saluter.it/screening_femminili/
e il portale web
del Servizio sanitario regionale dellEmilia-Romagna:
www.saluter.it
R E G I O N A L E
P R O G R A M M A
Giovanni Bissoni
UNA
SEMPLICE
SANA
ABITUDINE.
R I SPO N D I A N CHE T U A LL I N VI T O
D ELLA T U A A Z I EN D A U SL.
con questo invito le viene proposto di partecipare al programma di controlli per la prevenzione e la diagnosi precoce
dei tumori del collo dellutero e della mammella che il Servizio sanitario regionale, attraverso tutte le Aziende Usl, ha
avviato n dal 1996.
Questi tumori, come dimostrano gli studi clinici e le statistiche
nazionali ed internazionali, possono guarire se diagnosticati e
curati per tempo. Ed proprio in considerazione di questo che
proponiamo a tutte le donne che si trovano in una fascia di
et in cui il rischio di ammalarsi di tumori del collo dellutero
e della mammella pi elevato lesecuzione di semplici esami, il pap test ogni tre anni alle donne dai 25 ai 64 anni, la
mammograa ogni due anni alle donne dai 50 ai 69 anni.
In questi dodici anni tutte le donne interessate circa
1.200.000 per lo screening dei tumori del collo dellutero e
530.000 per quello della mammella hanno risposto pi
volte agli inviti ed hanno fatto gli esami proposti. I risultati
ottenuti testimoniano lutilit di questo grande progetto di
tutela della salute delle donne: lidenticazione e la cura di
8.000 lesioni precancerose del collo dellutero hanno permesso di prevenire la formazione di oltre 3.200 tumori invasivi; la diagnosi di tumore al seno in fase precoce a pi di
6.800 donne (su 9.500 casi diagnosticati) ha permesso cure
tempestive con buona prognosi.
Alle donne che ricevono questo invito per la prima volta vorrei raccomandare: partecipate, fate diventare anche voi la
mammograa e il pap-test una semplice e sana abitudine;
gli esami sono gratuiti, come gratuiti sono tutti gli approfondimenti diagnostici e le terapie eventualmente necessari.
La prevenzione rappresenta una grande opportunit per la tutela
della salute: sta a tutte e a tutti saperne cogliere limportanza.
F E M M I N I L I
06
Pagina 1
T U M O R I
05
18:45
D E I
04
6-04-2006
20-11-2008 16:27:40
Regione Emilia-Romagna,
2009,
prevenzione malattie donna
14
16
17
18
25
26
27
Regione Emilia-Romagna,
2010,
prevenzione malattie donna
19
20
21
28
29
30
22
23
24
31
32
33
15
35
36
43
44
45
io mi vaccino
proteggi te, proteggi gli altri
LA VACCINAZIONE PREVIENE LINFLUENZA E LE SUE COMPLICANZE
PER INFORMAZIONI
Le reazioni alla vaccinazione sono rare e comunque meno pericolose delle complicazioni causate dalle malattie.
Vaccinarsi conviene.
LItalia ha aderito al progetto europeo dellOrganizzazione Mondiale della Sanit (OMS) per leliminazione
del morbillo e della rosolia congenita entro il 2010. La nostra Regione, che allavanguardia per le vaccinazioni
nellinfanzia, partecipa al progetto.
www.saluter.it
Entro il 2004 verranno invitati a vaccinarsi tutti i bambini che frequentano le prime quattro classi elementari, non ancora vaccinati
e che non hanno avuto la malattia. Nel 2005 la campagna interesser i ragazzi delle scuole medie e le donne in et fertile.
Ognuno di noi pu limitare la diffusione del virus anche mediante semplici misure di protezione personale
Con una lettera, le famiglie verranno invitate a portare i bambini negli ambulatori vaccinali delle Pediatrie di comunit presenti
nei Distretti delle Aziende Usl di residenza. Per ulteriori informazioni ci si pu rivolgere agli ambulatori vaccinali pediatrici
e al pediatra di libera scelta; oppure si pu chiamare il numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale 800 033 033
dal luned al venerd dalle ore 8,30 alle ore 17,30 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30.
regione_ER_influenza_locandina_2011.indd 1
tracce.com
PERCH VACCINARSI
La vaccinazione antinfluenzale il mezzo pi efficace e sicuro
per prevenire la malattia e ridurne le possibili complicanze.
Il vaccino protegge sia dai virus dellinuenza stagionale, sia dal
virus A/H1N1 (responsabile della pandemia che si vericata nel
2009) tuttora circolante.
26/10/11 14:20
Regione Emilia-Romagna,
2012,
influenza stagionale
Regione Emilia-Romagna,
2004,
malattie infettive
37
38
39
46
47
48
40
41
42
49
50
51
Chi sceglie
la prevenzione
protegge anche gli altri.
Con il vaccino
antinfluenzale
ti godi un inverno sereno.
Linfluenza uninfezione respiratoria provocata da un virus. Si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, anche semplicemente parlando vicino a unaltra persona. Linfluenza si presenta ogni anno durante la stagione invernale, in Italia, per lo pi, da dicembre a marzo.
Normalmente si risolve in pochi giorni; tuttavia, in alcune persone pu causare complicanze anche
gravi, ma dalle quali possibile proteggersi.
La vaccinazione la principale misura di prevenzione, rivolta soprattutto alle persone che sono pi
a rischio di sviluppare forme gravi della malattia, a quelle a rischio di complicanze o a quelle che svolgono attivit essenziali per la comunit.
Proteggendo te stesso
promuovi
Ministero della
salute,
la salute di tutti.
2010,
influenza stagionale
16
Spezza la catena
dellinfluenza
scegli il vaccino!
Con la vaccinazione previeni linfluenza e riduci le sue possibili complicanze. Poich i virus influenzali cambiano di frequente, bisogna vaccinarsi tutti gli anni, a ridosso della stagione invernale. Un sistema di sorveglianza mondiale, cui partecipa anche lItalia, raccoglie i dati sulle modifiche dei virus influenzali. sulla
base di queste informazioni che nasce la composizione del nuovo vaccino stagionale.
Il vaccino efficace e sicuro: la protezione si sviluppa dopo due settimane dalliniezione e si mantiene per
circa sei mesi. La massima circolazione dei virus influenzali prevista nei mesi di gennaio e febbraio, quindi il momento migliore per farsi vaccinare va dai primi di novembre a dicembre inoltrato.
17
53
54
SALUTE E BENESSERE
Prevenzione. Aids
Centri e Associazioni
per la Salute Mentale
800 556060
55
56
57
58
59
60
61
62
il test HIV
856080
TELEFONO VERDE AIDS 800
on line:
Per informazioni e consulenze
WWW.HELPAIDS.IT
18
Regione Emilia-Romagna,
2007,
prevenzione Aids
19
SALUTE E BENESSERE
Corretti stili di vita
64
65
66
67
68
69
70
71
73
74
63
72
Provincia di Bologna
20
21
76
77
Regione Toscana,
Regione Toscana,
Regione Toscana,
2011
2011
2011
1.2
PREVENZIONE
DELLE DIPENDENZE
78
81
22
79
82
80
83
1995
84, 85
2000
106
2000
108, 109
2005
91
2006
92
2007
88
2007
93, 94
2009
95
2009
96
2010
86
2010
87
2010
89
2010
2010
99
2010
100, 101
2010
103
2010
110, 111
2012
90
2012
104
2012
105
2012
107
23
Prevenzione. Tabagismo
2004
113, 114
2008
2010
118
2002
123
2003
124
2005
125
2006
126
2009
127
2011
128
2011
129
2011
130
131
2009
132
2011
133
2011
2012
84
85
86
87
88
89
In sintesi:
Cogli i segnali
134
135
Fallo oggi!
INFO
Che cosa puoi fare per aiutare qualcuno che ha un problema causato dallalcol?
800 63 2000
FAQ
SIA
SOCIET
ITALIANA
ALCOLOGIA
1998
OSSERVATORIO NAZIONALE
ALCOL CNESP
119
ALCOL:
1991
OSSERVATORIO NAZIONALE
ALCOL CNESP
SIA
24
25
91
92
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101
93
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11-09-2009 12:17:50
96
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105
106
107
GUIDO BENE
VIVO MEGLIO
QUANDO GUIDO
RISPETTO I LIMITI
NON BEVO
NON TELEFONO
SONO PRUDENTE
26
www.provincia.milano.it/trasporti
27
109
110
Comunicazione istituzionale
28
sullabuonastrada.it
111
112
113
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30
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127
122
123
124
128
129
130
1.3
Integrazione razziale
131
132
133
www.aams.it
Aams
La Rotta Verso il Gioco Responsabile
2008
136
2009
137
2010
138
2011
139
2012
140
2012
141
Disabilit
Il gioco vietato ai minori.
AAMS parla ai giovani,
perch possano diventare adulti consapevoli.
Il gioco bello quando responsabile.
Responsabilit giocare senza perdersi.
Responsabilit non consentire il gioco ai minori.
www.regione.piemonte.it/sanita
134
135
32
2008
2009
145
2010
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2012
147
148
2003
2003
152, 153
2005
154
2008
155, 156
2008
157
2008
158, 159
2009
160, 161
2009
162
33
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2010
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2010
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2011
166
2011
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2011
168
2012
169
2012
170
2013
171
136
137
138
Ti sfruttano sul lavoro?
Subisci violenze, minacce, ricatti?
2004
2007
183
2008
175
2009
176
2009
177
2010
2010
2010
184
2010
185, 186
2013
181
2013
182
CHIAMACI
Numero gratuito, 24/24 h, servizio multilingue
CALL US
Toll free helpline, twenty-four hours a day,
multilingual service
CHIAM-NE
(numr gratuit 24/24h, seviciu multilingvistic)
oltre la strada
www.emiliaromagnasociale.it
Interventi
della Regione Emilia-Romagna
e delle Amministrazioni locali
contro la tratta e lo sfruttamento
Regione Emilia-Romagna
2010,
callcenter antidiscriminazione
139
140
141
Contro lomofobia
34
2003
187, 188
2007
189
2011
190
2011
191
2011
192
35
36
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144
148
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151
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37
156
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164
165
violenza domestica
violenza domestica
157
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Alessia Fortunato, Alessandro Finotto, Daniele Selvitella - Istituto dArte Applicata e Design
impaginazione retro freecard.indd 7
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23/02/09 10:19
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masgas
masgas
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ibambini
ibambini
Ce la possiamo fare,
siamo grandi.
CIASCOLTANO:
Ce la possiamo fare,
siamo grandi.
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masgas
ibambini
CIASCOLTANO:
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CIASCOLTANO:
Ce la possiamo fare,
siamo grandi.
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176
177
184
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186
41
1.4
POLITICHE SOCIALI
187
188
189
2000
193
2003
194
2004
195
2011
196
2012
197, 198
Anziani
190
191
192
1999
199, 200
2004
2006
204
2008
205
2008
206, 207
2009
208
2012
209
2013
210
Solidariet e volontariato
42
2000
211
2003
212, 213
2005
214
2005
227
2006
215
2007
216
43
2008
217
2009
218
2009
219
2010
220, 222
2010
221
2010
228
2010
2011
223
2011
224
2011
233
2012
225
2012
226
2013
234
POLITICHE SOCIALI
Sostegno alla famiglia
193
194
195
MARIO FIORENZA
Percorso Nascita
del Servizio Sanitario
della Toscana
800 556060
196
197
198
OGNI FAMIGLIA HA LE SUE DOMANDE.
PER LE RISPOSTE C TUTTOFAMIGLIA.
44
Tuttofamiglia.
Soluzioni casa per casa.
45
POLITICHE SOCIALI
Anziani
199
200
201
205
206
207
Ogni anno in Italia si vericano quasi 4 milioni di incidenti domestici che colpiscono
soprattutto gli anziani. Si tratta di incidenti comuni e in gran parte facili da prevenire.
Per ridurre i rischi sono sufcienti piccoli interventi.
In tutti i locali
In cucina
In ingresso
In soggiorno
In bagno
In camera da letto
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Regione Emilia-Romagna,
2008,
consigli per la sicurezza
202
203
204
208
209
210
Prefettura di Teramo
Questura di Teramo
Comando Provinciale
Carabinieri
Comando Provinciale
Guardiadi Finanza
MARIO FIORENZA
I NOSTRI CONSIGLI
PER LA TUA SICUREZZA
IN CASA
- NONAPRITEASCONOSCIUTI
- NONFATEAPRIREAIBAMBINI
- USATE SEMPRE ILPALETTOOLACATENA
DISICUREZZA
- CONTROLLIENEL, ACQUEDOTTOE GAS A
SORPRESA? VERIFICATE CON UNA
TELEFONATA!
- DIFFIDATE DI CHI VI OFFRE PRODOTTI
MIRACOLOSI, OGGETTI DARTE A POCO
PREZZOEFACILIGUADAGNI;
- SE USCITE, CHIUDETE SEMPRE LAPORTA
ACHIAVE.
IN STRADA
IN BANCAE IN POSTA
GUARDIA DI FINANZA
112
46
in collaborazione con :
47
POLITICHE SOCIALI
Solidariet e volontariato
211
212
213
217
218
219
Regione Emilia-Romagna,
2009,
donazione organi
220
221
222
Assieme
a una nuova vita
nasce una
possibilit di cura
800-3330-33
DONA IL SANGUE
DEL CORDONE
OMBELICALE
ARMANDO TESTA
che possono essere utilizzate per la cura di malattie del sangue e del
sistema immunitario in bambini e adulti di basso peso. La donazione
Numero verde
(tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 17,30 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30)
UNA SCELTA
CONSAPEVOLE
Regione Emilia-Romagna,
2010, donazione cordonone
ombelicale
214
215
216
223
224
225
Samuele Bersani
Settore Comunicazione
Al cuore
si comanda.
48
Regione Emilia-Romagna,
2007,
donazione organi
Dona sangue,
mostra la tua
vena migliore.
800 033033
Servizio sanitario regionale
www.donaresangue.it
Regione Emilia-Romagna,
2011,
donazione del sangue
49
1.5
227
228
LAVORO
229
230
231
Ci sono poveri che vivono per strada e poveri che incontriamo ogni giorno senza
nemmeno riconoscerli, persone spesso invisibili che associazioni e volontari vedono,
accolgono e aiutano. Sostieni anche tu il lavoro di coloro che regalano tempo,
energie ed affetto a chi ha bisogno.
Combattere la povert una ricchezza. Offri il tuo dono.
Ci sono poveri che vivono per strada e poveri che incontriamo ogni giorno senza
nemmeno riconoscerli, persone spesso invisibili che associazioni e volontari vedono,
accolgono e aiutano. Sostieni anche tu il lavoro di coloro che regalano tempo,
energie ed affetto a chi ha bisogno.
Combattere la povert una ricchezza. Offri il tuo dono.
Ci sono poveri che vivono per strada e poveri che incontriamo ogni giorno senza
nemmeno riconoscerli, persone spesso invisibili che associazioni e volontari vedono,
accolgono e aiutano. Sostieni anche tu il lavoro di coloro che regalano tempo,
energie ed affetto a chi ha bisogno.
Combattere la povert una ricchezza. Offri il tuo dono.
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2009
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2010
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2010
2011
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2012
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2012
247, 248
2012
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www.lavoro.gov.it
234
2008
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2008
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2009
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2009
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2011
258
2011
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2011
260
2012
Provincia di Milano
261
2012
www.lavoro.gov.it
www.lavoro.gov.it
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Archivio | Lavoro
2002
268
2010
269
2010
270
2011
2012
274
2012
275
2012
276
LAVORO
Prevenzione infortuni sul lavoro
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SUL LAVORO,
SE TIENI VIVA LATTENZIONE,
TIENI VIVO IL TUO MONDO.
SUL LAVORO,
SE TIENI VIVA LATTENZIONE,
TIENI VIVO IL TUO MONDO.
ATTENZIONE.
QUELLA PAROLA CHE INIZIA PER
Lattenzione come valore comune per i lavoratori e per i datori di lavoro. Lattenzione al funzionamento delle
Lattenzione come valore comune per i lavoratori e per i datori di lavoro. Lattenzione al funzionamento delle
macchine, delle attrezzature e delle dotazioni di sicurezza. Lattenzione a valutare e prevenire comportamenti a rischio.
macchine, delle attrezzature e delle dotazioni di sicurezza. Lattenzione a valutare e prevenire comportamenti a rischio.
Lattenzione alle norme, ai regolamenti e alle misure organizzative. Nei cantieri, nelle fabbriche, negli uffici, nelle case,
Lattenzione alle norme, ai regolamenti e alle misure organizzative. Nei cantieri, nelle fabbriche, negli uffici, nelle case,
nelle campagne, nelle scuole di tutto il paese, ogni volta che cade lattenzione c qualcuno che rischia di non rialzarsi pi.
nelle campagne, nelle scuole di tutto il paese, ogni volta che cade lattenzione c qualcuno che rischia di non rialzarsi pi.
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30-10-2008
13:52
Pagina 1
Lavorare nella legalit e in sicurezza non solo un dovere. E un diritto. E lunico modo per prevenire i
rischi, per tutelare i lavoratori e le imprese. Rispettare le regole conviene. A tutti. www.lavoroinregola.it
inregola
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Archivio | Lavoro
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LAVORO
Promozione e tutela del lavoro
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251
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CM
MY
CY CMY
I L P R O G R E S S O I N D U E PA R O L E
PARI LAVORO,
PARI FUTURO.
FONDO SOCIALE EUROPEO
2000-2006
CAMPAGNA REGIONALE
PER LE PARI OPPORTUNIT
Iniziativa di Comunicazione Istituzionale in
collaborazione con le Amministrazioni Provinciali
www.regione.piemonte.it/piemontelavoro
Colori compositi
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254
255
Segreteria Assessore
Telefono: 02-7740 5900/5901
Telefono: 02-7740 4418, Fax: 02-7740 2499
Contatti
NON RESTARE
Le malattie professionali non si manifestano subito. Per prevenirle i datori di lavoro e i lavoratori
devono conoscere, adottare e applicare le misure di protezione e di tutela della salute.
Informazioni su lavoro.gov.it e inail.it
54
PASTORE
IMMOBILE
CARLO
Fotografia di Chiara Arrigoni/cfp Bauer Acconciatura e trucco: Maria Grazia Amenta / cfp Paullo
Le malattie professionali non si manifestano subito. Per prevenirle i datori di lavoro e i lavoratori
devono conoscere, adottare e applicare le misure di protezione e di tutela della salute.
Informazioni su lavoro.gov.it e inail.it
Provincia, 2011,
servizio civile
55
Archivio | Lavoro
257
258
LAVORO
Legalit, tasse e previdenza
Gli strumenti
per ripartire.
Agevolazioni, misure e contributi per i cittadini colpiti dal sisma.
www.protezionecivile.it
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1.6
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BENI CULTURALI
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2009
2009
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2010
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2010
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2011
2011
2012
2012
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NOIDENUNCIAMO
AGRICOLTURA
COMMERCIO
INDUSTRIA
ARTIGIANATO
IODENUNCIO
in collaborazione con:
Abi, Adiconsum, Adoc, Ance, Ania, CIA, Cgil, Cisl, Uil, CNA, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio,
Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Copagri, Federconsumatori, Lega cooperative, Unione provinciale artigiani
lAssociazione lAntiracket ed Antiusura Ninni Cassar, lAmministrazione provinciale, tutti i Comuni della provincia,
dellArticolazione territoriale provinciale, gli Ordini professionali degli Avvocati, dei Dottori commercialisti e dei medici e lA.B.I.
Prefettura di Rovigo
Comune
di Rosolina
Provincia
di Rovigo
INFO: www.kr.camcom.it
58
2008
310
2009
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2010
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2011
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323
2012
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BENI CULTURALI
Promozione dei beni e delle attivit culturali
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stAi
guArdAndo
grAtis
unA
locAndinA.
stAi
guArdAndo
grAtis
unA
locAndinA.
ABRUZZO
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E siti archEologici statali.
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16-25 aPrile
13/04/10 11:35
Regione Abruzzo,
2009
286
287
288
Giornate Europee
d e l Pa t r i m o n i o
2009
MP Mirabilia - www.mpmirabilia.it
LITALIA
TESORO DEUROPA
OF EUROPE
Journes europennes
Journes europennes
du patrimoine du patrimoine
COUSEIL
COUNCIL
COUSEIL
OF
DEEUROPE
LEUROPE DE LEUROPE
Unazione
Unazione
comune comune
del Consiglio
del Consiglio
dEuropadEuropa
e della Commissione
e della Commissione
Europea Europea
60
Con la partecipazione
Con la partecipazione
del Ministerodel
dellInterno
Ministero dellInterno
DipartimentoDipartimento
per le Libert
per
Civili
le Libert
e lImmigrazione
Civili e lImmigrazione
Fondo EdificiFondo
di Culto
Edifici di Culto
www.beniculturali.it
numero verde 800 99 11 99
280
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292
0,%$&BB9(1(5(;LQGG
LARTE FA
LE ORE PICCOLE
Tutti gli eventi su: www.beniculturali.it e sullapplicazione gratuita i-MiBAC-Top40. Info numero verde 800 99 11 99
298
299
300
307
308
309
Ministero dellistruzione,
2009,
promozione della lettura
Vieni
a vederlo
da vicino
Giambattista Tiepolo
Apoteosi di Angelo
della Vecchia
nel segno delle virt
particolare, XVIII sec.
Provincia di Milano
Settore comunicazione
Via Vivaio 1, 20122 Milano
www.provincia.milano.it
una firma per la Cultura.
62
w w w. b e n i c u l t u r a l i . i t
63
BENI CULTURALI
Turismo e promozione del territorio italiano
64
316
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318
310
311
312
319
320
321
313
314
315
322
323
324
65
1.7
Archivio | Ambiente
AMBIENTE
66
2001
332, 333
2004
360
2003
349
2005
361
2007
325
2005
356
2007
350
2007
362
2008
326
2008
357
2008
341, 342
2008
358
2008
343
2009
359, 363
2008
344, 345
2010
364
2009
327
2011
365
2009
334, 335
2012
366
2009
346
2010
328, 336
2010
329
2010
351
2011
330
2012
331
2012
337
2012
2012
347, 348
2012
2013
355
67
Archivio | Ambiente
AMBIENTE
Risparimio energetico contro linquinamento
325
326
331
332
333
327
334
335
336
E I SUOI AMICI
,
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al 3 maggio 2008
le figurine di Scarty
ti aspettano
all'Isola Ecologica
e ai Centri di Raccolta
anno scolastico 2007/2008
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Numero Verde AMA
promozione raccolta
differenziata
Regione Emilia-Romagna
2010, promozione uso dei
mezzi pubblici
328
329
330
337
338
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INQUINO
Regione Emilia-Romagna
2010, promozione raccolta
differenziata
68
promozione raccolta
differenziata
promozione raccolta
differenziata
69
Archivio | Ambiente
349
342
350
351
Service Group
340
RISPARMIOVITALE
risparmio idrico
io SPENGO
lo SPRECO
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www.acquarisparmiovitale.it
www.ermesambiente.it
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di biciclette
Vai controcorrente
800-743333 www.liberiamolaria.it
Regione Emilia-Romagna
2008,
risparmio energetico
Regione Emilia-Romagna
2003,
riduzione dellinquinamento
Regione Emilia-Romagna
2007,
riduzione dellinquinamento
Regione Emilia-Romagna
2010,
riduzione dellinquinamento
343
344
345
352
353
354
Service Group
www.regione.piemonte.it/energia
Service Group
Regione Emilia-Romagna
2008,
risparmio energetico
Service Group
sosteniamo il futuro.
7-11 ottobre 2009
Torino Esposizioni
Flor09
Energethica
Cinemambiente
Rivoluzione vegetale
World Political Forum
Biennale dellEco-efficienza 2009
Experimenta - Museo A come Ambiente
L'Architettura cambia il Mondo
EVA - ElectroVideoAmbiente
FUTURA Dialoghi intorno all'uomo e al Pianeta
Cofinanziato con FESR:
In collaborazione
emissioni
di gas serra
energia
da fonti
rinnovabili
www.liberiamolaria.it
70
Regione Emilia-Romagna
2012,
riduzione dellinquinamento
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348
355
www.liberiamolaria.it
Regione Emilia-Romagna
2012,
riduzione dellinquinamento
www.liberiamolaria.it
Regione Emilia-Romagna
2012,
riduzione dellinquinamento
71
Archivio | Ambiente
AMBIENTE
Rispetto della natura e tutela del territorio
356
357
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362
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364
359
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361
365
366
72
73
1.8
74
PROMOZIONE
ISTITUZIONALE
2007
367
2007
368
2009
376
2010
2010
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2011
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2011
380
2012
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2013
382
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375
75
377
378
379
380
381
INVITO
14 OTTOBRE, ORE 17
UN POMERIGGIO
CON IL PRESIDENTE
E LA SUA GIUNTA
1.9
VARIE
2008
383, 384
2009
385
2009
386
2009
387
2009
388
2009
389
2010
390
2011
391
2011
UN MOMENTO DI INCONTRO
CON I CITTADINI DELLA GRANDE MILANO
PER DISCUTERE, ASCOLTARE E PROPORRE
2011
395
IN QUESTO INCONTRO
2012
396
2012
397
2012
399
2012
398
2013
400
PRENOTAZIONE:
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PIAZZA CASTELLO 1, MILANO
TEL. 02 7740 4343
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382
76
77
Archivio | Varie
385
392
393
394
395
396
397
www.kitchencoop.it
383
iopartecipo.net
www.iopartecipo.net
Regione Emilia-Romagna
2009,
partecipazione
386
387
388
Page 1 of 1
Prefettura di Ferrara
Provincia di Ferrara
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in auto!
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dell80%
le lesioni gravi
o mortali
Non
sottovalutare
mai la sua
sicurezza
in auto
I pi piccoli
sono pi
esposti
Dai il
buon esempio!
Allacciati
prima tu
Scegli i
seggiolini
pi adatti
al peso
Senza
cintura...
tutti i posti
auto sono
pericolosi
Il tuo numero
sullelenco telefonico,
ma non vuoi ricevere chiamate
commerciali indesiderate?
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i brevi tragitti
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dappertutto
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1,50 m.
seggiolino o
adattatore
Se non lo
allacci
la pagherai
cara
Dopo 2 volte
sospensione
della patente
Allacciati anche tu
78
398
399
400
389
390
391
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/immagini/Soggetto_phon_consu... 26/09/2011
Il Registro Pubblico delle Opposizioni stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica 178/2010
per regolamentare lattuale gestione del marketing telefonico e agevolare il cittadino a esercitare i suoi diritti.
ISTAT_IST_SP_PROFCALCIO_N.indd 1
20/10/11 15:55
79
Archivio
02
PREREQUISITI
Perch la comunicazione delle istituzioni pubbliche richiede attenzioni progettuali specifiche?
80
81
2.1
140
147
295
304
392
337
375
INQUINO
362
132
353
Service Group
298
280
Vieni
ANTIBIOTICI
Prefettura di Rovigo
Comune
di Rosolina
Provincia
di Rovigo
187
10
a vederlo
da vicino
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la sua sede storica. Palazzo Isimbardi, la cui parte
pi antica risale al XVI secolo, conserva al suo
interno un rilevante numero di opere darte.
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388
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172
175
226
67
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sosteniamo il futuro.
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Torino Esposizioni
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Flor09
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Cinemambiente
Rivoluzione vegetale
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Biennale dellEco-efficienza 2009
Experimenta - Museo A come Ambiente
L'Architettura cambia il Mondo
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FUTURA Dialoghi intorno all'uomo e al Pianeta
Cofinanziato con FESR:
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CIASCOLTANO:
violenza, odio, indifferenza,
abusi, maleducazione: i bambini
imparano da quello che vedono,
vediamo di dar loro un buon esempio.
Ce la possiamo fare,
siamo grandi.
emissioni
di gas serra
energia
da fonti
rinnovabili
82
ISTAT_IST_SP_PROFCALCIO_N.indd 1
20/10/11 15:55
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/immagini/Soggetto_phon_consu... 26/09/2011
83
2.2
AZIONE PERSUASIVA
SU VALORI E IDEE
Il secondo prerequisito riguarda lazione persuasiva che la comunicazione pubblicitaria esercita sul pubblico: nel caso della pubblicit delle istituzioni pubbliche questa capacit persuasiva indirizzata a modificare non solo comportamenti, ma anche valori ed
ideali di riferimento.
370
La promozione dellimmagine delle forze armate risulta essere un tema controverso che suscita
polemiche e critiche in quella parte dellopinione
pubblica contraria alluso delle armi e alle spese
che il paese sostiene per il mantenimento degli
apparati di difesa, ma il problema si pone anche
quando listituzione cerca di svolgere la sua funzione pedagogica promuovendo valori ampiamente condivisi, come il senso civico, il rispetto
per lambiente, la tolleranza verso gli immigrati,
il valore della famiglia. Il pericolo sta nel come
questa azione persuasiva, per instillare valori etici di progresso e solidariet, messa in atto.
84
85
193
86
189
Altri due casi che esemplificano come la comunicazione delle istituzioni pubbliche svolge unazione persuasiva sulla sfera dei valori e degli ideali. Nel manifesto soprastante si promuove il valore della famiglia tradizionale attraverso il testimonial Lino Banfi, interprete di Nonno Libero nella fiction Un medico in famiglia.
87
2.3
TEMATICHE DRAMMATICHE
E NEGATIVE
276
229
NOIDENUNCIAMO
AGRICOLTURA
COMMERCIO
INDUSTRIA
233
213
ARTIGIANATO
TIRACKET
PATTO AN
Ci sono poveri che vivono per strada e poveri che incontriamo ogni giorno senza
nemmeno riconoscerli, persone spesso invisibili che associazioni e volontari vedono,
accolgono e aiutano. Sostieni anche tu il lavoro di coloro che regalano tempo,
energie ed affetto a chi ha bisogno.
Combattere la povert una ricchezza. Offri il tuo dono.
IODENUNCIO
in collaborazione con:
Abi, Adiconsum, Adoc, Ance, Ania, CIA, Cgil, Cisl, Uil, CNA, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio,
Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Copagri, Federconsumatori, Lega cooperative, Unione provinciale artigiani
lAssociazione lAntiracket ed Antiusura Ninni Cassar, lAmministrazione provinciale, tutti i Comuni della provincia,
dellArticolazione territoriale provinciale, gli Ordini professionali degli Avvocati, dei Dottori commercialisti e dei medici e lA.B.I.
INFO: www.kr.camcom.it
65
48
84
30-10-2008
13:52
Pagina 1
www.lavoro.gov.it
Gli argomenti che ricorrono con maggiore frequenza sono gli incidenti
stradali, i danni alla salute causati da alcol, droga e fumo, le malattie che
ancora oggi non hanno cure definitive come lAids e i tumori, lindigenza
e la povert di certe categorie sociali, la violenza su donne e bambini, gli
incidenti sul lavoro. La comunicazione sociale per svolgere la sua azione
dindirizzo della societ verso modelli di progresso collettivo deve necessariamente confrontarsi con tematiche ritenute dalla pubblicit tradizionale scomode. Questi temi pongono il problema del linguaggio da utilizzare, della scelta delle immagini da pubblicare, dei toni con cui esporre il problema
Promocard AIDS 105x150-2011_cartolina 28/11/11 15.44 Pagina 1
www.lavoro.gov.it
150
163
148
189
239
356
130
47
62
128
328
Lavorare nella legalit e in sicurezza non solo un dovere. E un diritto. E lunico modo per prevenire i
rischi, per tutelare i lavoratori e le imprese. Rispettare le regole conviene. A tutti. www.lavoroinregola.it
103
227
154
inregola
224
Samuele Bersani
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88
89
Archivio
03
CONDIZIONI INALIENABILI
Due caratteristiche imprenscindibili per la comunicazione della pubblica amministrazione.
90
91
3.1
CONFLITTO DI INTERESSI
290
92
93
398
Sulla mappa delle stazioni del Bikesharing, distribuite nella primavera 2012 in tutte le fermate del
bike sharing e negli Atm Point, oltre alle informazioni riguardanti il servizio chiamato Bikemi
sul retro stata inserita la fotografia dellassessore alla mobilit, ambiente, arredo urbano e verde, Pierfrancesco Maran.
Come si legge dagli articoli che riportano la notizia la reazione dellopinione pubblica stata questa volta ancor pi negativa, forte del fatto che la
nuova giunta di centro sinistra avesse commesso
il medesimo errore criticato aspramente alla precedente giunta di centro destra.
Si legge nellarticolo non proprio piaciuta, la
scelta dellassessore: una foto, quella che ha fatto mettere sulla brochure delle fermate di BikeMi, non diversa da quelle che, non solo in campagna elettorale, lex sindaco Moratti e i suoi assessori dispensavano su lettere ai cittadini, depliant, manifesti..
Anche Palazzo Marino ha espresso la sua disapprovazione, sottolineando lerrore di Maran
come una leggerezza che non dovr pi ripetersi,
anche perch lerrore ancor meno giustificato
dal fatto che il progetto delle bici a noleggio non
nasce con questa amministrazione, quindi - per
quanto bene lo stia facendo - Maran sta gestendo
uneredit del passato. (Repubblica 2012).
94
95
119
Un primo caso esplicativo di questa problematica riguarda le scelte di linguaggio per una campagna di prevenzione alluso di sostanze stupefacenti promossa nel 1991 dal Consiglio dei Ministri. Lo slogan della campagna doveva essere
Chi ti droga, ti frega una formula che richiamasse il linguaggio giovanile, poco elegante, forse, ma diretto e familiare al target di riferimento. Lo slogan venne invece scartato su intervento
del ministro competente, perch ritenuto poco
ortodosso e sostituito con un altro slogan Chi ti
droga, ti spegne, ma lavviso dei tecnici, a diverso titolo competenti, era stato diverso.
(cfr. Gadotti 1995)
96
97
57
Un caso significativo, che non interessa una singola campagna, ma piuttosto riguarda latteggiamento dellistituzione centrale rispetto ad un determinato tema, rappresentato dalla comunicazione per la prevenzione dellAids. Parlare di
prevenzione allAids richiede di confrontarsi necessariamente con tematiche tab, come rapporti sessuali occasionali non protetti, consumo di
droga con utilizzo di siringhe non sterili La
scelta delle modalit e dei linguaggi con cui questi argomenti sono comunicati ai cittadini risulta
particolarmente esposta alle critiche. Si pensi ad
esempio alla posizione della Chiesa Cattolica rispetto alla sessualit e alla sua ferma opposizione allutilizzo del preservativo.
Nella campagna del 2002 che utilizza come visual
i personaggi dei fumetti di Silver, di Lupo Alberto e della sua fidanzata la Gallina Marta, la presenza del preservativo senza dubbio centrale,
esso disegnato in proporzioni maggiori rispetto al resto degli elementi, sempre raffigurato
chiuso e rimane censurato nei testi che non lo
nominano esplicitamente.
98
99
58
Nella campagna 2003-2004 le affissioni e la carta stampata della prima fase alternano i seguenti messaggi La prevenzione. Il modo pi grande
di amare e Lamore per noi stessi il primo che
ci protegge dallAids accompagnati da tre diverse immagini. Due delle fotografie sono studiate
per un pubblico adulto: un uomo e una donna
che si prendono cura del proprio aspetto davanti allo specchio di un bagno pubblico. La terza
invece, rivolta in modo specifico ai giovani, raffigura due ragazzi che si abbracciano e si scambiano un bacio sulla guancia.
Un manifesto di altra tipologia stato pubblicato
nel 2004 nella seconda fase di divulgazione della campagna. costituito dallo slogan ripreso dai
primi manifesti Lamore per noi stessi il primo che ci protegge dallAids. Il visual, invece,
costituito da unimmagine fotografica che ritrae
due ragazzi in una tenda da campeggio che sembrano in procinto di scambiarsi effusioni.
In nessuno dei prodotti comunicativi, che compongono la campagna, nominato o raffigurato
il preservativo, n vengono indicate in maniera
esplicita le situazioni a rischio di contagio.
Inoltre lo slogan incentrato sullamore per s
stessi sembra quasi contrapporre un tipo di protezione emotiva alla protezione fisica offerta dallassente profilattico. La campagna 20032004 fa dunque un passo indietro rispetto alla
precedente, preferendo lomissione di indicazioni esplicite.
100
59
101
67
Limpostazione la medesima per i diversi supporti, colori forti di sfondo a cui si sovrappongono grandi parole chiave Amore, Gravidanza,
Test(a), Love. Ognuna di queste parole ha una
delle lettere sostituita da un oggetto simbolico
che dovrebbe rafforzare il significato della parola relativo alla prevenzione dallAids: un lucchetto con cuore sulla O di AMORE, un salvagente
per la D di gravidanza, il solito girasole per la O
di LOVE; la A di TESTA scritta in bianco e si
perde un po sullo sfondo giallo lasciando in evidenza la scritta TEST.
Nello spot radio e video il preservativo non presente, inoltre non sono esplicitate dalle immagini le azioni utili per la prevenzione anzi gli oggetti
abbinati alle parole risultano ambigui: il lucchetto
vuole forse dare unimmagine di sicurezza, ma ricorda pi una cintura di castit; il salvagente potrebbe vagamente ricordare un preservativo, simbolo comunque di salvezza, ma sembra pi promuovere un controllo delle nascite.
102
103
64
Nella campagna 2009-2010, partita in concomitanza con la celebrazione del World Aids Day, il
concetto che il ministero intende sottolineare
sempre limportanza di fare il test dellHiv per
prevenire il contagio.
La campagna usa come testimonial il noto attore
cinematografico Valerio Mastandrea.
La foto ritrae lattore mentre blocca a mano
aperta un pugno, lo slogan Non abbassare la
guardia. Fai il test. Nessuna traccia del preservativo, al suo posto viene utilizzato il gesto delle mani che dovrebbe rappresentare metaforicamente il concetto di prevenzione.
Ancora una volta lindicazione quella di rimanere generici, di cercare escamotages retorici che
tolgano dalla scomoda situazione che alcuni argomenti implicano.
104
105
135
Il conflitto dinteressi si pu presentare nella comunicazione di tematiche che implicano la contrapposizione tra linteresse dei cittadini e il ritorno economico dello Stato.
107
137
www.aams.it
Aams
La Rotta Verso il Gioco Responsabile
109
3.2
INCOERENZA
DEL MESSAGGIO
La coerenza nella comunicazione una condizione fondamentale
affinch sia mantenuta la credibilit dellemittente e, nel caso della pubblica amministrazione, una comunicazione coerente rafforza limmagine dellistituzione, stabilisce un rapporto di fiducia tra
cittadino e amministrazione, dona al messaggio quellautorevolezza che lo rende legittimo, gli permette di essere considerato dagli utenti.
Nel 2012 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali realizza insieme allInps uno spot per
spiegare il sistema previdenziale. Attraverso delle illustrazioni animate, ed un linguaggio semplice ed amichevole, lo spot spiega che i contributi non sono delle tasse, ma un modo per conservare una parte dei soldi guadagnati ed assicurarsi
un sostegno economico per la vecchiaia; il messaggio si conclude con la frase: perch ognuno
deve andare in pensione con i propri soldi accompagnata dallimmagine di un vecchietto che
con un sorrisino beffardo si porta via un sacchetto di monete.
Lo spot di per s non racconta nulla di falso, ma,
se viene rapportato alla situazione contemporanea italiana, caratterizzata dalla crisi economica,
dalla crisi del sistema pensionistico, da un numero crescente di anziani sotto il limite della soglia di povert perch la pensione che percepiscono non sufficiente per vivere, il messaggio
trasmesso dallo spot risulta poco credibile o peggio la frase finale, abbinata alla risatina del personaggio, sembra essere un presa in giro
110
111
299
Altro esempio di questo genere rintracciabile nella campagna del Ministero dei beni culturali, sempre del 2012, per la raccolta del cinque
per mille a favore del patrimonio artistico culturale italiano. Il visual costituito dalla fotografia
di un affresco del sito archeologico di Pompei e
da quella di una restauratrice intenta a svolgere il
proprio lavoro.
Lheadline recita Col il tuo 5x1000 proteggi il
passato, arricchisci il futuro. La scelta di utilizzare come sfondo il sito di Pompei che per i recenti fatti di cronaca, tra cui il crollo della Domus
dei gladiatori, diventata il simbolo del degrado e
della mala gestione dei siti culturali del nostro paese, rende quasi inopportuna la richiesta al cittadino di devolvere il proprio 5x1000 per la causa
112
w w w. b e n i c u l t u r a l i . i t
113
A questo proposito si pu far riferimento alla promozione del servizio chiamato registro pubblico
delle opposizioni. La pubblicit informa che, iscrivendosi a questo servizio attraverso il sito web o
il numero verde, non si riceveranno pi telefonate dagli operatori di telemarketing per chiamate commerciali, promozionali o per il compimento di ricerche di mercato. Ad iscrizione effettuata,
per, il servizio sembra non funzionare.
114
Il tuo numero
sullelenco telefonico,
ma non vuoi ricevere chiamate
commerciali indesiderate?
397
Ora puoi
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DELLE OPPOSIZIONI
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di non essere pi contattati dagli operatori di telemarketing
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Il Registro Pubblico delle Opposizioni stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica 178/2010
per regolamentare lattuale gestione del marketing telefonico e agevolare il cittadino a esercitare i suoi diritti.
372
Questa comunicazione proviene dal Ministero per la semplificazione e propone un servizio che consiste in un database chiamato Normattiva dove sono archiviati in digitale tutti i testi legislativi. Lo spot del 2010 illustra i vantaggi che il nuovo servizio offre allutente concludendo con la frase: se conosci le leggi, rispettarle sar un gioco da ragazzi. Peccato che, consultando il sito www.nomattiva.it, i link di collegamento tra un testo di legge e laltro mandano in
crash il sito web, indipendentemente dal browser
che si sta utilizzando.
116
117
332
118
119
Archivio
04
DESIGN INCLUSIVO
Se la comunicazione pubblica un servizio al cittadino, deve esserlo per tutti i cittadini.
120
121
4.1
COMUNICAZIONE
ACCESSIBILE
Per leggibilit sintende la leggibilit grafica ossia la facilit dindividuare, riconoscere, decifrare la comunicazione che si basa su
simboli e caratteri (Baracco 2008:15) si comprende come questa
caratteristica dipenda sia dalle capacit percettive dellindividuo,
essenzialmente dalle abilit visive, sia dalle caratteristiche dellartefatto grafico.
Problemi di leggibilit
308
Prefettura di Teramo
Questura di Teramo
Comando Provinciale
Carabinieri
Comando Provinciale
Guardiadi Finanza
IN STRADA
IN BANCAE IN POSTA
GUARDIA DI FINANZA
112
in collaborazione con :
123
Aams
La Rotta Verso il Gioco Responsabile
Design inclusivo | Comunicazione accessibile
Problemi di leggibilit
Utilizzo di caratteri script
TAVOLA 01
89
I problemi pi significativi possono riscontrarsi in quei casi in cui, per scelte estetico formali
del progettista alla ricerca di soluzioni innovative, vengono utilizzati caratteri di tipo calligrafico
o dalla forma bizzarra e inusuale.
Caratteri di questo tipo possono risultare gradevoli e decorativi nellinsieme della composizione,
ma risultano estremamente difficoltosi nella lettura per le persone con carenze visive. I caratteri script possono essere tollerati solo per la scrittura di parole singole, o al massimo di brevi titoli, ma diventa rischioso il loro impiego nelle parti
del testo che contengono le informazioni essenziali del messaggio.
Tra il materiale raccolto sono stati individuati diversi casi che presentano lutilizzo massiccio di
caratteri cosiddetti script o simili.
OSSERVATORIO NAZIONALE
ALCOL CNESP
SIA
131
223
101
159
A partire dalle ore 9 potrai donare presso il centro mobile Avis a Palazzo Isimbardi, via Viva
163
143
239
124
125
in collaborazione con:
4USA IL PRESERVATIVO
4SE HAI AVUTO RAPPORTI NON PROTETTI FAI IL TEST HIV
Design inclusivo | Comunicazione accessibile
238
193
359
85
72
65
inregola
il test HIV
800 856080
TELEFONO VERDE AIDS
lenze on line:
Per informazioni e consu
WWW.HELPAIDS.IT
336
263
260
Provincia di Bologna
319
45
126
261
25
245
127
Problemi di leggibilit
Utilizzo esclusivo di caratteri maiuscoli
TAVOLA 02
111
110
107
273
84
100
sullabuonastrada.it
Comunicazione istituzionale
11
47
tracce.com
La scelta di utilizzare solo caratteri maiuscoli per comporre il testo non rende le informazioni completamente illeggibili, ma spesso causa di affaticamento e per molti utenti di rallentamento nella lettura. Questo perch, come hanno
rilevato studi empirici (teorie e sperimentazioni
di Emilie Javal), nella lettura locchio percepisce
solo la parte superiore dei caratteri, dunque il
testo misto, minuscolo con eventuali iniziali maiuscole, offre una quantit dinformazioni assai
maggiore e viene quindi riconosciuto ed analizzato molto pi velocemente (Baracco 2008: 66)
dal lettore.
Laffaticamento nella lettura, dovuto allutilizzo
esclusivo di caratteri maiuscoli, pu peggiorare
se associato ad altri fattori come la dimensione del carattere, la lunghezza del testo, un interlinea ridotta o una giustezza della colonna eccessivamente estesa.
Dallosservazione del materiale raccolto sono
stati individuati 35 casi in cui le informazioni testuali sono scritte esclusivamente con caratteri
maiuscoli
16
128
129
17
35
74
199
299
293
283
357
219
159
296
0,%$&BB9(1(5(;LQGG
ABRUZZO
Segreteria Assessore
Telefono: 02-7740 5900/5901
Telefono: 02-7740 4418, Fax: 02-7740 2499
162
164
185
42
Prefettura di Teramo
365
Questura di Teramo
Comando Provinciale
Carabinieri
367
Comando Provincia
Guardiadi Finanza
Contatti
255
251
197
NON RESTARE
MMOBILE
ai il servizio civile
a provincia di milano
329
307
IN CASA
130
Politiche
giovanili
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ACHIAVE.
IN STRADA 280
IN BANCAE IN POSTA131
Problemi di leggibilit
Errori tipografici
TAVOLA 03
132
30-10-2008
13:52
Pagina 1
47
58
162
239
25
74
133
Problemi di leggibilit
Basso contrasto testo-sfondo
Affinch una composizione visiva risulti leggibile, gli elementi che
la compongono devono distinguersi dallo sfondo che li contiene.
necessario, dunque, che ci sia un buon grado di contrasto tra gli
elementi in primo piano e lo sfondo.
TAVOLA 04
sfondo pi luminoso
contrasto nullo
323
202
201
178
342
329
io mi vaccino
In sintesi:
Cogli i segnali
tracce.com
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Fallo oggi!
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Ognuno di noi pu limitare la diffusione del virus anche mediante semplici misure di protezione personale
134
800 63 2000
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Soarsi il naso con un fazzoletto
di carta monouso, gettarlo in una pattumiera chiusa,
e poi lavarsi le mani
www.epicentro.iss.it
Nel caso si manifestino sintomi di influenza, rimanere a casa e limitare i contatti con altre persone.
135
L
c
S
l
Problemi di leggibilit
Basso contrasto testo in negativo su fondo colorato
TAVOLA 05
Una scelta che pu risultare problematica riguarda lutilizzo del colore bianco per il testo posto
su uno sfondo colorato. In questo caso pu capitare che la luminosit del colore di sfondo sia
troppo alta e quindi, vicino a quella del bianco,
oppure al contrario pu esserci una buona differenza di luce tra testo bianco e colore di sfondo, ma la dimensione o lo spessore dei caratteri non sufficiente e le lettere tendono ad essere assorbite dallo sfondo scuro, comportando un
ostacolo alla lettura.Il testo in negativo pu essere dunque una buona scelta solo se le dimensioni sono successivamente grandi.
123
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Problemi di leggibilit
Contrasto cromatico problematico per persone daltoniche
Regioni e P
TAVOLA 06
Nella tavola 06 vengono messi a confronto alcuni casi, individuati tra i prodotti comunicativi istituzionali, che potrebbero compromettere
la leggibilit del contenuto informativo da parte di persone daltoniche o con patologie simili. Dal confronto tra lo schema che mostra la
percezione del colore nei normodotati e gli altri tipi di spettri cromatici si deduce che gli artefatti raccolti nella tavola risultano poco leggibili
per questa categoria di soggetti, escludendoli di
fatto dalla comunicazione che listituzione vuole trasmettere.
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Problemi di leggibilit
Instabilit percettiva causata da contrasto cromatico eccessivo
TAVOLA 07
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Dallosservazione dei prodotti comunicativi raccolti si nota che un contrasto eccessivo tra figura e sfondo pu provocare un senso di fastidio
nellosservatore con conseguente affaticamento
della vista e difficolt nella lettura. Questa criticit appare pi evidente nella comunicazione che
utilizzano la tv o il web come canali di diffusione, infatti lo schermo che possiede una propria
luminosit intensifica il contrasto tra gli elementi, creando situazioni al limite dellinstabilit percet200
tiva, che risultano fastidiose anche per chi
ha pieComando Provinciale
Comando Provinciale
Prefettura di Teramo
Questura di Teramo
Guardiadi Finanza
Carabinieri
ne facolt visive.
Tra gli esempi individuati, spicca come caso
estremamente negativo, sotto questo punto di
vista, lo spot del Ministero della cultura del 2010
che alterna titoli di colore bianco, scritti in caratteri maiuscoli, sovrapposti a campiture piatte di colori a saturazione piena, leffetto in stam-Cam pagna d i prevenz ione a favore degli anz iani
pa non rende appieno la violenza del contrasto
di certi frammenti dello spot.
I NOSTRI CONSIGLI
Prefettura di Teramo
Questura di Teramo
288
Comando Provinciale
Carabinieri
Comando Provincia
Guardiadi Finanza
Prefettura di Teramo
Comando
Comando Provinciale
61 Provincia
Carabinieri
IN STRADAGuardiadi Finanz
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IN CASA
Problemi di leggibilit
Basso contrasto tra testo e sfondo non omogeneo
TAVOLA 08
Unaltra situazione, in cui necessario porre attenzione al grado di leggibilit, si presenta nel
momento in cui si sceglie di sovrapporre lelemento testuale ad unimmagine.
In generale unimmagine di sfondo ostacola sempre in una determinata misura gli elementi grafici
che le si sovrappongono. Il grado di disturbo dipende da una serie di caratteristiche dellimmagine: innanzitutto maggiore luniformit dellimmagine nei toni e nei colori, minore sar linterferenza con la grafica. Dalluniformit dipende
anche il grado di contrasto tra lo sfondo e gli elementi in primo piano, contrasto che difficilmente, allinterno del campo di unimmagine, sempre costante. Un altro fattore riguarda la presenza di elementi che attirano lattenzione (es. volti) e che spostano la concentrazione dal primo
piano allo sfondo; infine il disagio percettivo
maggiore se il corpo del carattere utilizzato ha le
stesse dimensioni degli elementi che costituiscono limmagine di sfondo o di alcuni suoi dettagli significativi.
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Problemi di leggibilit
Interferenza figura-sfondo
TAVOLA 09
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Giornate Europee
d e l Pa t r i m o n i o
2009
LITALIA
Nella tavola 09 si elencano alcuni casi problematici per la leggibilit del prodotto comunicativo,
derivanti dalla scelta di immagini non adatte ad
essere utilizzate per lo sfondo. Gli elementi in
primo piano risultano poco leggibili perch certe parti si amalgamano e scompaiono nellimmagine di fondo.
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DEUROPA
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MP Mirabilia - www.mpmirabilia.it
TESORO
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Problemi di comprensione
Una volta garantita la percezione degli elementi informativi, deve
essere garantita anche la comprensione di quegli elementi, sostanzialmente lutente deve capire qual il messaggio che lartefatto
intende comunicargli.
Generalmente il parametro della comprensibilit si riferisce al testo scritto e alla sua capacit di essere chiaro, semplice e di facile
comprensione.
178
Il manifesto, diffuso attraverso affissioni e a mezzo stampa, composto da un illustrazione in stile manga giapponese che rappresenta una grande mano colorata a strisce arcobaleno con il pollice rivolto verso lalto e un omino di colore verde, sorridente, che abbraccia la mano, con indosso una mutandina dagli stessi colori arcobaleno.
In alto, allinterno di una nuvola, si legge lo slogan Con i segreti buoni sei felice, con i segreti cattivi sei
triste. In basso a sinistra, in una zona considerata
cieca dalle regole della percezione visiva, in piccole dimensioni c scritto Insegna al tuo bambino le
regole del qui non si tocca, con il rimando al sito della campagna, infine in basso, al centro del manifesto, presente un piccolo simbolo composto dalla mutandina a cui sovrapposta una piccola mano sbarrata, a imitazione di un segnale di
divieto. Tra le altre cose la leggibilit della sbarra, che sta ad indicare il divieto, compromessa
dalla scelta di usare solo il colore bianco per tutti gli elementi.
Il lettore tragga le proprie conclusioni. Viene si146
268
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151
4.2
COMUNICARE
SENZA DISCRIMINARE
Se le istituzioni pubbliche intendono comunicare con i cittadini in
modo efficace, in modo che essi ascoltino e facciano proprie le indicazioni che le istituzioni diffondono attraverso la comunicazione,
necessario che gli utenti si riconoscano nei valori proposti dalla comunicazione e nei modi con cui questi valori sono trasmessi. Il
cittadino deve sentirsi chiamato da questi messaggi, sentirsi incluso tra i destinatari del messaggio.
Discriminare i generi
242
Un caso recente, che risulta utile per la discussione di questo aspetto, la campagna promossa dal
Ministero del lavoro e delle politiche sociali per
la prevenzione degli incidenti sul lavoro.
La campagna costituita da due spot tv e alcuni manifesti che riprendono i soggetti protagonisti degli spot. I filmati si aprono con una scritta
in sovraimpressione F che questi momenti non restino solo dei ricordi e di seguito sono raccontate delle micro storie in cui diversi personaggi ritornano alle proprie case, riabbracciando i propri cari.
Ad ogni cambio di personaggio appare in sovraimpressione il nome e cognome e la professione del soggetto. In entrambi gli spot gli uomini che ritornano dal lavoro sono in numero
maggiore rispetto a quello delle donne, inoltre,
nellattribuzione delle professioni il ruolo dimprenditore attribuito ad una figura maschile e
non presente una professione che sia sullo stesso piano attribuita ed una donna.
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Discriminare i generi
Il colore rosa
TAVOLA 10
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25
21
14
Gentile signora,
89
OSSERVATORIO NAZIONALE
ALCOL CNESP
con questo invito le viene proposto di partecipare al programma di controlli per la prevenzione e la diagnosi precoce
dei tumori del collo dellutero e della mammella che il Servizio sanitario regionale, attraverso tutte le Aziende Usl, ha
avviato n dal 1996.
Questi tumori, come dimostrano gli studi clinici e le statistiche
nazionali ed internazionali, possono guarire se diagnosticati e
curati per tempo. Ed proprio in considerazione di questo che
proponiamo a tutte le donne che si trovano in una fascia di
et in cui il rischio di ammalarsi di tumori del collo dellutero
e della mammella pi elevato lesecuzione di semplici esami, il pap test ogni tre anni alle donne dai 25 ai 64 anni, la
mammograa ogni due anni alle donne dai 50 ai 69 anni.
In questi dodici anni tutte le donne interessate circa
1.200.000 per lo screening dei tumori del collo dellutero e
530.000 per quello della mammella hanno risposto pi
volte agli inviti ed hanno fatto gli esami proposti. I risultati
ottenuti testimoniano lutilit di questo grande progetto
198di
tutela della salute delle donne: lidenticazione e la cura di
8.000 lesioni precancerose del collo dellutero hanno permesso di prevenire la formazione di oltre 3.200 tumori invasivi; la diagnosi di tumore al seno in fase precoce a pi di
6.800 donne (su 9.500 casi diagnosticati) ha permesso cure
tempestive con buona prognosi.
Alle donne che ricevono questo invito per la prima volta vorrei raccomandare: partecipate, fate diventare anche voi la
mammograa e il pap-test una semplice e sana abitudine;
gli esami sono gratuiti, come gratuiti sono tutti gli approfondimenti diagnostici e le terapie eventualmente necessari.
La prevenzione rappresenta una grande opportunit per la tutela
della salute: sta a tutte e a tutti saperne cogliere limportanza.
Giovanni Bissoni
S
RISP O N D I AN C H E TU AL L IN VITO
D EL L A TU A AZIEN D A U SL .
17
800 033033
tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 17,30
il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30.
http://www.saluter.it/screening_femminili/
e il portale web
del Servizio sanitario regionale dellEmilia-Romagna:
www.saluter.it
Dallosservazione dei casi raccolti si nota che anche la comunicazione istituzionale succube degli stereotipi che nel tempo la comunicazione
commerciale andata consolidando.
Un punto dattenzione riguarda lutilizzo del colore rosa. Nella maggioranza dei prodotti comunicativi, indirizzati direttamente alle donne, viene
utilizzato il colore rosa nelle sue diverse sfumature per caratterizzare lartefatto, inoltre il nome
dei servizi che vengono promossi contiene spesso la parola rosa, ad esempio Spazio Rosa per il
nome di uno sportello che offre supporto alle
donne lavoratrici, Sicurezza in rosa per un corso di
autodifesa dedicato alle donne.
Il colore rosa, di per s innocuo, diventato nel
tempo simbolo delluniverso femminile, si contrappone allazzurro simbolo maschile ed diventato uno degli elementi ricorrenti utilizzati
per la separazione netta del mondo maschile dal
mondo femminile, una divisione che viene perpetrata sin dallinfanzia attraverso le politiche di
marketing dellindustria del giocattolo che connota con il rosa i prodotti adatti alle bambine e
di azzurro quelli pensati per i maschi. (cfr. Bucchetti 2013)
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SIA
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Discriminare i generi
Il colore rosa
4x3 22-01-2002 12:37 Pagina 1
C
La dimostrazione che questi stereotipi sono profondamente radicati nella cultura visiva collettiva, e dunque ripresi anche dalla comunicazione
pubblica, riscontrabile in un caso che pu essere definito un paradosso comunicativo (Bucchetti
2013): la campagna di comunicazione della Regione Piemonte ha come intento quello di promuovere le pari opportunit per uomini e donne
in ambito professionale.
I due manifesti prodotti si compongono di uno
slogan, in cui viene evidenziata limportanza della parit per il progresso sociale, e di una fotografia che ritrae nel primo caso due neonati e
nellaltro manifesto due adolescenti.
Il paradosso nasce dalla scelta di evidenziare la
differenza tra il maschio e la femmina, connotandoli con un accessorio (ciuccio e maglione)
rosa per la femmina e azzurro per il maschio.
Dunque un artefatto che vuole promuovere la
parit e scardinare le differenze tra i generi, ma
che cade nella trappola degli stereotipi, sentendo
il bisogno di marcare la diversit tra il bambino
azzurro e la bambina rosa.
Limmagine, invece di sostanziare il contenuto
espresso dal testo, lo contraddice, sovvertendo
leffetto di senso che era nelle intenzioni dellemittente produrre (ibidem).
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CM
MY
CY CMY
250
I L P R O G R E S S O I N D U E PA R O L E
PARI LAVORO,
PARI FUTURO.
FONDO SOCIALE EUROPEO
2000-2006
CAMPAGNA REGIONALE
PER LE PARI OPPORTUNIT
Iniziativa di Comunicazione Istituzionale in
collaborazione con le Amministrazioni Provinciali
www.regione.piemonte.it/piemontelavoro
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Colori compositi
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MARIO FIORENZA
farmaci.
o
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e
m
,
Pi testa
MARIO FIORENZA
farmaci.
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e
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,
Pi testa
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Discriminare i minori
Bambini e ragazzi, spesso non sono il target primario, ma comunque hanno accesso a tutti i mezzi di comunicazione su cui le campagne pubblicitarie vengono trasmesse e di conseguenza sono comunque colpiti dai messaggi. Lutilizzo di linguaggi verbo-visivi
crudi, forti, aggressivi possono ledere la sensibilit di questa categoria di utenti che vede e sente tutto, ma che non ha ancora piena
capacit di interpretare criticamente ci che ha assorbito.
359
Un esempio, particolarmente forte e diffuso a livello nazionale, lo spot del 2009 per la campagna ministeriale contro labbandono dei cani.
Nello spot si vede il protagonista, in spiaggia, intento ad acquistare un gelato, ma nellafferrare il
cono dalla sua mano inizia a colare sangue, facendo agitare il soggetto che rovescia il gelato e corre a lavarsi le mani, ritorna in spiaggia, fa per accarezzare un bambino e toccandolo lo sporca di
sangue. A questo punto lo spot racconta in un flashback che il protagonista ha abbandonato il suo
cane per poter andare liberamente in vacanza. Lo
spot si conclude con il protagonista che si sveglia
di soprassalto in un letto bianco completamente
insanguinato, mentre una voce fuori campo pronuncia la frase Non puoi lavartene le mani.
Lobiettivo dei comunicatori sicuramente quello di produrre un senso di spavento e orrore
nellosservatore, attraverso la presenza massiccia
del sangue, al fine di potenziare leffetto deterrente dello spot, ma leffetto complessivo davvero forte, anche per uno spettatore adulto.
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TAVOLA 11
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Alessia Fortunato, Alessandro Finotto, Daniele Selvitella - Istituto dArte Applicata e Design
impaginazione retro freecard.indd 7
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23/02/09 10:19
Discriminare le razze
Produrre una comunicazione priva di elementi discriminanti nei
confronti delle altre razze per le istituzioni non solo un dovere,
ma anche una necessit. Risulta fondamentale, diffondere messaggi non discriminatori, listituzione per farsi ascoltare deve includere, rendere protagoniste anche le minoranze.
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Discriminare i malati
Nel tentativo di allertare la popolazione sana sullimportanza della prevenzione per scongiurare la possibilit di contrarre determinate malattie, si rischia di discriminare le persone che invece sono gi affette dalla malattia attraverso delle combinazioni di testo
e di immagini che sottolineano la drammaticit della condizione
dei malati, senza tenere conto che anche i malati saranno raggiunti dal quel medesimo messaggio.
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Un primo caso che ha sollevato non poche polemiche riguarda la campagna promossa dal Ministero della salute nel 2003, per sensibilizzare i
giovani alla prevenzione dellAids.
Il concetto simbolo della campagna si sviluppa
intorno alla sigla AIDS che viene sciolta nella
frase Avete Idea Della Sofferenza?, associata allimmagine della rosa rossa che appassisce e muore. La combinazione di testo ed immagine stata pensata per incutere un senso di timore nei
giovani destinatari, alludendo alle sofferenze che
comporta dover convivere con una malattia cronica come lAids; ma osservando la campagna da
un altro punto di vista, quello delle persone siero positive, il messaggio acquista tutto un altro
amaro significato.
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48
Un altro esempio simile a quello appena descritto rappresentato dal manifesto del 2011, voluto dal Ministero della salute per sensibilizzare le
donne riguardo allimportanza della prevenzione
nella lotta al cancro al seno.
Il linguaggio utilizzato risulta per troppo immediato e diretto in particolare per quelle donne che purtroppo sono gi state colpite dal tumore. Lultima parte dello slogan che sentenzia:
Nessuna vuole mettersi nei suoi panni associata allimmagine del reggiseno con una coppa
mancante un colpo davvero duro nei confronti di chi ha dovuto subire quel tipo di operazione per potersi salvare dalla diffusione delle cellule tumorali. Per di pi, sempre dalla pagina del
Governo, si legge che prevista laffissione delle locandine sugli impianti presenti nelle strutture sanitarie in tutto il territorio nazionale, possibile immaginarsi la reazione emotiva di una paziente o di una donna che ha appena ricevuto lesito positivo dellesame mammografico.
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Archivio
05
INDICAZIONI RETORICHE
Per una comunicazione pubblica efficace ma responsabile.
Sovraccarico di elementi
Tempi dilatati
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5.1
RIDONDANZA VS SINTESI
Sovraccarico di elementi
Quando si presenta la necessit di parlare a tutti facendosi capire da tutti, il rischio quello di sovraccaricare il prodotto comunicativo, di ripetere linformazione, nella speranza che in un modo o nellaltro il messaggio passi, venga recepito e compreso dalla
maggioranza degli utenti. In questa maniera, per, invece di assicurare lefficacia della comunicazione, si rischia di creare confusione, di disorientare losservatore, distogliendo lattenzione da quello
che il messaggio cardine del discorso.
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Giornate Europee
d e l Pat r i m o n i o
2009
LITALIA
Il visual del manifesto composto da un mosaico di immagini che riempiono la sagoma geografica dellItalia. A questa immagine, gi di per
s affollata sono sovrapposte scritte, date e sigle, arricchite da un tripudio di colori, gradienti e caratteri tipografici. Cercando di tralasciare
il giudizio estetico-formale e focalizzando lattenzione sul contenuto informativo dellartefatto, risulta evidente lo sforzo di attenzione richiesto allosservatore per distinguere tra gli elementi presenti nella composizione, quelli di maggior
rilevanza, portatori di significato, in una gerarchia del tutto mancante. Lelemento con le maggiori dimensioni, posizionato nella parte alta del
testo, una sigla (gep) che per i pi non ha nessun significato ed dunque superflua; si sarebbe invece dovuto dare maggior risalto al significato di quella sigla, Giornata europea del patrimonio,
che invece una scritta piccola, soffocata dalle lettere gep e confusa da una sfumatura bian174
ca. Infine, anche se giustificabile la buona intenzione di voler mostrare la ricchezza del patrimonio italiano, la resa non delle migliori, le immagini delle opere darte incastrate nella sagoma
lunga e stretta della penisola, sovrapposte, tagliate in maniera bizzarra, a prima vista risultano essere ununica miscellanea incomprensibile. Solo
soffermandosi e osservando attentamente le figure si possono distinguere le diverse opere darte, ma in ambito pubblicitario, il primo sguardo
quello che conta.
TESORO
DEUROPA
MP Mirabilia - www.mpmirabilia.it
OF EUROPE
Journes europennes
Journes europennes
du patrimoine du patrimoine
COUSEIL
COUNCIL
COUSEIL
OF
DEEUROPE
LEUROPE DE LEUROPE
Unazione
Unazione
comune comune
del Consiglio
del Consiglio
dEuropadEuropa
e della Commissione
e della Commissione
Europea Europea
Con la partecipazione
Con la partecipazione
del Ministero
del
dellInterno
Ministero dellInterno
DipartimentoDipartimento
per le Libert
per
Civili
le Libert
e lImmigrazione
Civili e lImmigrazione
Fondo EdificiFondo
di Culto
Edifici di Culto
www.beniculturali.it
numero verde 800 99 11 99
175
95
Un altro caso che esemplifica il timore dellemittente di non essere ben compreso dal destinatario e dunque di scadere nella ridondanza, il
manifesto della campagna di prevenzione allabuso di alcol tra i giovani del Ministero della salute e delle politiche sociali. In questo caso si
scelto di mostrare gli effetti che lassunzione di
bevande alcoliche pu provocare sulla percezione visiva della realt, creando unimmagine distorta e sfuocata, nella quale si riconosce la figura di una ragazza. Limmagine occupa la maggior
parte dello spazio della composizione, in basso
lo slogan, Ragazzi vediamoci chiaro e un breve testo informativo creano il collegamento tra limmagine e la problematica dellalcol. Il manifesto
sarebbe gi completo ed efficace nella comunicazione, ma nel timore di essere ambigui, di non
essere capiti dal target viene aggiunta in basso a
destra la stessa fotografia della ragazza, questa
volta chiara e nitida. Limmagine risulta del tutto superflua e ridondante ai fini della comprensione del messaggio, inoltre a livello compositivo
sbilancia lequilibrio complessivo dellartefatto.
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128
Anche nel manifesto del Comune di Oristano risulta evidente lalta concentrazione di elementi
non del tutto necessari allinterno della composizione. La confusione dovuta alla grande quantit di elementi testuali e di immagini in primo
piano peggiorata dallimmagine di sfondo che
crea un ulteriore elemento di complessit che il
sistema percettivo deve decodificare e distinguere dal resto.
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Tempi dilatati
Succede che il ritmo della narrazione non
sia ben tarato ed i tempi risultino dilatati, con conseguente calo dellattenzione
dellutente che perder interesse nel visualizzare fino alla fine il contenuto proposto
dallo spot. La premura di essere il pi possibile esaustivi, fa scadere nella ripetizione che allunga e banalizza il prodotto audiovisivo.
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5.2
INFORMAZIONE VS EMOZIONE
Anche in quei casi in cui si nota il tentativo da parte dellemittente dintraprendere una strada pi emozionale, i risultati appaiono
trattenuti, soffocati, lemittente pare autolimitarsi per paura di far
torto a qualcuno.
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IRONIA
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Il linguaggio ironico si basa sulle contraddizioni, mette in evidenza punti di vista insoliti di questioni note, crea interesse, dice e non
dice, crea paradossi contrapponendo immagini al testo, incuriosisce il destinatario che si ferma ad osservare, ma guardando lartefatto egli dovr compiere uno sforzo cognitivo per svelare il significato sotteso al gioco retorico dellironia.
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Anche in questi due esempi stato deciso dintervenire sul dipinto originale, modificandone
un particolare (gli occhi chiusi) oppure facendolo interagire con la realt (il soffio sulle candeline della personificazione del Vento nella Primavera di Botticelli). Il risultato delicatamente ironico, losservatore incuriosito da una figura che
risulta familiare ma con qualcosa di diverso, ed
spinto a cercare il particolare modificato.
LARTE FA
LE ORE PICCOLE
292
Tutti gli eventi su: www.beniculturali.it e sullapplicazione gratuita i-MiBAC-Top40. Info numero verde 800 99 11 99
0,%$&BB9(1(5(;LQGG
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361
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82
198
199
Archivio
<http://www.youtube.com/channel/UCLUF4Nssw8OBUpIdJVJ50LQ>
Advertlog
<www.advertolog.com>
Advertiser, magazine
< http://www.advertiser.it/>
Centro di documentazione per la promozione della salute patrocinato dalla Regione Piemonte
<http://www.dors.it/>
Coloribus, creative advertising Archive
<http://www.coloribus.com>
Comune di Modena
<http://www.comune.modena.it/multimediamo>
Comune di Roma
<http://www.comune.roma.it/>
Archivio
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