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n. 13 VI - 2 aprile 2014
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Come si impone oggi nelle istituzioni la semplificazione delle sedi decisionali, via il Senato e via le Province, diminuzione dei componenti le
assemblee, occorre accorciare la
filiera degli organi che si occupano
di edilizia pubblica conferendo direttamente in capo ai Comuni gestione
e titolarit dei patrimoni eliminando i
carrozzoni mantenuti in vita solo per
rimuovere e scaricare i fastidi. In
sintesi: le Regioni dettano le regole,
i Comuni assegnano, le Aziende
gestiscono, una tri ripartizione anacronistica che non pu funzionare e
infatti non funziona: difficolt di rapporti, competenze disarticolate, interessi separati, autonomia e conservazione, con gli inquilini che per un
reclamo sono sballottati da un ufficio allaltro.
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Con poche righe contenute nelle
tante leggi degli anni 90, il patrimonio degli Iacp, divenuti Aziende, fu
trasferito in capo alle Regioni avendo in pi i poteri della riforma del
titolo V della Costituzione. ora
confacente decidere di conferire
detti patrimoni ai Comuni rimettendo
nella loro potest le decisioni che
riguardano i requisiti di assegnazione, i limiti di reddito per laccesso, la
determinazione dei canoni e altro,
secondo il principio non faccia la
comunit maggiore ci che pu fare
o che naturale faccia la comunit
minore. Altres secondo il principio
di sussidiariet fra Unione Europea
e Stati membri, lattribuzione delle
competenze amministrative e delle
relative responsabilit deve far capo
allautorit territorialmente e funzionalmente pi vicina ai cittadini, principio di prevalenza che privilegia la
centralit dei Comuni.
Esempio: qual il problema se per
un alloggio pubblico del Monferrato
quella
comunit
decide
che
linquilino versi cento euro al mese e
che per un pari alloggio in Oltrep
ne paghi centodieci o novanta, fa
scandalo? Decidano i Comuni secondo una equa logica socioeconomica territoriale. O lo devono decidere le Regioni? I Comuni non devono fuggire dal problema ma farsi
carico di salvare e non vendere il
patrimonio pubblico. Non mancano
gli esempi nei paesi del nord Europa dove il settore delle case popolari comunque gestito fa sempre capo
ai Comuni stimolati a competere
con la cooperazione nel proporre
quartieri modello.
Per le Regioni il patrimonio di edilizia residenziale pubblica un mezzo di potere: ecco perch concentrano. Il conferimento ai Comuni della titolarit dei quartieri popolari significa peraltro una pi complessiva
e diretta capacit progettuale, di
programmazione e dintervento per
la riqualificazione delle periferie ur-
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ni i turisti, in gran parte cinesi e molti con disabilit, che visitarono il padiglione Lives and Sunshine, il
primo nella storia di Expo dedicato
alle persone disabili. Da questo dato
possibile stimare in almeno
250.000 il numero di visitatori disabili (motori, sensoriali, cognitivi) presenti a Milano nei sei mesi
dellEsposizione Universale. Persone, turisti, consumatori, che porteranno in citt aspettative, la voglia di
essere protagonisti di un evento
planetario e anche le loro esigenze
in termini di mobilit e accessibilit.
Un tema, questultimo, certamente
presente nelle agende e nei programmi di chi sta organizzando
levento ma che ora richiede un
cambio di passo da parte delle Istituzioni che coordinano il progetto di
attrattivit della citt e del suo territorio. Come emerso nei due incontri
il piano di accessibilit resta per ora
confinato al rispetto di norme e prescrizioni e non assume, come dovrebbe, il ruolo di progetto per un
reale cambiamento di visione e di
cultura. Rendere accessibile un evento, una citt e il suo territorio,
non infatti una questione da burocrati, geometri o architetti. un tema assai pi vasto che abbraccia
visioni multidisciplinari e sociologiche e deve prevedere, necessariamente, un ampio coinvolgimento
delle Associazioni e delle persone
disabili, di chi si occupa di comunicazione e promozione, di tutto colo-
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la Giunta Pisapia, potr, in tempi
brevi e certi, creare una lista di priorit da affrontare con la massima
solerzia per rendere Milano e la citt
metropolitana realmente accessibile. E per creare una banca dati a
favore della realizzazione di guide
turistiche - declinate grazie alle tec-
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funzioni specifiche per i cittadini e a
un senso di identit e ordine generale.
Noi crediamo che le due tesi debbano forzatamente convivere; sono
due poli tra i quali il tema si colloca
ed necessario coglierle in tutte le
loro articolazioni, con un obiettivo
chiaro e ineludibile: la coerenza di
lettura e duso della citt.
Se proviamo dunque a immaginare
Milano, il suo tessuto cresciuto e
sedimentato nel tempo, come a un
testo, larredo urbano ne indubbiamente parte integrante, in forte e
inscindibile connessione con la trama e la narrazione, ma con una autonomia di regole e duso tale da
configurarlo anche come sottoordine specifico: la punteggiatura
urbana per lappunto, necessaria
per lorientamento e la buona lettura
da parte del cittadino-lettore. Se poi
consideriamo quanto nei prossimi
anni accadr nella direzione della
smart city, ecco che agli strati della
citt fisica se ne aggiunge anche
uno virtuale, trasformando il testo in
iper-testo: larredo urbano assume
cos anche la valenza di punteggiatura ipertestuale, che rimanda continuamente dalla citt reale a contenuti di realt aumentata, acquistando una ulteriore dimensione di orientamento e comunicazione.
Lo stato di fatto dello spazio pubblico in citt oggi, in questa lettura,
appare pertanto carente, deludente
e fonte di frustrazione perch oltre a
servirci in modo insufficiente, comunica in modo poco leggibile, sovrabbondante, inefficace: una cacofonia simbolica di difficile uso in cui
emerge un disagio diffuso per
lassenza di progetto globale, di coerenza, di regia narrativa. Si sovrappongono infatti senza nessuna
gerarchia o regola apparente oggetti, manufatti, segnaletiche, recinzioni, pali, pensiline, chioschi di diverse
tipologie e generazioni, con vari livelli manutentivi. Un po come un
testo nel quale si affastellino carat-
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rispettoso delle procedure le migliori
alternative sul mercato, diventata
nel decennio una potentissima
macchina da guerra, che ha costruito, anche bene e velocemente, in
tutta la Lombardia, con una velocit
di azione che passa sopra alle regole amministrative della distinzione
tra controllori e controllati e agisce
in barba alle procedure. E gli attori
del gioco sono sempre gli stessi. In
nome dellefficienza e della rapidit
(anche del malaffare, ma di questo
si occupa la magistratura).
Ritengo che lasciare solo ai giudici il
rimedio a questo scempio, come
spesso succede in Italia, non porti
lontano. Dobbiamo rivedere lintero
sistema-regione per riportare lente
alle funzioni che la Costituzione
prevede. Nella pubblica amministrazione deve essere il mercato a selezionare il fornitore pi efficiente,
che faccia risparmiare risorse alla
collettivit. E se ci non avviene
perch la macchina burocratica
lenta e inefficiente, non il sistema
infrastrutture lombarde la soluzione. Gli amministratori pubblici devono essere controllori dellefficienza,
non devono sostituirsi al mercato.
Nel caso di Infrastrutture Lombarde
la politica si trasformata in imprenditore per sostenere se stessa,
distorcendo i meccanismi concorrenziali. Non a caso tutto nato dalla denuncia di un imprenditore escluso da una gara dappalto.
un film gi visto, che speravamo
di non rivedere, quello del
poco tempo, le autostrade, gli ospedali sono costati, in termini di ingiuste esclusioni, di pericolose confusioni tra controllori e controllati, molto di pi alla collettivit. Dimostreremo, e direi che siamo pronti a farlo, che la politica deve abbandonare
le logiche imprenditoriali e fare un
passo indietro, se vuole che il Paese avanzi.
Il livello dei commenti dei politici che
abbiamo letto sui giornali, drammaticamente, rafforza i contenuti della
mia analisi. E non mi riferisco alle
attestazioni di stima (legittime, per
carit) nei confronti degli imputati.
Lex presidente Formigoni, come
attenuante,o esimente, dichiara che
in fondo Rognoni non nemmeno di
Comunione e Liberazione . Il
messaggio : che volete? Non era
nemmeno dei nostri!
Se il presidente del Consiglio Regionale insiste nel sottolineare
lefficacia di queste procedure rapide e leggere per il perseguimento
del bene comune, non ponendosi
nemmeno il dubbio che possano
scatenare ricorsi, allora vuol dire
che il costume sempre stato questo, fortunatamente stoppato, nel
2010, proprio da un ricorso. Se il
nostro presidente, che conosciamo
cosi attento alle procedure e al timore dei ricorsi, nello svolgimento
dellattivit consiliare, afferma che la
velocit e la competenza scelta arbitrariamente sono la ricetta giusta,
vuol proprio dire che il sistema va
cambiato alla radice.
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modo i Comuni sono stati incentivati
ad attuare politiche di espansione
insediativa che, al di l delle reali
esigenze locali e ricorrendo sistematicamente a procedure eccezionali o di deroga, consentissero loro
di assicurare il funzionamento e
lerogazione di molti servizi ai cittadini.
Linsieme di queste tendenze ha
portato molte Amministrazioni Comunali che, nellordinamento italiano e in particolare in quello lombardo, detengono le maggiori competenze urbanistiche, a intraprendere
pratiche fatte di piccole aggiunte e
interventi diffusi, affermando una
logica improntata sempre pi al breve periodo piuttosto che a una lettura pi lungimirante delle trasformazioni.
Il tema del consumo di suolo gi
stato affrontato in ambito europeo
con approcci differenti. In Germania,
ad esempio, a partire dagli anni Ottanta, il governo ha introdotto criteri
di valutazione e monitoraggio del
fenomeno, per approvare, nel 1998,
un ambizioso programma di politica
ambientale che intendeva disgiungere in modo duraturo lo sviluppo
economico dalloccupazione di suolo e poneva, per la prima volta, un
obiettivo quantitativo di riduzione
delloccupazione di suolo. Il programma, proposto dallallora Ministro per lAmbiente Angela Merkel,
ha fissato la soglia di consumo
massimo di 30 ettari al giorno, (contro una tendenza pari a 129
ha/giorno nel 2000), da attuare entro il 2020, quale tappa intermedia
per poi raggiungere la crescita zero
entro il 2050.
Questo tema stato poi affrontato
anche a livello dei singoli Lnder,
che hanno introdotto misure per il
suo contenimento attraverso politiche di defiscalizzazione degli interventi di rigenerazione urbana e di
compensazione ecologica preventiva per le nuove espansioni. In Baviera, ad esempio, nel 2003 stato
sottoscritto un accordo (noto come
patto per il risparmio delle aree)
fra governo regionale, comuni e associazioni con lobiettivo di diminuire
la quantit di aree da urbanizzare
ogni anno, obiettivo inserito anche
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Venti che segna luscita dellautostrada a Bergamo) e dallingegnere
Mario Cavall, autore di vari cinema
teatri in area milanese tra anni 30 e
anni 50.
Alleffetto finale di questarchitettura,
sospesa tra gusto neoclassico e arditezze moderne, contribuiscono le
numerose opere darte che costellano galleria, cinema e teatro: innanzitutto la statua bronzea di Apollo, opera di Leone Lodi che campeggia nel grande atrio di ingresso.
E poi i bassorilievi dellatrio,
anchessi di Lodi, le sculture della
galleria e le maniglie delle porte di
Gino Oliva, le sculture di Francesco
Messina e Pericle Fazzini, gli affreschi di Ghino Baragatti, Nicol Segota e Achille Funi. Unopera darte
totale che costituisce un eccezionale documento del gusto architettonico e artistico a Milano della fine degli anni 40, dove elementi del classicismo e della metafisica si sposano con soluzioni strutturali ed espressive tipiche dellarchitettura
moderna pi avanzata, come la
grande trave che permette di sospendere il cinema sopra latrio,
senza pilastri intermedi, o la vetrata
continua senza telaio che separa
latrio dalla galleria.
Questa straordinaria testimonianza
dellarchitettura milanese dello spettacolo, legata a particolari innovazioni come quella del cinerama (il
Manzoni fu il primo cinema in Italia
a dotarsi di questa tecnologia) e
immortalata in celebri film di Antonioni (Cronaca di un amore e La signora senza camelie, entrambi con
Lucia Bos), rischia ora di essere
snaturato da un progetto di natura
smaccatamente commerciale. La
propriet originale passata nel
2008 dellENPAM alla societ Pirelli
RE Spa, oggi Prelios Sgr, che ha
lobiettivo di trarne il massimo beneficio economico.
Oggi il teatro sotterraneo ospita
spettacoli di prosa e i prestigiosi
spettacoli jazz dellAperitivo in
Concerto, mentre il cinema chiuso dal 2006. La grande sala del cinema, che poteva contenere fino a
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Partito Democratico che non si sono
arrese alla sconfitta.
Il progetto di legge elettorale per le
europee, infatti, prevede che
lelettore possa esprimere tre preferenze e una di queste dovr essere
del genere meno rappresentato, ovvero indicare una donna.
Nel caso di voto con tre preferenze
maschili, il progetto prevede lannullamento del voto stesso, ma se
lelettore si limitasse a esprimere
solo due preferenze maschili il voto
sarebbe valido. Si tratta per di una
disposizione transitoria: le preferenze saranno due - e non pi tre - per
le elezioni del 2019 e una dovr essere di genere.
La proposta, votata a larga maggioranza nellassemblea dei senatori
Pd convocata ad hoc, ha trovato
unintesa di massima nella maggioranza che sostiene il Governo e anche in qualche partito di opposizione, quale Forza Italia. Ora bisogna
fare in fretta, con unapprovazione
da parte del Parlamento in tempo
utile per le elezioni del prossimo 25
maggio. Auguriamoci che questa
sterzata, che ci si augura solutoria
per lapprovazione della legge elettorale per le europee, possa essere
di spinta per il Parlamento per rivedere la bozza di progetto elettorale
Replica LBG
ArcipelagoMilano ospita molte opinioni diverse purch non a sostegno
di posizioni estremiste che il giornale comunque non ospiterebbe per-
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CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
rubriche@arcipelagomilano.org
Ida
di Pawel Pawlikowski [Danimarca Polonia, 2013, 80']
con Agata Trzebuchowska, Agata Trzebuchowska, Agata Kulesza, Joanna Kulig, Dawid Ogrodnik
Film austero con tante chiavi di lettura, tutte sotto la chiave della memoria come rivelazione: della storia,
della persecuzione, della ricerca individuale di s. Nella Polonia dei
primi anni 60, Anna, giovanissima
novizia entrata orfana in convento,
senza ricordi e completamente ignara delle sue origini, prima di prendere i voti cerca e ritrova lunico legame con la sua famiglia: Wanda,
donna emancipata, apparentemente
arida, ma tormentata dal suo passato di ex magistrato del regime che
ha combattuto il nazismo.
Dopo la rivelazione della prima verit, quando la giovane scopre di avere origine ebraiche e di chiamarsi
Ida, le due donne affrontano insieme un doloroso viaggio verso la conoscenza di verit scomode, sulla
loro famiglia e sulla Storia grande di
cui fanno parte, viaggio che cambier entrambe.
Anime profondamente diverse, sono
mosse dallattrazione delluna verso
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trastato, che sviluppa tutta la scala
dei grigi (valorizzando paesaggi con
cieli spenti senza sole, alberi spogli)
privilegiando tagli asimmetrici per le
inquadrature fisse, che lasciano
molto spazio intorno alle figure, e
curando molto la colonna sonora sia
negli equilibri tra silenzi e dialoghi,
MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
rubriche@arcipelagomilano.org
Uno strascico polemico
La rubrica musica della scorsa settimana, con il commento di Raffaele
Valletta alla performance di Nobuyuki Tsujii alla Filarmonica della
Scala, ha scatenato - era prevedibile - una vivacissima polemica intorno al tema dellesibizione in concerto di una persona handicappata e
tuttavia di straordinaria bravura e
intelligenza interpretativa. Ricordo,
per chi non avesse letto la rubrica,
che il giovane pianista giapponese cieco dalla nascita e con evidenti
disabilit fisiche - aveva eseguito
con grande perfezione tecnica il difficile terzo Concerto per pianoforte e
orchestra di Prokofev sotto la direzione di Valerij Gergiev e che il
pubblico, ovviamente impreparato
alla sorpresa, era rimasto ammaliato ma anche sconcertato.
Dunque mercoled scorso ArcipelagoMilano era uscito da pochi minuti
quando gi arrivava dalla California
questa mail del signor Mei-Ling L.
Liu mi fa orrore che si dica di
Mr.Tsujii che un "monstrum"! e
mi permetta di spiegare: Tsujii potrebbe apparire imbarazzante sul
palco, ma non affatto innaturale.
Ho parlato con lui di persona molte
volte. La sua abilit al pianoforte
del tutto naturale molto risoluto,
ha molti pensieri. Compone ed esegue musica per dare speranza alla
gente dopo la tragedia del terremoto. Nuota, fa escursioni, scia, parla
affettuosamente al pubblico alla fine
delle sue performance. amato nel
suo paese non solo per la musica
ma anche per la sua personalit.
Penso che gli occidentali, che non
capiscono il giapponese, spesso lo
fraintendano. Questo il motivo per
cui mi piacerebbe che avesse cercato di comunicare in inglese; finch
non sar messo in grado di esprimersi sar sempre frainteso. Mr.
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LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
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Antonio Moresco
Fiaba d'amore
Libellule Mondadori, 2014
p. 160, euro 12
Mercoled 2 aprile, ORE 20,30, il
libro verr presentato a Palazzo
Sormani, sala del Grechetto, via F.
Sforza 7, Milano, con Piersandro
Pallavicini e Marilena Poletti Pasero
a cura di Unione Lettori Italiani
Della fiaba il romanzo ha l'indeterminatezza, non si sa quando o dove
si svolga, e come nelle fiabe racconta fatti inverosimili slegati dal
principio causa effetto, e dalla fiaba
mutua la reiterazione delle situazioni che qui compaiono speculari nella
prima e nella seconda parte, fino
all'apoteosi finale, il lieto fine proprio
delle fiabe. Ma un lieto fine in un
altrove misterioso, come se l'autore
avesse dovuto cambiare passo,
cambiare mondo, perch in questo
non dato essere felici.
Manca una morale dichiarata e uno
scopo didattico come nelle fiabe
dell'ottocento, perch la radice del
narrare parte da un proposito diverso, dal profondo di un'anima inquieta, quella dell'autore, che mai ha
fatto mistero della sua difficolt del
vivere, dai tempi di un collegio vessatorio, all'onta del rifiuto, per quindici anni, di pubblicazione dei suoi
primi romanzi, come Clandestinit,
La cipolla, da parte di tutti gli editori,
ai quali dedica in seguito il saggio al
vetriolo Lettera a nessuno.
la storia di un male del vivere
senza speranza, di una rinuncia radicale alla vita nella societ, sentita
come nemica e non degna di attenzione da parte di un uomo, chiss
forse un tempo importante, che per
un giorno ha deciso di cambiare radicalmente stile di vita e diventare
un barbone. D'ora in poi un cartone
reperito alla discarica dei supermercati gli far da letto e solo una logora coperta lo riscalder dalle intem-
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
rubriche@arcipelagomilano.org
In scena
Al Teatro Franco Parenti ultimi
giorni per vedere le due nuove pro-
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Andre Ruth Shammah, Gli innamorati di Goldoni, entrambe in scena
fino al 6 aprile.
Sempre fino al 6 al Piccolo I pilastri
della societ di Ibsen, regia di Ga-
ARTE
questa rubrica a cura di Virginia Colombo
rubriche@arcipelagomilano.org
Quel provocatore di Manzoni
Ironico, irriverente, scandaloso, incompreso. Piero Manzoni questo
e molto altro. A 50 anni dalla morte
dellartista, scomparso prematuramente allet di 30 anni, Milano propone una grande retrospettiva con
pi di 100 opere per celebrare il genio di questo surrealista mancato,
che ebbe solo sette anni di attivit
artistica. Una parabola fulminante
che, dalla originaria Soncino, lo porta a legarsi a doppio filo alla Milano
di met anni 50, ponendosi a fianco
di artisti quali Lucio Fontana e il
gruppo degli spazialisti.
In mostra si potr ripercorrere il breve cammino di Manzoni, dai lavori
desordio, nella sezione dedicata
alle opere nucleari, fino alle serie
pi note. Immancabili i tre grandi
filoni tematici su cui Manzoni oper
e che sono ormai immediatamente
associati al suo nome: gli Achrome,
le Linee e la famosa Merda dartista.
In particolare degli Achrome la mostra ben nutrita: sono tanti e fatti
di materiali diversi, dai sassi al polistirolo, dalla pelle di coniglio alla
carta, dal peluche ai panini. Sono le
opere forse pi interessanti di Manzoni, in cui, attraverso la neutralit
del colore bianco, sempre prevalente, Manzoni cerca uno spazio totale.
Secondo la definizione stessa data
dallartista, sono "superfici acrome",
senza colore, aperte a infiniti significati possibili. Inizialmente fatti di
gesso, colla e caolino, gli Achrome
non sono manipolati, ma lasciati a-
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cessione. Di lavori puramente klimtiani ce ne sono una ventina. Piuttosto quella proposta da Palazzo Reale una mostra, con un allestimento
molto accattivante e suggestivo, con
opere notevoli e lavori che faranno
capire il senso di quella straordinaria rivoluzione artistica che va sotto
il nome di Art Nouveau, Art Dec o,
appunto, Secessione.
Il motivo presto spiegato. I capolavori di Klimt non sono pi assicurabili, spiega il curatore della mostra, Alfred Weidinger, che cura
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lesposizione insieme a unaltra
grande esperta klimtiana, Eva di
Stefano. I premi assicurativi sono
altissimi, le opere troppo significative perch i musei se ne possano
separare con facilit. Retrospettive
importanti a livello numerico sono
ormai rarissime. Per gli amanti dei
numeri basti ricordare che 'Il ritratto
di Adele Bloch Bauer' fu acquistato
nel 2006 da Ronald Lauder per 135
milioni di dollari, diventando uno tra
i quadri pi costosi di sempre.
Nonostante tutto le opere in mostra
sono comunque tante, un centinaio,
divise in sezioni. Si inizia con la sezione sulla famiglia Klimt, significativa perch mostra qualcosa di forse
poco noto, lorigine della vocazione
artistica del maestro. Il padre, orafo,
passa ai tre figli maschi la passione
e la pratica dellarte, che i ragazzi
portano avanti studiando presso la
Kunstgewerbeschule (scuola d'arte
e mestieri), dove si esercitano in
pittura e in svariate tecniche, il tutto
ancora seguendo uno stile storicista
ed eclettico. Particolare attenzione
stata dedicata all'opera giovanile,
alla formazione di Klimt e ai suoi
inizi come decoratore dei monumentali edifici di rappresentanza
lungo il nuovissimo Ring di Vienna.
La sezione successiva dedicata
alla Kunstler-Compagnie, la Compagnia degli Artisti che Klimt cre
con i fratelli Ernst e Georg insieme a
Matsch, e alla quale vennero affida-
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so lo stesso Diocesano, che Sozzani decise di donare anche i suoi disegni al Museo. Con delle clausole
ben precise: i disegni dovevano essere esposti tutti e tutti insieme, con
le loro cornici, e mai conservati o
esposti diversamente.
La raccolta Sozzani costituita da
disegni databili dal XV al XX secolo,
eseguiti da artisti principalmente italiani e stranieri, soprattutto francesi,
offrendo una ricca variet di fogli
riconducibili a scuole diverse, per
epoca e geografia. Tra questi, per la
sezione antica, spiccano i nomi di
Matteo Rosselli, Luca Cambiaso,
Bartolomeo Passarotti, Ludovico
Carracci, Guercino, Elisabetta Sirani, Gian Lorenzo Bernini, Carlo
Francesco Nuvolone, Francisco
Goya, e altri ancora.
Cospicuo anche il nucleo di disegni attribuiti a maestri dellOttocento
francese e dellImpressionismo,
come Jacques Louis David, JeanAuguste-Dominique Ingres, Camille
Corot, Eugne Delacroix, Thodore
Gericault, Gustave Courbet, douard Manet, Auguste Rodin, E-
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sa scuola, Kandinsky decide di recarsi a Parigi, sua ultima meta e citt allora pervasa dalle grandi novit
del cubismo e del surrealismo, corrente questultima, che influenzer
fortemente gli ultimi lavori dellartista.
Figure biomorfe sembrano galleggiare leggere e impalpabili su cieli
blu, diagonali di colore, griglie e colori pastello. Il cielo e la luce tanto
amata della ville lumiere lasceranno
unultima suggestione nelle grandi
composizioni cos come nei piccoli
dipinti su cartone che Kandinsky
cre durante la Guerra.
In mostra sono presenti alcune delle
opere pi significative dellartista,
quelle che tenne per s costantemente appese in casa o che don
allamata moglie Nina, e che danno
quindi il resoconto esatto di unarte
che si rivelata fondamentale anche per i pittori moderni. Molto dovettero a Kandinsky Pollock e i suoi
irascibili, cos come, larte astratta
e lInformale ebbero un debito enorme nei confronti di questuomo
che ebbe il coraggio di dire che le
forme e i colori sono fondamentali,
spirituali, e che la pittura deve trasmettere lessenza pi profonda di
chi la crea e di chi la guarda.
Kandinsky: la collezione del Centre Pompidou fino al 4 maggio
2014 Orari: luned:14.30 - 19.30 dal
marted alla domenica: 9.30 - 19.30
gioved e sabato: 9.30 - 22.30 Biglietti: intero 11,5, ridotto 9,5
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C anche il Cerano con uno dei
Quadroni dedicati a San Carlo,
compagno di quelli pi famosi esposti in Duomo; c un Tintoretto ritrovato in fortunate circostanze, durante la Seconda Guerra mondiale, nella sagrestia del Duomo. Attraverso
un percorso obbligato fatto di nicchie, aperture improvvise e sculture
che sembrano indicare la via, passando per aperture ad arco su pareti in mattoni a vista, si potr gustare
il Paliotto di San Carlo, pregevole
paramento liturgico del 1610; gli Arazzi Gongaza di manifattura fiam-
GALLERY
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GIULIO IACCHETTI: LINIZIATIVA EXPO DI TUTTI
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