Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
org
www.arcipelagomilano.org
Non passa minuto che dal presidente del consiglio, magari in viaggio in
Corea, fino allultimo politico e fino
allultimo personaggio che abbia un
minimo di visibilit, non si inciti a
portare a termine Expo nei tempi
previsti, costi quello che costi. Sala
ci ricorda che sono stati venduti 2
milioni di biglietti e che nessuno pu
immaginare di restituirli con tante
scuse.
Va bene, rasseganti ma non entusiasti questa anche la mostra posizione, andiamo avanti senza esitazioni ma una cosa almeno ci sia a
risarcimento di chi soffre per questo
deficit di legalit. Si parla molto, e
lha fatto anche Gianfelice Rocca, di
dopo Expo e di lasciti dellesposizione: rilancio dellecono-mia, occasione per mettere lItalia sotto i
riflettori del mondo, ricadute sul territorio e cos elencando. Il lascito
migliore sar, fin che la piaga aperta, rimettere mano a tutta la legislazione che presiede alla spesa del
denaro pubblico, ma che non passi
attraverso la burocrazia ministeriale,
la stessa che ci ha regalato quella
vigente. Non ci piace, non ci fidiamo
perch a lei dobbiamo la base giuridica che ha permesso la maggior
parte degli scandali che trascinano il
nostro paese al fondo delle classifiche di legalit. Non stata incompetenza o leggerezza. A questo faticoso compito (una sorta di rifondazione legislativa) Gianfelice Rocca
dovrebbe impegnare la categoria
che rappresenta, prima di ogni altra
iniziativa.
n. 22 VI - 11 giugno 2014
www.arcipelagomilano.org
n. 22 VI - 11 giugno 2014
www.arcipelagomilano.org
le, il senso della legalit pi diffuso,
esso meno vistoso. In Italia
drammatico, uno degli aspetti pi
evidenti della decadenza del paese.
Decadenza anche culturale nel senso spicciolo della parola, giacch
accanto
alla
farraginosit,
allassenza di obiettivi chiari, agli
orpelli che nascondono il vuoto, si
accompagna sempre pi, nelle leggi, una mancanza di rispetto per le
regole della lingua italiana. Ci moltiplica le interpretazioni, provoca
somma incertezza sul diritto, rende
impossibile calcolare i rischi, creando zone grigie in cui lecito e illecito
si confondono: in breve, tradisce le
finalit primigenie della legislazione.
La legge in Italia una variabile impazzita, tanto pi che allincertezza
sui suoi contenuti si associa quella
dovuta ai tempi incalcolabili della
sua applicazione, specie in sede
giurisdizionale.
Naturalmente si elaborano anticorpi
per uscire da questo ginepraio. Molto diritto che conta quello dei
contratti cosidetti transnazionali
si produce in forme scritte, ma negoziate dai protagonisti stessi, con
previo calcolo dei rischi e delle misure di contenimento: quella che
si usa chiamare lex mercatoria. Ma
si tratta di fenomeni tanto importanti
in valori assoluti, quanto marginali in
rapporto alla gran massa delle relazioni sociali, regolate per legge. Ov-
n. 22 VI - 11 giugno 2014
le economie. I fenomeni di mondializzazione e di crescita urbana hanno generato una nuova condizione
della citt e del suo tradizionale ruolo di liberazione, lesplosione
dellurbanizzato ha trasformando i
territori in spazi indifferenti e relativamente omologati. La crisi economica strutturale della maggior parte
delle economie avanzate ha reso
pi evidente il limite delle risorse e
dei bisogni e conseguentemente, la
crisi di senso dei termini crescita e
sviluppo.
Nella nostra piccola terra, l"arancia
azzurra rugosetta" - secondo la bella definizione di G. Bateson - due
fenomeni cambiano radicalmente le
condizioni: per la prima volta nella
storia la popolazione che vive nelle
citt superiore alle popolazioni
che vivono nelle campagne e le
nuove metropoli con popolazione
milionaria sono per lo pi localizzate
nei paesi poveri, con rilevanti fenomeni di concentrazione umana in
condizioni nuovamente precarie,
www.arcipelagomilano.org
come lo furono nella prima rivoluzione industriale ma in dimensioni di
gran lunga superiori. La nuova metropoli concentra in s il massimo
dellinnovazione e contemporaneamente della povert e spazialmente
definisce la citt dei ricchi e la citt
dei poveri.
La nuova questione urbana diventa ineludibile - sempre pi evidente il ruolo attivo delle citt nella formazione di politiche a azioni, capaci
di reagire alla crisi economica e agire come luogo di maggior intensit
delle relazioni e in grado di produrre
innovativi e sperimentali modelli di
sviluppo.
Molti processi di rigenerazione urbana in relazione alla rigenerazione
delle economie sono stati innescati
in molte citt e regioni europee,
mentre il nostro paese tuttora
immobile, nonostante siano rilevabili
intense attivit metropolitane che
attraversano quotidianamente i nostri territori. Gli abitanti dellarea metropolitana milanese si comportano
gi ora da abitanti di una citt metropolitana, pagandone contemporaneamente la mancanza di Istituzioni, servizi utili allintegrazione territoriale e impianti urbani dotati di
qualit civile.
Per sintesi dello scritto mi sento costretto a superare dun balzo il tema
della dimensione della citt metropolitana, anche se questo non un
tema neutrale e indifferente alla sostanza dei temi da trattare. Dal punto di vista sostanziale la citt metropolitana assume una dimensione in
relazione al punto di vista con cui si
costituisce lo sguardo. I temi economici hanno una dimensione differente rispetto al tema dei servizi ed
anche a quelli dellambiente. Mentre
dal punto di vista istituzionale la dimensione che viene assunta sembra quella dellattuale Provincia. La
questione dimensionale e la necessaria multiscalarit delle politiche
sar un tema approcciabile solo in
relazione ai reali poteri, risorse e
competenze che la Citt Metropolitana potr assumere.
Tornare dopo 24 anni a trattare la
Citt Metropolitana senza un pubblico dibattito appare complicato,
per ogni pensiero sembra continuamente necessario trovare elementi fondativi a sostenere i pensieri stessi.
Agire metropolitano - I fenomeni da
leggere in maniera metropolitana
riguardano i modi di abitare il territorio gi praticati con difficolt crescenti da parte delle popolazioni milanesi. Questi fenomeni di territoria-
n. 22 VI - 11 giugno 2014
zioni di capitale privato - dove ancora non sia presente - uno dei punti
rilevanti nella formazione della Citt
Metropolitana. Se da una parte i referendum
sul
mantenimento
dellacqua pubblica un elemento
di certezza e indirizzo, per molte
altre aziende partecipate sono in
corso vendite di pacchetti azionari.
Quindi un nuovo assetto dei servizi
e della loro gestione sar un aspetto
non solo tecnicistico ma di grande
interesse pubblico e collettivo non
eludibile.
Altra questione dellagenda e che
gi ora produce pratiche della dimensione metropolitana riguarda
lambiente, i parchi, i fiumi, le reti
ecologiche e le attivit di produzione
agricola. La dimensione territoriale
connaturata e gi ampiamente praticata con la formazione di parchi
regionali e locali di interesse sovralocale, con lintroduzione negli strumenti urbanistici delle reti ecologiche intese come infrastruttura territoriale, con una rinnovata attenzione allagricoltura interpretata come
componente ambientale, presidio
territoriale e produzione alimentare
essenziale. La questione ambientale uno degli elementi che ha generato e pu costituire unutile piattaforma di dialogo istituzionale tra le
diverse amministrazioni.
Infine il tema della mobilit delle
persone e delle merci porta con s,
contemporaneamente, la dimensione tecnicistica dellorganizzazione
territoriale delle reti del trasporto
pubblico e della mobilit privata e
permette di trattare concretamente
la possibilit e il modo di agire e poter fruire della dimensione metropolitana. La mobilit diventa cos una
politica di reale integrazione territoriale e sociale. Il bilanciamento
dellofferta di mobilit tra trasporto
pubblico di massa e pendolare con
quello delle grandi distanze ad alta
velocit, piuttosto che tra reti autostradali e potenziamenti delle reti
locali, definisce scelte che superano
il tema della scarsit di risorse in
tempi di crisi, costituendo una vera
e propria politica sociale.
La Citt Metropolitana dovrebbe essere una costruzione continua e in
divenire, nasce dal nuovo ruolo della forma metropoli ma non pu che
fondarsi sul riconoscimento delle
citt e delle popolazioni che la compongono. Per questo il coinvolgimento sociale non pu essere un
formalismo rituale ma un atto sostanziale costituente.
www.arcipelagomilano.org
n. 22 VI - 11 giugno 2014
www.arcipelagomilano.org
scena come le chiese rivisitate grazie alle sonate di Bach, un pellegrinaggio musicale durato un decennio
che la Societ del Quartetto ha percorso per i quartieri di Milano, come
ci racconta Paolo Viola nella rubrica
Musica di oggi.
Tutto ci avviene per lo pi negli
spazi pubblici della citt, quegli
stessi
che
ne
costituiscono
larmatura portante: La citt esiste
in quanto sistema di luoghi ed la
qualit dei luoghi, e il loro costituirsi
come spina dorsale dei tessuti insediativi, a fare la qualit delle citt,
ancora Consonni. I luoghi urbani
sono per eccellenza i luoghi del vivere condiviso, luoghi sicuri in quanto presidiati naturalmente, quotidianamente dagli abitanti della citt.
La contemporaneit ha spezzato il
legame tra le comunit e il territorio:
la citt non pi una federazione di
comunit, i legami comunitari su
base locale non ci sono pi. Oggi
luomo metropolitano pu avere la
possibilit di far parte di pi comunit, ma queste sono per lo pi svincolate da un luogo, da un territorio.
Eppure credo che la scommessa sia
proprio quella di capire quanto lo
straordinario
possa
fecondare
lordinario, la citt festiva quella feriale, quanto gli eventi contribuisca-
n. 22 VI - 11 giugno 2014
www.arcipelagomilano.org
pro-capite di rifiuti urbani particolarmente elevati e nel 2011 c una
contrazione della produzione di rifiuti sia in Provincia sia in Regione.
Guardiamo ancora pi in l: ogni
giorno finiscono nelle discariche italiane 4 mila tonnellate di alimenti
acquistati e non consumati. Il 15%
del pane e della pasta, il 18% della
carne e il 12% della verdura e della
frutta. Ognuno in un anno butta circa 27 Kg di cibo commestibile, pi
di 500 euro di spesa. I supermercati
eliminano circa 170 tonnellate
allanno di cibo perfettamente consumabile: alimenti ancora sigillati
che sono stati ritirati dagli espositori
perch dopo due giorni scadono, o
perch la confezione ha dei difetti
nel marchio o nelletichetta, perch
non pi di moda, o ancora perch
lalimento esteticamente troppo
maturo, come le banane con la buccia a macchie marrone.
Il cibo ancora buono da mangiare
che diventa rifiuto per i supermercati
e per noi consumatori , per, solo
lultimo dei passaggi: il cibo di scarto nasce gi mentre viene prodotto,
poich il margine di guadagno sarebbe troppo basso cos non viene
raccolto. Circa il 15% dellintero raccolto di zucchine diventa rifiuto. Un
altro 10-15% viene scartato per
questioni estetiche: arriviamo cos al
30% del cibo prodotto che diventa
scarto. Con ci che scartano la
grande distribuzione e i consumatori
finali si raggiungono 6 milioni di tonnellate di alimenti scartati ogni anno
in Italia. Basterebbero a sfamare tre
milioni di persone. Guardiamo anco-
n. 22 VI - 11 giugno 2014
www.arcipelagomilano.org
che mese) food blogger? Verr analizzata la Merda dartista di Piero
Manzoni per scoprire come fosse la
sua alimentazione? Durante lExpo,
Macao occuper lEsselunga?
Il Papa, ospite attesissimo, si sporcher il vestito bianco con una salsa
thai?
LExpo del 1906, si svolse in piena
Belle Epoque e lasci alla citt di
Milano lacquario liberty: cosa lascer lExpo 2015 che si svolger in
piena crisi? Dopo lExpo, a Milano,
nascer il cibo di strada? Quanti milanesi sostituiranno le begonie con
le melanzane e si faranno un orto
sul balcone? E quanti prenderanno
n. 22 VI - 11 giugno 2014
Al capoverso 11 della stessa relazione il Consiglio rileva la sostanziale asimmetria di funzionamento fra i
vari livelli di governo dellItalia e i
criteri comunitari. Questi ultimi propongono sistemi di relazioni circolari, che funzionano per feedback, organizzati obbligatoriamente per piattaforme multisettoriali, mentre i nostri livelli di governo sono monofunzionali, con scarsa attitudine al coordinamento e una ripartizione poco
efficiente delle competenze. Questo
assetto rende problematici, oltre che
il funzionamento della nostra Pubblica Amministrazione, la gestione
dei fondi UE, il cui utilizzo stato
parziale e incompleto, soprattutto
nelle regioni meridionali. Nella gestione dei fondi UE il Consiglio denuncia l'inadeguatezza della capacit amministrativa e la mancanza di
trasparenza, valutazione e controllo
della qualit.
Anche nellorganizzazione della
pubblica amministrazione, come per
la scuola, il centro della questione
il cambiamento nella gestione delle
risorse umane, nella ricerca di una
maggiore efficienza e di un pi forte
orientamento al servizio.
Il risultato della mancata azione sulle risorse umane la corruzione,
che continua a incidere pesantemente sul sistema produttivo
dellItalia, sulla fiducia nella politica
e nelle istituzioni (e sul portafoglio
dei contribuenti).
Al capoverso 16 il Consiglio rileva
carenze importanti nel rinnovo infrastrutturale: nella produzione di energia, nellintermodalit, nella rete
di telecomunicazioni.
Lanalisi del Consiglio importante
perch ricorda che il motore dello
sviluppo la crescita delle risorse
umane, che deve tradursi in innova-
www.arcipelagomilano.org
zione organizzativa pubblica, capace di leadership rispetto ai processi
innovativi, economici e sociali.
Il parere finale solleva molte perplessit, perch la centralit alle risorse umane trova un debole riscontro nelle indicazioni operative,
orientate alla priorit dellequilibrio
di breve momento del bilancio, lasciando completamente inevasa la
questione della gestione dei processi innovativi.
n. 22 VI - 11 giugno 2014
10
www.arcipelagomilano.org
n. 22 VI - 11 giugno 2014
Nessuno ricorda, oggi, quale scandalo politico-finanziario fu la sua realizzazione: le furibonde polemiche,
le opinioni contrastanti sullabbattimento di un enorme quartiere storico nel cuore della citt, il cantiere
talmente lungo che lintero complesso fu inaugurato tre volte, il progettista che narra la leggenda
addirittura si suicid per la delusio-
11
www.arcipelagomilano.org
ne delle critiche ricevute (non dimostrato, ma la dice lunga su come
venne percepito allepoca il cantiere), la volumetria segretamente gonfiata per permettere il rientro dei capitali investiti, le tangenti passate
sottobanco allallora sindaco di Milano, i tracolli finanziari.
Niente, nessuno ricorda nulla. Oggi
la ammiriamo tutti, ci appartiene.
Non ostante gli scandali, le ruberie,
il malaffare, cos radicato nel nostro
agire quotidiano, gi allepoca.
(Quindi oggi perfettamente inutile
dare, falsamente nostalgici, la colpa
a una perdita della millantata antica
rettitudine cittadina e alla corruzione
avvenuta negli ultimi decenni del
puro animo meneghino: siamo
sempre stati cos. Prima della globalizzazione, prima della ndrangheta, prima del fascismo. Coerentemente italiani).
Se dovessi raccogliere tutte le cose
che ho detto e scritto su Expo in
questi anni, fra giornali, conferenze,
blog, racconti, romanzi, potrei tranquillamente farne un tomo ben sostanzioso. Inizio ad averne la nausea. Passare oggi allincasso, affermare con superbia che ve
lavevo detto che andava a finire
cos davvero non mi interessa. Si
critica per costruire, non per distruggere. Il tanto peggio tanto meglio la filosofia che ha affossato e
immobilizzato il nostro Paese. Tanto peggio, per me, e resta sempre tanto peggio. Bisogna trovare
una strategia duscita dallempasse,
non godere del rogo, cetra in mano,
dallalto di non si sa quale colle.
Anche perch se vero che le cose
sono andate cos come avevo a suo
tempo scritto, non perch io sia
pi lungimirante daltri. Sono andate
cos perch sono sempre andate
cos. Purtroppo. Gli intellettuali in
Italia sono un popolo di sbertucciate
voci nel deserto. Alcuni di questi, di
contro, amano mostrare la schiena
dritta, fanno vanto della loro integerrima alterigia e peggio vanno le cose e pi credono di stagliarsi sulle
macerie come divinit iperuranee. Io
sono di quelli che nelle macerie invece ci sta, ci resta. Cerca, fino
allultimo, finch le forze reggono, di
sgombrare il pattume, dare spazio
alle cose, dare loro una nuova opportunit.
In questi anni per me Expo stata
una scatola magica, un cappello da
prestigiatore, dove ognuno metteva
dentro ed estraeva limpensabile.
Su tutto stata la cartina di tornasole per comprendere dove finiva
larea metropolitana di Milano. Ovunque andassi chiedevo di Expo,
minformavo se qualcuno si stesse
muovendo con iniziative, convegni,
n. 22 VI - 11 giugno 2014
12
www.arcipelagomilano.org
di altre realt precedenti, non si tiene fuori dal mondo, in chiss quale
estrema periferia. nel cuore della
metropoli,
in
unarea
iperantropizzata, con una densit abitativa spaventosa, affianco a un polo
fieristico immenso. al centro della
nuova citt policentrica. Riprogettare Expo dopo lExpo non significa,
come purtroppo ho gi visto in molte
esercitazioni del Politecnico, marcare il confine dellarea e ridisegnarci
dentro, semmai capire come abbattere il confine, creare relazioni col
territorio, rendere Expo una centralit forte, sensibile, pena la trasformazione in una gate community,
ghetto per ricchi, bolla spaziotemporale estranea alla metropoli. Tutto
sta, insisto, nella nostra capacit di
affezionarci o meno a quel luogo.
Se aspetteremo piegati come giunchi che passi la buriana, se resteremo indifferenti allevento, pi facile sar che chi ha scommesso sulla
riconversione lucrativa dellarea non
trovi opposizione alcuna.
un atto di realismo quello che
chiedo. Non si tratta semplicemente
dessere pro o contro, con questa
logica calcistica che vuole a tutti costi identificare lamico dal nemico.
La potenza dellimmaginario fa cose
inenarrabili. Pensare che le sorti future della metropoli milanese passino tutte da Expo fanta-urbanistica,
se si considera che in una posizione
privilegiata, qual Porta Nuova, in
contratto dAmministratore Delegato. O ce lhai o non ce lhai). Stimolando eventi paralleli, quasi costruendo sopra le macerie morali
come nel medioevo si faceva sui
ruderi imperiali, rinarrando il territorio della metropoli fuori dai suoi soliti
luoghi deputati (quindi chi se ne frega di demenziali progetti di ascensori sul Duomo: abbiamo gi quelli
dei grattacieli vecchi e nuovi, ideiamo un progetto di trilaterazione di
punti di vista aerei), coinvolgendo
scuole di ogni ordine e grado, la cittadinanza tutta, stimolando idee innovative a oggi ancora impensate.
Accogliendo tutti, dimostrando davvero dessere una citt internazionale. Cambiando modalit e abitudini,
attraversando il territorio urbano per
conoscerlo e farlo conoscere, arrivando ad Expo in bicicletta, a piedi,
in metropolitana. Vivendo Expo come una festa che vogliamo regalarci
dopo anni di depressione defatigante.
Prendiamocela non ostante tutto.
Che diventi, fra 50 anni, un posto
dove i nuovi viaggiatori, fermandosi,
facciano chiss quale puerile rituale
che dobbiamo ancora inventare - e
che inventeremo di certo - perch
nelle guide turistiche ci sar scritto
che se sosti a Milano non puoi fare
a meno di passare di l. In un tipico,
tradizionale, identitario luogo della
milanesit.
n. 22 VI - 11 giugno 2014
nuovi musei hanno iniziato a scrivere storie tematiche raccogliendo reperti, ordinandoli, costruendo i perch la dove esistevano solo opere
in molti casi nemmeno catalogate.
Negli anni 70 una nuova rivoluzione
sociale e culturale ha aperto altre
strade alla museologia e alla museografia. Il tema della flessibilit dello
spazio, avviata dagli stessi grandi
maestri, stata sperimentata dalla
loro scuola e portata avanti dai museografi che erano stati loro allievi.
Se noi analizziamo i due momenti
troveremo che luno conseguenza
dellaltro e che il pensiero delluno
non contraddetto da quello
dellaltro. Faccio parte di coloro che
credono che i musei conclusi vadano protetti e non trasformati, forzati
con una flessibilit che non hanno e
che non possono avere.
E il caso della Piet, il caso del
piano terreno del Castello Sforzesco
che sta perdendo la sua identit con
13
www.arcipelagomilano.org
la modifica della Sala delle Asse, le
aggiunte di nuove opere e il trasferimento di altre. Jacopo Gardella,
Amedeo Bellini, io stesso e molti
altri da tempo abbiamo cercato di
documentare il nostro punto di vista
perch temiamo lirreparabile.
Una soluzione alternativa ci deve
essere e forse c se qualcuno vorr
CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
rubriche@arcipelagomilano.org
Locke
di Steven Knight [GB, 2013, 85']
con Tom Hardy
Unora e venticinque minuti di film
per raccontare in tempo reale unora
e venticinque minuti decisivi nella
vita di un uomo. Il film si apre con
una larga panoramica notturna sul
cantiere di una grande area in costruzione, per poi racchiudere tutta
la storia nellabitacolo di un auto,
mentre il capocantiere Ivan Locke,
guida verso Londra per fare la cosa
giusta che manda in pezzi la sua
vita familiare e professionale.
Nello spazio di un centinaio di miglia, attraverso una manciata di telefonate e un paio di monologhiinvettiva, Locke racconta e disegna
il contesto della scelta difficile un
uomo solo davanti alle sue responsabilit.
Nel viaggio si sciolgono le certezze
di una vita di affetti e lavoro. Gli affetti in demolizione sono largilla che
si sgretola: da una parte la moglie,
compagna di sempre, e i figli,
dallaltra una donna quasi sconosciuta, che lo attende in sala parto a
Londra dove sta per dare alla luce
suo figlio, frutto di una notte
damore casuale .
Il lavoro la colata di cemento che,
solo se ben fatta, garantir fondamenta solide. Per assicurare che
tutto andr come deve, Ivan Locke
si confronta al telefono con due interlocutori: il responsabile locale
dellimpresa di costruzioni, registrato nel telefono come Bastard, e il
MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
rubriche@arcipelagomilano.org
La grande festa del Quartetto
Il 29 giugno del 1864 alle ore 2 nella
basilica di Santa Maria della Pas-
n. 22 VI - 11 giugno 2014
14
www.arcipelagomilano.org
opera 1 di Mozart, Quartetto opera
2 di Mendelssohn, Settimino opera
20 di Beethoven e Sonata per pianoforte opera 31 n. 2 ancora di Beethoven. Esecutori i signori Bassi,
Andelmann, Santelli, Truffi, Montignani, Negri, Torriani e Mariani.
Detto cos, non fosse che per lora
insolita (quelle ore 2 che suppongo siano state le ore 14), sembrerebbe una notizia di poco conto; invece stato linizio di una formidabile rivoluzione culturale, tanto rivoluzionaria che persino Giuseppe Verdi
- che le rivoluzioni non le aveva certo in disistima - si dice non labbia
vista di buon occhio.
LItalia aveva avuto un ruolo fondamentale nella nascita e nella crescita della musica cosiddetta alta,
soprattutto nel sei e nel settecento e
non solo a Napoli, a Venezia, a Bologna o a Roma, ma anche a Milano
dove - come tutti sanno - veniva volentieri Mozart a suonare e a far conoscere la sua musica; ma con
lesplosione della grande opera lirica, appunto verso la fine del settecento e i primi dellottocento, lItalia
aveva sostanzialmente voltato le
spalle alla musica da camera e sinfonica privilegiando quasi esclusivamente il teatro e quel bel canto
che la rese nuovamente celebre nel
mondo.
La musica da camera, come quella
sinfonica, aveva scelto come terre
delezione lAustria e la Germania, e
da l era presto dilagata in tutta Europa a nord delle Alpi, mentre dalle
nostre parti allignava assai poco.
Per questo in quellestate di centocinquantanni fa pensare a una Societ di concerti dedita esclusivamente alla musica da camera (pur
prevedendo qualche escursione nella sinfonica), e in particolar modo
allesecuzione di quartetti, era una
sfida rivoluzionaria, voleva dire andare controcorrente e mettersi contro lintero establishment musicale
della citt - si pensi anche solo alla
Scala - per portare a Milano musiche e musicisti stranieri, in gran parte contemporanei, per lo pi scono-
sciuti. Tanto per dare unidea, a Milano prima di allora non era stata
mai eseguita la Nona sinfonia di
Beethoven, e Bach - bench i giovani e vecchi pianisti si esercitassero sul suo Clavicembalo ben temperato - era praticamente disconosciuto come compositore.
Ebbene la Societ del Quartetto
non solo da allora non ha mai mollato la presa ma, anno dopo anno e
per ben centocinquantanni, ha fatto
conoscere ai milanesi lo straordinario repertorio della musica da camera, e ancora oggi uno dei pilastri
della cultura musicale cittadina. Nei
suoi programmi sono comparsi i pi
grandi ensemble e solisti del mondo
e grazie ad essa Milano entrata a
far parte del ristretto cerchio delle
capitali mondiali della musica affrancandosi
dal
monopolio
dellopera lirica.
Questa lunga premessa mi parsa
necessaria per segnalare ai lettori di
ArcipelagoMilano che per celebrare
lanniversario del primo esperimento, giusto domenica 29 giugno, al
Conservatorio
di
Milano
e
nelladiacente Basilica della Passione vi sar una serie di eventi musicali a porte aperte che culmineranno con un grandioso concerto
del Trio di Parma e del Quartetto di
Cremona, con Andrea Lucchesini
(pianoforte), Enrico Bronzi (violoncello) e Giuseppe Russo Rossi (viola). Una vera Festa musicale, come
a Milano non se ne vedeva da anni.
Ma anche per segnalare il volume
commemorativo La musica borghese, Milano e la Societ del
Quartetto (313 pagine, edizione
Archinto, 25 euro) magistralmente
curato da Oreste Bossini, che racconta la storia della Societ e contiene una grande quantit di notizie,
interviste, commenti e documenti.
Leggere la storia di questa avventura lunga un secolo e mezzo un po
come leggere la storia di Milano o
pi precisamene - come dice il titolo
- la storia della borghesia milanese,
quella che una volta era la migliore,
la pi colta, quella che tutti i marted
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
rubriche@arcipelagomilano.org
Nicoletta Mondadori
Donne che sanno ballare e altre storie
Milano, Giampiero Casagrande, 2014
pp.174, euro14
Il libro verr, presentato mercoled
11 giugno, ore 18,15 a Palazzo
Sormani, Sala del Grechetto, via F.
n. 22 VI - 11 giugno 2014
15
www.arcipelagomilano.org
"Che cosa vuole la donna moderna?
Diventare ragione senza perdere il
sentimento, diventare diritto senza
perdere il dovere, diventare lavoro
senza perdere la poesia. Ecco perch la mentalit a cui aspirano le
donne contemporanee uno dei
grandi segni precursori dei tempi
nuovi, una delle pi grandi potenze
dell'avvenire". Cos era scritto su
"La donna" il supplemento di La
Stampa di Torino nel 1909. La
Grande Guerra diede sostanza a
queste aspirazioni di potenza delle
donne, rendendole titolari di mansioni prettamente maschili, in assenza degli uomini validi, tutti impegnati al fronte. Una mobilitazione
universale mai cos massiccia nella
storia dell'Occidente, sia degli uomini che delle donne.
E cos le donne diventano imprenditrici in attivit deprivate dei titolari,
guidatrici di mezzi pubblici, operaie
in fabbriche di guerra, pompiere,
giornaliste, intellettuali, critiche, inviate al fronte, politiche, vibranti
conferenziere pacifiste, crocerossine diplomate e parificate a un ordine militare, in prima linea negli ospedali di guerra, maestre di scuola
e di vita, teoriche di un insegnamento laico basato sulla psicologia e
l'antropologia.
La guerra diventa dunque per le
donne la grande occasione di emancipazione sociale, attraverso la
loro presenza attiva alla vita di una
societ senza uomini, una sorta di
enorme gineceo, che pone una pietra miliare verso l'acquisizione di
diritti civili, come la parit di salari e
di ore di lavoro, di istruzione,di rappresentanza in Parlamento, grazie
al diritto al voto. E nonostante il loro
immenso impegno e i crediti acquisiti, bisogner arrivare il 1946 prima
che le posizioni da loro conquistate
sul campo si realizzino, schiacciate
durante il fascismo da un maschilismo inscalfibile.
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
rubriche@arcipelagomilano.org
La Scala si tinge di rock: Pink Floyd Ballet
Fino al 20 giugno sul palco del Teatro alla Scala andr in scena la Serata Petit con due pezzi del grande
coreografo francese: Le Jeune
homme et la mort (di cui si gi
parlato nel n del 21 maggio) e Pink
Floyd Ballet.
La figlia di Roland Petit nel 1972
diede e al padre il disco Les Pink
Floyd chiedendone un balletto.
Proprio in quellanno, in occasione
dellinaugurazione del neonato Baln. 22 VI - 11 giugno 2014
16
www.arcipelagomilano.org
Le tracce alternano danze di
ensemble, pas de deux e assoli.
Grande rivelazione di questa stagione Christian Fagetti che balla
la traccia n 2 Obscured by Coulds
ARTE
questa rubrica a cura di Virginia Colombo
rubriche@arcipelagomilano.org
Il design al tempo della crisi
Se il caldo impazza e si ha voglia di
vedere qualcosa di alternativo e diverso dalle solite mostre, ecco che
la Triennale di Milano offre tante valide opportunit. Ricco come sempre il ventaglio delle mostre temporanee di architettura, ma interessante ancor di pi il nuovo allestimento del TDM, il Triennale Design Museum, giunto alla sua settima edizione.
Dopo La sindrome dellinfluenza,
tema delanno scorso, per la nuova
versione ci si concentrati su temi
quanto mai cruciali, che hanno a
che fare molto e soprattutto con gli
ultimi anni: Autarchia, austerit, autoproduzione sono le parole chiave
che fanno da titolo e da fondo
alledizione di questanno. Un racconto concentrato sul tema dell'autosufficienza produttiva, declinato e
affrontato in modo diverso in tre periodi storici cruciali: gli anni trenta,
gli anni settanta e gli anni zero. La
crisi ai giorni nostri, insomma.
Sotto la direzione di Silvana Annichiarico, con la curatela scientifica
di Beppe Finessi, lidea alla base
che il progettare negli anni delle crisi economiche sia una condizione
particolarmente favorevole allo stimolo della creativit progettuale: da
sempre condizioni difficili stimolano
lingegno, e se questo vero nelle
piccole cose, evidente ancor di pi
parlando del design made in Italy.
In mezzo, un racconto fatto di corridoi, box e vetrine, che mette in scena i diversi protagonisti che, dagli
anni trenta a oggi, hanno saputo
sperimentare in modo libero creando nuovi linguaggi e nuove modalit
di produrre. Uno fra tutti Enzo Mari
con la sua semplice e disarmante
autoprogettazione.
Il percorso si arricchisce anche di
momenti dedicati ai diversi materiali, alle diverse aree regionali, alle
varie tecniche o citt che hanno dato vita a opere irripetibili, quasi uniche, come recitano i pannelli esplicativi.
Anche lallestimento segue il concept di base: sono stati scelti infatti
materiali che rievocano il lavoro artigianale e autoprodotto: il metallo e
lOSB (materiale composito di pezzi
di legno di pioppo del Monferrato).
Dopo aver risposto alla domanda
Che Cosa il Design Italiano? con
Le Sette Ossessioni del Design Italiano, Serie Fuori Serie, Quali cose
siamo, Le fabbriche dei sogni,
TDM5: grafica italiana e Design, La
sindrome dellinfluenza, arriviamo a
scoprire come il design si salva al
tempo della crisi.
Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerit, autoproduzione
Triennale Design Museum, Orari:
Martedi - Domenica 10.30 - 20.30
Gioved 10.30 - 23.00 Biglietti: 8,00
euro intero, 6,50 euro ridotto
Leonardo Icon
Leonardo Da Vinci ancora una volta
protagonista di Milano. Si inaugurata ieri sera la scultura intitolata
Leonardo Icon, opera ispirata al
genio di Leonardo e appositamente
disegnata dallarchitetto Daniel Libeskind per valorizzare la piazza
Pio XI recentemente pedonalizzata.
Leonardo continua quindi a dialogare, con un rapporto lungo decenni,
con la Biblioteca e la Pinacoteca
Ambrosiana che sorgono sulla piazza, scrigni darte contenenti tra
laltro il famoso Ritratto di Musico e
n. 22 VI - 11 giugno 2014
17
www.arcipelagomilano.org
ora un gioiello pedonale che vogliamo sia conosciuto da sempre
pi milanesi e turisti, ha dichiarato
lassessore alla Mobilit Pierfrancesco Maran. Per questo larrivo
Munari politecnico
Il genio di Bruno Munari ha spaziato
in diversi campi: dalla grafica
alleditoria, dalla pedagogia al design, passando per larte pi pura.
La mostra Munari politecnico, allestita nello spazio mostre del Museo
del 900, propone un percorso affa-
n. 22 VI - 11 giugno 2014
18
www.arcipelagomilano.org
zione allestita nel 1996 nelle sale
della Fondazione stessa, rileggendone per la collezione e aprendola
a un dialogo con una generazione di
artisti, presenti in mostra, che con
Munari hanno avuto un rapporto
dialettico.
La mostra divisa in sezioni, attraverso le quali appaiono gli orientamenti artistici di Munari attraverso il
disegno e il collage, con un modo di
intendere larte vicino alle pratiche
delle avanguardie storiche; ma dalle
quali emerge anche il suo rapporto
con la ricerca scientifica, come supporto di intuizioni plastiche e meccaniche; per arrivare poi alla produzione artistica vera e propria.
Soprattutto queste opere vivono di
corrispondenze e influenze, citate
da Munari nei suoi libri quali quelle
di Mary Vieira e Victor Vasarely; ma
in mostra ci sono anche pezzi di artisti che hanno esposto e condiviso
n. 22 VI - 11 giugno 2014
19
www.arcipelagomilano.org
le una mostra, con un allestimento
molto accattivante e suggestivo, con
opere notevoli e lavori che faranno
capire il senso di quella straordinaria rivoluzione artistica che va sotto
il nome di Art Nouveau, Art Dec o,
appunto, Secessione.
Il motivo presto spiegato. I capolavori di Klimt non sono pi assicurabili, spiega il curatore della mostra, Alfred Weidinger, che cura
lesposizione insieme a unaltra
grande esperta klimtiana, Eva di
Stefano. I premi assicurativi sono
altissimi, le opere troppo significative perch i musei se ne possano
separare con facilit. Retrospettive
importanti a livello numerico sono
ormai rarissime. Per gli amanti dei
numeri basti ricordare che 'Il ritratto
di Adele Bloch Bauer' fu acquistato
nel 2006 da Ronald Lauder per 135
milioni di dollari, diventando uno tra
i quadri pi costosi di sempre.
Nonostante tutto le opere in mostra
sono comunque tante, un centinaio,
divise in sezioni. Si inizia con la sezione sulla famiglia Klimt, significativa perch mostra qualcosa di forse
poco noto, lorigine della vocazione
artistica del maestro. Il padre, orafo,
passa ai tre figli maschi la passione
e la pratica dellarte, che i ragazzi
portano avanti studiando presso la
Kunstgewerbeschule (scuola d'arte
e mestieri), dove si esercitano in
pittura e in svariate tecniche, il tutto
ancora seguendo uno stile storicista
ed eclettico. Particolare attenzione
stata dedicata all'opera giovanile,
alla formazione di Klimt e ai suoi
inizi come decoratore dei monu-
n. 22 VI - 11 giugno 2014
tempo prossimo allopera, permettendo una visione altrimenti impossibile di ci che stato sul tetto del
Duomo per tanti secoli.
Si poi conquistati dalla bellezza di
opere come il Crocifisso di Ariberto
e il calice in avorio di san Carlo; si
possono vedere a pochi centimetri
di distanze le meravigliose guglie in
marmo di Candoglia, e una sala altamente scenografica espone le vetrate del 400 e 500, alcune su disegno dellArcimboldo, sopraffini
esempi di grazia e potenza espressiva su vetro.
C anche il Cerano con uno dei
Quadroni dedicati a San Carlo,
compagno di quelli pi famosi esposti in Duomo; c un Tintoretto ritrovato in fortunate circostanze, durante la Seconda Guerra mondiale, nella sagrestia del Duomo. Attraverso
un percorso obbligato fatto di nicchie, aperture improvvise e sculture
che sembrano indicare la via, pas-
20
www.arcipelagomilano.org
sando per aperture ad arco su pareti in mattoni a vista, si potr gustare
il Paliotto di San Carlo, pregevole
paramento liturgico del 1610; gli Arazzi Gongaza di manifattura fiamminga; la galleria di Camposanto,
con bozzetti e sculture in terracotta;
per arrivare fino alla struttura portante della Madonnina, che pi che
un congegno in ferro del 1700,
sembra unopera darte contempo-
GALLERY
VIDEO
Giacomo Biraghi: CHI SONO GLI #EXPOTTIMISTI"
http://youtu.be/pqwugLu4-CY
n. 22 VI - 11 giugno 2014
21