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soggetto che possa finalmente sedersi con competenza ai tavoli per
la programmazione di nuovi insediamenti, per proporre correzioni di
rotta e misure compensative veramente condivise dai soggetti attivi
sul territorio di riferimento. I contenuti delle contrattazioni e delle dinamiche reali dovrebbero poi diventare tasselli fondativi per la redazione del piano strategico della citt
metropolitana, specialmente se
questultimo, piuttosto che registrare
fatti gi accaduti, avr contenuti
propositivi in merito alle trasformazioni condivise.
Ancora Borella, nel suo articolo, definisce il sistema dei parchi, la rete
ecologica, le aree agricole, quali livelli di intervento per il verde a scala metropolitana. Nello scenario delle azioni strategiche da lui descritte,
e che condivido, aggiungo solo alcune note.
- In merito alle aree urbane intercluse tra ledificato, cos come per le
aree ai margini di infrastrutture, dopo il loro recupero a uso pubblico
bisognerebbe privilegiarne la connettivit vegetazionale oltre che fruitiva. ormai necessario che queste
aree di risulta, effetto delle relazioni dinamiche tra le trasformazioni
urbane, vengano considerate un
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Parco Orbitale in collaborazione con
enti e istituzioni, attraverso un filo
narrativo e di comunicazione che lo
renda visibile e accessibile a tutti i
milanesi. Nel corso dell'ultimo anno
il Parco Orbitale si arricchito di
due nuove aree - con la riqualificazione del Portello di Nosedo - di
quattro nuove passerelle pedonali,
un nuovo passaggio pedonale e una
nuova stazione della metro, che
porta complessivamente a 9 le fermate della metropolitana che permettono di accedere al Parco Orbitale.
Lo Zoo d'artista divenuto l'ArkizoicParc (www.arkizoic.com), un progetto dell'AtelierFORTE, che recupera l'esperienza antica dello zoo
grazie a tecnica, arte e web. Si tratta di un parco di sculture interattive
che rappresentano animali fantastici
o estinti. Bambini (e adulti) possono
interagire con le opere tramite tablet
o smartphone e gli animali possono
diventare protagonisti di nuove storie e fiabe, tramite un'applicazione
che unisce i personaggi, con l'aiuto
di scrittori e artisti. La prima scultura, lo Sleipnir - il mitologico destriero
di Odino -, gi stata realizzata ed
esposta presso i giardini dedicati
a Indro Montanelli (Porta Venezia).
Expop 2014 pu contare sul patrocinio del Comune di Milano, che ha
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festazione biologica delle risaie intorno a Milano. () Questa tipologia di disinfestazione si affianca a
tutte le altre forme di intervento
contro le zanzare messe in atto dal
Comune di Milano, a partire da met marzo e fino a fine ottobre, attraverso sette cicli negli oltre 125mila
tombini stradali, a cui si aggiungono
le azioni di disinfestazione larvicida,
eseguite da Amsa nellambito del
Contratto di Servizio con il Comune
di Milano, negli altri circa 10.000
tombini presenti negli immobili comunali: 542 scuole (2.663 pozzetti),
245 edifici comunali (900) e 10 cimiteri (6.000).
Il Bacillus Thuringiensis variante
Israelensis il nostro salvatore, insetticida
biologico,
rispetta
lambiente ed evita di disperdere
inutili prodotti disinfestanti nellaria,
in attesa che i pipistrelli prendano
felicemente dimora nelle bat box
posate negli anni scorsi e debellino
per loro competenza.
Siamo invitati a un gesto di cittadinanza attiva, far si che la campagna prosegua nei giardini e nei cortili degli edifici privati dove il Comu-
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E, rubando le parole di Mauro Magatti, si parta proprio da l, dal condominio emblema di una societ
devastata, ma luogo politico, per
posare come cittadini il nostro mat-
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delle cure ed efficienza nella loro
conduzione, accompagnate da una
migliore qualit reale e percepita.
Il ritmo di invecchiamento di materiali e dotazioni e, malauguratamente, anche del design stesso delle
strutture, dovute ai tempi lunghi di
realizzazione delle opere pubbliche
nel nostro Paese, porta purtroppo a
situazioni paradossali, con notevoli
ritardi costruttivi e conseguenze che
arrivano fino a gravi difficolt o
mancanze nellerogazione del servizio assistenziale pubblico.
Prima ancora di poter correre, e la
medicina moderna lo fa a ritmo stupefacente, occorre per saper
camminare: un nuovo primo passo
stato compiuto dalla Commissione
indipendente Sviluppo Sanit della
Regione Lombardia, che ha proposto un innovativo modello di riferimento per lOspedale, concepito per
funzionare per Cure integrate, in
base a processi centrati sul paziente, che prevede la massima complementariet delle funzioni, identificando precisamente le responsabilit di ogni singolo attore ed evitandone la ridondanza o lincertezza.
La messa a sistema di ogni componente, la creazione di una rete integrata con differenti livelli di specializzazione e complessit di intervento, secondo le esigenze del caso
specifico, e la razionalizzazione delle risorse per una migliore erogazione delle prestazioni, a fronte di
una riduzione della spesa, sono gli
obiettivi prioritari del progetto di riforma.
Oggi le strutture di cura sono in larga parte slegate tra loro, pur esistendo una differenziazione funzionale. A ci si aggiunge il disorientamento del cittadino per la eccessiva complessit dei servizi, non ben
chiari nelle prestazioni e nellorganizzazione, con una scarsa cultura
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peggiore, perch istituendo un ulteriore livello decisionale, finirebbe
per relegare definitivamente nell'oblio le zone di decentramento. A
conti fatti, dato questo scenario, le
Zone sarebbe quasi meglio eliminarle. Al loro posto si potrebbe magari rivedere il modo in cui si eleggono i consiglieri in modo da rafforzare il loro legame col territorio ridando nuova linfa ad un consiglio
che a tratti pare quasi svuotato di
poteri (conseguenza pi o meno diretta del metodo di elezione del sindaco).
La seconda ipotesi sfrutta l'alternativa offerta dal decreto Delrio che
prevede la possibilit di organizzare
le elezioni dirette di sindaco e consiglio metropolitano (preferibile, a
mio avviso) a patto "che il comune
capoluogo abbia realizzato la ripartizione del proprio territorio in zone
dotate di autonomia amministrativa,
in coerenza con lo statuto della citt
metropolitana". Posto che l'autonomia amministrativa ci di cui si
discute da anni, parlando di municipi e rifacendosi all'esperienza ro-
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delusioni e solitudini, seguiti da un
incremento esponenziale delluso di
psicofarmaci, con prospettive sempre pi impegnative di interventi non
solo economici e di una cura tecnica, ma innanzitutto di rapporti sociali. Si deve passare da una societ
dei diritti a una societ della cura
alla persona nella sua globalit, dove la componente relazionale diviene la cura pi efficacie contro la solitudine e il senso di abbandono.
Condivido pienamente il pensiero di
Sandro Antoniazzi, presidente della
Fondazione S. Carlo e membro
della Commissione Iustitia e Pax
della Diocesi di Milano, quando afferma; Il welfare non pu pi essere solo lintervento pubblico verso il
singolo,
deve
essere
anche
loccasione di realizzare relazioni
sociali che contengono gi una parte della risposta al bisogno.
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forse quel fascistone di Miglio faceva bene a proporre delle macroregioni. In realt nessuno vuole rendersi conto che tutto cambiato e i
vecchi punti di riferimento non sono
pi applicabili. Ma non che ci
mancano teste adeguate a pensare
alla riorganizzazione del nostro staterello in chiave di vera unione europea?
CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
rubriche@arcipelagomilano.org
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cinico deputato democratico americano, freddamente assetato di potere, una iena che con strategie micidiali si applica nella scalata al potere, facendo a pezzi chiunque gli ostacoli il cammino, e servendosi di
donne e uomini senza andar troppo
per il sottile.
Le serie Tv hanno sempre fatto prigionieri negli spettatori, soggiogati
da quella sospensione del fine puntata, del fine serie, del come andr
a finire. Negli anni 60 cera Belfagor,
nei 70 Il fuggitivo, negli 80 La piovra, nei 90 forse il primo di firma
Twin Peaks, e poi ancora pi vicini,
le serie delle relazioni esplosive con
ambientazione claustrofobica, in interno ospedaliero come E.R., Doctor House, Greys Anatomy, o nei
mondi dei bravi ragazzi come I soprano.
Oppure che ci lascavano persi negli
esterni esotici delle ingiustificabili
fantasie di Lost. Alle prese con paradossi sempre pi incredibili, generati da una sceneggiatura logora,
ma necessaria per alimentare
lattesa della fine, come quando si
racconta una prima bugia e per darle gambe si costretti a costruirne e
inventarne sempre di pi grandi.
Tutti in attesa della spiegazione finale e risolutiva di una vicenda ai
limiti del paranormale ma percepita
come verosimile.
Tra quelle storie a puntate di allora
e queste recensisse c una differenza: qui laffezione per le vicende e i sentimenti di personaggi oscuri, negativi, crudeli e capaci di
crimini efferati, senza piet e senza
onore di Gomorra, e ambigui, cinici
con il potere come unico scopo come Frank Underwood.
Sar perch le vicende crudissime e
violente di camorra sono raccontate
e girate in maniera superlativa, con
una regia a pi mani di talenti di casa nostra, Sollima, Francesca Comencini, anche ottimi sceneggiatori
di cose nostre. Ma soprattutto perch i personaggi non sono mai figurine banali, grazie a una sceneggiatura forte e ad attori ben diretti che
reggono alla grande la sfida, crescendo di talento di episodio in episodio.
La serie americana, gi di successo
nel formato originale, in versione
mini e salsa inglese di produzione
BBC, grandi nomi dietro la macchina da presa (Davin Fincher, e James Foyley, che ha diretto molti anni indietro lo splendido Americani),
(e uno degli attori USA pi cool del
momento, in realt grandissimo fin
dagli esordi di Seven e I soliti sospetti, Kevin Spacey che ammicca
direttamente in camera confidando i
segreti, inconfessati ai coprotagonisti direttamente allo spettatore.
Il bravo dottore, sia che fosse il Kildare dei 50 o il Dottor Ross di Clooney, che di difetti ne aveva parecchi, o Tony Soprano, malavitoso
con psicanalista a carico, sono lontanissimi dal politico spietato di
House of Cards o da Ciro linfame,
uomo di dis-onore di Gomorra, pentimenti sensi di colpa e romanticismi
sono banditi, in unimmersione di
crudelt malavitosa o di cinismo da
tornaconto politico che affascinano
per la potenza del carattere dei protagonisti e dei deuteragonisti che
gira loro intorno.
Antidoto allassenza, poter rivedere
con parsimonia, gli episodi, grazie
alle trovate della tv del terzo millennio. Finch non ne arriva una nuova
a conquistare attenzione.
Adele H.
MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
rubriche@arcipelagomilano.org
Krystian Zimerman
In marzo le ha suonate Andras
Schiff al Conservatorio, in maggio
Maurizio Pollini alla Scala, laltra sera Krystian Zimerman (ancora al
Conservatorio) nel concerto di chiusura della stagione del Quartetto.
Sono le ultime tre Sonate di Beethoven - opere 109, 110 e 111 che
per anni e anni sono state conside-
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ta. Un confronto impietoso, a detta
di tutti, perch questo pianista polacco, specialista mondiale di Chopin - che ha circa la stessa et in cui
Beethoven scriveva queste straordinarie Sonate - ha sconvolto il
pubblico con una interpretazione
che ha superato ogni immaginazione.
Zimerman si espresso con un
suono limpido, che ricordava quello
di Arturo Benedetti Michelangeli sia
per lintensit (faceva pensare alla
poesia di Leopardi) che per la leggerezza calviniana; tanto potente
quando necessario (per esempio
nella Fuga dellopera 110), il suo
suono diventa etereo, rarefatto, in
quei leggiermente o teneramente
richiesti da Beethoven. Non mai
sopra le righe, sia nei fortissimi che
nei pianissimi, piuttosto consapevole del fluire che non consente distrazioni o divagazioni e tiene gli
ascoltatori inchiodati allaura che
promana da ciascuna Sonata.
E poi ha i tempi straordinariamente
liberi, duttili quel tanto che serve a
rendere ricco e preciso il fraseggio e
comprensibile ogni idea musicale.
Sembra, ascoltandolo, che sia Beethoven stesso a improvvisare perch si propone con una immediatezza e una franchezza che paradossalmente annullano la presenza
dellinterprete e mettono lascoltatore in contatto diretto con lAutore.
(Sappiamo bene che non vero,
che oggi Beethoven non riconoscerebbe pi la sua musica, ma la sensazione della autenticit / originariet fortissima, forse perch Zimerman riesce a dire qualcosa che altri
intuiscono senza riuscire a esprimere compiutamente e che perci noi
ci aspettiamo di ascoltare).
Zimerman si mette al servizio
dellAutore, si preoccupa solo di
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
rubriche@arcipelagomilano.org
David J. Hand
Il caso non esiste
Perch le cose pi incredibili accadono tutti i giorni
a cura di Marco Malvaldi
Rizzoli, maggio 2014
pagg. 317, euro 18
Questo libro parla di eventi straordinariamente improbabili. Parla delle
ragioni per cui accadono cose incredibilmente inverosimili. Di pi:
parla delle ragioni per cui continuano ad accadere, ancora e ancora e
ancora. Sembra una contraddizione,
perch la logica suggerirebbe la
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numeri davvero grandi, della prossimit sufficiente, della selezione,
etc.) debbano indurci ad aspettare
linaspettato e perch.
innegabile che spesso si verifichino fatti inverosimili, inattesi che avremmo detto altamente improbabili, tanto da farci talvolta pensare a
una rega invisibile che governa
misteriosamente il corso delle cose.
La tesi di Hand vuole dimostrare
che il confluire e operare alluni+sono di una serie di leggi - fisiche,
psicologiche, matematiche - a scatenare una forza tanto potente da
trasformare limprobabile, per quanto inconcepibile, in reale accadimento.
Quasi tutti scrive lautore abbiamo sperimentato coincidenze,
eventi sincronici, telepatici, questi
episodi ci costringono a pensare
che ci sia qualcosa nelluniverso
che non comprendiamo. Ci costringono a chiederci se in qualche occasione le leggi della natura e della
causalit a noi familiare, e grazie
alle quali conduciamo la nostra vita
quotidiana, non vengano meno, ci
inducono a ipotizzare lesistenza di
qualcosa capace di esercitare
uninfluenza invisibile. Ma per il
principio di improbabilit sostenuto
da Hand e secondo il quale gli eventi estremamente improbabili so-
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
rubriche@arcipelagomilano.org
Le Spectre de la rose e la rivoluzione del pax de deux
Giugno 1914 - 2014: ricorre il centenario della prima de Le Spectre de
la rose. Il balletto nasce da un poemetto romantico di Thophile Gautier (lestetizzatore della ballerina e
del balletto ottocentesco) riadattato
in danza da Michail Fokin, per un
allestimento dei Ballets Russes
allOpra di Monte Carlo.
Linterprete principale era il leggendario Vaclav Niinskij, che vestito di
petali rossi prendeva corpo e azione
nei sogni di una ragazza addormentatasi con una rosa in mano. La coreografia stata creata per lui, il
ballerino pi virtuoso di cui si ha
memoria nel Novecento.
Con il famoso salto dalla finestra fa
il suo ingresso lo spirito della rosa,
ARTE
questa rubrica a cura di Virginia Colombo
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LIndia fotografata da Sonja Quarone
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cui retro collocata la serie Nutrimento con chioschi isolati su spiagge deserte e persone nell'atto di cibarsi.
Sul letto ricavato da un unico tronco
di teak e dalle linee essenziali collocata limmagine dell'anziano religioso dormiente a significare il valore della meditazione. Non passa inosservata la gigantografia su carta
da parati Tutto nel mezzo, attorno
alla quale sono collocate numerose
foto di piccole dimensioni dal titolo
Foto ricordo, che riportano alle immagini votive presenti nei templi.
Negli scatti di Sonja Quarone si avverte il pensiero relativo alla societ
indiana di oggi, che nonostante sia
caratterizzata da conflitti, rigide scale sociali e sincretismo, riuscita a
preservare le proprie antiche tradizioni. Una naturale predisposizione
al viaggio, la curiosit e il desiderio
di sapere, spingono lartista a utilizzare la fotografia documentaria come strumento per esplorare regioni
lontane dalla cultura occidentale,
ma vicine al suo sentire. L'India non
solo un luogo fisico del mondo,
ma anche lo spazio interiore
dellartista.
Sonja Quarone. Cuore d'Oriente
Spazio Material ConneXion - Triennale di Milano 20 giugno - 23 luglio
2014 Orari marted - domenica
10.30 - 13.30 / 14.30 - 20.00 Ingresso libero
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risce il suo messaggio accostando
elementi dal valore simbolico.
Una delle opere pi amate e fotografate sui social, sicuramente
Amerikka, un pavimento fatto di
22.000 uova di legno dipinte, su cui
troneggia un soffitto fatto da proiettili
sporgenti. Mentre lo spettatore
invitato ad attraversare scalzo lo
spazio bianco delle uova, in una situazione di instabilit, la minaccia
ulteriormente rimarcata da migliaia
di proiettili rivolti al suolo. Opera s
di spaesamento ma di incredibile
impatto visivo e percettivo.
Meireles lavora con tutti e cinque i
sensi. Ecco perch con Entrevendo,
un enorme struttura di legno a forma di imbuto, lo spettatore invitato
ad entrare in questo cono, da cui
esce aria calda, mettendosi prima in
bocca due cubetti di ghiaccio per
sperimentare, man mano che ci si
avvicina alla fonte di calore, lo scio-
In mezzo, un racconto fatto di corridoi, box e vetrine, che mette in scena i diversi protagonisti che, dagli
anni trenta a oggi, hanno saputo
sperimentare in modo libero creando nuovi linguaggi e nuove modalit
di produrre. Uno fra tutti Enzo Mari
con la sua semplice e disarmante
autoprogettazione.
Il percorso si arricchisce anche di
momenti dedicati ai diversi materiali, alle diverse aree regionali, alle
varie tecniche o citt che hanno dato vita a opere irripetibili, quasi uniche, come recitano i pannelli esplicativi.
Anche lallestimento segue il concept di base: sono stati scelti infatti
materiali che rievocano il lavoro artigianale e autoprodotto: il metallo e
lOSB (materiale composito di pezzi
di legno di pioppo del Monferrato).
Dopo aver risposto alla domanda
Che Cosa il Design Italiano? con
Le Sette Ossessioni del Design Italiano, Serie Fuori Serie, Quali cose
siamo, Le fabbriche dei sogni,
TDM5: grafica italiana e Design, La
sindrome dellinfluenza, arriviamo a
scoprire come il design si salva al
tempo della crisi.
Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerit, autoproduzione
Triennale Design Museum, Orari:
Martedi - Domenica 10.30 - 20.30
Gioved 10.30 - 23.00 Biglietti: 8,00
euro intero, 6,50 euro ridotto
Leonardo Icon
Leonardo Da Vinci ancora una volta
protagonista di Milano. Si inaugu-
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beskind per valorizzare la piazza
Pio XI recentemente pedonalizzata.
Leonardo continua quindi a dialogare, con un rapporto lungo decenni,
con la Biblioteca e la Pinacoteca
Ambrosiana che sorgono sulla piazza, scrigni darte contenenti tra
laltro il famoso Ritratto di Musico e
limportantissimo Codice Atlantico, a
opera del maestro toscano.
Luogo e posizione centralissima per
la scultura dellarchistar Libeskind,
che oltre ad impreziosire la riqualificata piazza, ha giocato con Leonardo non solo per omaggiare il suo
genio, ma anche sottolineandone il
talento artistico, creando per la scultura un basamento circolare ripro-
Munari politecnico
Il genio di Bruno Munari ha spaziato
in diversi campi: dalla grafica
alleditoria, dalla pedagogia al design, passando per larte pi pura.
La mostra Munari politecnico, allestita nello spazio mostre del Museo
del 900, propone un percorso affascinante su alcune delle sperimentazioni/invenzioni progettate dallartista.
I pezzi in mostra provengono tutti
dalla Fondazione di Bruno Danese
e Jacqueline Vodoz di Milano, che
nella molteplice veste di amici, collezionisti, editori e industriali, per
decenni hanno sostenuto e incentivato Munari a sperimentare linguaggi diversi. Lobiettivo della mostra dunque rivelare la propensione artistica di Munari, compito
che idealmente prosegue lesposizione allestita nel 1996 nelle sale
della Fondazione stessa, rileggendone per la collezione e aprendola
a un dialogo con una generazione di
artisti, presenti in mostra, che con
Munari hanno avuto un rapporto
dialettico.
La mostra divisa in sezioni, attraverso le quali appaiono gli orientamenti artistici di Munari attraverso il
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la sala delle Cariatidi, presentando,
in alcuni casi per la prima volta, tavole, tele, affreschi staccati, arazzi,
sculture, disegni e prove grafiche.
Oltre a prestiti milanesi, con opere
provenienti da Brera, dallAmbrosiana e dal Castello sforzesco, si
affiancano importanti contributi internazionali provenienti dal Louvre e
dal museo Jacquemart-Andr di Parigi, dallAlbertina di Vienna, dal
Szpmvszeti Mzeum di Budapest, dai musei di Houston e Washington.
Il progetto, curato da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, oltre a essere
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GALLERY
VIDEO
Marco Cappato
DA QUI A FINE LEGISLATURA
http://youtu.be/qAa2OepVC7Y
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