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L' analisi del primo dei due elementi della tipica struttura della norma di diritto
internazionale privato cio l'indicazione per categorie dei rapporti che si vogliono
disciplinare, introduce il tema delle qualificazioni il quale rappresenta una delle
tradizionali problematiche internazional-privatistiche. Si tratta di un problema previo
allapplicazione delle norme di conflitto, ossia quello di sapere se per determinare il
significato e la comprensivit delle categorie tecnico giuridiche (ad esempio,
obbligazioni, successioni, diritti reali, capacit, adozione, filiazione) in esse utilizzate,
per descrivere le fattispecie che si intendono regolare dalle norme di diritto
internazionale privato, debba farsi riferimento allordinamento cui le stesse norme di
conflitto appartengono, l'ordinamento interno, (lex fori) o invece allordinamento
straniero richiamato o a cui si fa rinvio (lex causae); questo il problema delle
qualificazioni. Ad esempio, nella categoria delle successioni, che rappresenta l'ambito
d'operativit dell' articolo 46 Legge 218/1995, si ricomprende, secondo il nostro
ordinamento, anche il diritto della moglie ad ottenere parte dei beni del coniuge defunto,
mentre in altri sistemi giuridici tale questione potrebbe essere ricompresa nella categoria
dei rapporti patrimoniali tra coniugi che, nel nostro sistema di diritto internazionale
privato disciplinata da una disposizione diversa (art. 30 L.218/1995).
si
applichino
meno
al
caso
di
specie.
In tema di qualificazioni occorre poi considerare che la disciplina dei conflitti di legge
vigente in un dato ordinamento spesso di derivazione comunitaria (regolamenti
dellUnione Europea) o internazionale (trattati di diritto internazionale privato); in tali
casi, il problema delle qualificazioni deve risolversi nel senso di interpretare le categorie
giuridiche utilizzate dalla norma di conflitto con riferimento, rispettivamente, al diritto
dellUE e al diritto internazionale.
I problemi di qualificazione non ricorrono quando i dati contemplati dalle norme
sono valutabili in via di fatto. Ad esempio e per quanto concerne ai diritti reali,
possiamo pensare al riferimento contenuto nell' art. 51 della L. 218/1995 alla legge dello
Stato in cui i beni si trovano.
In questi casi, la comprensione di questi riferimenti non comport una valutazione
giuridica trattandosi di dati fattuali e l'interprete viene chiamato ad effetuare le sue
valutazioni senza dover utilizzare criteri di giudizio di natura giuridica. Inoltre, non
accade in modo diverso quando le norme si servono di dati la cui consistenza in senso
tecnico rimessa alla valutazione di altre scienze, avvalendosi dell' ausilio di un tecnico
in un'altra scienza, vale a dire, per la nozione di fossi o canali o di opere di sostegno
(art. 891 Cc), per la morte o per una malattia.
interpretate,
sulla
base
dei
canoni
ermeneutici,
interpretativi
propri
dell'ordinamento che le comprende alla stregua di ogni altra norma dello stesso sistema.
Questa tesi maggioritaria in dottrina e applicata dalla giurisprudenza, appare preferibile,
poich le norme di diritto internazionale privato sono norme interne dello Stato, sembra
naturale concludere che tali disposizioni debbano essere interpretate in base ai criteri
ermeneutici propri dell'ordinamento cui appartengono. Inoltre, logico supporre che al
momento di emanarle anche il legislatore abbia inteso fare riferimento al significato che
tali categorie comunemente avevano all'interno del sistema giuridico internazionale.
accettata da dottrina e giurisprudenza la tesi che la qualificazione va operata in
base alla lex fori, cio sulla base dellordinamento cui la norma di conflitto appartiene,
questo perch gli Stati per aprirsi ai valori giuridici esterni e coordinare il proprio diritto
con gli altri, muovono inevitabilmente dal proprio diritto e assumono i propri valori
giuridici come punto di partenza. Per interpretare e dare significato a certi termini non si
pu che riferirsi al contesto in cui operano tali termini. Quindi l'interprete dovr
procedere secondo i canoni usuali come se si trattasse di una questione interna. Questa
interpretazione viene sostenuta in base a una fondamentale esigenza di coerenza che
imporrebbe di attribuire alle espressioni contenute nelle norme di diritto internazionale
privato lo stesso significato che abitualmente hanno nell' ordinamento di appartenenza.
Questa interpretazione si giustifica nel fatto che le norme anche se finalizzate a dare una
risposta sul diritto applicabile a fattispecie con elementi di estraneit, appartengono
all'ordinamento interno sicch, in mancanza di indicazioni contrarie, si ha difficolt a
ritenere che il legislatore abbia inteso dare alle espressioni adoperate in questo contesto
un significato diverso da quello solito.
Inquadrata la questione in base ai canoni interni, l'interprete seguir le indicazioni
contenute nella norma di diritto internazionale privato che se ne occupa con tutto ci
che segue. chiaro che se l'individuazione della legge regolatrice deve passare per le
norme di diritto internazionale privato, la qualificazione necessariamente condizionata
dalle possibilit che il sistema offre. Non si possono escludere le difficolt dovute a
carenze del sistema se la questione rappresentata non trova riscontro in alcuna
previsione normativa.
della sentenza, un noto giurista francese, disse: "il diritto internazionale privato maltese,
sia in materia di successioni, sia in materia di rapporti patrimoniali tra i coniugi,
identico a quello francese, ciononostante se la moglie avesse portato la sua domanda
dinanzi ad un giudice di Malta e il giudice di Malta avrebbe applicato la legge francese,
perch a Malta la questione era qualificata come una questione successoria e quindi non
sarebbe stata applicata la legge nazionale comune, ma sarebbe stata applicata l'ultima
legge nazionale del marito (legge francese) perch per le questioni successorie il criterio
di collegamento era quello della legge nazionale del decuius al momento della morte".
Conviene fare attenzione al fatto che, in Francia, per i rapporti patrimoniali tra i coniugi,
la norma di conflitto applicabile prevedeva che i rapporti patrimoniali tra i coniugi
fossero regolati dalla legge nazionale comune dei coniugi al momento del matrimonio,
cio la legge maltese, anche se poi successivamente il marito aveva acquisito la
cittadinanza francese. Se invece si fosse qualificata la questione come una questione
successoria, sia i giudici maltesi, sia i giudici francesi, avrebbero applicato il diritto
francese, perch per le successioni, la norma di conflitto prevedeva che si applicasse la
legge nazionale del marito al momento del decesso, quindi la legge francese.
La qualificazione viene effettuata in base alla lex fori, e quindi in base alle categorie
giuridiche che prevalgono, in base a come vengono intese queste categorie generali del
diritto, alla luce del diritto privato vigente in un determinato Stato, che una determinata
fattispecie viene ricondotta ad una norma di conflitto piuttosto che ad un'altra.
Anche qui, il modo per evitare queste soluzioni, in alcuni casi paradossali, quello del
ricorso alle Convenzioni internazionali, perch in questo caso si uniformano alle norme
di conflitto, ma si uniformano anche, in linea di principio, alle regole d'interpretazione.
virt di questa caratteristica era riuscito agevole sostenere la loro autonomia dal sistema
di appartenenza. Su questo punto le due teorie si sono notevolmente avvicinate.
Attraverso un procedimento di astrazione si cercato di staccare il significato delle
espressioni giuridiche utilizzate dalle norme di diritto internazionale privato
dall'ordinamento di appartenenza per riferirlo da dati pi generali dei quali la stessa
legislazione interna rappresenta una attuazione, magari imperfetta.
Come stato gi detto all'inizio, si critica questa teoria di cadere in un circolo
vizioso ma, in realt, una sorta di circolo vizioso si presenta sempre in qualsiasi
ragionamento giuridico allorch occorre mettere in relazione la norma con il fatto.
Anche se vero che la norma ad indicare il fatto da regolare, non meno vero che
l'individuazione della norma da applicare dipende, a sua volta, dalla scelta di quegli
elementi della realt che consentono all'interprete di risalire dalla fattispecie reale alla
norma.
Tutt' al pi, la qualificazione in base a una norma straniera considerata un'operazione
preliminare che non anticipa ma agevola il giudizio da parte del giudice il quale si trova
confrontare la fattispecie rappresentantagli alla luce di un determinato ordinamento.
Secondo l'art. 15 della L. 218/1995 possiamo vedere come questa teoria ha trovato
riconoscimento normativo. La norma stabilisce che dopo il richiamo, il diritto straniero
deve essere interpretato secondo i criteri interpretativi e di successione nel tempo che
sono a lui propri esattamente come farebbe il giudice estero.