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GUILLERMO CARRASCN

ACCIDENTI FEMMINILI: LA SPOSA RESUSCITATA

In quinta posizione nel XX volume della coleccin de comedias escogidas,1 che contiene, come di
solito accadeva in queste pubblicazioni, dodici opere teatrali di diversi autori, apparve quasi trentanni
dopo la morte del commediografo unopera dal titolo La difunta pleiteada (cio la defunta oggetto di
causa, la defunta giudiziariamente contesa) per vari motivi attribuibile a Lope de Vega, nonostante
vedesse la luce sotto il nome di un altro drammaturgo insigne, don Francisco de Rojas (Rojas 1663). 2
Oltre ai problemi di attribuzione, ormai risolti, la commedia presenta delle particolarit che hanno
ricevuto poca attenzione da parte della critica.
In primo luogo non sembra facile stabilire a prima vista quali siano pi saldi, tra gli evidenti rapporti
intertestuali che questa comedia, rielaborazione drammatica di una storia molto antica e presente in
tutta Europa, intrattiene con le precedenti versioni del suo tema che Lope poteva conoscere, se quelli
con la novellistica italiana o quelli con la tradizione orale (e occasionalmente scritta) spagnola. Anche
se laffermazione di Chevalier (1999, p. 149), che asseriva che no existen argumentos decisivos que
permitan decidirse a favor de la fuente oral o de la fuente escrita, va ridimensionata, poich come
vedremo alcuni argomenti ci sono, i due studiosi che pi approfonditamente hanno considerato la
questione, Goyri (1953) e Cotarelo (1917), non si sono infatti pronunciati in maniera determinante in
favore di una soluzione o dellaltra.
Un breve sommario della trama, che torner utile ai nostri fini, mette subito in rilievo il secondo
problema, ovvero linsolito snodarsi del conflitto, che costituisce la pi cospicua delle peculiarit della
versione lopiana. Manfredo, il galn, giovane napoletano, approda in Sicilia con il suo inserviente, che
possiamo considerare un tipico criado della commedia spagnola, e subito vede una giovane, chiamata
Isabela, di cui si innamora. Anche a lei sembra piacere il nuovo arrivato, ma prima che riescano a
1

PARTE VEINTE | DE COMEDIAS VARIAS | NVNCA IMPRESAS, COMPVESTAS | por los meiores ingenios de
Espaa. [] Ao [scudo del mecenate] 1663. [] En Madrid, En la Imprenta Real. |A costa de Francisco Serrano de
Figueroa. Seguo la descrizione di Cotarelo 1931-1932, che, dopo la trascrizione del titolo della commedia, attribuita a
Don Francisco de Roxas Zorrilla, aggiunge (Es de Lope), cosa che aveva gi provato nella sua edizione del testo, come
si vedr. Daltronde gi La Barrera affermava che es probablemente la de Lope citada en el Peregrino (apud Prez 1973,
p. 76).
2
La drammaturgia di Francisco de Rojas Zorrilla (1607-1648), autore di una sessantina di opere teatrali, pi
riconducibile al modello drammatico imposto da Caldern de la Barca dopo il 1625 che alla primitiva formula della
commedia lopiana, sviluppatasi tra il 1585 e il 1615, alla quale invece aderisce questa pice. Cotarelo (1917, pp. XVIIIXXIV), che edit il testo nel volume IV della Nuova edizione, commissionatagli dalla Real Academia Espaola, delle opere
drammatiche di Lope (Vega 1917, pp. 543-581, edizione che seguo qui), nel prologo concorda con altri studiosi nello
smentire lattribuzione autoriale della prima edizione del 1663 e nellaggiudicare lopera a Lope de Vega, basandosi sulle
seguenti ragioni: 1) Lope include una commedia dal titolo La difunta pleiteada nellelenco delle sue opere pubblicato nel
prologo alle due edizioni (1604 e 1618) del Peregrino en su patria e non ci pervenuto alcun altro testo dallo stesso titolo e
attribuito a lui; 2) ci sono delle coincidenze assiologiche e testuali notevoli con altre commedie di Lope di sicura
attribuzione; 3) c nella Difunta un personaggio di nome Belardo identificabile con lautore stesso, il che rispecchia
unabitudine di Lope (si veda ad esempio Bruerton 1937; Trambaioli 2009, p. 22, e 2012, p. 185 e ss.). Anche Morley e
Bruerton (1968, p. 445-446) considerano attendibili i ragionamenti di Cotarelo, mentre Cano (2003; non mi risulta che abbia
pubblicato ledizione critica che prometteva) dopo unattenta revisione della critica esistente giunge pure alla conclusione
che la commedia indubbiamente di Lope. Agli argomenti indicati da questi eruditi se ne potrebbero aggiungere altri di tipo
strutturale, che avvicinano la concezione generale della Difunta alle commedie lopiane della stessa epoca, 1590-1595, come
ad esempio la costruzione della comicit diffusa, affidata qui al protagonista e ai suoi aiutanti, nonch ad alcuni personaggi
di tradizione folklorico-letteraria (come lescudero, o linserviente morisco), come succede sovente nelle commedie della
prima epoca, in cui non esiste ancora un gracioso, o personaggio deputato a vettore della comicit, ben definito (Gmez
2006; Arjona 1939, pp. 10-11).
Levia Gravia, XV (2013), pp. 00-00.

Accidenti femminili: la sposa resuscitata

stabilire un primo contatto, come Manfredo cerca di fare con espedienti destinati, dal punto di vista
della concezione teatrale, a dare spazio alla comicit, il padre di Isabela concerta con un suo amico il
matrimonio tra la fanciulla e il figlio di costui, Leandro. Attraverso diverse peripezie che sembrano tese
a impedire alla fine questo matrimonio concertato, si giunge al momento in cui, pochi istanti prima
della cerimonia, la giovane sposa vittima di uno strano parossismo e apparentemente muore.
Manfredo va pi tardi con il suo servo nella chiesa in cui stata seppellita Isabela, deciso a vivo con
ella a enterrarme [] y an morir ser razn / pues el dolor me consume (Vega 1917, p. 570a); ma l,
mosso da unidea morbosa, pensa di poter soddisfare il suo desiderio di baciare la donna da morta,
visto che non riuscito a baciarla mentre era viva. Cos facendo si accorge che in realt non morta e
decide di scappare con lei, portandola con s a Napoli. Nel frattempo, il promesso sposo Leandro,
affranto dal lutto, parte per un viaggio con suo padre, che cerca cos di distrarlo e di lenire il suo dolore.
Come si pu supporre, Leandro, tra tutte le citt dItalia, va proprio a Napoli, dove trova la coppia,
Manfredo e Isabela, che si appena sposata. Il primo sposo allora reclama i suoi diritti davanti al
principe e quindi, incredibilmente ecco la particolarit di questa versione , ottiene sentenza
favorevole, recuperando cos Isabela, con la quale contrarr matrimonio, mentre a Manfredo viene
proposta dal principe unaltra donna, soluzione con cui il giovane si dichiara soddisfatto, in modo
abbastanza incongruente con la sua precedente passione amorosa per la donna che ha appena salvato
dalla tomba.
Questo finale decisamente insolito e in contrasto con le aspettative che il testo fa sorgere nel
pubblico ha spinto in passato alcuni studiosi a dubitare dellattribuzione a Lope. Non voglio tuttavia
soffermarmi su questa questione, che, come ho gi detto, stato risolta con certezza, e quindi mi baser
sulla ben fondata opinione di Cotarelo, editore moderno della commedia, nellipotizzare che il testo
originale possa essere stato rimaneggiato per modificarne il finale dalle compagnie che hanno
rappresentato la commedia nei settantanni che intercorrono fra la data possibile di composizione
(1593-1595, secondo Morley e Bruerton 1968, p. 446) e quella di pubblicazione (Rojas 1663);
rimaneggiamento forse dovuto ad uno scrupolo religioso o pi probabilmente ad un semplice desiderio
di appropriazione o di rinnovamento dellopera. Mi incentrer invece, come accennato prima, sui
rapporti intertestuali che il testo presenta con la novellistica italiana e con la tradizione orale e letteraria
spagnola.
Seguendo Goyri (1953) impariamo che la storia della donna seppellita e salvata dal sepolcro dal suo
primo innamorato stata fonte dispirazione per lestro popolare spagnolo, che lha mantenuta viva
nelle numerose varianti di una ballata popolare o romance raccolto ancora dalla tradizione orale nel
secolo scorso. Come la si trova nelle versioni pi diffuse modernamente in ambito ispanico e con
minori o maggiori variazioni, la storia segue una linea narrativa che percorre sempre gli stessi nodi gi
visti o altri molto simili: due giovani si innamorano e si giurano amore eterno. Nel frattempo, per
motivi che cambiano ogni volta che questo nucleo narrativo viene riformulato (magari il padre ha
saputo dellamore di sua figlia e non contento della scelta del fidanzato, o semplicemente ha deciso di
maritare la ragazza con un miglior partito), la ragazza viene promessa in sposa dal padre ad un altro
uomo. Quindi il giovane, se non era dovuto partire prima per qualche circostanza, costretto a questo
punto ad allontanarsi dalla sua fidanzata. Ma nel frattempo il giorno delle nozze sopraggiunge e la
ragazza, nellimminenza del matrimonio indesiderato oppure immediatamente dopo la celebrazione,
crolla e tutti la danno per morta, la piangono e la seppelliscono. Dopo un lasso di tempo di lunghezza
variabile, il protagonista torna e, avendo chiesto perch c il lutto nella casa della sua amata, viene a
sapere della morte di lei. Allora corre al cimitero e, o da solo o con laiuto del custode, sagrestano o
eremita, riesce a disseppellire la giovane. Davanti al corpo perfettamente conservato (la ha encontrado
tan hermosa / como si estara viva)4 luomo, disperato, cerca di uccidersi, ma a questo punto un
intervento soprannaturale della Madonna gli impedisce di commettere latto estremo facendo ritornare
3

Goyri 1953 non aveva invece problemi ad accettare che Lope fosse lautore persino di questo finale insolito.

Guillermo Carrascn

in vita la defunta (in altre versioni5 semplicemente, senza spiegazione, il giovane riesce a far rivivere
lamata, senza il tentativo di suicidio n lintervento miracoloso). Vedendo la sua sposa risuscitata,
quindi, il legittimo sposo reclama i suoi diritti, per cui un giudice, che pu essere un vero e proprio
magistrato o un familiare autorevole della donna, decide solitamente a favore del primo fidanzato e
destinatario vero dellamore della ragazza (anche se pure in questa veste orale non mancano alcune rare
versioni in cui la sentenza viene data a favore dello sposo, come nella commedia lopiana).
Questo il sunto della storia, con alcune delle sue possibili varianti, come si trova nei romances
spagnoli; versioni che nonostante abbiano nella forma attuale solo un secolo di vita testuale, essendo
state raccolte dalla tradizione orale iberica durante il secolo scorso, sembrerebbero, per alcune loro
caratteristiche, molto antiche; come sovente lo sono, daltronde, i romances popolari, quelle vecchie
ballate che attraverso la trasmissione orale possono tramandare, pi o meno deturpati dal tempo e dalle
interferenze proprie del mezzo, sequenze narrative di qualche centinaio danni di et. Infatti, se le
diverse versioni del romance, fino a contarne circa duecento, raccolte in tutto il Nord della Spagna
dagli studiosi nellultimo secolo, sono in grande misura riassunti o frammenti modificati che si possono
far risalire, come ha dimostrato Salazar (1992; Gonzlez 1994), al testo stampato in un pliego suelto di
Siviglia del 1682, ci sono per buoni motivi per supporre che il romance fosse gi diffuso centanni
prima. Luis Zapata ne offre testimonianza nella sua Miscelnea. Silva de casos curiosos (ca. 1590):
dopo aver narrato un caso simile realmente accaduto, secondo lui , questo autore fa riferimento, in
quello che potrebbe bene essere unallusione proprio ai nostri romances, alla grande diffusione e fama
in Spagna della storia, che ha dato luogo a diversi racconti in circolazione gi a quella data.
Per i nostri interessi basta sottolineare la presenza in tutti questi componimenti popolari di una
sequenza narrativa che coincide con la versione drammatica de La difunta pleiteada: nonostante il suo
finale a sorpresa, la vicinanza della trama della pice con largomento dei romances cospicua, tanto
da far pensare ad una diretta dipendenza. 7 In realt si potrebbe supporre che Lope si sia limitato a
sostituire lamore sbocciato sin dallinfanzia dei protagonisti con un caso di amore a prima vista pi
6

Lha trovata tanto bella / come se sarebbe [sic] viva nella versione di Villimar e altri luoghi della provincia di
Burgos; Blanca y colorada estaba / lo mismo que estaba en vida (Bianca e colorita era / lo stesso che era in vita,
versione di Alejo, provincia di Len (Goyri 1953, pp. 17, 20 e 11).
5
Si veda la versione I, di Burgos, in Goyri 1953, p. 21.
6
Sempre Goyri 1953, p. 30 e ss., attribuisce una base storica a questi racconti poich ritrova degli avvenimenti simili,
cio la storia di una donna seppellita viva per errore, nel gi citato Zapata e in altre cronache castigliane del Cinquecento,
precedenti in questo caso La difunta pleiteada. Questi ritrovamenti la portano a supporre, in pieno spirito positivista, che i
romances nascano dal caso storico, nonostante i casi reali conosciuti siano molto meno simili a quelli dei romances di
quanto non lo siano le versioni orientali antiche della stessa storia che la stessa studiosa censisce: in primo luogo la versione
persiana di un racconto compreso nel Tut nameh o Racconti del pappagallo, che sembra tradotto da Nakhsheb dal
Sukasaptati sanscrito, nel quale si trova una sequenza narrativa composta da questi avvenimenti: 1) la morte apparente di
una donna richiesta in sposa da tre spasimanti; 2) la sua successiva risurrezione, grazie alle cure fornite dai tre candidati
sposi; 3) il litigio finale tra i tre uomini per decidere chi deve sposare la morta rediviva. Unaltra versione strettamente in
rapporto con il tema dei morti tornati alla vita presente nel Vetala-pachavimshati di Jambhala-datta, che pu essere letto
in versione inglese (tradotta da Arthur W. Ryder come Twenty Two [sic] Goblins: http://www.gutenberg.org/files/2290/2290h/2290-h.htm#intro). In questo caso un vetala, cio uno spiritello maligno o folletto (goblin), chi racconta le storie, o
piuttosto gli indovinelli, al Re Vikramaditya, apparentemente per sollevarlo delle sue fatiche, ma in realt per indurlo a
parlare e rompere il voto di silenzio che ha dovuto fare, vanificando cos ad ogni storia tutto il lavoro gi eseguito, che
dovr ricominciare da capo. La quinta storia del vetala, che si trova riassunta da Farnham (Farnham 1920, p. 252), presenta
di nuovo la stessa situazione con i tre pretendenti, la donna veramente morta e risuscitata e il dilemma finale, risolto in
questo caso a favore di quello che ha custodito la tomba, non di quello che ha trovato la formula per far tornare la donna in
vita. Bisogna pure segnalare, come fa gi Goyri, che la stessa storia si ripresenta in diverse forme nella tradizione orale
europea, come catalogato pure da Aarne e Thompson (si veda adesso Uther 2011, p. 510, motivo n. 885A; Camarena 2003,
pp. 174-175). Inoltre riappare, oltre che nelle novelle di Boccaccio (Dec., X 4) e Bandello (Novelle, II 41) gi menzionate e
che prender in considerazione in queste pagine, nella storia redatta in ottave di Ginevra degli Almieri e in altri
componimenti letterari francesi e tedeschi che si allontanano maggiormente dal nostro schema e che Lope non avrebbe
comunque potuto conoscere, ragion per cui esulano dai miei interessi.

Accidenti femminili: la sposa resuscitata

adatto al palcoscenico e in particolare alle convenzioni della comedia spagnola, e che lo stesso Lope
alla ricerca di originalit, oppure un intervento successivo di mano ignota , abbia ulteriormente
alterato la storia modificando il verdetto della causa finale; ma prima di avanzare una tale ipotesi
conviene prendere in considerazione altre elaborazioni della trama che potrebbero essere servite da
ipotesto al lavoro teatrale lopedeveghesco, e cio quelle di Boccaccio e di Bandello, le cui raccolte di
novelle erano ampiamente circolate in Spagna, sia in italiano, sia in traduzioni parziali, nel momento in
cui Lope si accingeva a scrivere la sua opera.8
Il primo di loro, Giovanni Boccaccio, scrisse, com risaputo, ben due versioni di questa trama,
anche se non molto diverse dal punto di vista dellavvenimento fondamentale raccontato: la prima
costituisce la novella che Messalino propone come pretesto della tredicesima e ultima questione alla
reina Fiammetta nel quarto libro del Filocolo (67; cfr. Boccaccio 1998, pp. 172-173); la seconda,
invece, la storia che racconta Lauretta, nelle vesti della quarta narratrice della decima giornata (Dec.
X 4; Boccaccio 1985, pp. 1.002-1.009). Le due storie sono molto simili per quel che riguarda la linea
diegetica, ma nella seconda versione, quella del Decameron, Boccaccio riscrive la storia nelle nuove
dimensioni narrative (Branca 1986, p. 165), aggiungendovi i nomi propri dei luoghi e dei protagonisti
(e modificandone il carattere), ritoccando lo stile e rendendo un po pi lieve la descrizione dei
passaggi pi impegnativi; inoltre ne allunga lo sviluppo con la formulazione in forma di exemplum
dellindovinello finale eco della causa risolutoria tra i due, o i vari, pretendenti nelle versioni
tradizionali della storia , che diventa nel Decameron intradiegetico, mentre nel Filocolo, come si
ricorder, era extradiegetico, trattandosi di una delle questioni damore che i vari narratori ponevano
alla regina.
La novella del Decameron indubbiamente ha molti punti di contatto con le gi menzionate versioni
del racconto della donna risuscitata, in quanto il nucleo narrativo dato dalla morte apparente della
protagonista, dalla sepoltura e dalla successiva riesumazione; e non manca, come ho gi indicato, in
entrambe le versioni uneco della causa giudiziaria in cui i due uomini si disputano i diritti
matrimoniali sulla donna resuscitata; divergono per i preliminari, poich quella che nella seconda
versione prende il nome di Catalina, la donna salvata dalla tomba, felicemente sposata, mentre il suo
spasimante lama a distanza e senza speranza: come si legge nel Filocolo, ella n lui amava n di suo
amore si curava; la donna protagonista dei racconti di Boccaccio inoltre, gravida, in attesa di un
figlio, condizione che tra laltro giustifica e rende verosimile il suo fiero accidente (e magari pure la
sua sorte finale), soprattutto nella prima versione, in cui la donna, volendo partorire, per greve doglia
non partorendo mor, e onorevolmente co suoi padri [] fu sepellita (Boccaccio 1998, p. 172).9
7

Non sembra necessario ricordare che sono molte le commedie per le quali Lope si ispirato al romancero. altrettanto
ovvio che Lope poteva benissimo conoscere questo romance, se era tanto popolare come indicava Zapata.
8
Non prender invece in considerazione, contrariamente a quanto fa Goyri 1953, pp. 40-41, la storia 33, di Gianotto e
Mariozza, del Novellino di Masuccio Salernitano, non solo per il fatto che la diffusione in Spagna di questopera stata
molto minore rispetto a quelle di Boccaccio e di Bandello (due studi recenti lo mettono ancora in rilievo: Berruezo 2012, pp.
141-142 e 2013, pp. 100-101), ma anche perch, come succede pure con la novella 5 della III Deca degli Hecatommithi di
Giraldi Cinzio (che al contrario un serbatoio di storie sovente frequentato da Lope: si veda Gasparetti 1930), si tratta
sostanzialmente di una storia diversa quella che, attraverso la versione francese della novella affine di Bandello servir da
base al Romeo and Juliet shakespeariano e a Castelvines y Monteses de Lope de Vega , la quale presenta con quella che ci
interessa solo alcuni punti di contatto, come la morte apparente della sposina, in questo caso per indotta ad arte da un
apposito preparato. Quindi non sembra che Lope abbia preso spunto nemmeno parzialmente da alcuna di queste versioni per
la sua commedia.
9
N Boccaccio (Dec., X 4, 7; Boccaccio 1985, p. 1.001) manca di segnalare nella seconda versione lirresponsabile
fretta con cui, in assenza del marito, dopo la sopravvenuta morte apparente le sue pi congiunte parenti [] senza altro
impaccio darsi, quale ella era, in uno avello duna chiesa ivi vicina, dopo molto pianto la sepellirono, avvertimento
funzionale ai suoi nuovi fini, poich sar cos che Gentile Carisendi si trover giustificato a dire ai parenti della donna:
Signori, questa donna quello leale e fedel servo del quale io poco avanti vi fe la dimanda; la quale, da suoi poco avuta
cara e cos come vile e pi non utile nel mezzo della strada gittata (Dec., X 4, 38; Boccaccio 1985, p. 1.008).

Guillermo Carrascn

Particolari di non poco rilievo e fortemente innovatori nei confronti della tradizione, quello della
donna gi felicemente sposata con un altro uomo, incinta e soprattutto decisamente noncurante del suo
innamorato; caratteristiche che nei romances, come pure nelle versioni letterarie iberiche, sono
inesistenti: l si tratta di una fanciulla da maritare, nei casi di tradizione orale cos innamorata del
protagonista da sentirsi mancare quando si vede costretta a sposare un altro uomo, cosa che si fa
intendere anche dellIsabela di Lope, quando la sua serva afferma:
Pienso si se ha desmayado
y esto puede ms en m
por haber dado este s
en casamiento forzado (Vega 1917, p. 568a).

Le innovazioni che Boccaccio introduce nella trama danno adito ad ulteriori divergenze nello
sviluppo successivo della storia: quando in Dec., X 4 linnamorato Gentile Carisendi scopre che la
donna ancora in vita, dopo averla adeguatamente soccorsa e aiutata a partorire, la tiene nascosta con il
neonato per un po a casa di sua madre per poi, tornato nella sua citt, radunare i notabili, incluso il
vedovo Caccianimico, e dopo essersi fatto riconoscere il diritto teorico a tenersi la donna
restituirla magnanimamente e liberalmente al legittimo sposo (con tanto di figlioletto).
Ma non si fermano qui le divergenze introdotte dal Boccaccio nella sua seconda versione della storia
della donna risuscitata. Infatti, questo innamorato Gentile Carisendi sembra in realt avere cos poco di
innamorato quanto di gentile. Come fece notare Nelson Moe (Moe 1995, p. 628), indicando che questa
era certamente not a love story, il personaggio piuttosto un uomo freddo e calcolatore, con un piglio
quasi sinistro, un uomo di potere, abituato a comandare e a imporre la propria volont senza che nulla o
nessuno glielo possa impedire. Prima decide in un attimo di profanare la sepoltura della donna che
aveva amato, ma che mai lo degn di uno sguardo, con un atteggiamento losco, che sembra quasi
vendicativo: Ecco, madonna Catalina, tu se morta: io, mentre che vivesti, mai un solo sguardo da te
aver non potei: per che, ora che difender non ti potrai, convien per certo che, cos morta come tu se, io
alcun bascio ti tolga (Dec., X 4, 8).10 Poi avvalendosi della sua posizione di salvatore e della
rinuncia ai suoi propositi amorosi, impone alla donna di rimanere nascosta a casa della madre di lui per
poter portare a compimento il suo piano, in cui, grazie alla restituzione della donna a Niccoluccio
Caccianimico, lui, Gentile Carisendi, possa ornarsi in pubblico della sua grande generosit. Pare che
Boccaccio si sia servito di una sequenza narrativa popolare europea che racconta unaltra declinazione
dellantica credenza nellamore che supera tutti gli ostacoli, persino la morte, per trasformarla in una
storia che piuttosto illustra come alluomo di potere persino lamore sia strumentale alla sua ambizione,
in una riflessione sulla magnificenza come strumento del potere e sul dono come modo di ottenere o
acquisire dominio.
Quando, duecento anni dopo, Matteo Bandello appronta la sua versione della storia della sposa
risuscitata, torna di nuovo ad avvicinarsi alla sequenza tradizionale, che con lievi modifiche troviamo
nella storia 41 della seconda parte delle Novelle, ambientata adesso a Venezia e riassunta cos nella
rubrica: Uno di nascoso piglia linnamorata per moglie e va a Barutti. Il padre de la giovane la vuol
maritare: ella di dolore svenisce e per morta seppellita. Quel d medesimo ritorna il vero marito e la
cava de la sepoltura, e saccorge che non morta, onde la cura e poi le nozze solenni celebra
(Bandello 1942, p. 1296). Bandello ha ornato il racconto dilungandosi sulle prime fasi della conoscenza
10

Mentre nel Filocolo limprecazione dellanonimo cavaliere rivolta contro la morte (Ahi, villana morte, maladetta
sia la tua potenza! Tu m'hai privato di colei cui io pi ch'altra cosa amava, e cui io pi disiderava di servire, ben che verso di
me la conoscessi crudele. Ma poi che cos avvenuto, quello che amore nella vita di lei non mi volle concedere, ora ch'ella
morta nol mi potr negare: ch certo, s'io dovessi morire, la faccia, che io tanto viva amai, ora morta converr ch io
baci), nel Decameron Gentile si rivolge direttamente alla donna morta, verso la quale esprime sentimenti piuttosto
aggressivi: ora che difender non ti potrai [] alcun bascio ti tolga (Dec., X 4, 8).

Accidenti femminili: la sposa resuscitata

e dellinnamoramento dei due giovani, protagonisti che dota di uno spessore umano e caratteriale
notevole, anche nei confronti di altri suoi personaggi (fatto che, insieme alle sue altre potenzialit
drammatiche, poteva attirare Lope verso quella particolare storia); e si pure premurato di assicurare in
modo tale i diritti del primo innamorato che lo scioglimento del conflitto finale non possa essere che a
suo favore. Infatti il Gerardo e la Elena di Bandello hanno dato, con laiuto della loro balia, felice
compimento al loro matrimonio segreto, prima che lui debba partire per il viaggio durante il quale la
giovane donna viene data in sposa ad un altro. Daltro canto, per adeguare lo sviluppo del tema alla
concezione di realismo impostagli dalla sua poetica della novella, 11 situandolo in quella zona narrativa
intermedia tra lesigenza del realismo e il fascino del mirabile (Menetti 2005, p. 99) da lui disegnata,
Bandello ha eliminato lintervento del soprannaturale che abbiamo visto nei romances (eco, magari,
delle originarie versioni orientali), reso innecessario nella sua pi verosimile versione sia dalla
sostituzione della morte vera con laccidente solo apparentemente fatale (come gi in Boccaccio), sia
dal deus ex machina rappresentato dal fatto fortunato e casuale che Gerardo faccia ritorno poche ore
dopo la sepoltura della sua moglie segreta. Nel tentativo di rendere realistico il suo racconto, il frate di
Castelnuovo Scrivia si preoccupa pure di fornire la spiegazione medico-scientifica del male che,
stando ai dottori, ha ucciso la giovane Elena: giudicarono i medici che da un sottil catarro distillato dal
capo al core fosse la giovane de la goccia pericolata (Bandello 1942, p. 1319).
Alla luce di quanto fin qui esposto, mi sembra possibile ormai trarre alcune conclusioni, la prima
delle quali che sembra molto probabile, quasi sicuro, che Lope, buon conoscitore della novellistica
italiana e in particolare del novelliere bandelliano, dal quale aveva gi tratto largomento almeno per
unaltra commedia, o forse per due , sispirasse per la stesura de La difunta pleiteada alla novella XLI
della seconda parte del Bandello. Alcuni particolari testuali, a partire dallambientazione italiana
dellazione, sorreggono questa convinzione; tralasciando la palese aderenza nella disposizione
cronologica degli eventi della trama lopiana al racconto del domenicano, mi soffermer solo su due.
Nelle due versioni della storia della sposa resuscitata, quella di Lope e quella di Bandello, arrivano
in soccorso della donna, vittima dellaccidente apparentemente fatale, dei dottori che, come abbiamo
visto, giustificano con mirabolanti spiegazioni pseudo-scientifiche la causa della malattia mortale;
passaggio, questo, che Lope de Vega amplifica in una spiegazione non molto pi chiara di quella del
suo modello, frammista di motivazioni astrologiche ed espressioni latine che caratterizzano il discorso
tecnico della medicina, ma nella quale rimane la sostanza, procedente di Bandello, dei liquidi che
scendono dal capo al core: in Lope, humores densos che dal celebro chiudono le vie al respiro
(idea ispirata al catarro menzionato dallautore italiano); infine lo spagnolo conclude la sua
spiegazione, a testimonianza della sua lettura bandelliana, proprio con i due termini cuore e capo:
12

CAMILO. Pues cul


DIODORO [medico].

es la razn?
Estar muy lleno

de humores densos el celebro todo


11

Sul delicato equilibrio che regola meraviglioso e verosimile nelle Novelle si veda Menetti 2002, con le indicazioni
bibliografiche fornite l, e soprattutto il III capitolo di Menetti 2005, pp. 93-121.
12
Anche se la diffusione delle Novelle di Bandello in Spagna non stata studiata come quella del Boccaccio (si veda a
questo proposito Ruffinatto 2011), per i miei fini basta la certezza che gi per la stesura della commedia Carlos el
perseguido, composta nel 1590 e quindi precedente a La difunta pleiteada, Lope si era servito della versione italiana delle
Novelle, che in alcuni passaggi traduce quasi letteralmente (Carrascn, in corso di stampa a), come fece pure per La viuda
valenciana, che presumibilmente anchessa pi antica (Carrascn, in corso di stampa b). Le Novelle del Bandello
servirono di base, tra il 1590 e il 1631, almeno per dicianove commedie di Lope, delle quali solo quattro si basano su
novelle tradotte in spagnolo (anche se nemmeno in questi casi chiaro che gli ipotesti di cui Lope si serv fossero le
traduzioni e non gli originali). Quindi non c alcun dubbio che Lope avesse a disposizione e potesse leggere i testi nella
loro versione originale e tutto permette di supporre che ne possedesse una copia. Daltronde Lope si vantava di sapere il
toscano; su questo particolare e sulla diffusione di Bandello in Spagna, pur con innegabile navet, si veda Gasparetti
1930, pp. 392-396.

Guillermo Carrascn

o clusis atque respirandi sistulis;


quiere decir: cerrados los caminos
de la respiracin, y esta es la causa
que no anden los espritus recprocos,
y estos son los que tienen ms tormento,
y ste es mayor cuando la luna crece
o est en el corazn o en el celebro (Vega 1917, p. 568b-569a).

Un secondo punto di significativa coincidenza tra i due testi, quello narrativo e quello drammatico,
la ferma e segreta volont di seppellirsi con la donna amata, che muove sia Gerardo sia Manfredo, e pi
in generale il loro atteggiamento quando, disperati per la morte della donna amata, si recano nella sua
sepoltura. Del primo il narratore dice, infatti:
Egli si deliber a modo nessuno voler sovravivere a la sua amata Elena. Portava egli
fermissima openione che la infelice giovane si fosse avvelenata per non sposar colui che il
padre per marito voleva darle. Ma prima che egli savvelenasse o con altra specie di morte
desse fine ai giorni suoi, deliber, non avendo ancora determinato di che morte devesse
morire, prima voler andare ed aprire la sepoltura ove Elena giaceva cos morta come era, e
poi a canto a quella restar morto (Bandello 1942, p. 1320).

Pensieri che coincidono palesemente con quelli che il personaggio drammatico manifesta al suo
servitore Belardo, informando cos il pubblico sia del fatto che, come il suo modello, crede che la morte
repentina della giovane sia dovuta all'amore per lui (haberse muerto ans / me hace, Belardo,
entender /que por m debi de ser; / no dudes, muri por m; Vega 1917, p. 570b), sia del suo desiderio
di seppellirsi vivo accanto a lei: es imposible alegrarme, / Belardo, muerto mi bien. / Antes pretendo
tambin / vivo con ella enterrarme (Vega 1917, p. 570a).
Alla luce di questi due campioni testuali e anche se chiaro che Lope modifica non pochi
particolari della novella 41 della seconda parte delle Novelle di Bandello per adeguarla alle sue
esigenze teatrali dellimpostazione diegetica generale dei due testi, credo sia possibile affermare che
lipotesto primario del dramma di Lope costituito dalla storia di Gerardo e Elena come raccontata
dal vescovo di Agen. Ci nonostante c un particolare nel testo dellopera teatrale spagnola che non
sar sfuggito ai lettori attenti e che a sua volta credo sia un buon indizio di una dipendenza di Lope
anche nei confronti di Dec., X 4. Come stato gi indicato, Gentile Carisendi, nel venire a sapere della
morte di Catalina, si rivolge a lei come se fosse presente, manifestando la sua intenzione di ottenere
dalla morta il bacio che non ebbe da lei viva. Lo stesso ragionamento, bench leggermente addolcito,
come si conviene al carattere pi mite e convenzionale del personaggio e alla natura del testo in cui si
integra, troviamo in bocca a Manfredo, che, in procinto di entrare nel baulillo dove riposa prima di
essere seppellito il corpo di Isabela, si esprime cos:
Pues hoy cumplido ha de ser
mi grande y justo deseo.
Tvelo en vida, Belardo
de dalle un honesto beso
y pues entonces fue exceso
ahora, muerta qu aguardo? (Vega 1917, p. 571b).

Seppur vero che anche Gerardo, disceso nella tomba di Elena, si lascia vincere dallemozione e
quindi amarissimamente piangendo lavava e basciava il volto della sua donna (Bandello 1942, p.
1321), mai prima di arrivare a quel punto aveva manifestato il desiderio, che accomuna invece Gentile
Carisendi e Manfredo, di avere dalla donna morta quello che lei non aveva concesso da viva. Anzi,
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Accidenti femminili: la sposa resuscitata

nelle loro opere, Boccaccio e Lope fanno s che i protagonisti si rendano conto del fatto che la donna
viva proprio nel momento in cui si avvicinano al presunto cadavere e grazie al morboso desiderio che li
spinge, mentre nel racconto bandelliano Gerardo scopre che la donna ancora in vita solo dopo aver
portato via dalla tomba quello che credeva essere il corpo morto di Elena.
Un motivo procedente da Boccaccio quindi, per quanto ammorbidito dallaggettivo honesto che
Lope antepone al bacio, presente nella Difunta pleiteada, come lo sono in modo pi evidente altri,
provenienti da Bandello. Ma non solo: alla fede di Boccaccio nel potere consolatorio dei racconti
possiamo vincolare unultima caratteristica dellopera lopiana, che la mette in rapporto con il tema
centrale di questo volume (raccontare, consolare, curare), sebbene in questo caso non credo si possa
supporre nientaltro che una curiosa coincidenza. Infatti, come abbiamo visto, Manfredo arriva, come
Gerardo, al tempio nel quale stata seppellita Isabela fermamente deciso a lasciarsi morire nella tomba
della sua amata, ma in questo frangente lo prende il desiderio di sentire dal suo inseparabile criado
Belardo il racconto del momento tragico dellinumazione della giovane, che lui non ha potuto seguire,
pur essendo presente, poich il dolore lha fatto svenire. Belardo si prodiga quindi in una relacin, un
romance narrativo di quelli che stavano cominciando a diventare una parte obbligata delle comedias,
nel quale descrive con abbondanza di particolari il triste momento della cerimonia funebre; quando il
servo arriva alla fine del suo racconto, Manfredo esclama: Con lgrimas te he escuchado / y sin duda
aqu muriera / si ltimamente no fuera / de tu razn consolado (Vega 1917, p. 571a, corsivo mio),
cio, riconosce che stato il discorso narrativo, la razn del servitore, che, portandogli sostentamento
o conforto che vogliam dire (Dec., Proemio, Boccaccio 1985, p. 7), lha salvato dalla morte che
veniva cercando. Non solo, ma a partire da quel momento che gli viene in mente il morboso desiderio
di baciare la donna che porter alla lieta conclusione della commedia.
Non mi sembra quindi azzardato affermare che Lope conoscesse le due pi immediate e diffuse
versioni novellistiche della storia da lui portata sulle scene e che se ne sia servito, operando una per
niente insolita contaminatio tra fonti diverse, delluna e dellaltra in funzione del suo intuito
teatrale e del suo bisogno. Come in altre occasioni (cfr. Carrascn 2013, pp. 170-176), inoltre, Lope
non rinuncia, nelladattare la materia novellistica italiana proveniente da pi fonti alle sue esigenze
drammatiche, a introdurre piccole tracce che permettono alle persone pi colte del suo pubblico di
riconoscere la sua erudizione.
Certamente non necessario sottolineare che affermare che Lope si sia servito delle due novelle
sulla sposa risuscitata, quella di Boccaccio e quella di Bandello, come punto di partenza della trama
della sua pice non implica negare che conoscesse la tradizione orale dei romances spagnoli, al
contrario: il fatto che la sua versione della storia della sposa risuscitata non si discosti troppo dalle
versioni tradizionali obbedisce presumibilmente a un suo consapevole disegno. Come affermava Arata
(2002, pp. 28-29), Lope contaba con su pblico y con su conocimiento de la tradicin oral y popular
(Marsha Swislocki cit. in Arata 2002, p. 30) e prediligeva gli argomenti che sapeva gi noti agli
spettatori abituali del teatro, i quali fondavano la loro estetica non tanto sul conoscere quanto sul
riconoscere. Quindi molto probabile che Lope, constatando linteressante coincidenza tra Bandello,
Boccaccio e il romance spagnolo, abbia considerato che la storia della sposa morta e risuscitata, gi
nota al suo pubblico, si prestasse bene allo sviluppo scenico e si sia quindi servito principalmente
dellimpostazione diegetica e assiologica della novella, pi vicina al mondo possibile della comedia
nueva, di Gerardo ed Elena, ma condita con alcuni particolari caratteriologici presi in prestito a Gentile
Carisendi, per costruire unaltra delle sue tipiche commedie addobbate con elementi della pi svariata
provenienza, per soddisfare tutti i gusti del suo socialmente variegato pubblico.
Opere citate
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Guillermo Carrascn
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13048 Santhi (VC)
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