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CITTADINI
ITALCEMENTI A.I.A. SINDACO ISOLA REGIONE CITTADINI UNA PRECISAZIONE SUL
RUOLO DEI SINDACI NELLA PROCEDURA A.I.A.
I poteri del sindaco nellautorizzazione integrata ambientale
Lordinamento del D. Lgs. 59/2005 conferisce al Sindaco un rilevante ruolo operativo nel
procedimento che porta allAIA, alle verifiche e controlli successivi e, addirittura, gli affida la
potest di chiedere ed ottenere la revisione dellAIA, se gi concessa. Egli cos diventa il vero
Tutore del territorio, a cui indispensabile la sintonia con il Presidente della Regione e con le altre
Istituzioni.
Sulla concessione dellAIA, il Sindaco ha quindi un potere immenso: come suoi amministrati
abbiamo il diritto di chiedergli di esercitarlo e di non farsi sviare dalla questione pi importante per
il futuro del paese. LAutorizzazione Integrata Ambientale ha valore vincolante e prescrive limiti,
condizioni, controlli, strumenti di misura e analisi dei campioni. Essa stabilisce che i costi di
controllo devono essere a carico dellazienda e, in caso di inadempienze, prevede conseguenze
amministrative e penali. E' in questa procedura che il Comune deve intervenire per fissare limiti e
relativi strumenti di verifica. Le strette di mano con i dirigenti dellAzienda non hanno alcun valore
normativo, i limiti e le prescrizioni dell'AIA s e vanno definiti con il Ministero.
Il Governo, con il D. Lgs del 30 ottobre 2007, che certamente sar allattenzione delle Istituzioni
europee, allultimo minuto ha prorogato al 31 marzo 2008 la data entro la quale anche la Italcementi
di isola delle Femmine dovr essere in possesso dellAIA. Il Sindaco nelle condizioni di avanzare
al Ministro dellambiente la richiesta, gi avanzata ufficialmente dalle Associazioni Ambientaliste,
di applicare per la Italcementi il comma 20 dellart. 5 del D. Lgs 59/2005 che sembra tagliato su
misura per Isola delle Femmine e che qui riportiamo.
In considerazione del particolare e rilevante impatto ambientale, della complessit e del
preminente interesse nazionale dellimpianto, nel rispetto delle disposizioni del presente decreto,
possono essere conclusi, di intesa tra lo Stato, le regioni, le province e i comuni territorialmente
competenti e i gestori, specifici accordi, al fine di garantire, in conformit con gli interessi
fondamentali della collettivit, larmonizzazione tra lo sviluppo del sistema produttivo nazionale, le
politiche del territorio e le strategie aziendali. In tali casi, lautorit competente, fatto comunque
salvo quanto previsto al comma 18, assicura il necessario coordinamento tra lattuazione
dellaccordo e la procedura di rilascio dellautorizzazione integrata ambientale. Nei casi disciplinati
dal presente comma il termine di centocinquanta giorni di cui al comma 12 sostituito dal termine
di trecento giorni.
La tragedia della Tyssen Krupp di Torino non ci sarebbe stata con la procedura AIA e se ci fosse
stata adesso sul banco degli imputatati ci sarebbe anche chi ha concesso autorizzazioni troppo
"leggere".
Con l'AIA i cittadini possono richiedere, facendone richiesta scritta, l'adozione della migliori
tecnologie disponibili per ridurre le emissioni inquinanti. E le autorizzazioni diventerebbero una
cosa molto seria.
L'autorizzazione integrata ambientale , secondo la definizione di cui all'articolo 2 lettera l) del Dlgs
18 febbraio 2005 n. 59 (recante "Attuazione integrale della direttiva 96/61/Ce relativa alla
prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento") "il provvedimento che autorizza l'esercizio di
un impianto o di parte di esso a determinate condizioni che devono garantire che l'impianto sia
conforme ai requisiti del presente decreto"; detto provvedimento si inquadra tra le "misure intese ad
evitare, oppure, qualora non sia possibile, ridurre le emissioni (delle attivit industriali inquinanti
normativamente individuate) nell'aria, nell'acqua e nel suolo, comprese le misure relative ai rifiuti e
per conseguire un livello elevato di protezione dell'ambiente nel suo complesso" (cfr. articolo1
comma 1 del citato Dlgs n. 59/2005)
La procedura autorizzativi IPPC - PREVENZIONE E RIDUZIONE INTEGRATA
DELLINQUINAMENTO (IPPC) stata adottata dal Consiglio dellUnione Europea il 24
settembre 1996 con la direttiva 96/61/CE con la finalit di:
passare da un sistema autorizzativo in campo ambientale suddiviso per matrici (acqua, aria,
terreno) ad una visione integrata e sistemica dellinquinamento.
privilegiare la prevenzione e la minimizzazione dellinquinamento alla fonte, al fine di garantire
una gestione accorta e pi sostenibile delle risorse naturali;
basare i Livelli di Emissione aziendali sulle potenzialit offerte dalle migliori tecniche ambientali
disponibili (Best Available Techniques - BAT), in modo da incentivare linnovazione e
laggiornamento verso ladozione di tecnologie verdi;
garantire al pubblico il diritto di informazione sul funzionamento degli impianti e dei possibili
effetti sullambiente e di trasmettere osservazioni;
omogeneizzare le autorizzazioni ambientali degli impianti aventi un grande potenziale di
inquinamento, al fine di evitare operazioni di dumping ambientale allinterno dellEuropa in vista
del suo allargamento ad Est.
Il rilascio dell'autorizzazione integrale ambientale (autorizzazione che racchiude in un unico atto
amministrativo il permesso a rilasciare inquinanti in aria, acqua, suolo) infatti fondato sul rispetto
delle migliori tecniche utilizzabili ("Mtd", migliori tecniche disponibili o "Bat", " Best available
techniques") per mantenere al minimo l'impatto sull'ecosistema.
L'applicazione delle migliori tecnologie, cos come previsto per legge, va fatto a monte, cio
necessario che tale scelta sia fatta a monte nella progettazione del sistema integrato. Non si tratta di
una scelta a priori di carattere ideologico, ma di una scelta che deriva da una valutazione e da una
comparazione di dati sperimentali oggettivi di bilancio energetico, quantit di emissioni (gas serra
ed inquinanti in senso stretto, ecc.), compatibilit con il territorio e gli abitanti locali e limitrofi,
costi impiantistici e di esercizio, convenienza o meno dell'investimento in presenza o mancanza
delle sovvenzioni pubbliche, vantaggi occupazionali, ecc.; e, a valle di tutto questo, da un'analisi,
anch'essa oggettiva, dei rischi per la salute umana ad opera dei composti e degli elementi a lunga
persistenza ambientale e che possono entrare nella catena alimentare.
Cos a monte e a priori stato deciso di rinunciare a possibili impianti alternativi che avrebbero
potuto comportare un minore impatto ambientale, rinunciando per ordinanza a una visione
integrata che avrebbe comportato meno inquinamento possibile come intende la PREVENZIONE E
RIDUZIONE INTEGRATA DELLINQUINAMENTO (IPPC) della comunit europea.
In tal senso le migliori tecnologie possibili esaminati nella procedura dell'autorizzazione integrata
ambientale richiesta dalla ditta Italcementi S.p.a. saranno le BAT del migliore impianto che per la
sua natura non la migliore tecnologia possibile per la prevenzione e riduzione dellinquinamento,
essendo esso stesso un impianto insalubre di prima classe (Art.216 T.U. Leggi Sanitarie/ G.U. n 220
del 20/09/1994 s.o.n.129).