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Appunti

CORANI,
CONVEGNI,
GIORNALI.

UN PASTICCIACCIO

Maggio 2005. Parliamo di come viene gestita l informazione in Italia. Parliamo di


un caso avviato nel 2003 dalla pubblicazione di una versione italiana del Corano
. Parliamo di un attacco giornalistico, di una replica epistolare mai pubblicata
, di un nuovo attacco, di una replica giudicata troppo lunga, di una replica abb
reviata
su richiesta del giornale in questione e quindi giudicata insufficientem
ente chiara o esplicita, di una controreplica inquisitoria piu che dialettica, d
i un costume giornalistico. Parliamo d informazioni e d intimidazioni, di fatti e di
parole, d inviti alla discussione e di risposte fondate su stereotipi. Parliamo d
i democrazia: di quella praticata attraverso la lealta e le trasparenza nell espor
re le proprie opinioni e di quella dichiarata da quanti, avendo a disposizione u
n grande organo di stampa, si arrogano il diritto di decidere chi e democratico
e chi non lo e. Cominciamo da un documento scritto e mai pubblicato, riassuntivo
dell intera faccenda pregressa, inviato il 21 maggio 2005 da Franco Cardini al di
rettore del Corriere della Sera .
Prato, 21.5.2005
- A PROPOSITO DI CORANI (Il Corriere della Sera, 21.5.2005)
Caro Direttore,
sul Corriere della Sera del 21.u.s., p.35 (rubrica Le idee del sabato), l amico Pier
luigi Battista con l occasione dell uscita del libro Il complotto ebraico di Carlo P
anella - mi chiama in causa in quanto autore della Prefazione all edizione Newton
Compton de Il Corano curata da Hamza R. Piccardo: rileva, seguendo alcune citazi
oni di Panella, alcuni spunti antisemiti nel commento che Piccardo ha apposto al
testo coranico e pretende da me una decisa presa di distanze da tale commento.
Francamente, come anche tu sai, avevo gia fatto molto di piu. E da molto prima c
he Battista me lo chiedesse. Permettimi quindi come so essere mio diritto, e cre
do anche mio dovere
di richiamare l intera vicenda.
Nel novembre del 2003 l Unione delle Comunita ed Organizzazioni Islamiche in Itali
a (U.C.O.I.I.), presieduta appunto da Piccardo, ha pubblicato presso la Newton C
ompton la nuova versione integrale del Corano gia uscita nel 1996 e nel 1999, co
n una bella Introduzione di Pino Blasone e una mia breve Prefazione che redassi
non senza ansia data la responsabilita che con cio sentivo di assumermi, ma anch
e con molto piacere: anche per un motivo connesso alla mia intima e forte convin
zione che le tre religioni sorelle, nate dal ceppo abramitico, debbano conoscers
i reciprocamente il piu possibile. L U.C.O.I.I. difatti ha fama di essere un associa

zione di musulmani intransigenti, non lontani


secondo alcuni da simpatie fondamen
taliste . Ritenni che, appunto per questo, e nella misura in cui cio era vero, il
fatto che da un tale ambiente venisse formulata la richiesta di una Prefazione f
irmata da un cattolico, quanto si vuole amico e rispettoso dell Islam, costituisse
un gesto di apertura e di disponibilita al dialogo di straordinaria importanza.
Fu proprio per questo che mi meravigliai molto del fatto che Magdi Allam, su Il C
orriere del 23.2.2004, scrivesse un articolo nel quale il commento di piccardo ve
niva duramente criticato in quanto antiebraico e anticristiano, ma non si citass
e quel gesto d apertura costituito dalla presenza della Prefazione di un cattolico
. Ricorderai che ti scrissi al riguardo una lettera, che tu mi consigliasti pero
di girare all allora Direttore. Poi, con mia sorpresa, Il Corriere non pubblico quell
a mia missiva: cosa che mi dispiacque ma sulla quale non desidero adesso recrimi
nare.
L articolo di Magdi Allam costituiva peraltro di per se un avvenimento molto serio
: tantopiu che intanto nuove traduzioni del Corano stavano circolando per l Italia
e Vittorio Feltri aveva preso l iniziativa di presentarne, su Libero , una a puntate
corredata da commenti piuttosto forti nei confronti dell Islam e del suo Libro Sa
cro nel suo complesso. E stato cosi che l associazione fiorentina Dia-legein che si
occupa del dialogo interreligioso e l Associazione delle Donne Italo-Arabe, con i
l patrocinio del Consiglio regionale Toscano, della Provincia e del Comune di Fi
renze, hanno tenuto sabato 23 aprile in Firenze un convegno di studio dedicato
alle nuove traduzioni italiane del Corano. A tale evento hanno partecipato, insi
eme con Hamza R. Piccardo e Mohsen Mouelhi che rappresentava Gabriel Mandel Khan
, responsabile della recente traduzione del Corano edita dalla UTET, anche il Di
rettore per l Italia della Lega Musulmana Mondiale, Ambasciatore Mario Scialoja, n
onche studiosi esperti di questioni islamologiche quali i professori Paolo Branc
a e Massimo Campanini, rispettivamente della Cattolica e della Statale di Milano
.
Avremmo voluto che anche Magdi Allam e Vittorio Feltri, autorevoli animatori di
questo dibattito, fossero con noi nella giornata del 23 aprile: e li avevamo inv
itati. Non e stato possibile averli: ma li invito senz altro e fin da ora alla pro
ssima nostra seduta, in autunno, quando ridiscuteremo tutto il problema presenta
ndo il volume degli Atti della giornata del 23 aprile che sara edito a cura del
Consiglio Regionale della regione Toscana. In tale occasione, saranno benvenuti
anche Pierluigi Battista e Carlo Panella. Discuteremo serenamente e francamente.
Quanto al commento di Hamza R. Piccardo, anch io avevo notato alcuni toni che mi s
embravano discutibili: e opportuno ch egli provevda a una revisione del suo commen
to, tantopiu che anche le sue posizioni sono molto mutate nel tempo e che il suo
Corano ha avuto ampia diffusione negli ambienti musulmani d Italia, il che gli c
onferisce una responsabilita ulteriore. Le sue pur incaute espressioni s inscrivo
no comunque non gia nell ambito dell antisemitismo, bensi in quello
che non va confu
so col primo, per quanto sia giusto guardar ad esso con severita - di una tradiz
ione antigiudaica viva da secoli in ambito musulmano come in quello cristiano e
da contestualizzare nella lunghissima polemica triangolare fra le tre religioni. D
elle tre citazioni che Battista estrapola da Panella che cita Piccardo (ma citaz
ioni di seconda mano ed estrapolazioni sono sempre scorette e rischiose), la pri
ma avanza un giudizio collegabile al tema della teodicea, la giustizia divina, r
iguardo alla quale la massima prudenza e consigliabile; la seconda, per quanto e
spressa in termini sgradevoli, riguarda semplicemente il precetto del Deuteronom
io che vieta agli ebrei di prestar a interesse ai correligionari, mentre cio e c
onsentito quando si presti a non ebrei, il che letto con la necessaria coscienza
storica e filologica - non mi sembra cosa ne nuova ne scandalosa (Deueronomio,
22, 20-21) ; quanto al terzo, siamo dinanzi a una tradizione musulmana che richi
ama alla punizione divina per ebrei rei di aver infranto la loro Legge, caso no
n diverso, mutatis mutandis, da quello degli empi Dathan e Abiron che, ribelli a
l Signore e a Mose, vengono inghiottiti dalla terra (Numeri, 26, 9-10).
Il fatto e, caro Direttore, che i testi sacri vanno sempre maneggiati con grande
rispetto e con la massima attenzione: e tanto meno debbono prestarsi a manipola
zioni o a strumentalizzazioni quanto piu una loro citazione rapsodica e letteral
e tenterebbe di farlo. Se si raccogliessero i passi biblici duri con il popolo d I

sraele, o che descrivono situazioni di violenza, si potrebbe mettere insieme un


bel libretto che qualche incauto non esiterebbe a definir antisemita; stando a c
erte espressioni evangeliche, l ebreo Gesu parrebbe parlare da antisemita; ne e ra
ro trovare negli scritti di ebrei, di cristiani e di musulmani espressioni che,
estrapolate, sembrano distillare un odio e un disprezzo che talvolta purtroppo c e
rano, ma che spesso sembrano ben maggiori di quanto in realta furono. Ma e evide
nte che con questi metodi si arriva soltanto a distorcere la storia. Riccardo Di
Segni, oggi rabbino capo della comunita ebraica romana, pubblico nel 1985 propr
io presso la Newton Compton, la medesima editrice del Corano edito da Piccardo,
un prezioso e curioso libretto, Il Vangelo del Ghetto, dove si presentavano le
Toledoth Jeshu, una serie di racconti su Gesu e sul cristianesimo alcuni dei qua
li sono caratterizzati da una forte violenza dissacrante. E Di Segni ricordava
difatti come le Toledoth siano state usate sovente strumentalmente dagli antisem
iti: ma le ricolloca nel loro contesto, e sottolinea come l ebraismo abbia del tut
to superato e metabolizzato quell operetta, peraltro di grande interesse.
L antigiudaismo sia cristiano sia musulmano e riprovevole: ma e cosa del tutto dif
ferente ed estranea rispetto all antisemitismo, per quanto resta vero che gli anti
semiti hanno, da Voltaire (ch era tale) in poi, utilizzato spregiudicatamente i te
mi antigiudaici per la loro propaganda. Il fatto e che semmai lo stesso antigiud
aismo, sempre riprovevole, e divenuto ormai gravemente improponibile: perche dop
o Auschwitz il mondo non e piu lo stesso, e non lo sono quindi neppure le polem
iche fondate sull esegesi. Ecco perche lo Hamza Piccardo di oggi, musulmano che ac
cetta di rimettersi in discussione e che con certezza desidera il dialogo, rived
ra il suo commento al Corano. Mi risulta che gia da tempo ci stia lavorando, com
e comuni amici potranno testimoniare: e non lo fara certo perche glielo hanno c
hiesto ora Panella e Battista.
Una cosa mi risulta comunque incomprensibile. Com e che, mentre gli attacchi all ebr
aismo vengono immediatamente rilevati con scandalo, e associati immediatamente a
ll antisemitismo (un associazione che puo anche esser lecita, ma non e per nulla aut
omatica), quelli al cristianesimo e all Islam vengono tanto facilmente metabolizza
ti? Il rispetto per le fedi altrui non dovrebb essere buona regola generale? Com e c
he Hamza Piccardo fa piu scandalo di Adel Smith, di Dan Brown o di Oriana Fallac
i?
Quanto a me, non c e da pretendere che io effettui una decisa presa di distanze da un
bel niente. Nel 1999, presentando il libro Israele tanto prestigiosamente introd
otto da Alain Dieckhoff per l editore Dedalo di Bari, definivo Israele una parte di
noi e delle nostre vicende di cui non possiamo fare a meno. Una gloria del mond
o (p.14). Non ho nulla ne da aggiungere, ne da togliere a quelle parole che rispe
cchiano la mia ferma convinzione,
Franco Cardini

Questo e appunto il testo originale inviato al Corriere in data 21.5.2005, e che


rende conto dell intero scolgersi della questione. Il testo da me riassunto, su pr
eghiera della redazione del giornale che lo riteneva troppo lungo, e il seguente
:
Prato, 21.5.2005.
A PROPOSITO DI CORANI
( Il Corriere della Sera , 21.5.2005)
Caro Direttore,

sul Corriere del 21.u.s., l amico Pierluigi Battista mi chiama in causa come autore
della Prefazione al Corano edito a cura di Hamza R. Piccardo (Newton Compton),
nel cui commento rileva spunti antisemiti; e pretende da me una decisa presa di dis
tanze . Gia da tempo ho fatto di piu.
Il Corano in oggetto e edito dall Unione delle Comunita ed Organizzazioni Islamich
e in Italia (U.C.O.I.I.), non lontana
dicono - da simpatie fondamentaliste : che vi
figuri la Prefazione di un cattolico e dunque un notevole segno d apertura.
Percio mi meravigliai che Magdi Allam, criticandone il commento antiebraico e antic
ristiano ( Il Corriere , 23.2.2004), non notasse quel dato positivo. Ma la mia letter
a inviata al riguardo al Corriere non fu pubblicata.
Intanto stanno circolando nuove traduzioni; Vittorio Feltri, su Libero , ne ha pres
entata una a fascicoli commentata in modo piuttosto pesante. Per questo, a Fire
nze, con il Gruppo Dia-legein e l Associazione delle Donne Italo-Arabe e col pat
rocinio di Regione, Provincia e Comune, ho organizzato il 23 aprile scorso un co
nvegno sul problema. Vi hanno partecipato Piccardo, Mohsen Mouelhi, l Ambasciatore
Mario Scialoja della Lega Musulmana Mondiale, gli islamologi Paolo Branca e Ma
ssimo Campanini. Avevamo invitato anche Allam e Feltri. Non sono venuti: li aspe
ttiamo in autunno, alla presentazione degli Atti del convegno .
Veniamo al commento di Piccardo, che presenta toni discutibili. Egli sta da temp
o lavorando a rivederlo: cosa opportuna perche il suo Corano e molto diffusio ne
gli ambienti musulmani d Italia, il che comporta ulteriori responsabilita.
Le sue pur incaute espressioni s inscrivono comunque nell ambito non dell antisemitis
mo, bensi in quello riprovevole: ma da non confondersi col primo dell antigiudaism
o, da contestualizzar nella lunga polemica fra le tre religioni abramitiche. La
prima delle citazioni estrapolate da Battista esprime un giudizio sulla storia
d Israele, un Mistero che attraversa tutta la Bibbia; la seconda riguarda il divie
to agli ebrei di prestar a interesse ai correligionari, il che non e ne nuovo ne
scandaloso (Deuteronomio, 22, 20-21); la terza rinvia a una tradizione musulma
na relativa alla punizione divina per gli ebrei rei di aver infranto la loro st
essa Legge, analoga all esempio biblico di Dathan e Abiron inghiottiti dalla terra
(Numeri, 26, 9-10). Rinvio per altri dati al sito web www.francocardini.net.
La citazione rapsodica dei testi sacri e sempre rischiosa. A raccoglier i passi
biblici duri con il popolo d Israele, o che descrivono situazioni di violenza, si
metterebbe insieme un bel libretto antisemita ; stando a certe espressioni evangeli
che, l ebreo Gesu parrebbe antisemita anche lui. Molti scritti ebraici, cristiani e
musulmani si rifanno alla plurisecolare polemica reciproca. Il rabbino Riccardo
Di Segni pubblico nel 1985 un curioso libretto, Il Vangelo del Ghetto (Newton
Compton): cioe le Toledoth Jeshu, racconti ebraici su Gesu, spesso molto violent
i. Un testo usato strumentalmente dagli avversari dell ebraismo.
Resta il fatto che, rispetto all anticristianesimo o all antislamismo, l antigiudaismo
e ormai tanto piu riprovevole perche, dopo Auschwitz, nulla e piu come prima. T
uttavia tutti i pregiudizi vanno combattuti: l antiebraismo di Piccardo, l anticrist
ianesimo di Adel Smith o di Dan Brown, l antislamismo di Oriana Fallaci e cosi via
.
Quanto a me, non c e da pretendere una decisa presa di distanze da un bel niente. Nel
1999, presentando il libro Israele introdotto da Alain Dieckhoff (ed. Dedalo),
definivo Israele una parte di noi e delle nostre vicende di cui non possiamo fare
a meno. Una gloria del mondo (p.14). Non ho nulla ne da aggiungere ne da toglier
e a quelle parole.
Franco Cardini
In data 23.5.2005 questo testo e stato stampato sul Corriere della se
ra , pagina Cultura. Con titolo Citazioni antigiudaiche , non antisemite. E la revisi
one e in corso, e occhiello Lo storico Franco Cardini risponde a Pieluigi Battista
sulla prefazione al Corano di Piccardo, che contiene passi antiebraci . Il testo inv
iato e stato stampato quasi fedelmente, a parte la (significativa) omissione del
la parola amico , all inizio, riferita a Battista, sostituita con vicedirettore .
La controreplica di Battista (che non ama esser definito amico , e che quindi da or
a in poi definiro vicedirettore ) e stata del seguente tenore:
Spiace che Franco Cardini sottovaluti l evidente impronta antiebraica di alcuni pas

saggi del commento al Corano di Piccardo. Che sorvoli sull allusione alle peripezie
di cui gli ebrei, vittime dello sterminio, sarebbero in realta i colpevoli (se l
a sono andata a cercate). Che non colga la non coincidenza del testo coranico co
l commento di Piccardo in cui si descrive la trasformazione degli ebrei in porci e
scimmie . Che trascuri il rifarsi di Piccardo allo stereotipo antisemita degli ebr
ei usurai ingannatori (testuale: considerano del tutto lecito l inganno e la truffa ).
Spiace davvero. E preoccupa anche .
Poiche non c e peggior sordo di chi non vuol sentire, e evidente che appare inutil
e risponder concontrorepliche a chi, avendo tutti gli elementi per giudicare ser
enamente, si ostina a usar toni inquisitorii, recriminatorii e oscuramente intim
idatorii (la sequenza degli spiace culminante nel preoccupa e quasi da manuale). Bat
tista passa disinvoltamente su tutto: e vicedirettore di un quotidiano un illust
re collaboratore del quale non ha risposto all invito d intervenire a un convegno di
studi organizzato in seguito a un caso da lui stesso sollevato, un giornale che
non pubblica le lettere che gli vengono indirizzate, ma tutto cio non sembra pr
eoccuparlo e non lo degna nemmeno di una parola (sara questa la famosa informazi
one democratica ?). Giudica unilateralmente e soggettivamente
senza documentare il
suo parere che i suoi interlocutori abbiano sottovalutato questo e sorvolato quell al
tro (insomma: decide lui chi e antisemita). Liquida tutta la questione della sto
ria d Israele e del rapporto con il suo Dio, che coinvolge tutta la Sacra Scrittur
a e riguarda quindi anche i cristiani, per i quali essa e Antico Testamento, la
questione su cui si sono piegati pensosi tutti i profeti, e Martin Buber, e Prim
o levi, e tanti altri, con un ironica frase fatta ( se la sono andati a cercare ). Fin
ge d ignorare (perche c e da sperare che finga) che l Islam sunnita accetta nella sua
tradizione non solo il Corano, ma anche altre fonti, come gli hadith. Finge di n
on essersi accorto che la trasformazione in animali secondo la tradizione extrac
oranica richiamata da Piccardo non riguarda tutti gli ebrei, ma quelli che trasg
rediscono il sabato (da qui la plausibilita del rapporto con l episodio di Dathan
e Abiron, da me proposto e da Battista non raccolto). Si dice preoccupato, ma no
n spiega perche. Preoccupato forse del dilagare dell antisemitismo strisciante, di
cui sarei un esempio anch io? Ho una lunga carriera e un ampia bibliografia disponi
bili a dimostrare l inanita di tali insinuazioni. Su questi argomenti, non accetto
lezioni da nessuno e non raccolgo le provocazioni di nessuno. Nemmeno quelle ch
e vengono dai vicedirettori. Pero invito anche lui, il vicedirettore, al secondo
turno del convegno sui Corani che faremo a Firenze, per presentare gli Atti del
23 aprile. Lo invito: e sia chiaro che questo invito e una sfida. Venga a far v
alere le sue ragioni e ad esporre i suoi argomenti, senza spiace e senza preoccupa .
La democrazia e fatta di confronto, non di uso intimidatorio dei massmedia dietr
o ai quali arroccarsi per prendersi il diritto dell ultima parola.

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