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CAPITOLO PRIMO
Qual dunque la risposta cristiana, oggi come allora, di fronte a Pastori cos stolti,
ignobili e spregevoli come, ad esempio, un Bonifacio VII? San Paolo scriveva: Dio ha
scelto ci che nel mondo stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ci che nel mondo
debole, per confondere i forti; Dio ha scelto ci che nel mondo ignobile e spregevole
(,27-21Cor 18). Questa frase seguente pu essere presa quasi come manifesto della dottrina
cattolica riguardo ai Papi: per quanto possano essere ignobili e spregevoli, proprio in tale
bassezza si manifesta l'altezza e potenza di Dio e la Sua azione superiore. Quello stesso
Dio che ha scelto Giacobbe, "l'Ingannatore", come Suo patriarca; che ha scelto una semplice
donna come Sua dimora divina; che ha scelto il villaggio di Betlemme come culla per la
salvezza del mondo intero; che ha scelto come Suoi apostoli e delegati uomini rudi e
ignoranti - ecco, questo stesso Dio avrebbe scelto come Suo Vicario in terra Pietro,
peccatore, e poi Lino, Cleto e poi Bonifacio VII e ogni singolo Papa.
A questo proposito significativo che, alla fine del XIII secolo, Benedetto Caetani,
divenendo Papa, abbia assunto il nome di Bonifacio VIII, proprio per sancire
definitivamente la divina legittimit di Bonifacio VII. Bonifacio VIII, cos facendo,
intendeva rendere chiaro a tutti che Bonifacio VII, non ostanti tutte le sue depravazioni ed
efferatezze, era stato veramente Papa legittimo, Vicario di Cristo, secondo la volont di
Dio. E lo stesso Bonifacio VIII dichiarer solennemente, come dogma di fede, che ai fini
della salvezza, assolutamente necessario ad ogni creatura umana, essere sottomessa al
Romano Pontefice 1, chiunque esso sia.
Un testo ufficiale della Sacra Congregazione del Sant'Uffizio, promulgato nel 1998,
cos commentava la fragilit umana e la corruzione dei Papi: Non sono mancati nella
storia del Papato errori umani e mancanze anche gravi: Pietro stesso, infatti, riconosceva di
essere peccatore. Pietro, uomo debole, fu eletto come roccia, proprio perch fosse palese
che la vittoria soltanto di Cristo e non risultato delle forze umane. Il Signore volle portare
in vasi fragili il proprio tesoro attraverso i tempi: cos la fragilit umana diventata segno
della verit delle promesse divine2. Bonifacio VII era il "segno" in terra della Verit
dell'eterno Dio. In un altro documento autorevole della Chiesa moderna, dopo aver alluso
a certe "mancanze" dei Papi del passato, si dice: Dio lo permise per far conoscere la sua
potenza nel sostenere la Chiesa, mantenendo un uomo infallibile nel suo insegnamento,
bench fallibile col suo personale operare3.
Il fatto che ogni Papa santo per i meriti di San Pietro 4, come diceva Gregorio
VII, non per i suoi meriti personali, ma per i meriti di Cristo e quindi anche della Madonna
e di S. Pietro. Come, secondo la fede cristiana, ogni uomo in s irrimediabilmente
peccatore e viene "giustificato" solo dal Sangue redentore di Cristo, non dai suoi personali
meriti (come invece sostenevano gli eretici pelagiani), cos ogni Papa "sacralizzato" e
"santificato" dallo Spirito Santo. La Chiesa sacra e divina indipendentemente dalla santit
personale dei suoi membri. Umanamente ci si pu lamentare delle stoltezze di un Papa,
Bonifacio VIII, Bolla Unam Sanctam.
S. Congregazione per la Dottrina della Fede, Il primato del Successore di Pietro nel mistero
della Chiesa, 1998.
3
Breve Storia della Religione, in appendice al Catechismo Maggiore di Pio X.
4
San Gregorio VII, Dictatus Papae, n. 23.
1
2
come i Giudei si indignavano della stoltezza (1Cor 1,25)5 di un Dio fatto uomo, flagellato e
crocifisso. Eppure in quel corpo ignobile e spregevole dimorava tutta la pienezza della
divinit (Col 2,9). Cos in ogni Papa, per quanto ignobile e spregevole dimora la
plenitudo potestatis ed egli permane l'immagine visibile del Dio invisibile (Ef 1,15).
San Francesco d'Assisi, nel suo Testamento, scrive: Io non voglio considerare in essi
[cio nei sacerdoti] il peccato, perch in essi io vedo il Figlio di Dio, e sono miei signori 6.
Significativo anche quel che dice il vescovo Burcardo di Worms nel suo Decretum, redatto
intorno all'anno 1008: si tratta di un Penitenziale, ossia di un manuale per confessori;
vengono elencati tutti i possibili peccati e ad ognuno viene comminata una penitenza
(costituita per lo pi da digiuni). Ora, molto pi grave della fornicazione o dell'omicidio,
il peccato di criticare un prete concubinario o comunque peccatore. Ogni sacerdote infatti,
anche se personalmente non "santo" per per istituzione divina "sacro". Nel Medioevo,
come oggi, molte persone si sdegnavano contro questi preti indegni e di conseguenza
rifiutavano di venerarli come "vicari di Cristo" o di ricevere da loro i sacramenti, le
prediche o di confessarsi da loro. Burcardo dunque, rivolgendosi al penitente, dice: Hai
abbandonato la Messa celebrata da un prete concubinario? Ne hai disprezzato la preghiera
o le offerte prescritte? Hai rifiutato di confessarti a un prete sposato e di ricevere la
Comunione dalle sue mani, con la scusa che lo ritenevi peccatore? - Un anno di digiuno 7.
Questo atteggiamento infatti rivela secondo la fede cattolica non solo superbia, ma
anche la tentazione di giudicare la Chiesa come una realt umana, essa che cosa tutta
divina8. Dio dir Pio IX -, per manifestare la forza della Sua potenza, spesso adopera
per il governo della Sua Chiesa i mezzi pi insignificanti o anche i pi ignobili e
spregevoli, come un Bonifacio VII o schiere di preti libertini, perch sempre pi tutti si
rendano conto che Dio stesso che con la Sua meravigliosa Provvidenza guida e protegge
la Chiesa9.
Cattolicesimo. Giannozzo sussult: sapeva infatti che a Roma Abraam non avrebbe visto
che corruzione e depravazione; cerc dunque di dissuaderlo da tale viaggio, adducendo il
pretesto che sarebbe stato molto costoso, eccetera. Ma Abraam non cambi idea, part per
Roma e Giannozzo perse ogni speranza. Al ritorno da Roma, inaspettatamente Abraam si
fece cattolico. Giannozzo non poteva crederci; ma l'ebreo gli spieg che proprio a motivo
della depravazione che aveva visto nel Papato, si era convertito: se infatti, non ostante tale e
tanta miseria umana dei suoi ministri, intenti quasi a demolire con i loro peccati e le loro
stoltezze la Chiesa, questa tuttavia sussisteva indefettibile nella propria dottrina e nella
propria missione, evidentemente era guidata e retta dallo Spirito Santo: altrimenti, in
mano a uomini cos inetti, non avrebbe potuto sussistere, integra e inviolata, per tanti
secoli. Ecco dunque che, ancora una volta, possiamo constatare che un Bonifacio VII
poteva essere considerato veramente il segno della verit delle promesse divine.
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CAPITOLO NONO
LA QUESTIONE DELLA LEGGE CRISTIANA E LE STRANE CONSEGUENZE DELLO
SCISMA TRA CATTOLICESIMO E ORTODOSSIA
ritenute assolute e infallibili. I canoni dei concili locali (Gangra, Laodicea, Antiochia, ecc.
per lOriente; Elvira, Orlans, Orange, ecc. per lOccidente), invece, ebbero valore
legislativo solo per le Chiese locali a cui appartenevano. Ciononostante molti di questi
Concili locali (della Chiesa dOriente) furono, dagli stessi concili ecumenici, promossi a
normativa universale al pari dei decreti dei concili ecumenici. Lo stesso avvenne in
relazione a certi scritti, sentenze, lettere, di alcuni Padri della Chiesa: furono inseriti nel
corpus delle leggi conciliari, per autorit degli stessi concili ecumenici (in particolare del
Trullano e del Niceno II).
Questo corpus di leggi ecclesiastiche divenne, a partire dal X/XI sec., intoccabile e
inalterabile. Lo si considerava ormai come la Legge cristiana per eccellenza, ormai
conclusa e perfetta e vincolante per tutti e per sempre. La Chiesa Ortodossa dOriente, vi
aggiunse ancora, nellXI sec. qualche breve testo normativo (v. Nicola di Costantinopoli e
Niceforo il Confessore), ma poi non vi aggiunse pi nulla, e il corpus rimase tale e quale,
inalterato, fino ad oggi. Soprattutto dopo il grande scisma del 1054, infatti, la Chiesa
bizantina, sentendosi la custode dellOrtodossia e della Tradizione, si arrocc
ulteriormente su di una posizione di strenuo conservatorismo, rifiutando ogni modifica
della Tradizione ricevuta, tanto pi perch la Chiesa latina invece, dopo lo scisma, assunse
un atteggiamento differente, un atteggiamento di cambiamento della Tradizione in
nome dellautorit papale.
Il corpus dei sacri canoni, infatti, era venerato e osservato presso i latini proprio
come presso i greci, tant che il Decretum di Graziano, nellXI sec., sintesi compilativa del
Diritto ecclesiastico latino, contiene, in latino, quasi tutti i testi conciliari e patristici che
costituiscono il Pidalion greco. La Chiesa Romana, tutttavia, dopo lo scisma dOriente,
volendo accentuare lautorit del Papa e la sua superiorit rispetto alla Tradizione,
aggiunse al suddetto corpus tutta una serie di nuove leggi ecclesiastiche emanate dai
romani pontefici. Cos, il Corpus iuris canonici latino, pur comprendendo il corpus originario
identico a quello del Pidalion, vi aggiunse, durante tutto il secondo millennio, molti altri
testi papali. Solamente allinizio del XX secolo, con la redazione del Codex iuris canonici, la
Chiesa latina abrog formalmente il Corpus.
La Chiesa dOriente, invece, specialmente quella bizantino-greca, conserv il corpus
del Pidalion fino al giorno doggi come unica e immutabile Legge della Chiesa (anche se in
verit molto spesso essa non viene affatto osservata alla lettera).
Bisogna precisare che il nome di Pidalion (letteralmente Timone) stato dato
solamente nel XVIII sec. da Nicodemo Aghiorita, il quale, redigendo appunto questa
compilazione del Corpus dei Sacri Canoni (con traduzione-parafrasi in greco moderno e
abbondanti note esplicative), la volle chiamare il Timone dellOrtodossia.
Per gli ortodossi, soprattutto greci, il Pidalion costituisce tuttora il punto di
riferimento obbligato per ogni questione ecclesiastica: le regole sul digiuno,
sullamministrazione delle parrocchie, sullaccettazione o meno di certe superstizioni
pagane quali il Carnevale, sulla vita matrimoniale dei preti sposati, ecc. ecc.
Ma la domanda fondamentale diventa, a questo punto: che senso ha una Legge
cristiana? Che cosa significa, per il cristiano, seguire una Legge? E questa Legge va
considerata divina o umana? Assoluta o mutabile? Per rispondere a questa domanda, sar
Questo fu luso dei preti sia greci che latini durante il primo millennio. Il Concilio
Trullano, nel VII secolo, protesta con veemenza contro quei preti (greci) che, seguendo
mode laicali e mondane, si lasciano crescere i capelli lunghi. Ma siccome, a quanto pare,
questa moda si stava diffondendo tra i greci nonostante i divieti ecclesiastici, al momento
dello scisma anche i capelli divennero cavallo di battaglia contro i latini. I greci
approfittarono delluso di alcuni dei loro preti di farsi crescere i capelli, per farne
unusanza greca contro i rasati ed effeminati preti latini. Avere i capelli lunghi divenne
allora una caratteristica del prete greco, ortodosso, che si distingue con fierezza dagli
eretici latini!
E cos la tradizione tanto delluna quanto dellaltra Chiesa si and costruendo
sullinimicizia verso lavversario, creando norme, usanze, leggi e dottrine teologiche aventi
come unico scopo la sottolineatura della propria identit e differenza rispetto al nemico,
quasi che tutto il valore e il senso di essere greco ortodosso (o viceversa latino cattolico)
stia nel differenziarsi il pi possibile dagli altri, e non invece nel mettere in pratica i
comandamenti del Vangelo, con umilt e senza giudicare gli altri.