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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI SIENA

FACOLT DI LETTERE E FILOSOFIA


Corso di Laurea in Scienze della comunicazione
curriculum tecnologico

I MONOPOLI NEI NUOVI MEDIA


E LA QUESTIONE DELLE LIBERTA INDIVIDUALI

Relatore : Ernesto Screpanti

Tesi di laurea di:


Roberto Massafra

Anno accademico 2007-2008

INDICE
Prefazionepag. 4

CAPITOLO I
IL CONTINENTE INVISIBILE
1.

Il Continente invisivile.....pag. 10

CAPITOLO II
LERA PIONIERISTICA E LE AMBIZIONI DI UN GIOVANE
1.

Una metafora evoluzionista, oppure no?.......................pag. 20

2.

LHomebrew Computer Club e il cambio di valori indotto


dal giovane Bill Gates..pag. 24

3.

Paradigma

fordista

incarnazione

del

concetto

darwinianopag. 26
4.

La guerra dei browser.pag. 28

5.

Contrapposizioni: Xp e VISTA, contro Linux, Ubuntu, ed il


Troztkismo digitale di Stallman.pag. 31

6.

Linux alla riscossapag. 37

CAPITOLO III
LINDUSTRIA CULTURALE
1.

1.Lindustria culturale o la cultura industriale.pag. 41


2

2.

Il Comunismo delle idee..pag. 41

3.

La Napsterizzazione del mondo moderno..pag. 44

CAPITOLO IV
CONTROLLO E REPRESSIONE
1.

Laneddoto della guerra fredda digitale, ovvero: quando


il copyright diviene strumento di repressione....pag. 56

2.

Un precedente storico...pag. 59

3.

Dopo lundici settembre: fine dellutopia?.............pag. 61

4.

Il PC contro i Pcpag. 67

CAPITOLO V
NUOVI MONOPOLI ALLORIZZONTE: GOOGLE E IL
PROBLEMA DI ESISTERE
1.

Cosa vuol dire oggi Google...pag. 70

2.

Nuove leve di potere..pag. 75

BIBLIOGRAFIA...pag. 79
ELENCO DEI SITI INTERNET CONSULTATI.....pag. 80
RINGRAZIAMENTI....pag. 82
3

PREFAZIONE
Ogni qualvolta la tecnologia e la scienza hanno permesso la creazione di nuove
tecniche di comunicazione, a partire dall'invenzione della stampa, queste hanno
dovuto far fronte al superamento di ostacoli di tipo logistico, economico, sociale
e politico per poter essere sviluppate, seguendo strade spesso affiancate dal caso,
che a volte hanno paradossalmente favorito lo sviluppo di mezzi preesistenti ad
altri pi innovativi, e che ha visto e vede tuttora lottare per la supremazia e
l'imposizione di una tecnologia rispetto ad un'altra, coinvolgendo grandi potenze
economiche, comunit di esperti e associazioni di scienziati senza fini di lucro,
governi, singoli imprenditori, attivisti politici ed economici. Aldil delle
considerazioni personali su ogni differente tipo di medium, della loro nascita e
sviluppo, ogni rivoluzione tecnologica sui media ha portato inevitabilmente a
delle rivoluzioni culturali, sia da un mero approccio mentale nuovo alla
creazione di idee e principi attorno ad essi ed all'uso di questi come veicolo per
l'informazione, l'attivismo politico e il sociale. Il tutto, naturalmente, con il
benestare della produzione industriale che ha permesso, tramite il mercato ed
attraverso il mercato, di giustificarne l'esistenza. Certo, si potrebbe obiettare che
l'invenzione della stampa non pu essere per la sua importanza parificata a
quella del telegrafo e del telefono, e che questo non abbia in alcun modo avuto
un'influenza sulle conquiste sociali. Ma, come la storia sta a dimostrare,
qualunque nuova tecnologia sviluppata con un certo tempismo pu cambiare le
sorti e la vita degli individui, come ben sanno gli apparati militari e bellici, che
spesso per primi, all'interno dei governi, hanno dato la propulsione per lo studio
e l'applicazione delle nuove tecnologie. Il telefono ha contribuito a rendere pi
veloce la storia, pi immediata; ha permesso la comunicazione in tempo reale
degli avvenimenti, scavalcando i tempi della spedizione e quelli legati
all'interpretazione di un codice ad uso del telegrafo, ma non ha fatto solo questo.
4

In definitiva ha cambiato il modo di pensare e di interagire tra gli esseri umani,


proprio come in passato avevano fatto nella storia l'invenzione della scrittura
prima, e quella importantissima della stampa, ma che assieme a quest'ultima
Marshall Mcluhan incluse tra i media freddi (o riscaldanti), poich richiedeva
una forte immersione del fruitore, proprio come la televisione. sorprendente
notare come anche la tv sia stata, alla sua nascita, classificata dallo studioso
come un media freddo, cio di un mezzo che si offre a due sensi percettivi
fornendo pochi dettagli, ma che per lo stesso motivo coinvolge lo spettatore, che
deve, si, aggiungere meno informazioni per elaborare ci che riceve, ma trarle
da s stesso. Proprio in questo Mcluhan differenzia la televisione dal suo
predecessore, la radio, altro mezzo di comunicazione di massa simbolo del
secolo XX, considerato invece come media caldo, poich essa richiede
l'impegno di un solo organo di senso, l'udito, che viene saturizzato di
informazioni, proprio come invece il cinema dovrebbe fare riguardo alla vista.
Se queste definizioni possono all'oggi essere ridiscusse riguardo radio e tv,
anche secondo una naturale implosione nel tempo, la televisione rimane in
quest'ottica un asso tecnologico notevole per la messa a punto di un determinato
modello di messaggio freddo e quindi riscaldante , secondo lo studioso
canadese, e totalizzante. Basti pensare al suo battesimo: Il primo vero
programma televisivo fu trasmesso dalla Germania Nazista il 22 Marzo del
1936, in occasione della XI Olimpiade, svoltasi a Berlino. Senza voler gettare
moniti moralistici sui singoli mezzi di comunicazione, indubbio, e la societ
italiana ne la prova vivente, che diversi medium abbiano differenti gradi di
democrazia connaturata alla loro struttura. Certo ogni mezzo di comunicazione
di massa, dovr obbligatoriamente essere osservato anche in base al periodo
storico ed al contesto sociale che via via si prender in esame, salvo cadere in
facili grossolani errori di giudizio, se non in vere faziosit. Se chiaro che dove
gli elementi percettivi fisici sono sempre gli stessi, differenti siano i loro effetti
psichici sugli spettatori durante il tempo: una produzione hollywodiana
5

trasmessa in un cinema della provincia italiana nel secondo dopo guerra, ha


sicuramente un impatto diverso e pi potente rispetto allo stesso film trasmesso
in una sala dei giorni nostri, pur se dotata di schermo gigante e dolby surround
per l'audio. Il pubblico cambiato, anche grazie ai media, e per questo rende
possibile un cambiamento degli stessi, nelle loro tecniche come nei loro
contenuti. Questi nuovi contenuti non bastano per, da soli, a soddisfare una
popolazione in gran parte scolarizzata, ormai satura di informazione e di cultura
popolare, ed ormai abituata ad un certo bombardamento di informazioni
percettive, per la maggior parte ormai superflue e non ricercate, ma piuttosto
subite. A partire dai primi anni novanta, Internet si fatto strada come nuovo
medium, uscendo dai laboratori di esperti e dalle universit americane degli anni
sessanta, dove era stato creato, sempre con il benestare del ministero americano
per la difesa, che vedeva in esso, in piena guerra fredda, un sistema per poter
comunicare tra vari punti della nazione anche sotto un conflitto nucleare. Ci
che ha reso internet popolare, o per lo meno ha dato una grande spinta alla sua
diffusione stata l'invenzione del web, nome spesso usato erroneamente come
suo sinonimo, e il cui padre Tim Berners Lee. L'invenzione di un protocollo
che potesse essere uguale per tutti i modem, che potesse esporre files di testo ed
immagini secondo il modulo dell' HTML tra una rete di personal computer ha di
colpo permesso a scrittori, giornalisti, scienziati, lettori, gente comune, di poter
scambiare e usufruire di informazioni, messaggi di posta, bollettini, redatti
magari dall'altro lato del pianeta e letti in tempo reale, dando un risvolto
informativo diffuso e sociale ad una pratica che nei vent'anni precedenti era
appannaggio di esperti del settore e per la trasmissione di informazioni
scientifiche, di solito proprio di carattere informatico. Ormai il WEB fa parte
integrante del mondo moderno, divenuto lo spazio dove si preferisce e dove
spesso conviene comprare biglietti aerei, abbonarsi a giornali e riviste, cercare le
ultime notizie, comprare rarit dai collezionisti, dove fruire e scaricare, magari
illegalmente, materiale audio e video; dove trovare documenti ufficiali da
6

compilare o dove cercare un impiego, ricevere dei pagamenti o soltanto


svagarsi.
Prima per di addentraci nella storia di internet e della rete, bisogna fare una
premessa.
La rete in una seconda fase storica, il cos definito WEB2.0 ci permette delle
interazioni di carattere personale molto pi elevate rispetto a quindici anni fa;
avere delle proprie pagine personali sulla rete alla portata di chiunque, perch
spesso gratuito, anche per chi, per paradosso, non possegga un computer. Inoltre
questo spazio virtuale permette lo sviluppo di comunit on-line riguardo
determinati argomenti, forum di discussione, creando comunit di interesse e
riscontrabili in vecchi media anche caldi come la radio, nei quali avvenivano
gi integrazioni tribali di interesse. La creazione di proprie identit rivolte al
mondo, o doppie identit, non mai stata cos facile, come mai a questi livelli
era stata possibile l'integrazione e la convergenza tra i vari media. Questo ha
ancora una volta cambiato gli utenti, o sarebbe meglio parlare di utente preso
singolarmente, il quale trova in un solo strumento tecnologico, il computer,
quello che nei decenni precedenti trovava (e trova ancora) separatamente, e che
ora pu essere contemporaneamente televisione, radio, biblioteca, video
telefono, posta, casella della posta e/o chatroom interattiva, cinema,
videoregistratore, club, associazione, giornale, negozio...e l'elenco sarebbe
grande ed in numero pari alle sfaccettature delle nostre vite. La differenza
autentica rispetto al passato, resta il fatto che internet, per la sua natura
intrinsecamente anarchica con la quale nata, segni, come e pi di ogni altro
media nel suo sviluppo, un nuovo modo di fruire delle conoscenze, e, di
conseguenza, un nuovo modo di ragionare in termini di associazione di idee e di
spazio associativo, creando il nuovo concetto di Intelligenza Collettiva, cos
come enunciato da Pierre Levy.
Senza farsi prendere da immediati entusiasmi, occorre sottolineare per quanto
sia essenziale sfatare alcuni miti della rete e sottolineare i gap esistenti fra
7

fruitori occasionali e quotidiani, tra coloro che dispongono pienamente del


mezzo e coloro che ne usufruiscono in maniera passiva. Sempre Mcluhan
formul il concetto dell'implosione dei media a cui ho prima accennato, secondo
il quale un media freddo pu divenire col tempo caldo ed in questo senso
l'indicazione della temperatura del mezzo sta ad indicarne il grado di torpore che
pu trasmettere, quando ormai diviene oggetto di sottofondo, perch
onnipresente, come ormai spesso avviene per la televisione, la quale col tempo
fa perdere apparentemente la sua attenzione, che si riacquista solo se paragonato
ad altri medium caldi per antonomasia come la carta stampata, stimolando una
repulsione mentale per chi non vi sia pi allenato ed ormai assuefatto alla
fruizione bulimica di percezioni audiovisive da tubo catodico. Ci pu avvenire
anche con la rete, quando la stessa bulimia di stimoli percettivi creata dalla
televisione venga sfogata in internet, avendo una atteggiamento puramente
passivo e non partecipativo del mezzo, una situazione di stallo culturale che si
riscontra pi spesso di quanto si immagini, anche tra le nuove generazioni, che
lo stereotipo comune vuole iper informatizzate e a loro completo agio nel mezzo
interattivo. Per questi si da per scontato l'essere in rete, il capirla. Differente
per sfruttarla come mezzo partecipativo, che non una caratteristica innata,
neanche tra i pi giovani. L'essere in rete differente dal semplice usare la rete.
Se, come qualcuno pensa, il problema di una diffusione culturale di internet sia
legato esclusivamente a quello logistico di mettere ovunque la fibra ottica ed un
computer in ogni casa ed in ogni scuola sarebbe, come ha dichiarato lo
scrittore Wuming2 , 1Come se l'analfabetismo fosse solo un problema di
diottrie. L'esplosione di internet come mezzo di massa, avvenuto nei primi anni
novanta grazie all'invenzione del World Wide Web, ha cambiato le societ e le
vite dei paesi pi industrializzati e non solo di essi, pi velocemente di quanto i
singoli individui abbiano potuto rendersene conto. Ora, trovandoci nella seconda
fase della vita del web, possiamo analizzare cosa effettivamente esso sia
diventato per l'economia, l'informazione, la cultura, e quali nuovi spiragli abbia
1

Wu Ming 2, Le 10 competenze del professor Jenkins ,www.wumingfoundation.com, file audio, 15/11/07

svelato in questi ambiti. In questo senso vero che ogni nuovo media genera
nuovi mondi e nuovi modi: modi di pensare, di fruire, di partecipare, di agire, di
acculturarsi, o solamente di perdere tempo. Il Web stato (ed tuttora)
palcoscenico di grandi battaglie legali per la libert di espressione, per la
supremazia tecnologica ed economica, ed continuamente nel mirino di chi
vorrebbe imporre i suoi monopoli. Tra nature dissidenti e grandi oligarchie,
qui che si giocheranno le battaglie del futuro e dove gi si svolgono quelle
attuali, nascoste per lo pi da grandi allarmismi e cacce alle streghe lanciate dai
mezzi tradizionali e dai loro rappresentanti. Che se ne voglia pensare, i processi
in atto non possono essere pi ignorati ed occorre analizzarli, nei limiti del
possibile, nella loro interezza per avere le idee chiare e, perch no, scegliere da
che parte stare.

CAPITOLO I
IL CONTINENTE INVISIBILE

Il Continente invisibile
A quasi diciotto anni di distanza dalla sua diffusione di massa grazie al World
Wide Web, innegabile che Internet abbia scatenato un processo irreversibile
nelle societ di tutto il mondo. Questo paradossalmente vero per quanto
riguarda gli stati nazione in via di sviluppo, nelle quali anche laffluenza di
connessioni risulta in una fase di sviluppo continuo, e che allo stesso tempo pu
rendere pi visibile un piccolo Paese al resto del mondo, e permetterne una
affluenza pi agevolata grazie a dei servizi come la visita al sito di ente turistico,
a quello di una determinata azienda, o semplicemente osservando le offerte dei
viaggi aerei a basso costo prenotabili sul web. Anche in questo senso Internet ha
accorciato le distanze, responsabile in questo senso di un lato pi positivo della
globalizzazione. Una globalizzazione che non tocca solo i rapporti sociali e lo
spostamento per scopi ludici degli individui, ma che ha modificato i rapporti
economici di interi Paesi, oltre che a rivoluzionare la produzione capitalistica in
toto. Basti pensare allincremento di fulcri economici a macchie di leopardo
allinterno degli stessi stati, come Bangalore in India, secondo centro mondiale
per la produzione di software, la quale, secondo molti economisti, non dovrebbe
essere pi considerata come parte dellIndia, in misura del fatto che i suoi
interessi e la sua cultura non coincidono pi con quelli del resto del Paese
indiano, se non piuttosto con quelli del cosiddetto

Continente Invisibile2.

Proprio lesistenza di questi fenomeni alimenta le preoccupazioni di chi invece


critica lo sviluppo in particelle allinterno di grandi aree geografiche, e che gi
alimentava la letteratura cyberpunk di fine anni 80 riguardo a quelle che Bruce
2

Ohmae, Kenichi, Il continente Invisibile, Fazi, Roma, 2001.

10

Sterling ha chiamato Isole Nella Rete3, cio una serie di centri collegati ed in
comunicazione costante tra di loro, su di un territorio completamente escluso da
tale mercato, tracciando scenari apocalittici in un divario incolmabile fra societ
di connessi e non connessi. Ma prima di analizzare le rivoluzioni economiche, e
le conseguenti speculazioni del mezzo, bisogna premettere le origini culturali
che hanno reso possibile lo sviluppo della Rete e del Web.
La componente anarchica di Internet e dei primi ricercatori stata accompagnata
dallo stesso spirito di frontiera americano, presente anche in frange politiche ed
economiche che agli occhi degli europei nulla hanno di progressista. Nella prima
parte degli anni 90, gli ideali comunitari e liberali hanno paradossalmente avuto
molti punti di convergenza con le aspettative di un capitalismo neoliberista, che
in molti hanno definito anarco-capitalismo per la sua voglia di una assenza totale
di regole. Importante sottolineare come la rivoluzione digitale negli Stati Uniti
sia stata portatrice di un nuovo racconto di emancipazione, tanto nella sua
versione cooperativa e comunitarista, che in quella neoliberista ed individualista,
come corpo fondamentale di un nuovo sogno americano, come ha brillantemente
evidenziato Carlo Formenti:
()Un racconto che si propone di mobilitare la totalit della popolazione
mondiale, chiamandola a partecipare alla nuovo prosperit resa possibile
dallillimitata riserva di valore che coincide con la creativit di individui e
collettivit. Per liberare la potenza di questa creativit, che coincide
sostanzialmente con la stessa intelligenza collettiva della specie, necessario
abbattere le vecchie barriere imposte dalla sovranit degli stati-nazione :
censura ideologica e politica, tasse, limitazioni alla libert di movimento delle
persone , ecc.4

Sterling,Bruce, Isole nella Rete, Fanucci, Roma, 2000


Formenti, Carlo, Mercanti di Futuro, Utopia e crisi della Net Economy, Einaudi, Torino, 2002

11

Questi ideali, in parte frantumatisi dopo l11 settembre e lapplicazione di nuove


politiche restrittive, hanno effettivamente accompagnato lo sviluppo del Web
nella sua prima fase, mettendo daccordo le comunit hacker, i ricercatori
informatici, le comunit no profit e le grandi aziende che hanno visto nella rete
una grande possibilit di profitto, convinzione in parte disillusa alla fine degli
anni novanta, nel periodo dello scoppio della bolla speculativa sulla net
economy che aveva visto fino a quel momento ingenti investimenti in borsa
senza che questi avessero in realt fruttato rispettivi ricavi, portando a molti
crack finanziari ed a vere e proprie truffe nei confronti di migliaia di
risparmiatori e piccoli azionisti che ricevevano stock options al posto di denaro,
investendo in alcuni casi anche la pensione. Fenomeno che ha accompagnato
lennesima recessione statunitense e preceduto la lotta al terrorismo del
governo Bush avvenuta dopo il crollo delle Twin Towers di Manhattan da parte
di alcuni terroristi islamici e scatenato una nuova corsa agli armamenti con i
rispettivi investimenti economici del caso verso lindustria pesante.
Lorigine di un nuovo racconto americano si fa spesso risalire a Ronald Reagan ,
il presidente responsabile della deregulation dei settori di finanza, trasporti e
telecomunicazioni, che una volta liberalizzati, hanno permesso alleconomia di
avere un potere senza confini. Questi fattori hanno spostato il raggio di azione
dei fattori economici sull individuo sovrano5, definizione di un nuova figura
di atomo sociale, il quale svolge un ruolo centrale nelle rappresentazioni della
New Economy, anche in virt dellindifferenza riguardo lo sviluppo e la stabilit
delleconomia nazionale. Leconomia in rete funzionerebbe secondo questi
principi, come una sorta di meta stato, in grado di generare rapporti di tipo
nuovo, in barba ai confini economici e politici tradizionali, e spesso pi stretti e
duraturi di quelli delleconomia tradizionale. Se beni, servizi e conoscenze
circolano liberamente in Rete, senza un controllo del mercato diretto da parte
delle imprese, si creano le premesse per la realizzazione del mercato perfetto
teorizzato da Adam Smith, in conseguenza del quale le imprese si trovano
5

Davidson ,J.D. , The Sovereign Individual, Simon and Shuster, New York, 1997

12

costrette ad inseguire i gusti e le tendenze sociali e culturali dei consumatori,


che assumono un controllo sempre crescente sulla catena della domanda e
dellofferta. Il mercato perfetto teorizzato da Smith combacia con una situazione
nella quale ogni acquirente conosce il prezzo richiesto da ogni venditore, ed
ogni venditore conosce la disponibilit economica di ogni cliente, perci chi
opera nel mercato in grado di agire sulla base di informazioni complete.
Paradossalmente, ad associare questo modello alla realt storica che veniva a
crearsi, stato fra gli altri, proprio Bill Gates, il simbolo del monopolio pi
assoluto, in un discorso tenuto a Seattle nel 19976. A queste definizioni si
accompagnano quelle di un comunismo nella distribuzione dei beni e servizi
sulla Rete, affiancata ad un comunismo delle idee dei ricercatori e tanto
propugnato dalle prime comunit hacker, per i quali le conoscenze devono
restare a disposizione di tutti gli individui che ne possono trarre beneficio,
principio fondamentale per permettere ulteriori sviluppi nella ricerca. E proprio
secondo questi principi distributivi si trovano delle convergenze con la
concezione marxista di una uguaglianza nella soddisfazione dei bisogni, che
porti ad una vera uguaglianza del benessere. Questo enunciato ha subito
numerose critiche nella misura in cui veniva meno il principio di prestazione,
secondo il quale ognuno dovrebbe essere remunerato in proporzione al proprio
lavoro; ci poich oltre ad una scorretta allocazione del lavoro, che potrebbe
portare ad un eccesso di offerta dei lavori pi piacevoli ed un eccesso di
domanda per i lavori pi umili, si acuirebbe una de-mercificazione dei beni e dei
servizi, che porterebbe di conseguenza ad un eccesso di domanda per gran parte
di essi. Tutte queste eccezioni vengono meno in un ambito di beni e servizi
digitali, che in quanto tali sono disponibili in un numero infinito. Questo, in
relazione alla semplice utenza verso la Rete. Ma in ambito di domanda ed
offerta di lavoro, si riscontrano aspetti altrettanto interessanti riguardo delle
analogie tra lindividuo sovrano, incarnato negli Stati Uniti come un
lavoratore autonomo e nomade, dotato di un alto livello di istruzione e spirito
6

Pedemonte, E., Personal Media. Storia e futuro di unutopia, Bollati Boringhieri, Torino, 1998

13

imprenditoriale, e la profezia di Marx, secondo la quale i produttori avrebbero


assunto il controllo sui mezzi di produzione. Secondo i due economisti svedesi
Jonas Riderstrale e Kjell Nordstrom, conoscenza, relazioni sociali, creativit ed
intelligenza sono materia prima e strumento della nuova produzione. Allora, gli
unici proprietari di fattori tanto soggettivi e specifici altri non sarebbero che i
singoli lavoratori. Quindi, a trarne beneficio sarebbero gli individui, e non una
classe sociale. Questa teoria trascura per alcuni elementi fondamentali, in
special modo riguardo al fatto che le imprese, pur funzionando come attrattori di
conoscenze ed intelligenze individuali, rappresentano anche luoghi di
condensazione di interessi comuni, un modo cio di unirsi per affrontare assieme
i rischi del mercato, implicando al loro interno sia solidariet che competizione.
Differenze le troviamo nella cultura dellopen source, in particolar modo
analizzando lo sviluppo della comunit Linux, dove meglio si evidenzia la
convivenza tra la retorica della libert individuale e lesaltazione di nuove forme
di comunitarismo. Linus Torvalds, mettendo in comune le conoscenze riguardo
la propria invenzione con altri hacker, ovvero il sistema operativo Linux, ha
fondato, oltre un movimento, una sorta di accademia digitale nella quale la
comunit intera lavora riguardo determinati problemi per poi sottoporre i
risultati al giudizio della comunit stessa. Il tutto in maniera orizzontale, senza
alcuna gerarchia. Ci non impedisce ai singoli individui di arricchirsi col proprio
lavoro, a condizione che il codice sorgente rimanga disponibile per la comunit.
In tal modo guadagnare diviene lecito se si producono conoscenze messe a
disposizione di tutti, piuttosto che rivendicare il possesso di una invenzione
privando agli altri individui il diritto di trarne a loro volta beneficio. Unaltra
componente da tenere ben presente riguardo la produzione in rete di conoscenze,
e che si rispecchia molto bene nelle comunit dellopen source, riguarda la
soddisfazione dei fattori emotivi degli individui. Rifacendosi ai principi della
piramide di Maslow, che in una scala delle motivazioni dei lavoratori pone alla
base la soddisfazione dei bisogni primari, soddisfatti i quali si passa alla
14

domanda di soddisfazione dei bisogni emotivi, di riconoscimento del proprio


lavoro e di appartenenza ad una comunit; fattori questi che ben delineano le
comunit hacker. Un hacker infatti colui che di norma ha gi soddisfatto i
bisogni primari, e le motivazioni al suo lavoro sono spesso di carattere pi
sociale ed emotivo, che spesso si esplicano nel gusto della ricerca tout court,
situazione che spesso tende a far cancellare il confine tra lorario di lavoro ed il
tempo di vita . Una simile filosofia stata pronunciata dallo stesso Torvalds :
le motivazioni umane appartengono a tre categorie: la ricerca di mezzi di
sopravvivenza, la ricerca di relazioni sociali, la ricerca di divertimento. Gli
hacker si riconoscono dal fatto che hanno superato il primo stadio: non usano
la tecnologia per sopravvivere, ma esclusivamente per socializzare e divertirsi.7
larruolamento di milioni di persone nella comunit Linux deriva proprio dal
piacere che tutti questi individui traggono dal poter modificare un prodotto e
migliorarlo, ed avere cos diritto ad entrare a far parte di una comunit di pari,
dalla quale ci si aspetta di ottenere approvazione, riconoscimento e stima per il
lavoro svolto.
Lo sviluppo di una Net Economy derivato da una convergenza fra una perenne
ricerca di nuove idee che ha permesso agli hacker di non vendersi alle
corporation per guadagnare soldi ma di continuare a lavorare a tempo perso su
progetti gratuiti con loccasione di poter vendere i propri eventuali risultati, una
fruizione libera delle idee che ha permesso lo sviluppo tecnologico attuale da un
lato, ed una utopia individualista che ha accresciuto il numero di lavoratori
autonomi specializzati e disposti ad affrontare dei rischi dallaltro; tutti fattori
intrecciati che hanno permesso la nascita di comunit virtuali e reti relazionali.
I fattori che hanno mutato leconomia sono molteplici, e vanno dal processo di
terziarizzazione e di decentramento produttivo che sostituisce le imprese
tradizionali con imprese virtuali, al decadimento delle catene di montaggio della
7

Torvalds, L. , Rivoluzionario per caso. Come ho creato Linux( solo per divertirmi), Garzanti, Milano, 2001

15

produzione taylorista in sostituzione di modelli pi flessibili per la produzione


just in time, fenomeni questi accompagnati e spesso creati dai gi citati
rovesciamenti dei rapporti tra produzione e mercato e lesistenza di nuove forme
di lavoro autonomo. Questi fattori hanno caratterizzato quello che stato come
post fordismo, e sono gli stessi elementi dellorganizzazione produttiva di
imprese come Microsoft, che hanno innescato un processo a catena tale da
spingere anche le grandi imprese tradizionali ad attuare caratteristiche analoghe
di flessibilit, sfruttando le nuove tecnologie per instaurare nuovi rapporti con
partner economici e fornitori, e per condividere conoscenze e idee con
dipendenti, collaboratori e non ultimi i clienti. Le organizzazioni di impresa
hanno in questo modo scardinato la loro struttura verticale, per assumere
laspetto di catene orizzontali, aperte e circolari, che collegano differenti unit di
progetto.
Diverse sono le interpretazioni di questo cambiamento, visto in maniera
differente in Europa piuttosto che in America, dove si insiste sullindebolimento
capitalistico nei confronti dei produttori e consumatori (unificati dal termine
prosumer), i quali non vengono pi rappresentati come mera forza lavoro
costretta a consumare i prodotti che essi stessi fabbricano, bens come comunit
di individui consapevoli del fatto di essere protagonisti del ciclo di produzione,
il quale dipende dalle loro idee, e quindi capaci di far pesare le loro posizioni
sul capitale. Allopposto la visione europea, figlia di un differente concetto di
modo di produzione, descrive gli stessi fenomeni come un processo di
estensione dello sfruttamento capitalistico. In questo senso il passaggio da
fordismo a post fordismo altro non che una accentuazione delle realt sociali
sulla sfera lavorativa, proprio come per Gramsci il fordismo non era
semplicemente un modello di organizzazione della produzione ma un modello
sociale complessivo, in un sistema integrato di tecnologie, forme istituzionali e
relazioni sociali.

16

Da questa visione partono le critiche europee ai modelli di produzione della Net


Economy, che denunciano come la Rete, che in passato sia stata vista come una
sfera di libert, appaia oggi come la massima compenetrazione fra azione
comunicativa e azione produttiva8. Ancora, la figura delluomo intero ,che
secondo Marx dovrebbe essere il frutto di una societ capace di concedere ad
ogni individuo ampie quantit di tempo libero, consumi culturali e capacit di
godere agli individui, si traduce, secondo Paolo Virno, in una caricatura di esso
nel

lavoro

virtuale,

privando

questa

trasformazione

di

ogni

aurea

liberatoria ,poich anche la maggiore capacit di godere sempre sul punto di


divenire una ulteriore mansione lavorativa, poich ci che si apprende, si
esperisce e si consuma nel tempo di non lavoro viene poi utilizzato nella
produzione delle merci..9.Anche il fatto che le imprese siano costrette ad
inseguire i produttori consumatori viene visto come una strategia in grado di
trasformare la ricerca del benessere come il valore essenziale della merce che si
produce si compra, si consuma. Questo perch le tecnologie portano ad una
mentalizzazione del lavoro, che tendono a fondere questo con il lavoratore, il
quale al lavoro non smette mai di pensare e fa propri gli obbiettivi dellazienda,
a differenza del vecchio modello fordista che per lo meno, riusciva a far
mantenere un rapporto di indifferenza. Molte di queste affermazioni tendono
per a rimuovere le differenze concrete di una nuova intellettualit di massa,
ricalcando il paradigma marxista di sussunzione reale del lavoro capitale, usato
da Marx per descrivere il processo storico che ha condotto dalla manifattura alla
grande industria, parlando del differente tipo di subordinazione capitalista nei
confronti delle modalit di esecuzione lavorativa. In molti si sono chiesti se sia
effettivamente lecito applicare questo schema in una sfera cos variegata di
attivit e di smaterializzazione del lavoro. Il computer non ha il compito di
omologare le attivit umane, ma di intercettare le interazioni sociali e
standardizzarne i linguaggi perch essi diventino compatibili con una
8
9

Marazzi, C., Il lavoro un incubo, www.net-i.zkm.de/root


Virno, P., General Intellect, in Zanini, Ladini, Lessico Postfordista,p. 148

17

trasformazione in merci e servizi. Si parlato di un biopotere per una nuova


subordinazione capitalistica del reale nellera dellaccesso. Proprio come
analizza Franco Berardi :
La nuova produzione capitalistica non pi produzione di merci per il corpo e
per la mente, ma produzione diretta di corpo e mente, cos come leconomia
sempre pi direttamente un investimento di energia desiderante10
Queste affermazioni sono tanto pi forti quando tengono conto di una
antropologia della Rete e della sua resistenza culturale degli individui
protagonisti, e di una rivendicazione delle loro soggettivit. Questa soggettivit
vista dai critici non solo come intrecciata alla produzione di merci, ma essa
stessa un prodotto del capitalismo digitale. La definizione appropriata sarebbe
che allo stato attuale, la produzione di merci altro non che produzione di
soggettivit. Ma lenorme e variegato universo di individui, di culture e
comunit presenti in rete non pu essere semplificato solamente come prodotti
culturali di un neo capitalismo immateriale; le attivit culturali e relazioni che
avvengono in Internet ricadono nel mondo come un espandersi della
comunicazione-azione. Proprio in questa sfera gli stessi teorici del post-fordismo
parlano non di una vera morte del soggetto, ma di un espandersi delle
soggettivit incontrollato, alludendo allespansione di relazioni di tipo
antagonista riguardo lintero panorama di relazioni sociali allinterno di un
processo capitalistico di produzione, sia che questa implicazione sia diretta o
indiretta. Rimane aperta la questione di una standardizzazione dei mezzi che
ricade in mano a dei monopoli, bench questi possano fornire un servizio
assolutamente libero nei suoi contenuti; lesistenza di standard non imbattibile
bench scatena lotte agguerrite, come vedremo nel caso di Microsoft, ed ancora
pi sottile sembra la barriera negli standard dei contenuti; cos se ad esempio il
10

Berardi, F., La fabbrica dellinfelicit. New Economy e movimento del cognitariato, Derive Approdi, Roma,
2001, p.51

18

portale di Myspace ha cambiato il modo di fruire musica e conoscere nuovi


artisti, Youtube quello di fruire e sfruttare degli standard video in Rete, e
soprattutto Google quello di ottenere informazioni su qualsiasi cosa e fare
ricerca in Rete, tali protocolli non sono monopoli nel senso classico del termine,
in quanto non possiedono vere barriere allentrata tale per cui una nuova
invenzione tecnologica pi efficiente abbia impedimenti nello svilupparsi,
secondo il processo di rovesciamento economico di Internet per il quale la
diffusione di uno un prodotto ne aumenta la domanda. Se tale tecnologia mira a
divenire uno standard, pu essere inglobato da grandi major del web, ma proprio
lo svilupparsi perenne di innovazione ha permesso continue e nuove forme di
individualit e nuove idee con gli stessi mezzi a disposizione, quando questi
siano

tecnologia e conoscenze, di qualsiasi monopolio, e la storia degli

inventori di Google evidenzia bene queste possibilit, non ancora del tutto
esaurite, e che sono il vero marchio di democratizzazione e di fruizione
orizzontale del sapere regalati dal mezzo Internet.

19

CAPITOLO II
L'ERA PIONIERISTICA E LE AMBIZIONI DI UN GIOVANE:
NASCITA DEL POSTFORDISMO IN DIGITALE

Una metafora evoluzionista, oppure no?


Nellattuale epoca di globalizzazione economica, chi riesce ad assumere il
controllo di uno standard tecnologico, detiene di conseguenza un enorme
potere economico e politico. Mentre la capacit di controllo degli statinazione va ridimensionandosi per quanto riguarda le risorse e i territori, le
organizzazioni economiche e tecnologiche tendono ad assumere forme di
regolamentazione che tradizionalmente appartenevano alla giurisdizione
internazionale; questo nella misura in cui piattaforme tecnologiche,
finanziarie e culturali favoriscano il flusso di informazioni, persone, merci
e capitali, accelerandone i movimenti o addirittura generandoli.
Leconomista giapponese Kenichi Ohmae, per dimostrare in che misura gli
Standard costituiscano la condizione essenziale per il funzionamento di
ogni azione comune che metta il singolo individuo in rapporto con delle
transazioni di livello globale, fa gli esempi di Visa e Mastercard per la
regolamentazione del commercio elettronico e per le transazioni finanziarie
a distanza, Fedex e UPS per la creazione di un nuovo sistema
internazionale di consegna delle merci. Per quanto riguarda lambito che
qui vado ad approfondire, il software Microsoft per lalfabetizzazione
informatica del pianeta. Di per s, una alfabetizzazione che ha permesso di
sviluppare altri standard applicati ad internet, in primo luogo il contributo
delle interconnessioni tra computer che ha portato allinvenzione del World
Wide Web, e in seguito di diversi standard di interfacce e modelli
20

procedurali presenti attualmente in rete, citando limportanza di AOL e


Amazon.com per le-commerce. Gli apologeti del neoliberismo e della
New Economy hanno spesso parlato di un darwinismo tecnologico che
vedrebbe nella supremazia di una tecnologia a discapito di altre simili delle
ragioni di carattere pratico e di meriti funzionali, tanto da paragonarne la
loro imposizione ad una selezione naturale che vedrebbe primeggiare le
migliori, spiegandone, o forse giustificandone quella per taluni vista
come una imposizione. Il paradigma vuole mettere a confronto quella che
per la storia naturale vista come una esplosione evolutiva in certi
periodi storici di sconvolgimenti ambientali, che permette la nascita di
mostri speranzosi, cos come li ha battezzati il genetista Goldschmidt ,
dei quali la maggior parte di essi si rivela incapace di sopravvivere ed
destinata a soccombere, mentre pochi di loro possono adattarsi allambiente
e portare ad inaspettate direzioni evolutive. Cos vista per molti la prima
fase della Net economy, durante la quale, grazie ad un improvviso
abbassamento delle barriere allingresso dellevoluzione tecnologica,
tantissimi mostri speranzosi digitali hanno potuto esordire sul mercato della
rete. La maggior parte di loro ha avuto vita breve, altri sono stati rilegati in
nicchie riuscendo a sopravvivere, e pochissimi altri sono cresciuti fino a
competere per elevarsi al rango di standard. Questa visione sembra essere
stata profetica a posteriori, in quanto prevedeva gi, dopo una lotta iniziale
tra i protagonisti della Net Economy per accaparrarsi il maggior numero di
utenti, fino ad un appianamento dato data dallidentificazione di ognuno di
loro alla nicchia di mercato pi consona. Se effettivamente il dominio degli
standard sulla rete attualmente in mano a degli oligopoli, questo non deve
trarre per ad affrettate conclusioni : la Rete rimane ancora luogo
partecipativo e di libert delle persone e dei singoli individui, che spesso
hanno determinato cambiamenti di rotta significativi nelle politiche delle
grandi sturt-up, primo fra tutti proprio la Microsoft di Bill Gates,
21

responsabile questa sia di uno sviluppo nella diffusione tecnologica che di


arresti nella sua evoluzione applicata ad Internet. A questo bisogna
aggiungere due componenti fondamentali, che sono lo spirito comunitario
che ha mosso i primi programmatori e ricercatori informatici, mossi da
esclusivo gusto per il sapere e per levoluzione dei mezzi, senza secondari
fini di lucro, ed il carattere di Internet, nato dallo stesso principio
collaborativo e di diffusione delle conoscenze, che ha sempre messo come
principio cardine la libert di fruizione, partito dalle comunit hacker,
connotate da elementi puramente anarchici. Personaggi protagonisti della
prima rivoluzione digitale hanno abbracciato tutti il principio esplicato
dallo slogan Information wants to be free. Il concetto reso meglio se si
pensa che fra essi troviamo s, idealisti come Ted Nelson , autore di
unutopia letteraria come Xanadu, profetizzando lipertesto elettronico, od
anche Lee Felstein, il leader dello storico Homebrew Computer Club, il
quale si batteva per restituire la tecnologia nelle mani della gente, ma
anche gente come Steve Wozniac, fondatore della Apple assieme a Steve
Jobs, tornato ad occuparsi di progetti no profit, pur essendo stato colui che
assieme a Jobs perfezion e lanci il primo modello commerciale di Pc nel
1977. questo non implica che ci sia una avversione nel guadagno attraverso
lo sviluppo delle tecnologie da parte di questi individui, ma che si eviti da
parte loro di subordinare gli obbiettivi della ricerca a quelli del profitto. La
stessa creazione del Web del resto, esistente grazie ai protocolli Url e http,
ed il linguaggio HTML , inventati dal fisico inglese Tim Berners Lee,
partita dal principio e dal bisogno di mettere in comune dati ed
informazioni a distanza per una comunit, creando un linguaggio
compatibile con diverse macchine e strumenti. Lee rimasto fedele ai suoi
principi, che riassume nello slogan limitare il meno possibile se si vuole
conseguire uno scopo generale 11, propugnato anche nella sede del World
11

T. B. Lee, Berner-Lee e Guarino: due diversi approcci allo sviluppo del web semantico, Informatica per le
scienze umane, 8 novembre 2007

22

Wide Web Consortium del quale direttore, ente internazionale con il


compito di sviluppare nuovi linguaggi standard per il funzionamento futuro
della Rete. Non solo quelli sviluppati dal centro sono standard non
proprietari (e ricordiamo qua gli ultimi XML e SOAP) , ma molte altre
tecnologie presenti su Internet e che ne migliorano lo sviluppo, come
Apache e Bind, che non si fregiano di nessun marchio poich frutto del
lavoro collettivo di ricercatori che ne hanno consentito il libero uso. tutto
questo cozza con la concezione darwiniana delle nuove tecnologie in rete,
piuttosto si pu pensare ad un contrasto tra grandi multinazionali dei
prodotti informatici che tendono ad un controllo mondiale dei consumi e
produttori equo e solidali che promuovono la libert di fruizione ed
informazione tecnologica come un diritto ormai primario dei popoli,
fornendo il libero accesso ai loro prodotti e servizi, cercando altri generi di
finanziamenti, spesso anche pubblici, per sopravvivere. in questo spazio
che si pongono il finlandese Linus Torvalds, creatore del software open
source Linux, e soprattutto la Free Software Foundation promossa
dallamericano Richard Stallman, guru del pensiero libero in informatica e
tuttora molto attivo in questo campo. Proprio Stallman, come vedremo,
linventore della licenza GPL o copyleft, per evidenziarne lantagonismo
antropologico al copyright, che ha in s il seguente requisito giuridico :
lutente libero di scaricare, modificare e diffondere il software, allunica
condizione che il codice sorgente resti visibile e disponibile pubblicamente.
Allo stesso modo Torvalds ha applicato i principi di Stallmann per evitare
che la sua creatura, Linux, venisse cannibalizzata dalle major, derivando il
software da il sistema operativo UNIX ma volendo evitare il destino di
questo, il quale esploso in miriadi di software proprietari in assenza di
norme giuridiche. Lopen source in questo caso contempla per dei limiti
agli utenti, nella misura in cui pur rendendo disponibile il codice sorgente,
riserva il diritto di trattenere certe applicazioni commerciali. Lopen source
23

non combatte a priori il mercato, ed per questo meno radicale delle


applicazioni della FSF. Vedremo ora come tutte queste istanze differenti
siano partite da origini in comune, e solo la spregiudicatezza di alcuni ha
fatto in modo che taluni si arricchissero a discapito di altri, e che altri
ancora abbiano abbracciato tuttaltre correnti. Occorre quindi conoscere
lorigine del colosso Microsoft.

l'Homebrew Computer Club e il cambio di valori indotti dal


giovane Bill Gates
lHomebrew Computer Club nasce grazie a Lee Felsestein, il quale cercava di
convincere i propri amici hacker a dar vita ad una versione high tech del
movimento studentesco. Questo avviene di fatto a cavallo tra gli anni sessanta e
settanta, e lobbiettivo tanto pi chiaro quanto calzante con lepoca: si sentiva
la necessit di strappare alla IBM il monopolio delle conoscenze informatiche e
renderle accessibili a tutti, facendo in modo che tutti ne possano usufruire
liberamente. Si trova gi qui una corrispondenza tra i primi rivoluzionari della
ricerca tecnologica e quelle che sono le attuali aspirazioni di chi usa attualmente
il Web, che poi il fulcro di tutto il movimento culturale che prender il nome,
negli anni ottanta, di Cyberpunk: portare macchine e mezzi fuori dalle torri
davorio delle grandi aziende e dei laboratori e fare in modo che chiunque
possa modificarle e imparare a programmarle per fini diversi da quelli per le
quali erano state ideate. Lunione tra le comunit hacker, mosse dal semplice
gusto per la ricerca pi che da ragioni sociali, e gli studenti radicali, che in
questo periodo abbandonano la diffidenza verso le tecnologie di fronte alla
promessa di un uso alternativo dei computers, oltre allentusiasmo dellopinione
pubblica verso mezzi fino ad allora inaccessibili, ha creato il contesto culturale
24

che ha permesso la nascita dei Personal Computer e delle interfacce user


friendly, cio, di facile intuizione nella loro operabilit anche per un pubblico
non specializzato. Nel 1975 nasce ALTAIR 8800, presso la societ Mits di Ed
Roberts il primo personal computer americano, la macchina attorno alla quale
nasce la seconda generazione degli hacker: gli hacker dell'hardware, che
penetrano all'interno dei segreti di Altair con la stessa passione con cui i loro
predecessori al MIT avevano svelato i misteri dei mainframes. Curiosamente,
quello di Altair e' il primo caso di "vaporware": la fotografia riprodotta sul
numero di Del Gennaio di quellanno di Popular Electronics storica rivista
dellepoca, e' quella di un apparecchio realizzato ad hoc, assolutamente non
funzionante, e passa molto tempo prima che le migliaia di pezzi ordinati
vengano consegnati. Lo stesso anno avviene il primo incontro dellHomebrew
Computer Club, per la precisione il 5 marzo a Menlo Park, nel cuore della
Silicon Valley californiana, nel garage di Gordon French. Sono presenti in
questoccasione oltre Feselstein, Steve Wozniack e Bill Gates. Le
riunioni dell'Homebrew divengono un appuntamento fisso per scambiare pezzi
di hardware, idee, programmi, informazioni e progetti. L'Altair 8800 e'
ovviamente al centro dell'attenzione.
Proprio Gates autore di un notevole lavoro: assieme ad un suo compagno di
studi, Paul Allen, riesce ad adattare il linguaggio di programmazione Basic e
farlo girare sullAltair. Un altro membro dellHomebrew Computer Club, ne
copia questa versione e la diffonde presso la comunit hacker, comportandosi
come qualunque altro membro, diffondendo una innovazione che avrebbe
permesso un salto di qualit alla ricerca. Gates ed Allen per lo denunciano a
piede libero, avendone gi venduto questa versione proprio alla societ Mits ,
che aveva proposto questa performance proprio sulle pagine di Popular
Electronics . Si scatena in seguito una violenta polemica tra gli hacker e i
fondatori della neonata Micro-Soft (allora siglata in questo modo); per i primi
questo comportamento inconcepibile, poich ci si impossessa di un anello
25

appartenente ad una catena di conoscenze collettive, quindi non impossessabile


da un singolo individuo, secondo le norme non scritte di questa comunit.
Effettivamente, se pur abili, Gates ed Allen non fecero altro che migliorare
qualcosa di gi esistente, sviluppato da altri prima di loro. Ci minacciava di
divenire una regola sancita dalla legge, mentre gi si prendeva atto di un
mutamento di mentalit: Gates condivideva con le comunit hacker
laccelerazione dello sviluppo informatico hardware e software, frenato dalla
vecchia industria monopolistica, ma le idee sulla fruizione ed il consumo erano
ben diverse, poich egli aspirava fin dagli esordi allo sviluppo di un prodotto
innovativo, proteggendolo poi con il copyright per porlo come uno standard
tecnologico, sbaragliando qualsiasi possibilit di concorrenza. Difatti, mente gli
altri ricercatori cercavano di abbattere il controllo monopolistico dellIBM per
democratizzare linformatica, lui cercava di prendere il posto, creando un nuovo
tipo di monopolio.

Paradigma Fordista e incarnazione del concetto darwiniano


stato notevole il contributo della IBM ad un processo di terziarizzazione poi
esportato come modello a molte altre aziende, segnando una nuova fase del
processo capitalistico, questo poich limprersa non si limitava alla vendita di
hardware, ma

linsieme di programmi, procedure e servizi di assistenza e

consulenza, che nel totale, contribuivano a trasformare il lavoro delle imprese


clienti. Tuttavia il colosso informatico risentiva ancora di una mentalit
industriale classica, a dimostrazione del fatto che ignor le innovazioni del Pc
che di l a poco avrebbero sconvolto il mercato digitale.
La differenza tra la mentalit industriale del colosso IBM e il modello
postfordista della Microsoft, di spiccata vocazione ad una dimensione virtuale, si
26

concretizzata in una notevole riduzione del personale ed un elevato numero di


collaboratori esterni e lavoratori a tempo determinato, che permettono
comunque di regnare su un panorama di piccole e medie imprese che occupano
nicchie di mercato generate dai suoi stessi prodotti, e si esplica nella sua
terziarizzazione, ruotando esclusivamente attorno a merci-servizio.
Microsoft domina le macchine su cui gira., ed ha creato nello scorso decennio il
vero consumo informatico di massa, grazie all'intuizione di Gates di diffondere
un sistema di interfacce con uso Friendly, cio intuitivo e non solo per esperti,
affiancando la diffusione del personal computer. Questo ha creato un modello
culturale, di fruire della tecnologia informatica e sfruttarla nel quotidiano,
essendo Windows il sistema operativo pi diffuso al mondo, presente su oltre l
80 per cento dei pc sparsi per il mondo. In questo senso l'accostamento a Ford
calzante: innescare una rivoluzione culturale su un consumo, in una maniera
simile a ci che avvenne con l'introduzione della prima automobile popolare, la
Ford modello T.
D'altro canto, le intuizioni di Gates come uomo di marketing, se da un lato
contribuiscono ad un salto postfordista, dall'altro introducono all'interno di tale
cultura forti elementi di continuit con il paradigma fordista, nel fatto che
Microsoft corra costantemente verso un'imbrigliamento dell'innovazione
tecnologica allo scopo di costruire un impero monopolistico di tipo tradizionale.
Trattandosi il software di uno strumento a base sociale collettiva ed
intersoggetiva, simile per certi versi nelle sue evoluzioni a quelle linguistiche,
tacito che blindarlo nelle sue caratteristiche attraverso meccanismi giuridici del
copyright, significa fermarne un processo evolutivo, nella miglior tradizione
conservativo-capitalistica. Spesso si insiste sul fatto che allorigini del successo
di Gates non vi sia al primo posto qualit ed innovazione, ma piuttosto la su
scaltrezza e spregiudicatezza come uomo daffari, la cui abilit sia stata in questi
anni pi che altro quella di fiutare le buone idee altrui per appropriarsene,
comprandole, come per il sistema Q-Dos,

assorbendo altre imprese nella


27

propria, o copiandole, come avvenuto per il sistema ad interfacce della AppleMacintosh. La vera natura conservativa di Microsoft si svelata con lavvento
della Rete. Proprio come IBM aveva pensato di affossare il mercato del PC
semplicemente ignorandolo, anche la major di Redmond in principio non d
credito ad Internet, sperando di rilegarlo ad una stretta nicchia subculturale.
Sarebbe meglio dire che non vorrebbe dargli credito, poich una comunit
intrisa di utopie sociali e nemica del copyright fu vista con sospetto fin dagli
inizi, ma si sper appunto di rilegare il tutto ad uno spazio per addetti ai lavori.
Tuttavia, a differenza del suo predecessore monopolistico, Microsoft si rivel
pi lungimirante e seppe reagire in tempo, partendo in seguito verso una
colonizzazione della Rete che ha assunto connotati simili, per quanto riguarda
gli atteggiamenti, ai vecchi imperialismi sulle materie prime.

La guerra dei browser


Per browser intendiamo il software che usiamo quotidianamente per navigare,
con il compito di aprire le pagine WEB che si vogliono vedere. Il sistema non fa
altro che tradurre il codice HTML di base, e i rispettivi accessori aggiuntivi
presenti successivamente (funzioni di JAVASCRIPT, codici CSS, filmati flash,
ec..) e mostrarlo sotto forma di testo ed immagini, almeno come funzione base.
Netscape stato forse il browser pi diffuso nella prima met degli anni
novanta, liberamente scaricabile da internet. Laffossamento di questa da parte
di Microsoft stata talmente agguerrita da essere stata uno dei fulcri centrali con
il quale diciotto stati americani hanno denunciato la multinazionale per
violazione delle leggi antitrust, affermando che Microsoft, integrando il proprio
browser, il celebre Explorer, nel sistema operativo Windows, gi uno standard
per i computer, abbia approfittato della sua posizione dominante per sbaragliare
28

la concorrenza. Un processo legale andato avanti con una lentezza sospetta,


nonostante sia stato sospinto da unampia coalizione di imprese concorrenti,
come Oracle, Sun Microsistem ed Aol, questultima acquirente di Netscape.
Quando la societ viene riconosciuta colpevole siamo gi nel 2000, ed il
dominio di Explorer come standard un fatto compiuto. La sentenza prevedeva
lo smembramento della societ come unico sistema per ripristinare una leale
concorrenza, decisione dalla quale Gates si salver lanno successivo ricorrendo
in appello, in una seconda sentenza che boccer questa soluzione, pur
ammettendo la colpevolezza di Microsoft. Nel novembre del 2001, a sorpresa,
governo federale e Microsoft annunciano un accordo tra le parti. Si tratta di un
accordo che appare come un trionfo per Gates, in quanto non fa altro che
consentire ai produttori di pc di installare il sistema operativo che ritengono pi
opportuno e piazzarne le icone su desktop, garantire ai prodotti di hardware e
software di poter essere pi compatibili con Windows, e far desistere la major
sulle sue spietate strategie che penalizzano i produttori di pc che favoriscono la
concorrenza, favorendo soltanto chi propone marchio Microsoft. Tutto questo
non ripara per i danni gi subiti dalla concorrenza e non sembra intaccare il suo
monopolio.
Un accordo che appare in qualche modo sospetto da parte dellamministrazione
Bush, sia per il momento che per la grandi concessioni. Ricordiamo che
lattentato terroristico alle Twin Towers avvenuto soltanto due mesi prima e
che lopinione pubblica mondiale sta ancora elaborando un evento senza
precedenti, anche per il suo significato dimostrativo: limpero americano colpito
dallesterno, nel suo territorio, a New York, proprio nel cuore pulsante della sua
economia imperialista. In questambito sono sempre pi frequenti le voci di
collaborazioni tra Stati Uniti e Microsoft ed Oracle, sulluso di software per
classificare e schedare i cittadini e limpiego bellico di altri software per le
simulazioni militari, ed altri ancora come cavalli di Troia per lo spionaggio
elettronico, come il sistema Echelon, denunciato vigorosamente da Francia e
29

Germania. A rivolgere altre accuse del genere, in maniera anche pi dura, stato
il boss dellazienda finlandese F-Secure, Mikko Hyppoenen, il quale ha accusato
senza ombra di dubbio la National Security Agency americana, che a suo dire
spierebbe gli utenti attraverso un sistema di backdoors installato dentro il
browser Internet Explorer.
Questo accordo tra amministrazione Bush e Gates, fomentato tra laltro dal
patriottismo dichiarato da questultimo, oltre che dagli ingenti finanziamenti
da questi effettuati nella precedente campagna elettorale, talmente indulgente
verso Microsoft che il fronte di accusa si spacca, nove dei diciotto stati rifiutano
di firmare laccordo e proseguono la battaglia legale, che per giunger alle
stesse conclusioni lanno successivo, in maniera definitiva. Interessante notare
come la posizione monopolistica di Microsoft sia sfruttata anche quando essa
ammetta le sue colpe, come avvenuto durante un altro processo per violazione
delle leggi antitrust, nel quale erano coinvolte delle istituzioni scolastiche. Ad
indennizzo del sovrapprezzo dei propri prodotti, Microsoft propose di regalare
lequivalente di un miliardo di dollari in computer, software e formazione alle
12500 scuole americane pi povere. Steve Jobs rilev subito il tentativo
concorrenziale sleale nei confronti della Apple, che detiene tuttora in ambito
scolastico una quota di mercato superiore a quella controllata in ambito
consumer. Lofferta venne respinta dal giudice, ma in seguito questa strategia si
ripetuta pi forte, ammantandola di unaurea umanitaria, si pensi alla
donazione di computer ed alla formazione gratuita regalata alle popolazioni
africane, praticamente lunica fetta di continente non ancora conquistato,
pianificando una nuova popolazione che si approccia a determinate macchine ed
ad un determinato sistema operativo, del quale poi diviene dipendente.

30

Contrapposizioni: Xp e VISTA, contro Linux, Ubuntu, ed il


Troztkismo digitale di Stallman

La societ ha bisogno di libert: quando un programma ha un proprietario, l'utilizzatore perde la libert di controllare parte della
sua vita.

Richard Stallman

Bisogna premettere che gli una parte dellantagonismo a Microsoft quindi


figlio della stessa cultura di base degli hacker degli anni settanta e che nella
rete ha trovato uno sbocco naturale. Primo fra tutti bisogna citare Richard
Stallman, linventore della licenza GPL e sviluppatore del sistema operativo GNU. La sua fama ebbe inizio allinizio degli anni ottanta, proprio
quando gli hacker vedevano svanire le loro utopie di fronte allo sviluppo di
nuove forme di mercato informatico che vedevano nello sfruttamento di
software proprietari la loro ragion dessere, a discapito della libera diffusione e dello sviluppo ulteriore dei risultati conseguiti fino a quel momento. In
quel periodo, chi lavorava per lo sviluppo libero, cominci ad essere assoldato dalle grandi major, che lavoravano a porte chiuse. Nacque in questo
periodo lo sviluppo tradizionale del software proprietario, che ha fatto la
fortuna di Bill Gates. Ma molti altri sviluppatori, fra cui Stallman, non erano daccordo. Resosi conto di non poter fare a meno di usare un sistema
operativo proprietario, cominci a svilupparne uno tutto suo, partendo dal
software libero Unix, e che venne chiamato GNU, (acronimo ricorsivo di
31

Gnu is Not Unix), che si differenziava anche per il fatto che Unix, pur essendo un software libero, era stato modificato ed alterato in molte versioni
alle quali imprese private avevano posto un marchio e fatte divenire private. E qui sta lopera di maggiore importanza di Stallman, La General Public License o GPL , scritta assieme ad un gruppo di avvocati, che tutela e
garantisce legalmente quello che il software libero. L'idea che sta alla
base della Licenza GPL che il software, cos come il pensiero e la parola,
siano i mattoni per la crescita culturale della comunit, per questo il software deve disporre delle seguenti 4 libert fondamentali: La libert di eseguire il programma, per qualsiasi scopo, di studiare come funziona il programma e adattarlo alle proprie necessit, La libert di ridistribuire copie in
modo da aiutare il prossimo. Il software pu essere copiato e distribuito
praticamente senza costi: se non si ha il permesso di dare un programma a
qualcuno che ne ha bisogno (anche dietro pagamento, se lo si vuole), il programma non libero. Importante, ed alla base della mentalit che un tempo
univa ricercatori ed attivisti, la licenza di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunit ne tragga beneficio. E' grazie alla GPL che il software libero e il suo modello di sviluppo si diffuse. Questa licenza permetteva a persone, anche di
continenti diversi, di collaborare fra loro per lo sviluppo delle applicazioni,
con risultati molto spesso notevolmente migliori di quelli che si ricavavano
da una singola azienda. Il punto cardine dellattuale successo che stanno riscontrando i sistemi operativi open source, Linux in testa, deriva proprio da
questa ragione: quale altra azienda, seppur un colosso a livello mondiale,
pu contare sulla collaborazione di milioni di utenti sparsi per il globo e comunicanti fra loro, che lavorano in maniera disinteressata allo sviluppo ed
al miglioramento di un software ed alle su e applicazioni? Questi programmatori si sentono parte di una comunit, intrisa di quelle stesse utopie originarie delle prime comunit hacker di ricercatori, con laggiunta di una cari32

ca emotiva data dal loro ruolo: non si pu negare il valore aggiunto che i
nuovi sistemi operativi open-source abbiano verso una gamma sempre pi
vasta di utenti, anche non esperti, che ora, superati gli ostacoli di usabilit
che separavano i non esperti dalluso pratico di Linux, si riversano con entusiasmo sulle sue ultime applicazioni, come Ubuntu, con un entusiasmo
del tutto nuovo. Bisogna premettere che Linux parte assieme a Gnu, ma diviene un sistema operativo che da questo si differenzia in termini legali

La riproduzione di una maglietta promotrice di Linux ad indicare la carica emotiva e le valenze sociopolitiche riconosciutegli dagli utenti

Molto spesso si crea confusione tra i termini di software libero e software opensource. Lopen-source, a differenza del software libero, rilascia s il codice originario, permettendo di lavorarci, ma si riserva il diritto di tenere per s alcune applicazioni commerciali. Lo stesso Linus Torvalds non ha mai negato il fatto che
open-source e mercato possano convivere, e che consideri lecito sfruttare Linux
per modelli di business. Del resto, molti pionieri della rivoluzione digitale non
vedevano contraddizioni tra etica hacker e mercato, fintanto che non fosse violata la condizione di non bloccare delle conoscenze che dovevano circolare liberamente. Molti sviluppatori dellopen-source ritengono che ormai non si possa
pi fare una suddivisione netta tra cooperazione sociale e mercato, e che la libe33

ra ricerca gratuita alla Stallman non sia pi in grado da sola di affronta tre le sfide dei monopoli. Risultano obbiettive in questo caso le dichiarazioni di questultimo, che assume toni spesso definiti apocalittici da parte dei rappresentanti
dellindustria software, come quando afferma:
Il controllo sull'uso delle proprie idee in realt costituisce un controllo sulle
vite degli altri; e di solito viene usato per rendere pi difficili le loro vite 12
Lungi dallessere unesclamazione carica di ideologia distopica di stampo Orwelliano, nella realt riscontra notevoli consensi nel mondo informatico, sia in
ambito accademico che nelle controculture underground, oltre che combaciare
con il pensiero di molti economisti diffidenti verso un Neoliberismo responsabile della nascita di oligopoli e mercati monopolistici, i quali tendono a congelare gli sviluppi ulteriori delle tecnologie proprietarie per trarne il massimo profitto, tuttal pi centellinando nel lungo periodo queste innovazioni per creare
sempre nuova domanda di mercato, esauritosi il precedente ciclo di produzione e
consumo di quelli che in realt sarebbero beni durevoli. Se si pensa al comportamento di Microsoft dopo il 2000, appare pi chiaro come questa sia una realt
oggettiva. Come ha spesso analizzato Carlo Formenti, bisogna conoscere due
fattori della produzione di software, che sono la costante di produzione (non pi
di dieci istruzioni al giorno, in media) e i costi di mercato dei programmi, ritenuti come funzioni decrescenti del numero di copie vendute. Questi due fattori fanno in modo che lo sviluppo di una nuova versione di un programma costi molto
di pi della versione precedente, perci linvestimento deve essere giustificato
dalla previsione di venderne pi copie, ed questa una delle cause del successo
di Microsoft, che sfruttando la sua posizione di monopolio pu contare su un
mercato di scala mondiale e su una riduzione dei costi riducendo al minimo il
tasso di innovazione i prodotti. Se gi nel 2001, luscita di Windows Xp , lultima versione del sistema operativo, aveva suscitato accese polemiche, la situazione si ripetuta in maniera esattamente identica con lultimo nato Windows Vista, uscito allinizio del 2007. In entrambi i casi si trattato di un tentativo defi12

A. Masera, Bill Gates ci ruba la libert, La Stampa, 13 giugno 2007

34

nitivo di sferzare un attacco mortale alla concorrenza, e di consolidare uno stretto rapporto con i produttori di hardware. da notare infatti che sia Windows Xp
che Vista, siano dei sistemi operativi pesanti, che quindi richiedono limpiego di
computer con maggiore memoria operativa, ed un elemento non trascurabile in
un periodo di recessione, che vede gli utenti meno propensi ad investire denaro
per lacquisto di nuove macchine; i produttori di questi avranno tutto linteresse
a far s che nuovi sistemi operativi pi esigenti in ambito di prestazione dei computer diventino degli standard, in modo da incrementare nuove vendite. Oltre a
ci, nella prima versione di Xp, vi sono state molte pi restrizioni per quanto riguarda la possibilit di fruire di file in formati diversi da quelli supportati dagli
standard Microsoft, fra cui bisogna menzionare Windows Media Player, che
dora in poi diviene un programma integrato al sistema operativo, e non pi un
aggiuntivo. Le varie limitazioni sono state integrate col preciso scopo di impedire o per lo meno limitare le violazioni del copyright, come il Secure Audio Path,
che impedisce le duplicazioni non autorizzate dei file Media Player , mossa che
ha portato ad un nuovo processo per violazione delle leggi anti trust In Europa, e
che vede Microsoft tendere la mano allindustria culturale impegnata a limitare
le innovazioni tecnologiche che gi ne hanno dimezzato i fatturati, come vedremo nel successivo capitolo. In pratica la tacita mossa di Gates stata quella di
incentivare lindustria dellintrattenimento a rendere Media Player lunico formato per ascoltare musica via internet, in cambio di rendere questo formato a
prova di pirateria. Media player, infatti, non supporta la maggior parte dei formati concorrenti, la maggior parte dei quali reperibili gratuitamente in Rete, ripetendo cos la stessa politica aggressiva gi sperimentata per Netscape. Oltre le
violazioni della privacy, di cui parleremo nel terzo capitolo, e che vedono coinvolti altri servizi come Messenger, il quale costringe lutente a rendere disponibili molti dati personali, la mossa definitiva riguarda le licenze Windows, che a
partire dal formato Xp riguardano non pi le persone fisiche come in precedenza, che una volta acquistata la licenza potevano installare Windows su qualsiasi
35

computer, ma le singole macchine, per cui bisogna acquistare una nuova licenza
per ogni nuovo computer acquistato. Ad impedire di far girare la stessa copia su
pi macchine provvede la tecnologia Windows Product Activation, una sorta di
lucchetto digitale che blocca lavvio del sistema se questo verifica il cambiamento di almeno sei componenti hardware. Tutti questi fattori rappresentano una
strategia per conquistare il mercato della Rete, sia a livello di standard che di
servizi. Xp inoltre non supporta il linguaggio di programmazione Java, sistema
aperto sviluppato da Billy Joy per Sun Microsistem, che ha svolto un ruolo notevole per lo sviluppo di Internet, per favorire il proprio linguaggio C#; per rimediare e non privare gli utenti Windows del supporto Java, Sun Microsistem ha
dovuto rilasciare su Internet un plug-in gratuito da installare separatamente. Le
mani della multinazionale tendono sempre pi ad un controllo del mercato online a 360 gradi, come verificabile da linvenzione del Microsfot Passport Service, un servizio di autenticazione centralizzato che mette in collegamento lutente (naturalmente dopo che questi si sia fidato e registrato la sua carta di credito) con tutta una serie di servizi ed acquisti su siti associati al gruppo Microsoft. Lobbiettivo sarebbe stato, quando tutti gli standard fossero stati accettati
dalla maggioranza degli utenti, di creare un ecosistema capace di crescere fino
ad inglobare la stragrande maggioranza delle attivit che si svolgono on-line. Un
obbiettivo che risulta troppo ambizioso, per, per poter essere ottenuto con la
sola tecnica di aggressione monopolistica; difatti si nota in questo stesso periodo
una controtendenza fatta di aperture al mondo accademico grazie alla promozione del shared source ( per distinguerla dallopen source) per la piattaforma .Net ,
un ambiente software studiato per consentire a degli applicativi di ogni tipo di
girare su macchine diverse; vengono resi disponibili alcuni codici applicativi
di .Net per scopi didattici e perfino di divulgarne delle copie, purch non a scopo
commerciale. una mossa che da una parte, tende ad accattivarsi le simpatie del
mondo accademico, solitamente schierato con lOpen source, e dallaltro di promuovere e standardizzare il linguaggio di programmazione C#. anche in questo
36

modo, si evidenzia come Microsoft sia consapevole che blindare le tecnologie


che permettano il funzionamento di Internet molto pi difficile che mantenere
il monopolio dei sistemi operativi, poich non basta fare i conti con i consumatori, ma tocca affrontare lopposizione di hacker, ricercatori e sviluppatori indipendenti.

Lo GNU simbolo del sistema operativo ideato da Stallman e baluardo del software libero

Il simbolo del copyleft, da contrastare al copyright, che di questo la copia, ma rivolto a sinistra

Linux alla riscossa


Dopo la caduta dalla sua posizione di monopolio dellhardware avvenuta negli
anni novanta, la IBM ha cominciato il suo rilancio mutando politica, pur restando fedele alla vocazione strategica diretta ad uninformatica industriale, piuttosto che al consumo di massa, e dirigendosi verso una crescita di elementi di servizio, in particolar modo verso nuove tecnologie nate a favorire lo sviluppo di
Internet e del commercio elettronico, e quindi dei computer server per aziende
on-line, sviluppando software per la gestione delle attivit aziendali nel Web, e
tecnologie informatiche wireless. Lalleanza fra IBM e Linux nasce su questo
terreno, realizzando dellesistenza di diversi modelli culturali e sociali, impegnandosi in una filosofia aziendale in sintonia con le aspettative de ricercatori,
37

degli studenti, dei programmatori e delle comunit hacker, sezioni molto importanti ed attive dellutenza in rete. Molte iniziative sono state prese dalla multinazionale a partire dal 2001 per poter sviluppare delle applicazioni Linux orientate
al business come lOpen Source Development Lab, che di per s unagenzia no
profit, o il progetto Eclipse, una piattaforma di strumenti nata per lo stesso motivo. Lo sposalizio con le tecnologie open-source ha permesso alla IBM di accrescere le sue quote di mercato e di incrementare i profitti, poich sul mercato ebusiness queste funzionano al meglio data lelevata flessibilit, cio la possibilit di adattarsi allutente, dopo aver guadagnato la fiducia in termini di affidabilit per la gestione di Reti aziendali e siti internet (ricordiamo che praticamente
non esiste la possibilit di attacchi da virus informatici esterni su Linux). Senza
soffermarci troppo sulle dichiarazioni del direttore generale di Linux Steve Sollazzo, secondo il quale le grandi aziende abbraccino totalmente il modello culturale open-source per trarne profitti, in termini culturali e sociali esterni, occorre
prendere in esame gli sviluppi attuali. Sempre nel 2001 Microsoft, con il consueto comportamento da preventivo verso una futura minaccia, lanci una campagna denigratoria contro Linux. Da illazioni ideologiche, come quella del boss
Microsoft Ballmer :
Linux sembra sprigionarsi naturalmente dalla terra..Ha le caratteristiche del
comunismo che alla gente piacciono moltissimo, cio gratuito.. 13
per passare allesclusione di ogni possibilit di successo come modello di business, fino alle grottesche dichiarazioni di Jim Allchin, capo sezione sistemi operativi di Microsoft, che sembrano provenire dal maccartismo pi sfrenato:
Sono americano, credo nellamerican Way. Mi preoccupo se il governo incoraggia lopen source, e ritengo che non siamo riusciti a spiegare questa situazione ai politici in modo tale che capiscano la minaccia. 14
Ma il vero spettro che pu divenire realt, piegando davvero il vecchio colosso
del software proprietario, si trova dallaltra parte del globo. La Cina sembra ultimamente aver eletto Linux come sistema operativo ufficiale, paradossalmente
13
14

Steve Ballmer, Linux comunista,Punto Informatico, 2 agosto 2000


Jim Allchin, Linux minaccia gli USA,Punto Informatico, 19 febbraio 2001

38

proprio in reazione a severe leggi contro la violazione del copyright. In questi


anni grandi colossi Hardware come Motorola ADM e la stessa IBM hanno cominciato ad investire in progetti su base Linux. Inoltre, nel 2005, la pi grande
banca della Repubblica Popolare Cinese, la Industrial and Commercial Bank of
China (ICBC), ha dichiarato di aver scelto di investire sulla versione denominata
Turbolinux 7 DataServer per tutte le oprazioni di front-end bancario, e quando il progetto sar completo, la maggior parte dei 390.000 dipendenti di ICBC
acceder ad applicazioni in hosting su sistemi Linux. Altri annunci analoghi
sono stati fatti in seguito da altre banche come la Bank of China, per esempio,
che ha installato sistemi operativi di Turbolinux e Red Hat (altro open source in
salita dopo un decennio di nicchia) in alcuni progetti regionali, o la Agricultural
Bank of China e la China Construction Bank, entrambe intente a mutare i loro
sistemi IT su Linux. Ma la volont viene direttamente dal governo centrale. Il
vice ministro cinese per l'industria dell'informazione, Gou Zhongwen, ha annunciato negli scorsi giorni l'intenzione del suo Governo di varare alcuni piani che
agevolino la nascita di un'industria locale specializzata nello sviluppo di software per Linux:
Linux rappresenta per noi l'opportunit di compiere un'importante conquista nello sviluppo
del software. Ma questo mercato non pu svilupparsi su larga scala senza il supporto del Governo". 15

Affermazione tanto pi valida in un paese in cui il ruolo dello Stato nell'economia ancora cos imponente. Facendo di Linux uno standard nazionale, la Cina
spera di liberarsi di Microsoft ed un generale dalle tecnologie occidentali; oltre a
questo il governo cinese ritiene che i software open source possano garantire
maggiore sicurezza, guardando con sospetto compagnie del territorio statunitense e in sintonia con il suo governo, sospetto che, come vedremo in seguito, non
del tutto privo di fondamento. Attualmente il governo cinese sta collaborando
con Il Giappone e la Corea del Sud per sviluppare un nuovo sistema operativo
alternativo a Microsoft, che le indiscrezioni vogliono sia proprio su base Linux.
15

Gou Zhongwen ,La Cina scaglia Linux contro Windows, Punto informatico, 7 novembre 2003

39

Un altro simbolo dellideologia Linux, creata dalla comunit on-line. Palesemente, il pinguino simbolo di Linux, che si libera della
palla al piede con la M di Microsoft e la $ del Dollaro, ha allorizonte nuovi accordi monopolistici, e molti detrattori
cominciano a raffigurare il pinguino con una bandiera rossa della Rpubblica Popolare Cinese.

Capitolo III
LINDUSTRIA CULTURALE O LA CULTURA INDUSTRIALE
40

La grande questione aperta rimane quella di una definizione della Rete, da un


lato vista come lincarnazione di un sistema integrato per la diffusione delle
conoscenze, dellinformazione, dellintrattenimento e dei servizi, come
sostengono i teorici della convergenza, oppure se si possa guardare al web gi
come ad una nuova forma di relazione sociale tra esseri umani. Di per se le due
posizioni non si escludono vicendevolmente, si comprende quindi come queste
due visioni i possano essere differentemente rivendicate

a seconda di una

diverso uso della rete per le proprie esigenze, e che quindi rappresentino due
ideologie propugnate da differenti forze sociali, le quali trovano punti di
convergenza e punti di scontro.

Il Comunismo delle idee


Si e parlato di |comunismo delle idee riferendosi agli atteggiamenti durante la
fase pionieristica del web, quando la sua fruizione era avvallo di alcuni
ricercatori che se ne servivano per trasmettere dati scientifici fra diversi centri
universitari sparsi per gli Stati Uniti. Lo sviluppo delle tecnologie hardware e
software fu spinto dagli stessi, mossi unicamente da uno spirito di ricerca e
innovazione, e dal gusto di confrontarsi e scambiarsi conoscenze , riflettendo lo
spirito che ne aveva ispirato la nascita, anche nelle sue strutture tecnologiche :
La creazione di una grande magazzino universale del sapere a disposizione
dellintera umanit, che avrebbe potuto accedervi liberamente. In questo senso,
la nascita di internet non molto dissimile da alcune utopie letterarie del
novecento, e tra i pi calzanti si pu citare Xanadu, il fantomatico ipertesto
elettronico sognato da Ted Nelson, che sarebbe stato in grado di raccogliere e
collegare fra loro tutti i testi prodotti dallumanit. Proprio la rete di Nelson,
concepita come una serie infinita di link orizzontali che permettevano di ad un
testo di essere collegato a tutti gli altri, metteva in discussione e ridimensionava
41

il ruolo dei singoli autori, i quali anche inconsapevolmente rientravano a far


parte di una vasta catena di rinvii e riferimenti. Ci evidenziava la natura sociale
del testo.
Lo stesso progetto di internet come banca universale del sapere riflette la natura
squisitamente sociale della ricerca, poich la rete consente di evidenziare, oltre
alla vastit disciplinare,

lintegrazione reciproca delle attuali conoscenze

scientifiche, per la quale uninvenzione diviene un nuovo tassello di un grande


mosaico conoscitivo, senza che il singolo autore possa rivendicarne la paternit
esclusiva. Appare ovvio che chi abbraccia questo pensiero, condiviso in pieno
dai pionieri della rete, trovi ogni tentativo di blindare, controllare e vendere i
singoli saperi a scopo economico come una minaccia alla libera ricerca
limitando la circolazione delle informazioni e quindi bloccandone gli sviluppi ed
il progresso in generale. Per questo i pi accesi avversari del copyright si
trovano nei laboratori del computer science del MIT (Massachussetts Institue of
Tecnology) e di altre universit americane che hanno fatto da culla alla cultura
hacker.
Daltro canto, gli Stati Uniti sono il Paese che pi di ogni altro ha un alto livello
di collaborazione e finanziamenti tra imprese private e pubbliche universit, e le
cui ricerche siano finanziate da agenti esterni allo scopo

di raggiungere

obbiettivi sfruttabili a fine lucrativo. I campus universitari Americani sono


pervasi dal credo di un mercato dalle virt propulsive per lo sviluppo, per il
quale non pu esistere una innovazione tecnologica senza brevetto, poich solo
la propriet intellettuale potrebbe garantire a chi ha investito nella ricerca la
possibilit di ammortizzare le spese e permettere ulteriori fondi per la ricerca e
lo sviluppo. Attenzione per il mercato e passione per la ricerca sono due fattori
bilanciati in un equilibrio dinamico, che per ha cominciato a zoppicare negli
ultimi dieci anni, pendendo decisamente dalla parte del mercato. Se gi
esistevano negli U.S.A. delle forme di finanziamento privato alle universit in
cambio di scoperte da trasformare in brevetti, di larga diffusione stato lo
42

spinoff che incoraggiava scienziati a lasciare le universit per fondare imprese


private. Le Corporation cominciano ad influenzare pesantemente gli obbiettivi
delle ricerche universitarie in ambito tecnologico, ma oltre ci, le stesse
universit americane hanno creato dei giri di affari attorno alla vendita di
formazione on-line. Questo modello di business ha molto sguito per quanto
riguarda la formazione permanente, in una societ dove il know how acquisito
in ambito professionale sempre a rischio di obsolescenza a causa delle
continue innovazioni, oltre che ad attirare giovani gi lavoratori e con poco
tempo disponibile a poter acquisire un nuovo titolo di studio e/o specializzazioni
dirette ad obbiettivi lavorativi pi appetibili.
A lanciarsi per prime in questo business furono la New York University e la
Columbia, seguite da decine di altre universit americane, mentre molti
network furono creati da gruppi editoriali che pensarono bene di fornire
materiale informativo ed interi libri in formato digitale, dietro pagamento. Gli
eventi degli scorsi anni hanno dimostrato gli scarsi risultati di guadagno di
queste strategie, per la felicit non solo di Guru della libert informatica
come Richard Stallmann, ma di milioni di persone che quotidianamente
navigano nel web in cerca di quello di cui hanno bisogno.
Il leader della Free

Software Foundation annunci nel 2001 la nascita di

GNUIPedia, un modello di enciclopedia on-line che sar da esempio anche alla


successiva WIKIPedia, ormai di fama e versatilit linguistica mondiale. Lo
stesso anno Il MIT annunci liniziativa Open Course Ware , che annunciava la
libert di lettura e scaricamento di tutto il materiale didattico relativo ai corsi che
si sarebbero dovuti svolgere da li ai seguenti dieci anni successivi nel college di
Boston. Accolto con grande entusiasmo sia da studenti che da ricercatori e
docenti, stato questo il primo plateale gesto dell aristocrazia hacker, cos
definita da Steven Levy, presente in forza nellistituto, contro la propriet
intellettuale, considerata nemica della passione disinteressata per la ricerca. Le
Parole di Stallmann, in questo senso, appaiono profetiche:
43

Per assicurare che lo sviluppo del web volga al migliore e pi spontaneo


risultato possibile e divenga una enciclopedia libera, dobbiamo fare un
consapevole sforzo per prevenire il sequestro deliberato di informazioni
enciclopediche e didattiche sulla Rete. Non possiamo impedire al mercato di
restringere le informazioni che esso rende disponibili, quello che possiamo
fare fornire unalternativa. 16

. La Napsterizzazione del mondo moderno

Se vero che lobsolescenza delle competenze rapida e crea domanda di


aggiornamento,

con

conseguente

possibilit

di

crearne

un

mercato,

linformazione auto-gestita ha contribuito a ridimensionare le aspettative della


grande industria culturale e di formazione, ma sono i software peer-to-peer ad
aver dato una stangata massiccia alla propriet intellettuale, che ha spesso
reagito in maniera ottusamente repressiva e diffidente, senza riflettere su ci che
accadeva su scala mondiale e in alcuni casi, come per lindustria musicale,
quando ormai era troppo tardi. La logica del copyright e copyleft assume qui
non pi laspetto del sapere per tutti, che comunque poteva vantare un aurea di
purezza di intenti, ma si arriva allo scontro diretto tra major e singolo navigatore
della rete che improvvisamente si trova a poter fruire di musica, film, edizioni di
manuali, libri, fumetti e volumi editi in cartaceo e resi in digitale da semplici
scannerizzazioni, oltre che da materiale scientifico e divulgativo. Il tutto senza
spendere un centesimo che non sia usato per i costi di connessione.
16

R. Stallmann, Punto informatico, 18 gennaio 2001

44

Napster, la prima sturt-up per lo scambio di file musicali, ha rivoluzionato la


maniera di fruire la musica, approfittando del ritardo culturale e a volte della
completa cecit delle grandi major discografiche verso la rivoluzione digitale e
Internet, mettendo in crisi interi settori dellindustria. La RIAA, (associazione
dei discografici americani), ha subito fin dallinizio danni alla sua immagine dal
momento diniziare una battaglia legale e propagandistica contro Napster, che
invece rappresentava per milioni di utenti non solo una fantastica occasione, ma
una vendetta contro lindustria musicale in toto, responsabile di aver svuotato le
tasche degli appassionati per vendere semplici cd, ovvero, semplici supporti con
allinterno quello che dora in avanti, era possibile avere direttamente sul
proprio computer, senza passare per un mercato che faceva lievitare i costi (e si
tenga presente che un cd non supera il valore commerciale di un dollaro
americano).
Il meccanismo era semplice: un sistema che permettesse a chi ne faceva parte di
entrare in una community che collegava l hard disk del proprio computer con
quello degli altri utenti in linea, in modo da poter prelevare e permettere di
scaricare ad altri i propri file audio, grazie alluso degli Mp3, standard digitale
pi diffuso per i file audio in rete grazie al ridotto peso in byte che necessitano
rispetto ad altri standard .
Lidea ottiene subito un successo strepitoso, in virt della possibilit di disporre
di un catalogo musicale virtuale quasi illimitato, nel quale si ha la libert di
scegliere solo i brani preferiti e creare personali compilation da poter riascoltare
e scaricare su altri supporti. Finalmente il potere era passato dalla parte dei
consumatori di musica, che da questo momento divengono solamente utenti, e
che in questo incarnano lanima della rete come coloro che scambiano saperi e
culture, in questo caso in forma di musica. Il vantaggio che Napster ne traeva era
di disporre di una collettivit che nel punto massimo della sua fama toccava le
vette dei settanta milioni di utenti, una delle pi grandi comunit della storia di
Internet, che sulla rete divengono un magazzino enorme da vendere a
45

inserzionisti pubblicitari ne societ di marketing per le ricerche di mercato, con


la possibilit di analizzare gusti e le tendenze del pubblico scomponibile in una
miriade di nicchie. Questo elemento molto importante in qualit del fatto che,
dopo la caduta di Napster, i cui creatori non era effettivamente motivati da fini
liberali e divulgativi, ma piuttosto dalla possibilit di mettere le grandi case
discografiche davanti al fatto compiuto e poter intraprendere delle join venture,
diverr cruciale nel mercato dei servizi gratuiti negli a seguire il 2001. Non
sorprende che Myspace, il portale che offre la possibilit a chiunque di avere
uno spazio in Rete dove farsi conoscere, contattare altre persone e confrontarsi,
sia stato acquistato nel 2006 dal re dei media americani Rupert Murdock. Il sito,
permette di postare sulla propria pagina i propri lavori dingegno, siano questi
musica, video, fotografie o scritti, dando una visibilit planetaria data la
diffusione del portale; dispone di un servizio per la personalizzazione delle
pagine e che divenuto uno strumento utilissimo per la promozione di artisti
emergenti, pi di ogni altro si rivelato un ottimo indicatore dei caratteri del
pubblico, che hanno smosso sociologi ed antropologi per analizzare ci che gi
esisteva nel mondo occidentale dalla nascita della Popular Culture ma che mai
prima dora poteva contare sulla partecipazione attiva degli utenti nel
focalizzarsi come oggetto di mercato e singole nicchie, In modo evidente e
senza bisogno di occulte strategie: se un individuo fan di un cantante, pu
richiederne laggiunta nella cerchia di amici, cos da avere visibilit presso altre
persone presenti nella lista, e poter conoscere ulteriori artisti o singoli individui,
usufruendo di un servizio completamente gratuito. Ogni individuo avr molte
amicizie ed interessi molteplici, ma che sui grandi numeri convergeranno su
determinate direzioni riguardo gli stili, i gusti, le idee.
Le lotte intraprese contro Napster sono note, grazie alla demonizzazione
mediatica effettuata dalle case discografiche americane che in alcuni casi si sono
servite degli artisti come portavoce di un allarme contro quello che secondo
loro, minava alle basi il futuro della produzione artistica in totale e violava i
46

principi fondamentali del diritto dautore e il poter trarre profitto dalla propria
creativit. Se le ultime due ragioni lasciano indifferenti i propugnatori del sapere
condiviso, la minaccia di un crollo della produzione musicale paradossale:
Lawrence Lessig, autore dell' ormai celebre saggio Il Futuro Delle Idee (titolo
originale: The Future Of Ideas), spiega come l'attuale stato di cose riguardo le
leggi americane sul copyright non funzioni a salvaguardia degli artisti e della
creativit, ma che invece sia improntato a soffocare le nuove forme di creativit
rese possibile dalla rete, il quale sviluppo minaccia solamente un vecchio m
modello di business, che ha ben poco da spartire con l'ingegno. Il pensiero di
Lessing pu essere riassunto nella seguente trascrizione :
Allepoca in cui i fratelli Wright inventarono laereoplano, la legislazione americana sosteneva che il
proprietario di un terreno ne possedeva di conseguenza non soltanto la superficie, ma tutta la terra al di sotto,
fino al centro della terra, e tutto lo spazio al di sopra, fino ad unestensione indefinita verso lalto. Per molti
anni, gli studiosi si erano chiesti come interpretare correttamente lidea che i diritti sulla terra potessero
estendersi fino al cielo. Ci significava forse che si possedevano anche le stelle? Si potevano denunciare le oche
per

le

continue

volontarie

violazioni?

Poi arrivarono gli aereoplani, e per la prima volta questo principio della legislazione americana (..) divenne
importante. Se il mio terreno arriva fino al cielo, che cosa succede quando la United ci vola sopra? Ho il diritto
di vietarne il passaggio sulla mia propriet? Mi consentito firmare una licenza esclusiva con Delta Airlines?
(..).
Nel 1945, queste domande divennero un caso federale. Quando Thomas Lee e Tinie Causby, contadini del North
Carolina, iniziarono a perdere i polli a causa dei voli a bassa quota degli aerei militari (sembra che i polli
terrorizzati volassero contro le pareti del granaio e morissero), i Causby sporsero denuncia sostenendo che il
governo

violava

illegalmente

la

loro

propriet

terriera.

(..).

La Corte Suprema accett di esaminare il caso. (..) La Corte riconobbe che esiste unantica dottrina secondo
cui nel diritto consuetudinario, o sistema giuridico a common law, la propriet di un terreno si estende fino alla
periferia delluniverso. (..) Ma il giudice Douglas non aveva molta soggezione verso le antiche dottrine. In un
unico paragrafo, vennero cancellati centinaia di anni di leggi sulla propriet. Cos scrisse Douglas a nome
della

Corte:

[Tale] dottrina non ha spazio nel mondo moderno. Laria unautostrada pubblica, come ha dichiarato il
Congresso. Se ci non fosse vero, ogni volo transcontinentale sarebbe soggetto a infinite denunce per

violazione di propriet. Il senso comune si ribellerebbe allidea. (..). 17

17

L. Lessigg, Se il mondo cambia, le leggi si devono adeguare spazio Alessandro Baffa, 10 gennaio 2008

47

Quest'ultima frase illuminante. Sta ad indicare il bisogno che la societ ha di


un rinnovo legislativo ad ogni evoluzione tecnologica che cambi la societ
stessa. Un nuovo senso comune della creativit nato, ed cresciuto
parallelamente ad una ingestione di informazioni facilitata dalla rete. Chi per
l'industria discografica considerato un ladro, ovvero un imprecisato numero di
individui sparsi per il globo che ormai supera il centinaio di milioni, sa che i
prodotti di questa ormai non sono altro che elaborazioni in scala industriale di
stili, suoni e tendenze che anch'essi hanno contribuito a creare, presentati sotto
forma di artisti d'avanguardia stampati in una catena di montaggio,
saccheggiando tutto il saccheggiabile, spesso proprio dalla Rete. Perch quindi
sentirsi onesto solo se si costretti a pagare profumatamente un cd in un
negozio, per qualcosa che ormai si contribuito a creare, e sentirsi dei fuori
legge per i propri remix e compilation? Mettere sotto sigillo qualcosa che si
sente appartenere ad una collettivit sarebbe come chiedere del denaro ogni qual
volta viene pronunciato il proprio nome. interessante leggere il provocatorio
manifesto del collettivo denominato Luther Blissett, molto attivo tra la met e la
fine degli anni novanta in Italia, che oltre a celare gli autori del best seller
letterario Q , tradotto in diversi paesi, furono responsabili di alcune beffe
mediatiche di rilevo su giornali e programmi televisivi, in un vero e proprio
attacco di quella che era l'avanguardia degli intellettuali presenti sui nuovi media
contro il mainstream dei media tradizionali e la loro ormai totale assenza di
vitalit intellettuale e di attendibilit :
.lindustria dello spettacolo integrato e del comando immateriale mi deve dei soldi. Non scender a patti con
lei finch non avr ci che mi spetta. Per tutte le volte che sono comparso in televisione, al cinema o per radio,
come passante casuale o come elemento del paesaggio, e la mia immagine non mi stata pagata; per tutte le
volte che le mie tracce, iscrizioni, graffiti, fotografie, disposizioni di oggetti nello spazio (come parcheggi
fantasiosi, incidenti catastrofici o spettacolari, atti di vandalismo, abusivismo edilizio, ecc.) sono state usate a
mia insaputa da show o telegiornali; per tutte le parole o espressioni di sicuro impatto comunicativo da me
coniate nei bar periferici, nelle piazze, ai muretti, nei centri sociali, che sono poi diventate sigle di trasmissioni,

48

potenti slogan pubblicitari o nomi di gelati confezionati, senza che io vedessi una lira; per tutte le volte che il
mio nome ed i miei dati personali sono stati messi al lavoro gratis dentro calcoli statistici, per adattare alla
domanda, definire strategie di marketing, aumentare la produttivit di imprese che non potrebbero essermi pi
estranee; per la pubblicit che faccio di continuo indossando magliette, zainetti, calzini, giubbotti, costumi,
asciugamani con marchi e slogan commerciali, senza che il mio corpo sia remunerato come cartellone
pubblicitario; per tutto questo e per molto altro ancora l'industria dello spettacolo integrato mi deve dei soldi!
Capisco che sarebbe complicato calcolare singolarmente quanto mi spetta. Ma questo non affatto necessario,
perch io sono Luther Blissett, il multiplo e il molteplice. E ci che l'industria dello spettacolo integrato mi deve,
lo deve ai molti che io sono e me lo deve perch io sono molti. Da questo punto di vista possiamo accordarci
quindi per un compenso forfettario generalizzato. Non avrete pace finch non avr i soldi!
MOLTI SOLDI PERCH IO SONO MOLTI: REDDITO DI CITTADINANZA PER LUTHER BLISSETT! 18

Su queste idee, proprio il giurista Lessig ha fondato La Creative Commons


(CC) , un'organizzazione no profit dedicata all'espansione della portata delle
opere di creativit disponibili per la condivisione e l'utilizzo da parte degli altri e
per fornire anche la possibilit di poter costruire, com' sempre avvenuto prima
che si abusasse della legge sul , sul lavoro degli altri nel pieno rispetto delle
leggi esistenti. Il protocollo permette la pubblicazione parziale o totale di opere
di ingegno e la loro diffusione purch queste attivit non abbiano fini lucrativi.
Nel giugno 2001, a battaglia legale ormai persa, Hank Berry, presidente di
Napster, dichiar che gli assolutisti del copyright avevano, con la loro cecit,
ucciso un esperimento cruciale per lo sviluppo di nuove relazioni fra
consumatori ed aziende nell'era di Internet. Le avvelenate parole di Berry, non
nascondono l'astio verso la creazione di quello che era l'inglobamento di Napster
nel servizio a pagamento, ovvero Musicnet, una piattaforma sviluppata da AOL
Time Warner, Bertelsmann ed EMI. Questa prevede un abbonamento mensile,
permettendo cos di scaricare 100 canzoni e ascoltarne altre in streaming. La
musica scaricata deve essere ascoltata entro trenta giorni, dopodich scade e
deve essere riattivata. I files inoltre non possono essere masterizzati e scaricati
su altri supporti, e gli unici liberamente scaricabili sono delle anteprime audio.
Inutile dire che questo tipo di politica ha portato il servizio ad essere
18

L. Blissett , Manifesto di cittadinanza collettiva, Luther Blissett. Rivista Mondiale di Guerra Psichica, n. 3,
inverno 95/96

49

principalmente una semplice vetrina per le nuove uscite degli artisti prodotti
dalle suddette case discografiche. Un altro esempio stato Pressplay, frutto
dell'alleanza tra Vivendi Universal e Sony, coinvolgendo nella distribuzione del
servizio anche Yahoo! . Qui, grazie alla presenza di Sony, uno dei maggiori
produttori mondiali di cd vergini e masterizzatori, la masterizzazione dei file
audio ed altri supporti stata invece permessa, palesando in maniera ancora pi
concreta il fatto che le restrizioni legali alla rete vadano bene solo se non
limitano gli affari di una major, che invece per i suoi giri di affari pu
incentivare a delle azioni usate come spauracchio per abbattere legalmente i
propri avversari. Se la trasformazione di Napster come servizio a pagamento ne
ha sancito la fine, questa stata una falsa vittoria per le corporation della
musica, che, oltre ad un maggiore insofferenza da parte dei consumatori, hanno
destato l'attenzione delle autorit antitrust americane ed europee per la loro
politica economica aggressiva. Tutto questo mentre all'orizzonte sono partiti i
servizi Peer to Peer (o p2p), molto pi coriacei da combattere sui piani
tecnologici, ideologici e giuridici. La tecnologia p2p ha sovvertito l'ordine delle
cose sul web, in base alle vecchie relazioni gerarchiche tra computer server e
computer client, consentendo ad ogni macchina di collegarsi con un altra senza
passare da un centro, e questo altro non significa che i provider, i siti e i soggetti
che hanno sviluppato il software non hanno la possibilit di controllare l'uso che
di questo ne fanno gli utenti. Le difficolt tecniche in questo senso sono di poter
tracciare il traffico che si svolge all'interno del network, ed una difficolt che
rimane anche nel caso che si ottenga

legalmente che il sito del network

sospenda ogni attivit, che chi ha scaricato il software non continui a scambiare
file. Inoltre, i gestori di un network di questo tipo non sono comunque tacciabili
di violazione di copyright, ignorando i contenuti oggetto di scambio. Network
come Morpheus, Grokster, Kazaa, hanno raccolto l'eredit di Napster, ed altri ne
nascono in continuazione in seguito al decadimento dei precedenti, come Btorrent ed Emule. Quest'ultimo, essendo tra l'altro un programma open source,
50

conta una gamma di affezionati tale da essere divenuto un 'enorme banca dati su
qualsiasi materiale traducibile in forma digitale. A partire dalla sua versione
0.47b , possiede un sistema di offuscamento del protocollo per evitate eventuali
filtri presenti nei server che limitino l'attivit di peer to peer, cosa che in Italia, a
fine 2006 era stata ammessa solamente da gestore Libero, mentre, dal marzo del
2007, anche Tele2 ha annunciato di disporre di un sistema di filtraggio del filesharing. Anche per questo tipo di servizi si scatenata una propaganda da parte
degli avversari ad impedire che questi network si ammantino di un'aurea di
Robin Hood della musica, accusandoli di inaffidabilit sul piano della sicurezza,
per un presunto incremento e diffusione di nuovi virus informatici, e sul piano
della privacy, sospettando questi di usare metodi per tracciare i gusti e tendenze
che verrebbero inserite nei software all'insaputa degli utenti.
Queste ultime accuse sono attendibili, in virt del fatto che proprio come
Napster, questi Network non sono organizzazioni di beneficenza, ma tendono
allo sviluppo di nuovi modelli di business, per i i quali hanno molto rilievo la
raccolta e la vendita di dati alle societ di marketing. Un diverso esempio dato
invece da siti come Gnutella e Freenet che offrono un servizio con una
connotazione politica molto forte, essendo progetti che partono dalla cultura
hacker che vede il P2P come un elemento fondamentale per una
democratizzazione della rete libera e orizzontale, in opposizione ad una
mercificazione delle conoscenze diffuse solamente in maniera verticale da chi
detiene i monopoli della produzione e distribuzione del sapere.
Uno stretto giro di vite a queste tendenze che minacciano la tradizionale
industria culturale stata fatto repentinamente, nel 1998, con il Digital
Millennium Copyright Act, la nuova legge statunitense sulla propriet
intellettuale in accordo con le grandi istanze dei grandi produttori, per poter
proteggere i loro grandi investi,enti sui prodotti a marchio registrato, non per
una tutela limitata nel tempo della propriet e la comunione del sapere, ma in
modo tale che questa propriet duri in eterno: come nota Lessig, una legge
51

scritta affinch nessuno potr fare alla Disney Corporation quello che Walt
Disney fece ai fratelli Grimm19 . I principali avversari di questo disegni di legge
negli Stati Uniti si sono trovati nelle comunit studentesche, dove largo uso
fatto del file sharing, e dove in molti casi hanno trovato tra nel corpo docente
strenui alleati; difatti settori ampi del mondo accademico hanno reagito contro
delle logiche che minacciavano la libert di ricerca e di innovazione. Si possono
elencare per primi gli esponenti della computer science come Edward Felten,
che ha raccolto la sfida della SMDI (Secure Digital Music Iniziative), la quale
aveva offerto un premio a chiunque si fosse dimostrato capace di craccare le sue
tecnologie di protezione. Felten, riuscendo nellimpresa, annuncia di voler
presentare i risultati del suo lavoro pubblicamente, nel corso di una assemblea
internawionale, ma la RIAA e SMDI minacciano di denunciarlo per la
violazione del Millenium Copyright Act, nel caso rendesse pubblico il suo
sistema per violare i file protetti. Felten rinuncia, ma contrattacca avviando una
azione penale per rivendicare i propri diritti di ricercatore scientifico, sia sul
piano del reverse engineering, cio lo smontaggio di un software a fini di
ricerca, sia su quello della divulgazione del suo lavoro ai membri della comunit
scientifica. Anche se alla fine il tribunale ha dato ragione ai discografici, Felten
ha dichiarato di voler proseguire nella battaglia.
Oltre alle comunit hacker ed hai rappresentanti ufficiali della ricerca
informatica, da sempre in prima linea contro i monopoli di un ambiente al quale
hanno contribuito a creare, sta ora emergendo quello che il prodotto culturale
della rete nella sua seconda fase, grazie a chi osserva luso sociale e culturale
che di questa se ne fa nelle sue diverse tecnologie, in una maniera spesso diversa
da quella per le quali erano state create. doveroso citare Henry Jenkins,
direttore del Comparative Media Studies Program dello stesso MIT, citato in
precedenza come uno dei santuari della cultura hacker; nel suo saggio Cultura
Convergente limmersione effettuata nella cultura popolare attuale attraverso i
media spiega come le nuove tecnologie la stiano cambiando, insistendo su chi
19

H. Jenkins, Star Wars di Quentin Tarantino?, Cultura Convergente, pag 138, Apogeo, Milano 2007

52

usa i mezzi di comunicazione piuttosto che su questi presi in maniera asettica


come oggetto di studio. Non volendomi qua dilungare sugli aspetti sociologici e
culturali evidenziati da Jenkins, rilevante riportare il suo pensiero, nella misura
in cui si riscontrano le idiosincrasie legislative riguardo la rete:
I giovani di oggi, la cosiddetta Napster Generation, non sono gli unici
confusi sui confini tra lecito ed illecito; il mondo dei media sta dando segnali
contrastanti, perch davvero non riesce a decidere che tipo di relazione
instaurare con questo nuovo tipo di consumatori. Ci viene chiesto quindi, in
qualche modo, di guardare ma non toccare, comprare ma non usare i prodotti
mediatici. 20
Jenkins si spinge ancora pi su una rivendicazione del potere degli utenti della
rete quando, parla di Fan Culture e nuovi mercati:
Questa contraddizione avvertita forse pi acutamente quando riguarda
contenuti cult. Un prodotto cult di successo si costruisce corteggiando i fan e i
mercati di nicchia; un successo generale visto, dai produttori, come derivante
dal tenere a distanza il pubblico. Il sistema si regge su accordi taciti tra
produttori e consumatori. Il lavoro che svolgono i fan nel far crescere il valore
di una propriet intellettuale non potr mai essere riconosciuto pubblicamente
se gli studios di Hollywood pensano di essere lunica fonte del valore di quella
propriet. Internet, comunque, li ha smascherati, dal momento che i siti dei fan
oggi sono visibili a chiunque sappia utilizzare Google. 21
Attualmente si trovano schierate due posizioni contrapposte per quanto riguarda
luso della rete: da un lato lindustria high tech e dallaltro quella culturale. Le
lobby delle grandi major, capitanate dalla Disney, hanno per anni sostenuto un
20
21

H. Jenkins, Star Wars di Quentin Tarantino?, Cultura Convergente, pag 139, Apogeo, Milano 2007
H. Jenkins, Star Wars di Quentin Tarantino?, Cultura Convergente, pag 139, Apogeo, Milano 2007

53

disegno di legge denominato Security Systems Standards and Certification Act


(SSSCA), che consisterebbe in una legge definitiva per la tutela del copyright,
costringendo i produttori di hardware ad inserire nelle apparecchiature dei
dispositivi in grado di impedire la duplicazione di qualsiasi file audio e video.
La proposta di legge ha, come si pu immaginare, incontrato lostracismo totale
da parte dei produttori di computer e di software, poich oltre ai costi aggiuntivi,
ci avrebbe minato la vendita di molti prodotti, oltre a creare paradossi come
limpossibilit di poter fare delle copie di sicurezza. Ma lopposizione pi dura
stata fatta dai produttori di Player come Real, Adobe e Microsoft, poich tale
soluzione sarebbe stata una pericolosa alternativa ai loro sistemi di sicurezza.
Questo scontro racchiude due concezioni differenti del cliente , visto come un
consumatore per lindustria culturale, che ha la pretesa di applicare gli stessi
criteri di vendita applicati un tempo ai negozi fisici, con luso delle tecnologie di
protezione al posto delle telecamere, e come un utente di una rete dallindustria
high tech, verso il quale non basta vendere un prodotto ma diviene essenziale
fornirgli assistenza, servizi, coinvolgerli nella progettazione di servizi e lasciar
loro libert di movimento, ecc.
In una sempre pi massiccia diffusione a banda larga, queste divergenze
filosofiche si divaricano ulteriormente, creando una suddivisione del mercato
strettamente dipendente ai livelli ed alle caratteristiche socioculturali dei diversi
strati di utenza.

54

Un manifesto anti pirateria degli anni ottanta, riferito alla registrazione dei dischi musicali su nastro.
Questo logo stato poi usato dalle controculture digitali nemiche del copyright degli anni novanta, per
evidenziare come i detentori del potere nellindustria culturale abbiano sempre cercato di sanzionare le
pratiche di registrazione e scambio, seppur in contrasto con le convenzioni del sentire comune tra
individui riguardo il libero fruire dei prodotti culturali. Il fatto che anche una pratica diffusissima come
la registrazione casalinga su nastro sia stata oggetto di accuse riguardo il presunto danneggiamento della
produzione musicale mondiale, svela quanto queste politiche siano sempre state pilotate dalle grandi case
discografiche piuttosto che dai singoli artisti e da chi volesse in effetti difendere la produzione musicale,
che poco ha da spartire in realt con la diffusione dei supporti

CAPITOLO IV

CONTROLLO E REPRESSIONE

La previsione di Ben Bagdikian che viene spesso citata dal libro The Media Monopoly (Beacon Press, Boston 1983)
che alla fi-ne del secolo "cinque/dieci giganti aziendali controlleranno la maggior parte dei pi importanti editori di

55

periodici, libri, televisione, produttori cinematografici, discografici, di videocassette del mondo". Questi nuovi signori
dei media possiedono il potere immenso di determinare quali informazioni vanno distribuite, e temo che non
incoraggerebbero proprio le loro reti private a diffondere tutti i tipi di informazioni fatte circolare da cittadini liberi e da
organizzazioni non governative. La soluzione militante luso della telematica per creare reti informative planetarie
alternative. 22

Howard Rheingold, 1994

Laneddoto della guerra fredda digitale, ovvero : quando il copyright


diviene strumento di repressione

Nel marzo del 2001 alcuni media americani cominciano a pubblicare alcuni
articoli, citando come fonti dei fascicoli aperti dellFBI, sostenendo che alcuni
hacker russi e ucraini sarebbero responsabili di intrusioni a danni di alcuni siti
commerciali, trafugando dati relativi ad un milione di carte di credito.
Effettivamente lhacking divenuto in Russia una pratica di massa da quindici
anni a questa parte, e pur possedendo macchine molto pi modeste ed arretrate
rispetto alloccidente, molti di questi Hacker dellest hanno dimostrato pi di
una volta le loro enormi capacit. Questo, come racconta Alexei Badkhen, un
giovane russo intervistato dalla rivista Wired, stata una pratica invogliata
dalle stesse istituzioni:
quando andavamo a scuola, venivamo incoraggiati a copiare il software
americano. Ci chiedevano di smontare i programmi per vedere se fosse
possibile farli girare sui nostri sistemi. .. 23
Listruzione russa d unefficiente preparazione tecnica, ma le aspettative di
trovare un lavoro allaltezza delle proprie capacit sono effettivamente scarse, ed
anche per questo motivo lhacking ha avuto sempre maggiore popolarit. Difatti,
risaputo che sulle bancarelle dei mercati di Mosca facile trovare ad un prezzo
esiguo dei cd usati per craccare e duplicare molti programmi Microsoft, che
22
23

C.Gubitosa, Cronache dal futuro, Italian Crackdown, www.apogeonline.com, 1994,


Michelle Delio, Inside Russias Hacking Culture, Wired News Daily, 12 marzo 2001

56

se comprati costerebbero mediamente in Russia come due mesi di salario. La


condivisione delle conoscenze per la collettivit fa in fin dei conti parte della
cultura di queste popolazioni. Vale la pena raccontare la storia del giovane
programmatore russo Dimitri Sklyarov. Costui, nel luglio del 2001 si trova a
Las Vegas, per partecipare al Defcon, un famoso raduno di hacker americani,
per presentare la sua invenzione, un programma in grado di copiare e-book, libri
elettronici, aggirando i sistemi di protezione della casa di produzione Adobe,
creatrice di standard per la lettura di file in formato PDF. Il problema alla base
sta nel fatto che in se in Russia questo prodotto distribuito legalmente dalla
ElcomSotf, al prezzo di 99 dollari, e considerato del tutto legale in quanto
consente di poter fare delle copie di backup di sicurezza, diversamente sono
viste le cose dalla Adobe, che denuncia Sklyarov, il quale viene incriminato per
violazione del Millenium Copyright Act.
La reazione della comunit hacker non si fa attendere, con migliaia di mail di
protesta al sito della Adobe, mentre le associazioni dei diritti civili minacciano
una campagna di boicottaggio verso i prodotti dellazienda. Alla fine questa cede
e ritira la denuncia contro Sklyarov, che viene rilasciato su cauzione un mese
dopo, poich il processo prosegue ugualmente da parte del governo degli Stati
Uniti. Questi costretto a rimanere in America fino a dicembre, quando viene
trovato un accordo legale: le accuse su di lui cadono, e lobbiettivo si sposta
sulla ElcomSoft. In patria Sklyarov viene accolto come un eroe, mentre i
dirigenti dellazienda si dichiarano disposti a prenderne il posto e a difendere la
legalit dei propri prodotti. La questione degna di attenzione che la legalit che
qua si vuole difendere appartiene agli standard russi, contro quella che vista
come una pretesa di applicare al mondo intero le leggi americane sul copyright.
Dello stesso periodo fanno parte le irruzioni dellFBI in alcune sedi universitarie
americane per raccogliere prove contro un network di studenti, ricercatori e
dipendenti di imprese digitali accusati di piratare software, cd, dvd e videogame.
Secondo gli investigatori, la rete internazionale dietro alla quale si
57

muoverebbero queste attivit, chiamata DrinkOrDie, stata fondata nel 1993 da


un hacker di Mosca, e diffuso in varie nazioni europee ed i Australia.
Se questo non bastasse ad evidenziare quanto gli Stati Uniti abbiano usato il
copyright come arma politica, si pu ancora citare lesempio dellUcraina.
Accusata dalle case discografiche occidentali di essere il maggior produttore di
musica pirata al mondo, lex repubblica sovietica vara nel 2002 una legge sul
copyright, sperando di poter entrare di diritto nel WTO e di allontanare le
minacce di ritorsioni economiche statunitensi. La legge per, ritenuta troppo
poco severa, non evita reazioni da parte del governo degli Stati Uniti che adotta
sanzioni contro lindustria siderurgica del Paese, che costeranno migliaia di posti
di lavoro e 470 milioni di dollari lanno. Queste azioni di ritorsione da parte
americana, qualsiasi conclusione ne si voglia trarre, fanno palesemente gli
interessi delle grandi corporation, che spesso hanno rilasciato per bocca dei loro
rappresentanti dichiarazioni a tinte forti, quanto pi si facevano giustificate da
una connotazione politica, come avvenuto da parte di Diana Piquett,
responsabile del servizio antipirateria della Microsoft, secondo la quale i
proventi del software piratato dagli hacker dellest Europa servirebbe a
finanziare il terrorismo internazionale attraverso dei canali della mafia russa.
Se gli interessi sostenuti dal governo U.S.A sono chiari, rimane molto pi
difficile appianare la questione dal lato opposto; difatti,nella povert di mezzi
delle nazioni nate dopo il crollo dellex unione Sovietica, pi che altrove si sono
fatte strada le idee di libera circolazione delle informazioni conoscenze e di un
rifiuto alla loro commercializzazione.

Un precedente storico

58

Gli aneddoti del precedente paragrafo non fanno altro che sottolineare un
processo politico che vede invischiate le grandi corporation del mercato digitale
americano ed il governo degli Stati Uniti, ripetendo quelle azioni che un
decennio prima erano state effettuate nel territorio nazionale verso le comunit
hacker, quando fu inaugurata la prima caccia alle streghe digitale. Sullondata di
perquisizioni, sequestri di computer ed in alcuni casi arresti cominciata nel 1990,
si pu consultare linteressante libro di Bruce Sterling del 1993, The Hacker
Crackdown, (pubblicato in Italia da Shake Edizioni con il titolo Giro di vite
contro gli hacker). Il documento di Sterling si riferisce in particolare ad una
serie di operazioni svolte dalla polizia federale americana, che possono risalire
appunto al cosiddetto Hacker Crackdown dell 8 maggio 1990, chiamata dalle
autorit col nome in codice di Operazione Sandoval.
Il colosso telefonico americano AT&T, denunci una clamorosa azione di
boicottaggio da parte di alcuni hacker verso il suo sistema di comunicazione
che inaspettatamente, il 15 gennaio precedente, aveva improvvisamente
collassato, con ingenti danni economici per limpresa. Lorigine del guasto senza
precedenti, fu in realt originato da un difetto nellantiquato software
dellazienda, ma tanto bast a far vedere come reali le grandi paure dei suoi
dirigenti in ambito di boicottaggio informatico, e proprio in questo periodo
cominci una grande campagna mediatica di paura riguardo il terrorismo
digitale. Questa pubblicit denigratoria port ad una lotta indiscriminata verso i
nuovi protocolli di comunicazione on-line, in special modo per quanto
riguardava i Bulletin Board Sistem o BBS, protocolli di comunicazione
precedenti al web ed alle chat room, che sfruttavano al massimo la povert dei
mezzi allora a disposizione in campo digitale usando le connessioni telefoniche,
e che erano fondamentalmente forme di comunicazione e di aggregazione di
individui attorno e tramite un mezzo ancora non massificato e visto pi per
addetti ai lavori, nonostante molti di questi protocolli stessero gi prendendo il
ruolo di standard.
59

Inutile dire che il sospetto che le autorit americane (e non solo) nutrono in
maniera scientifica riguardo ad un sistema di comunicazione completamente al
di fuori del proprio controllo si riversa nellipotesi di una potenziale pericolosit
intrinseca del mezzo, anche per una possibile infiltrazione da parte di presunti
terroristi digitali in questi network. Questultimo esempio trova un riscontro
proprio in Italia, quando, nel 1994, unondata di controlli a tappeto in una
maniera molto pi indiscriminata e ingiustificata sul campo pratico che non
quella avvenuta negli Stai Uniti, mise in ginocchio le reti autogestite. Il
documento principe in questione, proprio a ribadire un parallelismo col
precedente fenomeno doltreoceano senzaltro il libro di Carlo Gubitosa
Italian Crackdown, scaricabile gratuitamente in Rete sotto licenza Creative
Commons. Lelemento di sconcerto che traspare dal testo, e che ne fa un
documento storico e politico di rilievo, sta nel come un tipo di rete nata dal
basso, applicando protocolli che si diffondevano da individuo ad individuo,
scritti liberamente e diffusi senza copyright, e che in alcuni casi, come per il
BBS Fidonet, riuscivano a sfruttare anche le frequenze radio dove non fosse
stato possibile usare le linee telefoniche, sia stato praticamente estirpato,
costringendo molti utenti a rinunciare ad un tipo di tecnologia che nel decennio
tra il 1985 ed il 1995 aveva raggiunto il suo apice di accessi e di partecipazioni,
e che dava spazio a movimenti culturali, politici, e di semplici appassionati di
telematica. Un altro aspetto interessante risiede nellassoluto rifiuto di
mercificazione dei BBS, nei quali era assolutamente vietata qualsiasi forma di
pubblicit commerciale. Un elemento non trascurabile, in definitiva, per la
sopravvivenza di un mezzo di comunicazione in momenti di crisi, superata una
fase pionieristica del suo sviluppo.

Dopo lundici settembre : fine dellutopia?


60

Lattentato alle Twin Towers di New York dell11 settembre 2001 ha segnato
un duro colpo verso le utopie degli anni 90 che avevano alimentato il sogno di
una globalizzazione culturale grazie alla rete, che abbatteva i vecchi confini
degli stati nazione, e che era contraria a qualsiasi forma di censura, di controllo
e limitazione di qualsiasi genere. Il primo atto terroristico esterno avvenuto in
territorio Statunitense della storia, con la prevedibile ondata di panico scatenata,
ha reso possibile in un sol colpo lapplicazione di leggi speciali per il controllo
degli individui e una limitazione di alcune libert individuali, come forse mai era
avvenuto nella storia americana. Loperato dellamministrazione Bush in seguito
allevento ha avuto ricadute molto forti sul piano dellindustria e delleconomia,
oltre che aver ridimensionato i concetti di libert e di privacy del mondo della
rete, spesso alleandosi con grandi corporation, come nel caso di Microsoft, cui
gi avevo accennato nel precedente capitolo riguardo i regali concessi dal
presidente degli Stati Uniti al colosso di Redmond, due mesi dopo i fatti. Ma
occorre analizzare i comportamenti legislativi dal principio.
Il 13 settembre il Senato comincia gi a discutere un disegno di legge che
dovrebbe attribuire alla polizia ed ai servizi di sicurezza una libert quasi
assoluta sulluso di tecnologie di spionaggio elettronico; proposta verso la quale
il presidente Bush ed il ministro della giustizia John Ashcroft rincarano la dose
con la bozza del Mobilitazion against Terrorism Act, che pone vincoli ancora pi
duri sul controllo poliziesco e sulla possibilit di prolungare la detenzione di
individui sospetti, in maniera talmente aggressiva ed in contrasto con alcuni
principi costituzionali di libert individuale da suscitare perplessit anche nella
destra repubblicana, dando via ad una trattativa che comunque permetter che il
provvedimento prenda corpo col nome di Patriot Act, votato a maggioranza
schiacciante e firmato il 29 ottobre 2001 dal presidente. I punti cruciali
dellemendamento sono un duro attacco alle libert civili, in quanto d potere
alle forze di polizia di penetrare nelle private abitazioni e pubblici uffici ed
61

effettuare perquisizioni senza notificare gli interessati; qualsiasi procuratore pu


ordinare luso di tecnologie di intercettazione e spionaggio elettronico verso
cellulari, computer, reti di comunicazione, posta elettronica, senza che vi sia
bisogno del consenso da parte di un giudice; sia le compagnie telefoniche che gli
Internet provider sono obbligati a registrare ed installare qualsiasi software di
intercettazione che venga loro richiesto dallFBI; e, come ultimo atto
intimidatorio, il reato di terrorismo viene esteso alla pratica di hacking. A questi
atti vanno aggiunte le durissime limitazioni dei diritti civili agli stranieri presenti
nel territorio, con possibilit di arresti preventivi a tempo indeterminato ed al
controllo biometrico.
Il clima improvvisamente mutato ricorda i momenti peggiori del maccartismo
degli anni 50, ed un colpo violentissimo verso tutto il sistema di regole, valori
e principi che aveva alimentato sin dai suoi esordi la cultura della Rete. molti
esponenti di tale cultura non tardano a far sentire la loro voce: da Richard
Stallmann, il quale fa appello al governo affinch non compia azioni contrarie
alle tradizione americana di libert, rischiando cos soltanto di favorire il
terrorismo, a John Perry Barlow, fondatore dellElectronic Frontier Foundation,
il quale pone sullo stesso piano terrorismo islamico e amministrazione Bush,
definendoli entrambi sistemi chiusi che si oppongono alla libera circolazione
delle idee e delle informazioni. Losservazione forse pi lucida, e sicuramente
pi coraggiosa viene dal programmatore Dave Winer, il quale accusa
apertamente il governo americano di voler sfruttare l11 settembre per colpire lo
spirito libertario della Rete; tesi che effettivamente trova molti riscontri
nellatteggiamento che CIA, FBI e servizi segreti hanno sempre avuto verso
Internet, visto allo stesso tempo come una minaccia, in quanto pu permettere di
comunicare

globalmente

terroristi

ed

organizzazioni

criminali,

ed

unopportunit, per il suo formidabile potenziale come strumento di spionaggio.


Si fanno strada software di intercettazione come Carnivore e Magic Lantern,
per i quali lFBI aveva fatto pressione affinch fossero installati dagli Internet
62

provider ancora prima dell11 settembre. Nello stesso periodo, siti che gestivano
tecnologie per consentire la navigazione anonima in Internet come
Anonymizer.com, Safeweb.com e Zero Knwoledge System, annunciano la
sospensione del servizio. Gli stessi provider passano allauto censura, oscurando
decine di pagine web accusate di propagandare ideologie estreme. E un gesto
importante se si pensa che fino ad allora si era rifiutata qualsiasi forma di
controllo da parte dei provider verso i contenuti dei propri siti, in nome della
libert di espressione garantita dal Primo Emendamento. le stesse comunit
hacker americane si spaccano tra i pacifisti, i quali continuano a battersi contro
ogni forma di censura, ed i patrioti, i quali cominciano a lanciare campagne di
sabotaggio contro alcuni siti del fondamentalismo islamico. difatti il primo
attacco contro i siti dei talebani stato opera del gruppo hacker dei Dispatchers,
mentre i loro colleghi del Chaos Computer Club invitavano invece al dialogo
attraverso la Rete; mettendo in una situazione difficile i servizi di sicurezza, che
invece dovrebbe intervenire con durezza imposta dalla legislazione che equipara
gli hacker ai terroristi. Se la resistenza alla politica governativa sulle limitazioni
delle libert in Rete si struttura su due livelli, quello

ideologico e quello

economico, per questultimo ad ottenere ad ottenere maggior e pi concreti


risultati, argomentando motivazioni di carattere pratico. Ad esempio, le pressioni
di FBI e CIA per installare backdoor allinterno dei programmi di criptazione,
accusati da sempre di favorire i terroristi e cybercriminali, e che ha portato ad
equiparare lesportazione di questi prodotti a quello delle armi,

ha sbito

incontrato la robusta opposizione delle case di produzione software, sulla base


del ruolo insostituibile che queste tecnologie svolgono per le transazioni
economiche on-line e per la protezione di database di infrastrutture essenziali
come gli ospedali, banche, assicurazioni, o per sistemi a rischio come le centrali
nucleari. Le stesse software house hanno spesso ridicolizzato i servizi segreti ed
i loro argomenti sulla sicurezza, accusandoli dellincapacit di prevedere un
simile attentato, mentre sistemi come Echelon, gi citato nel precedente capitolo,
63

erano intenti a spiare i cittadini americani, ignari di ci che i terroristi stessero


preparando. Un terrorismo poi, che a ragion di veduta diffida delle nuove
tecnologie, servendosene molto poco. Queste reazioni hanno ottenuto la marcia
indietro su molte leggi sulle limitazioni ed il controllo delle tecnologie di
crittografia, ed hanno creato il clima favorevole per un secco no di molte case di
produzione per linstallazione di backdoor come Magic Lantern, volute a tutti i
costi dallFBI. Tutto questo non sta ad indicare il grado etico dellindustria
software, bens la questione aperta tra amministrazione Bush e industria hig tech
riguarda una ridefinizione di potere politico ed economico che questa
controrivoluzione comporta. Nessuna azione delle corporation della New
Economy disposta a spianare la strada al governo in cambio di nulla. Proprio in
questo scenario si ripropone la questione dellaccordo tra Microsoft e governo,
esposto nel capitolo II. Dei servizi resi da Microsoft agli U.S.A. ed alle accuse
rivolte ad essa dallEuropa ho gi parlato, importante qui ribadire come da
questo punto in poi si sia sentito il bisogno sempre crescente

nelle

amministrazioni di tecnologie per larchivio di dati riguardo le persone;


limpennata improvvisa nella domanda di informazioni sugli individui in cerca
di assunzione, avvenuta subito dopo l11 settembre e che ha fatto la gioia delle
aziende come la Oracle, lider nel settore della gestione di database, stanno ad
indicare la pericolosit di azioni al limite della legalit come lincrocio di dati di
diversi database, accantonando non di poco i relativi problemi legati alla
privacy. Cos, lungi dal proteggersi da infiltrazioni terroristiche, le imprese
hanno di colpo ottenuto uno strumento potentissimo di informazione nei riguardi
dei candidati alle assunzioni, avendo la possibilit di ottenere una panoramica
sulla moralit di ogni singolo individuo, sulle sue idee politiche, sullo stato di
salute, acquisendo di fatto uno strumento di ricatto rilevante su una forza lavoro
gi indebolita sul piano contrattuale dalla crescente crisi economica. Lalleanza
tra governo e corporation si riflettuta anche nella assimilazione degli hacker ai
terroristi, scatenando una guerra che non coinvolge soltanto gli incursori della
64

telematica e i decifratori di password, ma chiunque si renda colpevole di


violazione anche minima delle leggi sul copyright, e qui si parla gi di milioni di
persone, delle quali ora si rende legittimo lo spiarne i movimenti sul web. Un
nuovo clima che ha cercato di cavalcare anche la RIAA, lassociazione dei
discografici americani, la quale, per fortuna senza successo, ha cercato di
legittimare le sue pratiche di hacking contro quelle dei singoli utenti, chiedendo
un emendamento che consenta di penetrare nel disco rigido degli utenti di filesharing per appurare eventuali violazioni. Proposta che ha suscitato molte
polemiche e smentite, anche in virt del fatto di voler cos preparasi ad una
guerra contro il peer to peer.
Le vicende narrate nel paragrafo introduttivo a questo capitolo, riguardo luso
delle leggi del copyright come strumento di repressione usato dalle grandi
corporation attraverso il governo americano, pongono una questione non da
poco: alla polizia digitale americana viene data la possibilit di perseguire
hacker stranieri, in virt dellistanza legale che prevede che qualsiasi crimine
informatico, una parte del quale avvenga su territorio americano (e questo pu
voler dire semplicemente che delle informazioni possano anche solo transitare su
un server americano, anche se provengano da un altro Paese), pu essere
perseguibile dal governo degli Stati Uniti, anche verso individui stranieri
residenti allestero. In pratica si ha una estensione della sovranit americana a
danno di altre nazioni. Per questo nel 2002 si raggiunto un rapporto di
collaborazione con decine di paesi stranieri che ha imposto a questi di applicare
leggi simili a quelle americane, in modo che agli Stati Uniti non resterebbe che
chiedere a tali nazioni che determinati soggetti vengano giudicati. E proprio
nellazione contro DrinkOrDie, si data dimostrazione di questo tipo di
collaborazione, in occasione della pi grande operazione anti hacker dei federali
dai tempi del Crackdown narrato da Bruce Sterling. Lincursione allora avvenuta
nel territorio nazionale americano, e che ha comportato lirruzione in cinque
campus universitari ed il sequestri di decine di computer, stata affiancata da
65

simili operazioni negli altri Paesi nel quale il software era stato usato per
scaricare e copiare software e file: Inghilterra, Australia, Finlandia, Svezia e
Norvegia. Rilevante come le vittime del blitz rappresentino, in America come
allestero, quella porzione di societ che in tutti gli anni 90 era stata vista come
lanima sociale della Net economy : studenti universitari, ricercatori, impiegati,
manager, tutti quegli individui atti a partecipare ad una cooperazione delle
conoscenze. Questa ondata di repressione, che proprio colpendo questo tipo di
soggetti rappresentanti un modello economico fondato sul credere di poter
generare valore attraverso la creativit individuale e la cooperazione, per
favorire i comitati di affari politici e monopolistici, ha fatto parlare di una nuova
lotta di classe, che colpisce al cuore il modello di sviluppo degli anni 90. Le
strategie neoliberiste dellamministrazione Bush, cercano di alimentare una
ripresa economica non pi sulla fede delle nuove tecnologie di comunicazione,
ma su quella delle nuove tecnologie della sicurezza. Di per s, dare man forte ai
monopoli, con nuove leggi che negli ultimi anni hanno permesso la formazione
di conglomerati in grado di unificare stampa, reti televisive e servizi Internet,
sicuramente un fattore di arresto per linnovazione tecnologica, specie in un
periodo di recessione. Tuttavia, la storia non mai del tutto reversibile, e il
successo di canali alternativi sempre nuovi sul Web lo dimostra, come lo ha
dimostrato il successo crescente delle tecnologie open-source, ancora di pi,
come nel caso di Linux, se affiancate dalla lungimiranza di altre major come la
IBM. In questa rappresaglia, il peer to peer non ha in realt subto veri colpi,
anzi, determinate vicende legali non hanno fatto altro che far nascere la maggior
parte gi tutelati sotto laspetto legale, proprio sfruttando il clamore suscitato
dalla violazione dei diritti personali e di privacy da parte di determinate lobby
appoggiate dal governo.

66

Il PC contro i pc
Il problema del controllo dei contenuti pubblicabili in Rete diviene molto pi
serio in alcuni paesi, fra i quali spicca la Cina, a limitata libert democratica
individuale. In questi ultimi anni non sono state poche le campagne lanciate dal
Partito Comunista Cinese contro i contenuti immorali presenti su Internet, con
lobbiettivo dichiarato di consentire solo i siti che diffondano le teorie politiche
ufficiali. La censura del governo cinese aumentata di anno in anno nel
tentativo di bloccare gli scritti dei dissidenti al regime. Il principale canale
televisivo statale ha indicato come la cultura di Internet
debba essere conforme alla progredita cultura socialista ed aderire alle
corrette indicazioni della propaganda, per incoraggiare lo sviluppo di un
sistema con al centro i valori socialisti 24
Lattuale presidente Hu Jintao, fautore della maggior parte delle campagne
contro i contenuti ritenuti immorali, ha dichiarato che la Rete debba avere il
dovere di favorire la moralit sociale e di promuovere la societ armoniosa ,
diffondendo i principi del marxismo moderno e della cosiddetta teoria delle tre
rappresentanze, ovvero le pi progredite forze del Paese, la migliore cultura e
gli interessi della popolazione. Di pochi mesi fa stato lavvio di una polizia
virtuale intenta a controllare le conversazioni telematiche ed i siti Web, spesso
interrogando i responsabili dei siti su chiunque introduca contenuti vietati.
Allinizio del 2007 il governo aveva gi adottato varie misure per purificare i
programmi televisivi, e la stesse misure sono partite per i siti Internet. Il
presidente Jintao dichiara di voler bandire i siti osceni e pornografici, ma in
realt censura tutto il materiale ritenuto sovversivo e contrario alla sua politica,
punendo

con

molti

anni

di

reclusioni

responsabili.

Il

controllo

sullinformazione da parte del partito cerca di rinsaldarsi, in un territorio dove

24

H. Jintao, Il Partito Comunista vuole pulire Internet asianews, 11 marzo 2008

67

gli utenti internet sono in continuo aumento, con un incremento di ventisei


milioni allanno, su un pubblico attuale stimato sui centotrentasette milioni.
Un mercato talmente imponente, non lasci certamente indifferenti le grandi
major, e proprio Microsoft, anche per recuperare posizione nel territorio Cinese,
dove Linux sta trionfando clamorosamente, ha lanciato un portale web lo scorso
maggio tramite una joint venture con la Shanghai Alliance Investment, chiamato
Spazi MSN. Il fattore inquietante che le parole democrazia, libert e
diritti umani non sono accettate per le ricerche. A denunciare questa volont di
eliminare la libert di informazione tramite internet stata per prima
lorganizzazione Reporters Sns Frontiere o RSF, con sede a Parigi, che difende
le libert di stampa. Nel mirino di RSF non c solo Microsoft ma bens i due
motori di ricerca in Internet pi noti al mondo, gli statunitensi Yahoo! e Google,
anchessi accusati di piegarsi al volere del governo cinese pur di poter accedere
ad un tale mercato. Fino ad ora a poco sono serviti gli inviti dellorganizzazione
verso gli Stati Uniti ad applicare i principi del Global Internet Freedom Act, una
legge per la libert globale di Internet, nelle attivit private sulla Rete.
Lobbiettivo che il governo cinese vorrebbe raggiungere, secondo RSF, di
spingere i siti pi indipendenti a migrare allestero, dove sarebbero resi non
accessibili alla Cina tramite dei sistemi di filtraggio, mentre chi volesse
continuare a pubblicare col proprio nome dovr essere costretto a tralasciare
argomenti politici o divenire un ripetitore della propaganda ufficiale. negli ultimi
anni pi di 54 persone sono state arrestate in territorio cinese per aver pubblicato
notizie ritenute sovversive.
Vale la pena sottolineare come le nuove regole sul web , partite nel marzo del
2005, obblighino tutti i siti web con sede in Cina a registrarsi presso il governo,
con indicazione della persona responsabile, annunciando la chiusura dei siti non
registrati, e per chiunque pubblichi notizie anche di natura commerciale su siti
non registrati prevista una sanzione fino a un milione di yuan, comparabili a
120 mila dollari americani. D da pensare il fatto che una legge simile riguardo
68

la regolamentazione nazionale dei siti web sia stata proposta anche in Italia
nell'ottobre del 2007 dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Francesco
Levi, con un disegno che prevedeva un'iscrizione all'albo per qualsiasi blog,
anche senza fini di lucro, e la presenza in esso di un giornalista iscritto all'albo
obbligatoriamente. Proposta che per fortuna si risolta al momento con un nulla
di fatto, innescando molte polemiche, poich costringerebbe il novanta per cento
dei blog italiani a chiudere, ponendo degli oneri legali e fiscali ad un servizio
nato per restare libero, e che nella sua gratuit ha le fondamenta della libert di
fruizione. Rimane una inquietante testimonianza di come qualsiasi legge sulle
comunicazioni applicata con vecchi criteri editoriali riguardo la Rete si trasformi
di fatto in un limite all'accesso, e di conseguenza alla libera informazione

CAPITOLO V

69

NUOVI MONOPOLI ALLORIZZONTE: GOOGLE E IL


PROBLEMA DI ESISTERE

Cosa vuol dire oggi Google


Google un gioco di parole che richiama la parola Googol 25, usata per
descrivere il numero 1 seguito da cento zeri. Inventata da Milton Sirotta, nipote
di un grande matematico americano come Edward Kasner, per descrivere il
numero 1 seguito da 100 zeri, e per questo, un googol un numero molto
grande.
Il nome riflette gli obbiettivi del sito, ovvero organizzare un numero di
informazioni enorme presente sul web. Due studenti di Stanford, Larry Page e
Sergey Brin, fondano il motore di ricerca nel 1998, non avendo come obbiettivo
principale un fine lucrativo, intendevano risolvere soltanto il problema di
reperire facilmente informazioni utili presenti all'interno di quello che era gi un
miliardo di pagine web presenti nella Rete, e che all'oggi sono divenute otto
miliardi. Cercavano di trovare una maniera pi funzionale per cercare ci che si
desidera sul web, rispetto ai vecchi motori di ricerca come Altavista e Yahoo!.
Ci riuscirono con linvenzione del pageank. Il pagerank un metodo per
determinare limportanza di una pagina web. Mentre i motori esistenti, per
indicizzare e posizionare i siti web nei loro database, si limitavano a contare le
ricorrenze, nel testo delle pagine, dei termini cercati dagli utenti, e quindi
mostravano ai primi posti siti web non sempre pertinenti con le informazioni
desiderate, Page e Brin ebbero lidea di verificare e contare non solo le
ripetizioni delle parole ma anche i link che provenivano da altri siti e che
puntavano ad una determinata pagina. Il loro ragionamento era semplice: se un
25

M. Sirotta, la storia di Google, www.googlerank.com, 1 gennaio 2006

70

certo sito citato e consigliato da molti altri significa che ha dei contenuti
interessanti e quindi giusto farlo vedere prima di altri. Il page rank tiene conto
anche della qualit dei contenuti e dellimportanza dei siti da cui provengono i
link, cos se un sito su di un determinato argomento economico segnalato sul
sito di un'azienda lider nel settore, lo stesso acquista agli occhi di Google un
valore maggiore rispetto al sito di un concorrente consigliato da unazienda
sconosciuta, e quindi avr un PageRank pi elevato del concorrente. Altri fattori
importanti tenuti conto sono il numero di visitatori e l'anzianit di un sito.
Pochissimi pero conoscono tutti i segreti tecnologici dietro a Google. Si sa che
per monitorare costantemente la Rete vengono usati dei programmi denominati
spider, i quali agiscono a livello locale e tramite la commutazione di pacchetti
rimandano informazioni ai server centrali, in maniera continua e costante nel
tempo. Google puo vantare una propria rete composta da oltre 100.000 PC.
L'enorme business partito grazie alla pubblicit, a quella che Google fa agli
altri. Come motore di ricerca infatti Google non si mai fatto conoscere
attraverso banner su altri siti, ma fondamentalmente attraverso il passaparola,
elemento che si dimostrato sufficiente sulla Rete per determinare il successo
di un prodotto o servizio, comprovata la sua validit, sempre che questo rimanga
gratuito. Divenendo il motore di ricerca pi usato al mondo, dispone di un
pubblico immenso che non pu lasciare indifferente il commercio e gli
inserzionisti. Il modo per smistare in maniera proficua questa opportunit data
dalla pubblicit mirata, per zona o contesto. Chi infatti voglia fare pubblicit
attraverso Google, non deve far altro che specificare la zona in cui voglia che
questa appaia nel mondo, ponendo limiti che possono essere dal continentale al
regionale, e specificandone la lingua. Inoltre la selezione sar naturalmente per
argomento. Fatto questo, la propria pubblicit apparir su dei siti pertinenti per
argomento e nazionalit al proprio prodotto. I siti che ospitano le inserzioni di
Google , i cosidetti Adsense, ricavano un guadagno per ogni click effettuato
su una inserzione presente nelle loro pagine, con tariffe variabili solitamente dai
71

due agli otto dollari americani ogni volta, naturalmente versati da Google, che
rimangono una cifra irrillevante confrontata agli introiti incassati grazie agli
inserzionisti.

Google ha in seguito creato un proprio account di posta

elettronica, Gmail divenuto uno dei dei pi diffusi al mondo per la sua
capacit di memoria, pari ad un gigabyte gi nella prima versione, con vari
accessori aggiunti, primo fra tutti la possibilit di discutere in tempo reale con
altri utenti Gmail in linea e presenti tra i propri contatti. Altre innovazioni
riguardo la ricerca sono date dalla estrema specificit delle ricerche che in esso
si possono fare, dalla ricerca tra i primi risultati ottenuti su di un argomento a
quella per immagini. A questo si aggiunto il servizio Map presente sul servizio
GoogleHeart sistema di ricerca cartografica che consente, scrivendo il nome
di una localit, di poterne vedere l'esatta ubicazione sul pianeta, grazie ad un
collegamento diretto con un satellite. Il sevizio in grado quindi di cercare il
percorso pi adeguato fra due citt diverse od all'interno della stessa, di trovare
un'attivit commerciale scrivendone solamente il nome ed il luogo, fornendo
dati ulteriori provenienti dagli elenchi cittadini come numeri di telefono e di fax,
il tutto in forma assolutamente gratuita.
Le capacit di database di Google hanno permesso inoltre di poter usufruire di
un servizio per postare video personali all'interno del portale Video Google,
prima imitando e poi direttamente acquistando il rivale Youtube, tutt'ora il
servizio pi usato per permettere a chiunque di caricare un video sul Web
aprendo un account personale, e renderlo disponibile pubblicamente. Il fattore
Yotube, che nonostante appartenga a Google data la sua fama rimasto un
portale separato da VideoGoogle, ma che ne ha le stesse funzioni,salvo un
differente formato, merita delle riflessioni. A parte esaudire le previsioni dei
sociologi ed esperti di mass media, e di chi da Debord in poi parlava di una
societ dello spettacolo, si deve prendere atto del potenziale enorme di questo
servizio, che ha creato un nuovo media all'interno del mezzo Web, e data la
possibilit a chiunque di poter esporre pubblicamente un video personale ed
72

essere famosi per cinque minuti, citando una famosa frase dell'artista Andy
Warhol. Ma Youtube e VideoGoogle non sono solo questo, nella misura del
fatto che hanno rivoluzionato la maniera di poter fare informazione e cultura.
Innumerevoli sono gli usi di questi mezzi, che possono divenire una piccola
televisione dove ognuno sceglie cosa guardare da un immenso magazzino di
argomenti, da

un raro concerto jazz del 1963 ad uno speciale televisivo

mandato in onda solo la sera prima e prontamente registrato e messo in Rete; dal
servizio amatoriale di denuncia fatto con una semplice telecamera digitale alla
presentazione di cortometraggi di sconosciuti artisti ed ancora a filmati dal vivo
di performance come concerti e spettacoli teatrali, fino alla presenza di
conferenze stampa, convegni culturali, discussioni in studio fatte per il web,
spezzoni di film, ec.
Tutto questo ha certamente portato ad una ulteriore democratizzazione dei mezzi
espressivi e della visibilit riguardo qualsiasi argomento, tanto che pur esistendo
ormai molti formati video per Internet, Youtube rimane lo standard pi usato,
anche per poter inserire un video desiderato nella propria pagina web personale
o sul proprio profilo dei vari hosting come Myspace o Facebook. Il fatto che si
possa fruire dei video senza scaricarli sul proprio computer ha dato luogo a
nuove ire da parte delle grandi major musicali, che dopo aver assistito al calo
repentino della vendita di cd, hanno visto un colpo di grazia assestato al mercato
dei video in DVD, anch'esso gi calato a causa dell'uso delle tecnologie P2P. Il
modus operandi di ricerca per i video contenenti musica, ma anche film infatti
divenuto questo: cerco il tal prodotto su Youtube e VideoGoogle, e, nel caso,
raro in verit, non riuscissi a trovare ci che voglio, lo andr a cercare su
qualche server attraverso servizi come Bit torrent ed Emule. In seguito, se la
ricerca sar andata a buon fine, mi prender la briga di postare il file su Youtube
e Videogoogle, e segnalarlo ai miei amici. Grazie a queste tecnologie, il Web
2.0 divenuto una sorta di Hard disk esterno per milioni di utenti, i quali non
devono pi prendersi la briga di salvare i video e le foto preferite sul proprio
73

computer o su supporti esterni, ma direttamente su qualche account personale su


Internet. Naturalmente, palesando quella che sembra un'evoluzione naturale del
mezzo, Google offre da un paio d'anni anche uno spazio hard disk virtuale agli
utenti, gratuito fino ad una certa capienza.
Il successo strepitoso di questo motore di ricerca che in dieci anni si evoluto
divenendo uno standard del Web, ha aperto nuovi orizzonti. Non sono in pochi a
vederlo come una sezione ormai parallela al web, per tutta la serie di servizi che
offre ad ogni utente, dallo svago all'uso in ambito professionale dei suoi servizi.
Un potere che comincia a farsi sentire con tutto il suo peso digitale, e che
sembra ancora una volta rovesciare la medaglia e riconfermare le teorie
evoluzioniste sugli standard tanto care a Kenichi Omahe. Ma anche in questo
caso gli aggiustamenti sono dovuti anche a spregiudicate mosse politiche, dopo
che il prodotto ha avuto la possbilit di mostrare tutto il suo potenziale.
D'altronde, all'inizio della loro carriera, i suoi due inventori cercarono di vendere
il motore di ricerca proprio a Yahoo!, che declin l'offerta. Gli accordi che in
seguito Google ha fatto con Linux e il browseri Mozilla segnalano un fronte del
Web. Mozilla, evoluzione di Netscape effettuata dal team Linux dopo che
questo era stato completamente scalzato da Explorer, diventato uno dei
browser pi usati ed efficienti del web, in virt della sua capacit di tradurre
nuovi linguaggi strutturali nella grafica dei siti come il CSS ed ime l
JAVASCRIPT. Le sue ultime versioni, Firefox Mozilla e Mozilla Navigator,
supportano automaticamente una finestra di ricerca Google. Quello che
Microsoft aveva cercato di fare senza successo sul proprio browser, accusato di
una ulteriore violazione delle leggi antitrust, Google riuscito ad ottenerlo senza
colpo ferire, nella misura in cui gli utenti sceglievano liberamente di utilizzare il
determinato browser e il motore di ricerca.

74

Nuove leve di potere


E' venuto il momento di parlare del terzo proprietario di Google, Erich
Schmidt. Nel settembre del 2000, Sergei Brin e Larry Page proiettano nel suo
studio un video dal titolo This Is Your Biography 26. I due si siedono ai lati del
proiettore e commentano, specie nei momenti in cui si parla della gestione della
vecchia azienda di Schmidt, la Novel. Page e Brin stanno cercando un terzo
socio per Google, da poco quotato in borsa, ed hanno scelto proprio lui. Lui
esterefatto: non ha mai rilasciato a nessuno la sua biografie. I due l'avevano
ricostruita da soli. L'avevano trovata su Google. Sei mesi dopo Schmidt ne il
terzo proprietario, proprio mentre tutti gli sconsigliavano un'avventura del
genere : la bolla speculative sugli investimenti in Internet era appena scoppiata,
inoltre, dopo l'undici settembre, la situazione legale e cambiata. Ma in realt da
allora Google non ha mai avuto bilanci negativi. Negli ultimi anni proprio grazie
all'intuito di Schmidt le quotazioni in borsa di Google sono aumentate tanto da
permettere alla societ di acquistare i successi servizi come Youtube, oltre che a
strappare alla Microsoft alcuni dei suoi migliori talenti. Nel 2006 Eric Schmidt
riesce ad entrare nel consiglio di amministrazione della Apple, dove stringe

rapporti con Al Gore, membro del comitato direttivo e poi divenuto consigliere
anche nel CDA di Google, e noto in tutto il mondo come il candidato
democratico alle elezioni presidenziali in opposizione a George Bush. A
differenza di i Gates, Eric Schmidt una pedina importante nella politica
americana ad un livello pi propagandistico, grazie alle sue conoscenze fra i
democratici e alla possibilit di rendere pi visibili i politici che appoggia, data
dalla capacit di filtrare le notizie attraverso la rete grazie a Google News. Ora
Google una delle cinque aziende che sono finanziate dal "Blue fund", un fondo
azionario che investe soltanto ed esclusivamente in aziende i cui manager siano
grandi finanziatori dei "Blues", dei democratici americani. Quindi Google,
Starbucks, Gab, Costco e naturalmente anche Apple. con la censura. Nel giro di
26

S. Brin, L. Page, Il Nuovo Bill Gates odia Bush, cerazadeallegati.blogspot.com, 1 novembre 2007

75

pochi mesi tra le pagine di Google sono stati cancellati alcuni siti conservatori
(come New Media Journal, Mich News, PHX News, Jawa Report), sono stati
censurati molti blog anti islamici, sono stati rifiutati annunci a pagamento per la
sponsorizzazione di libri o saggi anti Clinton e non sono state accettate
inserzioni (a pagamento, anche queste) di un sito conservatore (RightMarch.com), critico nei confronti della democratica californiana Nancy Pelosi.
Da qui sono partite le prime accuse di parzialit rivolte al motore di ricerca da
parte della destra americana, sicuramente enfatizzando le discussioni su quelli
che a detta dei proprietari sono selezioni di termini irrispettosi boicottati da
Google, ma che fanno effettivamente riflettere. Tutte le manovre realizzate da
Schmidt sono in linea con le parole di un documentario (da molti considerato
profetico) girato da Robin Sloan e Matt Thompson qualche mese fa. Il
documentario si chiama Epic

27

e spiega in che modo, nel giro di otto anni, i

giornali e le televisioni verranno sostituiti da una struttura informativa dal nome


"Googlezon", frutto di un'ipotetica fusione tra Google e il pi importante sito di
vendite on line di libri: Amazon. Google spiegano i due studiosi in questo
modo sar insieme giornale, televisione e anche editore. Scoprir quali sono gli
interessi e le abitudini di consumo dei suoi utenti semplicemente grazie alle
informazioni personali disseminate sulla rete. Studiando le biografie dei
consumatori, esattamente come Page e Brin hanno studiato, cinque anni fa, la
biografia di Schmidt, senza che nessuno gliel'avesse mai fornita direttamente.
Ma c' un altro dato da segnalare. Google sta collezionando una quantit
incredibile di dati e di informazioni personali. Nei primi mesi del 2006 Schmidt
ha fatto spendere alla sua azienda 345 milioni di dollari per ampliare proprio la
capacit di archiviare informazioni. Schmidt aveva detto circa un anno fa :
"Non sappiamo pi dove mettere i dati"28.

27

R. Sloan, M.Thompson, Epic 2015, youtube.com, 7 maggio 2007

28

Schmidt, Google come il Grande Fratello, Rainews24, 24 maggio 2007

76

I successivi accordi con il servizio di aste on-line Ebay e successivamente con la


tecnologia di telefonia web Skype sembrano aver chiuso il cerchio riguardo il
giro di affari che si intende instaurare offrendo futuri prodotti per i quali, grazie
alla Apple, si hanno gi le tecnologie apposite da proporre.
Ma la questione che ha cominciato a premere a intellettuali, giornalisti e
semplici consumatori riguarda le libert oggettive e la privacy. Si sono create le
premesse per una societ completamente schedata digitalmente, che ha gi
realizzato alcune delle visioni della fantascienza distopica dello scorso secolo.
Basti pensare che all'interno della posta di Gmail, quando si legge una mail
personale, appaiono ai lati dello schermo degli Adsense inerenti all'argomento
della mail che si sta leggendo. Le informazioni basilari riguardo un comune
cittadino sono ormai disponibili a chiunque con minimi sforzi, ed ovunque ci si
trovi nel mondo.
Alcuni ex agenti della CIA hanno ammesso l'uso incrociato di dati presenti nei
database di Google in determinati casi speciali, e gli investimenti fatti dal
triumvirato dell'azienda sulla genetica e sui finanziamenti in alcuni laboratori
privati, venendo incontro ad un presunto progetto che prevederebbe la
registrazione genetica di ogni cittadino. Probabilmente l'ultimo punto rimane
frutto di tangibili paure collettive da terzo millennio, ma di quelle che diventano
tanto pi efficaci quanto una loro attuazione non sembri cos estranea alle realt
oggettive della societ attuale. Ma la questione davvero importante rimane
un'altra. Al momento non ci sono leggi internazionali che tutelino in maniera
adeguata non la privacy degli individui, ma il diritto ad esistere. Il grande potere
ottenuto da un motore di ricerca divenuto uno standard tale da cominciare a far
sorgere dei dubbi riguardo la tutela delle libert di espressione. Se tale motore
decide di non rendere visibile del materiale, questo diviene praticamente
invisibile per tre quarti dell'utenza mondiale. L'unica garanzia che il triumvirato
di Google ha dato a riguardo si riduce allo slogan Don't be Evil, usato per
sottolineare la loro imparzialit. Ma una semplice parola data davvero troppo
77

poco, se si riesce a filtrare l'informazione mondiale; questo nuovo monopolio


della rete, quello dei contenuti, si mostra molto pi subdolo e preoccupante
rispetto al monopolio degli strumenti, anche se si presenta con un biglietto da
visita democratico (e non potrebbe fare altrimenti), ed il comportamento avuto
fino ad adesso sembra confermare tale atteggiamento, salvo le proteste di una
certa destra americana; rimane l'esistenza di un rapporto di potere sbilanciato e
privo di freni legali, e per questo gi discutibile in ambito democratico.

BIBLIOGRAFIA

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Einaudi, Torino, 2000
78

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www.alessandrobaffa.it
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www.beppegrillo.it
www.carmillaonline.com
www.creativecommons.it
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www.freesoftwarealliance.it
www.girodivite.it
www.gomma.tv
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www.internazionale.it
www.linux-club.org
www.lutherblissett.net
www.masterplanthemovie.com
www.olografix.com
www.peacelink.it
www.puntoinformatico.it
www.rsf.org
www.stampaltrenativa.it/liberacultura/
www.wumingfoundation.com
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RINGRAZIAMENTI
Ringrazio prima di tutto Il professor Ernesto Screpanti per i suggerimenti ed il
materiale fornito, oltre che per la curiosit, lattenzione e la disponibilit
dimostrate;
81

Ozan Halici e Jurgen Mayer, autori del video Does Google Really Worry
About Our Privacy? , per la concessione al suo utilizzo. Il video liberamente
scaricabile sul sito www.masterplanthemovie.com ;
Eleonora Bagnai, Nicola Campiotti e Marianna Leone per il supporto tecnico.

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consentita la riproduzione parziale o totale dell'opera e la sua diffusione, salvo per fini di lucro

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