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CAMPO E POTENZIALE ELETTROSTATICO

Marco Panareo

Campo elettrico
Si definisce vettore campo elettrico E il rapporto tra la forza F che agisce su una carica di
prova positiva q0 ed il valore di tale carica:

E=

F
,
q0

tale grandezza si misura in N C . La carica di prova q0 deve essere sufficientemente piccola da non
perturbare la distribuzione di carica che genera il campo; cos, a rigore, E va definito come:

F
,
q0 0 q
0

E = lim

sebbene il limite q0 0 risulti fisicamente privo di senso poich la carica pi piccola ottenibile
quella dellelettrone.
Il concetto di campo consente di interpretare diversamente lazione che si esplica tra due corpi
carichi: possibile rivedere tale interazione come linterazione tra una carica ed il campo prodotto
dallaltra carica, senza dover far ricorso allazione a distanza (interazione diretta e istantanea)
suggerita dalla legge di Coloumb. I mutamenti di posizione della carica che si assume dia origine al
campo si propagano nello spazio alla velocit della luce in accordo con la teoria della relativit.
Assegnata una carica puntiforme q posta a distanza r dalla carica di prova q0 , secondo la legge
di Coloumb si ha:

F=

1 qq0
r ,
4 0 r 2

r
q0

cos il campo elettrico prodotto dalla carica puntiforme q dato da:

+q

E=

F
1 q
r ,
=
q0 4 0 r 2

r
E

q0

(si veda la figura in cui mostrato il campo elettrico prodotto in


-q
corrispondenza di una carica di prova da una carica puntiforme positiva, in alto,
e negativa, in basso).
Come conseguenza del principio di sovrapposizione, se E1 , E2 , ..., EN sono i campi prodotti da
N cariche, allora il campo complessivo :
E = E1 + E2 + + EN .

Campo e potenziale elettrostatico

In particolare, per un sistema di N cariche puntiformi q1 , q2 , ..., qN , poste rispettivamente alle


distanze r1 , r2 , ..., rN dal punto in cui stata posta la carica di prova, si ha:

E=

1
4 0

qi

i =1

ri

Distribuzioni continue di carica


Qualora la separazione fra le singole cariche di un certo insieme molto
piccola rispetto alla distanza dal punto in cui si vuole calcolare il campo,
possibile considerare tale insieme come una distribuzione continua di
carica.
Consideriamo pertanto una certa distribuzione di carica e valutiamo il
campo elettrico in un punto P. Il contributo al campo di un elemento q di
carica :
E =

Dq
r
r
P
DE

1 q
r ,
4 0 r 2

dove r la distanza dellelemento q da P. In virt del principio di sovrapposizione, il campo


totale prodotto dallintera distribuzione approssimativamente dato da:
E =

1
4 0

qi

r
i

ri

dove qi rappresenta li-esimo elemento di carica che costituisce la distribuzione. Se la separazione


fra tali elementi piccola rispetto alla distanza dal punto P, la distribuzione pu ritenersi continua,
cos, nel limite qi 0 si ha:
E=

1
4 0

lim

qi 0

qi

r
i

ri =

1
4 0

dq

dove lintegrazione estesa a tutta la carica Q che costituisce la distribuzione.


Allo scopo di eseguire tale calcolo si rende opportuno introdurre il concetto di densit di carica.
In particolare, se la carica distribuita in un volume si definisce:

dq
dV

che prende il nome di densit di carica volumetrica e si misura in C m3 ; se distribuita su di


una superficie:

dq
dS

Campo e potenziale elettrostatico

che prende il nome di densit di carica superficiale e si misura in C m 2 ; infine, se la carica


distribuita lungo una linea si definisce:

dq
dl

che prende il nome di densit di carica lineare e si misura in C m .


Qualora una carica q uniformemente distribuita in un volume V o su di una superficie S o lungo
una linea l allora si ha, rispettivamente, = q V o = q S o = q l .
Esempio: (Campo elettrico prodotto da una bacchetta carica). Consideriamo una bacchetta di lunghezza l lungo la quale
uniformemente distribuita una carica Q con densit . Stabiliamo lintensit del campo elettrico in un punto situato
lungo lasse della barretta, ad una distanza d da un estremo.
Consideriamo unascissa con origine nel punto O in cui si vuole stabilire il campo.
dx
E
Allelemento infinitesimo dx della sbarretta, posto a distanza x dallorigine,
x
O
x d+l
d
corrisponde una carica (si veda la figura):
dq = dx

cos il campo elettrico nel punto O dovuto a tale elemento vale:


dE =

dq
1 dx
x
x ) =
2 (
4 0 x
4 0 x 2
1

essendo dE orientato nella direzione opposta dellasse x. Integrando questa espressione tra d e d + l si ha:
E=

4 0

d +l

dx

x =
2
4 0
x

d +l

1
1

l
1
,
x x = 4 d d + l x = 4 d ( d + l ) x
d
0
0

e, in modulo:
E=

l
1
Q
,
=
4 0 d ( d + l ) 4 0 d ( d + l )

poich, essendo la carica Q uniformemente distribuita lungo la bacchetta, di ha l = Q . Si osservi che, a grande distanza
dalla bacchetta, ovvero per d l , risulta:
E

1 Q ,
4 0 d 2

cio, a grande distanza la bacchetta assimilabile ad una carica puntiforme.


Esempio: (Campo elettrico prodotto da un anello carico). Consideriamo lanello di
figura, di raggio R lungo il quale uniformemente distribuita la carica Q. Ci
proponiamo di stabilire lintensit del campo elettrico su un punto situato sullasse
dellanello.
Consideriamo unascissa x coincidente con lasse e con origine O nellintersezione tra
lasse e il piano dellanello. Se il punto P situato a distanza x dallorigine, il campo
elettrico dovuto ad un elemento di carica dq sullanello risulta:
dE =

1 dq
4 0 r 2

dq
R
O
dq'

r
J

P
x
dE

dE'
J
x

Campo e potenziale elettrostatico

dove r la distanza da dq a P. Il vettore dE pu essere decomposto in una componente diretta lungo lasse ed una
perpendicolare a questo, cos, poich per ogni elemento dq c ne un altro dq ' che genera un campo dE ' la cui
componente normale allasse opposta a quella di dE , allora il campo in P dovuto alla sola componente di dE
diretta lungo lasse. Siccome:

r = ( x2 + R2 ) ,
12

cos =

si ha:

dEx = dE cos =

x
x
dq
1
dq ;
=
1
2
2
4 0 x + R ( x 2 + R 2 )
4 0 ( x 2 + R 2 )3 2
1

Ex

integrando infine su q si ha:


Ex =

4 0 ( x + R
2

2 32

dq = 4

( x + R2 )
2

32

In figura mostrato landamento del campo elettrico lungo lasse x.

Esempio: (Campo elettrico prodotto da un disco carico). Consideriamo un disco di raggio R sul quale risulta
uniformemente distribuita una carica Q con densit superficiale . Stabiliamo il campo in corrispondenza di un punto
posto sullasse.
Consideriamo lascissa indicata in figura, con origine nellintersezione tra il disco e
lasse, e sia x la coordinata del punto P. Consideriamo inoltre un anello di raggio r
( r < R ) e spessore dr ; poich larea di questo anello 2 r dr , la carica dq che
dr
contenuta in esso vale:
r
O

dq = 2 r dr .
R

P
x

Dal risultato dellesempio precedente segue che il campo prodotto da tale distribuzione
:
dE =

4 0 ( x + r
2

2 32

dq =

4 0 ( x + r
2

2 32

2 r dr =

x
r
dr .
2
2 0 ( x + r 2 )3 2

Ex

Per ottenere il campo in P integriamo da 0 a R:


E=

x
2 0

(x

r
2

+r

2 32

dr ,

ponendo x 2 + r 2 si ha r dr = d 2 cos, sostituendo segue:

x
x2 + R2

x 1 x + R 3 2
x 1 1 2
E=
d =

2 0 2 x
2 0 2 1 2 x
2

=
2

x

,
1
2
2 12

2 0
x
R
+
(
)

(si veda la figura). Si noti che, nellespressione precedente, facendo tendere x 0 o R si ottiene:

Campo e potenziale elettrostatico

E=

2 0

tale relazione rappresenta il campo elettrico prodotto da una distribuzione di carica piana di estensione infinita.

Linee di forza del campo elettrico


Le linee di forza consentono una immediata visualizzazione della distribuzione spaziale del
campo elettrico. Le loro caratteristiche sono:
Il vettore campo elettrico tangente alle linee di forza in ogni punto;
Il numero di linee di forza per unit di superficie che attraversano una superficie ad esse
perpendicolare proporzionale allintensit del campo elettrico in corrispondenza della superficie.
EA >E B

Nellesempio di figura, siccome la densit delle linee che attraversano


la superficie (matematica) A superiore a quella delle linee che
attraversano la superficie B, il campo elettrico in A maggiore del campo
in B.
Le regole per disegnare le linee di forza per una distribuzione di carica
A
B
sono:
le linee di forza devono avere origine dalle cariche positive e terminare sulle cariche negative o
allinfinito qualora il sistema abbia un eccesso di carica;
il numero di linee di forza che entrano o escono da una carica proporzionale alla carica;
due linee di forza non si possono incrociare.
Per verificare che quanto sopra in accordo con la legge di Coloumb,
consideriamo una sfera di raggio r concentrica con una carica q (si veda la
figura). Per simmetria il campo elettrico avr la stessa intensit su tutti i punti
della sfera. Il numero N di linee che escono dalla carica pari a quello delle
linee che entrano nella superficie sferica, cos, poich la superficie della sfera
in questione 4 r 2 e lintensit del campo elettrico proporzionale al
numero di linee per unit di superficie, sar:

N
,
4 r 2

inoltre, siccome il numero di linee proporzionale alla carica ( N q ), allora,


in accordo alla legge di Coloumb:

q
4 r 2

Poich la carica quantizzata, il numero di linee di forza che escono da un qualsiasi oggetto
materiale deve essere 0, ke , 2ke , , dove k una costante di proporzionalit arbitraria. Fissata
k il numero di linee di forza non arbitrario. Se, ad esempio, un oggetto ha carica Q1 ed un altro ha
carica Q2 , allora il rapporto N1 N 2 tra i numeri delle corrispondenti linee di forza sar pari al
rapporto delle cariche Q1 Q2 .
Il metodo di rappresentazione del campo elettrico attraverso le linee di forza presenta tuttavia
alcune limitazioni. Innanzitutto la sua efficacia circoscritta alla descrizione di campi statici
essendo piuttosto complessa la rappresentazione dei campi generati da cariche in movimento;

Campo e potenziale elettrostatico

inoltre con questo metodo impossibile applicare il principio di


sovrapposizione. Si faccia riferimento infatti alla configurazione di
linee di forza originate da una
singola carica (si veda la figura);
in principio il campo prodotto da
due cariche uguali ma di segno
opposto si dovrebbe ottenere
affiancando due configurazioni di
linee di una singola carica e
delle linee di
invertendo la direzione delle Rappresentazione
forza del campo elettrico prodotto
frecce per una delle due cariche. da una carica puntiforme.
Tuttavia
tale
metodo
determinerebbe delle linee che si
incrociano a cui corrisponderebbero
due direzioni del campo elettrico
+q
-q
nello
stesso
punto.
La
rappresentazione delle linee di forza
per tale sistema di cariche
Rappresentazione delle linee di forza del
comunque possibile ma richiede un
campo elettrico prodotto da due cariche
preventivo calcolo matematico (si veda la figura).
puntiformi uguali (in alto) e di segno opposto
(in basso).

Il dipolo elettrico
Il sistema costituito da due cariche uguali ma opposte q poste alla y
mutua distanza d prende il nome di dipolo elettrico. Calcoliamo il campo
+q
elettrico in un punto situato lungo la linea mediana perpendicolare alla +d
congiungente le cariche e posto alla distanza x dalla congiungente (si
J
veda la figura). Indicando con E e E+ i campi prodotti da ciascuna
carica, per il principio di sovrapposizione si ha:
O
J

E = E + E+ ,

-d

dove:

E+ = E =

q
1
=
2
4 0 r
4 0

d
x +
2

Daltra parte

( E ) x = ( E+ ) x
cos il campo sar diretto lungo lasse y e varr:

E = ( E ) y + ( E+ ) y = E cos + E+ cos = 2 E+ cos


dove:

-q

r
x
E-

J
E

E+

Campo e potenziale elettrostatico

d
cos = 2 =
r

d
2
d
x2 +
2

Pertanto, sostituendo, si ha:


E=2

d
4 0 2 d 2
x +
2
1

1
d
x2 +
2

qd

4 0
d
2
x +
2

2 32

2 32
4 0
d
2
x +
2

(1.1)

avendo posto:
p qd k ,
dove k un versore orientato dalla carica negativa a quella positiva (si veda la k
figura). Il vettore cos definito prende il nome di momento di dipolo elettrico e, in - q
modulo p vale qd .

+q

Esempio: Il momento di dipolo elettrico una propriet di numerose molecole, ossia di aggregati atomici contenenti
una carica positiva ed una negativa separate da una certa distanza. Ad esempio la molecola di cloruro di sodio (NaCl)
pu essere rivista come linsieme di uno ione Na + ed uno Cl separati da una certa distanza d NaCl e rispettivamente di

cariche +e e e . Dalle misure si evince che:


d NaCl 0.236 nm ,

cos il relativo momento di dipolo dovrebbe essere:


pNaCl = ed NaCl = (1.6 1019 C ) ( 0.236 109 m ) = 3.78 1029 C m .

Tuttavia il valore misurato :


pNaCl 3.00 1029 C m ;

ci evidenzia che lelettrone del sodio non completamente ceduto allatomo di cloro ma risulta condiviso tra questi
due atomi.

In applicazioni come quella mostrata nellesempio precedente risulta utile stabilire il campo
elettrico a grande distanza dal dipolo, ossia per:
x

d.

Dalla relazione (1.1) segue:


E=

2 32
4 0
d
2
x +
2

2
p d
=
1 +
4 0 x 3 2 x

3 2

Campo e potenziale elettrostatico

facendo uso della relazione dello sviluppo in serie del binomio:

(1 + y )

= 1 + ny +

n ( n 1) 2
y + ,
2!

si ha:
2

p 3 d

E=
1
+


4 0 x3 2 2 x

ed arrestando lo sviluppo al primo termine segue:


E

p
.
4 0 x 3

Analogamente si prova che per un punto posto lungo lasse y, a grande distanza da dipolo, si ha:
E

p
.
4 0 y 3

I due risultati appena riportati costituiscono unindicazione di una caratteristica generale del dipolo;
infatti possibile provare che a distanza r dal dipolo, con r d , il campo elettrico varia come
1 r3 .
Supponiamo che il dipolo si immerso in un campo elettrico esterno uniforme E e supponiamo
inoltre che il dipolo non perturbi significativamente le linee di forza del campo. Le forze F1 e F2
agenti sulle due cariche valgono, in modulo:
F1 = F2 = qE ,

tuttavia, sebbene abbiano la stessa direzione, sono opposte in verso (si veda
la figura) cos il centro di massa del dipolo non soggetto a movimento.
Nondimeno le forze esercitano una coppia sul dipolo che tende pertanto a
ruotare per allinearsi con la direzione del campo. Se r1 e r2 sono i due
bracci, con

+q
J

-q
F2

d
r1 = r2 = ,
2
i momenti delle due forze rispetto al centro di massa del dipolo 1 e 2
hanno moduli:

r1
F2
-q

1 = r1 F1 =

F1

d
qE sin = r2 F2 = 2 ;
2

inoltre 1 e 2 sono uguali sia in direzione che in verso, cos risulta:

r2

+q F1
J

Campo e potenziale elettrostatico

1 = 2 ,
e pertanto il momento totale delle forze ha modulo:
d
2

= 21 = 2 qE sin = dqE sin = pE sin ,


e quindi vettorialmente:

= p E .
Fisicamente ci significa che il dipolo elettrico indotto dal campo a raggiungere una posizione
di equilibrio tale che p risulti parallelo ad E ; in tale condizione infatti = 0 . Questo corrisponde
sia a = 0 che a = ; nel seguito proveremo che mentre il primo valore di corrisponde ad una
posizione di equilibrio stabile, il secondo valore relativa ad una posizione di equilibrio instabile.

Flusso di un vettore
Consideriamo un campo vettoriale v e supponiamo che le linee di forza
corrispondenti siano tutte parallele tra loro. Consideriamo una superficie di
area S disposta perpendicolarmente alle linee di forza (si veda la figura).
Poich il numero di linee di forza per unit di area di un vettore
proporzionale al modulo del vettore, un a misura del numero di linee di forza
passanti attraverso la superficie proporzionale al prodotto v S . Questa
grandezza prende il nome di flusso del vettore v attraverso la superficie S:

= vS .
S'

Qualora la superficie forma un angolo con le linee di forza di v


risulter:

J
S

= v S cos ,

essendo il numero di linee che attraversa S pari al numero di linee che attraversa larea proiettata
S ' , perpendicolare al campo (si veda la figura). Se si definisce un versore normale n alla superficie
S, come mostrato in figura, si pu definire il flusso come:
,
= v nS

S'

S
J

si ha:
ovvero, definendo un vettore S nS

= v S .
Nel caso generale il vettore v pu variare in corrispondenza dei punti della superficie S
attraverso la quale si vuole calcolare il flusso; cos per poter applicare la precedente definizione
occorre suddividere tale superficie in elementi infinitesimi ds in corrispondenza dei quali la
variazione del vettore v pu essere considerata trascurabile, allora il flusso elementare di v
attraverso ds sar:

10

Campo e potenziale elettrostatico

d = v n ds = v ds ,

dove si posto ds n ds (si veda la figura). Pertanto la misura del


numero di linee di forza del campo v che attraversano tale superficie
:

ds

= v ds .
S

Poich in generale la superficie pu anche essere chiusa (si veda la


figura), occorre stabilire una convenzione circa il verso di n . In
questo contesto tale versore scelto uscente dalle superfici chiuse.
Con questa convenzione il prodotto v n sar positivo laddove il
campo uscente dalla superficie considerata e sar negativo dove il
campo entrante.

La legge di Gauss
Consideriamo una carica puntiforme q posta al centro di una sfera di raggio r. Sulla superficie S
della sfera risulta:

E=

q
n
4 0 r 2
1

dove n il versore normale uscente dal generico punto posto sulla superficie.
Il flusso elementare attraverso un elemento di superficie ds vale (si veda la
figura):

d = E ds =

ds
E

q
S

q
1 q
n n ds =
ds ,
2
4 0 r
4 0 r 2
1

cos, il flusso attraverso lintera superficie S vale:

= E ds =
S

q
1 q
1 q
ds =
ds =
4 r 2 ,
2
2
2
4 0 r
4 0 r S
4 0 r

essendo pari 4 r 2 la superficie della sfera, cos:

Quindi il flusso del campo elettrico attraverso la superficie della sfera proporzionale alla carica
interna alla superficie.
Il risultato appena conseguito, che sar esteso nel paragrafo successivo ad una qualsiasi
superficie chiusa contenente la carica, risulta consistente con la definizione di flusso e con le
caratteristiche delle linee di forza; infatti il flusso attraverso una superficie proporzionale al

Campo e potenziale elettrostatico

11

numero di linee di forza che attraversano tale superficie, daltra parte


tale numero proporzionale alla carica che le origina, cos il flusso
S3
risulta proporzionale alla carica.
S2
Dalla costruzione di figura evidente che il numero di linee di
S1
forza che attraversano le superfici non sferiche S 2 e S3 pari al
q
numero di linee di forza che attraversano S1 , cos il flusso totale
attraverso qualsiasi superficie chiusa indipendente dalla forma della
superficie stessa.
Se la carica esterna alla superficie chiusa (si veda
la figura) il numero di linee di forza entranti pari a
quello delle linee uscenti, cos il flusso totale del campo elettrico che attraversa una
S
superficie chiusa che non circonda alcuna carica nullo.
I due risultati test illustrati costituiscono lenunciazione della legge di Gauss per
una carica singola, in formule:

S E ds = 0
0

se q interna a S

se q esterna a S

Dimostrazione della legge di Gauss


Consideriamo una superficie S contenente la carica q. Sia S ' una superficie sferica
concentrica alla carica e contenuta in S (si veda la figura); dal risultato conseguito nel paragrafo
precedente, il flusso attraverso S ' vale:

S ' = E ' ds ' = E ds =


S'

S'

q ,

ds'

E'=

E'
r
r'

dove E ' il campo elettrico sulla superficie S ' . In particolare se r ' il raggio della sfera si
superficie S ' , si ha:

ds

S'

q
4 0 r '2
1

(1.2)

mentre, in un punto a distanza r sulla superficie S risulta:


E=

1 q ,
4 0 r 2

(1.3)

cos, dividendo membro a membro le equazioni (1.2) e (1.3) si ottiene:


2

E' r .
=
E r'

Con riferimento al cono di figura risulta che larea A della base e larea A ' di una
sezione del cono perpendicolare allasse possono essere espresse in funzione dei
corrispondenti raggi delle base e della sezione come:

(1.4)

r
r'

A ' = l '2 ,
A = l2,

pertanto il rapporto tra le aree A ' e A vale:

l'
A'
A

12

Campo e potenziale elettrostatico

A' l ' ;
=
A l

daltra parte, valendo la relazione di proporzionalit l l ' = r ' r si pu scrivere:


2

A' r ' .
=
A r

(1.5)

Applicando tale relazione alle superfici infinitesime ds e ds ' appartenenti rispettivamente alle superfici S e S '
della figura precedente si ha:
2

r'
ds cos = ds '
r

cos, il flusso del campo elettrico E attraverso la superficie S vale:

q ,
r'
r
E ' ds ' = E ' ds ' =
0
r
r'
S
S'

S = E ds = E ds cos =
S

dove si fatto uso della (1.4) per mettere in relazione il campo E col campo E ' .
Se la carica situata allesterno della superficie considerata, con riferimento alla figura
risulta:

ds E

r'
ds 'cos ' = ds cos ;
r

E'
J'

facendo uso di tale formula ed esprimendo il flusso infinitesimo del campo elettrico attraverso
S come la somma dei
flussi infinitesimi attraverso la superfici contrapposte ds e ds ' , si ha:
2

ds'

r
r'

r r'
d S = E ' ds '+ E ds = E ' ds 'cos '+ Eds cos = E ds cos + Eds cos = 0 ,
r' r

e siccome questo risultato vale per ogni coppia di elementi ds e ds ' , risulter:

S = 0 .

E2

E3

La dimostrazione della legge di Gauss mette in luce un importante


collegamento tra tale legge e la legge di Coloumb. Infatti questa
q
1
dimostrazione basata sul fatto che il rapporto tra i campi elettrici prodotti E 1
da una carica puntiforme in corrispondenza di due superfici sferiche
S
q
2
concentriche alla carica e di raggi r e r ' (1.4) uguale al rapporto tra le
q
aree delle due superfici (1.5). Concludiamo quindi che la validit della
3
legge di Gauss dipende dalla proporzionalit con linverso del quadrato
espressa dalla legge di Coloumb.
Supponiamo che internamente alla superficie chiusa considerata S vi siano N cariche
q1 , q2 , , qN , allora se E1 , E2 , , EN rappresentano i campi prodotti da ciascuna di esse prese
singolarmente (si veda la figura), allora:

Campo e potenziale elettrostatico

q1

E ds =
1

q2

ds =

ds =

qN

13

cos, sommando membro a membro, per il principio di sovrapposizione, se:


E E1 + E2 + + EN ,

qint q1 + q2 + + qN ,
allora:

E ds =
S

qint

Cio il flusso del campo elettrico totale attraverso una qualunque superficie chiusa uguale alla
carica totale contenuta allinterno della superficie, divisa per 0 .
Esempio: (Campo elettrico prodotto da una sfera carica). Consideriamo una sfera isolante di raggio R caratterizzata da
una distribuzione di carica uniforme di densit . Calcoliamo il campo elettrico in ogni punto dello spazio.
Consideriamo una superficie sferica di raggio r concentrica con la sfera data e valutiamo il campo per r > R e per
r < R.
Se r > R , (si veda la figura in alto) dallapplicazione della legge di Gauss segue:

( E ) = E ds =
S

q ,

dove S = 4 r 2 la superficie della sfera di raggio r e q la carica contenuta nella sfera isolante.
Da tale relazione si ricava:

E ds = E ds = E 4 r
S

q ,

R
r

cio:
E=

q .
4 0 r 2

Quindi allesterno della sfera il campo lo stesso che si avrebbe qualora la sfera fosse sostituita da una carica
puntiforme di uguale valore posta al centro della sfera. Inoltre, siccome r uniformemente distribuita nel volume V
della sfera, si ha:
4
q = dv = dv = R 3 ,
3
V
V

e quindi:

14

Campo e potenziale elettrostatico

E=

R3 .
3 0 r 2

Se r < R , (si veda la figura, in basso) dallapplicazione della legge di Gauss segue:

( E ) = E ds = E 4 r 2 =
S

q' ,

dove q ' rappresenta la carica contenuta allinterno del volume V ' delimitato dalla superficie S di raggio r:
4
q ' = dv = dv = r 3 ,
3
V'
V'

quindi, sostituendo si ha:


E=

,
r
3 0

in figura mostrato landamento del campo elettrico al variare di r.

Esempio: (Distribuzione di carica a simmetria cilindrica). Consideriamo un filo di lunghezza infinita lungo il quale
uniformemente distribuita una carica con densit lineare . Stabiliamo il valore del campo elettrico in tutto lo spazio. La
simmetria della distribuzione di carica suggerisce che il campo elettrico deve essere perpendicolare al filo carico e
uscente. Consideriamo una superficie cilindrica S di raggio r e lunghezza l coassiale col filo (nella figura, in alto; in
basso la superficie mostrata in sezione); il flusso attraverso le superfici di base nullo essendo il campo elettrico
parallelo a tali superfici, quindi:

( E ) = E ds = E ds = 2 rl E .
S

Daltra parte per la legge di Gauss risulta:

( E ) = 2 rl E =

ds

l ,
0

pertanto:

E=

1 .
2 0 r

Si osservi che se il filo non infinito viene a cadere la simmetria diventa inutile lapplicazione della legge di Gauss
per la determinazione del campo elettrico; tuttavia questo risultato resta valido per un filo di lunghezza finita L nel
limite r L per punti sufficientemente distanti dalle estremit del filo.
Esempio: (Campo prodotto da un guscio sferico). Consideriamo un guscio sferico di materiale
isolante di raggio R sul quale uniformemente distribuita una carica con densit . Con
riferimento ad una superficie sferica S di raggio r concentrica al guscio (si veda la figura),
possiamo affermare che per r < R il campo elettrico nullo poich non presente carica
allinterno del guscio. Per r > R , se q la carica distribuita sul guscio, si ha:

S
r

q = 4 R 2 ,

e quindi, poich:

( E ) = E ds = E 4 r 2 =
S

q ,

Campo e potenziale elettrostatico

15

segue:
E=

q R2 .
=
4 0 r 2 0 r 2
1

in figura mostrato landamento del campo elettrico al variare di r.


E

Esempio: (Piano infinito uniformemente carico). Consideriamo un piano isolante indefinito sul
quale uniformemente distribuita una carica positiva con densit superficiale . Stabiliamo il
E valore del campo elettrico in ogni punto dello spazio. Per simmetria il campo elettrico su
entrambe la superfici del piano sar normale ed opposto in verso (si veda la figura).
s
Consideriamo una superficie cilindrica S con asse perpendicolare al piano e superfici di base di
area A equidistanti dal piano come mostrato in figura. Il flusso del
campo elettrico attraverso ciascuna base EA , cos il flusso totale attraverso la superficie
S vale:
E

( )

E = 2 EA ;

A
A

daltra parte la carica q interna a questa superficie pari a quella distribuita


sullintersezione tra il volume definito dal cilindro di superficie S ed il piano carico:

q = A,

( )

cos, essendo E = q 0 , segue:


E=

2 0

Questo risultato, per altro gi ottenuto attraverso un approccio differente in un precedente


esempio, pu essere applicato ad una importante configurazione di carica rappresentata da
una coppia di piani infiniti e paralleli
uniformemente carichi e recanti su di essi cariche
di segno opposto. Con riferimento alla figura si
osserva che allesterno della regione compresa tra i
due piani, i campi prodotti da ciascun piano sono
uguali ma hanno verso opposto; allinterno i campo
hanno lo stesso segno e si sommano. Pertanto:

s
2e 0

s
2e 0

s
2e 0

s
2e 0

s
2e 0

s
2e 0

+s

-s

Eint = 0
Eext =
Rappresentazione delle linee di forza del
campo elettrico prodotto da due piani
uniformemente carichi.

.
0

Questa configurazione elettrostatica consente quindi di confinare in una regione


limitata dello spazio un campo uniforme.

Operatori differenziali e relativi teoremi


Si definisce un operatore nabla nella maniera seguente:

x +
y + z .
x
y
z

E possibile provare che tale operatore possiede caratteristiche analoghe a quelle dei tradizionali
vettori e si presta a definire in maniera sintetica altre grandezze utili nellambito

16

Campo e potenziale elettrostatico

dellelettromagnetismo. In generale la sua espressione dipende dal particolare sistema di coordinate


adoperate e lespressione precedente relativa alle coordinate cartesiane.
Il gradiente

Sia ( x, y, z ) una funzione definita e derivabile in ogni punto ( x, y, z ) di una certa regione dello
spazio (ossia descrive un campo scalare derivabile). Si definisce gradiente di e si indica con
o grad la seguente grandezza:

y + z =
x +
y +
z ;
x +
y
z
x
y
z
x
cos descrive un campo vettoriale.
La componente di nella direzione di un versore r data da r e prende il nome di
derivata direzionale della funzione nella direzione di r ; in pratica r esprime lentit della
variazione di nella direzione di r nel punto ( x, y, z ) .
La divergenza

Sia v ( x, y, z ) = vx x + v y y + vz z una funzione vettoriale definita e derivabile in ogni punto

( x, y , z )

di una certa regione dello spazio (ossia v descrive un campo vettoriale derivabile). Si

definisce divergenza di v e si indica con v o div v la seguente grandezza:


v v v


y + z ( vx x + v y y + vz z ) = x + y + z .
v x +
y
z
x y z
x
Si noti che loperatore nabla viene formalmente adoperato come un operatore tradizionale;
tuttavia tale operatore non soddisfa la propriet commutativa dei vettori rispetto al prodotto scalare,
risultando v differente da v , espressione, questultima che priva di significato.
Il rotore

Sia v ( x, y, z ) = vx x + v y y + vz z un campo vettoriale derivabile. Si definisce rotore di v e si


indica con v o rot v la seguente grandezza:
x

v x +
y + z ( vx x + v y y + vz z ) =
y
z
x
x
vx

v v
v v
v v
= z y x + x z y + y x z.
z x
y z
x y

y
vy

=
z
.
vz

Campo e potenziale elettrostatico

17

Si osservi che anche in questo caso loperatore nabla agisce analogamente ad un vettore
tradizionale nel prodotto vettoriale.
Teorema della divergenza

Sia V il volume delimitato dalla superficie chiusa S e u un campo vettoriale derivabile con
derivate continue, allora:

u ds = u n ds = u dv ,
S

dove n il versore positivo (ossia orientato verso lesterno) normale ala superficie S.
Teorema del rotore

Sia S una porzione di superficie aperta a due facce, delimitata da una curva chiusa non intrecciata
(curva chiusa semplice) C, allora, se v un campo vettoriale derivabile con derivate continue, si ha:

v dr = ( v ) n ds = ( v ) ds ,

dove C percorsa in direzione positiva. La direzione di C detta positiva se un


osservatore che cammina sul contorno di S in questa direzione e con il capo orientato
nella direzione del versore positivo n normale a S, ha la superficie S alla sua sinistra
(si veda la figura).

n
S
C

Formulazione puntuale della legge di Gauss


Supponiamo che allinterno del volume V racchiuso da una superficie S vi sia una distribuzione
continua di carica con densit ( x, y, z ) (si veda la figura). Allora la carica totale contenuta
allinterno del volume V vale:
q = dv ;
V

sostituendo q nellespressione della legge di Gauss si trova:


q

E ds =

0 V

dv .

Questa espressione mette in relazione il campo elettrico, definito su una superficie, con la densit
di carica, definita in un volume. Sebbene risulti utile in numerose circostanze, tale formulazione
della legge di Gauss, detta integrale, presenta lo svantaggio di non poter fornire, in generale,
indicazioni di carattere puntuale circa le grandezze coinvolte.
Applicando il teorema della divergenza al primo membro dellespressione precedente, si trova:
1

E ds = E dv = dv ,

0 V

18

Campo e potenziale elettrostatico

ovvero:

dv = 0 ;

dovendo valere questa relazione per ogni dominio di integrazione V, deve essere:

E =

Laddove nullo, E = 0 ed il campo elettrico E detto, ivi, solenoidale. In


sostanza lequazione precedente stabilisce quali sono i punti dello spazio dove E o
meno solenoidale e, di conseguenza, lassenza o meno di sorgenti del campo elettrico
in quei punti. Pertanto se, ad esempio, osserviamo delle linee di forza di E che
originano da un punto, che funge quindi da sorgente del campo (si veda la figura in
alto), possiamo dedurre che esiste un punto in cui risulta E 0 . Viceversa, se le
linee di forza del campo non originano manifestatamene da alcun punto (si veda la
figura in basso), concludiamo che il campo solenoidale.

Conduttori in equilibrio elettrostatico


Dal punto di vista microscopico, un buon conduttore elettrico pu essere generalmente
rappresentato come un reticolo atomico immerso il un gas di elettroni liberi di muoversi allinterno
del materiale. In assenza di un moto netto degli elettroni in una particolare direzione, il conduttore
detto in equilibrio elettrostatico. In tale circostanza valgono le seguenti propriet:

Il campo elettrico allinterno del conduttore ovunque nullo;


Un qualunque eccesso di carica su conduttore deve localizzarsi superficialmente.
Allesterno del conduttore, in prossimit della superficie, il campo elettrico
perpendicolare alla superficie ed ha intensit pari a 0 , dove la densit superficiale
di carica.
Su un conduttore di forma irregolare la carica tende ad accumularsi nei punti in cui la
curvatura della superficie maggiora, ovvero sulle punte

La prima propriet pu essere compresa considerando una lastra conduttrice


+
immersa in un campo elettrico. Allapplicazione del campo, gli
+
elettroni si muovono verso sinistra causando un accumulo di carica
+
+
negativa a sinistra e positiva a destra (si veda la figura). Queste
E
E
+
+
cariche creano un campo elettrico opposto al campo esterno; la
S
+
densit superficiale di carica cresce fino a che lintensit di questo
+
campo non uguagli quella del campo esterno, dando luogo ad un campo nullo
allinterno del conduttore; i tempi tipici per raggiungere tale condizione di equilibrio sono
dellordine di 1016 sec per un buon conduttore.
Consideriamo un conduttore in equilibrio elettrostatico; allinterno del conduttore consideriamo
una superficie chiusa S prossima quanto si vuole alla superficie del conduttore (si veda la figura).
Poich allinterno del conduttore il campo elettrico nullo, dalla legge di Gauss segue che

Campo e potenziale elettrostatico

19

allinterno della superficie S quindi del conduttore la carica netta nulla.


Pertanto se il conduttore carico, tale carica deve situarsi sulla superficie.
Consideriamo un conduttore carico allequilibrio e facciamo
riferimento ad una superficie S a forma di cilindro con le superfici di base
A
E
A sufficientemente piccole da potersi ritenere localmente parallele alla
superficie del conduttore e con parte del cilindro contenuta nel conduttore.
Attraverso la parte interna il flusso del campo elettrico nullo essendo nullo il campo elettrico
internamente al conduttore. Inoltre il campo normale alla superficie perch qualora vi fosse una
componente tangenziale determinerebbe un moto delle cariche e quindi una condizione di non
equilibrio. Perci nullo il flusso anche attraverso la superficie laterale del cilindro. Cos il flusso
attraverso la superficie del cilindro En A essendo En il campo elettrico in prossimit della
superficie esterna del conduttore. Applicando la legge di Gauss alla superficie del cilindro si ha
quindi:
q

E ds = E S =
n

A
,
0

dove la densit locale di carica superficiale. Ne segue che,


siccome En pari a E n , dove n il versore normale alla
superficie del conduttore, allora:
E=

Rappresentazione delle linee di forza del


campo elettrico prodotto da due conduttori
carichi.

n ;
0

tale espressione prende il nome di Teorema di Coloumb.


Lultima propriet elencata dei conduttori in equilibrio sar
provata nel seguito.

Differenza di potenziale e potenziale elettrico


Le forze di tipo centrale, che dipendono dalla sola distanza da un centro, risultano
intrinsecamente conservative; poich la forza espressa dalla legge di Coloumb appartiene a questa
categoria, allora la forza elettrostatica conservativa e di conseguenza il campo elettrostatico
conservativo.
Se q0 immersa in un campo E la forza F cui soggetta vale q0 E ; tale forza conservativa
essendo la somma di tutte le forze conservative agenti tra q0 e le cariche che determinano il campo

E . Il lavoro fatto da questa forza in corrispondenza di uno spostamento infinitesimo dl della


carica vale:
dL = F dl = q0 E dl .

Per definizione, il lavoro fatto da una forza conservativa pari alla variazione di energia
potenziale dU , cambiata di segno:
dU = dL = q0 E dl ;

20

Campo e potenziale elettrostatico

in corrispondenza di uno spostamento finito di q0 dal punto A al punto B, la variazione di energia


potenziale data da:
B

U = U B U A = q0 E dl ,
A

dove lintegrale non dipende dal cammino scelto essendo il campo E conservativo.
La differenza di potenziale VA VB tra i punti A e B definita come la variazione dellenergia
potenziale per unit di carica, ovvero:
B

U U A
V VA VB = B
= E dl .
q0
A
Si noti che tale definizione perviene soltanto a differenze di potenziale, in quanto solo tali
quantit hanno valore fisico. Spesso si usa assumere che la funzione potenziale si nulla in un punto
particolare, ad esempio allinfinito; allora, ponendo:
V () = 0 ,

il potenziale in corrispondenza di un generico punto P vale:


P

VP = E dl ,

espressione che pu essere riguardata come il lavoro necessario per trasportare una carica unitaria
dallinfinito al punto P.
Lunit di misura del potenziale il volt (V) e risulta 1 V = 1 J 1 C , cos 1V rappresenta il lavoro
che deve essere fatto per far superare ad una carica di 1C una differenza di potenziale di 1V .
Lintroduzione del volt consente inoltre di riscrivere lunit di misura del campo elettrico in V m
che rappresenta lunit tradizionalmente pi usata per questa grandezza.
In fisica atomica e nucleare duso comune per la misura dellenergia lelettronvolt (eV),definito
come lenergia che un elettrone (o un protone) acquista quando viene accelerato mediante una
differenza di potenziale di 1V . Siccome 1 V = 1 J 1 C e la carica dellelettrone (protone) di
1.6 1019 C , allora
1 eV = 1.6 1019 C V = 1.6 1019 J .
Esempio: Nel cinescopio di un apparecchio televisivo un elettrone del fascio ha una velocit di 8 107 m sec circa.
Poich la massa dellelettrone 9.11031 kg circa, questa velocit corrisponde ad unenergia cinetica di 3 1015 J .
Cosi tale elettrone per raggiungere questa velocit, partendo da fermo, deve essere accelerato tramite una differenza di
potenziale di 19 kV .

Campo elettrico uniforme

Consideriamo un campo elettrico uniforme diretto lungo lasse x (si veda la


figura):
A

Campo e potenziale elettrostatico

21

E = E x

e calcoliamo la differenza di potenziale tra i punti A e B separati dalla distanza d:


B

VB VA = V = E dl = ( E x ) ( x dx ) = E dx = Ed .

Il fatto che V < 0 indica che il potenziale di B inferiore a quello di A, ossia VB < VA .
La variazione di energia potenziale di interazione tra una carica di prova q0 e un campo elettrico
uniforme quando la carica si muove tra A e B :
U B U A = U = q0 V = q0 Ed .

Quindi se q0 > 0 allora U < 0 ovvero U B < U A , cio il sistema perde energia potenziale in
corrispondenza del moto di una carica positiva nella direzione del campo elettrico. Se venisse
abbandonata in A, la carica, per effetto della forza q0 E , sarebbe accelerata acquisendo energia
cinetica; siccome la carica guadagna energia cinetica in una certa misura, il sistema deve perdere
altrettanta energia potenziale. Pertanto se la carica originariamente a riposo in A, allora la sua
velocit v A nulla e quindi risulta:
1
U A = U B + mq0 vB ,
2
E

dove vB la velocit della carica e mq0 la sua massa. Viceversa, se q0 < 0

allora U > 0 ovvero U B > U A , cio il sistema guadagna energia potenziale in


corrispondenza del moto di una carica negativa nella direzione del campo
elettrico.
Supponiamo che lo spostamento avvenga tra due punti generici, allora,
siccome E uniforme, si ha:
B

d'
A

V = E dl = ( E x ) ( x dx + y dy ) = E dx = Ed ,

cos il risultato conseguito lo stesso del caso presentente. Ne segue che i punti perpendicolari alla
direzione del campo (B e C ad esempio, nella figura) sono equipotenziali e definiscono una
superficie detta superficie equipotenziale.
B

Potenziale elettrico ed energia potenziale per cariche puntiformi

J dl

dr

Calcoliamo la differenza di potenziale tra i punti A e B di figura:


B

VB VA = E dl ,
A

rB

A
rA

r
q

22

Campo e potenziale elettrostatico

in cui:
E=

q
r ,
4 0 r 2

allora
B

1
q
1
q
VB VA =
dl =
cos dl =
2
2

4 0 A r
4 0 A r
4 0
q

rB

rB

1
q 1
q 1 1
r r 2 dr = 4 0 r = 4 0 rB rA .
rA
A

Si noti che lintegrale appena calcolato risulta indipendente dal percorso seguito, a motivo della
conservativit del campo.
Assumendo che il potenziale sia nullo per rA , si trova il potenziale di una carica
puntiforme:
V=

1 q
;
4 0 r

tale espressione pu essere interpretata come il lavoro per unit di carica che
si effettua per trasportare una carica dallinfinito ad un punto posto a distanza
r dalla carica q.
Poich V uniforme su una superficie sferica di raggio r (cio rA = rB nella
precedente espressione), concludiamo che le superfici equipotenziali per una
carica puntiforme sono delle sfere
concentriche alla carica stessa e tali
superfici risultano perpendicolari alla direzione del campo.
In figura mostrata la sezione (in tratteggio) delle
superfici equipotenziali per una carica puntiforme e per due
cariche puntiformi di segno opposto.
Come conseguenza del principio di sovrapposizione, il
potenziale in un certo punto, dovuto a pi cariche
puntiformi pari alla somma dei potenziali di ciascuna
carica calcolati in tale punto:
V=

1
4 0

r ,
i

sempre con lipotesi che il potenziale sia nullo allinfinito.


Sia V1 il potenziale determinato dalla carica q1 nel punto P distante r12
da q1 . Il lavoro richiesto per portare una seconda carica, q2 , dallinfinito a
P vale q2V1 . Poich per definizione tale lavoro pari allenergia potenziale
U del sistema quando le due cariche sono separate dalla distanza r12 ,
allora:
U = q2V1 =

1 q1q2
.
4 0 r12

P V
1
r12
q2
q1

Campo e potenziale elettrostatico

23

E possibile generalizzare questa espressione ad un sistema di pi cariche trovando, ad esempio, per


tre cariche:
U=

1 q1q2 q1q3 q2 q3
+
+

,
r13
r23
4 0 r12

ovvero, per N cariche:


U=

1 1 N qi q j 1 1
= 2 4
4 0 2 i , j =1 rij
0
i j

qj

i =1

i j

rij

qi

1 N 1 N qj
qi

2 i =1 4 0 i j rij

1 N
= qi Vi .
2 i =1

Potenziale elettrico dovuto a distribuzioni continue di carica


Per il calcolo del potenziale per una distribuzione continua facciamo riferimento alle espressioni
gi trovate per le cariche puntiformi. Sia dq un elemento di carica della distribuzione Q, allora, il
contributo al potenziale nel punto P posto a distanza r da questo elemento :
dV =

1 dq
,
4 0 r

dq

cos, per ottenere il potenziale generato da tutta la distribuzione occorre


integrare su tutta la carica Q della distribuzione:
V=

dq
.

4 0 Q r

In relazione al tipo di distribuzione di carica possibile esplicitare il differenziale dq ; cos,


qualora la carica distribuita in un volume V con densit = dq dv , allora:
V=

dq
1
dv
=
.

4 0 Q r 4 0 V r

Un approccio alla determinazione del potenziale di un corpo alternativo al precedente prevede la


diretta applicazione dellespressione della differenza di potenziale in termini di integrale di linea di
E . Pertanto, se il problema ha un grado di simmetria tale da rendere agevole tale determinazione,
fissando infine il valore del potenziale in un punto arbitrario, possibile stabilire il potenziale del
corpo.

Relazione tra campo elettrico e potenziale


Nota che sia lespressione del campo elettrico possibile ricavare il corrispondente potenziale
attraverso la relazione:

24

Campo e potenziale elettrostatico

V ( P ) = E dl + V ( P0 ) ;
P0

Da questa relazione segue:


E dl = dV ,

e, sviluppando i due membri in coordinate cartesiane, si ha:


V
V
V
Ex dx + E y dy + Ez dz =
dx +
dy +
dz ,
y
z
x

cos, confrontando le due espressioni, segue:


V
,
x
V
Ey =
,
y
V
Ez =
,
z

Ex =

ovvero, vettorialmente:
E = V .

Sostituendo questa relazione nellespressione di dV si trova:

( )

dV = V dl = V dl cos

in cui rappresenta langolo compreso tra i vettori V e dl . Da tale relazione segue:


dV
= V cos ,
dl

cio la variazione per unit di lunghezza di V nella direzione di dl


pari alla proiezione di V nella direzione di dl .
Se a partire da un punto ci si sposta di un tratto dl
ortogonalmente a V , siccome vale 2 e cos = 0 , segue che

dV dl = 0 , ovvero V costante; pertanto V un vettore


perpendicolare alle superfici equipotenziali in cui V costante.
Infine, se dl diretto perpendicolarmente alle superfici
equipotenziali, ovvero parallelamente a V , siccome nullo e
cos = 1 , segue che la derivata direzionale dV dl risulta massima
e pari al modulo del gradiente:

V+dV
a

dl
V

Campo e potenziale elettrostatico

25

dV
= V .
dl

Inoltre il verso di V nella direzione in cui il potenziale aumenta con la derivata massima1.

Espressione della conservativit del campo elettrostatico


Dalla conservativit del campo elettrico segue che lintegrale di linea di E calcolato da un punto
A ad un punto B risulta indipendente dal percorso C che porta da A a B. Risulta infatti che, essendo:
B

E dl

= V ( A) V ( B ) ,

lintegrale dipende dai soli valori estremi del percorso. Se il percorso tale che i punti A e B
coincidono, ovvero la curva C chiusa, allora si ha:

E dl

= 0.

Quindi, lintegrale di linea del campo elettrostatico, calcolato lungo una curva chiusa nullo.
Se applichiamo a questultima espressione il teorema del rotore, si ha:
0=

E dl = S ( E ) ds ,

e poich tale relazione vale per ogni linea chiusa C e per ogni superficie S che abbia per contorno C,
segue che:
E = 0 ,

cio il campo elettrostatico irrotazionale.


Per altro questa relazione pu essere ricavata seguendo unaltra via, ovvero, il fatto che il campo
elettrostatico conservativo implica che esiste una funzione scalare V tale che E = V , allora:

E = V =
x
V
x

y
V
y

=
z
V
z

2V 2V 2V 2V
2V 2V

x
y

z = 0.
yz yz xz zx
xy yx

Infatti, ad esempio, per una carica puntiforme positiva, V punta verso la carica, dove il potenziale aumenta.

26

Campo e potenziale elettrostatico

Si noti che a prescindere dallo sviluppo del prodotto vettoriale V in coordinate cartesiane, tale
risultato poteva essere conseguito considerando e V come due vettori paralleli il cui prodotto
vettoriale risulta, ovviamente, nullo.
Esempio: (Potenziale elettrico di una bacchetta carica). Consideriamo una bacchetta di lunghezza l e valutiamo il
potenziale in corrispondenza dei punti dellasse passante per un estremo.
Il contributo al potenziale di un elemento di carica dq posto a distanza r dal punto considerato, vale:
y

1 dq
1
dr
,
dV =
=
2
4 0 r 4 0 ( x + y 2 )1 2

dx

cos, integrando da 0 a l si trova:


V=

4 0

(x

dr
2

+y

2 12

l + l 2 + y2

ln
y
4 0

Esempio: (Potenziale elettrico dovuto ad un anello uniformemente carico).


Consideriamo un anello uniformemente carico e calcoliamo il potenziale in un
punto P posto sullasse dellanello.
Il contributo al potenziale di un elemento di carica dq posto sullanello :

dq
R

dV =

il termine

(x

1 dq
1
dq
,
=
2
4 0 r 4 0 ( x + R 2 )1 2
+ R2 )

12

comune a tutti i punti sullanello, cos, integrando,

segue:
V=
=

1
4 0

(x

dq
2

+R

2 12

4 0 ( x + R 2 )1 2
2

dq

Q
1
4 0 ( x 2 + R 2 )1 2

Il cui grafico mostrato in figura. Si osservi che, a partire dalla


relazione E = V si pu ricavare lespressione del campo
elettrico lungo lasse x. Infatti:

E = V =

dV
d Q
1
Q 1 2
Q
x
2 3 2
=
=
( x + R ) 2x =
12
2
2
2
dx dx 4 0 ( x + R )
4 0 2
4 0 ( x + R 2 )3 2

Conduttori carichi isolati


Siano A e B due punti posti in un conduttore allequilibrio, poich allinterno il campo elettrico
nullo, si ha:
B

V ( A ) V ( B ) = E dl = 0
A

per cui:

Campo e potenziale elettrostatico

27

V ( A) = V ( B ) ,

ovvero tutti i punti interni al conduttore sono allo stesso potenziale e, anche la superficie del
conduttore, in particolare, una superficie equipotenziali.
Quale ulteriore propriet dei conduttori carichi allequilibrio, possibile provare che in un
conduttore di forma irregolare la carica tende ad accumularsi nei punti in cui la curvatura della
superficie maggiore, ovvero in prossimit delle punte.
Per comprendere questo fenomeno consideriamo due sfere conduttrici di
s1
raggi, rispettivamente, R1 e R2 , con R1 < R2 , collegate elettricamente tra R1
loro tramite un filo conduttore. Se 1 e 2 indicano le densit superficiali di
s2
carica sui due conduttori, le cariche rispettive saranno:
q1 = 4 R12 1 ,

R2

q2 = 4 R2 2 2 ,

e facendo il rapporto membro a membro, segue:


q1 R12 1
=
.
q2 R2 2 2

Daltra parte, siccome sono connesse con un conduttore, le due sfere sono allo stesso potenziale;
assumendo che la distanza tra le sfere sia tale da poter assumere che la carica su una non abbia
alcun effetto sulla distribuzione di carica dellaltra, segue che il comune valore V del loro potenziale
:
V=

q1
1 q2
=
,
4 0 R1 4 0 R2

e facendo il rapporto membro a membro dei due valori del potenziale, segue:
q1 R1
=
,
q2 R2

cos, confrontando con lespressione precedente, si ha:

1 R2
=
.
2 R1
Daltra parte, siccome R1 < R2 , allora 1 > 2 , cio la sfera pi piccola ha una maggiore densit di
carica superficiale; ci implica che il campo elettrico pi intenso in prossimit della sfera pi
piccola. Per questo motivo in un conduttore che presenta una zona in cui il raggio di curvatura della
superficie molto piccolo, ovvero presenta una punta, il campo elettrico maggiore in tale zona.

Potenziale di un dipolo
Consideriamo un dipolo il cui momento ha intensit

28

Campo e potenziale elettrostatico

p = qd ;

il potenziale in un punto P posto a distanze r1 e r2 , rispettivamente, da + q e q , vale:


V=

r r
1 q q
1
q 2 1.
=
r1r2
4 0 r1 r2 4 0

Questa espressione pu essere semplificata nel caso in cui il


punto P molto distante dal dipolo, ovvero per r1 , r2 d ; in
questo caso risulta:

P
r1
r

+q

r1 , r2 r ,

',

r2

J'
r2 - r1

-q
con tali approssimazioni il prodotto r1r2 circa uguale a r 2 e la
differenza r2 r2 , pari a d cos ' , circa uguale a d cos . Pertanto, sostituendo nella precedente
espressione, si ha:

V=
+q

1 qd cos
1 p cos
=
.
2
r
4 0
4 0 r 2

Da tale espressione segue che il potenziale nullo per = 0 , ovvero nel


piano equatoriale del dipolo, pertanto
V=0
il campo elettrico del dipolo non compie lavoro quando una carica viene
portata dallinfinito ad un punto su questo piano, attraverso un qualsiasi
-q
percorso.
A partire dalla relazione precedente possibile ricavare lespressione
z
del campo elettrico prodotto dal dipolo in tutto lo spazio. Allo scopo
z
esprimiamo V in coordinate cartesiane; con riferimento alla figura,
poich:
+q
J

z = r cos ,

r = ( x2 + y 2 + z 2 ) ,
12

x
x

r
-q

segue:
V=

p
1 p z
1 pz
1
pz
=
=
.
cos =
2
2
3
4 0 r
4 0 r r 4 0 r
4 0 ( x 2 + y 2 + z 2 )3 2

Applichiamo ora la relazione E = V e calcoliamo il gradiente del potenziale. Per la componente


lungo x si ha:

Campo e potenziale elettrostatico

Ex =

29

V
1
=
pz
x
4 0

12
3 2
x + y2 + z2 ) 2x
(
1
3 pzx
2
=
.
2
2
2 3
2
2
2 52

4
0 (x + y + z )
(x + y + z )

La componente lungo y si pu ricavare dalla precedente espressione osservando che, per simmetria,
le due componenti devono essere indipendenti per uno scambio tra i due assi corrispondenti, cos:
Ey =

V
1
3 pzy
=
,
y 4 0 ( x 2 + y 2 + z 2 )5 2

infine:

(
V
1
Ey =
=
p
z
4 0

12
3 2
x + y2 + z2 ) 2z
(
x2 + y 2 2z 2
1
2
=

p
.
2
2
2 3
2
2
2 52

4
x
+
y
+
z
x
+
y
+
z
0
(
)
(
)

x2 + y2 + z 2 )

32

Energia potenziale di un dipolo


Consideriamo un dipolo di momento p immerso in un campo elettrico esterno E ; per ruotare
tale dipolo di un dato angolo rispetto al campo necessario compiere del lavoro. Tale lavoro
accrescer lenergia potenziale del sistema. Il lavoro elementare dL necessario per ruotare un
momento meccanico di un angolo d pari a d , cos, siccome il momento del dipolo vale
p E , e quindi = pE sin , e poich il lavoro viene trasformato in energia potenziale, si ha che
per una rotazione finita da 0 a , la variazione di energia potenziale :

U U 0 = d ' =
0

pE sin ' d ' = pE cos '

= pE ( cos cos 0 ) .

La costante 0 dipende dallorientazione iniziale del dipolo, per cui, assumendo 0 pari a 2 e
ponendo quale riferimento per lenergia potenziale U 0 = 0 per 0 = 2 si ha:
U = pE cos ,
U

ovvero:
U = pE .

Il grafico dellenergia potenziale in funzione dellangolo


mostra la presenza di un minimo per = 0 , per cui
tale angolo corrisponde ad una posizione di equilibrio
stabile del dipolo nel campo elettrico.

-p

-p / 2

+p
+p / 2

O
- pE

30

Campo e potenziale elettrostatico

Equazioni di Maxwell per il campo elettrostatico


Assegnata una certa distribuzione statica di carica nello spazio vuoto, di densit descritta dalla
funzione = ( x, y, z ) , il campo elettrico soddisfa le equazioni integrali:
1

S E ds = V dv,
0

E dl

= 0,

nella prima S una superficie chiusa contenente il volume V ; nella seconda C una generica curva
chiusa. La prima equazione lespressione della legge di Gauss mentre la seconda conseguenza
della conservativit del campo elettrostatico. In forma puntuale queste equazioni si scrivono:
E =

,
0

E = 0.

Queste relazioni sono dette equazioni di Maxwell per il campo elettrostatico.


Il fatto che il campo elettrostatico irrotazionale implica lesistenza di una funzione potenziale V
tale che:
V = E ,

( )

cos, sostituendo nella prima delle equazioni di Maxwell segue V = 2V = 0 , ovvero:


2V =

,
0

dove loperatore 2 definito come:


2

2
2
2
+
+
.
x 2 y 2 z 2

Lequazione precedente compendia le due equazioni di Maxwell e prende il nome di equazione di


Poisson. Fissata che sia la funzione localizzata in una regione definita dello spazio, si prova che
lequazione di Poisson ammette una sol soluzione che soddisfi le specificate condizioni al contorno
del dominio di definizione.
In assenza di cariche localizzate, ovvero per = 0 , lequazione precedente si scrive:

2V = 0
e prende il nome di equazione di Laplace.

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