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Appunti di micologia per corsi STPA e TAAEC

Giulia Benedetti

Generalit
I funghi (o miceti) sono organismi eucarioti, aerobi, eterotrof per i composti dellazoto e
del carbonio, che si nutrono per via osmotrofca (assumono i nutrienti presenti
nellambiente) e sono caratterizzati dalla moltiplicazione per mezzo di spore.
Dato il loro eterotrofsmo i funghi svolgono un importante ruolo catabolico in natura,
scindendo molecole complesse quali lignina, cheratina, chitina in composti pi semplici.
Per questo motivo questi organismi vivono come saprofti su sostanza organica,
commensali, simbionti e anche parassiti su diversi esseri viventi (funghi, piante, animali).
Quando i miceti si comportano da parassiti colonizzano un organismo vivente, causando
una patologia ascrivibile i cui segni clinici perdurano fntantoch lagente eziologico
presente. In questi casi si ha una MICOSI. Le micosi sono distinte in primitive (quando
lagente eziologico in una determinata dose infettante in grado di dare malattia
indipendentemente dalle condizioni sanitarie dellospite) e secondarie (quando il micete si
virulenta a seguito di particolari condizioni sanitarie dellospite). In questo caso quindi il
fungo si comporta da opportunista, provocando malattia soltanto in soggetti resi recettivi
da situazioni patologiche quali infezioni intercorrenti, immunocompromissione.
I funghi possono predare anche microrganismi quali protozoi, uova e larve elmintiche,
attraverso particolari meccanismi aggressivi quali dispositivi a scatto che sequestrano le
larve libere o tessitura di un micelio intorno a uova o larve. Luso di funghi predatori e di
funghi elmintofagi riveste sempre maggiore importanza nella lotta integrata alle elmintiasi
animali.
Quando i funghi si comportano da saprofti su un substrato organico si verifcano
diverse evenienze:
Effetti indesiderati: il fungo pu colonizzare semplicemente il substrato provocandone
lammuffimento e modifcandone aspetto e caratteri organolettici. Alcune specie fungine,
in particolari condizioni legate alla natura del substrato e alle condizioni ambientali
(umidit, temperatura) sono in grado di produrre metaboliti stabili ed altamente tossici
che prendono il nome di micotossine e che persistono sul substrato anche dopo la morte
del micete responsabile. Tali miceti sono indicati come muffe critiche.
Effetti benefci: I funghi producono sostanze ad azione inibitrice nei confronti di altri
microrganismi (antibiotici, antimicotici), e se inoculati come starter su determinati
substrati organici sono in grado di provocare trasformazioni (industria alimentare con
produzione di formaggi erborinati ed a crosta forita, fermentazioni, industria cosmetica,
chimica, produzione di polimeri plastici). A questo proposito tali funghi sono indicati come
muffe tipiche.

Coltivazione

I funghi possono essere coltivati su comuni terreni di laboratorio. Tra questi si


distinguono i cosiddetti terreni naturali, a composizione chimica non defnita, che sono

ottenuti da composti vegetali, animali o da lievito (agar malto, agar patata, agar patata
carota), i semisintetici come il terreno di Sabouraud, che hanno una parte di composti
naturali (peptone) e una chimicamente defnita (glucosio) o sintetici, quindi a
composizione defnita, come il terreno di Czapeck costituito da amminoacidi.
I funghi sono organismi che in funzione della temperatura ottimale di coltivazione
vengono suddivisi in miceti psicrofli, che crescono volentieri tra 0C e 5C, mesofli
(20C-30C) e termofli (40C-50C). Nellambito dei mesofli esiste un gruppo di
miceti detti termotolleranti, che riescono a crescere e moltiplicarsi fno a 45C, che per
questa loro caratteristica sono in grado di dare infezioni profonde nelluomo e negli
animali.
Da un punto di vista morfologico i miceti si distinguono in lieviti e funghi flamentosi (o
muffe).
I lieviti sono miceti unicellulari, che si propagano attraverso cellule fglie prodotte per
gemmazione, dette blastospore. Le blastospore possono essere rotondeggianti, ellittiche,
squadrate e la morfologia suggestiva della specie fungina in causa.
I funghi flamentosi sono costituiti da flamenti, detti ife, che, intrecciandosi e
ramifcandosi formano il corpo fungino detto MICELIO: i funghi infatti non hanno
tessuti, ma pseudotessuti, costituiti da insiemi di ife. Tra i funghi flamentosi devono essere
annoverati anche i macromiceti o funghi con carpoforo. Le ife possono essere continue,
cio sprovviste di setti divisori, dette ife cenocitiche o sifoni oppure settate, divise quindi in
diverse cellule ad opera di setti interni.
Esiste inoltre un gruppo di funghi detti dimorfci che presentano la fase miceliale
nellambiente esterno e quella di lievito nei tessuti dellospite.
Come tutti gli esseri viventi, i funghi sono in grado di propagarsi e, molti di essi, anche di
riprodursi attraverso meccanismi di ricombinazione.
Sulla base della morfologia delle spore ricombinanti (v. oltre) i funghi vengono classifcati
in 3 Phyla: gli Zygomycota, gli Ascomycota ed i Basidiomycota. I funghi nei quali non
stata descritta ricombinazione sono posti in un apposito taxon: Deuteromycota o Fungi
Imperfecti.

Propagazione:
La propagazione di un micete una moltiplicazione di tipo clonale per cui le cellule
fglie sono geneticamente identiche alle cellule parentali.
La propagazione nei lieviti si attua attraverso la formazione di gemme, che si staccano
dando luogo ad elementi geneticamente identici alla cellula madre.
Nei funghi flamentosi la propagazione invece affidata oltrech a porzioni
indifferenziate di micelio, a cellule specializzate, dette genericamente spore. Il micete in
forma vegetativa non ricombinante viene indicato come stadio anamorfo o stadio
imperfetto: tutti i miceti sono dotati di stadio anamorfo. I miceti appartenenti al Phylum
Zygomycota (detti zigomiceti) producono delle particolari spore (endospore) contenute in
una struttura, detta sporangio, che si trova allestremit della c.d. ifa sporangiofora. Tali
spore possono liberarsi per deiscenza o per lisi dellinvolucro. Questi funghi sono
caratterizzati da micelio cenocitico, cio non settato. Ascomycota (ascomiceti),
Basidiomycota (basidiomiceti) e Deuteromycota producono invece particolari tipi di
spore detti conidi. Questi funghi sono caratterizzati da micelio settato.

Riproduzione:
La riproduzione di un micete consegue ad un processo di plasmogamia (fusione dei
citoplasmi), seguito da cariogamia e quindi meiosi tra due miceti di segno (mating type)
compatibile, che si ricombinano dando luogo dapprima ad un dicarion (cellula che
mantiene entrambi i nuclei parentali, dopo la plasmogamia), ad un dicariote (dopo la
cariogamia) ed infne ad 8 spore aploidi ricombinanti. Da ogni spora originer un nuovo
micelio ricombinante con caratteristiche di entrambi i genitori. La ricombinazione
avviene per fusione di una cellula pi o meno specializzata del micelio di funghi
flamentosi o direttamente dalle intere blastospore dei lieviti. Il fungo con le spore
ricombinanti viene indicato come stadio teleomorfo. Hanno stadio teleomorfo soltanto i
funghi classifcati nellambito dei 3 phyla sopramenzionati. Frequentemente gli stadi
teleomorf hanno nome di genere e specie differenti rispetto al loro anamorfo (es.
anamorfo Candida famata, teleomorfo Debaryomyces hansenii).
MICETI TOSSIGENI
La comune flora micotica degli alimenti consta di oltre 75.000 specie
appartenenti ai phyla degli zigo ed ascomiceti ed al taxon dei funghi imperfetti.

fungine,

I generi a maggior impatto per la produzione di micotossine su diversi substrati sono


rappresentati da Aspergillus. Penicillium Trichotecium, Fusarium e Claviceps. In
particolari condizioni ambientali, quando la temperatura e lumidit sono favorevoli,
queste muffe critiche proliferano e su idonei substrati possono produrre micotossine.
Queste sono un eterogeneo gruppo di composti chimici, dal peso molecolare compreso tra
200 e 500, prodotti secondari del metabolismo fungino. Tali miceti entrano nella fliera
alimentare attraverso colture contaminate destinate alla produzione di alimenti e mangimi,
o possono svilupparsi in condizioni di mantenimento delle derrate alimentari in condizioni
non idonee. Sulla base di quanto sopra esposto i miceti tossigeni dipendono dalla
stagione, clima, area geografca si distinguono in muffe di campo (come Fusarium,
Trichotecium e Claviceps) muffe di stoccaggio presenti nei silos, nei magazzini, e nei mezzi
di trasporto (come Aspergillus, Penicillium).
In seguito ad ingestione di alimenti o mangimi contaminati, le micotossine producono
effetti dannosi per luomo e per gli animali, che vanno dallintossicazione acuta e
cronica (micotossicosi), alla immunodepressione, al calo delle performance produttive. La
loro elevata stabilit porta allaccumulo nella catena alimentare.
Le micotossine pi frequentemente associate a decrementi produttivi negli animali da
reddito sono:
Aflatossine (AF) - Gruppo di metaboliti prodotti da funghi da stoccaggio del genere
Aspergillus (A.parasiticus, A. flavus); sono state riconosciute 18 differenti aflatossine, ma
solo la B1, B2, G1 e G2 sono state riconosciute come agenti naturali di contaminazione di
mangimi o alimenti. Fra questi composti, la AF B1 presenta una

tossicit acuta e cronica ed un potere carcinogenetico e mutageno che ne fanno uno


dei pi pericolosi veleni conosciuti in natura.
Le aflatossine possono essere presenti in numerosi substrati, in particolare arachidi e
derivati, mais e derivati, cotone e panelli oleosi.
Ocratossina - Prodotta da muffe del genere Penicillium e Aspergillus una
micotossina dotata di elevata tossicit, soprattutto a carico del rene, ed molto
diffusa nei climi freschi e temperati. Sebbene pi del 50% dellOcratossina A venga
distrutta in 15 minuti nel rumine, sono citati casi di tossicit nella vacca da latte, con
conseguenze quali diarrea, danno epatico e diminuzione della produzione lattea. Il
principale metabolita prodotto a livello ruminale, lOcratossina alfa, pu essere
rinvenuto in tracce nel latte. Presente su frumento, orzo, semi oleosi.
Zearalenone (ZEA) - micotossina dotata di potente attivit estrogenica, prodotta
principalmente da Fusarium roseum e Fusarium graminearum. Lo ZEA viene convertito
a livello ruminale in alfa e beta zearalenolo. Lalfa zearalenolo ha un potere
estrogenico molto superiore al composto di partenza. Molto controversi sono i dati
riguardanti il passaggio nel latte. Possono essere presenti in numerosi substrati, in
particolare su cereali.
Fumonisine - Sono le micotossine di pi recente studio, prodotte principalmente da
Fusarium moniliforme. Tra quelle identifcate, la FB1 la pi pericolosa, per i suoi
effetti carcinogenetici sulluomo. E trascurabile il carry over di questa micotossina
nel latte. Presenti su mais e derivati.
Deossinivalenolo - Prodotto principalmente da Fusarium graminearum, costituisce
insieme alla Fumonisina B1 la micotossina di pi frequente reperimento nelle nostre
latitudini. Possono essere presenti in numerosi substrati, in particolare su cereali.
Tricoteceni (per lo piu Tossina T-2) - Questo Tricotecene prodotto principalmente da
Fusarium sporotrichioides stato messo in relazione con gravissimi casi di
gastroenterite ulcerativa, emorragie intestinali e ulcere ruminali, fno alla morte dei
soggetti intossicati.
Ergotine - alcaloidi prodotti da sclerozi di Claviceps purpurea presenti sulla segale
(segale cornuta). Azione di vasocostrizione periferica ed effetti allucinogeni e
convulsivanti.
Sono state studiate pi di 30 micotossine, ma si stima ne esistano circa 300, la
maggior parte delle quali ancora sconosciuta.
Le micotossine vengono prodotte da specifci ceppi di muffe, allinterno di un ampio
intervallo di umidit relativa, di acqua libera (Aw), di temperatura e di pH, su
particolari substrati.
Ocratossine (da stoccaggio) e tricoteceni (da campo) si sviluppano da 4C a 37C, con
un optimum intorno ai 18C (acqua libera Aw 0.95 - 0.99 a seconda
dell'organismo produttore, temperatura 12 - 37C per A. ochraceus e 4 - 31C per P.
verrucosum).
Fumosina e Zearalenone (da campo) sono tipiche dei climi pi temperati e secchi, dato
che la temperatura ottimale di crescita del fungo produttore pari a 25C, con valori
di acqua libera (Aw) compresi tra 0.90 e 1.

Le Aflatossine (da stoccaggio) sono tipiche dei climi caldo-umidi (optimum


temperature comprese tra 25C e 32 C e a valori di acqua libera tra 0.82 e 0.87.).
Prevenzione negli Insilati - Fondamentalmente basata sulle corrette pratiche di
insilamento, mirate alla prevenzione del deterioramento aerobico della massa insilata,
e ad una efficace pulizia delle strutture utilizzate, delle pareti di fosse e trincee.
Lutilizzo di additivi mirati (ammoniaca, acido propionico, colture microbiche, inocula
enzimatici) pu dare effetti positivi, soprattutto per linibizione dello sviluppo di
muffe.
Prevenzione nei mangimi Si basa sul controllo dellumidit negli ingredienti nei
processi di produzione e dellumidit in fase di stoccaggio e consumo, nonch
sulla freschezza del mangime e rapido turn over di consumo, sulla pulizia degli
impianti di produzione e talora sulluso di inibitori della crescita fungina e loro
corretta applicazione.
A livello legislativo sono previsti limiti per le principali micotossine in alcuni alimenti e
mangimi.

Generi fungini tossigeni


Genere Aspergillus Genere che comprende numerosissimi contaminanti
ambientali, allincirca 175 specie, alcune delle quali sono in grado di dare micosi.
Sono funghi che crescono velocemente sul substrato rivelandosi in grado di
fruttifcare in breve tempo. Le colonie presentano una colorazione variabile dal
giallo, al verde, bianco o marrone, a seconda della specie fungina, del terreno di
coltura e delle condizioni di crescita. La tessitura della colonia varia dal vellutato al
foccoso o granulare, con o senza zonatura. In genere il rovescio della colonia,
rappresentato dal micelio basale,
incolore. Il micelio settato con ife ialine ramifcate. Caratteristica del genere la
presenza di una cellula basale da cui si diparte unifa conidiofora (liscia od echinulata)
che termina con una vescicola sulla quale originano i falidi da cui si differenziano
catene di conidi denominati falospore. Tali miceti possono produrre sclerozi (masse di
micelio che racchiudono riserve nutritive). In particolare A. flavus/A. parasiticus su
agar Czapeck producono colonie verde giallastro, colore dato dallabbondanza di
conidiofori che appaiono echinulati e portano vescicole sferiche.
Genere Penicillium Genere che comprende contaminanti ambientali ubiquitari: il
pi abbondante genere di miceti mesofli nei climi temperati. Sono note circa 200
specie, quasi tutte produttrici di micotossine. Le colonie crescono di solito
rapidamente, sono polverose grigie, verdi, gialle o bianche: raramente rosse. I
conidiofori sono eretti e portano allestremit falidi da cui si dipartono le
falospore. Sono spesso prodotti sclerozi.
Genere Fusarium Le specie di Fusarium sono comuni patogeni e/o saprofti vegetali si
trovano sui semi, in particolare di cereali. Le colonie tendono ad espandersi in coltura,
spesso di colore rosa, a volte gialle. Microscopicamente sono caratterizzati dalla
presenza di macroconidi falcati, con molti setti, spesso con un becco apicale.
Genere Trichothecium Sono funghi a distribuzione cosmopolita che crescono su
substrati vegetali, terreno, semi di mais ed alimenti, in particolare farine di cereali.
Le colonie sono di colore roseo, polverose con conidiofori che possono raggiungere 2
mm di lunghezza con catene di conidi ellissoidali/piriformi, asettati poi provvisti di un
setto, a parete spessa, talora echinulati, disposti a zig zag.

Genere Claviceps E un genere nellambito del quale Claviceps purpurea riveste


una grande importanza per la produzione di alcaloidi (alcaloidi dellergot). La fase
miceliale colonizza lovario della segale producendo conidi che vengono dispersi
allesterno attraverso la melassa prodotta, in seguito si forma uno sclerozio di
caratteristico colore nero sulla cariosside, allinterno del quale si accumulano gli
alcaloidi. Quando lo sclerozio cade nellambiente esterno si formano corpi fruttifcanti
(stromi) che contengono le ascospore.
PRINCIPALI MICETI AGENTI DI MICOSI
Funghi flamentosi
Aspergillosi
Alcune specie di aspergilli sono agenti eziologici di micosi: causano malattia
respiratoria per colonizzazione di diversi tratti dellapparato respiratorio, perlopi nei
carnivori e nelle specie aviari, sono segnalati come agenti eziologici di otite esterna,
micosi delle tasche gutturali del cavallo, mastite ed aborto micotico nei ruminanti. Le
specie responsabili di localizzazione profonda sono in genere termotolleranti.
Aspergillus fumigatus, A. flavus, A. nidulans e A. terreus sono le specie pi
frequentemente coinvolte. A differenza di quanto avviene nei pazienti umani, in
medicina veterinaria sono colpiti animali apparentemente immunocompetenti e,
ad eccezione di quanto si verifca nelle specie aviari nelle quali le aspergillosi
assumono landamento di affezioni contagiose in focolai, laspergillosi nei mammiferi
un evento relativamente poco frequente. Le vie di contagio pi frequenti sono
inalazione, ingestione, contaminazione dallambiente esterno. La prima fase
dinfezione di un tessuto recettivo da parte degli aspergilli consiste nella
germinazione dellelemento fungino infettante, fno a formare un micelio settato. Se
la sede di impianto costituita da una mucosa o da un parenchima con bassa
tensione di ossigeno il micete colonizzer il substrato con micelio sterile biancastro,
che, in sedi aerate, sar in grado di produrre conidi dando luogo ad un feltrato
micotico colorato. Gli aspergilli, per la loro capacit di secernere enzimi litici
tendono a dare lesioni di tipo erosivo, anche se non si esclude la presenza di
granulomi. Negli animali in produzione ed in particolare nelle specie aviarie la
malattia, se generalizzata, presenta mortalit estremamente elevata ed in ogni caso
gli animali guariti non sono ammessi al consumo per le lesioni diffuse e lo scadente
stato di nutrizione.
Aspergillosi del cane - La rinosinusite micotica si verifca con una frequenza variabile
dal 7% al 34% delle riniti croniche nel cane. Linfezione evolve, se non curata, verso la
distruzione dei turbinati. Sono colpiti per lo pi giovani cani dolicocefali e i segni
clinici consistono in scolo nasale mucopurulento o purulento, epistassi, mono o
bilaterale, depigmentazione del tartufo; in forme severe si pu riscontrare
deformazione del proflo. Sono descritte inoltre forme di micosi sistemica. Sono
colpiti anche in questo caso cani giovani, per lo pi di razza del pastore tedesco.
Reperti pressoch costanti sono discospondilite, osteomielite e linfoadenomegalia,
frequente il coinvolgimento renale.
Trattandosi di infezioni per lo pi opportuniste, sostenute da miceti ambientali ed
ubiquitari, la proflassi si basa sulligiene dei ricoveri e degli alimenti (feni, insilati,
granaglie).
Dermatoftosi (tigne)

I dermatofti sono funghi flamentosi appartenenti ai generi Microsporum,


Trichophyton ed Epidermophyton dotati di attivit cheratinofla e cheratinolitica.
Sono in grado di indurre micosi cutanee, indicate anche come dermatoftosi o tigne,
che interessano gli strati pi superfciali di cute e suoi annessi, con aspetto ad anello
nelle forme tipiche.
Sulla base dellhabitat naturale sono distinti in geofli, antropofli e zoofli. I geofli
sono di comune riscontro nel terreno e possiedono un corredo enzimatico specializzato
nel degradare la cheratina morta: alcuni possono attaccare la cheratina vivente. A
distribuzione cosmopolita, non inducono solitamente micosi contagiose e
linfezione viene usualmente acquisita per via tellurica. Tipico esempio
rappresentato dal complex di specie Microsporum gypseum. I dermatofti zoofli
sono adattati alla cheratina animale: di solito riconoscono un ospite serbatoio sul
quale inducono lesioni limitate, e sono ulteriormente distinti in zoofli ad ampio e
ristretto spettro dospite, sulla base della capacit infettante nei confronti di altre
specie. Nel primo gruppo rivestono particolare importanza Microsporum canis che
vede come serbatoio naturale il gatto, Trichophyton mentagrophytes il cui serbatoio
rappresentato da roditori e lagomorf, e Microsporum persicolor, i cui ospiti naturali
sono i roditori. Trichophyton equinum viene invece indicato come tipico dermatofta a
ristretto spettro dospite. I dermatofti antropofli sono i pi specializzati, attaccano
selettivamente la cheratina umana ed il riscontro sullanimale viene considerato
eccezionale.
La trasmissione delle dermatoftosi pu avvenire per contatto sia diretto con animali
infetti, che indiretto, tramite fomiti contaminati. Per questo motivo, le prevalenze pi
elevate di dermatoftosi si riscontrano in animali viventi in comunit (canili, stalle,
scuderie, allevamenti intensivi). Inoltre, lelevata resistenza delle artrospore, che
rappresentano lo stadio infettante, per mesi o anni nellambiente in condizioni ottimali
di temperatura ed umidit, spiega perch lutilizzo di strumenti comuni per la pulizia,
lallevamento o il trasporto favoriscono la contaminazione. Per le specie geofle, il
reservoir rappresentato dal suolo, per cui il rischio di contaminazione pi elevato
in animali che hanno pi frequenti contatti col suolo.
L'infezione esordisce a seguito del contatto e conseguente adesione delle artrospore
prodotte durante la fase invasiva ai corneociti dellospite. Le spore non sembrano in
grado di penetrare la cute integra, per cui necessaria la presenza di microtraumi per
facilitare linfezione: infezioni sperimentali sono state indotte riproducendo traumi
simili a quelli prodotti dalle normali operazioni di pulizia del mantello da parte
dellanimale. Seguono una rapida fase di germinazione, favorita da elevati livelli di
temperatura e umidit, e penetrazione attraverso lo strato corneo fno ad arrivare al
follicolo pilifero, con invasione della guaina esterna ed interna del pelo in fase
anagena, grazie al corredo enzimatico di cui tali miceti sono dotati (cheratinasi). La
moltiplicazione fungina prosegue fno ad arrivare a livello della frangia di Adamson,
che rappresenta larea cheratogena.
Nella sede di infezione ha luogo una reazione infammatoria da parte dellospite, la
quale determina lo spostamento del micete in direzione centrifuga, provocando cos
la classica lesione ad anello.
I principali aspetti clinici dellinfezione sono rappresentati da aree di alopecia circolari
e regolari con eritema e squame, di solito non pruriginose, anche se i diversi gradi di
flogosi possono modifcare questo aspetto. Le lesioni possono essere singole o
multiple, e possono avere distribuzione ubiquitaria sul corpo dellanimale, anche se la
met anteriore del corpo sembra essere pi frequentemente interessata. Le lesioni di
solito hanno andamento centrifugo. Lesioni multiple possono confluire, e spesso si
osserva guarigione spontanea al centro dellarea colpita, con ricrescita del pelo.

La frequenza di contagio nel caso di molti dermatofti zoofli spiega lelevata


prevalenza di infezione in animali viventi in collettivit. Le forme cliniche non sono di
solito gravi, ad eccezione di animali giovani fortemente infetti. Rilevanti sono invece le
ripercussioni economiche derivanti dal lungo decorso dellinfezione, dalla frequente
contaminazione ambientale e diffusione dellinfezione tra gli animali, e dalla difficolt
e costo delle misure di controllo. A causa della contagiosit e dellaspetto antiestetico
delle lesioni, la partecipazione degli animali tignosi a mostre e competizioni sportive
interdetta. Infne, le dermatoftosi animali rivestono notevole importanza in sanit
pubblica, poich la maggioranza dei dermatofti isolati dagli animali ha valenza
zoonotica. Nellarea del Mediterraneo, dermatofti zoofli quali M. canis e T.
mentagrophytes sono responsabili di una elevata quota di infezioni umane, in
particolare la prevalenza di infezione da M. canis tende a superare quella da
dermatofti antropofli.
I dermatofti di maggiore riscontro nel cane sono M. canis, M. persicolor, T.
mentagrophytes e M. gypseum, nel bovino Trichophyton verrucosum, nel cavallo
Trichophyton equinum e Microsporum equinum. La prevalenza di infezione pu variare
in funzione di clima e presenza di serbatoi naturali.
Cane
M. canis la specie pi frequentemente isolata. Laspetto clinico tipico
rappresentato da aree alopeciche ben circoscritte, isolate o multiple, di solito poco
pruriginose. Spesso la cute appare desquamata e i peli spezzati. Si segnala anche la
presenza di forme di dermatoftosi focale nodulare con coinvolgimento del derma,
defnite kerion dovuti a M. canis o T. mentagrophytes, meno frequentemente a M.
gypseum. Le lesioni sono di solito singole o poco numerose, spesso localizzate al
muso, circolari e prominenti rispetto alla superfcie cutanea. In cani da caccia o che
hanno frequenti contatti col suolo o con roditori, abbastanza comune lisolamento
di M. gypseum, M. persicolor, T. mentagrophytes dalle regioni della testa,
segnatamente a livello di ponte nasale, aree perioculari, margini dei padiglioni
auricolari.
Controllo
Il controllo delle infezioni da dermatofti zoofli nel cane riferito fondamentalmente
alla specie M. canis, ed ha lo scopo di evitare la trasmissione dellagente sia ad altri
animali che luomo. Da questo punto di vista, il ruolo epidemiologico del cane ha un
minore impatto rispetto al gatto, serbatoio naturale del fungo. In questultima specie
cos come, la quantit di artrospore prodotta usualmente superiore, con conseguente
aumentato rischio di contagio diretto ed indiretto, intra- ed interspecifco.
Bovino
Le dermatoftosi del bovino riconoscono come agente eziologico nella quasi totalit dei
casi Trichophyton verrucosum, raramente si segnalano Trichophyton mentagrophytes
e Microsporum canis.
Le lesioni tipiche sono rappresentate da aree alopeciche circolari a margini netti,
talora pruriginose, con croste spesse e forforose e squame grigiastre di aspetto
farinoso o amiantaceo la cui asportazione rende evidente un tessuto di granulazione
sanguinante. Talora sono presenti monconi di pelo. Le lesioni si riscontrano di solito a
livello della testa, in particolare attorno agli occhi, sul musello e sulla fronte, sul collo,
sul bordo delle orecchie e sulla nuca: meno frequentemente sono coinvolti groppa ed
arti. La tipologia delle alterazioni cutanee appare tuttavia variabile sia nella gravit
che nella localizzazione: i casi completamente asintomatici non sono rari.
Aggravamento della sintomatologia con generalizzazione delle lesioni pu essere
indotto dal grattamento intenso per concomitante infestione da parte di acari della
rogna o pidocchi, con marcato deperimento dellanimale. Laffezione ha in genere
carattere autolimitante, con regressione spontanea dei segni clinici in tempi variabili

da 8 a 12 settimane. Dopo la guarigione il pelo torna normale, ma la cute presenta


aree pi chiare in corrispondenza delle aree di lesione, successivamente
evidenziate dai prodotti per la concia del pellame.
Laspetto e la distribuzione delle lesioni, nonch lelevata contagiosit sono
caratteristiche, per cui la diagnosi di sospetto pu facilmente essere emessa sulla
base di questi riscontri.

Cavallo
I principali agenti eziologici della dermatoftosi equine sono T. equinum in puledri ed
animali adulti, e M. equinum nei puledri. Lisolamento di T. mentagrophytes e M.
gypseum dalle lesioni, cos come lisolamento di pi specie diverse dalle lesioni di
uno stesso animale, sporadico.
Linfezione esordisce con un lieve sollevamento del pelo nelle aree colpite, che
assumono un aspetto arruffato. Successivamente possono formarsi lesioni secche, con
forfora e peli spezzati alla base, non pruriginose che tendono a diffondersi
rapidamente tra gli animali conviventi. Le aree pi colpite sono quelle coperte dai
fnimenti (sella, sottopancia) e il muso.
Le dermatoftosi in questa specie sono di solito autolimitanti e non pregiudicano lo
stato generale dellanimale. Potrebbero per essere indice di una patologia
sottostante, un unico animale ripetutamente colpito, o di problemi nella gestione
dellallevamento, quando episodi di tigna che interessano pi animali sono ricorrenti.
T. equinum un dermatofta a ristretto spettro di ospite, per cui in caso di infezioni
sostenute da questa specie, il passaggio dallanimale ad altre specie, uomo compreso,
poco frequente. In presenza di altre specie fungine, responsabili di infezioni
contagiose, occorre porre maggiore attenzione per evitare il passaggio del fungo ad
altri animali e alluomo. Tra gli antimicotici, lenilconazolo registrato per lutilizzo in
questa specie.
Lagomorf
T. mentagrophytes rappresenta la specie di pi frequente riscontro nel coniglio,
mentre M. canis rappresenta un reperto occasionale. La dermatoftosi pu
interessare sia singoli soggetti, di solito soggetti di propriet tenuti come animali da
compagnia, che animali allevati a scopo zootecnico. In questo caso, la diffusione
dellinfezione spesso legata a cattive condizioni di gestione dell allevamento
quali sovraffollamento, scarsa igiene e carenze nutrizionali.
La trasmissione, al pari di quanto riportato per le dermatoftosi in altre specie
animali, pu avvenire sia per contatto diretto con animali infetti che attraverso
fomiti. La prevalenza di infezione in animali sia sintomatici che asintomatici pu
andare dal 30 all80%. Le lesioni sono di solito caratterizzate da eritema, alopecia,
squame e croste cutanee. Lesordio avviene usualmente a livello della testa, per
poi diffondersi a tutto il corpo, soprattutto in assenza di trattamento. I conigli
asintomatici possono comportarsi da portatori, rappresentando uninsidiosa fonte di
contagio per gli altri animali e per luomo.
Considerando che nellallevamento intensivo del coniglio non sempre possibile
creare condizioni di vuoto sanitario, e che le condizioni ambientali dei capannoni
(sovraffollamento, temperatura e umidit elevate, grande quantit di frammenti di
pelo infetto) sono ottimali per la sopravvivenza delle spore,
leradicazione dellinfezione in questi casi risulta particolarmente difficile.

Controllo
Lisolamento e trattamento dellanimale infetto non possono prescindere dal
trattamento ambientale. Le artrospore disseminate dallanimale infetto nellambiente
sono estremamente resistenti e leggere, per cui possono formare facilmente un
aerosol. Questo aumenta i rischi di esposizione, di nuove infezioni nonch di
reinfezioni.

La decontaminazione ambientale dovrebbe essere effettuata tramite una prima fase


di eliminazione meccanica di spore e detriti cheratinici infetti, seguita da detersione
e successiva disinfezione delle superfci con prodotti specifci quali ipoclorito di sodio
diluito 1:10 per 10, soluzione di enilconazolo (specialit registrata unicamente per
utilizzo topico nel cavallo, per cui qualunque altro uso da considerare out of label),
disinfettanti per uso ambientale a base di perossimonosolfato o miscele di sali
quaternari di ammonio.
Superfci, gabbie, cucce, trasportini, strumenti per toelettatura, allevamento e gioco,
coperte, teli, fnimenti e quantaltro devono essere lavati e disinfettati, con
particolare attenzione a locali, strumenti ed accessori di uso comune a pi animali.
Laddove questo non fosse possibile, occorre eliminare tutto quanto possa essere
potenzialmente contaminato.
Impatto
Le tigne del bovino (T. verrucosum), del cane (M. canis, T. mentagrophytes) e dei
roditori (T. mentagrophytes) oltre che sulla sanit e benessere animale hanno un
importante impatto sulla sanit pubblica essendo agenti eziologici di dermatoftosi
umane.

Principali micosi sostenute da lieviti


Criptococcosi
Appartengono al genere Cryptococcus lieviti basidiomiceti spesso capsulati, non
fermentanti, con distribuzione ubiquitaria. Microscopicamente sono caratterizzati da
forma rotondeggiante, con una capsula mucopolisaccaridica che pu inglobare pi
blastospore. Le colonie appaiono pi o meno mucose, a seconda della quantit
di materiale capsulare con colore dal crema al giallo. Appartengono a questo
genere
numerose specie saprofte ambientali, pi importanti e pi patogene sono il
complesso di specie Cr.neoformans-Cr.gattii.
Hanno distribuzione cosmopolita ed hanno come biotopi preferenziali suoli ricchi di
materiale vegetale e guano di piccione. Il contagio avviene per inalazione: le
basidiospore sono considerate le particelle infettanti per eccellenza, misurando 2-3
m possono infatti invadere gli alveoli, mentre le blastospore che misurano da 10 a 60
m non sarebbero in grado. Lingestione, con una prima localizzazione nel tratto
gastrointestinale considerata una via assai meno frequente. Sono segnalate mastiti
criptococciche in bovini da latte ed ovicaprini.
Nelle specie aviarie sono descritte forme respiratorie superfciali e profonde e lesioni
granulomatose cutanee. Nel cavallo si osservano segni nervosi e respiratori.
Criptococcosi del cane
Sono colpiti con maggior frequenza gli animali giovani e che conducono vita
allaperto, pi spesso di taglia grande. La malattia nel cane perlopi sistemica
con coinvolgimento del SNC, con crisi epilettiche. Segni respiratori con essudazione
nasale sono riportati nella met dei casi, frequenti le lesioni gastrointestinali, pi
frequenti che nel gatto. E stato riferito coinvolgimento renale, mentre le lesioni
cutanee sono meno comuni che nel gatto.

Come per molte altre micosi, il controllo delle criptococcosi, data la natura ubiquitaria
degli agenti eziologici, di difficile attuazione.
Candidosi
Al genere Candida appartengono oltre 200 specie di lieviti in parte deuteromiceti,
parte ascomiceti, caratterizzati dalla mancata produzione di pigmenti in coltura.
Candida albicans un endosaprofta delle mucose degli apparati digerente e genitale
delluomo e degli animali, le specie non albicans sono esosaprofti, di comune
riscontro nellambiente.
C. albicans presenta una diversa morfologia a seconda che si trovi in sede di
localizzazione come saprofta o come opportunista agente di micosi. Nel primo caso si
manifesta come un lievito rotondeggiante con blastospore a base stretta, nel secondo
caso in grado di sviluppare un vero e proprio micelio, con flamenti inframezzati da
clamidospore a parete spessa, con diametro di circa 12 m. Macroscopicamente il
micelio di Candida appare sulle mucose sotto forma di pseudomembrane, dette
mughetto.
Le specie non albicans sono invece sempre presenti come blastospore, con forme che
variano da rotondeggianti, ellittiche o allungate, irregolari, a seconda della specie.
Le candidosi negli animali sono da considerarsi occasionali.
Linfezione avviene dallambiente per le specie non albicans, mentre C. albicans
viene contratta per via endogena. La colonizzazione degli animali, uomo compreso,
con tale micete, avviene al momento del parto, col passaggio attraverso le
mucose delle vie genitali materne, gi colonizzate. Questo micete d micosi sulle
mucose orali, gastrointestinali e vaginali ed infezioni sistemiche.
In uccelli domestici ed esotici sono descritti episodi di ventriculite, miocardite e
frequente il coinvolgimento del tratto digerente in giovani animali con sistema
immunitario immaturo o in adulti sottoposti a trattamenti antibiotici prolungati.
Sono riportati casi di mastiti nei ruminanti, in prevalenza sostenute da C. albicans.
Candidosi del cane
Sono riferite localizzate quali cistiti, peritoniti, enteriti associate con parvovirosi,
diabete e somministrazione di corticosteroidi e dermatiti. C. albicans non fa parte
della comune flora cutanea e la sua presenza sempre espressione di una diretta
responsabilit in una patologia. Le candidosi cutanee sono caratterizzate da intensa
essudazione ed eritema. C. albicans il principale agente eziologico, seguita da
C. parapsilosis e C. guilliermondii. Nel cane sono descritte, pur con minore
frequenza, forme sistemiche a partenza da focolai localizzati.
Dato il carattere sporadico della malattia, il controllo delle candidosi in medicina
veterinaria di difficile attuazione.

Microsporidi
I microsporidi sono un gruppo di parassiti intracellulari obbligati, classifcati tra i
funghi dal 2009. Da studi flogenetici risultano strettamente correlati al phylum
Zygomycota. Sono parassiti arcaici che colpiscono un ampio range di ospiti, che
comprendono insetti, pesci e mammiferi. Nel loro ciclo vitale si distinguono 2 stati,

uno vegetativo intracellulare detto meronte ed una forma sporogonica, la spora,


infettante per le cellule dellospite, in grado di sopravvivere nel mondo esterno. Il
meronte si riscontra nel citoplasma delle cellule dove accede direttamente ai
nutrienti. La spora misura pochi micrometri, ha una forma ovalare ed al di sotto della
parete cellulare presenta una lungo tubulo avvolto intorno alla spora stessa,
terminante con un disco adesivo. Al momento del contatto con la cellula target il
tubulo si estroflette ed inietta lo sporoplasma allinterno del citoplasma dellospite,
dando luogo alla formazione di meronti, che produrranno a loro volta spore che
verranno liberate nellambiente.
Microsporidi dimpatto negli animali sono Nosema apis e Nosema ceranae nelle api
ed Encephalitozoon cuniculi nel coniglio e nel cane.
Nosemiasi delle api
Nosema apis un microsporidio che si trasmette per via oro fecale tra le api, nelle
quali provoca sindromi diarroiche anche piuttosto gravi. Le regine trasportano
linfezione anche ai nuovi alveari. Prima del 2006 si riteneva che le api fossero
infettate solo da questo microsporidio, ma una seconda specie, N. ceranae, originaria
dalle api asiatiche, si dimostrata in grado di infettare anche Apis mellifera,
diventando ubiquitario. Questo parassita sospettato come una delle concause della
sindrome di spopolamento degli alveari.
Le spore sono estremamente persistenti nellambiente dove rimangono infettanti per
oltre un anno.
Encefalitozoonosi
Encephalitozoon cuniculi il microsporidio isolato con maggior frequenza nei
vertebrati omeotermi, uomo compreso, e rappresenta lagente eziologico dell
encefalitozoonosi. Segnalato in coniglio, topo, canidi e primati. Sono noti 3 ceppi (I
coniglio, II topo e III cane), solo I e III sono zoonotici e si riscontrano come agenti di
infezione sistemica nei pazienti immunocompromessi. Il genotipo III stato segnalato
nellemisfero occidentale e l I in Europa.
Nei conigli l'infezione ha un decorso cronico e latente e solo in una piccola percentuale
di animali essa si manifesta clinicamente con un corredo sintomatologico
caratterizzato da sintomi neurologici, oculari e connessi con linsufficienza renale.
Negli animali da allevamento, specialmente in quelli allevati intensivamente,
l'infezione pu essere causa di considerevoli perdite economiche per laumento della
mortalit e del numero degli animali scartati dalla produzione e per gli scarsi
incrementi ponderali. Nella trasmissione verticale (transplacentare) anche il
cristallino pu essere interessato. Le prime alterazioni tissutali si osservano a
livello renale, epatico e polmonare mentre l'encefalo colpito qualche mese dopo.
La malattia nel cane piuttosto rara e si manifesta con depressione, inappetenza,
segni neurologici progressivi e morte. Il quadro istopatologico mostra lesioni tipiche di
encefalite e nefrite.

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