Una immagine di 30
linee
secondo.
Questo tipo di televisione fu definita elettromeccanica in quanto utilizzava il disco di
Nipkow, dispositivo elettromeccanico.
Per giungere alla successiva evoluzione della televisione, per, necessario effettuare un
altro passo indietro, precisamente ritornando nel 1897, quando Karl Ferdinand Braun
cre l'oscilloscopio a raggi catodici, precursore del famoso tubo catodico televisivo.
Questo dispositivo, dotato di un cannone elettronico, porta un fascio di elettroni presenti
ad un capo del tubo ad impattare violentemente contro una superficie ricoperta di fosfori
presente nell'altro capo, i quali diventano luminescenti al momento dello scontro. Se lo
spostamento degli elettroni velocissimo, si avr la sensazione ottica di una vera e
propria "riga" luminosa, come quando si muove rapidamente una torcia elettrica.
Il primo display televisivo non tard ad arrivare: nel 1927, infatti, lo statunitense Philo
Farnsworth fece utilizzo dell'oscilloscopio a raggi catodici di Braun per realizzare il
cinescopio. Fondamentale era, per
realizzare un vero e proprio monitor
televisivo, la possibilit di formare molte
pi righe luminose, andando a formare un
quadro, e quella di modulare l'intensit
del fascio di elettroni secondo
l'andamento del segnale video.
L'innovazione fu dunque quella di deviare
questo fascio mediante delle placche
elettromagnetiche che costituiscono il
cosiddetto giogo di deflessione. Appositi
circuiti elettronici pilotano gli
Funzionamento del cinescopio
elettromagneti del giogo in modo da
effettuare una scansione in perfetta sincronia.
Questa invenzione, assieme alla scoperta dell'effetto fotoelettrico, diede avvio alla
televisione definita "elettronica" ed alla prima
telecamera, ad opera del russo Vladimir
Zworykin.
L'invenzione in questione, chiamata iconoscopio,
costituita da una ampolla di vetro al cui interno si
trova da un lato una lamina metallizzata di mica
(un composto isolante) con una grande quantit di
elementi sensibili alla luce e dall'altro dei
microscopici granuli di ossido di cesio, in modo da
formare una sorta di condensatore.
Un pennello elettronico esplora periodicamente
Struttura dell'iconoscopio
tutta la superficie di mica e quando investe uno di
questi condensatori elementari ne provoca la scarica, inducendo cos una piccola corrente
elettrica proporzionale alla carica, che a sua volta proporzionale all'intensit della luce.
La scansione effettuata da due coppie di elettrodi, agenti fra piani fra loro ortogonali: la
differenza di potenziale fra gli elettrodi produce il movimento del pennello elettronico
nella direzione desiderata (sistema di Zennec).
Sulla faccia anteriore della lamina di mica messa a fuoco un'immagine, tramite un
obbiettivo come quelli che ormai erano largamente impiegati nelle macchine
fotografiche; la sua scansione viene effettuata riga per riga, fino a costituire un quadro.
Per molti anni si discusse su quale fosse la tipologia di televisione migliore, se quella
elettromeccanica o quella elettronica, ma alla fine, come tutti sappiamo, la spunt
quest'ultima. Il motivo principale di questa scelta fu che la televisione elettronica era in
grado di produrre un maggior numero di linee visive (pi del doppio di quella
elettromeccanica, 375 contro 180, per poi passare a 441). Un'altra ragione fu la
particolare creazione della cosiddetta tecnica di interlacciamento, che divideva la
scansione delle linee in due semiquadri, rispettivamente composti dalle linee dispari e
dalle linee pari; in questo modo il fascio di elettroni si scontra pi frequentemente con la
superficie composta da fosfori, permettendo una immagine molto pi stabile, riducendo
sensibilmente quella sorta di sfarfallamento che caratterizzava i primissimi film con una
cadenza di immagini troppo bassa.
Si comprende perfettamente che la reale qualit di una trasmissione televisiva dipende sia
dal numero di linee presenti che dalla frequenza delle immagini proposte. Si svilupparono
nel corso degli anni tre principali soluzioni di standard televisivi:
Facciamo ora per un altro passo indietro. Come possibile trasmettere a grandissime
distanze una vera e propria trasmissione televisiva?
La comune trasmissione televisiva terrestre da noi comunemente utilizzata e detta anche
via etere, sicuramente equiparabile alla trasmissione audio della radio: vengono
dunque sfruttate le cosiddette onde radio o microonde. La trasmissione di segnali
televisivi presenta una serie di particolari problemi non presenti nelle trasmissioni audio,
il principale dei quali la larghezza di banda.
La quantit di informazione che pu essere trasportata da un segnale radio
proporzionale alla sua frequenza, per questo motivo la frequenza delle onde radio
televisive deve essere particolarmente elevata: si fa dunque utilizzo di onde radio in alta
frequenza. La televisione ne usa principalmente due tipi:
VHF (Very High Frequency), che sta indicare lo spettro delle onde radio comprese
fra 30 e 300 MHz.
UHF (Ultra High Frequency), che comprende lo spettro di banda delle onde radio che
va dai 300 MHz ai 3 GHz.
E' possibile ottenere l'adattamento del segnale alla banda passante del canale, che ne
deve contenere lo spettro.
Consente di trasmettere contemporaneamente attraverso lo stesso supporto fisico
segnali che, se trasmessi in banda base, risulterebbero avere spettri sovrapposti con
conseguenti effetti di interferenza reciproca.
Si ha la massima emissione di potenza se le dimensioni delle antenne (sia quella
emittente che quella ricevente) sono dello stesso ordine di grandezza della lunghezza
d'onda del segnale da trasmettere.
Permette una riduzione del rumore e delle interferenze.
Nella immagine qui sopra si pu notare le differenze di risoluzione dei due formati
HDTV comparati con gli standard PAL, NTSC e SECAM. Nell'ambito della televisione
digitale, infatti, la descrizione dell'immagine viene effettuata con la suddivisione in pixel.
Essendo la risoluzione della HDTV molto pi elevata, stata resa necessaria un'altra
codifica per il suo segnale, quella dell'MPEG-4. Per risparmiare ulteriormente banda di
trasmissione, specialmente per quanto riguarda i canali in alta definizione, in arrivo
prossimamente il nuovo standard DVB-T2, che permetter un risparmio del 30%.
Ora arrivato il momento di descrivere la televisione come sar nel futuro, recente o pi
lontano, parlando della televisione via internet.
Normalmente ci si riferisce alla televisione via internet con l'acronimo IPTV (Internet
Protocol TeleVision), ma in realt ci sbagliato. Potrebbe essere semplicemente
chiamata Cable Tv, tv via cavo, che negli USA esiste da decenni ormai.
La televisione autenticamente fruita attraverso il web, si pu chiamare Web TV, che si
basa sulla trasmissione di dati in streaming. Lo streaming, dalla definizione inglese della
parola stream, si pu identificare come un flusso di dati audio-video, trasmessi da un
server (il computer trasmettitore dei dati) ad una serie di client (i computer riceventi).
I flussi streaming possono essere basati sulla tecnologia di Windows Media, Real Video,
Adobe Flash Video (il pi utilizzato al giorno d'oggi) e Silverlight.
Esistono due tipologie principali di streaming:
Streaming live, esattamente la riproduzione in internet della televisione come
normalmente la conosciamo.
Streaming on demand, nella quale il dati audio-video vengono memorizzati e
catalogati nei server in modo da essere fruiti dagli utenti in qualunque momento,
senza essere legati da alcun palinsesto; il celeberrimo Youtube un esempio calzante
di questa tecnologia.
Il pi grosso limite odierno della Web TV la qualit relativamente bassa in media dei
canali televisivi, ancora lontani dalla televisione tradizionale. La qualit di un canale di
internet regolato dal suo bitrate, che costringe il client a produrre una velocit di
scaricamento (download) almeno pari ad esso; mediamente un canale televisivo
tradizionale come ad esempio uno RAI, possiede un bitrate di circa 5-6 MB/s,
difficilmente raggiungibile con le basse velocit della nostra comune ADSL. Inoltre la
velocit di invio (upload) del server deve essere particolarmente elevata per poter inviare
la stessa quantit di dati ad un numero imprecisato di client riceventi.
Per ovviare parzialmente a questo problema stata ideata la P2PTV (Peer To Peer
TeleVision), una rete di computer che non possiede server o client fissi, ma tanti peer
equivalenti che fungono sia da client che da server. Detta in soldoni, per quanto riguarda
la P2PTV, la si pu descrivere in questo modo: il peso della trasmissione non va a
intaccare solo la connessione di chi trasmette (server), ma anche di chi guarda (client) che
ridistribuisce il tutto agli altri client, bilanciando quindi la rete. Questo riduce quindi la
banda necessaria del server per trasmettere ad una determinata qualit, consentendo
Bibliografia