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LEZIONE 1

1.1. Matrici a coefficienti in R.


Definizione 1.1.1. Siano m, n Z positivi. Una matrice m n a coefficienti in R `e un
insieme di mn numeri reali disposti su m righe ed n colonne circondata da parentesi. Tali
numeri sono dette entrate o componenti della matrice.
Linsieme di tutte le matrici m n a coefficienti in R si indicher`a con Rm,n . La matrice
0m,n Rm,n avente tutte le entrate nulle viene detta matrice nulla.
Se m = n si parler`
a di matrici quadrate, se m = 1 di matrici riga, se n = 1 di matrici
colonna.
La definizione data sopra ha senso anche quando m = n = 1. In tal caso per`
o, si
1,1
preferisce identificare R con R.
Esempio 1.1.2. Diamo alcuni esempi di matrici.


1

1
3,2

21 R ,
B=
A = 3/19

0
0

1
C = 2 R3,1 ,
D = ( 1 0 ) R1,2 ,
3

3/19
0

21 0

E=

1
0

R2,3 ,

0
1

R2,2 .

C, D, E sono, rispettivamente, una matrice colonna, riga, quadrata. Invece A e B non


sono n`e riga, n`e colonna, n`e quadrate. Invece la tabella

1 2
3 4
2 1
0
17
non `e una matrice.
Sia A Rm,n . Ad ogni sua entrata a rimangono associati due numeri interi positivi,
gli indici i e j della riga e della colonna al cui incrocio si trova a: i e j vengono detti
rispettivamente indice di riga e indice di colonna di a, a si dice lentrata in posizione (i, j):
spesso, per indicarla nelle formule, si scriver`a ai,j . In particolare, la matrice A si indica
sovente con il simbolo
A = (ai,j ) 1im .
1jn

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1.1. MATRICI A COEFFICIENTI IN R

Se A `e quadrata con m = n si scrive anche


A = (ai,j )1i,jn .
Quando le dimensioni della matrice sono fissate spesso le entrate si indicano con lettere
distinte. Per esempio, una matrice 2 2 generica verr`a indifferentemente indicata con uno
dei seguenti simboli:

(ai,j ) 1i2 ,
1j2

(ai,j )1i,j2 ,

a1,1
a2,1

a1,2
a2,2


,

a
c

b
d


.

Esempio 1.1.3. Si considerino

21 R3,2 ,
A = 3/19
0
0


B=

3/19
0

21 0

R2,3

Allora lentrata (1, 2) di A `e a1,2 = . Le entrate (3, 1) e (3, 2) di A sono a3,1 = a3,2 = 0.
Invece le entrate (3, 3) e (2, 3) non esistono.
Similmente le entrate (3, 1), (3, 2), (3, 3) di B non esistono. Invece le entrate (1, 2) e
(2, 3) di B sono b1,2 = 3/19 e b2,3 = 0.
Definizione 1.1.4. Sia A Rm,n . Lopposto di A `e la matrice di Rm,n , indicata con A,
la cui entrata (i, j) coincide con lopposto dellentrata (i, j) della matrice A per i = 1, . . . , m
e j = 1, . . . , n.
Se A = (ai,j ) 1im Rm,n spesso si scriver`a, in simboli, A = (ai,j ) 1im Rm,n .
1jn
1jn
Per esempio, per le matrici A e B degli Esempi 1.1.2 e 1.1.3, vale

1
A = 3/19
0

21 R3,2 ,
0


B =

3/19

21

0
0

R2,3 .

Definizione 1.1.5. Due matrici


A0 = a0i,j

1im0
1jn0

A00 = a00i,j

1im00
1jn00

si dicono uguali se hanno lo stesso numero di righe e colonne, cio`e m0 = m00 = m, n0 = n00 =
n, e se le entrate aventi la stessa posizione nelle due matrici coincidono, cio`e a0i,j = a00i,j
per ogni i = 1, . . . , m e j = 1, . . . , n.
Le due matrici A e B degli Esempi 1.1.2 e 1.1.3 sono perci`o diverse. Ciononostante sono
legate da unovvia relazione: lentrata (i, j) di A coincide con lentrata (j, i) di B.

LEZIONE 1

Definizione 1.1.6. Sia A Rm,n . La trasposta di A `e la matrice di Rn,m , indicata con


t
A, la cui entrata (j, i) coincide con lentrata (i, j) della matrice A per i = 1, . . . , m e
j = 1, . . . , n.
Se A = (ai,j ) 1im Rm,n spesso si scriver`a, in simboli, t A = (aj,i ) 1jn Rn,m . Per
1jn

1im

esempio, per le matrici A e B degli Esempi 1.1.2 e 1.1.3 vale B = t A e A = t B.


Proposizione 1.1.7. Valgono le seguenti propriet`
a:
(T1) per ogni matrice A risulta A Rm,n se e solo se t A Rn,m ;
(T2) per ogni matrice A Rm,n risulta t (t A) = A;
(T3) per ogni matrice A Rm,n risulta t (A) = (t A). 
In qualche senso loperazione di trasposizione ci permette di identificare, alloccorrenza,
matrici mn con matrici nm: per esempio, identificare matrici riga con matrici colonna.
1.2. Matrici quadrate.
In questo paragrafo descriveremo alcune classi notevoli di matrici quadrate. Innanzi
tutto diamo una definizione.
Definizione 1.2.1. Sia A = (ai,j )1i,jn Rn,n . La diagonale di A `e linsieme ordinato
delle entrate di posizione (i, i) di A.
Per esempio, se

A=
2

17
0
3/4

4
8 ,
e

la diagonale di A `e la successione ordinata (1, 0, e) (e non (1, e) o (e, 1, 0) o altro).


Esempio 1.2.2. Una matrice quadrata A = (ai,j )1i,jn Rn,n si dice diagonale se tutte
le entrate al di fuori della diagonale sono nulle, ovvero, in simboli, se ai,j = 0 quando i 6= j.
Per esempio,

1 0 0
A = 0 0 0
0 0 e
`e diagonale. Una matrice diagonale pu`o essere descritta indicando solo la sua diagonale: per
esempio, la matrice A di cui sopra viene spesso indicata con il simbolo A = diag(1, 0, e).
Invece

0 17 0
B = 0
0
0
0
0
0
non lo `e.
Si noti che la matrice nulla 0n,n `e diagonale.

1.2. MATRICI QUADRATE

Fra le matrici diagonali una `e particolarmente importante e, percio, merita un simbolo


ed un nome particolari: si tratta della matrice identit`a di ordine n, indicata con In . Si
tratta della matrice diagonale avente tutte le entrate diagonali uguali ad 1. Per esempio,

1 0 0 0


1 0 0
1 0
0 1 0 0
I1 = (1),
I2 =
,
I3 = 0 1 0 ,
I4 =
.
0 1
0 0 1 0
0 0 1
0 0 0 1
Esempio 1.2.3. Una matrice quadrata A = (ai,j )1i,jn Rn,n si dice triangolare
superiore se le sue entrate al di sotto della diagonale si annullano, ovvero, in simboli,
se ai,j = 0 quando i > j. Per esempio,

1 17 4
0
8
A = 0
0
0
e
`e triangolare superiore.
Similmente si pu`
o introdurre la nozione di matrice trangolare inferiore. La matrice
A = (ai,j )1i,jn Rn,n si dice triangolare inferiore se le sue entrate al di sopra della
diagonale si annullano, ovvero se ai,j = 0 quando i < j. Per esempio,

1
0
0
B =
0
0
2 3/4 e
`e triangolare inferiore.
A = (ai,j )1i,jn Rn,n si dice strettamente triangolare superiore (inferiore) se `e
triangolare superiore (inferiore) e le sue entrate sulla diagonale si annullano, ovvero se
ai,j = 0 quando i j (i j). Per definizione ogni matrice strettamente triangolare
superiore od inferiore `e triangolare superiore od inferiore, ma non vale il viceversa: infatti
le matrici A e B sopra riportate sono, rispettivamente, triangolare superiore ed inferiore
ma non lo sono strettamente.
Si noti che la matrice nulla 0n,n `e (strettamente) triangolare superiore ed inferiore.
Esempio 1.2.4. Una matrice quadrata A = (ai,j )1i,jn Rn,n si dice simmetrica se
coincide con la sua trasposta, ovvero, in simboli, se t A = A: ci`o significa ai,j = aj,i per
ogni i, j = 1, . . . , n, quindi le entrate in posizione simmetrica al di fuori della diagonale
sono uguali. Per esempio,

1
17 4
A = 17
0
8
4
8
e
`e simmetrica. Invece

1
17 4
B= 4
0
8
17
8
e

LEZIONE 1

non `e simmetrica perche b1,2 = 17 6= 4 = b2,1 .


Si noti che ogni matrice diagonale, in particolare, la matrice nulla 0n,n , `e simmetrica.
Invece non possono essere simmetriche le matrici (strettamente) triangolari superiori ed
inferiori che non siano diagonali.
Esempio 1.2.5. Una matrice quadrata A = (ai,j )1i,jn Rn,n si dice antisimmetrica
se coincide con lopposto della sua trasposta, ovvero, in simboli, se t A = A: ci`
o significa
ai,j = aj,i per ogni i, j = 1, . . . , n, quindi le entrate diagonali devono essere nulle, e quelle
in posizione simmetrica al di fuori della diagonale sono opposte. Per esempio,

0 17 4
A = 17
0
8
4 8 0
`e antisimmetrica. Invece

1
B = 17
4

17
0
8

4
8,
0

0
C = 17
4

17 4
0
8,
8 0

non sono antisimmetriche perche b1,1 = 1 6= 0 e c3,1 = 4 6= c1,3 .


Si noti che lunica matrice diagonale o (strettamente) triangolare superiore ed inferiore
o simmetrica che sia anche antisimmetrica `e la matrice nulla 0n,n .
1.3. Somma e prodotto per scalari.
In questo paragrafo definiremo due importanti operazioni su matrici. Iniziamo a definire
la somma di matrici.
Definizione 1.3.1. Siano A = (ai,j ) 1im , B = (bi,j ) 1im Rm,n . Definiamo somma
1jn

1jn

di A e B la matrice di Rm,n , indicata con A+B, la cui entrata in posizione (i, j) `e ai,j +bi,j .
Si noti che la somma `e stata definita solo per matrici aventi le stesse dimensioni.
Esempio 1.3.2. Si ha

1
5
3


1
0

7
+
3
2
1/2

1
1
0
4 = 8
3.
0
5/2 2

Proposizione 1.3.3. Valgono le seguenti propriet`


a:
m,n
(S1) per ogni A, B R
si ha A + B = B + A (la somma `e commutativa);
m,n
(S2) per ogni A, B, C R
si ha A+(B +C) = (A+B)+C (la somma `e associativa);
(S3) la matrice nulla `e lunico elemento neutro per la somma, cio`e `e lunica matrice tale
che 0m,n + A = A, per ogni A Rm,n ;
(S4) per ogni A Rm,n , A `e lunico elemento opposto di A, cio`e `e lunica matrice tale
che A + (A) = 0m,n .

1.3. SOMMA E PRODOTTO PER SCALARI

Inoltre:
(ST) per ogni A, B Rm,n si ha t (A + B) = t A + t B.

Se A, B Rm,n , spesso scriveremo A B invece di A + (B). Passiamo ora a definire


il prodotto di una matrice per un numero reale.
Definizione 1.3.4. Siano R, A = (ai,j ) 1im . Definiamo prodotto dello scalare
1jn

per A la matrice di Rm,n , indicata con A, la cui entrata in posizione (i, j) `e ai,j .
Esempio 1.3.5. Si ha

2

3
1

2
7

5
0


=

6
2

4
14

10
0


.

Proposizione 1.3.6. Valgono le seguenti propriet`


a:
(P1)
(P2)
(SP1)
(SP2)

per
per
per
per

ogni
ogni
ogni
ogni

A Rm,n si ha 1A = A;
1 , 2 R e A Rm,n si ha 1 (2 A) = (1 2 )A;
1 , 2 R e A Rm,n si ha (1 + 2 )A = 1 A + 2 A;
R e A, B Rm,n si ha (A + B) = A + B.

Inoltre:
(PT) per ogni R, A Rm,n si ha t (A) = (t A);
(LP) per ogni R, A Rm,n si ha A = 0m,n se e solo se o = 0 o A = 0m,n (legge
di annullamento del prodotto per scalari). 

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