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In una recente pronuncia la Corte di Cassazione ribadisce che la pronuncia ecclesiastica di nullità matrimoniale, regolarmente delibata,
stabilisce l’invalidità del matrimonio e l’insussistenza del vincolo, con consequenziale cessazione
della materia del contendere in ordine alla domanda di separazione personale ed alle
correlate statuizioni circa l’addebito e l’assegno di mantenimento, adottate nel processo e non
ancora divenute intangibili.
Titre original
GLI EFFETTI DELLA SENTENZA ECCLESIASTICA DI NULLITÀ DEL MATRIMONIO NEI PROCEDIMENTI DI SEPARAZIONE E DIVORZIO
In una recente pronuncia la Corte di Cassazione ribadisce che la pronuncia ecclesiastica di nullità matrimoniale, regolarmente delibata,
stabilisce l’invalidità del matrimonio e l’insussistenza del vincolo, con consequenziale cessazione
della materia del contendere in ordine alla domanda di separazione personale ed alle
correlate statuizioni circa l’addebito e l’assegno di mantenimento, adottate nel processo e non
ancora divenute intangibili.
In una recente pronuncia la Corte di Cassazione ribadisce che la pronuncia ecclesiastica di nullità matrimoniale, regolarmente delibata,
stabilisce l’invalidità del matrimonio e l’insussistenza del vincolo, con consequenziale cessazione
della materia del contendere in ordine alla domanda di separazione personale ed alle
correlate statuizioni circa l’addebito e l’assegno di mantenimento, adottate nel processo e non
ancora divenute intangibili.
DI SEPARAZIONE E DIVORZIO In una recente pronuncia la Corte di Cassazione (Cass. Civ., Ord., Sez. VI, 19 febbraio 2014, n. 3998) ribadisce che la pronuncia ecclesiastica di nullit matrimoniale, regolarmente delibata, stabilisce linvalidit del matrimonio e linsussistenza del vincolo, con consequenziale cessazione della materia del contendere in ordine alla domanda di separazione personale ed alle correlate statuizioni circa laddebito e lassegno di mantenimento, adottate nel processo e non ancora divenute intangibili. Il passaggio in giudicato della sentenza ecclesiastica, in pendenza del giudizio di separazione dei coniugi, fa venire meno il vincolo coniugale e, quindi, fa cessare la materia del contendere in ordine alla domanda di separazione personale ed alle correlate statuizioni circa laddebito e lassegno di mantenimento, adottate nel processo e non ancora divenute intangibili, le quali presuppongono lesistenza e la validit del matrimonio e del conseguente vincolo. Questo principio, gi enunciato in precedenti decisioni, stato ribadito dalla Cassazione nellordinanza del febbraio scorso.
STUDIO LEGALE CECATIELLO
Via Carducci, 12 -20123 Milano T +39 02 72022862 F +39 02 89016054 E-mail studio@cecatiello.it C.F. CCTRND70S12F205P P.IVA 06067090966 www.cecatiello.it cecatiello@pec.it
Nel caso in esame la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso avverso la sentenza
impugnata con la quale la corte dappello, in riforma della pronuncia di primo grado, aveva dichiarato la separazione personale con addebito allex marito ponendo a carico di questultimo lobbligo di contribuire nella misura del cinquanta per cento alle spese scolastiche, medico sanitarie non coperte dal Servizio sanitario nazionale per la figlia debitamente documentate con compensazione delle spese di lite. In seguito alla proposizione del ricorso principale e di quello incidentale avverso la pronuncia predetta, il ricorrente aveva poi rappresentato che nelle more la corte distrettuale aveva delibato la sentenza ecclesiastica di nullit del matrimonio concordatario celebrato tra le parti. Mentre il ricorso principale, osserva la Cassazione, deve qualificarsi inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, quello incidentale relativo alla statuizione sulle compensazione delle spese di lite, deve essere respinto alla luce dellorientamento costante secondo il quale in tema di regolamento delle spese processuali, il sindacato della Corte di cassazione limitato ad accertare che non risulti violato il principio secondo il quale le spese non possono essere poste a carico della parte totalmente vittoriosa, pertanto, esula da tale sindacato e rientra nel potere discrezionale del giudice di merito la valutazione dellopportunit di compensare in tutto o in parte le spese di lite, e ci sia nellipotesi di soccombenza reciproca, sia nellipotesi di concorso di altri giusti motivi.
Armando Cecatiello Avvocato, Milano
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