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Dionysos con una sposa (pp. 31-52)
La plus ancienne reprsentation connue de Dionysos se trouve sur l'une des quelques amphores mliennes monumentales qui
nous sont parvenues. On propose ici une interprtation de cette image. En l'absence de parallles contemporains directs, on
cherche dgager les caractristiques et les significations de base du systme figuratif auquel cette image appartient. En plus
du message de chacun des motifs prsents sur les amphores mliennes, on tient compte de leur position sur le vase et de la
fonction de celui-ci dans la ralit de l'poque. Dionysos s'y rvle un dieu troitement li la sphre hroco-aristocratique , qui
intervient dans des occasions de caractre soit nuptial soit funraire. Le personnage fminin de cette mme image ne doit pas
tre dfini en termes mythologiques mais plutt comme prototype de la femme marie.
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Le anfore melie sono piuttosto crateri a piede alto monumentali8. A renderle particolarmente vistose , oltre le grandi dimensioni (possono arrivare a un mtro d'altezza9) la ricca decorazione ornamentale e figurata
anche policroma disposta in modo da mettere in risalto uno dei due lati del
vaso. Le anfore melie erano pertanto destinate a far mostra di se, a richiamare l'attenzione su chi dlia loro creazione ed esposizione al pubblico era
responsabile: pi che sul ceramista owiamente sul committente.
Sono purtroppo pochissimi gli indizi archeologici di cui disponiamo per
definire la funzione cui le anfore melie erano destinate. Certo che potevano servire sia da sema sepolcrale che da monumento votivo10. Ma non si
pu escludere che prima di tali dfinitive destinazioni servissero ad altri usi
di tipo cerimoniale (rappresentanza, banchetto rituale, ecc). Mentre
inverosimile ne , gi a causa dlia vulnerabile e costosa policromia e le
poco maneggevoli dimensioni, un uso pratico quotidiano.
Una destinazione contemporaneamente sepolcrale e votiva pu a prima
vista sorprendere. Ma trova una conferma all'interno stesso dell'ambiente culturale dlie anfore melie, nella produzione minore dlia stessa
fabbrica: le anfore e idrie di formato normale provenienti dalle stesse offi
cine si sono, come si sa, conservate in gran numro nel deposito di Rheneia
che conteneva il materiale dlie necropoli archaiche di Delos11. Una di
8. R. M. Cook, Greek Painted Pottery2 , London 1972, p. 112. Sui problemi di localizzazione: F. Zaphiropoulou, "La cramique mlienne: origine et provenance", in Les
Cyclades. Matriaux pour une tude de gographie historique. Table-ronde, Dijon
1982, Paris, 1983, pp. 177-183.
9. Papastamos, op. cit. (nota 4), p. 9. Da aggiungere a quella srie sarebbero, da
Oisyme, oggi al museo di Kavala, un'anfora monumentale inedita (inv. A 3525: personaggi stanti , di cui uno alato , sul pannello del collo ; biga quadriga verso destra sul pannello maggiore; cavalli antitetici sul pannello posteriore) e il frammento di una seconda
(parte del pannello del collo con quadriga) . Da considerare a parte , nella srie del Papas
tamos, sarebbe invece la cosiddetta "Sphinxamphora", che pi prossima, per dimens
ionie tipo di decorazione, alla produzione minore dlia stessa fabbrica.
10. Hopkinson - Baker Penoyre, art. cit. (nota 4), p. 68; Papastamos, op. cit. , p. 135.
Da santuari ne provengono certamente due: l'anfora detta di Neapolis, rinvenuta nel
peribolo dlia dea Parthenos a Kavala (D. Lazarides, in R. Stillwell (d.), The Princeton
Encyclopedia of Classical Sites, Princeton, 1976, p. 614: "Neapolis or Nea Polis/
Kavala") e quella molto frammentaria di Tocra, trovata fra il materiale votivo del santuario di Demeter e Kore (J. Boardman - J. Hayes, Excavations at Tocra 1963-1965. The
Archaic Deposits I, London, 1966, p. 15).
11. Hopkinson - Baker Penoyre, art. cit. , p. 47; Cook, op. cit. (nota 8) pp. 122 sqq. ; F.
Zaphiropoulou, .
' ' . 101, Atene, 1985.
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26. D. Levi, "Arkades. Una citt cretese all'alba dlia civilt ellenica", Annuario
dlia Scuola archeologica di Atene, 10-12, 1927-1929, pp. 66 sqq.
27. J. L. Benson, Horse Bird and Man. The Origins of Greek Painting, Amherst,
1970, p. 31; S. Langdon, "The Return of the Horse-Leader", Amer. Journ. of
Archaeol. , 93, 1989, p. 186: origine micenea anche dei cavalli antitetici con figura umana
al centro dlia ceramica geometrica di Argos.
28. Boardman, art. cit. (nota 15), p. 17.
29. Cf. Langdon, art. cit. (nota 27), p. 200; "...horse-breeding in itself was symbolic
on a religious/mythical level: horse-breaking, the taming of wild nature, embodied the
essential act of civilization".
30. S. Ferri, Divinitignote, Firenze, 1929, pp. 55 sq.; M. G. Picozzi, "Anfore attiche
a protome equina", Studi miscellanei, 18, 1970/71, p. 61; L. A. Schneider, Zursozialen
Bedeutung der archaischen Korenstatuen, Hamburger Beitrge zur Archologie, Beiheft 2, Hamburg, 1975, pp. 40 sqq.
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prsente e mondo eroico. Lo status di eroe di eroina poteva venir conseguito anche da chi moriva: per i vivi del prsente, il diventare eroe era
considerata una concreta eventualit futura35. Dal che Pattualit
delPimmaginario eroico in contesti funerari. Ma questa doppia attualit
doveva esternarsi in forme diverse, perch gli eroi del passato, noti per
nome, ascendenze e peripezie mitologiche, si potevano raffigurare in
modo specifico (con tanto di attributi e in azione). Mentre ai futuri eroi era
possibile alludere solo in forme generiche, genericamente eroiche36.
Si spiega cos anche il carattere particolare di grandissima parte
deirimmaginario dei vasi geometrici, che non ne mitologico, ne tanto
meno realistico37.
Da questa ambivalenza deU'identit eroica driva il fatto che la sua
sigla, il cavallo, poteva, a seconda dell'uso specifico cui il supporto
dell'immagine era destinato e a seconda del momento storico, evidenziare
piuttosto l'una l'altra dlie sue valenze, valenze che restano peraltro fra
di loro tutte connesse38.
Pannello maggiore del "lato-sole" dlie anfore melie
II lato pi particolarmente destinato a essere visto dlie anfore melie reca
Gnoli - J.-P. Vernant, (edd.), La mort, les morts dans les socits anciennes, Camb
ridge-Paris,
1982, p. 107.
35. I. Morris, "Tomb Cuit and the 'Greek Renaissance': the Past in the Prsent in the
8thCenturyBC", Anf/gu/fy, 62, 1988, p. 572; A. Snodgrass, An Archaeology of Greece ,
Berkeley-Los Angeles-London, 1987, p. 161.
36. La categoria del "generalized heroic" che il Boardman, art. cit. (nota 15), p. 15,
critica nel discorso dello Snodgrass pertanto valida, anche se ardua da provare. L'analisi acuta che il Boardman stesso, nello studio citato, propone dlie figurazioni equine
nella ceramica geometrica argiva non dimostra necessariamente che gli artisti intendessero dire: "Argos, terra di cavalli". Con esattamente la stessa formula iconografica possono aver detto: "Argos, terra di eroi". E la stessa allusione pu essere contenuta
nell'epiteto omerico di Argos: (Boardman, p. 22).
37. H. P. Isler, "Zur Hermeneutik frher griechischer Bilder", AntikeKunst, 9, Beiheft, Bern 1973, pp. 39 sqq.; Snodgrass, op. cit. (nota 35), p. 147.
38. I. Scheibler, "Bild und Gefss. Zur ikonographischen und funktionalen Bedeutung der attischen Bildfeldamphoren" , Jahrb. derlnstit. 102, 1987, pp. 76 sqq. e 110 sqq.
intressante notare che un analogo fenomeno di identificazione del cavallo col mondo
eroico-aristocratico si verifica, secoli pi tardi, ad esempio nell'Italia adriatica: M.
Tagliente, "I signori dei cavalli nella Daunia di et arcaica" , Annali dlia Facolt diLettere e Filosofia dell"Universit di Studi di Perugia, vol. XXIII, nuova srie IX, 1985/
1986, 1, Studi Classici, pp. 305-321.
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Protomi femminili si trovano anche sul piede dlia stessa anfora in una
zona normalmente riservata a elementi vegetali: volute simmetriche che
"crescono" dalla linea di base, con al centro un germoglio stilizzato56.
Anche qui vidente l'analogia fra la protome e la pianta57, accentuata dal
fatto che ci troviamo in prossimit del suolo: nella situazione originale,
quando l'anfora era collocata sulla tomba anche nel santuario, certo colpiva il vedere emergere teste umane ai piedi del monumento. Il fatto che si
tratta di pi d'una protome esclude d'altronde che ci troviamo di fronte a
una grande divinit corne quella del lato-ombra dello stesso vaso.
Sull' anfora melia di Tocra, purtroppo mal conservata, la protome femminile si trova sul pannello minore del davanti58. A differenza di quelle
appena considerate ne emergono le mani: un segno di almeno potenziale
attivit.
Si pu allora affermare che la protome dlie anfore melie non intende
sempre lo stesso personaggio: una formula figurativa che si adatta a
esseri di rango diverso. Ma sono esseri in qualche modo simili aile piante,
dotati di una vita, si direbbe, vgtale. Non per caso si pensato aile
Ninfe59. Le protomi melie non sono per sempre femminili, corne si con
stata nella classe di Rheneia: ce ne sono anche di barbate. non tutte
quelle prive di barba devono essere femminili: teste senza orecchini
potrebbero rappresentare anche efebi. Nella stessa classe ceramica si tr
ovano anche protomi di sposa e combinazioni di pi teste busti in una sola
immagine60.
La posizione del pannello con protome sui vasi di Rheneia favorise
l'idea che si tratti di figurazioni abbreviate del defunto. Un'idea plausibile
se si pensa che la testa pu senz'altro bastare per definire l'identit di un
56. Cf. N. Himmelmann-Wildschtz, "Ueber einige gegenstndliche Bedeutungsmglichkeiten des fruhgriechischen Ornaments", Akad. der Wiss. undderLiter. Mainz,
Abhandl. der Geistes - und Sozialwiss. Klasse 1968, Nr. 7, Wiesbaden, 1968, p. 299, fig.
13.
57. Cf. C. Brard, Anodoi. Essai sur l'imagerie des passages chthoniens, Istituto Svizzero di Roma, 1974, pp. 25 sqq., 28: "Si le schma vertical s'est finalement impos...,
c'est que le rgne vgtal sert de modle la vie humaine"; p. 29: "La plante, la fleur
reprsente dj en elle-mme un passage entre deux niveaux cosmiques".
58. Boardman-Hayes, op. cit. (nota 10), p. 75 n 900; Zaphiropoulou, op. cit. (nota
11), p. 71.
59. Zaphiropoulou, op. cit., p. 67.
60. Zaphiropoulou, op. cit., p. 70.
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sjntonia con dati archeologici di altro tipo dello stesso periodo (quello tradizionalmente, ma forse in modo dviante, chiamato orientalizzante)73.
Per le socit gentilizie di quel tempo, il riallacciarsi agli antenati eroici
localizzati nel passato miceneo dlia propria terra deve aver costituito una
scelta consapevole, di importanza vitale. Le anfore melie si rivelano pertanto esponenti fra i pi caratteristici del momento storico-culturale cui
appartengono.
Che Dionysos faccia la sua prima apparizione sicura proprio nell'ambito di questo immaginario allora un fatto assai rilevante. Non solo resta
confermato quanto gi le testimonianze di scrittura in lineare e un
reperto corne quello del santuario di Keos facevano pensare, cio le sue
radici non esotiche orientali, ma egee74. Non solo Dionysos si rivela
corne uno dei pi venerabili e antichi dei del panthon olimpico: ma si deve
attribuirlo, almeno in questa fase, non alla sfera "popolare", contadina,
ma invece alla sfera eroico-aristocratica affine a chi deteneva il potere75.
Dal che merge l'eventualit che la sua fortuna posteriore nella ceramografia di Atene fosse il risultato non dell'adozione di Dionysos, divinit
popolare, nel panthon dlia polis, ma piuttosto di una nuova interpretazione pi democratica di una divinit originariamente legata aile famiglie
emergenti.
Il riferimento alla vite e al vino , in questa prima immagine di Dionys
os,
secondario rispetto all'allusione aile nozze e alla morte. Ma Dionysos
, pi e prima dello sposo di Arianna, padre di eroi e di eroine76, signore di
quella zona del kosmos che include in se il passato, che accoglie i defunti,
da cui possono, corne le piante, riemergere nuove vite.
73. Morris, art. cit. (nota 35), pp. 750-761; C. Brard, "Rcuprer la mort du prince",
in G. Gnoli - J.-P. Vernant, op. cit. (nota 34), pp. 89-105; Snodgrass, op. cit. (nota 34),
pp. 107-119; Snodgrass, op. cit. (nota 35), pp. 162 sqq.; V. K. Lambrinoudakis, "Vnr
ation of Ancestors in Gomtrie Naxos", in R. Hgg - N. Marinatos - G. C. Nordquist
(edd.), Early Greek Cuit Practice, Skrifter utgivna av Svenska Institutet i Athen, 4,
XXVIII, Stockholm 1988, pp. 235-246.
74. Gaspard, art. cit. (nota 2), p. 496; H. A. Shapiro, Art and Cuit under the Tyrants
inAthens, Mainz a. Rh., 1989, p. 85.
75. Cf. ora anche O. de Cazanove in F. Berti, op. cit. (nota 7), p. 175. Cf. invece Carpenter, op. cit. (nota 2), p. 8; Shapiro, op. cit. , pp. 89 sqq.
76. Cf. Brelich, op. cit. (nota 34) , p. 368: "Per tutti questi tratti Dionysos appare corne
il dio dlia 'forma eroica', un dio, cio, che ... rappresenta continuamente l'essenza
perenne dell"eroismo' corne l'hanno voluto concepire i greci... La realt dlia tragedia
greca mostra corne da un certo punto di vista... tutti gli eroi siano dionisiaci, mentre
d'altra parte l'unica divinit che si possa invocare con l'appellativo hros Dionysos".
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Fig. 4. Anfora melia deta "di Herakles", Pannello del collo: Herms con una sposa.
Atene, Museo Nazionale A 354. Foto Museo.
Fig. 5. An fora mclin dcttu "di Dionysos ". Panncllo del col lo: Dionysos con una sposa (du
JUS 22, 1902, tu v. V).