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Cornelia Isler-Kerenyi

Dionysos con una sposa


In: Mtis. Anthropologie des mondes grecs anciens. Volume 5, n1-2, 1990. pp. 31-52.

Rsum
Dionysos con una sposa (pp. 31-52)
La plus ancienne reprsentation connue de Dionysos se trouve sur l'une des quelques amphores mliennes monumentales qui
nous sont parvenues. On propose ici une interprtation de cette image. En l'absence de parallles contemporains directs, on
cherche dgager les caractristiques et les significations de base du systme figuratif auquel cette image appartient. En plus
du message de chacun des motifs prsents sur les amphores mliennes, on tient compte de leur position sur le vase et de la
fonction de celui-ci dans la ralit de l'poque. Dionysos s'y rvle un dieu troitement li la sphre hroco-aristocratique , qui
intervient dans des occasions de caractre soit nuptial soit funraire. Le personnage fminin de cette mme image ne doit pas
tre dfini en termes mythologiques mais plutt comme prototype de la femme marie.

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Isler-Kerenyi Cornelia. Dionysos con una sposa. In: Mtis. Anthropologie des mondes grecs anciens. Volume 5, n1-2, 1990.
pp. 31-52.
doi : 10.3406/metis.1990.946
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/metis_1105-2201_1990_num_5_1_946

DIONYSOS CON UNA SPOSA


(Iconografia dionisiaca IV)
Dionysos stante di fronte a un personaggio femminile di tipo nuzialematronale , corne si sa, una formula iconografica ben documentata nella
ceramica attica a figure nere a partire dall'opera del Pittore di Heidelberg
nel secondo venticinquennio del sesto secolo a.C. Soggetto singolo in
medaglioni di coppe tipo Siana, risulta anche combinabile - e cio compatibile - con la figurazione del thiasos e soprattutto del cavalire di mulo
d'asino comunemente identificato con Hephaistos che Dionysos riconduce allOlimpo. Il tipo stesso di questo personaggio femminile evoca la
tematica nuziale: dal che la sua tradizionale identificazione con Ariadne1.
Identificazione recentemente - e a ragione - contestata, gi per il semplice
fatto che la tradizione iconografica posteriore stessa propone anche altre
denominazioni, corne, ad esempio, Aphrodite Semele2.
Nemmeno in questo caso basteranno pertanto scritte esplicite, ma non
univoche, a risolvere il problema dell'identificazione. Ne tanto meno allineamenti iconografici oggettivi ma astratti, avulsi dal proprio organico
contesto figurativo e funzionale. Bisogner invece riconsiderare le immagini vascolari insieme ai propri supporti e agli usi cui erano - perlomeno
potevano essere - destinati. E anzitutto prendere in sria considerazione
le ascendenze iconografiche dlia formula in questione, anche se esse ci
costringono in questo caso a scavalcare i limiti dlia ceramica attica3.
1. Ad esempio J. D. Beazley in ABV 63, 4; 64, 23 e 28; ecc.
2. T. H. Carpenter, Dionysian Imageryin Archaic GreekArf, Oxford, 1990, pp. 22
sqq.; C. Gaspard in Lexicon Iconogr. Mythol. Class., III, Zurich-Munchen, 1986, p.
482: "identificazione incerta".
3. Dal che il Carpenter, invece, si astiene: cf. la mia recensione del suo studio in Gtt.
Gel. Anz., 243 (1.2), 1991, pp. 12-22.

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difatti ben noto che la formula "Dionysos con personaggio femminile


di tipo nuziale-matronale" non un'invenzione attica, ma si riscontra gi
almeno due generazioni prima del Pittore di Heidelberg su un'anfora
melia del tardo settimo secolo4. Il che ovviamente complica l'interpretazione. E giustifica - per cominciare e per limitazioni di spazio - la presentazione a parte di questa figurazione nelle pagine che seguono5.
Le anfore melie: funzione e immaginario
La prima considerazione da fare, quando nel seguire gli sviluppi dell'iconografia si costretti a scavalcare i limiti dlia ceramica a figure nere attica
tanto vidente, da sembrare ovvia: non solo la ceramica melia diversa
da quella di Atene perch prodotta in un'area culturalmente distinta. Ma
tutta la produzione ceramica egea del settimo secolo differisce per le forme
e le dimensioni dei vasi, per tecniche dcorative e soprattutto per la scelta
dei soggetti, da quella del secolo successivo. Il che non pu non rispecchiare condizioni culturali mutate, di cui pero non siamo oggi ancora in
grado - per la gnrale insufficienza di dati archeologici pubblicati - di
farci un'idea concreta e articolata6. La considerazione va fatta ugualmente
perch ci rende attenti su due fatti: sulla persistenza, e perci sulla rilevanza di contenuto , di una formula iconografica rimasta viva , funzionante ,
oltre profondi mutamenti culturali; e sul fatto, gi osservato a proposito di
altri soggetti dionisiaci, corne quello del danzatore panciuto e del satiro,
che ci troviamo anche in questo caso di fronte ad una formula non limitata
ail' Atene solonica e pisistratea7.
4. Scuola Britannica di Atene: D. Papastamos, Melische Amphoren, Munster Westf . ,
1970, pp. 55-58 tavv. 10 e 11; J. H. Hopkinson - J. Baker Penoyre, "New Evidence on
the Melian Amphorae", Journ. ofHell. Studies, 22, 1902, pp. 68-72. (Ici Fig. 1 et 5).
5. Ringrazio vivamente Franoise Frontisi-Ducroux per offrirmene l'occasione.
6. Cfr. per Hgg (d.), The Greek Renaissance ofthe 8th Century B. C. : Tradition
and Innovation, Skrifter utgivna av Svenska Institutet i Athen 4 XXX, Stockholm,
1983, con soprattutto l'intervento di J. N. Coldstream, "The Meaning of the Rgional
Styles in the 8th Century B. C", pp. 17-25 e la discussione finale. Cf. inoltre A. Snodgrass, Archaic Greece. The Age ofExperiment, London-Melbourne-Toronto, 1980.
7. C. Isler-Kernyi, "Dickbuche, Komasten, dionysische Tnzer?", in J. Christiansen - T. Melander (edd.), Proceedings on the 3rd Symposium on Ancient Greek and
Related Pottery in Copenhagen 1987, Copenhagen, 1988, pp. 269-277 (= Iconografia
dionisiaca I); idem, "Dionysos: dio dlie donne?", in F. Berti (d.), Dionysos. Mito e
mistero. Atti del convegno internazionale. Comacchio 1989 ( Iconografia dionisiaca
II) pp. 293-307.

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Le anfore melie sono piuttosto crateri a piede alto monumentali8. A renderle particolarmente vistose , oltre le grandi dimensioni (possono arrivare a un mtro d'altezza9) la ricca decorazione ornamentale e figurata
anche policroma disposta in modo da mettere in risalto uno dei due lati del
vaso. Le anfore melie erano pertanto destinate a far mostra di se, a richiamare l'attenzione su chi dlia loro creazione ed esposizione al pubblico era
responsabile: pi che sul ceramista owiamente sul committente.
Sono purtroppo pochissimi gli indizi archeologici di cui disponiamo per
definire la funzione cui le anfore melie erano destinate. Certo che potevano servire sia da sema sepolcrale che da monumento votivo10. Ma non si
pu escludere che prima di tali dfinitive destinazioni servissero ad altri usi
di tipo cerimoniale (rappresentanza, banchetto rituale, ecc). Mentre
inverosimile ne , gi a causa dlia vulnerabile e costosa policromia e le
poco maneggevoli dimensioni, un uso pratico quotidiano.
Una destinazione contemporaneamente sepolcrale e votiva pu a prima
vista sorprendere. Ma trova una conferma all'interno stesso dell'ambiente culturale dlie anfore melie, nella produzione minore dlia stessa
fabbrica: le anfore e idrie di formato normale provenienti dalle stesse offi
cine si sono, come si sa, conservate in gran numro nel deposito di Rheneia
che conteneva il materiale dlie necropoli archaiche di Delos11. Una di
8. R. M. Cook, Greek Painted Pottery2 , London 1972, p. 112. Sui problemi di localizzazione: F. Zaphiropoulou, "La cramique mlienne: origine et provenance", in Les
Cyclades. Matriaux pour une tude de gographie historique. Table-ronde, Dijon
1982, Paris, 1983, pp. 177-183.
9. Papastamos, op. cit. (nota 4), p. 9. Da aggiungere a quella srie sarebbero, da
Oisyme, oggi al museo di Kavala, un'anfora monumentale inedita (inv. A 3525: personaggi stanti , di cui uno alato , sul pannello del collo ; biga quadriga verso destra sul pannello maggiore; cavalli antitetici sul pannello posteriore) e il frammento di una seconda
(parte del pannello del collo con quadriga) . Da considerare a parte , nella srie del Papas
tamos, sarebbe invece la cosiddetta "Sphinxamphora", che pi prossima, per dimens
ionie tipo di decorazione, alla produzione minore dlia stessa fabbrica.
10. Hopkinson - Baker Penoyre, art. cit. (nota 4), p. 68; Papastamos, op. cit. , p. 135.
Da santuari ne provengono certamente due: l'anfora detta di Neapolis, rinvenuta nel
peribolo dlia dea Parthenos a Kavala (D. Lazarides, in R. Stillwell (d.), The Princeton
Encyclopedia of Classical Sites, Princeton, 1976, p. 614: "Neapolis or Nea Polis/
Kavala") e quella molto frammentaria di Tocra, trovata fra il materiale votivo del santuario di Demeter e Kore (J. Boardman - J. Hayes, Excavations at Tocra 1963-1965. The
Archaic Deposits I, London, 1966, p. 15).
11. Hopkinson - Baker Penoyre, art. cit. , p. 47; Cook, op. cit. (nota 8) pp. 122 sqq. ; F.
Zaphiropoulou, .
' ' . 101, Atene, 1985.

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esse, anzi, rinvenuta ad Oisyme in Macedonia, era servita da urna12. Il che


non impediva di offrire vasi uguali ad esempio nell'Heraion di Delos13.
Perch poi dovrebbe far meraviglia l'idea che le persone in cerca di vasi
pregiati da collocare all'interno sopra una tomba, da offrire in voto al
tempio, si rifornissero nelle stesse officine ceramiche?
Ne consegue, neU'esaminare le figurazioni dlie anfore melie, che
saranno da preferire interpretazioni non limitative alla sfera funeraria14
ma consone con una destinazione genericamente non-quotidiana, mer
gente rispetto al normale livello di vita e di comunicazione.
La decorazione ornamentale
Premessa indispensabile per una visione corretta dell'immagine che ci
intressa, quella di Dionysos con una donna di tipo nuziale-matronale sul
collo dell'anfora melia conservata alla Scuola Britannica di Atene,
l'analisi del sistema figurativo in cui si inserisce. Sistema figurativo che
l'anfora in questione ha in comune con la classe ceramica intera.
Il tratto comune pi vistoso dlie anfore melie la ricca decorazione
ornamentale, costituita di elementi spiraliformi, di foglie, rosette, motivi
di tradizione geometrica, corne svastiche, meandri, scacchiere. Queste
componenti sono sistemate in fascie orizzontali e verticali che coprono
praticamente tutta la superficie dlie anfore e ne mettono bene in evidenza
la struttura monumentale. Le stesse componenti entrano anche, slegate
fra loro ma sempre in modo alquanto vistoso, nei riquadri figurati.
Non necessario risollevare la questione di quanto reali siano da intendere i singoli motivi15 - e nemmeno dlia misura in cui siano artisticamente
originali16 - per constatare che evocano in chi si trova di fronte a un'anfora
melia un'impressione di preziosit, di sfarzo. E anche di esuberanza vitale,
di rigoglio, di un lussureggiare appena controllato di piante e fiori. Questo

12. E. Leventopoulou - Giouri, Arch. Deltion, 20, 1965, Chronik 3, p. 450.


13. C. Dugas, Exploration archologique de Dlos X, Les vases de l'Hraion, Paris,
1928, pp. 10el7nll,tav. I.
14. Corne, giustamente, fa notare, a proposito dlia ceramica minore, Zaphiropoulou
op. cit. (nota 11), p. 68.
15. J. Boardman, "Symbol and Story in Gomtrie Art", in W. G. Moon (d.),
Ancient Greek Art and Iconography, Madison Wisconsin, 1983, pp. 16 sqq.
16. Alla luce dlia prsente analisi andr modificato il giudizio alquanto negativo del
Cook, op. cit. (nota 8), p. 112, sulle anfore melie.

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lussureggiare meno generico e anonimo di altri sistemi ornamentali: da


sotto i manici un paio di occhi - uno sguardo - incontra quello di chi consi
dra il vaso17. Non si pu infatti dire, in questo caso, che il vaso stesso a
"guardare", corne nelle coppe, perch gli occhi sono collocati non sul
davanti, ma ai lati. Lo , semmai, il rigoglio vgtale di cui gli occhi,
quando ci sono, fanno parte18.
77 "lato-ombra " dlie an fore melie
A fare dlie nostre anfore una classe omogenea nonostante la cronologia
diluita su oltre mezzo secolo19, la decorazione uniforme (a quanto fino ad
oggi risulta) del rtro: nel riquadro del collo un ornamento vgtale spiraliforme, in quello dlia pancia due cavalli antitetici con al centro fra i due
un viticcio. In un caso, quello dell'anfora detta di Apollo, al posto del viticcio - ad esso dunque in qualche modo quivalente - sta una gigantesca pro
tome femminile collocata sulla linea di base del riquadro20,
II fatto che i cavalli antitetici sono un soggetto standard ne potrebbe sminuire la rilevanza di "messaggio", se non si trovassero su una dlie anfore
melie monumentali sul davanti21 e sul lato principale anche di molti vasi di
Rheneia22.
La disposizione antitetica dei cavalli ne fa un motivo araldico e ne
esclude gi in partenza una lettura episodica23. Ma la natura stessa dlie
Cicladi fa scartare una presenza reale di cavalli di entit paragonabile a
quella documentata daU'immaginario24. I cavalli vanno pertanto "letti"
corne i leoni e le sfingi dello stesso repertorio melio: decifrati in quanto
sigla non di vita ma del mondo idale dei ceramografi. Un mondo in cui si
17. Papastamos, op. cit. (nota 4), pp. 92 sqq. e fig. 3; Zaphiropoulou, op. cit. (nota
ll),tav. KA, 11.
18. Sul motivo degli occhioni nella ceramografia vedi ora N. Kunisch, "Die Augen der
Augenschalen", Antike Kunst, 33, 1990, pp. 20-27.
19. Zaphiropoulou, op. cit. (nota 11), p. 155: cronologia che corregge quella proposta
dal Papastamos, op. cit. (nota 4), pp. 125 sqq. e 135.
20. Papastamos, op. cit. , tav. 3 e p. 105 fig. 6 (911 B). Cf. la stessa formula su idrie da
Rheneia, Zaphiropoulou, op. cit. , p. 68. Sulle possibili valenze dlia protome torneremo
pi avanti.
21. Papastamos, op. cit., tav. 6.
22. Zaphiropoulou, op. cit. pp. 43 sqq. e 153 sqq.
23. I. Scheibler, Die symmetrische Bildform in der friihgriechischen Flchenkunst,
Kallmunz, 1960, p. 33.
24. Zaphiropoulou, op. cit. (nota 11), p. 62.
25. Zaphiropoulou, op. cit., pp. 43 e 60.

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inserivano, quando entravano in funzione corne sema corne votivo, i vasi


interi.
L'ascendenza iconografica dei cavalli melii non univoca: quelli normali derivano da antecedenti cretesi, quelli alati piuttosto dal protoattico25. I cavalli del dedalico cretese, soprattutto quando sono disposti in
modo antitetico, richiamano formule figurative dell'arte micenea26. Ma
anche gli artisti del geometrico di Atene sembrano, proprio con i cavalli,
voler riagganciarsi aile tradizioni sommerse del secondo millennio27.
Le pi accurate dlie figurazioni di cavalli melie li presentano imbrigliati, cio domati, anche quando non sono montati, corne fa anche il ceramografo del geometrico. Dal che si deve dedurne la natura non - anzi, non
pi - selvatica28. Questi cavalli appartengono dunque, a differenza dei
leoni e dlie sfingi, al versante civilizzato del mondo. Si prestano anzi particolarmente ad evocare il passaggio da una condizione selvatica - caotica
e primordiale - a quella civile e ordinata del kosmos prsente29.
Il che non esclude, corne si vedr, per i cavalli melii le valenze anche
aristocratiche e funerarie pi evidenti in altri tipi di immaginario, corne ad
esempio nelle anfore a pannello attiche con protomi equine degli inizi del
sesto secolo avanti Cristo30.
Un altro aspetto importante, gi rilevato dal Benson a proposito dei
cavalli del geometrico, la loro prossimit ideologica alla figura umana.
Un rango superiore del cavallo rispetto ad altri animali dlia sfera civilizzata dominata dall'uomo traspare anche da un reperto archeologico pert
inente non ail 'immaginario ma alla realt di vita.
Del 1972 e 1976 la scoperta nella necropoli protogeometrica di Prinias

26. D. Levi, "Arkades. Una citt cretese all'alba dlia civilt ellenica", Annuario
dlia Scuola archeologica di Atene, 10-12, 1927-1929, pp. 66 sqq.
27. J. L. Benson, Horse Bird and Man. The Origins of Greek Painting, Amherst,
1970, p. 31; S. Langdon, "The Return of the Horse-Leader", Amer. Journ. of
Archaeol. , 93, 1989, p. 186: origine micenea anche dei cavalli antitetici con figura umana
al centro dlia ceramica geometrica di Argos.
28. Boardman, art. cit. (nota 15), p. 17.
29. Cf. Langdon, art. cit. (nota 27), p. 200; "...horse-breeding in itself was symbolic
on a religious/mythical level: horse-breaking, the taming of wild nature, embodied the
essential act of civilization".
30. S. Ferri, Divinitignote, Firenze, 1929, pp. 55 sq.; M. G. Picozzi, "Anfore attiche
a protome equina", Studi miscellanei, 18, 1970/71, p. 61; L. A. Schneider, Zursozialen
Bedeutung der archaischen Korenstatuen, Hamburger Beitrge zur Archologie, Beiheft 2, Hamburg, 1975, pp. 40 sqq.

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a Creta di tutta una srie di deposizioni equine31. A differenza dlie moite


gi note del bronzo rcente egeo dove insieme agli scheletri di cavalli si trovavano i resti di carri funebri gli avanzi del rogo32, in queste tombe
c'erano, aU'infuori dei morsi in ferro e in bronzo, solo le ossa. La situazione aspetta di essere definitivamente esposta e interpretata. Ma si possono gi ora proporre due possibilit: si tratta di cavalli sacrificati ma non
consumati, il che indicherebbe una destinazione ctonia dei sacrifici33;
oppure sono invece cavalli morti, seppelliti corne esseri umani. In
entrambi i casi i cavalli risultano trattati in modo che si addice pi agli
uomini che ad animali.
Tutte queste considerazioni, che si riferiscono aU'immagine e all'idea
del cavallo in ambiti geografici e in fasi culturali prossime a quelle dlie
anfore melie e ad esse collegate dalla tradizione artistica, confermano
l'impressione che i cavalli antitetici avessero, oltre una funzione decorativa, un significato prcise I dati di cui disponiamo - appartenenza dei
cavalli ad un mondo non reale, ma idale; riflessi micenei deU'immagine; il
cavallo sigla del passaggio dal selvatico all'ordine prsente; suo rango
superiore rispetto ad altri animali, affine a quello dlia figura umana - non
bastano per tradurre in parole di oggi quello che i cavalli significavano per i
committenti dlie anfore melie nel momento in cui le utilizzavano. Ma
convergono verso un settore ben definibile nel mondo ideologico del
primo arcaismo greco: quello eroico.
Una dlie caratteristiche pi importanti degli eroi greci , oltre
all'appartenenza ad un passato glorioso non necessariamente molto
remoto, il ruolo essenziale che ad essi si attribuiva nel trasformare il vivere
incolto dei primordi nel kosmos civilizzato del prsente34. Essi avevano
per le loro ascendenze semidivine un rango superiore. A questo rango partecipava chi, nel mondo prsente, era in grado di esibire legami genealogici con uno degli eroi. Dal che l'attualit deirimmaginario eroico in un
momento storico improntato a valori aristocratici.
Il legame genealogico non era l'unico canale di collegamento fra mondo
31. G. Rizza/ A. Di Vita - A. La Regina, Creta antica. Cento anni di archeologia italiana (1884-1894), Roma, 1984, pp. 247 sqq.
32. J. A. Sakellarakis, "Das Kuppelgrab A von Archanes und das kretisch-mykenische Tieropferritual" , Prhistorische Zeitschrift, 45, 1970, pp. 199 sqq. ; M. Andronikos,
Totenkult. Archaeologia Homerica III, Gttingen, 1968, cap. W, pp. 85 sqq.
33. Sakellarakis, art. cit., p. 207.
34. A. Brelich, Gli eroi greci. Un problema storico-religioso, Roma, 1958, pp\ 382
sqq. Cf. A. Snodgrass, "Les origines du culte des hros dans la Grce antique", in G.

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prsente e mondo eroico. Lo status di eroe di eroina poteva venir conseguito anche da chi moriva: per i vivi del prsente, il diventare eroe era
considerata una concreta eventualit futura35. Dal che Pattualit
delPimmaginario eroico in contesti funerari. Ma questa doppia attualit
doveva esternarsi in forme diverse, perch gli eroi del passato, noti per
nome, ascendenze e peripezie mitologiche, si potevano raffigurare in
modo specifico (con tanto di attributi e in azione). Mentre ai futuri eroi era
possibile alludere solo in forme generiche, genericamente eroiche36.
Si spiega cos anche il carattere particolare di grandissima parte
deirimmaginario dei vasi geometrici, che non ne mitologico, ne tanto
meno realistico37.
Da questa ambivalenza deU'identit eroica driva il fatto che la sua
sigla, il cavallo, poteva, a seconda dell'uso specifico cui il supporto
dell'immagine era destinato e a seconda del momento storico, evidenziare
piuttosto l'una l'altra dlie sue valenze, valenze che restano peraltro fra
di loro tutte connesse38.
Pannello maggiore del "lato-sole" dlie anfore melie
II lato pi particolarmente destinato a essere visto dlie anfore melie reca
Gnoli - J.-P. Vernant, (edd.), La mort, les morts dans les socits anciennes, Camb
ridge-Paris,
1982, p. 107.
35. I. Morris, "Tomb Cuit and the 'Greek Renaissance': the Past in the Prsent in the
8thCenturyBC", Anf/gu/fy, 62, 1988, p. 572; A. Snodgrass, An Archaeology of Greece ,
Berkeley-Los Angeles-London, 1987, p. 161.
36. La categoria del "generalized heroic" che il Boardman, art. cit. (nota 15), p. 15,
critica nel discorso dello Snodgrass pertanto valida, anche se ardua da provare. L'analisi acuta che il Boardman stesso, nello studio citato, propone dlie figurazioni equine
nella ceramica geometrica argiva non dimostra necessariamente che gli artisti intendessero dire: "Argos, terra di cavalli". Con esattamente la stessa formula iconografica possono aver detto: "Argos, terra di eroi". E la stessa allusione pu essere contenuta
nell'epiteto omerico di Argos: (Boardman, p. 22).
37. H. P. Isler, "Zur Hermeneutik frher griechischer Bilder", AntikeKunst, 9, Beiheft, Bern 1973, pp. 39 sqq.; Snodgrass, op. cit. (nota 35), p. 147.
38. I. Scheibler, "Bild und Gefss. Zur ikonographischen und funktionalen Bedeutung der attischen Bildfeldamphoren" , Jahrb. derlnstit. 102, 1987, pp. 76 sqq. e 110 sqq.
intressante notare che un analogo fenomeno di identificazione del cavallo col mondo
eroico-aristocratico si verifica, secoli pi tardi, ad esempio nell'Italia adriatica: M.
Tagliente, "I signori dei cavalli nella Daunia di et arcaica" , Annali dlia Facolt diLettere e Filosofia dell"Universit di Studi di Perugia, vol. XXIII, nuova srie IX, 1985/
1986, 1, Studi Classici, pp. 305-321.

DIONYSOS CON UNA SPOSA

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normalmente due pannelli figurati, uno sul collo e l'altro, di dimensioni


maggiori, sulla panda del vaso.
Dlie nove anfore melie monumentali conservate in misura sufficiente,
due mostrano nel pannello in questione rispettivamente cavalli soli e
cavalli montati antitetici39: rientrano pertanto nelle considerazioni fatte a
proposito del pannello posteriore.
Le altre sette hanno tutte un soggetto comune: il carro (quadriga biga)
trainato da cavalli alati. In quattro casi sembra trattarsi di carri nuziali40.
Fra questi l'esempio meglio leggibile quello deU'anfora detta di Herakles
ad Atene41. Vediamo l'eroe in atto di salire sul carro in partenza verso destra (Fig. 2). Egli si volta indietro accomiatandosi, si direbbe, da un personaggio barbato. La sposa invece, ben caratterizzata dal noto gesto con cui
sostiene l'orlo del manto all'altezza dlia spalla, sta sul carro e guarda
verso una coppia di donne mezzo nascosta dalla groppa dei cavalli. Di tutte
queste persone solo Herakles identificabile in modo univoco dalla clava e
dalla pelle leonina. La sposa pu invece essere sia Deianeira, che Hebe,
che magari un'altra ancora di cui non ci pervenuta notizia letteraria. La
presenza di altri personaggi aU'infuori dlia coppia nuziale sottolinea dlie
nozze non l'aspetto erotico, ma piuttosto quello sociale: le nozze individuali coinvolgono tutta una comunit.
Ma le nozze raffigurate in questo modo significano anche un commiato.
E inoltre - lo dice la lussuosa quadriga e lo dicono molto chiaramente i
cavalli alati - il passaggio ad un rango superiore e ad un mondo idale.
Quando, nella ceramografia trattiamo dlia tematica nuziale ci siamo
abituati a considerarla un fatto tipicamente femminile42. Invece chiaris39. Papastamos, op. cit. (nota 4), tavv. 4-7. Sui cavalli antitetici montati cf. Zaphiropoulou, op. cit. (nota 11), p. 61: la loro identificazione, proposta anteriormente, con i
Dioscuri non fa che confermare la lettura dei cavalli in chiave eroica. I Dioscuri possono
infattidirsieroipereccellenza(Brelich, op. cit. (nota 34), passim). Sudiessicf. anche A.
Hermary in Lexicon Iconogr. Mythol. Class., III, Zurich-Munchen, 1986, s.v.
"Dioskouroi", p. 568; Shapiro (cf. nota 74), pp. 153 sqq.
40. a) Anfora detta di Dionysos: Papastamos, op. cit., p. 57 propone una lettura non
nuziale di questa figurazione, peraltro difficilmente leggibile; b) Anfora detta di Herak
les: Papastamos, op. cit. , pp. 49 sqq. ; c) Frammento a Berlino: Papastamos, op. cit. , p.
67; d) Anfora detta di Neapolis: Papastamos, op. cit. , p. 62. Il soggetto torna su alcuni
dei vasi di Rheneia: Zaphiropoulou, op. cit. (nota 11), pp. 45 sqq. e 63.
41. Papastamos, op. cit. , tavv. 8 e 9. (Ici Fig. 2 et 3).
,
42. J. Boardman, "Sex Differentiation in Grave Vases", Annali del Dipartimento di
Studi del mondo classico e del Mediterraneo antico, Sezione di Archeologia e Storia
antica, Napoli, 10, 1988, p. 177. Le nozze devono invece, nelle societ arcaiche e classi-

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sima, in questa figurazione, la predominanza di Herakles rispetto alla sua


sposa. Tenendo conto dei legami di parent ela che potevano intercorrere
fra il mondo prsente e quello degli eroi, potrebbe darsi che il ceramografo, nel creare immagini come questa di nozze eroiche, intendesse
appunto alludere al momento in cui prendeva inizio quella catena genealogica che sboccava nelle famiglie viventi.
Le nozze non erano per l'unico modo di acquisire un rango superiore in
un mondo idale: lo dimostra l'anfora melia detta di Apollo, dove sul carro
del pannello maggiore sta un giovane musico, identificabile con Apollo,
accompagnato da due korai e ad accoglierlo c' Artemis cacciatrice. Si pu
forse mettere in relazione questo soggetto, come gi s' proposto43, con il
santuario di Delos verso il quale, anche se non esclusivamente, dovevano
orientarsi le botteghe ceramiche che produce vano le anfore melie44. Ma la
scena allude forse anche al momento efebico-iniziatico che si considerava
per entrambi i sessi, non diversamente dalle nozze, un punto di arrivo e di
partenza, di morte e di rinascita45.
L'elemento pi rilevante del pannello maggiore dlie anfore melie
comunque quello che le figurazioni di nozze ed il corteo efebico hanno in
comune, e cio il carro trainato da cavalli alati: la sigla per il passaggio da
un livello all'altro di vita. Come gi i cavalli antitetici del lato-ombra anche
il carro con personaggi di tipo non guerriero si ispira a una formula tipica
del miceneo46.
Pure l'immaginario di questo pannello del davanti rientra nella tematica
eroica: ma in modo meno generico, pi adattato al caso specifico di determinati committenti. Le figurazioni si possono leggere - e dunque utilizzare
- sia in chiave aristocratica (allusione ad un eroe ad una eroina capostiche, aver inciso in modo rilevante anche nella biografia maschile: C. Isler-Kernyi, art.
cit. (nota 7), p. 298.
43. E. Simon, Die griechischen Vasen, Munchen, 1976, p. 47, tav. 23. Sulle ascendenze iconografiche di questa Artemis neirimmaginario miceneo vedi in fra, nota 52.
44. Hopkinson - Baker Penoyre, art. cit. (nota 4), p. 58; Zaphiropoulou, art. cit. (nota
8).
45. A. Brelich, Paides e Parthenoi, Roma, 1969, p. 33.
46. Benson, op. cit. (nota 27), pp. 113 sqq., conletavv. viii8,ix8,xii7;R. Hampe -E.
Simon, Tausend Jahre fruhgriechische Kunst, Munchen, 1980, fig. 210. I ceramografi
cicladici, che per primi hanno adottato il soggetto in epoca storica (Zaphiropoulou, op.
cit. (nota 11), p. 63), devono in questo caso aver attinto direttamente e deliberatamente
al miceneo, visto che le analoghe figurazioni del geometrico hanno valenza chiaramente
guerriera, non nuziale. Anche gli ornamenti vegetali presenti in alcuni degli esempi qui
enumerati si direbbero prefigurare i viticci melii.

Dionysos Con Una Sposa

41

pite) che in chiave di classi d'et (efebi, korai, giovani in et di sposarsi),


cui i morti forse prematuri, destinatari del monumento funbre, appartenevano.
Ilpannello minore
Molto meno unitario dei pannelli finora considerati sui due lati dlia pancia dlie anfore melie, che sono in misura diversa chiaramente standardizzati, quello del collo. E bisogna perci chiedersi se nel messaggio di
queste figurazioni sia possibile individuare un denominatore comune utile
a decifrare il senso dlia figurazione di Dionysos con una sposa.
Le due anfore dette dei cavalli e dei cavalieri, diverse da tutte le altre
anche nel pannello maggiore, sono decorate in quella zona a soli elementi
vegetali. Quella detta di Apollo mostra una coppia di duellanti con al centro Toggetto dlia contesa, un'armatura vuota. Una figurazione analoga,
anche stilisticamente e cronologicamente vicina, quella molto nota sul
piatto rodio chiamato di Euphorbos47. Al posto deU'armatura vi troviamo
il guerriero ucciso, cui le armi contese appartenevano. Dal che si pu ricavare il messaggio seguente: il duello, il cui esito necessariamente la morte
di uno dei duellanti, presuppone una morte gi avvenuta. La formula utilizzata dal nostro ceramografo evoca pertanto non una morte sola, ma una
catena di morti: un destino di morte.
L'immagine viene incorniciata a ciascuno dei due lati, oltre un transetto
separatorio, da una figura femminile, di cui quella sinistra, velata, fa il
noto gesto che caratteriza la sposa. S' pensato, in base all'iconografia successiva del soggetto, sia aile rispettive madri mitologiche di eroi duellanti
che a divinit protettrici di tipo matronale48. Certo che queste donne
sono si coinvolte nell'evento centrale, ma non spettatrici dirette. Al cer
amografo
interessava non un determinato episodio mitologico, ma
l'aspetto paradigmatico dlia situazione: destino di morte dei guerrieri,
destino di lutto dlie donne ad essi legate, mogli madri che fossero. Dest
ino tipicamente eroico e destino anche di guerrieri e madri mogli del
prsente.
Un altro soggetto che troviamo sul collo di un'anfora melia Artemis,
Signora dei leow49. L'accezione non identica a quella di Artemis caccia47. Simon, op. cit. (nota 43), tav. 31.
48. Papastamos, op. cit. (nota 4), pp. 27 sqq.; Simon, op. cit. , p. 47.
49. Papastamos, op. cit., tav. 14a.

42

CORNELIA ISLER-KERNYI

trice, gi vista sul pannello maggiore dell'anfora detta di Apollo: la


Signora dei leoni, di esseri appartenenti ad un mondo estraneo all'uomo e
ad esso nemico, certamente sentita corne pi inaccessibile e pi potente
dlia cacciatrice. Questa stessa Signora dei leoni fa, su un'anfora melia
minore di Rheneia, da pendant ad una scena di armamento di un guerriero50. E sul cratre Franois di due tre generazioni pi rcente, la troviamo sui manici combinata con la figurazione di Ajace caricato dlia
salma di Achille51.
La Signora dei leoni che, almeno nella formula simmetrica driva
anch'essa dall'iconografia micenea52 - doveva quindi avre una valenza
funeraria53, ma in accezione piuttosto maschile che femminile.
Una terza figurazione di pannello minore quella di una protome fem
minile,
che poi la decorazione standard sul collo dlie anfore e idrie melie
minori di Rheneia54. Con la protome tocchiamo un tema vastissimo e
molto discusso deU'immaginario greco in cui non possiamo ora inoltrarci55. Ci limiteremo a riflettere su questa formula figurativa corne si pr
senta sulle anfore melie monumentali.
Abbiamo gi incontrato la protome sul pannello posteriore dell'anfora
detta di Apollo: al centro fra i cavalli antitetici, che possiamo ora definire
corne generica allusione al mondo eroico in cui i defunti vanno a inserirsi;
in qualche modo quivalente al viticcio; e, infine, gigantesca. Possiamo
dedurne, anche indipendentemente dalla questione se questa testa sia da
"leggere" corne mergente dal suolo corne "abbreviazione" di una figura
intera, che deve trattarsi di un personaggio di rango superiore a quello
umano ed eroico: cio di rango divino.
50. V. Lambrinoudakis, " ",
. , 1972, tav. 2.
51. . Hoffmann, "NotizenzurFranoisvase", Cahiers d'Archologie Romande ,36,
1987, p. 29.
52. L. Kahil, in Lexicon Iconogr. Mythol. Class., II, Zurich-Munchen, 1984, 5. v.
"Artemis", p. 624, no. 2, p. 739; p. 624 no. 8 prfigura in maniera lampante l'Artemis
cacciatrice dei pannello maggiore dell'anfora melia detta di Apollo.
53. Zaphiropoulou, op. cit. (nota 11), p. 64.
54. Zaphiropoulou, op. cit., pp. 66 sqq. e 154 sqq.
55. Zaphiropoulou, op. cit. , pp. 66-71, dove discute i contributi anteriori. Da aggiungere ora M. Barra Bagnasco, Protomiin terracotta da Locri Epizefiri, Torino, 1986, pp.
133-145; A. Siracusano, "Riflessioni sullOrigine e il significato dei busti fittili di divinit
femminili in Sicilia", Quaderni delllstituto di Archeologia dlia Facolt di Lettere e
Filosofia dell 'Universit diMessina, 2, 1986-1987, pp. 51-71; J. P. Uhlenbrock, The Ter
racotta
Protomai from Gela: A Discussion of Local Style in Archaic Sicily, 1988.

DIONYSOS CON UNA SPOSA

43

Protomi femminili si trovano anche sul piede dlia stessa anfora in una
zona normalmente riservata a elementi vegetali: volute simmetriche che
"crescono" dalla linea di base, con al centro un germoglio stilizzato56.
Anche qui vidente l'analogia fra la protome e la pianta57, accentuata dal
fatto che ci troviamo in prossimit del suolo: nella situazione originale,
quando l'anfora era collocata sulla tomba anche nel santuario, certo colpiva il vedere emergere teste umane ai piedi del monumento. Il fatto che si
tratta di pi d'una protome esclude d'altronde che ci troviamo di fronte a
una grande divinit corne quella del lato-ombra dello stesso vaso.
Sull' anfora melia di Tocra, purtroppo mal conservata, la protome femminile si trova sul pannello minore del davanti58. A differenza di quelle
appena considerate ne emergono le mani: un segno di almeno potenziale
attivit.
Si pu allora affermare che la protome dlie anfore melie non intende
sempre lo stesso personaggio: una formula figurativa che si adatta a
esseri di rango diverso. Ma sono esseri in qualche modo simili aile piante,
dotati di una vita, si direbbe, vgtale. Non per caso si pensato aile
Ninfe59. Le protomi melie non sono per sempre femminili, corne si con
stata nella classe di Rheneia: ce ne sono anche di barbate. non tutte
quelle prive di barba devono essere femminili: teste senza orecchini
potrebbero rappresentare anche efebi. Nella stessa classe ceramica si tr
ovano anche protomi di sposa e combinazioni di pi teste busti in una sola
immagine60.
La posizione del pannello con protome sui vasi di Rheneia favorise
l'idea che si tratti di figurazioni abbreviate del defunto. Un'idea plausibile
se si pensa che la testa pu senz'altro bastare per definire l'identit di un

56. Cf. N. Himmelmann-Wildschtz, "Ueber einige gegenstndliche Bedeutungsmglichkeiten des fruhgriechischen Ornaments", Akad. der Wiss. undderLiter. Mainz,
Abhandl. der Geistes - und Sozialwiss. Klasse 1968, Nr. 7, Wiesbaden, 1968, p. 299, fig.
13.
57. Cf. C. Brard, Anodoi. Essai sur l'imagerie des passages chthoniens, Istituto Svizzero di Roma, 1974, pp. 25 sqq., 28: "Si le schma vertical s'est finalement impos...,
c'est que le rgne vgtal sert de modle la vie humaine"; p. 29: "La plante, la fleur
reprsente dj en elle-mme un passage entre deux niveaux cosmiques".
58. Boardman-Hayes, op. cit. (nota 10), p. 75 n 900; Zaphiropoulou, op. cit. (nota
11), p. 71.
59. Zaphiropoulou, op. cit., p. 67.
60. Zaphiropoulou, op. cit., p. 70.

44

CORNELIA ISLER-KERNYI

personaggio61, tanto pi quando si tratta di personaggi prototipici, corne la


kore, l'efebo, l'uomo la donna maturi.
Resta per, indiscutibile, il fatto che le teste possono essere anche intese
corne emergenti, come partecipi dlia vita dlie piante. Sono infatti, corne
i cavalli antitetici, una formula figurativa polivalente, capace di esprimere
meglio dlie nostre parole - in modo sia conciso che allusivo - un'esperienza concreta: la presenza ben definibile ma non complta dei morti, la
loro prossimit alla terra, il potenziale loro riemergere con una nuova
identit (quella eroica). Caratteristiche queste anche di certe divinit,
come Persephone e Dionysos, di semi-divinit, come le Ninfe e gli eroi
del passato.
E valido comunque anche nella protome, come gi nel duello fra eroi e
in Artemis, Signora dei leoni, il riferimento, pi esplicito che negli altri
pannelli dlie anfore melie, alla morte. Un riferimento infatti vidente
anche sull'anfora da Neapolis che esibisce, nella stessa posizione, una figurazione di ratto erotico62: l'equazione fra ratto e morte , come si sa, una
costante del pensiero religioso in Grecia63.
Il pannello superiore dell'anfora detta di Herakles quello iconograficamente pi prossimo alla figurazione di Dionysos con una sposa. Herms
infatti, ben caratterizzato dai suoi attributi (caduceo e stivaletti alati), va
all'incontro di un personaggio femminile che fa il gesto dlia sposa (Fig. 4) .
Considerata l'atmosfera di morte comune ai pannelli finora descritti, e
considerate anche le due sfingi ai lati dlia figurazione che sono, come si
sa, esseri fatali nella mitologia e le guardie di sepolcro per eccellenza, resta
confermata l'interpretazione gi proposta di Herms Psychopompos64: un
modo di vedere Herms, proprio anche in relazione con la sposa, che resta
attuale fin nella ceramografia classica65.
Herms va pertanto inteso non come partner di questa sposa, ma come
guida, come accompagnatore nel passaggio da un'identit all'altra che la
morte.
61. Ferri, op. cit. (nota 30), p. 57: "Non da stupire che la testa, come quella che
assomma in se le differenze specifiche, sia la preferita, la predestinata a divenire simbolo; anche perche essa, considerata in se, urCErscheinungsform dell'anima, ne
sede precipua."
62. N d'inv. al museo di Kavala: A 1086. Papastamos, op. cit. (nota 4), tav. 18.
63. Cf. C. Sourvinou-Inwood, "The Young Abductor of the Locrian Pinakes", Bull,
of. Instit. ofClass. Studies, 19, 1972, pp. 12-21.
64. Zaphiropoulou, op. cit. (nota 11), p. 65.
65. Cf. Simon, op. cit. (nota 43), tavv. 46/47.

DIONYSOS CON UNA SPOSA

45

Ad un incontro prima che a un'unione dobbiamo allora pensare anche di


fronte all'immagine di Dionysos con una sposa. Identico infatti il personaggio femminile e identico il modo in cui sta di fronte al dio (Fig. 5). Il
rango divino si desume dall'analogia con Herms, l'identificazione con
Dionysos dall'iconografia posteriore. Egli porta calzari e una lunga tunica
simile non all'abbigliamento femminile, bens aile vesti che, nella tradizione iconografica del secolo successivo portano certi venerabili padri di
eroi, corne Peleo, Priamo, Pelia66.
Particolarmente caratteristico di Dionysos il recipiente che tiene in
mano, il kantharos. A cosa pu alludere il kantharos? Dionysos lo tiene in
modo che non pu essere immaginato pieno di un liquido, al ceramografo
non interessava il contenitore di vino.
Il kantharos un motivo di derivazione geometrica che risale alla tradizione figurativa micenea67. In epoche pi recenti era considerato un reci
piente
di eroi68. I kantharoi in ceramica, che conosciamo molto meglio di
quelli in mtallo, sono, in epoca geometrica una tipica suppellettile funeraria maschile69. Di esso si conosceva, all'ottavo secolo a. C, la provenienza dal mondo in cui si situavano gli eroi omerici70. Fra i soggetti di
decorazione di kantharoi geometrici troviamo infatti anche i cavalli antitetici71. E fra gli oggetti offerti in voto nel santuario di Dionysos di Kea - il
pi antico che conosciamo e chiaramente connesso con antecedenti micenei - c'erano anche kantharoi72.
pertanto lecito desumere che il Dionysos dlia nostra anfora melia si
66. Cf. D. Williams, "Close Shaves", in J. Christiansen - T. Melander, op. cit. (nota
7), p. 281.
67. Benson, op. cit. (nota 27), p. 110.
68. H. Hoffmann, "Rhyta and Kantharoi in Greek Ritual", Greek Vases in theJ. Paul
Getty Musum, vol. 4, Occ. Papers on Antiquities 5, 1989, pp. 134 sqq.
69. J. N. Coldstream, Gomtrie Greece, London, 1977, p. 76.
70. Coldstream, op. cit., p. 75 (kantharoi mesoelladici scoperti ad Atene nell'ottavo
sec. av. C). Fra i vasi micenei esistono kantharoi sia in mtallo che in ceramica: K.
Demakopoulou (d.), Das mykenische Hellas, Heimat der Helden Homers, Atene,
1988, n 40 e n 140.
71. Langdon, art. cit. (nota 27), p. 186, fig. 1; Coldstream, op. cit., p. 144 fig. a, c;
Benson, op. cit. (nota 27), tav. vi 4.
72. Coldstream, op. cit. , pp. 76 e 330. Kantharoi e figurine di cavalli e cavalieri facevano anche parte, fra altri oggetti, di depositi votivi destinati a determinati eroi: R.
Hgg, "Gifts to the Heroes in Gomtrie and Archaic Greece", Boreas, 15 (Uppsala
Studies in Ancient Mediterranean and Near Eastern Civilizations) , Uppsala, 1987, pp.
93-99.

46

CORNELIA ISLER-KERNYI

prsenta corne divinit particolarmente legata almondo degli eroi. E corne


taie accoglie la sposa - non necessariamente la sua , ma la sposa prototipica
con la quale ogni donna che moriva poteva identificarsi - al termine del
percorso fra due identit, quella umana e quella eroica: percorso che era
stato quello di Arianna (e anche di altre spose dlia mitologia).
Conclusion!
La prsente analisi deU'immaginario dlie anfore melie provvisoria in
quanto il numro di esempi noti, oggi ancora molto ridotto, certamente
aumenter in futuro. E non nemmeno esauriente perch alcuni aspetti
andranno approfonditi. Ma gi fin d'ora emergono due ordini di conclusioni: le une sulle anfore melie monumentali, le altre su Dionysos.
Il fatto che pi risalta la notevole coerenza decorativa sia dei singoli
vasi che dlia classe corne taie. In un quadro ornamentale che evoca un
esuberante rigoglio di vita vgtale, dotato di una sorprendente facolt
comunicativa (si ricordino gli occhi sotto i manici!), i tre pannelli figurati
svolgono ruoli di messaggio sapientemente gradati.
Il pannello maggiore, anche artisticamente pi pretenzioso, allude sempre ad un percorso verso un'identit di rango superiore, i cui protagonisti
sono, almeno nei casi suffi cientemente leggibili, eroi divinit dlia mito
logia. Prvale, fra queste immagini, l'accezione nuziale.
Il pannello minore dello stesso lato del vaso quello pi diversificato e
pi specifico: dunque pi aderente a esigenze prcise di determinati committenti in vista dlia destinazione finale - corne sema sepolcrale corne
votivo - del singolo vaso. In tutti gli esempi considerati tangibile il riferimento in forme diverse - lotta fra guerrieri, ratto erotico, cammino dlia
sposa, ecc. - alla morte: morte intesa non corne termine, ma corne evoluzione verso un nuovo tipo di esistenza, un soggetto idoneo non alla sola
sfera sepolcrale ma anche a divinit corne Persephone Parthenos.
Il pannello del lato-ombra invece quello pi generico. Il motivo-standard dei cavalli antitetici una sigla polivalente dell'esistenza eroica nella
sua doppia accezione mitologica e funeraria.
Tutto questo immaginario melio, per quanto collegabile anche ad antecedenti geometrici, sembra deliberatamente volersi riagganciare, pi che
al repertorio figurativo medio-orientale, a tradizioni iconografiche micenee. Il contributo pi consistente e pi fecondo dei ceramografi melii
all'arte arcaica consiste appunto nel ricupero di formule artistiche del
secondo millennio.
La prevalenza dlia tematica eroica neirimmaginario melio in perfetta

DIONYSOS CON UNA SPOSA

47

sjntonia con dati archeologici di altro tipo dello stesso periodo (quello tradizionalmente, ma forse in modo dviante, chiamato orientalizzante)73.
Per le socit gentilizie di quel tempo, il riallacciarsi agli antenati eroici
localizzati nel passato miceneo dlia propria terra deve aver costituito una
scelta consapevole, di importanza vitale. Le anfore melie si rivelano pertanto esponenti fra i pi caratteristici del momento storico-culturale cui
appartengono.
Che Dionysos faccia la sua prima apparizione sicura proprio nell'ambito di questo immaginario allora un fatto assai rilevante. Non solo resta
confermato quanto gi le testimonianze di scrittura in lineare e un
reperto corne quello del santuario di Keos facevano pensare, cio le sue
radici non esotiche orientali, ma egee74. Non solo Dionysos si rivela
corne uno dei pi venerabili e antichi dei del panthon olimpico: ma si deve
attribuirlo, almeno in questa fase, non alla sfera "popolare", contadina,
ma invece alla sfera eroico-aristocratica affine a chi deteneva il potere75.
Dal che merge l'eventualit che la sua fortuna posteriore nella ceramografia di Atene fosse il risultato non dell'adozione di Dionysos, divinit
popolare, nel panthon dlia polis, ma piuttosto di una nuova interpretazione pi democratica di una divinit originariamente legata aile famiglie
emergenti.
Il riferimento alla vite e al vino , in questa prima immagine di Dionys
os,
secondario rispetto all'allusione aile nozze e alla morte. Ma Dionysos
, pi e prima dello sposo di Arianna, padre di eroi e di eroine76, signore di
quella zona del kosmos che include in se il passato, che accoglie i defunti,
da cui possono, corne le piante, riemergere nuove vite.
73. Morris, art. cit. (nota 35), pp. 750-761; C. Brard, "Rcuprer la mort du prince",
in G. Gnoli - J.-P. Vernant, op. cit. (nota 34), pp. 89-105; Snodgrass, op. cit. (nota 34),
pp. 107-119; Snodgrass, op. cit. (nota 35), pp. 162 sqq.; V. K. Lambrinoudakis, "Vnr
ation of Ancestors in Gomtrie Naxos", in R. Hgg - N. Marinatos - G. C. Nordquist
(edd.), Early Greek Cuit Practice, Skrifter utgivna av Svenska Institutet i Athen, 4,
XXVIII, Stockholm 1988, pp. 235-246.
74. Gaspard, art. cit. (nota 2), p. 496; H. A. Shapiro, Art and Cuit under the Tyrants
inAthens, Mainz a. Rh., 1989, p. 85.
75. Cf. ora anche O. de Cazanove in F. Berti, op. cit. (nota 7), p. 175. Cf. invece Carpenter, op. cit. (nota 2), p. 8; Shapiro, op. cit. , pp. 89 sqq.
76. Cf. Brelich, op. cit. (nota 34) , p. 368: "Per tutti questi tratti Dionysos appare corne
il dio dlia 'forma eroica', un dio, cio, che ... rappresenta continuamente l'essenza
perenne dell"eroismo' corne l'hanno voluto concepire i greci... La realt dlia tragedia
greca mostra corne da un certo punto di vista... tutti gli eroi siano dionisiaci, mentre
d'altra parte l'unica divinit che si possa invocare con l'appellativo hros Dionysos".

48

CORNELIA ISLER-KERNYI

II legame di Dionysos con la sfera nuziale, prsente gi neU'immaginario


melio, diventer esplicito nell'opera dei grandi ceramografi ateniesi di
epoca solonica, Sophilos e Kleitias77. Per capire corne mai il motivo "Dio
nysos con una sposa" potesse servire a decorare medaglioni di coppe bisogner tener conto nella dovuta misura dell' aspetto non solo privato ed erotico dlie nozze, ma anche dlie loro implicazioni pubbliche e civiche.
(Erlenbach)

77. Isler-Kernyi, art. cit. (nota 7), p. 297.

Cornelia ISLER-KERNYI

Illustration non autorise la diffusion

Fig. 2. Anfora mclia del "di Hcraklcs"


Atenc, Musco Nazionalc A .\^-t, /<>/<> /;

Illustration non autorise la diffusion

Fig. 1. Anfora mclia d


Scuola Britanica, Atenc (d

Illustration non autorise la diffusion

Fig. 3. Anfora melia detta "di Herakles",


lato-ombra Atene, Museo Nazionale A
354. Foto Museo.

c/

Illustration non autorise la diffusion

Fig. 4. Anfora melia deta "di Herakles", Pannello del collo: Herms con una sposa.
Atene, Museo Nazionale A 354. Foto Museo.

Illustration non autorise la diffusion

Fig. 5. An fora mclin dcttu "di Dionysos ". Panncllo del col lo: Dionysos con una sposa (du
JUS 22, 1902, tu v. V).

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