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l'etica
ALE
"
A
INTRODUZIONE
Lo sciamano e le
Quando uscf il suo primo libro
scimmie folli
(1968),
Carlos Castaneda fu
modus vivendi
cosi origine a una serie di irrisolte questioni sul suo reale sti
le di vita, la sua immagine e la sua stessa et e nazionalit.
Esponenti di rilievo della cultura occidentale lo hanno indi
cato come il maggiore antropologo vivente, l'unico che
abbia sondato in profondit i segreti della vita sciamanica,
divenendo l'erede di un'antica tradizione di conoscenza
che dovrebbe risalire a una stirpe di "veggenti" (seers) col
legati ai primordi della civilt precolombiana in Messico.
Lo sciamano: il contatto diretto con le segrete energie che
muovono la vita. Energie che non vediamo e non percepia
mo, perch viviamo completamente assorbiti da un tipo di
condizionamento sociale e collettivo che ci fornisce, fin dal
la nascita e poi con l'educazione, di formidabili paraocchi,
tirannici, totali e... insospettabili.
Secondo Castaneda noi siamo creature la cui strada evo
lutiva pu procedere soltanto, ed esclusivamente, sui bina
ri della consapevolezza. E per sviluppare la consapevolez
za bisogna imparare a vedere dietro alle apparenze, come
gli sciamani. Bisogna rimuovere i paraocchi. Invece, que
sto fine evolutivo stato tradito e abbandonato.
Noi, ormai, schiavi di un anonimo pilota automatico, una
sorta di "scimmia folle" che ci concede solo una misera illu
sione di identit, obbediamo ciecamente ai punti-cardine
del suo programma:
2)
1)
de; 3) procreare.
Questo il programma della <<scimmia folle, il pilota auto
matico, il padrone dei paraocchi che ci comanda non visto.
Invece, secondo la visione degli antichi veggenti, riportata
da Castaneda, l'essere umano essenzialmente una crea
tura la cui prima ragion d'essere consiste nel percepire. La
percezione il senso della vita, su di essa che si fonda e
Giovanni Feo
fotto non negoziabile che siamo degli esseri che devono morire.
Si rimane colpiti dalla forza di persuasione dei loro argomen
ti, e per un buon motivo. Le protagoniste in questione, tutte
laureate in antropologia all'Universit di Los Angeles, sono
delle formidabili metodologiste che hanno stranamente adat
tato le loro discipline accademiche per arrivare a descrivere il
mondo magico che presentano: una configurazione di energia
chiamata Seconda attenzione. Un posto per nulla adatto a
un timido seguace della New Age.
I L PARTY OFFENSIVO
<<Non conduco una doppia vita. Vivo questa vita: non esiste
uno scollamento tra quello che io dico e quello che io faccio.
Non sono qui per tirare la vostra catena o per ntrattenervi.
Quello che vi dir oggi non sono le mie opinioni; sono quel
le d don Juan Matus, l'indiano del Messico che mi ha mostra
to questo altro mondo. Quindi non offendetevi! Juan Matus
mi ha rivelato un sistema funzionante garant ito da ventisette
generazioni di stregoni. Senza di lui sarei stato un vecchio pro
fessore che avrebbe passeggiato con gli studenti in un cortile
con il suo libro sotto il braccio.
cide!
Carol Tiggs era andata via. Non a vivere nelle montagne del
New Mexico, ve lo assicuro. Un giorno stavo tenendo una con
ferenza al Phoenix Bookstore e lei si materializza. Il cuore mi
salta fuori dalla camicia, tump tump tump. Continuai a parla
re. Parlai per due ore senza sapere cosa stessi dicendo. La por
tai fuori e le chiesi dove fosse stata. Dieci anni! Si sentiva un
po' strana e cominci a sudare. Aveva solo vaghi ricordi . Scher
zava.
<< La riapparizione di Caro! Tiggs ha aperto - dal punto di vista
energetico - una porta enorme attraverso cui noi possiamo pas
sare. C' un grande ingresso dove posso portarvi per conto del
la stregoneria. Il suo ritorno ci ha dato un nuovo anello di pote
re, con s stessa ha riportato una enorme massa di energia che
pu permetterei di andare l fuori. Ecco perch siamo dispo
nibili adesso. Qualcuno stato presentato a Caro! Tiggs a una
conferenza ed rimasto deluso. "Ma hai un aspetto cosi nor
male." Caro l Tiggs gli ha risposto: Che cosa ti aspettavi? Che
mi uscissero dei fulmini dalle rette?",,
MASSA CRITI CA
Mi sono incontrato con Castaneda e le "streghe" per un perio
do di una settimana in ristoranti, stanze di albergo, grandi
magazzini. Loro erano attraenti e giovanili. Le donne erano
vestite in modo discreto, con un tocco di casual chic. Non le
avresti mai notate in mezzo alla folla, questo il punto.
Stavo sfogliando New Yorker seduto in un caff all'aperto p res
so il Regent Beverly Wilshire. La pubblicit del Drambuie
sembrava particolarmen te odiosa: inevitabil mente, non
importa quanto lottiamo, in un modo o nell'altro, un giorno
diventeremo come i nostri genitori. Invece di resistere a que
sto fatto, vi invitiamo a celebrare questo rito di passaggio con
un liquore squisito ... Don Juan stava ridendo nella sua tomba
(o fuori ) , la cosa mi port alla mente una confusione di
domande: in ogni caso dove era? Nello stesso posto da cui era
dodici anni camminavo come lui, parlavo come lui, con la voce
di chi ha problemi alla laringe. lui che mi ha detto di salta
re dalla finestra. Mi insegn ad avvicinare le ragazze, mai a testa
alta, ma adulandole. Si alz e si incammin. Il mendicante se
ne stava andando verso i cespugli ai lati della strada. Arrivati
alla sua macchina, Castaneda rimase per un attimo con la por
tiera aperta.
Molto tempo fa uno stregone mi chiese che faccia avesse l'uo
mo nero, secondo me. Ero intrigato. La cosa doveva essere
tenebrosa, oscura e avere un volto umano. Luomo nero spes
so ha il volto di qualcuno che pensi di amare. Per me era mio
nonno. Mio nonno che adoravo. Salimmo in macchina men
tre il mendicante spariva in un viottolo. Mio nonno ero io.
Pericoloso, mercenario, connivente. Insignificante, vendicati
vo, pieno di dubbi e inamovibile. Don Juan lo sapeva.>>
INNAMORARSI DI NUOVO
All'et di settantacinque anni siamo ancora in giro a cercare
"amore" e "amicizia". Mio nonno aveva l'abitudine di svegliarsi
nel bel mezzo della notte urlando: "Pensi che lei mi ami?". Le
sue ultime parole prima di morire furono: "Eccomi, eccomi,
sto venendo piccola!". Ebbe un grande orgasmo e mori. Per
anni pensai che fosse una cosa meravigliosa, splendida. Poi don
Juan mi disse: "Tuo nonno morto come un porco. La sua
vita e la sua morte non hanno nessun significato". Don Juan
affermava che la morte non un lenitivo, solo il trionfo pu
esserlo. Gli ho chiesto cosa intendesse per trionfo e lui mi ha
risposto libert: quando spezzi il velo e ci passi attraverso por
tandoti la tua forza vitale appresso. Gli dissi che avevo ancora
un sacco di cose da fare nella vita, la sua risposta stata: "Vuoi
quel modo. Gli stregoni usano quel tipo di energia per volare
l fuori, o per cambiare. Scopare dal punto di vista energe
tico il nostro atto piu importante. Vedi, abbiamo bruciato i
nostri migliori generali mandandoli allo sbaraglio e non pos
siamo sostituirli. Ecco perch cosf importante ricapitolare la
propria vita. La ricapitolazione separa l'incarico datoci dal
l'ordine sociale dalla nostra forza vitale. Le due cose non sono
inseparabili. Una volta che sono stato in grado di sottrarre l'es
sere sociale dalla mia energia nativa, ho potuto vedere chiara
mente: non ero poi cosf sexy.
A volte parlo con degli psichiatri. I l loro tema preferito l'or
gasmo. Quando sei lf che fluttui nell'infinito non te ne frega
un cazzo del "Grande 0". La maggior parte di noi frigida,
tutta questa sensualit p ura masturbazione mentale. Al
momento del concepimento noi siamo delle "scopate annoia
te", senza energia. Se siamo i primogeniti i nostri genitori non
sanno come comportarsi, se siamo gli ultimi nati non gliene
frega piu niente di come comportarsi. Siamo fregati in ogni
caso. Siamo solo carne biologica con cattive abitudini e sen
za energia. Siamo creature noiose, ma diciamo che siamo
annoiate. Scopare molto piu ingiurioso per le donne, gli
uomini sono solo dei fuchi. Luniverso femminile. Le don
ne hanno accesso totale, sono gi IL Sono solo stupidamente
socializzate. Le donne sono delle volatrici portentose, hanno
un secondo cervello, un organo che possono usare per dei voli
inimmaginabili. Usano i loro grembi per sognare. "Dobbia
mo smettere di scopare?", chiesero gli uomini a Florinda. Lei
gli rispose: "Continuate a infilare il vostro pistolino in giro
ogni volta che volete!". una strega tremenda! Si comporta
molto peggio con le donne, le dee del week-end che si dipin-
, <l"
t
lr.t -,ietc qui a fare le dee. E quando tornate a casa cosa fate?
, 1 1 ' t,.
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LA CONSAPEVOLEZZA
t 1 di rigemmo verso lo squallido hotel dove Castaneda era
' ' < h ro a morire. <<Possiamo andare alla tua vecchia stanza, giu
.1 ' ' p er vedere com'." Disse che non era il caso. <<Che cosa vuoi
, l.1lla vita?", era solito chiedermi don Juan. La mia risposta clas
' ' . t era che francamente non ne avevo idea. Questo era il mio
1 1 t q.;giamento da persona profonda, da intellettuale. E don
! 1 1 . 1 1 1 : "Questa risposta soddisfarebbe tua madre non me". Ero
.11 . 1 volto, non riuscivo a pensare. E quello era un indiano. Por
, .1 puttana! Dio, non hai idea di cosa questo significhi. Ero una
1 ,,rsona educata, ma di fronte a lui non ero niente. Un gior-
l l l t't
se
questo mondo, piu ci difficile dirgli addio. Tutti ce li abbia1 1 1 0 , vogliamo la fama, essere amati, piacere alla gente. Cavo
lo. qualcuno di noi ha persino dei bambini. Perch dovrem1 1 1 0 andarcene? Siamo incappucciati, mascherati . . . Abbiamo
dl'i momenti felici che durano in noi per tutta la vita. Cono
''-o una ripa che stata Miss Alabama. Pensi sia abbastanza per
I L'ncrla lontano dalla libert? Si, "Miss Alabam' sufficiente
pL'r tenerla inchiodata.
ha venuto il momento di porle una di quelle grandi doman
dl' (ne avevo parecchie) : quando parlano di passare attraverso,
i mendono anche con il corpo fisico? Lei rispose che col cam
hiare il S non si intendeva l'ego freudiano, ma il S reale, con
l rL'tO, si, il corpo fisico. Quando don Juan e la sua comitiva
'>L' ne andarono, lo fecero con la totalit del loro corpo. Se ne
.mdarono coi loro stivali calzati.
l .L'i diceva che il sognare era l'unico autentico nuovo reame del
d iscorso filisofico, che Merleau-Ponty si sbagliava quando
.1ffermava che l'umanit era condannata a provare del pregiu
d izio verso un mondo a priori. <<Esiste un posto dove non esi
'>tono cose a priori, la seconda attenzione. Don Juan diceva
'>L'mpre che i filosofi erano degli stregoni mancati. Ci che
mancava loro era l'energia per fare un salto oltre le loro idea
li t. Nella nostra strada verso la libert tutti ci trasciniamo die
tro un bagaglio; molliamolo. Dobbiamo anche mollare il baga
glio della stregoneria.
Il bagaglio della stregoneria?
Noi non facciamo stregoneria, non facciamo niente. Tutto il
nostro lavoro muovere il punto di unione. Alla fine, l'essere
uno stregone una cosa che ti tiene intrappolato quanto l'es
sere Miss Alabama.>>
IL SERPENTE PIUMATO
Li ho visti andare via, don Juan e il suo gruppo, un intero
stormo di stregoni. Se ne sono andati in un luogo libero da
'
[n.d.t.] .
1 1 . 1 1 renerlo,
l t, , ,
. 1 .t hlt..mo e i musicisti impacchettano i loro stru\; , , 1 1 L ' p i u tempo per danzare, tempo di morire".
! 1 1 .1 1 1 1.tt us diceva che c'era un tempo infinito e uno total
l l l l' l l t L' s e nza tempo. La contraddizione stregoneria. Vivete
h! Vivetela splendidamente! >>
U n giovane in sala si alz. Ma come possiamo farlo senza qual
cuno come don Juan? Come possiamo farlo senza aggregarci
a qualcuno?
<<Nessuno si aggrega a noi, non siamo guru. Non hai bisogno
di don Juan>t, disse enfaticamente. <<lo avevo bisogno di lui,
ecco perch te ne parlo. Se vuoi libert, hai solo bisogno di
decisione. Abbiamo bisogno di massa nel mondo, non voglia
mo farci delle seghe. Se ricapitolate, sarete in grado di racco
gliere energia, e noi vi troveremo. Ma avrete bisogno di mol
ta energia. E per arrivarci dovete tirare fuori le balle. Allora
sospendete il giudizio e afferrate l'opzione. Fatelo. Don Juan
diceva spesso: " Uno di noi uno stronzo. E non sono io". Fece
una pausa. "Questo quello che sono venuto a dirvi oggi".
La sala esplose in una risata, il pubblico si alz in piedi per
applaudirlo mentre lui usciva dalla porta posteriore.
Volevo corrergli dietro urlando: <<Per favore amami!. Se non
altro sarebbe stato divertente. Ma avevo dimenticato il mio
piattino di latta per le elemosine. Camminai nel buio vicino a
uno stagno. Un vento leggero scuoteva le fragili foglie sul bor
do. Mi torn alla mente una delle nostre conversazioni, stava
parlando di amore. Sentivo la sua voce e mi immaginavo nel
la cambusa mentre mi giravo lentamente per fronteggiare le
parole che mi venivano incontro.
Mi inammorai all'et di nove anni. Avevo veramente trovato
1 1 1. ,
1 1 1 1 1 1 1
' ' 1 1 1 ia met. Davvero. Ma non era destino. Don Juan mi dis
,
' ' ' 1 1 nobile. Il mio destino era dinamico. Un giorno, questo
1 1 1 m re della mia vita, questa ragazzina di nove anni trasloc.
\ 1 i;l nonna mi disse di non essere codardo e di correrle dietro.
\ <>l evo bene a mia nonna ma non glielo avevo mai detto, per
h lei mi imbarazzava, aveva dei problemi di pronuncia. Mi
l h i amava "afor" invece di "amor". Era solo una questione di
. I l Cento straniero, ma ero molto giovane c non lo sapevo. Mia
I H>nna mi mise un mucchio di monete in mano. "Vai e pren
d i l a! La nasconderemo a casa nostra e la crescer io!" Presi i
-, oldi e andai. In quel momento l'uomo di mia nonna le bisbi
gl i qualcosa all'orecchio. Lei mi chiam con uno sguardo
vuoto. "Afor. . . mio piccolo caro", e si riprese i soldi. "Mi spia
ce ma i l tempo scaduto." M i dimenticai di questo episodio,
don Juan me lo tir fuori anni dopo. Mi ossessiona. Quando
sento il prurito, e l'orologio segna le dodici meno un quarto,
mi vengono i brividi! Tremo, ancora oggi!
"Afor. . . piccolo caro. Il tempo scadutO.>>
,
, , " ! '. ' ' ' " " ' (' ' ' "
.1
" l ' ' ' h , o p rnsioni argentine quale gesto amichevole nei
, . ,- ,
l" v
, tsa editrice spagnola ha gi acquisito i diritti, ma non sicu1< l se il libro sia stato ancora pubblicato.
l .a traduzione in spagnolo opera di Juan Tovar, un mio caris
-, i mo amico.>> Juan Tovar ha usato gli appunti in spagnolo che
lo stesso Castaneda gli ha fornito, appunti che taluni critici
hanno messo in dubbio.
\ .a traduzione in portoghese sembra esser molto bella.
vero>>, dice Castaneda. Questa traduzione stata fatta a par
t i re dalla versione francese. Certamente, molto ben riuscita.>>
l n Argentina stata proibita la pubblicazione dei suoi primi
due libri. Pare per le storie di droga che vi sono contenute.
( astaneda non ne era al corrente. Immagino che ci sia lo zam
pino della " Madre Chiesa".>>
All'inizio della nostra conversazione Castaneda ha ttto men
Iione dell' insegnamento tolteCO>>. Anche in Ii secondo anello
delpotere si parla dei toltechi>> e dell' essere un tolteco>>. Cosa
significa essere un tolteco?>> , gli domando.
Stando a Castaneda, la parola "tolteco" riveste un ampio signi
fcato. Solitamente si dice che qualcuno un tolteco come si
potrebbe dire che qualcuno un democratico o un filosofo.
Secondo il suo impiego del termine, questa parola non ha nul
la a che vedere con la sua accezione antropologica. Da una pro
spettiva antropologica, il termine connota una cultura india
del Messico centrale e meridionale, che gi si era estinta al tem
po della conquista e della colonizzazione spagnola dell'Ame
nca.
Tolteco colui che conosce i misteri del vedere e del sogna
re. La parola designa un piccolo gruppo che ha saputo man
tener viva una tradizione risalente a oltre 5000 anni.>>
Dal momento che sto lavorando al pensiero mistico e sono
I L' u n
l
sua visione del mondo non si depositi in una met della bol
la. L'altra met, rimasta pulita, pu pertanto venir ricuperata
a quella che gli stregoni chiamano volont.
Chiarire tutto ci molto difficile, data l'inadeguatezza delle
parole di fronte a un compito cosi estremo. In realt, la parte
sinistra dell'universo <<prevede l'assenza delle parole>> e senza le
parole non possiamo pensare. Si danno soltanto azioni. In
questo altro mondo>>, dice Castaneda, il corpo ad agire. Il
corpo non ha bisogno di parole per capi re.
Nell'universo magico - come viene chiamato - di don Juan,
esistono alcune entit, descritte come alleati o ombre pas
seggere, che possono essere catturate svariate volte. Per chia
rire questo insolito tipo di cattura vengono presentate nume
rose spiegazio n i , ma, secondo Castaneda, non vi sono dubbi
che questi fenomeni abbiano a che vedere con l'anatomia uma
na. L'importante l'essere consapevoli dell'esistenza di un'in
tera gamma di spiegazioni che rendono ragione di queste
ombre passeggere.
Gli chiedo, a questo punto, della conoscenza con il corpo di
cui parla nei suoi libri. Lei considera l'intero corpo uno stru
mento di conoscenza?>>
<<Sicuramente! Il corpo conosce, mi risponde. A m di esem
pio, Castaneda parla delle numerose possibilit racchiuse in
quella parte della gamba che si trova tra il ginocchio e la cavi
glia, ove potrebbe risiede un centro della memoria. Pare anche
che si possa imparare a utilizzare il corpo per catturare le
ombre passeggere. L'insegnamento di don Juan trasforma il
corpo in uno scanner elettronico, dice, ricercando la parola
spagnola che renda quest'immagine. Il corpo avrebbe la facolt
di percepire vari e distinti livelli di realt che, a loro volta, rive-
bero volerei degli anni. Nel mio caso, la difficolt>>, dice riden
do, risiede tutta nella testardaggine. All'inizio ero piuttosto
restio ad apprendere; per questo, con me, don Juan dovette
usare delle droghe . . . che finirono per ridurmi il fegato in bran
delli!>>
<<Seguendo la regola del non-fare, si distruggono le abitudini
e si diviene consapevoli, spiega Castaneda. Mentre parla, si
alza in piedi e comincia a camminare a ritroso, ricordandosi
di una tecnica che don Juan gli aveva insegnato: camminare
all' indietro con l'aiuto di uno specchio. Castaneda ci raccon
ta che per rendersi piu agevole l'impresa aveva escogitato un
manufatto di metallo (una specie di anello che a m di coro
na si infilava in testa) in cui era fissato lo specchio. In quel
modo poteva praticare l'esercizio avendo le mani libere. Altri
esempi di tecniche del non-fare consistevano nell'allacciarsi la
cintura e nel calzare le scarpe al contrario. Tutti questi accor
gimenti servono a renderei consapevoli di ci che facciamo di
volta in volta. Distruggendo le abitudini, dice, il corpo spe
rimenta delle nuove sensazioni. Il corpo conosce ...
Castaneda ci riferisce alcuni dei giochi di cui si diletta per ore
il giovane tolteco. Sono giochi relativi al non-fre, ci spiega.
Giochi che non prevedono regole fisse, ma che, anzi, si svi
luppano nel corso dell'azione.
Non avendo regole codificate, il comportamento dei giocato
ri imprevedibile e, di conseguenza, chi vi partecipa deve pre
stare molta attenzione. Uno di questi giochi, prosegue, con
siste nell' inviare all'avversario dei falsi segnali. Si chiama il gio
co del tiro.
Vi partecipano tre persone e sono necessari due pali e una fune.
Con la fune si lega uno dei giocatori e lo si fa penzolare dai
pali. Gli altri due debbono tirare le estremit della corda e cer
care di ingannarlo inviandogli dei falsi segnali. un gioco che
richiede molta attenzione, di modo che, quando uno tira, l'al
tro faccia altrettanto per evitare che la fune si attorcigli attor
no alla persona legata.
Le tecniche e i giochi del non-fare sviluppano l'attenzione: si
pu dire che sono esercizi di concentrazione in quanto obbli
gano coloro che li praticano a essere pienamente consapevoli
di ci che stanno facendo. Castaneda commenta che la vec
chiaia consiste nell'esser rimasti bloccati entro il circolo delle
abitudini.
I l modo di insegnare della Donna Tolteca quello di farci
entrare in azione. Credo sia la maniera migliore, poich agen
do in situazioni concrete ci accorgiamo che non siamo niente.
L'altro modo, quello consueto, quello dell'amore verso s stes
si, dell'orgoglio personale. La prima alternativa fa di noi degli
investigatori, sempre attenti a tutto ci che potrebbe presentar
si o disturbarci. Investigatori? Certo! La gente, invece, passa il
proprio tempo a ricercare dimostrazioni d'amore: mi amano o
non mi amano? In questo modo, focalizzati sul nostro ego, non
facciamo altro che rafforzarlo. Secondo la Donna Tolteca, la
cosa migliore cominciare a pensare che nessuno ci ama.
Castaneda ci racconta che per don Juan l'orgoglio personale
assomiglia a un mostro dalle tremila teste. <<Non si fa pari a
distruggere e abbattere teste che altre subito si drizzano ... , era
solito dire.
<<Il fatto che ricorriamo a infiniti stratagemmi!, esclama. In
forza di essi non facciamo che ingannarci, credendo di essere
chiss chi.
Accenno, poi, al concetto di perdita di vigore, legato all'im-
l<
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\o p ravvivere
.1 1 . 1 1 l ro n t c