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Larchitettura greca
Introduzione
Grazie a Vitruvio e al suo trattato De Architectura possiamo capire la conformit dei
templi greci e dei templi romani. In particolare possiamo distinguere le diverse tipologie di
tempio:
causa di un terremoto. Il Tempio di Artemide situato nella citt di Efeso era considerato una
delle 7 meraviglie del mondo antico. Esso sub numerosi rimaneggiamenti e numerose
ricostruzioni, per resta il tempio in cui lordine ionico trov piena e coerente realizzazione.
L'edificio dovrebbe coincidere con un diptero risalente all'VIII secolo a.C., mentre la base
centrale del tempio fu appunto edificata solo in un secondo momento nel VI secolo a.C.
Dydyma fu, al pari di Delfi, la pi rinomata stazione oracolare di tutto l'antico mondo
ellenistico. La costruzione dellimponente tempio, si protrasse per oltre 4 secoli, ma non fu
mai ultimata. Le basi delle colonne della facciata del tempio sono particolarmente ricche di
sculture. Di fronte alla scalinata, si apre la sala delle Due Colonne (sala d'attesa); ai lati, due
lunghi corridoi conducono all'adyton, il luogo dove operavano i sacerdoti, che ovviamente
era chiuso ai pellegrini. Al centro dell'adyton sorgeva il naiskos, ovvero il piccolo edificio che
accoglieva la profetessa. Dall'interno dell'adyton, una scala conduceva alla sala delle Due
Colonne. Il Didymaion era collegato al santuario di Apollo Delphinios da una via sacra
affiancata da statue sedute e da leoni, come nei santuari egizi. Le esperienze nelle
Cicladi.Un nuovo capitolo dello sviluppo dellordine ionico riscontrabile nelle Isole Cicladi,
dove la lavorazione del marmo attestata fin dal III millennio. Questo linguaggio si presenta
come diretto antecedente allordine ionico attico sviluppatosi ad Atene agli inizi dellet
classica. Nelle Isole Cicladi furono realizzati edifici valorizzando il marmo locale. Lo sviluppo
dellordine ionico quindi procede di pari passo al precoce utilizzo del marmo, usato gi nel
VII sec. a.C.. Si ha dunque una lieve differenza dordine tanto da distinguere uno ionico
insulare da uno ionico microasiatico, sia dalle differenti modanature che dal tipo di capitelli,
o nei criteri progettuali. Questi sviluppi furono per inglobati in un repertorio comune,
grazie anche allo spostamento delle maestranze.
custoditi i tesori delle citt che partecipavano ai giochi; vi era inoltre un edificio circolare, il
Philippeion, eretto nel IV secolo a.C. in onore di Filippo II re di Macedonia.Il santuario di
Apolo Pizio a Delfi.La sacralit ispirata dalla natura, caratteristica della maggior parte dei
santuari greci, ispir il culto. I numerosi edifici erano posti su terrazzamenti con percorsi a
tornanti. Il tempio di Apollo, sostenuto da un muro in opera poligonale lesbia (della citt
di Lesbo), domina il temenos. La posizione di Delfi nel mondo greco appare barincentrica e
la sua centralit fu ricordata nel mito di 2 aquile che lanciate da Zeus si sarebbero
riincontrate a Delfi. Allinterno del tempio una pietra sacra ogivale ne concretizzava
limmagine ancestrale. Delfi presenta una particolare variet negli edifici: lintegrazione di
materiali e linguaggi architettonici diversi esercit un fecondo influsso nel successivo
sviluppo dellarchitettura greca. Il tesoro di Sifnos a Delfi, un tempio con un portico
affiancato da due grandi cariatidi (caratteristica ripresa poi per l'Eretteo di Atene), che
reggono sulla testa dei curiosi capitelli scolpiti con figure di uomini e leoni. Fregio e frontone
sono ricchi di sculture con colori vivaci. La fine lavorazione del marmo cicladico ne valorizza
la decorazione.
I Greci in occidente
La Magna Grecia
La Magna Grecia il nome dell'area geografica della penisola italiana meridionale che fu
anticamente colonizzata dai Greci a partire dall'VIII secolo a.C.. Il successo di insediamenti fu
legato anche alla politica di integrazione con i locali. Queste genti, giunte sulle coste Italiche
fondarono diverse citt. Questo fu il periodo in cui fu raggiunta la massima ricchezza
economica, a cui s'aggiunse lo splendore in campo culturale ed artistico. Come conseguenza
di questa realt di grande splendore, le zone colonizzate nella penisola italiana, ci sono state
tramandate col nome di Magna Grecia, che volle testimoniare l'orgoglio per aver dato vita
ad una comunit di Greci che aveva raggiunto alti livelli in campo sociale, culturale ed
economico, da poter essere considerata, in confronto, pi grande della stessa madrepatria.
Ad Agrigento limpianto stradale evidenzia un ingegnoso adattamento al sito, con isolati
larghi e con le vie strette disposte verso il sole. Una via sacra collegava i diversi templi,
condizionando anche il progetto dellOlympeion di fronte al quale fu realizzata lagor.
Cerano inoltre un ginnasio, con ampi spazi aperti, unagor superiore, centro politico
compreso di edifici per le assemblee (ekklesiasterion) e del consiglio (bouleuterion). I
quartieri artigianali erano invece ai margini della citt. I templi sicelioti: Siracusa, Selinunte,
Agrigento e Segesta.Il mito di Kore figlia di Demetra rapita da Plutone, era molto sentito in
Magna Grecia e soprattutto in Sicilia dove si celebravano riti ctonii delloltretomba. Demetra
fu infatti spesso associata alla Magna Mater degli dei. In termini architettonici questi culti
necessitavano di un ulteriore spazio chiuso interno alla cella: ladyton,assai diffuso in Sicilia.
Il tempio siceliota richiese quindi ampie peristasi e vani interni spaziosi e liberi da colonne.
Altra caratteristica peculiare della tipologia siceliota sono le scale poste in genere ai lati
dellingresso, utilizzate per cerimonie come le epifanie (teatrali apparizioni di sacerdoti che
impersonavano divinit). Tempio di Apollo a Siracusa.Il tempio un periptero di 6x17
colonne. Esso anticipa i successivi templi in Sicilia, dove lopistodomo apparir con un secolo
di ritardo: assialit e frontalit, accentuata dal raddoppio del colonnato come nei templi C
ed F a Selinunte. Selinunte presenta ampi assi stradali, che ne fanno uno dei pi antichi
esempi di pianificazione, ed erano scenograficamente conclusi verso il mare da ampi
terrazzamenti. Il centro della citt era lagor. Sullacropoli un grandioso muro di
contenimento a gradoni ampli larea sacra dove fu realizzato il tempio C dedicato ad
Apollo. Con 6x17 colonne, il tipico tempio siceliota: cella allungata priva di opistodomo,
adyton, ingresso in maest. La scenografia di questi templi funzionale dellidea di potenza.
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I canoni di forza e bellezza sono espressi nelle forme tozze e pesanti della composizione. Il
tempio E, dedicato ad Hera, aveva una peristati di 6x15, che unisce alladyton siceliota
lopistodomo della madre patria. Il tempio F dedicato a Dioniso o ad Atena, ed databile
alla met del V secolo a.C..Alle colonne della facciata manca l'entasi (rigonfiamento del
busto). Ogni colonna era collegata ad un'altra tramite pareti che mascheravano le attivit di
culto (decorazione a finte porte). Il tempio G, attribuito ad Apollo,appare ispirato al
Dydimaion, con una planimetria pseudo-diptera di 8x17. Presenta un naiskos per la statua di
culto. Ledificio non fu mai completato. Nella prima met del V sec. a.C. in sostituzione
delladyton, fu realizzato lopistodomo, e la cella fu conclusa da un naiskos per la statua del
culto. I templi di Agrigento, individuati anchessi da lettere, furono realizzati in calcarenite
rivestita da stucco. La loro sequenza rappresentava una simbolica protezione della polis. Il
tempio A presenta caratteri arcaici con una peristasi dorica di 6x15 e scale ai lati
dellingresso. Si adeguava per ai canoni della madre patria nel pronao e nellopistodomo in
antis. Il tempio poteva riflettere le dottrine di Pitagora, che considerava i numeri come
essenza delle cose. Il tempio B dedicato a Zeus (Olympeion) ed il pi grande della Sicilia
di ordine dorico. Esso uno pseudoperiptero con colonne addossate ai muri (fuori rotonde
e dentro quadrangolari). Verso la met VI sec. a.C. si abbandon la prassi di costruzioni
colossali, riducendole come nel tempio D e nel tempio F (della Concordia) con peristasi di
6x13 e aperture sopra la trabeazione che alleggerivano il peso sugli architravi di pronao e
opistodomo e fungevano nei riti epifanici. A Segesta ritroviamo un tempio con caratteri
tipici dellAttica con colonne prive di scanalatura. Poseidonia e lo stile dorico-acheo.
Larchitettura in Magna Grecia stata definita stile dorico-acheo. Prima della
canonizzazione del dorico, le colonie recepirono schemi progettuali dalla Ionia, grazie ai
rapporti commerciali. Poseidonia (rinominata dai romani Paestum) presenta dei templi
realizzati in travertino originato dai depositi del fiume. La citt fu fondata intorno al 600 a.C.
e circa un secolo pi tardi fu realizzato il primo tempio di Hera gi definito basilica per le
insolite proporzioni. La denominazione "Basilica", gli venne attribuita nel XVIII secolo,
quando la cultura architettonica neoclassica cominci ad interessarsi a Peaestum. In tale
periodo per la quasi totale sparizione dei muri della cella, del frontone e della trabeazione e
per altre caratteristiche come l'isolito numero dispari delle colonne sul fronte (9x18), si
credeva che il tempio fosse una basilica, nel senso che il termine romano indica: un luogo
adibito a sede di tribunale ed alle assemble che tenevano i cittadini. un tempio periptero
ennastilo. Presenta contemporaneamente caratteri arcaici con altri tipici del periodo
classico come il rapporto tra larghezza e lunghezza che rispetta il canone di analoghia di 2:1.
La presenza di una colonna in asse rappresenta un elemento arcaicizzante, fu poi rifiutata
dall'architettura greca del periodo classico perch impediva l'accesso e la vista assiale verso
il naos, negando un rapporto diretto con la sacralit. La cella era preceduta da un pronao
con tre colonne in anti. L'interno della cella, coerentemente con la colonna in asse sul
fronte, bipartito da un colonnato centrale. Nella parte posteriore c' l'adyton. Si tratta di
un ambiente chiuso che sostitu l'opistodomo (il corrispondente simmetrico del pronao sul
retro) previsto nella prima fase, forse per modifiche alle pratiche di culto. Tale vano,
caratteristico dei templi della Magna grecia, era accessibile dal naos solo ai sacerdoti e
probabilmente sede del tesoro del tempio e del simulacro della divinit (sancta sanctorum).
Il tempio di Atena o tempio di Cerere (circa 500 a.C.) simbolo di fertilit, presenta la tipica
frontalit siceliota. In facciata ha un alto frontone e un fregio dorico, composto da ampi
blocchi di calcare. La struttura composta dal pronao e la cella, ma privo di adyton,
ovvero la camera del tesoro sul retro. Appaiono anche le scale che portano al tetto
(epifanie). E il primo esempio di compresenza di 2 ordini: il dorico allesterno, e lo ionico
allinterno.Il secondo Tempio di Era, detto anche Tempio di Poseidon, fu eretto a Paestum
intorno alla met del V secolo a.C.. Il tempio di ordine dorico, periptero esastilo (con sei
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superare notevoli difficolt tecniche, dovute soprattutto al forte dislivello del passaggio. Dei
quattro ambienti che dovevano occupare le due ali venne realizzato solo quello di nordovest, la Pinacoteca, dove erano raccolti quadri di soggetto mitologico.Il Tempio di Atena
Nike si trova presso i Propilei. Costruito intorno al 425 a.C. in stile ionico un tempietto
anfiprostilo tetrastilo (con quattro colonne libere sulla fronte e sul retro) ornato nei fregi di
preziosi bassorilievi che narrano vicende della battaglia di Maratona. Opera dell'architetto
Callicrate, il primo (e unico) edificio in stile completamente ionico dell'Acropoli; tutti gli
altri presentano originali fusioni di stile ionico e dorico. I muri e le colonne sono inclinati
verso linterno. Ledificio presenta una ricca decorazione con 10 Nikai in bronzo dorato sugli
acroteri, Gigantomachia e Amazzonomachia sui frontoni e un fregio figurato. LEretteo un
edificio dove su sepolcri preistorici o nacquero i culti dei re Cecrope ed Eretteo. Iniziato nel
421, il tempio ionico fu terminato nel 409 a.C. in coincidenza con la drammatica fine del
predominio di Atene e linstaurazione di un governo oligarchico sotto Sparta. LEretto
concluse il rinnovamento dellAcropoli voluta da Pericle, sostituendo un modesto preEretteo che ospitava i culti della dea Atena Polias. LEretteo, adattato al sito, si presentava
diverso in ogni prospetto, con un corpo principale parallelo al Partenone. Linterno era
diviso in 2 parti principali. La fronte orientale, prostila esastila, con impercettibile entasi
nelle colonne, dava accesso alla cella superiore. Sulla pavimentazione del pronao visibile il
triplice segno attribuito al fulmine di Zeus, cui corrisponde unapertura sul soffitto.
Allangolo sud-ovest delledificio fu aggiunta la loggia delle Korai (fanciulle), impropriamente
note come cariatidi. Il fregio a figure in marmo di Paros anticipa il gusto per la bicromia,
come nella tholos di Epidauro o nel mausoleo di Alicarnasso. Alla bicromia si aggiungevano
pigmenti, foglie doro o perle di vetro sulle basi attiche. Lequilibrata ricchezza compositiva
e decorativa fece del santuario poliade il modello per eccellenza dellordine ionico-attico.
LEphaisteion e i templi dellAttica.L'Hephaisteion o Tempio di Efesto un tempio greco
situato ad Atene poco sopra l'antica agor. Il tempio conosciuto anche come Theseion
perch ritenuto erroneamente il luogo di sepoltura di Teseo. Il tempio posto sull'altura
che domina il lato occidentale dell'Agor, nota come Kolonos Agoraios. Si tratta di un
tempio periptero, esastilo, con tredici colonne sui lati lunghi (secondo la proporzione
canonica del tempio dorico che pone sui lati lunghi le colonne in numero doppio pi uno
rispetto alla fronte). La cella distila in antis, con il pronao pi profondo rispetto
all'opistodomo. All'interno la cella vera e propria aveva un doppio colonnato interno che
correva sui due lati lunghi e sul fondo vi erano due statue crisoelefantine di culto di Atena
ed Efesto. Alla fine del V sec. fu realizzata una scalinata di collegamento allagor. Eleusi
collegata ad Atene tramite una via sacra accoglieva il pi insigne santuario di Demetra,
legata alle origini dellagricoltura. La dea stessa avrebbe richiesto un altare e un tempio ai
piedi dellacropoli insegnano i riti misterici di rinascita dalloltretomba. L'edificio principale,
dove si svolgeva la cerimonia, chiamato Telesterion. una tipologia architettonica
sviluppatasi dall'antico tempio di Demetra di epoca arcaica che ha assunto la forma di un
anaktoron (edicola) all'interno della struttura principale. Sotto l'epoca classica raggiunse la
sua massima elaborazione con il progetto di Ictino, autore del Partenone. Il Telesterion era
una stanza di notevoli dimensioni con addossate alle pareti 7 gradini per gli spettatori del
culto. Al centro si ergevano, secondo il progetto di Ictino mai terminato, colonne doriche su
due ordini.
diverse, pur sviluppandone i caratteri peculiari, come dimostra Skopas di Paros, attivo nel
mausoleo di Alicarnasso. Gli ordini architettonici, rinnovati dallintroduzione del capitello
corinzio, saranno utilizzata in maniera sempre pi disinvolta, con caratteri geografici e
culturali meno rigorosi che nel secolo precedente. Furono cos poste le premesse ai
successivi templi ellenistici, quando anche gli ordini architettonici, nelle diverse inflessioni
locali, apparterranno ad un comune linguaggio (koin) diffuso per tutto il Mediterraneo.
Nelle satrapie dellAsia Minore si preannunciano le architetture dei sovrani ellenistici,
destinate non pi alle poleis ma allindividuo. Il tempio di Bassae e il Peloponneso. Il
tempio di Apollo a Bassae attesta le nuove tendenze architettoniche. Venne costruito da
Ictino, l'architetto cui si deve la costruzione del Partenone e del Tempio di Efesto. Secondo
Pausania l'edificio fu costruito fra il 450 e il 425 a.C. Il tempio venne eretto per esprimere
riconoscenza nei confronti di Apollo Epicurio (soccorritore), per aver risparmiato la citt
dalla pestilenza che infuriava in Grecia sul finire del V secolo a.C.. Il tempio sorge sul fianco
di una montagna, e per superare questa restrizione fu posta una porta sul lato orientale del
tempio, forse per permettere ai devoti di potersi rivolgere verso il sole, o forse per lasciar
entrare la luce.Esso ha un peristilio di sei colonne per quindici, di ordine dorico, e venne
costruito interamente in pietra calcarea dell'Arcadia, tranne che il fregio, scolpito in marmo.
Come tutti i templi maggiori dotato di un pronao, un naos (che probabilmente ospitava
una statua di Apollo),un adyton ed un opistodomo. Il tempio conteneva alcuni accorgimenti
di correzioni ottiche analoghe a quelle contenute nel Partenone, come ad esempio il
pavimento incurvato. L'elemento pi insolito di questo tempio rappresentato dal fatto che
in esso si ritrovano tutti e tre gli ordini dell'architettura classica greca: il dorico, lo ionico ed
il corinzio. Le colonne doriche formano il peristilio, quelle ioniche accompagnano i lati lunghi
all'interno della cella mentre una o tre colonne corinzie furono collocate sul fondo della
cella. Da notare che queste colonne mostrano il pi antico esempio di capitello corinzio
giunto fino a noi.Il tempio di Atena Alea a Tegea della dea soccorritrice e guerriera fu
distrutto nel 395 e ricostruito dopo il 370. Scopa progett il tempio (dorico, esastilo 6x14 e
peristasi interna di semicolonne); accesso tramite due rampe (una a est e laltra a nord in
corrispondenza della fonte sacra presso cui era avvenuto lincontro fra Eracle e Auge da cui
era nato Telefo). Scopa scolp inoltre i frontoni con figure ricche di pathos e
drammaticamente espressive. I capitelli corinzi sono pi tozzi di quello di Bassae con una
foglia al centro del kalathos e per la prima volta caulicoli da cui partono le volute angolari
sotto labaco. Le tholoi nei santuari della Marmari a Delfi e di Epidauro. Una particolare
armonia fu raggiunta nelle tholos di et tradoclassica, a cominciare da quella nel santuario
della Marmari a Delfi progettata verso il 380 a.C. da Teodoro di Focea. La tholos in marmo
pentelico era costituita da un anello di 20 colonne doriche. Un soffitto a cassettoni
circondava la cella arricchita da 10 colonne corinzie addossate e sollevate su di un podio con
capitelli ripresi dal prototipo di Bassae. Accanto alla tholos fu realizzato il tempio di Atena
Pronaia, un prostilo dorico esastilo. Lesperienza di Delfi fu sviluppata ad Epidauro,
principale santuario del dio Asclepio (guaritore). I santuari di Asclepio, pi degli altri dotati
di fontane, giardini o boschi sacri, costituivano dei veri e propri sanatori, dove lesperienza
dei sacerdoti e la localizzazione salubre aiutava le guarigioni. Non mancava il portico
destinato al rito dellincubazione, ove i malati attendevano sogni premonitori sulle
necessarie cure. Attorno agli Asklepiia nacquero delle vere scuole mediche. Nellarea sacra
erano presenti diversi edifici con specifiche funzioni per il culto, ma quello pi interessante
il tempietto a tholos, denominato Thymele, che tra i pi raffinati: ordine corinzio in
marmo nero, al di sotto del quale cera una cripta contenente i serpenti sacri legati al culto.
Lantica definizione di Thymele (altare) era legata a culti ctoni. Rinascita della Ionia: le
satrapie e la rifondazione di Priene. Lo sviluppo del classicismo nella Ionia fu preceduto da
esperienze in aree periferiche scarsamente ellenizzate, che rielaborarono quanto maturato
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in Attica. Nella regione meridionale della Licia si svilupparono architetture auotonome dalla
tradizione greca conservate nelle necropoli rupestri. Anche i grandi sarcofagi con copertura
a carena di nave ripresero i modelli lignei. Un pi antico esempio di sepolcro monumentale
costituito dal monumento delle Nereidi a Xanthos. La costruzione fu realizzata come
tempio ionico in marmo con una peristasi di 6x4. Basi e capitelli richiamano lEretteo e quelli
angolari sono tra i primi esempi del tipo a 4 facce.Il mausoleo di Alicarnasso la
monumentale tomba che Artemisia fece costruire per il marito fratello Mausolo, satrapo
della Caria, ad Alicarnasso. Tale era la magnificenza e l'imponenza della tomba di Mausolo,
che il termine mausoleo venne poi usato per indicare tutte le grandi tombe monumentali.
Un podio rivestito in marmo ne sosteneva uno pi alto in calcare, il tutto sormontato da un
basamento sempre in marmo. Lo zoccolo inferiore doveva sostenere delle statue colossali
convergenti verso il re Mausolo seduto in una nicchia. La sommit del podio era conclusa
con un fregio rappresentante Amazzonomachia. Limmenso monumento, con coloriture
accentuate, doveva elevarsi fin quasi a 50m. Ridotto invece era il vano sepolcrale.
Parte seconda
Lellenismo
Introduzione
Della grecit si distinguono pi fasi evolutive: lultima delle quali lellenismo, giudicata
espressione della decadenza. Il concetto stato introdotto per indicare il fenomeno della
grecizzazione dei popoli entrati in contatto con la civilt greca. Si guarda allellenismo come
sistema a s stante. Larea interessata dallellenismo molto vasta. Comprendeva la Ionia,
alcune aree della madrepatria greca, la Macedonia, la Tracia, la Tessaglia, alcune aree
dellAnatolia, la Siria, larea persiano-iranica, le prime propaggini del subcontinente indiano.
rendeva possibile il controllo di vaste aree sottostanti, sia terrestri che marittime. Altre citt
sorgono in un territorio particolarmente fertile e adatto all'agricoltura. La citt etrusca
veniva fondata dapprima tracciando con un aratro due assi principali fra loro perpendicolari,
detti cardo (nord-sud) e decumano (est-ovest), in seguito dividendo i quattro settori cos
ottenuti in insulae (dal latino, isole), tramite un reticolo di strade parallele al cardo e al
decumano. Questa precisa disposizione urbanistica visibile ancora oggi in alcune citt
dell'antica Etruria, corrispondente grossomodo all'attuale Toscana, Umbria e parte del Lazio.
L'idea di fondare le citt partendo da due strade perpendicolari rappresenta un primato
degli etruschi rispetto ai greci, anticipando di quasi due secoli gli interventi di Ippodamo di
Mileto. Successivamente questo sviluppo urbano venne ripreso in epoche successive anche
dai Romani per fondare accampamenti e citt (come ad esempio Augusta Praetoria e
Augusta Taurinorum, le attuali Aosta e Torino). Le citt sono spesso cinte da mura. I
materiali usati erano l'argilla, il tufo e la pietra calcarea. L'ingresso alla citt avviene
attraverso le porte, le pi importanti in corrispondenza delle estremit del cardo e del
decumano. Inizialmente erano delle semplici architravi, ma a partire dal V secolo a.C. le
porte assunsero caratteristiche imponenti a forma di arco, costruite incastrando a secco tra
loro enormi blocchi di tufo, a loro volta inseriti nelle mura. Le porte di epoca tardo-etrusca,
erano inoltre decorate con fregi e bassorilievi nelle loro parti principali (la chiave di volta e il
piano d'imposta). Porte Urbiche. Porta Marzia a Perugia (III II sec) ha un organizzazione
compatta ad unico fornice elaborato con forme ricche. Nella parte alta viene ricreato un
loggione dal quali si affacciano i protettori della citt, al centro domina la scena Giove tra i
Dioscuri Castore e Polluce. Porta di Augusto o Arco Etrusco o di Augusto rappresenta la pi
integra e monumentale delle porte etrusche cittadine di Perugia. Costruito nella seconda
met del III secolo a.C., costituito da una facciata attraversata da un solo fornice e da due
torrioni trapezoidali. L'apertura monumentale non fa parte dell'impianto murario originale,
essendo sorto in sostituzione di una porta precedente che si trovava in una posizione pi
arretrata. Il motivo della riedificazione va cercato soprattutto nell'intento di dare maggiore
monumentalit ad un ingresso cittadino ritenuto particolarmente importante. La Porta
dell'Arco (o all'Arco) di Volterra, fa parte della cinta muraria della citt, edificata
originariamente dagli Etruschi e poi modificata successivamente nel Medioevo. La Porta ha
risentito, rispetto a simili costruzioni in altre citt, in maniera minore dei rimaneggiamenti
romani dopo la sottomissione della citt a Roma ed infatti essa presenta ancora oggi la
grandiosa imponenza tipica delle porte cittadine etrusche. E realizzata in grandi blocchi di
tufo sovrapposti a secco. Come particolare saliente, sul fronte esterno, si nota la
sottolineatura dei tre elementi principali dell'arco (la chiave di volta e i due piani di imposta)
mediante tre teste scolpite nella pietra, forse rappresentanti Giove e i due Dioscuri Castore
e Polluce o Uni e Minerva, divinit protettrici, ricollegabili all' usanza orientale di esporre
sulle mura cittadine le teste mozzate dei comandanti nemici, come tacito monito verso
qualsiasi presenza ostile. Le prime case degli Etruschi erano fatte in legno e fango, ma non
ci sono molti resti. La maggior parte delle informazioni su questo popolo deriva dalle tombe,
costruite in pietra: esse contenevano molti oggetti e spesso sulle loro pareti erano dipinte
scene di vita quotidiana. Urna a Palazzatto di Chiusi. Esempio di casa etrusca sono le urne
conformate ad abitazione, come l esemplare di Chiusi: questo ci presenta due ampi portali
ad arco sui lati corti, e i lati lunghi animati da un probabile portico sorretto da pilastri e
sormontato da un loggiato sostenuto da fitti pilastrini. Gli angoli sono sottolineati da due
alte colonne scanalate con capitello eolico; due colonne minori sottolineano pure lampio
portale. L'Ipogeo dei Volumni una tomba ipogea etrusca attribuibile al III secolo a.C..
L'ipogeo si trova a Perugia. Essa costituiva la tomba di una antica famiglia patrizia romana e
appartiene alla pi vasta area archeologica della Necropoli del Palazzone (VI-V secolo a.C.),
che presenta un gran numero di tombe sotterranee e urne. La tomba raggiungibile
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attraverso un dromos che scende alcuni metri sotto la superficie. Al termine di esso, si trova
la porta d'ingresso ipogea. Oltre la porta si apre un ampio vestibolo, da cui si pu accedere a
quattro piccole camere laterali e a tre camere centrali, pi grandi: una di queste conteneva
le urne principali con i resti dei capifamiglia. L'urna principale in travertino ed
sormontata da un triclinio sul quale vi raffigurato il defunto disteso. Le iscrizioni sono
presenti sia in Etrusco che in Latino. Il soffitto dell'ipogeo a forma di tetto spiovente.
spazi del centro politico, amministrativo e religioso della citt. Il Foro di Cesare era costituito
da una piazza porticata con il lato di fondo chiuso da un tempio, pianta che costitu il
modello di partenza per i successivi Fori Imperiali. Si trattava di un progetto unitario: una
piazza lunga e stretta con duplice porticato su tre lati e con al centro del lato di fondo il
tempio dedicato a Venere, madre di Enea e progenitrice della Gens Julia. Al centro della
piazza vi era la statua equestre di Cesare. L'impianto fortemente assiale e centralizzante era
focalizzato sul tempio e, all'interno di esso, sull'abside con la statua di culto. Dal punto di
vista architettonico, l'impianto riprendeva le caratteristiche delle piazze forensi edificate
nelle colonie romane, dotate di portici con tabernae sul fondo, con diversi edifici pubblici
annessi, tra i quali basiliche civili e curie, spesso dominate dal tempio dedicato alla triade
capitolina. Novit del tempio: non c la scalinata frontale, ma degli ingressi laterali; labside
ha 2 spazi liturgici. Importantissima opera pubblica di eccezionale rilevanza poi il
Tabularium, cio il grnade archivio statale fatto erigere dal console Catulo nel 78 a.C..
lopera consisteva in una serie di ambienti disimpegnati da gallerie con copertura a volta. Di
primario interesse la soluzione della facciata a valle dove compare il tema dellarco
inquadrato dallordine architettonico con colonne scanalate di tipo dorico. La soluzione era
gi conosciuta in ambito ellenistico, ma a Roma viene adottata per risolvere il problema di
inserire sistemi di strutture voltate con proiezione esterna ad arco. Questo episodio
costituisce lesordio ufficiale di una prassi che sar destinata a qualificare gran parte
delledilizia romana. Edilizia templare. I templi romani erano tradizionalmente rialzati su di
un alto podio cui si accedeva con una scalinata frontale. Erano impostati in modo da
consentirne una veduta preferenziale che era quella dellasse compositivo secondo il quale,
nella cella, era anche situata la statua sacra. Questi templi erano generalmente realizzati in
tufo stuccato e non in marmo, e ladozione dello schema a 3 celle richiama la tradizione
italica. Per anche templi di questo tipo, pur avendo in comune limpianto planimetrico
(cio funzionale) presentano delle differenze: vengono cos definiti di tipo tuscanico, se
corrispondenti alle caratteristiche morfologiche e proporzionali indicate da Vitruvio, oppure
di tipo etrusco-italico se divergenti da quelle. Vitruvio raccomanda di dare accesso al
tempio dal suo fronte occidentale perch i fedeli possano fare offerte e rivolgersi verso
oriente. Altra differenza lalto podio con gradinata frontale, tipico italico-romano, e il
profondo pronao a colonne anteposto alle celle. Il pi arcaico esempio di tempio tuscanico a
3 celle il Campidoglio a Roma: questo colossale tempio presentava una fila di colonne
libere su ciascuno dei lati lunghi. Era un tempio periptero sine postico, in quanto la peristasi
presente solo su 3 lati. Nello pseudoperiptero caratteristica fondamentale una sorta di
peristasi virtuale in quanto le colonne del pronao sono semicolonne addossate alla parete.
Un esempio della tipologia il tempio di Portunus nel Foro Boario: tetrastilo, su alto podio
preceduto da scalinata e con ampio naos. Di impianto simile anche il tempio rettangolare
situato sullacropoli di Tivoli, interamente realizzato in travertino. Unulteriore variante del
tempio pseudoperiptero luso di scandire con semipilastri, anzich semicolonne, gli
elementi dellordine architettonico lungo le facciate esterne dei muri. Rientrano nella linea
ellenizzante anche templi ad impianto circolare, con peristasi di colonne e copertura a tetto
conico ribassato, che richiamano modelli delle tholos grece. Anche in questi casi lo schema
modificato in chiave romana soprattutto per la visione frontale. Ne un esempio il tempio
rotondo del Foro Boario: peristasi in marmo pentelico di ordine corinzio e con base attica.
Analogo il tempio rotondo di Tivoli, situato nellacropoli. Questo tempio presenta una
cella (in opus incertum intonacato) contornata da una peristasi di colonne corinzie in
travertino che si innalzano a partire da un podio cilindrico. I santuari laziali. Di notevole
importanza per la storia dellarchitettura italico-romana lomogeneo complesso dei grandi
santuari di et repubblicana sorti tra II e I sec. a.C.. Essi hanno in comune pi elementi:
linsieme costituito dal temenos recintato e parzialmente porticato; la presenza di un bosco
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destinato ad areare ed illuminare gli ambienti. Vi era poi la presenza di un giardino o cortile
a peristilio. Presenti in queste abitazioni, soprattutto a Pompei ed Ercolano, vi erano dei
sistemi decorativi di I e II stile. Decorazioni Parietali. Primo stile: detto a incrostazione
(150-180 a.C.). imita le incrostazioni dei marmi e delle pietre pregiate ellenistiche, con colori
brillanti. Secondo stile: detto architettonico (80 a.C.) introduce prospettive e scorci di
paesaggi. Terzo stile: detto ornamentale (I sec. a.C.) molto decorativo e illusionistico.
Lordine dorico venuto a snellirsi con proporzioni pi tipiche dello ionico e del corinzio.
Quarto stile: detto prospettico trova un campionario interessante nella Casa dei Vettii. E
una sorta di riassunto di tutti gli stili. La casa del Fauno a Pompei del II sec. a.C..La domus
costituita da due zone comunicanti con ingressi indipendenti separati da una fila di
botteghe. In essa del tutto scomparso lhortus rimpiazzato dalla presenzadi 2 peristili.Vi
un considerevole numero di stanze.Sono anche noti esempi di ville tardorepubblicane di
importanti personaggi. Articolate in pi parti, di vaste dimensioni, spesso distribuite ed
arricchite da peristili, giardini e fontane. Spesso comprendevano anche dei criptoportici
(cio dei percorsi coperti voltati a botte). Ne un esempio la Villa tardorepubblicana di
Tivoli inserita poi nellinsieme della grande Villa Adriana. Altro importante tipo edilizio
quello delle ville marine, costruite su pi terrazzamenti e con vedute che si aprono verso il
paesaggio. Di carattere differente la cosiddetta insula: il tipo abitativo dei ceti subordinati.
Questo era un complesso a pi piani al quale si accedeva da uno o pi ingressi che davano
sulla strada.Ai piani superiori si accedeva tramite scale interne o ballatoi esterni. Gli
elementi strutturali delle insulae erano in genere in muratura laterizia e cementizia, ma
potevano avere anche elementi in legno.
Parte terza
Introduzione
L'originalit artistica nell'architettura romana si svilupp abbastanza tardivamente. Per
l'intero periodo repubblicano, le forme architettoniche in uso, dipendono fortemente dalle
precedenti tradizioni italiche, a loro volta fortemente influenzate dall'arte greca, ed
ellenistiche, portatrici di innovazioni come l'uso dell'arco e della volta.Nel II secolo a.C. lo
sviluppo della tecnica costruttiva del cementizio viene prontamente sfruttato per le forme
dello spazio interno degli edifici, a cui i Romani sono maggiormente interessati. Una
caratteristica dell'espansione romana l'intensa opera di urbanizzazione del territorio, che
porter alla fondazione di moltissime citt, oltre all'ingrandimento di quelle gi esistenti. Le
citt romane di fondazione si basavano sullo schema dell'accampamento romano. Una sorta
di fortificazione, nella quale risiedeva in forma stabile o provvisoria un'unit dell'esercito
romano. Questa ospitava al suo interno varie tipologie di edifici pubblici (teatri, anfiteatri e
mercati) e privati (domus e insulae).
La rivoluzione di Augusto
Il restauro dei templi di Roma
Ottaviano o Augusto, fu il primo imperatore romano. Rest al potere sino alla morte, e il
suo principato fu il pi lungo della Roma imperiale. L'et di Augusto rappresent un
momento di svolta nella storia di Roma e il definitivo passaggio dal periodo repubblicano al
principato.Fece di Roma una citt monumentale con la costruzione di numerosi nuovi
edifici, avvalendosi di un collaboratore come Marco Vipsanio Agrippa. Egli promosse una
politica sociale con continuative elargizioni di grano e la costruzione di nuove opere di
pubblica utilit (come terme, acquedotti e fori). Augusto stesso lasci alla sua morte un
dettagliato resoconto delle sue opere, quasi una forma di testamento morale: le famose Res
Gestae Divi Augusti.Il tempio di Apollo Sosiano, o di Apollo in Circo, un tempio che
sorgeva nella zona del teatro di Marcello. Il tempio della fase augustea presentava un podio
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in blocchi di tufo. L'alzato esastilo e pseudoperiptero presentava sei colonne sulla fronte e
due laterali relative al pronao, in marmo lunense, mentre l'ordine proseguiva poi con
semicolonne addossate alle pareti della cella, in travertino ricoperto di stucco a imitazione
del marmo. Sulla facciata l'architrave era costituito da blocchi di travertino disposti a
piattabanda, rivestiti da lastre in marmo; allo stesso modo il fregio era scolpito su lastre che
rivestivano la struttura portante. I capitelli sono di tipo "corinzieggiante", trasformati con
l'inserimento di diversi motivi vegetali. All'interno le pareti della cella erano decorate da un
doppio ordine con fusti in marmo africano, quello inferiore con un fregio raffigurante scene
di battaglie. Tra le colonne erano presenti edicole con fusti in marmi colorati e con timpani
dalle insolite forme. Il frontone del tempio era decorato con sculture asportate da un
tempio greco classico raffiguranti una amazzonomachia (lotta dei Greci e delle Amazzoni).
La decorazione presenta diversi motivi insoliti: un esempio sono le scanalature dei fusti
delle colonne alternativamente pi larghe e pi strette (si tratta di un momento in cui si
stava elaborando un nuovo stile decorativo, che sar in seguito codificato nel Foro di
Augusto, in cui dovevano amalgamarsi la tradizione italica e gli influssi della grande
architettura ellenistica). Il Foro di Augusto, inaugurato nel 2 a.C., era il risultato di un
processo di gestazione, passando dalliniziale tempio di Marte Ultore (il vendicatore di Giulio
Cesare), ad un progetto pi grandioso e coordinato spiritualmente al Foro di Cesare.
Lirregolarit del lotto fu risolta edificando nellangolo del muro di fondo una cella absidata
di un tempio periptero sine postico. Due lunghe ali di porticati la delimitavano, con 4 esedre
(2 per ogni porticato), che fungevano da tribunalia. In sostanza si ha ancora limpianto del
Foro di Cesare, ma pieno di novit: i lunghi portici, coperti da un controsoffitto voltato,
presentavano esternamente un attico scandito, in corrispondenza delle colonne, da
cariatidi. Il tempio di Marte Ultore, ottastilo picnostilo (i cui intercolumni sono pari a una
volta e mezzo il diametro delle colonne), il primo esempio di corinzio canonico romano:
basi attiche con plinto, fusto scanalato, capitello corinzio tradizionale, trabeazione
composta da architrave, fregio continuo e cornice a medaglioni. Linterno era ad aula unica
con le pareti decorate da un doppio ordine di colonne sul podio. La parete di fondo era
occupata da una grande abside. Lesperienza del tempio di Marte Ultore venne replicata da
Tiberio nel tempio della Concordia nel Foro Romano.Nel regno di Augusto venne restaurato
da Tiberio tra il 7 a.C. e il 10 d.C., anno della sua consacrazione. Quest'ultimo restauro si
distinse per l'opulenza dei marmi e per i ricchi ornamenti architettonici. Tale era la ricchezza
delle fini sculture greche, dei dipinti e delle altre opere d'arte che il tempio si trasform in
una specie di museo dell'arte e della scultura. A questo rifacimento risale la cella, che venne
ingrandita. Venne inoltre usato come archivio di Stato durante l'epoca repubblicana e per le
riunioni del Senato romano, particolarmente nei tempi di disordini civili. Laltro tempio che
prende esempio da Marte Ultore il tempio dei Dioscuri o tempio dei Cstori, sempre nel
Foro Romano.L'edificio venne interamente ricostruito e inaugurato nel 6 d.C. da Tiberio.Il
podio venne ulteriormente alzato e ingrandito. Nel podio si aprivano ambienti utilizzati
come deposito e banca, chiusi da grate, mentre altri dovevano essere affidati a privati per
attivit commerciali. Lalzato, in marmo lunense aveva l'aspetto di un tempio ottastilo
periptero, di ordine corinzio, con 11 colonne sui lati lunghi. L'interno della cella era decorato
con colonne pi piccole dai fusti in marmo e aveva un pavimento in mosaico bianco e nero,
pi tardi sostituito da uno in lastre di marmi colorati.Davanti al tempio si trova un tribunale,
pi piccolo dei suoi predecessori, dal quale un'ampia scalinata permette di accedere al
tempio; altre scale laterali permettevano l'accesso diretto al pronao. Con la redazione finale
del Foro di Augusto e il rifacimento del Foro Romano risultano consacrate lassialit come
forma preferenziale e la centralit del tempio nella progettazione delle aree sacre
monumentali. Lalto podio di tradizione italica richiede una scalinata che privilegia la visione
frontale del tempio, per il quale sar sempre pi naturale lo schema psudoperiptero o
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periptero sine postico. Il pronao arriver a riassumere le valenze dellintero edificio di cui si
assister alla progressiva contrazione. La canonizzazione dellordine corinzio comporter
lipertrofia visiva del modiglione del timpano. Allaffermarsi dellordine corinzio romano si
assiste allimprovvisa eclisse dellordine ionico. Dopo il tempio di Marte Ultore, che incarna
tutte queste tendenze, larchitettura degli esterni non conoscer innovazioni significative.
Anche per quanto riguarda gli interni i canoni sono stabiliti: prevale una decorazione volta
esclusivamente alla teatralizzazione. La sintassi della trabeazione, inalterata nella sua
tripartizione architrave fregio cornice, arricchita da modanature. La classificazione
delle pitture parietali romane suddivisa in 4 stili definiti pompeiani. Il 1stile, che imita
prima in stucco poi in pittura paramenti e incrostazioni lapidei o marmorei, interessa tutto il
mondo ellenistico fino al I sec a.C.. Mano a mano che i paramenti si arricchiscono di dettagli
prende forma e si diffonde il 2stile che raffigura in maniera realistica architettura
complesse come porticati sacelli e giardini. Nel 3stile le pareti riprendono tutta la loro
sostanza esaltata dalla monocromia, il rosso in primis, assieme al nero, giallo e bianco, fa da
sfondo a delicati elementi come candelabri o racemi, o vedute di edifici e paesaggi. Il 4stile
o stile delle architettura fantastiche sar in voga per tutta let flavia. Tutti questi sistemi
decorativi sono il riflesso di esperienze architettoniche. per quanto riguarda larchitettura
civile, il periodo augusteo vede il rinnovamento delle due grandi basiliche del Foro Romano.
La basilica Giulia costituisce uno dei gi citati esempi di uso dellordine tuscanico. La basilca
Emilia, a 3 navate concentriche e a 3 livelli interni, era stata rivestita da un portico a 2 piani
costituiti da arcate inquadrate da un ordine dorico. Linterno presentava 3 piani i cui
sostegni non erano in asse tra di loro. Le terme sembrano non essere state ancora
concepite con un impianto a simmetria speculare intorno allasse centrale frigidariotepidario-calidario, ma come impianto in linea. Nelle terme di Baia, il tempio di Mercurio,
riferito ad et protoaugustea, ha conservato una vera e propria cupola impostata su
massicci muri portanti. Presentava in origine la forma di una rotonda preceduta da un
pronao decastilo. Questo un modello affine alle tholoi tardoclassiche (Epidauro) o
ellenistiche, con colonnato interno e cariatidi sovrapposte, mentre la presenza del pronao fa
escludere un colonnato esterno. Sempre in et augustea si ingegner un progressivo
migliramento dei materiali da costruzione. Si avvia a scomparire il mattone crudo. Lopus
reticolatum, versione pi raffinata dellopera incerta, costituisce la tecnica principale in uso
nella Roma di Augusto. Il legno resta importantissimo, ed ,oltre alle strutture orizzontali
(solai, tetti e balconi) costituisce anche larmatura dellopus craticium, una sorta di telaio
ligneo i cui interstizi venivano riempiti di sassi tenuti insieme con del fango o della malta.
Con questa tecnica venivano realizzati i tramezzi e spesso anche interi piani. La diffusione
inoltre del marmo di Luni per gli edifici monumentali si accompagna alluso dei marmi
colorati per rivestimenti degli interni dei templi.
dovevano disporsi i principali edifici neroniani, fu rimpiazzato dal colossale anfiteatro Flavio.
Il Colosseo ha una forma interamente chiusa costituita da 80 cellule trapezoidali, di cui
lultima combacia con la prima. In corrispondenza degli assi dellellisse i 3 cunei confinanti
vengono uniti mediante arcate, e allestremit orientale un avancorpo monumentale e
marmoreo segna la facciata dingresso al palco imperiale. Anche dallesterno leggibile lo
schema: la cellula compositiva di base larco inquadrato dallordine, ripetuto 80 volte per
3 livelli, mentre un attico con 80 finestre corona ledificio e sorregge le antenne che
dovevano sostenere il velario per ombreggiare larena. Ognuno dei 3 livelli principali
caratterizzato da semicolonne con diversi tipi di capitelli: tuscanici al pian terreno; poi ionici
e poi corinzi. I restanti elementi degli ordini, base, architrave e fregio, sono identici in tutti e
3 i piani, solo la cornice del 3 presenta una dentellatura che si espande verso lesterno
fungendo da cornicione e al tempo stesso dovendo far passare le antenne per il velario. Fu
necessario quindi rinforzarla con mensoloni che segmentano il fregio. E evidente come in
questo periodo la sovrapposizione degli ordini non fosse pi legata alla sequenza
canonizzata in et ellenistica, ma si avviasse ad esprimere valori formali autonomi, in
funzione delle esigenze progettuali. Prendendo in esame 3 edifici a 2 soli ordini esterni
progettati in et flavia, nello stadio di Domiziano scompare il tuscanico, nellanfiteatro di
Arles scompare lo ionico, in quello di Nimes si sovrappongono paraste e semicolonne
tuscaniche; nellanfiteatro Castrense i 3 ordini esterni sono tutti corinzi. Tornando al
Colosseo: il pianterreno risulta il pi basso dei 4 livelli (pi o meno uguali i 2 intermedi,
altissimo lattico). A provocare questo effetto sono i plinti sotto gli ordini collegati da una
struttura muraria. In sezione i plinti nascondono, nei piani intermedi, le volte a botte anulari
delle gallerie sottostanti; al quarto livello il plinto permetteva di raggiungere la quota
necessaria ad alloggiare allinterno un ulteriore galleria che da accesso al loggione.
Significativa la scelta di dividere lesterno in 4 fasce, esattamente come linterno, dove 4
settori concentrici di gradinate ospitavano dal basso verso lalto i senatori, i cavalieri, coloro
che avevano cittadinanza romana, e infine il summum menianum, tutti quelli che non
avevano tale diritto. Nel Colosseo la tecnica edilizia adottata era quella di una struttura a
cheletro di travertino, con tamponature prima in opera quadrata di tufo, poi in mattoni, e
volte rampanti in cementizio. Questa prassi progettuale ne ha permesso la rapidissima
esecuzione.
Per celebrare la presa di Gerusalemme venne costruito il Templum Pacis, noto anche come
Foro della Pace o di Vespasiano. Si tratta di un santuario costituito da un grande recinto
quadrangolare, parallelo al Foro di Augusto. Al suo interno racchiudeva un giardino con
grandi fontane e siepi. Opere darte erano collocate sotto i portici, nelle esedre e nel
giardino. Ledificio templare era situtato al centro del lato sud e la sua esistenza veniva
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denunciata allesterno solo dalla fronte in lieve risalto e dalle maggiori dimensioni delle
colonne, oltre che dal timpano. Diverso il discorso per il regno di Domiziano; primo
autocrate romano a pretendere per s il titolo di dominus ac deus, la sua politica sar
orientata ad una esaltazione del ruolo imperiale. Domiziano stato uno dei pi formidabili
costruttori dellurbe. Complet il Colosseo, ricostru il tempio di Giove Capitolino, e ripar i
danni dellincendio restaurando gran parte dei monumenti del Campo Marzio. Costru ex
novo un tempio dedicato al padre e al fratello divinizzati e un arco in onore del fratello Tito.
Dette forma definitiva al Circo Massimo, di cui comprese e valorizz il potenziale di luogo
deputato del consenso popolare affiancandovi il palazzo imperiale sul Palatino. A differenza
delle precedenti residenze dei sovrani, il Palatium si configura come un palazzo dinastico.
Esso sfrutta il connotato del Circo come luogo della massima affluenza popolare e quindi
della massima ostensione dellimperatore. Il palazzo concepito per blocchi paralleli e
comunicanti tra loro tramite alcune aperture. La domus Flavia, il complesso di
rappresentanza costituito da pochi ma grandiosi ambienti destinati ad ospitare le funzioni
pubbliche; la Domus Augustana la residenza privata dellimperatore in cui si svoglevano
svariate attivit. Allinterno infatti vi erano: un ippodromo, un giardino circondato da
porticati al centro del quale si apriva una grandiosa esedra coperta da una semicupola.
Questi complessi sono legati da un unico percorso che li attraversa con regolare alternanza
di luce-penombra-ombra. Al contrario nei prospetti non esisteva alcuna unit. La Domus
Augustana incombeva sul Circo Massimo con una facciata concava ad arcodi cerchio
caratterizzata da un ordine gigante; la Domus Flavia si affacciava su uno spazio libero. LAula
Regia, concepita per un uomo che per la prima volta a Roma pretese gli onori divini,
presenta unabside in posizione assiale che ritroviamo replicata nelladiacente basilica e nel
grandioso triclino noto come coenatio jovis. Questultima costituir un modello di solenne e
sontuoso spazio assembleare. Anche il Foro Transitorio, inaugurato dal suo successore
Nerva, opera domizianea. Si decise di riorganizzare lintero settore dandogli la forma di
una piazza. Laccesso sarebbe avvenuto dalla suburra tramite la porticus absidata, un
portico dallinedita forma a ferro di cavallo, lungo il quale si aprivano diverse porte e
nicchie. Da una porta si accedeva ad una sorta di vestibolo che conduceva al Foro di Augusto
e al Templum Pacis, mentre un arco monumentale dava accesso al vero e proprio Foro. Il
tempio venne rasato al livello delle fondazioni e ricoperto dal lastricato marmoreo della
piazza; un nuovo tempio fu ricavato in posizione opposta, sulle fondazioni del vestibolo. Il
lotto irregolare venne risolto tramite due testate ad arco di cerchio che nascondevano tutti
gli orientamenti dissonanti. Il muro perimetrale venne decorato tramite un ordine a risalit di
colonne che ribattevano su lesene, dotato di attico con trofei e personificazioni delle
province fedeli (provinciae fideles). Lestrusione della colonna dal muro sul quale per ne
resta la traccia sotto forma di lesena motivo inedito nella precedente architettura
monumentale, ma che si estender a quella successiva, soprattutto a quella delle scenae
frontes teatrali. Il foro e il palazzo presentano compositivamente un elemento generatore
comune: luso della linea curva ad arco di cerchio. Oggi non limitiamo pi il termine barocco
alla sola esuberanza decorativa, ma lo applichiamo ad un sostanziale movimentarsi dello
spazio costruito. A ci si aggiunge la gi evocata esuberanza decorativa, al limite dellhorror
vacui.
superiori del padiglione del Colle Oppio della Domus Aurea. Rasate al suolo le parti
danneggiate il padiglione divenne il basamento del pi grande impianto termale di Roma.
Limpianto delle terme ha uno schema a simmetria sagittale, con due percorsi identici
intorno ad un asse portante costituita da vestibolo, natatio o piscina, frigidario e calidario. I
cantieri delle terme e del tempio di Venere occuparono i primi anni del regno di Traiano,
fino alle vittoriose guerre daciche, con il cui bottino fu finanziata la costruzione del nuovo
foro. Fondamentale stato localizzare a nord laccesso monumentale del complesso: in tal
modo, anzich creare unappendice dei precedenti Fori, viene realizzato un ingresso
allintera area monumentale. La facciata del Foro: doveva trattarsi di un muro chiuso
scandito da un ordine colossale di colonne di granito con trabeazione a risalti. La narrazione
delle campagne daciche avvolge la gigantesca colonna, leggibile. Il cortile era funzionale alla
lettura dellepigrafe e non dellintera colonna, ed immetteva nelle 2 biblioteche (una latina
e una greca), nella basilica, detta Ulpia dal gentilizio della famiglia di Traiano. Si trattava di
uno spazio coperto organizzato in tre navate concentriche: le due esterne coperte con volte
separate da colonne marmoree, mentre le colonne della navata centrale erano in granito. La
navata centrale era il triplo di quelle laterlai. Due grandi absidi coperte con travature lignee
fungevano da tribunalia. La basilica prospettava verso la piazza con un fronte articolato da 3
avancorpi scanditi di colonne in giallo antico, e coronato da un attico con panoplie
(collezioni di armi) a bassorilievo, e figure di barbari prigionieri. Due portici chiudevano la
piazza lastricata in marmo bianco. I porticati del Foro di Traiano sono coronati da un attico
cieco, scandito da figure di barbari-telamoni, al cui interno era alloggiata una finta volta a
botte. Le gigantesche figure dei Daci prigionieri fungerebbero da acroteri. Il vero scopo della
piazza era incastonare limmenso equus traiani, il monumento equestre dellimperatore. A
differenza del passato, qui non esisteva nessun arco di trionfo inserito in un muro ad arco
cieco. La piazza risultava chiusa da un muro articolato da colossali colonne con trabeazioni a
risalti ed attico. Su questo fondale si stagliava il monumento equestre, mentre, una volta
entrati in galleria, si poteva accedere attraverso una porta monumentale ad un porticato
che circondava unarea scoperta. Questo vano, per la ricchezza della decorazione, era una
sorta di sancta sanctorum dove venivano deposti i trofei di armi daciche ai piedi di una
grande immagine di Traiano. Dal punto di vista della decorazione il Foro di Traiano mostra
un salto stilistico epocale, con labbandono del barocco flavio. Il complesso dei mercati di
Traiano sorse contemporaneamente al Foro di Traiano, ed separato da esso per mezzo di
una strada basolata. Riprende la forma semicircolare dell'esedra del foro traianeo e si
articola su ben sei livelli. Gli edifici sono separati tra loro da un percorso antico che in et
tarda prese il nome di via Biberatica. La parte inferiore, a partire dal livello del foro,
comprende gli edifici del "Grande emiciclo", articolato su tre piani e con due "Aule di
testata" alle estremit, e del "Piccolo emiciclo", con ambienti di nuovo su tre piani. Due
scale alle estremit del Grande emiciclo consentono di raggiungere i piani superiori. I
"Mercati di Traiano" costituiscono un articolato complesso architettonico che, utilizzando la
duttile tecnica costruttiva del laterizio (cementizio rivestito da un paramento in mattoni),
sfrutta tutti gli spazi disponibili, ricavati dal taglio delle pendici della collina, inserendo
ambienti di varia forma ai differenti livelli del monumento. Tale articolazione permette di
passare, con ampio respiro, dalla disposizione curvilinea dell'esedra alle spalle dei portici del
Foro di Traiano, a quella rettilinea del tessuto urbano circostante. A differenza degli
imperatori che lo avevano preceduto, Punlio Elio Adriano ebbe un interesse personale e
specifico, al limite del professionale, per larchitettura: in questarte egli si riteneva
peritissimus. Una vera e propria attivit progettuale lo interess per tutta la durata del suo
regno. Il Pantheon ("tempio di tutti gli dei") un edificio costruito come tempio dedicato
alle divinit dell'Olimpo. Fu fatto ricostruire dall'imperatore Adriano tra il 118 e il 128 d.C.,
dopo che gli incendi del 80 e del 110 d.C. avevano danneggiato la costruzione precedente di
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di riguardo e famiglia imperiale per le Piccole Terme, decorate con grande ricchezza e
raffinatezza, e personale addetto alla Villa per le Grandi Terme. Degli altri edifici annessi a
questo complesso, costituiti da una serie di ambienti, si ritiene fossero destinati ad alloggio
della guardia imperiale (sono detti infatti Pretorio) o del personale della Villa. Il Pecle una
ricostruzione della Sto Pecile (sto poikle, "portico dipinto") nell'agor di Atene, centro
politico e culturale della citt di Atene, la prediletta da Adriano durante i suoi numerosi
viaggi. Il Pecile, un'immensa piazza colonnata di forma quadrangolare, decorata al centro da
un bacino e circondata da un portico..Si innalzava su poderose sostruzioni
artificiali.Attraverso una serie di edifici termali poi si giungeva al Canopo. Il Teatro
marittimo - definizione non nota dalle fonti, ma corrente nell'uso - una delle prime
costruzioni della villa, tanto che stata interpretata come la primissima, provvisoria
residenza di Adriano nel sito. Le sue caratteristiche di separatezza rendono credibile l'ipotesi
che il luogo costituisse il rifugio privatissimo dell'imperatore. La struttura fu edificata nei
pressi della villa repubblicana. un complesso assai singolare, ad un solo piano, senza alcun
rapporto con la forma abituale di un teatro romano, costituito da un pronao. Sono
riconoscibili la soglia dell'atrio e tracce di mosaici pavimentali. All'interno consta di un
portico circolare a colonne ioniche, voltato. Il portico si affaccia su un canale al centro del
quale sorge un isolotto composto anch'esso da un atrio e da un portico in asse con
l'ingresso, pi un piccolo giardino, un piccolo complesso termale, alcuni ambienti e delle
latrine. La struttura non prevedeva alcun ponte in muratura che collegasse l'isolotto al
mondo esterno, e per accedervi era necessario protendere un breve ponte mobile. Il
Tempio di Bacco a Baalbekk elevato su un alto podio e vi si accede da una scalinata con
33 gradini. Era preceduto da un cortile porticato con un monumentale accesso. Risale alla
met del II secolo e si tratta di un tempio periptero con 8 colonne sulla fronte ("ottastilo") e
15 sui lati lunghi. Le colonne scanalate raggiungevano con basi e capitelli una grande altezza
e anche in questo caso il fregio era decorato da protomi di tori e leoni. La peristasi (lo spazio
tra le colonne e i muri della cella) era coperta da un soffitto cassettonato: i cassettoni
poligonali e triangolari, erano decorati con busti di divinit (tra cui Marte, la Vittoria, Diana,
Hygeia) e una ricca decorazione vegetale. L'incorniciatura del portale d'ingresso della cella
presenta fregi figurati e una decorazione di tralci di vite che riferiscono il tempio al dio
Bacco, ma il soffitto del portale mostra un'aquila con un caduceo, attributo tipico del dio
Mercurio. Il culto del dio locale, con caratteristiche simili a quelle del greco Adone, aveva
comportato l'utilizzo del vino, dell'oppio e di altre droghe per il raggiungimento dell'estasi
religiosa.
All'interno della cella le pareti laterali sono decorate da nicchie su due ordini: quelle inferiori
sono sormontate da frontoni arcuati e quelle superiori da frontoni triangolari; le nicchie
sono inquadrate da semicolonne corinzie. Sul fondo del tempio un adyton (sacrario)
ospitava la statua del dio.
di Leptis attuato da Settimio Severo prevedeva anche la revisione della struttura del centro
cittadino, che fu da lui trasferito dal foro vecchio ad uno nuovo, battezzato con il nome della
dinastia imperiale. Intorno al Foro dei Severi, uno spazio aperto e pavimentato in marmo, si
possono ancora vedere numerosi resti che rimandano ai giorni gloriosi della citt. Come
voleva la grande tradizione delle piazze cittadine romane, il Foro dei Severi era circondato
da portici ad arcate. Sulle facciate tra un arco e l'altro erano riprodotte teste di Gorgoni.
Nella maggior parte dei casi sono rappresentazioni simboliche della dea romana della
Vittoria. Oltre ad esse vi sono alcune splendide immagini di Medusa. Stranamente gli archi
erano di pietra calcarea, mentre le teste erano scolpite in marmo. Di fronte alle teste sono
visibili alcuni pannelli verticali con iscrizioni dedicatorie che fungevano da plinti per le
statue. Sul lato sud-occidentale del foro anticamente sorgeva un tempio dedicato alla
Dinastia dei Severi. In epoca romana esisteva infatti la consuetudine di divinizzare gli
imperatori, consuetudini che i sudditi perpetuavano da un lato perch effettivamente
credevano nella loro natura divina, dall'altro perch traevano indubbi benefici politici
considerando i loro sovrani alla stregua di divinit. Del tempio rimangono la scalinata, la
piattaforma e un magazzino sotterraneo. Ad esso appartenevano alcune colonne di granito
rosa che si trovano sparse per il foro. Il Tempio di Venere a Baalbekk era racchiuso in un
recinto sacro che ospitava anche un altro piccolo tempio, conosciuto come "tempio delle
Muse". Il tempio, a cui si accede da una scalinata, era preceduto da un pronao rettangolare
tetrastilo, le cui due successive file di quattro colonne presentavano un'ampia spaziatura
centrale: intercolunnio doppio rispetto ai due alle estremit. Ne risult, di conseguenza, un
pronao coperto a botte sull'asse d'ingresso, architravato e sorretto nelle ali da gruppi di
quattro colonne su disposizione quadrata. La cella rotonda era decorata all'esterno da
nicchie coperte da semicupole a conchiglia. Le colonne che circondano la cella presentano la
trabeazione che non segue la linea del colonnato, ma si incurva verso l'interno fino a toccare
il muro esterno della cella, creando un'insolita forma stellare e inquadrando in tal modo le
nicchie. La testimonianza di Eusebio di Cesarea, che attesta la continuit del culto agli inizi
dell'epoca cristiana, ci informa della sua natura orgiastica e della presenza, probabilmente,
della prostituzione sacra. Il tempio era stato trasformato in chiesa di Santa Barbara, ma
rest al di fuori della cittadella araba e l'intero complesso venne in seguito coperto da una
fitta rete di abitazioni. I resti del tempio furono smontati e rimontati a poca distanza in uno
spazio libero. L'arco di Settimio Severo un arco trionfale a tre fornici (con un passaggio
centrale affiancato da due passaggi laterali pi piccoli), sito vicino al Foro Romano e sorge su
uno zoccolo in travertino, in origine accessibile solo per mezzo di scale. Fu dedicato dal
senato all'imperatore Settimio Severo e ai suoi due figli, Caracalla e Geta per celebrare la
vittoria sui Parti, ottenuta con due campagne militari. L'arco costruito in opera quadrata di
marmo, con i tre fornici inquadrati sul lato frontale da colonne sporgenti di ordine
composito, su alti plinti, scolpiti con Vittorie e figure di barbari. Si tratta del pi antico arco a
Roma, conservato, con colonne libere anzich addossate ai piloni. I fornici laterali sono
messi in comunicazione con quello centrale per mezzo di due piccoli passaggi arcuati. Sui
due lati dell'alto attico presente un iscrizione. Sopra l'attico, come raffigurato nelle
emissioni monetali, si trovava la quadriga imperiale in bronzo e gruppi statuari. I due lati
principali dell'arco erano decorati da rilievi. Ai lati del fornice centrale si trovano le consuete
Vittorie con trofei, che volano sopra genietti che simboleggiano le quattro stagioni (due per
faccia). Sui fornici minori si trovano motivi analoghi, ma le personificazioni rappresentano
dei fiumi. Nelle chiavi d'arco sono scolpite varie divinit. Sui fornici minori corre un piccolo
fregio con la processione trionfale scolpita da altissimo rilievo. Sui plinti delle colonne
rappresentazioni di soldati romani con prigionieri parti (quattro sulla fronte e due sui lati
minori). La parte pi interessante della decorazione sono comunque i quattro grandi
pannelli che occupano lo spazio sui fornici minori, dove scolpita la narrazione delle
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vecchie Mura serviane (che circondavano solamente i sette colli), ma la nuova minaccia
rappresentata dalle trib barbare che fluivano alla frontiera germanica, non poteva essere
controllata dall'impero, che versava allora nella difficile crisi del III secolo. Inizialmente
Roma si considerava immune da ogni pericolo: secoli di tranquillit facevano ritenere
impensabile che un nemico potesse violare il sacro suolo dellUrbe. Nel 270 Aureliano riusc
ad arrestare, non senza difficolt, unennesima invasione di Alemanni e Goti; il pericolo era
scampato ancora una volta, ma ormai ci si rese conto della necessit di correre
urgentemente ai ripari: da molto tempo le legioni non erano pi in grado di controllare il
territorio dello Stato per tutta la sua estensione. La costruzione delle mura inizi
probabilmente nel 271 e si concluse entro due anni, anche se la definitiva rifinitura avvenne
sotto limperatore Probo. Il progetto era improntato alla massima velocit di realizzazione e
semplicit strutturale, oltre, ovviamente, ad una garanzia di protezione e sicurezza. Queste
caratteristiche fanno pensare che un ruolo non secondario, almeno nella progettazione, sia
stato rivestito da esperti militari. E daltra parte, poich allepoca gli unici nemici che
potevano rappresentare qualche pericolo non erano in grado di compiere molto pi che
qualche razzia, un muro con robuste porte ed un camminamento di ronda poteva ritenersi
sufficiente. Il tracciato originario seguiva per buona parte il confine daziario di Roma, che
non era una struttura fisica preesistente, ma semplicemente una linea ideale, identificata da
pietre (dette appunto daziarie) sistemate una per ogni via principale di accesso alla citt,
nel punto in cui, convenzionalmente, erano posti gli uffici di dogana. Le mura Aureliane
ribadivano pertanto un confine commerciale gi esistente e tre di queste pietre sono state
rinvenute murate o interrate nei pressi di altrettante porte (la Salaria, la Flaminia e
lAsinaria). Per dare maggior rapidit alledificazione diverse squadre lavorarono
contemporaneamente su tratti separati, e per motivi economici e militari molte costruzioni
precedenti furono incluse nel perimetro delle mura. Fra queste, l'Anfiteatro Castrense, la
Piramide Cestia, due o forse tre lati del Castro Pretorio, di cui furono murate altrettante
porte, e diversi tratti di vari acquedotti vennero inglobati nella struttura muraria. Questa era
alta dai 6 agli 8 metri (pi 2 di fondazioni) e dello spessore di 3,30 metri. Lintera struttura si
componeva di tratti di muro merlato intervallati ogni 30 metri da torri a pianta rettangolare
e da porte principali, oltre a diverse altre porte e passaggi secondari, servizi igienici e
numerosissime feritoie. Solo ai lati delle porte si trovavano torri cilindriche, ma dubbio se
fossero inizialmente cos o se la forma a pianta circolare sia frutto del restauro realizzato da
Onorio. Nei punti orograficamente pi scoscesi la parte interna del muro era rinforzata da
un terrapieno. Gli architetti di Aureliano compresero che pi di una cinta muraria piatta, le
torri e le baliste piazzate su ciascuna torre avrebbero garantito una maggior copertura di
tiro ed avrebbero quasi completamente eliminato gli inevitabili punti morti. Ogni torre fu
quindi provvista di finestre laterali che potessero assicurare un raggio dazione lungo tutto il
tratto di muro fino alla torre successiva, sia su un lato che sullaltro. Una delle
preoccupazioni maggiori per una citt assediata era la disponibilit di rifornimento idrico.
Questo, oltre certamente alla difesa di unarea alquanto abitata, fu uno dei principali motivi
per cui la cerchia delle mura inglob anche la zona di Trastevere e del Gianicolo, sul lato
destro del fiume, consentendo in tal modo il controllo, per un tratto abbastanza lungo, di
entrambe le sponde del Tevere. Le porte, erano generalmente di tre tipi, a seconda
dellimportanza che allepoca rivestivano le strade che da esse si dipartivano: le pi
importanti si componevano di due arcate gemelle, avevano una pavimentazione in
travertino ed erano affiancate da due torri cilindriche; una sola arcata avevano quelle porte
a cui si riconosceva una importanza secondaria, con pavimentazione in opus latericium,
attico in travertino e due torri cilindriche; al terzo tipo appartenevano porte costituite da
una semplice arcata ed affiancate dalle comuni torri quadrangolari. Fa eccezione a questa
classificazione la Porta Prenestina-Labicana (oggi Porta Maggiore) che, sebbene
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appartenesse, come importanza, al III tipo, fu per aperta inglobando larco a due fornici
costruito dallimperatore Claudio come facente parte dellacquedotto Claudio. Ancora al III
tipo dovrebbe appartenere la Porta Settimiana. Cera poi tutta una serie di passaggi, le
posterule (o postierle), come la Porta Ardeatina: delle semplici aperture nel muro con un
paio di metri di luce, la cui difesa consisteva in una rientranza del muro stesso, a formare un
piccolo bastione. Alcuni di questi passaggi si aprivano verso il fiume. Gi Costantino, con
generose donazioni di terreni ed edifici, oltre alla liberalizzazione religiosa, aveva affidato
alle gerarchie della giovane chiesa cristiana una solida piattaforma per lacquisizione di una
posizione primaria nella gestione delle cose romane. Ai tempi di Onorio ed Alarico
linfluenza della chiesa era gi diventata predominante, tant che da allora si assistette, un
po alla volta, ad una sorta di cristianizzazione delle porte, nel senso che i nomi (che prima
derivavano dalla via che da ciascuna porta usciva) cambiarono riferendosi a chiese e tombe
di Santi che attraverso di esse erano raggiungibili. Il fenomeno non coinvolse per tutte le
porte; alcune conservarono il loro nome originario, sia perch le rispettive strade erano
cadute in abbandono o per un calo demografico dellarea circostante o per la permanenza
dellimportanza della loro caratteristica. In qualche caso il nome cristianizzato venne col
tempo ulteriormente cambiato.
La tetrarchia
Diocleziano e il decentramento delle sedi imperiali
Diocleziano dovette affrontare la riorganizzazione della citt e del mondo romano. Adottata
la tetrarchia e mantenendo per s Roma, questo organizzazione si ripercosse sia
nellurbanistica che nellarchitettura. Alcune citt furono o potenziate o interamente
ristrutturate. Spalato fu fondata ex novo dove Diocleziano si ritir e mor. Tipologia fino a
quel momento inedita, esterno di accampamento fortificato, estensione della citt,
funzione di palazzo, Spalato incarna un vero organigramma delle funzioni vitali per un
imperatore di et tetrarchica. Il Palazzo di Diocleziano, situato a Spalato (Croazia), un
imponente complesso architettonico fatto edificare dall'imperatore Diocleziano allo scopo
di farne la propria dimora. Il palazzo con le sue mura coincide col nucleo originario del
centro storico della citt. Dopo aver riformato l'Impero romano, con l'entrata in vigore del
sistema della tetrarchia, Diocleziano abdic ritirandosi nel palazzo appositamente fattosi
costruire. Il palazzo, una sorta di grande villa fortificata, si presentava come una struttura
autonoma, cittadella dedicata alla figura sacra dell'imperatore, per il quale esisteva gi un
mausoleo, destinata quindi ad ospitarlo in eterno. Strutturata con la pianta tipica degli
accampamenti militari romani: due strade perpendicolari, il cardo ed il decumano, che si
intersecano e dalle quali si dipartono numerose vie trasversali a scacchiera, aveva una
forma leggermente trapezoidale (il lato sud era leggermente irregolare per il declivio del
terreno verso il mare), con un lato affacciato sul mare e quattro poderose torri quadrate agli
angoli. La sua cinta muraria era in opus quadratum. In queste mura si aprono vari torrioni
quadrati e quattro porte, affiancate da torri a base ottagonale: la Porta Aurea (a nord), la
Porta Argentea (ad est), la Porta Ferrea (ad ovest) e la Porta Aenea o bronzea, sul mare a
sud. Le poderose mura furono una sorta di novit rispetto alle ville romane dei secoli
precedenti e si resero necessarie per via degli eventi turbolenti della storia romana
dell'epoca. La Porta Aurea inquadrata da edicolette pensili e sormontata da archetti su
colonnine pensili (oggi delle colonne restano solo le mensole di base e i capitelli). Le altre
due porte (Argentea e Ferrea) hanno decorazione pi semplice. Ciascuna era dotata di
controporta e cortile d'armi. Da qui partivano le vie colonnate che dividevano il complesso
in quattro riquadri principali: i due a nord ospitavano caserme, servizi e giardini, mentre la
parte meridionale, ospitava il quartiere imperiale. Dalla prosecuzione colonnata della strada
nord-sud si poteva giungere al portico detto "peristilio", con quattro colonne sostenenti un
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archivolto a serliana. Attraverso il peristilio verso sud si accedeva a un vano a base circolare
coperto da cupola e poi ad un vano rettangolare con colonne che faceva da vestibolo
d'accesso agli appartamenti privati dell'imperatore, disposti sul lato lungo il mare, sul quale
si affacciavano con un loggiato a semicolonne che inquadravano gli archi; alle estremit e al
centro si trovavano tre serliane. Il peristilio pare che avesse la funzione di scenografia per le
cerimonie ufficiali alle quali partecipava come protagonista l'imperatore. Dal questo si
accedeva ad ambienti di culto: erano presenti due edifici rotondi, di uso sconosciuto, ed un
tempio tetrastilo probabilmente dedicato a Giove; poi si ergeva l'edificio a base ottagonale
del mausoleo imperiale, cinto da una serie di colonne (peristasi) e coperto a cupola,
all'esterno protetta da un tetto piramidale. L'appartamento privato era diviso in due met
simmetriche, divise dalla prosecuzione sotterranea della via colonnata. Si conoscono nella
parte occidentale le sostruzioni verso il mare e una basilica privata, affiancata da una doppia
fila di stanze a pianta centrale, oltre a un complesso termale. La met orientale del palazzo
non molto conosciuta. Le Terme di Diocleziano, le pi grandi Terme della Roma antica,
furono iniziate dall'imperatore Massimiano, nominato Augustus dell'Impero romano
d'Occidente da Diocleziano, e aperte dopo l'abdicazione di entrambi. Le terme furono
costruite per servire i popolosi quartieri del Quirinale, Viminale e Esquilino. Nonostante i
saccheggi, le terme rimasero in uso fino a quando i Goti tagliarono gli acquedotti. Simili
nella forma e nelle dimensioni alle Terme di Caracalla (che a loro volta si ispiravano alle
terme di Traiano), ma ampie il doppio, le Terme di Diocleziano subirono il destino della
grandissima parte dei monumenti romani, utilizzate nei secoli come cava di materiali edili
per altre costruzioni mentre le aule venivano adibite a vari usi privati e perfino come luogo
di doma dei cavalli. Furono le pi grandi e sontuose terme costruite a Roma. Poste sul colle
Viminale, in un recinto. Potevano accedere al complesso fino a tremila persone
contemporaneamente. Erano alimentate da un ramo dell'Acqua Marcia che partiva da Porta
Tiburtina e conduceva l'acqua in una cisterna, detta la botte di Termini. Il modello sul quale
venne disegnata la pianta era quello delle terme di Traiano, con le quali ha in comune
l'esedra semicircolare e il calidarium rettangolare con tre nicchie semicircolari (quello delle
terme di Caracalla invece circolare). Il complesso era orientato a sud-est affinch l'energia
solare riscaldasse il calidarium senza interessare il frigidarium.
Al centro si trovava una grande basilica, dove si incontravano i due assi di simmetria del
complesso. Lungo l'asse minore erano allineati i bagni (calidarium, tepidarium e frigidarium),
mentre sull'asse maggiore si trovavano le palestre. L'abside sorge dove si trovava la grande
piscina rettangolare della natatio. Le tre volte a crociera superstiti del transetto della
basilica, sorrette da otto enormi colonne monolitiche in granito, forniscono ancor oggi uno
dei pochi esempi dell'originale splendore degli edifici romani. Una grande sala ovale fungeva
da apodyterium, lo spogliatoio, e una rettangolare da atrio. Questo gruppo di ambienti
doveva avere i corrispettivi simmetrici sull'altro lato. Treviri era una delle quattro capitali
della Tetrarchia, con Milano, Sirmio e Nicomedia, a oggi quella meglio conosciuta. La sua
stagione architettonica si concentr durante la prima e la seconda tetrarchia, proseguita poi
da Costantino e Valentiniano I. Tra i pi importanti monumenti va ricordata la Porta Nigra, la
porta di ingresso di citt di epoca romana meglio conservata a nord delle Alpi; inoltre vi
sono anche un anfiteatro, i resti delle terme Imperiali e l'enorme Basilica di Costantino (una
basilica civile nel senso che gli antichi Romani davano al termine), che la sala del trono
dell'Imperatore Costantino. La porta cittadina fu costruita attorno al 180 d.C. come ingresso
a nord alla citt di Augusta Treverorum (la citt dellimperatore Augusto nelle regione dei
Treveri), lattuale Treviri. Il nome di Porta Nigra testimoniato a partire dal Medioevo gli
deriva dal colore scuro assunto durante il processo di erosione dei blocchi chiari di pietra
arenaria di cui costituita. La porta non ha mai assistito ad una sua realizzazione definitiva:
le perforazioni che ospitano i cardini della porta erano stati prefabbricati; le mezze colonne
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situate sulla facciata del lato campagna sono state lasciate allo stato grezzo; i fori lasciati dai
rapinatori di metallo medievali allorch essi staccarono con forza i ganci di ferro e di piombo
usati per la costruzione della porta allo scopo di riciclarli per altri usi, rafforzano questa
impressione di incompiutezza. Basilica di Massenzio La Basilica di Massenzio o, di
Costantino, l'ultima e la pi grande basilica civile del centro monumentale di Roma. Non fa
parte del Foro Romano propriamente detto, ma era nelle immediate adiacenze di esso.
Nelle fonti antiche la basilica ricordata come Basilica Nova, o Basilica Constantiniana. La
basilica fu inizialmente fatta costruire da Massenzio agli inizi del IV secolo e fu terminata e
modificata da Costantino I in prossimit del tempio della Pace e del tempio di Venere e
Roma, la cui ricostruzione fece parte degli interventi massenziani. La sua funzione era
prevalentemente quellamdi ospitare l'attivit giudiziaria di pertinenza del prefetto urbano.
Una parte di questo edificio pi antico era occupata dagli Horrea piperiana, i magazzini del
pepe e delle spezie. Della basilica si perse ben presto la corretta denominazione, e i colossali
resti furono noti con la denominazione di Templum urbis. Lo schema costruttivo del
gigantesco edificio, presentava una navata centrale pi larga e pi alta sulla quale si
aprivano, invece che le tradizionali navate minori, tre nicchioni per lato, coperti da volta a
botte con lacunari ottagonali ancora ben visibili nella parte superstite. Gli ambienti erano
collegati tra loro da piccole aperture ad arco. La navata centrale era coperta da tre enormi
volte a crociera in opus caementicium, che poggiavano sui setti murari trasversali che
separavano gli ambienti laterali e sulle colonne di marmo proconnesio addossate alla loro
terminazione. Sorreggevano una trabeazione marmorea, di cui restano resti dei blocchi
parzialmente inseriti nella muratura. Le dimensioni e il sistema costruttivo degli spazi interni
sono del tutto compatibili con quelle delle grandi sale delle terme, che venivano di fatti
chiamate pure "basiliche". L'esempio pi illuminante la sala delle terme di Diocleziano,
trasformata poi nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Sul lato corto occidentale, alla
testata della navata centrale si apriva un'abside preceduta da due colonne. Nell'abside
venne collocata una statua colossale, acrolito costruito in parte in marmo e in parte in
legname e bronzo dorato. La statua raffigurava in origine lo stesso Massenzio e in seguito
venne rilavorata con i tratti di Costantino. All'abside occidentale si contrapponeva
l'originario ingresso dell'edificio, preceduto da una scalinata. L'ingresso dava accesso ad un
corridoio trasversale aperto sulla navata centrale mediante cinque aperture ad arco.
L'ingresso su uno dei lati corti, rappresenta una disposizione che divenne poi tipica delle
prime basiliche cristiane. L'impianto originario sub in seguito alcune modifiche, tra cui
l'apertura di un secondo ingresso. Questo secondo ingresso era costituito da un portico
tetrastilo con fusti in porfido, al quale si accedeva con una scalinata. Il nicchione centrale del
lato nord, opposto al nuovo ingresso fu arricchito nello stesso momento di una seconda
abside sul fondo, forse destinata anche ad ovviare a problemi strutturali, coperta da una
semicupola e con le pareti arricchite da nicchie destinate ad ospitare statue su due ordini. Le
nicchie erano inquadrate da edicole costituite da piccole colonne poggianti su mensole
sporgenti dalla parete. Sul fondo dell'abside era realizzato un podio in muratura destinato
ad ospitare il tribunal dei giudici. L'edificio era dotato anche di numerosi collegamenti
verticali: all'interno della muratura all'angolo nord-occidentale era inserita una scala a
chiocciola,; un'altra doveva trovarsi nell'opposto angolo sud-orientale. L'arco di Costantino
un arco trionfale a tre fornici situato a breve distanza dal Colosseo. Oltre alla notevole
importanza storica come monumento, l'Arco pu essere considerato come un vero e
proprio museo di scultura romana ufficiale, straordinario per ricchezza e importanza. Si
tratta di un arco a tre fornici con attico. L'arco uno dei tre archi trionfali sopravvissuti a
Roma: gli altri due sono l'arco di Tito (81-90 circa) e l'arco di Settimio Severo (202-203).
Come anche quello di Tito, quasi del tutto ignorato dalle fonti letterarie antiche e le
informazioni che si conoscono derivano in gran parte dalla lunga iscrizione di dedica,
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Parte quarta
Basilica di San Giovanni in Laterano era nota, per il suo splendore e per la sua importanza,
con il nome di Basilica Aurea ed era oggetto di continue ed importanti donazioni da parte
degli imperatori, dei papi e di altri benefattori. L'edificio era orientato secondo la direttrice
est-ovest tipica delle basiliche paleocristiane, con la facciata rivolta ad oriente, cio verso
l'alba, e l'abside con l'altare rivolti ad occidente, cio verso il tramonto. La primitiva basilica
aveva una forma oblunga e disponeva di cinque navate fortemente digradanti in altezza,
divise da colonne: la navata centrale era la pi larga e pi alta e si elevava sopra delle altre
permettendo di aprire luminose finestre nel cleristorio. Il soffitto era coperto a capriate, che
probabilmente dovevano essere a vista. Opposta alla facciata era presente un'unica abside
dove venne posta la cattedra vescovile, in analogia con le tribune allestite per le sedute
solenni nelle basiliche civili. In fondo alle navate esisteva una navatella trasversale, il
primitivo transetto, nella quale prendevano posto durante la celebrazione il vescovo,
sedendo in centro, su un seggio rialzato, affiancato dai sacerdoti, disposti ai lati. Tra le
navate ed il transetto due possenti colonne sostenevano un grande arco detto arco
trionfale. Tra la navata e la parte destinata all'altare venne posto il fastigium una grande
struttura su quattro colonne che fu l'antecedente di tutte le strutture simili (pergule,
tramezzi, iconostasi, pontili, jub) che in seguito caratterizzarono le chiese sia in occidente
che in oriente. Le colonne in metallo dorato sorreggevano un frontone con statue d'argento
e lampade d'oro. Verso il centro della navata si disponeva il lettore dei testi sacri, che
doveva disporre di una struttura rialzata. La basilica venne saccheggiata dai Vandali, che la
privarono di tutti i suoi tesori. Antica basilica con quadriportico era quella del Santo
Sepolcro a Gerusalemme (sul Golgota) fatta costruire da Sant'Elena durante il suo viaggio in
Terra Santa. Il luogo del Santo sepolcro, originariamente la tomba vuota di Ges, fu sempre
oggetto di venerazione da parte dei cristiani. Ruolo importante negli scavi giocato dalla
madre di Costantino I, Elena, alla quale attribuita anche la riscoperta della Vera croce. La
chiesa di Costantino fu costruita attorno alla collina della crocifissione, ed era in realt
composta da tre chiese collegate, costruite sopra tre differenti luoghi santi: una grande
basilica (il martyrium); un atrio chiuso colonnato (il triportico) costruito attorno alla
tradizionale roccia del Calvario; una rotonda, chiamata anastasis ("resurrezione"), che
conteneva i resti della grotta che Elena e Macario avevano identificato come luogo di
sepoltura di Ges. L'anastasis e il martyrium vennero in occasione della festa
dell'Esaltazione della Croce. E da questo punto che si introduce in pianta la figura simbolica
della croce: il crismon. L Antica basilica di San Pietro in Vaticano nota anche come basilica
di Costantino, era ubicata a Roma, nell'area attualmente occupata dalla nuova basilica. La
basilica era a cinque navate, con la centrale rialzata e pi larga, e coperta da capriate. Le
navate erano divise da quattro file di colonne, coperte da architravi nella navata centrale e
da archi in quelle laterali. L'illuminazione interna era garantita dalle finestre che numerose si
aprivano nella parte che si elevava della navata maggiore, il cleristorio. La facciata aveva
degli spioventi digradanti, ma a differenza di San Giovanni in Laterano non vi era uno
spiovente per navata, ma le navate minori erano coperte da un'unica travatura digradante.
Un'altra peculiarit di San Pietro era l'uso del transetto (trans saepta, "oltre i cancelli"), il
primo ad essere concepito come navata trasversale indipendente, alto come la navata
centrale (ma meno ampio) e dotato di una propria copertura. Sul transetto si apriva l'abside
e in fondo ai bracci si trovavano due nicchie rettangolari che sporgevano esternamente
oltre il profilo delle navate. In corrispondenza della navata centrale si apriva sul transetto
l'arcone ("arco di trionfo") tipico della basiliche paleocristiane, sia cristiane che civili (come
nella basilica di Costantino a Treviri). Le navatelle terminavano invece con trifore colonnate,
simili a quelle che sia aprivano nelle nicchie laterali del transetto. L'abside era decorata da
mosaici che rappresentavano Cristo tra san Pietro e san Paolo secondo un modello
iconografico definito traditio legis, in sostituzione forse di un originario mosaico. Nell'abside
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si trovava anche la memoria dell'Apostolo, che altro non era che l'edicoletta del II secolo
detta anche "trofeo". Quest'ultima sporgeva dal pavimento della basilica ed era inserita in
un dado marmoreo con lesene in porfido e recintato da una pergula con colonne tortili e
amorini vendemmianti, che fece da ispirazione per il baldacchino seicentesco. Le colonne
originarie della pergula vennero riutilizzate negli altari incassati nei piloni della basilica
attuale. La facciata presentava finestroni ad arco su due ordini. Il frontone aveva solo un
piccolo rosone, mentre la parte corrispondente alla navata centrale era decorata con
mosaici. La facciata della basilica era preceduta, da un quadriportico, dove sostavano
anticamente i catecumeni durante la celebrazione dell'Eucarestia. Il quadriportico aveva
anche una funzione cimiteriale. L'area interna del quadriportico era originariamente un
giardino (da cui forse la denominazione Paradisus) con all'interno un fontana per abluzioni
purificatrici. Basilica di San Lorenzo fuori le mura La primitiva basilica (Basilica maior) fu
eretta nel IV secolo dall'imperatore Costantino I vicino alla tomba del martire Lorenzo,
come altre basiliche cimiteriali della stessa epoca (San Sebastiano, Sant'Agnese, Santi
Marcellino e Pietro). Proprio sopra la tomba fu contemporaneamente costruito un piccolo
oratorio. Le basiliche cimiteriali. Delle sette basiliche che la tradizione attribuisce a
Costantino, sei sono cimiteriali e si trovano fuori le mura. Solo la basilica dedicata al
Salvatore, lattuale S. Giovanni in Laterano, non cimiteriale e si trova entro le mura. Le
basiliche circiformi ad corpus o ad corpora, cio costruite accanto alla tomba di uno o pi
martiri, avevano la stessa forma dei circhi per le corse dei cavalli.
Il corpo basilicale era suddiviso in tre navate; le due laterali si congiungevano nellemiciclo
posteriore. Delle sei basiliche cimiteriali costantiniane, quattro erano circiformi: si trattava
della Basilica Apostolorum (lattuale S. Sebastiano), di S. Agnese, di S. Lorenzo al Verano e
dei Ss. Marcellino e Pietro. Le altre due basiliche cimiteriali costantiniane erano ad aula
absidata e navate. Si tratta di S. Pietro in Vaticano e di S. Paolo fuori le mura, ambedue
supra corpus, cio costruite sulla tomba di un martire. Le basiliche ad aula absidata
derivano dalle basiliche forensi come la basilica Ulpia, adibite a tribunale e agli affari e
dotate di un ampio spazio suddiviso in navate. A differenza delle basiliche forensi che hanno
due esedre sui lati corti e gli ingressi sui lati lunghi, le basiliche cristiane hanno un percorso
longitudinale cio sono suddivise in tre o cinque navate e si concludono con labside, vano a
pianta semicircolare coperto da una semicalotta sferica.
La navata mediana, pi larga e alta di quelle laterali, ha grandi finestre aperte sopra le falde
dei tetti delle navate minori. La facciata ha grandi finestre e ingressi costituiti da grandi
arcate chiuse da pesanti tendaggi.
La basilica della Nativit una basilica di Betlemme eretta nel luogo in cui, secondo la
tradizione, avvenne la nascita di Ges. costituita dalla combinazione di due chiese e da
una cripta, la Grotta della Nativit, che si ritiene essere la grotta ed il luogo preciso in cui
Ges nacque. Nel 135, prima che l'edificio fosse costruito, l'imperatore Adriano fece
piantare degli alberi fino a formare un bosco. Poi l'augusta Elena, dietro l'ordine del figlio
Costantino I, distrusse il bosco e vi fece erigere una basilica. All'esterno della struttura vi era
un cortile che permetteva l'accesso all'atrio, costituito da colonne e da navate grandi un
quarto rispetto a quelle della basilica. Il cortile serviva da luogo di sosta per i pellegrini; per
questo veniva allestito un piccolo mercato. L'accesso alla basilica consentito solo
attraverso una porta, pi simile ad un passaggio, stretto e basso, resa cos per non far
accedere persone a cavallo. Sopra la Grotta della Nativit, nel lato orientale della basilica,
situata una costruzione ottagonale rialzata di tre gradini, il martyrium. Al centro
dell'ottagono situata una balaustra da cui, sporgendosi, si vede un ampio foro circolare; il
foro, praticato nella volta della Grotta della Nativit, consente ai visitatori di guardare
all'interno. L'altare cerimoniale era probabilmente situato a poca distanza dalla costruzione
ottagonale, nella navata centrale, per legare, come nella basilica di San Pietro in Vaticano,
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inglobata nel nartece, uno dei quattro bracci dell'antico quadriportico, che si trova
attualmente all'interno del monastero domenicano. Si accede alla chiesa attraverso un
portale, preceduto da un piccolo portico con tre arcate, situato sul lato destro. Tipiche
dell'architettura paleocristiana, oltre alle pareti esternamente lisce (prive di contrafforti
poich la copertura era sempre a capriate, quindi una struttura non spingente), era la
presenza di grandi finestre aperte nel cleristorio (la parte pi alta della navata centrale).
All'interno la basilica chiaramente ad impianto basilicale a tre navate, divise da colonne e
grande abside semicircolare in corrispondenza della navata maggiore. La parte superiore
della navata centrale, era un tempo rivestita da mosaici. La basilica di Santa Maria
Maggiore, conosciuta anche come Santa Maria della neve una delle quattro basiliche
papali di Roma. E la sola ad aver conservato la primitiva struttura paleocristiana. Fu fatta
erigere da papa Sisto III e da lui dedicata al culto della Madonna, il dogma della cui divina
maternit era appena stato sancito. La costruzione avvenne su una chiesa precedente. Si
presentava a tre navate, divise da colonne di spoglio, sormontate da capitelli ionici, sopra le
quali corre un architrave continua. La navata centrale era illuminata da finestre (la met
delle quali furono successivamente tamponate) ed era sormontata da una copertura lignea
con capriate a vista. Tale navata venne decorata da splendidi mosaici con un ciclo di storie
del Vecchio e Nuovo Testamento, che mostra i caratteri stilistici dell'arte tardoantica:
ombreggiatura, sfumature con passaggi di colore graduali, realistica raffigurazione dello
spazio e dei volumi. Pi ieratici, e gi pi vicini all'arte bizantina sono i mosaici dell'arco
trionfale, con scene dell' Infanzia di Cristo tratte dai Vangeli Apocrifi. Accanto alla basilica di
Santa Maria Maggiore , il rifacimento sistino del battistero lateranense e la basilica di Santo
Stefano Rotondo, testimoniano linteresse per i valori propri del classicismo. L'edificio si
inserisce nella "rinascita classica" dell'architettura paleocristiana romana, che raggiunse la
sua massima espressione con la basilica di Santa Maria Maggiore, la basilica di Santa Sabina,
il rifacimento del Battistero lateranense, e il mausoleo di Santa Costanza, e fu caratterizzata
dal richiamo consapevole all'architettura romana e tardo-antica. La pianta riprende,
fondendoli, i due modelli di edifici a pianta centrale, la pianta circolare con deambulatorio e
la pianta a croce greca, utilizzate gi in epoca costantiniana per gli edifici di culto e in
particolare per i martyria, memorie dei martiri. La struttura dell'edificio presenta analogie
con la pianta della rotonda (Anastasis) della chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme che,
per il suo grande prestigio, rappresent un modello duraturo per l'architettura occidentale,
fino a tutto il medioevo. La chiesa di San Demetrio a Salonicco ha unimpostazione
centripeta con schema con transetto a croce, dove cio i bracci laterali sono articolati da
colonnati che proseguono o si innestano su quelli della navata centrale.
con un portico alla chiesa. La pianta del piccolo edificio a croce latina, poich il braccio
longitudinale dell'ingresso leggermente pi lungo degli altri. Esternamente l'edificio ha un
paramento in semplice laterizio con la cupola nascosta da un tamburo a base quadrata, che
si sopraeleva sulla copertura a tetto a due spioventi dei quattro bracci. L'unica decorazione
concessa all'esterno costituita dalle arcate cieche che movimentano le pareti. L'interno
decorato da un ciclo di mosaici, fra i pi antichi della citt. Poich Galla Placidia soggiornava
frequentemente a Costantinopoli, si potrebbe ritenere che l'artista incaricato di questi
mosaici fosse bizantino. La cupola centrale domina lo spazio interno, affiancata sui lati da
quattro lunette; altre tre lunette si trovano alle estremit dei bracci, mentre le volte a botte
dei bracci sono coperte da un tappeto stilizzato di fiori a sfondo azzurro. La
rappresentazione escatologico-apocalittica del sepolcro cristiano non in asse con l'ingresso
dell'oratorio che nella direttrice nord-sud, ma in asse con l'orientazione cristiana , in
quanto la croce ha la testa verso occidente e il piede verso oriente; la croce quindi va da
oriente ad occidente come Cristo sole di giustizia e di redenzione. La cupola non visibile
dall'esterno perch coperta da un tiburio, e appare quindi come un modesto torrioncino
parallelepipedo. La chiesa di San Giovanni Evangelista, la chiesa pi antica di Ravenna.
Venne costruita per volont di Galla Placidia in seguito ad un voto fatto all'evangelista
Giovanni durante la traversata che da Costantinopoli la condusse a Ravenna. Viste le
pessime condizioni atmosferiche, la sovrana promise che, se avesse toccato terra, avrebbe
costruito una chiesa dedicata a Giovanni nel luogo dello sbarco. Il Battistero Neoniano,
detto anche degli Ortodossi, un battistero risalente al V secolo e prende il nome dal
vescovo Neone che ne ha fatto proseguire la costruzione dopo il suo predecessore Orso
(vescovo). L'appellativo degli ortodossi va invece inteso secondo il significato dell'epoca, che
intendeva i cristiani della "retta" dottrina in contrapposizione all'eresia ariana. Il Battistero
venne avviato nei primissimi anni del V secolo. Neone vi intervenne con importanti opere
strutturali, e in particolare con la costruzione della cupola che venne decorata con ricchi
mosaici. In pianta presenta la forma ottagonale, secondo la numerologia che associava
l'otto con la resurrezione, essendo la somma di sette, il tempo, pi uno, Dio. Esternamente
ha un semplice rivestimento in laterizio, in cui le lesene e le arcate cieche risalgono alla
costruzione originaria furono riprese da modelli settentrionali (la basilica di San Simpliciano
a Milano). Il soffitto, originariamente piano, venne sostituito da una cupola (alleggerita da
tubi fittili) su iniziativa di Neone, il quale fece provvedere anche alla decorazione a mosaico.
Anche le pareti vennero decorate all'epoca e presentano al piano inferiore archi ciechi su
colonnine, al cui interno sono poste lastre di porfido e marmo verde all'interno di riquadri
geometrici; l'archivolto occupato da mosaici; Il capolavoro pi importante qui custodito
per il mosaico del soffitto, dove entro tre anelli concentrici sono rappresentati vari
soggetti: una serie di finte architetture tripartite; i dodici apostoli su sfondo azzurro; il
Battesimo di Ges. Il battistero molto simile, anche come datazione, ad una chiesa di
Salonicco, dedicata a san Giorgio, gi mausoleo del tetrarca Galerio. Il Battistero degli
Ariani fu fatto costruire all'epoca di Teodorico, nella prima met del VI secolo. Teodorico, di
religione ariana, decise di far convivere pacificamente i goti ("ariani") e i latini ("ortodossi"),
mantenendo le due popolazioni separate, il che comport quartieri separati e doppi edifici
di culto in citt. Vicino al Palazzo di Teodorico il re fece costruire una basilica per ariani
(l'attuale chiesa di Santo Spirito, della quale rimane poco dell'epoca di Teodorico), e un
battistero, oggi detto degli Ariani per distinguerlo dal pi antico di circa un secolo Battistero
Neoniano (degli Ortodossi). Esternamente il battistero si presenta come un edificio in
laterizi a pianta ottagonale, con alcune absidiole e aperture ad arco nel registro superiore.
Lungo il perimetro esterno correva un deambulatorio che si interrompeva soltanto in
corrispondenza dell'abside orientale. I restauri hanno chiarito che l'edificio faceva parte di
un complesso pi ampio. L'interno si presenta vuoto, tranne che per la fonte battesimale,
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del quale restano solo tracce nell'attaccatura di archi alla parete. anch'esso a forma
decagonale all'esterno e circolare all'interno, dove erano custodite le spoglie di Teodorico.
La caratteristica pi sorprendente dell'edificio costituita dalla copertura formata da un
enorme unico monolite a forma di calotta, in pietra d'Aurisina, trasportato per mare ed
issato sull'edificio con dodici anse. Inoltre qui si trova all'esterno una fascia decorativa con
un motivo "a tenaglia", l'unica testimonianza a Ravenna di una decorazione desunta
dall'oreficeria gota piuttosto che dal repertorio romano/bizantino. La basilica di San Vitale
una delle chiese pi famose di Ravenna, esemplare capolavoro dell'arte paleocristiana e
bizantina.
Questo edificio, summa dell'architettura ravennate, elabora e trasforma precedenti
occidentali e orientali portando alle estreme conclusioni il discorso artistico iniziato poco
dopo l'editto di Costantino del 313. La chiesa segna un distacco dalle tipiche basiliche
longitudinali di Ravenna e, nella pianta a base centrale (ottagonale), ricorda la chiesa dei
Santi Sergio e Bacco a Costantinopoli, pi o meno coeva, secondo alcuni addirittura opera
dello stesso architetto, oltre ad altri coevi battisteri, cappelle palatine e martyria (mausolei).
Ottagonale (l'otto era simbolo di Resurrezione perch era sette, il tempo, pi uno, Dio), con
cupola inglobata e nascosta dal tiburio, si presenta all'esterno in laterizio, con la consueta
semplicit disadorna. Ogni faccia collegata con quella attigua mediante contrafforti e, a
sua volta, si suddivide in settori per mezzo di paraste e di una sottile cornice dentellata.
Dalla forma geometrica del nucleo principale emergono altri corpi altrettanto
rigorosamente definiti: il tiburio sopraelevato, ugualmente ottagonale, e l'abside, che,
secondo l'uso locale, poligonale all'esterno, semicircolare all'interno e affiancata da due
piccoli ambienti (detti pastoforia, prthesis e diacnicon). Si accede all'interno attraverso
due porte: l'una in asse, l'altra, invece, obliqua rispetto all'abside. Di conseguenza anche
l'ardica (o nartece o esonartece), invece di essere tangente al lato frontale dell'ottagono, si
dispone obliquamente toccando un angolo del perimetro. Viene cos a mancare quel
rapporto rettilineo fra ingresso e abside, che rende evidente la forma dell'edificio. La pianta
apparentemente semplice: un deambulatorio ottagonale a due piani, che racchiude un
ambiente centrale dello stesso disegno, posti fra loro in rapporto aureo. Ma nel passaggio
dall'uno all'altro si trovano delle esedre, traforate da un doppio ordine di arcatelle e
racchiuse entro grandi archi sostenuti da pilastri angolari, che producono un'espansione
radiale pluridirezionale. Su di questi si imposta la cupola, che di elevazione maggiore a
quelle di simili chiese orientali. Il complesso, gi straordinariamente mosso e leggero per il
ripetersi degli archi, doveva esserlo in misura maggiore quando non era ancora
parzialmente interrato e le colonne poggiavano su alte basi a gradini. Del resto tutto
contribuisce ad alleggerire il peso delle masse strutturali: i pulvini che staccano l'arco, quasi
sollevandolo e sospingendolo in alto, e soprattutto i capitelli, scolpiti a Bisanzio, i quali,
persa la forma classica greco-romana, assumono quella di cesti, traforati come se fossero
fragili trine marmoree sulle quali non gravi alcun peso. Oltre ai celeberrimi mosaici,
completano la decorazione interna i marmi policromi, gli stucchi e le balaustre del
matroneo, traforate finemente. Sui pulvini sono raffigurate figure zoomorfe e la Croce.
Grande protagonista la luce, che penetrando da diverse angolazioni determina un gioco
luministico che appare imprevedibile. Questo effetto doveva moltiplicarsi all'infinito quando
la basilica era ricoperta di mosaici. Lo sfarzo, sottolineato dalla particolare pianta che
necessita di essere percorsa per fare esperienza degli innumerevoli scorci, crea un effetto di
sfavillio che sembra annullare il peso della costruzione in una dimensione quasi
soprannaturale. Ci tipico della corte imperiale bizantina, mentre altri elementi, come la
cupola alleggerita da tubi fittili, sono frutto dell'esperienza italiane, per cui si presume che
alla basilica lavorarono maestranze sia locali che venute da oriente. L'arco dell'abside ha un
significato imperiale. Le due aquile imperiali sorreggono il clipeo cristologico che
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Lalto medioevo
Larchitettura nella penisola iberica
Le Asturie possiedono un ricco patrimonio artistico caratterizzato: da una fase visigotica; da
questa deriv un'architettura autoctona (asturiana), in qualche modo conclusiva del periodo
artistico visigoto e comunque definibile preromanica suddivisibile in tre periodi: il primo in
corrispondenza con il regno di Alfonso II el Casto (791-842), di stile preromanico alfonsino.
La chiesa risente dell'infuenza visigota nella pianta, evidenziata nella ricerca di sintesi fra lo
schema greco a croce e quello basilicale, nelle due cappelle in testa e nella sala posta sopra
l'abside, ma si distacca, invece, dall'architettura visigota per l'introduzione di un grande
spazio trasversale che accoglie tre navate e termina con tre absidi, anzich una sola,
caratterizzate dalla presenza di arcate cieche. Il secondo periodo (842-850), chiamato
"ramirense", incentrato sulla figura di Ramiro I. I suoi architetti sono da considerarsi tra i
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l'Imperatore (infatti vi era collocato il trono); nelle tribune si disponevano i monaci che
intonavano inni sacri; inoltre vi venivano conservate le reliquie, che avevano un ruolo
simbolico di protezione verso l'abbazia stessa. Per architettura ottoniana si intende l'attivit
costruttiva fiorita in Europa occidentale a partire dalla dinastia ottoniana, all'incirca dall'887
(deposizione di Carlo Il Grosso) fino all'anno Mille, con particolare riferimento quindi al IX e
X secolo. Proprio come i sovrani carolingi, anche quelli ottoniani furono instancabili
fondatori di grandi edifici ecclesiastici (abbazie, cattedrali) che si distinguono per un corpo
occidentale, contrapposto al coro, riservato all'imperatore. Proprio in area germanica si
possono quindi vedere i migliori esempi di edilizia monumentale di epoca ottoniana,
sebbene purtroppo la maggior parte delle cattedrali fondate in quel periodo venne
profondamente stravolta nei secoli successivi. San Ciriaco a Gernrode. Il corpo centrale
composto da tre brevi navate, circondate dal transetto orientale e il Westwerk, al quale
sono affiancate due torri scalari. A questi elementi tipicamente carolingi si aggiungono varie
novit soprattutto nell'alzato, come l'alternarsi di pilastri e colonne (che sottolineano la
singola campata invece che lo sviluppo longitudinale della navata), le massicce murature
ispessite, le arcate semicieche all'interno di gallerie sulla navata centrale, la geometrica
razionalit; nei capitelli invece si contrappone una fantasiosa inventiva, dove tra le foglie
scolpite di uno stile corinzio stilizzato compaiono delle testine umane: tutti elementi
strutturali e decorativi che anticipano l'architettura romanica. In Sassonia il capolavoro di
questo periodo la chiesa abbaziale di San Michele a Hildesheim. L'edificio costituito in
pianta dallo schema geometrico con tre quadrati: uno relativo al corpo centrale a tre
navate, due simmetrici con transetti e due cori, con una torre quadrata in ognuno dei punti
d'intersezione. Il coro occidentale enfatizzato da un deambulatorio e dalla cripta. Tutta la
pianta della costruzione quindi segue rigorose norme geometriche, con rapporti ben precisi
fra le dimensioni della navata e dei transetti. Anche l'alzato calcolato su proporzioni
armoniche di tipo matematico e si ha una visione come di solidi geometrici definiti dalle
murature lisce e compatte che si intersecano in un gioco di vuoti e pieni. Vi sono inoltre due
ingressi in ogni abside e 4 sui lati settentrionale e meridionale della chiesa.
Nell'interno pilastri e colonne si alternano tra le navate ed alle estremit dei tensetti si
trovano i cosiddetti cori degli angeli, con finestre che decrescono in alto secondo rapporti
matematici. Oltre al coro ed al chiostro, la parte pi nota della chiesa rappresentata dalla
cella in legno dipinto che si trova all'interno dell'edificio e che mostra l'albero genealogico di
Ges. Sotto il tetto si trova un cleristorio con finestre ad arco che illuminano l'interno. Un
altro cantiere importante era la chiesa di Santa Maria in Campidoglio a Kln (Colonia),
fondata come luogo di culto di un convento voluto dall'Imperatore, che venne edificata su
commissione della badessa. Il corpo della chiesa a tre navate caratterizzato da regolari
arcate su pilastri fino alle maestose absidi, cinte da un deambulatorio, impostato come
prosecuzione delle navate laterali, e coperte da volte. La razionalit della pianta garantisce
equilibrio e grandiosit.
Let romanica
La chiesa romanica
L'architettura romanica lo stile del costruire proprio dell'arte romanica, che si diffuse in
Europa nell'XI e XII secolo, fino all'affermazione dell'arte gotica, cio verso la met del XII
secolo in Francia e con persistenze maggiori negli altri paesi europei. L'aggettivo "romanico"
la traduzione italiana di "roman", vocabolo creato agli inizi dell'Ottocento in Francia per
indicare le lingue e le letterature romanze o neolatine. Nello specifico, il termine "romanico"
fa riferimento al legame con l'architettura romana, dalla quale vennero ripresi alcuni
elementi strutturali (l'arco, la colonna, il pilastro, la volta) e una certa impostazione
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monumentale e spaziale. In relazione al termine romanico sono stati utilizzati dagli storici
anche i termini preromanico (riferito alle realizzazioni architettoniche del IX e X secolo),
protoromanico (riferito alle prime manifestazioni di questo nuovo linguaggio architettonico
sul passaggio tra X e XI secolo) e tardoromanico per le regioni che nel XIII secolo non
accolgono il nuovo stile gotico. La cultura e la civilt europea subirono un'accelerazione
dopo l'anno Mille, grazie ad una serie di innovazioni tecnologiche, prima di tutto in
agricoltura, che permisero di aumentare la produzione di generi alimentari, sollevando la
popolazione dall'endemica scarsit di cibo. Ci innesc un circolo virtuoso che permise un
incremento demografico, la ripresa dei commerci e lo sviluppo di villaggi e citt quali sedi di
mercati; la crescita delle zone urbane gradualmente permise l'affermazione di un nuovo
ceto sociale, quello "borghese" dedito alle attivit manifatturiere e commerciali ed
intermedio tra la massa dei contadini e gli aristocratici o ecclesiastici. Tutte queste entit
presto innescarono una notevole domanda di nuovi edifici, soprattutto religiosi. A ci va
aggiunta l'attivit delle abbazie riformate (come Cluny), il sistema di pievi nelle campagne, la
diffusione dei pellegrinaggi con la conseguente necessit di grandi chiese, ospedali e alloggi
per i pellegrini. Il romanico presenta due aspetti apparentemente antitetici: da una parte
non il prodotto di una sola nazione o di una sola regione ma nato pressoch
contemporaneamente in Francia, Italia, Germania e Spagna e durante il suo sviluppo ha
presentato scambi ed influenze reciproche in tutta l'area, finendo per costituire una cultura
effettivamente europea. D'altra parte, ogni regione presenta forme, schemi costruttivi,
materiali diversi tra di loro. Questa duplice natura probabilmente un perfetto ritratto
storico e geografico dell'Europa medievale che univa elementi "universali" ad altri
estremamente localistici. Questo comporta una certa variet nelle caratteristiche che
possiamo attribuire all'architettura romanica. Pur tenendo conto delle diversit regionali,
possiamo trovare nello stile romanico alcuni elementi caratterizzanti, soprattutto per quel
che riguarda gli edifici religiosi che sono la sua massima manifestazione. Ad esempio, la
suddivisione interna si mostra piuttosto articolata, divisa in campate: spesso una campata
della navata centrale (a base quadrata) corrisponde a due campate di lunghezza dimezzata
nelle navate laterali. Le murature vengono realizzate molto spesse e robuste, ed il
trattamento della superficie delle pareti resa in maniera plastica, sia all'interno, sia
l'esterno, con elementi sporgenti e rientranti che creano giochi di chiaroscuro. Vengono
notevolmente utilizzati non solo colonne come nelle chiese paleocristiane, ma anche pilastri
e successivamente si fa uso di pilastri compositi, come i pilastri cruciformi con semicolonne
addossate. Le colonne, tranne casi di spoglio, presentano capitelli scolpiti con forme vegetali
o fantastiche, geometrizzanti, ma comunque originali e distanti rispetto all'architettura
romana o paleocristiana. La parete della navata generalmente articolata con elementi
plastici ed aperture sopra le arcate ed molto spesso organizzata su vari livelli (matroneo,
triforio, cleristorio), l'evoluzione dei quali sar uno egli elementi di sviluppo verso il gotico. Il
materiale utilizzato per le murature in genere pietra da taglio, ridotta in conci regolari,
lasciati a vista. La copertura prevalentemente a volta. Le volte della navata sono spesso a
botte, soprattutto in Francia, ma proprio durante il periodo romanico si diffonde la volta a
crociera, con una versione a sesto acuto. Allo stesso tempo nelle chiese di pellegrinaggio si
iniziano a usare strutture che sottolineano l'innesto delle navate con il transetto, come torri
e cupole; si diffonde la volta a costoloni dalla Lombardia e da Durham (Inghilterra); nasce
anche la volta reticolare. Ulteriore innovazione sono l'abside con coro, collegato molto
spesso al deambulatorio, su cui si affacciano delle cappelle radiali, nonch l'uso
predominante dell'arco a tutto sesto che distingue il romanico dal successivo periodo
dell'architettura gotica. Infine si possono notare anche l'utilizzo comune di finestre e altre
aperture di dimensioni abbastanza ridotte e di conseguenza una luminosit interna
piuttosto rarefatta di cui si esaltata la spiritualit; da notare come il passaggio dal
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romanico al gotico avvenne come ricerca di una sempre maggior luminosit e progressivo
allargamento delle aperture esterne in seguito alla mutata sensibilit. Abbastanza frequente
la presenza di una cripta e di un presbiterio rialzato, che rendono la chiesa strutturata su tre
livelli. La chiesa abbaziale di Sainte-Foy un importante edificio romanico della citt
francese di Conques. L'edificio considerato un precoce capolavoro dell'architettura
romanica del sud della Francia ed uno dei primi edifici romanici di una certa grandezza
coperti completamente a volte. La fondazione dell'abbazia e della chiesa risalgono all'epoca
carolingia. L'attuale costruzione fu iniziata nel 1041, il coro fu completato intorno al 1065,
mentre la costruzione della navata si protrasse fino all'inizio del XII secolo. La chiesa era una
delle tappe lungo il Cammino di Santiago di Compostela. La chiesa presenta una pianta a tre
navate, con navata centrale, piuttosto corta, coperta a botte, un grande transetto anch'esso
a tre navate, un grande coro con deambulatorio che consentiva il transito dei pellegrini e
cappelle radiali e rappresenta un modello, non ancora maturo, per le chiese di
pellegrinaggio. All'incrocio del transetto con la navata si trova un'imponente torre. L'interno
molto sobrio con la volta della navata centrale molto alta, divisa dalle navate minori,
tramite archi a tutto sesto retti da pilastri. Sopra le navate laterali, voltate a crociera, si
colloca il matroneo aperto verso l'interno, senza finetrature soprastanti. La basilica
cattedrale di San Giacomo di Compostela, la chiesa madre dell'arcidiocesi di Santiago di
Compostela e uno dei massimi santuari cattolici del mondo; al suo interno, nella cripta, i
fedeli venerano le reliquie dell'apostolo Santiago, patrono di Spagna. La cattedrale di
Santiago la meta del Cammino di Santiago di Compostela, storico pellegrinaggio di origine
medievale. L'inizio dei lavori dell'attuale cattedrale risale al 1075. Il tempio, in stile
romanico, venne completato nel XIII secolo e consacrato nel 1211. Si tratta di uno degli
edifici che meglio rappresenta il tipo di chiesa romanica che scandisce il cammino di
Santiago di Compostela tra Francia e Spagna (Sainte-Foy di Conques, Saint-Martial de
Limoges, San Martino di Tours e Saint-Sernin a Tolosa), caratterizzato dall'abside con
cappelle radiali e deambulatorio. La Capela Maior (il coro o presbiterio) il cuore della
cattedrale. Vi si trova il sontuoso altare maggiore, sormontato da un baldacchino, che
contiene la statua in pietra di Santiago. La Basilica di San Saturnino (Basilique Saint-Sernin)
una chiesa di Tolosa. L'edificio sacro, costruito sulla tomba di san Saturnino martire e
primo vescovo di Tolosa, considerato uno dei massimi esempi di architettura romanica.
Quando Saint-Sernin divenne una delle principali tappe sulla via dei pellegrini che si
recavano a Santiago de Compostela, si rese necessaria la costruzione di una chiesa pi
grande. La chiesa ha pianta a croce latina, preceduta da un nartece all'estremit ovest ed
dotata di ampio transetto e di abside semicircolare orientata. Per la sua edificazione
vennero utilizzati mattoni di cotto e pietra calcarea chiara, che conferiscono all'edificio la
particolare bicromia che lo caratterizza. Essa si presenta come un compendio di tutte le
espressioni dell'arte romanica, grazie alle imponenti strutture architettoniche, all'apparato
scultoreo e a quello che resta degli affreschi all'interno del tempio. Abbazia di Cluny.
Storicamente labbazia di Cluny conobbe tre diverse costruzioni: del primo edificio, si sa che
era di modeste dimensioni, mentre il secondo (993-1048) mostrava un ampio presbiterio,
con absidi anche sul transetto, e un coro allungato, tripartito e con deambulatorio. Il
modello di Cluny II venne per esempio replicato nella chiesa di Santa Reparata a Firenze,
dove il vescovo aveva avuto modo di vedere il modello nella sua terra di origine. Per quanto
riguarda i modelli storici a cui si ispir ledilizia monastica, va certo detto che le idee
architettoniche pi salienti provenissero dalla villa romana: in particolare il chiostro ricorda
il peristilio, nellanaloga funzione di raggruppare le parti riservate di un insieme e farle
comunicare tra loro tenendole tuttavia isolate dallesterno. Che la pianta adottata da Cluny
fosse diventata vincolante, dimostrato dallesame del notevole numero di monasteri sorti
in quel tempo soprattutto in Francia, Germania e Inghilterra. Lultima grande ondata di
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diffusione per i monasteri che si richiamano al lideale benedettino avviene con la nascita
dellordine cistercense, col quale si ripresenta in certo senso la mentalit di San Benedetto a
contemperare lo scrupolo di una genuina spiritualit con quello di una reale efficienza
pratica, costituendo nello stesso tempo unavanguardia per i tempi nuovi e un
adeguamento ad essi. L'architettura cluniacense prosegu il modello benedettino gettando
le basi per quello cistercense, contribuendo a diffondere il modello architettonico
dell'abbazia, ossia un complesso di strutture di cui la chiesa quella principale, tutte
ruotanti attorno ad un chiostro quadrato o a "T" come nel caso di Cluny. Le piante
caratteristiche dell'architettura cluniacense furono quelle cosiddette "a gradoni" e "a
cappelle radiali". Quella che noi prendiamo in considerazione la terza ricostruzione della
chiesa. Essa faceva parte della strada di pellegrinaggio e si impose subito come uno dei
modelli ispiratori pi forti in Europa. Il corpo di fabbrica diviso in 5 navate, preceduto da
una sorta di atrio diviso in tre navate ed fiancheggiato da due massicce torri con
terminazione tronca (quasi fortificate per difendersi dai pericoli della foresta). In totale
ledificio aveva sette torri, cos da assumere laspetto di un castello; questo non casuale
ma voluto, perch ledificio, trovandosi immerso nella foresta, poteva essere preda di
attacchi ed incursioni. Compare un nuovo elemento, le cappelle radiali che fiancheggiano il
deambulatorio; questa innovazione risponde ad una precisa esigenza: moltiplicare le zone
dove si officiano i riti senza interferire con il deambulatorio. Con la creazione di questi nuovi
spazi si possono svolgere contemporaneamente pi funzioni diverse. Il trattamento
decorativo delle pareti esterne gioca su pochi elementi: lesene, archi ciechi, finestrelle.
Ledificio ha un doppio transetto, il secondo molto meno sporgente del primo. Un altro
elemento importante leliminazione del matroneo a favore del triforio. La Cattedrale di
Spira un edificio costruito in arenaria rossa. Spira I fu costruita fra il 1030 e il 1061 su
ordine dell'imperatore, che l'aveva scelta come luogo per la sua sepoltura. Come altre
cattedrali costruite su ordine dell'imperatore in quel periodo (Worms e Magonza) venne
chiamata Kaiserdom, cio Cattedrale imperiale. La cosiddetta Spira I era all'epoca uno dei
migliori esempi di architettura ottoniana, con dimensioni monumentali, una complessa
articolazione del presbiterio, una cripta molto ampia e la particolare scansione delle pareti
della navata con la particolarit di altissime semicolonne che raggiungevano quasi il soffitto
(allora coperto in maniera piana, senza le volte) con un'alta galleria di arcate cieche che
incorniciavano le finestre. Un motivo simile (semicolonne appoggiate a pilastri) si trovava
anche nella cripta. Spira II venne edificata appena vent'anni dopo la conclusione dei lavori
della prima. La nuova opera ricalc le dimensioni monumentali della precedente chiesa ed
alcuni elementi, amplificandone per l'impatto. Ad esempio, le pareti della navata vennero
decorate non solo da semicolonne, ma da un triplo strato di pilastri e semicolonne, con
ciascun livello destinato a concludersi in un elemento architettonico nella parte superiore:
le semicolonne pi sporgenti, con capitello all'altezza degli archi delle navate laterali e
secondo capitello corinzio all'altezza del cleristorio, sorreggono gli archi trasversali delle
volte a crociera, che attraversano la navata centrale (in tutto sei campate); le semicolonnine
laterali sorreggono gli archi delle volte paralleli alla navata e i doppi archetti ciechi che
suddividono ciascuna campata in alto; gli spigoli dei pilastri sorreggono le cornici interne
degli archetti. Si venivano cos a generare pilastri a fascio tipici dell'architettura romanica e
ampiamenti ripresi nei successivi sviluppi gotici. La Cattedrale ha conservato lo stile
originale con cui venne costruita, facendone uno dei principali esempi di architettura
romanica. Una sua caratteristica costituita dal deambulatorio del matroneo ad archetti
sorretti da colonne e posto in alto vicino al tetto, che gira intorno a tutto l'esterno
dell'edificio. Inoltre esternamente le pareti sono movimentate da lesene e archetti ciechi. Ai
quattro angoli si trovano altrettante torri. All'esterno la chiesa priva di una vera e propria
facciata, poich, il corpo delle tre navate preceduto dal tipico westwerk. Esso costituito
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da tre campate, ognuna abbinata ad uno dei tre portali del tempio ed possibile
suddividerlo in tre piani sovrapposti: piano inferiore: nartece; piano superiore: spazio
interno illuminato da un rosone (al centro) e da due monofore ai lati; galleria di archetti
ciechi. Inoltre, sopra il corpo centrale del westwerk si pu ammirare il tiburio ottagonale
recante, sulle quattro facce laterali, quattro quadranti d'orologio. Di fianco al westwerk si
trovano due slanciati campanili.
Il Duomo San Martino di Magonza la cattedrale in stile romanico, dedicata ai santi
Martino di Tours e Stefano. Il massiccio duomo che si erge al centro della citt doveva
simboleggiare il potere della chiesa cattolica che a Magonza, per molti secoli, fu anche
potere politico. Infatti, l'arcivescovo della citt era anche Kurfrst, cio principe elettore.
Insieme alle cattedrali di Worms e di Spira, quella di Magonza costituisce il pi alto esempio
di romanico renano. La storia della cattedrale funestata da una lunga serie di incendi, Il
primo dei quali avvenne addirittura la notte prima della consacrazione della chiesa. Ma a
queste catastrofi e conseguenti ricostruzioni si deve un impasto di diversi stili esteticamente
molto riuscito. La fede cristiana, giunta a Magonza coi romani, si svilupp nel corso del
tempo e con lopera di Vescovi santi. Era il tempo in cui i due poteri, quello religioso e
quello politico-militare, provavano ad operare insieme nellinteresse del popolo. Si inizi a
costruire la sua cattedrale dopo il 975. Anche nella costruzione delle grandi chiese, si
rispecchia la politica del tempo: cos nel duomo di Magonza ci sono due cori, in quello a
sinistra vi si sedeva il vescovo ed in quello di destra limperatore. Nel duomo si entra per un
ingresso laterale. Nel duomo sono anche conservate moltissime tombe regali e degli
imperatori del sacro romano impero. La Cattedrale di San Pietro la pi importante chiesa
di Worms. Questa imponente chiesa tardo-romanica insieme con il Duomo di Magonza
ripete abbastanza fedelmente lo schema architettonico della Cattedrale di Spira: pianta
basilicale, tre navate con campate scandite con sistema obbligato. La citt e la sua
cattedrale furono sede di importanti eventi, tra cui il Concordato di Worms che pose fine
alla lotta per le investiture. I resti pi antichi di una chiesa risalgono al periodo merovingio
(VII secolo). Notizie precise si hanno in riferimento alla costruzione del 1000-1025, di cui
restano importanti elementi costruttivi, come le torri scalarie. La costruzione fu iniziata nel
1125. Il cleristorio del 1160. Alla consacrazione del 1181 anche il coro occidentale era
completato. Il rinnovato interesse per il Romanico che si ebbe nel XIX secolo port, non solo
per Worms ma anche per Spira e Magonza, a vari cicli di restauro, tra cui, per Worms, la
totale demolizione e ricostruzione del coro occidentale, pericolante. La struttura in pietra
arenaria locale rossa. Le pareti, non importanti per la tenuta statica, sono in una specie di
tufo dello stesso colore, ma pi leggero. La torre sulla crociera identica a Spira che fu
costruita poco tempo prima. Il complesso dellabside occidentale con le torri angolari che la
sovrastano la pi famosa e bella realizzazione del periodo romanico germanico. Stretta tra
le due svettanti torri circolari la torre del coro si innalza al di sopra dellabside verso il cielo.
Essa ha un matroneo nano, al pari delle torri circolari, ed un tetto di pietra con finestre ad
abbaino. Gli stessi motivi architettonici sono ripetuti nel coro che sta sotto. I capitelli sono
fatti di foglie larghe avvolte, molto particolari, detti Capitelli di Strasburgo. Allesterno
presenta sei torri, quattro laterali scalarie cilindriche e due sullasse centrale, ottagonali
(una sul lato occidentale e laltra sul lato est). La chiesa ha una doppia abside ai lati ovest ed
est e cripta sul lato orientale. Il colore rosso scuro della pietra e le finestre pi piccole di
quelle di Spira rendono linterno poco luminoso e molto raccolto. Anche lesterno cupo e
serioso a causa anche della formazione di concrezioni scure sulle superfici. La torre della
crociera prende luce sia dagli abbaini sulla volta ottagonale che da piccole finestre in
corrispondenza del matroneo nano. Le volte a vela della navata sono costolonate. Una serie
di archi ciechi o meglio finte finestre poco profonde separa la sommit degli archi della
navata centrale dal cleristorio. I pilastri sono meno elaborati che a Spira. Quelli che non
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reggono le campate sono semplici. Gli altri hanno semicolonne e lesene poco accentuate
che si raccordano a tre costoloni della volta. Un cornicione, anchesso poco accentuato,
presente al di sopra degli archi della navata. C unasimmetria tra il lato nord e quello sud.
Nel primo, le larghe lesene dei pilastri non portanti la volta si interrompono, scendendo dal
cleristorio, allaltezza del cornicione sotto gli archi ciechi, mentre nel lato sud le lesene
proseguono fino a congiungersi al cornicione dellattaccatura del pilastro agli archi della
navata. Differenze si notano anche lungo lo stesso lato della navata. Sono sempre diversi sia
i fasci dei pilastri portanti, con larghe lesene e semicolonne, messi in modo differente ogni
volta. Ma ci sono differenze anche negli archi ciechi sotto il cleristorio. Tutto questo non
frutto di ripensamenti ma dellintenzione di non creare un effetto di ripetitivit lungo la
navata o forse anche per ridurre le riverberazioni acustiche. Capitelli discreti sono
allattaccatura dei costoloni della volta. Anche lattacco degli archi della navata presenta una
sagomatura. Finestroni allungati, con vetrate molto colorate, molte recenti, sono sulle
pareti esterne delle navate laterali. Le torri scalarie sono rotonde ma con ricami differenti.
Matronei nani con colonnine ed archetti, merlature a varie altezze e cornici sagomate
adornano le superfici esterne del corpo longitudinale e delle torri, secondo lo stile pi ricco
ed articolato del tardo Romanico. Lesene e merlature di pietra pi scura accentuano e
sottolineano i motivi ornamentali dellesterno. La cattedrale di Worms anche
caratterizzata dalla presenza di rappresentazioni di mostri in pietra. L'architettura romanica
in Italia copre un periodo di produzione architettonica pi ampio di altri paesi europei, dai
precoci esempi negli ultimi decenni dell'XI secolo fino, in alcune regioni, a tutto il XIII secolo.
Il panorama artistico molto variegato, con "romanici" regionali con caratteristiche proprie,
sia per quanto riguarda le tipologie costruttive sia i materiali utilizzati. Grande variet data
anche dai molteplici materiali utilizzati, che dipendevano fortemente dalla disponibilit
locale, dato che le importazioni erano molto costose. Infatti, in Lombardia il materiale pi
utilizzato fu il laterizio, data la natura argillosa del terreno; in Toscana invece non sono rari
gli edifici in marmo bianco di Carrara con inserti in marmo serpentino verde; in Puglia venne
usata il chiaro tufo calcareo. A parte il caso pugliese, da Roma in gi il romanico tende a
scomparire e si trovano influssi per lo pi bizantini ed arabi. Si possono individuare alcune
zone principali: la zona lombarda e emiliana, che influenz buona parte del nord-Italia, dal
Veneto continentale alla Liguria; Venezia, con caratteristiche peculiari influenzate
dall'architettura bizantina; la zona di influenza pisana: Toscana settentrionale fino a Pistoia,
Sardegna e Corsica, oltre a altre zone costiere isolate; il romanico fiorentino o "protorinascimento"; Marche, Umbria e Alto Lazio, con pi influssi; Roma; la zona campana; la
zona pugliese; Sicilia e Calabria, con forti influenze bizantine e, nella prima, anche arabe.
Sardegna con influenze pisane, lombarde, della Francia meridionale. La Lombardia, intesa
come unit territoriale allora pi ampia di oggi, comprendente Emilia e altre zone vicine, fu
la prima regione a ricevere le novit artistiche dall'Oltralpe, grazie all'ormai secolare
movimento di artisti lombardi in Germania e viceversa. La basilica di San Michele
considerata il prototipo delle numerose chiese medievali che pu vantare Pavia. Tuttavia,
San Michele si discosta dalle altre chiese cittadine per l'utilizzo estensivo, sia per quanto
riguarda la struttura che le decorazioni, della fragile pietra arenaria color ocra in luogo del
cotto, e anche per la particolare conformazione architettonica, che prevede una pianta a
croce latina, con un transetto eccezionalmente sviluppato, molto sporgente rispetto al
corpo longitudinale del fabbricato. Tale transetto, dotato di una propria facciata sul lato
settentrionale, di una propria finta abside nel lato opposto e di una volta a botte
sostanzialmente diversa dalle volte a crociera delle restanti parti della chiesa, costituisce
quasi un corpo autonomo, una seconda chiesa compenetrata a quella principale: una
soluzione inedita per quei tempi. Gi le dimensioni della basilica evidenziano l'importanza di
questa parte della struttura. All'incrocio tra navata e transetto si alza l'ardita cupola
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svilupp a Pisa al tempo in cui era una potente Repubblica Marinara, e si irradi ai territori
controllati dalla stessa (Corsica e parte della Sardegna) ed a una fascia di Toscana
settentrionale da Lucca fino a Pistoia. Il carattere marittimo della potenza pisana, e la
peculiarit degli elementi stilistici propri del suo stile fecero s che la diffusione del romanico
pisano si estendesse ben oltre la sfera di influenza politica della citt. Influssi pisani si
trovano in diversi punti dell'area mediterranea, come anche le coste dell'Adriatico (Puglia,
Istria).
La prima realizzazione fu il Duomo di Pisa, iniziato nel 1063-1064 da Buscheto, che venne
consacrato nel 1118. Come a Venezia, l'architettura pisana venne influenzata da quella
costantinopolitana e bizantina in generale, con cui la Repubblica aveva forti contatti
commerciali. Elementi di possibile influsso bizantino sono i matronei e la cupola ellittica con
coronamento a bulbo, posta alla maniera "lombarda" all'incrocio dei bracci. Ma elementi
orientali vennero reinterpretati secondo un preciso gusto locale, pervenendo a forme
artistiche di notevole originalit. Per esempio l'interno a cinque navate con colonnati
(anticamente a croce greca, ampliato poi a pianta latina), ha una spazialit tipicamente
paleocristiana. Elementi tipici del romanico pisano sono l'uso dalle loggette pensili, ispirate
all'architettura lombarda, ma moltiplicate fino a coprire su ordini diversi intere facciate, e di
arcate cieche, il motivo della losanga, una delle caratteristiche pi riconoscibili, derivato da
modelli islamici, e la bicromia a fasce alternate, derivata da modelli della Spagna
mussulmana. Altri capolavori a Pisa sono la celeberrima Torre pendente (iniziata nel 1173),
il primo anello del Battistero (iniziato nel 1153). Da Pisa il nuovo stile arriv a Lucca. La
chiesa di San Michele in Foro e la facciata della Cattedrale di San Martino, ad opera delle
maestranze da Como, rappresentano un'evoluzione dello stile pisano in forme ancora pi
ricche sul piano decorativo, a scapito della originalit architettonica. A Pistoia l'uso del
marmo verde abbinato in fasce alternate al marmo bianco cre effetti di vibrante bicromia.
Decine di pievi sparse nella campagna seguono gli stilemi pisani declinandoli in molte
varianti ed adattandoli alla variabile disponibilit economica delle popolazioni del contado.
A Firenze tra XI e XII secolo si usarono alcuni elementi comuni al romanico pisano, ma con
un'impronta molto diversa, caratterizzata da una serena armonia geometrica che ricorda le
opere antiche. Evidente nel Battistero di San Giovanni il senso del ritmo nella scansione
dei volumi esterni, tramite l'uso di riquadri, lesene classicheggianti, archetti ciechi a tutto
sesto, seguendo un preciso schema modulare che si ripete sugli otto lati. La datazione del
battistero stata a lungo discussa anche per la scarsit di documentazione. A seguito di
scavi archeologici, si riscontrato che le fondazioni sono ben due metri sopra il livello della
pavimentazione romana, quindi se ne pu dedurre che l'epoca d'impianto dell'edificio non
anteriore al IX secolo. Il paramento interno a marmi policromi, fortemente ispirato al
Pantheon di Roma, venne comunque concluso all'inizio del XII secolo, mentre la prima fase
del rivestimento esterno deve risalire circa allo stesso periodo. Altri esempi del rinnovato
stile fiorentino sono la Basilica di San Miniato al Monte (iniziata nel 1013 e completata
gradualmente fino al XIII secolo), che presenta una scansione razionalmente ordinata della
facciata bicroma, e una rigorosa struttura ispirata al romanico lombardo (tribuna). Lo stile
fiorentino non ha avuto la diffusione del romanico pisano o lombardo, tuttavia la sua
influenza fu determinante per i successivi sviluppi dell'architettura, in quanto ha costituito la
base alla quale attinsero Francesco Talenti, Leon Battista Alberti, Filippo Brunelleschi e gli
altri architetti che crearono l'architettura del Rinascimento.
Fuori dall'influenza culturale delle principali citt, la Toscana straordinariamente ricca di
numerose chiese romaniche poste soprattutto in ambito rurale. Molte sono di origine
monastica e sono dovute alla presenza di vari ordini, antichi come i benedettini o di nuova
origine (riformati) come quello cluniacense o quelli dei camaldolesi. Tipica delle chiese di
origine monastica, solitamente ad una sola navata, la presenza di cripte. Molti dei centri
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monastici avevano una funzione di hospitium, cio di centro di accoglienza per pellegrini e
viandanti in genere, posti non solo lungo la via Francigena, ma anche lungo numerosi altri
percorsi. Comunque molte delle chiese rurali sono invece pievi, centri religiosi di territori
caratterizzati dall'insediamento sparso, e posti pertanto, ancora oggi, isolate nel paesaggio
agricolo e non inserite in centri abitati. Anche in Umbria alcune chiese mostrano influenze
lombarde, sebbene combinate con elementi pi classici desunti da vestigia antiche
sopravvissute nella regione. il caso della basilica di Santa Maria Maggiore ad Assisi. Simili
tra loro sono le soluzioni pi originali del Duomo di Assisi o del Duomo di Spoleto (iniziato
nel 1175). Nelle Marche i modelli offerti dall'architettura lombarda ed emiliana vengono
rielaborati con originalit e combinati con elementi bizantini relativi all'uso di modelli a
pianta centrale. Per esempio la chiesa di Santa Maria di Portonovo presso Ancona (met
dell'XI secolo) o la Cattedrale di San Ciriaco (fine XI secolo-1189), presentano una
planimetria a croce greca con una cupola all'incrocio dei bracci e una protiro in facciata che
inquadra un portale fortemente strombato. Un esempio ancor pi fedele ai modelli bizantini
la pianta a croce greca entro un quadrato della chiesa di San Claudio al Chienti (XI-XII
secolo) dove presente anche una cupola centrale e cinque absidi (tre sul fondo e due sui
fianchi).
Nel Lazio settentrionale molti edifici, specie nei centri minori rivelano l'opera diretta di
maestranze lombarde, specie nei pilastri o nelle volte. Comunque gli influssi lombardi filtrati
dall'Umbria vennero fecondati con l'ininterrotta tradizione classica. Particolare la chiesa di
Santa Maria Maggiore di Tuscania, costruita in due fasi con pianta basilicale di derivazione
paleocristiana ma con in facciata elementi di derivazione padana come il portale fortemente
strombato con leoni stilofori e la rappresentazione della Sedes Sapietiae (la Madonna col
bambino seduta) scolpita nell'architrave, dove le gambe della Madonna pendono
letteralmente dalla superficie scolpita. Sempre a Tuscania si erge la splendida chiesa di San
Pietro, caratterizzata da un raffinato rosone opera dei maestri comacini. A Roma con
l'impulso di pontefici impegnati nell'opera di riforma della chiesa, si registr una intensa
stagione architettonica che riprese intenzionalmente la tradizione della basiliche
paleocristiane a tre navate su colonne, presbiterio rialzato con altare a baldacchino,
copertura lignea, abside centrale decorata a mosaico, portico architravato antistante la
facciata che risulta in genere risolta con superficie liscia, senza membrature ed adorna, a
volte, di mosaici. L'influsso lombardo, comunque presente, pu essere rintracciato nella
costruzione di vari campanili in laterizio, con cornici, mensole, bifore e trifore. Nella basilica
di San Clemente furono usati, nella navata, anche alcuni pilastri alternati a serie di tre
colonne, ma senza una precisa logica costruttiva come invece nel romanico. La Puglia e i
suoi porti erano usati dai pellegrini diretti in Terrasanta e furono anche il punto di partenza
per molti crociati. Il gran flusso di persone determin la ricezione di una grande variet di
influssi che si manifest anche in architettura. Uno degli edifici pi rappresentativi la
basilica di San Nicola a Bari, iniziata nel 1087. Esternamente si presenta con un aspetto
massiccio, come una fortezza, con una facciata a salienti chiusa ai lati da due torri
incompiute. Il motivo delle doppie torri rimanda a esempi transalpini, ed spiegabile anche
con la presenza normanna degli Altavilla. La decorazione con archetti pensili e la presenza di
un protiro con leoni stilofori sulla facciata rimandano alle caratteristiche lombarde-emiliane.
Importante anche la cattedrale di Trani conclusa verso la met del XIII secolo, venne
costruita anch'essa secondo il modello della basilica di San Nicola, in prossimit del mare,
come un punto di riferimento luminoso grazie al chiarore del tufo calcareo impiegato. La
facciata ricorda il profilo di quella di San Nicola, ma non tripartita da lesene e non
presenta le torri e il protiro. Palermo e la Sicilia in generale risentirono in questo periodo di
molte influenze diverse, dovute alle vicende storiche, politiche e religiose che accaddero in
quei secoli: due secoli di dominio arabo (IX-X secolo), la conquista normanna (1016-1091) e
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la nascita del Regno di Sicilia. Importanti esempi di edifici dell'epoca sono le cattedrali di
Cefal (1131-1170 circa) e di Monreale (1172-1189). In entrambi sono mischiate pi
influenze, che vanno dalle esperienze cluniacensi nella zona dell'abside, agli archetti pensili
tipicamente lombardi (a Cefal), a quelli intrecciati (a Monreale) di influenza araba, alle due
torri in facciata che ricordano modelli transalpini, introdotti dai Normanni.
peso della struttura non veniva pi assorbito dalle pareti, ma veniva distribuito su pilastri
all'interno e nel perimetro, coadiuvati da strutture secondarie come archi rampanti e
contrafforti. Lo svuotamento della parete dai carichi permise la realizzazione di pareti di
luce, coperte da magnifiche vetrate, alle quali corrispondeva fuori un complesso reticolo di
elementi portanti. A partire dai soli pilastri a fascio si dipana un sistema di contrafforti ben
pi ampio e diversificato di quello romanico: gli archi rampanti, i pinnacoli, i piloni esterni,
gli archi di scarico sono tutti elementi strutturali, che contengono e indirizzano al suolo le
spinte laterali della copertura, con conseguente alleggerimento delle murature di
riempimento, che presentano un numero maggiore di aperture. Ma la straordinaria capacit
degli architetti gotici non si esaurisce nella nuova struttura statica messa a punto: gli edifici,
svuotati dal limite delle pareti in muratura, poterono svilupparsi in uno slancio verticale,
arrivando a toccare altezze ai limiti delle possibilit della statica. Strumenti essenziali per
questo sviluppo "aereo" furono: l'uso massiccio dell'arco a sesto acuto (di origine sasanide e
islamica), che permette di scaricare il peso sui piedritti generando minori spinte laterali
rispetto ad un arco a tutto sesto; la volta a crociera ogivale, che pu creare anche campate
rettangolari invece di quadrate; gli archi rampanti innestati su contrafforti esterni, che
ingabbiano la costruzione disponendosi dinamicamente attorno a navate ed absidi.
In Inghilterra si ebbe in seguito un ulteriore sviluppo della volta a crociera con la volta a sei
spicchi e poi a raggiera o a ventaglio: tutte soluzioni che permettevano una migliore
distribuzione del peso a favore di una maggiore altezza. Ci che rende affascinante
l'architettura gotica la stretta corrispondenza fra idee estetiche e innovazioni
tecnologiche. L'obiettivo di rendere gli interni degli edifici sacri luminosi e ampi raggiunto
grazie all'utilizzo, sempre pi perfezionato e rivoluzionario, dei principi costruttivi della volta
a crociera e dell'arco acuto. L'integrazione di queste due tecniche permetter la costruzione
di flessibili campate rettangolari (non pi soggette alla limitazione dell'impiego della forma
quadrata come in et romanica) e la costituzione di organismi architettonici puntiformi,
senza cio che il muro abbia pi funzioni portanti, svolte unicamente dai pilastri, riservando
ai muri esterni una mera funzione di tamponamento. L'assenza di carico da parte della volta
sui muri perimetrali, assorbito dai pilastri e dai contrafforti esterni, permetter la
sostituzione della pietra del muro col vetro delle finestre, che raggiungeranno dimensioni
mai viste prima. La cattedrale di Notre-Dame di Parigi, spesso chiamata semplicemente
Notre-Dame ubicata nel cuore della capitale francese, e rappresenta una delle costruzioni
gotiche pi celebri del mondo. La costruzione fu avviata nel 1163. I lavori cominciarono dal
coro, che fu terminato nel 1182 insieme ai due deambulatori. Successivamente furono
realizzate le campate delle navate e le navate stesse, dopo la consacrazione del coro e
dell'altare maggiore. I lavori furono interrotti, lasciando la struttura centrale incompleta. Nei
successivi 35 anni, fino al 1225, fu ultimata la navata ed inizi la costruzione della facciata
(1208). Durante l'edificazione della facciata inizi la lavorazione e la decorazione dei tre
portali occidentali, ed in seguito la realizzazione del rosone. Si tratta di una chiesa a pianta
rettangolare, col transetto contenuto all'interno del perimetro dell'edificio; lo spazio
interno, caratterizzato dalla presenza di numerose cappelle laterali e radiali, quindi
articolato secondo una pianta a croce latina, con cinque navate che si chiudono, nella zona
absidale, con un doppio deambulatorio. La navata centrale costituita da cinque doppie
campate, definite da massicci pilastri circolari sui quali sono impostati gli archi a sesto acuto.
Al di sopra delle navate laterali pi interne si trova il matroneo, schermato da eleganti
trifore e sormontato da ampie bifore, una per ogni campata, che danno luce all'interno. La
copertura costituita da volte a crociera esapartite da eleganti costoloni. Particolari di
rilievo sono i pilastri circolari e il matroneo, elementi tipici delle prime cattedrali gotiche
come quella di Laon, che presenta infatti forti analogie con l'impianto parigino. La navata di
Notre Dame di Parigi non risulta slanciata e luminosa come quella delle cattedrali del Gotico
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maturo (Amiens, Reims e Chartres), in cui i pilastri, a fasci polistili, diventano pi slanciati e il
matroneo sostituito con una piccola teoria di archetti denominata triforio. Per ottenere
una maggiore illuminazione, resa scarsa dalla presenza dell'alto matroneo, pochi anni dopo
la costruzione fu deciso di modificare il sistema delle aperture: cos l'originale rosone e la
piccola finestra ogivale che si aprivano alla sommit, furono sostituiti proprio con la
suddetta bifora. Ci comport anche la modifica del sistema degli archi rampanti, ovvero
delle strutture di sostegno che seguono il perimetro esterno dell'edificio e che sono ben
visibili nella zona absidale. La Cattedrale di Canterbury una delle pi antiche.
Essa fu riedificata in due occasioni: dopo l'attacco danese del 1013 e dopo la conquista
normanna del 1066. Della Cattedrale normanna, la ricostruzione interess a riedificare
l'edificio nello stile gotico gi dominante in Francia. Canterbury ebbe cos la prima cattedrale
gotica d'Inghilterra, uno splendido edificio con pianta a doppia croce e a tre navate,
notevole soprattutto per la sua lunghezza. A questa prima fase appartiene il corpo orientale
dell'edificio attuale; in fondo all'abside si apre la cappella detta "Corona", nella quale si
conservano le uniche vetrate originali del tempio. Una grande scalinata di epoca posteriore
unisce il corpo orientale a quello occidentale. Sia il secondo transetto, coperto da volte a
ventaglio e coronato dalla grande torre centrale, sia la navata principale furono ricostruiti
alla fine del XIV. La cattedrale Notre-Dame de Chartres, il pi celebre monumento ed uno
dei pi perfetti edifici gotici. La figura pi importante nella storia di questa diocesi fu il
vescovo Fulberto, che cominci la costruzione della cattedrale sull'area precedentemente
occupata da un antico santuario pagano. L'edificio costruito fu distrutto a causa di un
incendio ed immediatamente si cominciarono i lavori di ricostruzione, che durarono circa 60
anni. L'aggiunta pi importante la torre a nordest. L'interno si caratterizza per l'armonia e
l'eleganza delle proporzioni. La facciata occidentale, chiamata Portale Reale,
particolarmente importante per una serie di sculture del XII secolo; il portale principale
contiene un magnifico rilievo di Ges Cristo glorificato; quella del transetto meridionale si
organizza attorno a delle immagini del Nuovo Testamento riguardanti il Giudizio Universale,
mentre il portale opposto, dedicato all'Antico Testamento e alla venuta di Cristo ed
famoso per il gruppo scultoreo dedicato alla Creazione. Questa cattedrale si riconosce
facilmente a causa della grande differenza tra le sue due torri: la torre sud dotata di una
base tipicamente gotica e sormontata da una guglia molto semplice; la torre nord, costruita
in epoca pi tarda e di architettura pi complessa. In Notre-Dame di Reims si svolsero le
incoronazioni di tutti i re di Francia. La chiesa costruita sul sito dove sorgevano le
precedenti cattedrali. La prima fu fatta costruire nel IV secolo d.C., sui resti di una chiesa
protocristiana che sorgeva sulle terme gallo-romane. Nell'852 fu ampiamente restaurata e
ristrutturata e nuovamente consacrata. Nel 1210 fu completamente distrutta da un
incendio che si svilupp nel centro della citt, quindi si inizi la costruzione dell'attuale
cattedrale gotica. La costruzione fu condotta da quattro architetti che si succedettero e gran
parte della costruzione fu completata nel 1275. Le torri furono poi portate a termine nel
1475. L'edificio si articola su una pianta a croce latina, suddivisa in tre navate lungo il corpo
principale e il transetto, mentre coro e abside presentano una doppia serie di navatelle,
coronate da cinque cappelle radiali; quella centrale, detta assiale, presenta una profondit
maggiore, ottenuta grazie all'aggiunta di una campata rispetto all'impianto generale delle
altre, che ne rimarca l'importanza visiva e strutturale. La navata centrale risulta suddivisa in
nove campate, che si riducono a due per lato in corrispondenza della navata trasversale.
Osservando l'impianto della Cattedrale di Chartres, di poco anteriore per fondazione, si pu
notare un'impostazione strutturale pressoch analoga, assunta ancora a modello dagli
architetti che pi tardi innalzeranno la Notre-Dame di Amiens, esempio di architettura
gotica che porta ormai all'apice tutte le potenzialit dello stile. La cattedrale assunse
l'aspetto attuale entro la fine del XIII secolo, rimanendo incompiuta: delle sette torri
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inizialmente progettate (due per ognuna delle tre facciate pi una a coronamento del punto
d'intersezione tra navata centrale e transetto), tutte sormontate da alte guglie secondo
l'idea originaria, furono erette solamente quelle del lato ovest, lasciate tuttavia prive della
copertura a cuspide. La torre meridionale contiene due grandi campane. La navata era nel
frattempo stata allungata, rispetto alle dimensioni inizialmente adottate, per fare spazio alle
folle che partecipavano alle incoronazioni. La cattedrale Notre-Dame di Amiens, la pi
vasta delle cattedrali francesi. La sua struttura e soprattutto il suo apparato scultoreo
costituiscono un tutto armonico, fedele ai canoni del Gotico classico definiti a Chartres, ma
anche rivoluzionario per la sua concezione basata sulla grandiosit. L'edificio, in stile gotico
ormai maturo, si estende secondo una struttura a croce latina, dotata di due navate laterali
lungo il corpo del braccio principale (navata centrale), schema che si ripropone nel transetto
e che viene corredato di un'ulteriore navatella presso l'abside, la quale viene cos ad essere
dotata di un doppio deambulatorio interrotto da una serie di sette cappelle radiali. La
cappella assiale, grazie all'aggiunta di due campate, acquisisce un'importanza estetica e
strutturale peculiare. La navata centrale si estende per sette campate, mentre i bracci del
transetto ampliano lo spazio interno di tra campate per ogni lato. L'accesso e l'uscita
dall'edificio sono resi possibili dalla presenza di nove portali, tre per ogni facciata (oltre alla
principale, si contano due facciate minori in corrispondenza della navata trasversale). Il
coro, come in Notre-Dame de Paris e nella Cattedrale di Chartres, si presenta assai
profondo, con un'estensione di quattro campate. L'intera pianta dell'edificio richiama
inoltre diverse analogie con la planimetria delle costruzioni, di poco precedenti, di Chartres
e Reims. Nel Trecento e Quattrocento il gotico si sviluppa in direzioni nuove rispetto alle
forme dei due secoli precedenti. L'edificio tipico dei secoli XII e XIII era caratterizzato da una
navata centrale di notevole altezza e dalle due navate laterali molto pi basse. Ci
comportava che la luce fosse concentrata soprattutto in alto, a livello del cleristorio. Dal
punto di vista della percezione dello spazio interno, questo era caratterizzato dalla forte
assialit della navata centrale. Questi due elementi rendono lo spazio "ascetico" e
"spirituale". Gli edifici pi rappresentativi della prima fase sono soprattutto le cattedrali. Nel
Trecento e soprattutto nel Quattrocento la spinta a costruire grandi cattedrali si esaurisce, e
le fabbriche pi importanti sono soprattutto le chiese di ricche parrocchie cittadine, le
chiese degli ordini mendicanti nelle periferie delle citt e anche le abbazie di alcuni ordini
tradizionali. Nella disposizione interna si diffonde il modello della chiesa a sala, cio con le
navate laterali di uguale altezza rispetto a quella centrale. Ci fa s che la luce non provenga
pi dall'alto, ma dalle pareti laterali, illuminando in modo omogeneo tutto l'ambiente.
Anche la forte direzionalit tradizionale viene modificata, venendosi a perdere quella
precedente in favore di una spazialit policentrica. Questa nuova visione dello spazio stata
anche messa in relazione con la religiosit pi terrena e mondana del XV secolo. La
geografia di questa nuova sensibilit presenta una mappa diversa da quella del gotico
classico. Le regioni pi innovative saranno la Germania, la Polonia, l'Inghilterra e la zona
alpina. La penisola iberica vedr dal Quattrocento al Cinquecento la costruzione di alcune
grandi cattedrali, ispirate ai modelli francesi e tedeschi dei secoli precedenti. Anche la
decorazione subisce una evoluzione. Nell'Europa centrale e in Inghilterra la volta e i
costoloni diventano un motivo ornamentale, a volte raggiungendo effetti di straordinaria
complicazione e astrattezza. La fase successiva, che prese avvio dalla met del XIII secolo,
detta del gotico radiante, poich si arriv a una pi radicale abolizione delle pareti ed a un
assottigliamento di tutte le strutture. Capolavori di questo periodo sono le tastate dei
transetti di Notre-Dame a Parigi e la Sainte-Chapelle (1241-1248), dove tra sottili pilastri a
fascio si dispiegano leggere e diafane vetrate, che non lasciano trasparire la robusta
ingabbiatura esterna dei contrafforti. La Sainte-Chapelle fu il nuovo modello di cappella
palatina (era infatti collegata direttamente al palazzo reale), con due basiliche sovrapposte
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ad aula unica, quella inferiore per la corte e quella superiore, contenente preziose reliquie,
ad appannaggio esclusivo del re e della sua famiglia. Si tratta di un edificio a pianta
rettangolare su due livelli con una cappella inferiore destinata al popolo ed una cappella
superiore a cui originariamente si accedeva solo con strette scale a chiocciola. La sua
costruzione fu decisa nel 1241, e venne rapidamente portata a termine. La decisione della
costruzione si deve al devotissimo Luigi IX di Francia, che la volle come cappella del palazzo
reale e reliquiario. La Sainte-Chapelle aveva bisogno di importanti reliquie: era disponibile la
corona di spine di Ges. Il devoto Luigi trattenne la preziosa reliquia della Passione, avuta
dall'Imperatore Latino di Costantinopoli, come pegno per un ingente prestito in denaro.
Furono poi aggiunti un pezzo della Vera Croce e altre reliquie. In tal modo la cappella,
secondo il programma stabilito da Luigi il Santo, divenne un prezioso reliquiario. Allo stesso
tempo, rivela quali fossero le ambizioni politiche e culturali di Luigi di diventare il principale
monarca dell'Occidente cristiano, mentre il trono di Costantinopoli era occupato da un
semplice Conte di Fiandra e il Sacro Romano Impero era in profonda crisi. Come
l'imperatore poteva passare dall'interno dei suoi palazzi alla Hagia Sophia a Costantinopoli,
cos ora Luigi IX poteva passare direttamente dal suo palazzo alla Sainte-Chapelle. L'aspetto
pi conosciuto della cappella sono le straordinarie vetrate, di cui la struttura muraria risulta
niente pi che una delicata cornice. Le grandi aperture contengono complesse figurazioni
che seguono un preciso programma iconografico incentrato soprattutto sull'Antico
testamento. Il Duomo di Colonia una chiesa il cui nome ufficiale chiesa dei Santi Pietro e
Maria. Con le sue Torri cuspidate la seconda pi alta della Germania, e la terza pi alta al
mondo. Questo grandioso tempio in stile gotico, che si ispira alle grandi chiese di Amiens e
di Beauvais, fu iniziato nel 1248: fu allora che l'arcivescovo pos la prima pietra. La
costruzione dell'edificio richiese tuttavia pi di 600 anni, essendo stata ultimata solo nel
1880. Essa venne innalzato nel luogo in cui si trovavano diversi edifici di culto di epoca
precedente: un tempio romano, convertito in chiesa cristiana, e un secondo edificio.
L'odierna cattedrale venne costruita per ospitare le reliquie dei Re Magi. Nel 1322 venne
consacrato il coro della chiesa, ma dopo questi progressi relativamente rapidi i lavori
andarono incontro ad un progressivo rallentamento, fino a fermarsi. Il gotico in Italia ha
caratteristiche che lo distinguono notevolmente da quello francese, e dagli altri paesi
europei in cui questo linguaggio si diffuso. In particolare non viene recepita l'innovazione
tecnica e l'arditezza strutturale delle cattedrali francesi, preferendo mantenere la tradizione
costruttiva consolidata nei secoli precedenti, e anche dal punto di vista estetico e formale
non trova un grande sviluppo lo slancio verticale. Se da un lato quindi c'era stata
un'applicazione precoce di elementi gotici in epoca romanica (i rosoni e le volte a costoloni,
gli archi a sesto acuto di retaggio arabo), dall'altro la tradizione romanica, influenzata dai
modelli bizantini, paleocristiani e classici, resistette al principio dell'annullamento delle
pareti. Ci fu dovuto probabilmente anche a questioni puramente pratiche: il clima italiano
avrebbe fatto negli edifici coperti di vetrate un "effetto serra" nei mesi estivi, per cui la
soluzione preferita fu quella di mantenere strutture in massiccia muratura. Si ebbe quindi in
Italia un compromesso tra romanico e gotico, senza eccessivi slanci in altezza. Una possibile
periodizzazione dell'architettura gotica italiana contempla una fase iniziale nel XII secolo con
lo sviluppo dell'architettura cistercense, una fase successiva dal 1228 al 1290 di "primo
gotico"; le realizzazioni dal 1290 al 1385 sono considerate di "gotico maturo" ed infine
l'ultima fase dal 1385 fino al XVI secolo con l'inizio e la prosecuzione di cantieri "tardo
gotici" come al Duomo di Milano.
L'architettura gotica in Italia, come in altre parti d'Europa, all'inizio un prodotto di
importazione. Il vettore principale costituito dagli edifici dell'ordine benedettino
cistercense, che dalla zona d'origine borgognona, si espanse in tutta l'Europa occidentale.
L'architettura dell'ordine cistercense costituiva un sottolinguaggio particolare dell'edilizia
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gettarono le fondazioni dei piloni, opere colossali che erano state gi progettate su disegno
l'anno prima. Il Visconti, assunse il controllo dei lavori, imponendo un progetto pi
ambizioso. Il materiale scelto per la nuova costruzione divenne allora il marmo di Candoglia
e le forme architettoniche quelle del tardo gotico di ispirazione renano-boema. Il desiderio
di Gian Galeazzo era infatti quello di dare alla citt un grandioso edificio al passo con le pi
aggiornate tendenze europee, che simboleggiasse le ambizioni del suo Stato, che, nei suoi
piani, sarebbe dovuto diventare il centro di una monarchia nazionale italiana come era
successo in Francia e in Inghilterra, inserendosi cos tra le grandi potenze del continente. Egli
mise a disposizione le cave e accord forti sovvenzioni ed esenzioni fiscali. A dirigere il
cantiere vennero chiamati architetti francesi e tedeschi, i quali per restavano in carica per
pochissimo tempo, incontrando una scoperta ostilit da parte delle maestranze lombarde,
abituate a una diversa pratica di lavoro. La fabbrica and quindi avanti in un clima di
tensione. Inizialmente le fondazioni erano state preparate per un edificio a tre navate, con
cappelle laterali quadrate, i cui muri divisori potessero fare anche da contrafforti. Si decise
poi di fare a meno delle cappelle, portando il numero delle navate a cinque e venne poi
deliberato l'ingrossamento dei quattro pilastri centrali. Per il Duomo vennero presi in esame
accorgimenti matematici che prevedavano di costruire la planimetria attraverso una griglia
modulare ad quadratum, mentre per lalzato si sarebbe usato un proporzionamento ad
triangulum. Lo stile del Duomo, essendo frutto di lavori secolari, non risponde a un preciso
movimento, ma segue piuttosto un'idea di "gotico" mastodontico e fantasmagorico via via
reinterpretata. Il duomo ha una pianta a croce latina, con piedicroce a cinque navate e
transetto a tre, con un profondo presbiterio circondato da deambulatorio con abside
poligonale. All'incrocio dei bracci si alza, come di consueto, il tiburio. L'insieme ha un
notevole slancio verticale, caratteristica pi transalpina che italiana, ma questo viene in
parte attenuato dalla dilatazione in orizzontale dello spazio e dalla scarsa differenza di
altezza tra le navate, tipico del gotico lombardo. La struttura portante composta dai piloni
e dai muri perimetrali rinforzati da contrafforti all'altezza degli stessi piloni. Questa una
caratteristica che differenzia il duomo milanese dalle cattedrali transalpine, limitando,
rispetto al gotico tradizionale, l'apertura dei finestroni (lunghi e stretti) e dando all'insieme
(a eccezione dell'abside) una forma prevalentemente "chiusa", dove la parete innanzitutto
un elemento di forte demarcazione, sottolineata anche dall'alto zoccolo di tradizione
lombarda. Viene cos a mancare lo slancio libero verso l'alto. Ci evidente anche se si
considera che guglie e pinnacoli non hanno funzione portante, infatti vennero
sporadicamente aggiunti nel corso dei secoli, fino al completamento del coronamento nel
XIX secolo. I contrafforti hanno forma di triangoli e servono per contenere le spinte laterali
degli archi. Il basamento in muratura, come pure le parti interne delle pareti e degli altri
elementi, mentre nei pilastri stata usata un'anima di serizzo; anche le vele delle volte sono
in mattoni. Il paramento a vista, che ha anche un ruolo portante, invece in marmo di
Candoglia bianco rosato con venature grigie. Le pareti esterne sono animate da una fitta
massa di semipilastri polistili che sono coronati in alto, al di sotto delle terrazze, da un
ricamo di archi polilobati sormontati da cuspidi. Le finestre ad arco acuto sono piuttosto
strette, poich come si detto le pareti hanno funzione portante. La copertura a terrazze
(pure in marmo) un unicuum nell'architettura gotica, ed sorretta da un doppio ordine
incrociato di volte minori. In corrispondenza dei pilastri si leva una "foresta" di pinnacoli,
collegati tra di loro da archi rampanti.
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