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PRODUZIONE E LAVORAZIONE
DEI DERIVATI DEL
POMODORO
Nicola Pieri
5C
Indice
Premessa
Pag. 3
Introduzione
Pag. 4
Capitolo 1
Il pomodoro
Pag. 6
Capitolo 2
Lindustria conserviera
Pag. 27
Capitolo 3
Altri ingredienti
Pag. 30
Capitolo 4
Il luogo
Pag. 39
Capitolo 5
Pag. 46
Capitolo 6
Ciclo di lavorazione
Pag. 51
Capitolo 7
Normative
Pag. 55
Capitolo 8
Il progetto
Pag. 58
Capitolo 9
Pag. 60
Conclusioni
Pag. 65
Bibliografia
Pag. 66
PREMESSA
INTRODUZIONE
presta a moltissimi usi che vindicher a suo luogo; buona col lesso, ottima per aggraziare le
paste asciutte condite a cacio e burro come anche per fare il risotto.
Capitolo 1
IL POMODORO
1.1 Storia
Il pomodoro, Solanum Lycopersicum, originario del Per dove il suo utilizzo tra
le popolazioni indigene era gi diffuso tremila anni prima dellarrivo del generale
Corts col suo seguito di conquistadores. Aztechi e Maya trovavano il
pomodoro tra le colture di mais come infestante spontanea, solo
successivamente divenne parte integrante della dieta.
Arrivato in Europa nel 500 non ebbe subito una diffusione capillare come
quella odierna. Nel 1544, pi di due secoli prima della classificazione ufficiale di
Linneo, lerborista italiano Pietro Mattioli classific il pomodoro fra le specie
velenose vista la sua appartenenza alla famiglia delle Solanaceae.
Il botanico e naturalista italiano Costanzo Felici scrisse per 28 anni dopo in
una lettera a Ulisse Aldrovandi (anchegli noto botanico italiano):
Pomo doro, cosiddetto volgarmente dal suo intenso colore, ovvero pomo del Per, quale
o giallo intenso ovvero rosso gagliardamente [] ancora lui da ghiotti et avidi de cose nove
desiderato [] ma al mio gusto pi presto bello che buono.
Si trovano notizie del pomodoro anche nell Herbario nuovo (1585) nel quale
Castore Durante dice a proposito del suddetto:
i pomi doro mangiansi nel medesimo modo che le melanzane con pepe, sale e olio []
danno poco o cattivo nutrimento
descrivendo cos una delle maggiori peculiarit del pomodoro ovvero lo scarso
apporto calorico.
Questo frutto allora esotico era dapprima adoperato solo come pianta
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Capitolo 1
uova, i polli, o il pesce, non metterai sugna, ma star bene un poco di burro. Fatta questa
salsa eccellente per ripassarci i vermicelli, e allora se la condisci con lolio vengono meglio e
saporiti.
1.2 Caratteristiche Botaniche
Il Pomodoro (Solanum lycopersicum L. 1753) fa parte della famiglia delle
Solanaceae, che comprende anche patata, melanzana, belladonna e mandragora.
Le piante di pomodoro sin dai primi stadi di crescita sono caratterizzate dal
tipico odore di frutto maturo. La germinazione epigea. Le piantine nate hanno
il fusticino pelosetto, di colore verde-violaceo. Le foglie cotiledonari sono
glabre, lanceolate, acute alla sommit e con nervatura mediana violacea. Le
prime foglioline vere sono pelosette solo sul picciolo con lamina seghettata.
Solanum lycopersicum una pianta erbacea perenne di breve durata coltivata come
pianta annuale, laltezza varia da 1 a 3 m., il fusto sarmentoso e pubescente,
cilindrico e lignificato al colletto che si ramifica abbondantemente nelle parti pi
basse. L'apparato radicale fittonante con unampia rete di radici laterali pi o
meno superficiali. Le foglie sono alterne, grandi, picciolate, con lamina ovale,
irregolarmente pennatosette con segmenti ovali e irregolarmente dentati sul
margine pi o meno pubescenti, di colore verde cupo talora tendente al verde
pallido. Quando strofinati, i peli ghiandolari emanano un odore caratteristico.
Nelle variet a sviluppo indeterminato il fusto si accresce continuamente,
mentre in quelle a sviluppo determinato si arresta dopo aver emesso un certo
numero di fiori e di foglie. Le infiorescenze sono a racemo, i fiori si formano in
numero variabile da 4 a 12, sono ermafroditi, riuniti in cime ed hanno simmetria
radiale, con verticilli pentameri (di 5 elementi). Il calice gamosepalo di forma
campanulata con 5 denti alla sommit e con peduncolo incurvato. La corolla
gialla, gamopetala profondamente divisa in 5 lobi. L'androceo formato da 5
stami alternati con i lobi della corolla e con antere biloculari saldate. L'ovario
supero e bicarpellare. Le infiorescenze sono inserite sugli internodi e la fioritura
avviene a partire dai primi palchi.
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Il frutto una bacca, (perci costituito dalla buccia, epicarpo, dalla polpa,
mesocarpo, e dai semi circondati da un endocarpo gelatinoso) normalmente
rossa a maturit per la presenza di licopene, o gialla, per la presenza di B
carotene, l'epicarpo liscio e sottile, il mesocarpo carnoso, l'endocarpo
suddiviso in logge. Il tessuto placentare (di colore pi chiaro) presenta una
notevole proliferazione, tanto da riempire quasi completamente lo spazio delle
logge e porta miriadi di semi discoidali. Esso totalmente commestibile, i colori
sono brillanti (solitamente rosso a causa di un pigmento carotenoide chiamato
licopene), nelle piante selvatiche ha un diametro di 1-2 cm, mentre in quelle
coltivate , in linea di massima, maggiore.
1.3 Tecnica colturale
Il pomodoro una pianta da clima temperato-caldo, esige una temperatura
minima di germinazione di 12C e di 21C per la fioritura, mentre per la
maturazione e lingrossamento dei frutti sono 24-26C diurni e 14-16C
notturni. Temperature superiori a 30C o limitata escursione termica provocano
difetti di allegagione o colorazione e di consistenza dei frutti. Gli ambienti umidi
favoriscono malattie e marciumi. I migliori sono quelli a clima piuttosto secco
con terreni a grande capacit di ritenzione idrica o con possibilit dirrigazione;
terreni ben drenati e di buona struttura con un pH compreso tra 5,5 e 8; il
fabbisogno idrico totale di circa 5-6000m3/ha.
Il pomodoro una tipica pianta da rinnovo, nelle rotazioni viene spesso seguita
dai cereali. Il terreno prima della semina o del trapianto deve essere ben
preparato: se il pomodoro succede a una pianta sarchiata le lavorazioni sono
precedute dalla concimazione chimica quando essa a tutto campo, se viene
invece praticata la concimazione localizzata, le lavorazioni sono precedenti ad
essa. Per una lavorazione efficace bisogna effettuare unaratura profonda di 4050 cm nellestate precedente, durante autunno e inverno si effettuano i lavori di
affinamento, nei terreni argillosi consigliabile anticipare lerpicatura. La pianta
necessita sia di concimazioni organiche (400-500 q di letame/ha) che minerali, si
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Capitolo 1
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Capitolo 1
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Marciume apicale
una fisiopatia determinata da squilibri idrici che si ripercuotono
sullassorbimento del calcio sulla porzione apicale delle bacche compare una
macchia necrotica che si infossa. Le bacche risultano incommerciabili. Per
ovviare al problema bisogna irrigare con frequenza piccoli volumi dacqua,
impiegare concimi nitrici e perfosfati, attuare razionali fertilizzazioni azotate,
evitare gli eccessi di potassio e irrorare lapparato fogliare con soluzioni di
cloruro di calcio.
Le principali patologie dovute a virus sono causate da Virus del Bunyaviridaeae e
Bromoviridaeae.
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Capitolo 1
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Capitolo 1
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Alternariosi
Causata da un fungo ascomicete (Alternaria solani, A. alternata), caratterizzata da
necrosi al colletto delle giovani piantine, mentre sulle piante adulte si
manifestano sulle foglie macchie necrotiche zonate concentricamente, come
anche su fusti e piccioli; sui frutti compaiono spesso nella zona di inserzione del
peduncolo, macchie zonate nerastre depresse e a volte effiorescenze fuligginose.
Al microscopio si possono evidenziare i caratteristici conidi plurisettati; quelli di
A. solani sono caratterizzati da un rostro di 50-10015-25m mentre quelli di
A. alternata da un rostro di 189m. In seguito ad un attacco di Alternaria, si ha
moria delle piantine in semenzaio, perdita della superficie fotosintetica e lesioni
necrotiche ai frutti che risultano incommerciabili. Per combatterla si impiegano
semi sani, ampie rotazioni colturali e disinfezione dei semenzai contaminati; alla
comparsa dei primi sintomi si interviene con trattamenti cuprici e strobilurine.
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Capitolo 1
1.5 Cultivar
Sebbene sia botanicamente una bacca, il pomodoro viene nutrizionalmente
classificato come verdura.
Ci sono numerose di variet che si raggruppano in 4 categorie:
1) Per tavola o frutto fresco:
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Capitolo 1
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Prodotto fresco
Prodotto trasformato
Da insalata
Maturi
Da conserva
Passata
Pelati
Succo
Parte
edibile %
100
100
100
100
100
100
Acqua
(g)
94,2
94
70
90,8
94,7
90,8
Proteine
(g)
1,2
3,9
1,3
1,2
0,8
Lipidi
(g)
0,2
0,2
0,4
0,2
0,5
tr
Carboidrati
(g)
2,8
3,5
20,4
Amido
(g)
tr
Zuccheri
solubili (g)
2,8
3,5
20,4
Fibra totale
(g)
1,5
0,9
0,6
Energia
Kcal
17
19
96
18
21
72
79
400
76
86
Sodio
(mg)
160
230
Potassio
(mg)
290
297
250
230
230
Ferro
(mg)
0,4
0,3
2,2
0,2
0,4
Calcio
(mg)
11
29
27
16
10
Fosforo
(mg)
26
25
85
35
24
19
Tiamina
(mg)
0,03
0,02
0,2
tr
0,2
Riboflavina
(mg)
0,03
0,1
tr
0,2
Niacina
(mg)
0,7
0,8
3,1
0,8
0,7
Vit. A
(mg)
42
610
530
400
200
Vit C
(mg)
21
25
43
18
Kj
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Capitolo 1
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1.7.2 Carotenoidi
I carotenoidi sono un gruppo di pigmenti, di colore dal giallo al violetto, molto
diffusi in natura, privi di azoto nella molecola e solubili nei grassi.
Lo scheletro della loro molecola consiste generalmente di una porzione centrale,
con 22 atomi di carbonio, e due terminali di 9 atomi di carbonio ciascuna. Le
unit terminali possono essere acicliche, come nel licopene, oppure tutte e due
cicliche, come nell e -carotene, o una ciclica e laltra aciclica, come nel carotene. Possono inoltre presentare unampia variet di gruppi, per esempio
alcolici, chetonici, epossidici, benzenici ecc..
Essi devono il loro nome al carotene, una sostanza giallo-arancio, trovata per la
prima volta, nel 1831, nella radice di Daucus carota, cio nella comune carota.
Alla famiglia dei carotenoidi appartengono i caroteni, a struttura idrocarburica
dienica, le xantofille, cioe
acidi carotenici.
Idrocarburi carotenici sono ad esempio il licopene, il -carotene e l-carotene,
mentre tra i principali idrossicarotenoidi si annoverano la luteina, la zeaxantina,
la violaxantina e lauroxantina; ai carotenoidi acidi appartengono invece la bixina
e la crocetina.
I carotenoidi sono stati isolati dalle piante, dalle alghe, dai batteri e dal mondo
animale. Sono responsabili, per fare qualche esempio, della colorazione rossa dei
pomodori (licopene), di quella arancio delle carote (-carotene) e del mais
(zeaxantina), di quella gialla delle calendule (violaxantina ed auroxantina), dello
zafferano (crocetina) e delle foglie autunnali (luteina). Nei frutti acerbi non sono
visibili, ma si formano durante il processo di maturazione in presenza di
ossigeno, esibendo le caratteristiche colorazioni giallo, arancio e rosso.
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Capitolo 1
27
Licopene
Il licopene un pigmento carotenoide, maggiormente presente nel pomodoro,
che ne conferisce il caratteristico colore rosso ed seguito in minor quantita da
-, -, - e -carotene, fitoene, fitofluene, neurosporene e luteina.
Nel frutto di pomodoro maturo il licopene e lultimo carotenoide che si forma.
La sua biosintesi aumenta notevolmente quando nei cloroplasti, dove
sintetizzata la clorofilla, si differenziano in cromoplasti, dove avviene la sintesi
di pigmenti carotenoidi.
Il contenuto di licopene nel pomodoro tuttavia varia considerabilmente,
riflettendo linfluenza della variet (generalmente fattori genetici), il grado di
maturazione e condizioni sia agronomiche che ambientali durante la crescita.
Essendo un composto lipofilo disperdibile in oli edibili e solubile in solventi
organici apolari. In sistemi acquosi tende ad aggregarsi e a precipitare sotto
forma di cristalli. Questo comportamento ritenuto causa della diminuzione
della biodisponibilit del licopene nelluomo.
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Capitolo 1
In natura sono pi frequenti gli isomeri trans che gli isomeri cis, poich i
secondi si formano a seguito dellazione della luce.
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Capitolo 2
LINDUSTRIA CONSERVIERA
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commissione del Bureau des Artes et Manufactures di cui faceva parte il fisico GayLussac. La tecnica venne applicata dalla marina francese e da l si diffuse in tutta
Europa. In seguito furono introdotte le scatole di latta (1847, Allen Taylor in
Inghilterra) e nuove tecniche per innalzare la temperatura del bagno; nel 1850
alcuni proposero l'utilizzazione di cloruro di sodio, e altri di cloruro di calcio.
Tuttavia le scatole di latta tenute a bagnomaria a 110 C circa si deformavano o
scoppiavano; da ci deriv la necessit di adottare una caldaia chiusa, l'attuale
autoclave, inventata dal nipote di Nicolas, Chevalier Appert nel 1852, dove le
scatole si trovano soggette, durante la sterilizzazione, a una pressione esterna
uguale a quella interna. L'appertizzazione a livello industriale venne poi
abbandonata in favore di altre tecniche di conservazione che preservano
maggiormente il cibo dai processi degradativi dovuti alle alte temperature.
Gi nella seconda met dell 800 i contadini producevano pani di polpa che poi
essiccavano al sole. Lagronomo Carlo Rognoni, uno dei fondatori del Comizio
agrario di Parma, innov sia la coltivazione del pomodoro che la sua
conservazione; con laiuto di Giuseppe Ferrari ide il sistema di preparazione
del terreno e un sistema di coltivazione con fili di ferro e pali di sostegno per le
piante, detta alla genovese, che fu applicato fin dopo la seconda guerra mondiale
quando dagli USA vennero importate variet di pomodoro in grado di
sostenersi da sole. Con queste innovazioni riusc a ottenere risultati produttivi
senza precedenti. La coltivazione del pomodoro grazie al suo esempio ebbe
larga diffusione in tutto il territorio parmense con conseguente sviluppo
dellindustria conserviera come si evince dalle iscrizioni alla Camera di
Commercio. Nel 1922 nacque a Parma la Stazione Sperimentale per lIndustria
delle Conserve Alimentari, istituita come ente pubblico di ricerca scientifica e
tecnologica; oggi promuove il progresso tecnico e tecnologico dellindustria
conserviera trasformatrice di frutta, ortaggi, carne, pesce e si colloca tra le pi
importanti istituzioni di ricerca applicata nel settore degli alimenti esistenti in
Europa e nel mondo.
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Capitolo 2
Nel 1856, Francesco Cirio avendo lesigenza di conservare gli alimenti per
consumarli nella stagione fredda, istall in un locale preso in affitto un camino e
due caldaie per lappertizzazione, riuscendo in questo modo a conservare i
piselli; apriva cos a Torino la prima fabbrica di piselli in scatola, seguita nel
1875 dal primo impianto per la lavorazione industriale di pomodoro in
Campania, grazie allimpegno del tecnico parmigiano Lamberto Gandini e
dell'industriale locale Pietro Rovetta. Nel 1881 Pietro Sada impiantava a
Crescenzago (MI) la prima fabbrica di conserve di carne. Per Cirio, si trattato
di un lungo peregrinare al Nord e al Sud d'Italia quasi per diffondere la nuova
frontiera della scatoletta e quando nel 1900 egli muore, sul territorio nazionale le
fabbriche di conserve sono ormai alcune centinaia.
Ai primi del Novecento, con l'utilizzo delle boules e dei concentratori, si giunger
alla pi conveniente e sicura produzione sottovuoto. I derivati del pomodoro
che vantano la pi antica tradizione produttiva sono i pelati e il concentrato, a
cui si aggiungono col tempo altri prodotti, come la polpa pronta, le passate e i
sughi.
33
34
Capitolo 3
ALTRI INGREDIENTI
1 Sedano
Figura 19
Il sedano (Apium graveolens) un'ombrellifera biennale che vive anche allo stato
selvatico sulle coste del Mediterraneo, presenta perci unelevata resistenza alla
salinit.
Apium graveolens era gi conosciuto al tempo dei greci per le sue propriet
officinali. Questo ortaggio apporta solo 10Kcal\100g di prodotto fresco, meno
di quanto necessario per mangiarlo, data la sua consistenza; ricco di fibre e
potassio, oltre a essere una fonte e di vitamina C e B9.
Di esso vengono utilizzate sia le foglie (sedano nero da brodo), che i gambi
(sedano bianco) che l'ingrossamento della radice come nel caso del sedano rapa.
Il sedano si semina in semenzaio impiegando 1-2 g di semente per m2. La
semina viene effettuata anche a fine gennaio in serre riscaldate o letto caldo in
35
modo da avere le piantine pronte per il trapianto alla fine di aprile ed avere
produzioni utili gi nel mese di giugno. Il terreno deve essere preparato con una
concimazione organica e minerale nell'autunno precedente. A giugno-luglio si
trapiantano i sedani a produzione invernale. Il trapianto pu essere effettuato a
mano o con trapiantatrici meccaniche (in coltura specializzata 70 cm tra le file e
25-30 tra le piantine). sempre necessaria unirrigazione post trapianto. Il
sedano necessita di frequenti irrigazioni e concimazioni in copertura. In totale si
utilizzano, per far fronte alle asportazioni di una produzione di 300-600q\ha
(sedano da costa), 300q\ha di compost, 50kg\ha di perfosfato e 50kg\ha di
solfato potassico.
Diversi patogeni, in particolare fungini (Septoria apiicola, Cercospora apii, Erysiphe
umbelliferarum ecc.) insidiano lapparato aereo del sedano. Per questo
consigliabile intervenire durante il lungo periodo di coltivazione con blandi
trattamenti a base di rame e zolfo.
2 Basilico
Figura 20
36
Capitolo 3
Figura 21
La cipolla (Allium cepa, L.) appartiene alla famiglia delle Liliaceae, una pianta
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38
Capitolo 3
La cipolla presenta esigenze diverse nei confronti della luce, tanto che le singole
variet iniziano la bulbificazione quando si verificano condizioni appropriate di
luminosit:
! brevidiurne: richiedono un periodo di 10-12 ore di luce al giorno (variet
precoci);
! neutrodiurne: richiedono un periodo di 12-14 ore di luce al giorno
(variet medio-precoci);
! longidiurne: richiedono un periodo di 14-16 ore di luce al giorno (variet
tardive o molto tardive).
Predilige terreni di medio impasto tendenzialmente sciolti ma si adatta anche a
quelli argillosi purch freschi, profondi, ricchi di sostanza organica, con buona
disponibilit di acqua. consigliabile un avvicendamento lungo (ogni 4-5 anni).
Predilige terreni con valori di pH tra 6 e 7; il fabbisogno idrico e di 8002500m3/ha.
A causa del fenomeno della "stanchezza del terreno" i migliori risultati
produttivi si ottengono con una rotazione almeno triennale facendo seguire la
cipolla a colture prative, cereali, oppure, nelle zone a vocazione orticola, a
radicchio, insalate o carota. Sono da evitare successioni a barbabietola da
zucchero,
patata
cavolo.
Si
consiglia
un'aratura
30-40
cm.
39
alveolari,
accorciando
cos
il
ciclo
di
circa
settimane.
macchina
raccoglicaricatrice,
si
provvede
alla
raccolta.
Una volta raccolti e messi nei contenitori, i bulbi possono essere destinati subito
al consumo fresco e all'industria di trasformazione o essere conservati. Non
40
Capitolo 3
Figura 22
41
lunghe trifide e bratteole lineari e che a maturit si appressano fra loro facendo
assumere allinfiorescenza una tipica forma a nido duccello. Le ombrelle sono
costituite da fiori ermafroditi, provvisti di un calice rudimentale, dato da piccoli
denti verdastri e di una corolla di 5 petali bianchi. Landroceo formato da 5
stami; il gineceo composto da un ovario biloculare infero con due stili clavati.
I semi sono strettamente racchiusi in strutture chiamate acheni o mericarpi, che
in coppia costituiscono le formazioni fruttifere della specie. I semi sono piccoli
(1.000 semi pesano 1,4 g), grigio-bruni, piano-convessi, dal forte odore
aromatico.
una pianta molto sensibile all'influenza del clima, predilige terreni leggermente
acidi (pH ottimale 6,5), freschi, fertili e sciolti; nei terreni compatti o ricchi di
scheletro le radici tendono a biforcarsi, a diventare legnose, pallide, e, quindi, di
scarso valore commerciale.
Fra due colture successive necessario far intercorrere un intervallo di due anni;
meglio evitare la successione con barbabietola, cipolla e con altre ombrellifere.
Le variet si distinguono a seconda della forma del fittone in corte, mezze
lunghe e lunghe; a seconda del colore in rosse e arancio.
La carota una pianta da rinnovo: date le dimensioni del seme, necessita di
un'accurata preparazione del letto di semina. La distribuzione delle semente
viene eseguita a spaglio o a file (distanti 20 cm) in marzo-aprile. Si impiegano
circa 5-6 kg per ettaro. Vista la sua lentezza di sviluppo nella fase iniziale, la lotta
contro le infestanti deve essere molto accurata (a mano nei piccoli orti o con
diserbanti selettivi).
Quando le piantine hanno 3-4 foglie e sono alte 2-3 cm si procede al
diradamento lasciando 50-100 piante per metro quadrato, a seconda della variet
e del tipo di terreno.
La concimazione deve essere abbondante perch la carota avida di elementi
nutritivi. Il letame impiegato deve essere ben decomposto. Fosforo e potassio
vengono distribuiti in presemina, l'azoto in copertura.
42
Capitolo 3
La raccolta viene effettuata prima che la radice abbia raggiunto il suo massimo
sviluppo. Le produzioni unitarie variano moltissimo a seconda delle variet e
delle condizioni ambientali (dai 200 ai 400 quintali ad ettaro). La raccolta pu
essere effettuata manualmente o con macchine in grado di compiere la sola
escavazione o anche l'eliminazione delle foglie e del terreno dalle radici.
Le radici hanno ottime qualit alimentari perch ricche di glucidi di facile
digeribilit, di beta-carotene, e di vitamine B e C e di sali minerali.
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Capitolo 4
IL LUOGO
Figura 23
45
La propriet si compone, come detto, di tre fabbricati nelle vicinanze della via
pubblica e di un unico appezzamento di terreno di forma pressoch regolare; il
tutto rappresentato allUfficio del Territorio della Provincia di Pistoia al Catasto
dei terreni nel foglio di mappa 21 dai mappali (per quanto riguardo i fabbricati):
-
Si allega copia della mappa catastale con evidenziati in verde i terreni e in rosso i
fabbricati della propriet fondiaria in oggetto.
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Capitolo 4
Figura 24
47
Figura 25
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Capitolo 4
Figura 26
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Figura 27
50
Capitolo 4
Figura 28
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Capitolo 5
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Thermoanaerobacterium
thermosaccharolyticum
(batterio
termofilo,
sporigeno, gasogeno).
Le cellule vegetative sono inattivate rapidamente gi a temperature intorno a
60C: i valori di D60 sono prossimi a 1-5 minuti.
Le specie di Bacillus e di Clostridium mesofili che possono svilupparsi nei prodotti
acidi, pur formando spore provviste di valori di resistenza termica inferiori a
quelle di altre specie appartenenti agli stessi generi, sono tuttavia resistenti a
trattamenti con temperature prossime a 100C. La stabilizzazione dei prodotti
acidi non concentrati pu essere ottenuta soltanto inattivando o inibendo le
spore di tali batteri.
I derivati non concentrati del pomodoro, e soprattutto i pomodoro pelati, sono
soggetti con una certa frequenza all'alterazione da clostridi butirrici.
Il tempo di riduzione decimale delle spore di C. pasteurianum (il pi
termoresistente fra i clostridi butirrici) in succo di pomodoro a pH=4.5 pari a
0.65 minuti a 100C, con z=10C.
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Capitolo 5
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56
Capitolo 5
Si pu, quindi, concludere che i trattamenti termici per i quali FT100>7.3 minuti,
efficaci nellinattivazione e inibizione delle spore di B.coagulans in prodotti
stabilizzati mediante gli usuali trattamenti termici effettuati a temperature
prossime a 100C, assicurano una elevata sicurezza commerciale dellinsieme
della produzione considerata anche rispetto alla possibilit di alterazione da
C.pasteurianum.
Tuttavia possono rimanere vitali spore di Alicyclobacillus acidocaldarius
frequentemente ritrovate nei derivati del pomodoro ma a livelli di
concentrazione molto bassi (poche spore per grammo di prodotto). Tali spore
presentano una termoresistenza elevata: D100 di 18.921.73 e Z di 6.45 e 11.12
rispettivamente.
Questi microrganismi crescono solo ad elevata temperatura (37-65C) ed in
presenza di ossigeno, a concentrazioni generalmente superiori a quelle presenti
nelle confezioni di conserve. Lalterazione quindi pi probabile lungo la linea
di lavorazione; la loro crescita determina unalterazione delle caratteristiche
organolettiche del prodotto: off flavour.
Al fine di ridurre il rischio di alterazione da parte di questi microorganismi di
fondamentale importanza la buona qualit della materia prima, un adeguato
lavaggio (laliciclobacillo di origine tellurica e si ritrova nel terriccio), buone
condizioni igieniche di lavorazione, un rapido ed efficace raffreddamento dopo
il trattamento termico e la conservazione del prodotto a temperature inferiori ai
37C per impedire la germinazione delle spore sopravvissute.
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Capitolo 6
CICLO DI LAVORAZIONE
1 Lavaggio
Il macchinario per il lavaggio dei pomodori composto da una piccola vasca in
acciaio con al centro un nastro elevatore a cestini forati.
Le cassette vengono svuotate direttamente nella vasca di lavaggio e con il nastro
elevatore i pomodori sono immessi nel tamburo rotante formato da un cilindro
di strisce di acciaio opportunamente sagomate, con allinterno una spirale e una
doccia tubolare per tutta la lunghezza del cilindro.
Essi sono costretti ad un continuo rotolamento luno contro laltro e contro la
parete esterna, provocando il distacco di piccioli ed altri eventuali corpi estranei
nonch il disfacimento delle parti molli ( empiricamente provato che in questo
modo si ha un abbattimento delle muffe di oltre il 50%).
2 Cernita
La cernita viene fatta su nastro trasportatore in tela gommata di 80x100cm
istallato alluscita del tamburo che, a mezzo di un deviatore centrale, alimenta la
polpatrice e il trituratore a seconda delle esigenze.
Una persona sempre presente per controllare la produzione e per eliminare
eventuali impurit ancora presenti.
3 Polpatrice
I pomodori arrivano alla polpatrice, dalla cernita, con un nastro elevatore a
palette in tela, immettendosi in 10 canali al centro di ognuno dei quali presente
una lama dentata ad alta velocit che taglia i pomodori a met.
59
60
Capitolo 6
7 Passatrice
La passatrice un setaccio circolare in lamiera forata con un rotore centrale a
sbranche e serve per separare le bucce e i semi dal succo.
Mentre le bucce e i semi, per mezzo di nastri in tela gommata vengono portati
fuori, il succo viene raccolto nella vasca sottostante.
La macchina dotata di un setaccio con fori da 2 mm.
8 Vasca daccumulo passatrice
La vasca di accumulo una vasca circolare della capacit di 600 l che raccoglie il
succo proveniente dalla passatrice e alimenta il concentratore per mezzo di un
tubo di collegamento che, con il vuoto del concentratore, aspira il succo.
9 Concentratore
Il concentratore un macchinario continuo sottovuoto a tre stadi con capacit
di evaporazione di 700 l/h.
La strumentazione costituita da un termometro e un vuotometro per ogni
stadio, due gruppi pneumatici per la regolazione della temperatura e un
rifrattometro in linea collegato a una valvola pneumatica di scarico.
10 Vasca miscelatrice
La vasca miscelatrice una vasca rettangolare della capacit di 1000 l con
agitatore a sbranche orizzontale azionato da un motovariatore.
Raccoglie il passato che proviene dal concentratore, la polpa dalla polpatrice,
sale e le altre verdure miscelandole.
collegata alla riempitrice con una pompa a membrana. Il dosaggio in
continuo, regolando lafflusso dei vari ingredienti.
11 Capsulatrice
La capsulatrice un macchina lineare con dei getti di vapore per la chiusura
sottovuoto: alluscita la chiusura controllata da un detector.
61
12 Pastorizzatore
Il pastorizzatore un macchinario a nastro in rete che scorre su rulli di supporto
azionato da motovariatori di entrata, scorrimento e uscita.
Il sistema di pastorizzazione e raffreddamento a pioggia con pompe
centrifughe che aspirano acqua dalla vasca sottostante e per mezzo di un
collettore immessa nei centri forati situati in alto.
Le dimensioni utili sono 14x1,5 m; la parte riscaldata coibentata.
suddivisa in 4 stadi:
preriscaldamento
(4 m)
pastorizzazione
(6 m)
1raffreddamento
(3 m)
2raffreddamento
(1 m)
62
Capitolo 7
NORMATIVE
63
64
Capitolo 7
65
66
Capitolo 8
IL PROGETTO
67
68
Capitolo 9
NECESSARIO
AREA
PER UNITA' AZIENDA
NECESSARIO
AZIENDA
COSTO
TOTALE
EURO
POMODORO
SEMENTI
500g/70
1,2kg/ha
2ha
2,4kg=2400g
2400/500*70
LETAME
1q/2,5
400q/ha
2ha
400qx2ha
800*2,5
50q/55/h
10h
2ha
800q
55*10
550,00
1q/40
2q/ha
2ha
4q
4*40
160,00
370,00
CONCIMAZIONE
ORG
NPK
ARATURA
336,00
2.000,00
1ha/185
2ha
2*185
ERPICATURA
1ha/43,60
2ha
2*43,6
87,20
SEMINA
1ha/75,20
2ha
75,20*2
150,40
CONCIMAZIONE
38,30/ha
2ha
38,30*2
76,60
2ha
24,13*2
2ha
2*51
2ha
2*45,80
2ha
16*2*9,86
2ha
1365+10%+34,70*2
DISERBANTE
DISERBO
SARCHIATURA
CIMATURA
RACCOLTA
24,13 500g
500g/ha
1ha/51
1ha/45,80
16h\ha
9,86/h
1ha/1.365+10% per
cernita+34,70/h
trattore+rimorchio
TOTALE COSTI
COSTO PER UNITA'
NECESSARIO
AREA
PER UNITA' AZIENDA
50g/10,65
2g/m2
NECESSARIO
AZIENDA
48,26
102,00
COSTO
91,60
315,52
3.072,40
7.359,98
TOTALE
EURO
SEDANO
SEMENTI
SEMINA IN
SEMENSAIO
CONCIMAZIONE
ORG(1)
LETAME
1h/9,86
3m2
10,65/50*2*3
1,28
0,14ha
9,86
400q/ha
1q/2,5
400q/ha
0,14ha
0,016/pianta
6667piante
1,85/kg
50Kg/ha
400/0,14
400*0,14*2,5
140,00
0,14ha
0,016*6667
106,67
0,14ha
1,85*50*0,14
ARATURA(1)
ERPICATURA(1)
TRAPIANTO
CONCIMAZIONE(1)
PK
12,95
DISERBO(1)
Non sono stati inseriti i costi relativi ai trattamenti antiparassitari poich altamente variabili, c
comunque un sufficiente margine di guadagno per effettuarli nel caso si rendessero necessari.
69
RACCOLTA
10kg/3min
45000kg/ha
0,14ha
45000*0,14/10*3/60
31,5h*9,86/h
310,59
TOTALE COSTI
COSTO PER UNITA'
NECESSARIO
AREA
PER UNITA' AZIENDA
NECESSARIO
AZIENDA
COSTO
581,35
TOTALE
EURO
CIPOLLA
SEMENTI
100g/20
4g/1000semi
0,25ha
50/m2
2500*50/250/100*20
100,00
ARATURA(1)
ERPICATURA(1)
SEMINA
56,60/ha
0,25ha
56,6*0,25
14,15
RULLATURA
1ha/32,50
0,25ha
32,50*0,5
16,25
0,25ha
6*0,25*40
60,00
CONCIMAZIONE(1)
NPK
40/q
6q/ha
DISERBO(1)
RACCOLTA(1)
TOTALE COSTI
COSTO PER UNITA'
NECESSARIO
AREA
PER UNITA' AZIENDA
SEMENTI
10g/2,60
4g/m2
10m2
PREPARAZIONE
TERRENO
15min/m2
9,867h
10m2
NECESSARIO
AZIENDA
COSTO
190,40
TOTALE
EURO
BASILICO
CONCIMAZIONE(1)
4*10*2,6
150min
104,00
(150+50+20+50)/60*9,86
44,37
TOTALE COSTI
148,37
10m2
DISERBO
5min/m2
9,867h
10m2
50min
CIMATURA
2min/m2
9,867h
10m2
20min
RACCOLTA
5min/m2
9,867h
10m2
50min
NECESSARIO
AREA
PER UNITA' AZIENDA
NECESSARIO
AZIENDA
COSTO
TOTALE
EURO
CAROTA
SEMENTI
50g/9
5,5kg/ha
0.5ha
1q/2,5
400q/ha
40/q
PK
1,85/kg
2,75kg
5,5*0,5/0,05*9
495,00
0.5ha
2,5*400*0,5
500,00
100Kg/ha
0.5ha
40*1*0.5
120Kg/ha
0.5ha
1,85*120*0,5
CONCIMAZIONE
ORG(1)
LETAME
ARATURA(1)
CONCIMAZIONE(1)
ERPICATURA(1)
1ha/43,60
0.5ha
SEMINA
1ha/56,60
0.5ha
20,00
111,00
56,6*0,5
28,30
DISERBO(1)
CONCIMAZIONE(1)
RACCOLTA(1)
TOTALE COSTI
(1 )
1.154,30
TOTALE ARATURA
TOTALE CONCIMAZIONE
TOTALE ERPICATURA
TOTALE DISERBO
TOTALE RACCOLTA CAROTE E CIPOLLE
185,00
38,30
43,60
51,00
65,00
275,00
10.092,30
70
657,90
Capitolo 9
Per e quote annuali dovute alla reintegrazione dei capitali fissi acquistati all'inizio
del ciclo: si teorizza una durata ipotetica massima dei capitali fissi di 20 anni
poich i macchinari verranno utilizzati solo per la lavorazione della pomarola
un mese l'anno.
TOTALE
20.000,00
30.000,00
40.000,00
6.000,00
15.000,00
1.000,00
6.500,00
5.800,00
10.000,00
10.000,00
4.700,00
3.000,00
50.000,00
5.000,00
30.000,00
4.000,00
241.000,00
Si considera una durata ipotetica dei vari macchinari sia di 10 che di 20 anni con
linteresse legale dell1% per vedere i diversi valori delle quote.
Ammontare della quota di reintegrazione dei macchinari:
R= C*I*QN/QN-1,
dove:
R la quota annua,
C il costo dei macchinari ( 241.000,00),
I linteresse (1%=0,01),
71
Q linteresse + 1 (1,01),
N
COSTO MENSILE
CONTRIBUTI
NUM OPERAI
MESI LAVORATI
TOTALE
1.327,50
477,90
27.081,00
QUALIFICATI
1.483,40
534,02
18.156,78
SPECIALIZZATI
1.634,70
588,49
53.356,56
98.594,34
Con una produzione di 865 q e una capienza dei barattoli di 175 ml, avendo il
prodotto una densit di circa 1,1 kg/l si ottiene che il volume dellintera
produzione di 951,5 hl ovvero 95.150 l sufficienti a riempire 543.710 barattoli.
72
Capitolo 9
10.092,30
98.594,34
20.000,00
40.000,00
152.238,80
totale
totale
317.331,92*6%
320.925,44
25.445,28
346.370,72
19.039,91
365.410,63
336.371,83
13.355,09
-25.445,28
324.281,64
litri prodotti
costo 10 anni senza confezioni
costo al litro con amm.10 anni
95.150,00
336.371,83-152.238,8
213.171,83/95.150
213.171,83
2,24
litri prodotti
costo 20 anni senza confezioni
costo al litro con amm.20 anni
95.150,00
324.281,64-152.238,8
201.081,64/95.150
172.042,84
1,81
barattoli prodotti
costo totale
costo a barattolo
con ammortamento di 10 anni
543.710
336.371,83
0,67
barattoli prodotti
costo totale
costo a barattolo
con ammortamento di 20 anni
543.710
324.281,64
0,60
336.371,83/543.710
324.281,64/543.710
73
74
Capitolo 10
CONCLUSIONI
In seguito allanalisi dei costi di produzione, vista lesigua differenza del costo a
barattolo tra lammortamento a 10 anni (0,67 ) e lammortamento a 20 anni
(0,60 ) dei macchinari, diventa conveniente la prima lopzione. Negli anni
successivi si avr un guadagno maggiore per tutto il resto della durata dei
macchinari.
Si prevede di vendere la produzione ad un prezzo di 1,89 a barattolo, in modo
da non far apparire al consumatore il prodotto n troppo scadente, perch
economico, n troppo costoso. Questo perch la fascia di prezzo di mercato
oscilla da 0,60 a oltre 4,00 . Nella vendita allingrosso, il prodotto avr un
prezzo di 1,10 a barattolo, in modo che i vari intermediari abbiano il loro
margine di ricarico.
Nonostante emerga dallanalisi unazienda potenzialmente redditizia, potrebbe
tuttavia insorgere un problema nel caso in cui lannata non sia favorevole e si
abbia una perdita del raccolto a causa di eventi climatici eccezionali. Per ovviare
a questo inconveniente si potrebbero attuare altre colture (in accordo con la
rotazione) sufficientemente redditizie da garantire un introito minimo per
coprire i costi di gestione.
75
76
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