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Luca Di Ciaccio

Tesi di laurea
IL LOCALISMO TELEVISIVO
TRA MAGGIORAN ZE E COMU N ITA
Le telestreet, il caso TMO Gaeta e oltre

Università La Sapienza di Roma


Facoltà di Scienze della Comunicazione
Corso di laurea in Scienze e Tecnologie della
Comunicazione
Anno Accademico: 2004/2005

Relatore: prof. Michele Sorice


Correlatore: prof.ssa Giovanna Gianturco

Licenza Creative Commons 2.0


Attribuzione Non commerciale Non opere derivate
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.0/it/
Indice

Introduzione 9

I. Storia e legislazione in Italia

I.1 Siamo cambiati noi, oppure è stata la tv 15


I.2 La rivoluzione delle tv private e locali, anni 70 / 90 18
I.3 L anom alia televisiva al potere 21
I.4 Le tv di strada: disobbedienza civile tra le onde eteree 23
I.5 Telestreet e tv comunitarie: prospettive legali e sociali 33

II. Me d iattivis m i glo bali: co s a accad e all e s te ro

II.1 Mediattivismo: alla ricerca di una definizione 41


II.2 Tv comunitarie 47
II.3 Il caso olandese 49
II.4 Il caso sudamericano 53
II.5 Il caso austriaco e gli scenari digitali 56
II.6 Contaminazioni berlinesi 59

III. Telestreet e il caso TMO: affinità e


divergenze

III.1 Mediattivismo in salsa paesana 67


III.2 Il caso TMO Gaeta: gli inizi dal tinello di casa Ciano 71
III.3 Primi grezzi format e fenomenologia del
Masaniello dell etere 77
III.4 Evoluzione di voci e im m agini nell etere gaetano 82
III.5 La partita di pallone 85
III.6 Le dirette e le derive spettacolari 86
III.7 Kitab, ovvero l anti-televisione in onda su TMO 91
III.8 Com e l Anello di Frodo :
polemiche, sabotaggi, scissioni 96
III.9 Il m ediascape sotto Monte Orlando locale e
situazionista 103
III.10 L effetto di ritribalizzazione 10 6
III.11 Credere a TMO o credere a Bruno Vespa? 112

IV. Tra controllo mediatico e rappresentazioni


identitarie

IV.1 L egem onia televisiva 119


IV.2 Sfere pubbliche e arene collettive 124
IV.3 Ripopolare l agorà, ai tem pi della m odernità liquida 126
IV.4 La tv delle periferie 129
IV.5 Tutti a comunicare che stanno comunicando 135
IV.6 Per un salario sociale del telespettatore 137
IV.7 Arcaica e ipermoderna, la vita vissuta dalla tv 144
IV.8 Nuove visioni per nuovi diritti 148

Conclusione 153

Appendice 157
Bibliografia 165
Webgrafia 167
Là dove c è il pericolo
nasce anche ciò che salva
(Holderlin)
9
Introduzione

La prim a volta che ho visto una televisione di strada è stato


ovviam ente per caso. Saltellando tra gli ultim i tasti del
telecom ando, captando un segnale precario e flessibile, un
buco nel fitto catasto dell etere, su cui si intravedevano scene
di um ana e localissim a realtà. Nei due anni seguenti ho
continuato a seguirla, l ho raccontata in un diario su internet,
ho deciso di entrare a farne parte, contribuire e poi di nuovo
tornarne fuori. Infine, e siam o qui, ho provato a studiarla
m eglio, utilizzando gli strum enti del sapere universitario e
delle m ie letture personali per tracciare un filo conduttore in
questa realtà sotterranea e di nicchia, che si diffonde nell etere
per dare voce a chi in genere non ce l ha, insom m a facendola
diventare una ricerca sintetica m a abbastanza com piuta.
Questa ricerca che com incia tra poche pagine, da discutere in
sede di laurea in una m attina d autunno del 20 0 5.

In questa tesi si scoprirà che sono tanti i nom i che vengono


utilizzati per indicare la stessa realtà. Infatti, non esiste una
descrizione univoca delle tv di strada, anche se poi le diverse
visioni si assom igliano e m agari si com pletano a vicenda.
Nell am bito di questo studio considererem o televisione di
strada qualsiasi realtà costituita da un gruppo di persone che,
dotatosi di un antenna e di un apparato trasm ittente, si
organizza per produrre e cercare m ateriale audiovisivo da
trasm ettere a fini non com m erciali all interno di un raggio di
copertura più o m eno ristretto (una strada, un quartiere, un
paese m edio-piccolo). Per capire m eglio il fenom eno telestreet
in Italia, rileverem o i fattori che sottostanno alla sua nascita:
l insediarsi del governo Berlusconi nel m aggio 20 0 1 e la
conseguente anom alia della concentrazione di potere
m ediatico nelle m ani delle forze di governo; la disponibilità sul
m ercato di apparecchiature digitali per la produzione e la regia
di m ateriale video a basso prezzo; l increm ento della diffusione
delle pratiche di m ediattivism o a livello globale. Negli intenti
dei fondatori, riusciti solo in m inim a parte, c era anche il
progetto di dare vita a un network nazionale delle telestreet
10
basato sulla rete telem atica. Qualcosa che si richiam a ad altre
esperienze del panoram a europeo e m ondiale e che poi si
ricollega a tendenze generali com e lo sviluppo dei personal
m edia e del citizen journalism , infine si infila in pieno
nell anom alia dello scenario italiano, in cui la possibilità di
accesso pubblico ai m ezzi di com unicazione di m assa è orm ai
cancellata. Gli obiettivi delle telestreet sono vari e
suggestivamente eterogenei: dalla destrutturazione del
m edium alle trasm issioni povere sulle cose di paese. Sem pre
nell am bito di questo studio, invece, Gaeta è una cittadina sul
m are del basso Lazio di circa ventim ila anim e, dove a partire
dal 20 0 2 si sono form ate esperienze televisive, in sintonia con
la proliferazione delle tv di strada, che potrem m o definire di
bisogno espressivo . Così analizzerem o il caso di Tele Monte
Orlando, telestreet seguitissim a e tra le prim e d Italia, con le
sue specificità che la rendono un esperim ento particolarm ente
interessante, in cui si può dire che sia la stessa com unità
cittadina a m ettersi in scena e perfino accettarne i codici
spettacolari-m ediali. Una tv parzialm ente locale e
parzialm ente situazionista è stata definita una volta in un
convegno universitario.

Dunque in questa tesi definirem o l am bito del fenom eno


Telestreet da un punto di vista tecnico (capacità di
trasm issione in am bito ristretto su coni d om bra o porzioni di
etere con attrezzature a basso costo) e legale (la legislazione
am bigua e le nuove esigenze di regolam entazione). Verrà poi
proposto un riassunto di situazioni estere di televisione
alternativa al broadcasting tradizionale sia pubblico che
privato: tv com unitarie, open channel, web-tv, tv pirata etc. In
seguito descriverem o storia e struttura e linguaggi relativi al
caso TMO , anche servendoci dell esperienza personale di
partecipazione interna e m onitoraggio. Infine la tesi affronterà
alcuni nodi teorici sul rapporto tra m edia e identità, globale e
locale, sulla tv com e m acchina celibe produttrice di m asse, di
m assificazioni e di m aggioranze, sulle relazioni di tipo
com unitario nel m oderno contesto delle società liquide .
Cercando di capire (m a senza troppe pretese) se dietro questo
11
esperim ento si possa ritrovare qualche spunto incoraggiante,
qualche innovazione nell uso dei m edia, qualche
contam inazione virtuosa tra popolo e pubblico, forse
addirittura qualche pezzetto di futuro.
12
13
Capitolo 1

STORIA E LEGISLAZIONE
IN ITALIA
14
15
I.1 Siamo cambiati noi, oppure è stata la tv

Non si può raccontare la televisione, e tutto ciò che essa


im plica, senza fare riferim enti e rim andi a un contesto più
am pio, fatto di decisioni politiche e legislative, evoluzioni
tecnologiche, trasform azioni econom iche, slittam enti culturali,
un insiem e di fattori che più o m eno direttam ente finiscono
per rispecchiarsi nella concretezza della program m azione.
Posare lo sguardo sull evoluzione del sistem a televisivo,
specialm ente nel nostro Paese, significa adottare num erosi
punti di vista, perché il fenom eno che si vorrebbe osservare e
capire è sem pre articolato, com plesso, talvolta perfino
spericolato, dotato di relazioni che m ai sono a senso unico.
Sono tanti, insom m a, coloro che vorrebbero spiegare e
sm ontare la televisione e i suoi fenom eni, m a sem pre ne
escono spiegati e sm ontati. Tuttavia, com e ci insegnano tutti i
teorici e pensatori del m ezzo e dei suoi linguaggi, «se la tv è un
flusso di im m agini e di parole sem pre disponibile nel nostro
apparecchio dom estico, un grande contenitore di testi e di
racconti, insom m a di form e sim boliche, è però anche
un istituzione, al pari di altre» 1. L evoluzione della tv deve fare
i conti con le caratteristiche dei diversi m ercati, con la
disponibilità delle tecnologie di trasm issione, con gli usi sociali
dei m edia, con le legislazioni vigenti, con le specifiche culture
con cui entra in contatto. In altre parole le istituzioni
televisive dovrebbero essere intese com e snodi di
congiunzione tra i particolari interessi che esprim ono e le
richieste e le esigenze che em ergono dai pubblici cui si
rivolgono. Un percorso che è m eglio leggibile rifacendoci alla
teoria delle tre età della televisione di J ohn Ellis 2 , secondo
cui al periodo della scarsità (tipica della vecchia tv pubblica
m onopolista) seguono l età della disponibilità e
dell abbondanza , durante le quali i ruoli assolti dalla

1 A. Grasso, M. Scaglioni, Che cos è la televisione, Garzanti, Milano,


2003, p.276.
2 J. Ellis, Seeing Things. Television in the Age of Uncertainty, Tauris,

London, 2000
16
televisione si pluralizzano, senza che si sm arriscano quelli
tradizionali. Dai grandi broadcaster fino alle m inuscole
em ittenti che affollano l etereo sottobosco del regno televisivo.
La liberalizzazione delle antenne e l innovazione tecnologica
fanno em ergere nuove dim ensioni, com e quella locale,
sovranazionale e globale, fino ad assistere a contam inazioni
inaspettate (anche ribattezzate glocal ). Basta guardarsi
attorno, nella tardo-modernità del nostro Paese, per constatare
com e questo m edium elettronico, oggi e con un cinquantennio
alle spalle, pare sem pre più indistinguibile da altre sfere un
tem po distinte: la politica, la sfera pubblica e quella privata,
una volta ben separate, persino la vita e la realtà stessa 3 .
Troppe volte si ha la riprova che la tv diventa m isura di tutte le
cose, che dappertutto è im portante, m a solo in Italia si
pretende di farla coincidere con la vita di una nazione. La
pervasività del m ezzo televisivo e la sua centralità
nell esperienza contem poranea sono evidenze poco
contestabili. Nel nostro Paese, i recenti rapporti Censis non
fanno che ribadire un concetto: «la televisione è a tutti gli
effetti l unico linguaggio m ediatico universale che le persone
conoscano» e «raggiunge la totalità degli italiani, è in grado di
parlare con qualsiasi livello sociale e costituisce la pietanza di
base di tutte le tipologia di dieta m ediatica che si possano
immaginare» 4 . È pure vero che l attim o solenne della fam iglia
riunita davanti alla tivù , m agari accom pagnato dalle
m usichette pim panti di qualche carosello o varietà d antan, è
soltanto un rem oto ricordo dei dopocena italiani dell evo
industriale. Da un bel pezzo orm ai la tv non è più il solitario
altare visivo dei salotti e dei tinelli, m a si è trasform ata in un
insiem e di video sparsi nelle varie stanze della quotidianità, da
cui ognuno può consultare il suo m enu di im m agini e prodotti.
La televisione però resta specchio e ànfora di un Paese com e
teorizza Aldo Grasso 5: una potente risorsa sim bolica che sa

3 A. Grasso, M. Scaglioni, Che cos è la televisione, op. cit., p.7.


4 Censis, 36° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, 2002.
5 A. Grasso, Storia della televisione italiana, Garzanti, Milano, 2004,

p.XIII.
17
anche convertirsi in uno spazio di identificazione, rispecchia i
mutamenti della società dopo aver alim entato le condizioni di
questi m utam enti, una sorta di bestiario della realtà. Rim ane
da capire se il passo finale, quello com piuto da coloro che
sm ettono di guardare la tv per com inciare a farla m agari con
una telecam erina in spalla e un trasm ettitore piazzato proprio
nel tinello rappresenti la partenza di un rivolgim ento
epocale, lo switch-off definitivo, oppure sia solo la nem esi di
un im pressionante assim ilazione catodica.

Ma se si vuole andare alla radice, al punto focale, al nodo


storico in cui si m aterializzò la più decisiva delle m etam orfosi
del m edium televisivo, allora non si può non partire dagli anni
Settanta. Un decennio com plesso e centrifugo, quello dei
Settanta, nell Italia di piom bo e dei piccoli fuochi, degli
studenti fuoricorso che sognano di disarticolare il
neocapitalism o e dei flussi desideranti di m olte borghesie
piccole e piccolissim e, m a pure l Italia dei cento fiori lanciati
nell etere, Radio Alice con gli sbirri alla porta nei giorni caldi
di Bologna 77 e gli scantinati di periferia dove un giovane e
scaltro im prenditore brianzolo tenta di dare la scalata ai suoi
sogni di glorie televisive e non solo. Dalla tv pedagogica,
m onocanale e generalista, im personata dalla Rai degli anni
50 / 60 , fatta apposta per veicolare m essaggi pubblici,
inam idata, in bianco e nero e coi calzettoni, si è assistito a un
balzo repentino, perfettam ente aderente all im patto coi tem pi
e con le m ode, verso una tv com m erciale e m ulticanale, fatta di
telecom andi, audience e pubblicità m a anche di incredibili
escursioni nel localism o più profondo e dialettale. Se il prim o
im patto del m ezzo, quello della tv delle origini, incise
profondam ente nel tessuto sociale e delle abitudini collettive, il
secondo, coincidente con l avvento delle tv locali e
com m erciali, presentò ben altri risvolti, più politici e più
econom ici. Dunque, questo nuovo im patto ha cam biato
soltanto il nostro sistem a televisivo, o ha procurato qualche
altra m utazione socio-com portam entale nel nostro Paese?
Siam o cam biati, è il m essaggio che più spesso trapela, ed è
stata la tv. Oppure è stata (anche) la tv a cam biare, e poi
18
ognuno si è regolato com e m eglio credeva. Ha im parato o ha
rifiutato. O m agari ha provato a sperim entare strade
alternative.

I.2 La rivolu zio n e d e lle tv priva te e lo cali, an n i 70 / 9 0

La rivoluzione delle tv private in Italia com inciò sotto le


insegne del localism o. Più precisam ente, tutto com incia
quando finisce TeleBiella: il 1 giugno 1973 un funzionario del
Ministero delle Poste taglia e sigilla i cavi dell em ittente,
divenuta fuorilegge con un decreto del m inistro Gioia.
TeleBiella era infatti la prim a stazione televisiva privata in
Italia: pochi utenti collegati via cavo, program m azione di brevi
notiziari, un ex regista Rai com e fondatore6 . Dopo un anno, nel
luglio 1974, due sentenze della Corte Costituzionale
legittim ano la trasm issione in Italia dei program m i esteri e dei
program m i via cavo in am bito locale. Nascono m olte
televisioni via cavo, anche se ben presto quasi tutte iniziano a
trasm ettere via etere, in aperto contrasto con le leggi. Nel 1975
viene prom ulgata la legge n. 10 3 di riform a del servizio
pubblico radiotelevisivo: inaugura una terza rete regionalista
del servizio pubblico, assicura la riserva allo Stato delle
trasmissioni su scala nazionale, stabilisce il controllo
parlam entare della Rai, che così diventa una sorta di benefit
m ediatico a disposizione di tutti i partiti politici (nasce la
cosiddetta lottizzazione ). Nel luglio 1976 un altro intervento
della Corte Costituzionale cam bia nuovam ente le regole del
gioco: la sentenza n. 20 2 autorizza le trasm issioni via etere di
portata non eccedente l am bito locale 7. È la definitiva m ossa
liberalizzatrice. In questo periodo nascono m oltissim e
em ittenti, televisive e radiofoniche. I cento fiori sbocciati
nell etere (secondo un espressione vagam ente m aoista)
nascevano per le ragioni più diverse: alcune, soprattutto le
radio (rim arrà m em orabile la breve e tum ultuosa esistenza di

6A. Grasso, Il Bel Paese della Tv, Rcs, Milano, 2004, p. 22


7P. Caretti, Diritto dell inform azione e della comunicazione, Il
Mulino, Bologna, 2001, p. 93 e seguenti
19
Radio Alice, m egafono del m ovim ento giovanile del 1977 a
Bologna), riflettevano posizioni ideologiche di tipo libertario;
m a la m aggior parte delle em ittenti televisive erano sorte per
iniziativa di piccoli im prenditori che desideravano sfruttare il
m ercato pubblicitario locale 8 . Il m ovim ento del 77 com prese
l im portanza della com unicazione con una chiarezza che invece
m ancò alla sinistra istituzionale del Pci, la quale perseguì
una logica statalista e clientelare, sottovalutando la battaglia
della com unicazione del basso e lasciando che venisse
aggredita dai nascenti oligopoli9 . Sviluppo anarchico
dell iniziativa privata e latitanza del legislatore finirono per
favorire il form arsi di una gigantesca concentrazione, il gruppo
Fininvest (poi Mediaset), che dalla seconda m età degli anni
Ottanta disporrà di tre network televisivi, il controllo
dom inante del m ercato pubblicitario e notevoli partecipazioni
nella radiofonia, nell editoria, nel cinem a, in alcuni giornali.
L im prenditore m ilanese Silvio Berlusconi fu il prim o a
com prendere la strategia vincente: abbandonare ogni residuo
dell ideologia localistica e della tensione libertaria che aveva
accom pagnato la nascita delle prim e antenne private;
esprim ere fino in fondo e senza rem ore la propria vocazione
commerciale10. Capì che il m otore propulsivo della tv privata
doveva essere la pubblicità, ovvero fondare il business del fare
tv non sulla produzione di program m i m a sulla produzione di
pubblico . Com e scrive Giuseppe Fiori nel libro-inchiesta Il
venditore :

«Mise i soldi nelle tv private, che cam pavano m alamente con film di
quart ordine e varietà allestiti sui pianerottoli. Berlusconi capì il
business pubblicitario che gli altri non riuscivano a far fruttare e,

8 F. Monteleone, Storia della radio e della televisione in Italia,


Marsilio, Venezia, 2005, p.429
9 F. Berardi, M. Jacquemet, G. Vitali, Telestreet. Macchina

immaginativa non omologata, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2003,


p. 85
10 F. Monteleone, Storia della radio e della televisione in Italia, op.

cit., p.432
20
aiutato dalle banche del Nord e del Centro, fece quello che tutti
sappiamo»11.

Cavalcando la crisi di identità della vecchia Rai che si


dibatteva in una rincorsa affannosa dell audience e sfruttando
im portanti am icizie politiche, si cristallizzò un duopolio
im perfetto che rendeva possibili, e giustificabili, tutte le
anom alie. Nel 1984 un apposito decreto-legge firm ato dal
presidente del consiglio Craxi salva le reti Fininvest
dall oscuram ento dei ripetitori deciso da alcuni pretori.
Nell agosto 1990 , dopo un dibattito aspro e convulso, viene
approvata la legge n. 223 di regolazione del sistema
radiotelevisivo (legge Mam m ì) che si lim ita a fotografare
l esistente , sanando ogni tipo di abuso com m esso prim a della
sua approvazione e stroncando l esistenza di num erose piccole
em ittenti, soprattutto radiofoniche. Si può dire che il
ventennio a colori rappresenti una parte della storia d Italia,
così com e ci fu il ventennio nero : evidenziando lo
strettissim o rapporto tra tv e potere oltre che un universo di
m em orie, im m agini, com portam enti, suggestioni. Che quella
rivoluzione dei gusti, dello stile, del linguaggio, della natura
stessa del piccolo scherm o, fosse dirom pente, specchio di
quella rivoluzione piccolo-borghese che stava spazzando via
m olte delle vecchie categorizzazioni sociali della prim a Italia
repubblicana (a com inciare dal vetusto duopolio tra borghesia
e classe operaia) era evidente fin dai prim i passi della tv
berlusconiana. Una nuova Italia «affrancata da ansie culturali
e rem ore solidaristiche» 12. Per Peppino Ortoleva, la televisione
com m erciale rappresenta una form a sostanzialm ente
anarchica, m a al contem po fortem ente condizionata dalla
politica e dai partiti, e orientata all evasione,
all intrattenim ento, alla fuga dalla realtà verso la
fantasm agoria 13.

11 G. Fiori, Il venditore, Garzanti, Milano, 2004, p.105


12 M. Serra, L egem onia televisiva , La Repubblica, 0 4/ 12/ 20 0 3
13 P. Ortoleva, Un ventennio a colori. Televisione privata e società in

Italia (1975-95), Giunti, Firenze, 1995


21
I.3 L an o m alia te le vis iva al p o te re

Al colm o dell anom alia, le ricadute sociali e politiche della


tv com m erciale producono, nel 1994, la vittoria elettorale del
fondatore di Fininvest/ Mediaset Silvio Berlusconi, grazie a un
m ovim ento politico ( Forza Italia ) fondato in soli tre m esi e
ad una spiazzante cam pagna di spot sulle sue reti televisive.
Una ricerca del Mulino , in concordanza con m olti studi sulla
cosiddetta videopolitica , evidenziò che «la tv non è solo un
alleato del m ondo politico, è orm ai anche il suo subdolo
surrogato». Come osserva nuovamente Ortoleva:

«il fatto che il principale dei m ezzi di com unicazione di m assa sia
parte integrante dell apparato politico-istituzionale della repubblica
non solamente sopprime l autonoma possibilità di critica nei
confronti del potere politico del principale organo di m anifestazione
del pensiero, m a pone a tutti i legislatori un dilem m a che nella
condizioni attuali è irrisolvibile»14.

Il prim o governo Berlusconi cade dopo soli otto m esi, e nel


frattem po la Corte Costituzionale dichiara illegittim a la parte
della legge Mam m ì che consente a un unico soggetto di
possedere tre concessioni televisive (su nove). Nel 1995 la
vittoria del No in tre referendum per abolire parti della legge
Mam m ì (con m artellante cam pagna sulle reti berlusconiane)
lascia la situazione inalterata. Le tv satellitari e a pagam ento si
diffondono m a rim angono pressoché m arginali. Nei cinque
anni di travagliato governo del centrosinistra (1996/ 20 0 1) non
viene regolato il conflitto di interessi m a con la legge
Maccanico (n. 249/ 1997) si tenta (invano) di intervenire su
concessioni e concentrazioni radiotelevisive 15. Nel 20 0 1 la
coalizione di centrodestra guidata da Berlusconi vince
nuovam ente le elezioni politiche conquistando una larga
m aggioranza parlam entare. Con la Rai controllata dal
Parlam ento e Mediaset di cui il prem ier è anche il legale

14Ivi
15P. Caretti, Diritto dell inform azione e della com unicazione, op. cit.,
p. 93 e seguenti
22
proprietario , il 90 % del sistem a televisivo italiano è di fatto
nella stesse m ani. Tra turbolenze politiche, ricadute censorie
ed evoluzione del m ercato e delle tecnologie, si apre una
stagione difficile e tesa. Nel luglio 20 0 2 il presidente della
Repubblica Ciam pi invia un esplicito m essaggio alle Cam ere: il
pluralism o dell inform azione è condizione im prescindibile
della stessa dem ocrazia 16. Una definizione appropriata per
descrivere questo periodo di storia italiana è quella di regim e
m ediatico .

«Sa che si controlla il consenso controllando i mezzi di inform azione


più pervasivi. Per il resto non costa niente permettere a molti giornali
(sino a che non li si possa acquistare) di dissentire. A che cosa serve
mandare Biagi al confino, per farne m agari un eroe? Basta non
lasciarlo più parlare alla televisione»17.

Dunque un regim e m ediatico plasm ato dall effetto di realtà


delle notizie televisive si incrocia con una generale involuzione
trash-spettacolare dei program m i. «La televisione generalista
osservò nell autunno 20 0 4 Carlo Freccero è stata uccisa
dalla censura. Hanno trasform ato tutto in un im m enso reality
show, cancellando ogni tipo di confronto, elim inando
l inform azione scom oda, m ettendo a tacere la dialettica
interna»18. Agli spettatori tocca l arduo com pito di districarsi
tra assuefazioni politiche e subdole m anovre di profitto che
sfuggono a qualsiasi standard qualitativo, «se lo share è
deludente il programma rischia di essere cancellato, se lo share
è gratificante ogni nefandezza viene giustificata, spazzatura
com presa, a spese della qualità che diventa così una specie di
lusso che non ci si può perm ettere» 19. La legge Gasparri,

16 C. Rognoni, Inferno Tv. Berlusconi e la legge Gasparri, Marco


Tropea Editore, Milano, 2003, pp. 207-212
17 U. Eco, Le regole del potere nel regim e m ediatico , La Repubblica,

09/01/2004
18 F. Monteleone, Storia della radio e della televisione in Italia, op.

cit., p. 628
19 A. Grasso, La tv di qualità? Prenda ispirazione dagli spot ,

Corriere della sera, 16/07/2003


23
approvata in via definitiva nel m aggio 20 0 4, sem bra benedire
un assetto mediatico già assoggettato al modus dei vincitori. La
nuova legge m ira a ridisegnare il sistem a radiotv e delle
telecom unicazioni in generale, disciplinando, per la prim a
volta in anticipo rispetto alla realtà dei fatti, anche i nuovi
aspetti derivati dall innovazione tecnologica e dalla
convergenza digitale 20. Viene sanata l attuale situazione della
tv via etere am pliando i param etri antitrust e riferendoli a un
Sistem a integrato delle com unicazioni dai contorni piuttosto
larghi e indefiniti nonché all avvento del nuovo sistema digitale
terrestre. Il Ddt (prom osso dal Governo anche con incentivi
econom ici per l acquisto dei nuovi decoder) consente la
trasm issione di più canali e più servizi m a tuttavia, per com e è
stato configurato dalla legge, non garantisce l ingresso di nuovi
ulteriori soggetti nel nostro già asfittico m ercato televisivo 21. In
questo trend si inserisce, a sorpresa, una netta ripresa delle tv
locali. Fino a qualche anno fa la parabola dell em ittenza locale
pareva seriam ente in discesa: costi di gestione sem pre più
onerosi, scarsità di introiti pubblicitari, spietatezza dei grandi
network nell acquisire frequenze, concorrenza delle tv
generaliste e satellitari. Invece, m entre la grande tv vive in una
fase di stagnazione, l em ittenza locale nel giro di un decennio
ha più che raddoppiato il fatturato pubblicitario e
increm entato le sue quote d ascolto 22.

I.4 Le tv di strada: disobbedienza civile tra le onde


eteree

Il punto di rottura dal basso del regim e televisivo italiano


circa venti anni dopo si verifica, anche stavolta, a livello
locale. Più locale che m ai, anzi. È stato sostenuto che «oggi si

20 C. Rognoni, Inferno Tv. Berlusconi e la legge Gasparri, op. cit., p.


48
21 D. Della Ratta, Inchiesta. Cos è la tv digitale terrestre , Il

Manifesto, 20-23-25/04/2004
22 S. Carini, M. Scaglioni, Le tv locali in Italia: quadro economico e

analisi degli ascolti , in A. Grasso, Il Bel Paese della Tv, op. cit, pp.
201-205
24
può finalm ente giocare la televisione contro la televisione,
concepire una seconda generazione di tv che produca sulla
società effetti esattam ente contrari a quelli della prim a
generazione»23. Di fronte alle forze titaniche del potere
m ediatico, la sola quantità disponibile in eguale m isura dagli
oppositori è «la debolezza e la disperazione», com e disse
Franco Berardi Bifo. Stavolta si parte da un laido, m eraviglioso
bar del centro storico di Bologna, dove il pom eriggio del 21
giugno 20 0 2 (solstizio d estate) un gruppo di intellettuali,
tardo-situazionisti di sinistra, reduci del 77 e di RadioAlice,
studenti, presenta Orfeo Tv , la prim a televisione di strada del
Paese, forse l em ittente più piccola del pianeta, e lancia l idea
politica del circuito Telestreet 24. Nella sua concezione
basilare, una Telestreet è un em ittente televisiva a fini non
com m erciali che trasm ette un segnale in una ristretta porzione
di territorio (spesso grande quanto una strada o un quartiere)
sfruttando i coni d om bra, porzioni di frequenze inutilizzate
dalle em ittenti locali o nazionali. Alcuni casi contem plano la
possibilità di usare frequenze libere o totalm ente inutilizzate in
am biti ristretti, anche grazie all uso di m icro-ripetitori del
segnale che perm ettono di am pliare il fin troppo piccolo raggio
di azione dell im pianto di trasm issione e di ridurre la
possibilità di interferenze. L im pianto basic per trasm ettere a
così breve distanza è realizzabile a costi ridotti (circa 10 0 0
euro, secondo i prom otori). Sono necessari un m odulatore, che
consente di definire la frequenza di raggio, l am plificatore, che
am plifica il segnale e determ ina il raggio di trasm issione,
l alim entatore per dare corrente elettrica e l antenna che
diffonderà il segnale e che dovrà essere installata il più in alto
possibile. A queste spese vanno aggiunte quelle per realizzare
un rudim entale studio televisivo e di produzione, com posto da
un piccolo m ixer, due videoregistratori Vhs o Dvd, un

23M. Pasquinelli, Media Activism, DeriveApprodi, Roma, 2002


24F. Berardi, M. Jacquemet, G. Vitali, Telestreet. Macchina
immaginativa non omologata, op. cit., p.20 e seguenti
25
com puter, un paio di telecam ere digitali25. Grazie agli ultim i
progressi tecnologici delle attrezzature di ripresa, regia e
m ontaggio, all abbattim ento dei costi e alla possibilità di
scam biarsi contenuti video attraverso i collegam enti a banda
larga, qualunque cittadino può trasform arsi con poca spesa e
senza particolari com petenze in produttore e distributore di
m ateriale audiovisivo. Nel volantino di Orfeo diffuso prim a
dell inizio delle trasm issioni viene fatto un appello a «tutti i
pesci liberi e forti» di ribellarsi alla m onocoltura del «pesce-
banana» e di scendere in strada m uniti di videocam era per
costruire la propria televisione di strada. «Un solo tipo di
pesce dom ina la grande acqua della nostra infosfera. Ogni
biodiversità è cancellata, il pesce-banana si sta m angiando
tutti gli altri pesci. Usciam o dall acquario, è l ora».
Richiamandosi all esperienza delle radio libere e dei cento
fiori degli anni Settanta, i nuovi pionieri di Telestreet
proclamano:

«Oggi come allora vogliamo assum erci a viso aperto la responsabilità


di iniziare una nuova battaglia sulla libertà e la dem ocrazia dei m ezzi
di com unicazione. Se non sarem o soli vincerem o e l aria diventerà
più respirabile per tutti»26.

Da subito il legam e col territorio e la dim ensione locale


appare predom inante: i prim i video sono interviste-inchieste
alla gente del quartiere, la com m em orazione dell am ato
barista, qualche opera di video-m akers fuori dai grandi
circuiti. Al contem po, appare decisiva la direzione della rete
o del network : connettere il circuiti di piccoli nuclei di
produzione audiovisiva con un reticolo territorializzato di
trasm ettitori a corto raggio, attraverso una piattaform a
telem atica per coordinare e scam biare idee e m ateriali. Viene

25 Dal sito http:/ / www.telestreet.it, Area tecnica. Realizzazione di


una telestreet. L esem pio di Orfeo Tv
26 Dal sito http:/ / www.telestreet.it, Sezione circuito telestreet. Il

pesce banana
26
proposto di creare un «circuito globale delle produzioni
indipendenti polimediali»27.

Il prim o video con cui Orfeo Tv inaugura le sue


trasm issioni, lanciando nell etere l idea di un network di
televisioni di strada, si apre con im m agini della canzone Hello
I love you firm ata dai The Stupid Set. I m usicisti hanno in
testa enorm i televisori che trasm ettono l im m agine della loro
bocca ingrandita. Se queste im m agini scorrono le parole del
prim o appello, lette da Am brogio Vitali. Dopo si prosegue con
una serie di interviste ai passanti per chiedere cosa ne pensino
di una nuova tv libera. Si va dalla bam bina, allo studente di
com unicazione, al pensionato un po sordo, alla m assaia.
Ambrogio: «Siccom e sta per nascere una piccola tv di
quartiere, libera, tutti hanno il diritto di parola, ti chiediam o
cosa ne pensi...». Ragazzo in m otorino: «Ma di cosa tratta sta
tv?». A.: «Tratta di tutti gli argom enti di inform azione, dalla
politica alle questioni sociali, alla cultura, alle questioni di
quartiere...». R.: «Tipo?». A.: «Tipo niente... dovrebbe essere
una tv nuova quindi anche noi non sappiam o bene com e farla,
però l idea è che si fa in m aniera libera...». R.: «Ma con i
gossip?». A.: «No, no i gossip, esclusi...». R.: «Sai,
inform azione di condom inio...». A.: «No, no, inform azione,
discussione, però libera». Poi Am brogio intervista una
parrucchiera intenta a provare una tinta su una cliente, m entre
un altra assiste all operazione: «Sarebbe bello avere una tv di
quartiere, libera...». Parrucchiera: «E una cosa bella, visto che
è tutto così m onopolizzato». Cliente, vedendo i capelli
dell altra: «Com e sono scuri!». Al bar Mike e Max. Max è
im pegnato coi videogiochi. A.: «Sai che sta per nascere una
piccola tv libera?». M. gioca freneticam ente m a risponde: «Ne
avevam o sentito parlare dai nostri clienti...». A.: «Una tv
libera, senza spot, non dipendente dalla politica, dai partiti».

27Dal sito http://www.telestreet.it, Sezione circuito telestreet.


L arcipelago delle ombre eteree
27
M.: «Ma com e funziona?». A.: «Ognuno dice quello che vuole
davanti alla tv...»28.

Ma gli sforzi um ani e tecnici per m ettere in piedi un


telestreet si traducono in responsabilità politiche e anche
legali. La legislazione italiana in m ateria televisiva si presenta
sotto m olti aspetti confusa e carente. Dunque è necessario
individuare «strum enti per am pliare il nostro piano di azione,
per trovare incrinature, fessure in cui inserire i cunei che ci
permettano di scardinare il regime di dittatura mediatica che si
è instaurato nel nostro Paese», dice Valerio Minnella, che si
occupa dell area legale nel gruppo di Orfeo Tv. La pratica
telestreet si autodefinisce «illegale m a costituzionale», viola le
norm ative vigenti in m ateria televisiva m a fa appello
all articolo 21 della Costituzione secondo cui «tutti hanno
diritto di m anifestare liberam ente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro m ezzo di diffusione. La stam pa
non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure». Già nel
1972 la Corte Costituzionale (sentenza n. 10 5) divisa tra
l applicazione dei principi e l inoperatività fattuale del
legislatore spiegò com e sia da intendersi l articolo 21:
definendone il lato attivo com e «libertà di dare e divulgare
notizie, opinioni, com m enti» e il lato passivo, cioè «il punto di
vista dei destinatari», com e «interesse generale
all inform azione, alla pluralità di fonti, al libero accesso alle
m edesim e, all assenza di ingiustificati ostacoli». Nella storica
sentenza n. 20 2 del 1976 poi si afferm ò l esistenza nelle
trasm issioni locali via etere di una disponibilità sufficiente a
consentire l iniziativa privata, di conseguenza essendoci
disponibilità di questi spazi non consentire tali iniziative
costituirebbe una lesione del principio di uguaglianza 29. C è da
considerare che per quanto riguarda le frequenze inutilizzate e,
soprattutto, i coni d om bra le telestreet operano in vuoto
legislativo: l attuale norm ativa non considera le

28A. Grasso, Il Bel Paese della Tv, op. cit., pp.185-187


29A. Chimenti, Informazione e televisione. La libertà vigilata,
Laterza, Bari, 2000, p. 8
28
m icrotrasm issioni in am bito ristretto. Secondo
un interpretazione rigorosa della legge Mam m ì (1990 ), il
problem a delle trasm issioni senza concessione solleva una
pesante questione di legittim ità della concessioni
attualm ente rilasciate agli operatori televisivi com m erciali che
operano su scala locale e nazionale. Oltretutto è noto il caso
dell em ittente Retequattro che ha operato senza concessione
dal 1997 al 20 0 4, fino all approvazione della legge Gasparri da
parte dello stesso governo alla cui guida sedeva il proprietario
dell azienda televisiva di cui Retequattro fa parte. E insom m a:
basti pensare al panorama italiano di concentrazioni e interessi
nel settore televisivo tra i più protervi delle dem ocrazie
occidentali, per riflettere davvero sul concetto di illegalità .
Tuttavia, dalla legge Maccanico (1997) è em ersa una
scorciatoia legale per un am m inistrazione com unale che
voglia affiliarsi con un em ittente ancora non presente sul
territorio, ripetendo in parte il suo segnale e riservandosi il
diritto di trasm ettere, per un determ inato num ero di ore al
giorno, una program m azione autogestita. Utilizzando questo
m etodo la tv del com une di Peccioli (fondata dal sindaco e
m inacciata di chiusura nel settem bre 20 0 3) ha ottenuto
l autorizzazione m inisteriale nel m arzo 20 0 4 (anche se poi i
vincoli regolativi hanno spento entusiasm i e vitalità di m olti
partecipanti)30. La legge Gasparri invece non interviene affatto
sull argom ento delle m icro-tv: più che altro cam bia la logica di
assegnazione delle concessioni, in vista del proclam ato
passaggio al digitale terrestre. Che se da un lato rischia di
soffocare ulteriorm ente num erose tv piccole o locali o
autonom e a vantaggio dei soliti grandi gruppi di interesse,
dall altro lato può com unque m arcare un apertura di spazi e
una m aggiore visibilità, seppure con tem pi e m odi che
appaiono tutt altro che prossim i.

Tuttora, quando i fondatori di Orfeo Tv raccontano la


nascita della prim a telestreet, am m ettono: «Pensavam o che

30Dal sito http://www.telestreet.it, Sezione circuito telestreet e


forum
29
sarebbero venuti ad arrestarci entro un m ese, invece non
successe niente». In quanto alle sanzioni, la legge Mam m ì
(m odificando l art. 195 del codice postale) prevede ancora
m ulte e/ o arresto per il solo possesso di un apparecchio
trasm ettitore. Bisogna però constatare che dal 20 0 2 le
em ittenti di strada hanno proliferato liberam ente, per poi
ridim ensionarsi nella quantità di antenne e nella regolarità
delle trasm issioni nel corso dei due anni seguenti, e com unque
i casi di repressione sono stati pressoché isolati. Nel dicem bre
20 0 2 la polizia chiuse TeleFabbrica, la telestreet nata per
sostenere la lotta degli operai Fiat di Term ini Im erese
minacciati di licenziamento31. Nel gennaio 2004 è stato il turno
della pugliese Tele Libera Maglie: sequestro dell im pianto e
denuncia per il professor Enzo Puzzovio, reo di aver trasm esso
m ateriali protetti da copyright 32. Nell agosto 20 0 5 giunge
notizia della chiusura da parte della polizia postate di una
piccola telestreet di Solopaca, cittadina di 40 0 0 abitanti nel
beneventano, Dream Tv, col verbale di sequestro degli impianti
per assenza di autorizzazione rilasciata dal Ministero . Sul
network di Telestreet (che, nei giorni di m assim a adesione, ha
contato qualcosa come 150/200 tv in attivazione in tutta Italia)
sono giunte in un paio d anni alcune dichiarazioni poco
concilianti del m inistro Gasparri, i velenosi strali dell Aeranti-
Corallo, ovvero la confcom m ercio delle tv locali, che ne invocò
la chiusura per concorrenza sleale , infine addirittura le
fantom atiche accuse del Rapporto del Ministero dell Interno
Anno 20 0 3 che classificava le telestreet nel capitolo dedicato
a terrorism o ed eversione . Il 19 settem bre 20 0 3 scoppia il
caso più eclatante: alcuni funzionari Escopost e del Ministero
delle Com unicazioni disattivano e sigillano gli im pianti di
trasm issione di Disco Volante, telestreet di Senigallia gestita
da una cooperativa di disabili, perché non provvisti di
concessione governativa. «Più o m eno com m entarono i
responsabili dell em ittente è com e im pedire a due sordomuti

31 F. Berardi, M. Jacquemet, G. Vitali, Telestreet. Macchina


immaginativa non omologata, op. cit., pp. 36-37
32 La Gazzetta del Mezzogiorno, 22/01/2004
30
di farsi dei gesti di saluto dai due lati della strada». Disco
Volante produceva interessanti servizi sulla disabilità, sulle
barriere architettoniche, sulle condizioni di vita degli
im m igrati, sui giovani, sull am biente, tant è che uno di questi
ha vinto l edizione 20 0 4 del Prem io di Giornalism o televisivo
Ilaria Alpi, nella sezione Tv locali. A m aggio 20 0 5 il Gip del
Tribunale di Ancona ha archiviato il procedim ento giudiziario
a carico dei fondatori di Disco Volante: «E una em ittente a
cortissimo raggio e perciò si deve ritenere esente da ogni
autorizzazione o concessione, in quanto trasm ette sfruttando
un cono d'om bra nello spettro delle frequenze, senza creare
alcuna interferenza ad altre em ittenti o segnali» 33. Per la prima
volta, è riconosciuto da un giudice che la repressione
dell attività trasm issiva di un em ittente di strada o di
quartiere rappresenta un interpretazione m arcatam ente
restrittiva delle legge e lesiva dei diritti costituzionali. Per
com prendere le m otivazioni del procedim ento è di grande
utilità riferirsi alla perizia tecnica di difesa scritta dall ing.
Carlo Gubitosa. Nella sua prem essa analizza le varie tipologie
di trasm issioni televisive (nazionali, locali, ristrette, private)
m ettendone in evidenza le differenze riguardo al tipo di
im pianti, agli utenti raggiungibili, alle finalità proposte, alle
risorse utilizzate. Secondo Gubitosa le trasm issioni in am bito
ristretto (m ediante cono d om bra o, anche, frequenze
totalm ente inutilizzate) non sottraggono al libero utilizzo
nessuna risorsa già regolam entata dalla legge, bensì sfruttano
le nuove possibilità offerte dalla tecnologia per canali di
com unicazione e bacini di utenza finora indisponibili e non
regolam entati. Insom m a le m icro tv sono a tutti gli effetti
«un nuovo m edium , un nuovo m etodo e spazio di
com unicazione che ha bisogno di nuove form e di
regolam entazione». Il cam biam ento tecnologico e sociale
rispetto alle trasm issioni televisive in am bito ristretto sarebbe
sim ile a quello avvenuto negli anni Settanta con le radio
libere . In quel periodo la Corte Costituzionale intervenì per
afferm are dei nuovi principi in accordo con i vecchi e

33 Dal sito http:/ / www.telestreet.it, Sezione Il Caso Disco Volante


31
perm ettere la liberalizzazione delle trasm issioni locali. Il
concetto fondam entale di questo ragionam ento è che l etere è
una risorsa pubblica, e com e tale va tutelata. E non si vede
perché non rendere disponibili ai cittadini parti com unque
inutilizzate di questa preziosa e lim itata risorsa, per
trasm issioni con finalità sociali e culturali, senza pubblicità e
senza scopo di lucro.

«Ci troviam o di fronte alla necessità di contem perare due esigenze:


l esigenza di regolam entare le trasm issioni (e le possibili
interferenze) nell ambito dell em ittenza nazionale e locale, e
l esigenza di tutelare il pluralismo dell inform azione nelle
trasm issioni televisive in am bito ristretto, attraverso il
riconoscim ento e la legittim azione di tutte le attività che portino un
contributo culturale, anche attraverso il video, senza ledere i diritti di
altri soggetti attivi nel settore dell emittenza televisiva»34.

La battaglia delle telestreet si com batte sul piano legale m a


anche attraverso una reale applicazione delle libertà che si
invocano, affinché diventino pratiche consolidate e di
com unicazione orizzontale all interno della società. Il m etodo
utilizzato può essere assim ilato alla disobbedienza civile : una
violazione consapevole e collettiva di una legge ritenuta
ingiusta, sapendo che il fine però sia quello di cam biare le leggi
e m agari form ulare alternative sensate. Tuttavia, secondo un
auto-censim ento passato sulla m ailing list di telestreet.it,
risulta che dalle 10 7 em ittenti elencate nel corso del tem po sul
sito sono state ricevute, alla data di m arzo 20 0 5, solo 27
risposte. Un dato che dice com e m olte realtà abbiano ceduto
nel tem po la loro volontà di cim entarsi nella pratica (il 75%
circa) e l interesse (interno ed esterno al network) sia andato
pian piano diradandosi. Inoltre, osservando i dati sulle attività
di trasm issione, em erge che solo 12 dei nuclei telestreet al
m om ento hanno un em issione più o m eno costante (il 44% del
totale). Calcolando 21 nuclei telestreet di lunga data, e
decurtandone 9 che hanno cessato le trasm issioni (le cause si

34C. Gubitosa, Consulenza Tecnica relativa al procedimento penale


n° 562/04 RGNR, Procura della Repubblica di Ancona
32
dividono sem pre tra m otivi di ordine legale, m ancanza di
im pegno, tem po o entusiasm o, problem i tecnici oppure scarsa
ricezione/ feedback col bacino d utenza), si arriva al dato che
solo un 12% dei 10 1 nuclei presenti da alm eno un anno è
arrivato a trasm ettere e m antenere una program m azione
costante durante un arco m edio/ lungo di tem po 35. Cosa
rim ane a tra anni dalla brillante nascita delle tv di strada? Può
darsi che la bolla del cosiddetto fenom eno telestreet,
alim entata all inizio da una suggestiva cam pagna di im m agine
esterna, sia definitivam ente scoppiata. Può darsi anche che
rim anga al suo interno un nucleo di volenterosi e un idea
valida com e fondam ento da cui ripartire, forti di una prim a
vittoria legale. Analizzando questi tre anni di sperim entazione
si può tracciare una prim a fase divulgativa ed espansiva che
raggiunse il suo apice nell incontro nazionale Eterea , tenuto
nel dicem bre 20 0 2 a Bologna: presente una certa revanche di
opposizione anti-berlusconiana, un aria di novità di form e e
m ezzi, le prim e telestreet appena nate, qualche personaggio
reduce della tv generalista com e l epurato Michele Santoro. È
seguita una fase via via più difficoltosa e involutiva, il cui
punto di crisi è andato in scena nel corso di Eterea 2 , fine
m arzo 20 0 4 a Senigallia. Viene posto il problem a dell efficacia
politica: il m ovim ento si divide tra chi ritiene una possibile
istituzionalizzazione com e unico antidoto all isolam ento e chi
invece non vuole porre lim iti allo spirito libertario e di
interferenza. Ma com e osservava Leo Strauss «l altra faccia
della libertà illim itata è l irrilevanza della facoltà di scegliere».
Un osservatore cinico a questo punto farebbe notare: perché
prendersi il fastidio di proibire ciò che com unque ha
scarsissima rilevanza?

35 Dal sito http://www.telestreet.it


33

I.5 Te le s tre e t e tv co m u n ita rie : p ro s pe ttive le gali e


sociali

Qui va constatato che, nella situazione attuale, le telestreet


che pure riescono a trasm ettere regolarm ente e crearsi un loro
costante seguito di pubblico e soprattutto senza produrre
interferenze con canali già esistenti sono com unque tollerate
da polizia, m inistero e m agistratura. Ma la tolleranza non
equivale in nessun m odo a un diritto: le stesse leggi che
possono essere interpretate in m aniera accondiscendente a
Gaeta ( trasm ettete, basta che non interferiate con nessuno o
che non arrivino denunce ), in posti com e Senigallia possono
ugualmente tradursi in un accusa di reati che prevedono tre
anni di galera. Le attuali leggi italiane sulla telecom unicazione
non forniscono diritti garantiti e certi, e ingabbiano le
possibilità della com unicazione sociale e locale. Con la stessa
indifferenza com plice con cui avallano i più abnorm i abusi di
posizione dom inante nel cam po delle tv generaliste.
Riassum endo le m otivazioni alla base dell archiviazione del
procedim ento giudiziario contro Disco Volante, Carlo Gubitosa
ha com pilato un vadem ecum di consigli e precauzioni per
l aspirante fondatore di telestreet. Uno: cercarsi un consulente
prim a di iniziare le trasm issioni, che non sia im preparato nel
caso di sequestro (ancora possibile e affatto scontato nei suoi
esiti). Due: farsi fare una perizia preventiva degli im pianti di
trasm issione su direzione, raggio d azione e potenza. Tre:
conservare copia in cd o dvd dei m ateriali trasm essi, in m odo
da dim ostrare la natura e le finalità sociali e/ o locali
dell em ittente. Quattro: va tutto bene se ci si tiene non oltre i
30 0 m illiwatt di potenza. Cinque: la quantità del network di
telestreet com e punto di forza, insom m a più siam o m eglio è .
Sei: l articolo 10 5 del d.lgs 259/ 0 3, in base al quale sono di
libero uso le apparecchiature che im piegano frequenze di tipo
collettivo, senza alcuna protezione, per collegam enti a
brevissim a distanza con apparati a corto raggio , pure se lo
stesso Gubitosa la definisce «una m otivazione un po debole,
poiché quell articolo può essere interpretato com e in
34
riferim ento a frequenze diverse da quelle video». Consigli
preziosi, m a che da soli bastano a poco. Che, per esem pio, non
danno sicurezza a nuovi potenziali m ediattivisti che
esigerebbero una base m eno equivoca da cui iniziare. Che, per
esem pio, sono ininfluenti rispetto a quelli che si fidano della
loro opera e non badano ai codicilli né di legge né di stile. Che,
per esem pio, non accontentano certe telestreet già vaccinate e
sviluppate, m agari con un raggio di em issione più am pio, e che
però sono costrette a basare la loro esistenza su
accondiscendenze delle autorità piuttosto che su un legittim o
diritto. Nel frattem po già avviene che alcuno em ittenti di
strada si costituiscano in Associazione di prom ozione sociale,
senza scopo di lucro, e tentino di individuare strade opportune
per l autofinanziam ento. Ci sono telestreet che bussano
direttam ente alla porta del Com une o di altri enti locali; altre
che riflettono su com e declinare il proprio lavoro per nicchie di
dom anda provenienti dal m ercato (service, m ontaggio,
documentari etc.); altre che si sono rivolte alle Università o alle
scuole pubbliche proponendosi com e form atori e m ettendo a
disposizione la loro esperienza sul cam po; altre che hanno
aperto pubbliche sottoscrizioni tra i cittadini (com e TMO a
Gaeta con un conto corrente pubblico); altre ancora che si sono
date da fare per la prom ozione e l allargam ento del progetto; e
m olte telestreet che com unque cercano di coniugare tutte le
strade individuate finora. «Solo il tem po potrà dirci scrive
Mario Albanesi, presidente del Conna (Coordinam ento
Nazionale Nuove Antenne) se i perseguitati di oggi saranno i
pionieri della com unicazione di dom ani e se ci sarà qualcuno
in grado di afferm are una verità elem entare e banale: l etere,
com e l aria, è un bene com une a disposizione di chiunque
voglia far respirare le proprie idee» 36.

Il prim o segnale istituzionale in m erito all esistenza delle


tv di strada è giunto il 2 ottobre 20 0 3 dalla Cam era dei
deputati. Un em endam ento alla legge Gasparri firm ato dall on.

36M. Albanesi, Telestreer, il diritto di esistere , Nuove Antenne,


ottobre 2004
35
Grignaffini (Ds) e da altri 98 deputati venne bocciato e subito
trasform ato in un Ordine del giorno poi approvato a
m aggioranza dall assem blea. Un Odg non è una legge m a
un indicazione, una sorta di im pegno m orale per il Governo: in
questo caso si im pegna il Governo «ad attivarsi in tem pi brevi
affinché le porzioni di frequenze libere in am bito locale
risultanti dalle zone d om bra nell irradiam ento dei segnali
televisivi possano essere utilizzate, su base non interferenziale,
per attività di com unicazione; a non procedere alla chiusura
delle televisioni di strada in m ancanza dei risultati di
un indagine che consentano una specifica norm ativa in
m ateria». Una proposta di legge sulle telestreet è stata
presentata alla Cam era (prim o firm atario il deputato
Bulgarelli, dei Verdi) fin dal febbraio 20 0 3, intitolata
Disposizioni per la valorizzazione e la regolam entazione di
em ittenti televisive com unitarie e di quartiere senza scopo di
lucro . Questa prevede che lo Stato riservi e garantisca in via
esclusiva una quota pari al 10 % del bacino di frequenze
disponibile sul digitale terrestre alle am m inistrazioni
pubbliche e al m ondo del volontariato, attraverso televisioni di
tipo com unitario, oltre alla possibilità di costituire tv
com unitarie di quartiere attraverso i piccoli coni d om bra
delle frequenze e in collaborazione con gli enti locali, anche per
associazioni, scuole, persone fisiche, com itati, centri sociali. Le
vere e proprie tv di tipo com unitario sarebbero esercitate da
«fondazioni, associazioni anche non riconosciute, società
cooperative, espressione di particolari istanze culturali,
etniche, politiche, sindacali, di volontariato e religiose», e in
ogni caso caratterizzate dall assenza di scopo di lucro e di
pubblicità. Le proposta stabilisce inoltre un Albo per le
televisioni com unitarie presso l Autorità di garanzia delle
com unicazioni e un apposito fondo gestito dal Ministero. Però,
bisogna pure essere consapevoli che una proposta del genere
prefiguri com unque la form azione di grossi provider che
posseggono i m ezzi e la connettività e, di fatto, ne destinino
una quota alle am m inistrazioni e al terzo settore. Dunque
andrebbe verificato accuratam ente il rapporto tra questi band
36
provider e la libertà di espressione di coloro che occupino le
loro frequenze.

La soluzione delle tv com unitarie, sulla scia di esem pi già


afferm ati in Nord Europa, è anche oggetto di una proposta
sulle T.Cap. ovvero Televisioni Com unitarie ad Accesso
Pubblico elaborata da Am brogio Vitali, uno dei fondatori di
Orfeo Tv e del circuito Telestreet37. Questo si definisce com e
«un nuovo progetto di apertura legalizzata di spazi pubblici
per la com unicazione con il coinvolgim ento delle Pubbliche
Am m inistrazioni». Si configurano quindi delle Tv ad Accesso
Pubblico, le quali godono di risorse pubbliche (com unali e
regionali) e di una legislazione apposita. Vitali la vede com e
l unica soluzione per la sopravvivenza delle telestreet, e infatti
la sua ricetta prevede anche un associazione nazionale per la
rappresentanza del circuito nelle sedi politiche e istituzionali.
Una proposta m olto dibattuta e m olto osteggiata: soprattutto
per il tim ore (fondato) che un organizzazione del genere finisca
per riprodurre dinam iche verticistiche e burocrazie
indesiderate. Il dubbio fondam entale è che, una volta regolata
e ufficializzata, la televisione di strada riproduca le stesse
dinam iche produttive del mainstream pur cam biandone i
contenuti. Insom m a, su com e le pratiche m ediattiviste della tv
di strada possano essere collegabili a questi nuovi m odelli, da
qualcuno ribattezzati tv dei sindaci , il confronto resta ancora
aperto. Tracce interessanti di questo dibattito sono
rintracciabili sui vari forum e m ailing list usati dal circuito. «Il
quesito chiave che dobbiam o porci quando si vuol fare
com unicazione dal basso, è riuscire a capire quale sia il
referente delle nostre azioni» ha scritto un rappresentante
della livornese Tilt Tv sul forum dedicato alla proposta sulle
T.Cap38. «Se a questa dom anda ci si risponde che oltre al
popolo che è il soggetto principale e ultim o, è possibile
interm ediare le autorità locali, si incappa nella solita ottica

37 Dal sito http://www.telestreet.it, A. Vitali, Telestreet. T.Cap. La


Com une
38 Dal sito http://www.telestreet.it
37
della delega e del filtro del politicam ente corretto che
azzererebbe del tutto le capacità espressive, creative e
destabilizzanti di una com unicazione che abbiam o detto, vuol
rom pere i rapporti di produzione-fruizione. Addirittura si
potrebbe andare avanti ad un im brigliam ento qualora (ed è
m olto probabile) il tal com une im ponesse e guidasse il
palinsesto televisivo». David Garcia, organizzatore di Next 5
Minutes , festival dei m edia tattici di Am sterdam , nel corso di
Eterea2 ha sottolineato che «il trionfo della libera trasm issione
finanziata con fondi statali, insiem e ad una televisione di
contenuti ricchi di diversità però ha ricreato nel tem po le
condizioni precedenti nel rapporto tra produttori e fruitori.
Questa integrazione istituzionale ha progressivam ente
determ inato una qualità sem pre più scadente, togliendo
energia alla necessità di com unicare e di inventare altri m ondi
possibili». Per dirla in una frase, che im pressionò m olti dei
presenti: «in Olanda la tv legalizzata è diventata noiosissim a».
Certo, si dice che in altri Paesi dove non esiste una
concentrazione mediatica del genere la televisione non sia un
fenom enale affare di Stato com e spesso sem bra essere qui. E
che pure le telestreet siano regolam entate in m aniera diversa,
maggiormente tutelate e molto meno piratesche. Ma questo è il
com pito in cui sem pre si trovano i prim i pionieri: lavorare in
piccolo, pensare in grande.
38
39

Capitolo 2

MEDIATTIVISMI GLOBALI:
COSA ACCAD E ALL ESTERO
40
41

II.1 Mediattivismo: alla ricerca di una definizione

«Tutto l attivism o è attivism o dei m edia». Si tratta di una


lettura sem pre più frequente, com e a indicare il prim ato della
sim ulazione m ediatica sul m ondo reale, dello Spettacolo sulla
Politica, e via dicendo, con tutta una serie di im pronte e
deduzioni che alla fine non risparm iano nessun aspetto della
realtà m ediata in cui agiam o. Tutti i soggetti attivi nel
m ondo dei m edia si m uovono intorno a grandi m aggioranze
di pubblico, im pigrite dal flusso unidirezionale della tv e
viziate dalla qualità della com unicazione generalista, eppure
talvolta sensibili a problem i che possono toccarli da vicino o
che risultino form attati in m odo com prensibile. Così il
mediattivista si m uove su una tastiera in cui si trovano
contatti faccia a faccia e m ediati, m edia tradizionali e
m ovim enti, azioni sim boliche e scalate di carriera. Il
m ediattivism o, infatti, è un fenom eno estremamente
diversificato, che si pone su più livelli e su m olteplici
com binazioni rispetto ai settori della com unicazione, della
cultura, della vita sociale. Da Indym edia fino alla piccola tv del
paesino calabrese, per esem pio. Un am biente interconnesso a
livello globale m a pure com posto di tanti piccoli laboratori
sperim entali e autosufficienti, tante isole più o m eno
sconosciute tra loro. In questo senso, accadem ie e subculture
hanno avuto m odo di sbizzarrirsi. Mediattivism o dunque,
secondo la definizione del libro Telestreet , è «l insiem e delle
pratiche che m irano a sottrarre la com unicazione sociale alla
passività e alla form a spettacolare, per restituirle il carattere di
protagonism o attivo e di costruzione com unitaria» 1. Si tratta
della pratica consapevole di coloro che contrastando il
predom inio delle grandi agenzie di com unicazione controllate
dal potere, quelle stesse agenzie che invadono il tem po
m entale della grande m aggioranza della popolazione mirano

1F. Berardi, M. Jacquemet, G. Vitali, Telestreet. Macchina


immaginativa non omologata, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2003,
p. 129
42
a sottrarre la com unicazione sociale alla passività e alla form a
spettacolare, per restituirla al ruolo di protagonista attiva
dell'iniziativa civile e della costruzione com unitaria. Nelle
intenzioni dichiarate dei prom otori del progetto Telestreet,
infatti, c è la volontà di contagiare la televisione attraverso la
m odalità di com unicazione della rete, sostanzialm ente basata
su un network di nodi autonom i e connessi, e dove ciascun
utente può diventare soggetto attivo. A questo proposito,
bisogna però osservare che il processo virale di diffusione
delle telestreet differisce dal processo tradizionale di
espansione del m ediattivism o che, in genere, è legato in m odo
stretto al cosiddetto m ovim ento noglobal e che, per m olti
aspetti, si rivela autoreferenziale e solo saltuariam ente rivolto
all esterno del m ovim ento. La proliferazione delle telestreet sul
territorio italiano, rizom atica al pari di quella del
m ediattivism o in am bito globale, ha di fatto coinvolto soggetti
inediti e persino inaspettati, spesso estranei alle realtà
consuete di m ovim ento m a che condividono l esigenza di far
sentire il proprio diritto alla libertà di espressione o com unque
attratti dalle varie possibilità che il progetto Telestreet
prevede. Le sole pregiudiziali di contenuto che il network
delle telestreet im pone ai suoi aderenti sono le tre essenziali:
antirazzismo, antisessismo, antifascismo.

Avvicinandoci all oggetto delle nostre analisi si può parlare


di videoattivismo applicato al m ezzo televisivo. Com e,
appunto, il fenom eno delle televisioni di strada: dove la
necessità di diffondere contenuti si accom pagna al valore tutto
sim bolico dell occupazione di un edificio m ediale che è
stabilm ente in m ano ad altri. Difatti la Telestreet s inserisce in
un cam po più am pio e generale di attivism o nel cam po
m ediatico che da più di trent'anni diffonde com portam enti e
nuove m odalità di utilizzo della tecnologia, prom uove un
processo di riappropriazione dal basso dei saperi, delle
com petenze e delle tecnologie, sperim enta e lavora per
produrre cam biam enti sociali e pure influenza nuovi m odelli
estetici e im m aginari alternativi. Ma fin dagli esordi
prim ordiali della riproducibilità tecnica delle im m agini in
43
m ovim ento, fin dal cinem a dei fratelli Lum ière nel 1895, la
m acchina da presa è stata usata per catturare il m ondo
circostante e produrre dei cam biam enti m ostrando le pellicole
al pubblico. Già negli anni venti e trenta, tra gli studiosi di
scienze sociali, prese corpo il dibattito sugli effetti del cinem a
sul cam biam ento sociale 2 . Nella Scuola di Francoforte Walter
Benjam in sosteneva che il cinem a poteva essere usato per
educare e m obilitare le m asse, e che quindi era uno strum ento
di cam biam ento sociale. Ma Theodor Adorno obiettava che da
quello strum ento potente ne avrebbe sicuram ente ricavato più
vantaggi chi già era al potere e disponesse di risorse cospicue.
E che com unque si trattava di un arm a a doppio taglio: poteva
essere im piegata m eglio per m ostrare realtà alternative
piuttosto che lim itarsi a un brutale realism o sociale. Un
dibattito che continuò ad attraversare la storia del cinem a e, in
generale, del video. Poi, negli anni sessanta, i m ovim enti
politici iniziarono a usare il video (all epoca, la pellicola) com e
strum ento di pratica quotidiana, e negli anni Settanta la
realizzazione di docum entari fu increm entata dall arrivo
delle videocam ere con nastro m agnetico. Im portanti
precursori del videoattivism o vanno rintracciati in particolar
m odo negli Stati Uniti nei contestatori della guerra del
Vietnam , nelle m arce per i diritti civili, nell am bientalism o,
nelle com unità gay e lesbiche. Tuttavia il videoattivism o vero e
proprio arriva negli ultim i vent anni. Tra i fattori che hanno
deciso l im provvisa crescita dell uso del video com e m ezzo per
lotte e cam biam enti politici c è sicuram ente l im patto delle
nuove tecnologie. Aum enta la disponibilità di apparecchiature
video econom iche e di alta qualità e inoltre si aggiungono
nuove opportunità nella distribuzione delle opere realizzate:
dalle m icroem ittenti ai personal com puter alla Rete. Un altro
fattore rilevante sta nell incapacità dei m edia ufficiali di
rappresentare adeguatam ente le crisi dei nostri giorni e i
m ovim enti collettivi em ersi sulla scena. Un problem a che in
Italia è decisam ente spronato dall em ergenza del m onopolio

2T. Harding, Videoattivismo. Istruzioni per l uso, Editori Riuniti,


Roma, 2003, p. 25
44
nel settore televisivo e dalle vistose anom alie politiche del
conflitto di interessi. Infine la com unicazione indipendente e il
m ediattivism o hanno trovato innesco in grandi eventi di
contestazione com e Seattle (novem bre 1999) e Genova (luglio
20 0 1), dove si è com piuta la convergenza tra l inform azione
autorganizzata in Rete con l affiorare del network del
m ovim ento globale. A Seattle, m anifestando contro
l Organizzazione Mondiale del Com m ercio (WTO) J ello Biafra,
ex leader dei Dead Kennedys, artista e attivista politico, lanciò
lo slogan Don't hate the m edia becom e the m edia! ,
trasform ato poi nel gergo della rete in Be the m edia . Altri
andarono oltre, citando Deleuze e Guattari quando scrivevano
che «non abbiam o bisogno di com unicazione, al contrario ne
abbiam o troppa. Abbiam o bisogno di creatività. Abbiam o
bisogno di resistenza al presente». Poi le m anifestazioni contro
il G8 a Genova rappresentarono il grande incendio m ediatico
della storia recente, appena due m esi prim a dell undici
settem bre, il battesim o di fuoco per un esercito di
mediattivisti, nel senso del valore politico, della partecipazione
popolare, della centralità m ediatica. In quell'occasione le
telecam ere pronte a riprendere l'evento furono m igliaia, sia
indipendenti che ufficiali, portando sotto gli occhi di tutti come
lo scontro si giocasse sul cam po della com unicazione e
dell'inform azione. E il m edia center diventò indispensabile per
raccontare e diffondere l evento da un punto di vista diverso da
quello ufficiale, m a anche per docum entare gli abusi e le
violenze praticati in quei giorni dalle forze dell ordine, la
guerriglia urbana dei black block anarchici, il m orto negli
scontri di piazza. Ogni angolo della città fu tenuto sotto
controllo da attivisti dotati di videocam era, e così si riuscì a
dim ostrare quanto la produzione indipendente di
inform azione possa essere tanto efficiente e veloce quanto
quella dei m edia tradizionali. Poiché la m anifestazione global
fu quasi oscurata dalle grandi reti televisive nazionali, che
nonostante il dram m atico incalzare degli avvenim enti non
avvertirono il bisogno di accendere una telecam era o
45
stravolgere i palinsesti3 . Fu invece il trionfo del local , oltre
che dei già citati m ediattivisti interni al m ovim ento anti-G8,
perché in quei giorni fu una tv locale, Prim o Canale, a fare la
parte del leone, trasm ettendo le im m agini degli scontri e della
città assediata, dim ostrando che si può fare tv e dare la notizia
con poco. Che, tutto som m ato, basta avere la classica volontà
politica .

Mediattivismo è parola di origine anglosassone che tradisce


un origine liberal m a rende anche l idea di una continua e
m eticcia accelerazione culturale. Matteo Pasquinelli, nella sua
analisi contenuta nel libro Media Activism 4 , individua due
faglie geopolitiche che storicam ente tagliano la scena della
comunicazione indipendente: il Nord Am erica/ Nord Europa,
dove troviam o una m edia culture già presente nel bagaglio
culturale, insiem e alla figura e alla funzione sociale
dell attivista; i paesi latini che invece esprim ono una m aggiore
conflittualità e conoscono la figura più calcata del militante. Il
term ine m ediattivism o , dunque, deriva dall incontro di
queste due figure. Da un lato l attivista, nella sua attitudine
liberal, più pragm atico e anti-teorico nella cultura am ericana,
più volto a coniugare i piani teorici e politici alla pratica
m ediale nella cultura m itteleropea. Dall altro lato il m ilitante,
in cui hanno prevalso strategie m itiche di com unicazione
(dallo zapatism o a Luther Blisset), attraverso l uso politico
delle icone. Lo stesso McLuhan notava le differenti attitudini
verso i m edia caldi e freddi dei popoli anglosassoni e latini.
Oggi la vera battaglia non è per un inform azione vera,
obiettiva, indipendente; nell epoca dell intelligenza collettiva la
reale posta in gioco è scardinare una delle m acchine
econom iche che sostengono il capitale del pensiero unico.
L obiettivo è riappropriarsi dei m edia in quanto m ezzi di
produzione econom ica, di im m aginario, di bisogni, di desideri,
piuttosto che sem plici m ezzi di rappresentazione. Com e

3 A. Grasso, Il Bel Paese della Tv, Rcs, Milano, 2004, p. 44


4 M. Pasquinelli, Media Activism, DeriveApprodi, Roma, 2002
46
sottolinea Thom as Harding5, la differenza essenziale tra i
videottivisti e la produzione convenzionale è che i prim i
intendono cam biare le cose aum entando il potere di un gruppo
che opera all interno di una com unità, m entre nella seconda si
vogliono (in certi casi) cam biare le cose m a prom uovendo la
propria carriera e aum entando il proprio potere personale.
Tuttavia Pasquinelli non da una definizione unitaria di
m ediattivism o m a ne individua tre tendenze 6 . Politica:
l autogestione dei m edia contro il pensiero unico dei m onopoli
(i m edia di m ovim ento o indipendenti , i m edia com unitari, i
m onitoraggi del genere m ediawatch ), una dim ensione che ha
a che fare soprattutto con la socialità e l oralità. Ludica: il gioco
con i m edia com e m acchine da sm ontare e rim ontare, un
investim ento lipidico e ludico (i net-artisti, gli hackers, i
program m atori di nuovi software liberi), un attitudine che si
esprim e nella sperim entazione tecnologica e nella tattilità.
Creativa: la costruzione di im m aginario, nuovi m edia com e
nuovi m odelli di com unicazione e di organizzazione e di
socialità (guerriglia com unicativa, m itopoiesi, invenzione di
sim ulacri pop, narrazione collettiva, m eta-m edia), una
dim ensione dove dom inano l im m aginario e l iconocità.

«Diverse e m olteplici sono le pratiche che vanno a im m aginare e


costruire un m ondo nuovo: dai social forum all hacktivism , dal
bilancio partecipativo al com m ercio equo e solidale, dalla
disobbedienza sociale all interposizione pacifica nei territori della
guerra globale. È una nuova attitudine, un m odello culturale, una
form a m entis che consideriam o centrale nell um anesim o del m ondo
a venire. Un prototipo mentale che oggi vediam o solo in em brione
m a carico di potenzialità radicalmente innovative, che già hanno
scalfito la superficie delle piram idi im periali del potere, dei m edia,
dell economia. Fare m edia com e m etafora, m odello,
rispecchiamento, tappa fondam entale del fare società e di tutte le
altre forme di attivismo e organizzazione» 7.

5 T. Harding, Videoattivism o. Istruzioni per l uso, op. cit., p.43


6 M. Pasquinelli, Media Activism, op. cit., p.17
7 Ivi, p. 12
47
Insom m a, al di là delle sue m olteplici espressioni e
specifiche attività, il m ediattivista si profila com e una nuova
figura sociale, un cittadino (e operatore, e m ilitante, e artista,
etc.) im pegnato a sperim entare, spesso nel proprio tessuto
urbano, form e di autogestione della com unicazione. Mentre il
diritto all inform azione si sta progressivam ente afferm ando
com e diritto all autogestione della com unicazione, all interno
di un idea evoluta di dem ocrazia e di cittadinanza.
Mediattivism o inteso com e la fucina di una nuova forma
mentis per la società contemporanea.

II.2 Tv comunitarie

La creazione delle telestreet, ennesim a traccia di


opposizione civile italiana, passerebbe orm ai inosservata al di
là delle Alpi, dove da decenni esistono canali televisivi ad
accesso pubblico, detti appunto open channel, e varie
esperienze di com m unity m edia. «E possibile, pensabile
aprire spazi pubblici per la com unicazione, com e fossero un
vero servizio pubblico, com e si possono aprire gli ospedali
pubblici e gli asili nido?», si chiedeva Am brogio Vitali, uno dei
fondatori di Orfeo Tv e del network Telestreet, nel corso della
conferenza stam pa a Montecitorio, in occasione della vittoria
legale della tv di strada Disco Volante, riflettendo proprio sul
significato di parole com e pubblico o com unitario 8 . Alla
Cam era, peraltro, giace da tem po una proposta di legge, la
prim a in Italia, sull argom ento (cfr. cap.I.5). In m olte parti del
m ondo le em ittenti com unitarie si sono diffuse a partire dalla
fine degli anni Settanta. In Europa sono state interpretate
com e una reazione al m onopolio centralizzato e governativo
della comunicazione da parte degli Stati, e sono state promosse
anzitutto dai m ovim enti politici di protesta. Nelle Am eriche,
dove prevalevano le em ittenti com m erciali, invece le em ittenti
com unitarie sono state costituite prim ariam ente per sostenere
lo sviluppo di aree rurali disperse e offrire spazi espressivi alle

8Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , Le telestreet per un


giorno nel Palazzo. Ora l Unione si im pegni , 16/ 0 5/ 20 0 5
48
popolazioni indigene. Recependo questo fenom eno em ergente,
l Unesco, già all inizio degli anni Settanta, afferm ava che le
politiche com unicative avrebbero dovuto essere im postate in
base ai bisogni com unicativi reali, anziché in base a quelli
presunti, e prom osse un apposita ricerca sull uso dei m ass-
m edia in contesti locali differenziati. In un docum ento
successivo, citando l art. 19 della Dichiarazione dei diritti
dell uom o, l Unesco indicava nell accesso e nella
partecipazione dei cittadini alla gestione dei m ezzi di
com unicazione uno dei fattori determ inanti per lo sviluppo
sociale e la dem ocratizzazione politica. Veniva in tal m odo
evidenziata la distinzione fra com unicazione di m assa e
com unicazione com unitaria. Quella com unitaria si distingue
per: il valore delle relazioni interpersonali e il carattere
dialogico; il forte radicam ento entro un contesto circoscritto,
com une ai destinatari e ai produttori dei m essaggi;
l im m ediatezza del feedback e dell autoespressione dei m em bri
della com unità. Proprio a causa del forte radicam ento nel
territorio, non esiste però un m odello universale di em ittenza
com unitaria. Seppur presenti in tutti i continenti, ciascuna può
differenziarsi per l assetto organizzativo, legislativo e per il tipo
di program m azione, il che genera un caotico frazionam ento
delle esperienze. Nuovam ente per l Unesco (World
com m unication report, 1989) i com m unity m edia sono canali
alternativi per audience specifiche, finalizzati a incoraggiare la
partecipazione delle organizzazioni rappresentative di un
determ inato contesto geografico e sociale. Rispetto alle
em ittenti istituzionali e com m erciali, le com unitarie sono
generalm ente caratterizzate per l uso di una tecnologia a basso
costo, per la scarsa attenzione alla qualità form ale dei
program m i e per l apporto sostanzioso offerto dal
volontariato9 .

Se il paese pioniere è stato l Olanda, e in particolar m odo la


città di Am sterdam , esistono m olti altri m odelli spesso diversi

9F. Lever, P. Rivoltella, A. Zanacchi, La comunicazione: dizionario


di scienze e tecniche, Rai Eri, Roma, 2002, pp. 435-437
49
tra di loro, in Europa e non solo, che possono dare concreto
esem pio di questo fenom eno. Nei paesi scandinavi, in Austria,
in Belgio, in Francia, in Gran Bretagna, in Germ ania, in
Spagna, in Canada, negli Stati Uniti, in Australia, in alcune
particolari realtà sudam ericane, finanche in India. In Svezia,
l organizzazione Open Channel (www.openchannel.se) ne
tiene aggiornata una m appa europea e m ondiale e cerca
faticosamente di costruire un network di cooperazione.

II.3 Il caso olandese

Nel cam po delle tv indipendenti Am sterdam rappresenta il


laboratorio pilota. Già negli anni Settanta quello che è
considerato il paradiso della socialdem ocrazia alternativa
vedeva il proprio territorio urbano com pletam ente cablato e su
quei cavi si sperim entavano i prim i canali tv ad accesso
pubblico. «Quando nel 1978 il cavo venne introdotto in Olanda
per m igliorare la qualità del segnale televisivo, di notte gli
hackers occupavano i canali vuoti. Erano assolutam ente
im prevedibili e sorprendenti, offrivano programmi
com pletam ente diversi dai canali tradizionali: film am atoriali,
porno e sperim entali apparivano per la prim a volta sulle tv di
Am sterdam . In questo periodo m olte persone, dai punk ai
m anager, hanno trascorso notti insonni» 10. Furono gli artisti e
i pirati, per prim i, a contrastare fattivam ente una legge sulle
telecom unicazione che era m olto restrittiva, e im pedire che la
tv via cavo fosse esclusivam ente colonizzata dai grandi
broadcaster. Nel 1981 nasce Olon, la confederazione delle radio
e televisioni pubbliche locali via cavo e via etere, col fine di
stim olare la nascita e la cooperazione di m edia locali
indipendenti e non com m erciali. Dopo vent anni Olon si
definisce com e una sorta di sindacato dei m edia liberi : conta
più di 30 0 m em bri, viene riconosciuta dal governo com e
rappresentante ufficiale dei m edia locali e com unitari, è
com presa nel budget nazionale per la com unicazione. La
popolarità dei cosiddetti program m i pirata chiarì alle

10 M. Pasquinelli, Media Activism, op. cit., p.152


50
autorità cittadine di Am sterdam che era necessario creare una
cornice legale. La cornice em ersa venne chiam ata Open
Channel, am m inistrata da un organizzazione nom inata dal
governo e chiam ata Salto11. Così nonostante il cavo si fosse
diffuso in tutta l Olanda, solo la capitale aveva un vero sistem a
di accesso pubblico. Oggi Salto collabora direttam ente con
Indym edia Olanda e sui suoi canali sono state sperim entate le
program m azioni più deliranti e innovative della storia della
televisione olandese. Sicuram ente il sistem a d avanguardia di
Am sterdam è stato l unico in grado di portare alcuni principi
dell anarchia della rete nel vecchio (m a ancora largam ente
dom inante) m odello della trasm issione televisiva 12. Ciò è stato
reso possibile da un concom itanza di condizioni speciali: oltre
il 90 % del Paese è coperto dal cavo (dunque, chiunque
possieda un televisore può ricevere i canali aperti) e i costi per
i fruitori sono deliberatam ente m olto bassi; ci sono due canali
aperti disponibili 24 ore al giorno, senza nessun controllo sulla
qualità e con am pie possibilità di trasm ettere in diretta; esiste
una disponibilità di risorse e aiuti per chi voglia realizzare
progetti più am biziosi sotto l aspetto tecnico, artistico o
sociale. Infine, si fa valere la natura poliglotta, m ulticulturale e
non dispersiva della stessa città, che vanta peraltro con una
lunga storia di com unicazione pirata. Dal 1994 nella capitale
olandese esiste anche Digital City, il prim o esperim ento di rete
civica in Europa, una sorta di grande free-net cittadina con
term inali gratuiti. Questa rete civica spesso si è integrata con i
canali aperti, in una com binazione che quasi costruisce il
prototipo di una televisione da m olti a m olti 13. Un altro
progetto tra i più recenti è quello di Outloud Tv,
un integrazione tra il web e la program m azione tv. Si tratta di
un sito-server per inviare video che poi sono votati dagli utenti
e m andati in onda sul canale aperto della tv di Am sterdam ;
coloro che lavorano al progetto lo definiscono com e cross

11 Ivi, p.142
12 D. Garcia, Un utopia pirata per la televisione tattica , in M.
Pasquinelli, Media Activism, op. cit., pp.147-152
13 Ibidem
51
m edia jukebox 14. Nel caso olandese, dunque, il canale locale
ad accesso pubblico di Am sterdam si distingue per essere una
delle realtà più innovative e varie, riunendo al suo interno
m ediattivisti, videoartisti, m inoranze etniche, gruppi
om osessuali, gruppi religiosi, tecno-tribù e altri 15, e
sperim entando nuovi m odi di fare televisione senza
l investim ento di grossi capitali da parte del m ondo
industriale. Si è contam inato il vecchio m edium televisivo uno-
a-m olti con l orizzontalità della rete e il tessuto artistico e
sperim entale della città. Hoeksteen Live, ad esem pio, è una
delle entità più interessanti nel panoram a m ediatico di
Am sterdam : un party televisivo m ensile non-stop, dalle otto di
sera all alba, affollato da artisti, politici e altri personaggi
stravaganti, prodotto interam ente con strum entazione non
professionale e telecam ere am atoriali com binate con grafiche
im provvisate. In Hoeksteen dom ina l im prevedibilità e
l esibizionism o libero, quello che per i m edia m ainstream
sarebbe uno scenario da incubo. Geert Lovink lo descrive com e
«alta società per m edia popolari» 16. Con program m i del
genere, l accesso pubblico acquista un nuovo significato:
chiunque può fare televisione in qualsiasi m om ento, e spesso
le persone che assistono ai dibattiti in tv escono di casa e
vengono in studio per incontrare gli ospiti e continuare la
discussione di persona (a pensarci, solo per un m om ento e
senza abbandonarsi a collegam enti arditi, l Olanda non è forse
anche la patria di nascita del Grande Fratello e dei form at di
J ohn De Mol?). Pizza Tv di Rotterdam realizza
un anticipazione di tv bidirezionale: lo spettatore telefona, fa
l ordinazione e realizza il suo spazio di program m azione . Una
specie di pizza boy con scooter si presenta alla porta con la
telecam era, registra la perform ance del telespettatore, poi
ritorna in studio e, qualche ora dopo, il tutto viene m andato in

14 Dal sito http://www.telestreet.it, Cross Media J ukebox ,


01/04/2005
15 R. Marroquin, N. Sm its, Esperim enti tecnologici nella televisione

di Am sterdam , in M. Pasquinelli, Media Activism, op. cit., p.156


16 D. Garcia, Un utopia pirata per la televisione tattica , in M.

Pasquinelli, Media Activism, op. cit., p. 151


52
onda. Un program m a com e Park, invece, da spazio ad opere
realizzate da videoartisti e m andate in onda ogni notte, il loro
slogan è: «Im m agine e suono puri, registrateli!». E la tv si
trasform a in show ipnotico, sfondo in m ovim ento. Mentre in
altri segm enti del canale aperto, ad esem pio quello gestito da
Migranten Televisie (la Tv dei Migranti), hanno linee editoriali
differenti, cercano l inquadratura riuscita, utilizzano gli stilem i
della tv più tradizionale, senza per questo necessariam ente
tradire i loro contenuti17. Dal 1993 proprio (e non a caso) ad
Am sterdam si tiene N ext five m inutes, che si definisce il prim o
m eeting ufficiale dei m edia tattici . Per la prim a volta si tentò
di riunire coloro che erano coinvolti nel processo di
dem ocratizzazione della televisione, quanti nel m ondo, com e il
gruppo di attivisti olandesi, credevano nella tv com e oggetto
potenzialm ente em ancipatorio e partecipativo. Un happening
dove l innovazione tecnologica è il punto di partenza per
un analisi della società e delle possibilità per i m ovim enti
sociali di utilizzare gli artefatti tecnologici per una
trasform azione dello status quo, interrogandosi sull uso
tattico dei m edia, sulla capacità individuale e collettiva di
adattarli alle m utevoli situazioni di lavoro e di conflitto.
Nell edizione del settem bre 20 0 3 di N5M, dom inata da uno
scenario di crisi sull incisività delle pratiche di appropriazione
dei m edia rispetto alle dinam iche globali, uno dei piatti forti è
stato l esperim ento italiano delle tv di strada nei coni d om bra
via etere collegato alla distribuzione online delle produzioni
locali (ngvision.org). Esperienze che si confrontano com unque
con la scarsità di risorse finanziarie e con l inaccessibilità alle
frequenze televisive18. Nel m arzo 20 0 4, ad Eterea2, il secondo
m eeting delle tv di strada a Senigallia, è intervenuto David
Garcia, uno dei fondatori di N5M, dichiarando che le telestreet
rappresentano il passato e il futuro dell esperienza olandese.

17 R. Marroquin, N. Sm its, Esperim enti tecnologici nella televisione


di Am sterdam , in M. Pasquinelli, Media Activism, op. cit., pp. 152-
156
18 A. Di Corinto, Il nuovo ordine mondiale a portata di m ouse , Il

Manifesto, 13/09/2003
53
Secondo Garcia «il trionfo della libera trasm issione finanziata
con fondi statali, insiem e ad una televisione di contenuti ricchi
di diversità però ha ricreato nel tem po le condizioni precedenti
nel rapporto tra produttori e fruitori. Questa integrazione
istituzionale ha progressivam ente determ inato una qualità
sem pre più scadente, togliendo energia alla necessità di
com unicare e di inventare altri m ondi possibili» 19. Dunque
Garcia ha lanciato alle telestreet italiane lo spunto che la
com unicazione dal basso , privata della sua natura
conflittuale nei confronti del potere del m ainstream , perda
m otivazione nei canali di pubblico accesso. Le tv com unitarie
devono essere aperte e connettive, non banalm ente orizzontali.
Il caso olandese ci aiuta a concepire un passaggio dal m odello
dell accesso pubblico , dove un servizio dall alto (o dal basso) è
offerto acriticam ente a tutta la cittadinanza, al m odello
dell accesso per com unità , in cui la televisione è costruita
dalle com unità per le com unità, rispettando per statuto tutte le
m inoranze e assicurando spazi ai gruppi innovativi e creativi.

II.4 Il caso sudamericano

Fare una tv com unitaria a volte significa portare il m otore


delle com unità sulla scena politica. La tv com unitaria può
rivelarsi com e un m odo per liberare l autonom ia del sociale,
far saltare i recinti che delim itano certi ghetti territoriali e
politici. In particolari realtà del Sudam erica alcune riuscite
esperienze di m ediattivism o riescono proprio ad unire le
identità com unitarie, le rivendicazioni sociali e le nuove form e
di lotta politica. Gli esem pi potrebbero essere m olteplici e
spesso sconosciuti, qui ne utilizzerem o solo alcuni. In
Argentina nel 20 0 3 è decollato il progetto della Tv Piquetera,
una stazione televisiva gestita dal m ovim ento piquetero dei
disoccupati e degli sfruttati, il quale spesso, nelle sue
m anifestazioni, fa tesoro della concezione di autogestione e

19
Dal sito http:/ / www.telestreet.it, Eterea2/ Intervento di David
Garcia , 29/ 0 3/ 20 0 4
54
autonomia da costruire nelle forme della società civile20. Anche
i piqueteros hanno com preso che raccontare la propria storia
con il proprio m edia significa pensare con una logica differente
da quella che im pone il sistem a. Il bollettino della prim a
trasm issione, il 25 settem bre 20 0 3 durante un blocco stradale
presso un industria m ultinazionale della birra, col segnale
televisivo pirata trasm esso su un canale locale, spiegava:
«bisogna dim ostrare che non è necessario dipendere da capi o
proprietari per produrre da soli visibilità e com unicare con il
proprio quartiere». Attualm ente la Tv Piquetera trasm ette a
San Martin, quartiere povero della periferia di Buenos Aires.
La program m azione giornaliera include servizi sui blocchi dei
piqueteros e sugli attacchi del governo al loro m ovim ento,
sull inquinam ento da parte delle fabbriche, sull insurrezione in
Bolivia, sulla guerra in Iraq, m a anche sui progetti per il
quartiere com e quello di un forno popolare oppure lezioni di
cucito e giardinaggio. In questo m odo i m anifestanti tentano di
spiegare i loro obiettivi e difendere la loro im m agine di padri
e m adri, non crim inali com e la stam pa ufficiale li descrive .
Inoltre si evidenzia una nuova integrazione delle lotte, che
dalle problem atiche locali arriva fino ai piani nazionali e
internazionali. I volantini sparsi per il quartiere San Martin
avvertono delle trasm issioni con lo slogan, program m azioni
dalle nostre vicinanze alle nostre prospettive . Così i
partecipanti acquistano com petenze e capacità per utilizzare le
tecnologie e accedere alla produzione audiovisiva, m entre negli
spettatori vicini di casa si crea un ciclo di risposte e di
solidarietà nei confronti degli attivisti e della loro com unità in
genere, quasi fornendo un valore aggiunto alla loro em arginata
identità. L obiettivo della Tv Piquetera è di trasm ettere in
differenti quartieri con l intenzione infine di costruire un
network com unitario di stazioni televisive che possano
funzionare autonom am ente, sotto un più largo om brello di
collaborazioni e supporti reciproci. Esperienze del genere si
stanno già concretizzando. Abajo la TV!, dal quartiere Bajo

20 Dal sito http:/ / www.ngvision.org, Tv Piquetera , traduzione dalla


rivista argentina Grupo Alavio del 02/12/2003
55
Flores di Buenos Aires, è un esperim ento di tv itinerante nei
quartieri21. Abajo vuole riappropriarsi del m ezzo e del
linguaggio televisivo per produrre un cam bio di percezione tra
gli abitanti e il loro quartiere e tra gli abitanti e la televisione,
creando aggregazione sociale, m ostrando agli spettatori
tradizionalm ente passivi una realtà che è la stessa loro, fatta
delle loro esperienze quotidiane oltre che dei positivi
esperim enti scolastici e lavorativi delle cooperative. Alla festa
di inaugurazione, nel maggio 2005, ha partecipato buona parte
del quartiere, e il bilancio (pubblicato su Indymedia Argentina)
è stato: «realm ente una televisiòn m uy perform ativa por no
decir delirante... pero con m ucha onda» 22. La Com unitaria Tv
di Claypole è stato invece, nel 20 0 4, il prim o esperim ento di
emittente com unitaria nella provincia sud di Buenos Aires,
prom ossa da varie organizzazioni politiche e sociali, tra cui
quelli di Tv Piquetera. Il segnale della Comunitaria di
Claypole si riceve nel raggio di 1 km e il contenuto della
program m azione prevede una rubrica di inform azione locale,
un program m a di cucina, cortom etraggi, eventi culturali, un
servizio di annunci gratuiti e dibattiti sul diritto alla salute, sul
lavoro, sull alfabetizzazione. De los vecinos para los vecinos è
lo slogan usato. Anche in questo caso ci sono m ediattivisti che
vanno in giro per le case a controllare se si vede il segnale e
inviti (bene accolti) alla partecipazione verso gli abitanti del
quartiere23. Nello stesso periodo, in Venezuela, in una
roccaforte del regim e populista di Chavez, nella periferia di
baraccopoli e varia um anità che si estende a ovest di Caracas, è
sorto un altro esperim ento, estrem o eppure riuscito. Catia Tve
è una televisione com unitaria, inventata da un gruppo di ex
studenti di cinem atografia nel 23 de enero, quartiere di poveri
e di ribelli da cui pure la polizia gira alla larga. «Uno studio
televisivo qui? Quando m e l hanno detto m i sono m esso a

21 Dal sito http:/ / www.telestreet.it, Abajo la Tv! , 29/ 0 4/ 20 0 5


22 Dal sito http:/ / argentina.indym edia.org, Abajo la Tv! Television
de barrio, delirio im m aginativo!! , 0 2/ 0 5/ 20 0 5
23 Dal sito http:/ / argentina.indym edia.org, Los vecinos producen un

canal de televisiòn comunitario , 0 6/ 12/ 20 0 4


56
ridere. Questo è un posto da malandros. Non durerà due
giorni. Invece è venuta Catia Tve. Ha aperto da un m ese e
nessuno la tocca. Rispetto» racconta un vecchio abitante del
posto. Tve in castigliano suona com e la tv che ti guarda , e il
suo segnale va cercato nella giungla delle frequenze, tra quelli
dei grandi colossi. Catia Tve, nei suoi tre anni di vita, ha subito
m olti ostacoli, sabotaggi e bracci di ferro con la polizia. Sotto il
governo di Chavez, il m inistero dell Interno gli ha trovato una
sistem azione e delle attrezzature più adeguate, così nell estate
20 0 4 ha potuto riaprire. Nei giorni degli scontri di piazza e
della crisi istituzionale è divenuta il quartier generale del
controllo dal basso degli eventi. In seguito la gente del luogo è
venuta a offrirsi per la vigilanza alla sede e il gruppo di giovani
m ediattivisti, ostinatam ente, ha continuato a resistere.
Rappresentativi di un popolo da sem pre escluso dalla
cittadinanza e che ora, senza fare sconti, vuole prendersela. E
oggi quasi tutti i m igliori giornalisti delle esperienze di
inform azione alternativa caraquene sono finiti a lavorare nei
canali di Stato. Lungim iranza governativa o cooptazione? Dice
Ricardo, ideatore e dirigente di Catia Tve: «Tutto il m ateriale
trasm esso è realizzato da gente del quartiere. Si iscrivono a
sem inari tecnici, a gruppi da cinque. Noi insegniam o a
m aneggiare le telecam ere, loro scelgono cosa girare, e noi lo
trasmettiamo. Una tv fatta da chi la guarda, perché filmare può
essere un processo di costruzione della realtà»24.

II.5 Il caso austriaco e gli scenari digitali

Gli ottom ila abitanti di un piccolo paese dell Austria,


Engerwitzdorf, dalla fine del 20 0 4 hanno com inciato a film are,
editare news e produrre la loro tv locale. Buntes Fernshehen
(tradotto, la tv m ulti-colorata ) trasm ette notizie di politica
locale, sport, eventi vari e qualunque cosa i residenti del
villaggio vogliano film are e preparare per poter essere poi
guardato dagli altri loro concittadini. La filosofia è sim ile a

24A. Nocioni, La tv delle baracche nella roccaforte chavista ,


Liberazione, 19/08/2004
57
quella di m olte televisioni di strada in cerca di frequenze da
occupare, tuttavia stavolta cam bia il m edium di diffusione: la
tv di paese è visibile solo e rigorosam ente sul personal
computer. Buntes Fernshehen è una tv locale via web lanciata
da Telekom Austria, infatti per registrarsi e vederla bisogna
avere un abbonam ento alla sua linea a banda larga. La
Telekom fornisce ai cittadini l hardware e il software per
editare i video e i program m i, e ogni video creato viene inserito
su un sito che perm ette a tutti gli utenti abbonati di navigare
tra i program m i e scaricare quelli che più interessano. Il
progetto-pilota, partito in sordina, ha avuto un boom
im previsto: nei prim i quattro m esi i cittadini di Engerwitzdorf
hanno creato sessanta film -video oltre a regolari notiziari sugli
eventi della zona. Rudolf Fisher, responsabile delle linee di
telefonia fissa di Telekom Austria, ha com m entato: «Hanno
im parato m olto presto. Piace la possibilità di creare i propri
contenuti e vedere cosa succede in zona. È una sorta di
dem ocratizzazione della tv locale perché nessuno dei grandi
network tv farebbe qualcosa di sim ile in quella parte
dell Austria». L azienda sta infatti pensando di esportare il
progetto in altre zone rurali del Paese 25. Nonostante le
differenze con gli esem pi di televisioni pirata o com unitaria fin
qui citati (iniziativa verticale di un azienda verso i suoi utenti,
vincolo di abbonam ento, finalità com m erciale, eccetera) il caso
del villaggio austriaco è rivelatore di una tendenza futura. Lo
sviluppo della com unicazione in Rete a banda larga, com e pure
il digitale terrestre e la varietà di canali televisivi offerti da
questa tecnologia, potrebbero creare le prem esse per
l afferm azione delle televisione di nicchia su base locale. Si
tratta anche di una zona di business appena em ersa e sulla
quale le grandi aziende tentano di trovare un loro
posizionam ento. Manager di alto livello nelle aziende di
telecom unicazioni sostengono che la web-tv sarà la tv del
futuro e un opportunità del tutto nuova, aggiungendoci un
afflato nel caso italiano perfino di ritrovata libertà

25I. Gori, Il paese dove la tv la fa chi la guarda (sul web) , Corriere


della sera, 27/03/2005
58
inform ativa. Antonio Converti, della direzione m arketing del
provider Libero, dichiara che la sua azienda cercherà di
allargare il business favorendo un utenza che, grazie alla banda
larga, non solo accederà alla televisione via web e a dei
bouquet personalizzati di program m i, m a avrà bisogno della
piattaform a web anche per produrre proprie televisioni26. Il
direttore m arketing del provider Tiscali, Sergio Cellini, invece,
annuncia di voler riscoprire una vocazione da grande canale
distributivo, dando spazio a centinaia di tv locali, tv dal basso e
addirittura tv personalizzate degli utenti27. L acronim o
em ergente della tv via internet si chiam a IPTV, e i suoi
vantaggi sono stati illustrati da Mike Quigley, presidente e
direttore generale di Alcatel, in un articolo su Business Week
del m aggio 20 0 5. «La tv attraverso il protocollo dati IP
perm ette che il fornitore di servizi trasporti solo quei canali
che il consum atore desidera in un dato tem po. Per la prim a
volta sarà econom ico trasportare una partita di pallacanestro
dell università a chiunque la voglia vedere piuttosto che ad una
com unità locale in particolare». Secondo Quigley la tv via
internet sarà la vera tv personalizzata, tant è che lui usa il
termine personalcast, ed entrerà rapidam ente nella fase dei
profitti28. Un m odello illustre a cui m olti pensano parlando di
tv degli utenti applicata alle am pie fasce del broadcast è
quello della Current Tv fondata da Al Gore, ex vicepresidente
Usa e candidato sconfitto alle presidenziali del 20 0 0 , negli
Stati Uniti. In pratica, un canale di news e storie basato sui
video inviati dagli utenti, poi regolarmente remunerati con 250
dollari. Il problem a è che il fenom eno crescente del
giornalism o dal basso (anche detto citizen journalism ) è
facilm ente adatto a diffondersi su internet, dove un blog anche
con supporto video può contenere tem i di interesse per un
piccolo pubblico, e il blogger può anche guadagnare qualcosa

26 G. Turani, Intervista/ Antonio Converti , Repubblica Affari &


Finanza, 16/05/2005
27 Dal sito www.repubblica.it, V. Zam bardino, Scene digitali/ Che

bella la tv su internet, d accordo m a quando arriva? , 24/ 0 5/ 20 0 5


28 M. Quigley, The Real Meaning Of IPTV , Business Week,

20/05/2005
59
con i m otori di ricerca e i link pubblicitari. Anche gli standard
relativi alla qualità video sono piuttosto bassi, se applicati ad
internet. Sul m ezzo televisivo la barra è m olto più alta : i
contenuti devono appellarsi alle m asse, la realizzazione dei
video deve essere brillante, costringere a seguire il canale,
riem pire 24 ore di palinsesto 29. Un altro rischio, più che m ai
evidente, è che la figura sociale del m ediattivista e le form e di
autogestione dal basso della com unicazione finiscano per
essere sapientem ente m asticate e riciclate per dei form ati di
m ode giovanili o per dei m oderni progetti di business. È
fondam entalm ente vero, com e scrive Harding nel suo
m anuale, che «senza scopo non c è strategia. Senza strategia
non c è cam biam ento sociale, senza cam biam ento sociale non
c è videoattivism o». In ogni caso c è da chiedersi, in questi
nuovi scenari ancora confusi, non solo cosa resterà
dell autentica im pronta m ediattivista m a sopratutto se m olti
m ediattivisti avranno l accortezza e la capacità di inserirsi
abilmente su queste nuove frontiere.

II.6 Contaminazioni berlinesi

Nella superficialità del gioco dei m edia, sono state le


innovazioni tecnologiche piuttosto che politiche, l avvento di
internet e delle videocam ere digitali, piuttosto che nuovi
im m aginari esistenziali, ad aver accelerato l evoluzione del
mediascape e fornito terreno per centinaia di progetti. La
comunicazione indipendente di oggi si ritrova ad avere bisogno
di una liberazione libidica e creativa , di una rivoluzione
culturale che possa fronteggiare la potente m acchina
m itopoietica dei m edia com m erciali e politici30. Alla base di
queste riflessioni si pongono i punti di contatto finora
verificatisi tra la pratica m ediattivista delle telestreet italiane e
le form e dell hacktivism e delle nuove avanguardia artistiche.
Hacktivism è la fusione di hacking e activism, attivism o
tecnologico e politico. Nella presentazione dell evento

29 B. Stone, Al Gore s Curren View , Newsweek, 08/04/2005


30 M. Pasquinelli, Media Activism, op. cit., pp. 15-16
60
hack.it.art, tenutosi presso il m useo Kunstraum di Berlino nel
febbraio 20 0 5 e cui anche rappresentanti delle telestreet
italiane hanno preso parte, veniva descritto un m odello in cui
l accesso all inform azione senza barriere, l uso consapevole,
non com m erciale e libero di hardware e tecnologie, insom m a i
concetti base di ciò che è definita etica hacker vengono
presentati com e form e di azione politica. Una eterogeneità di
esperienze che si m anifesta attraverso l uso e
l interconnessione di diversi m edia (video, com puter, radio,
televisione)31. Sulla scena berlinese, dove il m ediattivism o
flirta con la nuova m edia-art, attraverso l organizzazione di
incontri e dibattiti si è riusciti a porre l attenzione sulle form e
indipendenti di produzione artistica e m ediatica e sul percorso
capillare del network italiano. Grazie a una fitta rete di
ospitalità, la telestreet italiana Disco Volante (allora già
sequestrata dal m inistero e al centro di controversie legali,
prim a dell archiviazione giudiziaria) ha avuto uno spazio nella
mostra hack.it.art, ha partecipato a workshop e forum com e
quello in cui si fornivano istruzioni per la costruzione di una tv
di quartiere e ha seguito da vicino il festival berlinese
Trasm ediale 0 5. E interessante verificare le reazioni e le
analisi critiche che ne sono scaturite. Il movimento Telestreet è
stato inserito in un contesto più vasto m a del quale condivide
pienam ente alcune prospettive di fondo: la pratica hacking, in
questo caso applicata alla costruzione di m icro-impianti
televisivi; la pratica di com unicazione libera al di fuori di tutte
le regole e le restrizioni del m onopolio, aggravata nel caso
italiano dall assetto legislativo e dall anom ala concentrazione
di interessi; la dim ensione com unitaria, che si adatta
benissim o alla dim ensione telestreettara. Peraltro in Germ ania
già esistono nelle m aggiori città canali ad accesso pubblico,
istituzionali o m eno, chiam ati Offener Kanal, e uno dei più
im portanti è quello di Berlino. «Ma perché una pratica di
com unicazione libera com e quella delle telestreet interessa i
berlinesi che pure hanno ben m aggiori spazi di com unicazione

31 Dal sito http:/ / www.telestreet.it, hack.it.art , 14/ 12/ 20 0 4


61
pubblica?» ci si chiede 32. A detta delle testim onianze raccolte
nei workshop del febbraio 20 0 5, i canali aperti appaiono a
m olti m ediattivisti tedeschi com e un vicolo cieco e una
sovrastruttura burocratica (ogni contenuto è sottoposto al
lungo vaglio di una com m issione di controllo, l interventism o
sull attualità è conseguentem ente ridotto, l audience si
m antiene scarsa). Per questo il m odello Telestreet, basato su
piccole em ittenti agili ed autonom e, per ora libere da vincoli e
centralizzazioni, affascina i m ediattivisti tedeschi, pure
sapendo che lì delle attività di com unicazione che siano ai
m argini o al di fuori della legge verrebbero celerm ente
stroncate, più che in Italia dove talvolta si può contare su un
applicazione confusa dei regolam enti. Com unque ciò che
em erge prepotentem ente dagli incontri di esponenti delle
telestreet italiane con la scena sperim entale e transm ediale
di Berlino, è la differenza tra le due pratiche. «Transm ediale
rappresentava una strategia di com unicazione piuttosto
estranea ai nostri scopi e tutto som m ato inutile. Per noi, lo
sappiam o bene, non si tratta di fare arte più o m eno
d avanguardia m a di lavorare nei punti di giunzione e di
articolazione delle strategie dei linguaggi maggioritari che sono
anche strategie di potere sul piano im m aginario. È una
strategia di guerriglia sem iologica e com unicativa alquanto
diversa dalla ricerca form ale pura e sem plice». Mentre l acker-
art sem bra rivolgere la politicità delle sue azioni tutta verso
l interno delle loro com unità e dei loro stili di lavoro, ciò che
caratterizza la pratica telestreet è proprio la proiezione di
attività e politicità verso l esterno, a partire dal proprio
quartiere. Anche in ragione della tecnologia adottata, la
vecchia tv analogica e captata dai tinelli delle m asse, non ci si
rivolge solo ad un pubblico già preparato e sensibile alle
tem atiche e ai codici dell attivism o e della sem iologia, m a si
entra in contatto soprattutto con quelle fasce di popolazione
più spossessate su un piano com unicativo e totalm ente in balia
delle strategie delle reti televisive generaliste. Secondo Fabrizio

32Dal sito http:/ / www.telestreet.it, Il report di Disco Volante a


Berlino , 17/ 0 2/ 20 0 5
62
Manizza di Disco Volante, al ritorno da Berlino, «il rischio è
quello di finire col costituire sem plicem ente una sorta di
boheme tecnologica, m agari anche estesa a livello planetario,
m a tutto som m ato chiusa in se stessa e nelle proprie ricerche
linguistiche tipo avant-garde» 33. Discussione in realtà
apertissim a, in quanto tra il network Telestreet e la rete di
soggetti Hacker-art si possono trovare num erosi punti di
condivisione com e di distinzione, e anche perché le diversità di
vedute su cosa significhi hacktivism , da Paese a Paese, non
fanno che arricchire lo scenario. In finale occorre trovare il
modo di trasformare le varie disponibilità alla sperimentazione
e al cam biam ento in azioni reali. Michel De Certau, che vedeva
la com unicazione com e elem ento irriducibile della politica
m oderna, in Arts de faire scriveva:

«Quali pratiche popolari, m a anche infinitam ente piccole,


quotidiane, si prendono gioco dei m eccanism i del disciplinamento e
vi si conform ano solo per rivoltarli contro se stessi, e quali
com portam enti si affermano tra i consum atori (o tra i dom inati?)
com e contrappeso alle mute procedure che fondano e riproducono
l'ordine sociale e politico?».

Dunque, alla base di m olto m ediattivism o tradotto nella


pratica telestreet si può intravedere un idea di politica che non
si basa sull operato di un avanguardia che addestri e guidi le
m asse, bensì sulla convinzione che il cam biam ento sociale
abbia origine dall azione di tutti. Nel caso delle televisioni di
strada, inoltre, ci troviam o di fronte a un vero e proprio nuovo
m edium , che propone un integrazione tra m edia e linguaggi
differenti. A questo proposito va segnalato com e i progetti del
network Telestreet e dell archivio in rete di distribuzione video
New Global Vision si siano aggiudicati nel m aggio 20 0 5 la XIX
edizione del Prem io Ars Electronica di Linz (Austria), il più
accreditato concorso internazionale per le arti, le tecnologie e
le pratiche sociali su m edia digitali, am biti che spesso la realtà

33 Ibidem
63
italiani fatica a riconoscere e sostenere 34. «La giuria considera
la chiaroveggenza visionaria che sottende il progetto, la parte
di innovazione sociale e tecnologica e la possibilità di successo
nella sua realizzazione», recita il bando di concorso del
prem io. Difatti il prem io è stato assegnato ai due progetti
italiani nella categoria Digital Com m unities (ex aequo con la
Free Softw are Foundation di Richard Stallm ann), la quale
prem ia i progetti innovativi in tem a di e-dem ocracy, città
digitali e partecipazione dei cittadini. NGVision e Telestreet
sono stati accorpati dalla giuria per la loro stretta
interdipendenza, e le m otivazioni del prem io ne colgono un
aspetto im portante: «Iniziative che stanno sviluppando azioni
pubbliche congiunte contro il m onopolio delle m ajor televisive.
I cittadini possono creare le loro proprie trasm issioni. Grazie
agli sforzi congiunti, i due progetti hanno insieme raggiunto un
mix ottim ale di tecnologie m ediatiche basate sulla televisioni e
su internet» 35. Riconoscim ento tanto più rilevante se si
considera che da circa quindici anni personaggi o progetti
italiani non vi salivano sulla ribalta. Chiaroveggenza
elettronica, per l appunto.

34 Dal sito www.repubblica.it, M. Deseriis, Ars Electronica, prem i


italiani ai video online e fai da te , 24/ 0 5/ 20 0 5
35 Dal sito www.telestreet.it, La chiaroveggenza elettronica di

Telestreet/ NGV vince al Prix Ars Electronica , 23/ 0 5/ 20 0 5


64
65
Capitolo 3

TELESTREET E IL CASO TMO:


AFFI N I TA E D I V ERGEN ZE
66
67
III.1 Mediattivismo in salsa paesana

Cortei m etropolitani del precariato e bande m usicali di


paese, letture di poesie e dischi rock, detournem ent sem iotico
e corsi di form azione nelle scuole, Gram sci e Lacaan e Beppe
Grillo, consigli com unali e videoclip d artista, sante m esse e
cucina degli im m igrati, Bella ciao e Bob Marley, Lazio-Roma
per una volta rubata alla pay-tv per ridarla al popolo e le
partitelle fangose del cam pionato prom ozione di provincia,
docum entari di Michael Moore e talk show col sindaco, veri
reportage e finti tg, m ediattivisti freak e m eridionalisti
vigorosi. «Vincente ha scritto una volta a proposito Michele
Serra è inventare il nuovo, scovarlo, im m aginarlo, a partire
dal sociale, dal disperso, dal negato». Ecco: per cogliere
l origine e le m otivazioni della sfida lanciata dal m ovim ento
Telestreet alla fortezza sbracata del m ediascape nazionale vale
forse la pena di oltrepassare le categorie tradizionali,
riconoscere una m acedonia politica piuttosto controversa.
Grazie ai progressi della tecnologia sono com pletam ente saltati
quei filtri e quelle m ediazioni invalicabili che ci separavano
dall accesso ai m edia, e al m edia-totem per eccellenza che è la
televisione. Così oggi è possibile disvelare e diventare m edia,
far scom parire la barriera tra em ittenti e riceventi, e dunque
rovesciare il tavolo della com unicazione di m assa. Com e già
ribadito, il circuito delle televisioni di strada nasce in risposta a
un contesto m ediatico fortem ente caratterizzato dalla
concentrazione nelle m ani di pochi dei principali m ezzi di
intrattenim ento e di inform azione audiovisivi, per giunta
coincidente con una delle più controverse e durevoli anom alie
della vita politica italiana, quel fattore Berlusconi
poeticam ente evocato nel com unicato di inaugurazione di
Orfeo Tv com e il pesce banana 1. Allo stesso tem po le
telestreet si insinuano nelle giunture del linguaggio che stanno
a m età strada tra le grandi m aggioranze prodotte dai m edia e
le piccole m a diffusissim e m inoranze che form ano l ossatura

1 Dalsito http:/ / www.telestreet.it, Sezione circuito telestreet. Il


pesce banana
68
del Paese, tra i sofisticati controlli tecnom ediatici e le arcaiche
costruzioni identitarie della provincia profonda.

«Il cielo si tinge dei colori acidi della tv. Il palinsesto nazional-
popolare va in pezzi, il palinsesto che ogni giorno da trent anni
scandisce i ritm i della fam iglia e del lavoro, dell ignoranza e
dell alienazione, il palinsesto che rappresenta la spina dorsale del
consenso politico, va in pezzi. Al suo posto, la vita di m igliaia di
com unità che crescono e che diventano il m otore politico di una
nuova società. La dem ocrazia riparte. Il palinsesto nazionale è
espugnato da un gruppo di valorosi cittadini e cittadine e
riconsegnato alla cittadinanza tutta. La tv siam o noi. La tv sia con
noi»2 .

Si può afferm are con sicurezza che le telecam ere a spalla e


le videocam ere a m ano hanno rivoluzionato l accesso ai m ezzi
di produzione della com unicazione e la possibilità di produrre
inform azione dal basso. Una decentralizzazione dei m ezzi di
com unicazione che, se com piuta in m odo efficace,
perm etterebbe una m aggiore e più diffusa consapevolezza da
parte dei cittadini. Secondo Daniele di OrfeoTv «si tratta di
svegliare i cittadini dal torpore», invitarli a partecipare
attivam ente alla creazione di spazi di com unicazione
indipendente. «Fare tv di strada è l'unico m odo per sottrarre
audience alle tv di sistem a», dichiarano i ragazzi di Spegnila
Tv, e può essere un m ezzo per riappropriarsi della politica
stim olando la discussione pubblica, in uno spazio aperto e
com unitario indipendente dal potere statale ed econom ico 3 . I
recenti progressi tecnologici già consentono a un singolo
individuo di produrre m ateriale da m ettere in onda utilizzando
attrezzature tecniche poco ingom branti e a basso costo, che
riducono la distanza tra l operatore e lo spazio di ripresa,
perm ettendogli di dare una copertura m ediatica a situazioni
che i grossi m edia non sono altrim enti in grado di ricoprire.

2 Multitudo Tv. Proclam a per la liberazione del cielo , in M.


Pasquinelli, Media Activism, DeriveApprodi, Roma, 2002, p.144
3 Telestreet. Giornale con le antenne. Num ero zero , DeriveApprodi,

Roma, giugno 2003


69
Tutto ciò segna anche la nascita di una nuova fascia di
m ercato, che già qualcuno ha denom inato prosum er :
un unione tra le parole producer e consumer4 .

A conti fatti, restituire la tv alla gente , com e spesso


auspicano i prom otori di sim ili iniziative, può essere una
m ossa rivoluzionaria al giorno d oggi, però senza le dem agogie
dei personaggi carism atici o il cinism o dei reality show fasulli.
Il processo di riappropriazione dei m edia im plica per chi lo
com pie un processo form ativo, uno slancio etico ed estetico,
una necessaria elaborazione del reale. Tutte cose scom parse
dalla tv generalista (e forse anche dal resto). Difatti una delle
funzioni delle telestreet è anche quella di agire com e luogo di
trasferim ento di conoscenze tecniche e m etodologiche,
finalizzate a m ettere tutti i partecipanti nella condizione di
esprim ersi attraverso il m ezzo audiovisivo ed elaborare
criticam ente il flusso di im m agini che quotidianam ente la
televisione riversa nelle nostre case. Chi sa di più lo spiega agli
altri, e quelli che im parano poi diffondono le loro conoscenze.
Molte realtà, nell am bito delle attività volte all interazione col
quartiere in cui avvengono le trasmissioni, organizzano dei veri
e propri corsi o incontri di formazione nel tentativo di allargare
la propria redazione, inoltre non m ancano attività educative
coi ragazzi delle scuole del territorio. Il linguaggio degli
audiovisivi, secondo alcuni videoattivisti di Telestreet, è com e
un nuovo alfabeto che va im parato e fatto im parare, altrim enti
ciò a cui si andrà in contro sarà qualcosa com e un nuovo
analfabetism o. Qualcuno ha anche detto in una riunione
dell ultim o incontro nazionale delle tv di strada che non tutti
siam o poeti o rom anzieri eppure sappiam o scrivere, così, allo
stesso m odo, tutti dovrebbero essere in grado di esprim ersi
attraverso l audiovisivo senza essere necessariam ente dei
cineasti.

4Michele Sorice, L'esplosione dei paradigmi, in Mario Morcellini,


Michele Sorice, (a cura di), Futuri immaginari: le parole chiave dei
new media, Logica University Press, Roma, 1998, p. 135
70
Scrive David Garcia, storico m ediattivista olandese,
all interno di una ricerca pubblica prom ossa dalla fondazione
De Waag di Amsterdam:

«I nuovi processi di produzione e i nuovi media ci stanno


costringendo a riconfigurare le nostre nozioni di ciò che può
costituire spazio e dom inio pubblico (...) tutto nella nostra cultura si
sta rim odellando intorno a flussi virtuali (...) Mi rendo conto che
questi flussi non sono solo un elem ento dell organizzazione sociale,
essi sono un espressione dei processi che dom inano l econom ia, la
politica e la vita sociale. Ma i luoghi non scom paiono. Nella vasta
econom ia politica e culturale il m ondo virtuale è abitato da un elite
cosm opolita. Di fatto, lo spazio del potere e della ricchezza è
proiettato attraverso il mondo, mentre la vita delle persone è radicata
nei luoghi, nella loro cultura, nella loro storia»5.

Il discorso attorno alle telestreet ci fa arrivare al punto di


partenza di m olte (e talvolta abusate) riflessioni
contem poranee, a proposito di parole chiave com e società
civile e identità , quel po di concetti cari anche alla sinistra
politica che arranca nel sintonizzarsi con l evoluzione delle
masse, argomentazioni critiche, chi più chi meno, con le visioni
determ inistiche e a senso unico della globalizzazione. Com e se
nell autorganizzazione dei bacini sociali, dietro i grandi
cam biam enti del contesto tecnologico e politico, apparisse oggi
una nuova dom anda di senso e di partecipazione. Eppure
bisogna registrare che la pratica e l uso com une delle
televisioni di strada si sono m olto ridotte rispetto alle
potenzialità espresse dalla loro costruzione teorica, nonché a
paragone della bolla m ediatica che per un certo periodo
iniziale le ha incoraggiate e sostenute dinanzi all opinione
pubblica e al pensiero d opposizione. Nonostante ciò esse
hanno rappresentato (e, in qualche specifico caso che di
seguito analizzerem o, anche concretizzato) un prodotto
vagamente esotico m a pure ultraprovinciale: l esaltazione del
quartiere, della piazza e del condom inio com e finestra aperta

5D. Garcia, Som e thoughts on the Public Dom ain , 1998, in M.


Pasquinelli, Media Activism, op. cit., p.161
71
sullo spirito um ano. Partendo dalla periferia m a rim anendo,
per una volta, orgogliosam ente periferia. Com e sostiene
ottim isticam ente Derrick De Kerckhove in un intervista, le
nuove form e di attivism o puntano a ridefinire la nozione di
potere ridistribuendolo: «Qualcuno ha giustam ente afferm ato
che le form e di potere che im plicano divisione e ridistribuzione
di quest ultim o, creano società stabili. Quanto più la gente
condivide le proprietà o un interesse per una cosa com une,
tanto più stabile è la società. E credo che questa sia la direzione
di sviluppo della società delle reti, la direzione verso la quale si
sta m uovendo la gente per avere più voce in capitolo, più
potere nei rapporti sociali, la direzione della ridistribuzione e
del riequilibrio. In altre parole, la fram m entazione del potere
non equivale a caos e disastri, è invece una form a di
ricom binazione e di riconfigurazione del potere» 6 . Per i
m ediattivisti di OrfeoTv il m odo più efficace per raggiungere
questo scopo è «diffondere un com portam ento, una m itologia,
un'im m aginazione nella vita quotidiana della società». Non
basta protestare e rivendicare, «quel che conta è far girare la
voce, m ettere a disposizione un utensile, un m etodo, uno stile,
una m oda. Far circolare un virus: contagiare piuttosto che
coalizzare»7.

III.2 Il cas o TMO Gae ta: gli in izi d al tin e llo d i cas a
Ciano

Nella panoram ica eterogenea ed altalenante delle tv di


strada, dapprincipio nate com e funghi in tutta Italia e poi
ricadute nelle difficoltà di gestione e nella scarsa influenza,
l em ittente gaetana Tele Monte Orlando che fu una delle
prime rappresenta un eccezione specifica e m olto
particolare. L im pasto di provincialismo locale del suo contesto

6 Derrick De Kerckhove, Arte e scienza nella rete, intervista


pubblicata sul sito http://www.mediamente.rai.it/biblioteca
7 F. Berardi, M. Jacquemet, G. Vitali, Telestreet. Macchina

immaginativa non omologata, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2003,


p. 50
72
e fluidità globale delle sue ispirazioni rende il caso TMO
interessante nel suo genere, valutando su queste pagine la
possibilità di trarne un discorso in base alla m ia esperienza
personale degli ultim i anni, fatta di osservazioni, analisi
critiche, cronache e partecipazioni dirette a questo inedito
esperim ento, più che m ai sul cam po . Ebbene, basterebbe
scorrere le cronache e le recensioni fedelmente raccolte in circa
tre anni di osservazione di TMO per trovarvi gli exploit
espressivi, rituali e m etafisici di un um anità che pratica un
com unitarism o postm oderno all interno di una sem pre più
am pia società liquida , m anco fossim o in un libro di Baum an,
com e vuole il localism o sem pre più in auge applicato alle
ultim e tendenze dei reality televisivi. Un paese telegenico,
verrebbe quasi da dire. Un risultato che forse era inevitabile,
considerate le premesse e lo svolgimento.

Tele Monte Orlando (da qui in avanti, TMO) nasce in un


im precisato scantinato di Gaeta tranquilla città di m are di
ventim ila anim e, vecchia fortezza decaduta, periferia
dell audience la sera della vigilia di Natale del 20 0 1, grazie
all ingegno di un giovane antennista dilettante. Viene coinvolto
nell im presa il signor Antonio Ciano, eclettico cinquantenne
tardocom unista con la fissa del m eridionalism o e nessuna
esperienza di telecam era, tabaccaio e scrittore m ilitante,
l unico a dichiararsi disponibile per intraprendere una tale
avventura libertaria e dem ocratica m a sul filo dell illegalità.
Racconta Ciano che «la prim a im m agine che abbiam o
m andato in onda è stata una pernacchia di Edoardo De
Filippo, e non a caso». Però c era il cenone di Natale che
incom beva e i due quella sera m andarono in onda la
videocassetta di un vecchio film di Alberto Sordi, Tutti a
casa . Insom m a, si è com inciato quasi senza accorgersene (non
accade sem pre così con i grandi m utam enti della storia?). Nei
m esi successivi Ciano lascia perdere le im prese televisive e si
candida a sindaco di Gaeta per il suo Partito del Sud, vince
plebiscitariam ente il centrodestra e lui racim ola appena il 3%
pur vantando com izi affollati. Decide che orm ai, nella fragile e
um iliata dem ocrazia italiana, l unico vero potere colonizzatore
73
rim asto, l ultim o fortino a cui tentare l assalto è solo la
televisione. Riprende fiato il progetto TMO, proprio m entre a
Bologna, nel giugno 20 0 2, nasce Orfeo Tv e con essa prende
form a il progetto esplicitam ente politico delle Telestreet. Nella
seconda m età del 20 0 2, quindi, i segnali di TMO com inciano,
in sordina, a inondare l etere gaetano. La telestreet gaetana
inizia a trasm ettere con regolarità, prevalentem ente vecchie
videocassette o registrazioni da canali satellitari o film , e per
chi non la riceve da casa sua è possibile andare a guardarla al
negozio di Ciano, dove il televisore sta lì sem pre sintonizzato.
E nel frattem po lui riesce pure a guadagnarsi l appellativo di
Masaniello dell etere . In questo prim o periodo,
assolutam ente pionieristico, TMO trasm ette direttam ente da
casa Ciano, poche attrezzature in prestito e costi
autofinanziati, col videoregistratore nel tinello e il
trasm ettitore che di notte ronzava tra il suo letto e quello della
m oglie, ovviam ente causa di litigio com e am m etterà lui
pubblicam ente, «m a la storia m i ha dato ragione».
Presentandosi sugli scherm i e a qualche giornalista o studente
che viene a intervistarlo Ciano si dichiara «al servizio della
città», ricorda che «Monte Orlando, da cui prende il nom e
questa rete, è stato da sem pre sim bolo della valorosa
resistenza dei gaetani contro gli invasori», annuncia di essere
«disposto ad andare in galera per difendere la dem ocrazia
italiana e la m ia identità di m eridionale, si accom odino,
m etterei una tv anche in cella». In quei m esi di inizio 20 0 3,
che nel contesto politico nazionale corrispondono ad un
periodo di grandi e volenterose m obilitazioni, dai girotondi
anti-berlusconiani alle m arce per la pace contro l im m inente
guerra in Iraq, TMO inizia a trasm ettere sue autoproduzioni e
si caratterizza com e l occhio corsaro del paesone gaetano. In
realtà è l occhio di Ciano con le sue riprese in soggettiva, la sua
voce im perversante da dietro la telecam era, i prim i piani
rudim entali e le riprese senza m ontaggio alcuno ad incarnare il
più basilare concetto di proxy vision sulla telestreet gaetana,
appropriandosi degli spazi cittadini e dei loro rapporti sociali.
«Abbiam o trasm esso gli ultim i consigli com unali. Abbiam o
fatto sentire il pensiero del prim o cittadino e quello
74
dell ultim o, intervistato consiglieri di m aggioranza e di
opposizione; abbiam o m andato in onda avvenim enti culturali
e politici, servizi di storia e di religione. Num erosissim e sono
state le interviste, dagli am m inistratori fino ai lavoratori del
porto. Ci siam o tuffati tra le gente dei m ercatini rionali, com e
ci siam o collegati coi nostri em igranti in Am erica facendone
sentire le voce e le im m agini. Abbiam o registrato tutte le
m anifestazioni contro la guerra che si sono tenute tra Gaeta e
Form ia negli scorsi m esi, ripreso convegni e trasm esso
commemorazioni»8 . Proxy-vision, com e illustrato da David
Garcia9 , si rivela il concetto più efficace da opporre alle Tele-
vision: un nuovo m odello di com unicazione orizzontale, legato
alla prossim ità, al forte radicam ento territoriale eppure al
tem po stesso aperto al paradigm a della rete, attraverso la
cultura del web e la possibilità degli scam bi di m ateriale con
altri punti del network 10. Una televisione peer-to-peer. Per
lunghi m esi Ciano è stato l unico volenteroso m atto con
telecam era, in una cittadina di ventim ila abitanti, disposto ad
assum ersi la fatica, le spese, il tem po extra del lavoro e le
responsabilità penali necessarie per com inciare una tale
avventura. Eppure ha provato, nel suo piccolo, ad allargare lo
spazio sociale, rendere la tv più agorà . Dunque, non solo
distruggere il m onopolio dell inform azione m a soprattutto
provare ad abbattere quel m uro più vicino e forse più protervo
di indifferenza e apatia sociale che circonda la sua decaduta
città-fortezza. In uno dei prim i servizi trasm essi dalla piccola
em ittente, il professor Antonio Cesarale, vecchio intellettuale
della sinistra gaetana, all intervistatore che lo incalzava
parlandogli della telestreet com e strum ento di dem ocrazia, di
passione e di cultura, annuiva e aggiungeva dolente: «Qui a
Gaeta, m a non solo, c è un vuoto culturale, stiam o diventando
un paese senza anim a, appiattito sui valori del consum ism o.

8 A. Ciano, Tele Monte Orlando. Tv libera, Tv di quartiere ,


Interferenze, giugno 2003
9 Dal sito http:/ / www.telestreet.it, Eterea2/ Intervento di David

Garcia , 29/ 0 3/ 20 0 4
10 Ibidem
75
Indipendentem ente dal colore politico, m ancano persone in
grado di portare avanti progetti di largo respiro. Si pensa solo
ai piccoli interessi, alla fam iglia, alla bottega. Non si pratica
più la politica com e ascolto degli altri, basata su valori e non su
interessi personali»11.

A metà del 2003 TMO copre col suo segnale buona parte del
centro cittadino, con esclusione del quartiere m edioevale e dei
quartieri residenziali esterni. Le antenne di TMO,
approfittando della particolare conform azione geografica della
penisola su cui sorge Gaeta e della collina verde di Monte
Orlando che ne sta al centro, possono ripetere il segnale su un
canale libero dell etere, senza produrre particolari interferenze
e investendo un am pio bacino di potenziali spettatori,
presum ibilm ente diecim ila. Da un punto di vista strettam ente
tecnico si tratta di un am pliam ento del concetto classico di
televisione di strada , il quale basandosi su piccoli
trasm ettitori in coni d om bra senza ripetizioni di segnale
consentirebbe a m alapena, nel caso gaetano, la copertura di un
paio di isolati. Tuttavia gli ispettori regionali della polizia
postale che regolarm ente svolgono visite di controllo presso la
sede di TMO non trovano nulla da eccepire e (a differenza di
altri loro colleghi sul territorio nazionale) applicano una linea
di sostanziale tolleranza: non ci sono problem i finché non si
interferisca con altre frequenze o non arrivino segnalazioni o
denunce. «Ci hanno persino dato consigli su com e posizionare
le antenne per non disturbare» confessò una volta Ciano in
una chiesa sconsacrata di Senigallia ad un convegno di
telestreet, di fronte al funzionario m archigiano del Ministero
che aveva disposto il sequestro della m ini-tv di disabili Disco
Volante e allo sguardo attonito dell onorevole Calvi. D altronde
è pure sufficiente pensare all attuale panoram a italiano di
concentrazioni e interessi nel settore televisivo, tra i più
protervi delle dem ocrazie occidentali, per avviare una

11Dal sito http://www.tmowatch.splinder.com , Recensire la


telestreet gaetana e scoprire il buco culturale col demanio intorno ,
05/05/2003
76
peculiare riflessione sul concetto di illegalità. «Vedete in che
situazione stiam o in Italia? E qualcuno m i verrebbe a dire che
siam o illegali? Cosa è la legalità e l illegalità? Attendo
spiegazioni... Qui si parla di federalism o, m a per chi? Perché
non dovrei prenderm i ciò che è m io? Che è nostro? L etere
della nostra città, quello ci appartiene»12.

Fin dalla sua prim a fase, quella pionieristica, la piccola


em ittente è stata m olto seguita dalla cittadinanza, con richieste
da parte dei cittadini in costante aum ento. Nel negozio di
Ciano sulla piazza del m unicipio e, in seguito, sul weblog
tmowatch che raccoglie recensioni e com m enti sulla
program m azione di TMO, si esercita un continuo e
appassionato feedback, una sorta di gruppo d ascolto della
realtà circostante che poi si riversa in televisione. Oltre che
allenatori della Nazionale pare che gli italiani siano anche tutti
autori televisivi. C è chi invia video da trasm ettere, chi esprim e
richieste per i program m i della serata, chi segnala eventi o
situazioni m eritevoli di essere film ati, chi com m enta i
program m i della sera prim a, e da lì facendone nascere
discussioni sulla vita cittadina e talora sui destini del m ondo.
E, in questo prim o periodo, il volenteroso Ciano si recava con
la sua telecamera ovunque ci fossero eventi sociali oppure dove
la gente com une richiedesse il suo intervento. Il prim o passo è
stato quello di vincere i dubbi e le rem ore di natura
psicologica, questioni com e l identità, la privacy, la fiducia
nelle proprie capacità. Ma la spiegazione esplicita delle proprie
intenzioni, la conoscenza dei m eccanism i e delle relazioni
all interno della com unità, l assenza di criteri e vanità estetiche
o di velleitari paragoni con gli alti livelli tecnici della tv
mainstream , uno stile colorito e una certa prontezza di spirito,
hanno contribuito a rom pere gli indugi nel rapporto tra il
novello m ediattivism o di TMO e la realtà della vita paesana di
Gaeta. Da una parte la nuova tv gaetana ha puntato ad una
sorta di auto-voyeurism o popolare, di naturale curiosità degli

12Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , Spiegazione


sull illegalità televisiva e su TMO, di A. Ciano , 28/ 10 / 20 0 3
77
spettatori di paese nel guardare se stessi e i loro sim ili
concittadini per la prim a volta attraverso il filtro dello scherm o
televisivo. Dall altra parte il ruolo inedito di TMO ha favorito la
nascita di una nuova consapevolezza politica, puntando
l attenzione sull operato quotidiano dell am m inistrazione, sugli
stessi volti degli am m inistratori, avvicinando nuove fasce di
spettatori ai consigli com unali e ai dibattiti politici. TMO è
riuscita a tenere insiem e entram be queste vocazioni civico-
televisive , anche grazie allo stesso stile autarchico e
stram palato di Ciano, che ad esem pio ricorre sem pre nelle sue
interviste. Prim i piani sulle facce degli intervistati degni di una
sequenza di Sergio Leone, com m enti in chiave m eridionalista
borbonica naif sparsi a piene m ani in ogni discorso,
panoram iche golose sui passanti o sulle platee, favorendo
im plicitam ente il m eccanism o per cui lo spettatore possa
riconoscere se stesso o qualche suo conoscente, vocione fuori
cam po e vagam ente dialettofono, fruscii e rum ori di fondo,
riprese in soggettiva e quasi m ai in posa fissa, sensazione
offerta allo spettatore di parlare con qualcuno com e se lo si
incontrasse per strada. Insom m a lo stile pionieristico di TMO
che si irradiava dal tinello di casa Ciano ha rappresentato un
m odo e un m ondo: paesano, estroso, am atoriale,
preprofessionale m a percepito com e più vero e più utile della
vecchia tv . Un rapporto paritario, insom m a, di autentica
contiguità fisica tra gli em ittenti e i riceventi del segnale
catodico.

III.3 Prim i gre zzi fo rm at e fe n o m e n o lo gia del


Mas a n ie llo d e ll e te re

In questa prim a fase dell evoluzione della telestreet gaetana


già inizia a ricorrere qualche rudim entale form at a carattere
vagam ente seriale, benché ogni idea che fosse lontanam ente
paragonabile a un palinsesto o ad una program m azione era
ancora di là da venire. Nei giovedì del luglio 20 0 3 si inaugura
una rubrica di cucina, storie e am enità varie: Sapori lontani .
Ciano si reca nel salotto di un esuberante m assaia di m ezza età,
dalla chiom a rosso fuoco e i grem biulini platinati, la signora
78
Anna, presentata anche com e m adre di una sem inota attrice di
teatro, e lì vi trascorre un ora del suo tem po a scialare tra
ricette tipiche («ai tem pi dei borbonici a colazione si faceva o
baino di fasugli con un bel fiasco di vino, oh m a cam pavano
duecento anni!»), am m iccam enti storici («com e m i piacerebbe
nascere ai tem pi degli antichi rom ani che, quando
gozzovigliavano, gozzovigliavano bene»), am enità gustose («e
nel polipo, m i raccom ando, non ci vuole l acqua, perché, com e
dice il detto popolare, il polipo si cuoce nell acqua sua stessa ...
e poi ci possiam o fare anche un incantesim o per far
innam orare il vostro uom o»). Altro form at grezzo lanciato
con successo in quei m esi dall infaticabile Ciano è quello delle
interviste-lezione con il professor Cardi, cittadino gaetano e
docente di Geografia storica all università di Napoli. Lo scopo
iniziale di questi dialoghi è quello di realizzare un opera di
divulgazione popolare della ricca storia gaetana attraverso il
dispiegarsi delle varie epoche e dom inazioni. La disposizione
scenica vede Ciano presente in voce dietro la sua telecam era e
il pingue e loquace professore interloquire lungam ente con lui.
Talvolta punzecchiandosi sulle rispettive visioni storiche (il
Ciano più filo-borbonico e il Cardi più filo-risorgim entale) e
spesso finendo per allargare il discorso e divagare con
destrezza retorica su argom enti diversi e di varia natura (tipo:
com e sanare il debito pubblico? com e riattivare la vecchia
ferrovia Gaeta Form ia? com e elim inare gli insetti dalla
cam pagna?). In seguito, il form at del professor Cardi avrà
discreti usi nella m utevole program m azione di TMO: interviste
m ontate e più professionali, dirette con telefonate da casa,
reportage esclusivi nel castello abbandonato. Finché, com e nel
m iglior star-system televisivo, il professore non tradirà TMO
emigrando su una rete cittadina concorrenziale.

Fin dai prim i m esi dell esistenza della telestreet gaetana,


però, il form at più ricorrente (e quasi di culto) è quello delle
inform ali lezioni di storia , rigorosam ente m eridionaliste e
anti-risorgim entali, tenute da Antonio Ciano in form a
televisiva dal tinello di casa sua. Per lunghi m esi,
preferibilmente di pom eriggio o in piena notte, il Masaniello
79
dell etere registra e m anda in onda queste sua personalissim e
lezioni dom estiche: parlando e contem poraneam ente
inquadrando libri con la telecam era, voltando pagina,
inveendo contro i vili Savoia o il prepotente Berlusconi,
leggendo e spiegando, accendendo lo stereo su Briganti se
m ore nella versione di Eugenio Bennato o altri canti sul
genere, com e il più recente e ritm ato Siam o m eridionali di
Mim m o Cavallo. Una rudim entale contam inazione di m ezzi,
dove il logos tipografico andava in soccorso del medium
televisivo, m entre le suddette trasm issioni sem bravano non
finire m ai, ore e ore di pagine in prim o piano e vocione fuori
cam po, un artigianale indottrinam ento storico elevato a
sottofondo acustico per il pubblico ricevente. E capitava ogni
tanto che un libro cadesse, rivelando dietro di sé scenari
dom estici di tovaglie a quadrettoni rossi, cesti di frutta, rotoli
di tovaglioli. Quello operato da Ciano è un revisionism o storico
dettato in parte da ragioni dotate di fondam ento e in parte da
selvatiche passioni identitarie, che a m olti fa storcere il naso.
Eppure se tutto ciò va a com porsi in una m em oria e coscienza
del passato , in una re-visione delle innegabili m istificazioni
del potere, allora il concetto che ne esce fuori sarebbe
discutibile m a tutt altro che peregrino. E perfettam ente
adattabile a questa neo-tv che nasce politica , povera e
m inoritaria. Appare chiaro agli spettatori di TMO nonché suoi
concittadini, quasi com e fosse un tacito contratto, che una
certa dose di faziosità e sm odata retorica è com unque
im prescindibile dal personaggio Ciano, nella sua natura di
tabaccaio m eridionalista e gram sciano, passato dal Pci al
Partito del Sud, da Marx a Martum m è. Lo si tollera così,
dandogli più o m eno ragione, che in fondo lui ci crede davvero
in quello che dice e già questo di questi tem pi pare bastare.
Tuttavia bisogna certificare che nel giro di qualche m ese di
lezioni televisive dal tinello di casa Ciano le vendite del suo
principale libro, I Savoia e il m assacro del Sud , hanno
registrato una piccola im pennata, e il m altrattato pensiero sul
Sud e sul Risorgim ento in chiave colonizzatrice (perdipiù
collegato alle m em orie di una città-sim bolo com e Gaeta) è
80
passato da oggetto di sberleffo a oggetto di più attenta
considerazione, almeno presso la cerchia dei suoi concittadini.

«Una volta i colpi di Stato si facevano con gli eserciti, poi hanno
scoperto un mezzo molto più convincente e pacifico: la televisione. La
tv entra nelle case e nella testa della gente, in ogni ora del giorno e
della notte e ti fa m angiare e vestire com e com andano gli spot. Mi
ricordo che nel 1860 -61 i Savoia dovettero m andare 120 m ila soldati
per dom are i nostri patrioti chiam ati briganti dal regim e, i m orti
am m ontarono a un m ilione e fecero em igrare 25 m ilioni di miei
com patrioti in tutte le parti del mondo. Oggi, con la sua bomba
atom ica, la televisione, Berlusconi è sceso al Sud ed in Sicilia ha fatto
cappotto , ha vinto 61 a 0 contro i siciliani che lo hanno votato in
m assa. La tv convince la gente e così partimmo dallo scantinato»13.

È innegabile che non si può analizzare la specificità di TMO


prescindendo dalla specificità del personaggio Antonio Ciano,
che ne è lungam ente stato il fondatore e l anim a. Su di lui m olti
hanno rivendicato caratteri di estrem ism o o di ingenuità, e
spesso, nel m ezzo di discussioni e rivalità su quello che
dovrebbe essere il futuro della telestreet gaetana, egli ha
cercato di m ediare e di resistere. Nella sua visionarietà in cui
tutto si tiene: la sua arrogante parzialità, un onesta
presunzione gram sciana di espansione verso il popolo e
riscossa m eridionale, un rapporto che alterna diffidenza e
com plicità verso il potere e i suoi uom ini, il suo sudism o sem i-
nostalgico e sem i-furbesco. Com e che sia Ciano si è girato e
rigirato il territorio gaetano, specialm ente negli ultim i tre anni
con telecam erina alla m ano. Ha insistito a battere sulla
coscienza storica che sta alla radice di ogni luogo, fino a
cavalcare un certo passatism o. E così, nell im m aginario
paesano-m ediatico, è riuscito ad instaurare una com plicità
onesta, prepolitica e antipolitica, con la com plessità sociale. Il
fondatore di TMO dim ostra di aver capito bene i m eccanism i
delle notorietà televisiva, e trasform a i suoi apparenti punti

13M. Cochetti, intervista ad Antonio Ciano dalla tesi di laurea Da


Radio Alice a Telestreet. Una tribù che parla , Università La
Sapienza, Roma, 2004
81
deboli di dialettica razionale in punti di forza di fascinazione
com unicativa: il dilettantism o, la spregiudicatezza, la
dem agogia, il casareccio. Capisce che per bucare lo scherm o
occorre costruire e rendere riconoscibile il proprio
personaggio, con mosse e tic, esasperazioni e sottolineature. La
tv gaetana diventa, in buona parte, una sua tribuna da dove
dispensa consigli, am m onizioni, elogi della quotidianità, una
cornice in cui va in scena il suo presepe ideologico di m em orie
popolari e crociate contro la prepotenza nordista. Egli riesce (e
si diverte pure) a raccogliere tutto ciò che viene dal basso,
accettando i codici della visibilità e piegandoli ai suoi obiettivi.
E nulla sfugge. L instancabile Ciano, con l aiuto di altri suoi
collaboratori acquisiti, va nei vicoli del borgo a verificarne lo
stato di abbandono, trasm ette un intervista-choc con un
anziano avvocato antinuclearista che parla di incidenti taciuti
alla centrale del Garigliano, convegni sulla m afia e congressi di
vari partiti, Fahrenheit 9/ 11 di Micheal Moore in anteprim a
vantando l autorizzazione m orale del regista m a suscitando le
ire dei gestori del locale cinem a, i concerti del gruppo Briganti
di frontiera , le poesie catartiche del com ico di Zelig Flavio
Oreglio. Nell estate del 20 0 3 fa le sue inchieste balneari
m entre il m are di Gaeta è invaso dalle m ucillagini, girando dal
salottino clim atizzato sorbetto e brioche del lido Sirio
all atm osfera verace e spiantata del lido Pataté tra
im precazioni dialettali e zuppe di pesce, fino a infiltrarsi in un
raduno clandestino di nudisti e punkabbestia sulla spiaggia di
Torre Scissure per poi fuggirne inseguito. E ancora: la passione
per i Borbone e il viscerale antiberlusconismo, i corteggiamenti
alle hostess in piazza seguiti dai proclami di fedeltà alla moglie,
i ragazzi che lo applaudono per strada e le vecchine dei vicoli
che se lo sbaciucchiano, la proposta di boicottare il panettone
padano a favore dell orlandone gaetano, le coliche e le
labirintiti, il racconto di quando da giovane m arinaio regalò un
Vangelo a vecchi nazisti latitanti che stazionavano in un bar di
Lim a, le gite nelle cam pagne trascurate e le vendem m ie nelle
aziende vinicole, i giri in m acchina canticchiando canzoni di
Battisti eccetera. Quindi, anche se il ribattezzato Masaniello
dell etere talvolta ancora se ne esce con qualcuno dei suoi
82
vecchi e m uffi cavalli di battaglia (tipo: riaprirem o il carcere
di Gaeta per i traditori della Patria e per tutti coloro che hanno
profanato la Costituzione , oppure ci devono ancora i danni di
guerra del 1861, noi il regno savoiardo non lo riconoscem m o ),
il dato nuovo è che lo fa con l occhio puntato sulla telecam era,
insinuandosi nel discorso televisivo, usando spudoratam ente il
fattore destabilizzante popolaresco del suo personaggio.
Insom m a, sem bra aver capito pure lui, nel suo localissim o
mondo, le ferree leggi immateriali della comunicazione.

Nonostante la condizione precarie e le oggettive difficoltà, la


tv di strada gaetana riesce a trasm ettere regolarm ente circa
ogni sera, m ostrando le riprese di quello che succede in città,
senza m ontaggi o fronzoli o cure particolari, alternate allo
scherm o blu del trasm ettitore spento o a qualche collegam ento
diretto con canali satellitari. Infatti, a giudicare dai frenetici
scatti, riavvolgim enti di nastro e dalle icone ffw/play/rw che
com paiono veloci sullo scherm o, i secondi di stacco tra una vhs
e l altra dovevano essere m om enti di affanno per Ciano, il
quale certo non aveva tutti i torti se ogni tanto si stufava o
m agari era pronto in tavola e m etteva sulla solita Telepace o
su Rai Educational. Il 30 giugno 2003 un trionfale trafiletto sul
quotidiano locale Latina Oggi già rendeva onore alla Tv di
quartiere che sbanca gli indici di ascolto , e Ciano poteva
fieram ente annunciare al m ondo: «il m onopolio Rai-Mediaset
è stato battuto»14.

III.4 Evo lu zio n e d i vo ci e im m agin i n e ll e te re gae tan o

La seconda fase dell evoluzione di TMO può essere


gradualm ente individuata a partire da una novità, un
progresso dell im m aginario, uno strappo sim bolico, un
divertissem ent burlone condensatosi nell etere gaetano
durante un afosa notte di fine agosto 20 0 3. Quando la
telestreet gaetana abbandona il tinello di casa Ciano e si

14
E. Anelli, La tv di quartiere che sbanca gli indici d ascolto , Latina
Oggi, 30/06/2003
83
trasferisce definitivam ente nei suoi studi , i quali altro non
sarebbero che un paio di stanze tipo garage tre m etri per tre in
una zona residenziale tra la spiaggia e il centro cittadino,
gentilm ente concesse dalla sorella di Ciano. E com inciando
subito con una diretta sgarubbata e clandestina che si prolunga
quasi fino all alba, con gli spettatori che da casa telefonano
oppure inviano sm s oppure vengono direttam ente a fare una
capatina nello studio im provvisato. Il trasloco di TMO, difatti,
incoraggia dei necessari cam biam enti nella struttura e nel
linguaggio delle telestreet gaetana. Innanzitutto, in quelle
settim ane lo staff di TMO, finora ristretto alla buona volontà
del solo Ciano e del suo am ico antennista per il supporto
tecnico, si allarga all ingresso di nuovi elem enti: studenti
universitari che realizzano riprese e servizi, ex com ponenti di
radio libere anni Settanta che vengono a dare una m ano,
m usicisti che si offrono di scrivere colonne sonore eccetera.
Grazie a piccoli autofinanziam enti e condivisioni dei beni lo
studio si arricchisce pian piano di m igliori attrezzature per
registrare, m ontare e trasm ettere. Nelle prim e settim ane del
trasloco agli studi si susseguono m olte dirette im provvisate e
prove tecniche , con un flusso indistinto di argom enti e
frequenti dosi di autoreferenzialità (uso di telefonate e
continue dom ande verso il pubblico, del tipo: com è il segnale?
cosa vorreste vedere? che ne pensate di noi?), e pure qualche
brillante risultato concreto: quel cane di razza collie che era
stato sm arrito e fortunatam ente viene ritrovato dopo un
appello con foto in sovrim pressione; oppure quella signora che
passava davanti agli studi, è entrata, si è accorta che stavano in
onda, ha sorriso verso la telecam era e, con una sigaretta in
m ano, ha finito candidam ente per chiedere: Scusate il
disturbo, avreste m ica da accendere? . È in frangenti com e
questi che si conferm a la teorizzazione per cui «una gran parte
del significato sociale della tv non sta tanto in ciò che viene
diffuso, quanto nell esistenza stessa del m ezzo com e arena
collettiva».

In questo periodo, superata la fase iniziale di


sperim entazione, TMO raffina la regolarità delle sue
84
trasm issioni e m antiene un largo seguito di spettatori nella
popolazione gaetana. Trasm ette le voci delle persone e delle
strade, i consigli com unali e le operazioni per troppo tem po
taciute della politica locale, le partite e gli sport di provincia
(quelli esclusi dal m ercato e dai m edia), la critica alla società
spettacolarizzata, le lezioni di storia (m eridionale e italiana e
non solo) contro le continue m istificazioni del potere, le feste o
i convegni del paese, la vecchia ricetta del polipetto, il sindaco
strafalcione di Forza Italia, l intervallo con le pecorelle, e poi i
m ille censurati del Mediascape (che sia Dario Fo o che sia il
lavoratore disoccupato del piano di sotto). Man m ano che va
avanti nella sua evoluzione, la telestreet gaetana incontra
nuove difficoltà m a tenta anche di darsi una veste più stabile e
duratura, è la rivoluzione che cerca il m antenim ento di se
stessa. TMO rapporta il suo linguaggio a m odelli televisivi
esterni, aderisce a canoni già afferm ati. Si lavora
m aggiorm ente sul m archio TMO: che ricorre nelle brevi pre-
sigle che precedono i principali program m i, che si vuole
associare a valori di affidabilità, serietà, servizio alla
cittadinanza. Sulla tv gaetana, che per definizione non ha m ai
praticato pubblicità, com paiono degli spot e dei prom o di
alcuni program m i o della stessa rete. Alla fine del 20 0 4 (dopo
una lunga stagione di polem iche interne ed esterne alla
telestreet che culm ineranno con la costituzione di una regolare
Associazione TMO e di un conto corrente pubblico per i
finanziam enti) viene coniato lo slogan TMO. Noi siam o nati
liberi , associato in uno degli spot a solenni im m agini della
Terra vista dall universo com e nel celebre film 20 0 1 Odissea
nello spazio . Addirittura una volta si ritiene opportuno
dedicare un intera assem blea dei com ponenti di TMO per
stabilire uno stringato codice di com portam ento che vieta, tra
le altre cose, di elim inare il m archio sovrim presso in basso
sullo scherm o durante le trasm issioni. In un altra di quelle
assem blee viene proposta, e poi ritirata, perfino la nom ina di
un direttore artistico interno al gruppo. In realtà, m entre la
telestreet gaetana trova la capacità di stabilizzarsi com e
prodotto civico e perché no? m onetizzabile, la
fondam entale questione aperta al suo interno riguarda la
85
gestione, ed è un problem a politico prim a ancora che tecnico.
A cosa serve? Chi la gestisce? Chi si esprim e attraverso di essa?
Chi vi esercita un necessario controllo? Nel frattem po TMO
com incia a delineare percorsi m eno im provvisati: riesce a darsi
una bozza scarna ed essenziale di palinsesto diviso in base ai
giorni, e sulla stessa scia si producono dei veri e propri
form at in base alle varie esigenze. Insom m a è la stessa realtà
dei fatti che spinge i telestreettari gaetani a tenere nel conto i
dispositivi, i m eccanism i, gli ingranaggi della visibilità
m ediatica. Con i dovuti e spesso sottovalutati contraccolpi del
caso.

III.5 La partita di pallone

Le telecam ere di TMO com inciano a seguire le partite della


Polisportiva Gaeta, la locale squadra di calcio che m ilita senza
particolari glorie nella bassa classifica del cam pionato
Prom ozione. Nel tem po si form a una vera e propria redazione
sportiva che, ogni giovedì sera, realizza un program m a-
m agazine dalla durata di un ora interam ente dedicato agli
sport in am bito locale, anche con servizi accurati sui grandi
eventi com e nel caso dei m ondiali di vela svoltisi nel golfo di
Gaeta. Il titolo di questo form at è Sportissim o , che dalla
stagione 20 0 4/ 0 5 diventerà Giovedì Sport . La sigla sem bra
quella dei Novantesim o Minuto d antan, il conduttore in studio
Giam piero Arm enio è una sim patica m aschera allam panata
che non avrebbe sfigurato tra gli inviati di quegli stessi vecchi
Novantesim o, nell insiem e lo stile e l approccio risultano
estremamente più sobri e genuini rispetto ai modi esorbitanti e
nervosi dello sport e del calcio cui si è abituati sulle reti
generaliste. Vengono anche lanciate delle petizioni al Comune
per protestare contro la condizione precaria di m olte strutture
sportive e invocare la costruzione di un nuovo palazzetto dello
sport . Col passare dei m esi pure la partita di pallone della
dom enica, trasm essa in differita alle sette di sera, finisce per
produrre ottim i ascolti e adunate nei bar, con la gente che
sopratutto va di nuovo allo stadio per vedersela. È lecito
pensare che l im pegno sportivo di TMO si voglia proporre
86
com e unico e localissim o nucleo di resistenza a un universo
ludico e sportivo totalm ente schiavo delle grandi tv e del loro
riconoscibile padrone. Gli effetti non m ancano. Per il Gaeta
Calcio, giocatori così com e tifosi, la copertura televisiva è una
novità assoluta, che grazie alla passione degli operatori di TMO
va perfezionandosi con regie accurate, nuovi replay, inno
stereofonico, interviste al m ister nel dopopartita. Il
telecronista-tifoso Erasm o Di Perna, conosciuto col cognom e
d arte di Lom bardi, che di m estiere lavora in Polizia m a fin da
giovane si appassionò all em ittenza libera, diventa la voce
ufficiale dei tifosi e delle partite. In un crescendo di entusiasm i
calcistici, nella prim avera 20 0 5 la squadra gaetana m igliora i
suoi risultati arrivando a vincere la finale regionale di Coppa
Italia: l evento viene seguito con grande am baradàn
prom ozionale da TMO, riuscendo a provocare una
m obilitazione di tifo e feste di piazza senza precedenti nella
m agra storia calcistica locale degli ultim i anni. Legittim am ente
viene da chiedersi: i giocatori del Gaeta avrebbero vinto
com unque la Coppa senza una tale m obilitazione popolare
favorita dall operazione televisiva? Ci sarebbe stato com unque
questo inedito concorso di popolo a contribuirvi? Rim ane, a
parziale sigillo, l urlo di un tifoso (im m ortalato nel dvd
successivam ente realizzato dalla redazione sportiva e il cui
ricavato è stato destinato alla cassa di sostentam ento
dell em ittente), in dialetto: «C avite fa con Sky, venite alla
partita!».

III.6 Le d ire tte e le d e rive s pe ttaco la ri

Il form at che ha assunto una rilevanza centrale nel


palinsesto della telestreet gaetana, nonché nel ruolo sociale che
essa tenta di assum ere nel m icrocosm o cittadino, è diventato
quello della diretta . A partire dalla stagione 20 0 3/ 20 0 4,
abbandonate le iniziali e confuse sperim entazioni, essa assume
uno spazio definito e ben connotato, a cadenza settim anale e
nella fascia di prim a serata (con inizio alle ore 21,30 / 22 circa),
con il titolo di Diretta 22 e una sigla ben riconoscibile. Nelle
dirette di TMO vengono affrontati quasi sem pre argom enti di
87
attualità locale, con ospiti che variano a seconda della puntata
(consiglieri com unali di ogni parte politica, assessori,
presidenti di associazione, im prenditori, professori, cittadini a
vario titolo) e la possibilità per gli spettatori da casa di
intervenire attraverso telefonate o sm s. La scenografia è
piuttosto povera, la telecam era spesso fatica a staccare sui volti
dei protagonisti, e capita spesso di provare una sensazione da
Porta a porta allo stato brado. La diretta diventa il luogo
prediletto per incarnare l agorà televisiva di TMO e com unque
uno dei program m i m aggiorm ente seguiti dagli spettatori, non
senza rischiare qualche conseguente distorsione. Favorendo il
form at della diretta da studio, TMO non vuole porsi solo com e
occhio soggettivo sui fatti della città, m ano invisibile che
m ostra e connette le varie com ponenti sociali del villaggio,
bensì preferisce presentarsi com e una vera e propria cam era di
com pensazione tra la cittadinanza e l am m inistrazione, organo
di m ediazione e presunta equidistanza politica. L occasione è
com unque quella di una virtuosa contam inazione tra popolo e
pubblico, politica e telecom ando, partecipazione attiva e
passività da divano. Il rischio, non evitabile e forse non evitato,
è quello di passare dalla realtà senza m ediazioni al sim ulacro
della realtà. Tuttavia è proprio nelle dirette che si com prende
quanto TMO possa rappresentare per la società civile di Gaeta
una risorsa da conservare e da saper m aneggiare, perché
accende la critica, turba gli interessi consolidati, alim enta la
discussione che è il sale della dem ocrazia. E quanto i gestori di
TMO dovrebbero guardarsi dai rischi di una norm alizzazione
che a m olti non dispiacerebbe, m agari con la scusa della
professionalità e dell aplom b politico. Tuttavia, le dirette sono
un arm a a doppio taglio a seconda del m odo in cui vengono
architettate e gestite. Nella prim a stagione (20 0 3/ 0 4) il
giovane conduttore di Diretta 22 (il 27enne Andrea Brengola,
laureato in Beni Culturali e collaboratore di TMO) utilizza uno
stile m oderato e vagam ente m ellifluo, indossando le vesti di
un equidistanza form ale e passiva. Nella stagione successiva la
conduzione delle dirette viene affidata a Dam iano Ciano (figlio
trentenne del fondatore Antonio), che invece utilizza uno stile
più incalzante e pragm atico, a volte polem ico o saccente, e
88
soprattutto senza nascondere la sua consapevole faziosità
(anche com e iscritto e più volte candidato di un partito, i Ds)
m a senza m ostrare di approfittarne. In questi due anni si sono
visti esem pi ben riusciti di dirette, com e quelle post-elettorali
(per le elezioni provinciali 20 0 4 e regionali 20 0 5), alle prese
con cartuccelle di cifre e chiam ate dai seggi, il num ero di
telefono in sovrim pressione e le num erose telefonate di quelli
che volevano sapere il num ero di voti di un tale candidato in
una talaltra sezione. Oppure la diretta dedicata alla
divulgazione dei nuovi piani urbanistici appena approvati dalla
giunta com unale, con un geom etra in studio ad illustrare,
matita alla mano, le mappe paesistiche.

Ma ci sono state anche dirette segnate da polem iche o


disfunzioni. L esem pio più rilevante e m aggiorm ente oggetto di
dibattiti è quello di una disastrosa diretta col sindaco nel
febbraio 20 0 4. La diretta di quella sera si ridusse ad un quasi-
monologo del sindaco di Forza Italia (allora alle prese con una
situazione agitata di politica locale, com presa una crisi in
m aggioranza e l occupazione del consiglio com unale da parte
dei consiglieri d opposizione), con la visibile m ano del suo
addetto stam pa che gli passava foglietti di appunti per le
risposte e, fatto grave, un diluvio di telefonate taroccate , che
finivano per falsare spudoratam ente la percezione
dell opinione pubblica cittadina. Un sim ile episodio è stato uno
sm acco di im m agine per la telestreet gaetana oltre che, nella
m igliore delle ipotesi, una strum entalizzazione politica in
piena regola. Il risultato raggiunto, dopo questa trappola, fu
null altro che un totale degrado della realtà nell im m agine di
quella che am biva ad essere la sua rappresentazione diretta.
Tale al punto che, secondo gli um ori popolari, si registrò alle
cronache persino la telefonata della figlia del sindaco spacciata
per liceale 17enne, la quale innalzava il sindaco agli altari della
gloria am m inistrativa per aver dato ad un certo liceo una certa
palestra, che però nella realtà non esisteva, m entre esistevano
gli studenti di quel liceo che il giorno dopo riem pirono il forum
internet di im properi. Uno spettatore, sul forum di tm owatch
in internet, l indom ani scrisse: «Sarebbe il caso di valutare, al
89
di là di alcune critiche, certi m eccanism i televisivi. Penso che
trasm issioni com e quella di ieri debbano aiutare a capire ed
avvicinare i cittadini alla cosa pubblica, e non dobbiam o
correre il rischio di farle scivolare in una passerella m ediatica
di chi ha già a disposizione canali televisivi e quant altro».
Un autocritica che poi andò in scena sugli stessi scherm i di
TMO, sia in una successiva diretta, sia in una puntata di
Kitab , program m a sperim entale di analisi critica dei m edia
curato da un collettivo di studenti universitari e giovani
m ediattivisti. Kitab , in particolare, svolse un analisi
com unicativa in piena regola, poco gradita dagli stessi
com ponenti di TMO, trattando la diretta col sindaco di pochi
giorni prim a com e un autentico caso da m anuale a proposito
della deriva televisiva della telestreet gaetana, «il progetto
strisciante e non confessato di farne una televisione
com m erciale, di servizio am m inistrativo». A furia di lavorare
sul virus della pseudo-dem ocrazia per via televisiva, cercare
qualche com odo rifugio in m odelli tv già visti e collaudati e
inseguire la vanità dei politici di professione, insom m a è
accaduto che TMO abbia rischiato una deriva secondo i
peggiori canoni della tv che (alm eno nella parte più
consapevole del movimento telestreet) si desidera abbattere.

«TMO finisce col riprodurre la stessa distanza assoluta tra realtà e


im m agine propria della televisione, e tutto questo a causa di una
deriva sull equidistanza da form ato televisivo, di una m iseria di
capacità di analisi del contesto in cui la Telestreet opera, di
un accettazione del silenzio, di una suzione passiva delle regole dello
spettacolo, di un torpore m entale in cui il dispositivo della diretta
requisisce la stessa vitalità di Antonio Ciano. (...) Il risultato è l aver
gratificato le stanche natiche della popolazione spettatrice gaetana e
l aver m esso a sua disposizione un portentoso viva voce per
confessarsi con politici, bigotti e moralisti. Il risultato si raccoglie in
questa separazione com piuta tra realtà e im m agine, di cui la diretta
non è che il linguaggio ufficiale»15.

15Dal sito http://www.tmowatch.splinder.com , G. D Arienzo, Il caso


politico-m ediatico di TMO e la deriva spettacolare , 25/ 0 2/ 20 0 4
90
La posta in gioco di un tale dibattito sem bra essere la
sopravvivenza al tritacarne spietato dei m eccanism i televisivi,
pure se applicati alla piccola com unità gaetana. Dam iano
Ciano, in una diretta di quel periodo, disse: «La televisione è
un m ezzo caldo, e noi di TMO dobbiam o stare attenti,
dobbiam o com unicare e non farci com unicare». Il rischio
(forse sottovalutato) è quello di finire già nell estetism o
televisivo, nella chiacchiera fine a se stessa, trasform ando la
cittadinanza in una tele-m assa appagata dalle sue com odità. Se
una diretta com e quella in onda sulla telestreet arriva a
riprodurre le stesse dinam iche fraudolente di un talk show o di
un Porta a porta qualsiasi (oltraggio!), e senza nem m eno
dim ostrare di accorgercene, vuol dire che le ferree leggi
dell im m agine tv hanno vinto di nuovo. Ma che noi, e di nuovo
con le nostre velleità e buone intenzioni, siam o spacciati. A
titolo esem plificativo, potrebbe bastare quella straordinaria
am m issione che il sindaco gaetano, con la sua oratoria
sgangherata m a efficace, offrì in quella m em orabile diretta,
tentando di giustificare e sm inuire la crisi politica di casa sua:
«Ma i cittadini a livello nazionale, con tutte le televisioni che ci
sono, se ne sono accorti che c è stata una forte crisi nel governo
e nella m aggioranza? Secondo m e, hanno altro cui pensare».
Chissà, forse erano impegnati a guardare la tv.

Com unque, pur districandosi tra le trappole del linguaggio


televisivo e qualche incidente di diplom azia politica, le dirette
settim anali della telestreet gaetana si sono conferm ate com e la
tribuna più alta e più seguita per com unicare con la
cittadinanza. I politici locali, da destra a sinistra, fanno a gara
per intervenire. Ed è in quella sede che TMO illustra i suoi
problem i, invoca l aiuto dei cittadini, m anda m essaggi politici,
rivela le m inacce ricevute, diffonde le ultim e notizie sul
circuito delle telestreet. Non è un caso se nella serata già
utilizzata per la diretta si concentrino videoclip e servizi (di
stam po cronachistico o satirico o culturale) realizzati dalla
redazione di TMO. Inoltre, dal gennaio 20 0 5, Diretta 22 è
preceduta da un breve program m a di inform azione intitolato
Settegiorni 7 Rotocalco della settim ana : in poco m eno di
91
m ezzora si susseguono un breve som m ario e vari servizi film ati
su avvenim enti dell ultim a settim ana nella città di Gaeta,
talvolta curati da firm e del giornalism o locale. Altre volte la
voce fuori cam po si lim ita a leggere notizie o com unicati
stam pa di istituzioni e associazioni, specificandone
correttam ente la provenienza. Un altro tentativo di fornire un
servizio agevole per riassum ere l inform azione della città,
ricorrendo a formati tipicamente televisivi.

III.7 Kitab, o vve ro l an ti-te le vis io n e in o n d a s u TMO

Per un certo periodo di tem po, all interno del palinsesto e


del gruppo creatore di TMO, trova spazio anche un collettivo di
serrata critica intellettuale al sistem a m ediatico, predicatori
dell anti-televisione all interno di una m inuscola rete tv,
prim a che essa stessa non finisca, a loro avviso, per riprodurre
i m eccanism i che loro stessi cercavano di com battere. Kitab
lo sterm inio dello spettacolo rappresenta un collettivo di
ragazzi e studenti di varia estrazione guidato da Gabriele
D Arienzo, studente e ricercatore all università di Cassino,
nasce nel m arzo 20 0 3 attraverso TMO, «operante nel cono
d om bra della frequenza uhf 42 di Gaeta e nella rete nazionale
delle televisioni di strada», e conclude la sua esperienza nel
luglio 20 0 4, poche settim ane prim a che lo stesso D Arienzo
abbandoni il gruppo dei fondatori di TMO che si stavano
costituendo in Associazione. Kitab si presenta inizialm ente agli
spettatori di TMO com e «un interruzione del vostro vissuto di
vita apparente». Nelle prim a puntate si inizia con una sigla
m ontata con fram e veloci di Bush, Saddam e Bruno Vespa, e
con am bientazione del program m a in una tenda sul m ar
d Azov scam pati all orda di Tam erlano. Dicono: «La tenda
richiama la cultura del nom adism o e della defezione, che è la
nostra cultura. L idea di una terra di confine della
com unicazione, di qualcosa che si può costruire fuggendo dalla
com unicazione. Noi m odifichiam o le condizioni in cui la
com unicazione si svolge, anziché subirle». A Kitab, nel tem po,
si parla di legge Mam m ì, segreto di Stato, m assoneria,
inchieste sulla storia recente italiana, situazionism o,
92
condizione fem m inile, si organizzano proiezioni di film oppure
si trasm ette lo scherm o blu . Blu com e appariva il video di
TMO prim a che gli spazi m orti delle trasm issioni venissero
riem piti con l utilizzo del collegam ento a canali satellitari
gratuiti, «com e il blu centripeto di Alexander Scriabin, indice
di un fuori program m a e di un program m a fuori sesto,
condizione di potenza di qualcosa che si può fare, m a che non
si è ancora fatto perché il paese è abbastanza tollerante con
m ariom erola». Kitab era questo m a pure il film Boogie
Nights di Anderson m andato in onda la sera di un Capodanno
al posto della videocassetta di auguri preregistrati a
ripetizione, pure l analisi sem io-politica della fallim entare
diretta col sindaco , pure lo spostam ento o la cancellazione
del logo TMO nello spazio di m essa in onda, tutte cose che
provocarono arrabbiature e m aldipancia in alcune parti di
TMO che già ci tenevano a sentirsi più istituzionali . Nei
program m i teorici di Kitab c è m olto Debord e qualche
residuo di Marx, c è la sem iotica e la psicanalisi. C è una
com ponente tendenzialm ente situazionista ed una a m aggiore
vocazione pedagogica. All inizio si usava com e scenografia un
sem plice telo bianco, poi si è passato ad un telo scuro, due
sedie gotiche, un televisorino rosso e l inquadratura sbilenca,
altre volte ancora c era solo la voce fuori cam po su im m agini
varie, m agari di qualche film d avanguardia. Da un punto di
vista televisivo è probabile che si inventi ben poco di nuovo,
rielaborando suggestioni ghezziane e divertendosi a
sperim entare, in un m odo com unque particolare e tutt altro
che conform ista, sull uso di un giocattolo televisivo dalla
copertura di m igliaia di persone com e la telestreet gaetana. Il
linguaggio di Kitab si vanta di non contam inarsi con quello
spettacolare, di avere una struttura autonom a anti-televisiva
e di usare lo stesso m ezzo televisivo solo in qualità di canale-
contatto con i soggetti dall altra parte dello scherm o. La
program m azione di Kitab produce nel pubblico reazioni assai
diversificate e spesso anche feroci. Nel corso di una puntata
D Arienzo rivela: «Il nostro obiettivo è quello di distruggere la
televisione... lasciam o perdere che poi le m asse telespettatrici
gaetane si appassionano di più ai consigli com unali da Burkina
93
Fasu o ai m onum enti nascosti...». Non tutti com prendono o
gradiscono. Per esem pio, il gruppo d ascolto di giovani
universitari che viaggia ogni m attina sull autobus per Cassino,
com e riferito da un redattore di Kitab, è diviso tra chi pensa
che sia robba da com unisti e chi esclam a cheppalle . Questo
si rivela, in fondo a m olti discorsi, un punto decisivo anche per
la sinistra o, in genere, per il pensiero intellettuale sulla tv: che
deve decidere se le persone siano m igliorabili o em ancipabili
dai loro egoism i e dalle loro m eschinità attraverso una
redistribuzione della ricchezza e della cultura, oppure no. Se,
insom m a, gli spettatori delle cose più bieche della televisione
berlusconizzata siano recuperabili, oppure no. Sta scritto nei
titoli di coda di Kitab:

«Nella società in cui tutti i m ezzi di com unicazione hanno


organizzato scientificam ente l ignoranza di ciò che succede e l oblio
di ciò che siam o venuti ugualm ente a sapere, la sola risposta è la
proliferazione di spazi spettacolari autoprodotti com e Kitab. Kitab
non rende conto che alla società reale. Innervato nella battaglia
dem ocratica e libertaria delle telestreet, Kitab ha preso l incarico di
sm ascherare i funzionari del potere videocratico che attraverso il
m onopolio rai-m ediaset praticano la disinform azione
program m atica, cospirano ai danni del dem ocrazia ed esprimono il
nonsenso mercantil-spettacolare della nostra epoca dietro ordini.
Kitab non vende. Per questo i portatori delle istanze di Kitab sono
pessim i m aestri di com unicazione. Se Kitab è ancora parsim onioso
nella distribuzione del suo disprezzo è soltanto a causa del gran
numero di bisognosi»16.

Nonostante rischi di apparire com e un gruppo di


venti/ trentenni che giocano a fare gli intellettuali, nonostante
la criptica accigliosità di certi concetti e il dichiarato snobism o
verso ogni form a di professionalità televisiva, si può sostenere
che Kitab abbia rappresentato, finché è durata, un im portante
serbatoio di risorse teoriche e intellettuali per una TMO che
spesso rischiava di ridursi al servizio am m inistrativo, alla

16Dal sito http://www.tmowatch.splinder.com, estratto dai titoli di


coda di Kitab su TMO, febbraio 20 0 4
94
cronaca spicciola, all isolam ento dalla rete delle telestreet e di
altre correnti del m ediattivism o. Kitab ha sostenuto, con un
am pio arco di riferim enti teorici, il ragionam ento secondo cui
la com unicazione non è solo un m edium bensì un luogo
precondizionante, una struttura di produzione sociale.
Nell ottobre 20 0 3 fu proprio Gabriele D Arienzo a nom e del
collettivo Kitab ad elaborare su queste linee il prim o e l unico e
addirittura il quasi ripudiato m anifesto teorico di TMO.

«Molti a Gaeta non hanno ancora capito cos è TMO, e ci attaccano in


m odo pretestuoso; m olti altri stanno iniziando a capire. Potremmo
iniziare per esclusione. Cosa TMO non è. Non è una operazione
com m erciale. Non è mercantile. Non è spettacolare. Là dove nella
com unicazione e nell inform azione si installano com m ercio m ercato
spettacolo, praticam ente sem pre e ovunque in m odo concentrato e
diffuso sulla televisione di stato e di famiglia (non c è più differenza)
è operante una funzione che fa lavorare lo spettatore senza
retribuzione. Senza salario. Si chiam a sfruttamento da lavoro
im m ateriale. (...) Cosa non è TMO allora. Non è un esecutrice dei
circoli di potere, ed è certo che non lo sarà fintanto che non ci sarà la
pubblicità. Non è un operazione di partito o di chiesa. È
un operazione autonom a della società reale che non rende conto che
a se stessa, attraverso l attività dei suoi volontari. Qualcuno vorrebbe
che diventasse un operazione di partito, di lobby, di chiesa, qualcuno
si è fatto avanti con vile offerta di caro porcina. Qualcun altro ci sta
provando politicamente. Ma chi ci ha provato e ci sta provando deve
sapere che l indipendenza di TMO è garantita dall autonom ia chi vi
opera e dalla capacità di autoregolazione interna. (...) TMO è
innervata in questa cam pagna politica che diventa im m ediatam ente
cam pagna sociale, battaglia di civiltà contro un sistem a della
com unicazione e dell inform azione occupato da un soggetto
possessore e decisore, che organizza l ignoranza e la sottom issione
psicologica delle m asse spettatrici italiane. TMO non è un operazione
di rappresentazione territoriale, un servizio al territorio, come spesso
si afferm a con sciatteria intellettuale o, peggio ancora, con m ala fede,
nel m isero tentativo di far rifluire l istanza rivoluzionaria e sovversiva
della televisione libera. TMO, in quanto televisione libera, non è un
occhio sereno sul m ondo. Perché il mondo non è libero. TMO non
trasm ette per m ostrare Gaeta così com è. Chi vuole vedere Gaeta così
com è, può alzare le stanche natiche dalla poltrona e fare un giro
sotto i bastioni, in consiglio com unale o dove gli pare: chissà che non
95
scopra da solo Gaeta com e sta diventando. TMO non esiste per
informare su quello che accade nel territorio. Non esclusivamente. Se
così fosse, ci aspetterem mo di essere pagati, come tutti i funzionari
m ediali che non si rispettano a questo m ondo, appunto perché
m arciano dietro stipendio: e se noi dovessim o svolgere un servizio
asettico e positivo per la città nelle sue generalità, ci aspetteremm o
anche che piovesse denaro per reintegrarci del tem po di vita speso a
m ostrare la città nelle sue generalità. Mostrarla a chi poi? A una
popolazione spettatrice che già da tempo, a Gaeta, m a non solo, ha
perduto completamente la capacità di vedere. (...) Allora noi
facciam o politica, e TMO fa politica, e le televisioni di strada fanno
politica, per la libertà concreta dell espressione e della creazione
individuale: per la libertà del tem po di attenzione sociale. E contro
un sistem a ufficializzato di reati politici e sociali, che oggi trovano
espressione nel padrone di un m onopolio, e dom ani troveranno
espressione in un altro argom ento, in un altro esecutore del regno
insensato dello spettacolo» 17.

A detta dello stesso autore, il fu Manifesto di TMO non


rappresenta più la realtà della telestreet gaetana, m a già
all epoca fu oggetto di accesi contrasti all interno della
redazione. Qualcuno ne contestava l eccessiva
politicizzazione , altri puntavano il dito contro un supposto
elitarism o al lim ite del disprezzo nei confronti dei
cittadini/ spettatori, i quali sarebbero considerabili, al
contrario, com e utenti da rispettare e verso cui istaurare
rapporti di serena fiducia. Queste divisioni rispecchiavano
l assoluta eterogeneità delle visioni e dei background culturali
all interno del gruppo fondativo di TMO (com e pure nel
m ovim ento generale delle telestreet italiane). Molti all interno
di TMO guardavano con sospetto alla riflessione teorica e agli
slogan più eversivi, ritenendoli quasi un tradim ento alla loro
pratica quotidiana, alle m ani sporcate nel reale. Soprattutto ci
si com inciò a rendere conto della sostanziale ingannevolezza
del m ezzo televisivo, un esercizio di tem po fram m entato dove
nessuna interpretazione può davvero considerarsi l unica, e
tantom eno la m igliore. Dunque l antidoto possibile può essere

17
Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , Il fu Manifesto di
Telestreet/ TMO secondo Kitab , ottobre 20 0 3
96
solo quello di considerare la tv com e addizione e non
sottrazione, evitando l ansia di ridurla ad essere un m ezzo
asettico e beneducato, sterilizzato dal virus delle idee e delle
passioni.

III.8 Co m e l An e llo d i Fro d o : po le m ich e , s abo ta ggi,


scissioni

Crescendo in organizzazione, am bizioni e rilevanza,


perlom eno cittadina, la storia della telestreet gaetana si è fatta
sem pre più m ovim entata. D altronde disporre in paese di una
voce ascoltata dai cittadini, che si esprim e in m aniera
autonom a e spesso critica, è una cosa che può dare fastidio a
m olti. Soprattutto in una realtà locale dove il deficit di
inform azione è cronico e le strutture della società civile
piuttosto risicate. E com unque, tra attacchi esterni e sabotaggi
interni, arriva il m om ento in cui sem bra di avere a che fare con
l anello della Com pagnia di Frodo , com e nota con am ara
ironia Dam iano Ciano. «Il suo potere sem bra essere più forte
della stessa volontà di chi lo usa. La sovra-esposizione video fa
si che si avverta un senso di onnipotenza. Forse non è possibile
gestire un mezzo così potente»18.

Il prim o caso politico di una certa rilevanza m ette al


centro dell attenzione i rapporti della telestreet gaetana con
l autorità com unale, incassando un colpo proprio nel
patrim onio che sem bra stare più a cuore a m olte com ponenti
di TMO, quel ruolo di servizio pubblico-com unitario cui pare
parzialm ente votarsi. Nel giugno 20 0 4 il sindaco Magliozzi, a
capo di un am pia e spesso litigiosa m aggioranza di
centrodestra, im pedisce alle telecam ere di TMO le riprese del
consiglio com unale, salvo ricredersi qualche giorno dopo a
causa delle proteste dei cittadini, della stampa e dei partiti.

18Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , D. Ciano, TMO è


com e l Anello di Frodo , 15/ 0 9/ 20 0 4
97
«Si sapeva, no? Che a furia di giocare alla televisione e al potere,
prim a o poi si sarebbe passati per quella fatidica parola. Censura. Ah,
finalm ente! Passate le elezioni e arrivati i prim i caldi, la polem ica è
deflagrata. La telestreet gaetana trova la sua degna collocazione
dram m aturgica, tra l incazzatura stile Santoro e la rivolta paesana» 19.

Il caso del consiglio com unale oscurato, pure se sventato


agilm ente nel giro di un finesettim ana, aveva dim ostrato con
chiarezza quali fossero le potenzialità e i lim iti dell em ittente
gaetana, a quel punto della sua storia. Da un lato l estrem a
fragilità del rapporto con le istituzioni, nei casi in cui ci si
proponga di inform are i cittadini in m aniera autonom a e senza
accettare im brigliam enti politici di nessun tipo, oppure
rifiutandosi di ridurre il proprio com pito a quella di sem plice
portavoce dell operato istituzionale o, peggio, delle vanità
am m inistrative. Uno stato di cose che pone seri interrogativi
sulle ipotesi di creare canali com unitari ufficialm ente
riconosciuti dalle am m inistrazioni locali, senza fornire
specifiche garanzie sul loro grado di autonom ia editoriale e
politica. Dall altro lato questo episodio ha dim ostrato pure, per
la prim a volta, la risonanza che TMO è riuscita a produrre
nell opinione pubblica cittadina e com e abbia contribuito
all esigenza di una nuova m isura nella stessa vita pubblica.
Fondata su una m aggiore trasparenza delle azioni m a al
contempo su una m aggiore attenzione ai m eccanism i
dell im m agine (e non sem pre uno dei due fattori im plica
l altro, anzi). «Non vi fidate? E che devo fare, devo m ettervelo
per iscritto?» sbraitò il sindaco forzista telefonando in diretta.
Tuttavia, è nell estate dello stesso anno che TMO entra in una
crisi che rischia di travolgerla com pletam ente. Fra riunioni
agitate e dissensi interni il gruppo dei m em bri fondatori di
TMO tenta di costituirsi com e Associazione. Nel luglio 20 0 4 il
collettivo Kitab guidato da Gabriele D Arienzo, che
collaborava con TMO, si scioglie, esprim endosi con queste
parole in una videocircolare di scissione : «noi siam o sem pre
stati interessati a form e di collaborazione con soggetti e gruppi

19Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , Così TMO si scoprì


vittim a del Sindaco Censore , 22/ 0 6/ 20 0 4
98
autonom i, purché collocati in un am biente di operazione
pratica autonom o, e desiderosi di costruire e diffondere
prodotti inaccettabili per questo spettacolo... la televisione non
è m ai stata considerata da noi com e un fine, m a com e un
m om ento di un'attività storica, e la forza delle cose ci porterà
ancora a provarlo». Ma all interno del gruppo della telestreet
gaetana si accum ulava un grum o di incom patibilità culturali,
dissensi politici sul futuro della tv di strada e rancori che
precipitavano ad un livello assolutam ente personale. Verso
Ferragosto, D Arienzo (ex collettivo Kitab) è costretto ad
abbandonare TMO e la costituente Associazione, dopo un
durissim o scontro al lim ite dell epurazione . In tutto ciò si
registrano anche episodi di im pagabile em blem aticità, com e
quando in una di quelle concitate assem blee D Arienzo
definisce, rivolto agli altri m em bri di TMO e pure a se stesso,
puttane chiunque appaia in video e così perda il controllo
della sua im m agine. Un ragionam ento quasi baudrillardiano,
insom m a. E successe il finim ondo non si offende la morale:
indignazioni som m e, solennità di sguardi e m oniti, non
v azzardate a darci della puttana, noi siam o gente am m odo,
eccetera. Il terrem oto che scuote davvero la casa di TMO però
arriva nel m ese di settem bre 20 0 4. E inizia con un durissim o
com unicato alla cittadinanza , letto da Antonio Ciano in
persona, con solennità e sguardo serio, in piedi sulla piazza di
fronte al Municipio (sapiente presenza scenica, tutto
sommato).

«Nei giorni scorsi, la libertà di inform azione sancita dalla


Costituzione italiana all articolo 21, al quale TMO si ispira, ha subito
il proditorio attacco da parte di alcuni loschi figuri che, trincerandosi
dietro la loro apparente facciata di perbenismo e liberalità,
m anovrando nell ombra, in qualità di apprendisti burattinai, hanno
dato m andato ai loro infiltrati prezzolati di far tacere la voce della
libertà di Tele Monte Orlando. Quello che tutti hanno pensato fosse
un sem plice guasto, si è rivelato il più sporco, disonesto, perfido,
99
tentativo di sabotare il nostro im pianto per spegnere la vostra
voce»20.

Il com unicato, m ettendoci un carico da undici in retorica,


parlava di giuda e di burattinai , traditori della causa e
attacco all ultim a roccaforte della libertà , prezzolati killer da
strapazzo, che hanno com e unico scopo quello di uccidere la
nostra televisione, invece di liberarsi dalle catene che li
tengono legati al loro sciagurato m andante . Da due settim ane
il canale 42 di TMO era m isteriosam ente oscurato, e stavolta si
parlava sul serio di sabotaggio . Ciano non faceva nom i, né
dei presunti killer né dei presunti m andanti della
scom parsa della sua em ittente. Ma ce n era abbastanza per far
dilagare la polem ica e il pubblico processo. Accuse pesanti, con
l aggravante dell offesa all audience (d altronde qui si gioca con
la tv): sabotaggio agli im pianti di trasm issione, contatti con
personaggi delle istituzioni o dell im prenditoria locale a cui
l indipendenza della telestreet gaetana dava fastidio e con lo
scopo di zittirla o norm alizzarla , tentativi di corruzione, un
piano per estrom ettere il sovversivo fondatore Ciano,
promesse di finanziamenti e protezione legale. Il caso porterà a
espulsioni, dim issioni e scissioni di alcuni soci, e ad una
ridefinizione della struttura di TMO scam pata al pericolo .
Soprattutto si dim ostra com e la telestreet gaetana abbia
assunto, nel suo piccolo, una dim ensione non solo m ediatica
m a anche istituzionale, econom ica, sociale. E insom m a, per
quanto TMO sia una bella risorsa di attivism o dem ocratico
applicato al m ezzo televisivo, è anche vero che da troppo
tem po i suoi com ponenti giocavano la loro partita con il
m inestrone della politica e il populism o m ediatico. Da troppo
tempo si atteggiavano da svampiti comedians m entre attorno a
loro si lisciavano i m anganelli del regim e e si apparecchiava la
tavola degli interessi di bottega. All inizio di ottobre TMO
torna in onda nell etere gaetano, sem pre guidata da Antonio
Ciano, dal figlio Dam iano e da un m anipolo di leali e superstiti

20 Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , TMO: com unicato


alla cittadinanza , 0 9/ 0 9/ 20 0 4
100
collaboratori. Si annuncia di proseguire lungo la strada di
un em ittente sostanzialm ente com unitaria , al servizio della
città m a richiedendo finanziam enti diretti e trasparenti ai
cittadini per m andarla avanti. Viene aperto un conto corrente
pubblico, che raccoglie i prim i m ille euro in m eno di un m ese,
e si inaugura la vendita su richiesta di videocassette coi
program m i dell em ittente.

«La verità è questa: TMO nasce come una tv libera, che non può
avere orari e tem pi contingentati e m isurati con il cronom etro
proprio in virtù di questa disponibilità totale alle istanze della città.
Tagliare un evento o trascurarlo tradirebbe lo spirito con cui è nata.
(...) Non aprirem o m ai alla pubblicità. Significherebbe sottoporsi
dopo breve tem po alle richieste degli inserzionisti. Quanto alla
politica, il sindaco Magliozzi ha dichiarato di essere disponibile a
sposare la causa della Tv di Com unità. Ben venga. Noi non
apparteniamo né a m aggioranza né a opposizione. Non abbiamo
colore politico. Siam o della gente. Se l'am m inistrazione concederà
m ezzi e fondi, come già accade in altre zone d'Italia, sarà denaro
pubblico per la gente. (...) Da chiunque vengano finanziam enti
accettiamo, m a senza cedere al com prom esso. (...) Insomm a,
cerchiam o di dare vita ad un sistem a e ad un m odo di com unicare
nuovo che appartenga a tutti i cittadini del Golfo. (...) TMO è la
televisione del popolo. Di Gaeta. Presto tante altre antenne
cresceranno. Il futuro dice street tv»21.

Dunque TMO continua a trasm ettere, col sostegno popolare


certificato a m ezzo raccolta fondi e ancora qualche piccolo
elem ento di disturbo. Nel novem bre 20 0 4, per esem pio, alcuni
collaboratori usciti o espulsi da TMO durante le recenti
polem iche sul sabotaggio fondano un altra em ittente
cittadina e senza autorizzazione. Inizialm ente è denom inata
Golfo Sport Tv e si presenta com e un canale tem atico per
seguire gli eventi sportivi nell am bito locale, poi si eclissa e
rinasce un paio di m esi dopo, giusto a ridosso delle elezioni
regionali, col nom e di Golfo Tv e intenzioni più generaliste,
infine scom pare definitivam ente e senza tanti clam ori. Il

21
A. Ciano intervista da A. Anziano, Presto sarem o Tv di Com unità ,
La Provincia, 21/09/2004
101
progetto non decollato di questa tv locale alternativa sem brava
però allontanarsi dalle dinam iche della telestreet, e addirittura
si è coltivato il dubbio che si trattasse di una strategia
concordata ad altri livelli, per favorire localissim i interessi di
politica o di econom ia e svuotare la concorrenza pericolosa di
TMO. Specialm ente con l avvicinarsi delle cam pagne elettorali,
la telestreet gaetana si ritrova oggetto di pressioni politiche e
polem iche di vario tipo. Nel febbraio 20 0 5 alcuni politici di
m aggioranza lanciano accuse di m anipolazioni e parzialità
per le riprese del consiglio com unale (effettuate in m aniera il
più possibile integrale e sem pre senza alcun rim borso o
contributo ufficiale). Dam iano Ciano, presentando qualche
diretta serale, avvisa i telespettatori: «Non date m ai per
scontato che dom attina questa em ittente ci sarà ancora. Ci
sono persone che tutto questo non lo vogliono, non vogliono
che i cittadini siano com pletam ente inform ati, m agari
qualcuno ci vorrebbe spegnere un altra volta m a noi cerchiam o
di resistere». Sotto elezioni (e può capitare che qualche
m em bro di TMO sia candidato, com e per Antonio Ciano nel
20 0 5 alle regionali, o il figlio Dam iano l anno prim a alle
provinciali, entram bi non eletti) TMO si im pegna
pubblicam ente a trasm ettere appelli o com izi o dibattiti di
candidati di qualunque parte politica. «Dem ocrazia significa
non abusare dei propri m ezzi, a differenza di ciò che fanno
altre televisioni» com m enta Antonio Ciano. E il figlio rivela
l intensificazione di «m inacce e pressioni, a volte velate, a volte
m eno» di natura politica. Negli stessi m esi di inizio 20 0 5 i
sette soci fondatori di TMO si danno una struttura regolare alle
spalle della telestreet costituendo un om onim a Associazione di
prom ozione sociale. Erasm o Di Perna è nom inato presidente.
«TMO è un associazione che non ha fini di lucro e opera
esclusivam ente per fini di solidarietà sociale», recita lo statuto,
che segue l esem pio di altre tv di strada italiane che già hanno
adottato la form a di associazione per il loro gruppo. Infatti
com e tutte le associazioni di prom ozione sociale, anche quella
di TMO dovrà attenersi ai principi di assenza di fini di lucro,
dem ocraticità della struttura, elettività e gratuità delle cariche
sociali. Nel capitolo degli scopi dichiarati TMO si richiam a alla
102
Costituzione italiana, all inform azione libera, non condizionata
dal m ercato e partecipata dai cittadini, alla salvaguardia da
conform ism o e appiattim ento m ediatico. In particolare:
«promuovere la socialità, la cultura, l arte, l inform azione
riguardante particolarm ente, anche se non esclusivam ente, il
territorio» e «sviluppare form e di com unicazione volte a
valorizzare il vissuto storico, sociale ed in particolare
m eridionalista del territorio», senza escludere la
«collaborazione con gli Enti locali, attraverso la stipula di
apposite convenzioni».

«Art. 2 - L associazione persegue finalità di comunicazione e di


inform azione sociale, um ana, civile, culturale, di ricerca storica e di
ricerca sperim entale nel cam po delle tecnologie m ediali. (...)
L'associazione ha per scopo l'elaborazione, promozione, realizzazione
di progetti per la com unicazione, di solidarietà sociale, ed anche di
attuazione di iniziative socio-educative e culturali. Lo spirito e la
prassi dell'associazione trovano origine nel rispetto dei principi della
Costituzione Italiana che hanno ispirato l'associazione stessa e si
fondano sul pieno rispetto della dim ensione um ana, culturale e
spirituale della persona. In particolare l associazione intende volgere
la propria attività alla riafferm azione dei diritti di libertà di pensiero
e di espressione, perseguire la libera creazione individuale affinché la
com unicazione e l inform azione siano proposti come parte
fondam entale dei diritti della società civile; contribuire alla
realizzazione di una società dem ocratica che disponga di un sistem a
d inform azione libero, non condizionato dal m ercato,
qualitativam ente ed eticamente alto, partecipato dai cittadini ed essi
aperto; fornire strum enti culturali al cittadino che lo pongano al
riparo da un uso mediatico che induce al conform ism o,
all'appiattimento del tenore critico dei cittadini»22.

La telestreet gaetana continua la sua avventura, tra m ille


incertezze m a con un buon num ero di cittadini gaetani che la
sera ci tengono assai a prem ere il telecom ando sul tasto di
TMO e vedere cosa succede. Oggi trasm ette ancora con

22
Statuto dell Associazione di prom ozione sociale Tele Monte
Orlando , regolarm ente depositato presso gli uffici del Com une di
Gaeta, 2004
103
regolarità, dedicando m olta attenzione alle faccende di paese e
alla storia m eridionalista, m a anche lasciando un cospicuo
spazio a docum entari di attualità italiana e m ondiale.
Rivendicando, allo stesso tem po, di essere com unitaria e
battagliera, illegale m a riconosciuta, di richiam arsi al neutrale
spirito di servizio e allo stesso tem po praticare la sana
im pertinenza verso il potere. Forse con m eno azzardi e m eno
creatività di una volta, m inore spirito corsaro e più
professionism o cittadino. Però m eglio di niente. Il fondatore
Ciano, che am a definirsi brigante dell etere , scrive: «Nessuno
può distruggere TMO, perché TMO non è soltanto un
trasm ettitore di onde visive m a è soprattutto una idea che
invaderà prim a Gaeta e poi l Italia intera. L'assalto concentrico
dei nem ici della cultura m eridionalista ed um anista non
ucciderà le idee, anzi le rafforzerà. Lo sappiam o, forse saremo
destinati al m artirio, m a forse no, la vita è fatta a scale, c'è chi
sale e chi scende e nessuno può distruggere l'idea
rivoluzionaria di libertà»23.

III.9 Il m e d ias ca pe s o tto Mo n te Orla n d o , lo cale e


s itu azio n is ta

Analizzando il caso TMO risulta chiara fin da subito la sua


specificità. Per quanto attorno all alone delle telestreet e al
rapporto tra globalism i e localism i nell evo della post-
televisione si possano evocare m olte e interessanti sensibilità
culturali e paradigm i teorici (com e pure in questa sede
proviam o a fare), bisogna capire che non basta questo a
m obilitare le m asse né le psicologie collettive. Per produrre il
coinvolgim ento ci vuole qualcosa o qualcuno che susciti dal
niente un energia psichica, che possa provocare un em ozione,
un desiderio, un turbam ento civile, un orgasm ino politico. È
quello che m olta cosiddetta società civile in preda allo
sm arrim ento chiede inascoltata da tem po, arrivando poi a
provarle tutte. Ebbene, nel ventre m olle della popolazione

23Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , A. Ciano, TMO


contro l Im pero del Male. Ma non si uccidono le idee , 0 6/ 12/ 20 0 4
104
spettatrice gaetana si è verificato un fenom eno che nessuna
altra telestreet ha raggiunto, perlom eno con questa
durevolezza. TMO ha creato un bisogno collettivo, e pure il suo
carism atico prim attore Ciano è stato parte in causa della
m agia che si profonda dalla televisione , trasferendo le vacue
ciance dell am m inistrazione e un certo guardonism o popolare
dentro il calderone di un sabba politico-com unicativo in cui
tutto occorre e da cui divenire dispensatore dell energia nel suo
villaggio. Il fascino del fenom eno TMO, osservandolo passo
passo e da vicino, com e il sottoscritto ha avuto possibilità di
fare, è proprio nel riprodurre l alchim ia im m ateriale della
com unicazione catodica e, al tem po stesso, m antenersi com e
una cosa estrem am ente sem plice e casareccia. Com e sostenuto
in una puntata del program m a Kitab , «TMO ha agito sul
rapporto significante/ significato degli spettatori gaetani», m a
ci si accorge subito com e essa non è più solo faccenda
semiotica ma anche istituzionale, economica, sociale.

«Quando non avevam o questa risorsa nessuno aveva paura di noi,


oggi il sottoscritto è diventato il pericolo num ero uno, m a per chi?
Non certamente per i nostri contadini e pescatori, non certam ente
per i nostri operai, non certamente per i nostri giovani costretti
all em igrazione... Abbiamo m andato in onda servizi pericolosi per il
regim e, servizi sulla m afia, sulla centrale nucleare del Garigliano che
produce leucem ie e tum ori, abbiamo m andato in onda i consigli
com unali della nostra città, e qualcuno com incia ad aver paura. Noi
non filtriam o niente, m andiam o in onda la realtà e contrapponiam o
l isola del lido Pataté a quella dei fam osi» 24.

Una definizione fulm inante di TMO fu data nel gennaio


20 0 3 da Carlo Freccero, vecchia volpe dei linguaggi televisivi,
all interno di un convegno su Telestreet e Audience
prom osso dai suoi studenti all università di Rom a Tre: «Una tv
parzialm ente locale con piglio situazionista». C è ragione di
pensare che, nel tem po, la com ponente locale abbia
nettam ente prevalso. Dalla sua apparizione l em ittente gaetana

24Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , A. Ciano, Qualcuno


ha paura di m e, m a TMO continuerà a cam m inare , 14/ 11/ 20 0 4
105
ha superato m olti m utam enti. Senza tradire troppo la sua
m ission m a anche affossando le com ponenti più estraniate ,
situazioniste e riflessive del gruppo. TMO, con il suo iniziale
exploit, scopriva il gioco della tv e la finzione e
l approssim azione che la anim ano. Ma giocare centravanti non
è facile. Tanto più quando si diventa la star della squadra del
paese. D altronde TMO ha percepito per prim a le questioni
aperte che riguardano la sopravvivenza del m ovim ento delle
telestreet, e se ne è fatta carico: l organizzazione, le form e di
finanziam ento, la posizione legale, il rapporto con il contesto
in cui si opera.

Mettere in piedi una televisione di strada richiede un


im pegno costante, che non si lim ita solo all iniziale
innalzam ento dell antenna. Bisogna m antenere una, seppur
piccola, program m azione, produrre film ati e servizi,
intervistare gente, esporsi in prim a persona. Ci vuole tem po,
risorse e, soprattutto, idee. Lo sostenevano, quasi trent anni fa,
perfino quelli della gloriosa Radio Alice: «Il terzo m ese è
difficile... il livello delle trasm issioni del pom eriggio e della
notte è peggiorato e sono em erse alcune difficoltà
organizzative: continuità della presenza in redazione,
tem pestività nei servizi e nelle registrazioni; inoltre il
problem a del finanziam ento si è tutt a un tratto rivelato un
baratro spaventoso» 25. Inoltre se non si è in grado di partire da
una condizione di m inim a autonom ia (di chi sono le
apparecchiature? chi ci m ette i soldi? chi è il proprietario della
terrazza su cui si piazza l antenna?) il rischio è quello di
rim anere fagocitati da istituzioni tradizionali, sezioni di partito
o di associazione, sponsor privati, i quali spesso celano dietro
la loro apparente disponibilità alla causa un sostanziale
disinteresse per la creatività di chi vi partecipa. Senza contare i
casi di quei soggetti, privati o istituzionali, che usano la
copertura dell etichetta Telestreet per perseguire altri scopi o
m agari trovare una scorciatoia nel m ercato blindato delle

25Collettivo A/traverso, Alice è il diavolo. Storia di una radio


sovversiva, a cura di Bifo e Gomma, Shake Edizioni, Milano, 2002
106
frequenze. In ogni caso, le difficoltà con cui inevitabilm ente ci
si scontra quando si restituisce a un gruppo di comuni cittadini
la possibilità di accedere dal basso ai linguaggi di produzione
televisiva (prim a ancora che alle frequenze, il software prim a
che l hardware insom m a) spesso si possono riassum ere
nell influenze di un paio di retaggi psico-culturali duri a
m orire. Verificati anche nell analisi del caso TMO. Quello
secondo cui l influenza dei canoni televisivi conform isti prevale
sem pre, per inerzia o per pigrizia m entale, sulla ricerca di
nuovi linguaggi e sperim entazioni. Quello secondo cui la linea
di gestione della tv debba ripetere le solite dinam iche
gerarchiche, sia nel rapporto tra em ittenti e riceventi, sia nella
prevalenza di caratteri burocratici e interessi m ateriali. Per
superare queste influenze bisogna lavorare
sull alfabetizzazione m ediatica, nonché su un autentica
erosione di quelle basi tecniche e culturali sui cui si fonda la
dittatura del Mediascape , quasi una form a m entis acquisita e
da rimodellare con estrema (a tratti, utopica) pazienza.

III.10 L e ffe tto d i ritribalizzazio n e

Marshall McLuhan, nella sua analisi dei m edia caldi e


m edia freddi , studiava gli effetti della tecnologia
com unicativa applicata alle realtà tribali26. Le tecnologie
specialistiche (com e il denaro, la ruota, la scrittura) che
provocano un accelerazione degli scam bi e dell inform azione
finiscono per fram m entare la struttura tribale, in una parola
de-tribalizzano. La tecnologia elettrica non specialistica (com e
la radio o la televisione) può invece servire a ristabilire uno
schem a tribale di intenso coinvolgim ento, e quindi ri-
tribalizza. Nel caso gaetano si possono intravedere elem enti
che rim andano alla seconda ipotesi. D altronde, a differenza di
un quartiere di una città, in un paesino ci si conosce tutti, le
tem atiche toccate sono a conoscenza di tutti, i luoghi sono
fam iliari a tutti, da ciò ne segue un m aggior interesse e

26M. McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Net, Milano, 2002, p.


33
107
curiosità per le vicende trattate e per le persone coinvolte. Per
questo che TMO si considera, invidiabilm ente rispetto ad altre
telestreet, com e qualcosa in più di una sem plice tv di
quartiere. Si è cercato di rispondere ai bisogni com unicativi
presenti in quel dato am bito geografico e sociale, divulgandone
il vissuto e creando uno spazio di com pensazione in cui
affrontarne i problem i specifici. In questo tipo di
com unicazione, a vocazione com unitaria , i destinatari del
m ezzo/ m essaggio costituiscono un gruppo di partecipanti
anziché un audience di m assa. Essi, infatti, possono
intervenire personalm ente sui contenuti e sulle form e dei
program m i con un feedback im m ediato o incidere sulle scelte
politiche dell em ittente attraverso la m ediazione dei gruppi di
pressione locali. TMO, per esem pio, ha considerato seriam ente
il rischio di diventare un ennesim o prodotto dell espertocrazia,
un affare di professionisti del video e pubblici targetizzati
m ascherato da affidabile spirito civico. D altronde era lo stesso
McLuhan a m ettere in guarda dal rischio del narcisism o dei
m edia , e dio conseguenza pure da quello del m ediattivista.
Eppure la sfida odierna della com unicazione non si vince né
diventando com m erciali , né pretendendo di essere
pedagogici . Lo stesso stile com unitario presenta delle
ricorrenti peculiarità: valorizzare la cultura locale attraverso
l autoespressione della com unità; collaborare con
organizzazioni e m ovim enti sociopolitici locali per offrire loro
la possibilità di conoscersi e di confrontarsi; esercitare
pressione sui governi locali diventando parte integrante
dell azione sociale dei cittadini; dare voce ai gruppi m arginali
che sono generalm ente censurati nei m edia istituzionali e
com m erciali. Insom m a lo specifico com unitario nel cam po
della com unicazione si configura, così com e già detto per il
m ediattivism o in generale, com e un metodo piuttosto che un
medium. Non a caso le questioni che sorgono nella gestione di
sim ili realtà, com e accaduto in TMO, rappresentano più un
problem a politico che un problem a tecnico: a chi serve; chi
decide circa le form e e i contenuti dei program m i; chi è
autorizzato ad esprim ersi attraverso di essa; chi esercita il
108
controllo sulla gestione dell em ittente; con quali finanziam enti
portarla avanti27.

Dai risultati di una ricerca sul pubblico della telestreet


gaetana, svolta nel febbraio 20 0 4 da una studentessa di
Scienze della com unicazione attraverso la distribuzione
casuale di oltre 250 questionari, si può constatare com e a
Gaeta TMO sia seguita da m olte persone e conosciuta
pressoché da tutti, com presi quelli che ne ricevono m ale o non
ne ricevono proprio il segnale 28. Il pubblico è eterogeneo,
anche se la fascia più affezionata alla televisione è com posta da
pensionati e over 50 , e tra le risposte più frequenti sul perché
qualcuno abbia sentito la necessità di creare questa nuova tv
c è quella di dare voce alle realtà locali . Una larga parte degli
interpellati si dichiara soddisfatto della program m azione,
considerandola una buona alternativa alla tv tradizionale
dove tanto non c è nulla da vedere , si dichiara a conoscenza
del progetto e delle m otivazioni alla base del network
Telestreet e ne auspica una legalizzazione . Al di là dei
risultati, un fattore che si im pone in m aniera determ inante è il
rapporto di TMO con il suo pubblico: a differenza delle altre
em ittenti, quella gaetana sem bra essere realm ente interessata
a tenerlo in considerazione e soddisfare le sue esigenze,
prendendolo com e punto di riferim ento di buona parte della
sua program m azione. Ne sono consapevoli quelli che la fanno,
com preso l arrem bante Ciano che una volta m i confessò le sue
strategie di palinsesto per cui le sante m esse di Telepace
potevano fare da traino ad altri program m i di denuncia
politica per il pubblico di vecchiette conservatrici dei vicoli. Ne
sono consapevoli quelli che la vedono, com prese le suddette
vecchine, le quali, com e disse il presidente del com itato di
quartiere Borgo durante un reportage di Ciano nei vicoli,

27 F. Lever, P. Rivoltella, A. Zanacchi, La comunicazione: dizionario


di scienze e tecniche, Rai Eri, Roma, 2002, pp. 435-437
28 M. Cochetti, Da Radio Alice a Telestreet. Una tribù che parla , tesi

di laurea in Storia della radio e della televisione, facoltà di Scienze


della comunicazione, Università La Sapienza, Roma, 2004
109
hanno sciuculato (sciaquato, ripulito; nda) il cortile, perché
arrivava la televisione (m ettendoci una certa enfasi vibrante
sulla parola televisione, com e parlasse della Rai di Bernabei
nell approccio alle m asse).

«Creare una telestreet vuol dire creare anche un iniziativa di


vitalizzazione del territorio. Vuole dire che c è qualcuno che gira con
una telecam era a rom pere le scatole alla gente perché diventi viva,
perché parli, perché si m uova, perché non stia lì com e un coglione
seduto al tavolo del bar a non sapere esattamente cosa fare. Dimm i
qualcosa! Fai qualcosa! Apri gli occhi! Ecco, questo vuol dire una
telestreet. Non è solo tecnologia, non è solo comunicazione. È anche,
semplicemente, vita cosciente e parlante»29.

Il giornalista m ediologo Edoardo Fleischner ha anch egli


un opinione sulle telestreet che va oltre una m era questione di
tecnica televisiva: «Credo che le telestreet siano infrastrutture
facilitate di com unicazione (...) Non stiam o parlando di
prodotti m ediatici m a di processi di vita» 30. Mentre secondo il
docum entarista Alberto Bougleux le telestreet sono «di fatto
un laboratorio organizzativo e una palestra di docum entario
(m a non solo) in grado di calam itare le capacità artistiche
disperse sul territorio. La tv di strada rappresenta una grande
opportunità di videointervento sociale, di m obilitazione di
creatività inespresse e crescita di consapevolezza (...) in una
dimensione ultralocale»31.

Dall evoluzione del linguaggio televisivo di TMO, del suo


iniziale sperim entalism o via via trasform ato in perfetta
aderenza al paesaggio locale, s è detto. Nonostante il caso

29 M. Cochetti, intervista a Franco Bifo Berardi dalla tesi di laurea


Da Radio Alice a Telestreet. Una tribù che parla , Università La
Sapienza, Roma, 2004
30 E. Fleischner intervistato da D. Della Ratta, Quell inarrestabile

ascesa delle piccole tv di quartiere , Alias, 22/ 0 2/ 20 0 3


31 A. Bougleux, L unità di cooperazione creative e le nuove form e

dell audiovisivo partecipato , in A. Medici (a cura di), Schermi di


guerra. Le responsabilità della comunicazione audiovisiva, Ediesse,
Roma, 2004
110
gaetano rappresenti un esem pio del tutto particolare, anche
qui em ergono distintam ente i quattro criteri significativi
dell inform azione televisiva privata che, a suo tem po, Aldo
Grasso individuò per il fenom eno delle tv locali32. Uno,
l assestamento: dopo una partenza selvaggia e incontrollata
arriva puntualm ente una nuova fase in cui la struttura si
razionalizza, l avventurism o lascia il posto all im prenditoria,
ogni em ittente cerca di aggregare un proprio pubblico. Due, il
videogame: la tv diventa anche un posto dove far giocare
am iche e am ici, padri e figli, m ogli e m ariti. Una com ponente
di gioco sofisticato e sim ulazione di ruoli senza la quale non si
spiegano m olti fattori com uni alla prim a fase delle tv private,
com e l im preparazione, il dilettantism o, la spregiudicatezza, la
golosità visiva, l assenza, o quasi, di una riflessione teorica.
Tre, lo standard: una nozione tecnica e di stile al di sotto della
quale non si può scendere. Pena il fastidio, la noia, il disam ore.
C è un periodo in cui lo spettatore, per la sola novità del fatto,
tollera tutto (errori, sbagli tecnici, ridicolaggini) m a subito
dopo com incia a pretendere il livello decoroso delle
trasm issioni e del palinsesto. Quindi il nodo già vissuto da
m olta em ittenza locale sta, da un parte, nell individuare m eglio
il proprio cam po d intervento (che può essere il localism o, o la
specializzazione, o la qualità), dall altra nel m igliorare lo staff
tecnico e di program m azione. Secondo Grasso, standard e
assestam ento sono com plem entari: se va su uno, va su l altro,
altrim enti si precipita. Quattro, la saturazione: quando si
verifica un eccesso di inform azione, di canali, di m essaggi, al
punto che il panoram a dei program m i si uniform a e l occhio
dello spettatore si abitua alla differenza.

Il m ediattivism o praticato da TMO è continuam ente


m ediato da istanze locali, i richiam i al network globale delle
telestreet fanno sem pre i conti con la predilezione per il
proprio orticello. D altronde la crescita sem pre m aggiore del
potere e dell identificazione di TMO nel suo m icrocosm o
gaetano ha creato delle condizioni non irripetibili, m a di certo

32 A. Grasso, Il Bel Paese della Tv, Rcs, Milano, 2004, pp. 24 - 27


111
estrem am ente peculiari. In TMO, e nella figura carism atica di
Ciano, si intuisce il pasticcio m eridionale dove le cose non
sono obbligate ad assom igliare a loro stesse. Il rovesciam ento
dei luoghi com uni, l utilizzo delle risorse vincenti di
Berlusconi per dare scacco a Berlusconi , che però deve
contam inarsi con m ille altre sollecitazioni per poter durare.
Significherà qualcosa che la potente im m agine-slogan
dell innalzam ento dell antenna, quella usata da m oltissim e
telestreet com e m ito fondativo, sim bolo dell occupazione
indebita dell etere, in TMO sia stata sem pre celata. Le antenne
di TMO non si sono m ai viste su TMO, in un certo senso sono
già norm alizzate (psicologicam ente prim a ancora che
legalm ente): la vera im m agine-simbolo è il profilo della città di
Gaeta, il m ito fondativo im plicito non è l antenna del
m ediattivista m a la telefonata dello spettatore. Questo perché
la telestreet gaetana m ira ad avvicinarsi al suo pubblico, a
m ediare la fam iliarizzazione tra em ittente e audience, a
incarnare la voce della gente , il senso com une , a essere
uno di noi . Per questo l eroe più adeguato di una sim ile
operazione si rivela essere il Masaniello dell etere Ciano,
l autore di un collage di senso com une e identitarism o storico
che strappa l applauso della platea, accarezzandone insiem e la
vena conform ista e gli istinti radicaloidi. E nel m om ento in cui
TMO diventa fautrice di un ritorno alle tradizioni, al dialetto,
alle feste popolari (pur rim anendo lontanissim a da eccessi in
qualche m odo leghisti ) non fa che rispondere alle esigenze
del suo pubblico, all istinto locale che cerca rifugio
dall invasione del globale. In fondo, le feste patronali, le
processioni dei santi (dove sem pre il vero protagonista delle
furbe inquadrature diventa lo stesso pubblico in strada
piuttosto che il santo o chi per lui), le sagre, le ritualità
cam pagnole si offrono orm ai com e fram m enti di una
Disneyland per la terza età 33. Ricostruzioni del tem po che fu,
aiutate in questo caso dal repertorio ideologico naif dello
stesso Ciano nelle vesti di com m entatore (il quale una volta
candidam ente am m ise: «quando vado a riprendere le

33 A. Grasso, Il Bel Paese della Tv, op. cit., p. 16


112
processioni, la gente rende om aggio più a m e con la telecam era
che alla Madonna»). E tuttavia questo tipo di trasm issioni
spesso si rivolgono agli anziani, alle persone sole, ai m alati; da
questo punto di vista svolgono anch esse un im portante
funzione sociale. E incarnano qui sta il nodo un identità
profonda e localissim a che si confonde nell evo della post-
modernità ma che ancora resiste.

III.11 Credere a TMO o credere a Bruno Vespa?

Allora non si sbagliava il giornalista Giulietto Chiesa


quando, intervenuto nel luglio 20 0 3 a Gaeta per la
presentazione di un libro, proclam ò di fronte alle telecam ere
della telestreet gaetana: «Credete a TMO e non credete a
Bruno Vespa!». Frase rivelatrice. Nel senso che TMO possa
rappresentare l alternativa dal basso a un inform azione
generalista orm ai asservita al conform ism o politico e agli
interessi del potere. Oppure e il trucco retorico di m ettere le
due realtà così opposte sui piatti di una stessa bilancia lo lascia
intuire nel senso che TMO rappresenti rispetto a Vespa solo
l altra faccia della stessa m edaglia. Anche nei virtuosi talk show
civici della telestreet gaetana, infatti, può diffondersi (forse per
inerzia) il virus della società spettacolare e dell estetism o
m ediatico, il conflitto effim ero che si consum a nell atto
dell apparizione, che appaga le coscienze degli spettatori in
poltrona m a non basta m ai, né servirà m ai, a cambiare
fattualm ente le cose. Perfino m olti consiglieri com unali ora
interrom pono i loro discorsi nella pubblica assise, se si
accorgono che l operatore fa cenno di cam biare cassetta nella
telecam era. Insom m a, com e qui si è provato a raccontare, la
rivendicazione m ediattivista di TMO m ediata da altre istanze
localiste rischia di scolorirsi, di lim itarsi a vedere
l appagam ento dell audience com e unica valorizzazione sociale
del politico e del territorio. Trasform andosi in un album di
figurine che m aschera e dim entica le vere denunce e
spietatezze del dom inio digitale (e che, anzi, finisce per
ribadire). Ciò non vale solo per l esem pio ristretto della tv
gaetana, m a può essere applicabile a tutte le buone cause di
113
rilevanza sociale che poi si trasform ano in operazioni di
successo mediatico.

«Ricordate il Volto nella folla di Elia Kazan? Un poveraccio,


proprio per la sua norm alità, diventa una stella della tv am ericana.
Finché un giorno un m icrofono aperto per sbaglio inform a il paese
del suo acquisito cinism o. E per lui non c è scam po» 34.

In linea teorica si può anche sostenere che, in realtà, gli


interessi di appropriazione del m ercato televisivo, sotto form a
di contenitori pubblicitari per la produzione del consenso e
m asse di teste-contatto da vendere al m iglior offerente, siano
sem pre gli stessi dal m onopolio Rai-Mediaset fino all ultim o
dei coni d om bra 35. Un elem ento di verità c è, ed è che la
televisione chiunque la faccia deve rispondere a degli
inserzionisti . Inserzionisti pubblicitari nel caso delle tv
com m erciali, inserzionisti istituzionali e politici nel caso della
tv pubblica lottizzata, inserzionisti am m inistrativi nel caso
ipotetico di tv com unitarie sotto l egida degli enti locali. La
questione è capire a chi o cosa rispondono le telestreet: ai gusti
personali di chi le fa? All infim o gruppetto di spettatori del
cono d om bra? Al m ero valore di testim onianza politica?
D altronde è fondam entale ricordare che la tivù di strada nasce
politica tanto quanto la televisione vera nasce com m erciale
(ovvero politica anche lei, m a ben dissim ulata). In questo
senso, TMO all interno del circuito Telestreet si è scelta com e
libero inserzionista il suo pubblico di concittadini. Ci si è
misurati con la scoperta che la tv si può anche guardare e fare e
sporcandosene le m ani, oltre a leggerne e discettarne, e per
m olti teorici ed esegeti del m ezzo deve essere stata una
scoperta devastante.

34 Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , La parabola di TMO


e il declino delle rivoluzioni , 19/ 0 4/ 20 0 4
35 Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , G. D Arienzo, Gli

interessi da Rai-Mediaset fino all ultim o dei coni d ombra ,


23/05/2005
114
Quando si ragiona sulle m odalità della com unicazione
bisogna ovviam ente tenere in giusta considerazione il contesto.
Le condizioni cam biano se un em ittente di strada opera
all interno di un area m etropolitana oppure se opera in villaggi
o paesi di piccole e m edie dim ensioni. Se si trova a contatto
con le istituzioni locali o se sceglie di proteggersi in zone
autonome. Se decide di operare in m aniera aperta e
continuativa nei rapporti com unitari o rim anere ad un livello
piratesco e lavorare per singole azioni. Se si focalizza su
problem atiche e rapporti locali o se invece si dedica a
collaborazioni di rete e tem atiche di portata globale. Sono tutti
casi che hanno uguale diritto di cittadinanza nell universo
Telestreet m a che inevitabilm ente si pongono obiettivi e
m odalità di azione del tutto differenti. Com e dim ostrato,
l em ittente gaetana TMO ha scelto di operare com e una tv
comunitaria de facto, prevalentem ente dedicata
all inform azione e al dibattito di livello locale, con una
declinazione m eridionalista e di sinistra. Più di ogni altra
telestreet in Italia è riuscita a conquistarsi una propria
risonanza e stabilizzazione di pubblico, con una notevole
autosufficienza anche rispetto agli altri punti del network. Ciò
che ancora non funziona nell am bito del network è
l'interconnessione, la capacità di passare dalle fasi progettuali
tecniche, legali e di presenza sul territorio ad un respiro di
solidarietà com une e di scam bio, insom m a le telestreet sono
ancora troppo ingarbugliate e sparpagliate per assum ere la
giusta rilevanza. Se il problem a principale di questo tipo di
em ittenti è quello di basarsi su una base che è fragile in quanto
basata sul volontariato e sulla passione personale, TMO è
riuscita m eglio a superarlo proprio grazie al suo attaccam ento
al contesto locale, grazie al fatto di essere diventato una sorta
di bisogno prim ario per chi la vede com e per chi la fa. Se da
un lato ha rinunciato a im paludarsi nelle pieghe del
riconoscim ento legale e di un eventuale istituzionalizzazione
(alm eno nell attuale stato legislativo delle cose), dall altro ha
trovato una sua legittim azione, oltre che un aiuto alla propria
sostenibilità econom ica, attraverso lo strum ento del
finanziam ento popolare via conto corrente. Non si sa quanto
115
durerà questo equilibrio, e com unque nell attuale stato delle
leggi basterebbe una denuncia giudiziaria a creare grossi
problem i. Però è vero che a Gaeta la popolazione vuole e
pretende TMO, e m oltissim i la guardano. E m olte dinam iche
sociopolitche ne sono state (bene o m ale) influite. Se poi, com e
nel caso gaetano, una tivù è fatta dal territorio, e non solo per
un territorio, è norm ale che si vedano anche le processioni del
patrono e i saggi nelle scuole, i concerti di piazza e i consigli
com unali. E, infine, può darsi che davvero si sia avverata la
profezia di Chiesa: la gente invece di credere a Bruno Vespa
preferisce credere a TMO. Non m ale per coloro i quali
pensavano che se non ci fila nessuno, noi la tv la si rifà uguale,
che costa pure m eno . Il vero passo rivoluzionario però
sarebbe ancora oltre (forse troppo): una tv che insegni che alla
tv è m eglio non credere. Lo disse già uno dei prim i rap della
storia: the revolution will not be televised .
116
117
Capitolo 4

TRA CONTROLLO MEDIATICO


E RAPPRESENTAZIONI IDENTITARIE
118
119

IV.1 L e ge m o n ia televisiva

Sulla soglia degli anni Trenta, nella Ribellione delle


m asse , Ortega y Gasset parlava di una possibile
iperdem ocrazia com e destino intrinseco ai sistem i politico-
sociali europei, in cui la civiltà di m assa sarebbe divenuta una
nebulosa eccitata da infinite spinte populiste, anom iche,
barbare . Si può afferm are che con il nuovo secolo la profezia
di quel vecchio m aestro liberale sia stata adem piuta proprio
dalla televisione. Cosicché una delle scoperte più rivelatrici di
questi ultim i anni, dai giochi a prem i delle tv nazionali fino ai
m icrofoni e telecam ere im provvisati delle em ittenti di
quartiere, è la straordinaria capacità scenica di pensionate e di
studenti, di impiegati e di casalinghe. Una capacità maturata in
anni di osservazione televisiva, di im m edesim azione
im plicitam ente praticata ogni giorno, con l assim ilazione
silenziosa dei canoni di com portam ento tv. Opera di un m ezzo
che raggiunge il 98% della popolazione del nostro Paese, e che
per una buona fetta ne rappresenta l unica fonte da cui
apprendere notizie e form are opinioni. Da questo punto di
vista, l Italia ha rappresentato una sorta di laboratorio tecno-
politico per la colonizzazione della sfera inform ativa pubblica
fin dagli anni Settanta, e oggi, in piccolo, anche quei piccoli
villaggi dove si tenta di rifondare la tv su nuove basi, secondo
un m odello che parte dal basso, m eritano di essere osservati e
capiti. Un dato fondam entale, che em erge anche dagli esem pi
analizzati in queste pagine com e quello della telestreet
gaetana, è che la tv è ancora un organism o capace di
trasm ettere a una com unità un senso di appartenenza, è
ancora condivisione di spazio pubblico. E dal m om ento che
con il passare degli anni la cultura televisiva tende a om ologare
la cultura diffusa, il telescherm o finisce per diventare solo un
diafram m a fisico che non separa m a al m assim o distingue
mondi omologhi.

In questo scenario si può capire il ruolo nuovo e


fondam entale che stanno svolgendo le tv locali: da quelle
120
tradizionali fino alle rare com ponenti alternative com e le tv
pirata o tv di quartiere. Nella tanto vantata era della
m ediatizzazione globale, le piccole em ittenti locali non sono
più un im itazione dei network nazionali, m a si avviano a
diventare delle vere e proprie com unità virtuali. Anzi, spesso si
verifica il fenom eno contrario per cui, nei processi di
contam inazione globale-locale, Rai e Mediaset appaiono
sem pre più com e due grandi network locali che hanno rubato
ai piccoli idee, atm osfere, sensazioni. Il critico televisivo Aldo
Grasso sostiene che «non era m ai successo, nell orm ai più che
ventennale storia della tv com m erciale, che i palinsesti delle tv
locali fossero così affini a quelli dei network nazionali. Il che,
ovviam ente, suona a elogio delle piccole em ittenti» 1. Già nel
1983 Um berto Eco per spiegare il concetto da lui coniato sotto
il term ine di neotelevisione ovvero la tv nell era della
concorrenza, della m oltiplicazione dei canali e nel predom inio
dei flussi com unicativi parlava anche di una neo-tv
indipendente a livello local-provinciale, che

«m ostra al pubblico di Piacenza la gente di Piacenza, riunita per


ascoltare la pubblicità di un orologiaio di Piacenza, m entre un
presentatore di Piacenza fa battute grasse sulle tette di una signora di
Piacenza che accetta tutto per essere vista da quelli di Piacenza
mentre vince una pentola a pressione»2 .

Secondo Grasso, nell afferm azione delle tv locali in Italia


agiscono alm eno due ragioni, una sociologica e l altra
linguistica3 . Il passaggio nella fase storica della m odernità da
un periodo di individualità autentica (dove le persone si
conoscono fisicam ente e si frequentano) a uno di individualità
associativa (dove le persone si conoscono in quanto gruppo,
corpo sociale). Da questo punto di vista, la tv locale (ancora e
notevolm ente di più nella versione com unitaria o di strada )
assicura legam i um ani in una società sem pre più fluida: ci si

1 A. Grasso, Il Bel Paese della Tv, Rcs, Milano, 2004, p. 47


2 Tv: la trasparenza perduta , 1983, ora in U. Eco, Sette anni di
desiderio, Bompiani, Milano, 1983, p. 176
3 A. Grasso, Il Bel Paese della Tv, op. cit., pp. 48-49
121
riconosce nei protagonisti della porta accanto , si im para da
loro a condividere problem i e negoziare i confini tra pubblico e
privato, si ha la sensazione di stabilire insiem e le questioni
soggettive e oggettive degne di essere discusse in pubblico, e
così via. Inoltre il genere dom inante dell attuale
program m azione è il reality show , nelle sue varie form e.
Quello che fa il verso alla realtà, aiuta la gente com une a
com piere il fatidico, evoluto passo verso la ribalta (e non
certo per senso filantropico m a per spogliarla della sua identità
e consegnarla alle spietate astuzie dello show-business). Il
reality show, trasform ando le storie di gente com une in
prototipi spettacolari, tramutando i fatti in affetti, svolge anche
una funzione di terapia dell escluso . Com m uove il tapino e
diverte lo snob. È un genere global che nasce dal basso , cioè
dal local, e al locale tutto riconduce. Insom m a, viviam o nel
m ezzo di un paradosso, con le tv locali che sem bravano aver
term inato la loro m issione storica e ora sono rim esse in gioco
dal satellite e dalla globalizzazione, per una ferrea legge: senza
il locale, non c è il globale.

Si tratta di m eccanism i m ediatici in cui si può più o m eno


riconoscere, m a che non im plicano alcun livello di
rappresentatività. Ci sono posti nel m ondo dove i m edia,
l inform azione radiotelevisiva riescono ancora a produrre
cam biam ento, a scuotere le coscienze. A m isurarsi con la
realtà: senza inventarla, senza addom esticarla. Non succede
quasi più, questo, nell Italia del nostro tem po, traversata da un
abisso fra im m agine e realtà. Stretta nella forbice tra reticenza
m ediatica e scetticism o sociale. Il sociologo Ilvo Diam anti, in
un articolo su Repubblica, lo ha definito «una specie di
irreality show . A cui rischiam o di assuefarci. Diventandone
spettatori cinici. E com parse. Incapaci di indignarci, alm eno
ogni tanto. Senza dare tutto per scontato. Ogni errore e ogni
orrore»4 . Com m entando un ennesim o dei casi politici scaturiti
dalla tv italiana e dal potere berlusconiano, Edm ondo Berselli

4I. Diam anti, L irreality show dell Italia , La Repubblica,


09/05/2004
122
su Repubblica constatava che «m entre nel buco finisce m ezza
Costituzione, il Paese discute solo ed esclusivam ente del
program m a di Celentano». Anzi, rettificava giustam ente: «si fa
per dire, il Paese. La politica, più che altro. Cioè un nucleo
sociale, un ceto professionale concentrato su se stesso, e sul
riflesso di sé che ne dà la televisione» 5. Tutto un vaneggiare,
insom m a, m entre l Italia è m archiata com e «un paese virtuale,
dove lo spettacolo prevale sul reale significato degli eventi,
m entre la loro proiezione im m aginifica li dilata a sim bolo
m ediatico, destinato, peraltro, a tram ontare, più o m eno
rapidam ente, se subentrano all attenzione nuove sorprese» 6 .
Sem pre più spesso si ha l im pressione che il livello di
rappresentatività della realtà sociale rispetto al sistem a dei
m edia sia dram m aticam ente scollato. E nonostante ciò, allo
stesso tem po, si delinea in giro una sem pre m aggiore desiderio
di partecipazione , talvolta confuso e indistinto, che cerca vie
di sbocco ovunque capiti: nei girotondi in piazza o nei blog su
internet, in Beppe Grillo o nelle ingarbugliate tv di strada, nel
quarto d ora di celebrità o nei flash m ob, eccetera. Mentre la
politica tutta (da Berlusconi in poi, m a non solo) è confluita
nello spettacolo purissim o, dove le defunte ideologie sono
rim piazzate delle più varie rappresentazioni, in cui c è bisogno
di pubblico più che di voti. Allora, il più delle volte
l im portante è solo esserci. Perché, in ogni caso, il grosso del
cam biam ento socio-politico italiano degli ultim i decenni si è
già consumato. E rimediare non è facile.

«Siam o abituati a pensare che il lieto fine prim a o poi trionferà, e la


dem ocrazia riprenderà il suo corso, e i torti saranno riparati e la
giustizia restaurata. Questa convinzione è così profondamente
radicata nella nostra form azione illum inista e progressista che non
riusciam o a form ulare seriam ente l ipotesi che la notte in cui siam o
piom bati sia qualcosa di più di una congiuntura politica: una vera e
propria m utazione antropologica, che non ha i tem pi di una
legislatura. E invece dobbiam o sforzarci di ragionare in questi
term ini. Non perché sia certo m a perché è probabile, e a questa

5 E. Berselli, La repubblica televisiva , La Repubblica, 22/10/2005


6 M. Pirani, Il video in condom inio , La Repubblica, 24/ 10 / 20 0 5
123
eventualità dobbiam o fare fronte, se vogliam o evitare che la
dem ocrazia diventi un pigolare sem pre più fioco sotto gli scarponi
chiodati dei Monopoli della Mente. Proviam o a guardare un po al di
là del nostro naso di dem ocratici scandalizzati: la violazione della
legalità democratica da parte di un gruppo finanziario e m afioso è
intollerabile, d accordo, ma forse non è che un piccolo dettaglio, la
punta emersa di un iceberg. In questo nuovo m ondo quel che conta
non sono i principi costituzionali o le regole della dem ocrazia,
form ulette scritte sull acqua. Quel che conta sono le grandi
trasform azioni nella tecnologia, nella com unicazione,
nell im m aginario, nelle form e di vita. Il potere si fonda oggi sulla
colonizzazione dell Infosfera da parte di alcuni grandi gruppi
econom ici, sulla m odellazione della mente um ana, dell im m aginario,
dell em ozione, delle attese. La giustizia e la libertà debbono trovare
nuove forme»7.

I m alum ori e l autentico sdegno di m ezzo Paese attorno


all im pressionante uniform ità consum istica e culturale
dell assetto m ediatico, non corrispondono solam ente ai fam osi
tim ori per il pluralism o e al rosario degli epurati dalla tv di
Stato, che pure ispirano una legittim a ansia. Descrivono,
anche, lo sm acco e il lutto per un identità perduta, la
capitolazione storica di una form a culturale, il trionfo di una
lim itatezza vanesia e incolta. Che non lascia presagire alcun
progetto e speranza di rappresentare, e tantom eno di
cam biare, questo Paese. È com e la storia dell uovo e della
gallina: non si sa se viene prim a la m ediocrità dell offerta o
quella del pubblico che la reclam a. In questo trend, com unque,
chi perde di credibilità è il servizio pubblico e la classe
dirigente, m a chi perde in term ini di identità è l intero Paese.
Com e ha osservato bene Edm ondo Berselli nel suo libro Post
italiani 8 , il nostro popolo può essere raccontato ormai solo per
fram m enti, perché l identità nazionale è quasi al collasso.
Quello che più incide su società e politica certam ente non è il
tasso di faziosità dell uno o dell altro telegiornale, e nem m eno
il m inutaggio delle apparizioni dei politici. È la sottrazione di

7 Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , A. Vitali, Contro la


colonizzazione dei media non farem o le vittim e , 0 3/ 10 / 20 0 5
8 E. Berselli, Post Italiani, Mondadori, Milano, 2003
124
significato e di cultura, i palinsesti che grondano vuotaggine, il
timore di proporre in tv qualsiasi cosa che possa alzare il livello
di pensiero, ciò che veram ente pesa. La creazione sistem atica,
negli ultim i vent anni, di un opinione pubblica più distratta,
più sciatta, più im preparata, più rintronata dagli spot. «Non è
lo sgarro fazioso che può davvero far m ale, è la norm alità
mediocre e incolta. La trasform azione degli italiani da cittadini
a clienti consum atori» 9 . Questo ha fatto e sta facendo la tv,
m entre quasi sem pre i politici (di destra e anche di sinistra)
misurano con il contaminuti i loro spazietti lottizzati.

Il prim o a intuire i cam biam enti sociali e politici prodotti


dalla m assificazione televisiva, in Italia, fu Pier Paolo Pasolini
agli inizi degli anni Settanta. Fu lui a teorizzare lucidam ente la
rivoluzione antropologica degli italiani, il crollo delle vecchie
identità borghesi e operaie nelle quali la Nazione era cresciuta,
l affrancam ento dalle ansie culturali e dalle rem ore
solidaristiche. Una nuova egem onia del consum o e del denaro
che servirà a plasm are la base di un Italia diversa, soprattutto
grazie al m edium im bonitore per eccellenza, ovvero la
televisione. E oggi in talune tivù di strada o di provincia un
occhio ardito e poetico potrebbe perfino intravedere le ultim e
lucciole pasoliniane, gli ultim i residui di un tem po
prem oderno, una caratterialità tenace che ancora non si
arrende di fronte agli eserciti di uom ini e donne pronti per
form are le schiere di un Paese conform ista e telegenico. Tanto
che poi il nostro ragionam ento non può che ripartire dalla
dom anda più radicale: esiste effettivam ente qualcosa che
corrisponde, là fuori , nella realtà, alla definizione di audience
televisiva che ci siam o costruiti, all im m agine diffusa del
cosiddetto pubblico?

IV.2 Sfere pubbliche e arene collettive

«Il m edium è la m etafora». Così esordì lo studioso


americano Neil Postm an, prendendo le m osse dalla fam osa

9 M. Serra, L am aca , La Repubblica, 28/ 0 9/ 20 0 5


125
frase di Marshall McLuhan. Ogni m ezzo di com unicazione ha
delle caratteristiche che plasm ano la form a del discorso a cui
danno luogo, e questa a sua volta influisce sui contenuti intono
ai quali ruota e si concentra la conversazione. Il m edium
quindi contribuisce a creare una epistem ologia, un m odo
attraverso il quale le persone si pongono di fronte alla realtà, la
guardano e la interpretano per poi giungere a una form a di
conoscenza. E l analisi del m ezzo di com unicazione che
dom ina un epoca è lo strum ento indispensabile a com prendere
com e il sapere circoli nella società e che rapporto si costruisca
tra le persone e la realtà che le circonda. Difatti, uno degli
snodi teorici più interessanti nella riflessione teorica sul
piccolo scherm o riguarda il rapporto fra la televisione e
l articolazione delle sfere pubbliche e private nelle società
contem poranee. Il concetto di sfera pubblica si ricollega alla
fortunata form ulazione che ne ha dato, orm ai una quarantina
d anni fa, J urgen Haberm as nel suo Storia e critica
dell opinione pubblica . Haberm as ha inteso la sfera pubblica
com e am bito in cui si form ano e si riproducono le idee e i
valori: uno spazio distinto dallo Stato m a anche dai privati
interessi econom ici. Negli ultim i decenni in m olti si sono
interrogati sulle specifiche trasform azioni apportate dalla
televisione alla dim ensione della sfera pubblica. L idea è che il
m edium televisivo conduca a una ridefinizione dei confini fra
pubblico e privato, e in particolare a un inedita
privatizzazione della sfera pubblica . Alcune ricerche hanno
sottolineato addirittura «la m ancanza di una chiara
differenziazione, nell esperienza quotidiana, tra gli incontri
para-sociali generati dal piccolo scherm o e la rete di relazioni
sociali-affettive»10. In altre parole, la nuova realtà o sfera
pubblica veniva a configurarsi com e una sorta d estensione
della propria diretta esperienza, in una progressiva fusione di
privato e pubblico. Un approccio più am pio è quello proposto
da J oshua Meyrowitz, il quale dà concretezza alle intuizioni

10J. Corner, Critical Ideas in Television Studies, Oxford University


Press, Oxford, 1999 in A. Grasso, M. Scaglioni, Che cos è la
televisione, Garzanti, Milano, 2003
126
m cluhaniane sull avvento di una civiltà elettronica,
sull erosione dello spazio e del tem po (il fam oso m ondo
divenuto villaggio globale ), sulle tradizionali barriere che
ancora separano gli individui. Meyrowitz sostiene che la
televisione, per le sue specifiche caratteristiche m ediali, tende
a creare spazi com uni, a rendere condivisa l inform azione, a
includere piuttosto che escludere.

«Forse una gran parte del significato sociale della televisione non sta
tanto in ciò che viene diffuso dalla televisione, quanto nell esistenza
stessa della televisione come un arena collettiva» 11.

Ma, ripercorrendo a ritroso i percorsi delle correnti


culturali, la prim a idea sociale di com unicazione si può far
risalire alla rilettura del pensiero di Marx proposta da Antonio
Gram sci. Al di là e prim a della struttura econom ica, sono i
luoghi dove avviene la riproduzione delle idee a essere il centro
dell analisi gram sciana. Secondo l autore italiano, infatti, la
società civile è la sfera costituita da ideologie, interessi e valore
ove agiscono gli apparati ideologici il cui com pito è di
esercitare l egem onia e, attraverso di essa, costruire il
consenso. È nella società civile che si com batte la battaglia
decisiva per la form azione del consenso, che regge poi il
sistema di potere che si incarna nello Stato.

IV.3 Rip o po la re l a go rà, ai te m pi d e lla m o d e rn ità


liquida

L interpretazione forse più interessante e stim olante sulle


intersezioni catodiche tra sfere pubbliche e sfere private, la dà
Zygm unt Baum an coi suoi studi sulla m odernità liquida e
affini12. Nella lettura di Baum an il problem a della sfera
pubblica si concretizza nell analisi di com e essa si stia
trasform ando in un m ondo globalizzato e prepotentem ente
forgiato dalle forze del m ercato e del consum o. È com e se, una

11 J. Meyrowitz, Oltre il senso del luogo. Come i media elettronici


influenzano il comportamento sociale, Baskerville, Bologna, 1995
12 Z. Bauman, Modernità liquida, Laterza, Bari, 2002
127
volta caduti i punti di riferim ento più solidi e squagliatisi i
grandi idelogism i, alm eno quelli più sfacciati, il risultato è
quello di una società sull orlo di uno sbandam ento anom ico,
una som m a di atom i cultori dei nuovi m iti dell autonom ia e
dell autorealizzazione, disponibile alle più bizzarre proposte
culturali. Tutto ciò lo abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, e
crea le condizioni ideali per nuove form e di m anipolazione.
Baum an, dunque, la chiam a m odernità liquida . Quella in cui
lo spazio pubblico dell agorà viene reso del tutto inessenziale
dalla sua sostituzione con il privato pubblicizzato,
dall accum ulazione sulla piazza pubblica di problem i (e
lam entazioni) individuali la cui esposizione è pubblica solo
nel senso che è spettacolarizzata, m a la cui soluzione non può
che spettare agli individui, non esistendo più o essendo del
tutto inefficaci le istituzioni in grado di affrontarli. Se è vero,
com e diceva Meyrowitz, che la sfera pubblica si è trasform ata
con l avvento dei m edia elettronici, lo sforzo è di capire
concretam ente da quali tem i e soggetti essa sia occupata. Nella
liquefazione indicata da Baum an essa si configura sem pre più
com e un area di rappresentazione e autorappresentazione di
soggetti e ansie tutte private e tutte m inuscole. Il pubblico si
ritrova svuotato dai suoi diversi contenuti, privato di ogni
agenda propria, orm ai ridotto a un agglom erato di guai,
preoccupazioni e problemi privati.

«Le carte in tavola, per così dire, sono cam biate: il com pito della
teoria critica si è ribaltato. Tale com pito era la difesa dell autonom ia
privata dalle truppe m arcianti della sfera pubblica , schiacciata
dall oppressivo dom inio dell onnipotente e im personale Stato con i
suoi m ille tentacoli burocratici o dalle sue clonazioni su piccola scala.
Oggi, viceversa, è divenuto quello di difendere la fatiscente cosa
pubblica, o piuttosto riempire e ripopolare uno spazio pubblico che
va rapidam ente svuotandosi a causa di una doppia diserzione: la
dipartita del cittadino impegnato e la fuga del potere reale in quel
territorio che, a dispetto di tutto quanto le istituzioni dem ocratiche
esistenti possano fare, non può che essere descritto com e uno spazio
extra-atm osferico » 13.

13 Ivi, p. 33
128

Tuttavia, Baum an sostiene anche che, nel processo di


liquefazione della società che rim ette radicalm ente in gioco le
nostre coordinate spazio-tem porali, un ruolo di salvagente può
essere svolto dalle tv locali. In particolare dal genere dei talk
show, che traghettano m olte delle nostre rogne private negli
ancoraggi dell incontro pubblico, in luoghi cioè dove la gente
com une riceve una patente di esistenza in quanto «portatrice
di un problem a consono a essere m esso in discussione». In
una società liquida la negoziazione tra sfera privata e sfera
pubblica si fa più serrata, anzi viene com pletam ente ridefinita,
è com e se cadesse il velo ideale che separa il palcoscenico dal
dietro le quinte. Non è un caso che il genere talk vada
fortissim o pure sulle tv di strada, tre sgabelli, una telecam era,
un po di ospiti e forte coinvolgim ento dell audience. «I talk
show sono lezioni pubbliche di una lingua ancora non nata m a
in procinto di esserlo. Offrono le parole che potrebbero essere
utilizzate per definire il problem a : per esprim ere in m odi
pubblicam ente leggibili ciò che fino a oggi è stato ineffabile e
tale rim arrebbe se non fosse per quella offerta» 14. I talk show
recitano la vita , però m ettono anche in circolazione idee e
convinzioni che salgono dalla inespressività quotidiana
(quell assenza di form a che sullo scherm o si traduce
nell azzeram ento della regia, caratteristica tipica di m olte tv
con la scarsità di m ezzi, caso TMO docet) e vanno a
scontrarsi con altri tem i e sentim enti propri della
inespressività casalinga , generando com binazioni stram be e
a volte scellerate 15. Così, nella nostra convulsa tardom odernità,
la televisione diventa il più spettacolare teatro, insiem e
m etaforico e concreto, della riform ulazione dei rapporti tra
pubblico e privato, nel senso di una pubblicizzazione del
privato . Cam bia la definizione di interesse pubblico , ora
sponsorizzata dai m ass m edia e intesa da tutti com e una sorta
di dovere che tutti abbiam o di recitare tali com m edie in
pubblico, nonché il diritto di quest ultim o ad assistere alla

14 Ivi., p. 70
15 A. Grasso, Il Bel Paese della Tv, op. cit., p. 17
129
rappresentazione. Il senso di queste trasform azioni può essere
riassunto in un «progressivo avvicinam ento della dim ensione
pubblica alla sua inedita privatizzazione e
16
domesticizzazione» . Questo cam biam ento è interpretato in
m aniera m aggiorm ente ottim ista da Meyrowitz (sulla scia
dell entusiasm o di McLuhan), secondo cui la costruzione di
una sfera pubblica allargata determ ina la fusione di
tradizionali steccati sociali e il definitivo tram onto della società
disciplinare descritta da Focault: con un esito, insom m a,
schiettam ente dem ocratico 17. Al contrario, per Baum an la tv dà
form a a un esigenza effettivam ente radicata in individui
lasciati sem pre più in balia della propria libertà, la quale è
fonte di opportunità e insiem e di angosce e insicurezze inedite,
generate dall assenza di quadri di riferim ento, di percorsi
segnati, m a al contem po la tv rappresenta il sintom o più
evidente del dissolvim ento di un autentica sfera pubblica. E se
la conseguenza di una libertà liquida è quella del rifugio e
dell ostentazione del proprio privato, si può pure afferm are
in parallelo che l effetto di una globalizzazione altrettanto
liquida e sem pre più am pia non possa che essere, alla fine, le
riscoperta del localism o, la nostalgia (canaglia) delle vecchie
form e di com unità. In tutto questo quadro di m utam enti la
conclusione di Baum an è più pessim ista, o perlom eno rivela
«la fine della politica così com e la conosciam o». E il bisogno,
im pellente, di riprogettare e ripopolare l agorà .

IV.4 La tv delle periferie

Pur cogliendo alcune trasform azioni decisive e di vasta


portata, il discorso m ediologico di Meyrowitz e quello
sociologico di Baum an restano per noi a un livello ancora
piuttosto elevato di astrazione. Se la televisione ha introdotto
un inedita arena pubblica (o meglio, pubblico-privata), sarebbe

16 A. Grasso, M. Scaglioni, Che cos è la televisione, Garzanti, Milano,


2003, p. 38
17 J. Meyrowitz, Oltre il senso del luogo. Come i media elettronici

influenzano il comportamento sociale, op. cit.


130
poi necessario verificare le concrete m odalità in cui essa si è
andata a incarnare. E scoprirem m o così un altro cam po di
forza dello spazio televisivo, finora inteso com e privo di luogo
( No sense of place , come il titolo del libro di Meyrowitz). Uno
spazio articolato tra il locale e il globale, con inedite
convergenze. Il villaggio globale , fortunata espressione
coniata da Marshall McLuhan negli anni Sessanta, non basta
più a descrivere la realtà dei fenomeni. Il punto che sembra più
rilevante è quello relativo alle specifiche articolazioni dello
spazio televisivo, e alle conseguenze per le identità dei singoli e
delle com unità. Allo stesso m om ento in cui si tende a
sottolineare il portato despazializzante e globalizzante dei
m edia, bisognerebbe anche subito ricordare quanto la
televisione contribuisca vistosam ente alla rafforzam ento o
all edificazione di spazi pubblici e identità nazionali o locali.
Ciò avviene in m aniera em blem atica nel caso italiano. Il tema
della funzione nazionale della televisione è stato colto e
affrontato precocem ente nel nostro Paese, la cui effettiva
unificazione dal punto di vista linguistico e culturale (anni
50 / 60 ) è avvenuta più nella lingua di Mike Bongiorno che in
quella delle aule scolastiche. Com e ha scritto Bechelloni, «la
televisione rende gli italiani visibili gli uni agli altri, li m ette in
condizione di parlarsi, di riconoscerci com e m em bri di una
stessa collettività nazionale, di pensare com e italiani. Al di là
delle m ediazioni tradizionali, offerte dalla Chiesa, dalla scuola,
dagli intellettuali» 18. La chiave di volta, dunque, sta nella
cerniera tra gli anni Settanta e Ottanta, prim a con l esplosione
locale della program m azione televisiva e poi con la vittoria del
modello com m erciale. Da quegli anni la tv, con lo scopo
prim ario di attirare audience, ha prom osso la trasform azione
dei costum i e la fram m entazione dei riferim enti culturali. Se la
paleo-tv era una delle fondam entali agenzie di
socializzazione dello stato-nazione, la neo-tv è diventata
piuttosto agente di una cittadinanza globale delocalizzata,
«una post-società degli individui, dove il locale si salda

18G. Bechelloni, Televisione come cultura. I media italiani tra


identità e mercato, Liguori editore, Napoli, 1995
131
direttam ente al globale» 19. Com e m ostra Carlo Freccero la
televisione com m erciale dell evo m oderno scopre e porta alla
ribalta la periferia .

«Mi piace pensare all audience come alla periferia di una grande
città. È il centro che identifica le città. Nel centro si trovano i
m onumenti, i reperti storici, m a anche i luoghi di aggregazione e di
socializzazione. Nel centro si costruiscono la cultura e la m oda. Nel
centro si danno appuntamento gli opinion-leader. La sera il centro è
scintillante di luci, di insegne, di vita. Ma basta allontanarsi dal
centro per vedere quelle luci affievolirsi, farsi sottotono, confondersi
con la nebbia in cui sono im m erse le cose. È la periferia. Qui le luci
della strada sono fioche e giallastre, m a un altra luce filtra attraverso
i vetri delle finestre. È la luce lattiginosa della televisione. La
televisione è la colonna sonora della periferia. È l audience profonda
che inesorabilmente livella i palinsesti»20.

La neo-tv di natura com m erciale, secondo Freccero, ha dato


espressione e identità alla periferia delle società dem ocratiche,
a una massa informe emarginata dal centro politico e culturale.
Le ha conferito un potere sim bolico, pur continuando a tenerla
sotto scacco. L audience è questo: «il passaggio del potere dal
Sovrano al potere della periferia, dalla Storia politica alla
m icrostoria del quotidiano, dalla cultura attiva delle élite alla
m assa passiva dei consum atori senza cultura» 21. L audience si
rivela una m acchina per produrre m aggioranze, per conferire
identità al pubblico dei m edia, attraverso l abbattim ento di
ogni differenziazione. I vecchi concetti sulla m anipolazione
dell opinione pubblica per m ezzo della tv diventano residuati
novecenteschi: il dom inio dell audience si traduce in politica
con la dittatura della m aggioranza , e le elezioni forse le vince
non chi m anipola la m aggioranza m a chi sa interpretarla. Così,
m entre lo sfruttam ento delle m asse di spettatori si com pie

19 A. Grasso, M. Scaglioni, Che cos è la televisione, Garzanti, Milano,


2003, pp. 46-47
20 C. Freccero, L audience com e periferia , in A. Grasso, M.

Scaglioni, Che cos è la televisione, op.cit., pp. 478-479


21 I. Dominijanni, La periferia al potere. Intervista a Carlo Freccero ,

Il Manifesto, 10/04/2004
132
attraverso la sfera del consum o, l ultim a tappa di questo
processo porta inevitabilm ente all equazione tra m aggioranza e
verità. Dunque, in politica, alla deriva populista e alle
simulazioni di dem ocrazia diretta. La videocrazia e i sondaggi,
per dirla in due parole. «Dalla politica ai consum i
l interlocutore unico è la m aggioranza. La m aggioranza è la
verità della nostra epoca e l audience ne è la m atrice». In
questa sua brillante analisi Freccero cita chiaram ente J ean
Baudrillard, il prim o autore che diede delle m asse una lettura
in chiave attiva. In All om bra delle m aggioranze silenziose ,
prezioso libretto di fine anni 70 , già si praticava la concezione
delle m asse com e reversione di ogni form a del sociale e declino
delle tradizionali categorie della politica. Nella visione di
Baudrillard la m assa è un vero e proprio m edium , che
condiziona il m essaggio e ne rappresenta la sua stessa
sostanza. «La m asse fanno m assa», anzi per sm uovere ancora
una volta il vecchio m otto m cluhaniano, «la m assa è il
m essaggio». Nel corso della storia, passando dal pensiero
rivoluzionario fino a quello socialista, la forza del sociale ha
vinto su quella del politico. E oggi l energia della realtà sociale,
per secoli invocata, finisce per capovolgersi, la sua specificità
scom pare, la sua qualità storica e il suo idealism o svaniscono.
A favore di una configurazione in cui non solo il politico si è
orm ai volatilizzato, m a lo stesso sociale non ha più nom e.
Diventa anonim o. Diventa m assa 22.

«Sem plicem ente non vi è più un significato sociale per dar forza ad
un significante politico. Il solo referente che funzioni ancora è quello
della m aggioranza silenziosa (...) Nessuno può essere detto
rappresentante della m aggioranza silenziosa, e questo costituisce la
sua rivincita. Le m asse non sono più un istanza alla quale ci si possa
riferire com e si faceva un tem po con la classe e con il popolo (...) E il
popolo, che è sem pre servito da alibi e da com parsa nella
rappresentazione politica, si vendica concedendosi la

22J. Baudrillard, All om bra delle m aggioranze silenziose, Cappelli,


Bologna, 1978
133
rappresentazione teatrale della recita politica e dei suoi attori. Il
popolo è diventato il pubblico»23.

Quindi, se volessim o credere all idea di un sistem a


m ediatico che si perpetua sotto gli stessi segni che si
m oltiplicano m a che orm ai non rappresentano più niente,
allora volendo virare sul concreto ci si può chiedere: m a a
chi parla la tv? Quale pubblico c è ancora lì fuori? In questo
senso l ultim a avanguardia delle televisioni di strada può
essere intesa anche com e un recupero ultim o (e quasi
disperato) di un referente reale per i propri messaggi, di un
audience sociale al di là dello scherm o. Difatti, se il m edium
televisivo è m odellato su m isura per le m aggioranze che in
esso si riconoscono e trovano appigli e rinforzi per le loro
liquidissim e identità, com e la m ettiam o con la contem poranea
proliferazione delle televisioni di nicchia, dei program m i
targetizzati, delle em ittenti addirittura di strada, e insom m a
dei personal m edia in genere? Su questo recente dilem m a si
interrogava un articolo di J am es Poniewozik, pubblicato sulla
rivista Tim e nel settem bre 20 0 4, in cui si rilevava com e
l abitudine diffusa a personalizzare la soddisfazione in ogni
cam po del consum o com m erciale e culturale non sia più in
grado di tollerare che la politica im ponga un prodotto solo. Ci
creiam o le nostre playlist, le nostre letture, il nostro giro di
opinioni sim ili alle nostre, di program m i tv, blogs, prodotti,
com e ci piacciono e che ci danno ragione, e ognuno ha il suo, e
tutti si godono il proprio m icrom ondo di sodddisfazione
personale: m a la politica non lo consente, il m odello vincente è
uno solo e lo devono tollerare tutti. Insom m a: viviam o nell era
del m aggioritario, m a pure in quella dell iPod 24. Allo stesso
m odo, nel cam po televisivo, la liberalizzazione delle antenne e
l innovazione tecnologica hanno fatto em ergere nuove
dim ensioni, un tem po sacrificate: com e quella locale,
nazionale, globale. Fino al glocale, inteso com e fusione
strategica tra globalismi e localismi.

23 Ivi, pp. 25-27-44


24 J . Poniewozik, The Age of iPod Politics , Tim e, 20 / 0 9/ 20 0 4
134

Ma quali sono le colpe della televisione nella crescita del


localism o? Se lo chiedeva già Giovanni Sartori nel suo celebre
saggio Hom o videns , in cui si sostiene il ruolo della
televisione non soltanto com e strum ento di com unicazione,
m a anche, com e strum ento antropogenetico , un m edium che
genera un nuovo ànthropos, un nuovo tipo di essere umano.

«Il video sta trasform ando l homo sapiens prodotto dalla cultura
scritta in un hom o videns nel quale la parola è spodestata
dall im m agine. (...) La videocrazia sta fabbricando una opinione
m assicciamente etero-diretta che in apparenza rinforza, m a in
sostanza svuota, la dem ocrazia com e governo di opinione. Perché la
televisione si esibisce come portavoce di una pubblica opinione che è
in realtà l eco di ritorno della propria voce»25.

Uno degli aspetti negativi di questo dom inio televisivo sulle


form e m entis um ane investe ovviam ente la politica
(trasform ata e banalizzata in video-politica ) e, tra i tanti
fattori, la sua inesorabile localizzazione. Il parlam ento diventa
una costellazione di interessi in conflitto, la rappresentanza
dem ocratica si riduce ad una congerie di piccoli popoli
fram m entati e chiusi nei loro piccoli orizzonti locali. Tanto più
la politica si localizza, e tanto più spariscono le visione e il
perseguim ento dell interesse generale, del bene collettivo.
Secondo Sartori, l im pasto tra m ondo e villaggio è ancora
sbilanciato a favore di quest ultim o, la difesa parossistica del
proprio piccolo supera ancora di gran lunga le cause
momentanee a favore di obiettivi lontani e globali. L innegabile
(anche se da qualificare) om ogeneizzazione globale non
m odifica il problem a posto dal localism o e dalla
villaggificazione. «Anzi l om ogeneizzazione potrebbe
accentuare la conflittualità tra i nostri villaggi». Dunque, non
c è contraddizione tra la m ente globalizzata e la m ente
villaggificata prodotte dalla tv: talvolta prevale l una, talvolta

25 G. Sartori, Homo videns, Laterza, Bari, 2004, p 46


135
prevale l altra. Ma quando collidono «allora prevale la m ente
rimpicciolita»26.

IV.5 Tutti a comunicare che stanno comunicando

A ben vedere da quanto finora illustrato, uno dei problem i


attorno a cui ruota l attenzione critica sulla televisione
riguarda, in qualche m odo, la sua autenticità. Esiste tutto un
filone di pensiero che punta il dito sulla m etafora illusoria del
vedere lontano (tele-visione) com e espressione em blem atica
e illusoria di un sistem a che tende a sostituire piuttosto che
m ediare o rappresentare la realtà. Com e aveva già intuito Guy
Debord nel 1967, quando il consum ism o era ancora agli esordi
e i m ezzi di com unicazione di m assa erano ancora
sostanzialm ente sotto il controllo statale, lo spettacolo diventa
la principale produzione della società attuale, dove (e lo sanno
tutti orm ai) «anche il vero è un m om ento del falso» 27. A
controllare la m aggior parte di questa produzione im m aginaria
sono orm ai poche grandi corporation m ultinazionali che non
puntano alla persuasione delle persone m a all'occupazione del
loro tem po m entale. «Lo spettacolo è il m om ento in cui la
m erce è pervenuta all'occupazione totale della vita sociale. Non
solo il rapporto con la m erce è visibile, m a non si vede più che
quello»28. L eredita del pensiero debordiano è stata poi
raccolta da J ean Baudrillard, per il quale la storia della
rappresentazione del m ondo sem bra arrivata al suo
com pim ento, con la scom parsa del m ondo m edesim o,
cancellato dal processo di sim ulazione che oggi si incarna nella
com unicazione globale 29. Le tesi di Baudrillad radicalizzano la
critica alla società dello spettacolo sostenendo che la realtà è
stata sostituita da un iper-realtà di sim ulacri , rispetto alla
quale non è più distinguibile il vero dal falso, l originale dalla

26 Ivi
27 G. Debord, La società dello spettacolo, Baldini Castoldi, Milano,
2001
28 Ivi, p. 70
29 J. Baudrillard, Il delitto perfetto. La televisione ha ucciso la

realtà?, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1996


136
copia, l evento dalla sua rappresentazione. La televisione è il
m edium che, più di ogni altro, prom uove e incarna questa
indistinguibile fusione sim ulacrale, che caratterizza la cultura
postm oderna. «La realtà televisiva, com e illusorio prodotto
della tv stessa, ha ucciso il m ondo e si è sostituito ad esso,
com e in un delitto perfetto». Ma è davvero sostenibile
l estinzione della realtà, la sua totale rim ozione, la fine della
lontananza e del tem po? Forse ciò non accade. Non accade
perché fuori c è ancora una m oltitudine di soggetti correlati tra
loro in una fitta tram a di relazioni e cooperazioni. Soggetti che
si riconoscono com e intelletto generale della società ,
epicentro di un nuovo m odo di produzione basato sul sapere e
sulle possibilità di trasm etterlo attraverso im m agini e parole.
Là fuori, insom m a, esiste ancora una realtà distinta dalla sua
costruzione m ediatica, disponibile ad essere raccontata e
rappresentata m a non a confondersi totalm ente con questa
rappresentazione fino a sparire.

A detta di m olti, l insopportabilità dei tem pi attuali sta


proprio nell ottusità im perante che vuole che tutto sia
com unicato senza sosta e risparm io. Altro che socialism o e
barbarie. Sarebbe il civilissim o Occidente, il m eraviglioso
posto in cui tutti a com unicare che stanno com unicando , per
dirla con una battuta del vignettista satirico Altan, ad essere
arrivato sul baratro di un m oderno oscurantism o. In un acuto
pam phlet di Mario Perniola, intitolato Contro la
com unicazione si sostiene proprio ciò: che la com unicazione
sia l opposto della conoscenza. Analizzando le im plicazioni
sem iotiche e psichiche dei m eccanism i m essi in m oto
attraverso l uso dei m ass m edia e riflettendo sulle feroci
subordinazioni culturali che spesso essi suscitano. Perniola
interpreta un sentim ento diffuso sostenendo che la
com unicazione è il contrario della determ inazione: essa
«aspira a essere contem poraneam ente una cosa, il suo
contrario e tutto ciò che sta in m ezzo tra i due opposti», con la
conseguenza, poi, di un annullam ento di «ogni differenza (e
quindi ogni valore) attraverso la parificazione di tutto. Il
risultato è un m ondo senza giudizi e senza prove legittim e, nel
137
quale i forti, dotati di poteri non specificati (e spesso non
specificabili perché illegali), hanno subito la m eglio sugli
altri»30.

«La com unicazione è l opposto della conoscenza. È nem ica delle idee
perché le è essenziale dissolvere tutti i contenuti. L alternative è un
m odo di fare basato su m em oria e immaginazione, su un disinteresse
interessato che non fugge il mondo ma lo muove»31.

Nel suo rivolgersi direttam ente al pubblico, saltando tutte le


m ediazioni, la com unicazione pretende di avere un apparenza
dem ocratica, m a è in realtà una forzatura che om ologa ogni
differenza. Un m eccanism o psico-politico che si potrebbe
definire in questi term ini: la com unicazione, in quanto tecnica,
con le sue regole specifiche, ha distrutto l oggetto del
comunicare. Com unica se stessa. Tuttavia, se esiste, per usare
un espressione di Perniola, un «dispotism o com unicativo»,
quella notte di hegeliana m em oria in cui tutte le vacche sono
nere, dove non passa la conoscenza m a la m istificazione, e
dove trionfa una «cultura della perform ance», è pur vero che si
possano e forse si debbano tentare della distinzioni. Sono
davvero i m edia una potente m egam acchina 32 ormai fuori dal
nostro controllo? Quali sono le condizioni istituzionali che
im pediscono la m anipolazione interessata e favoriscono invece
la pluralizzazione dei punti di vista? Attraverso quali vie si può
penetrare dal basso nel potere simbolico della televisione?

IV.6 Per un salario sociale del telespettatore

All interno delle m aggioranze che perm eano il contesto


sociale in cui viviam o, perm angono dei punti di resistenza
sociali, su cui bisogna puntare. La tv non è il «m edium zero»
descritto da Enzensberger, la m acchina ipnotica che cancella

30 M. Perniola, Contro la comunicazione, Einaudi, Torino, 2004


31 Ibidem
32 S. Latouche, La Megamacchina, Bollati Boringhieri, Torino, 2000
138
ogni significato 33. È, al contrario, il terreno condiviso, il
principale «am biente culturale com une», coesteso alla vita
quotidiana dei più, entro il quale i significati e le appartenenze
sono m ediate, costruite e trasform ate. È un luogo
profondam ente connesso al nostro m odo di vivere il presente.
Enzensberger (pure se sotto il peso di m olte vetustà anni
Settanta) riesce anche a cogliere la differenza tra un uso
repressivo oppure em ancipatorio dei m ass-m edia, citando
il bisogno di partecipazione al m odello sociale, di nuove form e
di interazione e autodeterm inazione. Desideri collettivi potenti
e inequivocabilm ente em ancipatori che spesso il capitale è
riuscito a riconoscere e valutare prim a dei suoi avversari,
naturalm ente solo allo scopo di catturarli e privarli della loro
forza esplosiva. In ogni caso, l audience non può certo essere
considerata una m assa inform e, bensì un corpo sociale
concepito com e una som m a di individualità socialm ente
situate, m ille occhi spesso sfuggenti la cui lettura viene filtrata
dagli specifici contesti. È l idea lanciata dai cultural studies
(in particolare, vanno ricordate le teorizzazioni di J ohn Fiske
sul «consum o produttivo antagonista»), che fecero piazza
pulita di m olti paradigm i pseudo-scientifici, analisi
quantitative e auditel di ogni specie. Tuttavia, volendosi
collocare all interno del dibattito sulla ribellione dell audience
e sull appropriazione sociale dei m edia, perfino sulla
cosiddetta com unicazione-guerriglia , bisogna tenere conto di
un principio: non basta nom inare e criticare le strutture
dell esercizio sociale del potere per stim olare azioni volte alla
trasform azione sociale. Da sola, la disponibilità al
cam biam ento serve a ben poco. Occorre trovare il m odo di
trasform are la disponibilità in azioni reali. Alla base di
im portanti riflessioni sulla gram m atica culturale c è un idea
di politica che non si basa sull operato di un avanguardia che
addestri e guidi le m asse, bensì sulla convinzione che il
cam biam ento sociale abbia origine dall azione di tutti. I punti
di partenza per l azione politica, secondo questa concezione,

33
H. M. Enzensberger, Per non morire di televisione, Lupetti & Co.,
Milano, 1990
139
vanno cercati nella prassi quotidiana delle persone. Michel de
Certeau, in Arts de faire , si chiedeva: «Quali pratiche
popolari, m a anche infinitam ente piccole, quotidiane, si
prendono gioco dei m eccanism i del disciplinam ento e vi si
conform ano solo per rivoltarli contro se stessi, e quali
com portam enti si afferm ano tra i consum atori (o tra i
dom inati?) com e contrappeso alle m ute procedure che
fondano e riproducono l'ordine sociale e politico?». De Certeau
ha avuto il m erito di ricondurre il rapporto tra società e
individuo ai concetti di strategia e tattica , ricorrendo a
un'"analisi m ilitare della cultura", vista com e un cam po di
tensione e spesso di violenza, in cui viene regolato e legittimato
il diritto del più forte. Accanto alle strategie del potere, de
Certeau esam ina la libertà di m ovim ento sociale, ossia i
m argini di m anovra ricavati dagli individui per m ezzo di
piccole astuzie. Tali com portam enti form ano una "rete di
antidisciplina" che si sottrae alle strategie del com ando.
Strategia significa guidare i rapporti di forza per determ inare
e occupare gli spazi sociali. Ciò presuppone un luogo sociale e
un'istituzione dotata di potere. In questo luogo proprio, con
azioni strategiche, si organizza e garantisce la riproduzione
delle relazioni sociali. Al contrario, si può definire tattico un
calcolo che non può fare affidam ento su alcuna base solida né
su alcun luogo proprio, ed è costretto a m uoversi sul terreno
del nem ico 34. Non è un caso se David Garcia parlando delle
telestreet usa la definizione di m edia tattici .

All estrem o lim ite della galassia che si occupa di


m ediattivism o televisivo c è la concezione per cui la tv sia
strutturalm ente una tecnologia nem ica , intrinsecam ente
unidirezionale e accentratrice. E lo è prescindere dal
contenuto. Lo sostiene Franco Berardi Bifo, che è tra i
fondatori del movimento italiano delle telestreet.

«Ma si delinea anche la prospettiva di una distruzione della


televisione. Quando le com unità cominciano a usare la telecam era

34 Aa.Vv., Comunicazione Guerriglia, DeriveApprodi, Roma, 2002


140
per inform are, o giocare con la loro vita quotidiana, la televisione
sm ette di essere qualcosa che si vede, com incia a essere qualcosa che
si fa. Questa è la potenzialità im plicita nella m icrotivù. Non si tratta
di fare una televisione più giusta, una televisione più bella. La
televisione è sem pre una m erda, soltanto una m erda. L unica
televisione buona che si può fare è quella che distrugge la televisione,
che trasforma il set videocam era-trasm ettitore in un telefono, in un
video-telefono com unitario. Se questa diventa una moda, un m odo di
essere, un com portam ento di m assa, solo i più scemi guarderanno
ancora la televisione, perché gli altri saranno tutti im pegnati a
farla»35.

A questo punto, ci si chiederebbe: e perché spingere le tv di


strada allora? La tv di strada è utile, argom enta Bifo, perché
m oltiplica i centri e quindi avvicina il m edium al fruitore, che
diventa così produttore. In questo m odo la tv di strada, non
diversam ente da internet, insegna alla gente a fare i m edia e
non solo a fruirne, cam biando l Infosfera : una finalità
educativa , quindi. Non conta la verità di ciò che trasm etti
perché sarebbe com unque una verità relativa , diciam o così
m a l Infosfera che crei. E ciò che determ ina il segno
dell Infosfera, la sua m aggiore o m inore vivibilità, in definitiva,
non sarebbero i contenuti (le verità ) m a la loro m odalità di
produzione, cioè la specifica m odalità operativa del m edium
usato, il m odo in cui riprogram m a il contesto 36. Questo è il
punto centrale di m olti ragionam enti attorno al potere del
m ediascape e al ruolo (eventuale? m arginale?) del fenom eno
Telestreet. La m odalità delle tv di strada è di tipo policentrico:
si deve m oltiplicare la tv, fram m entarla proprio per
distruggerla, e così creare un Infosfera più accogliente di quella
televisiva attuale. Tuttavia bisogna essere coscienti che, in
questa strategia di proliferazione e riappropriazione dei m edia,
la tv non è esattam ente il m edium più adatto, per via dei suoi
insuperabili vincoli tecnologici (una stazione tv trasm ette, m a

35 F. Berardi Bifo, La guerra interminabile tra rete e videocrazie , in


M. Pasquinelli, Media Activism, DeriveApprodi, Roma, 2002, p. 28
36 Dal sito http:/ / www.rekom binant.org, Franco Berardi Bifo.

Un intervista , 29/ 11/ 20 0 2


141
non pare essere in grado di ricevere, e se pure tutti volessero
utopisticam ente farsi la loro tv dovrebbero fare i conti con la
lim itatezza dei costi e delle frequenze). A m eno di non ricadere
in un am bigua priorità del contenuto (del genere: attraverso
le nostre tv noi diciam o la verità ), che però si era appena
finito di smentire. In m olte analisi teoriche del m ovim ento
Telestreet pare che non sia chiara, insom m a, la differenza tra
m oltiplicare i centri e quindi riappropriarsi dei m edia, e
perm ettere percorsi di andata e ritorno dei m essaggi . Viene
in m ente il paradigm a della Rete, che però non è applicabile al
vecchio paradigm a televisivo. Nella tv, pure se di strada o
com unitaria o di villaggio, può esserci la dissem inazione e la
m oltiplicazione dei centri, m a non la m ultidim ensionalità,
l apertura e la proliferazione dei piani. Che invece è il vero
punto discrim inante. Ciò che davvero distingue com unicazione
da relazione com unicativa, vecchi m edia da internet. Se
vogliamo, propaganda da cooperazione produttiva (o elettricità
da linguaggio). Al di là di queste oscillazioni, m olti
telestreettari (e pure Bifo) si dim ostrano buoni lettori del
vecchio McLuhan: il m edium è il m essaggio, il contenuto del
m edium è un altro m edium . Nel valutare l im patto di uno
specifico m edium , il contenuto è quasi irrilevante; piuttosto è
rilevante la m odificazione della percezione e dello spazio
operativo prodotta dal m edium in questione. Questo, detto per
inciso, getta una luce diversa sulle cam pagne contro la tv
m enzognera che sobilla le m enti e a favore di una tv
intelligente e dem ocratica . Su questo punto sarebbe bene non
dim ostrarsi ingenui e rendersi conto che tali cam pagne, pur se
dettate da nobili e rispettabilissim e m otivazioni, finiscono per
essere delle solenni sciocchezze, indignate foglie di fico dietro
cui spesso la sinistra storica nasconde la sua separatezza dalle
trasform azioni reali. Una cosa è infatti esprim ere legittim i
gusti estetici o preoccupazioni politiche, un altra è discutere
degli effetti reali di una tecnologia. La propaganda crea m asse
a prescindere dal colore politico di chi la fa, la televisione crea
pubblico e m aggioranze (non opinione pubblica ) a
142
prescindere dalle intenzioni di chi la produce 37. L unica
trasform azione reale è quella che intacca la struttura del
medium , e l idea delle telestreet potrebbe essere in grado di
riuscirci.

Comunque vada, alla fine ci si deve chiedere: di cosa si parla


quando si parla di etere? Di cosa si parla quando si parla di
televisione? Ebbene, ancora una volta si parla (anche) di
rapporti di produzione, capitale e dominio. Da tempo, infatti, il
centro dell econom ia globale si è spostato dalla produzione al
consum o. Il lavoratore può essere sfruttato, em arginato,
tagliato via. Il consum atore è invece essenziale alla nostra
società, e il consum o non può essere im posto con m eccanism i
coercitivi. Deve essere favorito con la produzione di desiderio,
con il m artellam ento ossessivo di pubblicità. «E la coscienza
del consum atore non la coscienza del lavoratore a essere al
centro dei m eccanism i della società di m assa, a influenzarne le
scelte politiche. A dettarne i valori. Lo spazio in cui trova
attuazione il processo di condizionam ento ai consum i è lo
spazio televisivo (...) In questo m odo si crea il m eccanism o
dello sfruttam ento non più nella sfera della produzione m a
nella sfera del consum o. Lo spettatore è un lavoratore che non
sa di lavorare e non viene retribuito. La televisione
com m erciale rappresenta un m ezzo per fare del nostro tem po
libero una form a di m ercato» 38. La tv calcola la sua audience
com e teste da vendere al m iglior acquirente, m isurabili
attraverso l unità del costo-contatto 39. In una visione neo-
m arxiana si intravede in questo m eccanism o l om bra dello
sfruttam ento, dove qualcuno ipotizza l introduzione di salario
sociale del telespettatore , risarcim ento per il tem po di vita
concesso alla pubblicità e agli effetti m ediali, m anodopera
virtuale e collettiva che m uove un econom ia anch essa basata

37 Dal sito http:/ / www.quintostato.it, Tv di strada: è polem ica


aperta , 18/ 12/ 20 0 2
38 C. Freccero, L audience com e periferia , in A. Grasso, M.

Scaglioni, Che cos è la televisione, op.cit., pp. 482-483


39 Dal sito http:/ / www.telestreet.it, G. Benigni, Il m ercato degli

schiavi del telecom ando , 22/ 0 4/ 20 0 4


143
più sull im m aginario che sul reale, perfettam ente post-
m aterialista. La tv si trasform a così in una m acchina di
consum o, dove la natura politica assum e form e ben più
subdolam ente dissim ulate, con effetti a cascata. Le m eccaniche
dell audience non servono alla produzione di consenso m a alla
saturazione del tem po e dell attenzione sociali, beni lim itati e
in quanto tali m ateria di econom ia, trasform ati in m erce sul
m ercato pubblicitario. Qui la rivendicazione della
comunicazione come bene collettivo si collega ai meccanismi di
produzione di valore e a quelli possibili di ridistribuzione della
ricchezza, in quella che è chiam ata la società dell inform azione.
La televisione, com e ordigno biopolitico, funziona sem pre
m eno per essere veicolo dell ideologia m a per occupare e
organizzare i tem pi sociali e quelli dell attenzione cosciente.

«Fino a qualche decennio fa quasi tutti pensavano con un m inim o di


logica. Poi l uso intensivo dello spettacolo e della menzogna in stile
troglodita ha contribuito enorm em ente ad abbassare la soglia di
norm alità logica degli spettatori e del pubblico in generale, a tutti i
livelli della vita sociale. E ciò im porta che afferm azioni totalm ente
illogiche possano essere investite con profitto sul piano m ass-
com unicativo, a due condizioni: 1) di essere reiterate a m attina,
pom eriggio e sera; 2) di non essere im m ediatam ente contraddette.
Quindi, una m onade come Berlusconi ha il diritto di contraddirsi da
sé, ed eventualm ente di rettificare il suo passato, dal m omento che
detiene nelle sue m ani il dispositivo che com anda la sola verifica
sociale, che si fa riconoscere pienamente e universalm ente. La
televisione»40.

In questo senso, si può afferm are che la svolta econom ica e


televisiva degli ultim i venticinque anni, la colonizzazione delle
m enti e dei desideri, la logica della m aggioranza che ha finito
per assoggettare la politica, rappresenta un traum a decisivo
per la nostra vita sociale. E il principio che l etere sia da
ritenersi un bene pubblico, e in quanto tale da tutelare, ancora
fatica ad essere riconosciuto da tutti.

40Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , Il fu Manifesto di


Telestreet/ TMO secondo Kitab , ottobre 20 0 3
144

IV.7 Arcaica e ipermoderna, la vita vissuta dalla tv

Non basta una prospettiva esclusivam ente econom ica e


m aterialista per afferrare a pieno il ruolo ritribalizzante e
villaggificante della televisione, fino alle sue più recenti
propaggini di strada. La tv percepita, nel bene o nel m ale,
com e ultim o certificato di esistenza in video , finisce per
m ettere in gioco pezzi di una più vasta questione, che riguarda
l ethos politico e forse persino l ethnos popolare. D altronde il
provincialism o, che è una cosa banale, viene fortem ente
mascherato da un tem a forte dei nostri tem pi di m odernità
liquida, che è l identità. La crisi delle identità sta sconvolgendo
il m ondo e sicuram ente segnerà il secolo, e passa anche
attraverso il terreno della com unicazione. «Rigenera il
contesto del discorso e ricom incia a dire ciò in cui credi» è il
com andam ento dibattim entale di George Lakoff, professore di
linguistica all università di Berkeley. Scriveva Stefano Pistolini,
a conclusione di un articolo sul Foglio dell ottobre 20 0 4 (con lo
sguardo all Am erica, m a anche a casa nostra): «se la politica
sopravvive solo attraverso il plasm a della com unicazione, il
linguaggio non è più un sem plice strum ento, bensì la fattuale
chiave di rappresentazione di un intero sistem a d idee.
Renderlo aderente al proprio ritm o am bientale, organico alla
cornice di propagazione e alla descrizione degli stili esistenziali
ed etici che si vogliono conseguire, è la sfida su cui si vince o si
perde nella politica contem poranea» 41. Tutto ciò che è solido
diventa aria, aveva scritto Karl Marx nel Manifesto del 18 48,
descrivendo com e l azione della borghesia dissolvesse le
strutture prem oderne ereditate dal feudalesim o. Fatte le debite
proporzioni, lo stesso fenom eno avviene per gran parte dei
nostri paesaggi socio-politici-culturali, sotto la pressione
disinvolta della società m ediatizzata, dello spettacolo
im perante e del solito nuovo che avanza . Per accorgersene

41S. Pistolini, Prim a lezione (allegra e disincantata) sull uso


dell arm a retorica contro il correttismo politico , Il Foglio,
29/10/2004
145
basta osservare gli scenari dell Italia di oggi e degli ultim i dieci
anni, di un paese dove forse le televisioni di strada non
avranno il successo che m eritano m a che non rinuncerà alla
sua vocazione fram m entata e condom iniale. La trasform azione
dell Italia recente, partita il giorno in cui un im prenditore
m ilanese si è incoronato im peratore grazie al suo dom inio sul
m ediascape e sull im m aginario collettivo, segue due linee di
direzione. È un Italia che si trova sem pre spezzettata tra le sue
rappresentazioni m ediatiche iperm oderne e le sue identità
locali e perfino arcaiche. «Da un lato si è sviluppato un sistem a
di controllo tecnom ediatico di tipo avanzato, dall altro però
sono riem erse arcaiche rappresentazioni identitarie,
artificiosam ente prodotte m a efficaci, com e la costruzione
aggressiva dell identità padana» 42. Le due form e di questa
post-Italia sono presenti sim ultaneam ente e si alim entano
reciprocam ente. Da un lato la form a iperm oderna delle nostre
identità, basata sulla videocrazia com e form a di potere e sui
m edia percepiti com e m acchine celibi del desiderio , dall altro
la form a più arcaica delle nostre identità, fondata
sull afferm azione delle proprie piccole identità pure
localissim e e/ o fittizie, sulle form e di resistenza sociale
rappresentate dalle vecchie form e di resistenza com unitaria.
Da un lato il dom inio delle m aggioranze com e espressione di
una platea indefinita e figurata, dall alto il riem ergere delle
com unità , ultim o residuo di antiche utopie e rivendicazioni
m ai sopite. Sono le due facce di questa Italia che vive, anche a
sue spese, la tendenza globale del post-m aterialism o , per cui
il vero potere cui dare l assalto non è più quello industriale o
governativo m a quello sim bolico, e dove anni di egem onie
televisive m ercificate hanno orm ai consacrato il funerale del
popolo e il trionfo di quella categoria estesissim a che
Tom m aso Labranca definì spietatam ente il neo-proletariato .
Cioè quella nuova classe trasversale che vivacchia in attesa di
realizzare il sogno di un passaggio televisivo, di essere

42 F. Berardi, M. Jacquemet, G. Vitali, Telestreet. Macchina


immaginativa non omologata, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2003,
p. 75
146
traghettato in quella scatola m agica (dunque definita neo-
padrona ) che ha prodotto cocenti illusioni «con le sue
prom esse di dim agrim enti im m ediati, ricchezze im m ediate,
felicità im m ediate» e che negli ultim i anni ha saputo
perfezionare con successo l idea dello spettacolo condotto dal
vostro vicino di casa43.

«La vita desiderata tende ad essere la vita come la si vede in tv . La


vita sugli scherm i prevarica e spoglia di qualsiasi attrattiva la vita
vissuta: è la vita vissuta ad apparire irreale e continuerà ad apparire
tale fino a quando non sarà a sua volta rim odellata in im m agini da
schermo»44.

Nell Italia di oggi le due form e di identità, arcaica e


iperm oderna, si sono progressivam ente fuse, intercettando
nuovi valori e nuovi bisogni dettati dalle dinam iche della
società globale. In questo quadro anche i lim itati exploit delle
televisioni di strada sono un sintom o im portante. A m aggior
ragione un caso isolato eppure em blem atico com e quello
dell em ittente gaetana analizzata in questa tesi: dove una
com unità priva di strutture organizzate della società civile è
riuscita a identificarsi attraverso i codici televisivi, ritrovare in
essi una forma di mediazione col potere amministrativo, e darli
retta m entre insistevano sulla coesione sociale e sull orgoglio
storico. Fino al punto che Tele Monte Orlando viene percepita
orm ai dai cittadini gaetani com e form a di intrattenimento
abitudinario, luogo di discussione pubblica dei problem i, quasi
una proprietà sociale. Pur rim anendo, allo stato attuale dei
fatti, una piccola im presa no profit fuori dalla legge e retta da
un piccolo gruppo di volenterosi. D altronde la coscienza
com une degli italiani è un fenom eno m obile: si resta
fondam entalm ente un popolo legato al Com une , al proprio
m unicipio. Lo spirito di cam panile continua a restare più forte
di questo nazionale. Insiem e, però, all individualism o che certo
non favorisce una vita di società o una propensione

43 T. Labranca, Neoproletariato. La sconfitta del popolo e il trionfo


dell eleghanzia, Castelvecchi, Roma, 2002
44 Z. Bauman, Modernità liquida, op. cit., p. 90
147
all associazionism o, quelle reti di im pegno civico che in alcune
regioni m ancano quasi del tutto, specialm ente nella realtà del
sud del Paese. Può sem brare un punto di vista un po
provinciale, è in effetti lo è, m a è anche vero che tre quarti
dell Italia stanno in provincia.

Applicare la m odernità ai cam panili è sem pre un rischio,


m a è pure una delle sfide più suggestive per l Italia dei nostri
giorni. Allo stesso m odo in cui m aneggiare l arm a televisiva è
un rischio, perché com e scrisse tem po fa il giornalista
Francesco Merlo «chi capisce il rapporto tra parole e fatti sente
tutta la facile difficoltà del parlare alla gente, soprattutto
attraverso la televisione che è il m edium con il m assim o di
potenza e di ponziopilatism o, di autorevolezza e di virtualità».
E l identità, parola d ordine di questi tem pi, m erita appieno
m olte delle attenzioni e delle passioni che suscita, in quanto è
un «surrogato della com unità» 45. Un possibile sbocco della
m odernità liquida indicata da Baum an è proprio il ritorno
alla com unità , intesa com e espressione della dom anda
insoddisfatta di identità e di senso. Nel m om ento in cui
scricchiola il progetto della m odernità societaria, il richiam o
alla com unità può offrire una nuova leva per la produzione di
significati. In una prospettiva sociologica, il prim o dei
significati indicati al term ine com unità (una rete di rapporti
interindividuali caratterizzata da solidarietà) si ricollega in
qualche m odo all opposizione tra Gemeinschaft (com unità) e
Gesellschaft (società) form ulata dal sociologo tedesco Tonnies.
In questa visione conservatrice e quasi rom antica, la com unità
sarebbe caratterizzata da com unione, volontà collettiva,
arm onia, cooperazione, sentim ento, natura; la società sarebbe
invece contraddistinta da separatism o, individualism o,
com petizione, conflitto, artificio, ragione. Sem bra il tabaccaio
meridionalista Ciano quando fa le sue personalissime lezioni di
storia sulla telestreet gaetana e si m ette a tessere l elogio dei
bei tem pi andati del Sud e della sua Gaeta. Tuttavia, che
piaccia o no, è vero che il tem po che stiam o vivendo ha

45 Z. Bauman, Voglia di comunità, Laterza, Bari, 2002


148
m odificato alla base le condizioni in cui si trova a esprim ersi la
nostra soggettività individuale. Tutto ciò porta a delle derive,
che lo studioso Mauro Magatti evidenzia nel suo libro sul
Potere istituente della società civile : il carattere debole e
involuto dell Io globale, che fatica a trovare la propria strada in
un m odo affrancato dalla tirannia delle istituzioni societarie
eppure troppo variegato e com plesso; un opinione pubblica
instabile e m anipolabile, anche causata dal crescente
scollam ento tra le istituzioni e l esperienza soggettiva; infine la
crisi e l inadeguatezza delle dem ocrazie contem poranee,
perché riesce sem pre più difficile far coincidere l autorità
politica con i principali fenom eni sociali, perché i confini della
cittadinanza diventano confusi, perché si perde il nesso con la
vita quotidiana delle persone e così la loro fiducia, perché la
complessità e varietà culturale pone seri problemi e aumenta la
difficoltà a disporre di un ethos e di pratiche condivise. Così,
nell oscillazione tra privatism o disincantato e ritorno della
com unità agonizza l idea e la pratica dello spazio pubblico 46.
Ma è su questi interstizi e su questi tem i che può farsi valere il
potenziale della società civile. Diventa infatti sem pre più
evidente la necessità di tornare a riflettere sulla transazione tra
individui e istituzioni. Sulla rete di rapporti sociali che si saprà
edificare partendo dal basso. Su com e rendere possibile il
m iglioram ento dei fenom eni sociali e la partecipazione dei
soggetti. Insom m a, perché anche di questo si tratta, su com e
non addormentarsi davanti alla tv.

IV.8 Nuove visioni per nuovi diritti

Su scala planetaria e non solo nazionale, la questione della


com unicazione e della possibilità di far em ergere una sfera
istituzionalizzata autonom a, sufficientem ente libera dai
condizionam enti politici e econom ici, si ripropone in m odo più
che m ai urgente. La liberazione della sfera pubblica , la
restituzione dell agorà ai cittadini è un tem a di fondam entale

46M. Magatti, Il potere istituente della società civile, Laterza, Bari,


2005
149
rilievo per la vita pubblica. Anche perché negli ultim i due
decenni la m odificazione dei sistem i televisivi, l evoluzione
tecnologica dei m ezzi di produzione e diffusione audio/ video,
l avvento della telem atica e del digitale hanno profondam ente
ristrutturato l intero com parto e segnato una svolta anche nel
rapporto con i soggetti sociali. E m entre da un lato si è
m assim am ente espanso il potere di network sopranazionali
che dom inano il m ercato globale, dall altro lato si sta
assistendo alla più recente proliferazione di punti di
produzione ed espressione m inuscoli e autonom i, che
segnalano un bisogno di partecipazione (dalle m icrotv ai blog,
eccetera) che ancora deve trovare la sua direzione.

«L attuale circolazione delle inform azioni globali è contrassegnata da


gravi insufficienze e squilibri. I mezzi di comunicazione sono
concentrati nelle m ani di pochi paesi. Gli altri sono ridotti ad essere
solam ente dei ricettori passivi delle inform azioni diffuse da
determ inati centri. Tale situazione perpetua la situazione di
dipendenza e di dom inio propria dell età coloniale» 47.

A questo punto, il m erito principale che può avere la società


civile globale è quello di procedere per piccoli passi, senza
conoscere esattam ente l approdo verso cui sta navigando o
avere la pretesa di avere la risposta definitiva, stimolata più dai
problem i che em ergono che da una specifica direzione 48. Si
può pensare alla società civile com e un luogo di libertà e di
creatività sociale. Ma bisogna tenere conto che la dim ensione
intersoggettiva così preziosa per la vita sociale è sem pre
destinata a diventare altro da sé, tendendo ad essere assorbita
dentro una logica istituzionale o corporativa oppure tendendo
a sciogliersi dietro l erraticità della contingenza o le spinte
individualistiche. Inoltre la sfera intersoggettiva ha sem pre
bisogno di m isurarsi con qualcosa che sta al di fuori di sé, col
m ondo sociale che le sta attorno e che la influenza e m odifica.
Il recente fenom eno delle tv di strada, dove con un im pegno

47 A. Mattelart, Storia dell utopia planetaria, Einaudi, Torino, 2003,


p.377
48 M. Magatti, Il potere istituente della società civile, op. cit., p. 217
150
econom ico m odesto viene creato un canale di inform azione
locale al di fuori dei circuiti dom inanti, in questo quadro
rappresenta sicuram ente un piccolo germ oglio interessante.
Perché risponde alle esigenze di cam biare in m odo
partecipativo la televisione, di prom uovere una necessaria
alfabetizzazione mediatica di base, di restituire visibilità a tutta
quella enorm e fetta di realtà locale e globale che rim ane
fuori dai recinti arm ati del grande m ediascape tradizionale. Si
può obiettare che tali riappropriazioni tattiche sono solo
piccole, individuali, tem poranee, e che se da un lato
m odificano il sistem a, dall'altro ne riproducono la stabilità.
Sarebbe a dire: i luoghi sono tem poraneam ente sottratti e
spiazzati, le strategie del potere tem poraneam ente invalidate,
il che contribuisce a rendere sopportabili i rapporti di potere e
un po' più tollerabile la vita quotidiana. A parte che anche le
tattiche quotidiane conservano il loro valore sovversivo in
quanto m odificano e ridefiniscono i punti saldi del potere e del
nostro panoram a culturale, si potrebbe rispondere a questa
obiezione citando il saggio Chân Pháp Ý, m onaco zen di origini
siciliane e residente in Francia che una volta scrisse delle sue
oziose considerazioni sulle telestreet e lo spirito zen.

«Non va dimesso il rischio della lenta trasform azione di m olti centri


in una com plicata rete burocratica associativa. Se e quando le reti di
quartiere diventeranno un associazione regionale, o anche di più
vasta portata, con tanto di presidente, direttori e consiglieri
culturali , la TV di quartiere non esisterà più, sarà divenuta un altro
braccio dell inform azione organizzata e disinform ante. In altre
parole, sarà stata fagocitata dal sistem a. (...) Piccolo non è sinonim o
di m inuto o esiguo né im plica valore non prim ario. Tutti i fenom eni,
il volum e dei quali nonché le geom etriche definizioni e i dettagli
logistici siano a portata di m ano, ovvero im m ediatam ente
intelligibili, hanno la potenzialità di grandezze infinite. Il m inuscolo,
che e tale soltanto a una m ente di pari scala, racchiude tutti i sem i
che il più vasto dei giardini possa m ai contenere. (...) resta solida la
verità che dice il tutto è nell uno (...) Questa filosofia dello spirito può
diventare il m otore della TV di quartiere che, se saprà cogliere
nell intimo la cultura del m inigruppo, sarà anche capace di
151
reinventare il linguaggio della com unicazione, di inventare una
nuova filosofia del linguaggio»49.

Poiché, da sem pre, è l uso che determ ina la tecnologia (e


non il contrario) si può sem pre sperare che prim a o poi si
riesca a m assificare la tv di strada com e com portam ento
diffuso. Probabile che allora anche le tv non esisteranno più,
sostituite da chissà quale evoluzione delle tecnologie di
com unicazione, e dunque l im portante sarà stato solo aver reso
quanto più possibile diffusa e condivisa un educazione ai
m edia, alle loro trappole e alle loro potenzialità. Obiettivo da
non sottovalutare. D altronde (com e scritto da Edm ondo
Berselli) che l individuo despecializzato e ricostruito
m ediaticam ente sia divenuto il protagonista del grande gioco
italiano contem poraneo può sorprendere gli eredi delle visioni
sociopolitiche novecentesche, non tanto gli osservatori del
lungo e im pressionante shifting postm oderno che ha coinvolto
l Italia.

49 Dal sito http:/ / www.tm owatch.splinder.com , Chân Pháp Ý, La


filosofia dello spirito zen fa bene alle telestreet , 0 3/ 0 1/ 20 0 5
152
153
Conclusione

Alla fine di questo studio, che si è cercato di dividere più o


m eno equam ente tra scherm i televisivi e strade popolari, lavori
di telecam era e collegam enti teorici, non possiam o che trarre
delle conclusioni. Il racconto e l analisi del fenom eno
Telestreet, su cui si è concentrata buona parte della tesi, può
essere in grado di sim boleggiare la particolare attrazione tra
m edium e politica e vita che caratterizza l Italia più di ogni
altro paese occidentale, e le conseguenze nel rapporto con un
localism o sem pre più in auge: l esaltazione del quartiere, della
piazza, del condom inio, quasi com e finestre aperte sullo spirito
um ano. L im pressione che fa da sfondo è che il tem a della
libertà di espressione e dell allargam ento dei contenuti si pone
in tv (e, naturalm ente, sulle grandi tv generaliste) m a poi lo si
risolve con m igliore efficacia altrove, tra la gente, in strada,
comunque in altri luoghi.

Il panoram a telestreet qui analizzato si configura com e un


caleidoscopio di soggetti, m otivazioni ed esperienze. C è chi è
stato coinvolto in prim is, avendo così la possibilità di studiare
e com prendere la gram m atica televisiva, c è chi ha m ostrato
fattivo interesse nei confronti di un m odo di com unicare
alternativo o ne ha intuito l innovazione e l accessibilità, c è chi
si è lim itato a guardarla e apprezzarla. Tutto som m ato però la
gente che ha percepito questo nuovo m edia com e un vero e
proprio bene pubblico è ancora poca e di fatto non si è
verificato quel contagio virale e rizom atico di proliferazione
spontanea, auspicato dai prom otori dell am bizioso ideale.
Eppure l intuizione alla base del progetto riesce a cogliere
elem enti rivoluzionari. Com e l esplosione delle tv com m erciali
all inizio degli anni Ottanta consacrò la m aggioranza com e
soggetto sociale dom inante e in cerca di identità sotto il nuovo
alone protettivo dell intrattenim ento e del consum ism o, oggi,
all inizio dei turbolenti anni Duem ila, l arrem bante nascita
delle televisioni di strada può cavalcare e contribuire al nuovo
segm ento sociale delle nicchie e dei piccoli gruppi autonom i
di società civile . Soggetti che hanno interiorizzato e assim ilato
154
il linguaggio dei m edia e ora sono pronti a ricrearlo dal basso
attraverso la form azione di nuclei autonom i e interdipendenti
sul m odello della Rete. Probabile che questa tendenza orm ai
avviata , sulla strada dei personal m edia , possa essere usata
con m olta più efficacia e durevolezza da altri canali, com e
quelli della rete internet. Ma le telestreet, e buona parte
dell attuale m ediattivism o, viaggiano su questi binari.
Sicuram ente in questi anni, dal nord al sud dell Italia, sono
nate delle im portanti iniziative, dei percorsi di crescita
individuale e collettiva che rappresentano un positivo
traguardo raggiunto. Il caso gaetano di TMO, da questo punto
di vista, è un m icrocosm o che ha goduto di una solida base
volontaristica, di un sostanziale appoggio partecipativo da
parte della base cittadina, di un contesto urbano m edio-piccolo
e di varie circostanze favorevoli alla sua sopravvivenza, prim a,
e al m antenim ento di se stessa e alla sua strutturazione, dopo.
Si può afferm are che il m icrocosm o di TMO sia davvero
un eccezione nel panoram a delle tv di strada. Infatti lo spirito
hobbystico e volontario delle persone che realizzano una
telestreet, anche assum endosene responsabilità di tipo penale
vista la rigida legislazione vigente, deve sem pre fare i conti col
reperimento di fonti di sostentamento nonché con il tempo e lo
spirito ideativo necessario a realizzare dei contenuti
trasmissibili.

Tuttavia, nel loro piccolo valore sim bolico, le Telestreet


colgono la questione centrale della com unicazione, la
possibilità di far em ergere una sfera istituzionalizzata
autonom a, sufficientem ente libera da condizionam enti politici
ed econom ici, integrata coi nuovi m odelli di networking offerti
dalle reti telem atiche. Infatti, anche se negli ultim i anni il
quadro dei centri di produzione m ediatica si è arricchito e
diversificato, i sistem i della com unicazione costituiscono di
fatto un enorm e infrastruttura di potere che viene utilizzata da
centri econom ico-politici per consolidare e increm entare le
proprie posizioni. Su questo tutti i videoattivisti si ritrovano
accom unati negli intenti e nella pratica: consapevoli del potere
dell im m agine, se ne avvalgono per attuare cam biam enti
155
all interno della com unità a cui appartengono. Lavorano per
am pliare e rendere di nuovo pubblica l agorà , com e direbbe il
citato Baum an nelle sue diagnosi sulla m odernità liquida . Il
diritto all uguaglianza m ediatica e la considerazione dell etere
com e bene pubblico non sono dettagli capziosi m a una svolta
fondam entale per poter parlare in senso pieno di cittadinanza.
Non solo nella convulsa e anom ala Italia berlusconiana di
questi anni m a anche in tutt altre realtà m ondiali, avanzate o
in via di sviluppo, dai cavi della capitale olandese fino ai
quartieri poveri della periferia brasiliana, anch essi
sommariamente raccontati in questo studio.

Quello che ci prem eva spiegare era la necessità di intendere la


televisione com e un oggetto m ultidim ensionale, che richiede
apporti di lavoro e di ricerca differenziati e la volontà di
integrarli per non perdere di vista la globalità del fenom eno, o
per non farsi abbagliare da prospettive troppo unilaterali o
ideologiche. Il piccolo scherm o entra in reazione con la società
e la cultura del nostro tempo in modi complessi, come ci hanno
ricordato m olti studiosi autorevoli. Per le nuove realtà com e
Telestreet ora sarebbe necessaria una strategia com posta da
piccoli passi e percorsi intrecciati (anche, m a non solo, in
chiave istituzionale), portando avanti nei vari m odi possibili
un discorso politico sul diritto alla com unicazione com e bene
pubblico e sulla necessità di una sorta di alfabetizzazione
m ediatica per i cittadini. Com e si è evidenziato, le tv di strada
nascono politiche così com e le tv private nascevano
com m erciali, ovvero politiche anche loro m a ben dissim ulate.
Ciò che bisogna sottolineare è il principio politico che nel 20 0 2
ispirò la nascita delle telestreet. Un principio universalistico
che si proponeva di superare la fase di transizione dei m edia di
m ovim ento e portare quelle conquiste in am biti fino ad allora
estranei agli esperim enti di com unicazione libera. Questo è
successo. Solo in parte, e solo per poco tem po m a è successo.
Nel frattem po il tem po galoppa e non sappiam o quale giudizio
riserverà a questi isolati e coraggiosi esperim enti. Com e la
racconterem o ai nostri posteri? Che avevam o com inciato ad
innalzare antenne e m ontare tv nel tinello per resistere al
156
regim e m ediatico? Che eravam o stati così brillanti da eleggere
un televisore a capo del governo? Che ci eravam o solo illusi
sprecando tem po ed energie appresso a un vecchio
parallelepipedo ingom brante? Forse tutto questo e anche altro.
Non sarà del tutto inutile se, nel frattem po, m olti avranno
capito che la tv è m eglio farla che subirla, che (per citare una
canzonetta di arboriana m em oria) non solo tu com andi fino a
quando hai stretto in m ano il tuo telecom ando m a anche se
cominci a buttarlo via e uscire di casa.
157
Appendice
158
159
Una proposta di metodo
di Franco Bifo Berardi

No confutazione ma creazione

Non sono interessanti le decisioni, le confutazioni, le lunghe


discussioni dove alla fine qualcuno deve avere ragione. Non
penso che ci sia nessuno che ha ragione, credo vi siano delle
creazioni che hanno diritto di crescere finquando ne sono
capaci. Non confutare, crea. Non ci si vede per m ettersi
d'accordo, m a per m oltiplicare le direzioni, per eccitare idee
l'una nella testa dell'altro, per coordinare l'azione su punti
condivisi, per frazionare l'unità e m ettere in com une i
frammenti.

Non "o...o" ma "e...e"

La logica dom inante nel pensiero occidentale si è proposta di


stabilire "o questo o quello". Se è vero questo non è vero
quello, se la scelta è questa non può esser quella, se andiamo di
là non possiam o andar di là.In questo m odo si costruiscono
m acchine di potere che reggono soltanto grazie a form e di
ricatto o di violenza... Una m acchina desiderante non è
dispositivo di potere, m a concatenazione di potenza. In una
m acchina desiderante la potenza proviene dalla proliferazione,
non dalla concentrazione degli sforzi in un'unica direzione.

Teorem a del plotone di esecuzione (random ). Dati enne


tiratori che sparino con le loro carabine in direzioni puram ente
casuali, c'è un istante nell'infinità del tem po in cui colpiranno
tutti il m edesim o obiettivo. E allora? Niente, dicevo così tanto
per dire.
160
161
Lettera di un televisore
d a t e le im m a g in i , Bo lo g n a

Sono un televisore. Uno dei tanti. Uno dei tanti che bram a la
liberazione dei propri sim ili. Voi m i guardate, m i osservate, m a
raram ente volete interagire. Per m ia natura sono passivo non
ho la libertà di com unicare esprim ere e fare che è nella vostra
natura di essere viventi. Il genere um ano ha un'attrazione
viscerale verso il m io contenuto che non è data solo dalla
sensualità dell'im m aginario visivo che m i attraversa, m a è
anche nell'insensibilità e nelle restrizioni fisiologiche del
vostro organo di ricezione visiva. Se solo foste più sviluppati, il
m io scherm o scintillante vi risulterebbe inguardabile e
fastidioso, becera sim ulazione di quei ritm i m agici che vi
tengono in m ovim ento i processi cerebrali. Un effetto
stroboscopico impercettibile: l'abc dell' ipnosi.

Ipnosi che hanno usato per stuprare il vecchio im m aginario


popolare e proporre altro, altri valori, altre situazioni, un'altra
categoria di uom ini e padroni, i nuovi seduttori dell'im m agine,
com pagine violenta al volante di nazioni ancora nel terrore e
nella fam e di una guerra appena sopita. Da sessant'anni sono
in bozzolo tenuto sottom ira dai cecchini della com unicazione
di m assa totalitaria e m onoetica. Mi hanno reso servile e
subdolo, piegato alle logiche dell'egem onie globali. Ricevo
continuam ente inform azioni offensive ed irrispettose verso il
m ondo che ci circonda, m i riem piono circuiti e transistor con i
loro m etodi spregiudicati di lobotom ia indotta, atrofizzandovi
ogni pensiero critico, ogni desiderio di fantasia, ogni sogno di
realtà.

È l'analfabetizzazione elettrotecnica che ha bloccato la m ia


libera evoluzione. Io non sono ne quello che potrei essere, né
quello che ancora non sono stato. Io sono un m edia, se solo
approfondiste le vostre conoscenze sulla nostra natura
tecnologica, capirete che vi stanno tenendo in nuovo
oscurantism o. La parola scritta esiste da m illenni m a m olti
um ani ancora non la praticano. Io ed il m io funzionam ento
162
siam o stati evoluti solo grazie alla volontà di potere e al
positivism o reazionario dell'era industriale e consum istica.
Dissacrate il m ondo tecnologico, siam o dei giocattoli diventati
arm i nelle m ani del potere e sogni nelle m ani dell'um anità.
Dissacratelo sovvertitelo destrutturatelo. Siam o pieni di
potenzialità ancora inespresse, abbiam o bisogno di fantasia e
ingegno,scaltrezza e azione, affinità elettiva con la vita, intanto
il m ondo gira e continuerà sem pre a girare trainato dal bene e
spinto da male.

con affetto
Tele Visore
163
164
165
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http://www.rekombinant.org
http://www.repubblica.it
http://www.salto.nl
http://www.time.com
169

Ringraziamenti
Aver superato indenne quattro anni della m ia vita in cui la
parola com unicazione è riecheggiata ovunque, confondendosi
con la politica, con i libri, col governo, con gli esam i
dell università, con il tem po libero eccetera è stato anche
m erito delle m ie frequentazioni telestreettare e della scoperta
di tante piccole oasi di indipendenza intellettuale. Meno m ale.
Poi ci sarebbero i ringraziam enti. Ai m iei genitori, che ci
tengono. Ad Antonio Ciano, che è rim asto un Peter Pan che si
fa chiam are brigante. Agli orlandones gaetani più o m eno
entusiasti dei miei monitoraggi, e ai (non pochi) lettori del blog
tm owatch . Ad Am brogio Vitali, e gli altri soggetti liberi e
critici che sono passati dal m ondo delle telestreet, ognuno di
loro m i ha regalato qualcosa. A Gabriele D Arienzo, dal giorno
in cui si fece trovare sul m ar d Azov. A Carlo Freccero che m i
ha fatto fotocopiare un suo libro di Baudrillard. A Francesca
che mi ha pazientemente aiutato a fare la copertina e sistemare
le pagine. E persino alla m ia stim ata facoltà, pure se si sono
sbagliati a scrivere il titolo di questa tesi. Infine ai m iei am ici,
che davvero sta storia della laurea la stavo tirando un po per
le lunghe. L.
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