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sua condizione di donna affamata di uomini>>. Di altri giovani intellettuali italiani non vale la pena
nemmeno parlare, rimandiamo alla lettura esemplificativa di Diego Fusaro.
La Nappi va encomiata, come Gorgia fa con Elena di Troia, per essere una troia.
La Nappi (detta anche la Simone de Beauvoir di Scafati) la nostra Giovanna D'Arco del revival
della liberazione sessuale.
Come Genet e Pasolini, fatte le dovute proporzioni, Valentina sta incarnando oggi l'archetipo del
santo-martire che ha il coraggio (altri direbbero la vocazione) di esporsi al pubblico ludibrio e
sacrificare le sue energie per una giusta causa collettiva.
La pornografia della Nappi non solo una fonte di lucro ma sopratutto una battaglia civile e
politica, perch lei stessa a caratterizzarla in questo modo dando spessore etico e filosofico alle
ragioni di quello che fa. La Nappi ha gli strumenti culturali per comprendere, e le doti oratorie per
spiegare la valenza sociale del suo lavoro, che notevole.
Il Manifesto delle Zoccole ad esempio, nella sua semplicit emblematico.
Il porno, scrive la Nappi, inviso perch svela, riduce, e se vogliamo banalizza non la mera pratica
sessuale, ma l'atto del concedersi. Se i benpensanti te la fanno costantemente annusare ma poi
stigmatizzano il sesso facile, la pornografia invece lo promuove. La pornografia in questo senso ha
il merito di secolarizzare e decostruire le sovrastrutture coercitive borghesi sul sesso perch ci fa
vedere che non altro pi che una pratica umana meccanica molto comune.
Si condanna il sesso come mercimonio, ma la prostituzione e il giro d'affari sul porno la punta
dell'iceberg della mercificazione dell'erotismo, la parte pi trasparente e pulita. Come ci fa notare
Daniele da Volterra, una foto della Nappi in mutande vale economicamente pi di una sua foto
senza slip, perch pu essere meglio e pi universalmente commercializzata.
Ogni cosa al mondo riguarda il sesso: dalla psicologia individuale a quella collettiva, dalle
dinamiche familiari a quelle sociali a quelle lavorative. Si lavora, si ruba e si uccide per il sesso. Si
fanno anche guerre e si compiono atti terroristici per una manciata di vergini.
La morale, la consuetudine ed il costume sessuale in una comunit rappresenta una sorta di struttura
marxiana sulla quale si edifica la sovrastruttura culturale e se vogliamo anche quella economica di
una civilt.
Oggi una larghissima parte della popolazione mondiale basa ancora queste consuetudini su tab e
irrazionalismi, e questo non pu che contribuire ad un diffuso malessere collettivo. Le interdizioni
rituali tradizionali sul sesso hanno un effetto pernicioso sui comportamenti umani paragonabile alle
distorsioni economiche che i monopoli arrecano in un libero mercato.
Uno spunto di particolare interesse in questo senso dato dalla progressista filosofia della
differenza, o pensiero femminile della differenza, che assolutamente esecrabile se serve a
fornire nuovi pretesti alla discriminazione di genere. Sostenere che la donna biologicamente
inadatta ad avere una ricca e varia vita sessuale pi ridicolo di una pizza all'ananas e pi
anacronistico del mullet di Antonio Razzi.
Non giusto sostituire il principio del piacere con il principio di realt se il piacere non crea alcun
danno sociale, perch dove non c' vittima non pu esserci n reato n condanna morale.
Come spiega Marcuse, una morale sociale che pone inutili ostacoli al godimento sessuale crea
nevrosi collettive che si ripercuotono in maniera negativa in ogni aspetto della vita, della cultura e
dell'economia. <<La genitalizzazione monogamica, la famiglia, sono istanze funzionali alla
produzione ed alla riproduzione, abiti etici imposti dal regime alla gente. Il sesso accettato solo se
serve per procreare e perpetuare la specie, la razza, la previdenza sociale. Tutto ci che si discosta
dal modello di sesso canonico della famiglia borghese visto con sospetto e malizia.>>
<<il fine della vita, anzich essere quello di godere e far godere il nostro stare al mondo, a titolo di
liberi soggetti-oggetti libidici, storicamente divenuto il lavoro e la fatica, che gli individui hanno
finito per accettare come qualcosa di "naturale", o come la "giusta" punizione per qualche colpa
sgonfier, ma nel frattempo vogliamo sognare, e con Klossowski diciamo <<Valentina prossima
mia>>.