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Il campo collocato in un piccolo villaggio chiamato Blumenthal, che oggi fa parte della citt di

Brema. Per cinque anni il campo di concentramento di Auschwitz suscit una sensazione di terro-re
tra le popolazioni dei paesi occupati dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante tutto
il periodo di esistenza del campo vi continuarono ad arrivare trasporti di prigionieri politici
polacchi. Al termine della campagna di settembre 1939 la citt di Oswiecim e le localit situate nei
sui dintorni furono annesse al Reich. Nello stesso tempo i nazisti cambiarono il suo nome in
Auschwitz. Gi verso la fine del 1939 nell'Ufficio del Comando Supremo delle SS e della Polizia a
Wroclaw era nata l'idea di un campo di concentramento. La proposta di creazione di que-sto campo
fu motivata con l'affollamento delle prigioni esistenti in Slesia e con la necessit di condurre una
nuova ondata di arresti di massa tra la popolazione polacca della Slesia e dei dissidenti del Governo
Generale. Alcune commissioni a tal fine appositamente scelte, iniziarono a cercare un posto adatto
all'installazione del campo. La scelta cadde sulle caserme prebelliche abbandonate di O-swiecim.
Esse si trovavano fuori del centro abitato, ci dava la possibilit di ampliare ed isolare le
costruzioni. Aveva un suo peso anche il fatto che Oswiecim disponesse di una buona rete di
comunicazioni, essendo uno dei pi importanti nodi ferroviari. L'ordine di fondazione del campo fu
emanato nell'aprile del 1940, Rudolf Hoss ne fu nomi-nato comandante. Il 14 giugno 1940 la
Gestapo condusse i primi prigionieri ad Auschwitz: 728 polacchi del carcere di Tarnw. All'inizio
nel campo erano presenti 20 edifici ( di cui 14 con il solo pianterreno e 6 con anche il primo piano).
Negli anni 1941 - 1942, con il lavoro degli internati fu aggiunto un piano a tutti gli edifici a
pianterreno e furono costruiti altri otto nuovi edifici. Complessivamente il campo disponeva di 28
edifici di un piano (senza conta-re le cucine e le baracche d'amministrazione). La quantit media di
detenuti oscillava tra i 13.000 e i 16.000, superando una volta sola nel 1942 i 20.000; i prigionieri
erano alloggiati nei blocchi, sfruttando anche le soffitte ed i seminterrati. Parallelamente all'aumento
del numero degli internati aumentava l'area territoriale del campo, che si trasform in un enorme
complesso di sterminio. Nel 1941 ci si accinse alla costruzione di un altro campo di concentramento
chiamato in seguito Konzentrationslager Auschwitz II - Birkeau, nel paese di Brzezinka a 3 Km. di
distanza, e nel 1942 fu costruito un altro campo di concentramento a Monowice, vicino ad
Oswiecim, sui terreni circostanti le officine della IG Farbenindustrie. Inoltre negli anni 1942 - 1944
sorsero circa 40 filiali del campo di concentramento di Auschwitz dipendenti dal
Konzentrationslager Auschwitz III, collocate per lo pi nelle vicinanze di fonderie, miniere e
fabbriche che sfruttavano i dete-nuti quale manodopera a basso costo. I campi di concentramento di
Oswiecim e di Brzezinka sono attualmente conservati quali musei e accessibili al pubblico. Al loro
interno le cose pi interessanti sono: a Brzezinka i resti dei quattro crematori, delle camere a gas e
dei roghi, lo scalo ferroviario dove veniva-no selezionati i deportati al campo, lo stagno con le
ceneri umane; a Oswiecim il "Blocco della Morte". Inoltre in entrambi i campi di concentramento
sono conservati i blocchi e parte delle baracche carcerarie, i cancelli d'entrata ai campi, le garitte e
le torrette delle SS ed il recinto di filo spinato. Alcune cose distrutte sono state ricostruite con gli
elementi originali: ad es. i forni del cre-matorio I. Alcuni reparti furono completamente distrutti dai
nazisti per cancellare le tracce dei loro crimini. In alcuni casi quando lo richiese l'importanza del
problema, il museo li ha ricostruiti e collocati nei posti dove si trovavano durante il periodo di
attivit del campo di concen-tramento. Sono innanzitutto il "Muro della Morte" e la forca collettiva
sul piazzale dell'appello. Nell'area della prima parte del campo di concentramento di Oswiecim nei
blocchi carcerari si trova una mostra che presenta la storia del KL Auschwitz e delle esposizioni
nazionali (vedi pianta). All'ex campo di concentramento di Auschwitz si accede per una porta
sovrastata dalla scritta clinica "Arbeit macht frei" (il lavoro rende liberi). Per questa porta i detenuti
si reca-vano e tornavano dal lavoro massacrante di tutti i giorni. Sulla piccola piazzetta accanto alle
cucine l'orchestra del campo suonava delle marce che dovevano nazionalizzare il passaggio di
migliaia di internati e facilitarne la conta da parte degli uomini delle SS.

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